LA SORGENTE di NITROLI Dal mito al rito a cura del Prof. Giuseppe Sollino LA SORGENTE DI NITROLI Il luogo magico dell’armonia tra l’acqua, la terra e l’aria che accende il sacro fuoco della vita Il recupero della Fonte di Nitroli e delle aree verdi adiacenti rappresenta una nuova filosofia di intervento nei rapporti con la natura che coniuga i valori ambientali con quelli turistico-termali per un reale sviluppo sostenibile ed integrato. L’area dove nasce l’antica terapeutica fonte è ricca di spunti naturalistici, sia idrogeologici che floro-faunistici. Accanto a questi l’attivazione di sentieri mediterranei idroaromaterapici con essenze dall’elevato valore botanico esalta ancora di più la vocazione al benessere nella natura di un territorio che gli dei hanno eletto come dimora della salute e della bellezza. Testimonianze archeologiche e moderne ricerche scientifiche attribuiscono alle acque di Nitroli eccezionali e miracolose virtù terapeutiche. Esse erano già note ai Greci che avevano fondato a Monte Vico la colonia di Pithecusa nell’VIII secolo a. C.; furono poi i Romani che, nel periodo tra il I secolo a. C. ed il III secolo d. C., attribuirono alle miracolose acque il culto della salute e della bellezza e le posero sotto la protezione di Apollo e delle sue Ninfe. La fonte ha sempre avuto rinomanza per il ritrovamento di doni votivi alle Ninfe Nitrodi, di cui le prime notizie si leggono nel “De’ rimedi naturali che sono nell’isola di Pithecusa hoggi detta Ischia” di Giulio Jasolino, edizione del 1689. Qui si trova infatti inserita un’aggiunta del dottor filosofo Giovanni Pistoja (mancante nel testo pubblicato nel 1588) in cui, oltre alla descrizione della Fontana di Nitroli («situata sopra la montagna di Barano») e delle sue virtù, si dice che, verso la fine del sec. XVII, alcuni contadini portarono alla luce due marmi antichi, di cui presto si persero le tracce. Il Pistoja aveva pensato e disposto di portarli con sé, ma poi «o per incuria o per malizia dei marinari» furono lasciati all’imbarco. E di essi non si ebbe più notizia. Miglior fortuna è toccata invece alla serie di marmi votivi, ritrovati nel 1757, conservati nel Museo Nazionale di Napoli. Se ne ha un preciso riferimento nel Ragguaglio Historico Topografico dell’isola d’Ischia 1 (1): «Nel 1757 nel 2 Rilievo votivo anepigrafo Apollo e le Ninfe dispensatrici di salute e bellezza. 3 contorno, e nella vicinanza della ridetta rupe di Nitroli ad oggetto di fare degli aumenti nel fossarsi, e scavarsi, taluni lavoratori scovrirono un gruppo di belle e bentirate tavole di marmo, di cui essendosi sparsa la notizia, il Signor della Guardia Governatore del Castello d’Ischia spedì forza nell’additato luogo, e così tutte le tavole di marmo ritrovate furono trasportate nel quarto d’esso Signor De La Guardia sistente sul maschio del Castello d’Ischia. Indi essendosene fatta relazione al Sovrano, le medesime di Real ordine si doverono rimettere nel Real Museo. Le stesse erano di lunghezza circa palmi quattro, e di larghezza palmo uno e mezzo con belle iscrizioni incise in lingua pura latina, e greca, dedicate alla Ninfa Nitrolide. Io nel tempo della predetta scoverta era giovanetto e stava in seminario per apprendere le lingue, e le scienze; ed avendo usato de’ mezzi per tirare le copie dell’iscrizioni, non mi fu permesso, ma solo potei usare le tavole e le incisioni, e considerarle». Notizie meno particolareggiate si trovano nell’opuscolo Brevi e succinte notizie di storia naturale e civile dell’isola d’Ischia (pubblicato nel 1801) del dottor 4 fisico Francesco De Siano, che si sofferma pure ad illustrare ampiamente altri reperti: «Altri monumenti antichi sono stati scavati in Cumano situato nelle