GIANCARLO CERASOLI
I MANOSCRITTI DEL FONDO MORGAGNI
DELLA BIBLIOTECA COMUNALE “AURELIO SAFFI”
DI FORLÌ
Premessa
In molte biblioteche e archivi d’Europa si trovano lettere e altri documenti scritti da Giambattista Morgagni o a lui diretti. Si tratta d’importanti testimonianze della vasta rete di corrispondenze che il medico forlivese ebbe in vita, che nelle sue intenzioni dovevano servire a farne
conoscere le opere e il pensiero, accrescendone così la fama 1. In Italia i
nuclei più importanti di autografi morgagnani si trovano a Forlì, Firenze
e Parma.
Dieci volumi sono conservati presso la Biblioteca Laurenziana di
Firenze. La complessa strada da loro percorsa è stata meticolosamente
rintracciata e descritta da Adalberto Pazzini che li studiò dal 1952 e curò
la pubblicazione di alcuni di essi 2. Provenivano dall’abitazione padovana di Giambattista Morgagni dalla quale, dopo la morte dell’autore, vennero prelevati dal medico Luigi Calza. Secondo Pazzini questi potevano
1 M. RIPPA BONATI, A. G. DRUSINI, Morgagni and the impact factor, «Nature», 23 maggio
1996, n. 381, p. 271. Ringrazio Maurizio Rippa Bonati e i suoi collaboratori per i consigli e
l’aiuto che mi hanno dato per la stesura di questo saggio.
2 A. PAZZINI, I manoscritti Laurenziani di G. B. Morgagni, noti ma ignorati, «Rivista di
Storia delle Scienze Mediche e Naturali», 1953, fasc. 2, pp. 165 e ss.
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essere i «quattro grossi involti di carte di maggior importanza di quelle
già dattele», promesse prima di morire da Morgagni all’allievo prediletto Michele Girardi e a questi mai pervenute 3. Alla morte del Calza i
manoscritti passarono nella biblioteca del chirurgo Nicola Giuseppe
Dainese e da questa alla raccolta libraria del marchese veronese Paolino
Gianfilippi. Morto Gianfilippi la sua libreria venne venduta a Parigi nel
1842-1843, dove venne acquistata dal bibliofilo italiano Guglielmo Libri.
Nel 1847 gli autografi morgagnani passarono alla ricca collezione di lord
Ashburnham e da questa, nel 1885, alla Biblioteca Laurenziana di Firenze.
Essi comprendono le prime stesure di alcune delle opere più importanti del Morgagni: Epistolae Anatomicae, Adversaria anatomica, De sedibus et causis morborum per anatomen indagatis e due opere postume mai
stampate: le quattro Autobiografie e le Lezioni di medicina teorica.
Pazzini commentava così l’importanza di quegli autografi:
Manoscritti del medesimo contenuto [di quelli conservati alla Laurenziana]
sono posseduti dalla Biblioteca civica di Forlì, ed io stesso li ho visti; visti ed
ammirati, per la perfetta scrittura, sempre uguale, su fogli dello stesso formato,
ben rilegati, con le avvertenze al lettore, non solo, ma anche quelle al tipografo
che ne doveva eseguire la stampa.
In una parola sono le stesure definitive, quali in caratteri tipografici, e non in
manoscritto, possono leggersi nelle tante edizioni che ne sono state fatte.
Queste di Firenze sono le prime stesure, ed il valore è profondamente differente. Là c’è l’opera calma nella sua definitiva completezza, tranquilla, finita.
Qui c’è il travaglio della creazione, i pentimenti, le aggiunte, le modificazioni, le
parti tolte: l’opera sorgeva dalla mente morgagnana.
Sono fogli di carta di varie dimensioni, a volte retro di lettere inviate al Morgagni, figure anatomiche a penna per le “Adversaria”, annotazioni e aggiunte che
non compaiono nelle opere a stampa, postille in margine ed interlineari; insomma tutto il travaglio della creazione che rende il manoscritto veramente prezioso 4.
I manoscritti morgagnani conservati nella Biblioteca Palatina di Parma vennero consegnati da Morgagni pochi mesi prima della sua morte a
Michele Girardi, con la speranza che li rivedesse, riordinasse e pubbli3
G. B. MORGAGNI, Opera Postuma, Volume Primo, Le autobiografie, Roma, Cossidente,
1964, p. XV.
4
Ivi, p. XXIX.
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3
casse, così come lui aveva fatto degli scritti postumi del suo maestro
Valsalva 5. Di essi fa menzione lo stesso Girardi nella prefazione alle Jo.
Dominici Santorini Septedecim Tabulae, da lui per la prima volta pubblicate nel 1775 6. Morto nel 1797 il Girardi, i manoscritti passarono nelle
mani dei suoi eredi; vennero poi acquistati dal duca di Parma don
Ferdinando Primo di Borbone e destinati alla Biblioteca Palatina dove
sono conservati tuttora. Di questi si sono occupati Speranza, Robolotti e
Corradi, mentre Benassi, Jarcho, Ongaro e Mazzolini ne hanno trascritto alcuni consulti e fogli di diario 7.
Secondo Benassi:
[le carte date da Morgagni a Girardi sono molto importanti] infatti, mentre nella
città di Forlì rimangono, retaggio pur preziosissimo, originali di opere già pubblicate e carteggi di interesse generale, invece all’allievo venivano consegnati
scritti in gran parte inediti, per lo più ancora disordinati, non di rado con trattazioni promiscue e parzialmente già sfruttate per altri studi: opere abbozzate,
faville del maglio, zibaldoni, appunti anche, che tutti però recano l’impronta del
pollice divino ed ai quali l’Autore, pur nella sua coscienziosa, austera severità di
studioso, attribuiva, lo si è visto, una non trascurabile dignità. A conferma di ciò
si può aggiungere che quasi tutte le lettere e le minute unite a questo fondo pre5 G. B. MORGAGNI, Consulti medici pubblicati da minute inedite, a cura di E. BENASSI,
Bologna, Cappelli, 19355, p. VII e D. GIORDANO, Giambattista Morgagni, Torino, UTET, 1941,
p. 218. Sul Girardi vd. E. BENASSI, Michele Girardi, allievo prediletto del Morgagni, «L’Ateneo
parmense», 1932, vol. 4, fasc. 1.
6 G. D. SANTORINI, Santorini Jo. Dominici anatomici summi. Septemdecim tabulae quas
nunc primum edit atque esplica iisque alias addit de structura mammarum et de tunica testis vaginali Michael Girardi, in Regia Parmensi Universitate Anatomes Professor Primarius, Parmae, in
Regia Typographia, 1775, pp. XVII-XVIII.
7 C. SPERANZA, Consulti inediti di G. B. Morgagni, «Annali Universali di Medicina compilati da A. Omodei», 1827, vol. XLII, pp. 600-604; F. ROBOLOTTI, Dei manoscritti autografi e
dei consulti medici e chirurgici di G. B. Morgagni. Lettera del dottor F. Robolotti al Prof. Ferdinando Coletti di Padova, «Gazzetta Medica Italiana. Provincie Venete», a. 15 (1872), pp. 17-19;
A. CORRADI, Dei consulti e d’altri scritti inediti del Morgagni, «Rendiconti del Reale Istituto
Lombardo di Scienze e Lettere», a. 7 (1874), n. 6, pp. 198-206; E. BENASSI, I manoscritti inediti di Gian Battista Morgagni nella Biblioteca Palatina di Parma, in A. CORSINI, Le onoranze a
G. B. Morgagni. Forlì, 24 maggio 1931, Siena, Stab. Tip. S. Bernardino, 1931, pp. 100-102;
S. JARCHO, The clinical consultations of Giambattista Morgagni the edition of Enrico Benassi,
1935, translated and revised by Saul Jarcho, with new preface and supplements, Boston, The
Francis A. Countway Library of Medicina, 1984; G. ONGARO, R. G. MAZZOLINI, Morgagni sconosciuto: le lezioni di anatomia e il diario medico-scientifico nel fondo morgagnano della
Biblioteca Palatina di Parma, «Atti e memorie dell’Accademia patavina di scienze, lettere ed
arti», a. 95 (1983), n. 3 e ID., Quasi tradens se totum: i manoscritti morgagnani della Biblioteca
Palatina di Parma, «Annali dell’Istituto e Museo di storia della scienza di Firenze», a. 8 (1983),
n. 1, pp. 101-105.
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sentano un interesse scientifico o polemico, relativo per lo più all’argomento trattato nelle carte cui stanno unite, e furono evidentemente affidate alla sicura custodia del Girardi perché questi, qualora se ne fosse dipoi presentata la necessità o
l’opportunità, potesse impugnarle o trarne argomento in difesa del Maestro 8.
Come si vede, sia Pazzini che Benassi ricordavano i manoscritti morgagnani conservati a Forlì per confrontarli con quelli presenti a Firenze
e a Parma, indicandone sommariamente le differenze.
In questo saggio si prenderanno in esame i manoscritti conservati nel
Fondo Morgagni della Biblioteca Comunale “Aurelio Saffi” di Forlì, dandone una breve descrizione, svelandone la provenienza e le complesse
vicende attraverso le quali pervennero in quella sede e indicando quali
documenti di questo fondo sono stati oggetto di studi e pubblicazioni.
