La Chiesa in Italia
MESSAGGIO DEI DIRIGENTI DI AREA
Il grande e principale segreto
Anz. Louis Weidmann, Svizzera
L
Settanta di Area
a scorsa estate ebbi l’opportunità
di partecipare a una riunione di
testimonianza di giovani adulti non
sposati. L’atmosfera era pervasa da uno
spirito meraviglioso e tutti poterono sentire come gli insegnamenti del Vangelo
portano speranza, pace e gioia. Uno dei
giovani, durante la propria testimonianza,
espresse gratitudine per il sacerdozio.
Con emozione spiegò come lui e i suoi
amici avevano preso parte a un torneo di
calcio ed erano stati in grado di benedire
un compagno che si era fatto male. Con
fare commosso, rese grazie per la dignità
del suo amico che aveva impartito la
benedizione.
Pensai alla restaurazione del sacerdozio, al grande
amore del nostro Padre Celeste e di Suo Figlio, che
ci accordano questo potere. Joseph Smith scrisse ai
santi a Nauvoo: “Ora, il grande e principale segreto
dell’intera questione e il summum bonum [sommo
bene] dell’intero argomento… consiste nell’ottenere
i poteri del Santo Sacerdozio”.1 Non potei fare a
meno di pensare alle numerose volte in cui avevo
usato il sacerdozio nella mia famiglia e a come la
mia fiducia nel Signore era cresciuta di conseguenza.
La mia testimonianza fu rafforzata nel vedere all’opera l’influenza guaritrice del mio Redentore attraverso il potere del sacerdozio. Tuttavia, il Signore
avvertì Joseph Smith “che i diritti del sacerdozio sono
inseparabilmente connessi con i poteri del cielo, e
che i poteri del cielo non possono essere controllati
né adoperati se non in base ai principi della rettitudine”.2 Essendo un padre che detiene il sacerdozio,
per me queste parole significano che devo sintonizzare la mia vita col Vangelo e rimanere fedele alle
mie alleanze. Recentemente il presidente Packer, in
uno dei suoi discorsi rivolti ai padri e alle famiglie
di tutta la Chiesa, ha detto: “Quando l’autorità del
sacerdozio viene esercitata correttamente, i detentori
Anziano Louis
Weidmann
del sacerdozio fanno ciò che Egli farebbe se fosse
presente”.3 Ciononostante, questo agire secondo il
volere del Signore è possibile soltanto se abbiamo lo
Spirito con noi. Se invece il nostro comportamento è
contrario ai comandamenti del Signore “ecco, i cieli
si ritirano, lo Spirito del Signore è afflitto;
e quando si è ritirato, amen al sacerdozio,
ossia all’autorità di quell’uomo”.4
In qualità di padri, dobbiamo impegnarci a vivere come Cristo e a evitare
qualsiasi cosa che ci impedisca di sentire
lo Spirito o di essere puri. Dobbiamo
smettere di guardare qualsiasi forma di
pornografia, di arrabbiarci e spazientirci
in famiglia, di trascurare di pregare, studiare le Scritture o adempiere ai doveri
del sacerdozio e molto altro, affinché il
potere del sacerdozio possa essere libero
da vincoli. Se potessimo solo comprendere quale dono meraviglioso Dio ci ha
dato “nel grande e principale segreto”, il summum bonum, il potere del sacerdozio! Poiché la
vera felicità si trova solamente nell’obbedienza
ai comandamenti di Dio e nella famiglia eterna,
ma per queste cose c’è bisogno del sacerdozio e
di degni detentori del sacerdozio. Il presidente
Packer ha attestato: “L’obiettivo finale di ogni attività della Chiesa è che l’uomo, sua moglie e i loro
figli possano essere felici nella loro casa, protetti
dai principi e dalle leggi del Vangelo, suggellati in
modo sicuro mediante le alleanze del sacerdozio
eterno”.5
Lancio una sfida a tutti noi padri di impegnarci
con tutto il nostro cuore a capire l’importanza del
sacerdozio e a vivere attenendoci saldamente a
ciò che esso implica, affinché tramite il potere del
sacerdozio possiamo condurre e guidare le nostre
famiglie e proteggerle dai furiosi attacchi di Satana.
