CRONACHE CILENTANE MENSILE DI INFORMAZIONE DEL CILENTO, VALLO DI DIANO E ALBURNI Castellabate, Settimana della Cultura Grandi consensi per il primo convegno per la diffusione della Dieta Mediterranea ANNO XXVIII - N. 3/2011 Sped. A. P. com. 20 art. 2 legge 662/SA LA PRIMA VOCE LIBERA DEL TERRITORIO DEL PARCO L a Dieta Mediterranea, il modello nutrizionale più salutare, ideato da Ancel Keys a Pioppi, di recente entrata a far parte del patrimonio immateriale dell’Unesco, è stato il tema della seconda giornata della Settimana della Cultura. Domenica 13 febbraio, al Castello dell’Abate, sono intervenuti Domenico Ienna dal titolo “Dalle paste italiane e pomodoro americano all’incontro nel Risorgimento e nella Dieta Mediterranea”, Stella Di Sessa sul tema “Nutriamoci di buon umore con alimenti del Cilento”. Al termine del convegno è stato presentato il libro del dottore Luigi Crispino “La Dieta Mediterranea”. Interessanti gli interventi del sindaco di Castellabate Costabile Maurano e dell’assessore alla Cultura Paola Piccirillo. Un argomento entrato quasi di diritto tra quelli che sono stati affrontati nel corso della Settimana della Cultura, visto l’importante riconoscimento che la Dieta Mediterranea ha ricevuto dall’Unesco e considerato che anche a Castellabate da sempre la popolazione coltiva, pesca, produce e mangia, i prodotti salutari indicati dallo scienziato americano Ancel Keys, che sono ancora oggi oggetto di studi continui, per la loro capacità di abbassare il rischio di malattie gravi, come quelle cardiache. Paola Desiderio La strada PioppiCasalvelino ancora è in attesa dei dovuti interventi. Ma il discorso ormai riguarda la maggior parte delle strade del Cilento Controcorrente Maggio elettorale Fissato il giorno delle elezioni amministrative, inizia la bagarre delle candidature. Molti comuni cilentani rinnoveranno i consigli e tenteranno di scrivere una storia diversa, che duri almeno un lustro. Partita la ricerca del candidato sindaco ideale, quasi sempre rappresentante della “società civile”, meglio senza storia politica, ognuno si attrezza come può, scegliendo tra il fior fiore dei professionisti, sperando che le scelte si rivelino produttive sia per conquistare che per mantenere il “potere”. Il solito teatrino cui abbiamo sempre assistito, colpi bassi, delazioni, acquisti e defezioni, fa seguito alle operazioni istituzionali; promesse mai mantenute e riproposte confidando in un vuoto di memoria di chi ascolta, ponti d’oro per la comunità credulona. Si perde, così, di vista il “candidato”, la sua capacità di amministrare con spirito di servizio e non con asservimento a cricche varie, la sua volontà di consumare il mandato in favore del bene comune e non di quello personale, la determinazione di rinunciare a favori e privilegi per difendere la sua comunità, il coraggio di attestare in tutte le occasioni autonomia e coerenza. Non vogliamo dire che non riusciamo a trovare amministratori con queste caratteristiche,ma se nella storia più o meno recente del Cilento ve ne sono stati,hanno rappresentato una insignificante minoranza spazzata spesso da interessi politico-criminosi che hanno consegnato il nostro territorio a lestofanti e faccendieri nel più completo disinteresse della gente,troppo impegnata a superare il quotidiano anche stringendo qualche mano sporca. Nessuna meraviglia quindi, se il Cilento viene quotidianamente offeso da opere pubbliche inutili e mangiasoldi e se le stesse vengono affidate a incapaci e disonesti che fanno lievitare i costi all’infinito; realizzazioni catalogabili come ecomostri, che sempre più spesso sfuggono all’agenda delle solite organizzazioni ambientaliste, troppo occupate a conferire interessati riconoscimenti a destra e a manca. Tutto questo mentre i cittadini vengono da anni stritolati da un protezionismo passivo del territorio e da strumenti urbanistici dissuasivi che favoriscono il proliferare dell’abusivismo e ingrassano i soggetti di cui sopra. Si vota a maggio, il mese delle rose, dire ribelliamoci forse è troppo forte, ma almeno non nascondiamo la testa nella sabbia e se sembra superato battersi per un’idea, potrebbe essere interessante alzare il vessillo di un progetto credibile per questa terra che da troppo tempo sembra maledetta. I nostri giovani prima o poi ci rinfacceranno la nostra vigliaccheria, distruggendo i comodi paraventi fatti di piccoli interessi, intrisi di servilismo, dove nascondiamo o tentiamo di nascondere l’abulia e la pigrizia mentale che molte,moltissime volte ci rendono complici. Evitiamo di farci ricordare che maggio è anche il mese degli asini. Corrado Lucibello marzo 2011 Rifiuti speciali: discariche abusive cronache cilentane primo piano Il corpo forestale dello stato procede al sequestro di aree adibite alla gestione illecita di rifiuti speciali 2 Gli Agenti del Comando Stazione Forestale di San Giovanni a Piro, unitamente al Comando Stazione di Teggiano e Sanza tutti alle dipendenze del Coordinamento Territoriale per l’Ambiente del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, nell’espletamento di un servizio finalizzato alla prevenzione e repressione dei reati ambientali, hanno scoperto in loc.”Vallone dei Fornaci”” in agro di Camerota (SA), in un area protetta di pregevole interesse naturalistico ed ambientale, lo smaltimento