SETTIMANALE
DI POLITICA
E COSTUME
Autorizzazione del tribunale
di Siracusa n.2/2003
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diretto da Salvo Benanti
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Anno 24
FONDATO NEL 1988
N° 31/2012
Domenica 30 settembre 2012
Nuovo cemento: Silenzio di tomba
Sull’operazione via Arsenale-Targia gli ambientalisti tacciono e il dirigente
comunale dell’Urbanistica dice che non esiste nessuna pratica. Strano..
Della mega concessione edilizia scoperta da P. Rosario Lo Bello (nella
foto) i nostri ambientalisti non sapevano niente!. Hanno “scassato la minchia” (come si dice, senza perifrasi,
dalle nostre parti) per anni a fare la
parte dei difensori del territorio, interessati soltanto ad incassare incarichi e
denaro. Sul Porto Turistico erano nella
merda fino al collo e si sono insultati a
vicenda senza pudore, svelando quello
che già intuivamo e sapevamo. Su
questa mega concessione edilizia stanno facendo i gattini ciechi? Li troveremo tra qualche mese firmatari dei
progetti di cui si discute o consulenti o
comunque coinvolti?
Non mi meraviglierei affatto, conoscendoli: i peggiori e più insidiosi nemici del nostro territorio, pari al PD
dove la “predica ambientale” non corrisponde mai con la “pratica”. Ovviamente ognuno di noi deve sopravvivere e
per sopravvivere deve mangiare, una legge
della natura che ti porta, spesso, anche a
dolorosi compromessi. Ma chi è costretto a
farli – e lo comprendo – dovrebbe avere la
decenza di non fare l’ambientalista, promuovere battaglie sulla stampa, rilasciare
un giorno si e l’altro pure dichiarazioni, per poi svendere queste
posizioni o svilirle deliberatamente con malizia al ribasso.
Questo appartiene alla sfera della mascalzonaggine pura, al tentativo di bleffare e prendere in
giro l’opinione pubblica per creare deliberatamente confusione,
incertezza, così da non fare più
capire chi aggredisce il nostro
territorio e chi cerca di difenderlo. E questo non passerà!.
Al Comune come al solito cadono dalle nuvole. “Non ho nessuna notizia sull’operazione cementificatoria, da via Arsenale a
contrada Targia, che ho letto sul
vostro giornale – afferma Mauro Calafiore, dirigente responsabile del dipartimento urbanistica - . Non ci sono documentazioni a mia conoscenza e non mi pare possibile che ci siano pratiche di cui non sono
informato”. Non sembra possibile nemme-
no a noi, comunque Calafiore non aggiunge
altro e francamente il diniego a una dichiarazione di merito e quindi il no comment di fatto non ci sembrano esattamente bei segnali.
Vedremo.
NB: mi chiedono in molti: hai fatto pace con
P. Rosario Lo Bello? Rispondo: io non faccio
guerre e pace con nessuno. Con p. Lo Bello
non ho condiviso i suoi stretti rapporti con
Raffaele Lombardo (peraltro sempre negati). Nelle battaglie ambientali lo strabismo
non è consentito e dato che io – unitamente a
milioni di siciliani – consideriamo Lombardo
la peggiore (…direi anche altro) espressione
prodotta dalla politica siciliana negli ultimi
60 anni, il Lombardo ambientalista che cercavano di infinocchiarci per me era semplicemente inverosimile. P.Rosario che riprende
la sua iniziale carica ambientalista – vedasi
denuncia alla mega concessione edilizia – mi
sta bene senza riserve o pregiudizi. (sb)
Su Ortigia niente balle
La rinascita del centro storico ha nomi e cognomi
e le Regionali non giustificano le minchiate
Campagna elettorale regionale 2012 e volano le prime ”minchiate” come palloncini. Niente di nuovo. Ma una mi è totalmente indigeribile per quanto è sfrontata, senza misura, indecente. Un leccaculo di un
deputato regionale racconta su facebook di
essersi commosso davanti allo spettacolo
di Ortigia la sera e di avere pensato con
gratitudine al suo deputato perché “a lui si
doveva la rinascita di Ortigia “. Che enorme e spudorata menzogna!!. Da vivente e
per avere vissuto intensamente da modesto
cronista gli ultimi 35 anni della vita cittadina sono – come si dice negli atti giudiziari – “persona informata dei fatti”: utile
per testimonianze di verità e non di comodo o di piaggeria.
La rinascita di Ortigia che oggi tutti ammirano ha – innanzi tutto – un padre: Santino Nicita che con il senatore Salvatore
Corallo promuove la prima legge su Ortigia nel 1976. Nulla di fatto (importante)
fino al 1986 quando con l’iniziativa degli
onorevoli Fausto Spagna e Nino Consiglio (vedi foto accanto al titolo) i contributi
ai privati per i restauri diventano veri e
corposi, le macchinose procedure burocratiche vengono drasticamente ridotte. Da li
scatta seriamente la rinascita di Ortigia,
centinaia di restauri di appartamenti ed
edifici storici, con tanti soldi pubblici e
tantissimi soldi privati.
Nel 1987-1988 Fausto Spagna da sindaco
ha l’intuizione di trasformare Ortigia in
uno splendido teatro a cielo aperto. Illumi-
Fine delle cose serie, importanti, poi, certamente, di interventi utili ne saranno stati
fatti a decine. Questa è la semplice narrazione di quanto è avvenuto. I leccaculo e
gli sfrontati sono avvertiti. sb
Comunale a +2643 TeatroVerga +2750
Siamo qui in trepidante attesa. Teatro pronto a Ottobre?
na Piazza Duomo e largo Bellomo in occasione del ritorno della tela del Caravaggio
appena restaurata (il Seppellimento di S.
Lucia). Da lì la costituzione di una isola
pedonale estesissima dove (a Largo Aretusa) viene programmata una lunghissima
estate con spettacoli giornalieri per riportare i siracusani, i turisti ad Ortigia, a passeggiare di nuovo in Ortigia. I giovani diventano da subito i maggiori fruitori di Ortigia che eleggono a loro meta principale
tutte le sere. Poi tutto il resto. Il centrodestra di Bufardeci aggiunge soltanto le note
fanfaronate (Teatro Comunale), tentativi di
speculazione alla Giudecca, non si impegna sui finanziamenti regionali ai privati.
Da quasi nove anni si attende l’inaugurazione (vera...)
Via Crispi +2210
E’ la prova provata dell’arroganza di chi amministra.
2
Domenica 30 settembre 2012
4 auto a 200mila euro, uno sberleffo
L’ex presidente Giuseppe Assenza denuncia il bando dell’Ias. La replica
ambigua della società. Pippo Gianni: E’ un fatto quantomeno scandaloso
Sul caso dello spreco di 200 mila euro all’Ias riportiamo per
stralci l’intera vicenda:
L’ACCUSA
Quando si sbandiera ai 4 venti la
propria oculatezza nella gestione
di un ente o di una società mista,
come nel caso dell’Ias, si dovrebbe poi evitare di contraddire, con
i fatti, le belle dichiarazioni di
intenti. Succede, invece, che a
soli 4 mesi dall’insediamento del
nuovo presidente, la società abbia
pubblicato un bando di gara di
cui tutto può dirsi, tranne che sia
nel segno del risparmio o della
razionalizzazione delle risorse a
disposizione. Mi riferisco al bando di gara, che scadrà il 4 Ottobre,pubblicato anche sul sito
internet dell’Ias, per il noleggio a lungo termine di 4 autovetture, di grossa cilindrata e dotate di tutti i comfort e gli optional possibili e immaginabili. Per questo, si prevede una spesa
di 195.000 euro. Difficile immaginare che rientri tra le spese
necessarie il noleggio per tre anni di auto di “cilindrata minima 2995”, con inserti in radica di noce, telefono veicolare
bluetooth, sistema di informazioni per il conducente con
display a colori, sedili rivestiti in pelle, sensore pioggia/luci
con funzioni coming home/leaving home e tante altre caratteristiche che non sono di certo quelle di un’auto di servizio
o comunque di un’utilitaria.
Giuseppe Assenza
LA REPLICA
Con riferimento alla nota che il dott. Giuseppe Assenza,
nella sua qualità di dirigente provinciale del Pdl e candidato
all’Assemblea Regionale Siciliana, ha diffuso nella giornata di ieri e che è stato ripreso oggi da molti organi di
stampa locali, relativo ai presunti eccessi di spesa che
l’azienda si appresterebbe a
sostenere per mantenere auto
di grossa cilindrata a titolo di
rappresentanza, i dirigenti
dell’Ias intendono precisare
che “le autovetture in questione, oltre a prevedere le stesse
caratteristiche di quelle che
stanno per essere dismesse,
non sono di servizio ma attribuite in benefit ai dirigenti
stessi, ai quali spetta per contratto aziendale, stipulato
all’atto della loro nomina con
l’obbligo di avere a carico una
parte degli oneri eccedenti
rispetto il previsto a budget. Il
bando in questione altro non è che un rinnovo di un contratto in scadenza la cui durata è prevista in un arco temporale di 36 mesi. Peraltro, l’Ias sta dando seguito ad una
spesa già prevista nel budget 2012, predisposto ed approvato dal CdA, nel periodo in cui era ancora presieduto dal
medesimo
dott.
Giuseppe
Assenza”.