1. I manoscritti del Fondo Morgagni di Forlì
Il Fondo Morgagni della Biblioteca Comunale di Forlì comprende
38 volumi manoscritti contenenti documenti riguardanti Giambattista
Morgagni, ma ne fanno parte anche altri scritti e oggetti concernenti il medico forlivese 9. La nostra attenzione sarà rivolta unicamente ai volumi manoscritti, ognuno dei quali è contrassegnato da un’etichetta di possesso con
impressa l’effige del profilo di Morgagni, tratta dalla medaglia coniata nel
1771 e incisa da Luckner, e reca l’indicazione «Biblioteca Comunale – Forlì, Manoscritti di G. B. Morgagni», seguita dal numero del volume 10.
Un originario Catalogo degli Autografi di Giambattista Morgagni esistenti nella Biblioteca Comunale di Forlì, manoscritto, era già disponibile nel 1874 11. Il primo inventario a stampa venne compilato da Giuseppe
08
MORGAGNI, Consulti medici, cit., p. VII.
09
Fra il materiale custodito nel fondo ricordo il diploma di laurea in filosofia e medicina
conferito a Domenico Savorelli il 4 novembre 1730 e firmato dal Morgagni, undici lastre in
rame incise con le figure per le Adversaria Anatomica Omnia, fotografie di statue e di cimeli
riguardanti il medico forlivese e coppie di riviste a lui dedicate.
10 Una coppia delle immagini incise sulla medaglia fu fatta fare da Camillo Versari che
donò al municipio di Forlì la lastra incisa con le figure che, probabilmente, servì anche per la
stampa di questa etichetta. Vedi C. VERSARI, Sei discorsi consacrati alla vita, alle opere, allo elogio, alle onoranze, alla sapienza filologica, filosofica e medica di Giambattista Morgagni, letti ed
offerti dal prof. cav. Camillo Versari alla illustre Società Medico-Chirurgica di Bologna, Bologna,
Monti, 1872, p. 40.
11 Era stato consultato in quell’anno da Gino Rocchi che lo citava: vd. G. ROCCHI, Carteggio
di Giambattista Morgagni con Francesco Maria Zanotti, Bologna, Zanichelli, 1875, p. XX, nota 1.
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Mazzatinti e pubblicato nel 1891 12. Un secondo inventario, molto più
dettagliato, redatto da Renzo Zanelli e Benedetto Pergoli, venne stampato in occasione delle onoranze forlivesi al Morgagni svoltesi nel 1931 13 e
nel 1955 Faustina Alberti lo ripubblicò, senza citarne la fonte 14. L’ultimo
inventario venne pubblicato da Claudio Albonetti nel 1982 e contiene i
nomi dei numerosi corrispondenti di Morgagni non compresi nei precedenti inventari, ordinati in ordine alfabetico per ciascun volume, con la
numerazione delle pagine di ogni volume 15.
Il nucleo più consistente e importante dei manoscritti del Fondo Morgagnano è l’epistolario, composto da 15 volumi, che contiene 1272 lettere,
312 delle quali scritte da Morgagni e 960 a lui indirizzate 16. Tra i corrispondenti più famosi si possono ricordare Jean Astruc, Johann Jakob Baier,
Jakob Bernouilli, Giovanni Bianchi, Herman Boerhaave, Johann Conrad
Brunner, Domenico Cotugno, Albrecht von Haller, Lorenz Heister, Giovanni Maria Lancisi, Jean Jacques Manget, Isaac Newton, Antonio Pacchioni, Renè Antoine Ferchault de Rèaumur, Lucas Schröck, John Taylor,
Théodore Tronchin, Antonio Vallisneri e Jacques Bénigne Winslow 17.
Il secondo nucleo, in ordine di rilevanza, si riferisce ai 10 volumi che
contengono le stesure autografe di alcune opere di Morgagni, sia di
12 G. MAZZATINTI, Inventari dei manoscritti delle biblioteche d’Italia, Forlì, Bordandini,
1891, pp. 5-13.
13 R. ZANELLI, B. PERGOLI, Catalogo della Mostra Morgagnana inaugurata a Forlì il giorno
24 maggio 1931, in A. CORSINI, Le onoranze a G. B. Morgagni. Forlì, 24 maggio 1931, Siena,
Stab. Tip. S. Bernardino, 1931, pp. 120-135.
14 F. ALBERTI, Indice sommario delle Carte Morgagnane nella Biblioteca Comunale di Forlì,
«Humana Studia. Bollettino bimestrale dell’Istituto di Storia della Medicina dell’Università di
Roma», s. II, a. 7 (1955), n. 5, pp. 330-343.
15 C. ALBONETTI, Indice dei manoscritti morgagnani della Biblioteca Comunale di Forlì, in
COMUNE DI FORLÌ, Morgagni e l’iconografia anatomica tra ’600 e ’800. Palazzo Albertini 18 ottobre - 30 dicembre 1982. Catalogo della mostra, Faenza, Litografica Faenza, 1982, pp. 115-122.
16 Si tratta dei volumi 15, 18, 20, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 27, 28, 29, 30, 32 e 37. Altre lettere si trovano nei volumi 8, 9, 34, 36 e 38.
17 Va ricordato che nella Biblioteca Comunale di Forlì sono, inoltre, custodite altre 78 lettere riguardanti Morgagni, 74 scritte da lui e 4 da lui ricevute, e 3 suoi consulti medici. Tali
documenti fanno parte della sezione Carte Romagna delle Raccolte Piancastelli, giunte per
legato a Forlì dopo la morte del donatore, Carlo Piancastelli, avvenuta nel 1938. Vedi Inventari
dei manoscritti delle biblioteche d’Italia, vol. XCVI, Forlì, Biblioteca Comunale “Aurelio Saffi”.
Collezione Piancastelli, Sezione “Carte Romagna”, a cura di P. BRIGLIADORI e L. ELLENI, Firenze, Olschki, 1980, pp. 241-243. Ringrazio la dottoressa Antonella Imolesi Pozzi, responsabile dei Fondi Antichi, Manoscritti e Raccolte Piancastelli della Biblioteca Comunale di Forlì,
per l’aiuto datomi durante questa indagine.
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carattere scientifico che letterario, preparate per la stampa 18. Tra queste
si segnalano: De sedibus et causis morborum per anatomen indagatis, Nova
Istitutionum Medicarum Idea, Adversaria Anatomica Omnia, De vita et
scriptis Antonii. M. Valsalvae, A. M. Valsalvae Dissertationes Anatomicae,
Epistolae Anatomicae Duodeviginti ad scripta pertinentium A.M. Valsalvae, Epistolae Anatomicae duae, Epistolae in A. C. Celsum e Q. S. Sammonicum, Epistola de quadam librorum M. Varronis, Epistola de ordinario
Frontini Consulatu, Epistola in Vitruvii Locum, Epistolae in scriptores rei
rusticae et Vegetium, Epistolae de philologo ravennate et de A. Bolognino
e Epistolae Aemilianae.
Un volume raccoglie diciotto perizie medico-legali, non tutte autografe del Morgagni 19.
Sei volumi riguardano le considerazioni storiche e filologiche che Morgagni scrisse a riguardo di alcune opere di scrittori classici latini e italiani 20. Tra quelli latini vanno ricordati: Aulo Cornelio Celso, Giulio Cesare,
Cicerone, Giustino, Tito Livio, Lucrezio, Lucilio, Marziale, Plauto, Quintiliano, Quinto Sereno Sammonico, Senofonte, Silio Italico, Tibullo e Virgilio. Tra gli italiani: Ariosto, Biondo, Boccaccio, Redi, Tasso e Poliziano.
Due volumi testimoniano l’interesse di Morgagni verso l’antiquaria e
la storia del territorio 21. Il primo contiene copie di iscrizioni latine e greche con alcune illustrazioni dei monumenti dove erano scolpite. Il secondo è una raccolta di appunti di storia antica del territorio forlivese ed
emiliano-romagnolo, con schizzi a penna di piante topografiche.
Due volumi riguardano il modo con il quale il medico forlivese registrava le informazioni bibliografiche più importanti che lo riguardavano e
consultava opere in suo possesso 22. Il primo è il catalogo cronologico
18
Si tratta dei volumi 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9 e 11.
19
Si tratta del volume 31. Altre due perizie sono nel volume 8. A questo proposito si può
osservare che una perizia di Morgagni, non presente nei manoscritti forlivesi, che si riferisce
alle risaie di Mezzano, venne pubblicata nel 1769 a Faenza: Sentimenti e voti di alcuni celebri
professori di filosofia e medicina in proposito delle risaje introdotte nella villa del Mezzano territorio di Ravenna, Faenza, presso Gioseffantonio Archi, 1769. La stessa fu ristampata a cura
di Nicola Giuseppe Dainese, a Venezia nel 1785, tratta dalle carte manoscritte da lui ottenute
da Luigi Calza che era morto nel 1783: N. G. DAINESE, Se le risaie siano cagioni di mali epidemici. Parere dell’immortale Gian Battista Morgagni per la prima volta pubblicato, Venezia, presso Giammaria Bassaglia, 1785.
20
Sono i volumi 10, 13, 14, 33, 34 e 35.
21
Si tratta dei volumi 12 e 38.
22
Si tratta dei volumi 16 e 17.