illecito di rifiuti speciali pericolosi e non, in due distinte aree ubicate a ridosso di un importante bacino idrico quale è il Vallone delle Fornaci. Durante l’indagine condotta dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato è emerso che all’interno della prima area di circa 4000 mq erano stati scaricati mc. 40 circa di rifiuti consistenti in materiale inerte contenente bitume e coloranti, terriccio e pietrisco di varia granulometria; mc. 120 di rocce provenienti da scavo e materiale litoide costituito da ghiaia di varia granulometria; alcune carcasse di frigoriferi in disuso; rottami di scafi e natanti in vetroresina e ogni sorta di rifiuto speciale proveniente da diverse attività artigianali e industriali il tutto per complessivi mc. 200 più mc. 700 di terreno vegetale. Accertato l’abuso, allo scopo di evitare il protrarsi dell’attività illecita, gli Agenti del Corpo Forestale dello Stato hanno posto sotto sequestro l’intera area, segnalando all’Autorità Giudiziaria il Sig. D.L.A. di anni 48 V.Q.A..F. Ing. Fernando Sileo per attività di gestione abusiva di discarica di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, alterazione e modifica non autorizzata dello stato dei luoghi e deturpamento di bellezze naturali. Nel secondo caso, a conclusione di complesse indagini, gli Agenti del Corpo Forestale dello Stato, hanno scoperto, sempre alla stessa località e posto sotto sequestro un intero sito, di superficie pari a circa mq. 3000 destinato a discarica abusiva, che era gestito in modo illecito dallo stesso Comune di Camerota. Infatti, si riscontrava, all’interno dell’area, la giacenza di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, costituiti da vasche in calcestruzzo destinate originariamente ad un impianto di depurazione, contenenti acque reflue, attualmente non funzionante ed in precario stato d’uso, un manufatto in calcestruzzo di mq 40 circa, diversi cumuli di rifiuti costituiti da bottiglie in pvc, svariati pneumatici in disuso, ritagli di pannelli di catrame, recipienti contenenti materiale bituminoso, pannelli in legno in truciolato contenenti sostanze pericolose, residui vegetali provenienti dalla potatura di alberi, cassonetti in polietilene e in ferro zincato, numero tre cassoni scarrabili per autocarro. Il complesso dei rifiuti posti sotto sequestro ammonta a circa mc. 2000. Dato l’ingente quantitativo dei rifiuti sequestrati e la contiguità dell’area all’argine del fiume, è serio il rischio di una grave compromissione all’ambiente ed all’ecosistema. Il sito tra l’altro si presentava in un totale stato di abbandono e completamente privo dei previsti requisiti di sicurezza, infatti, la recinzione in più punti si presentava divelta ed il cancello di accesso completamente aperto, mentre non si riscontravano adeguati sistemi di prevenzione incendi. Gli uomini del Corpo Forestale oltre al sequestro hanno contestualmente segnalato all’Autorità Giudiziaria il Sig. D.P. di anni 60 in qualità di responsabile del servizio Lavori Pubblici e R.S.U. del comune di Camerota, per attività di gestione illecita di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, per la violazione di norme in materia paesaggistiche ed ambientali e deturpamento delle bellezze naturali.L’intervento delle “giubbe verdi” ha così consentito di spezzare le attività illecite e di disinnescare una grave aggressione all’ambiente, tenuto conto che l’area è soggetta alla massima tutela paesaggistica ed ambientale nonché ricade in una Zona di protezione speciale per la tutela di habitat e di specie di fauna in via di estinzione, nonchè sull’argine di una importante asta fluviale a circa mt. 200 dal mare. Il CFS denuncia l’abusivismo: il Parco tace Il Corpo Forestale dello Stato con le stazioni di San Giovannia a Piro, Teggiano, Sanza e il C.T.A. di Vallo della Lucania, coadiuvati e diretti dal Dr. Fernando SILEO, hanno proceduto ad individuare ulteriori abusi edilizi all’interno del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano in zona di particolare pregio naturalistico, situati in località “Esca” del Comune di Camerota. Gli Agenti Forestali hanno accertato che all’interno del complesso turistico denominato “Villaggio Eden” erano in atto lavori “in corso”. Da successivi accertamenti risultava che nel villaggio turistico erano presenti più di quindici manufatti edilizi, tutti realizzati abusivamente negli anni scorsi. In un altro complesso turistico denominato “Cala di Luna”, altre n°10 casette destinate ad unità abitative per turisti risultavano prive di qualsiasi titolo autorizzativo. A breve distanza dai gravissimi rilievi di abusivismo nell’area dell’Ex Club Mediterranee di Palinuro, con il sequestro di un’area di circa 150.000 mq., pari alla superficie occupata da circa 40 campi da calcio, con oltre 120 unità abitative rilevate attraverso un’intensa attività di polizia marittima espletata dalla Guardia Costiera di Palinuro, prosegue senza sosta l’attività delle for- aree protette di Legambiente Raia avevano salutato la nomina del Presidente Troiano auspicando che egli continui “ nel Cilento la lotta alla cementificazione e all'abusivismo edilizio come fatto sul Vesuvio”, aggiungendo “Questa ripresa delle attività del Parco del Cilento e Vallo di Diano, deve essere uno stimolo per avviare un vero e proprio