CENTENARIO DI GIOVANNI PASCOLI
Ce
Un vestito per Lilli
racconto verghiamo di Luigi
Castiglione
Heidegger alla ricerca
dell’essere
La particella di Dio
La Russia rievoca
la vittoria su Napoleone
Kim Ki-duk Leone d'oro
Torah e storiografia
LA FIERA LIBRARIA - A. XXXII - Nº 292 - OTTOBRE 2012
LA FIERA LIbRARIA
Mensile d’informazione bibliografica,
politica e culturale
SOMMARIO
le Penseur de Notre-Dame de Paris
EDITORIALE
L’onore d’un popolo è tutto
d»un pezzo
di Luigi Castiglione
Direttore responsabile
Luigi Castiglione
Vicedirettore
Massimo Ubaldi
Art Director
Valérie Larbaud
Amministrazione
PERISCOPIO
La particella di Dio
Art@Europarl
Muore il poeta Roberto RoversI
Kim Ki-duk Leone d'oro
«Lo hobbit» compie 75 anni
All’asta Verga ai familiari?
3
4/20
IN PRIMO PIANO
Un vestito per Lilli
racconto «verghiano»
di Luigi Castiglione
23
Heidegger alla ricerca dell’essere
33
QUI E LÀ
Il dolce potere delle corde, Satania, A tavola
con le streghe, Nelle tenebre, Cronogenetica,
Da Fattori al Novecento,
CRONACA DELL’ALDIQUÀ
Casini giudicato da Lombardo
Berlusconi e l’Europa
Minetti, «Moda e politica si conciliano
benissimo»
49
Pilar Moreno
Iscr. Registro della Stampa
e Tribunale di Roma nº 278/1981
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dei dati ex art 10 legge 675/1996
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Anno XXXII - Nº 292
Ottobre 2012
INSERTO EDIZIONI LOGOS, 42/47
ANNO XXXII
- LA FIERA LIBRARIA - N. 292 - OTTOBRE 2012
EDITORIALE
L’onore d’un popolo
è tutto d’un pezzo
Egli sapeva infatti, o non sapeva affatto, ma
lo sentiva nell’animo, da péghiano inconsapevole forse, egli sentiva... che «una sola ingiustizia, una sola colpa, una sola illegalità, sopratutto se ufficialmente accettata, ufficialmente
confermata, una sola offesa al1’umanità, una
sola offesa alla giustizia e al diritto, sopratutto
se universalmente, legalmente, nazionalmente,
comodamente accettata, un solo delitto trascurato, «una sola ingiustizia, basta a spezzare
tutto il patto sociale, tutto il contratto sociale,
una sola violazione, un solo disonore basta a
perdere, quanto all’onore, a disonorare tutto un
popolo. È un punto in cancrena, che corrompe
tutto il corpo. Quel che noi difendiamo, non è
solo il nostro onore. Non è solo l’onore di tutto
il nostro popolo, nel presente, è l’onore storico
del nostro popolo, tutto l’onore storico di tutta
la nostra razza, l’onore dei nostri avi, l’onore
dei nostri figli. Quanto più passato abbiamo,
quanta più tradizione, (quanta più responsabilità, come voi dite). tanto più dobbiamo difenderli ora in questo modo.
Quanto più passato abbiamo dietro di noi,
tanto più bisogna ora difenderlo in questo
modo, mantenerlo puro. Trasmetterò puro il
mio sangue come puro l’ho ricevuto Era la
legge e l’onore e la divisa corneliana, la vecchia divisa corneliana. Era la regola l’onore e
la divisa cristiana. Una macchia sola macchia
tutta una famiglia, macchia tutto un popolo.
Una colpa sola distrugge l’onore di tutta una
famiglia. Una colpa sola distrugge l’onore di
tutto un popolo. Un popolo non può vivere su
una ingiustizia, subita, compiuta, su un delitto,
così solennemente, definitivamente riconosciuto. L’onore di un popolo è tutto d’un
pezzo.»
Ma quel che il Divino grida nelle piazze non
è niente in confronto a quello che dovrebbe gridare dai tetti ed il suo errore è quello di essersi
fermato e fissato con Berlusconi, che in fondo
non è che un piccolo esempio nel maremagnum della corruzione, essendocene ben altri e
peggiori da denunciare in tantissimi altri
campi, che bisognerebbe illuminare (con
potentissimi riflettori) uno per uno, un rosario
infinito d’iniquità, piccole, grandi? chiede
qualcuno, il quale dimostra di non sapere
sapere che le cosiddette piccole sono peggiori
delle grandi, e fanno più danno e più male,
perché colpiscono i più deboli, i più poveri, i
miseri, i miserabili, i vinti...
I vinti, sì, i vinti, proprio come Thierry Maulnier scrive nel saggio che premette alla sua
Giovanna e i giudici, un dramma d’ieri per oggi,
il dramma, anzi la tragedia di oggi.
Tutta la pièce, rifuggendo dal convenzionalismo, trova infatti la sua originalità e quindi la
sua attualità e perciò la sua verità, nella trasposizione del processo ad un «vinto» del XV secolo a tutti i «vinti» di tutti i secoli. Ogni personaggio è di conseguenza un simbolo. Donde soltanto «tre giudici senza nazionalità, .senza nome, senza stato civile e quasi senza volto, tre
giudici, ο tre poliziotti inquirenti, ο tre domestici servili, ο tre inquisitori più ο meno in buona
fede nella difesa della loro fede, ο tre funzionari che adempiono ad un compito noioso, ο tre
potenti che s'abbandonano ai tristi piaceri dell'abuso della forza di fronte ad una ragazza indifesa, ο tre vincitori accaniti nell'ottenere dal vinto
la confessione che è colpevole, ο tre agenti-politici intenti a raccogliere indizi per servire una
propaganda, — ο tutto ciò insieme, — cioè
un'immagine quasi ideale di tutta la forza sociale mobilitata per schiacciare un essere solitario e
isolato ο per ottenerne la sua sconfessione».
Processo a Socrate, processo a Gesù, processo a Giovanna, continua Thierry Maulnier, "è
sempre lo stesso processo, il processo nel quale
la grande macchina sociale è messa in moto per
soffocare in un individuo insolito, dunque
inquietante, la fragile scintilla di libera tà, di
carità, di coscienza, di coraggio ο d'amore che
brilla come una minaccia. Occorreva che
Giovanna comparisse non soltanto dinanzi ai
'suoi' giudici, ma dinanzi 'ai' giudici, dinanzi ai
giudici che attorno a noi, nel nostro secolo,
estorcono alla rivolta la confesione della sottomissione, all'onore la confessione dell'indegnità,
all'innocenza la confessione della colpa, alla
verità la confessione della menzogna. Occorreva
che Giovanna comparisse dinanzi ai giudici che
forse domani ci giudicheranno, che fin d'ora
emettono i lóro giudizi mentre noi taciamo
indifferenti, complici ο terrorizzati. Occorreva
che Giovanna comparisse dinanzi al tribunale
dell'eterna ingiustizia. Si conosce il grido di
Pascal, inquieta sentinella, per tenerci svegli
fino alla fine del mondo: 'Cristo è in agonia...'.
Fino alla fine del mondo, anche Giovanna c'impedisce di dormire, Giovanna grida a più non
posso che rifiuta di riconoscersi colpevole, che
morrà per affermare il diritto di difendere la propria non colpevolezza: e tutto ciò riguarda anche
noi. Non mi sembra che ci siano altre ragioni di
rimettere dopo tanti altri in scena il processo di
Giovanna d'Arco se il grido della giovane insorta e prigioniera, nel momento in cui viene
schiacciata, non laceri il comodo silenzio nel
quale ci assopiamo per ricordarci, fino all'angoscia, che questo silenzio non è affatto comodo,
che ciò avviene accanto a noi, che il processo di
Giovanna, la resistenza di Giovanna, il supplizio
di Giovanna ci riguardano come se la uccidessero questa notte, sotto la nostra finestra. Non
bisogna dormire. Non bisogna dormire...*
Luigi Castiglione
brano tratto dal libro L’onorevole
Mammona, in corso di pubblicazione.
LA FIERA
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3
LA FIERA
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LA FIERA
PERMANENTE
DEI LIBRI
CENTENARIO DI PASCOLI
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ANNO XXXII
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PERISCOPIO
Bosone di Higgs esiste – Scoperta particella di Dio
L'annuncio al Cern di Ginevra, in lacrime il fisico che aveva previsto
l'esistenza 48 anni fa
Alla fine il bosone di Higgs,
folcloristicamente soprannominato «particella di Dio», ha fatto
la sua comparsa in due colossali esperimenti del Cern di
Ginevra. È il punto di arrivo di
un cammino iniziato negli Anni
60 del secolo scorso. L’ultimo
tassello di un puzzle che i fisici
hanno messo insieme pazientemente in mezzo secolo di lavoro
costruendo macchine sempre
più grandi, potenti e costose.
Si chiamano bosoni, dal nome
del fisico indiano Bose che con
Fermi ne descrisse le proprietà,
le particelle che trasportano una
forza. Sono bosoni, per esempio i fotoni, cioè le particelle che
costituiscono la luce, e i gluoni,
la «colla» che tiene insieme i
nuclei degli atomi. Il bosone di
Higgs è speciale: è la particella
che conferisce una massa a
tutte le altre particelle, e quindi
in qualche modo dà ad esse l’esistenza in quanto oggetti materiali. Questa è la sua potenza
«divina».
Da ieri, dunque, conosciamo il
segreto della massa delle particelle subnucleari, e quindi sappiamo come è fatto l’universo
visibile (purtroppo stiamo parlando solo del 4 per cento di
quanto esiste, il 96% ci sfugge
perché è sotto forma di materia
ed energia invisibili). Fatto non
irrilevante, sappiamo inoltre
perché si sono spesi sette miliardi di euro nel Large Hadron
Collider, Lhc, un anello di ma
gneti lungo 27 chilometri.
Certo, gli scienziati prefe-
ANNO XXXII
- LA FIERA LIBRARIA - N. 292 - OTTOBRE 2012
PERISCOPIO
riscono essere prudenti, tutto
deve essere meglio verificato.
Solo a fine luglio una pubblicazione metterà nero su bianco
i risultati preliminari presentati
ieri mattina nell’auditorium del
Cern da Joe Incandela per l’esperimento Cms e da Fabiola
Gianotti per l’esperimento Atlas.
Altre misure saranno necessarie almeno fino alla fine di
quest’anno. L’identikit è quello
della particella tanto attesa: una
massa di 125,3 GeV. Se non
fosse il bosone di Higgs
sarebbe davvero qualcosa di
strano e, per certi versi, di ancora più interessante. Ma i margini dell’incertezza statistica
dichiarati da Incandela e
Gianotti sono minimi.
Incominciò Murray Gell-Mann
nel 1964 immaginando l’esistenza dei quark, particelle più
elementari dei protoni e dei
neutroni fino ad allora ritenuti i
mattoni ultimi dei nuclei atomici.
Fu l’inizio del Modello Standard,
il paradigma della fisica moderna, al quale subito Peter Higgs
contribuì con l’idea del suo
bosone, poi battezzato «particella di Dio» dal fisco Leon
Lederman, premio Nobel nel
1988.
L’universo così come ora lo
osserviamo è fatto essenzialmente di due tipi di quark: Up e
Down. La teoria però ne
prevede sei, che si manifestano
a energie crescenti. Uno per
volta, i fisici li hanno scoperti. Il
sesto, chiamato Top perché è
un po’ come il tetto che sta
sopra l’edificio degli altri, fu
preda del Fermilab di Chicago
nel 1995. Il modello prevedeva
anche sei leptoni. Di essi alcuni
erano già noti
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ANNO XXXII
- LA FIERA LIBRARIA - N. 292 - OTTOBRE 2012
PERISCOPIO
La Russia rievoca la vittoria su Napoleone
Maxi rappresentazione della battaglia di Borodino con 3.000 figuranti
Cento anni fa vi assistette lo
zar Nicola II, oggi, in occasione
del bicentenario, tocca al nuovo
zar del Cremlino Vladimir Putin
fare gli onori di casa alla rievocazione storica, la più grande
mai organizzata, della battaglia
di Borodino tra le truppe di
Napoleone e quelle zariste, a
un centinaio di km da Mosca.
Si tratta del combattimento
europeo più cruento sino alla
prima guerra mondiale (circa 80
mila morti in una sola giornata,
di cui oltre 40 mila russi), finito
sostanzialmente in una patta
benché ancor oggi sia i francesi che i russi pensino di aver
vinto.
Ma in ogni caso per
Napoleone fu l'inizio della fine,
perché l'esercito zarista fece
una ritirata tattica su Mosca
abbandonando la capitale al
condottiero francese con il
Generale Inverno alle porte.
Prima della rievocazione vera
e propria da parte di 3000 figuranti (500 stranieri), attesa nel
pomeriggio davanti a circa 300
mila spettatori, in mattinata è
prevista una cerimonia solenne
davanti al posto di comando di
Napoleone, presente l'ex presidente francese Valery Giscard
d'Estaing: corone di fiori, un
minuto di silenzio, poi i figuranti
sfileranno al suono della marsigliese. Cerimonia bis poi
davanti al luogo dove era
posizionata la batteria del generale Raievski, con l'inno russo.
Musica: al Festival delle Nazioni il violino
di Roby Lakatos
ANNO XXXII
- LA FIERA LIBRARIA - N. 292 - OTTOBRE 2012
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PERISCOPIO
Kim Ki-duk Leone
d'oro
PIETA' di Kim Ki-duk ha vinto il Leone
d'oro, una vittoria annunciata che arriva a
un film pieno di archetipi ispirati tutti dal
denaro, vero motore di ogni cosa. Ma è
l'America di The master a portarsi casa il
più bel bottino: Leone d'argento, per la
migliore regia a Paul Thomas Anderson,
e Coppa Volpi (alla coppia composta da
Joaquin Phoenix e Philip Seymour
Hoffman).
Un bel volano per questo film per la
corsa agli Oscar. E l'Italia? Per il nostro
Paese è quasi flop. Tre film in concorso
per ottenere un Osella per la fotografia a
Daniele Cipri (È stato il figlio) e il premio
Mastroianni per attore rivelazione a
Fabrizio Falco (perÈ stato il figlio e per
Bella addormentata. In quello di Daniele
Ciprì è la vittima sacrificale e, in quello di
Bellocchio, uno psicolabile anticattolico).
Insomma, una sorta di premio di consolazione per il nostro Paese. Mentre, come
è un po' tradizione al Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di
Venezia, un'opera come L’intervallo di
Leonardo di Costanzo, passata a
Orizzonti e non in concorso, ha ricevuto
ben sette premi collaterali, tra cui il
Fipresci (Federazione Internazionale
Critici Internazionali).
Non è la prima volta. Era già successo
nel 2008 con Pranzo di ferragosto che
non fu considerato per il concorso, ma
poi divenne un piccolo caso che incasso
al Lido il Luigi De Laurentiis e poi David
di Donatello e Nastri d'argento. In una
edizione venata di misticismo, religione e
ortodossia, oltre a The master (che si
ispira a Scientology) si portano a casa
due premi importanti il film del regista
austriaco Ulrich Seidl, Paradise faith, che
vince il Premio Speciale della Giuria con
la storia di una cattolica, troppo morbosamente praticante, e ancora il piccolo-
gioiello israeliano Fil the Volddi
ebooks
logos
novità
Gli EBOOKS della LOGOS si possono
agevolmente leggere sul monitor del proprio
computer, se ne può ingrandire e rimpiccolire il
testo e renderlo anche più oppure meno
luminoso, secondo le proprie esigenze visive,
senza ricorrere ad ulteriori spese...
ANNO XXXII
- LA FIERA LIBRARIA - N. 292 - OTTOBRE 2012
ebooks Logos
PERISCOPIO
Rama Bursthein, storia di un amore
che nasce in una famiglia ultra-ortodossa di Tel Aviv che si porta a casa la
Coppa Volpi con l'attrice protagonista
Hadas Yaron. La sceneggiatura va
invece al film di Assayas Après mai. Un
film sull'adolescenza, e non sul
Sessantotto, ha tenuto a precisare il
regista francese che ci porta indietro
alla Parigi del 1971 con protagonista
Gilles, aspirante pittore che si ritrova
impegnato nelle lotte studentesche.
Infine, il premio Luigi De Laurentiis alla
migliore opera prima va al film turcotedesco Küf diretto dal giovane Ali
Aydin. Presentato alla Settimana della
critica, è stato acquistato per l'Italia
dalla Sacher Film che lo di-stribuirà
nella primavera del 2013. Il film
affronta il dramma dei desaparecidos
turchi.
Ecco la filosofia del bloy. E
̀ la filosofia della bibbia, dei
mistici, delle anime semplicemente e profondamente religiose; la filosofia che gravita intorno ai due fatti fondamentali della storia religiosa dell’ umanità: la Caduta dell’ uomo,
esiliato in terra, il cui metaforico sonno è attraversato dalle
immagini semicancellate del perduto Eden; e la Redenzione,
monologo divino nella storia umana, che fa del sublime
Crocifisso il centro ed il lume della vita. Intorno a questi due
elementi, si inseriscono motivi di colore mistico, come la dottrina giovannea del tralcio e della vite, il paolino «Unus estis
in Christo» (Gal., 3, 28), cioè degli uomini membra sostanziali
del corpo mistico di Gesù; motivi di tendenza mistica con
sviluppi pratici, come la dottrina della Comunione dei Santi,
chiamante all’ integrale corresponsabilità degli atti umani;
motivi infine schiettamente etici come quello della libertà. La
libertà («questo dono prodigioso, inqualificabile, con cui ci è
dato di vincere il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, di
uccidere il Verbo incarnato... etc.) è per il bloy il dono divi-
no che più di ogni altro conferisce dignità all’uomo, ma al
(tempo stesso il più terrificante, perchè solo in forza della
libertà fu possibile crocifiggere il Salvatore...