Ing. Baldassare Matera
(Direttore Ias)
P.I. Michele Gerone
(Vice direttore tecnico Ias)
Dott. Leonardo Mirandola
(Vice direttore amministrativo Ias)
L’INTERVENTO
Lo avevamo detto e si è avverato. Quando abbiamo
espresso tutte le nostre perplessità sulla nomina del
Commissario dell'Asi in riferimento alla parte politica che lo ha nominato, sapevamo che l'unico motivo
che aveva spinto Raffaele Lombardo a farlo, era solo
quello di continuare in un'amministrazione scellerata
e scialacquatrice che ha affossato la Sicilia e tutto il
suo popolo. In un momento di crisi come questo, dove
la gente fa grande fatica a trovare i fondi anche solo
per fare la spesa, leggere di un bando per il noleggio
a lungo termine di 4 auto di lusso per un importo di
195 mila euro è quantomeno scandaloso. Ma fa ancora più rabbia leggere che i vertici dell'IAS pretendono un'auto con interni in “pelle Milano”, radica di
noce e telefono bluetooth. Questa è un'offesa alla decenza e al benché minimo rispetto delle più elementari norme del vivere civile.
Pippo Gianni
La risposta di Ias è ambigua e in politichese "il budget era stato approvato dalla scorso cda" che non significa un bel nulla, io approvo un budget e non 4 auto di lusso
di tremila cavalli per 200 mila euro. La sostanza è che restano le auto di lusso per i predetti 200 mila euro. Fatto
che gli interessati sembrano prendere alla leggera. Insomma, quello che è peggio è la noncuranza di politici e/o tecnici che continuano a snobbare la protesta diffusa esistente
sugli sprechi e gli sperperi del denaro pubblico. L’Ias è privata? Manco per niente, è di nomina politica e dovrebbe
essere la politica a garantire una gestione oculata e 4 auto
di lusso ai dirigenti sono uno sberleffo a chi campa la famiglia con 700 euro al mese
Sebastiano e Santino Tine', tipografi in Floridia
Sebastiano Tinè, il maggiore d'eta', e' venuto a mancare la
settimana scorsa, precedendo di qualche giorno il fratello
minore, Santino, morto lunedì sera. Entrambi vittime del
cancro. Nella loro antica tipografia di via IV novembre, successivamente trasferita al Corso, a cavallo fra gli anni Settanta e gli Ottanta, ho per la prima volta assistito a quello
che a me parve il "miracolo della creazione": la stampa. Vivi dentro di me, e intatti, conservo gli odori degli inchiostri e
dei solventi, pungenti ed inebrianti come quelli di certi funghi allucinogeni, che ti investivano non appena varcavi la
soglia dello stabilimento; insieme al rumore martellante dei
pistoni, degli stantuffi, delle presse e delle ventose delle
macchine. Un rumore che, nella sua fredda, ferrosa distonia,
nascondeva una segreta armonia, un "melos" che avvertivo
salutare e supremo, come governato da potenze angeliche
laboriose e benefiche. La tipografia dei fratelli Tine' era un
opificio di maestria artigianale, in cui eleganza, ingegno e
sacrificio, insieme e inscindibili, creavano con levita' calendari, opuscoli, biglietti da visita, locandine, buste e carta
intestate. Durante tutta la giornata di lavoro era un porto di
mare, una locanda di fondaco, con un via vai di avventori,
clienti, fattorini e strambi personaggi (piu' avanti negli anni
li avrei conosciuti come scrittori e poeti) che con acribia degna di un entomologo, chinati sul foglio fresco di stampa,
immerdi in un silenzio impenetrabile e tutto loro, correggevano gli errori di stampa. Qui, all'eta' di cinque anni, incontrai per la prima volta il "proto" e vidi gli "ossi di seppia",
usati sui quinterni dalle sapute mani di una operaia con dolcezza e precisione, come un archetto di violino. Qui, sugli
scaffali, tra vernici e solventi e polveri esalanti odori intensi
e profondi, vidi il piombo tramutarsi in lettere luminose e
leggere, e queste prendere forma in parole, in righe, in tavole perfette che scomparivano inghiottite tra nastri rotanti e
tra rulli, composte da mani veloci, sotto uno sguardo vigile e
allegro. Qui entrai in quotidiano contatto con la casta dei
tipografi, dei compositori, dei fonditori, dei correttori di
bozze, dei macchinisti, dei grafici - gli stessi fratelli Tine', il
signor Invernale, il signor Toni Perez, il signor Borgione creature elette, misteriose, insondabili e ilari, depositarie del
mistero della creazione, conoscitori della legge degli spazi
bianchi. Qui elessi a mia tana la Linotype situata in fondo
alla enorme sala centrale, il ventre della fucina, il suo cuore
nero pulsante, immenso, superbo e fragoroso, dove la parola
veniva alla luce, dopo un travaglio tenace, svolazzando in
fogli leggeri. Qui, tra gli inchiostri e il piombo, persa tra
risme di fogli e di carte, lasciai per sempre la mia infanzia,
protetta da care presenze, vigilata da voci amiche, da
sguardi benevoli. Piu' tardi il mio luogo d'elezione fu una
delle prime cartolibrerie di Floridia, che i Tine' aprirono al
Corso, vicino alla macelleria di mio padre, e che succedette
a quella dei fratelli Bordonaro. Qui cominciai a leggere
Carroll, Verne, Salgari. E ad acquistare i miei primi libri,
con la paghetta che mio padre mi elargiva ogni sabato,
giorno che divenne veramente per me "il piu' gradito". Seduto sul lungo bancone di ingresso, conservo ancora dentro
di me la meraviglia delle copertine a colori dei libri illustrati, lo stupore e l'incanto ad ogni apertura, la paura ad
ogni lento voltar di pagina; la fatica ed il piacere infinito
della lettura, che apriva ai miei occhi mondi diversi e portava dentro quella libreria, in quell'angolo chiassoso e semioscuro di Corso, l'universo intero.E conservo dentro di
me, intatte, vive e presenti, le figure di Sebastiano e di Santino, accanto a me, a ripetere prima di me ad alta voce le
parole stampate sul foglio, perche' io potessi ripeterle, poi,
insieme a loro, ed impararne cosi' il suono, la dizione, il
significato.
Salvo Sequenzia
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Domenica 30 settembre 2012
L’intervista
Fabio Granata risponde a “I Fatti” raccontando il difficile momento
che sta vivendo il Fli siracusano. Descrive il suo stato d’animo e i rapporti con Rodante, Romano e Cavarra. La telefonata con Prestigiacomo
Sono
un
politico
onesto
e
trasparente
Uscirò dalla politica più povero di come sono entrato e sopratutto senza aver
mai avuto o determinato vantaggi economici. E’ l’insegnamento che mi ha
dato quell’antico galantuomo di mio padre, direttore di banca d’altri tempi
Fabio Granata intervistato da “I Fatti”. Visti i rapporti tesi esistenti da qualche mese fra il nostro giornale e il vice coordinatore nazionale di Fli è quasi uno scoop.
Da parte nostra abbiamo fatto e facciamo analisi e commenti sui fatti che succedono, insomma niente di personale. Forti di questo assunto abbiamo chiesto
l’intervista a Granata e “Fabio il terribile” da politico di razza ha subito detto sì dimostrando autocontrollo e spessore, che spesso non sono patrimonio dei politici
Fabio Granata, diciamo che in politica è
meglio averti amico che nemico. Hai una
grinta debordante, fino a sfiorare il fanatismo
Faccio politica dall'età di tredici anni, dal
primo volantino del Fronte della Gioventù
davanti al Classico e dai primi cazzotti:
sempre con la stessa tensione ideale. Da
questo punto di vista sono un "fanatico"
come una volta mi definì Almirante.
Oggi a Siracusa esiste una politica litigiosa, del “tutti contro tutti”. Anche tu
una volta eri amico di Roberto Visentin,
oggi sindaco col Vermexio che somiglia a
Forte Apache
In questi anni il nostro gruppo al consiglio
comunale ha svolto con coerenza e competenza il ruolo di opposizione e grazie all'azione di Paolo Romano, Fabio Rodante e
Salvo Cavarra abbiamo rappresentato
con dignità gli interessi dei cittadini siracusani e il territorio della nostra città .A
Visentin, che ho sostenuto in maniera determinante prima per la sua candidatura e
poi per la sua elezione ho lanciato da oltre
un anno una proposta che non ha potuto o
voluto accettare, quella di un azzeramento
delle varie giunte che si sono susseguite e
la individuazione di una amministrazione
dei migliori per governare una delle fasi
più difficili della politica della città. Oggi
il degrado economico e sociale rischia di
andare oltre i livelli di guardia .
Secondo te cosa bisogna fare?
In prospettiva bisogna creare un progetto
alternativo che difenda i beni pubblici, dal
territorio al paesaggio,
dal patrimonio culturale
e ambientale all'acqua,
dal porto alla risorsa
mare e che rilanci una
città che ha potenzialità
straordinarie e che può
rinascere se riuscirà a
puntare sulla proprie
specificità.
Per iniziare una battaglia di questo tipo sarebbe necessaria la tua
presenza 24 ore su 24.
Invece, come lamentano
anche tuoi amici, sei assorbito dalle questioni
nazionali. Non hai tempo per Siracusa e
qualcuno vocifera anche un tuo prossimo passaggio con Italia dei Valori.
In questi anni ho provato a ridare un anima politica e culturale e legalitaria alla
destra italiana e su alcune battaglie in difesa della legalità e delle procure antimafia mi sono ritrovato spesso, anche in Parlamento, a fianco di Antonio Di Pietro.