Rendo testimonianza del divino potere del sacerdozio e del grande amore del nostro Redentore. ◼
NOTE
1. Dottrina e Alleanze 128:11; grassetto dell’autore.
2. Dottrina e Alleanze 121:36.
3. Boyd K. Packer, “Il potere del sacerdozio”, ­Liahona,
maggio 2010, 7.
4. Dottrina e Alleanze 121:37.
5. “Il potere del sacerdozio”, 9.
M a r z o 2 0 1 1 C1
ione di Milano 3. Il battesimo, per una persona, è già di per sé un
avvenimento molto speciale e
altamente spirituale; se poi a
celebrarlo sono cinque persone, componenti dello stesso
nucleo familiare allora diventa
un evento memorabile. E’ accaduto nel Rione di Milano 3.
La famiglia in questione
proviene dall’ Equador ed i
suoi componenti hanno in loro
il calore ed il sorriso di questo
paese. Si chiamano Juan Francesco Cisneros Romero il papà,
Cresciamo insieme
Gaetano Saponieri
R
amo di Bitonto. Domenica
23 maggio nelle acque battesimali è entrato un nuovo
fratello: Nicolò De Sario.
Questo è il quinto battesimo
in due anni per il nostro ramo
che sta vivendo un momento
felice grazie alla cura e al lavoro
dei membri. Tutti noi abbiamo
avvertito la presenza dello Spirito mentre l’anziano Rowland
celebrava la sacra ordinanza ed
immergeva Nico, come viene
chiamato da tutti noi, nelle
acque del fonte battesimale.
Questa è stata la bella ed
emozionante conclusione di un
percorso lungo il quale il fratello
è stato accompagnato dall’affetto
e dalla sollecitudine di tutti i
C2 L i a h o n a
membri. All’inizio sembrava che
ci fossero tante difficoltà: Nicolò
aveva avuto un incidente stradale
e si pensava di dover rimandare il
battesimo perché potesse andare
Il battesimo
di Nicolò
a curarsi all’estero, ma poi ha
deciso di seguire la voce dello
Spirito e di battezzarsi subito. Per
il fratello, emozionato e felice, è
stato l’ inizio di una crescita che
lo condurrà, se sarà obbediente
e fedele, a ritornare dal nostro
Padre Celeste. Un’ altra anima
si è unita al nostro ramo, che è
piccolo ma che si sforza di essere
una luce e che sogna di diventare
un giorno rione ed avere una cappella con un fonte battesimale.
Con questo intento, nell’ambito del programma Helping
Hands, il nostro ramo ha svolto
un’attività che, grazie a coloro
che abbiamo aiutato, è stata
un momento di riflessione per
ognuno di noi. Tutti insieme
siamo andati all’ospizio Giovanni
XXIII per regalare, per quanto
possibile, un momento di spensieratezza agli anziani in esso
ospitati. Ci siamo dati appuntamento in cappella e poi ci siamo
diretti all’ospizio dove, sotto la
direzione di sor. Pappagallo,
abbiamo accompagnato alcuni
anziani in una passeggiata nel
grande giardino della struttura,
Parlami di te
ascoltandoli mentre ci raccontavano episodi passati della
loro vita ed abbiamo mangiato
con loro un gelato. Abbiamo
trascorso con loro solo un’ora,
nulla di speciale, ma era speciale
l’aria che si respirava in quel
luogo. Tutti noi siamo rimasti
colpiti da ciò che quegli uomini
e quelle donne provano: madri,
nonne, mogli, mariti, padri,
abbandonati solo perché sono
vecchi, ormai sulla strada del
ritorno al Padre, senza nessuno
che li faccia sorridere e che
sorrida con loro, che li faccia
sentire ancora vivi. Questo ci
ha fatto riflettere, su quanto
noi membri della Chiesa siamo
benedetti. Noi non siamo mai
soli perché, se ne siamo degni,
al nostro fianco possiamo avere
lo Spirito Santo, che ci consola e
ci aiuta. Noi non siamo mai soli
grazie all’amore in Cristo, che ci
accomuna e ci fa essere sempre
pronti ad assisterci a vicenda. ◼
FOTO DI G. SAPONIERI
R
Gianna La Franceschina
Nelli Rocio la mamma, Eduardo
Francesco, Ronni Ricardo e
Dayana Soraya i figli.