adiacenze di Testaccio, consistenti in statue di marmo bianco, che furono trasportate al Museo di Portici, come mi è stato riferito, ma che non ho vedute. Due ne furono scavate nelle adiacenze di Nitroli, rappresentanti una donna colla chioma scarmigliata, ed una serva con una conca di acqua in atto di lavarle la testa; anche queste trasportate al detto Museo. La scoperta di queste ultime nelle vicinanze di Nitroli accenna un simbolo della celebrità di quest’acqua». E in nota: «Sono state accompagnate da una iscrizione che comincia Nymphis Nitrolidis: e questi ed altri monumenti fan vedere che la parte meridionale è stata forse, come era di fatti, frequentata dagli antichi, e come lo sono più che la settentrionale quella del Vesuvio e dell’Etna». A questo testo di F. De Siano si attiene l’Anonimo Ultramontano, autore del Tableau topographique et historique des isles d’Ischia, de Ponza, de Vendotena, de Procida et de Nisida, du Cap de Misène et du Mont Pausilipe - Napoli, 1822 (3): (Bagno di Nitroli) «Alcuni anni or sono sono stati trovati due documenti antichi che, a quanto si dice, sono finiti in collezioni pubbliche della Capitale. Uno di essi era un bassorilievo in marmo, raffigurante una donna scarmigliata ed una serva occupata a versarle acqua sulla testa». - E altrove: - «Circa 50 anni fa, a Testaccio, in località Cumano, sono stati trovati statue e bassorilievi che testimoniano la frequentazione degli antichi». Un altro autore che si è occupato ampiamente dei marmi votivi è il dott. J. É. Chevalley De Rivaz nella sua trattazione delle acque termali e delle stufe dell’isola d’Ischia, uscita in varie edizioni. Più ricca di notizie si presenta la terza edizione del 1837 - Description des eaux minéro-thermales et des étuves de l’Île d’Ischia - in cui De Rivaz riporta tutte le iscrizioni con brevi riferimenti circa le raffigurazioni. 5 6 La fama della fonte non è andata perduta: e con vicende alterne ora si presenta in tutto il suo antico splendore, quando addirittura fioriva una vera scuola di idrologia medica a testimonianza del valore e della venerazione che i Romani avevano per la “Nympharum domus”. La struttura geomorfologica molto complessa e con accentuati dislivelli ha determinato la formazione di terrazzamenti, spesso solcati da canions e valloni, tra le balze tufacee, disegnati dalle acque ruscellanti che arrivano fino al Lido dei Maronti. Il sistema floro-faunistico è tipicamente mediterraneo con arbusti ed erbe aromatiche tipiche del territorio. Prevalgono ginestre e lentischi, insieme a mirti ed allori. L’area presenta ancora le tracce di orto-vigneto, spesso ricoperta da rovi, ipomee e caprifogli. Interessante la presenza di agavi e fichi d’India, testimonianza dell’uso di queste specie tropicali quali siepi frangivento e di confine. 7 Caratteri della sorgente Acqua minerale naturale bicarbonato-solfato-alcalina ed alcalina terrosa. Le acque di Nitroli hanno una notevole efficacia nella cura di dermatiti e numerose patologie che colpiscono la pelle (eczemi, neurodermatiti, acne ecc.). La cura idropinica ha azioni diuretiche, digestive, disintossicanti e gastrocalmanti. Efficace nelle ulcere e nelle affezioni gastroduodenali. Ha effetto risolutivo nelle ustioni e nelle ferite ulcerose. Un semplice bicchier d’acqua, un bagno o una doccia, seguiti da una passeggiata con soste negli spazi idroaromaterapici del Parco delle Ninfe di Apollo è stimolante per l’intero organismo, non solo per l’aumento delle difese immunitarie, il sistema cardiocircolatorio e respiratorio, ma anche e soprattutto per il recupero psicosomatico dei cicli circadiani che non seguono più i ritmi naturali della vita. 8 Schede botaniche sintetiche - aree aromatiche ALLORO - Laurus nobilis L. - Dedicato ad Apollo, è simbolo di purificazione ed orna la fronte di poeti ed eroi.Antistress. Riequilibrante il bioritmo. Rasserenante. MIRTO - Mirtus communis L. - Sacro a Venere, è simbolo di purezza e amore. Tonico. Antisettico. Balsamico e corroborante ROSMARINO - Rosmarinus officinalis L. - Dedicato ad Afrodite, è simbolo di giovinezza e di bellezza.Analgesico. Rivitalizzante e stimolante. LIMONE – Citrus limon L. - Sacro presso gli Egizi, è imbolo di salute e vitalità. Rigenerante. Rinvigorente. Tonico. 