Difendiamo insieme la Procura di Palermo
e sosteniamo la costituzione di parte civile
al processo sulla trattativa. Insieme abbiamo combattuto in parlamento sul codice
etico e sull'anticorruzione, sabato sono
stato ospite a Vasto, sono molto amico di
Fausto Spagna ma il mio progetto resta al
In prospettiva bisogna creare un progetto alternativo
che difenda i beni pubblici,
dal territorio al paesaggio,
dal patrimonio culturale e
ambientale all'acqua, dal
porto alla risorsa mare e
che rilanci una città che ha
potenzialità straordinarie e
che può rinascere se riuscirà a puntare sulla proprie
specificità.
Alle Regionali sosterrò la
lista con il nostro simbolo,
il suo capolista Mario Bonomo e il giovane Corrado
Loreto e, forse, una candidatura a sorpresa sulla città (Granata probabilmente
allude a Francesco Cassone
e Gaetano Bottaro che si sono schierati al suo fianco
abbandonando Grande Sud
ndr).
fianco di Gianfranco Fini e resta quello
della costruzione della Nuova Destra Italiana.
Torniamo a Siracusa. Cosa hai fatto per
la nostra città e cosa si dovrebbe fare
per lo sviluppo?
Bisogna investire sul turismo culturale
mettendo nuovamente a frutto il riconoscimento UNESCO ottenuto grazie al mio governo dei beni culturali e del turismo,
quando ho determinato il recupero di gran
parte del patrimonio culturale cittadino, ho
determinato, tutelandola dalla tonnicoltura, la nascita della riserva del Plemmirio,
ho fatto approvare la legge sui piano paesaggistici e portato quasi 300 milioni di
euro di restauri che hanno fatto rinascere
il castello Maniace, la cattedrale, gli ipogei, Santa Lucia alla Badia, i Musei cittadini e regionali, oltre a grandi manifestazioni ed eventi e al rilancio dell'Inda,
all'apertura del Museo Archimedeo. Nel
cuore mi resterà la grande mostra su Mario Minniti e quella su Trombadori che
testimoniano il mio amore per Siracusa .
Questo lo hai già fatto. E ora?
Ora bisogna lavorare sul Porto, fare un
punto su ciò che e' fattibile e sbloccare i
cantieri, chiudendo e ripulendo quelli inutili.
Quindi il porto in pole position. Fra poco meno di un mese si vota per le Re-
gionali e il Fli siracusano è spaccato..
L'intera politica italiana vive una fase di
transizione e qualcuno di coloro che hanno
condiviso questo mio lungo percorso politico accusa qualche sbandamento e qualche
perplessità ma sono certo che dopo le regionali tutto sara' piu chiaro e che, in vista delle amministrative e delle nazionali ritroverò
tutti al mio fianco, anche Paolo Amenta e
Salvo Cavarra che, delusi dalla mancata
candidatura alla Presidenza della Regione
sostengono Crocetta, mettendoci la faccia
ma non abiurando alla loro militanza in Fli
e al mio fianco.
Tu per le Regionali che farai?
Io sosterrò la lista con il nostro simbolo, il
suo capolista Mario Bonomo con il quale
ho un rapporto leale e il giovane Corrado
Loreto e, forse, una candidatura a sorpresa
sulla città (Granata, probabilmente allude a
Francesco Cassone e Gaetano Bottaro che
si sono schierati al suo fianco abbandonando
Grande Sud ndr). Il progetto del Nuovo polo
per la Sicilia sara' lo zoccolo duro della lista per l'Italia alla quale lavora Fini, e sara'
in campo alle prossime amministrative.
Come sono i tuoi rapporti con Stefania
Prestigiacomo
dopo che hai abbandonato il Pdl?
Con Stefania, ma
anche con Visentin, ho preservato
un rapporto d'amicizia anche se oramai in politica siamo divisi credo
definitivamente.
Stefania all'indomani della scelta sui candidati alla Presidenza mi ha fatto una telefonata affettuosa:"Fabio ti rendi conto? Il mondo funziona
al contrario: io devo sostenere Musumeci e
tu Micciche'. Io,sorridendo,le ho risposto:
Stefania, per me la "terza via" resta d'attualità. Una volta era tra capitalismo e comunismo, oggi tra Musumeci e Micciche'....e abbiamo riso di gusto.
I tuoi rapporti coi giornalisti sono spesso
tempestosi
Credo che sia importante avere lo stimolo e
anche il pressing della stampa e quando sei
in politica devi accettarlo: ciò che non accetterò mai e' pero' la diffamazione anche
verso la famiglia. Per questo ho querelato
Panorama chiedendo un milione di euro di
risarcimento da devolvere in beneficenza,
perchè una cosa e'certa: sono un politico
onesto e trasparente e uscirò dalla politica
più povero di come sono entrato e sopratutto senza aver mai avuto o determinato vantaggi economici. Lo devo a quell'antico galantuomo di mio padre, direttore di Banca
d'altri tempi e che oggi mi e' ricordato dalla
figura dell'amico Enzo Lentini. Bisogna essere attenti agli umili e trasparenti, in qualsiasi attività...questo mi ha insegnato la sua
educazione, questi valori ho portato in politica.
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Domenica 30 settembre 2012
Opinioni
e repliche
Diventa una esigenza avere uno spazio che consenta a chi ci
legge di poter replicare o di poter dire la propria opinione su
quello che è già stato pubblicato dal nostro giornale. Naturalmente chiediamo che le repliche siano stringate, o comunque
compatibili con la necessità di dare visibilità a tutti.
cittadinisulwebcittadinisulwebcit
Vox piulis Ma mi faccia il piacere Rieccomi!
È’ pìulu (o pìula) chi
piulìa
(Lett.
“piagnucola”). Il pìulu è un uccello notturno che emette un suono lamentoso ("Pìulu
'i menzannotti"). In
origine l'appellativo
era usato solo per designare le donne lagnose o comunque dotate di voce stridula e
poco piacevole; ora si usa anche al maschile, forse in ossequio alla uguaglianza
fra i sessi, o perché, in tempi di maschilismo vacillante, ci si è accorti che anche i
maschi possono essere lagnosi, striduli e
spiacevoli. La parola si riferisce, come è
chiaro, anche a chi è incontentabile, scontroso, comunque irritante.
Certo, la voce non è tutto: la personalità di
un uomo o di una donna ha migliaia di
componenti più o meno importanti, ma una
voce da “pìulu” (o da “pìula”) può rappresentare un grave problema: pensate a
quanti avrebbero potuto essere grandi condottieri o trascinatori di folle o attori o attrici dal fascino irresistibile o avvocati di
grido o grandi comunicatori e, fregati dalla voce, hanno dovuto accontentarsi di un
modesto posticino al Catasto o di un impiego d’ordine in un qualche archivio polveroso, e lo diciamo senza voler nulla togliere alla dignità di tutti gli archivisti di questo mondo. E il fatto che di tanto in tanto vi
sia in Italia qualche ministro (o ministra)
con voce pìula non è altro che l’eccezione
che conferma la regola.
Il “pìulu”, come il cornuto, in genere non
sa di esserlo, e non ci crede neanche se
migliaia di persone glielo dicono: continua
perplesso per tutta la vita a domandarsi
perché mai, non appena comincia a parlare, tutti si dileguino velocemente, adducendo le scuse più disparate e spesso meno
credibili alla loro fuga precipitosa. In effetti poche cose innervosiscono come
l’ascoltare la voce del “pìulu”, maschio o
femmina che sia.
Bruno Formosa
Ma mi faccia il piacere, Grillo. E’ vero che
lei riempie un vuoto politico, ma lo riempia
di cosa intelligenti e non da battute da comico e da proclami populisti.
“io voglio la democrazia, senza aggettivi, né
prima né dopo” dice
Grillo a Parma: se non
siete fanatici del movimento sociale (di Grillo) capirete quanto
questa frase porti alla
luce frustrazione da un
lato, pura demagogia
dall’altro.
Frustrazione perché
viene
da
un
background di incomprensione, di silenzi
della classe politica dinanzi alle proteste
(mai troppo convinte ad onor del vero…
Forconi a parte), di anni di pubblica strafottenza nei confronti dei bisogni dei cittadini…che tuttavia in periodo di benessere, a
parte qualche mugugno, non hanno manifestato più di tanto l’insofferenza che sembra
adesso mangiarli vivi. La frustrazione viene
fuori adesso, adesso che la crisi ha messo
alle corde ciascuno di noi, con il pallottoliere e una matematica base per rendersi conto
che alla fine del mese non ci si arriva più,
che i mezzucci son finiti, che i controlli han
chiuso gli spazi di manovra…ecco da dove
viene la frustrazione. Se Grillo pensa che
questa frustrazione sia solo dovuta al comportamento della classe politica…si sbaglia
di grosso. All’italiano medio i Craxi, gli Andreotti, i Pomicino, i Fassino, i Fini, i Casini
ossia i politicanti senza mestiere ma con il
potere, son sempre andati bene…con la tolleranza di chi sa bene che, al loro posto, probabilmente si sarebbero comportati nella
stessa maniera.
Poi il lato che mi istiga un prurito intellettu-
ale enorme. La demogogia del moVimento.
Capisco che per raccogliere il consenso di
larghe masse di gente devi essere populista
e fare comizi a forza di iperbole, alternando – come solo i
comici o gli attori
sanno fare – la
verità con la burla.
