I.I.S.S. “Calamandrei” – I.T.I.S. di Santhià I mezzi trasmissivi e le linee Classe V spec. Informatica Elettronica e TLC Modulo: Modelli a parametri distribuiti Autore M. Lanino Tipologia dei mezzi trasmissivi I principali mezzi trasmissivi sono: •Supporti metallici ad elemento doppio (cavo coassiale, doppino telefonico) •Supporti metallici a elemento singolo (guide d’onda) •Supporti non metallici (fibre ottiche) •Spazio vuoto o aria (onde radio o satellitari) L’onda elettromagnetica Quando le cariche elettriche percorrono il mezzo trasmissivo il CAMPO ELETTRICO dovuto alla presenza delle cariche ed il CAMPO MAGNETICO dovuto al loro movimento, si propagano a velocità finita. La velocità di propagazione dell’onda elettromagnetica nello spazio vuoto è detta “c” (velocità della luce) e vale circa 3x108 m/s, mentre in generale la velocità di propagazione u dipende dal mezzo che circonda i conduttori che trasportano le cariche in quanto i campi E (elettrico) e H (magnetico) si formano in tale mezzo, secondo queste relazioni c 1 0 0 Poiché = r 0 e = r 0 r=1 nei mezzi usati Per le LINEE in ARIA la velocità di propagazione u è prossima alla velocità della luce c nel vuoto, mentre risulta più bassa nei dielettrici (sinonimo: isolanti) solidi. La lunghezza d’onda Se il generatore impone nella linea una tensione di tipo sinusoidale, La distanza che tale segnale percorre in un periodo (2) è detta Lunghezza d’Onda Dove: = u * T oppure = u/f u = velocità di propagazione in m/s (circa 3*108 m/s) T = periodo della tensione sinusoidale del generatore in s f = frequenza del segnale sinusoidale in Hz Esempi: se f=50 Hz =6000 Km se f=3 MHz =100 m se f=3 GHz =10 cm Alcune considerazioni … Come si vede dagli esempi precedenti il ritardo che si crea tra generatore e carico diventa sensibile per linee MOLTO LUNGHE oppure se le FREQUENZE sono ELEVATE, cioè in tutti i casi in cui la lunghezza della linea sia paragonabile alla lunghezza d’onda . Lo studio delle linee di trasmissione deve essere effettuato utilizzando la teoria delle onde EM se la lunghezza del mezzo trasmissivo è confrontabile con ¼ della lunghezza d’onda. Questo studio prevede di studiare la propagazione in termini di campo E e campo H. Trasmissione su mezzo metallico I supporti metallici più usati sono: Le linee bifilari, le coppie schermate, i cavi coassiali e le strip-line. La linea bifilare è facile da costruire, però se la distanza fra i conduttori diventa confrontabile con /4, il campo EM non viene più guidato tra essi, ma viene irraggiato nello spazio, trasformando di fatto la linea in una antenna. Le strip-line si usano invece nei circuiti stampati (PCB), dove, per problemi di EMC, spesso vengono adottate soluzioni che prevedono linee affacciate su piani di massa. I cavi coassiali sono costituiti da 2 conduttori metallici concentrici separati da un dielettrico. Spesso il conduttore esterno è una calza metallica che rende flessibile il cavo. Il cavo coassiale è auto schermante e non irradia campi EM. Come avviene la propagazione I due campi E e H, rappresentabili con vettori rispettivamente giallo e rosso, durante la propagazione nella linea, risultano perpendicolari fra loro in ogni punto dello spazio ed inoltre sono perpendicolari all’asse del mezzo metallico di trasmissione. Questo tipo di propagazione è detto modo principale TEM (Transverse Electric and Magnetic). Campo H Conduttore Campo E Direzione di propagazione Le costanti primarie della linea Poiché le grandezze elettriche tipiche della linea R, L, C sono direttamente influenzate dalla lunghezza della linea, occorre utilizzare grandezze specifiche riferite all’unità di lunghezza, sostituendo ai parametri concentrati i parametri distribuiti, che sono: L = induttanza per U di lunghezza [H/m] o [H/Km] generata dalla I che percorre il conduttore C = capacità per U di lunghezza [F/m] o [F/Km] dovuta alla presenza di cariche affacciate lungo i due conduttori R = resistenza per U di lunghezza [/m] o [/Km] dovuta alla seconda legge di Ohm e all’effetto pelle G = conduttanza per U di lunghezza [S/m] o [S/Km] dovuta alle imperfezioni dell’isolante posto fra i conduttori, che crea correnti di dispersione fra i due conduttori Il circuito equivalente di una linea bifilare La linea viene considerata come una successione infinita di tratti brevi (rispetto a /4) di lunghezza x , ciascuno caratterizzato da costanti concentrate R*x, L*x, C*x, G*x. L’impedenza