Léon Bloy, Nelle tenebre, a cura
di Vittorio Di Giacomo, pagine 160, € 16
Scompare il poeta
Roberto Roversi, critico
fino all'ultimo
Tra Lotta Continua e Lucio Dalla, lui
vieta le cerimonie funebri. Napolitano,
fu interprete cambiamento societa'
E' morto a 89 anni il poeta bolognese
Roberto Roversi, malato da tempo.
Coscienza critica, libraio, fondatore delle
riviste Officina e Rendiconti delle quali è
stato anche editore, scegliendo già negli
anni Sessanta di non pubblicare più con i
'grandi'.
Consapevole fino all'ultimo, morto ieri in
casa nel centro di Bologna, ha lasciato
disposizioni precise, distinguendosi anche
in quest'ultima occasione: l'annuncio della
scomparsa doveva essere dato solo il
giorno dopo, ovvero oggi. Senza organizzare esequie ufficiali, cerimonie o commemorazioni. Sarà sepolto a Bologna,
nella cappella di famiglia.
Dopo la cremazione, un'altra scelta che
conferma "il suo comportamento di sempre", precisa la famiglia, che acconsente
ANNO XXXII
- LA FIERA LIBRARIA - N. 292 - OTTOBRE 2012
eBooks Logos
L'essenza del sacramento del matrimonio non 6 l'unione legale tra un uomo e una donna per una inseparabile comunanza di vita, come finora s'era andato sostenendo, bensì il reciproco amore tra i coniugi. Il farsi l'uno
carne dell'altro, il divenire una sola carne, come se fossero un unico essente. E un teologo gesuita, già negli anni
trenta del passato secolo, l'aveva scritto: « ...quando tra
un uomo e una donna c'è il vincolo dell'amore allora il
matrimonio c'è». E Giovanni Paolo II, nella sua prima
enciclica, l'aveva ribadito: «L'uomo non può vivere senza
amare; la sua vita sarebbe priva di senso, se non fosse
riamato, se non sperimentasse l'amore». Sicché il sacramento finisce quando l'amore muore...
In sostanza è questa la tesi sostenuta dal boterò che,
basandosi anche su recenti sentenze rotali, non fa altro in
questo suo nuovo magistrale libro che ripercorrere l'iter
del sacramento matrimoniale dal punto di vista storico,
morale, giuridico.
Silvio Botero Giraldo, La famiglia, comunità d’amore, a cura di
Massimo Ubaldi, pagine 192é, € 18
PERISCOPIO
solo a un piccolo gesto del Consiglio
comunale: un minuto di silenzio in aula
lunedì. Il suo sguardo acuto continua a
coinvolgere a largo raggio: il presidente
della Repubblica, Giorgio Napolitano,
esprime la sua commossa partecipazione
al lutto. E, a modo suo, lo fa anche
Jovanotti, twittando: "Se n'é andato il
grande Roberto Roversi un innumerevole
poeta. Scrisse anche Chiedi chi erano i
Beatles". La canzone degli Stadio è tra le
tante con i testi di Roversi, scritti prima per
Lucio Dalla (anche Nuvolari): Jovanotti ne
parafrasa il titolo facendo nascere una
nuova 'tag' (#chiedichieraroversi).
Lui aveva quasi novant'anni e non era
su Twitter, ma quella 'tag' viene subito
rilanciata: Eleonora dice che è 'volato via',
massi ricorda che "un fiume scorre sul
divano di pelle", Laura che "il viaggio così
nisce".
"Conservo altri testi di Roberto - fa
sapere il leader degli Stadio, Gaetano
Curreri - a cui stavamo lavorando per il
futuro. Ci sentivamo spesso".
"E' l'ennesimo lutto del mondo della cultura bolognese", commenta il sindaco
Virginio Merola. Solo nel marzo scorso era
morto proprio Lucio Dalla. Il presidente
dell'Emilia-Romagna, Vasco Errani, ricorda
poi la sua "fermissima passione civile".
Già, lui preferì, abbandonando gli editori,
distribuirsi da solo fogli fotocopiati o collaborare con piccole realtà autogestite. Allora
non c'era internet. Nel 1955 fondò la rivista
Officina con Francesco Leonetti e Pier
Paolo Pasolini, nel 1961 anche Rendiconti,
di cui recentemente si pensava a una riedizione. Ha scritto moltissimo: romanzi,
versi, testi teatrali e 'fogli sparsi', amava
dire.
Era stato anche direttore del giornale
Lotta Continua. Recentemente scrisse il
manifesto di 'Ad Alta Voce', rassegna che
richiama ogni anno a leggere in piazza
decine di 'big' della cultura (in ottobre la
dodicesima edizione). Nel 2006 ha chiuso i
battenti la libreria antiquaria Palmaverde di
Bologna che Roversi ha gestito quasi sessant'anni, dal 1948, con la moglie Elena.
Nel 2007 gli morì di cancro l'unico figlio,
Antonio, sociologo e docente. Nel 2010
editò in 50 esemplari fuori cdi Giulia Seno
E' morto a 89 anni il poeta bolognese
Roberto Roversi, malato da tempo.
Coscienza critica, libraio, fondatore delle
riviste Officina e Rendiconti delle quali è
stato anche editore, scegliendo già negli
anni Sessanta di non pubblicare più con i
'grandi'.
Consapevole fino all'ultimo, morto ieri in
casa nel centro di Bologna, ha lasciato disposizioni precise, distinguendosi anche in
quest'ultima occasione: l'annuncio della
scomparsa doveva essere dato solo il
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ANNO XXXII
- LA FIERA LIBRARIA - N. 292 - OTTOBRE 2012
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Notre jeunesse è comunemente posta fra i capolavori della
prosa di Péguy. E una parola difficile questa nel caso di Péguy,
che il «capolavoro» in realtà non lo scrisse mai (ed è una delle
ragioni per cui la sua fama non oltrepassò determinati ambienti), ma certo essa è una delle opere sue più salde, per fedeltà a
un tema cen- trale e per costanza di ispirazione. Mentre
possiede alcune fra le pagine bellissime di Péguy, va relativamente immune da quelle dispersioni e quei ristagni che pesano
sovente sulla sua opera, raggiungendo cosi una sua completezza, che per- mette di presentarla, in qualche modo, come esemplare...
Charles Pégny nacque a Orléans il 7 gennaio 1873 da famiglia di
piccoli artigiani di origine contadina. Ottenuta una borsa di studio
compi gli studi liceali a Orléans e Parigi. Fu ammesso alla Scuola
Nor-male (1894) dove ebbe maestro Bergson; la lasciò senza terminare il corso (1897). Scoppiato l'affare Drey-fùs (1897) vi partecipò
in campo dreyfusista. Nel 1898 fondò con Blum e Herr la «Libratile
socialiste» Georges Bellais. La-sciata la Librairie fondò i «Cahiers de
la Quinzaine» (1900), libero osservatorio su tutta la vita francese, da
cui passarono parecchi fra i noti ingegni e qualcuno fra i grandi nomi
del tempo. Nei «Cahiers pubblicò tutte le sue opere. Scoppiata la
guerra parti volontario e . cadde a Villeroy alla vigilia della battaglia
della Marna (5 settembre 1914).
Charles Péguy, La nostra giovinezza,
a cura di Massimo Ubaldi, pagine 224, € 18
PERISCOPIO
giorno dopo, ovvero oggi. Senza organizzare
esequie ufficiali, cerimonie o commemorazioni.
Sarà sepolto a Bologna, nella cappella di
famiglia.
Dopo la cremazione, un'altra scelta che conferma "il suo comportamento di sempre", precisa
la famiglia, che acconsente solo a un piccolo
gesto del Consiglio comunale: un minuto di silenzio in aula lunedì. Il suo sguardo acuto continua
a coinvolgere a largo raggio: il presidente della
Repubblica, Giorgio Napolitano, esprime la sua
commossa partecipazione al lutto. E, a modo
suo, lo fa anche Jovanotti, twittando: "Se n'é
andato il grande Roberto Roversi un innumerevole poeta. Scrisse anche Chiedi chi erano i
Beatles". La canzone degli Stadio è tra le tante
con i testi di Roversi, scritti prima per Lucio Dalla
(anche Nuvolari): Jovanotti ne parafrasa il titolo
facendo nascere una nuova 'tag' (#chiedichieraroversi).
Lui aveva quasi novant'anni e non era su
Twitter, ma quella 'tag' viene subito rilanciata:
Eleonora dice che è 'volato via', massi ricorda
che "un fiume scorre sul divano di pelle", Laura
che "il viaggio così nisce".
"Conservo altri testi di Roberto - fa sapere il
leader degli Stadio, Gaetano Curreri - a cui stavamo lavorando per il futuro. Ci sentivamo spesso".
"E' l'ennesimo lutto del mondo della cultura
bolognese", commenta il sindaco Virginio Merola.
Solo nel marzo scorso era morto proprio Lucio
Dalla. Il presidente dell'Emilia-Romagna, Vasco
Errani, ricorda poi la sua "fermissima passione
civile". Già, lui preferì, abbandonando gli editori,
distribuirsi da solo fogli fotocopiati o collaborare
con piccole realtà autogestite. Allora non c'era
internet. Nel 1955 fondò la rivista Officina con
Francesco Leonetti e Pier Paolo Pasolini, nel
1961 anche Rendiconti, di cui recentemente si
pensava a una riedizione. Ha scritto moltissimo:
romanzi, versi, testi teatrali e 'fogli sparsi', amava
dire.
Era stato anche direttore del giornale Lotta
Continua. Recentemente scrisse il manifesto di
'Ad Alta Voce', rassegna che richiama ogni anno
a leggere in piazza decine di 'big' della cultura (in
ottobre la dodicesima edizione). Nel 2006 ha
chiuso i battenti la libreria antiquaria Palmaverde
di Bologna che Roversi ha gestito quasi sessant'anni, dal 1948, con la moglie Elena. Nel 2007 gli
morì di cancro l'unico figlio, Antonio, sociologo e
docente. Nel 2010 editò in 50 esemplari fuori
commercio la versione integrale del poema
'L'Italia sepolta sotto la nevé.ommercio la versione integrale del poema 'L'Italia sepolta sotto la
nevé.[Giulia Seno. Fonte: Ansa)
ANNO XXXII
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PERISCOPIO
Torah e storiografie
dell'Antico Testamento
Il pensare di bonaventura è sempre un pensare «biblico», la sua
espressione tende sempre a riprendere le parole della Scrittura,
inserendole con singolare naturalezza nel contesto del suo discorso. Ciò però non significa che ci sia mai in Lui un incriteriato
fideismo; anzi, seguendo la bibbia egli tende ad assimilare alla
vita delllEssere, cercando agostinianamente di intendete, nella
partecipazione della Luce divina, il senso profondo della vita come
dono, al fine di partecipare più intensamente di Dio. In questo
medesimo senso bonaventura propone la lettura dell'opuscolo Le
sei ali del Serafino. Sei sono le ali dei Serafini, delle più alte creature angeliche che, secondo Isaia (6,1 ss.), stanno direttamente
innanzi a Dio. bonaventura intende che come il Serafino ha sei ali,
così il prelato, colui che ha la gravissima responsabilità non solo
della sua personale salvezza, ma anche della vita di coloro che gli
sono affidati e che deve in nome di Dio liberare dal peccato per
renderli degli della messe divina, debba avere le virtù fondamentali. Tali sei virtù sono : 1) lo zelo della giustizia; 2) la «religiosa
pietà; 3) la pazienza; 4) una vita esemplare; 5) l'acutezza e la sensatezza nelle diverse situazioni della vita; 5) la devozione versο
Dio.
San Bonaventura, Le sei ali del serafino,
a cura di Massimo Ubaldi, pagine 144,€ 10.
È in libreria l'atteso volume che completa la
prestigiosa opera Logos / corso di studi bibliciI i
cui testi guidano studenti e lettori attraverso le
questioni introduttive e lungo i percorsi dell'esegesi fino alla ricerca del significato permanente e
attuale dei testi biblici.
(dalla Presentazione del volume Torah e storiografie dell’Antico Testamento)
«Logos» sta giungendo al termine del suo
cammino con la pubblicazione del secondo volume della serie.
Dopo quello della Introduzione generale erano
apparsi in ordine vario il volume dei Libri profetici e quello dei Sapienziali, per l’AT. Per il NT la
successione di Sinottici e Atti, Letteratura paolina
e Letteratura giovannea avvenne in ritmo
costante. Intanto era comparsa la prima parte del
volume delle teologie bibliche, dedicata all’Antico
Testamento, a opera di Marco Nobile, seguita poi
dal testo di Segalla per il Nuovo. Quasi tutti
questi volumi hanno già avuto ristampe, alcuni
addirittura una seconda edizione (l'Introduzione
generale, i Sinottici e, fra poco, i Sapienziali).
Ora giunge il volume sul Pentateuco, curato dal
professore Gian Antonio Borgonovo.
Giunti al termine di una vicenda non priva di
imprevisti e di ostacoli, viene spontaneo uno
sguardo retrospettivo. Il primo ricordo va agli
autori che non sono più fra noi: fra i responsabili
dei volumi ricordiamo Mauro Laconi, domenicano ligure che operò a Torino e che ha curato la
prima edizione del nostro volume 5, dedicato ai
Sinottici; Antonio Bonora, di Mantova, aveva
curato il volume 3, dedicato ai Sapienziali;
Giuseppe Segalla fu l’autore del volume 8/2 sulla
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ANNO XXXII
- LA FIERA LIBRARIA - N. 292 - OTTOBRE 2012
eBooks Logos
A.D.Sertìllanges, filosofo e teologo domenicane 18631948), fu lettore di teologìa nelle scuole dell'Ordine domenicano, segretario della prestigioso «Revue thomiste», poi prof,
di filosofia. Divenne membro dell'Accademia francese
(classe di scienze morali e politiche), e ciò fece dire che egli
«aveva fatto entrare San Tommaso sotto la cupola del maggior istitituto. di Francia»; di San Tommaso il Ser-tillanges fu
uno fra i più brillanti e-spositorì moderni. Insegnò ancora in
Olanda ed a Le Saukhoir, infine a Parigi. Predicatore eccellente, scrittore brillante ed a volte paradossale, tomista profondo ma con interpretazioni personali, esplicò in tutti i
campi una mirabilie ed indefessa attività intellettuale, senza
però mai disperdersi: la varietà dei doni e la sua potente personalità che li univa sono le linee essenziali della sua fisionomia morale, sostenuta da grande energia, da un vigoroso
ottimismo, da una squisita sensibilità artistica e da un altissimo senso del dovere e del valore del lavoro. Con i suoi
numerosi scritti esercitò una vastissima influenza nei campo
del pensiero.
A. D. Sertillanges, Preghiera e musica,
a cura di Michele brini, pagine 120, € 10.
PERISCOPIO
Teologia del NT. L'indice dei volumi richiama altri nomi, altrettanto cari e apprezzati,
di maestri e colleghi defunti [...] La maggioranza degli autori però è ancora operante e
rappresenta il lavoro esegetico che da oltre
vent’anni a questa parte viene svolto in tutta
Italia.
In questi anni il panorama degli studi biblici ha avuto una progressiva evoluzione a
causa dello sviluppo delle discipline ausiliarie e delle metodologie di ricerca. [. . . ] Di
tali novità si incontrano tracce a volte rilevanti nei volumi più recenti della nostra collana. Il presente volume secondo, sui libri
del Pentateuco, offre un esempio particolarmente stimolante del modo ritenuto oggi più
adeguato nell’affrontare il problema di una
letteratura tanto problematica, grazie agli
interventi altamente qualificati degli autori
specialisti in materia.
La proposta didattica di questo corso di
studi biblici venne studiata negli anni
cinquanta
e
maturò
all’interno
dell'Associazione Biblica Italiana, a cui
aderiva la quasi totalità dei nostri esegeti.
Diversi editori si misurarono con imprese
del genere, ma solo alla Elledici riuscì di
giungere al termine, prima con la collana “Il
messaggio della salvezza”, poi con l’attuale
Corso di studi biblici LOGOS, che rinnova la
precedente. La novità del progetto era costituita dalla presenza contemporanea di
trattazioni introduttive ai libri biblici, di saggi
di esegesi dei libri studiati e di esposizioni di
tematiche di teologia biblica presenti negli
stessi libri. Si otteneva così un’immediata
verifica in esercizio d’opera dei principi
accostati nell’introduzione. La diversità
degli autori garantiva anche una presa di
visione di una pluralità di sensibilità e di
metodologie costituenti la ricchezza del
momento esegetico attuale. [. . .]
Professore all’Università Cattolica e
Dottore della Biblioteca Ambrosiana, l’A. ci
offre nella poderosa Introduzione un ampio
panorama della ricerca, a partire dalla
quale ha elaborato una visione originale e
armonica del Pentateuco. Ne costituiscono
il complemento alcuni saggi esegetici e
tematici, curati dallo stesso Borgonovo e da
altri noti studiosi. Siamo loro grati per il
prezioso apporto alla formazione biblica
degli Studenti delle Facoltà teologiche e
degli Istituti di Scienze Religiose, che siamo
certi sarà apprezzato dai colleghi Docenti.
ANNO XXXII
- LA FIERA LIBRARIA - N. 292 - OTTOBRE 2012
eBooks Logos
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PERISCOPIO
Credere ancora?