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7
delle opere dove sono citati i suoi scritti o si scrive di lui, testo ampiamente
utilizzato dall’autore per fornire precise informazioni ai suoi biografi e per
compilare le domande per essere accettato nelle società scientifiche e letterarie di quei tempi 23. Il secondo è un repertorio in ordine alfabetico
degli opuscoli e delle dissertazioni legati in miscellanee presenti nella sua
biblioteca, distinto secondo gli argomenti e i cognomi degli autori 24.
Due volumi riguardano le vicende familiari del Morgagni. Il primo è
il Libro di casa Morgagni, che contiene i ricordi domestici e l’amministrazione del patrimonio, dal 1665 al 1728, ed è in gran parte autografo
di Giambattista 25. L’altro comprende le lettere inviate da Morgagni al
suo procuratore legale, il forlivese Gian Gualberto Pantoli 26. Si tratta di
fonti molto importanti per ricostruire le complesse e travagliate vicende
della famiglia del grande anatomico, divisa tra Padova e Forlì.
Un ultimo volume è invece costituito da una miscellanea di documenti, tra i quali poesie dedicate al Morgagni, referti e certificati medici,
una sua lezione e il registro degli studenti presenti alle sue lezioni dal
1725 al 1770 27.
2. La provenienza dei manoscritti del Fondo Morgagni
La maggior parte degli autografi presenti nel Fondo Morgagni di
Forlì, come si è visto, ha un carattere strettamente privato. Le centinaia
di lettere ricevute, i quaderni di osservazioni sugli scrittori classici latini
e italiani e sull’antiquaria locale, le minute delle opere preparate per gli
stampatori, il libro di casa, il catalogo dei libri dove comparivano citazioni delle opere edite, insieme ad altri documenti, dovevano essere
custoditi nel palazzo che Giambattista aveva acquistato per sé e per i suoi
discendenti nel pieno centro di Forlì 28.
23 Vd. per esempio la corrispondenza di Morgagni con Giuseppe Mosca, Angelo Fabbroni e Lodovico Antonio Muratori.
24
Tale catalogo è stato per lungo tempo reputato quello dell’intera biblioteca del Morgagni. L’equivoco è stato chiarito da Giuseppe Ongaro nella prefazione a E. BARILE, R. SURIANO,
Il “Catalogo di libri” di Giambattista Morgagni, Padova, LINT, 1983, p. XI. Ringrazio Giuseppe
Ongaro per l’aiuto e i consigli che mi ha fornito durante le indagini su Morgagni.
25
Si tratta del volume 19.
26
Si tratta del volume 18.
27
Si tratta del volume 36.
28
Il palazzo era stato acquistato da Giambattista nel 1732 ed era prima di proprietà di
Flavio Biondi. Si trovava nella strada detta Contrada Grande, l’attuale via delle torri, al nume-
8
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Dei quindici figli che Giambattista ebbe da Paola Verzieri, cinque
morirono in tenera età, otto femmine si fecero monache, il maschio primogenito Fabrizio (1714-1766) ottenne l’intera eredità paterna mentre il
fratello Agostino (1717-1792) divenne gesuita 29. Fabrizio andò a vivere
nel palazzo acquistato dal padre e sposò nel 1739 Maria Lucrezia Serughi
dalla quale ebbe dieci figli, sei dei quali morirono in tenerissima età. Gli
sopravvissero due figli e due figlie. Il primogenito Valeriano Priore
Antonio (1743-1794) si sposò due volte ed ebbe due bambini morti poco
dopo la nascita. L’eredità passò quindi al secondogenito Luigi Giovanni
Battista (1753-1796) che sposò nel 1778 Lucia Prati (1755-1830) dalla
quale non ebbe figli 30.
Con la morte di Luigi Giovanni Battista si estinse la linea maschile
diretta e la moglie Lucia Prati ereditò anche i manoscritti e gli altri documenti appartenuti a Giambattista ivi presenti. Dopo la morte del marito
Lucia si trasferì in una villa a San Martino in strada, località vicina a
Forlì, portando con sé l’eredità. Nel 1826 fece riordinare e inventariare i
documenti di Giambattista Morgagni in suo possesso dal medico Dario
Barbacciani Fedeli (1777-1844). Questo intervento risulta anche da due
lettere custodite nell’archivio storico dell’Istituto Prati di Forlì 31.
ro 11 dell’ex via Cesare Battisti. Vedi O. FABRETTI, I figli di Giambattista Morgagni, Forlì, La
Poligrafica Romagnola, 1926, opuscolo di 14 pp., p. 9, nota 7.
29 Sulle complesse vicende legate all’eredità di Morgagni vedi i seguenti contributi di
FRANCESCO AULIZIO, Testamento di Giambattista Morgagni e notizie sulla sua famiglia, Forlì,
Valbonesi, 1963; Sull’inedito testamento di Giambattista Morgagni redatto nel 1705. Nota preventiva, «Pagine di Storia della Medicina», a. 8 (1964), n. 4; L’inedito testamento di Giambattista Morgagni redatto il 27 dicembre 1705 in Bologna, «Pagine di Storia della Medicina»,
a. 8 (1964), n. 6; Il testamento di Giambattista Morgagni redatto il 21 ottobre 1742, in Atti del
XX Congresso Nazionale di Storia della Medicina, Roma, 10-11 ottobre 1964, Roma, Cossidente,
1964 e I due codicilli del Morgagni rispettivamente del 1767 e del 1770 al proprio testamento del
1764, in Atti del XXI Congresso Nazionale di Storia della Medicina, Perugia, 11-12 settembre
1965, Roma, Cossidente, 1966, pp. 593-601.
30 Sui discendenti di Morgagni vedi i seguenti contributi di OLIVIEROTTO FABRETTI: I figli
di Giambattista Morgagni, cit.; I nipoti di Giambattista Morgagni, Forlì, La Poligrafica Romagnola, 1926, opuscolo di 15 pp. e I pronipoti di Giambattista Morgagni, Forlì, La Poligrafica
Romagnola, 1927, opuscolo di 18 pp. Vd. anche l’albero genealogico della famiglia Morgagni
in F. GUARINI, Tavole genealogiche delle famiglie patrizie forlivesi estinte compilate e corrette su
quelle del Campagnoli e del Gardini da Filippo Guarini, Forlì, 1873, vol. II, ms. autografo conservato nella Biblioteca Comunale di Forlì, da ora in avanti indicata con BCF, Raccolte
Piancastelli, mss. 1/147.
31 Le lettere appartenevano alla famiglia Prati-Savorelli e sono conservate presso l’Archivio Storico dell’Istituto Prati di Forlì, da ora in avanti ASIP, b. 61, Carte Morgagni. Ringrazio Barbara Menghi Sartorio per la segnalazione di questa fonte e Nina Maria Liverani per
avermene permesso lo studio.
I MANOSCRITTI DEL FONDO MORGAGNI
9
Nella prima, inviata da Barbacciani Fedeli alla «Nobil Donna la
Signora Lucia Prati Morgagni», è scritto:
Madama. Torno di propria mano a confermarle ciò che le scrisse nell’agosto la
Signora Contessa Virginia Mangelli. Il ritardo ad aprir trattative con questo Comune è derivato da due cause. La prima è stata la detenzione del Bibliotecario 32. La seconda lo sbilancio della Comune per molte spese straordinarie. Sia
però certa che io non dimentico la cosa. Che il contratto si farà con le dovute
convenienze e che il prodotto sarà tra noi religiosamente diviso per metà. Tanto
in replica alla sua nell’atto che ho il piacere di confermarmi di lei Mad.[ama]
Gent.[ilissim]a. Forlì 11 febbraio 1826. Devotissimo affezionato servitore D.
Barbacciani Fedeli.
Nella seconda, indirizzata al «Signor Professor Barbacciani» senza
firma, né luogo né data, ma scritta da Lucia Prati, è specificato:
Ferma nei patti tra noi convenuti di dividere la somma che si ritrarrà dalla vendita delle carte del fu Gio. Batta Morgagni, che con tanto studio ella ha posto in
ordine, io l’autorizzo per mia parte a determinare 33 quel prezzo, ch’ella dell’arte conoscerà più conveniente e giusto, a cui mi riporterò in ogni incontro 34 e
sono Sua.
Dario Barbacciani Fedeli proveniva da una nobile famiglia originaria
di Pieve Santo Stefano ed aveva esercitato la professione con successo a
Forlì 35. Conosceva molto bene la vita e le opere di Giambattista Morgagni ed aveva pubblicato nel 1828 a Faenza la prolusione da lui pronunciata nella cattedrale di Forlì il 5 novembre 1827 dal titolo Elogio di Gio32 Il bibliotecario in carcere era, molto probabilmente, il medico Pier Paolo Pasquali
(1789-1841) che fu arrestato per carboneria nel 1825 e condannato a 10 anni di carcere. Su di
lui vedi A. MAMBELLI, I Forlivesi nel Risorgimento nazionale da Napoleone a Mussolini, Forlì,
1936, p. 207. Sulle vicende della biblioteca comunale di Forlì vd. I. TOGNONI, La Biblioteca
Aurelio Saffi di Forlì, gli uomini e le idee (1750-1925), tesi di laurea in storia delle biblioteche,
Università degli Studi di Bologna, sede di Ravenna, Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali, relatore L. BALDACCHINI, a. a. 2003-2004 e A. NOZZOLI, La Biblioteca Comunale di Forlì
nel XIX secolo, tesi di laurea in Storia contemporanea, Università degli Studi di Bologna, relatore R. BALZANI, a.a. 2004-2005.
