Il Parco Agroambientale
delI’Istituto Cervi
Incontri tra uomo e ambiente
L’Istituto Alcide Cervi,
in collaborazione con il Comune di Gattatico,
la Fondazione Manodori
e la Provincia di Reggio Emilia,
ha realizzato questo Parco Agroambientale
in una porzione del podere agricolo
annesso al Museo Cervi
e alla Biblioteca Archivio Emilio Sereni.
ITINERARIO GUIDATO NELL’AMBIENTE NATURALE
E CULTURALE DELLA MEDIA PIANURA PADANA
Scopo del Parco Agroambientale è ricreare, nell’ambito del territorio agricolo, spazi naturali,
promuovendo pratiche agronomiche rispettose dell’ambiente. Un itinerario che vuole
contribuire al mantenimento nel territorio di elementi del paesaggio agrario locale, come
la Piantata reggiana e gli antichi alberi da frutto, ormai al limite della definitiva scomparsa.
Tema centrale è l’analisi delle caratteristiche ambientali della media Pianura Padana,
nell’evoluzione storica degli insediamenti antropici connessi in particolare all’utilizzo
agricolo del territorio.
Il Parco Agroambientale prosegue il racconto storico di Casa Cervi e documentale della
Biblioteca Archivio Emilio Sereni, arricchendoli con l’evoluzione del rapporto tra uomo e
territorio.
IL PERCOSO DEL PARCO AGROAMBIENTALE
Il parco Agroambientale ha in sé una forte vocazione didattica: è volto a scoprire l’identità e
l’evoluzione del paesaggio attraverso il lavoro dell’uomo e soprattutto dei contadini, come
fu la famiglia dei Cervi sul podere dei Campi Rossi.
Partendo dall’analisi dei caratteri originari del territorio -e delle tracce ancor oggi visibili di
questo paesaggio- il Parco intende sviluppare una riflessione sul rapporto dell’uomo con le
condizioni naturali della pianura evidenziando le modificazioni apportate all’ambiente nel
corso della storia. Una trasformazione che ha consentito lo sviluppo di una delle economie
agricole più prosperose del nostro paese, dove sono tratti distintivi la centuriazione romana
(ancora perfettamente leggibile nel reticolo delle strade e dei corsi d’acqua che contornano
il podere Cervi), le imponenti opere di bonifica dei terreni paludosi, la regimazione dei
fiumi e la costruzione delle canalizzazioni irrigue che tipicamente caratterizzano l’assetto
ambientale e paesistico odierno.
Il Parco Agroambientale è stato concepito come parte integrante della visita al Museo Cervi
e come corollario alla Biblioteca Archivio Emilio Sereni.
LA PIANTATA REGGIANA
Si tratta della porzione di un ettaro che ricostruisce lo schema della Piantata reggiana
con la vite maritata all’olmo e che conserva sul territorio il tipico elemento del paesaggio
agrario locale ormai al limite della definitiva scomparsa.
Fino a pochi decenni or sono, la Piantata occupava la quasi totalità dei terreni agrari della
nostra Pianura: era un sistema di coltivazione che utilizzava un sostegno vivo per la vite,
in particolare l’Olmo campestre. La grafiosi ha portato alla quasi completa scomparsa di
questa pianta, ora sostituita da altre varietà come l’Olmo siberiano resistente alla malattia
o l’Acero campestre (Opi). La potatura, tipica ed unica in viticoltura, è molto intensa ed
accurata un anno (pota) e molto più leggera il successivo (frasca). Scrive Emilio Sereni ...nel
dominio etrusco il sistema di allevamento consente una coltura promiscua nella quale alla vite allevata alta maritata all’acero ed all’olmo – si consocia nello stesso campo la
coltura dei cereali... Nella metà del XIII secolo Pietro De’ Crescenzi già definiva in modo
tecnicamente preciso il paesaggio della piantata parlando di viti allevate ...su grandi arbori,
distinte in squadre… e precisava che esse ..Si piantano nelle ripe de’ fossati o sopra le ripe,
o per i campi, appresso grandi arbori.... Gli elementi costitutivi della piantata, che è giunta
come tale fino a buona parte del Novecento, sono già elaborati nel ‘500 con la divisione
della superficie dei campi di forma regolare, con limiti segnati da cavedagne e da fossati,
lungo cui corrono i filari di alberi vitati, ovvero nelle zone in cui si irriga a scorrimento a
delimitare la spianata. Le varietà di uve nere qui presenti sono i Lambruschi: Salamino,
Maestri, Sorbara, Barghi, Scorza Amara, Malbo Gentile, Picol Ross e le uve Marzemino,
Fortana, Fugarina, Ancellotta. Le bianche: Malvasia, Trebbiano, Spigola e Spergola.