newdeal per le politiche della aree protette” riferendosi esplicitamente alla ”ripresa senza tregua la lotta all’abusivismo edilizio, alle cave e discariche abusive” . Si auspica che a seguito di questo ulteriore accertamento, il Parco intervenga od almeno assuma una posizione chiara nei confronti di un fenomeno senza sosta e che probabilmente solo l’azione del Parco potrà arginare. Domenico Nicoletti ze dell’ordine per arginare l’abusivismo edilizio nell’area del parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, un fenomeno che non vede tregua e che sta assunto una dimensione non più sostenibili per l’area protetta più grande d’europa. Eppure le più recenti norme in materia di abusivismo edilizio nelle aree protette nazionali rafforzano e consolidano il ruolo e le competenze delle aree protette riconoscendo non solo un fondo triennale straordinario per gli interventi di demolizione delle opere abusive, quanto l’acquisizione gratuita a favore degli organismi di gestione o, in assenza, dei comuni, delle stesse opere abusive. Ma il Parco tace o non assume alcuna posizione, o almeno non appare. Eppure Il Presidente di Legambiente Campania Bonomo e il responsabile delle Lutto Pisani-Maggio La direzione e redazione di Cronache Cilentane si associano al dolore che ha colpito la famiglia del genereale Domenico Pisani, originario di Cannicchio, per la scomparsa della sorella Carla. marzo 2011 Castellabate L’ultimo testo a stampa del professor Amedeo La Greca, dedicato alle vicende del monastero di Santa Maria de Gulia e dei suoi domini in epoca medievale – di seguito vi proponiamo un ampio resoconto –, è stato presentato lo scorso 14 febbraio, a Castellabate, negli eleganti ambienti del rinnovato Castello, in occasione dell’8ª edizione della “Settimana della Cultura”, svoltasi dal 12 al 20 dello stesso mese. Alla manifestazione hanno preso parte il professor Costabile Maurano (Sindaco di Castellabate), la dottoressa Paola Piccirillo (Assessore alla Cultura del Comune di Castellabate), il professor Gennaro Malzone ed il dottor Antonio Migliorino. Presente l’Autore, che ha concluso i lavori. ***** Dopo il libro «Ogliastro Marina e Licosa. Note di storia antica e medievale. Fonti letterarie, archivistiche e bibliografiche», scritto con Fernando La Greca, dato alle stampe lo scorso anno e presentato in occasione della 7ª edizione della “Settimana della Cultura”, Amedeo La Greca è tornato ad indagare tra le ingiallite carte dell’Archivio della Biblioteca Statale del Monumento Nazionale della Badia di Cava de’ Tirreni, alla ricerca di materiale inedito. Nonché a soffermarsi, di nuovo, sui principali documenti editi – contenuti in volumi facilmente reperibili e di accreditata consultazione –, procedendo, così, ad una rilettura degli stessi, eseguita «con diversa sensibilità». Da questa complessa operazione di riscontro, di comparazione e di analisi delle fonti, tutte risalenti al periodo medievale, è nata la pubblicazione «Santa Maria de Gulia. Il monastero, le chiese e l’ambito territoriale in “finibus Lucanie”. Note di storia medievale su una prestigiosa dipendenza benedettina», diffusa – come il precedente lavoro – dal Centro di Promozione Culturale per il Cilento, di Acciaroli, il cui catalogo editoriale conta, ormai, centinaia di libri dedicati a luoghi, vicende e personaggi cilentani. Il volume – con copertina e quarta di copertina impreziosite da immagini fotografiche suggestive ed emblematiche sotto l’aspetto evocativo e del significato iconografico – conta 79 pagine, le quali ne fanno un saggio ricco di testimonianze di derivazione cavense, che vanno dal X al XIV secolo, riguardanti, nello specifico, il toponimo «Gulia» e gli avvenimenti riconducibili alla costituzione delle pertinenze terriere, marine e canoniche del vecchio monastero di «Santa Maria ad Gulie», detto, poi, «ad Guliam» e «de Gulia» . Cellula monastica, questa appena citata, che all’indomani del suo definitivo tracollo, registratosi sul finire del XII secolo, e dopo oltre cento anni di assenza di riferimenti scritti negli atti ufficiali del tempo, diede il nome all’attuale chiesa di Santa Maria de Gulia, identificabile con quella intitolata all’Assunta. Trattasi della nota parrocchiale di Castellabate, la quale, in un recente passato, è stata elevata dalle autorità ecclesiastiche a Basilica Pontificia Minore. Amedeo La Greca la ripercorre tra documenti inediti e scritti editi Verosimilmente, il vetusto monastero, inglobante una chiesa e posto vicino ad un piccolo villaggio, sorgeva – come spiega l’Autore – in una zona fertile, nei pressi del luogo dove ora si erge l’edificio sacro dedicato all’Annunziata, cioè a breve distanza dall’odierna frazione San Marco. Tra i suoi “legati” rientravano i terreni pianeggianti della piana di San Marco, all’epoca rientranti nei confini del Gastaldato di Lucania, il non lontano approdo marino, da riconoscere nella strut- tura greco-romana, ed una seconda chiesa, da posizionarsi nei limiti della località oggi denominata Torretta. Il libro, che si apre con la presentazione del Sindaco di Castellabate, professor Costabile Maurano, e che prosegue con la premessa e l’introduzione, entrambe curate dall’Autore, sviluppa la tematica in quattro capitoli. Nel primo, «Gli albori di una vicenda plurisecolare», il Nostro, con