33
Sopra «determinare» è scritto, con altro inchiostro e carattere, «contrattare».
34
Sopra la frase «a cui mi riporterò in ogni incontro» è scritto con altro inchiostro e
carattere «riserbandomi ad approvarlo conosciuto che ne abbia l’ammontare utile ai miei personali interessi».
35 Su Barbacciani vd. D. VALENTINI, Alla memoria del Cavaliere Professore Dario Barbacciani Fedeli, Forlì, Bordandini, 1846.
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vanni Battista Morgagni Principe degli Anatomici nel secolo XVIII. Prolusione all’apertura degli studij nel Ginnasio di Forlì nella quale non faceva
menzione degli autografi conservati a Forlì.
Nel 1827 Lucia aveva cercato di vendere i documenti morgagnani al
comune di Forlì. Nella istanza da lei indirizzata al consiglio comunale
scriveva:
Lucia Morgagni, posseditrice degli autografi del celeberrimo Giambattista
Morgagni Forlivese, preferendo di farne vendita alla di lui patria anzi che ad
altre città che ne desidererebbero l’acquisto, invita il consiglio comunale di Forlì,
quando gli piaccia cotal compera, a voler deputare una commissione per riconoscere il valore dei predetti autografi, che consistono in otto grandi e grossi
volumi, ben legati, i quali contengono le grandi opere di detto autore, con molte
figure anatomiche dipinte sotto i di lui occhi non che vari fascicoli di lettere di
erudizione e simili che saranno ostensibili presso il Signor Professore Dario
Barbacciani Fedeli, da essa incaricato a tale oggetto, come ancora all’opportuna
contrattazione delle cose sovra indicate 36.
Il consiglio, riunitosi il 15 di quel mese, istituì una commissione affinché «visitasse i ricordati autografi, ne facesse il riconoscimento, ne estimasse il valore, accennasse se siano editi o inediti e riferisse finalmente il
proprio parere sull’argomento». Di essa facevano parte l’avvocato Antonio Santarelli, consigliere comunale, il dottor Michele Rosa, membro
della commissione sugli studi, il professor Geremè Santarelli, chirurgo
condotto cittadino e il professor Domenico Pantoli, medico condotto
cittadino 37. Il consiglio, ottenuta l’autorizzazione del legato pontificio, si
premurò anche di scrivere a Dario Barbacciani Fedeli affinché permettesse ai delegati di «praticare» sui manoscritti «autografi del Principe
degli Anatomici» che si trovavano presso di lui, «quelle ispezioni che
loro incombono a termini della consigliare deliberazione» 38.
I membri della commissione però non fecero ciò che era stato loro
richiesto e nell’ottobre del 1829 il gonfaloniere scrisse loro nuovamente
affinché fornissero al consiglio la relazione sui manoscritti ancora esi36 Lettera di Lucia Prati al consiglio comunale di Forlì, Forlì dicembre 1857, in ARCHIVIO
STORICO DI FORLÌ, da ora in avanti ASFo, ARCHIVIO DEL COMUNE DI FORLÌ, da ora in avanti
ACF, b. 209, 1827, tit. 6, r. 32.
37 Lettera del gonfaloniere di Forlì ai membri della delegazione, Forlì 27 dicembre 1857,
in ASFo, ACF, b. 209, 1827, tit. 6, r. 32.
38 Lettera del gonfaloniere di Forlì a Dario Barbacciani Fedeli, Forlì 27 dicembre 1857,
in ASFo, ACF, b. 209, 1827, tit. 6, r. 32.
I MANOSCRITTI DEL FONDO MORGAGNI
11
stenti presso il dottor Barbacciani Fedeli 39. Ma anche questa volta la
commissione non riuscì a compiere il proprio mandato, probabilmente
per le difficoltà contingenti, dati gli anni difficili.
Nel 1830 Lucia Prati morì, senza lasciare figli, e legò i suoi beni in eredità, attraverso il fratello Matteo (1747-1797), al nipote Pietro (17781862) 40.
Nel 1844 morì anche Dario Barbacciani Fedeli e nella sua biografia,
pubblicata nel 1846 dal medico forlivese Decio Valentini, era specificato
che
[…] quasi tutti i manoscritti del fisico immortale [Morgagni] con molte lettere
autografe e inedite di medici, letterati e personaggi contemporanei i più ragguardevoli, erano da lui posseduti, ed ora per retaggio lo sono dalla sua famiglia.
E questa è notizia storica che io consegno all’Europa, e raccomando alla mia
patria 41.
Questa raccomandazione non sfuggì all’attenzione del conte forlivese
Pietro Guarini, che nel 1853, gonfaloniere della città, cercò di acquistare gli autografi morgagnani per il comune dal figlio di Dario Barbacciani
Fedeli, l’avvocato Attilio 42. Questi, reputando di avere il pieno possesso
di quei documenti, fece un compromesso con il comune per venderli per
1100 scudi.
Saputo il fatto, Pietro Prati, erede di Lucia, intentò una lite giudiziaria contro Barbacciani e diffidò il gonfaloniere dal proseguire nell’acquisto. Si aprì pertanto una lunga lite giudiziaria che andò avanti fino al
1856 trascinandosi per tribunali di vario grado, fra sentenze favorevoli
prima all’una e poi all’altra parte e conclusasi con un nulla di fatto 43.
39
Lettera del gonfaloniere di Forlì ai membri della delegazione, Forlì 26 ottobre 1829, in
ASFo, ACF, b. 209, 1827, tit. 6, r. 32.
40 Sulla genealogia dei Prati e dei Savorelli vedi N. M. LIVERANI, L’Istituto Prati di Forlì,
Forlimpopoli, Nuova Tipografia, 2009, pp. 16-17.
41 D. VALENTINI, Alla memoria del Cavaliere Professore Dario Barbacciani Fedeli, Forlì,
Bordandini, 1846, p. 14.
42 Su Pietro Guarini (1804-1875) e i figli Filippo (1839-1921) e Giovanni (1826-1889) vd.
le relative voci bibliografiche scritte da Fulvio Conti in Dizionario Biografico degli Italiani,
Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 2003, vol. 60, pp. 352-355.
43 Vd. il documento giudiziario che riassume le vicende processuali della causa PratiBarbacciani in BCF, Antico Fondo, Sezione Forlivesi, b. 88, Carteggio relativo agli autografi di
G. B. Morgagni, 1873. Ringrazio Ambra Raggi della Biblioteca Comunale di Forlì per avermi
aiutato a individuare questa fonte.
12
GIANCARLO CERASOLI
Nel 1861 Attilio Barbacciani, con lodevole intento, consegnò al municipio la cassa dei manoscritti e nel 1868 il medico forlivese Camillo
Versari tenne alla Società medico-chirurgica di Bologna due letture su
Giambattista Morgagni, poi pubblicate, nelle quali descrisse i manoscritti depositati presso la Biblioteca Comunale di Forlì, ne auspicò l’acquisto da parte del municipio e lo studio da parte di una novella
“Accademia filologico-latina” 44. In quell’anno il facente funzione di sindaco di Forlì, il medico Alessandro Mazzoni, «cittadino egregio, delle
patrie glorie amantissimo», chiese al sindaco di Padova di poter portare
a Forlì le spoglie di Giambattista Morgagni, sepolto nella chiesa di San
Massimo di quella città. Purtroppo, aperto il sepolcro, non fu possibile
separare i resti dei cadaveri ivi inumati e identificarvi quelli del forlivese
e l’iniziativa non andò a buon fine. In quell’occasione il dottor Luigi
Casati, chirurgo primario dell’ospedale di Forlì, auspicò:
E sia a me permesso di far voti, a che composte le divergenze che ostano al possesso di molti manoscritti del Morgagni che giacciono suggellati nella Comunale
Biblioteca di Forlì e che fra molte altre cose contengono la sua corrispondenza epistolare coi più grandi uomini di quell’epoca, ne sia impresa la loro pubblicazione.
Quale più luminoso tributo di onore, quale alla Scienza omaggio più grande, se la
città di Forlì nel 1871, che segna il centenario della morte di G. Battista Morgagni
decretasse solennemente la pubblicazione di quei manoscritti? Il nome di Morgagni appartiene al mondo, e il mondo intero applaudirebbe 45.
Il suo auspicio si realizzò soltanto il 22 novembre 1871, quando,
temendo che quelle carte potessero deteriorarsi ulteriormente, si aprì la
cassa conservata nella Biblioteca Comunale alla presenza delle parti e dei
rappresentanti del municipio. Per tutelare i loro interessi gli eredi Barbacciani erano assistiti dal conte Giovanni Guarini, mentre Antonio Prati (1803-1881), figlio di Pietro, era assistito da Pietro Guarini, padre di
Giovanni, e dall’avvocato Stefano Villi.