Insieme con i membri del
rione, intervenuti numerosi al
loro battesimo, anche gli angeli
in cielo hanno gioito della loro
scelta coraggiosa e al tempo
stesso ricca di fede e del desiderio di essere salvati nel nome
del nostro Salvatore Gesù Cristo.
I battesimi sono stati officiati
dal fratello Giuseppe Angiulli,
membro del Consiglio del Palo
di Milano.
L’opera missionaria avanza
senza ostacoli e gli occhi lucidi
di alcuni missionari presenti e
anche di alcuni membri, testimoniano il duro ma grande
lavoro sul campo. ◼
FOTO DI G. SAPONIERI
Battesimi
a Milano
FOTO DI G. SAPONIERI
NOTIZIARIO ITALIANO
In ascolto
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FOTO DI A. ARIANTE
VOCI DEI SANTI
La mia chiamata
Paolo Barone
R
Alcuni momenti dell’attività
Piccoli dilettanti allo sbaraglio
D
Angela Ariante
istretto di Napoli. Il 15 maggio 2010 alle
ore 18,00 si sono riuniti i bambini della
Primaria di tutto il Distretto di Napoli
insieme con i loro genitori, membri e dirigenti
di questa ausiliaria, per partecipare ad un lieto,
gioioso ed emozionante “Spettacolo dei piccoli
dilettanti allo sbaraglio”, organizzato dalla presidenza della Primaria di Distretto sotto la direzione della presidentessa Angela Ariante.
La serata è trascorsa con il susseguirsi di bambini che hanno cantato, ballato e mostrato i loro
talenti nella pittura e nella poesia, i più piccoli
con l’aiuto della mamma o del papà.
Hanno partecipato alla serata anche gli ex
bambini della Primaria—ora diaconi—Giuseppe
e Franco che, tra un talento e l’altro, hanno intrattenuto simpaticamente gli ospiti.
Sorella Alessandra De Rosa, consigliera nella
Presidenza della Primaria di Distretto, riferendosi alla disinvoltura di cui i piccoli artisti avevano dato prova, ha spiegato ai bambini che
potevano sentirsi sereni anche nel condividere
il dono di cui il Signore li aveva dotati al fine
di portarli un giorno, se ne avessero avuto il
C4 L i a h o n a
desiderio, a svolgere
la loro missione senza
problemi.
I bambini del Ramo
Flegreo hanno chiuso
la serata con un coro
che ha intonato l’inno
“Come vi ho amati”
esprimendosi con il
linguaggio dei gesti. E’
stato un momento bellissimo, forse il più emozionante della serata, ed
ogni applauso era accompagnato da un’ovazione
che nasceva dalla partecipazione che il cuore di
tutti i presenti provava e che si avvertiva fortemente nella cappella che ci accoglieva.