La fede secondo
Benedetto XVI
Un libro che incrocia analisi del vissuto religioso dell'uomo di oggi e riflessione attorno
alle immutabili dinamiche della "ricerca" e
dell'atto di fede. Sono pagine che con piglio
accattivante e linguaggio accessibile anche
ai non addetti ai lavori ragionano di fede,
bellezza, santità, infinito, verità, destino,
cuore, inquietudine, gioia, razionalità ed
irrazionale, individuo e comunità, trionfalismo e umiltà, rivoluzione e conversione,
parola e silenzio di Dio, crisi e riforme della
Chiesa. Innumerevoli le citazioni dagli scritti e dai discorsi di Joseph Ratzinger, che
forniscono all'opera la sua intima e vera
ossatura.
Autori: Fucili Paolo
N.ro pagine: 64 - prezzo: € 6.00
È in libreria il nuovo libro CREDERE
ANCORA? La fede secondo Benedetto
XVI di Paolo Fucili (Editrice Elledici,
pagg. 64, prezzo 6,00 €).
La famiglia, «comunità di amore e di vita» è la forma tipica per
riferirsi alla comunità domestica. I termini «amore» e «vita» sono in
stretta relazione con le due dimensioni della coppia umana, unitiva
e procreativa. E questo nuovo saggio del Boterò vuole appunto
unire i due elementi che, lungo il corso della storia dell'uomo, appaiiono strettamente connessi. E proprio per questo l'autore, perspicace moralista e lungimirante, sviluppa la riflessione in tre capitoli
nei quali offre una prospettiva diversa ma complementare: il primo è
così di taglio socio/antropologico; il secondo, storico/teo-ilogico ed
il terzo magisteri ale/pastorale... Contrapponendo coloro che lottano
perché l'economia stia al servizio dell'uomo alla faziosità capitalistica che preme perché l'uomo serva all'economia del mondo, egli fa
così rilevare come la soluzione resta nell'instaurarsi di una nuova
cultura della vita, frutto della verità e dell'amore nell' unità/fecondità.
J. Silvio Boterò Giraldo è sacerdote redento-lista. Si è licenziato in
Diritto canonico e in Teologia dogmatica nell'Università «Comu_-as»
(Madrid). Laureato in Teologia morale nell'Accademia attonsiana
dell'Università lateranense di Roma. Insegna in diverse Università pontificie detta Colombia. Collabora con la Cathedra di teologia morale, con
Itepal, l'Istituto dei Celam a Bogotà. E autore di una quarantina di libri
1, e una cinquantina di saggi pubblicati in riviste dell'Europa e
dell'America Latina.
Silvio botero Giraldo, La famiglia comunità d’amore,
(Dialettica tra unità e fecondità), pagine 192, € 18.
L’agile volumetto, che esce ad apertura
dell’”Anno della fede” (2012-2013) proclamato da Benedetto XVI, offre risposte alle
grandi domande su perché e come credere:
preziosa occasione per tornare all’‘essenziale’ del credere e dell’annuncio cristiano,
con la rassicurante guida di un Papa che ha
fatto dell’essenzialità l’inconfondibile ‘carattere’ del suo magistero e del pontificato.
Il percorso seguito dal libro parte dall’umana sete di infinto che ispira ogni esperienza religiosa, si imbatte nel rivoluzionario
avvenimento cristiano dell’Incarnazione,
affronta la cruciale e sempre attuale
domanda ‘chi è’ Gesù di Nazaret, non
trascura neppure lo ‘scoglio’ contro cui
cozza inesorabile ogni apologia del cristianesimo: l’istituzione e la missione della
Chiesa e le ombre dei suoi 2.000 anni di
storia che fan dire oggi a tanti uomini e
donne “Gesù sì, Chiesa no”.
Il risultato è un libro che incrocia analisi del
vissuto religioso dell’uomo di oggi e riflessione attorno alle immutabili dinamiche
della ‘ricerca’ e dell’atto di fede.
Pagine che con piglio accattivante e linguaggio accessibile anche a ‘non addetti ai
lavori’ ragionano di fede, bellezza, santità,
infinito, verità, destino, cuore, inquietudine,
gioia, razionalità ed irrazionale, individuo e
comunità, trionfalismo ed umiltà, rivoluzione e conversione, parola e silenzio di
Dio, crisi e riforme della Chiesa.
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ANNO XXXII
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PERISCOPIO
«Lo hobbit» compie 75
anni.
«I proscritti che errano oggi attraverso il mondo, e che non
trovano asilo in nessun luogo, con il pretesto che il loro passaporto non sia in regola, permettono di ben prevedere i nuovi
metodi mediante i quali sarà nel futuro attuata la lotta per la
vita. si può peccare per azione e per omissione; è ugualmente
facile sterminare con l’azione e con l’omissione. L’eccessiva ricchezza ha fatto diventar folli le patrie. La miseria le farà diventar feroci. Lo svolgimento degli effetti e delle cause potrà ormai
essere arrestato soltanto con un altro mira- colo, simile a quello
che fu annunciato, venti secoli fa, da un angelo ad alcuni pastori. Il fronte della cristianità è stato rotto, non mi stancherò di
scriverlo, la sconfitta delle coscienze è un fatto smisurato, dalle
conseguenze incalcolabili. nessuno sembra dubitarne, i pastori
con- tano le loro pecore e si rassicurano pensando che il loro
numero non sia diminuito come prevedevano i profeti di sciagure come me... Dico che la solidarietà della cristianità universale di fronte a scandali più grandi, intollerabili, non è stata
mantenuta, i cristiani hanno agito ciascuno per sé... L’umanità
riscattata, resa partecipe della divinità come c’insegna la liturgia della messa, è inchiodata alla croce, ma che gliene importa
ai Farisei dal momento che hanno pagato la decima e rispettato
il sabato?»
Georges Bernanos, Il cammino di Cruz das Almas, A
cura di Luigi Castiglione, pagine 176, € 18;
Il romanzo di J.R.R. Tolkien presto su
grande schermo
«Questo libro è buono e può interessare
bambini dai 5 ai 9 anni». Iniziò con questa
recensione affidata a un ragazzino di 10
anni, figlio del celebre editore inglese
Stanley Unwin, la fortuna di Lo Hobbit di
J.R.R. Tolkien pubblicato per la prima volta
75 anni fa, nel settembre 1937, in In-ghilterra.
Il romanzo, scritto per un pubblico di
bambini e ambientato nel fantastico mondo
della Terra di Mezzo, ebbe un successo
immediato.
Le prime 1.500 copie stampate da
Allen&Unwin andarono a ruba entro il
Natale di quell'anno costringendo l'editore a
nuove ristampe. Ristampe destinate a non
finire mai e che ne avrebbero fatto nel
tempo uno dei libri più venduti di sempre,
tradotto in 42 lingue.
Scritto prima della celeberrima trilogia
del 'Signore degli anelli', 'Lo Hobbit' anticipa
e in parte introduce i temi sviluppati da
Tolkien nei romanzi successivi.
Nelle avventure di Bilbo Baggins, nella
battaglia dei cinque eserciti che si contendono l'oro del drago Smaug — che per
Tolkien simboleggiava l'industria moderna
che tutto mangia e consuma — c'è la lotta
tra il bene e il male, la fratellanza, l'avventura.
E a 75 anni di distanza per festeggiare
l'immortale successo di quest'opera è in
arrivo il primo film (dei tre previsti) tratto dal
romanzo di Tolkien.
Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato', firmato da Peter Jackson, lo stesso regista
che ha contribuito a far amare ai ragazzi di
mezzo mondo la storia di Frodo e della
compagnia dell'anello, uscirà in Italia il 13
dicembre.
LUIGI CASTIGLIONE
SALVARSI DAL NULLA
La perdizione esistenziale
in Georges bernanos
EDIZIONI LOGOS
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ANNO XXXII - LA FIERA LIBRARIA - N. 292 - OTTOBRE 2012
PERISCOPIO
DA FATTORI AL NOVECENTO
Opere inedite dalla collezione Roster, Del Greco, Olschki
A cura di Francesca Dini e Alessandra Rapisardi
LEO S. OLSCHKI EDITORE
ANNO XXXII
- LA FIERA LIBRARIA - N. 292 - OTTOBRE 2012
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PERISCOPIO
Paolo De Benedetti
Oltre altre 300 lettere in vendita
All’astaVerga
ai familiari
La «storia» completa delle ancora
inedite «lettere di Verga ai familiari»,
si troverà nel libro di Luigi
Castiglione, Digressioni verghiane, di
imminente pubblicazione; querllo che
segue n’è semplicemente un brano.
Furto o non furto, denuncia o non
denuncia, speculazioni politiche o disinteresse istituzionale, le due aste fatte
(quella di Christie’s del 2008 e quella di
Bolaffi del 2012) e quella che si annuncia sono la conseguenza dell’avversione
di qualche politico nei confronti di
Verga...
Molte erano le persone, gl’intellettuali, che frequrntavano Casa Verga, oggi
sede della Fondazione Verga (una
mastodontica organizzazione con statuto, Consiglio di amministrazione: 14
persone, presieduto dal Magnifico rettore dell’Università di Catania, tra l’altro
professore ordinario in materiali macromolecolari dal 1996, professore ordinario in chimica (1986-1995), professore
associato in chimica (1982-1986), rappresentante dei docenti (area tecnico
scientifica) in Senato accademico
(1996-1999), preside facoltà ingegneria
università di Catania dal 1999 al 2005;
Consiglio scientifico: 20 persone, tra le
quali parecchi illustri incompetenti verghiani...
Difficile credere che tra tutte quelle
persone non ci siano stati «spigolatori»,
perché difficilmente si spiegherebbero
l’uscita ad esempio delle «lettere alla
madre»(acquistate dalla Regione, delle
letttere a Capuana recentemente vendute all’asta da Bolaffi, le lettere a E.
Calandra, le 687 «Lettere sparse» diligentemente raccolte in volume da
Giovanna Finocchiaro Chimirri...
Ora, nonostante le crisi vere e quelle
fasulle, bisogna evitare di commettere i
grossolani errori che sono stati commessi nel passato...
Trattandosi di uno scrittore della sta-
tura di Giovanni Verga - a parlare è proprio l’autorevole Enzo Zappulla, presidente dell'Istituto di Storia dello Spettacolo Siciliano e tra i promotori dell'appello ai consiglieri (assessori) politici del
parlamento regionale[...]- le lettere di
Verga ai familiari rivestono grande
importanza per la loro ”sincerità”. Infatti
contengono informazioni, come abbiamo
avuto modo dì constatare anni fa - allorché un privato collezionista le offrì in
vendita proprio all'Istituto di Storia dello
Spettacolo Siciliano - sulla stesura delle
opere narrative, sulle beghe relative a
«Cavallerìa rusticana», sulle difficoltà
economiche in cui si dibatteva la famiglia Verga e di cui lo scrittore si faceva in
larga parte carico". "L'interesse risulta
maggiore - continua l'avvocato Zappulla
- se si considera che l'Istituto di Storia
dello Spettacolo Siciliano è in possesso
di una copia delle lettere del fratello
Mario allo scrittore; ciò consentirebbe,
nel caso di acquisizione al patrimonio
regionale di quelle offerte all'asta, di
ricostruire bilateralmente il carteggio di
Giovanni Verga con il fratello Mario,
acquisendo una serie notevole di informazioni private".
Ecco perché la stessa Maria Grazia
Patané, direttrice della Bibilioteca Regionale di Catania è allora volata a
Parigi, con incarico assessoriale,[...] In
caso di felice esito delle procedure di
acquisto, già avviate - ha dichiarato soddisfatta la Patanè - il carteggio incrementerà il Fondo verghiano della nostra
Biblioteca Regionale per volere dell'Assessorato regionale ai Beni Culturali e
Ambientali, con il plauso del Consiglio
regionale dei Beni Culturali e di tutto il
mondo accademico e del pubblico studioso". L’'epistolario offre, tra l'altro,
richiami di celebri vicende letterarie,
come nel caso del contenzioso con
Mascagni. «La puntuale verifica che ho
potuto eseguire a Parigi, nelle migliori
Introduzione
al giudaismo
Un antico maestro
della Mishnà, Ben
Bag Bag, diceva:
«Volgila e rivolgila,
tutto vi è in essa
[nella Torà]» (Avot
5,22).
Tutto è nella Torà,
ma bisogna voltarla
e rivoltarla: Dio ha
parlato, ma l’uomo deve metterci il
commento. Intorno a questi due
pilastri dell’ebraismo si «aggirano» le
pagine che seguono: si aggirano perché non hanno una meta, un punto
di arrivo, ma vogliono solo essere
momenti di una frequentazione infinita (una ruminatio, direbbero i Padri)
della Torà scritta e orale.
Ci sono tanti modi di introdurre al
giudaismo: infatti il giudaismo è plurale, e questa pluralità – nelle idee,
nei tempi, nei luoghi, nelle identità –
è la sua forza.
Perciò molte sono le porte per
entrarvi e viverci, o anche solo per
conoscerlo. Una porta è quella che
anche il Nuovo Testamento indica nel
farsi carne, cioè realtà variamente
terrena e sensibile, della parola (per
Israele la Torà, per i cristiani Gesù).
Fuori di questa concreta «vocalità»
divina – se così si può dire –, di Dio
non sapremmo mai nulla, se non,
appunto, chiamarlo Ain, «Nulla», o
Mi?, «Chi?», secondo i maestri della
qabbalà. Ma Ain è divenuto Anì, «Io»,
e perciò abbiamo un Tu e non siamo
più soli.
Paolo De Benedetti, Introduzione
al giudaismo, Morcelliana, pagine
208, € 11.50.
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ANNO XXXII
- LA FIERA LIBRARIA - N. 292 - OTTOBRE 2012
P
PERISCOPIO
Destino di Péguy
Più che mai rivolu-zionario,
Péguy capi, sul legno della
croce che non bisogna aspettarsi da una rivoluzione
umana, da sfor-zi soltanto
umani, un cambiamento decisivo. Non è solo l’economicismo ad essere insufficiente. Vi è
tutto l'umanesimo, tutto l'immanentismo che sono colpiti
dalla sterilità. L'unico cambiamento reale è di ordine ontologico, metafisico, religioso.
La rivoluzione sarà l'opera del
Paraclito ο non sarà affatto...
Contro un cristianesimo
disincarnato, Péguy afferma
che la rivoluzione del Vangelo
non può essere reale se non
distrugge realmente i mali e
cambia realmente le strutture
oppressive. Ma contro un
socialismo immanentista, egli
af-ferma anche e dall'inizio che
questa rivoluzione non può
procedere dalla semplice
volontà umana, che essa deve
nascere da Dio. Deve certamente prendere a prestito gli
itinerari della terra, le dure ed
oscure ed ingrate vie umane.
Ma essa non verrà da uomini
soltanto generosi, morali,
altruisti. Ciò che la rivoluzione
evangelica reclama, sono
uomini nuovi, uomini che abbiano superato la prova
pasquale, uomini morti e
resuscitati in Cristo... (dal saggio di Jean Bastaire)
Un immenso arazzo diviso in due parti; nella
prima campeggia la cattedrale di Parigi e si esprime
l'amore di Péguy per la
città dove vive, lavora e
soffre; il secondo momento è invece scandito dall'alta poesia della Presenfazione della Beauce a Notre-Dame di Chartres, e
dalle cinque preghiere nella Cattedrale...
Già all'inizio della Presentazione, in cui il poeta
prega, ma resta sulla strada, contemplando da lontano, ο nell'albergo ο davanti alla Cattedrale, esplode il «canto profondo
dell'anima» e si dimentica
la musica «un po' troppo
parnassiana» dell'addio a
Parigi; e poi l'orchestrazione piena e fascinosa
della preghiera dentro Notre-Dame, segno della sua
resa totale alla Grazia, che
accompagna le confidenze che mettono a nudo il
terreno scosceso del suo
spirito e della sua carne, il
segreto lacerante del suo
cuore, e la pace pienamente riconquistata con
l'aiuto della «Regina delle
paci e dei disarmi».
Notre jeunesse è comunemente posta fra i capolavori della prosa di Péguy. È
una parola difficile questa
nel caso di Péguy, che il
«capolavoro» in realtà non
lo scrisse mai (ed è una delle
ragioni per cui la sua fama
non oltrepassò determinati
ambienti), ma certo essa è
una delle opere sue più
salde, per fedeltà a un tema
centrale e per costanza di
ispirazione. Mentre possiede alcune fra le pagine bellissime di Péguy, va relativamente immune da quelle
dispersioni e quei ristagni
che pesano sovente sulla sua
opera, raggiungendo così una sua completezza, che
permette di presentarla, in
qualche modo, come esemplare....
Bergson da parte sua
riconosceva scrivendo di
Péguy in questi termini:
«Aveva una straordinaria
capacità di andare oltre la
materialità degli esseri, superarla e giungere alla loro
anima. È così ch’egli ha penetrato il mio pensiero più
segreto, come io avrei voluto e non ho saputo esprimerlo ».
www.edilogos.com - [email protected]
condizioni grazie alla professionalità e
alla disponibilità del personale Chrìstie's
- ha poi concluso la Patanè - ha confermato tutte le premesse anticipate dalla
stampa nazionale e dai media, univocamente orientate all'acquisizione della
preziosa testimonianza verghiana». La
vicenda dell'epistolario all'incanto da
Chrìstie's - su cui si era soffermato Paolo
Di Stefano sulle colonne del «Corriere
della Sera», ricondurrebbe addirittura ad
una vicenda lontana nel tempo, allorquando nel1973 – come spiega Sarah
Zappulla Muscarà, docente di Letteratura
Italiana nell'Università di Catania e
attenta studiosa di Verga – «gli eredi
dello scrittore m’informarono di avere
denunziata alla Procura della Repubblica
di Catania la scomparsa da Casa Verga di
un ingente materiale documentario, tra
cui manoscritti e circa mille lettere dello
scrittore ai familiari. In quella occasione
vennero anche fornite indicazioni circa i
possibili responsabili. Nel 1983 gli atti
relativi a tale denunzia risultavano ancora presso la Polizia Giu-diziària, per
indagini. Agli eredi non risulta che sia
stata adottata alcuna ulteriore iniziativa.
