La Chiesa in Italia MESSAGGIO DEI DIRIGENTI DI AREA Il grande e principale segreto Anz. Louis Weidmann, Svizzera L Settanta di Area a scorsa estate ebbi l’opportunità di partecipare a una riunione di testimonianza di giovani adulti non sposati. L’atmosfera era pervasa da uno spirito meraviglioso e tutti poterono sentire come gli insegnamenti del Vangelo portano speranza, pace e gioia. Uno dei giovani, durante la propria testimonianza, espresse gratitudine per il sacerdozio. Con emozione spiegò come lui e i suoi amici avevano preso parte a un torneo di calcio ed erano stati in grado di benedire un compagno che si era fatto male. Con fare commosso, rese grazie per la dignità del suo amico che aveva impartito la benedizione. Pensai alla restaurazione del sacerdozio, al grande amore del nostro Padre Celeste e di Suo Figlio, che ci accordano questo potere. Joseph Smith scrisse ai santi a Nauvoo: “Ora, il grande e principale segreto dell’intera questione e il summum bonum [sommo bene] dell’intero argomento… consiste nell’ottenere i poteri del Santo Sacerdozio”.1 Non potei fare a meno di pensare alle numerose volte in cui avevo usato il sacerdozio nella mia famiglia e a come la mia fiducia nel Signore era cresciuta di conseguenza. La mia testimonianza fu rafforzata nel vedere all’opera l’influenza guaritrice del mio Redentore attraverso il potere del sacerdozio. Tuttavia, il Signore avvertì Joseph Smith “che i diritti del sacerdozio sono inseparabilmente connessi con i poteri del cielo, e che i poteri del cielo non possono essere controllati né adoperati se non in base ai principi della rettitudine”.2 Essendo un padre che detiene il sacerdozio, per me queste parole significano che devo sintonizzare la mia vita col Vangelo e rimanere fedele alle mie alleanze. Recentemente il presidente Packer, in uno dei suoi discorsi rivolti ai padri e alle famiglie di tutta la Chiesa, ha detto: “Quando l’autorità del sacerdozio viene esercitata correttamente, i detentori Anziano Louis Weidmann del sacerdozio fanno ciò che Egli farebbe se fosse presente”.3 Ciononostante, questo agire secondo il volere del Signore è possibile soltanto se abbiamo lo Spirito con noi. Se invece il nostro comportamento è contrario ai comandamenti del Signore “ecco, i cieli si ritirano, lo Spirito del Signore è afflitto; e quando si è ritirato, amen al sacerdozio, ossia all’autorità di quell’uomo”.4 In qualità di padri, dobbiamo impegnarci a vivere come Cristo e a evitare qualsiasi cosa che ci impedisca di sentire lo Spirito o di essere puri. Dobbiamo smettere di guardare qualsiasi forma di pornografia, di arrabbiarci e spazientirci in famiglia, di trascurare di pregare, studiare le Scritture o adempiere ai doveri del sacerdozio e molto altro, affinché il potere del sacerdozio possa essere libero da vincoli. Se potessimo solo comprendere quale dono meraviglioso Dio ci ha dato “nel grande e principale segreto”, il summum bonum, il potere del sacerdozio! Poiché la vera felicità si trova solamente nell’obbedienza ai comandamenti di Dio e nella famiglia eterna, ma per queste cose c’è bisogno del sacerdozio e di degni detentori del sacerdozio. Il presidente Packer ha attestato: “L’obiettivo finale di ogni attività della Chiesa è che l’uomo, sua moglie e i loro figli possano essere felici nella loro casa, protetti dai principi e dalle leggi del Vangelo, suggellati in modo sicuro mediante le alleanze del sacerdozio eterno”.5 Lancio una sfida a tutti noi padri di impegnarci con tutto il nostro cuore a capire l’importanza del sacerdozio e a vivere attenendoci saldamente a ciò che esso implica, affinché tramite il potere del sacerdozio possiamo condurre e guidare le nostre famiglie e proteggerle dai furiosi attacchi di Satana. Rendo testimonianza del divino potere del sacerdozio e del grande amore del nostro Redentore. ◼ NOTE 1. Dottrina e Alleanze 128:11; grassetto dell’autore. 2. Dottrina e Alleanze 121:36. 