la competenza e lo scrupolo che gli sono congeniali, “scandaglia” una pergamena cavense del 980, nella quale si parla per la prima volta del “loco” «ad Gulie» e dove, tra l’altro, trova menzione detto monastero. Nominato, per l’appunto, con la specificata attribuzione toponomastica. Dalla lettura di queste prime pagine vengono fuori anche elementi di delimitazione territoriale, notizie circa l’ubicazione del sito interessato ed il ruolo svolto, in zona, da alcuni cittadini di provenienza atranese. «Tracce della più antica documentazione», invece, è la testata che contraddistingue il secondo capitolo. In esso, grazie all’ausilio di ulteriore incartamento, che va dalla seconda metà dell’XI secolo ai primi anni del XII secolo, l’Autore delinea vicende complementari che si legano non solo al mona- Al teatro S. Carlo di Napoli un direttore cilentano IL MAESTRO SALVATORE CAPUTO AMMETTE CHE LA PASSIONE PER LA MUSICA GLI E’ STATA TRASMESSA DALLA BANDE MUSICALI DURANTE LE FESTE PATRONALI Davvero il Cilento è anche terra di musicisti. Non mancano compositori, direttori d’orchestra e ora la soddisfazione di avere al Teatro San Carlo di Napoli quale direttore del coro un cilentano, precisamente il maestro Salvatore Caputo. Giovanissimo, ha 36 anni, il musicista è nato a Policastro ed ha avuto già la soddisfazione di dirigere un coro a Buonos Aires dopo aver fatto esperienza come secondo maestro a Cosenza e poi a Firenze. La passione per la musica l’ha avuto fin dall’infanzia , sempre vicino al palco in occasioni delle feste patronali per seguire i concerti delle bande musicali. Quelle bande che ,in occasione della festa del Santo Patrono, facevano la gioia di tutti. In verità in molti paesi la tradizione resiste. In altri la mania del modernismo cerca di evitare il concerto della banda dopo la processione. E’ di moda la frase “ la musica non la capisce nessuno” , come se poi ci fossero intenditori nel seguire i gruppi di musica leggera... stero, ma che conducono anche alle sue varie annessioni immobiliari, definendone – sempre nei limiti dell’indagine storico-archivistica – le demarcazioni territoriali. Le attestazioni esaminate hanno portato il La Greca ad identificare anche la seconda chiesa, che, secondo le sue informazioni e come specificato pocanzi, doveva trovare allocazione in prossimità dell’attuale bivio della Torretta (frazione San Marco). Gli avvenimenti del XII secolo descrivono «Un nuovo corso», come giustamente qualifica il terzo capitolo, fatto di accadimenti di considerevole importanza per il territorio, il quale, recependo un progetto di fortificazione voluto dalle autorità regie, fa evidenziare, nei suoi luoghi, elementi di assoluta novità in termini architettonici e di gestione amministrativo-religiosa. In questo contesto temporale, conseguente alla concessione del 1123, fatta dal duca Guglielmo all’abate di Cava, s’inseriscono due forti connotati, essenziali sotto il profilo storico e da leggere anche in prospettiva futura. Ovvero: la figura di San Costabile Gentilcore, abate cavense, ed il ruolo svolto dal «Castello di Sant’Angelo», poi divenuto «dell’Abate», che, da questo momento, diventa il nucleo di attrazione del circondario. Difatti, in virtù di ciò, le già ricordate pertinenze non trovarono più rapporto con «Santa Maria de Gulia», bensì – avendole assorbite – con il nascente «Castellum». Infine, il quarto ed ultimo capitolo, dalla categorica intitolazione: «Verso il tramonto». Qui l’Autore, nel rimarcare il «silenzio» calato sul toponimo «de Gulia», che per certi versi caratterizza il XIII secolo, analizza due diplomi del secolo successivo (XIV). Si tratta di un carteggio che egli definisce di «estremo interesse» per la sua ricostruzione storica. Dopodiché trovano spazio due paragrafi, che concludono la trattazione. Nel primo, che ha come appellativo «Un toponimo sopravvissuto al mito», il La Greca, attraverso le comparazioni del termine, affronta il “registro semantico” del nome del luogo; nel secondo, «Una nota sulle origini della chiesa di Santa Maria Assunta di Castellabate», offre, invece, una disamina sulla genesi dell’edificio di culto, alla luce di una sua proposta di lettura archivistica. Il volume – realizzato con il contributo del Comune di Castellabate – si chiude con un’appendice documentaria che richiama i ventisei atti consultati, i quali vanno dall’anno 980 all’anno 1362. Gli inediti sono riportati in forma integrale, nella trascrizione di padre Simeone Leone. Corredano il componimento varie illustrazioni, sia cartografiche che fotografiche, riferite ai principali luoghi citati. Le note a piè di pagina – che forniscono anche abbondanti segnalazioni bibliografiche – e le didascalie alle immagini rappresentano, per le informazioni in esse contenute, un ulteriore contributo di nozioni. Antonio Migliorino cronache cilentane terza pagina L’avvincente “storia” di Santa Maria de Gulia 3 marzo 2011 Ritorna la fiera della pirotecnia "Fireworks", dal 1° al 3 aprile a Vallo della Lucania cronache cilentane iniziative È il luogo dove le emozioni prendono la forma di mille luci colorate che, sapientemente create dall'estro e dalla tecnica dei maestri pirotecnici, disegnano nel cielo suggestivi tracciati obbedendo al comando delle più moderne apparecchiature, magari al ritmo di indimenticabili