Patologie mammarie: la diagnosi in 3 giorni Confermando la particolare sensibilità che da tempo dimostra di avere nei confronti della salute delle donne, tanto da potersi fregiare per il secondo anno consecutivo dei tre bollini rosa (il massimo riconoscimento che l’Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna assegna annualmente alle strutture sanitarie classificate come “ospedali particolarmente vicini alle donne”), l’Ospedale San Carlo Borromeo ha ora attivato un “Percorso diagnostico senologico facilitato” finalizzato a migliorare l’attività di prevenzione nei confronti delle patologie benigne e maligne della mammella. Il percorso senologico offerto dal nostro Ospedale, che si avvale di una brest unit formata da radiologi, patologi, oncologi, chirurghi e fisiatri, ha come obiettivo quello di offrire un servizio che semplifichi l’accesso alla struttura ambulatoriale, garantendo alla paziente l’inquadramento diagnostico attraverso un numero limitato di accessi e erogando un insieme di prestazioni multispecialistiche per formulare nello spazio di appena tre giorni lavorativi una diagnosi. La brest unit senologica dell’Ospedale San Carlo Borromeo, nell’ambito del programma di prevenzione, diagnosi e cura, si rivolge non solo alle donne nella fascia di età 50-65 anni che rientrano nello screening senologico ma, seguendo le indicazioni della letteratura medico-scientifica in tema di prevenzione delle neoplasie mammarie, anche alle donne nella fascia di età tra i 40 e i 50 anni. L’inserimento nel percorso può essere attivato sia dal Medico di Medicina Generale, sia dallo Specialista che prescrive una visita senologica o un accertamento radiologico. Da questo momento si attiva la macchina organizzativa per l’erogazione immediata degli accertamenti diagnostici richiesti, i cui referti vengono direttamente inviati all’ambulatorio di senologia, dove la paziente si recherà dopo appena tre giorni per la rivalutazione medica finale alla luce degli esiti delle indagini. L’augurio è che l’iter si chiuda a questo punto con una semplice prescrizione ad un controllo nel tempo, ma nel caso venga individuata una patologia i clinici informeranno la paziente circa i trattamenti medici o chirurgici di cui necessita, predisponendo contestualmente la relazione per il Medico di Medicina Generale o lo Specialista che ha inviato la paziente per gli accertamenti. Le donne che vorranno affidarsi al nostro Ospedale per le cure continueranno ad usufruire di un percorso preferenziale che prevede una eventuale visita oncologica entro i successivi 7 giorni lavorativi o, se l’indicazione è l’intervento chirurgico, la programmazione dello stesso entro 15 giorni. Un opuscolo che illustra in modo più dettagliato il Percorso diagnostico senologico facilitato è disponibile sul sito web aziendale. Newsletter Pronto Soccorso: agosto a pieno regime Il grande caldo ampiamente previsto per il mese di agosto si è puntualmente abbattuto su Milano, ma i milanesi, ben preparati ad affrontare la canicola, hanno saputo difendersi in modo ottimale, tanto che le ondate di calore non hanno direttamente influito sull’aumento dell’attività del nostro Pronto Soccorso, che ha comunque vissuto un mese decisamente impegnativo, durante il quale sono stati sfiorati i 6 mila accessi, ben 400 in più rispetto ad un anno fa. La maggiore attività si è equamente spalmata tra i due sessi e le varie classi di età, mentre elementi interessanti emergono dall’analisi dei codici di priorità di accesso. I codici rossi sono diminuiti di circa il 20%, addirittura azzerandosi nella classe di età fino a 25 anni. Nei codici gialli, in controtendenza con il numero complessivo che è lievemente diminuito, si è invece verificato un aumento nella classe di età sopra i 75 anni, che trova una successiva corrispondenza nell’aumento del numero dei ricoveri, che ha riguardato soprattutto pazienti di età piuttosto avanzata alle prese con il riacutizzarsi di un quadro clinico contraddistinto da pluripatologie. Nella gestione di questi pazienti il Pronto Soccorso ha fatto registrare da un lato una diminuzione del numero di trasferimenti verso altre strutture, dall’altro, grazie anche alla riorganizzazione aziendale che ha introdotto una maggiore integrazione con i Reparti, una aumentata capacità di ricovero. Il tutto è stato naturalmente apprezzato dall’utenza. A far lievitare il numero degli accessi sono stati in piccola