3. Boyd K. Packer, “Il potere del sacerdozio”, Liahona, maggio 2010, 7. 4. Dottrina e Alleanze 121:37. 5. “Il potere del sacerdozio”, 9. M a r z o 2 0 1 1 C1 ione di Milano 3. Il battesimo, per una persona, è già di per sé un avvenimento molto speciale e altamente spirituale; se poi a celebrarlo sono cinque persone, componenti dello stesso nucleo familiare allora diventa un evento memorabile. E’ accaduto nel Rione di Milano 3. La famiglia in questione proviene dall’ Equador ed i suoi componenti hanno in loro il calore ed il sorriso di questo paese. Si chiamano Juan Francesco Cisneros Romero il papà, Cresciamo insieme Gaetano Saponieri R amo di Bitonto. Domenica 23 maggio nelle acque battesimali è entrato un nuovo fratello: Nicolò De Sario. Questo è il quinto battesimo in due anni per il nostro ramo che sta vivendo un momento felice grazie alla cura e al lavoro dei membri. Tutti noi abbiamo avvertito la presenza dello Spirito mentre l’anziano Rowland celebrava la sacra ordinanza ed immergeva Nico, come viene chiamato da tutti noi, nelle acque del fonte battesimale. Questa è stata la bella ed emozionante conclusione di un percorso lungo il quale il fratello è stato accompagnato dall’affetto e dalla sollecitudine di tutti i C2 L i a h o n a membri. All’inizio sembrava che ci fossero tante difficoltà: Nicolò aveva avuto un incidente stradale e si pensava di dover rimandare il battesimo perché potesse andare Il battesimo di Nicolò a curarsi all’estero, ma poi ha deciso di seguire la voce dello Spirito e di battezzarsi subito. Per il fratello, emozionato e felice, è stato l’ inizio di una crescita che lo condurrà, se sarà obbediente e fedele, a ritornare dal nostro Padre Celeste. Un’ altra anima si è unita al nostro ramo, che è piccolo ma che si sforza di essere una luce e che sogna di diventare un giorno rione ed avere una cappella con un fonte battesimale. Con questo intento, nell’ambito del programma Helping Hands, il nostro ramo ha svolto un’attività che, grazie a coloro che abbiamo aiutato, è stata un momento di riflessione per ognuno di noi. Tutti insieme siamo andati all’ospizio Giovanni XXIII per regalare, per quanto possibile, un momento di spensieratezza agli anziani in esso ospitati. Ci siamo dati appuntamento in cappella e poi ci siamo diretti all’ospizio dove, sotto la direzione di sor. Pappagallo, abbiamo accompagnato alcuni anziani in una passeggiata nel grande giardino della struttura, Parlami di te ascoltandoli mentre ci raccontavano episodi passati della loro vita ed abbiamo mangiato con loro un gelato. Abbiamo trascorso con loro solo un’ora, nulla di speciale, ma era speciale l’aria che si respirava in quel luogo. Tutti noi siamo rimasti colpiti da ciò che quegli uomini e quelle donne provano: madri, nonne, mogli, mariti, padri, abbandonati solo perché sono vecchi, ormai sulla strada del ritorno al Padre, senza nessuno che li faccia sorridere e che sorrida con loro, che li faccia sentire ancora vivi. Questo ci ha fatto riflettere, su quanto noi membri della Chiesa siamo benedetti. Noi non siamo mai soli perché, se ne siamo degni, al nostro fianco possiamo avere lo Spirito Santo, che ci consola e ci aiuta. Noi non siamo mai soli grazie all’amore in Cristo, che ci accomuna e ci fa essere sempre pronti ad assisterci a vicenda. ◼ FOTO DI G. SAPONIERI R Gianna La Franceschina Nelli Rocio la mamma, Eduardo Francesco, Ronni Ricardo e Dayana Soraya i figli. Insieme con i membri del rione, intervenuti numerosi al loro battesimo, anche gli angeli in cielo hanno gioito della loro scelta coraggiosa e al tempo stesso ricca di fede e del desiderio di essere salvati nel nome del nostro Salvatore Gesù Cristo. I battesimi sono stati officiati dal fratello Giuseppe Angiulli, membro del Consiglio del Palo di Milano. L’opera missionaria avanza senza ostacoli e gli occhi lucidi di alcuni missionari presenti e anche di alcuni membri, testimoniano il duro ma grande lavoro sul campo. ◼ FOTO DI G. SAPONIERI Battesimi a Milano FOTO DI G. SAPONIERI NOTIZIARIO ITALIANO In ascolto M a r z o 2 0 1 1 C3 FOTO DI A. ARIANTE VOCI DEI SANTI La mia chiamata Paolo Barone R Alcuni momenti dell’attività Piccoli dilettanti allo sbaraglio D Angela Ariante istretto di Napoli. Il 15 maggio 2010 alle ore 18,00 si sono riuniti i bambini della Primaria di tutto il Distretto di Napoli insieme con i loro genitori, membri e dirigenti di questa ausiliaria, per partecipare ad un lieto, gioioso ed emozionante “Spettacolo dei piccoli dilettanti allo sbaraglio”, organizzato dalla presidenza della Primaria di Distretto sotto la direzione della presidentessa Angela Ariante. La serata è trascorsa con il susseguirsi di bambini che hanno cantato, ballato e mostrato i loro talenti nella pittura e nella poesia, i più piccoli con l’aiuto della mamma o del papà. Hanno partecipato alla serata anche gli ex bambini della Primaria—ora diaconi—Giuseppe e Franco che, tra un talento e l’altro, hanno intrattenuto simpaticamente gli ospiti. Sorella Alessandra De Rosa, consigliera nella Presidenza della Primaria di Distretto, riferendosi alla disinvoltura di cui i piccoli artisti avevano dato prova, ha spiegato ai bambini che potevano sentirsi sereni anche nel condividere il dono di cui il Signore li aveva dotati al fine di portarli un giorno, se ne avessero avuto il C4 L i a h o n a desiderio, a svolgere la loro missione senza problemi. I bambini del Ramo Flegreo hanno chiuso la serata con un coro che ha intonato l’inno “Come vi ho amati” esprimendosi con il linguaggio dei gesti. E’ stato un momento bellissimo, forse il più emozionante della serata, ed ogni applauso era accompagnato da un’ovazione che nasceva dalla partecipazione che il cuore di tutti i presenti provava e che si avvertiva fortemente nella cappella che ci accoglieva. Dopo i complimenti di Greg Lord, presidente del Distretto di Napoli, i genitori hanno offerto a tutti i presenti un rinfresco preparato da loro ed accolto con gioia dai nostri “dilettanti allo sbaraglio” dopo tanta fatica e tanta emozione. ◼ ione di Busto Arsizio. Un giorno due missionari passarono da via C. Da Sesto N° 19 a Milano, entrarono nel portone e depositarono nella mia cassetta della posta un opuscolo: “La testimonianza del profeta Joseph Smith”. Lo presi e andai a leggerlo al bar. Qualche tempo dopo, l’ultimo sabato di Luglio del 1971, in piazza Duomo a Milano, mi fermai a guardare una strana mostra stradale sotto i portici. Mi si avvicinò un giovane di 19 anni che, però, non parlava bene l’ italiano, così gli dissi che avrei parlato volentieri anche con il suo collega. Stranamente era come se già li conoscessi, se il velo che ci separa dai ricordi della vita preterrena per un attimo si fosse aperto. Mi vendettero un libro dal costo molto modesto (350 lire !). Andai a casa e, dimenticato il libro, partii per le vacanze. Tornato dalle ferie, a Settembre, rividi i missionari in piazza Duomo. Iniziammo le lezioni e il 9 Ottobre 1971 entrai nelle acque del battesimo. La Chiesa, in Italia, era stata aperta solo il 2 Agosto 1966, ma in quegli anni furono battezzati uomini di fede che oggi sono Anziani, Sommi Sacerdoti, Vescovi, Patriarchi, Presidenti di Palo e di Missione, Presidenti di Tempio, Settanta e Autorità di Area, tutti uomini che hanno saputo rispondere alla loro chiamata e riconoscere l’influenza dello Spirito Santo. Vorrei ringraziare tutti i missionari che dedicano due anni della loro vita a lavorare nella vigna del Signore, ma un grazie speciale va a quei due missionari che nel 1971 depositarono un opuscolo nella mia casella della posta e che non ho mai avuto il piacere di conoscere, ai quali mando il mio abbraccio e una forte stretta di mano. ◼ Ascolta con tranquillità R Liliana Spinelli ione di Roma 2. Non dimenticherò mai il mio secondo viaggio al tempio di Zollikofen. Era gennaio del 1999, tre sorelle del nostro ramo avevano organizzato un