caratteristica Z0 Z = R + jL Tratto infinitesimo di linea Y=G+jC Si definisce Impedenza caratteristica della linea Zo Z Z0 Y dx Cioè: R j L Z0 G j C In assenza di perdite si avrà R=0 e G=0, pertanto: Si noti che l’impedenza caratteristica dipenda solo dalle costanti primarie della linea L Z0 C Propagazione lungo la linea La propagazione in linea delle correnti e delle tensioni avviene secondo le equazioni: V ( x) Vd e x Vr e I(x) x Vd x Vr x I ( x) e e Z0 Z0 Onda Diretta Onda Riflessa V(x) Gen. Linea x Carico Cost. di Attenuazione [dB/Km] Dove è detta Cost. di Propagazione Cost. di Fase [rad/Km] Linea di lunghezza infinita Si è visto che durante la propagazione la linea è sede di due onde, una che va dal generatore verso il carico, detta DIRETTA ed un’altra che va dal carico verso il generatore, detta RIFLESSA. Facciamo un’ ipotesi: La linea ha una lunghezza Ne consegue che il carico è cosi lontano che non può formarsi l’onda RIFLESSA, quindi le equazioni diventano: Dividendo la prima per la seconda si ottiene: indietro Ciò significa che se la linea è infinita, il valore dell’impedenza non dipende dalla posizione x rispetto al generatore, ma risulta costante in ogni punto e pari a Zo che è detta Impedenza CARATTERISTICA della Linea. Importante conseguenza Una linea che viene chiusa sulla sua impedenza caratteristica Z0 si comporta come una linea di lunghezza infinita e quindi NON crea RIFLESSIONI. In questo caso la linea si dice ADATTATA. Vx x Vx x Costanti secondarie della linea Si dicono costanti secondarie della linea le grandezze: Z0 Impedenza caratteristica Costante di propagazione Considerazioni sulla propagazione Sostituendo nella formula Il valore Si ottiene Come si può notare V(x) è un numero complesso di Modulo pari a Vd e-x e Fase data dall’angolo x MODULO: Decresce con legge exp al crescere della distanza x dal generatore FASE: Ruota in modo continuo al variare di x NOTA: nel caso in cui l’angolo x vale 2, allora, per la definizione di lunghezza d’onda, risulterà x=. Si ricava dunque che la costante di fase è data da Propagazione caso 1: Linea adattata 0 Come accennato in precedenza si tratta di una linea chiusa sulla sua impedenza Caratteristica Z0 x Id Vd In questo caso per la propagazione si parla di REGIME PROGRESSIVO (così come per una linea di lunghezza infinita): NON ci sono Riflessioni in linea e la propagazione è solo DIRETTA, cioè va dal Gen. verso il Carico. Z0 Le equazioni in una linea adattata sono: Vale inoltre: 0 Z0 Vd Eg Z0 Z g Id Eg Id Z0 Z g Sostituendo: Vd Z0 V ( x) E g e x e jx Z0 Z g I ( x) Eg Z0 Z g e x e jx Z0 Fase onda progressiva Modulo onda progressiva Vd x Si nota che V(x) e I(x) sono in fase fra loro, quindi l’impedenza caratteristica Zo è un valore puramente Resistivo, cioè non è un numero complesso. Propagazione caso 2: Linea disadattata Ix In questo caso l’impedenza di carico Zc è generica, cioè complessa. Vx Zc = R + jX 0 x La propagazione avviene in REGIME STAZIONARIO: Tensione e corrente in linea sono date da due onde, una diretta dal gen. verso il carico (Onda Diretta) e l’altra in verso opposto (Onda Riflessa). L’onda Stazionaria Si è visto che se la linea risulta disadattata esiste anche una componente riflessa dell’onda. La presenza contemporanea di un’onda diretta e di una riflessa provoca un’onda risultante, detta ONDA STAZIONARIA, così chiamata per il fatto di apparire ferma lungo la linea. N.B.: L’onda stazionaria assume ampiezza massima nei punti della linea dove le onde diretta e riflessa sono in Fase, mentre assume ampiezza minima dove le due onde risultano in opposizione di fase. Inoltre poiché la potenza trasmessa è costante, ai massimi della tensione devono corrispondere i minimi della corrente e viceversa. Il regime stazionario Le due figure si riferiscono ai due casi possibili: Caso1 – Linea senza perdite (=0) Questa ipotesi è valida per linee corte o se la frequenza è elevata. Caso2 – Linea con perdite (0) In questo caso parte del segnale viene riflesso. Il grado di riflessione viene identificato attraverso i Coefficienti di Riflessione Kv e Ki. Per essi vale: Kv=-Ki Il coefficiente di riflessione Kv Si definisce coefficiente di riflessione di tensione il numero complesso KV. L’origine dell’asse x è ora posta sul carico. Il modulo KV, che fornisce l’entità della riflessione, è dato da Vr KV Vd Mentre la fase indica lo sfasamento fra onda diretta e onda riflessa. Calcolo