colonne sonore. Ma è soprattutto una vetrina internazionale delle attrezzature e dei 4 prodotti della filiera pirotecnica, che promuove il “made in Italy” in un settore cruciale per l'economia del Belpaese e catalizza, puntualmente, l'attenzione del mercato estero con espositori provenienti da tutto il mondo, soprattutto dai Paesi in cui è maggiormente diffusa la tradizione dell'arte pirotecnica. Dopo alcuni anni di sosta, ritorna a Vallo della Lucania l'atteso appuntamento con la pirotecnia. La sesta edizione della fiera "International fireworks fair" si svolgerà dal 1° al 3 aprile 2011 nei padiglioni espositivi di località Badia. Protagoniste saranno le più avanzate tecnologie pirotecniche, affiancate da un ricco programma di eventi, dimostrazioni, workshop tra la domanda e l’offerta, approfondimenti tecnicoscientifici e legislativi. Come da tradizione, infatti, l'esposizione si alternerà agli spettacoli dimostrativi sia serali che notturni delle ditte presenti negli stand. Forte del successo delle scorse edizioni e alla profonda rappresentatività di comparti chiave per la pirotecnia, "International Fireworks Fair" è una fiera internazionale dedicata agli operatori professionali, dove si presentano le ultime novità per la filiera dei fuochi d'artificio, con le aziende più importanti del comparto. È, però, anche l'occasione di incontro e dibattito su tematiche cruciali per un mestiere entusiasmante e cerativo, ma anche estremanente delicato e che, per questo, richiede estrema professionalità e prudenza nel maneggio e nella preparazione delle polveri piriche. Un'attenzione costante alla sicurezza, che coinvolge anche i piccoli e grandi fruitori dei giochi pirici e, per questo, si rivolge con seminari tematici alle scolaresche per imparare a prevenire gli incidenti una corretta istruzione alla prevenzione. Un appuntamento, insomma, dalle molte sfaccettature e che si innesta nell'ottica di un rilancio di un settore importantissimo per l'economia italiana, in cui si combinano creatività e tecnica per dare corpo a quei suggestivi mix di luci, forme e colori che, intrecciandosi di notte nel cielo, assumono i toni della magia. Orario fieristico: venerdì dalle 16 alle 20, sabato e domenica dalle 10 alle 21. Vallo: una migliore pianificazione del territorio Si è tenuto ieri un interessante incontro sul Piano Urbanistico Comunale (PUC) di Vallo della Lucania, promosso dal movimento "Liberi è più Bello" , presentato da Antonio D’Agosto e dall’Ing. Aniello Santolo. Su questo “FANTASMA” si sono sviluppate argomentazioni tecniche e culturali attinenti la necessaria concretezza dell’argomento che come sempre viene assunto dalla collettività a cose fatte. Il dibattito ha visto gli interventi di tecnici e addetti ai lavori, che oltre a delineare un quadro di indirizzo qualificante al futuro della città, e alla necessaria prospettiva delle sostenibilità ambientale ed energetica, hanno posto l’attenzione sui costi della pianificazione e sul livello gestionale della programmazione riferendosi alla grave situazione delle lottizzazioni del vecchio PRG ed in parti- colare della cessione delle aree urbanizzate. I costi di un Piano e la loro gestione sono elementi seri e preoccupanti che a Vallo della Lucania, si uniscono ai fallimenti del vecchio PRG che avrebbe dovuto far crescere la città di circa 12 mila abitanti e che invece ad oggi registra un decremento abitativo sempre più pesante rispetto alla data di elaborazione del piano (1986). E allora come ha affermato il Segretario cittadino del PD Maurizio Puglisi, gli errori del passato vanno letti e soprattutto non ripetuti. Evidentemente è necessario un dialogo prima dell’adozione di qualsiasi atto che faccia capire alla città come evitare gli errori del passato e guardare con maggiore serenità e spirito di comunità al futuro. Di fatto manca alla cittadina Vallese un dibattito serio e soprattutto il rispetto di tutte le norme che attengono ad un processo PARTECIPATO che potrebbero sancire la nullità di qualsiasi atto amministrativo in spregio ai più basilari ed elementari principi dalla legge regionale in materia. Ma oltre a questi aspetti tecnici, pure affrontati nel dibattito, rimane per la città, l’assenza di un quadro di programmazione che sappia cogliere il ruolo di Vallo nella prospettiva territoriale non solo nel quadro della pianificazione sovracomunale, ma soprattutto in relazione al territorio limitrofo che vede ad oggi Vallo della Lucania fuori da tutti i processi di aggregazione e partecipazione, sia a livello politico che programmatico. Vallo è esclusa dalla recente Unione dei Comuni, (ormai un obbligo di legge su alcuni basilari servizi) che ha visto recentemente uniti i Comuni di Castelnuovo Cilento, Gioi, Moio della Civitella, Omignano, Orria, Perito, Salento, Sessa Cilento e Stella Cilento , dalla gestione del Gruppo di Azione Locale che aveva in Vallo la sede operativa nella precedente edizione, dal Parco del Cilento dove pure contava un suo rappresentante politico, dall’ASL e dall’Ospedale, dal Consac come dal Patto territoriale, oltre che da tanti organismi decisionali ed operativi del territorio cilentano. E allora sul PUC, Vallo merita più dialogo prima che il PUC venga adottato, Vallo merita di conoscere bene lo strumento che ne vincola il suo futuro, Vallo