viaggio al tempio e mi invitarono ad andare con loro. Accettai con gioia e partimmo lunedì all’ alba. Faceva molto freddo, ma eravamo felici e quando arrivammo e vedemmo il tempio, bellissimo ed ammantato di neve, il nostro morale andò alle stelle. Una mattina di quella settimana ero nella Sala Celeste e stavo pregando ferventemente per i miei tre figli che a quell’epoca si erano allontanati dalla Chiesa. Chiesi al Signore di benedirli e di toccare i loro cuori perché ricordassero gli insegnamenti che avevano ricevuto da bambini, quando frequentavano la Primaria. In particolare pregai per il mio figliolo maggiore che allora aveva 28 anni, lavorava tanto e non aveva amici all’infuori dei suoi fratelli. Avevo la testa china ma, alzando lo sguardo, vidi mio figlio vestito di bianco, a qualche metro da me. Mi spaventai moltissimo, ebbi paura che gli fosse accaduto qualcosa di male e cominciai a piangere silenziosamente. Sentii sulla spalla la mano di una delle mie compagne di viaggio e la sua voce mi sussurrò: “Calmati, non piangere, ascolta con tranquillità”. Mi asciugai gli occhi, feci un profondo respiro e poi chiesi al Signore che cosa voleva dirmi. Vidi nuovamente mio figlio, ma questa volta teneva per mano una ragazza, anche lei vestita di bianco. Cominciai a piangere di nuovo, questa volta di gioia. Quando uscii, la sorella che mi aveva consolato mi chiese che cosa fosse successo. Lei non si era accorta di niente, aveva solo sentito di dovere venire vicino a me per darmi conforto. Le raccontai l’accaduto e lei mi chiese se avevo intenzione di parlarne con mio figlio. Risposi che non lo sapevo e lei mi esortò a meditare ed a parlarne con mio marito, al mio ritorno a casa. Mio marito ed io decidemmo di non dire nulla al ragazzo, ma parlammo di quello che era M a r z o 2 0 1 1 C5 COME LO SO successo con il nostro presidente di ramo che ci esortò a riporre la nostra fiducia nel Signore. Dopo pochi mesi mio figlio comincio a frequentare nuovamente un gruppo di ragazzi della Chiesa, e tra loro conobbe una ragazza. Quando cominciarono a parlare di matrimonio eterno, mio marito ed io sentimmo che era arrivato il momento giusto e raccontai loro la mia “visione”. Si sono sposati nel 2000, suggellando la loro unione nel tempio di Madrid è mi hanno donato tre meravigliosi nipotini. Ho una forte testimonianza della verità della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, so che il nostro Padre Celeste ci ama, che Gesù è il Cristo e che, se noi facciamo il nostro massimo sforzo per obbedire ai Suoi comandamenti, Egli ci benedice. Per questo so anche che, con il Suo aiuto, la nostra famiglia sarà eterna. ◼ Vai dalla tua collega! Layda Avellaneda Batte R ione di Roma 2. Sono molto grata al Signore per aver potuto servirLo per un anno e mezzo nella Missione Rosario, in Argentina nell’anno 1986. Ricordo quei giorni come se fossi appena tornata a casa. Era stato un periodo duro, ma bellissimo, durante il quale avevo cercato di fare del mio meglio, ed avevo sentito il Signore tanto vicino. Avevo provato tanta gioia ed avevo visto visto grandi miracoli accadere nella vita di molte sorelle quando arrivavano ad accettare Gesù Cristo come loro Salvatore. Avevo imparato ad ascoltare la voce dolce e mite dello Spirito Santo. Ricorderò sempre quello che accadde un giorno. Eravamo nel periodo di Natale e la mia compagna di missione, come collega maggiore, aveva deciso C6 L i a h o n a che avremmo partecipato ad una attività missionaria che era stata organizzata in un rione lontano dal nostro. Io non avevo nessuna voglia di andare, ma lei chiese ed ottenne il permesso. Non avevo scelta e così l’ accompagnai. Dopo un viaggio di due ore arrivammo sul luogo, ma non sapevamo precisamente dove andare per arrivare in cappella. Io ero davvero molto arrabbiata con la mia collega e, ben decisa a non rivolgerle la parola, mi misi a camminare più lentamente e rimasi indietro. Vidi che si era