del coefficiente di riflessione KV Avendo posto l’origine dell’asse x sul carico Zc si ha: 1 Vr Vd Vr Vd 1 KV V (0) Vd Vr ZC Z0 Z0 Z0 I (0) Vd Vr Vd Vr 1 KV 1 Vr Vd Z0 E invertendo: ZC Z0 KV ZC Z0 Con 0 < |KV| < 1 Casi limite KV=0 per linea adattata KV=1 per Zc che tende all’infinito (linea aperta) KV=-1 per Zc che vale 0 (linea chiusa in corto circuito) Rapporto di onda stazionaria ROS Si definisce ROS: ROS VMAX VMIN Vd Vr Vd Vr Vr 1 Vd Vr 1 Vd 1 KV 1 KV Si noti che se la linea risulta adattata (KV=0) allora ROS=1, mentre in presenza di stazionarie il ROS diventa >1 Noto il ROS è possibile, invertendo la formula, ricavare il coefficiente di riflessione KV: ROS 1 KV ROS 1 Riassumiamo alcuni concetti… Coefficiente di riflessione KV E’ un parametro vettoriale che evidenzia il legame che esiste fra l’onda progressiva e l’onda regressiva. Impedenza Caratteristica Z0 Esprime il legame fra le onde progressive di tensione e di corrente, così come fra le onde regressive di tensione e corrente: allontanandosi dal carico l’impedenza caratteristica rimane costante e quindi il loro legame non muta. Impedenza di Linea Z(x) Esprime il legame tra tensione e corrente in un punto x della linea. Tale legame varia al variare di x (distanza dal carico) in modo periodico, con periodo pari a /2. Linea in corto circuito L’impedenza di carico ZC è nulla ZC=0 Al fondo della linea si ha riflessione totale dell’onda di tensione incidente (KV=-1) e pertanto ROS=. Sul carico si ha un nodo di tensione (V=0) ed un ventre di corrente (I=IMAX) Linea aperta Gli estremi della linea sono lasciati aperti, in questo caso l’impedenza di carico Z C risulta di valore e la situazione è duale rispetto al caso precedente. ZC= Al fondo della linea si ha un ventre di Tensione ( V(0)=VMAX) ed un nodo di corrente (I=0), pertanto KV=1 e ROS= Fase di KV in gradi Valori norm. di X>0 Punto = valore di impedenza Valori norm. di R Valori norm. di X<0 Righelli per lettura di |KV| e ROS Circonf. a ROS costante Anello spostamenti in Carta di Smith E’ un diagramma circolare sul quale è possibile riportare le impedenze di carico normalizzate e calcolare come varia l’impedenza di linea all’aumentare della distanza dal carico. E’ possibile calcolare i valori del coefficiente di riflessione KV e del ROS. Uso della carta di Smith Con la carta di Smith è possibile calcolare: • La trasformazione dell’impedenza di carico Rc lungo la linea • Il coefficiente di Riflessione KV in modulo e fase • Il rapporto d’onda stazionaria ROS • Altre grandezze, ma per noi è sufficiente questo Vediamo come si fa attraverso un paio di esempi Esempio 1 E’ data una linea senza perdite (=0) di lunghezza /4, presenta impedenza caratteristica Zo=150. Tale linea è chiusa su di un carico Zc=180+j225 Calcolare: 1. L’impedenza di inizio linea Zi 2. Il coefficiente di riflessione KV /4 3. Il ROS ZC Zi X 0 L’Impedenza normalizzata vale zC=1,2+J1,5 0,183 B A La riporto sulla carta (Pto A) Il raggio OA è la misura di |KV| Riporto OA col compasso sul righello indicato con “Refl Coeff E or I” e valuto (ROSSO) KV=0,56 Riporto OA come prima sul righello indicato con “SWR” e valuto (VERDE) ROS=3,55 Oppure potevo usare O ROS D 1 KV 1 KV Prolungando OA fino in B leggo sul bordo più esterno (Toward generator) 0,183 Quindi ruoto di 0,25 (mezzo giro) in direzione “Toward gen” (senso orario). Arrivo in C=0,183+0,25=0,433 . C 0,183+ /4 Unisco C col centro O e ricavo D, che rappresenta l’impedenza normalizzata di ingresso zi=0,34-J0,4 Riporto al valore denormalizzato Zi=51-J60 Esempio 2 Una linea di lunghezza /6 priva di perdite è chiusa su di una impedenza ZC=100+J100. L’impedenza caratteristica della linea vale Z0=75. Determinare: /6 1. L’impedenza di ingresso linea Zi ZC 2. Il coeff. Di riflessione KV 3. Il ROS Zi x 0 0,186 Normalizzo ZC: zC Fino a 0,353 A 100 100 J 1,33 J 1,33 75 75 Identifico il punto A sulla carta e poi traccio la circonferenza a ROS costante di raggio OA. Riporto il segmento OA sul righello del coeff. di riflessione e leggo |KV|=0,515 mentre la fase di KV la leggo sul primo anello (“angle of reflection coefficient in degree”): KV°=46° O Si ricava: KV=0,515 eJ46° Leggo il Ros sul righello: ROS=3,15 B Oppure lo ricavo con la ROS 0,353 1 KV 3,124 1 KV Leggo la posizione in termini di (Toward generator): 0,186 poi aggiungo /6, cioè 0,167 e trovo: 0,186+0,167=0,353 Leggo la zi normalizz. (B): 0,75-J E poi denormalizzo: Zi=56,25-J75