parte i codici verdi e, in modo decisamente più consistente, i codici bianchi, che sono arrivati a sfiorare i mille utenti, circa il 30% in più rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Anche in questo caso, però, poco hanno influito le ondate di calore, perché a tenere banco sono stati più che altro malanni da rientro dalle vacanze, come punture d’insetto, piccole distorsioni da attività sportive occasionali e postumi da colpi di aria condizionata. In tale contesto l’attivazione dell’Ambulatorio Codici Bianchi, avvenuta un anno fa, si è dimostrata una scelta oculata, tanto che nel periodo estivo caratterizzato da una ridotta presenza di Medici di Medicina Ge n e rale l’Ambulatorio è risultato un preciso punto di riferimento di molti cittadini alle prese con piccoli problemi di salute. Capo Redattore: Giovanni Ruggeri Segreteria di Redazione: Laura Zettera tel. 02/4022.2171 - e-mail [email protected] A.O. Ospedale San Carlo Borromeo Via Pio II, 3 - 20153 MILANO Sito Internet: http://www.sancarlo.mi.it N ter t e l ews Influenza H1N1, pronto il Piano pandemico L’unica vera pandemia di cui abbiamo concreta visibilità è quella da “informazione”, con giornali e tv che fanno a gara per scrivere tutto e il contrario di tutto, con il risultato di far aumentare l’allarme anche quando utilizzano litri di inchiostro per dire che non vi è alcun pericolo. Giorni fa abbiamo visto i titoloni di apertura per annunciare il primo decesso in Italia per l’Influenza A H1N1, relegando all’interno di un milione di parole che enfatizzavano l’evento il fatto che la persona era affetta da una serie di altre gravi patologie, vere responsabili della morte, con il risultato di trasformare il funerale di questo cittadino in una scena da film horror, con le poche persone che l’hanno accompagnato nell’ultimo viaggio terreno con tanto di mascherine sulla bocca per difendersi da chissà quale virus. Per fortuna la situazione è ben diversa e, senza sottovalutare i rischi che ogni influenza porta con sé, compreso l’annuale tributo di decessi, il nostro Ospedale si è da tempo attivato per fronteggiare la situazione. E’ stata innanzitutto attivata l’Unità di Crisi per l’Emergenza che già nei mesi estivi ha concretamente lavorato per mettere a punto l’opuscolo informativo, che è stato distribuito a tutto il personale, dall’eloquente titolo “Per non lasciarsi influenzare”, contenente una prima serie di informazioni e indicazioni sulla nuova Influenza A H1N1. A questa brochure informativa è seguita l’organizzazione di un convegno sul tema e la pianificazione di una serie di corsi di formazione per gli operatori, soprattutto per coloro che in Pronto Soccorso si troveranno, più o meno come avviene ogni anno, a gestire le persone con sindrome influenzale che si rivolgeranno a noi. Sia chiaro, l’influenza, questa come le altre, non va sottovalutata ed è bene adottare tutta una serie di precauzioni utili a non contrarla e, se ciò accade, a non contribuire a diffonderla. In questo senso l’Unità di crisi sta preparando per gli utenti un semplice vademecum con pratici consigli che verrà messo a disposizione in Pronto Soccorso. Ha anche predisposto il Piano pandemico aziendale per fronteggiare eventuali emergenze organizzative a cominciare da un maggior numero di ricoveri. L’altra possibile emergenza, legata all’assenza del personale che potrebbe contrarre l’influenza, dovrebbe essere scongiurata dal vaccino che, come annunciato dal sottosegretario alla salute Ferruccio Fazio proprio mentre ci accingiamo a consegnare la newsletter alla stampa, sarà disponibile dal 15 ottobre in quantità sufficienti per una serie di categorie di cittadini, a cominciare proprio dagli operatori sanitari. Anno 2, n. 8 - Settembre 2009 Inquinamento e Salute: i dati di Milano Sono numerosi gli studi che nel tempo hanno evidenziato una relazione tra inquinamento e patologie cardiorespiratorie, ma l’unico che prende marginalmente in considerazione Milano è del 2002, e fa riferimento a dati di anni precedenti, per questo il Progetto POEMI (Pollution and Emergencies in Milan), finanziato dal Comune di Milano e che ha visto il nostro Ospedale quale centro coordinatore per la raccolta dei dati provenienti dai cinque principali Pronto Soccorso di Milano (Fatebenefratelli, Niguarda, Policlinico, San Paolo e, appunto, San Carlo Borromeo), rappresenta un fondamentale punto di partenza per una puntuale verifica della