Dopo i complimenti di Greg Lord, presidente
del Distretto di Napoli, i genitori hanno offerto a
tutti i presenti un rinfresco preparato da loro ed
accolto con gioia dai nostri “dilettanti allo sbaraglio” dopo tanta fatica e tanta emozione. ◼
ione di Busto Arsizio. Un giorno due missionari passarono da via C. Da Sesto N° 19
a Milano, entrarono nel portone e depositarono nella mia cassetta della posta un opuscolo:
“La testimonianza del profeta Joseph Smith”. Lo
presi e andai a leggerlo al bar. Qualche tempo
dopo, l’ultimo sabato di Luglio del 1971, in
piazza Duomo a Milano, mi fermai a guardare
una strana mostra stradale sotto i portici. Mi si
avvicinò un giovane di 19 anni che, però, non
parlava bene l’ italiano, così gli dissi che avrei
parlato volentieri anche con il suo collega. Stranamente era come se già li conoscessi, se il velo
che ci separa dai ricordi della vita preterrena per
un attimo si fosse aperto. Mi vendettero un libro
dal costo molto modesto (350 lire !). Andai a
casa e, dimenticato il libro, partii per le vacanze.
Tornato dalle ferie, a Settembre, rividi i missionari in piazza Duomo. Iniziammo le lezioni e il
9 Ottobre 1971 entrai nelle acque del battesimo.
La Chiesa, in Italia, era stata aperta solo il 2 Agosto
1966, ma in quegli anni furono battezzati uomini
di fede che oggi sono Anziani, Sommi Sacerdoti,
Vescovi, Patriarchi, Presidenti di Palo e di Missione,
Presidenti di Tempio, Settanta e Autorità di Area,
tutti uomini che hanno saputo rispondere alla
loro chiamata e riconoscere l’influenza dello
Spirito Santo. Vorrei ringraziare tutti i missionari
che dedicano due anni della loro vita a lavorare
nella vigna del Signore, ma un grazie speciale
va a quei due missionari che nel 1971 depositarono un opuscolo nella mia casella della posta e
che non ho mai avuto il piacere di conoscere, ai
quali mando il mio abbraccio e una forte stretta
di mano. ◼
Ascolta con tranquillità
R
Liliana Spinelli
ione di Roma 2. Non
dimenticherò mai il mio
secondo viaggio al tempio
di Zollikofen. Era gennaio del
1999, tre sorelle del nostro ramo
avevano organizzato un viaggio
al tempio e mi invitarono ad
andare con loro. Accettai con
gioia e partimmo lunedì all’ alba.
Faceva molto freddo, ma eravamo felici e quando arrivammo
e vedemmo il tempio, bellissimo
ed ammantato di neve, il nostro
morale andò alle stelle.
Una mattina di quella settimana ero nella Sala Celeste e
stavo pregando ferventemente
per i miei tre figli che a quell’epoca si erano allontanati dalla
Chiesa. Chiesi al Signore di
benedirli e di toccare i loro cuori
perché ricordassero gli insegnamenti che avevano ricevuto da
bambini, quando frequentavano
la Primaria. In particolare pregai
per il mio figliolo maggiore che
allora aveva 28 anni, lavorava
tanto e non aveva amici all’infuori dei suoi fratelli.
Avevo la testa china ma,
alzando lo sguardo, vidi mio
figlio vestito di bianco, a qualche metro da me. Mi spaventai
moltissimo, ebbi paura che
gli fosse accaduto qualcosa di
male e cominciai a piangere
silenziosamente.
Sentii sulla spalla la mano
di una delle mie compagne di
viaggio e la sua voce mi sussurrò: “Calmati, non piangere,
ascolta con tranquillità”.
Mi asciugai gli occhi, feci un
profondo respiro e poi chiesi al
Signore che cosa voleva dirmi.
Vidi nuovamente mio figlio, ma
questa volta teneva per mano
una ragazza, anche lei vestita
di bianco.
Cominciai a piangere di nuovo,
questa volta di gioia.
Quando uscii, la sorella che
mi aveva consolato mi chiese che
cosa fosse successo. Lei non si
era accorta di niente, aveva solo
sentito di dovere venire vicino a
me per darmi conforto.
Le raccontai l’accaduto e lei
mi chiese se avevo intenzione di
parlarne con mio figlio. Risposi
che non lo sapevo e lei mi esortò
a meditare ed a parlarne con mio
marito, al mio ritorno a casa.