«Forse l’acquisizione di queste lettere
potrebbe finalmente svelare un mistero
lungo trentanni e passa. Per un altro
mistero – assai più prosaico – rimaniamo
invece nel ventre di Catania.
Ora il giornalista Paolo di Stefano
dimostra di essere stato malamente informato quanto Sarah Zappulla Zuccarà e
Maria Patané due persone erudite, ciascuno nella sua materia, e intelligente...
Dal punto di vista giuridico infatti l’attuale proprietario, oltre ad avere tutti i
documenti che ne dimostrano la legale
acquisizione, ha dalla sua parte la legge,
il codice civile e il testo unico del
Ministero dei beni culturali...
ANNO XXXII
- LA FIERA LIBRARIA - N. 292 - OTTOBRE 2012
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BIBLIOTECA
Davide Poggi
Lost and Found
in Translation?
La gnoseologia dell’Essay
lockiano nella traduzione
francese di Pierre Coste
L’analisi della filosofia critica a base sperimentale che JohnLocke propone all’interno dell’Essay concerning Humane
Understanding (16901) offre l’occasione
per esaminare lavalidità della traduzione
francese di Pierre Coste (17001),
che costituì il tramite insostituibile per la
diffusione e la ricezione del pensiero teoretico lockiano nell’Europa prevalentemente francofona del XVIII secolo.
L’approfondimento della gnoseologia del
pensatore inglese e insieme dei punti di
riferimento con- cettuali e lessicali di
Coste e, a monte, di Locke consente al
lettore di comprendere le difficoltà e i pericoli insiti nella traduzione ‘filosofica’, un
processo inesauribile che mira a un’ideale compositio tra le istanze dei destinatari (l’esigenza di comprensione del
testo) e quel- le dell’autore (il ‘dovere’ di
pre- servare la propria originalità). L’Essai
philosophique concernant l’Entendement
humain rivela così tutta la sua importanza
nel far emergere,in relazione ai principali
nuclei tematici dell’indagine lockiana (in
primis, i concetti di mind e consciousness/self-consciousness), il complesso
rapporto tra il pensatore inglese e il contesto filosofico sia anglosassone che
francese, nelle sue varie declinazioni a
partire dal comune riferimento alla matrice
cartesiana.
Davide Poggi, Lost and Found
in Translation? La gnoseologia
dell’Essay lockiano nella traduzione francese di Pierre Coste,
Olschki, 2012, Lessico Intellettuale Europeo, vol. 116, 2012,
cm 17x24, X-326 pp.
Étienne Balibar
CITTADINANZA
Bollati/Boringhieri, 2012, pagine 178,
€ 9.
Se le categorie politiche fondamentali fossero rappresentabili sotto
forma di corpi geometrici, la cittadinanza sarebbe uno di quei poliedri
rotanti a superficie riflettente che creano insieme effetti luministici e zone
d’ombra.
Con sapientissimo discernimento
Étienne Balibar scruta una a una le
facce di quel solido, più numerose – e
molto più incrinate – di quanto si
potrebbe supporre.
Il significato dell’essere cittadini era
infatti tutt’altro che univoco e pacificato, già agli albori della politica in
Occidente.
E la modernità lo ha mostrato ancor
più enigmatico e conflittuale. Indissociabile dalla democrazia, e dalle
rivendicazioni di uguaglianza e libertà
da cui trae essa origine, la cittadinanza si ridefinisce ogni volta all’interno
della contraddizione irrisolta tra
vocazione universale dei principi e
dispositivi selettivi che regolano l’appartenenza a una comunità politica.
Non tutti sono cittadini, anche all’interno di uno stesso Stato-nazione.
Fu detto acutamente, tempo fa, che
«alcune persone sono nella società
senza essere della società».
La dinamica di inclusione ed esclusione continua a generare drammatiche asimmetrie, a operare aperture e chiusure soprattutto oggi, in un
momento di particolare fragilità dello
spazio pubblico e di trasformazione
della sovranità nazionale.
Troppe antinomie dunque nella cittadinanza?
Balibar non se lo nasconde, ma sa
che rinunciarvi equivarrebbe a negarsi la possibilità di ideare nuovi modi di
autonomia collettiva, in una parola di
democratizzare la democrazia.
Gabriella Genisi
UVA NOIR
Sonzogno Editore , 2012, pagine,
192, € 16.
Per rosolare Giovanni a puntino,
vado giù di focaccia. La focaccia dalle
parti nostre è faccenda seria, ha quasi
il valore di una madeleine proustiana,
ci basta l'odore per essere felici. E non
lo dico per vantarmi, ma la focaccia
come viene a me non viene a nessuno.
Provare per credere. E quando
Giovanni l'assaggerà, sarà come
assaggiare il corpo morbido mio
In una Bari sonnolenta e distratta,
dove i tanti scandali scuotono il perbenismo della città, un bambino scompare, e qualche giorno dopo viene
ritrovato senza vita nel giardino della
villa di famiglia.
Le indagini di polizia si rivelano
subito piuttosto complesse.
Tra i sospettati c'è la mamma del
bimbo, donna molto bella e inquieta,
meglio conosciuta con il soprannome
di Uva 'gnura, Uva nera.
Separata dal marito, un farmacista
assai noto e rispettato, la donna risulta
essere invischiata in affari loschi e frequentazioni malavitose.
Ma il caso si ingarbuglia terribilmente, un vero rompicapo per Lolita
Lobosco, Commissario in servizio alla
Questura di Bari, sezione Omicidi.
Finalmente innamorata, per giunta,
Lolì si divide tra le investigazioni, i pericoli del mestiere e la variopinta vita privata, fatta di cenette al lume di candela, manicaretti afrodisiaci, amicizie
non sempre innocenti e maldicenze a
tutto spiano.
Un nuovo avvincente giallo per la
scaltra ed esuberante Lolì.
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ANNO XXXII
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IN PRIMO PIANO
Un vestito
per Lilli
racconto verghiano
di Luigi
Castiglione
Verghiano, perché? Perché costruito con lettere inedite dello
scrittore dei Malavoglia.
Conquistata una certa tranquillità economica, nel
1892 Verga è ancora a Milano, dove poteva anche
permettersi di fare lo «stilista per donna», non
come «impresario », ma come consulente del fratello Pietro che, leggendone con avidità i romanzi,
pur non volendo che sua moglie Lidda fosse travolgente e fatale, selvaggia come una lupa, ben vestita, sì, che la voleva, ed elegante pure, e perciò un
bel giorno si decise a scrivergli perché le trovasse
un bell’abito.
Era infatti più che convinto che Giovanni sapesse «tutto di tutto» e soprattutto di donne e di
«donne ben vestite»...
Se l’indole apparentemente riservata del Verga è
una realtà e la cosiddetta «protezione delle sue
carte» una favola, resta infatti il fatto che di donne
e di vestiti, e dunque di moda, il Verga, raffinato
come lui stesso l’era nell’abbigliarsi, se n’intendeva
talmente tanto da mandare su tutte le furie persino
il Carducci cui gli aveva corteggiato l’amante...
Ma, più che intendersene, lui, «la stupida bestiuola d’un falso cavaliere e in tutto imbecille uomo» carducciano, di gonne e gonnelline, giacche e
giacchette, vestiti di pizzo e di seta, d’aghetti e di
buchi, di stringhe e pettorine, di stecche, di molle e
spallacci, copribusto e sottovesti, faldiglie e
mantiglie, n’era un vero specialista...
E così (il 20 ottobre 1892) comunica al fratello di
starsene, — con l’aiuto dell’«amica» Greppi, con la
quale percorreva i lussuosi marciapiedi d’una
Milano che stava per piombare nell’uggiosa
novembrina nebbia, — «puntualmente» occupando: « ...mi occupai subito della tua commissione, e
coll’aiuto di Donna Paolina Greppi, ho trovato nel
magazzino del Ventura, che è il primo di Milano, il
LUIGI CASTIGLIONE
DIGRESSIONI
VERGHIANE
LO SCRITTORE CHE NARRA
SE STESSO IN PAGINE
CHE SORPRENDERANNO
contenuti:
UN VESTITO PER LILLI
DON GESUALDO VINCERÀ
LE DONNE CANTO, E L’AMORE
RELIGIOSITÀ DI VERGA
in appendice:
Storie della corrispondenza
più controversa della storia
Le perifrasi di Pirandello
216ANNO XXXII
- LA FIERA LIBRARIA - N. 292 - OTTOBRE 2012
IN PRIMO PIANO
vestito che fa al caso di Lidda». Un vestito multiuso, per tutte (o quasi) le «occasioni»: « ...per
viaggio, pomeriggio e anche per visita, che non
sia questa di cerimonia». Non solo, ma il «vestito» scoperto nei magazzini Ventura, «è di stoffa di
lana muovissima e veramente bello, cucito alla
perfezione, e di taglio elegantissimo e all’ultima
moda, così che costà e anche a Palermo non ne
avranno di migliori e neanche di uguali...» (le lettere citate son tutte autografe e inedite).
E, qual dantesco «vecchio sartor», continua:
«La gonna è liscia, il corpo a pieghe, con maniche
strette sino al gomito e larghissime a sacco, dal
gomito alla spalla, dietro le pieghe, o piuttosto
piegoni al corpo fermate da una stringhetta, o
bretelle di cuoio, con due bottoni. Inoltre della
stessa stoffa, e dello stesso taglio del vestito c’è
una giacchetta, con cappuccio da levare e mettere, foderato tutto di seta. Con questo vestito,
che è portato qui da tutte le signore e le forestiere
di passaggio e in viaggio, Lidda non potrà sfigurare e le sarà di uso comodissimo».
Con un «vestito» così, cucito e rifinito alla perfezionee foderato tutto di seta, di taglio elegantissimo, all’ultima moda, tutti gli occhi saranno su
Lidda, morranno d’invidia le amiche e le pettegole
o tutte le Fifì che, nei «ricevimenti» nobiliari, si
chinano «fingendo d’osservar la stoffa d’un vestito ammodo, onde far luccicare i topazi che hanno
al collo» (Mastro don Gesualdo).
Che voleva dunque di più il fratello e la cognata? Ma eccolo ad incalzare come se dovesse
comprarlo per sè o per Paolina, quel vestito:
«Quello che più mi ha contentato è che il prezzo
richiestomi non è più caro di quello che avrei
trovato in altri magazzini inferiori, e per un vestito
più scadente assai».
Un bel vestito e ricercato come quello che
descrive non poteva costar meno o poco nella
Milano bene del 1892, ma lui, quando doveva
acquistare, da buon siciliano, sapeva anche
trattare ed ottenere delle buone «riduzioni». E per
il completo, ossia «vestito e giacchetta », gli avevano in fondo chiesto 260 lire, che lui sperava
«oltretutto» di farsi «ridurre a L. 220». Con quel
bell’abito così ripicchiato «occorreva però necessariamente un cappellino di feltro, ad ala tesa,
con penne diritte e nastri assortiti col vestito», che
aveva «pure sottocchio, ma di cui ancora» non
conosceva «il prezzo».
Restava però «da vedere pel cappellino», triuso, «e la mantiglia o mantello per visita più che da

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ANNO XXXII
- LA FIERA LIBRARIA - N. 292 - OTTOBRE 2012
IN PRIMO PIANO
I nuovi ebooks della Logos
San Bonaventura
Silvio Botero Giraldo
Le sei ali
del serafino
La coppia umana Preghiera
tra idealità e realt e musica
Pagine 126, €10
Pagine 176, €18
Il pensare di Bonaventura è sempre un pensare
«biblico», la sua espressione tende sempre a
riprendere le parole della Scrittura, inserendole
con singolare naturalezza nel contesto del suo
discorso. Ciò però non significa che ci sia mai
in Lui un incriteriato fideismo; anzi, seguendo
la Bibbia egli tende ad assimilare alla vita
dell'Essere, cercando agostinia-namente di
intendete, nella partecipazione della Luce divina, il senso profondo della vita come dono, al
fine di partecipare più intensamente di Dio. In
questo medesimo senso Bonaventura propone
la lettura dell'opuscolo Le sei ali del Serafino.
Sei sono le ali dei Serafini, delle più alte creature angeliche che, secondo Isaia (6,1 ss.), stanno direttamente innanzi a Dio. Bonaventura
intende che come il Serafino ha sei ali, con il
prelato, colui che ha la gravissima responsabilità non solo della sua personale salvezza, ma
anche della vita di coloro che gli sono affidati e
che deve in nome di Dio liberare dal peccato
per renderli operai nella messe divina, debba
avere sei virtù fondamentali. Tali sei virtù sono
: 1) lo zelo della giustizia; 2) la religiosa pietà;
3) la pazienza; 4) una vita esemplare; 5) l'acutezza e la sensatezza nelle diverse situazioni
della vita; 6) la devozione vers o Dio.
L’essenza del sacramento del matrimonio non è l’unione legale tra un uomo
e una donna per una inseparabile comunanza di vita, come finora s’era andato
sostenendo, bensì il reciproco amore tra
i coniugi. Il farsi l’uno carne dell’altro, il
divenire una sola carne, come se fossero un unico essente. E un teologo
gesuita, già negli anni trenta del passato
secolo, l’aveva scritto: « ...quando tra un
uomo e una donna c’è il vincolo dell’amore allora il matrimonio c’è»; e
Giovanni Paolo II, nella sua prima enciclica, l’aveva ribadito: «L’uomo non può
vivere senza amare; la sua vita sarebbe
priva di senso, se non fosse riamato, se
non sperimentasse l’amore». Sicchè il
sacramento finisce quando l’amore
muore... In sostanza è questa la tesi
sostenuta dal Botero che, basandosi
anche su recenti sentenze rotali, non fa
altro in questo suo nuovo magistrale
libro che ripercorrere l’iter del sacramento matrimoniale dal punto di vista storico, morale, giuridico.
Georges Bernanos Léon bloy
Il Cammino
Nelle tenebre
Introduzione di Vittorio di Giacomo
di Cruz das Almas
Pagine 160, € 16
A cura di L;.Castiglione
Pagine 176, €18
«I proscritti che errano oggi attraverso il mondo,
e che non trovano asilo in nessun luogo, con il
pretesto che il loro passaporto non sia in regola, permettono di ben prevedere i nuovi metodi mediante i
quali sarà nel futuro attuata la lotta per la vita. si può
peccare per azione e per omissione; è ugualmente
facile sterminare con l’azione e con l’omissione.
L’eccessiva ricchezza ha fatto diventar folli le patrie.
La miseria le farà diven- tar feroci. Lo svolgimento
degli effetti e delle cause potrà ormai essere arrestato soltanto con un altro mira- colo, simile a quello
che fu annunciato, venti secoli fa, da un angelo ad
alcuni pastori. Il fronte della cristianità è stato rotto,
non mi stancherò di scriverlo, la sconfitta delle
coscienze è un fatto smisurato, dalle conseguenze
incalcolabili. nessuno sembra dubitarne, i pastori
con- tano le loro pecore e si rassicurano pensando
che il loro numero non sia diminuito come prevedevano i profeti di sciagure come me... Dico che la solidarietà della cris- tianità universale di fronte a scandali più grandi, intollerabili, non è stata mantenuta, i
cristiani hanno agito ciascuno per sé... L’umanità
riscattata, resa partecipe della divinità come c’insegna la liturgia della messa, è inchiodata alla croce, ma
che gliene importa ai Farisei dal momento che hanno
pagato la decima e rispettato il sabato?»
Ecco la filosofia del Bloy. È la filosofia della
Bibbia, dei mistici, delle anime semplicemente e
profondamente religiose; la filosofia che gravita
intorno ai due fatti fondamentali della storia religiosa dell’ umanità: la Caduta dell’ uomo, esiliato
in terra, il cui metaforico sonno è attraversato
dalle immagini semicancel- late del perduto Eden;
e la Redenzione, monologo divino nella storia
umana, che fa del sublime Crocifisso il centro ed
il lume della vita. Intorno a questi due ele- menti,
si inseriscono motivi di colore mistico, come la
dottrina giovannea del tralcio e della vite, il paolino «Unus estis in Christo» (Gal., 3, 28), cioè degli
uomi- ni membra sostanziali del corpo mistico di
Gesù; mo-tivi di tendenza mistica con sviluppi pratici,
come la dottrina della Comunione dei Santi, chiamante
all’ inte- grale corresponsabilità degli atti umani; motivi
infine schiettamente etici come quello della libertà. La
libertà («questo dono prodigioso, inqualificabile, con
cui ci è dato di vincere il Padre, il Figlio e lo Spirito
Santo, di uccidere il Verbo incar- nato... etc.) è per il
Bloy il dono divino che più di ogni altro conferisce dignità all’uomo, ma al (tem-po stesso il più ter- rificante,
perchè solo in forza della lib- ertà fu possibile crocifiggere il Salvatore — come è possibile ora continuare ad
offende
A.D. Sertillanges
Pagine 126, €10
La preghiera è musicale per natura;
come ogni parola che si esalta, essa va
incontro al canto. «La parola è un suono in
cui è pri-gioniero il canto» dice Grétry. Vi è
prigio-niero come la statua nel marmo, sotto
le mani di Michelangelo; ma per scioglierla
basta un lieve accrescimento di vita, perchè
qui lo scultore è a casa sua.