44 C. VERSARI, Vita ed elogio di Giambattista Morgagni con alcune particolari notizie ignote ai più raccolte dal prof. cav. Camillo Versari e offerte alla illustre Società Medico-Chirurgica di
Bologna in due letture fatte nei giorni 2 febbraio e 1 marzo 1868, «Bullettino delle scienze mediche», a. 37 (1868), serie 5, fasc. 5, pp. 241-298, Bologna, tipi Gamberini e Parmeggiani, 1868
e ID., Sei discorsi consacrati alla vita, alle opere, allo elogio, alle onoranze, alla sapienza filologica, filosofica e medica di Giambattista Morgagni, letti ed offerti dal prof. cav. Camillo Versari alla
illustre Società Medico-Chirurgica di Bologna, Bologna, Monti, 1872.
45 L. CASATI, Morgagni e le sue ossa. Pratiche del Municipio di Forlì col Municipio di
Padova per avere le ceneri dell’Illustre forlivese, «L’Ippocratico», serie 3, a. 31 (1868), vol. 13.
I MANOSCRITTI DEL FONDO MORGAGNI
13
L’avvenimento è così narrato dal bibliotecario Filippo Guarini:
Alle ore 12 meridiane nella sala grande della Biblioteca Comunale si procede
all’apertura della Cassa contenente gli Autografi del grande Giambattista
Morgagni, che da dieci anni giaceva là chiusa e sigillata, per deposito fattone in
mano del Municipio dal signor Attilio Barbacciani possessore dei medesimi. Le
quistioni nate fra la famiglia Prati e il Barbacciani sulla proprietà di quel tesoro
hanno finora impedito al pubblico di goderne, rimanendo esso chiuso sotto sigillo; l’apertura che oggi si è fatta della Cassa è stata cagionata dal timore che alcuni manifestano che o non vi fossero realmente, o se anche vi fossero, mancassero alcuni dei manoscritti del più grande dei Concittadini. Fortunatamente nella
Cassa vi era tutto e completo il prezioso Cimelio, che non attende ora altro che
d’essere a qualunque costo acquistato dal Municipio e reso di pubblica ragione.
Erano presenti all’apertura i signori cav. Dott. Alessandro Mazzoni f.f. di
Sindaco; conte Antonio Gaddi assessore; Avv. Alessandro Fortis assessore; Sign.
Gaetano Ghinassi assessore; Cav. Augusto Matteucci Bordi assessore; Avv.
Antonio Santarelli segretario comunale; Prof. Cav. Camillo Versari; Prof. Cav.
Luigi Casati; Cav. Luigi Buscaroli; Conte Filippo Guarini bibliotecario; Prof.
Alfonso Cerquetti f.f. di vicebibliotecario; Conte Giovanni Guarini, Signor
Antonio Prati; Avv. Stefano Villi.
Il signor conte cavalier Giovanni Guarini era presente come incaricato dal
signor avvocato [Ottavio] Venturini, erede Barbacciani, e l’avvocato Stefano Villi
era intervenuto come consulente legale del signor Antonio Prati.
Dopo aver verificato che nella Cassa erano tutti gli Autografi del Morgagni, a
tenore dell’Indice che ne fu redatto quindici anni fa, si è di nuovo chiusa la
Cassa, e si sono apposti i sigilli del Comune, del signor Prati e del conte Guarini,
consegnandola al bibliotecario, che la curerà come prezioso e sacro deposito 46.
In alcune lettere scritte da Antonio Prati al genero conte Nicola Savorelli Muti Papazzurri (1830-1891) che ne aveva sposato la figlia Chiara
(1836-1919), sono espresse le sue perplessità riguardanti quella vicenda 47.
In una missiva non datata, ma scritta probabilmente subito dopo il
22 novembre 1871, Antonio informò Nicola che il conte Giovanni Guarini gli aveva imposto di recarsi nella Biblioteca Comunale di Forlì dove lo
aspettavano il sindaco Alessandro Mazzoni, il professor Camillo Versari 48
46 F. GUARINI, Diario Forlivese, Volume Terzo, Dal 13 febbraio 1870 al 19 agosto 1874,
pp. 143-144, BCF, Antico Fondo, ms. I. III.
47
48
Le lettere sono in BCF, Raccolte Piancastelli, Sezione Carte Romagna, b. 678/130-132.
Su Versari (1802-1880) vedi O. FABBRETTI, Camillo Versari e la sua famiglia. Primo contributo, Forlì, La Poligrafica Romagnola, 1926 e ID., Camillo Versari e la sua famiglia. Secondo
contributo, «La Piê», a. 11 (1930), n. 9, pp. 207-209.
14
GIANCARLO CERASOLI
«fatto venire da Bologna appositamente», il signor Augusto [Matteucci
Bordi], Antonio Santarelli 49 e, per la giunta comunale, Alessandro Fortis 50.
[Prima di aprire la cassa coi manoscritti] si è letto il verbale di consegna della
Cassa al Comune fatto da Barbacciani. […] Ora aprite bene le orecchie ed ascoltate il risultato dell’apertura. Vittoria per noi giacché con l’elenco alla mano si è
ritrovata la cassa veramente completa. Ora non comprendo come quei tali cui
voi avete mostrato l’elenco abbiano fatto sì poco conto di quelle carte, giacché
le meraviglie e il valore che in mia presenza hanno dato a quelle carte vi dico che
è stato grande, ed ho veduto che qualcuno dava la voce all’altro di frenarsi perché si entusiasmava di troppo. […] Credo [che sia] del nostro interesse piantare la lite con l’erede Barbacciani giacché senza questo passo non potremo impedire al Comune d’aprire la cassa nuovamente senza fargli un sequestro regolare.
In un’altra lettera, datata 23 novembre 1871, Antonio avvisò Nicola
che Giovanni Guarini gli aveva scritto un biglietto di scuse nel quale giustificava il suo comportamento che, a suo dire, era rivolto unicamente a
far ispezionare e subito richiudere la cassa con i manoscritti di Morgagni.
Nella missiva si dichiarava che «si attende il vostro ritorno per cominciare gli atti contro l’erede Barbacciani, ne ha convenuto anche [l’avvocato] Villi, e non bisogna perdere tempo» e che
[…] in occasione dell’apertura del Parlamento forse [il conte Giovanni] Guarini
sarà in Roma, crederei prudentissimo, e si desidera che tu eviti un altro abboccamento con il suddetto conte prima di parlare con noi. Crederei bene che tu
impegnassi persona fin d’oggi a spedire l’elenco che ci hanno già promesso, di
ciò che si è rinvenuto a questo in Inghilterra per conoscere colà che prezzo vi
attribuirebbero, e ciò per nostra regola, poiché qui quantunque il comune li
voglia acquistare vi attribuiscono un prezzo enorme.
Si deve tenere presente, infatti, che una quantità rilevante di manoscritti morgagnani era stata venduta nel 1847 a Lord Ashburnham dal
bibliofilo italiano Giacomo Libri e pagata «ottomila sterline, pari a duecentomila lire» del 1964 51.
49 Su Santarelli (1832-1920), che coprì il posto di segretario comunale di Forlì dal 1860
al 1880 ed ebbe la direzione della Biblioteca e dei Musei, vedi A. MAMBELLI, Uomini e famiglie illustri Forlivesi, Forlì 1976, p. 207.
50 Su Fortis (1841-1909) vedi A. MALFITANO, Alessandro Fortis: la Romagna e il sogno
municipalista, Forlì, Cartacanta, 2010.
51 G. B. MORGAGNI, Opera Postuma, Volume Primo, Le autobiografie, Roma, Cossidente,
1964, p. XXI.
I MANOSCRITTI DEL FONDO MORGAGNI
15
Dopo l’apertura della cassa le trattative tra il comune di Forlì e gli
eredi di Lucia Prati e di Dario Barbacciani Fedeli si prolungarono fino al
24 luglio 1873 quando il consiglio comunale, in seduta straordinaria,
approvò l’accordo che stabiliva che gli autografi erano di proprietà del
municipio che avrebbe versato 8000 lire agli eredi Prati e 3000 lire a
quelli Barbacciani 52.
La stipula effettiva del contratto avvenne nella Biblioteca Comunale,
alle ore 12 del 21 novembre 1873, e venne puntualmente annotata da
Filippo Guarini che ricordava il dono, fatto in quell’occasione, da Antonio Prati al Comune di «varie lettere d’uomini illustri al Morgagni, un
libro di famiglia autografo di lui, un suo passaporto, e le tavole in rame
che hanno servito alla stampa delle opere» 53.
Quel diligente bibliotecario nello Specchio dimostrativo le entrate e
spese della Biblioteca Comunale di Forlì. [per il] 1873 specificava che in
quell’anno la Biblioteca Comunale di Forlì aveva ricevuto in dono molti
importanti autografi e «cimeli» morgagnani:
[Camillo Versari aveva donato, fra le altre cose] n. 19 lettere di Giambattista
Morgagni [a monsignor Angelo Fabbroni] dal 1714 al 1771, delle quali 16 autografe, le altre tre copiate. […] n. 6 tipi in legno che hanno servito per l’incisione
di tre medaglie in onore di G. B. Morgagni, che si vedono nell’opera “Sei discorsi in onore di G. B. Morgagni”, di Camillo Versari. […]
[Il signor Antonio Prati aveva donato] varie cose appartenute a G.B. Morgagni: cioè: n. 19 rami incisi riguardanti l’Anatomia, che servirono alle Tavole delle
sue opere, in cornice. Rame inciso rappresentante la medaglia dell’Avezzani a G.