Mio marito ed io decidemmo
di non dire nulla al ragazzo, ma
parlammo di quello che era
M a r z o 2 0 1 1 C5
COME LO SO
successo con il nostro presidente
di ramo che ci esortò a riporre la
nostra fiducia nel Signore.
Dopo pochi mesi mio figlio
comincio a frequentare nuovamente un gruppo di ragazzi
della Chiesa, e tra loro conobbe
una ragazza. Quando cominciarono a parlare di matrimonio eterno, mio marito ed io
sentimmo che era arrivato il
momento giusto e raccontai loro
la mia “visione”.
Si sono sposati nel 2000,
suggellando la loro unione nel
tempio di Madrid è mi hanno
donato tre meravigliosi nipotini.
Ho una forte testimonianza
della verità della Chiesa di Gesù
Cristo dei Santi degli Ultimi
Giorni, so che il nostro Padre
Celeste ci ama, che Gesù è il
Cristo e che, se noi facciamo
il nostro massimo sforzo per
obbedire ai Suoi comandamenti,
Egli ci benedice. Per questo so
anche che, con il Suo aiuto, la
nostra famiglia sarà eterna. ◼
Vai dalla tua collega!
Layda Avellaneda Batte
R
ione di Roma 2. Sono
molto grata al Signore
per aver potuto servirLo
per un anno e mezzo nella
Missione Rosario, in Argentina
nell’anno 1986. Ricordo quei
giorni come se fossi appena
tornata a casa. Era stato un
periodo duro, ma bellissimo,
durante il quale avevo cercato
di fare del mio meglio, ed avevo
sentito il Signore tanto vicino.
Avevo provato tanta gioia ed
avevo visto visto grandi miracoli accadere nella vita di molte
sorelle quando arrivavano ad
accettare Gesù Cristo come
loro Salvatore.
Avevo imparato ad ascoltare
la voce dolce e mite dello Spirito
Santo.
Ricorderò sempre quello che
accadde un giorno. Eravamo
nel periodo di Natale e la mia
compagna di missione, come
collega maggiore, aveva deciso
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che avremmo partecipato ad
una attività missionaria che era
stata organizzata in un rione
lontano dal nostro. Io non avevo
nessuna voglia di andare, ma lei
chiese ed ottenne il permesso.
Non avevo scelta e così l’ accompagnai. Dopo un viaggio di due
ore arrivammo sul luogo, ma
non sapevamo precisamente
dove andare per arrivare in
cappella. Io ero davvero molto
arrabbiata con la mia collega
e, ben decisa a non rivolgerle
la parola, mi misi a camminare
più lentamente e rimasi indietro.
Vidi che si era fermata a chiedere indicazioni ad una persona
e mi fermai lontano ad aspettarla. In quel momento sentii
dentro me una voce che mi
diceva: “Vai dalla tua collega,”
ma io ero troppo irritata e non
obbedii. Di nuovo sentii: “Vai da
lei.” Stavo cercando di decidere
se avvicinarmi per non lasciarla
sola, quando per terza volta sentii la voce ma questa volta era
molto più forte e autoritaria, così
mi mossi per obbedire.
Avevo fatto appena tre passi
quando fui investita da un
fortissimo spostamento d’aria,
mentre un treno mi passava
accanto a tutta velocità. Rimasi
immobile, con gli occhi sbarrati.
Non potevo credere che ero
ancora viva. Ero sotto choc e
continuavo a ripetere incredula:
“… treno… treno… treno…”
alla mia collega che era corsa a
sorreggermi. Mi resi conto che
ero stata talmente assorta nella
mia rabbia che non avevo sentito il rumore del treno che si
avvicinava e non mi ero neppure accorta di essermi fermata
sulle rotaie.
Ringraziai tantissimo il nostro
Padre Celeste, e Gli sarò sempre
grata per avermi salvato la vita
attraverso la voce dello Spirito.