IL GIARDINO DEI FRUTTI PER NON DIMENTICARE
dedicato alla Famiglia Cervi
Accanto alla piantata reggiana della vite maritata all’Olmo, è a dimora un filare di nove
alberi da frutto: fico, pero cocomerino, melograno, gelso, albicocco rosso, melo, olivo, susina
zucchella, ciliegio, con in testa una vite di uva rossa maritata all’Opi, l’Acero campestre. Il
colore rosso che accomuna il frutto maturo di tutte le piante, o nella polpa o nella buccia,
si carica di valore simbolico con rimando alla vitalità del popolo emiliano, alle passioni, al
sentimento, alla vita, al coraggio e al sacrificio, anche della Famiglia Cervi.
Si tratta di alberi figli in linea diretta di altrettanti patriarchi da frutto sparsi per la Regione
Emilia Romagna, alcuni dei quali sono estinti, ma che ora questo loro fratello giovane ne
perpetua il germoplasma e la storia antica. Come sostengono gli antropologi, gli alberi
della biodiversità sono opere d’arte create dagli agricoltori. Dietro ad ogni albero coltivato
c’è l’uomo con la sua storia, il suo sapere ed è difficile tutelare la biodiversità se non se
ne conserva anche la memoria. Attraverso questo filare di frutti sarà pertanto possibile
conservare il germoplasma di alcune antiche varietà fruttifere della nostra Regione (L.
R. ER 1/2008) che sarà oggetto di studio da parte di una apposita Commissione tecnico
scientifica. Inoltre, queste piante saranno oggetto di studio da parte di Arpa ER che,
attraverso le fasi fenologiche, stabilirà un confronto con i cambiamenti climatici in atto.
LA SIEPE PLANIZIALE
É posta a contorno di tutto il Podere dei Campi Rossi, in doppia fila sul lato ovest, a chiusura
dell’area della Piantata reggiana. La siepe è un residuo in forma lineare dell’antica foresta
planiziale. Costituita da diversi esemplari arborei e arbustivi autoctoni: Nocciolo, Rosa
selvatica, Biancospino, Prugnolo, Acero campestre, Fusaggine, Spinocervino, Sanguinello,
6
Stagno
Siepe planiziale
Betulla
“Passo dopo passo”
7
8-9
Per non dimen
ticare
5
10-11
Filare dei Frutti
Piantata di
te
maritati alla vi
Olmi siberiani
Biblioteca
Archivio
ni
Emilio Sere
Il grande Sal
12-13
3-4
i
Filare di Tigl
2
1
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Filare di Ont
AIA
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Aula attrezzata all’aperto Filare di Carp
Statua dedicata ai Sette Fratelli
Filar
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Casa
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Museo Cerv
Glicine
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NELLA ZONA DELL’AIA E A CONTORNO DELL’AREA ATTREZZATA:
Carpino bianco, Ontano nero,
Acero riccio, Acero della Virginia, Noce nero americano,
Noce nostrano, Betulla, Bosso, Ciliegio,
Albero di Giuda, Metasequoia, Melo, Thuja,
Filare di Tigli
Aceri e noci
Siepe di Lauro ceraso
L’originaria piantumazione intorno alla casa era ispirata alla Famiglia
e prevedeva, per ogni tipo di pianta, nove esemplari di cui sette per i Fratelli,
uno rigoglioso (papà Alcide) e uno piangente (mamma Genoeffa)
Abeti
ornamentali
Ac
Qu
ap
ma
1
Pannello introduttivo:
2
La grande piana alluvionale
3-4
Campi dimostrativi
antiche colture (Erba medica)
Radar
5
Lembi dell’antica foresta
planiziale mesofila: le siepi
6
Il fiume e il boschetto igrofilo
7
Le zone umide palustri
e i fontanili
8-9
de Salice
Sezione naturalistica:
i Percorsi della Natura
Filare dei Frutti
Per non dimenticare
L’antropizzazione del territorio:
la piantata
L’antropizzazione del territorio:
la centuriazione romana
origini della moderna
10-11 Le
agricoltura: piantate e
porta morta
Trasformazione e mercato
dei prodotti agricoli
12-13 La questione agraria
AREA PARCHEGGIO
Dalla rivoluzione agricola
al mercato globale
AREA PARCHEGGIO:
Rosmarino
Pozzo
Rosa
“Bella ciao”
Aceri e due querce.