B. Morgagni, con cornice. Rame inciso, in onore del Valsalva, che va in fronte alle sue Opere, con cornice. Passaporto di G. B. Morgagni. Minuta del testamento di G. B. Morgagni (autografo). Lettere di illustri Italiani a G. B. Morgagni (autografe). Lettera di Gio Batta de Bonij con Poemetto Latino “De Arte Medendi”
e minuta di risposta. Epigrafe per Antonio Colombani, di G. B. Morgagni (autografo). Libro di memorie di casa Morgagni, scritto da G. B. Morgagni (autografo) 54.
52 Verbale della seduta del consiglio comunale di Forlì del 24 luglio 1873, ASFo, ACF, Atti
consigliari, b. 30, 1873. Il carteggio relativo alla trattativa del comune di Forlì con Ottavio
Venturini, che aveva sposato Emilia Barbacciani Fedeli, e per lui Giovanni Guarini è in BCF,
Antico Fondo, Sezione Forlivesi, b. 88, Carteggio relativo agli autografi di G. B. Morgagni,
1873.
53 F. GUARINI, Diario Forlivese, volume Terzo. Dal 13 febbraio 1870 al 19 agosto 1874,
p. 301, BCF, Antico Fondo, ms. I-III.
54 F. GUARINI, Specchio dimostrativo le entrate e spese della Biblioteca Comunale di Forlì.
1873, ASFo, ACF, b. 502, 1874, tit. 6, r. 32.
16
GIANCARLO CERASOLI
I documenti donati da Antonio Prati facevano parte del patrimonio
da lui lasciato al genero Nicola Savorelli Muti Papazzurri e ciò è dimostrato anche da un lungo elenco, presente tuttora nell’archivio della famiglia Prati-Savorelli, dove essi sono annotati insieme ad altri 55. Nei primi
tre decenni del secolo scorso il dottor Massimo Chiadini descrisse in
numerosi articoli i documenti morgagnani che si trovavano ancora nell’archivio di quella famiglia, trascrivendo alcune importanti lettere scritte da Giambattista Morgagni e a lui dirette 56. Oltre al carteggio ricordava il Libro di casa di Fabrizio Morgagni, un inventario di mobili e biancheria di palazzo Morgagni, una «nota di pitture da farsi nella casa di
Forlì» e una edizione della Gerusalemme Liberata, edita a Genova nel
1590, con postille di mano di Giambattista Morgagni. Purtroppo, nel
corso di una incursione aerea avvenuta nel dicembre 1944, una bomba
cadde sul palazzo Prati Savorelli e anche l’archivio ivi custodito subì
numerosi danni. Fortunatamente Antonio Mambelli riuscì a recuperare
una piccola parte delle carte morgagnane andate disperse che oggi sono
ancora conservate presso l’archivio dell’Istituto Prati 57.
Nel 1873 il municipio di Forlì aveva ricevuto in dono dall’avvocato
forlivese Rodolfo Domenico Rossi «una raccolta di 28 lettere autografe
al Morgagni [dirette a Gian Gualberto Pantoli], con bell’esempio di
55
Lettere d’illustri letterati e scienziati al Morgagni, ASIP, b. 61, Carte Morgagni.
56
M. CHIADINI, Nuove notizie inedite su G. B. Morgagni. Carteggio e memorie inedite di
Morgagni. La “Gerusalemme Liberata” del Tasso postillata dal Morgagni, in Atti del I Congresso
Nazionale della Società Italiana di Storia delle Scienze Mediche e Naturali, Roma, 1912, Grottaferrata, tip. Nilo, 1913, pp. 119 e ss, ristampato in Riunione annuale della Società Italiana di
Storia critica delle scienze mediche e naturali, Siena 22-26 settembre 1913, Atti Ufficiali, p. 157;
Terza serie di carteggi inediti del Morgagni, in Atti del III Congresso Nazionale della Società
Italiana di Storia delle Scienze Mediche e Naturali, Venezia, 1925, Siena, Stab. Tip. S. Bernardino, 1926, pp. 146-153 (l’articolo venne edito anche negli Atti della VII Riunione della Società
Italiana pel Progresso delle Scienze, Siena, settembre 1913, p. 996 e riassumeva due articoli
pubblicati sotto lo pseudonimo Vandechi in «La Riviera Romagnola», 1925, nn. 20 e 21); Memorie inedite del Morgagni, «Forum Livii», a. 3 (1928), n. 5-6, pp. 18-24 (l’articolo ne riprende tre pubblicati sotto lo pseudonimo Vandechi in «La Riviera Romagnola», 1925, nn. 15, 16
e 18). A loro volta questi contributi derivano dalle relazioni: Carteggio e memorie inedite di
G.B. Morgagni, presentata dall’autore al primo Congresso nazionale della Società di Storia critica delle Scienze mediche e naturali, tenutosi a Roma nel 1911, e Nuove memorie inedite, letta
al secondo Congresso di quella società scientifica, tenutosi a Siena nel 1913.
57 Parte di questi documenti, le copie dei testamenti di G.B. Morgagni e dei codicilli,
furono esposti anche in occasione della mostra allestita il 21 ottobre 1948 nella sala del
Bibbiena del palazzo comunale di Forlì, quando la società Italiana di Anatomia Patologica
tenne a Bologna e a Forlì il suo primo congresso nazionale. Vd. M. NICOLINI, G. B. MORGAGNI, le Epistolae Aemiliane e Marino Moretti, «La Piê», a. 18 (1949), nn. 5-6.
I MANOSCRITTI DEL FONDO MORGAGNI
17
amor patrio, e con nobile generosità», raccolte in un volume che entrò
quindi a buon diritto a far parte del Fondo Morgagni 58.
Nel 1874 Filippo Guarini avvisava che era stata eseguita «la straordinaria rilegatura degli Autografi di G. B. Morgagni, che mi sembra assai
lodevolmente ed accuratamente riescita, perchè possano quei preziosi
avanzi, ben figurare negli eleganti plutei loro destinati» 59.
I manoscritti vennero esposti nel maggio 1875 in occasione delle manifestazioni tenutesi a Forlì per lo scoprimento della statua di Morgagni,
scolpita da Salvino Salvini (1824-1899) e collocata dentro il Palazzo degli
studi. In quel palazzo, ex sede dei Padri della Missione, erano ospitati
anche il Liceo, la Pinacoteca, i Musei e, dal 1831, la Biblioteca Comunale 60. Nel programma della festa per celebrare Morgagni che ebbe luogo
il 27 maggio 1875 era specificato che alle ore 11 antimeridiane, dopo lo
scoprimento della statua e i discorsi ufficiali di Alessandro Mazzoni, di
Luigi Casati e di Domenico Bongiovanni, preside del Liceo “Morgagni”,
si sarebbero svolte «visite ai Gabinetti, alla Pinacoteca ed alla Biblioteca
nella quale sono esposti i manoscritti delle più importanti Opere di
Morgagni, acquistati dal Municipio» 61.
Nel suo discorso Mazzoni ribadiva che
[dell’importanza di G. B. Morgagni] bel testimonio ne abbiamo nelle copiose
lettere degli uomini di sapere, per dignità più insigni nel suo tempo, le quali con
altri preziosi cimeli del Morgagni, acquistati non ha guari con molto studio e
spesa del nostro Municipio, si costudiscono nella comunale biblioteca 62.
Tra il 1874 ed il 1891, anno in cui Mazzatinti lo descrisse per la prima
volta, il municipio di Forlì acquistò inoltre un altro volume di autografi
58 ASFo, ACF, Atti consigliari, Verbale della seduta del consiglio comunale di Forlì del
24 luglio 1873, b. 30, 1873. Il dono delle lettere inedite è ricordato anche in ASFo, ACF, Lettera
di Filippo Guarini all’assessore Alessandro Mazzoni, Forlì 5 marzo 1875, b. 508, 1875, tit. 6,
r. 32. Il volume che contiene 28 lettere di Morgagni al suo procuratore forlivese Gian
Gualberto Pantoli è il numero 18 del Fondo Morgagni.
59 La spesa sostenuta era stata di 235 lire: vd. ASFo, ACF, Lettera di Filippo Guarini all’assessore Alessandro Mazzoni, Forlì 5 marzo 1875, e l’allegato Resoconto generale della Biblioteca
Comunale di Forlì. 1874, b. 508, 1875, tit. 6, r. 32.
60
A. MAMBELLI, Le librerie pubbliche conventuali in Forlì e i primordi della civica biblioteca, «Studi Romagnoli», a. 7 (1956), pp. 147-160.
61 MUNICIPIO DI FORLÌ, Programma della Festa Morgagni che ha luogo in Forlì il 27 maggio 1875, Forlì, Tip. Soc. Democratica, 1875, p. XII; vd. anche il programma a stampa in ASIP,
b. 61, Carte Morgagni.
62
Ivi, p. 6.
18
GIANCARLO CERASOLI
morgagnani che contiene appunti di storia forlivese, romagnola ed emiliana, schizzi a penna di piante topografiche e lettere scritte da Morgagni
al cardinale Alberoni e al Morgagni da G. A. Petrignani 63. Proveniva dal
bibliofilo veneziano Andrea Tessier (1819-1896), la cui biblioteca fu venduta nel 1900 64. Precede il manoscritto una relazione sul suo contenuto,
in 10 carte, non firmata né datata, nella quale è specificato:
Manoscritto autografo di Gio. Battista Morgagni. Apparteneva al signor
Andrea Tessier di Venezia.