La parola esprime un pensiero; ed in se
stessa una parola non è una musica; ma a
questo pensiero è sempre legato uno stato
d’animo, un alone di fantasia, un gioco di
fantasmi dalle tendenze dinamiche, di cui
ritmo e melodia sono la legge, per quanto
poco esso si acceleri.
«La musica prolunga gli effetti dell’anima», dice il De arte musicae, attribuito
(del resto a torto) a san Tomaso d’A-quino.
«Il canto è l’espressione eroica della
parola», dice Carlyle.
Charles Péguy
La nostra giovinezza
A cura di Massimo Ubaldi
Pagine 176, € 18
Notre jeunesse è comunemente posta
fra i capolavori della prosa di Péguy. È
una parola difficile questa nel caso di
Péguy, che il «capolavoro» in realtà non
lo scrisse mai (ed è una delle ragioni per
cui la sua fama non oltrepassò determinati ambienti), ma certo essa è una delle
opere sue più salde, per fedeltà a un
tema cen- trale e per costanza di ispirazione. Mentre possiede alcune fra le
pagine bellissime di Péguy, va relativamente immune da quelle dispersioni e
quei ristagni che pesano sovente sulla
sua opera, raggiun- gendo così una sua
completezza, che per- mette di presentarla, in qualche modo, come esemplare....
ANNO XXXII
- LA FIERA LIBRARIA - N. 292 - OTTOBRE 2012
IN PRIMO PIANO
cerimonia », e queste, pur non essendo pellicce di
visone o di agnello, erano costose, ma molto belle:
«Queste sono carissime. Ne ho viste fra parecchie
una bellissima, di panno marrone o velluto di
Londra, col bavero alto di piume, e guarnito anche
di piume dall’orlatura sino in fondo, con bella passamaneria. Ma oltre al prezzo, che sarebbe dalle
280 alle 300 lire e non meno, mi pare troppo lungo,
essendo più in giù dal ginocchio, e tale da non poter
servire che per visite di cerimonie, per andare in
carrozza, e non a piedi, e per teatro».
Avrebbe perciò cercato «qualcosa di più semplice, non più lungo del ginocchio, tanto da poterlo
usare anche andando a piedi, e per visita»; il «cappello» bisognava tuttavia sceglierlo «più assortito al
mantello e da potersi mettere anche con altro vestito»; e così, con tutto questo, «Lilli sarebbe provvista
bene del necessario, potendo adattare sotto un simile mantello, secondo l’occasione, altri vestiti riformati».
La mantiglia (o mantello) non doveva però essere
molto «più su dal ginocchio» e nemmeno molto «più
lungo dal ginoccchio», bensì qualcosa di mezzo,
perché il ginocchio della donna deve vedersi, ma
solo come limite superiore o inferiore. Originalità,
dunque, certo, e lusso, ed eleganza, ma il ginocchio, no, il ginocchio non doveva essere oltrepassato, bisognava farlo vedere, indubbiamente, ma
senza andare molto più su, soltanto quel tanto che
basta a suscitar fascino e desiderio, ma non di più,
non di più... C’era in ballo il ginocchio di sua cognata, diamine! e non di una Eva qualsiasi...
Avere un vestito (gonna, mantellina, cappellino..)
da Milano non era certo cosa di tutti... Non c’erano
ancora i grandi operatori della moda e le modelle
svergate di oggi e nemmeno le grandi sartorie ed i
grandi negozi dove poter comprare lusso e originalità... E Milano, per la moda, anche allora era all’avanguardia...
E giù, quindi, in giro, a piedi, un braccio a Donna
Paolina Greppi e nell’estremità dell’altro, stretto tra
le punta delle dita inguantate di camoscio, o in
pugno per appoggiarvisi, o semiteso come per
infilzar qualcuno, il bastone dall’argenteo pomo ed
aristocratico (anche lui discendeva d’altronde da
nobili spagnoli aragonesi), giù a piazza Cordusio,
sulla sinistra del Duomo, o nel corso di Porta
Ticinese, per continuare in via Torino,dopo il
Carrobio, giù col fiatone a traghettar di nuovoda
Porta Nuova lungo il lungo percorso che ne taglia il
centro storico, oppure nella Galleria Vittorio
EmanueleII, dove nel ristorante un violino ed una
bella voce di donna cantava «Corpo sonoro» di Ish
IL DOLCE POTERE
DELLE CORDE
Orfeo, Apollo, Arione e Davide
nella grafica tra Quattro e
Cinquecento
A cura di Susanne Pollack
Il catalogo contempla immagini di opere tuttededicate a
un solo oggetto:o strumento a corda. Come ogni strumento,esso richiede
l’intervento della mano per adempiere alla sua funzione. Soltanto così si crea il suono delle corde che, invisibile e incorporeo, pervade lo spazio, riempiendolo di
armonia. La mano da sola, però, può ben poco, se non
si accompa- gna all’arte di colui che la muove. Orfeo,
Apollo,Arione e Davide sono passati alla storia (del
mito o dell’AnticoTestamento) per la loro straordinaria
capacità nel suo- nare uno strumento a corda: con il
suono
della lira Orfeo ammansisce gli animali feroci e induce
alla commozione persino le divinità degli inferi; il citaredo Apollo sovrintende alle muse e con esse ai suoni
del cosmo; Arione seda il mare in tempesta, mentre
Davide riesce a placare con l’arpa la melancolia di re
Saul. Le opere selezionate per la mo- stra e commentate nei saggi
del catalogo mostrano come sia proprio quell’oggetto
sonoro a determinare la vita di ciascuno dei quattro
protagonisti. Viceversa,le loro figure e la loro storia influenzano la concezione dello strumento come simbolo
dell’armonia in generale.
Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi. Cataloghi, vol.
98
2012, cm 21,5 ¥ 29, viii-180 pp. con 106 ill. n.t. di cui
58 a colori. [isbn 978 88 222 6183 0]
CASA EDITRICE Leo S. oLSchki
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ANNO XXXII
- LA FIERA LIBRARIA - N. 292 - OTTOBRE 2012
IN PRIMO PIANO
Irwin, in una Milano dove cominciava a stiepidire,
anzi a far freschetto, e le prime foglie ingiallite vagavano già nell’arria per andare a marcire lungo i
canalini dei marciapiedi sempre affollati di signore
col cappellino piumato, il collo indiamantato e l’ombrellino sottobraccio...
***
Ma il tempo stringeva, erano «le due pom.[eridiane] del giorno 20» ottobre, e non avrebbe più potuto far nulla; le «mani» gli «restavano legate» finché
non avrebbe ricevuto «le misure del corpo», «senza
le quali» non poteva «dare la commissione definitiva», ma gli era anche «impossibile umanamente»
fargli giungere anche il solo vestito per viaggio nel
24 corente», come il fratello desiderava («come tu
scrivi»), giacché il pacco che gli aveva inviato «con
le misure col corpo non era ancora giunto dal 12 al
20 c.[orrente]»...
E, forse per consolarli, concludeva: «Per affrettarmi cercherò di farti spedire vestito e cappello in una
cassetta a grande velocità per ferrovia sino a
Catania dove potresti mandare qualcuno a prenderlo per averlo l’indomani all’arrivo. Telegrafami come
regolarmi.
Appena giunte le misure ti telegraferò anche di
mandarmi L. 300 per vaglia telegrafico, per potere
pagare e spedire almeno il primo invio del vestito da
viaggio e cappello idem. Se, come scrive Pietrino
l’inaugurazione della farmacia è differita al 30 o 31,
spero d’arrivare in tempo. Telegrafa a ogni modo
dettagliatamente come regolarmi. Ti abbraccio, tuo
Giovanni»...
***
E giunge infine il pacco con «le misure del
corpo», ma la «commissione» per la »veste di Lillì»,
non solo subisce ugualmente «un ritardo», ma
addirittura sfuma, e lui deve a malincuore (o con
bugie e sotterfugli o «fantasticando» come se
stesse scrivendo una novella) comunicargli (con
altra lettera del 7 novembre) che «ilvestito che si era
messo sottocchio era stato nel frattempo venduto»,
e che «la stoffa uguale» avevano dovuto farla
«venire da Londra»; gli avevano però «promesso di
darglielo» in settimana, e lui, «contava di spedirglielo il sabato prossimo, sicché a Vizzini» avrebbero potuto averlo il 15 o il 18» al massimo...
***
Ma il «vestitto verrà ugualmente elengantissimo e
tale da poter servire non solo per pomeriggio e viaggio, ma anche per visita, e di simili non ve ne saran-
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mostrano la potente influenza dello Zen
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praticamente interessato di tutto; in particolare, ha commentato i testi sacri delle
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autorità thailandesi...
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MEDITERRANEE
ANNO XXXII
- LA FIERA LIBRARIA - N. 292 - OTTOBRE 2012
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LA FIERA
LIBRARIA
LA FIERA
PERNENTE
DEI LIBRI
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- LA FIERA LIBRARIA - N. 292 - OTTOBRE 2012
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La «trilogia dell’effimero»
di Luigi Castiglione
Luigi Castiglione
Clinton, le pene
Luigi Castiglione
Diana, la favola
Luigi Castiglione
Il Piccolo dittatore
(Clonare Starr)
(In nome di Sua Maestà)
(Berlusconi, atto primo)
Pagine 254, € 18
Pagine 256, € 18
Pagine 290, € 23
Romanzo o storia romanzata,
affabulazione, oppure semplice
«divertissement»?
Forse una favola in cui, come
l’autore scrive, «l'ironia, il sarcasmo, il dileggio, il sogghigno,
il cachinno, lo sberleffo, lo scherno, la derisione, l’irrisione, la
parodia, la risata non son che
l’altra faccia della tristezza» in
un mondo in cui «si vive tra
vigliacchi e lestofanti, tra venduti e depravati, perversi e pervertiti, infetti ed appestati...»
Cos'è alla fin fine una favola se non
una narrazione in cui parlano ed operano anche animali ed esseri inanimati
ed immaginari sempre (fate, gnomi,
streghe ed alberi, serpenti e rane e
fiori...) con lo scopo di trarne una
morale, ο la rappresentazione scenica,
oppure l'intreccio d'un dramma ο d'un
poema, e l'illusione altresì, il dramma
creato dalla vita? È la favola di queste
pagine, che non configurano una
biografia, ma soltanto brandelli di
carne d'una vita che, volendo viversi in
tutte le implicanze, non lo fu che nell'immagine falsata e latente, fugace,
nell'apparenza ingannevole, nel rincorrere l'effimero, l'inconsistenza, la futilità, la debilità dell'essere, ove il nulla
profonde ha le radici...
La triste, breve favola in cui una
principessa si muove e muore, nel
dramma d'una vita, tra fiori e rose, tra i
fiori e le rose, e tra le spine...
« ...in quello che doveva essere il
periodo di transizione al bipolarismo
alternativo, si son moltiplicati i partiti
trasversali, i partiti strumentali, i partiti
estraparlamentari (dei magistrati, dei
giornalisti, degli azzeccagarbugli, degli
intellettualoidi, degli imbecilli, degli infami...)
Son in verità caduti falci, martelli,
rose, garofani, biancofiori, querce ed
altro, ma son nati ulivi e margherite e
persino asinelli, e spine, rovi, tanti...
Sicché l’acheronteo tragittatore e dantesco, nella fossa i felini se l’è infine
ritrovati d’ogni parte convenuti...
Come perciò non credere nei vichiani
«corsi e ricorsi storici»? Quel che successe allora contro quest’uomo passionale, coerente, quest’uomo forte, sta
succedendo anche oggi: lo stesso identico copione! Gli stessi cani politici, gli
stessi pupazzi, le stesse marionette (con
altra maschera) aizzati contro il
Governo, e il suo Presidente, qualsiasi
cosa faccia, qualsiasi cosa dica! Gli
stessi scioperi «manovrati»... Le stesse
sceneggiate televisive (uno pro, un altro
contro...)
Chi ne tiene i fili è sempre lo stesso
Puparo internazionale (la preminenza
delle privatizzazioni, il culto del «massimo profitto», la dittatura del mercato...)
Fino all’abuso di potere, alla soppressione dei diritti umani a scopo di rapina
politica, fino all’omicidio... (da «I colori
della tristezza», presentazione...)
www.edilogos.com: leggi in LEGGERE
(Sommario) la voce Luigi Castiglione
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ANNO XXXII
- LA FIERA LIBRARIA - N. 292 - OTTOBRE 2012
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IN PRIMO PIANO
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le «Delibere» della Cei; ampio «Indice analitico»...
Beneplacito della Conferenza episcopale italiana
A cura di Luigi Castiglione
Pagine 448, € 26 / 13
«Quest’edizione italiana del Codice di diritto canonico presenta alcune caratteristiche che ci piace mettere in risalto [...] La versione italiana curata da Luigi
Castiglione, è nuova, non solo perché diversa da quella corrente dell’Ueci, ma
anche perché condotta con criteri più moderni (per esempio, uno tra centinaia,
«potestas» è resa con «potere» e non con «podestà» [...] Per tutte queste caratteristiche positive [...] essa merita la più ampia diffusione e utilizzazione da parte
degli interessati, che dovrebbero essere più i pastori che i canonisti della Chiesa
(E.M. Lisi, «La Scala»).
edizioni
logos
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ANNO XXXII
- LA FIERA LIBRARIA - N. 292 - OTTOBRE 2012
IN PRIMO PIANO
no molti non solo a Catania, ma neanche a
Palermo e Lidda ne sarà certo contenta...» Ed
aggiunge: «Il signor Ventura, che è il primo sarto
del primo Magazzino per Signore, per la Lilli ci ha
messo tutto l’impegno», ed avendo anzi «constatato dalle misure che la corporatura è di persona forte», gli «ha chiesto il permesso di modificare alquanto il disegno del corpetto e delle
maniche, allo scopo di snellire la personaa, ed
aggiunto che si fidasse di lui per restar contenti»...
E lui, il fine «intenditore», il Verga dei salotti più
famosi della Milano artistica e letteraria, riecheggiando forse il titolo di una commedia di Zorilla ha
«creduto di aderire perché il Ventura è miglior
giudice di me»:
«Spero, continua, che tutto vada bene. Al caso
rimandate quel corpo che bisogna modificare e
sarà subito fatto. Ti accludo un campione della
stoffa, che è veramentenuova e di gran gusto, e
mi ha fatto vedere le fatture che costa 7 lire al
metro, il più caro delle migliori stoffe dello stesso
genere che ancora tiene in magazzino, ma non
così belle né così nuove» (da notare che il Verga
delle lettere ai familiari scrive molto in fretta,
anche di traverso quando presumibilmente gli
manca la carta, e senza mai preoccuparsi della
punteggiatura, della grammatica e della sintassi,
ma del ...denaro, sì!)
Quanto al prezzo, sottolinea infatti «scrupolosamente », non ha però «potuto ottenere un
centesimo meno delle 260 lire» che gli «aveva
chiesto prima per l’altro (vestito e completo, e
altra giacchetta col cappuccio, beninteso) tutto
compreso. Donna Paolina, «ed altre signore che
si trovarono passando nel magazzino al tempo
stesso», gli «avevano detto che non era caro» e
che comunque, insiste, non gli era «stato possibile ottener meno».
E, riandando quindi ad un paragone che il
fratello gli «citava, tra il vestito della Lillì ed un
altro ricevuto per Ersilia [moglie dell’altro fratello]
puntualizza e distingue un po’ indispettito, con lo
stile della migliore scuola tomistica, che non
risparmia i «distinguo» e gli «ad primun» e «ad
secundum»: «Il paragone non regge.
Prima di tutto perché qui, oltre al vestito completo, c’è anche la giacchetta, la quale è un altro
capo che si può mettere anche da solo. Secondo
perché del primo vestito di cui ti scrissi la giacchetta fu venduta prima, e da sola, e quivi non
costa più di un’ottantina di lire. In terzo luogo,
perché il vestito di Ersilia non aveva nulla di veramente fino e bello, sia detto fra di noi [sic!]»...
in corso di pubblicazione
LUIGI CASTIGLIONE
L’ON. MAMMONA
Appunti di fenomenologia politica
EDIZIONI LOGOS
I Capitoli
L’onorevole Mammona
Ricostituire lo Stato
I Lager del Divino
Un governo borghese
Il ritornello (o leitmotiv):
Mammona, l’infame e il
borghese son la stessa
persona
ANNO XXXII
- LA FIERA LIBRARIA - N. 292 - OTTOBRE 2012
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IN PRIMO PIANO
I
SCRITTI DI
GIOVANNI PAOLO II
con i commenti di specialisti
Collana : Biblioteca 6versale cristiana [40]
rimonio
Catechesi sul matrimonio
GIOVANNI PAOLO
GIOVANNI PAOLO II Testi
delle «catechesi» con i
II Testi delle «catecommenti originali di S.
chesi» con i comCipriani, P.G. Pesce, G. Concetti, S.
menti originali di S. Riva A cura di Gino Concetti Pagine
Cipriani, P.G.