9 ACQUA ED ERBE L’insieme delle conoscenze che consentono di impiegare i vegetali a scopo terapeutico è antico quanto l’uomo. Rinvenimenti preistorici confermano l’uso di piante o parti di esse per curare i diversi malanni. Nel Medioevo furono i monaci a recuperare le conoscenze e le tradizioni fitoterapiche, che le antiche civiltà, dagli Egizi ai Greci e ai Romani, avevano sviluppato. La regola conventuale imponeva la cura e l’assistenza agli ammalati. I Monasteri diventarono così dei veri e propri centri di cultura medica e di ricerca scientifica, che trovava negli Orti dei Semplici le piante officinali da cui estrarre i rimedi che ancora adesso vengono utilizzati per combattere le più diverse malattie. Nel nuovo millennio l’impiego delle piante medicinali è passato da una fase empirica e “popolare” ad una fase in cui predominano la ricerca e la sperimentazione scientifica. Si è così passati dall’isolamento dei più importanti principi attivi, impiegati come i farmaci di sintesi, alla “scoperta” del fitocomplesso, cioè quell’insieme di sostanze conosciute o anche sconosciute che sinergicamente tra loro concorrono al raggiungimento del successo terapeutico. Così oli essenziali, tinture madri, macerati glicerici costituiscono un nuovo campo di ricerca medica sempre più interessante e di grande capacità terapeutica. Nel contempo si stanno recuperando le antiche tisane e decotti di piante che hanno accompagnato la vita e la salute dell’uomo. Ricette infusi-decotti Nel Giardino degli aromi e dell’acqua delle Ninfe di Nitrodi sono state prescelte alcune antiche erbe che arricchiscono la natura mediterranea dell’isola. Così il nobile alloro in infuso combatte con le sue notevoli capacità antinfiammatorie e calmanti le gastralgie e i problemi al sistema respiratorio. Il decotto di mirto rigenera e depura l’intero organismo. Il profumatissimo rosmarino preparato in decotto è invece tonico oltre che depurante. Infine il Limone in decotto dalle notevoli capacità antisettiche assicura forza e vigore. 10 ALLORO Infuso - Mettere in infusione 3/4 foglie di alloro essiccato in un litro d’acqua bollente per 10 minuti. Una tazza al giorno combatte l’inappetenza, facilita la digestione e risolve l’aerofagia. Vince la stanchezza e l’insonnia e combatte i sintomi da raffreddamento. MIRTO Decotto - Bollire 20 grammi di fiori essiccati di mirto in un litro d’acqua. Depurante e rigenerante migliora l’efficienza epatica e le infiammazioni del sistema gastrointestinale. Una tazza al giorno regolarizza il metabolismo. ROSMARINO Decotto - Bollire 4 cucchiai di rosmarino in un litro d’acqua per 5 minuti e filtrare. Una tazza al giorno depura e tonifica il fegato. Migliora e regolarizza il tono gastrico e il transito intestinale. LIMONE Decotto. - Bollire il succo e la polpa di un limone in un litro d’acqua. Lasciar depositare. Aggiungere un cucchiaino di miele. Tonico e depurante, ha un effetto rinvigorente e antinfiammatorio del sistema gastrointestinale. 