Ma, per dirla con i
termini di Grillo,
la
“democrazia
senza aggettivi” è
una cagata pazzesca. Chi l’ha mai
applicata? Esiste
una formalizzazione della democrazia senza aggettivi? Quale stato nel mondo l’ha mai applicata? Per favore, per favore, ci forniscano
un modello concreto a cui fanno riferimento. O vogliono innovare anche qui, creando
la seconda città di Campanella?Guardo
dall’Inghilterra la stampa italiana, i fatti
che commentano i giornali, la ribalta italiana: Grillo, Minetti, Berlusconi, calcio, tangenti. Monti e Draghi ogni tanto, ma per
sbaglio, perché è un’elite che non è al
100% italiana, con tutti gli anni passati
all’estero e la positiva compenetrazione di
cultura e senso civico anglosassone.
Andatevi a guardare l’ultimo film di Woody Allen e guardate come ci vedono. E
Riflettiamo. Perché non sono così sicuro
che le motivazioni saranno le stesse quando le cose andranno meglio. Ma allora ci
ritroveremo dei Grillo in parlamento e dei
signor nessuno che salgono in tutta onestà
(voglio credere alle loro manifestazioni di
sincerità ed onestà…) ma occhio…il potere
corrompe…tutti, indistintamente, grillini e
non grillini. Sempre italiani sono.
Christian Liistro (gli imboscati)
A sorpresa Ciccio Midolo candidato alle
Regionali per Italia dei Valori. “Ho deciso
di tornare a fare politica e ho deciso di farlo
con Italia dei Valori, un partito impegnato
sul territorio e impegnato a dare un futuro a
Siracusa”. Queste le parole di Midolo, già
consigliere e assessore comunale, che quindi ritorna in campo, nell’agone politico e lo
fa con una autentica sfida.
“Ho deciso di raccogliere l’invito del mio
partito e ho scelto di partecipare alla battaglia delle elezioni regionali – spiega Midolo
– . So bene che si tratta di un compito assai
gravoso, ma voglio riprendere il mio rapporto coi siracusani laddove era stato interrotto. Naturalmente parteciperò con entusiasmo alla competizione elettorale, con
scarse risorse economiche ma con tanta voglia di dare il massimo per i miei concittadini e per la mia città”.
Vitadacani “Si rivolga al nostro legale”
Quando una persona o colui /colei che si nasconde dietro
una sigla di Associazione non ha risposte o non vuole darle, allora viene fuori la frase: "si rivolga al nostro legale".
Così abbiamo fatto ed anche in questo caso aspettavamo
una risposta per una intervista sulla sparizione di Rudy, un
piccolo cagnetto. Evidentemente temono qualcosa e ad una
seconda richiesta hanno detto che non rilasciano interviste
dopo il nostro articolo della scorsa settimana che a loro
dire sarebbe: " un articolo che di legale ha ben poco".
Affermano altresì che chiedere sulla sorte di un povero cane è una "morbosa curiosità" e che il loro operato è più
pulito del nostro. Quindi saremmo "poco puliti" nel nostro modo di fare informazione o legittima critica? A dare
una simile risposta non è una privata cittadina. Chi ha usato questi termini nei nostri confronti è la presidente di
un'Associazione animalista e nel caso specifico di "Una
zampa sul cuore" Onlus di Floridia. Nella loro pagina di
FB si legge: Iscritta regolarmente all' Albo regionale
sez. B n°100 delle Associazioni Animaliste della Regione
Sicilia e regolarmente iscritta all' Albo Nazionale delle
ONLUS (di questa seconda iscrizione non forniscono alcun numero di registrazione). Non è il caso di questa associazione ma, siamo convinti che, spesso le cariche nelle
associazioni sono fatte in maniera assolutamente non regolare e le assemblee deliberative ed elettive sono del tipo: "io,
mammate e tu". Pertanto siamo preoccupati e poniamo una
domanda: Le Amministrazioni Locali, in generale, dovrebbero fidarsi di questo tipo di associazioni per risolvere il problema del randagismo? Alcune associazioni animaliste sono una
sorta di Franchising ed inoltre spesso una stessa persona riveste incarichi diversi in associazioni diverse ed in regioni
diverse. In una è presidente, nell'altra è vice, ed in un'altra
ancora consigliera oppure segretaria. L'importante è avere un
titolo da millantare per poi poter schiaffare in Internet la foto
di una povera creatura ferita, amputata o comunque in condizioni che susciti pietà. La foto è seguita da frasi ad effetto
ed infine la ciliegina sulla torta: poste pay ed IBAN. Questo
il caso di Yoshi, Life, Dream, Aurora, Benny, Black, Esmeralda, Marta e tantissimi altri cani o gatti. Tutti usati per scopi
davvero poco nobili: incamerare migliaia di euro in nome
degli animali. NON VENGONO MAI MOSTRATE LE ENTRATE IN NOME DI QUELLE CREATURE. Vi sono Associazioni che addirittura si autonominano "garanti e mediatori" per lotterie del tutto illegali organizzate in Facebook.
Elena Caligiore
5
Domenica 30 settembre 2012
La lettera
“Progetto Archimede”(l’associazione/movimento promosso dall’attuale
sindaco) scrive ai siracusani e indica obiettivi almeno risibili
Visentin ci prende per i fondelli?
Il problema dei problemi sarebbe il costo della benzina, che è importante
ma non prioritario in una città come la nostra, sfregiata e penalizzata
Riceviamo e pubblichiamo:
Andiamo verso la scadenza elettorale regionale del 28 ottobre in un clima di incertezza politica e sociale, ma pressati anche
dalla necessità di far emergere soluzioni
che possano dare prospettive e speranze
alla gente. Non assolveremmo al nostro
compito e agli obiettivi che ci siamo dati se
anche noi di “Progetto Archimede” soffiassimo sulla fiamma dell’antipolitica, se, cioè, alimentassimo quel sentimento diffuso di
denigrazione e delegittimazione delle istituzioni e dei suoi rappresentanti. La classe
politica ha grandi colpe da farsi perdonare:
in Italia, in Sicilia più che altrove. Ma le
elezioni servono a questo, servono a giudicare i politici per il loro operato, servono a
premiare chi ha fatto bene e a mandare a
casa chi ha fatto poco o male. Noi siamo
nati per promuovere l’impegno e la partecipazione e da noi non arriverà alcun invito
all’astensionismo o, peggio, a votare chi
critica senza proporre o critica per portare
avanti istanze particolari e rispondenti
all’interesse di un gruppo ristretto. Ci piace, invece, incalzare i candidati su cose
concrete; vogliamo ascoltare da loro non
generiche prese di posizione ma impegni
precisi su questioni che riteniamo cruciali
per lo sviluppo della Sicilia e per uscire da
una crisi che da queste parti fa sentire i
suoi effetti in maniera ancora più drammatica. Ecco, allora, il primo tema che lanciamo in una campagna elettorale finora blanda e senza programmi, tutta dedicata alla
caccia dei voti e priva di contenuti, come
se la crisi fosse un male passeggero. Il tema è il costo dei carburanti, che si è trasformato in un vero e proprio balzello aggiuntivo per le entrate già massacrate e saccheggiate dei siciliani e dei siracusani con
ricadute sull’intera economia. Sappiamo
che la questione travalica la stretta competenza regionale, ma proprio per questo vorremmo sentire parole chiare, vorremo verificare la capacità del ceto politico di fare
blocco e parlare con una sola voce senza
preoccuparsi di difendere non si sa quali
equilibri. Solleviamo il problema perché il
caro benzina per i siciliani non è solo un
problema di conti da far quadrare a fine
mese. Abbiamo pagato e continuiamo a
pagare un prezzo troppo alto in termini di
salute e di ambiente per la presenza delle
raffinerie che lavorano la stragrande maggioranza dei carburanti prodotti in Italia;
eppure mai, in oltre mezzo secolo di pesante industrializzazione, i nostri politici hanno posto in maniera seria il problema degli
indennizzi. Un atteggiamento succube rispetto alle strategie nazionali e alle grandi
industrie petrolchimiche che non può esse-
re giustificato solo con la creazione di posti
di lavoro. Con la sempre più forte crisi della
chimica italiana, nel medio termine, oltre ai
danni ambientali, anche il saldo occupazionale diventerà sempre più negativo. In una
regione in cui il trasporto commerciale su
rotaia e prossimo allo zero, altra conseguenza del caro carburanti è l’aumento dei prezzi
in un contesto di riduzione dei redditi e del
potere di acquisto delle famiglie. E cosa dire
degli effetti nefasti sui nostri prodotti tipici,
sul nostro agroalimentare universalmente
apprezzato ma che arriva svantaggiato sui
mercati proprio per i costi del trasporto?
Chiediamoci quanto incide sul turismo in
una regione sempre più isolata a causa delle
politiche scellerate delle Ferrovie (che hanno cancellato decine di treni e investono
sull’alta velocità solo da Napoli in su) e del
prossimo fallimento di Wind Jet. Ci sembrano argomenti sufficienti per domandare ai
candidati di occuparsi del problema e di farlo in maniera seria, perché anche da questo
dipende il nostro futuro. Occorre un impegno corale, la capacità di trovare un terreno
comune di confronto per affermare
l’interesse primario della Sicilia e dei siciliani. Occorre fare emergere i valori che uniscono, mentre finora, in questa campagna
elettorale di candidati troppo preoccupati
delle alleanze e poco dei contenuti, prevalgono solo gli interessi di bottega che finisco
col dividere. A discapito di tutti noi.