merita più protagonismo e partecipazione, Vallo merita più democrazia e trasparenza per non essere poi tacciati di menefreghismo e disfattismo. Per contatti: http://vallomeritadipiu.myblog.it/ Pisciotta / Festa votiva in onore di S. Sofia Pisciotta si ferma per la festa votiva della protettrice S. Sofia che cade il 21 di febbraio. Tutto risale all’otto febbraio del 1897, quando un intero paese ridotto alla fame e alla più squallida miseria, causa una quarantina di giorni di pioggia ininterrotta, pensò di riunirsi in Chiesa a pregare e di conseguenza di portare in processione la vedova e martire, S. Sofia, nonché protettrice del borgo cilentano. Ed ecco il miracolo che riportiamo con le parole uscite sulla stampa dell’epoca, e per la precisione sul numero 9 del settimanale “L’Amico delle Famiglie”, che veniva stampato a Genova da poco meno di venti anni:” non appena iniziata la processione e la statua arrivata sul limite della Chiesa, il tempo in un istante si mutò, i venti boreali cominciarono a spirare, la pioggia del tutto finì, ed il cielo era già sereno quando la processione fu di ritorno. Oh allora si che nel volto di tutti ritornò la pace e la gioia, e tutti commossi e stupiti per si gran benefizio, e profondamente riconoscenti, Le resero grazie con una solenne festa di ringraziamento che venne celebrata con la massima pompa domenica 21 febbraio”. Tutto ciò firmato da ben ottantotto testimoni, cioè da tutte le classi sociali della popolazione. Il 1911 a ricordo di tale miracolo il parroco pisciottano, don Pasquale Mautone, compose una straordinaria canzoncina che in alcune strofe, recita così:” Il cielo è nero, là da levante, la pioggia cade, scroscia abbondante…l’agricoltore è sulla soglia, mira pensoso con cupa doglia, tutto è finito sudori al vento, diman la prole io nutro a stento; il popol tutto nel tempio accorso, chiede a Sofia il suo soccorso…, ecco a la vista della gran Santa, il sole brilla, il cielo incanta… in te s’affida la gente pia, te sola invoca, Santa Sofia”. Pisciotta festeggia la sua protettrice anche il 30 di settembre che è il giorno della sua ascesa al cielo e quel giorno, il parroco benedice l’acqua, che i fedeli utilizzano in varie occasioni. Nicola De Feo marzo 2011 Pregevole monografia di Domenico Chieffallo n nuovo capitolo sulla storia del brigantaggio meridionale, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, con l’attenzione focalizzata, questa volta, sulle donne. La monografia, dal titolo “Le brigantesse nel Cilento”, edita dal “Centro di Promozione Culturale per il Cilento” di Acciaroli, è il frutto di accurate e approfondite indagini etnografiche e storiche, condotte, con il consueto rigore di studioso meridionalista, da Domenico Chieffallo, noto ed apprezzato autore di numerose opere sul Mezzogiorno e sul Cilento in particolare. La storia delle donne dei “briganti” è una tragedia ingiustamente e colpevolmente dimenticata. La storiografia del Risorgimento le ha quasi sempre bollate come ”drude”, donnacce, occupandosene solo per soddisfare la curiosità volgare e pruriginosa dei lettori di romanzi popolari. Ma chi si accosta oggi alle brigantesse con obiettività e serietà d’intenti non può che scorgervi la sofferenza dell’altra metà del cielo delle popolazioni del Sud. Ci furono donne che insorse- U ro in armi, accanto ai loro uomini, altre li seguirono nella latitanza, altre ancora li fiancheggiarono procurando loro l’essenziale per la vita alla macchia. Abili e furbe, leste di fucile e di coltello, coraggiose, “pasionarie”, eroiche, sempre pronte ad affrontare qualsiasi rischio, sottomesse ma anche indipendenti e libere, spesso di passare anche da un letto all'altro, furono sempre fiere di combattere per se stesse, per i propri uomini, per la propria terra e per l'indipendenza del Sud. Ma se il brigantaggio fu anche un movimento politico-sociale di reazione ad una condizione di violenza e di oppressione, il brigantaggio femminile fu visto anche come una prima, forte ribellione allo stato di soggezione delle donne meridionali oltre che come un moto di protagonismo e di protezionismo per il riscatto dei propri figli e dei propri uomini e per la rscossa politica, sociale ed economica del Sud. Donne e brigantesse, non dedite, dunque, solo ai fornelli ed al letto, ma attive e protagoniste di un moto rivoluzionario. Protagoniste straordinarie in battaglia, mostrarono intelligenza e scaltrezza nei tribunali. Seppero affrontare le sevizie, le crudeltà, il martirio e andarono incontro alla morte con grande dignità, rendendo memorabili le loro testimonianze. Riuscirono a guadagnarsi l'ammirazione della gente del Sud Italia e lasciarono un indelebile ricordo nell’immaginario collettivo popolare. Nella sua pregevole monografia Domenico Chieffallo ha tracciato, in quindici capitoli, una splendida, esauriente ed affascinante storia delle brigantesse, analizzandone, con fine indagine psicologica, i vari aspetti della personalità, del carattere e del complesso mondo interiore, a partire dalla loro condizione di donne contadine, di lavoratrici, di figlie, di mogli e di madri. Domenico Chieffallo inizia il suo viaggio partendo dalla realtà rurale del territorio, dalle origini e dalla natura del brigantaggio femminile nel Cilento, percorrendo, poi, tutta la variegata e complessa evoluzione