Giuseppe Pasquali nel suo Cataloghetto di libri rarissimi e di autografi preziosi
descrive il presente autografo colle seguenti parole “Morgagni Jo. Bat.”, prezioso manoscritto autografo che contiene alcune memorie storiche letterarie sullo
stato antico di Forlì, in foglio, di carte 246, vi sono aggiunte in fine varie carte e
minute di lettere del Morgagni al cardinale Alberoni ed altri.
Precedono l’autografo tre carte. La prima contiene notizie sul Morgagni e sulle
sue opere. La seconda un giudizio sulle di lui Lettere Emiliane, la terza scritta li
17 ottobre 1808 dà conto di alcuni passaggi che subirono i manoscritti di questo
nostro illustre concittadino.
La relazione continua con la descrizione del codice, che si riteneva
autografo sulla scorta del confronto con altri scritti di Morgagni, e con la
raccomandazione dell’acquisto da parte del municipio di Forlì.
In una delle carte preposta all’autografo si trova la seguente dichiarazione che svela la provenienza di quelle carte:
Opera ed Autografo del Morgagni. È questo uno de’sei volumi datimi dal
Signor Dottor dalle Ore; quattro de’quali sono opere già stampate; ed un altro
non era del Morgagni in modo alcuno, ma tristi scritturaccie di qualche nemmeno scolaro; e lo diedi al fuoco in questo dì 17 8bre 1808, per lume avuto dal Ch.
Signor Dottor Dainese, il quale ebbe già codesti medesimi sei volumi, ovvero i
cinque di Morgagni, dall’eredità del Professor Calza con molti altri scritti del
Morgagni medesimo, e fatta una separazione, tenendo i preziosi per se, che ben
ancora li conserva, regalò gli altri al fu Professor Bonioli, il quale poi aveva a querelarsi che il Dottor dalle Ore glieli avesse presi senza restituzione.
Risulta in tal modo come questo volume facesse parte di quelli prelevati da Luigi Calza dall’abitazione padovana di Morgagni dopo la morte
63 MAZZATINTI, Inventari dei manoscritti delle biblioteche d’Italia, cit., p. 12. Si tratta dell’odierno volume n. 38.
64
1900.
A. TESSIER, JACQUES ROSENTHAL, The Tessier Library: Catalogue, Munich, Rosenthal,
I MANOSCRITTI DEL FONDO MORGAGNI
19
del medico forlivese e che, forse per l’argomento non pertinente alla medicina, fosse stato poi donato da Dainese, che lo ebbe da Calza, ad altre
persone.
Nel 1891 «tutti i 39 volumi [di autografi morgagnani] rilegati in membrana [vennero] esposti in vetrina nella prima sala della Biblioteca»
Comunale di Forlì 65. Per comprendere l’importanza del Fondo Morgagni
si deve considerare che nel 1896 esso costituiva uno dei nuclei di manoscritti più importanti della biblioteca, il cui valore, stimato per l’assicurazione, era di 5000 lire 66.
Nel 1921, quando la biblioteca si trasferì nel settecentesco ospedale
progettato dal Merenda, i manoscritti furono collocati nella «terza sala,
di vaste proporzioni» e facevano parte del
[…] cosiddetto “Fondo Morgagni”: ricca collezione di opere, manoscritti,
appunti di lezioni, memorie varie, carteggio, corrispondenza dell’illustre medico,
con le più note celebrità del suo tempo ed alcune nitide tavole in rame delle sue
celebri illustrazioni anatomiche 67.
Un decennio dopo, in occasione delle onoranze morgagnane del maggio 1931, gli autografi vennero nuovamente esposti «in plutei appositamente costruiti» nel «Salone maggiore e in un altro attiguo della Pinacoteca», ospitata nella nuova sede della Biblioteca Comunale di Forlì.
Terminate le celebrazioni, Benedetto Pergoli, allora direttore di quella Biblioteca Comunale, annotava che «tutti questi 39. voll. sono rilegati
in membrana ed esposti perennemente in vetrine nella terza sala della
Biblioteca» 68.
Nel 1950-1952 l’Alberti aveva consultato «le collezioni morgagnane
[che] – dapprima infelicemente esposte in un deposito librario vicino
65 MAZZATINTI, Inventari dei manoscritti delle biblioteche d’Italia, cit., p. 13. Il 39° volume, in pergamena, rilegato in pelle con impressioni in oro, conteneva il diploma di laurea in
filosofia e medicina conseguita da Domenico Savorelli nell’Università di Padova il 4 novembre 1730 e firmato da «Joannes Baptista Morgagnus Promotor», documento donato da
Antonio Prati al Municipio di Forlì nel 1873.
66
ASFo, ACF, Lettera di Giuseppe Mazzatinti al sindaco di Forlì, Forlì 7 dicembre 1896,
b. 626, 1896, tit. 6, r. 32.
67 E. CECCARELLI, La Biblioteca Comunale “Aurelio Saffi” di Forlì nella sua nuova sede,
«La Riviera Romagnola», a. 2 (1922), n. 7, giovedì 16 febbraio 1922.
68 R. ZANELLI, B. PERGOLI, Catalogo della Mostra Morgagnana inaugurata a Forlì il giorno
24 maggio 1931, in A. CORSINI, Le onoranze a G. B. Morgagni. Forlì, 24 maggio 1931, Siena,
Stab. Tip. S. Bernardino, 1931, pp. 118-124. Pergoli ricordava questi manoscritti anche in due
articoli pubblicati sul «Corriere Padano», Ferrara, 7 agosto 1929 e 2 aprile 1931.
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GIANCARLO CERASOLI
agli armadi del Mazzatinti – hanno trovato bella ospitalità in un intero
salone che precede l’ufficio del Direttore». Questo salone corrisponde
all’attuale ingresso della prima sala di consultazione, la terza dall’ingresso, posta all’interno della chiesa dell’antico ospedale. Ora, invece, il
Fondo Morgagni è custodito in un armadio blindato nei depositi della
Biblioteca Comunale.
3. L’utilizzo che dei manoscritti del Fondo Morgagni è stato fatto sino ad ora
Dopo l’unità d’Italia prese corpo la volontà di costruire il culto delle
patrie memorie e delle virtù degli italiani eccellenti e fra questi, naturalmente, si annoverò Giambattista Morgagni.
Nel 1860-1861 il fisico lughese Silvestro Gherardi, che nel 1841 aveva
curato la pubblicazione degli scritti di Luigi Galvani, per incarico del
ministro della pubblica istruzione Terenzio Mamiani cercò, senza riuscirvi, di raccogliere i documenti per «allestire una nuova raccolta delle
opere del celebre Giambattista Morgagni» 69.
Nel 1871 Luigi Casati poteva annunciare finalmente alla comunità
degli studiosi che:
[…] composte le divergenze che da tanti anni esistevano fra i pretendenti ai
manoscritti lasciati dall’immortale G. B. Morgagni, il giorno 22 novembre
[1871] devenivasi finalmente all’apertura della gran cassa che conteneva un
tanto tesoro per la scienza. Presente l’intera Giunta Municipale col suo
Segretario, presente il conte Giovanni Guarini e conte Antonio Prati, quali incaricati degli aventi diritto al possesso dei manoscritti, e coll’intervento dei testimoni prof. cav. Camillo Versari e dott. cav. Luigi Casati, non che del
Bibliotecario sig. conte Filippo Guarini, rompevansi i sigilli che da tanti anni
tenevano chiuse le carte tanto preziose; e allora potè verificarsi che quella cassa
conteneva tutti gli autografi delle opere già pubblicate dal principe degli anatomici, non che da un numero sterminato di lettere scritte al Morgagni da principi, dogi, pontefici, imperatori, e medici italiani e stranieri, come Astruc, De
Haen, Baglivi, Reamour, ecc., ecc. Si rinvenne pure un gran fascio di minute di
lettere dello stesso Morgagni indirizzate agli uomini più grandi di quell’epoca, e
finalmente molte epigrafi latine, e vari fascicoli contenenti gli studi fatti dal grande anatomico sui classici latini. Giova sperare che il patrio Municipio, sempre
caldo patrocinatore della gloria e decoro della città nostra, saprà presto entrare
69 S. GHERARDI, Primi studi per allestire una nuova raccolta delle opere del celebre Giambattista Morgagni, «Rendiconti delle sessioni dell’Accademia delle scienze dell’Istituto di Bologna», a.a. 1862-1863, Bologna, Gamberini e Parmeggiani, 1863, pp. 91-93.
I MANOSCRITTI DEL FONDO MORGAGNI
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in possesso di tanto tesoro, e allora sarà possibile la pubblicazione di tanti scritti inediti dell’uomo più grande che abbia avuto il secolo decimottavo 70.
Tale dichiarazione apriva alla speranza di poter presto consultare questi documenti e, già nel 1872, Francesco Robolotti auspicava di «ordinare per le stampe» i manoscritti del Morgagni dal 1706 al 1765 raccolti sia
in Parma che a Forlì 71.