Il portavoce
Raffaele Malfa
Il portavoce del sindaco Visentin dopo quasi 5 anni di governo della città ritiene che il
problema di cui candidati e partiti politici
dovrebbero discutere …sia il costo del carburante!. Non so se ridere o indignarmi. Il
costo del carburante ha sicuramente importanza ma da chi (Visentin) ha (dis)
amministrato la città per 5anni mi aspetterei
un mea culpa generale. In materia urbanistica, ad esempio, lo scempio di viale Epipoli, i progetti di cementificazione del Porto
Grande, l’incapacità di realizzare un progetto di viabilità o di riqualificazione urbana, l’incapacità di sostenere piccole iniziative imprenditoriali nel campo
dell’artigianato anche artistico, nel settore
del turismo. Niente di niente! Un Comune
che si è impegnato a fare ruotare mille assessori, nominare dirigenti nullafacenti,
consentire intrallazzi di vario genere a cominciare dalla incapacità di offrire una città
dignitosa nella pulizia, che non provochi
(come oggi) il disgusto ai turisti camminarci. Ecco un sindaco ed il suo portavoce hanno tante cose di cui parlare e vergognarsi!.
Festa elettorale?
No, beh sì, forse
Riceviamo e pubblichiamo:
Caro direttore, c’è una
cosa strana che riguarda
una festa musicale. Non
so se lei ha seguito tutte
le promozioni, ma sabato
29 settembre (oggi ndr) ci
sarà un’altra festa della
Graziella. Ma l’ultima
non era stata il mese
scorso? Dopo il successo
della prima edizione mi
aspettavo che venisse replicata ad agosto 2013 e
non un mese dopo?
C’entrano qualcosa le
elezioni in corso?
Corrado Salerno
Non lo so se le elezioni
regionali del 28 ottobre
c’entrino direttamente
nella festa che si svolgerà stasera nel magnifico
quartiere del centro storico. Certo, ci sono alcuni elementi di cui bisogna
tener conto. Il primo è
quello a cui fa riferimento il signor Salerno: Ma
si può ripetere a distanza
di un mese la stessa festa
nella stesso posto? A rigor di logica non funziona così e bisogna dire
che c’è qualcosa che cigola in maniera inquietante.
Il secondo punto riguarda alcuni organizzatori
che nel mentre organizzavano hanno aderito
apertamente alla candidatura di un deputato del
Partito democratico e si
sono impegnati a sostenerlo. E qui si fa presto a
fare due più due.
Il terzo elemento è
l’adesione di Energie
Nuove, associazione prettamente politica che di
musica si interessa poco, o
meglio per essere più precisi partecipa a kermesse
musicali purchè abbia il
suo utile politico. Ricordiamo il comizio all’Ara di
Ierone di due coordinatori
di Energie Nuove nel mezzo
dell’esibizione di diversi
complessi rock.
Ecco questi i dati a disposizione. Ovviamente la musica piace a tutti come piace
a tutti noi la valorizzazione
della Graziella. Piace meno
la strumentalizzazione e la
passerella elettorale.
6
Domenica 30 settembre 2012
I veleni e la compagnia di giro
Qualcosa non quadra, tutto va bene a tutti dopo la sentenza della
sezione disciplinare del Csm sul procuratore Rossi e il sostituto Musco
Grande cementificazione in
corso d’opera fra via Arsenale e Targia? Ambientalisti
locali muti, stranamente muti, silenziosi in maniera inquietante. L’associazione
Sos, ad esempio, ha altro da
fare. Pronunciarsi e fare encomi ad esempio dopo che la
sezione disciplinare del Csm,
su richiesta del ministro della Giustizia Severino, ha trasferito d'ufficio, con un provvedimento d'urgenza, il procuratore Ugo Rossi ad Enna
e il sostituto Maurizio Musco a Palermo. Sos commenta l'epilogo rivolgendo un
plauso a quanti tra associazioni, una buona parte
dell'avvocatura del foro siracusano (i buoni ovviamente)
e non ultimi i giornalisti che
hanno contribuito con caparbietà all'emersione dei
fatti. Ed anche il pistolotto:“La vicenda del Procuratore e del suo Sostituto dimostra ancora una volta che
una moderna democrazia
non può fare a meno di una
stampa libera e responsabile”.
Naturalmente prendo atto
delle decisioni della sezione
disciplinare del CSM. Osservo che nessuno solleva
obiezioni o perplessità tra le
sigle della magistratura o da
parte di esponenti politici
sempre ipercritici contro la
casta dei magistrati. Tutto
va bene a tutti. Non è troppo? Non c’è qualcosa che
non quadra?. Per quanto mi
riguarda affermo per
l’ennesima volta che non
conosco le vicende nei risvolti più profondi, ma conosco da troppi anni certi
giornalisti e so bene che le
polemiche ed i tempi in cui
sono state sollevate hanno
qualcosa che non sembra
rimesso alla semplice casualità. Questa era e resta la
mia impressione.
Garantista sempre anche
quando gli accusati sono
magistrati e quando, soprattutto, la nota compagnia di
giro è in azione per aggredire, azzannare o ipocritamente ignorare o difendere.
(sb)
Hanno perso tutti?
Ne scriviamo. Ne scriviamo anche noi. E non tanto perché
ci è stato sollecitato da più di un attento lettore ma perché
a suo tempo ce ne siamo interessati anche noi . D’altra
parte non si tratta di una di quelle notizie che possono
essere secretate in un cassetto, trattandosi di argomento
che interessa la città e un po’ tutta la circoscrizione su cui
ha competenza la Procura della Repubblica. Mi riferisco
dunque al provvedimento di trasferimento cautelare emesso dal Consiglio Superiore della Magistratura nei confronti del procuratore capo della Repubblica dr. Ugo Rossi
e del sostituto dr. Maurizio Musco: il primo è già andato
a dirigere l’ufficio di Enna mentre il secondo è stato immesso nell’organico della Procura di Palermo. La vicenda
altrettanto a tutti nota è quella denunciata dal giornale online Magma di Catania e poi ripresa da un quindicinale
siracusano. Un’inchiesta-denuncia partita nel mese di
dicembre dell’anno scorso e che intanto approda ai trasferimenti cautelari; in attesa dei provvedimenti definitivi
che l’organo di autogoverno e di disciplina della Magistratura vorrà prendere. Gli interessati, come è ovvio, hanno già dichiarato di volersi difendere fino all’ultima istanza di giudizio. Ma che senso ha tutto ciò che è accaduto?
Deriveranno danni o benefici per noi comuni cittadini?
Lo stesso giornale che ha condotto l’inchiesta scrive ora
che non ci sono vincitori e che a perdere sono stati tutti,
ma proprio tutti: magistrati, avvocati, giornalisti, politici e
cittadini. Tanto da far venire il dubbio che forse c’è già
qualche pentito? Invece l’affermazione che siano tutti a
perdere serve a farci capire che il provvedimento del CSM
superando forse qualsiasi aspettativa abbia stabilito la giusta terapia. Se la vicenda, come da più parti tengono a
precisare, non va letta come sorta e destinata a produrre
effetti nello stretto ambito degli uffici giudiziari aretusei, il
provvedimento è servito a sparigliare un sistema che operava dal di fuori del palazzo. Vere o false che siano state le
accuse, e che restano da dimostrare attraverso le relazioni
degli ispettori, riteniamo che non ci sarà più occasione,
almeno a causa di quelle persone, di far pensare male chi
fino a ieri lo ha fatto e lo avrebbe continuato a fare se non
ci fossero stati i trasferimenti. Vedremo in seguito se le
fattispecie denunciate meriteranno la sanzione propria dei
reati, considerando altresì che le due posizioni non sono
uguali.
Ma nel frattempo nessuno potrà più pensare che ci sia potuta essere tresca tra sostenitori dell’accusa e avvocati
difensori al fine di accaparrarsi in regime di quasi monopolio le cause più importanti della circoscrizione, quali
quelle aventi come parte o controparte gli enti pubblici
economici locali e le società operanti nella nostra zona
industriale. Insomma gli avvocati del foro siracusano possono ben dire di avere ottenuto giustizia. O qualcuno forse
avrebbe voluto che il giocattolo fosse stato risparmiato,
messo in salvo, magari sostituendo qualche persona o inserendo nel gioco altri nomi? No, non è vero che nessuno
ha vinto. Se le visure camerali pubblicate in questi mesi
non sono false, e se non sono state prive di senso le iniziative dell’ordine forense e della Camera Penale qualcuno
ha vinto, anzi molti.
A chiedere giustizia sono stati in tanti e questi tanti non
possono non dire di avere ottenuto soddisfazione per i loro
interessi. La questione della giustizia penale è tutt’altra
cosa che non deve dare soddisfazione ai cittadini essendo
esclusivamente un rapporto tra l’imputato e lo Stato. Ai
cittadini, alle imprese economiche deve interessare che la
giustizia venga amministrata nel rispetto delle regole volute dalla legge e fatte rispettare dagli organi e dagli ordini
di autogoverno e di disciplina. Ad esempio anche gli Ordini professionali ( è chiaro di competenza territoriale)
possono fare la loro parte per quanto riguarda i comportamenti dei propri iscritti.
Pepè Genovese
Le regionali 2012 sono iniziate nel peggiore dei modi : sondaggi fasulli che vengono pubblicati da giornali regionali
senza pudore, a dettatura; alleanze politiche di facciata che
nascondono le alleanze vere. Una lotta all’ultimo voto dove
LOMBARDO-MICCICHE’ regnano indisturbati nell’uso
sfrontato di danaro, nella compravendita di candidati che
cambiano vorticosamente lista come fossero al ristorante, a
seconda l’offerta. Un terreno ideale di confronto per i mascalzoni. La Regione LAZIO sprofonda nella vergona della
corruzione, dello sperpero del denaro pubblico che, ormai,
viene utilizzato come fosse denaro personale del singolo
consigliere.