Ora come allora io credo
in Dio Padre, nel Suo Figliolo
Gesù Cristo e nello Spirito Santo.
So che siamo guidati da un Suo
profeta, so che il Libro di Mormon
è la parola di Dio.
Ho la certezza che se eleviamo sempre di più il nostro
livello morale ci avvicineremo
sempre di più al nostro Padre
Celeste. ◼
Se hai qualche storia o esperienza nelle quali i principi del
Vangelo ti hanno aiutato, raccontacela con 200/400 parole e
spediscila a [email protected].
Testimonianza
Antonietta Alicino
R
ione di Roma 4. Era l’anno 1966 quando
il mio cuore sentì il desiderio di fare delle
serie ricerche per sapere a quale religione
potevo unirmi. Una mattina bussarono alla mia
porta due missionari, mi parlarono di Gesù Cristo
e mi dissero che la Sua Chiesa, tramite il profeta
Joseph Smith, era stata restaurata in questi ultimi
giorni.
Mi portarono un libro speciale, “Il Libro di
Mormon”. Lo lessi attentamente e chiesi a Dio
Padre di farmi sapere tramite il Suo Spirito se
tutto ciò che avevo letto era vero.
Ero inginocchiata e un grande calore e tanta
pace pervasero il mio cuore. Sentivo tanta gioia
e questi sentimenti erano la risposta che cercavo
da tanto tempo. Posso testimoniare dal profondo
del cuore che il Libro di Mormon è una testimonianza del nostro Salvatore Gesù Cristo, che Egli
vive insieme con Suo Padre nell’alto dei cieli, che
Egli ci ama e desidera la nostra felicità. Confermo
quanto ho scritto, con gratitudine ed umiltà, nel
nome di Gesù Cristo. ◼
“Non ci stancheremo
mai di servire
il Signore”
E
Nadir Moreschi
ra l’aprile del 2004 e mentre una timida
primavera si faceva largo tra i monti del
comasco la mia missione entrava nel suo
ultimo mese ed io iniziavo a pensare a come
sarebbe stata la mia vita dopo questa incredibile
esperienza.
Ispirato da un addestramento tenuto dal
nostro presidente di missione, un mio collega,
anziano Peralta, chiese ed ottenne il permesso
di poter salire, insieme con gli altri sei missionari
che in quel periodo stavano finendo la missione,
sulla vetta del monte Brigham, la cima che
sovrasta le valli valdesi dove Lorenzo Snow
dedicò l’Italia al lavoro missionario. Li avremmo
potuto condividere le nostre testimonianze, godere
dello spirito di quel luogo così sacro e prendere
degli impegni personali col Signore riguardo al
periodo successivo alla missione e agli standard
di vita che avremo osservato.
Su quella vetta, dopo un inno e una riunione
di testimonianze, ognuno di noi si ritirò in un
punto più appartato del luogo per riflettere e
meditare.
Ricordo ancora molto vividamente il verde di quella primaCome hai ottenuto la tua
vera nascente in contrasto col
testimonianza su principi del
cielo grigio del primo pomerigVangelo? Qual è stato il tuo
gio. Ricordo di aver guardato la
percorso? Quanto è importante
valle sottostante e di aver ricorper te? Raccontacelo in meno
dato molte esperienze avute in
di 400 parole e spediscilo a
missione. Tornarono alla mia
[email protected].
mente le frasi che avevo letto
tante volte:… “Il Vangelo predicato ad ogni nazione”… “potere dall’alto”… “Oh
Italia, la gloria del tuo futuro supererà i fasti del
tuo passato”.
Ricordo che in quel momento decisi in cuor
mio che avrei fatto la mia parte per stabilire
Sion nel mio Paese e chiesi al Signore la forza
per contribuire a realizzare quello che allora,
con soli tre Pali presenti in Italia, sembrava
un sogno lontano. Eppure in cuor mio potevo
quasi vedere quei giorni, si, potevo vedere i
nostri sacrifici di membri e missionari fiorire
e portare frutto.