Gino Rocchi fu tra i primi a poter consultare il Fondo Morgagni alla
ricerca delle lettere tra Giambattista Morgagni e Francesco Maria
Zanotti. Nella prefazione a quel carteggio, pubblicato nel 1875, ricordava l’epistolario di Morgagni conservato nella città natale:
[Nella Biblioteca Comunale di Forlì], oltre i manoscritti posseduti innanzi il
nuovo acquisto dal Municipio, ed i donati dal prof. Camillo Versari, dal signor
Antonio Prati, dall’avvocato Rodolfo Domenico Rossi, ed altre cose diverse relative al Morgagni, sono VIII volumi autografi delle sue opere, e XVI di lettere
scrittegli da circa 250 corrispondenti italiani e stranieri insigni nelle scienze, nelle
lettere e nelle arti, tra’quali primeggiano i nomi del Boerhaave, Newton, LeClerc, Haller, Heister, Manget, Vallisnieri, Lancisi, Valsalva, Manfredi, Gornia,
Zeno, Foscarini, Forcellini, ed altri nomi non meno preclari, che taccio per brevità. […] [Vi è anche] il Fascicolo XIV degli autografi di lui [Morgagni] […] nel
quale sono indicate le epoche e i nomi di coloro, che fecero ricordanza del Morgagni
mentre visse da lui notati di propria mano 72.
Nel 1874 Prospero Viani chiese al sindaco di Forlì se nell’epistolario
morgagnano si trovassero lettere scritte da Luigi Cacciavillani Palcani
che aveva in animo di pubblicare. Il bibliotecario Filippo Guarini non ne
trovò alcuna e pertanto il sindaco Alessandro Mazzoni gli rispose in
modo negativo 73.
Nel settembre 1876 Alfonso Corradi ringraziò il sindaco di Forlì,
Luigi Casati e Luigi Buscaroli per aver ottenuto «copia delle lettere che
70 L. CASATI, I manoscritti di G. B. Morgagni, «L’Ippocratico», serie III, 1871, vol. 20,
p. 480 e «Gazzetta Medica Italiana. Provincie Venete», 1871, n. 49, p. 396.
71 F. ROBOLOTTI, Dei manoscritti autografi e dei consulti medici e chirurgici di G. B. Morgagni. Lettera del dottor F. Robolotti al Prof. Ferdinando Coletti di Padova, «Gazzetta Medica
Italiana. Provincie Venete», a. 15 (1872), pp. 17-19.
72 G. ROCCHI, Carteggio di Giambattista Morgagni con Francesco M. Zanotti, Bologna,
Zanichelli, 1875, pp. XIX-XX.
73 Vd. le lettere di Prospero Viani a Alessandro Mazzoni, sindaco di Forlì, Bologna
15 aprile 1874 e la risposta del 29 aprile, in ASFo, ACF, Atti consigliari, b. 502, 1874, tit. 6, r. 32.
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GIANCARLO CERASOLI
Lancisi scriveva a Morgagni, e che serbasi tuttora fra i manoscritti del
grand’anatomico in cotesta Biblioteca Comunale». Quelle lettere gli erano servite per compilare il suo volume Lettere di Lancisi a Morgagni e parecchie altre dello stesso Morgagni ora per la prima volta pubblicate, edito
a Pavia dallo stabilimento tipografico successori Bizzoni nel 1876 74.
Da allora, negli ultimi centoquarant’anni, molti altri ricercatori hanno potuto studiare e pubblicare documenti conservati presso il Fondo
Morgagni, mettendone in luce l’importanza per la storia della medicina,
dell’archeologia della Romagna e della storia dell’arte.
Nel 1931 Paolo Amaducci, con l’aiuto prezioso di Augusto Campana,
ripubblicò le Epistolae Aemiliane, con una revisione critica e filologica
svolta sugli autografi forlivesi, e di quest’opera venne edita anche la traduzione in italiano 75.
Nel 1982 e in anni più recenti è stata segnalata l’importanza degli
schizzi anatomici presenti negli autografi di Morgagni conservati a Forlì
e a Parma per guidare gli incisori delle tavole degli Adversaria Anatomica
Omnia 76.
Nel 2000 Valentina Gazzaniga ed Elio De Angelis hanno curato la trascrizione e la pubblicazione di alcune perizie, non tutte autografe del
Morgagni, presenti a Forlì 77.
Solo alcune delle centinaia di lettere scritte da Morgagni e a lui dirette, conservate a Forlì, sono state studiate, trascritte ed edite. Tra coloro
che hanno utilizzato l’epistolario morgagnano per le loro ricerche ricor74 Vd. la lettera di Alfonso Corradi al sindaco di Forlì, Pavia 12 settembre 1876 e la risposta del 16 settembre, in ASFo, ACF, Atti consigliari, b. 517, 1877, tit. 6, r. 32.
75 G. B. MORGAGNI, Epistolae Aemiliane, San Marino, Della Balda, 1931 e Le Epistole
Emiliane di Gianbattista Morgagni, volgarizzate per la prima volta da Ignazio Bernardini, Forlì,
La Poligrafica Romagnola, 1931. Sull’apporto di Campana vd. M. FEO, Filologia e storia: Augusto Campana e l’edizione delle Epistolae Aemilianae di Giambattista Morgagni, «Ectodica»,
n. 2 (2005), pp. 163-169.
76
G. CERASOLI, Le tavole degli “Adversaria Anatomica”: dallo schizzo morgagnano all’edizione a stampa, in COMUNE DI FORLÌ, Morgagni e l’iconografia anatomica tra ’600 e ’800. Catalogo della mostra tenutasi in Palazzo Albertini 18 ottobre - 30 dicembre 1982, Faenza, Litografica Faenza, 1982, pp. 69-88; A. IMOLESI POZZI, Un esempio di iconografia anatomica: le
tavole degli Adversaria Anatomica Omnia di Giovanni Battista Morgagni, «Schede Umanistiche, rivista semestrale dell’archivio Umanistico Rinascimentale Bolognese», n. s., a. 19 (2005),
n. 1, pp. 127-143 e ID., Anatomia e arte: le tavole degli Adversaria Anatomica Omnia di
Giovanni Battista Morgagni, in La Chiesa di San Massimo in Padova cappella universitaria, a
cura di G. ZAMPIERI, Roma, «L’Erma» di Bretschneider, 2012, pp. 375-392.
77 V. GAZZANIGA, E. DE ANGELIS, Giovan Battista Morgagni. Perizie medico-legali, Roma,
Carocci, 2000.
I MANOSCRITTI DEL FONDO MORGAGNI
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do: Massimo Chiadini che ha trascritto lettere di Rene-Antoine Ferchault
de Reaumur, Luigi Messedaglia 78 che si è interessato ai rapporti tra
Morgagni e Domenico Cotugno, Guglielmo Bilancioni 79 che ha pubblicato le lettere di Giovanni Bianchi, Francesco Aulizio 80 che ha pubblicato lettere di Domenico Cotugno, Lorenz Heister, Isaac Newton, Brook
Taylor, Luigi Belloni 81 che si è interessato della corrispondenza con
Johann Jakob Baier, Domenico Cotugno, Lorenz Heister, Rene-Antoine
Ferchault de Reaumur e Lucas Schröck.
78 L. MESSEDAGLIA, L’“Iter Italicum Patavinum” di D. Cotugno: G. B. Morgagni e l’Università di Padova nel 1765, «Atti del R. Istituto veneto di scienze, lettere ed arti», a. a. 1913-1914,
t. 73, p. 2, pp. 1692-1803.
79 G. BILANCIONI, Carteggio inedito di G. B. Morgagni con Giovanni Bianchi, Bari, Soc.
Tip. Ed. Barese, 1914.
80 F. AULIZIO, Rapporti tra Cutugno e Morgagni desunti da lettere e minute di lettere conservate nella Biblioteca Comunale di Forlì e per la prima volta tradotte, in Atti del XIX Congresso
Nazionale di Storia della Medicina, L’Aquila 26-29 settembre 1963; Minuta autografa di lettera
scritta da G. B. Morgagni a Isacco Newton, «Romagna Medica», a. 15 (1963), p. 672; Minuta
autografa di lettera scritta da G. B. Morgagni a Brook Taylor, «Romagna Medica», 1963; Due
lettere di Lorenzo Heister a Giambattista Morgagni, «Castalia», a. 22 (1966), n. 2, pp. 131-139.
81 L. BELLONI, Aus dem Briefweschsel von G. B. Morgagni mit L. Schröck und J. J. Baier:
der 4. President (1693-1730) Lucas (von) Schröck 2. (1546-1730) und der 5. Präsident (17301735) Johann Jacob (von) Baier (1677-1735), «Beiträge zur Geschichte der Präsidenten der
Deutschen Akademie der Naturfoscher Leopoldina», «Nova Acta Leopoldina», Neue Folge,
nr. 198, bd. 36, 1970, pp. 107-139; Lettere del 1761 fra D. Cotugno e G. B. Morgagni, «Physis»,
a. 12 (1970), pp. 415-423; Contributo all’epistolario Boerhaave. Morgagni: l’edizione delle
“Epistolae Anatomicae Duae”, Leida 1728, «Physis», a. 13 (1971), n. 1, pp. 81-109; L’epistolario
Morgagni-Réaumur alla Biblioteca Civica di Forlì, «Gesnerius», a. 29 (1972), pp. 225-254 e Il
carteggio fra Lorenz Heister e G. B. Morgagni, «Rendiconti dell’Istituto Lombardo Accademia
di Scienze e Lettere - Scienze B», 116, 1982, pp. 3-5.
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