fermata a chiedere indicazioni ad una persona e mi fermai lontano ad aspettarla. In quel momento sentii dentro me una voce che mi diceva: “Vai dalla tua collega,” ma io ero troppo irritata e non obbedii. Di nuovo sentii: “Vai da lei.” Stavo cercando di decidere se avvicinarmi per non lasciarla sola, quando per terza volta sentii la voce ma questa volta era molto più forte e autoritaria, così mi mossi per obbedire. Avevo fatto appena tre passi quando fui investita da un fortissimo spostamento d’aria, mentre un treno mi passava accanto a tutta velocità. Rimasi immobile, con gli occhi sbarrati. Non potevo credere che ero ancora viva. Ero sotto choc e continuavo a ripetere incredula: “… treno… treno… treno…” alla mia collega che era corsa a sorreggermi. Mi resi conto che ero stata talmente assorta nella mia rabbia che non avevo sentito il rumore del treno che si avvicinava e non mi ero neppure accorta di essermi fermata sulle rotaie. Ringraziai tantissimo il nostro Padre Celeste, e Gli sarò sempre grata per avermi salvato la vita attraverso la voce dello Spirito. Ora come allora io credo in Dio Padre, nel Suo Figliolo Gesù Cristo e nello Spirito Santo. So che siamo guidati da un Suo profeta, so che il Libro di Mormon è la parola di Dio. Ho la certezza che se eleviamo sempre di più il nostro livello morale ci avvicineremo sempre di più al nostro Padre Celeste. ◼ Se hai qualche storia o esperienza nelle quali i principi del Vangelo ti hanno aiutato, raccontacela con 200/400 parole e spediscila a [email protected]. Testimonianza Antonietta Alicino R ione di Roma 4. Era l’anno 1966 quando il mio cuore sentì il desiderio di fare delle serie ricerche per sapere a quale religione potevo unirmi. Una mattina bussarono alla mia porta due missionari, mi parlarono di Gesù Cristo e mi dissero che la Sua Chiesa, tramite il profeta Joseph Smith, era stata restaurata in questi ultimi giorni. Mi portarono un libro speciale, “Il Libro di Mormon”. Lo lessi attentamente e chiesi a Dio Padre di farmi sapere tramite il Suo Spirito se tutto ciò che avevo letto era vero. Ero inginocchiata e un grande calore e tanta pace pervasero il mio cuore. Sentivo tanta gioia e questi sentimenti erano la risposta che cercavo da tanto tempo. Posso testimoniare dal profondo del cuore che il Libro di Mormon è una testimonianza del nostro Salvatore Gesù Cristo, che Egli vive insieme con Suo Padre nell’alto dei cieli, che Egli ci ama e desidera la nostra felicità. Confermo quanto ho scritto, con gratitudine ed umiltà, nel nome di Gesù Cristo. ◼ “Non ci stancheremo mai di servire il Signore” E Nadir Moreschi ra l’aprile del 2004 e mentre una timida primavera si faceva largo tra i monti del comasco la mia missione entrava nel suo ultimo mese ed io iniziavo a pensare a come sarebbe stata la mia vita dopo questa incredibile esperienza. Ispirato da un addestramento tenuto dal nostro presidente di missione, un mio collega, anziano Peralta, chiese ed ottenne il permesso di poter salire, insieme con gli altri sei missionari che in quel periodo stavano finendo la missione, sulla vetta del monte Brigham, la cima che sovrasta le valli valdesi dove Lorenzo Snow dedicò l’Italia al lavoro missionario. Li avremmo potuto condividere le nostre testimonianze, godere dello spirito di quel luogo così sacro e prendere degli impegni personali col Signore riguardo al periodo successivo alla missione e agli standard di vita che avremo osservato. Su quella vetta, dopo un inno e una riunione di testimonianze, ognuno di noi si ritirò in un punto più appartato del luogo per riflettere e meditare. Ricordo ancora molto vividamente il verde di quella primaCome hai ottenuto la tua vera nascente in contrasto col testimonianza su principi del cielo grigio del primo pomerigVangelo? Qual è stato il tuo gio. Ricordo di aver guardato la percorso? Quanto è importante valle sottostante e di aver ricorper te? Raccontacelo in meno dato molte esperienze