Queste dedicate
Rosa antica messa a
a papà Alcide e
dimora da Irnes moglie di
mamma Genoeffa
Agostino
Nel lato est:
Nocciolo, Ligustro, Opi o Acero
campestre, Olmo nostrano, Salice,
Tiglio, Gelso, Farnia
Nel lato nord:
Lantano, Ciliegio, Biancospino, Farnia
Nel lato ovest:
Nove Otto Gelsi di cui uno piangente,
dedicati alla Famiglia
Sono piante non autoctone introdotte
col baco da seta attorno al XV-XVI
secolo
Nel lato sud:
Sofore di cui una piangente
Al centro:
Olmi Siberiani
Queste piante (ad esclusione
dei Gelsi) erano i componenti
fondamentali del bosco mesofilo
che formava la foresta planiziale
dominata dalla Farnia
Pannello
introduttivo:
Ligustro, svolge un ruolo fondamentale
nell’equilibrio
1
ecologico del territorio circostante: protegge dal vento,
favorisce la formazione di rugiada, 2serveLadagrande
rifugio
peralluvionale
gli
piana
animali, protegge dalle erosioni, produce frutti e legna. La
siepe si sviluppa per circa due chilometri.Sezione naturalistica:
3-4
Campi dimostrativi
antiche colture (Erba medica)
lice
LA ROSA BELLA CIAO
i Percorsi della Natura
Filare dei Frutti
Per non dimenticare
Il 25 novembre 2008, in occasione del 65° anniversario
Lembi dell’antica foresta
della cattura dei Fratelli Cervi, grazie5all’appassionato
lavorole siepi
planiziale mesofila:
del partigiano Giulio Pantoli e alla volontà del Comune di
Ravenna, dell’Anpi di questa città e di quella di Reggio
6
Il fiume e il boschetto igrofilo
Emilia, sul lato est del Parco che introduce al Museo è stata
messa a dimora la Rosa Bella Ciao in ricordo dei valori
Le zone
umide
palustri
7 donne
della Resistenza
e, sopratutto, delle
della
famiglia
Radar
e i fontanili
Cervi che, come tante altre mogli, madri e sorelle e figlie
negli anni della lotta di Liberazione8-9
hannoL’antropizzazione
accolto, sfamato,
del territorio:
piantata
protetto giovanissimi partigiani e soldati la
allo
sbando.
L’antropizzazione del territorio:
la centuriazione romana
LA BETULLA PASSO DOPO
PASSO
Le origini della moderna
Rosmarino
Pozzo
Rosa
“Bella ciao”
ceri e due querce.
ueste dedicate
Rosa antica messa a
papà Alcide e
dimora da Irnes moglie di
amma Genoeffa
Agostino
10-112011
Betulla messa a dimora il il 3 marzo
all’interno
del e
agricoltura:
piantate
porta morta
progetto Passo dopo passo del Gruppo teatrale
Melarancio:
Trasformazione e mercato
un lungo viaggio a piedi, a fianco delledei
linee
ferroviarie,
prodotti
agricoli
partito da Borgo S. Dalmazzo (Cuneo) con meta Auschwitz
questione
agraria
– Oswiecim in Polonia (arrivo il 12-13
primo La
maggio
2011).
In
Dalla rivoluzione
agricola
ogni
luogo
attraversato
e
dal
quale
il
progetto
ha
ricevuto
AREA PARCHEGGIO
al mercato globale
ospitalità è stata messa a dimora una Betulla, una delle
poche piante che non ha bisogno di passaporto. Ad ogni
piantumazione è stata presa unaAREA
manciata
di terra del
PARCHEGGIO:
luogo e insieme sono servite per Nel
alloggiare
lato est: la Betulla di
Nocciolo, Ligustro,
Opi o Acero
Auschwitz. Il progetto è stato riconosciuto
dal Presidente
campestre,
Olmo
nostrano, Salice,
della Repubblica Giorgio Napolitano
con il suo
personale
Tiglio, Gelso, Farnia
Premio di Rappresentanza.
LO STAGNO
Nel lato nord:
Lantano, Ciliegio, Biancospino, Farnia
Nel lato ovest:
Posto sul lato nord, contribuisce a Nove
tutelare
a recuperare
OttoeGelsi
di cui uno piangente,
dedicati
alla Famiglia
un importante patrimonio di diversità
biologica.