qualità dell’aria e le conseguenti relazioni con lo stato di salute dei cittadini milanesi. L’obiettivo principale del progetto è stato quello di creare una rete di monitoraggio - basata sulla combinazione di dati relativi da una parte alla presenza nell’aria di una serie specifica di inquinanti e, dall’altra, agli accessi di pronto soccorso dei cinque ospedali milanesi per patologie acute cardio-respiratorie -, finalizzata a definire strategie di prevenzione e tutela della salute. Lo studio ha preso in esame un periodo di 24 mesi, dal 1 gennaio 2007 al 31 dicembre 2008, un tempo considerato ancora breve per stilare progetti di prevenzione, ma comunque adeguato a tracciare un quadro sufficientemente dettagliato della situazione milanese, fin qui ipotizzato solo attraverso la traslazione di dati prevalentemente raccolti oltreoceano e calati nella nostra realtà. I dati che sono stati raccolti e intrecciati in questo studio riguardano: gli accessi al pronto soccorso per patologie cardiorespiratorie e cerebrali (riacutizzazioni di BPCO e asma, polmoniti, bronchiti acute, infezioni acute delle vie aeree superiori, sindromi coronariche acute, scompenso cardio-circolatorio e ictus; i livelli giornalieri di alcuni inquinanti (PM 2,5, PM10, ossidi d’azoto (NO, NO2), monossido di carbonio (CO), biossido di zolfo (SO2), ozono (O3) e benzene (C6H6)); la temperatura e umidità giornaliera; i livelli giornalieri di pollini, questi ultimi estremamente utili anche quali “confondenti” nei modelli di regressione logistica condizionata. Al via la riabilitazione cardio-respiratoria Con l'arrivo del dott. Sergio Bernorio - che ha maturato una ventennale esperienza prima nella pneumologia dell'Ospedale di Lodi e successivamente all'Ospedale Passirana di Rho nella gestione di pazienti con problemi respiratori cronici ad alta dipendenza - l’Ospedale San Carlo Borromeo, nell’ambito della UOC di Medicina Riabilitativa diretta dal dott. Carlo Ausenda, ha potuto attivare una struttura riabilitativa specialistica ad indirizzo pneumo-cardiologico in grado, da un lato, di accogliere quei pazienti che dopo il trattamento della fase acuta venivano trasferiti per la riabilitazione presso altri ospedali e, dall’altro, ridurre la permanenza degli stessi pazienti nel reparto per acuti in attesa del trasferimento presso altre strutture riabilitative. Nei primi giorni passati nel nostro nosocomio il dott. Bernorio ha potuto verificare la possibilità di disporre di un team estremamente valido per avviare sia l’attività di terapia medica con- Newsletter I risultati dell’elaborazione della grande massa di dati raccolti e analizzati saranno presentati Giovedì 1 Ottobre nell’ambito del Convegno “Milano che Respira” (in programma all’Auditorium Gio Ponti di Assolombarda in Via Pantano, 9 a Milano) che, immedesimandosi nel cittadino, chiede ai relatori di rispondere ad alcune semplici domande, quali la situazione dell’aria che si respira a Milano e come questa viene monitorata, quali sono i danni che l’inquinamento provoca alla salute e quali sono le patologie più direttamente correlate alla presenza di inquinanti. La verifica dei complessivi oltre 53 mila accessi ai cinque maggiori pronto soccorso cittadini, combinati con i valori degli inquinanti rilevati nel periodo osservato, consentono sicuramente di fornire una prima serie di risposte sufficientemente puntuali. Già ora possiamo tranquillamente anticipare che le sensazioni che ognuno di noi non fatica a immaginare trovano conferma; infatti, dallo studio emerge palesemente che l’aumento degli inquinanti trova una diretta relazione con il contestuale incremento degli accessi al pronto soccorso per eventi acuti di alcune patologie cardio-respiratorie. Quello che poi emerge è la diversa influenza che singoli inquinanti, o la combinazione di alcuni di essi, hanno su specifiche patologie. Così come trova conferma il fatto che un ruolo preponderante e diffuso su tutte le patologie è rappresentato dalla presenza del particolato rispetto alla componente gassosa dell’inquinamento. Come dicevamo nella premessa, il periodo temporale considerato ha permesso di raggiungere solo alcuni macroscopici obiettivi del progetto, innanzitutto costituire una rete per il monitoraggio degli accessi e, in secondo luogo, seppur in modo sufficientemente dettagliato, tracciare un quadro di insieme della situazione milanese, mettendo a fuoco solo alcuni aspetti. Ora si