della figura della donna nel lungo, tormentato e contraddittorio fenomeno del brigantaggio meridionale. Un’opera, quella di Chieffallo, di fondamentale importanza per la storia del Sud, che si inserisce in modo perfetto .nelle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Angelo Guzzo della Lucania Lo sposalizio cilentano 8 marzo 2011Vallocon Luisa CAVALIERE e i suoi “ANTICORPI” Quant'era bella a Zita cilentana quanno co velo iango assìa la porta; era a lo braccio re lo patre anziano e per la gioia sparavano li botte. tra lanci re combietti e cannellini, tutti accuglìano menole assai gustose, ca gioia re li grandi e i ragazzini. Poi a la chiesia ia accompagnata ra lo zito e li parienti a coppie e la gente ca la fonestra stia affacciata, sbattìa le mano e menavano li combietti. Poi li balli tutta la serata: mazurche, valzer e quadriglie; la gente era felice entusiasmata e chiù de tutti li sposi e le famiglie. A la porta re la chiesia consegnata, a lo sposo bello e assai felice, e nella chiesia sempe assai affollata tutti condenti li parienti e amici. Quanno la gente poi lassava la casa, visitavano lo lietto re li sposi ornato re combietti e sciuri rosa co scritte d'auguri "siate felici". Quanno la cerimonia era fernuta, li sposi assiano nsiemi a braccetto, la gente fore tutta entusiasmata sbattìa le mano e menavano li combietti. Li sposi soli erano lasciati e mentre ca stiano pe trase into a lo lietto, sentiano ra fore na serenata e lo core re facìa sbatte into a lo pietto. Poi la festa a casa re li ziti co rosolio e dolci fatti in casa, li nonni accanto ai sposi assai puliti co tutti li parienti a fa la foto. Poi nella notte scura e silenziosa parole dolci appena sussurrate, all'uomo si stringeva la dolce sposa e si donava all'uomo tanto amata. Poi lo primo ballo re li sposi, Lucio Isabella (il "ribelle") Nei dialoghi di Luisa Cavaliere con Emma Dante, regista, palermitana, autrice, attrice di talento e con Rossella Pastorino giovane scrittrice calabrese di romanzi e racconti, si incrociano tre donne del Sud, che con determinazione si oppongono a quel male assoluto che sono le mafie con il loro fare cultura, e facendo questo, “mettono in circolo nel corpo malato del territorio ciò che può contrastare l’infezione”. Il Comune di Vallo della Lucania, e l’Associazione ASPASIA hanno organizzato l’8 marzo una interpretazione dei dialoghi, grazie al contributo della Associazione Culturale Officina Teatrale/ laboratorio teatrale permanente, con la presenza dell’autrice intervistata da Nicola Nicoletti, si rifletterà sulle atmosfere e i contesti nei quali questi dialoghi si sono svolti, le aspettative e i risultati degli stessi. “Anticorpi” dice Luisa Cavaliere, “nel doppio senso di ciò che si oppone e resiste alla malattia e, insieme, di corpi usati nella loro singolare, irripetibile vicinanza alle parole, nel loro essere causa prima di pensiero e del suo, a volte, inspiegabile, procedere”. Tre donne d'insolita straordinarietà che mettendo insieme un tavolo con tre sedie riescono a fondere, identità e differenze, parole e pensieri sulla loro terra, sul senso di dignità, sulle loro scritture, sui sentimenti e la ragione che vorrebbe guidarli, su ricchezza povertà, vecchiaia e giovinezza, sul partire dal Sud e sul restarci. “Ma l’identità meridionale è una condanna. Se nasci lì e difficile non dover scendere a compromessi ed è difficilissimo sottrarsi alla regola del silenzio. Sei colluso anche solo perché non denunci. Ma denunciare significa martorizzarsi. Ti si chiede di fare l’eroe. Perché a Milano si può semplicemente essere un uomo o una donna e a Napoli o a Locri devi essere un eroe?”, afferma Rossella Pastorino nel suo dialogo con Luisa Cavaliere che chiosa “Come se a noi meridionali fosse negata la poesia, la gioia di guardare, la bellezza”. Ma la speranza e la gioia che traspare dal libro di Luisa Cavaliere è nella contestualizzazione di tre vite specchiate l'una nell'altra nel segno della bellezza, capaci di svelarci gli “Anticorpi” , contro le abiezioni del nostro presente. cronache cilentane la nostra storia Le brigantesse del Cilento: angeli e dèmoni 5 marzo 2011 Sessa Cilento cronache cilentane promozioni Il premio «Cilento, tracce d’autore» a Mario Romano 6 Nel corso di una suggestiva cerimonia, tenutasi lo scorso 12 febbraio, a Sessa Cilento, presso la sala convegni del Centro sociale polifunzionale, è stato consegnato il premio internazionale «Cilento Tracce d’Autore», sezione «Percorsi d’arte». Destinatario dell’ambìto riconoscimento è stato il maestro Mario Romano. La manifestazione, avvenuta alla presenza delle autorità cittadine e di un caloroso pubblico – scroscianti gli applausi degli astanti al momento del conferimento della benemerenza –, ha fatto da cornice alla mostra: «Un viaggio nell’anima e nelle opere di un pittore del nostro Cilento». Rassegna protesa a far conoscere le più significative tele dell’artista gioiese. Quadri in cui “vivono”, in un gioco tra realtà e finzione, non solo personaggi del suo e del nostro tempo, che appartengono, cioè, al vissuto giornaliero e consuetudinario di ognuno di noi, ma anche armonici paesaggi campestri e collinari, intrisi di fresca vegetazione e di sinuose movenze di animali al pascolo, o eterni cantoni di paese, dalle corruganti pro- All’illustre