Le piante
Sono delle
piante zone
non autoctone
messe a dimora sono quelle tipiche
umide, introdotte
col baco da seta attorno al XV-XVI
come i Salici e gli Ontani.
secolo
Nel lato sud:
Sofore di cui una piangente
DOPPIO FILARE
DI PIOPPI CIPRESSINI Al centro:
Olmi Siberiani
Di sagoma snella e slanciata con chioma
densa, un tempo
piantenelle
(ad esclusione
il pioppo cipressino era largamenteQueste
utilizzato
strade
dei Gelsi) erano i componenti
di campagna e nei viali di accessofondamentali
alle dimoredel
padronali.
bosco mesofilo
Questo doppio filare delimita il perimetro
dell’aula
didattica
che formava
la foresta
planiziale
dominata dalla Farnia
all’aperto.
IL GLICINE
6
Pianta rampicante dalla dolce e persistente fragranza,
rallegra con
il suo vivo colore la facciata di molte case
pe planiziale
Siecontadine;
spesso la pianta era destinata su una robusta Betulla
pergola in legno che forniva al contadino una bella
“Passo dopo passo”
7
copertura estiva, perfettamente ombreggiante,8-9
per una
pausa dall'afa, 5
tipica della nostra pianura.
Stagno
IL ROSMARINO
Per non dimen
ticare
Pianta aromatica mediterranea immancabile in tutte le
case contadine. Posta a sud, sul muro in corrispondenza del
camino della cucina padronale del cui calore si appropriava
nel periodo invernale, serviva alla resdora per aromatizzare
10-11
un po' tutti gli arrosti della tavola, unitamente all'aglio.
tata di
Pian
te
maritati alla vi
IL GRANDE SALICE
Olmi siberiani
Filare dei Frutti
Pianta maestosa in solitaria collocazione in un grande prato
di Erba Medica. Presso la famiglia contadina i rami flessibili
del salice avevano un largo e sapiente impiego: elementi
di sostegno nella piantata, legacci per le viti, manici12-13
per gli
attrezzi, ma anche utilizzate per la fabbricazione invernale
di ceste dalle svariate dimensioni e usi: sfogliatura degli
3-4
olmi, vendemmia, raccolta delle nocciole, delle uova, ecc.
Biblioteca
Archivio
ni
Emilio Sere
IL POZZO
i
Costituisce un elemento fondamentale della casa colonica,
serviva sia per attingere acqua destinata all'uso familiare
2
1
(far da mangiare, lavare), ma soprattutto per abbeverare
ani
Filare di Ont
il bestiame. A Casa Cervi, grazie all’ingegnosità dei Fratelli,
già dalla fine degli Anni Trenta, serviva
per mantenere
AIA
Statua dedicata
ai Sette Fratelli
l’acqua al giusto livello negli abbeveratoi vicino alla
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Aula attrezzata all’aperto Filare di Carp
mangiatoia all’interno della stalla. Una sperimentazione
Filar
e di a quei temi.
unica per la
zona,
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N
IL RADAR
Il gra
iopp
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ress
i
ni
Radar ad uso meteorologico e idrologico di proprietà
dell'Arpa Emilia Romagna. Fornisce in tempo reale una
copertura completa dei fenomeni atmosferici in atto nella
NELLA ZONA DELL’AIA E A CONTORNO DELL’AREA ATTREZZATA:
nostra
Regione
rappresenta
Carpino
bianco, eOntano
nero, uno strumento essenziale di
lavoro
i meteorologi
regionali.
Aceroper
riccio,
Acero della Virginia,
Noce nero americano,
Filare di Tigli
Aceri e noci
Siepe di Lauro ceraso
Noce nostrano, Betulla, Bosso, Ciliegio,
Albero di Giuda, Metasequoia, Melo, Thuja,
L’originaria piantumazione intorno alla casa era ispirata alla Famiglia
e prevedeva, per ogni tipo di pianta, nove esemplari di cui sette per i Fratelli,
uno rigoglioso (papà Alcide) e uno piangente (mamma Genoeffa)
Filare di Tigl
Casa
Museo Cerv
Glicin
Abeti
ornamentali
Gabriella Bonini – Biblioteca Archivio Emilio Sereni
consulenza scientifica Claudio Poletti, agronomo
Per la visita:
Il percorso di visita, articolato in più sezioni,
si adatta ad approcci tematici diversi:
per appassionati e esperti del settore, per scolaresche,
per visitatori in genere.
Info:
• L’accesso al Parco è gratuito. Gli orari di apertura sono gli stessi del Museo Cervi.
• E’ possibile accedervi in orari e giorni diversi previo avviso.
• Le visite guidate e gli approfondimenti didattici sono disponibili solo su prenotazione:
Museo Cervi, via Fratelli Cervi 9, 42043 Gattatico, Reggio Emilia
tel. 0522 678356; fax 0522 477491
[email protected] [email protected]
[email protected];
www.fratellicervi.it
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Comune di Gattatico
Fondazione Manodori
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