Ma in Sicilia non è forse peggio della Regione Lazio? Miccichè che beve vino a carico della presidenza
dell’Assemblea Regionale non è lo stesso immondo spettacolo? O Miccichè presente in verbali di polizia giudiziaria
come “fruitore” di cocaina? Quando si aprirà seriamente il
capitolo corruzione in Sicilia, una piaga che èstata definita
“peggiore della mafia”? Quando avremo anche in Sicilia i
“pentiti” della corruzione o gli eroi “anticorruzione”?
Ricapitoliamo: le candidature di Presidente nella sostanza
sono 4: 1.Nello Musumeci (PDL) 2.Rosario Crocetta (PD
Regionali:
Il “borsino”
e UDC); 3.Claudio Fava (SEL e IDV); 4. Gianfranco
Miccichè (Lombardo e Grande Sud). A sentire certa stampa prezzolata la gara sarebbe tra Musumeci e Crocetta.
Miccichè in una intervista da delirio (?) ritiene di essere
lui in candidato preferito (povera Sicilia se fosse vero !!!).
La domanda che mi pongo è diversa: viene percepita
un’area del dissenso e dell’astensione sterminata che sfiora il 52-53%. Molti di loro non voteranno ma molti altri si.
E questa massa spaventosa di voti (tra il 20% ed il 30%)
da che parte si riverserà? A favore di Grillo? Di Di Pietro?. Insomma abbiamo davanti uno tsunami elettorale ma
stiamo ancora a leggere giornalacci prezzolati, dichiara-
zioni politiche di Miccichè.. che ritengono la Sicilia del
2012 esattamente eguale a quella del 2001,del 2008,come
se niente fosse cambiato, come se non ci trovassimo da anni
nella più spaventosa crisi economica degli ultimi 60 anni, e
chi ha fatto i suoi porci comodi come la coppia MiccichèLombardo o il PDL ed il PD possano continuare indisturbati a farlo, recitando le scene disgustose a cui assistiamo ogni
giorno. Tutto come prima, niente cambia ??
Non può essere così, speriamo che non sia così. Se il 28
Ottobre in Sicilia non vi sarà uno tsunami elettorale che
cacci la vecchia politica e ne metta in campo una nuova, se
a vincere il 28 Ottobre saranno i soliti noti.. la speranza sarà
sotterrata – come è stato in questi decenni – da una coltre
fittissima di corruzione, di parole, di inefficienza.
Chi vincerà a Siracusa? Spero in un ricambio profondo, ma
oculato, visto che le competenze vanno difese, della rappresentanza regionale. Sarà così? Le percezioni sono queste
anche se a sentire il “giro” politico Vinciullo domina incontrastato funerali e cerimonie, Marziano ha truppe consistenti come, del resto, Pippo Gianni. Aspettiamo fiduciosi
il voto.
7
Domenica 30 settembre 2012
Lo Bello predica bene, razzola male
Il manager risponde alla lettera di un giovanissimo ma non dice cosa ha
fatto come amministratore di Confindustria, Camera di Commercio, Sac
Riportiamo la lettera di Ivan Lo Bello
che commenta la lettera di un giovane
siciliano. Ecco il testo:
Colpisce molto la lettera del giovanissimo
Giuseppe Palermo. Colpisce perché accende tanti campanelli d'allarme, ma nel
frattempo sa ispirare una speranza concreta, che diventa quasi certezza: con giovani
così, il futuro della Sicilia è in buone mani. Giuseppe ha ragione e tre aspetti in
particolare non possono lasciare indifferenti coloro che hanno a cuore la nostra
Sicilia. Il primo: Giuseppe non andrà a
votare perché ha meno di 18 anni, ma si
interessa della cosa pubblica e guarda alle
prossime elezioni regionali come
un’occasione di moralizzazione e di svolta; Giuseppe per l'età che ha sarebbe un
componente di quella che i media chiamano "generazione I-Pod", una generazione
di scoraggiati inattivi, solisti da compagnia, che pattina sulla superficie delle cose senza avere la capacità di andare in
profondità. È vero che in Italia quasi due
milioni di studenti non studiano, non lavorano e non cercano lavoro. Ma è anche
vero che tanti "Giuseppe" ogni giorno si
preparano, spesso nel silenzio e nella indifferenza degli adulti, ad essere protagonisti del loro futuro, che è il nostro. E di
persone come Giuseppe ne abbiamo davvero bisogno: il secondo aspetto che colpisce
della sua lettera è infatti la competenza
straordinaria di questo ragazzo che cita numeri ed evidenzia criticità su una questione
cruciale per il futuro del nostro Paese: la
scuola e la formazione.
L'Italia combina attualmente dei primati
negativi. Giuseppe ha ragione. La spesa per
la scuola rispetto al PIL regionale è tra le
più alte in Sicilia: siamo intorno al 6% laddove la Lombardia spende appena il 2,2%.
Eppure i risultati sono deludenti. L'abbandono scolastico è un problema che colpisce
in particolare le regioni del Sud. Il fenomeno è particolarmente eclatante in Sicilia
laddove gli early school leavers sono più di
un quarto degli studenti. L'Europa ci ha
dato un obiettivo: ridurre l'abbandono al
10% entro il 2020. In Italia, e in Sicilia in
particolare, occorre fare uno sforzo nel sostenere i giovani nel passaggio dal mondo
della scuola a quello del lavoro. Per fare
ciò è necessario guardare al modello tedesco in base al quale i giovani apprendono
nozioni teoriche nella scuola e ricevono
contemporaneamente una formazione pratica in azienda. Secondo gli studi della Fondazione Agnelli l'Italia è il Paese con il ca-
lo degli apprendimenti più netto fra elementari e medie. Ad aggravare il fenomeno
i risultati dei test Ocse che misurano le
competenze dei quindicenni in lettura, matematica e scienze, evidenziano come il
solo fatto di frequentare una scuola al Nord
offra 68 punti (17%) in più del Sud, pari a
un anno e mezzo di scuola nelle regioni del
Sud dove un terzo dei quindicenni non raggiunge la soglia minima di competenze definita internazionalmente.
Il nostro è un Paese a rischio. È oramai un
dato acquisito che le problematiche educative sono passate in secondo piano di fronte
all'emergenza della crisi senza aver compreso lo stretto legame che intercorre tra
educazione e crescita economica. Chi meglio dei nostri studenti sa come funziona la
nostra scuola? Chi meglio di loro può sensibilizzare insegnanti, dirigenti, genitori e
poi tutta la classe dirigente ad avere a cuore i temi della formazione? Le scuole non
sono forse il luogo in cui, prima di tutti gli
altri, le nuove generazioni vengono affidate
dalle famiglie alle istituzioni, per diventare
futuri cittadini, professionisti, padri e madri? Giuseppe riesce a dipingere una Sicilia
nuova, razionale e piena di visioni, come
un quadro di Antonello da Messina. Giu-
seppe invita tutti ad abbandonare i vecchi canoni ed è questo il terzo aspetto
che colpisce più di tutti, a rigettare le
vecchie abitudini e ad affrontare la competizione elettorale parlando di contenuti, di programmi, di cose da fare. C'è bisogno di un ragazzo con meno di 18 anni, che si prepara alla vita e ne sa cogliere sfumature spesso a noi celate, per riscoprire che la migliore risorsa della Sicilia sono i Siciliani. I giovani siciliani in
particolare, capitale umano di cui la Sicilia è fredda esportatrice: una madre che
genera, educa, e non sa tenere i suoi figli.
Giuseppe non è uno studente qualunque
di una scuola qualunque, come con umiltà egli stesso dice. Giuseppe è una piccola fiammella che ci mostra, nel buio di
alcuni dibattiti inconcludenti e con paroloni altisonanti, quale sia l'enorme potenziale della Gioventù Siciliana, che a
scuola impara a sapere, a fare, ma soprattutto a vivere nella società. Tutti sappiamo che esiste un nesso molto stretto tra
scolarizzazione, industrializzazione e
illegalità. Quando c'è buona scuola,
quando funziona la formazione professionale (e non si riduce a spreco di denaro pubblico) quando cresce il tessuto industriale, i territori vengono strappati al
dominio della mafia e della illegalità.
Specularmente mafia e illegalità vivono e
si consolidano quando c'è scuola di bassa
qualità, formazione professionale che non
funziona, desertificazione industriale. Cosa
possiamo fare davanti alle denunce dei mali endemici di questa nostra terra? Come
possiamo non sentire forte la responsabilità
verso il nostro futuro? Le prossime elezioni
sono una occasione preziosa perché si affacci una nuova classe dirigente. Una classe dirigente che non sia più rinchiusa nei
palazzi, vada nelle scuole, e nelle fabbriche, ascolti in profondità le aspirazioni dei
nostri giovani. Noi adulti dobbiamo avere
l'umiltà di entrare nell'immaginario dei giovani, di coglierne le speranze, e trovare il
coraggio di farci da parte quando è il momento di dare spazio ai giovani. Risuona
continuamente, in tono di accusa, la voce
dei maestri di questa Regione che hanno
forgiato la nostra cultura, ma una domanda
più di tutte, forte, secca, sincera, può aprire
i riluttanti ad abbracciare Giuseppe e tutti i
ragazzi che amano la Sicilia. È la domanda
di don Pino Puglisi, che vorrei rivolgere
anch'io al prossimo Presidente della Sicilia:
«E se ognuno fa qualcosa insieme agli altri?». Ognuno, siamo anche noi. Quegli
«altri», sono i nostri giovani. Ora è tempo di
rispondere.