11 12 Nitroli / NITRODI La fonte di Barano viene spesso denominata sia Nitroli, sia Nitrodi. Le varie iscrizioni dei bassorilievi trovati nelle sue vicinanze incise in lingua greca e latina fanno riferimento alle Ninfe Nitrodi (Nitrodibus – Nitroédesi), senza alcuna indicazione al sito; Jasolino, prima che venissero effettuate quelle scoperte, usa il nome Nitroli, «come nome diminutivo e derivato dal nitro». Nel tempo le due denominazioni si sono alternate, facendo prevalere, specialmente nei tempi moderni, quella di Nitrodi, come appare evidente dalle denominazioni stradali (Via Nitrodi e Via Pendio di Nitrodi) e dal sito web del Comune che usa Nitrodi. Ma quasi tutti gli autori che fanno riferimento alla fonte usano l’espressione Nitroli, come si rileva dal breve excursus presentato nelle pagine precedenti. D’Ascia dice che «le Ninfe Nitrodi diedero nome al fonte più specioso di questa contrada, che fu detto di Nitrodi e poi di Nitroli». Il De Quinzi riporta in nota che gli indigeni usavano la voce Neutruoli. E altrettanto riporta Mariano De Laurentiis in Universae Campaniae antiquitates (1826): Fonte di Nitroli che gli abitanti chiamano Neutruoli e l’usano come bevanda e per molti morbi; trovasi nel villaggio di Barano. Guglielmo Jervis spiegando che, quando si parla di nitro, si deve pensare piuttosto al «natrone, o bicarbonato di soda, non già al salnitro» aggiunge: «non possiamo accordare che ci entra questa parola nell’etimologia del nome dell’acqua di Nitroli, la quale, invece, contiene meno di questo sale di quasi tutte le altre acque termali dell’isola». Il Mommsen nel C.I.L. vol. X, illustrando le iscrizioni, distingue bene tra la Fonte e le Ninfe, quando precisa: «in insula Ischia in loco adhuc dicto Nitroli, in valle Foriae prope Serraram, ubi thermae sunt, sacrarium Apollinis et Nympharum Nitrodarum, sive Nitrodium, eruderatum esse et tredecim anaglypha illata in museum pubblicum Neapolitanum , scribit F. Daniele: vol. III (1792) p. 227, antiquitatum Herculanensium». Il dott. Benedetto Di Meglio in un articolo pubblicato sul periodico Ischia nel mondo (Giugno 1968) scrive: «Situata a circa 300 metri dal livello del mare nella contrada Nitruoli, frazione Buonopane di Barano, la sorgente Nitrodi sovrasta il burrone scavato dall’acqua stessa…». 13 La Storia e il Mito Tutte le Fonti sono sacre. Sono la “Domus” delle Ninfe che conferiscono all’acqua poteri terapeutici e divinatori. In prossimità di fiumi,stagni,paludi,grotte e anfratti sorgono le “Nympharum Domus”che accendono paesaggi idilliaci dove l’uomo si avvicina agli Dei,alla Salute e alla Bellezza. I testi classici e latini da Omero a Plinio ricordano le acque terapeutiche e miracolose di Nitrodi a cui fanno ricorso fin dall’VIII secolo a.C. i popoli di Eubea che avevano fondato a Monte Vico nell’isola d’Ischia la prima colonia greca e che trovano nelle Fonti di Pithecusa il vero “Oro” della Natura. Nel periodo Romano di Aenaria tra il I secolo a.C. e il III dopo C. la sorgente dedicata alle Ninfe Nitrodi è probabilmente sede di una vera Scuola di Specializzazione in Idrologia Medica La conferma viene da ex voto in marmo ed oggetti di terracotta con iscrizioni che tramandano i nomi di Menippo e Fabio due medici che con i loro allievi curavano malati e svolgevano un’importante attività didattica. E’ davvero eccezionale,poi,che in Italia,solo nell’area della Fonte Nitrodi sia stato portato alla luce un complesso marmoreo quasi integro,dedicato ad Apollo e alle sue Ninfe che elargiscono Salute e Bellezza. Scoperte verso la fine del Settecento le undici tavole di Marmo sono attualmente conservate nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Un reperto di questo gruppo si trova addirittura in Russia presso il Museo dell’Ermitage . La rappresentazione iconografica delle Ninfe Nitrodiche le mostra quasi sempre seminude ed in posizione frontale con una coppa