tratta di consolidare e allargare questa rete, così come diventa fondamentale incrementare quotidianamente la base dati, per poter ottenere nel tempo informazioni sempre più dettagliate e quantitativamente sufficienti per esplorare una serie di altre relazioni tra salute e inquinamento, in modo da fornire alle istituzioni dati utili a mettere a punto programmi che da un lato contribuiscano a contenere i livelli di inquinamento e dall’altro consentano di prevenire gli effetti acuti che hanno sulla salute dei cittadini. venzionale, sia quella di fisiokinesiterapia specifica al recupero dell’autonomia funzionale dei pazienti. Una rapida ricognizione dei presidi fisioterapici è servita ad adeguarli alle necessità della nuova attività riabilitativa cardiorespiratoria che potrà così farsi carico dei circa 250 pazienti che già vengono seguiti ogni anno dal nostro Ospedale nella fase acuta della patologia e che, da ora, non dovranno più subire il disagio di essere trasferiti in altri centri. L’attivazione di questo indirizzo riabilitativo specialistico - come ha voluto sottolineare il dott. Bernorio – è finalizzato innanzitutto a migliorare la qualità delle prestazioni per favorire la stabilità clinica, ridurre il rischio di successivi eventi acuti e le disabilità conseguenti a cardiopatie e pneumopatie croniche, favorendo contestualmente il reinserimento lavorativo, ma anche migliorare la soddisfazione dei nostri utenti e dei loro familiari. Il passo immediatamente successivo sarà quello, nell’ambito di Newsletter E’ aperto il Centro per curare la depressione Nelle scorse settimane ha aperto i battenti al 5° piano del monoblocco il “Centro di trattamento integrato della depressione” al quale vengono inviate le persone che soffrono di questa patologia in preoccupante aumento. Promossa nell’ambito dei progetti innovativi finanziati da Regione Lombardia, l’iniziativa (che avrà una durata sperimentale di tre anni) ha tra gli obiettivi quello di intercettare i pazienti nella fase iniziale e più lieve della depressione per inserirli in un percorso, che può essere o solo psicoterapico o se necessario abbinato a una terapia farmacologica, mirato a prevenire le ricadute e l’aggravarsi del problema. Saranno seguiti dal Centro anche i pazienti con distimie e sindrome depressiva ricorrente, sia moderata che grave, per i quali è previsto un percorso integrato che prevede interventi terapeutici e incontri di psicoeducazione dedicati al Problem Solving e al riconoscimento precoce dei segnali di ricaduta. Il Centro, che può contare sulla presenza di uno psichiatra e tre psicologi, potrà così sperimentare sia percorsi di cura protratti nel tempo, sia monitorare i risultati raggiunti i quali, se in linea con quanto stabilito negli obiettivi consentiranno di trasformare il Centro da sperimentale a strutturato. Il progetto voluto dal prof. Giuseppe Biffi, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale, trova una sua ragione nei dati del nostro Ospedale - peraltro in linea con quelli nazionali che vedono 15 milioni di italiani (pari al 25% della popolazione) alle prese con forme più o meno gravi di depressione - che hanno visto lievitare dai 619 del primo semestre 2008 ai 670, nello stesso arco di tempo dell’anno in corso, i pazienti che fanno riferimento alle strutture psicosociali dell’Ospedale San Carlo Borromeo. Da rilevare che la fascia di età maggiormente interessata va dai 14 ai 44 anni, con una prevalenza femminile. Si tratta di un fenomeno che tocca da un lato i giovani alle prese con un inserimento nel mondo del lavoro che si concretizza sempre più tardi, dall’altro le persone di mezza età che vivono una situazione di “quotidiana precarietà” spesso peggiorata da una improvvisa estromissione dall’attività lavorativa. I dati del DSM evidenziano, inoltre, come il fenomeno continui ad avere una forte incidenza nella popolazione anziana, con la possibilità che possa sfociare in tentativi di suicidio nel momento in cui le persone rimangono sole. un sempre più stretto collegamento tra l’Ospedale e il Territorio, di “esportare” al domicilio alcune attività riabilitative che prevedono aspetti educazionali indirizzati non solo ai pazienti, ma anche ai parenti. Tali programmi sono finalizzati al pieno recupero del massimo livello di autonomia perseguibile per quella determinata patologia e/o al pieno reinserimento del paziente nella propria realtà sociale. Newsletter