240, € 18 Biblioteca universale crisPesce, G. Concetti, S. Riva A tiana [40
Catechesi sul mat-
Catechesi sulla sessualità
GIOVANNI PAOLO II
Catechesi sulla sessualità
Testi delle "catechesi" con i
commenti di Cipriani, Concetti, Marinelli,
Mercatali, Nobile, Pesce A cura di Gino
Concetti Pagine 240, € 19 Biblioteca
universale cristiana [59]
cura di Gino Concetti Pagine
240, € 18. Biblioteca universale cristiana [40]
Centesimus annus
GIOVANNI PAOLO
II - Saggio introduttivo di Amintore
Fanfani
Pagine 272, € 20 - Ecclesia
[11]
Dio, ricco di misericordia
GIOVANNI PAOLO II Dio, ricco
di misericordia Testo dell’enciclica con i commenti di
Bogliolo, Concetti, Del Noce, Galot,
Manzini, Mariani, Sisti, Spiazzi, Virgulin,
Toniolo A cura di Gino Conccetti Pagine
208, € 18 Biblioteca universale cristiana
[51]
GIOVANNI PAOLO II
I laici fedeli di Cristo
Testo integrale dell’omonima «Esortazione
apostolica» sulla
vocazione e la missione
dei laici nella Chiesa e
nel mondo con i commenti di Acquaviva,
Bergamo, Camisasca, Cananzi,
sale cristiana
Vivere l’affidamento a –
Maria Testo dell’«Atto di
affidamento a Maria», di
Giovanni Paolo II con i
commenti di Ambrosanio,
Bertetto, Betti, Bossard, Castellano,
Ciappi, De Fiores, Di Rovasenda,
Franzi, Galot, Maggiolini, Meo,
Michaud, Moreira, Neves, Ols, Rum,
Schmidt, Soll Presentazione di
Domenico Bertetto Pagine 136, € 12
Biblioteca universale cristiana [48]
Il Redentore dell'uomo
GIOVANNI PAOLO II Il
Redentore dell’uomo Testo
dell’omonima enciclica con i
commenti di E. Baragli, A.
Del Noce, C. Fabro, J. Galot,
D. Grasso, B. Sorge A cura
di Antonio Ugenti Pagine
160, € 16 Biblioteca univer[30]
Vita di Cristo
GIOVANNI PAOLO II Vita di
Cristo Prefazione di Luigi
Negri Pagine 224, € 18
Biblioteca universale cristiana
[69]
ediozini
logos
Il lavoro umano
GIOVANNI PAOLO II
Illavoro umano Testo dell’enciclica con i commenti
diAcquaviva, Anselmi, Ardigò, Anzani,
Anzani Colombo, Baget Bozzo,
Barbiellini Amidei, Bartoli, Benvenuto,
Biffi, Bocca, Borgomeo, Borroni, Brezzi,
Caniglia, Ciancaglini, E. Colombo, V.
Colombo, De Rita, De Rosa, G. De
Rosa, Fanfani, Foschi, Gorresio, Intini,
La dignità della donna
GIOVANNI PAOLO II La
dignità della donna Testo
integrale dell’omonima
Lettera apostolica con i
commenti di Arias, Baget
Bozzo, Cappiello, Cavallaro,
Del Riso, Di Nola,
Dominijanni, Fabbretti, Fumagalli,
Carulli, Gennari, Gentiloni, Glendon,
Il valore salvifico della sofferenza
GIOVANNI PAOLO II Il valore salvifico della sofferenza Testo dell’omonima «Lettera apostolica» con i commenti di Alvárez, Betti,
Cipriani,Del Zotto, Ferraro, Galot,
Mariani, Penna, Zavalloni A cura di
Vittorio Leonzio Pagine 120, € 13
Biblioteca universale cristiana [54]
32
ANNO XXXII
- LA FIERA LIBRARIA - N. 292 - OTTOBRE 2012
IN PRIMO PIANO
E così dopo questa «confidenziale» lezioncina, un
po’ risentita a vero dire, di filosofia della moda
(quante cose bisognava insegnare a quei «provincialotti» di Catania!) pregava il fratello di spedir(gli)
«immediatamente e direttamente», se così gli piaceva o preferisse, «al magazzino di Ventura, Corso
Vittorio Emmanuele, Milano, le dette lire 260», sicché
gli giungessero «in tempo per fare la spedizione, perché non voleva fare una brutta figura dovendogli dire
di non poterli anticipare [lui] per questa prima volta
che non ci conosce», Mistero buffo d’un vestito
milanese...
Ma senza voler essere petulante, prestandosi anzi
con affetto e pazienza: «Se vuoi il cappellino — chiudeva la lunga lettera — ne abbiamo scelto con
Donna Paolina uno adattissimo, di feltro grigio, per
autunno ed inverno, a tesa larga, per L. 35, della
Ballotti, in galleria Vittorio Emanuele. Se vuoi anche
il cappottino mandami in tutto L. 300 che spero farti
di tutto la spedizione sabato prossimo. Della
mantiglia mandatami non c’è nulla da fare, per
essere troppo corta, mentre ora i mantelli si usano
lunghissimi, e costano non meno di 200 lire. Te la
rimanderò assieme al vestito. Sto bene, vi abbraccio,
tuo Giovanni».
***
A novembre finalmente il vestito è già arrivato, ma
i «destinatari» tacciono, il denaro non arriva e lui
rischia anche di far brutta figura con il Ventura che
(ora) lo conosce bene, e s’inquieta e, il ventuno,
presa carta penna e calamaio, scrive una terza lettera, sempre al fratello Mario, un po’ stizzito, ma
anche preoccupato per non aver più avuto notizia
alcuna né di loro né del «vestito» della Lilli: «Non so
cosa pensare del tuo silenzio [...] un mese giusto che
non mi scrivi. E poi ti lagni che non scrivo io [...]
Spero almeno che stiate tutti bene».
Ma, dato quel silenzio, spera pure «che Lidda sia
contenta del vestito che, a detta di tutti, è bellissimo
e non caro. E quando lo vedrete, così finito e foderato tutto in seta, vedrete che c’è una bella differenza
con quelli di Orvieto. Spero anche che vada bene, e
al caso Ventura è pronto a fare riforme necessarie».
E, dimenticando forse quello che gli aveva di fretta
scritto prima, ripete: «Quello che importa è però che
Lidda abbia un busto buono e non quelli che fanno
qui di corsa, e che abbia pure una sottana di seta, la
quale serve a far scorrere meglio e stare bene la
gonna, e per la quale potrà adattare qualche vestito
smesso. Della mantiglia che mandasti c’è poco da
fare, e la tengo qui a vostra disposizione, quando
in corso di pubblicazione
LUIGI CASTIGLIONE
SATANIA
Mistero profano in tre tempi
ed un antefatto
I tempi
Il viaggio
L’intervista
Il ritorno
Non un romanzo di struttura tradizionale, né un mistero del siglo de oro, gli
autos sacramentales, nulla avendo di
sacro, né un mistery fiction o mystery
novel, del genere del romanzo gotico o del
fantasy, e nemmeno un pulp dello scorso
secolo privo essendo di giallo, tranne lo
zolfo con cui è lastricata la piazza dell’inferno, con l’ambizione tuttavia ben visibile di fondere tutt’insieme tutte le forme
di espressione drammatica, dal linguaggio
al coro, dal comico al tragtico, dal patetico
al poetico, dal monologo al coro, alla farsa
...
ANNO XXXII
- LA FIERA LIBRARIA - N. 292 - OTTOBRE 2012
33
IN PRIMO PIANO
Martin Heidebberg
Alla ricerca
dell’essere
Molti saggi — alcuni stupidi,
altri mediocri, parecchi ottimi —
vanno uscendo sul filosofo
che costituissce una delle più
ricche testimonianze del pensiero del Novecento; questo
breve «ricordo» vuol essere
una breve introduzione al suo
pensiero...
L'opera di Martin Heidegger costituisce una delle testimonianze più ricche
e insieme più problematiche del pensiero del Novecento. Entrato a pieno
titolo tra i massimi filosofi del XX secolo, Heidegger continua ad essere un
pensatore scomodo e ambivalente, di
cui risulta difficile tracciare un quadro
interpretativo unitario.
Nato il 26 settembre del 1889 a
Messkirch, in Turingia (Germania), da
una modesta famiglia di fede cattolica,
sviluppa inizialmente un forte senso di
appartenenza appunto alla minoranza
cattolica tedesca che, con il suo desiderio di riscatto antimodernista e nazionalista, segnerà profondamente la formazione giovanile del futuro filosofo
(fino al suo incontro con la fenomenologia husserliana).
Questa formazione rigidamente religiosa sfocia
fra l'altro in un breve periodo di
noviziato gesuita, interrotto nel 1911
da una crisi psico-fisica che segna
anche il suo primo allontanamento
dalla chiesa e dal pensiero teologico;
la crisi spirituale di Heidegger coincide con l'inizio degli studi logicofilosofici a Friburgo, e con la lettura,
appunto, dell'opera di Husserl "Idee
per una fenomenologia pura".
All'università partecipa comunque ai
seminari di H. Rickert, laureandosi
nel 1913 con una dissertazione su
"La dottrina del giudizio nello psicologismo" (relatore il filosofo cattolico A.
Schneider, correlatore lo stesso
Rickert). Perfezionando tali studi,
nel 1918 Hei-degger ottiene la libera
docenza in filosofia all'università di
Friburgo con una tesi su "La dottrina
delle categorie e del significato in
Duns Scoto" e si trova ad essere
Il Papa che
non muore
(Sulla tomba di Karol
Wojtyla)
Contributri di Alberico,
Andreotti, Aznar,
Berrlusconi,
Bettiza, Blondet,
Bocca, Ciampi, De
Araújo Sanchez,
De Rita, Dziwisz,
Echevarría, Galassi,
Gawronski, Gheddo,
Gorbaciov,
Guzzanti, Kohl, L[evy,
Man, Marina Estévez,
Nesti, Nirenstein,
Re, Ricard, Ruini,
Sandri, Sfeir, Spinelli,
Tawfik, Tonini,
Walesa...
assistente di Husserl, di cui in breve
empo diventerà una sorta di "figlio spirituale". Intanto la Germania, sconfitta
dalle potenze occidentali e umiliata dalle
sanzioni del trattato di Versaille, si
incammina, tra crisi politiche ed economiche sempre più convulse, verso il
tragico destino della dittatura hitleriana.
Heidegger, ottenuto un incarico prestigioso all'università di Marburgo sulla scia
di una fama accademica precoce ma già
clamorosa, nel 1927 pubblica il suo
«capolavoro» Essere e tempo, il testo
che ha consacrato la sua fama interA cura di Luigi
nazionale proiettandolo, nel giro di pochi
anni, ai vertici della filosofia del
Castiglione
Novecento. In se-guito a quest’evento,
Pagine 240, € 18
nel '28 ottiene a Friburgo la cattedra che
era stata di Husserl; inizia così per Heidegger una stagione di feconda e febbril
Esaurito
produzione, che vede l'uscita di molte tra
In ristampa negli ebooks
le sue opere decisive: "Che cos'è
la terza edizione
metafisica?" ('29), "Sull'essenza del fondamento" ('29), "Lezioni platoniche sulla
verità" ('30).
Nel 1932 Hitler trionfa alle ele-zioni
politiche e viene nominato cancelliere: si
profila un lungo periodo dominato dall'ideologia nazista. Heidegger inizialmente edizioni
scambia il fervore nazionalista di Hitler per
logos
34
ANNO XXXII - LA FIERA LIBRARIA - N. 292 - OTTOBRE 2012
IN PRIMO PIANO
m’avrai detto cosa devo fare».
Di un’altra lunga e non meno pittoresca lettera
del24 novembre (quarta ed ultima, a nostra
conoscenza, in cui si parla anche dell’abbigliamento della cognata), trascriviamo qui soltanto ciò che
riguarda la «travagliata» storia d’un vestito uscito
dai «cervelli» (come lui in altra lettera dice e per
altro di ben diverso) e dalle premure di un genio
della letteratura e forse il più prolifico epistolografo
della storia: «Grazie a Dio, la tua lettera del 28 ricevuta in punto, mi ha tolto di sollecitudine, perché
non sapevo a che pensare, e contavo i giorni,
talché se non l’avessi ricevuta oggi, t’avrei
telegrafato per sapere almeno qualche notizia. Non
era per le premure del Ventura il quale gentilmente
mi propose lui stesso d’aspettare a che aveste ricevuto il vestito, e che Lidda l’avesse trovato di suo
gradimento, ma il vostro silenzio mi faceva temere
che ci fossero in casa malati, e questo ti dico che
quando c’è la salute tutti gli altri guai vengono
dopo».
***
E qui finisce la storia del vestito più famoso nella
storia della moda di fine Ottocento e della letteratura di tutti i tempi. E non si saprà mai che fine avrà
fatto quel bel vestito di stoffa di lana nuovissima,
tutto foderato di seta, con maniche strette al gomito e larghissime a sacco, il corpo a pieghe, con due
bottoni, agucchiato in due pezzi, la veste lung’appena sopra il ginocchio, cucita nel girovita al corpetto, con lo scollo ed una piccola cerniera dietro,
sulle spalle, in modo che si potesse sfilare facilmente, cosa che piaceva tanto al Verga che chissà
quante e quante volte ne abbia sfilate vesti così
fatte, sì, purtroppo, non si saprà mai che fine avrà
fatto, quel bel vestito, se dismesso o disfatto e rifatto, se finito in una vestitoteca di qualche museo, se
rimastane qualche scheggia, una reliquia da venerare, un lembo,un pezzettino qualsiasi, o nulla...
Sembra proprio nulla, nulla...
© Luigi Castiglione
L’idea cristiana
della’amore
di Max Scheler
S
embra che sia
venuto il momento di un nuovo
spirito finora solo presumibile di primavera.
Comincia lentamente l'oscillazione scettica di
questa civiltà, il dubbio su
se stessa e sulle idee in
cui crede. Ma l'implorazione di salvezza diverrà sempre più forte e più urgente. Nel suo
cuore germoglia già una nuova volontà di penitenza e di pentimento e di grande delusione
per tutto quello che una volta aveva adorato e
seguito con animo vittorioso. Questo germe,
quando i popoli si renderanno lentamente
conto di quello che hanno fatto, diventerà una
forte e grande corrente di lacrime. Però soltanto il pentimento è la via al rinnovamento, la via
alla rinascita non solo per i singoli, ma per la
società intera. In questo momento conta
moltissimo che anche i cristiani ascoltino quel
grido di aiuto, e che tutti, facendo rivivere la
propria fede prima nel proprio cuore,
spalanchino questi cuori per riversare la corrente di fede e di amore, che segretamente
scorre nella Chiesa cristiana, riversarla nel
mondo, in un mondo che ha bisogno di questa fede e di questo amore — che comincia a
desiderarli — che li desidera come non mai
nel passato.
Filosofo tedesco fra i più brillanti della scuola fenomenologica, Max Scheler (1874-1928) orienta i suoi interessi
principalmente nel campo della filosofìa morale, della
filosofìa della religione e della sociologia. Il diverso modo
di concepire la metafìsica, elemento portante dei tre periodi in cui si può dividere la sua produzione, provoca le
varie risposte: tendenzialmente vitalista nel primo (18991913), crea-zionista e perciò teista e cristiano nel secondo (1913-1922) e panteista nel terzo (1922-1928).
EDIZIONI LOGOS
[email protected]
ANNO XXXII
- LA FIERA LIBRARIA - N. 292 - OTTOBRE 2012
IN PRIMO PIANO
La piaga
della droga
La piaga della droga, che
colpisce soprattutto ingiovanì, rischia di mettere in
pericolo l'esistenza della
prossima generazione.
Combatterla è lo scopo di
questo volume che, avvalendosi di un originale metodo
d'indagine, offre un'esatta
diagnosi di quello che si può
ormai chiamare il "male del
secolo". Nel contempo dà
anche un volto ben preciso
alla "multinazionale della
droga", di cui disvela i centri
di produzione, il controllo del
mercato, le banche che ne
gestiscono gli enormi
proventi, i collegamenti con
il crimine organizzato, la corruzione delle forze politiche
che ne reclamano la liberalizzazione, le istituzioni che ne
elaborano la cultura...
Droga S.p.A. (La guerra
dell'oppio)
K. KALIMTGIS, D. GOLDMAN, J. STEINBERG
Droga S.p.A. (La guerra dell’oppio)
Pagine 446, 76 foto, 10 tavole prospettiche, € 26
edizioni logos
35
36
ANNO XXXII
- LA FIERA LIBRARIA - N. 292 - OTTOBRE 2012
IN PRIMO PIANO
EDITRICE OLSCHKI / Novità
LOST AND FOUND IN
TRANSLATION?
DaviDe Poggi
Lost and Found in
Translation?
La gnoseologia
dell’Essay lockiano nella
traduzione
francese di Pierre
L’analisi della filosofia criti-ca a base sperimentale che JohnLocke propone all’interno
dell’Essay concerning Humane Understanding (16901) offre l’occasione per esaminare
la validità della traduzione francese di Pierre
Coste (17001),che costituì il tramite insostituibile per la diffusione e la ricezione del pensiero teoretico lockiano nell’Europa prevalentemente francofona del XVIII secolo.
L’approfondimento della gnoseologia del pensatore inglese e insieme dei punti di riferimento concettuali e lessicali di Coste e, a
monte, di Locke consente al lettore di comprendere le difficoltà e i pericoli insiti nella
traduzione «filosofica», un processo in-esauribile che mira a un’ideale compositio tra le
istanze dei destinatari (l’esigenza di comprensione del testo) e quelle dell’autore (il
«dovere» di preservare la propria originalità).
L’Essai philosophique concernant l’Entendement humain rivela così tutta la sua importanza nel faremergere, in relazione ai principali nuclei tematici dell’indagine lockiana (in
primis, i concetti di mind e consciousness/selfconsciousness), il complesso rapporto tra il
pensatore inglese e il contesto filosofico sia
anglosassone che francese, nelle sue varie declinazioni a partire dal comune riferimento
alla matrice cartesiana.
Lessico Intellettuale Europeo,
vol. 116, 2012, cm 17x24, x-326
pp.