Ivan Lo Bello
La lettera è molto ispirata ma, diciamola così
per intenderci, il pulpito non è legittimato a
fare simili prediche ai giovani. Ivan Lo Bello
al giovanissimo Palermo dovrebbe cominciare con il chiedere scusa per come ha amministrato Confindustria Sicilia, la Camera di
Commercio di Siracusa, il Banco di Sicilia, la
Società che gestisce l’aeroporto di Catania,
Fontanarossa. La lista è lunga: da dove cominciamo? Negli ultimi mesi ha assunto atteggiamenti molto critici nei confronti del Governo Lombardo, causa prima
dell’immobilismo e della gravissima recessione in cui è precipitata la Sicilia. Ma nei 4 anni precedenti che aveva fatto? Aveva scodinzolato la coda a Lombardo facendo finta di
non vedere e di non sentire per non avere
contraccolpi personali al Banco di Sicilia, e,
soprattutto, nella società di gestione
dell’aeroporto di Catania (dove poi lo scontro
è esploso a livelli barbari). Ha aiutato
l’occupazione giovanile in Sicilia? No, ha aiutato se stesso, come sempre, spargendo intorno i fumi di battaglie epocali ovviamente
largamente condivise: la legalità, l’antimafia,
l’occupazione etc. Ma nei fatti la storia è tutta
diversa.
Anche a Siracusa nella battaglia ambientale
che si svolge da anni, senza esclusione di colpi, per difendere il territorio della città ed il
suo patrimonio storico ed archeologico, da
che parte sta Ivan Lo Bello? A quel che ne è
dato sapere da parte delle imprese che vogliono cementificare il Porto Grande di Siracusa,
cementificare ancora irresponsabilmente altre
aree agricole. La sua ombra aleggia in tutti
questi “affari” che cerca di occultare coinvolgendo le organizzazioni sindacali locali in
ridicole marce del lavoro dove manca
l’interlocutore o meglio, dove chi dovrebbe
dare qualche risposta, sfila tra i protestatari.
Siamo la terra di Pirandello. Per finire: giovanissimo Palermo lascia perdere Ivan Lo
Bello, non leggerlo neanche, ti confonde, ti
illude, ti cogliona: continua da solo nella tua
strada perché in questa realtà orribile, solo
sei e solo sarai. Posso soltanto con grandissimo affetto (avendo figli giovani) farti i miei
migliori auguri sperando che tu sia capace di
allontanarti da questo teatrino immondo siciliano e siracusano che non ha niente da invidiare alle sozzerie che abbiamo letto nella
regione Lazio.(sb)
Non vigili urbani ma agenti delle tasse
Da una discussione con alcuni amici, in una sciroccosa serata siracusana, non so come, non so perché, si è finito a
parlare di Vigili Urbani. Inutile dire che l’argomento è di
quelli che ci potresti passare le notti a discutere e il giorno
dopo scoprire che c’è ancora qualche cosa di nuovo che si
potrebbe aggiungere alle tante cose dette. L’idea generale
che mi sono fatto è che i Vigili Urbani di Siracusa, come
quasi tutti i corpi di polizia municipale d’Italia, sono carenti come organico e poco amati dai cittadini. Ho provato
ad accertare quanti sono i Vigili Urbani in servizio attivo e certamente per
mia mancanza, questo numerino non
esce fuori con certezza. L’unico dato di
cui sono riuscito a venire in possesso è
che a gennaio 2011 c’erano 136 unità
su un organico previsto di 221 unità e
non ultimo dato, il regolamento di polizia municipale su delibera del Consiglio Comunale del 9.11.1995, prevede
un organico di 411 unità tra agenti
(289) sottocapi e capi. Va detto che tale
fabbisogno organico fu annullato
dall’assessorato regionale competente.
Al di là , quindi, che non è dato sapere
di quanti Vigili Urbani realmente avrebbe bisogno la città
di Siracusa, tra vigili in servizio al 2011 e agenti necessari
oggi, occorrerebbero 153 nuove unità. E qui casca l’asino:
ma allora perche bandire un concorso per l’assunzione di
soli 16 nuovi Vigili? E’ sbagliato il Regolamento? Dopo il
1995 è stata ridisegnata la pianta organica? Anche se si
può considerare che pochi è sempre meglio di niente, nasce il dubbio che qualcosa non funziona in
quest’operazione. Vuoi vedere che come dice qualcuno, è
tutta campagna elettorale? Detto quindi che i Vigili Urbani, comunque la mettiamo, sono pochi e pochi saranno an-
che nel breve periodo, la discussione nella notte sciroccosa, si è sviluppata sul rapporto Amministrazione, Cittadini
e Vigili Urbani. La bellissima frase scritta sul sito internet
del Comune recita che i Vigili sono il tramite tra
l’amministrazione ed i Cittadini e questa è altresì sostenuta dalle norme comportamentali del Regolamento poco
prima citato, che dicono: L’appartenente al corpo di polizia deve mantenere un contegno corretto è un comportamento irreprensibile, operando con senso di responsabilità, in modo da riscuotere sempre, la stima, il rispetto e la fiducia della collettività. Escludendo
i giovani e i giovanissimi, molti
siracusani si ricorderanno della
Befana del Vigile urbano, dove
in quel di Piazzale Marconi e
Piazza Pancali i siracusani riempivano di regali la postazione del
Vigile. Nel tempo tale tradizione
è scomparsa, qualcuno dice perché, a un certo punto, i siracusani la bottiglia di spumante piuttosto che porgerla nelle mani
dell’interessato preferivano tirargliela in testa e onde evitare guerre civili si è preferito
porre fine a tale pubblica manifestazione. Oggi la situazione sembra essere ulteriormente peggiorata, come dimostra l’incendio della postazione dei vigili presso il mercato
di via De Benedictis che non è solo un fatto delinquenziale
gravissimo, ma può benissimo rientrare tra gli ulteriori
segnali di quanto sia alto il livello d’insofferenza tra cittadini e Amministrazione Comunale. Sempre nella notte sciroccosa, più di uno si chiedeva perché oltre a fare multe, i
Vigili Urbani sono scomparsi dal controllo del traffico ed,
in effetti, è diventata una vera rarità, se non casi unici,
vedere Vigili agli incroci delle strade a regolare il traffico
per renderlo scorrevole e sicuro. In parte sono scomparsi
anche dalla sorveglianza davanti alle scuole, affidando tale
compito agli anziani che non sempre, ovviamente, possono
garantire sicurezza. Per non parlare del controllo del territorio che vuol dire anche pulizia e igiene e visto che sono in
giro per varie funzioni (in primis fare multe) se muovendosi
nelle vie di questa città sempre più sporca, notano qualche
cosa che non va, dovrebbero avere il dovere di segnalarla
a chi di competenza e ovviamente, sembra che ciò non accade. L’idea imperante tra la gente è che i Vigili urbani
sono diventati sempre più Agenti delle Tasse e sempre meno Agenti Municipali a servizio del cittadino. Certo ci sono
aneddoti che quanto meno lasciano perplessi, vedi il caso
del furto di 8.000 euro avvenuto nelle casse del parcheggio
Von Platen custodito, per l’appunto, dai Vigili Urbani durante un cambio turno. A parte che non riesco a capire come mai quella cifra, che non può matematicamente essere
frutto di un incasso giornaliero, fosse nella cassa del parcheggio, non è certamente bello sapere che le rapine facili
si facciano a casa della Polizia Municipale. E’, come dire
ai ladri che se vogliono, possono agire indisturbati nelle
sedi della Polizia o dei Carabinieri! L’Assessore Basile
probabilmente è distratto da altre cose, ma il suo curriculm
di amministratore si arricchisce, oltre dei tanti disservizi
derivanti dalle poche problematiche che qui sono state raccontate, di parcheggi che non ci sono e gare che non si
sanno come e quando si faranno, Piano Urbano del Traffico e Piano urbano della Mobilità belli, pronti ma inutilizzati e magari, utilizzabili sotto rielezione per lanciare nuove
promesse. Sulla ZTL a Ortigia ci sarebbe da scrivere un
libro grosso come un dizionario su chi la vuole cotta e chi
la vuole cruda, certamente la confusione regna sovrana.
Non è che lo scirocco è uno stimolante per criticoni incalliti?
Enrico Caruso
8
Domenica 30 settembre 2012
contromano
Bello litigare su “Strummergroup”
Basta, l’ho capito, se non hai un gruppo su facebook non sei nessuno. Un
gruppo che tu amministri, che dici le
cose per cui poi la gente si incazza e si
manda a quel paese e tu intervieni e
dici “cribbio, non si fa così, questo è
un gruppo di libero dibattito, non sono ammesse offese personali né insulti
gratuiti, bisogna argomentare civilmente con l’obiettivo di una crescita
sociale e umana di tutti i partecipanti”. E quindi, nell’ottica di un sano
progresso civile e per stimolare il confronto democratico ho deciso che creerò lo “strummergroup”.
Ho già delle idee su degli argomenti
da lanciare per stimolare un sano dibattito fra gli aderenti che sono certo
saranno migliaia.
Un tema lo focalizzerei sulla capitale
e sulla sua maggiore problematica
attuale.
Dicono che, essendo la Lazio quasi
tutta in galera, gli “aquilotti” saranno
sfanculati dalla coppa Uefa lasciando
posto a quei paraculi dei romanisti.
Cosa ne pensate?
Sono sicuro che il forte senso sportivo che
anima gli sportivi della capitale e del Lazio
darà vita ad una franca dialettica di idee.
Ma vi avverto guai a scrivere “Lazio merda” e “Romanisti froci” perché non saranno tollerate frasi irriverenti.