o una conchiglia che sorreggono dinanzi a sé,ciò consente di datare al periodo romano i reperti rinvenuti,in quanto nel periodo greco le Ninfe e le Naiadi appaiono sempre vestite secondo la moda dell’epoca Interessanti sono le Tavolette votive di due donne Capellina e Argenna Nel marmo votivo di Capellina una donna immerge la propria chioma nell’acqua guaritrice,attorniata da due Ninfe che versano il prezioso liquido che dona luce e bellezza . Argenna era una liberta di Poppea Augusta moglie di Nerone,così come si 14 evince dai reperti che consentono di datare al 63 d. C. le tavolette votive rinvenute. Nella tavoletta votiva di Argenna,le Ninfe dai lunghi riccioli sorreggono una caratteristica conchiglia piena della preziosa acqua, con Apollo che regge a sua volta la cetra poggiata sopra un uccello. L’origine mitologica narra che la Ninfa Yale venne tramutata nel Fonte Nitroli perchè si era impossessata impunemente dei rimedi dei mali nel bosco sacro agli dei. Il luogo diventa così la “Domus” della Salute e della Bellezza elargita dall’Olimpo per curare gli affanni dell’uomo. 15 Alla ricerca della bellezza e della salute. La passeggiata nella dimora delle Ninfe Una curva e un’altra ancora. Dopo aver superato la Piazza di Barano ci ritroviamo all’altezza di un pittoresco ponte che permette di superare un’antica cava tufacea scavata dalle acque ruscellanti dell’Epomeo e disegnata dagli eventi geologici del passato. Ci dirigiamo in un ampio parcheggio delimitato da armoniosi archi e ombreggiato da Querce, Lecci, Convolvoli ed Edere rampicanti. Proseguiamo imboccando un comodo sentiero ben sistemato con pietre laviche ed illuminato di sera da eleganti lampioni. Il fresco e tortuoso sentiero scavato tra antichi vigneti,è inondato dai profumi della campagna, arricchiti da erbe spontanee come l’Origano, la Psoralea,le Nepete, le Ginestre le Violette e l’Elicriso che colorano le “parracine” ,caratteristici muri a secco recuperati. Improvvisamente il panorama si apre davanti a noi e all’orizzonte l’azzurro del cielo e del mare è punteggiato da una splendida e tormentata costa che ha nel promontorio di Santangelo la sua preziosa perla. Una moderna costruzione al cui ingresso si sviluppano piante di Alloro,Agavi e Fichi d’India,ci accoglie con un cartello “Fonte di Nitrodi” Entriamo senza indugi colpiti dagli aromi mediterranei che piante come l’Alloro,il Mirto,il Rosmarino e la Lavanda emanano incessantemente miscelati ai vapori dell’acqua che scorre copiosa in un connubio unico e irripetibile nel tempio del Sole del dio Apollo. 16 Le virtù terapeutiche veicolate dalla “Fons juventutis”sono disponibili in un impianto moderno e funzionale con sistemi di docce e cabine dove è possibile ritrovare antiche energie e nuova giovinezza. Ci incuriosisce un sentiero tortuoso e ben disegnato tra balze e piccoli terrazzamenti che la natura ha disegnato nei secoli passati e che l’uomo ha recuperato in chiave ecologica/funzionale. Tra il verde e l’azzurro ci accolgono postazioni idroaromaterapiche. Così l’Alloro, Il Mirto, la Salvia e il Rosmarino completano le antiche cure con l’Acqua da sempre sinonimo di Salute e Bellezza. 