TEATRO
E FESTIVITÀ
Cristiana Anna Addesso
Teatro e festività nella
Napoli aragonese
Il volume nasce dall’esigenza di
assegnare una collocazione storico-critica e filologica alle molteplici forme della
teatralità che caratterizzarono Napoli
aragonese. Non essendo mancate in
sede storico-critica discutibili affe
mazioni sulla presunta occasionalità
delle far- se aragonesi e sulla marginalità della componente letteraria nei complessi apparati festivi di Napoli
aragonese, si intende dunque riaccendere i riflettori su quella che appare
invece come una spettacolarità assai
variegata (dal primo ingresso di Alfonso
d’Aragona nel 1421 all’incoronazione di
Alfonso II nel 1495), calata in spazi pubblici e privati, in cui è fondamentale rilevare la dimensione unitaria della festa e
le valenze politiche e diplomatiche cui la
compo- nente letteraria va ricondotta. A
partire dagli anni Ottanta del
Quattrocento i letterati arago- nesi produssero numerose farse a carattere
comico-popolare ed encomiastico-allegorico. Il volume offre una serie di notazioni sulla prima farsa di Iacopo
Sannazaro, ovvero gli apparati festivi
per le nozze di Costanza d’Avalos
(1477), e indaga la complessa farsa del
Magico di Pier Antonio Caracciolo (Cod.
It 265, Bayerische Staatsbibliothek).
Sull’enigmatico genere della «intramesa», considerata intercambiabile con la
farsa, è invece il poemetto Lo Balzino di
Rogieri da Piacenza a offrire spunti di
riflessione per ricondurla a pageants
allegorici e tableaux vivants per
scenografie d’ingresso.
Biblioteca dell’«Archivum Romanicum».
Serie I, vol. 4002012, cm 17x24, x-172 pp.
SCHEGGE
FUTURISTE
SCHEGGE
FUTURISTE
Studi e ricerche
A cura di Mauro Cozzi
e Angela Sanna
Il volume esplora gli effetti della più
studiata e dirompente delle avanguardie italiane del ’900, anche al di
là dei limiti cronologici e degli autori
che di solito le sono assegnati. Dagli
inediti di Balla degli Uffizi a documenti e opere di Soffici, Marinetti,
Longhi,Thayaht e molti altri, i saggi
discutono
il
Futurismo
nella
fotografia, nella cultura del giardino,
nell’architettura e nell’ingegneria degli
anni Trenta,fino alle neoavanguar- die
e a talune opere di Baj.
The volume explores the effects
of the most impetuous Italian
avant-garde artistic movement of the
XX century, even beyond its usual
protagonists and chronological borders. From Balla’s inedited works at
the Uffizi to pieces by Soffici,
Marinetti, Longhi, Thayaht and many
others, the essays analyse Futurism
in photography, in gardening, in the
architecture and engineering of the
Thirties, to the new avant-garde and
some of Baj’s works.
Accademia delle arti del disegno. Monografie, vol. 162012,
cm 17x24, XVIII-196 pp. con 85
figg. n.t. e 6 tavv. f.t. a colori.
ANNO XXXII
- LA FIERA LIBRARIA - N. 292 - OTTOBRE 2012
37
IN PRIMO PIANO
A
EDIZIONI MEDITERRANEE
Paola Gioivetti - Mario Grilli,
Fine del Mondo o Domenica Nieddu
Fine di un Mondo? Cronogenetica
La fine del mondo
è stata annunciata
più volte: tutti – per
citare l’esempio più
famoso – abbiamo
certamente presenti
le ansie millenaristiche suscitate dal
celebre “Mille non
più Mille” che riempì
di terrore i popoli per
poi rivelarsi una bolla di sapone. Non
essendo il mondo finito nell’anno 1000,
si pensò che lo sarebbe stato nel 1033,
millesimo anniversario della morte del
Signore. Ci furono carestie e disordini
vari, ma il mondo non finì. In tempi a noi
vicinissimi abbiamo avuto la scadenza
dell’anno 2000 che ha suscitato altri –
seppure assai più pacati – timori.
Passato senza eccessivo danno il
2000, ecco incombere il 2012, che secondo il calendario Maya dovrebbe segnare la fine dei tempi. E se scamperemo quello, sarà presto in agguato il
2033 (gli anni del Signore più duemila),
preannunciato come fine del mondo nel
libro Le profezie di Papa Giovanni di
Pier Carpi.
Possiamo dar credito? Dobbiamo
preoccuparci? Le varie Apocalissi finora annunciate non si sono fortunatamente rivelate veritiere. Che pensare
allora del 2012? Una minaccia, un
monito, un avvertimento? Forse il simbolo – uno dei tanti - delle paure ricorrenti dell’umanità?
Sarà un viaggio insolito, che porterà
in territori lontani e riserverà forse
qualche delusione agli appassionati
delle profezie, ma anche qualche non
piccola sorpresa. E che alla fine farà
capire che tutto è sì nell’aria, ma la
realizzazione è nelle nostre mani, che
nulla è definito da sempre e per sempre
e che in ultima analisi noi uomini siamo
gli unici artefici del nostro destino individuale e cosmico.
Paolo Gioivetti, 2012 Fine del
Mondo o Fine di un Mondo?,
Edizioni Mediterranee, 2012, pp. 152,
Dopo il manuale di
CROMOLOGIA - che
insegnava a comprendere le nostre molteplici personalità e a utilizzarle, dopo aver preso
coscienza del modo in
cui siamo da esse agiti
- i due consulenti
aziendali e coach presentano il manuale
fondamentale di CRONOGENETICA, un
metodo da loro messo a punto che aiuta
a risolvere i conflitti familiari e gerarchici,
come quelli fra genitori e figli, con
ricadute positive su ogni aspetto della
vita: lavorativo, emozionale, di studio e
persino aziendale.
La cronogenetica, che si avvale del contributo di diverse discipline, prime fra
tutte la programmazione neurolinguistica
(PNL) è composta di una sequenza di
tecniche che consentono di scoprire le
origini delle emozioni che ognuno di noi
attiva in modo dominante, rispetto alle
altre, dinanzi agli avvenimenti della vita. I
nostri sentimenti, secondo questo metodo, il più delle volte sono stati originati
tanto tempo fa: sono la conseguenza di
avvenimenti incresciosi che hanno
riguardato un nostro antenato e che poi
ci sono stati trasmessi, di generazione in
generazione, e che si sono cristallizzati
in seguito a esperienze drammatiche. Lo
scopo della cronogenetica è di recuperare la causa-radice delle emozioni negative e di scioglierne i relativi blocchi psicologici. Di solito è necessario risalire
indietro di due o tre generazioni; a volte
si può arrivare anche più lontano.
Spesso l’evento che ha dato origine al
sentimento prevalente può essere
banale, ma è stato vissuto con un’intensità particolare. Per lo più la genesi di
questi problemi è da ricercare nei primi
sette anni di vita o al momento della
nascita o ancora nella fase gestazionale.
Mario Grilli, Domenica Nieddu,
Cronogenetica, Edizioni Mediterranee, 2012, pp. 240, 30 dis., €
24,50.
Enrico Malizia,Hilde
Ponti, A Tavola con
le Streghe
Il volume, dopo
un rapido excursus
sul demonismo e
la stregoneria in
rapporto alla sessualità e al peccato
carnale, considera
la gola e la gastronomia con particolari riferimenti
alla cucina erotica
odierna. Gli autori,
dopo aver brevemente esposto il
pensiero attuale
sulla fisioanatomia
dei sensi nella specie umana in rapporto al sesso, descrivono le necessità alimentari e sessuali, il loro legame con
l’appagamento e la sazietà, il rapporto
con le passioni, il desiderio, il piacere e
il dolore.
Pagine, 256, Prezzo: € 12,91
La dottrna
sufica
dell’unità
Gli studi sull’Islam
condussero Schaya
nel 1950 in Marocco,
dove ebbe l’opportunità di entrare in contatto con alcuni eminenti rappresentanti della spiritualità
musulmana, tra cui il venerato Shaikh
Mohammed at-Tadili. Egli poté così
approfondire il lato essenziale di questa
Tradizione, attingendo alle sue sorgenti
più pure. La presente opera è un riflesso di quell’incontro intimo con lo spirito vivente del Sufismo, nonché delle
sue meditazioni sul Corano e sui trattati
sufici. È, infatti, nel Corano che è ancorato tutto l’Islam, il cui messaggio gravita costantemente intorno a un solo
oggetto: Allah, “La Divinità” una e
onnipresente; ed è nell’insegnamento
sufico che è possibile scoprire il senso
più profondo di questo messaggio.
L’obiettivo di questo libro è quello di
esporre gli aspetti fondamentali della
metafisica sufica, che scaturisce dal
credo musulmano: “Non vi è divinità
all’infuori della Divinità” (la ilaha illAllah), e della sua interpretazione esoterica, secondo la quale “La Divinità” è
“il Tutto che è unico” e “l’Unico che è
tutto”.
Leo Schaya, La dottrina sufica
dell'unit, Edizioni Mediterranee,
2012, PP; 1’’, € 13, 50;
38
ANNO XXXII
- LA FIERA LIBRARIA - N. 292 - OTTOBRE 2012
IN PRIMO PIANO
razione voluta dai vincitori della guerra.
In seguito a tale inchiesta gli verrà
proibito di insegnare fino al 1949. Nel
frattempo, ufficiali francesi interessati
alla filosofia prendono contatto con lui
per un progetto di incontro con Sartre,
il quale contribuirà grandemente alla
riabilitazione internazionale del collega
tedesco. Il progetto fallisce, ma
comunque si avvia uno scambio epistolare tra i due filosofi che condurrà
Heidegger a stendere la famosa
"Lettera sull'umanismo" con la quale
prende decisamente le distanze dalla
corrente esistenzialista ormai diffusa in
tutta Europa (la quale continuerà a
vedere in lui un importante rappresentante, almeno per la parte iniziale del
suo pensiero).
Quella di Heidegger filosofo dell'esistenza, erede dell'esistenzialismo
religioso di Kierkegaard, fu anche l'interpretazione prevalente del suo pensiero fra le due guerre ("L'essere e il
nulla" di Sartre è largamente debitore
di "Essere e tempo"); ma nella lettera a
J. Beaufret, "Sull'umanismo" (1947),
Heidegger la respinse come una
mossa falsa, un fraintendimento del
progetto finale dell'opera.
I problemi più rilevanti posti dalla
filosofia di Heidegger emergono
comunque soprattutto nelle opere dell'ultimo periodo, il cui momento inaugurale è da ricercare proprio agli studi
successivi la "Lettera sull' Umanismo",
che non presentano più la forma di veri
e propri testi filosofici ma prediligono la
frammentarietà del breve saggio, della
conferenza, del dialogo. Quest'ultima
fase del pensiero di Heidegger è anche
la più complessa e forse la più provocatoria. I suoi stessi allievi (è il caso di
Gadamer), e gli esponenti di quella
koinè ermeneutica di cui Heidegger è
stato in un certo senso l'iniziatore (si
pensi a Derrida o Ricoeur in Francia),
prendono nettamente le distanze da
quel dire "ineffabile" che "avrebbe perduto il terreno sotto i piedi", rimandando a luoghi impercorribili per il pensiero.
La sua influenza sul pensiero
filosofico occidentale è oggi unanimamente riconosciuta di incalcolabile
importanza, anche per ciò che riguarda
la filosofia italiana (basti pensare a
Vattimo). Insomma, tutta la cultura
occidentale, anche quella che si
oppone duramente all'"irrazionalismo"
ermeneutico heideggeriano, deve fare i
conti con la presenza di questa gigantesca personalità, scomparsa a BadenWurtemberg il 26 maggio 1976.
una ripresa morale della Germania e
dell'Occidente nel suo insieme, tanto che
non esita a prendere posizione a favore
del nazismo. Nominato rettore all'università di Friburgo, nel 1933 tiene un discorso di prolusione all'anno accademico
divenuto uno dei testi più inquietanti del
Novecento, a causa dei drammi, delle
incomprensioni e dell'errore personale di
Hiedegger ivi contenuto. In quel discorso,
in sostanza, viene dato un giudizio positivo dell'ideologia nazionalista hitleriana,
non in quanto ideologia razzista ma in
quanto portatrice di energie nuove.
In quegli stessi anni, inoltre, il filosofo
si era accostato all'opera del poeta
Hölderlin, da cui trasse spunto per la sua
successiva "svolta" filosofica. Questa
impostazione non è cmunque gradita alle
autorità naziste, che cominciano a nutrire
forti sospetti su di lui. E così, già nel '34,
divergenze e sospetti porteranno alle
dimissioni di Heidegger dal rettorato e
alla sua progressiva emarginazione.
Tutta questa confusa e triste vicenda
costerà purtroppo al filosofo un prezzo
umano altissimo: egli perde infatti l'amicizia dei più prestigiosi rappresentanti
della cultura tedesca, tra cui spiccano i
nomi dei filosofi Karl Jaspers e Hannah
Arendt. Fino allo scoppio della seconda
guerra mondiale, Heidegger continua la
sua attività di insegnamento e produzione, pubblicando tra l'altro "L'origine
dell'opera d'arte" ('36), "Dell'evento"
('37), "Sul concetto e sull'essenza della
physis in Aristotele" ('39). Nel 1945, viene
interrogato dalla commissione di epu-
PETROF
DAL “FEDERALISMO
MODERNO”
AL FEDERALISMO
ODIERNO
La fondazione teorica del “federalismo
moderno” – inteso come di unione
nelle differenze – e la vicenda del concetto
nella storia politica
italiana, dal Medio Evo alla Repubblica.
Corrado Malandrino
Democrazia e federalismo nell’Italia
unita
pp. 128 – euro 12,50
In questo saggio-pamphlet, Corrado
Malandrino ripercorre la fondazione
teorica del “federalismo moderno”, inteso
come unione nelle differenze,
come formula decentrata e pluralista dell’unità nazionale in grado di
valorizzare il patrimonio del territorio e del
popolo che lo abita
nell’ottica di un’unità superiore e condivisa.
Alla vicenda del concetto nella storia politica italiana, dal Medio Evo
alla Repubblica, passando per il periodo
rivoluzionario e napoleonico, la
Restaurazione, il 1848, l’Unità, il primo
dopoguerra, il fascismo e la
Resistenza, Malandrino affianca quella
della critica del centralismo
statale fino ad arrivare all’Italia di oggi.
ANNO XXXII
- LA FIERA LIBRARIA - N. 292 - OTTOBRE 2012
39
SCAFFALE
LUIGI CASTIGLIONE
SALVARSI DAL NULLA
La perdizione esistenziale
in Georges bernanos
EDIZIONI LOGOS
«Il Mio coraggio è di far conoscere le vicende
più tormentate della Chiesa". Rendere pubblici
certi segreti, piccole e grandi storie che non
superano il portone di bronzoI.Solo così mi
sento libero, affrancato dall’insopportabile
complicità
di
chi,
pur
sapendo,
tace».Dichiarazione all'autore di "Maria",
nome in codice dietro il quale si nasconde la
fonte principale anonima e segreta, interna al
Vaticano, che ha fornito le centinaia di documenti alla base di questo libro.
Non era mai successo.Nessuno era riuscito ad
accedere nella stanza del papa e a leggere le sue
carte riservate. Centinaia di documenti che svelano
la quotidiana precarietà della Chiesa, tra affari
assai poco trasparenti e congiure di palazzo.
Gianluigi Nuzzi, dopo il successo di VATICANO
SPA sullo scandalo dello Ior, racconta, grazie alle
carte fornite da una fonte segreta, le storie, i personaggi e i travagli che dividono oggi la Chiesa e
che coinvolgono l'Italia e la sua politica. Anche
quella del governo Monti.
Le lettere di Boffo, l'ex direttore bruciato da
veline di palazzo, quelle di Viganò che dopo aver
fatto risparmiare milioni al Vaticano, è costretto
alle dimissioni, le donazioni private (anche quelle
di Bruno Vespa), le raccomandazioni a Gianni
Letta, il problema dell'Ici secondo i rapporti riservati del presidente dello Ior Gotti Tedeschi, il caso
Ruby e Berlusconi ("vittima di una magistratura
politicizzata"), gli incredibili pedinamenti degli
007 vaticani in territorio italiano, le verità sui
Legionari di Cristo e la pedofilia in una testimonianza mai resa pubblica, le intemperanze di molti
vescovi in ogni parte del mondo. Persino un incontro segreto tra Napolitano e il papa di cui nessuno
è a conoscenza. E don Julián Carrón, leader di Cl
che accusa la diocesi di Milano di simpatie
politiche. Nuzzi annoda i fili delle storie che
insieme si leggono come se fossero capitoli di un
thriller. La volontà di chi ha reso disponibili queste
carte, rompendo vincoli di segretezza e quindi
rischiando di persona, è quella di dare fiato e coraggio a tutti coloro che dentro la Chiesa non si
riconoscono in un'istituzione tesa soprattutto a
gestire beneficienze, affari e potere e si battono
perché essa sia più vicina al cuore degli uomini.
«Itati i peccati si rassomigliano, non c'è
che nn solo peccato. Non te parlo un linguaggio oacnro! Queste verità sono alla
portata del cristiano pia umile. Il mondo
del peccato sta di fronte al mondo della
grazia come l'immagine riflessa d' paesaggio, al margine di una pozza d'acqua
fangosa e profonda. C'è una comunione
dei santi, e c'è anche una comunione dei
peccatori. Nell'odio che i peccatori si portano l'un contro l'altro, nel disprezzo, si
uniscono, si abbracciano, aggregano, si
confondono.»