avute in di 400 parole e spediscilo a missione. Tornarono alla mia [email protected]. mente le frasi che avevo letto tante volte:… “Il Vangelo predicato ad ogni nazione”… “potere dall’alto”… “Oh Italia, la gloria del tuo futuro supererà i fasti del tuo passato”. Ricordo che in quel momento decisi in cuor mio che avrei fatto la mia parte per stabilire Sion nel mio Paese e chiesi al Signore la forza per contribuire a realizzare quello che allora, con soli tre Pali presenti in Italia, sembrava un sogno lontano. Eppure in cuor mio potevo quasi vedere quei giorni, si, potevo vedere i nostri sacrifici di membri e missionari fiorire e portare frutto. Come tutti, una volta tornato a casa, ricominciai la mia vita di tutti i giorni, ritornai a fare parte del mondo e fui messo alla prova nella mia decisione di tenere fede a quanto promesso, ma il ricordo di quel pomeriggio rimaneva con me e mi aiutava a tenere duro. Quando, insieme con la famiglia Garnero, decidemmo di fondare l’Associazione “Zion Onlus” con lo scopo di arricchire la vita spirituale della nostra gente con diverse attività, vidi una parte di quel mio impegno prendere forma. Sono grato per la benedizione di aver M a r z o 2 0 1 1 C7 IL MIO VERSETTO PREFERITO Oggi lo so R Catello Gargiulo amo di Castellammare di Stabia. Sono stato lontano, anzi lontanissimo dalla Chiesa per quasi 10 anni, fino a quando, nel marzo 2009, i missionari hanno bussato alla mia porta. Dopo mesi di indecisione e timori infondati, ho iniziato a frequentare di nuovo le riunioni domenicali. Ho capito di dover tornare in Chiesa quando ho partecipato ad una attività della Primaria dove c’era mia figlia. Allora ho sentito che, attraverso il mio amore per lei, il Signore mi chiamava. Rimettersi in regola è stato difficile. Non avevo mai rinnegato la Chiesa, la mia testimonianza non è mai venuta meno, ma non avevo la forza di cambiare le cattive abitudini. Il 29 Aprile 2010 mi sono battezzato ed è stato un momento speciale. Sono di nuovo un anziano e sono felice di essere tornato a casa. L’esempio di mia figlia Sharon e degli anziani e la perseveranza di mia sorella, che diceva ai missionari di non arrendersi con me, sono stati fondamentali. La Chiesa è vera. Joseph Smith è un vero profeta. Gesù Cristo vive. Oggi lo so più che mai. ◼ SULLE SUE ORME Se il tuo bambino ha storie od esperienze da condividere sul programma Fede in Dio aiutalo a raccontarcele in meno di 150 parole e spediscile a [email protected]. C8 L i a h o n a La mia password Elena Favilli R ione di Pescara “Levatevi, purificatevi, togliete d’innanzi agli occhi miei la malvagità delle vostre azioni; cessate di fare il male; imparate a fare il bene; cercate la giustizia, rialzate l’oppresso, fate ragione all’orfano, difendete la causa della vedova! E poi venite, e discutiamo assieme, dice l’Eterno, e quand’anche i vostri peccati fossero come lo scarlatto diventeranno bianchi come la neve, Condividi con noi le tue scritture preferite quand’anche fossero con un massimo di rossi come la porpora, 150 parole e spediscile diventeranno come la a [email protected]. lana” (Isaia 1:16–20). Ho rafforzato il mio rapporto col Padre quando, leggendo per la prima volta il Libro di Mormon, mi sono soffermata su Isaia. Questo particolare versetto è per me una password, un libretto di istruzioni, un permesso speciale per chiedere udienza al mio Signore! Nei momenti luminosi o bui, nella gioia o nella disperazione della mia vita, la voce del Signore mi giunge forte e chiara attraverso le parole del libro di Isaia. Ogni versetto è per me fonte di conoscenza, coraggio e sostegno: mi dà le istruzioni per avvicinarmi alla perfezione e mi fa scoprire un Padre affettuoso che mi corregge, sostiene e istruisce con fermezza e amore. ◼ EUROPE AREA (ITALIAN) potuto servire una missione attraverso la quale ho conosciuto meglio il mio Salvatore e per gli effetti perpetui che questo ha sulla mia vita attuale. ◼