E dalla capitale istituzionale a quella morale per affrontare l’altro tema caldo del
momento.
Ciò che non si può
perdonare ai nostri
politici è la loro capacità di mentire sapendo di mentire, il fatto
che riescano a dire
tutto e il suo contrario e di adattare ogni
cosa ai loro bisogni.
Praticamente per queste caratteristiche il
nostro paese non sarà
mai normale, come
dire che è perfettamente inutile tentare
di cambiare qualcosa,
se nascono lupi non potranno certo diventare
pecore. Non è colpa loro, dobbiamo giustificarli, è colpa della natura che li ha creati così.
Ma attenzione, ognuno si può trasformare in
questa razza speciale che coltiviamo con orgoglio essenzialmente nel nostro Paese. Ogni
tanto però nasce un lupo buono, ma, trovandosi circondato di cattivi è costretto a soccombere. Come nel caso di Nello Musumeci.
Sull’onda emozionale della necessità di avere
liste elettorali pulite anche Musumeci aveva
aperto al protocollo di lasciare fuori i candidati che avevano avuto problemi con la legge.
Trattandosi del centrodestra dove la tipologia
degli inquisiti o condannati è molto variegata,
si era addivenuti agli aggiustamenti del caso:
Dobbiamo cercare di capire però di che tipo di
accuse e di condanne si tratta, prima di escludere un candidato da una lista. Ed ecco emergere una delle caratteristiche sopra elencate.
Certo si può pensare che almeno uno resterà
fuori per questo documento di impegno morale. Invece, l’impegno anche se preso da uno
d’onore come Nello Musumeci, il lupo buono,
finisce per non avere nessuna valenza per alcuno. Un esempio che vale per tutti. E’ tornato a chiedere di essere candidato l’ex presidente della Regione ed ex Parlamentare nazionale dell’Udc, Beppe Drago. Levata di scudi
di qualche frangia di “retrodatati”giovinastri
che parlano di rinnovamento disposti a spara-
Amici milanisti, dopo aver regalato Pirlo e
lo scudetto alla Juve, ora la società ha venduto Thiago Silva e anche Ibra. Cosa fareste a Galliani se lo incontraste una notte in
una strada oscura?
Non ho dubbi che il grande attaccamento
ai colori rossoneri dei tifosi milanisti farà
scaturire una serie di suggerimenti
“penetranti” per il vicepresidente che tanta stima s’è procurato in quest’ultima sta-
gione.
E per i cugini interisti sempre pregni di
forte spirito sportivo.
Amici interisti vista la nuova ondata di
calcio scommesse che sta turbando il
mondo del pallone ritenete opportuno
squalificare le prime 5 classificate in
campionato in modo da farvi ottenere il
meritato scudetto che per mera sfortuna
avete mancato di un soffio anche
Condannati in lista
Aperto il confronto
re accuse a vanvera, insomma, parliamo di
quei tipi che cercano sempre il pelo
nell’uovo: “ma, non era stato condannato a
qualcosa di grave?” Fanno rilevare. La risposta è venuta dal leader del Pid Saverio
Romano: “Vabbè, che centra è stato condannato e ha pagato, adesso gli è scaduta anche
l’interdizione dai pubblici uffici, che lo ha
fatto dichiarare decaduto dal Parlamento
( Pippo Gianni qualche anno addietro ha
preso il suo posto alla Camera ndr), quindi,
non esistono motivi per non candidarlo”.
Peppe Grillo, quando verrà in Sicilia, dirà:
“Non esistono motivi per non candidarlo?
Ma, se è stato condannato, con sentenza passata in giudicato e dichiarato decaduto da
deputato per avere approfittato del suo conto
riservato, mentre era presidente della Regione Sicilia, cos’altro dovrebbe fare per essere
ritenuto indegno di andare all’Ars?”. Questo
dirà Grillo in Piazza Pancali e nel quartiere
Mazzarrona di Siracusa quando verrà a fine
ottobre. E se la domanda la ponesse in diretta tv ad uno come Nello Musumeci che risposta potrebbe aspettarsi che Saverio Romano non ha già dato? Risposte pericolose,
perchè se dovesse, realmente, essere accettato da qualcuno il principio che non vale il
reato commesso, ma, il fatto che ha scontato
la condanna per essere deputato eletto dal
popolo, dobbiamo anche mettere in conto di
trovarci in Parlamento o all’Ars anche uno
che si chiama Luciano Vallanzasca. E sì,
www.ifattidelladomenica.it
perchè ci manca poco che Vallanzasca torni
in libertà definitivamente ( per ora è libero
solo di recarsi a lavoro). Poi ci sono molti
della sua banda, gente che rapinava e uccideva a Milano negli anni sessanta, che ormai
sono fuori per avere espiato la pena. Secondo il teorema di Saverio Romano potrebbero
essere candidati a sostegno di Musumeci, a
meno che qualcuno voglia sostenere che far
tornare il lupo che ha mangiato le pecore
dentro l’ovile, solo perchè è passato del tempo, non crea nessun rischio per le pecore che
ancora non sono state mangiate. Non siamo
giustizialisti, siamo anzi per la massima tolleranza, ma quando è troppo è troppo. Quelli
che alimentano l’antipolitica che avanza e
rischia di travolgere l’Italia, come sta accadendo in Spagna, sono i tipi come il leader
del Pid Romano che propongono a quelli
che come Musumeci – che personalmente
possiamo dire di stimare moltissimo – che
non riescono ad opporsi con un secco no,
solo per mantenere l’equilibrio attorno alla
sua candidatura.
Un candidato del partito dello stesso ex presidente della Regione Beppe Drago, che da
tempo si è schierato contro questo modo di
gestire la politica, Michele Mangiafico ha
delle riserve: “E' tempo di codici etici, veri o
di facciata. Noi stiamo dalla parte di coloro
che ritengono che il primo filtro avrebbero
dovuto farlo i partiti, tutti i partiti, evitando
di presentare coloro che sono stati già oggetto di giudizio per reati inconciliabili con la
gestione della cosa pubblica. Ma, tutti i candidati condannati, che stanno facendo nomine clientelari, in campagna elettorale, che
quest’anno?
Ma la rete si esalta davvero con la
politica e quindi ho preparato una
serie di argomenti da lanciare per
consentire di superare le divisioni
esistenti e traguardare nuove coesioni in vista di un cambiamento
che ravvicini la politica alla gente.
Cosa ne pensate della proposta
del semipresidenzialismo alla francese fatta da Berlusconi: è una riforma costituzionale o, sulla scorta
del più noto bacio alla francese,
una forma di pomiciamento spinto?
Compagni del Pd visto il caso Bersani-Renzi, con l’approssimarsi
delle scadenze elettorali e delle
relative primarie ritenete opportuno candidare direttamente voi
Beppe Grillo alla premiership in
modo che, non si sa mai, capace
che una volta le primarie le vincete?
Amici e camerati Casini, Rutelli e
Fini, non rimpiangete le cabine
telefoniche di una volta dove almeno avreste
potuto riunire i vostri elettori facendo il tutto esaurito?
Come vado? Non pensate che
“strummergroup” avrà un successone? Secondo me riesco a metterci anche la pubblicità del “catetere discreto” così mi faccio
anche i soldi.
Hasta il civile confronto siempre
Joe Strummer
cumulano mandati, che si ripropongono dopo
oltre chissà quante legislature, che non corrispondono a tutti questi codici etici di cui si
riempiono le bocche i partiti e che dovessero
comunque essere con qualche scusa presentati dai partiti, vengano giudicati il 28 ottobre
dal codice etico degli elettori”. Insomma,
secondo la teoria del giovane Mangiafico
dovrebbero essere gli elettori a non votare il
candidato “compromesso”. Siamo pronti a
scommettere, però, che Drago sarà promosso
dall’elettorato a dispetto di chi ricerca
l’etica. Perchè le cose in politica, fino ad ora,
hanno premiato i maneggioni come quel
Franco Fiorito che ha tolto al Pdl quel poco
di onore che gli restava. E visto che siamo
entrati in casa Berlusconi, come si fa a non
applaudire il co-coordinatore regionale del
Pdl, Castiglione, per la scelta di mettere in
campo un leader gay catanese Sandro Mangano (comunista passato agli avversari) ex
dirigente Arcigay, per contrastare l’effetto
“Crocetta gay”. Domanda: se non ci fosse
stato un candidato presidente gay come Crocetta, quando mai al Mangano sarebbe stata
offerta l’occasione di diventare deputato regionale? Certo questa trovata non ha il peso
di un Beppe Drago, ma in materia di coerenza la dice tutta. E chi paga il prezzo? Musumeci, chi altri? Viene da chiedersi, a questo
punto, se tra i sostenitori del candidato galantuomo di Catania non ci sia qualcuno che
non gli voglia tanto bene al punto di lavorare
per fornire cartucce alla squadra avversaria.
Per parlare delle cose di Siracusa dobbiamo
aspettare, purtroppo, la prossima settimana,
perchè, quando saranno presentate le liste
con i candidati questo giornale sarà andato in
stampa. Solo la lista del partito di Pippo
Gennuso (Mpa-Pds) potrebbe presentare elementi di sorpresa come la candidatura di
quel cuore zingaro dell’on. Nunzio Cappadona, che ha trattato un posto in lista in tutte
le formazioni in campo escluso proprio quella gestita dal deputato rosolinese dove invece
veniva considerato essere di casa per la sua
vicinanza a Lombardo.
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Nuovo cemento: Silenzio di tomba