L’anima del samurai presenta nuove
traduzioni di tre opere giapponesi del XVII
secolo che dimostrano la notevole influenza dello Zen sul Bushido, il leggendario
codice dei samurai, in particolare si tratta
degli insegnamenti Yagyu (1571-1646) e di
Takuan (1573-1645) sulla scherma e lo
Zen. Yagyu era al contempo insegnante di
scherma e capo della polizia segreta dello
shogun, mentre Takuan era un kokushi
(“insegnante del Regno”), maestro Zen
dell’Imperatore. Gli insegnamenti Zen e
l’influenza di Takuan sono evidenti
nell’opera del maestro Yagyu sulla scherma Zen, Il libro delle tradizioni familiari
sulle arti marziali. Alcune delle idee originali del maestro Zen, inoltre, si trovano nei
suoi scritti diretti al maestro di scherma:
L’impenetrabile finezza della saggezza
inamovibile, una serie di commenti in giapponese su questioni riguardanti lo Zen, e
Tai-A Ki: annotazioni sulla spada senza
pari, un criptico trattato in Kanbun (cinese)
sulla spada Zen, con un commentario in
giapponese di Takuan.
Lujgi Castiglione è nato sui monti donde l'Etna
guarda ironica e sorridente, con l'uni-co occhio
degli omerici ciclopi e furibondi, la valle del Simeto. Ampia preparazione letteraria, filosofica e
teologica. Suoi scritti sono apparsi in trentasei
quotidiani («Il Popolo», «L'Osservatore romano»,
«Avvenire»), set• nmanli («La Fiera letteraria»,
«La Discussione», «L’Osservatore della dome-nica»..) e mensili («Humanltas», «Studiun», «Città
di vita»..) Ha collaborato con parecchie Case
editrici (Morcelliana, Vita e Pensiero, Queriniana,
Herder, Sei, Città nuova...) Tra i suoi libri Pio XII
e il nazismo, Tutto il Concilio (Bompiani, bestseller, 1965), Prolegomeni agli infami, La ragione
impura, Consolazioni agi imbecilli, Orazione
L’anima del samurai, A cura di
corale per concelebrare un uomo triste, Clinton,
Thomas Cleary, Edizioni Mediterranee,
le pene, Diana, la favola, Il piccolo dittatore
(Berlusconi, atto primo), Se fosse un sogno, 2012, 11,50.
Pavana per una principessa defunta, Re Lear. Ha
tradotto Pascal, Blondel, Maritain, Bacine,
Péguy, Milton, Bloy, Bernanos, Sofocle, Mauriac,
Cernuda, Shakespeare, De-scalzo, Malla-rmé,
Tirso de Molina, Claudel (spesso con testi originali a fronte)... Libero In-tellettuale ed alieno da
compromessi, ha sempre lottato contro l’ingiustizia, l’idiozia e la stupidità..;
Luigi Castiglione, Salvarsi dal nulla (La
perdizione
esistenziale in Georges BernaGianluigi Nuzzi, Vaticqno S.P.A., Edizioni
nos),
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Logos, III Ed, pagine 160, € 16.
Chiarelettere, 2012, pp. 304;
40
ANNO XXXII
- LA FIERA LIBRARIA - N. 292 - OTTOBRE 2012
INTERVALLO
GEORGES MAX SCHELER
bERNANOS L'IDEA
LA GIOIA CRISTIANA
DELL'AMORE
CLAUDEL
Opere a cura
di Luigi Castiglione
Giovanna d’Arco al rogo
Il libro di Cristoforo Colombo
Il festino della saggezza
La messa laggiù
Signore, insegnaci a pregare
Un romanzo
drammatico,
sconvolgente,
turgido di luci e
d’ombre.
N’è protagonista
Chantal,
eroina
della grazia,
nuova santa
Teresa.
In lei si svolge
la lotta
tra la grazia
e il male,
ch’ella espia,
vittima
dei perversi
Il simbolismo di La Salette
Cinque grandi odi
Processionale
per salutare
il secolo nuovo
Amo la bibbia
logos
Georges
bernanos,
La gioia,
con una nota
di Ferdinando
Castelli,
Edizioni
Logos,
pagine
256,
€ 18
Sembra che sia venuto il
momento di un nuovo spirito finora solo presumibile
di primavera. Comincia
lentamente l'oscillazione
scettica di questa civiltà, il
dubbio su se stessa e sulle
idee in cui crede. Ma l'implorazione di salvezza diverrà sempre più forte e più
urgente [...] Questo germe,
quando i popoli si renderanno lentamente conto di
quello che hanno fatto,
diventerà una forte e
grande corrente di lacrime.
In questo momento conta
moltissimo che anche i
cristiani ascoltino quel
grido di aiuto, e che tutti,
facendo rivivere la propria
fede prima nel proprio
cuore, spalanchino questi
cuori per riversare la corrente di fede e di amore,
che segretamente scorre
nella Chiesa cristiana,
riversarla nel mondo, in un
mondo che ha bisogno di
questa fede e di questo
amore – che comincia a
desiderarli – che li desidera
come non mai nel passato;
M a x S c h e l e r,
L’idea cristiana
dell’amore, a cura
di Ubaldo Pellegrino, Logos , p.
112, € 10
LUIGI
CASTIGLIONE
CLINTON,
LE PENE
(Clonare Starr)
Romanzo o storia
romanzata, affabulazione, oppure un
semplice «divertissement»?
Forse una favola in
cui, come l’autore
scrive, «l’ironia, il
sarcasmo, il dileggio,
il sogghigno, il cachinno, lo sberleffo,
lo scherno, la derisione, l’irrisione, la
parodia, la risata non
son che l’altra faccia
della tristezza» in un
mondo in cui «si vive
tra vigliacchi e lestofanti, tra venduti e
depravati, perversi e
pervertiti, infetti ed
appestati...»
Fa parte della sua
«Trilogia dell’effimero»...
Luigi Castiglione, Clinton, le pene (Clonare Staar?), Edizioni Logos, pagine 256, €
18
ANNO XXXII
- LA FIERA LIBRARIA - N. 292 - OTTOBRE 2012
41
SCAFFALE
un libro
sempre
attuale
TEOLOGI IN
RIVOLTA
I testi e i documenti
integrali
della «contestazione nella
Chiesa»
con i commenti di Alberigo,
Baget Bozzo,
Bouchard, Camon, Cardia,
Costa, Davi,
Del Noce, Del Rio,
Delumeau, Di Fazio,
Egidi, Fabbretti, Ferraudo,
Filippi, Gentilonì, Giussani,
Greinacher, Guasco,
Kasper, Küng, Lehmann,
Marengo,
Margiotta Broglio, Melina,
Molari, Negri, Poletti,
Quinzio, Rossi, Ruggeri,
Santini, Spiazzi, Strazzari,
Svidercoschi,
Testa, Tettamanzi,
Vassallo, Zizola
Saggio introduttivo
di Angelo Scola
edizioni logos
edilogos.com
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TEOLOGI
IN
RIVOTA
«La Chiesa è un corpo vivo che ha bisogno dell'opinione pubblica alimentata dal
colloquio tra le diverse membra e mancherebbe qualcosa alla sua vita se l'opinione
pubblica le venisse a mancare».
PIO XII
«Coloro che si dedicano alle scienze sacre usufruiscono di una giusta libertà di
ricerca ed anche di esporre con prudenza il loro pensiero sulle materie in cui sono
competenti, mantenendo il dovuto rispetto nei confronti del magistero della Chiesa».
CODICE DI DIRITTO CANONICO
«Ho avuto sempre più conferma che solo nell'obbedienza che nasce dall'amore si
può diventare intelligenti di quell'avvenimento che ci è stato donato e che supera
ogni intelligenza».
LUIGI GIUSSANI
«La Chiesa viene ammonita «a non farsi condizionare dalla logica mondana»;, mi
domando quanto questo condizionamento non abbia invece agito su molti intellettuali che intendono interpretare "lo spirito" piuttosto che la lettera del Concilio (o indirettamente su tutti)».
AUGUSTO DEL NOCE
«Considero la «Dichiarazione di Colonia» inaccettabile per la Chiesa, sia per la sua
forma, sia per il contenuto. Ciò non esclude che dietro di essa non vi siano desideri
giustificati e problemi aperti sui quali si deve discutere».
WALTER KASPER
«Tutto quanto è accaduto, sotto gli occhi di tutti, fra teologi è solo un fenomeno che
induce tristezza. Se i maestri, anziché essere innanzitutto testimoni di una profonda appartenenza alla Chiesa si trasformano in un ceto d'intellettuali, più preoccupati
delle proprie opinioni, allora l'annuncio al cuore dell'uomo, che non attende sapienze umane (neanche "teologiche") ma solo la Parola, fatta carne in Cristo, si fa meno
forte.
LUIGI NEGRI
«Il maldestro tentativo del Vaticano di ridurre l'episodio a un "fatto locale", non riesce
certo a diminuire la rilevanza di un'iniziativa che afferma l'obbligo di chi è al servizio
della Chiesa di esprimere critiche pubbliche e mettere in evidenza gli "abusi" del
potere centrale».
FRANCESCO MARGIOTTA BROGLIO
42
ANNO XXXII
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leggere sul monitor del proprio computer, se ne può
ingrandire e rimpiccolire il testo e renderlo anche più
oppure meno luminoso, secondo le proprie esigenze
visive, senza ricorrere ad ulteriori spese...
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di morale)
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ANNO XXXII
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Vico Lodovici, G.V. Sampieri
A cura di L. Castiglione
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SALVARSI DAL NULLA
GLI EROICI FERVORI
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Traduzione di L.Castiglione
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(Berlusconi, atto primo)
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eBook, pp. 192, € 18
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Bernanos sono curate da Luigi
Castiglione, tranne Una visione
cattolica del reale, tradatta da
Mario Spinelli e Franco Mercuri
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ANNO XXXII
- LA FIERA LIBRARIA - N. 292 - OTTOBRE 2012
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TEATRO E FILOSOFIA
(In preparazione)
GLI UOMINI
CONTRO L’UMANO
A cura di Enrico Piscione
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* Tutte le opere di Paul Claudel
sono curate da Luigi Castiglione
www.edilogos.com - [email protected]
edizioni
logos
CODICE
DI DIRITTO
CANON ICO
Edizione tascabile con la nuova
traduzione italiana di Luigi Castiglione
Alcuni giudizi della stampa:
«Quest'edizione italiana presenta alcune sue caratteristiche che ci piace mettere in risalto:
la versione italiana dei canoni, curata da Luigi Castiglione. è
nuova, non solo perché diversa da quella corrente dell’UECI,
ma anche perche condotta con criteri più moderni (per es.
potestas è resa con «potere» non con «potestà»); il commento è alquanto più aggiornato se non altro perché tiene
conto delle interpretazioni autentiche date dall’apposita
Commissione pontificia dal 1984 ad oggi. Per tutte
queste caratteristiche positive sia deìl'edizione originale
sia di quella italiana, riunite insieme in quest'opera, essa
merita la più larga diffusione e utilizzazione da parte degli interessati, che dovrebbero essere più i pastori che i canonisti della
Chiesa» (N. Lisi, La Scala).
A
T
R
26
E
F LE a €
F
O IA iché
in EC anz
SP€ 13
a
«Sono molte le pubblicazioni e i commenti ai Codice di diritto Canonico che
sono state curate o da singoli o da gruppi di specialisti. Questa edizione, commentata da esperti competenti, mi sembra una delle migliori. I pregi sono tanti...» (A.P., Vita
Pastorale).
«Il commento è fatto con grande competenza dottrinale e giuridica, con chiarezza espositiva e puntualità di riferimenti... Il curatore, Luigi Castiglione, ha contribuìto in modo egregio a mantenere le doti di chiarezza del testo originale, per cui sembra che il merito vada
equamente diviso fra gli autori del testo e il curatore...» (Orizzonti Cristiani, Radio
Vaticana),
CODICE DI DIRITTO CANONICO - Testo italiano con le «Interpretazioni autentiche»,
le «Delibere» della Cei e un ampio «Indice analitico» – Beneplacito della Cei
— A cura di Luigi Castiglione – Pagine 448, € 26
CODICE DI DIRITTO CANONICO - EDIZIONE BILINGUE CON TESTO ORIGINALE A FRONTE TRADUZIONE E INTRODUZIONE DI LUIGI CASTIGLIONE - IN RISTAMPA LA VI EDIZIONE
,
48
ANNO XXXII
- LA FIERA
e»» LIBRARIA - N. 292 - OTTOBRE 2012
CRONACA
DELL’ALDIQUÀ
«Moda e politica si conciliano benissimo»
La posizione politica della modella è ben
chiara e visibilissima nel web alla voce «Le
posizioni di Nicole Minetti»
Non ho presentato nessuna
lettera di dimissioni,
Berlusconi non ne sarebbe
contento
Al suo debutto da modella per Parah a
Milano, Nicole Minetti ha risposto alle
domande dei giornalisti a defilé concluso:
"Se dovessi votare alle primarie sceglierei
Renzi, perché è giovane". La consigliera
regionale non ha risposto alle altre
domande sulla politica nel backstage di
Blue Fashion Beach, "perché oggi voglio
parlare di moda - ha detto - dato che siamo
nel bel mezzo della Milano Fashion Week".
E categorica ha risposto ai giornalisti: "Non
ho nessun ripensamento, non mi dimetto".
"Faccio la consigliera regionale e, come
tante altre persone, ho un secondo lavoro
che riesco a conciliare con il primo", ha sottolineato.
"Per me politica e moda si possono conciliare benissimo, anzi, per me la politica è al
servizio della moda". La consigliera
regionale pdl ha risposto alle domande dei
giornalisti e ha aggiunto: "La moda è un
settore fondamentale per la nostra economia e mi sembrava giusto sostenerla con la
mia immagine
ANNO XXXII
- LA FIERA LIBRARIA - N. 292 - OTTOBRE 2012
SGARbI TRA POLITICI?
Casini giudicato
da Lombardo
Di seguito l’intervista rilasciata da
Raffaele Lombardo ad Amedeo La
Mattina pubblicata su “La Stampa” di
ieri 2 agosto 2012.
Presidente Lombardo, cosa
farà adesso che si è dimesso? Si
ritira nella sua casa di campagna
in contrada San’Antonino, in
provincia di Catania? Farà come
Cincinnato in attesa di essere
chiamato dalla politica?
«Macché, basta con la politica.
Cincinnato aveva 40 anni e io ne
ho 62. Sono gli altri, i giovani
autonomisti che devono andare
avanti. Io sto fuori, mi voglio finalmente godere il mio “buen retiro”
dove ho sette specie di galline e
da lì osservare lo spettacolo esilarante di una campagna elettorale
dove i candidati sono più dei partiti. Ma lei lo sa che nei 4 anni in
cui sono stato presidente siciliano
ci sono andato tre volte?».
Difficile credere che lei smetterà
di fare politica. Non si candida alle
regionali e nemmeno alle
prossime politiche?
«Esatto. Certo darò un contributo agli amici che me lo chiederanno, andrò un po’ in giro. Anche se
mi e ci descrivono come brutti,
sporchi e cattivi, il movimento
politico che ho fondato non scomparirà, anzi sono sicuro che avrà
un ottimo risultato. Prevedo un 20%
e non si chiamerà più Mpa ma il partito dei siciliani».
Darà un contributo, sia lei sia le
persone che in questi anni ha
assunto, soprattutto nelle Asl e nel
settore della sanità?
«Smettiamola con questo tormentone. Durante la mia presidenza
non c’è stata una sola assunzione
ingiustificata. Tutte le persone nominate negli enti ospedalieri e per le
cariche dirigenziali delle Asl andavano nominate perché bisognava
riempire caselle lasciate vuote in
seguito a dimissioni o a pensionamenti. Se non lo avessi fatto commettevo il reato di omissione d’atti
d’ufficio».
49
Ma sono tutti targati “Lombardo
Mpa”?
«Ancora con questa storia del
clientelismo… Senta, non facciamo gli ingenui o gli ipocriti. Tutti
facevano segnalazioni, e quando
dico tutti dico proprio tutti, deputati,
senatori di tutti i partiti, nessuno
escluso. Le dico di più: le segnalazioni sono arrivate anche da
fuori il mondo politico, dal mondo
degli imprenditori, delle forze dell’ordine, della chiesa, ma non ci
trovo nulla di scandaloso se viene
segnalato un bravo professionista.
Anche lei poteva segnalarmi una
persona meritevole… Qui adesso
mi vogliono far passare per il
diavolo mentre gli altri sono tutti
delle verginelle. Ma su, finiamola
con i luoghi comuni! Si è urlato allo
scandalo perché, prima di dimettersi, ho nominato il nuovo assessore alle Autonomie e all’Energia.
Era però necessario: il primo deve
occuparsi delle elezioni regionali
del 28 e 29 ottobre, il secondo dell’emergenza dei rifiuti, con tutto
quello che sta succedendo nella
discarica
di
Bellolampo
a
Palermo».
La Regione ha un buco nel
bilancio di oltre 5 miliardi, la spesa
sanitaria nel 2011 è aumentata del
7,36% rispetto all’anno precedente, i dipendenti sono 28 mila, i
forestali un esercito…
«Intanto la Regione Siciliana
non si trova in una situazione peggiore di molte altre.
Berlusconi tacle Berlin pour son hégémonie en Europe
L'ex-chef de gouvernement italien, Silvio Berlusconi, critique
sévèrement l'Allemagne, "un Etat hégémonique qui dicte aux
autres pays européens la règle de la rigueur et de l'austérité",
dans un entretien à la version italienne du Huffington Post,
lancée mardi 25 septembre.
Par rapport [au président du conseil Mario Monti], je serais
moins vassal de l'Allemagne", affirme le "Cavaliere", qui
reproche à Berlin de prétendre qu'"à travers l'austérité on
puisse réduire la dette". "C'est une illusion : la dette publique
diminue avec l'augmentation du PIB, qui signifie développement et croissance", affirme-t-il.
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