17 Il Rifugio incantato di Apollo e delle sue Ninfe Entrare e percorrere il sentiero idroaromaterapico che conduce nella parte alta del Parco alla ricerca del bosco sacro di Apollo e delle sue Ninfe è un viaggio nel tempo. Tempi lontani che ancora traspirano da questo luogo magico e incantato. Lo sguardo corre lontano. Alla costa e alla montagna. Tutto ancora è incredibilmente Verde. L’aroma e i colori delle piante mediterranee risvegliano sensazioni ed emozioni che riaccendono gli antichi sacri Miti. Sembra ancora presente con il suo stuolo di discepoli Menippo (Medico Idrologo della Roma Imperiale)che racconta e che spiega la natura terapeutica segreta della Fonte sacra agli Dei. Il boschetto di Allori,Querce e Mirti si rianima con Apollo che si aggira con le sue Ninfe cantando con la cetra le lodi della Natura che trova nell’acqua degli Dei il segreto della Bellezza e della Salute. Appena superato il moderno e attrezzato Centro Idrologico ,siamo subito attratti da un chiosco in legno rivestito di verde e di azzurro,ombreggiato da Querce e da Olmi svettanti Un salotto nel verde dove è possibile gustare infusi e granite che uniscono al valore idropinico dell’acqua di Nitrodi,le notevoli capacità terapeutiche delle piante aromatiche presenti nel Parco,che antiche farmacopee hanno svelato ai figli di Pithecusa ed Aenaria. Così l’Alloro,la Salvia,il Rosmarino. ma anche il Timo o la Menta arricchiscono quella sensazione di Benessere che gli antichi romani attribuivano agli Dei . Un sentiero lastricato e ombreggiato da Ulivi ed Allori è avvolto da piante aromatiche tappezzanti come il Timo o procombenti come il Rosmarino che forma cascate di azzurro incorniciando piccole aiuole dove notiamo la presenza del nobile Alloro,del Lentisco e del Melograno. Una nuvola di profumi ci avvolge appena si sale con la Lavanda,la Salvia e l’umile e solare Ginestra che sembra sfidare le leggi di gravità aggrappata ai massi e all’antico suolo vulcanico. 18 Ci fermiamo protetti dall’ombra di un albero di Fico tra la aromaticissima Nepeta e il Rosmarino in fiore. Siamo attratti dallo scroscio dell’acqua che sgorga da un gruppo di piccole cascate incastonate nelle rocce della sorgente. Il prezioso liquido fluisce generoso accarezzando e bagnando il corpo e l’anima,conferendo un senso diffuso di Benessere immersi tra massi vulcanici,vapori di erbe aromatiche riscaldati dai dorati raggi del Sole. Ancora più in alto un “solarium”è circondato da Lecci e Olmi,ma anche da Salvie,Rosmarini e Mirti che identificano il punto più alto di erogazione della “Fons juventutis”. Sorprendenti, poi,sono gruppi di Agavi, Aloe e Fichi d’India i cui frutti accesi spiccano sui cladodi spinosi e appiattiti che testimoniano l’origine tropicale di queste piante così affascinanti. Una rampa di scale protette da staccionate in legno rivestite da Cannucce,Rovi e Smilaci,ci conduce in un angolo del parco dove arrivano le ultime luci del tramonto del Sole che si immerge nel mare oltre il promontorio di Santangelo.Un fenomeno che nei giorni degli equinozi sembra far rivivere il sacro boschetto di Apollo e delle sue Ninfe dove le Querce,l’Alloro e i Mirti si accendono di una antica luce sacrale che porta Salute,Bellezza e gioia di vivere. Ritorniamo sui nostri passi,apprezzando man mano che ci riportiamo verso il Centro Terapeutico un panorama fatto di Verde e di Azzurro,di Mare e di Erbe,di calanchi e burroni,impreziosito dall’oro delle Ginestre e da una antica vegetazione che ancora resiste. Un’altra sosta da “Menippo”per apprezzare il gusto antico dell’acqua,delle erbe e del Sole che accende così quella “ Magia Mediterranea” che avvolge il corpo e l’anima come un”Elisir”di lunga vita BIBLIOGRAFIA AA.VV. Acque di Ischia. Mitologie e pratiche delle acque nell’isola d’Ischia Valentino Editore 1998. BUCHNER G.- GIALANELLA C. Museo archeologico di Pithecusa.Itinerari dell’Isola d’Ischia, Istituto Poligrafico e Zecca della Stato, Roma, 1994 CHEVALLEY De RIVAZ Dèscription des eaux minerales d’Ischia, Napoli 1835 D’ ASCIA G. Storia dell’Isola d’Ischia, Napoli, Stab.Tipografico D’Agostino,1867 LUONGO G. CUBELLIS E- OBRIZZO F. Ischia .Storia di un’isola vulcanica. Liguori Editore 1987 MANCIOLI M. 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