Come tutti, una volta tornato a casa, ricominciai la mia vita di tutti i giorni, ritornai a fare
parte del mondo e fui messo alla prova nella mia
decisione di tenere fede a quanto promesso, ma
il ricordo di quel pomeriggio rimaneva con me e
mi aiutava a tenere duro. Quando, insieme con la
famiglia Garnero, decidemmo di fondare l’Associazione “Zion Onlus” con lo scopo di arricchire
la vita spirituale della nostra gente con diverse
attività, vidi una parte di quel mio impegno
prendere forma.
Sono grato per la benedizione di aver
M a r z o 2 0 1 1 C7
IL MIO VERSETTO PREFERITO
Oggi lo so
R
Catello Gargiulo
amo di Castellammare di Stabia. Sono stato
lontano, anzi lontanissimo dalla Chiesa per
quasi 10 anni, fino a quando, nel marzo
2009, i missionari hanno bussato alla mia porta.
Dopo mesi di indecisione e timori infondati,
ho iniziato a frequentare di nuovo le riunioni
domenicali. Ho capito di dover tornare in Chiesa
quando ho partecipato ad una attività della Primaria dove c’era mia figlia. Allora ho sentito che,
attraverso il mio amore per lei, il Signore mi chiamava. Rimettersi in regola è stato difficile. Non
avevo mai rinnegato la Chiesa, la mia testimonianza non è mai venuta meno, ma non avevo la
forza di cambiare le cattive abitudini. Il 29 Aprile
2010 mi sono battezzato ed è stato un momento
speciale. Sono di nuovo un anziano e sono felice
di essere tornato a casa. L’esempio di mia figlia
Sharon e degli anziani e la perseveranza di mia
sorella, che diceva ai missionari di non arrendersi
con me, sono stati fondamentali. La Chiesa è vera.
Joseph Smith è un vero profeta. Gesù Cristo vive.
Oggi lo so più che mai. ◼
SULLE SUE ORME
Se il tuo bambino ha storie od esperienze
da condividere sul programma Fede in Dio
aiutalo a raccontarcele in meno di 150 parole
e spediscile a [email protected].
C8 L i a h o n a
La mia
password
Elena Favilli
R
ione di Pescara “Levatevi,
purificatevi, togliete d’innanzi agli occhi miei la
malvagità delle vostre azioni;
cessate di fare il male; imparate
a fare il bene; cercate la giustizia, rialzate l’oppresso, fate
ragione all’orfano, difendete
la causa della vedova! E poi
venite, e discutiamo assieme,
dice l’Eterno, e quand’anche i
vostri peccati fossero come lo
scarlatto diventeranno
bianchi come la neve,
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tue scritture preferite
quand’anche fossero
con un massimo di
rossi come la porpora,
150 parole e spediscile
diventeranno come la
a [email protected].
lana” (Isaia 1:16–20).
Ho rafforzato il mio
rapporto col Padre quando,
leggendo per la prima volta
il Libro di Mormon, mi sono
soffermata su Isaia. Questo particolare versetto è per me una
password, un libretto di istruzioni, un permesso speciale
per chiedere udienza al mio
Signore! Nei momenti luminosi
o bui, nella gioia o nella disperazione della mia vita, la voce
del Signore mi giunge forte e
chiara attraverso le parole del
libro di Isaia. Ogni versetto è
per me fonte di conoscenza,
coraggio e sostegno: mi dà le
istruzioni per avvicinarmi alla
perfezione e mi fa scoprire un
Padre affettuoso che mi corregge, sostiene e istruisce con
fermezza e amore. ◼
EUROPE AREA (ITALIAN)
potuto servire una missione attraverso la
quale ho conosciuto meglio il mio Salvatore
e per gli effetti perpetui che questo ha sulla
mia vita attuale. ◼
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