pittore di Gioi il riconoscimento per il talento e la creatività spettive architettoniche, fatte di pietra viva e malta paglierina. Angoli di “paradiso” terreno nei quali gli stessi interpreti si muovono allo scandire ritmato della vita. I suoi sono i luoghi dell’intimo e del manifesto. Sono gli scorci, vezzosi ed ameni, sobri e solari, della propria terra, quella del cuore, che egli ama in modo profondo e smisurato, tanto da definirla – caricandola di attributi filiali – «madre di un popolo antico». E difatti, le sue virtuose ed aggraziate pennellate, protese a configura- re ammalianti geometrie cromatiche, la esaltano e la osannano con garbo reverenziale, impressionandola in fulgidi capolavori, che appaiono all’estasiato osservatore come istantanee dalla puntigliosa bellezza evocativa. La vetrina espositiva, allestita dall’8 al 13 febbraio, ha visto l’intervento di numerosi visitatori, nonché la partecipazione degli alunni e degli insegnanti della Scuola Primaria di San Mango e della Scuola Secondaria di I grado di Sessa Cilento. Proprio con costoro, il “Pittore di Gioi” – com’è pure conosciuto il maestro Romano – si è intrattenuto parlando di Tecnica di realizzazione delle opere d’arte e di Linguaggio pittorico. Argomenti che ha sviluppato con passione e competenza, facendo spesso riferimento alla sua esperienza di artista, costellata di tanti successi, non solo nazionali. Un genio creativo che vanta una numerosa produzione, fatta non solo di dipinti su tela, dove spiccano – come dicevamo – «il realismo» delle persone e dei panorami rappresentati, ma anche di pitture sacre, molte delle quali eseguite in chiese e cappelle cilentane. Tra quest’ultime, a buon titolo, rientra il bozzetto ad acquerello utilizzato dalla committenza per la realizzazione del monumentale pannello ceramico – «Benvenuti nel Cilento terra di Maria» – collocato, lo scorso anno, a Ponte Barizzo, lungo la strada statale, nei pressi del ponte sul fiume Sele, ed inaugurato, con un solenne rito, da monsignor Giuseppe Rocco Favale, Vescovo di Vallo della Lucania. La kermesse pittorica di Sessa Cilento, rientrante in un più ampio cartellone di appuntamenti allestito dalla Civica Amministrazione e messo in atto grazie al «Programma di Sviluppo Rurale PSR Campania 2007/2013», ha coinvolto, nell’organizzazione, l’agenzia “Publart Eventi”, che ne ha brillantemente curato la direzione artistica. Antonio Migliorino Carnevale Asceoto 2011 vacanze da poter sottoporre all’attenzione di ipotetici turisti a breve raggio dell’ interland Salernitano e Campano. Diversificare e destagionalizzare l’offerta turistica si ottiene creando eventi che invogliano a scegliere una località, tipicamente balneare ,in periodo dove la risorsa mare non è fruibile , con opportunità di conoscenza del territorio e condivisione di momenti culturali e gastronomici tipici. XIII settimana della Cultura 09-17 aprile 2011 «Il Vallo in Bianco e Nero. La fotografia nel Vallo di Diano tra tradizione e modernità» L’ Associazione Carnevale Asceoto, con il patrocinio del Comune di Ascea, in collaborazione con la Pro loco di Ascea, e associazione I Focei, ha organizza l’edizione del carnevale Asceoto 2011. La manifestazione imperniata sulle sfilate dei Carri realizzati sapientemente da artigiani di Ascea collaborati da entusiastici ragazzi di tutto il territorio Comunale, ha visto vede il suo apice nelle sfilate di Domenica 6 marzo in Ascea Marina e Martedì 8 marzo in Ascea Capoluogo. Una tradizione dice, il Presidente della Pro Loco di Ascea Geom. Giancarlo Avossa, che risale alle prime spontanee manifestazioni degli anni 60-70 , dove singole mascherine e gruppi più o meno organizzati si davano spontaneo appuntamento nel martedì grasso giorno votato per antonomasia al divertimento. La Pro Loco in anni successivi raccolse la volontà di far divenire un momento goliardico in manifestazione da offrire a turisti e residenti in modo organico. Memorabili le edi- zioni degli anni 80 dove per coreografie e partecipazione ai più sembrava di essere in altre realtà carnevalesche di maggiore richiamo nazionale. Ad un periodo di fisiologico appannamento si arriva ai nostri giorni dove l’esigenza di strutturarsi in evento fisso, fa nascere l’associazione Carnevale Asceoto e per le tradizioni, un manipolo di volontari che spende il suo tempo per dare al Comune, il meglio in organizzazione realizzazione del Carnevale. Nel solco di momento di Cultura abbinata al divertimento si inserisce sabato 5 marzo presso Palazzo Ricci di Ascea Capoluogo la rappresentazione teatrale Quannu “Berta Filava…. Filava pure Vambaredda” libero adattamento tratto da : Finestra Aperta su Ascea del prof. Antonio Rizzo, sceneggiata e diretta da Maria Cardillo. Un Carnevale quello del 2011 , che il presidente della pro loco Avossa senza mezzi termini ha definito un evento utile dal punto di vista turistico da offrire come mini pacchetto Si rinnova anche quest’anno, dopo il successo dello scorso anno, l’appuntamento con la settimana per la Cultura, prevista dal MiBAC per il 9-17 aprile 2011. Il secondo appuntamento nel vallo di Diano, promosso dal Ministero attraverso le Soprintendenze Archivistica e BSAE in collaborazione con gli Enti pubblici, locali e le associazioni territoriali, anche quest’anno punta l’attenzione sulle raccolte e sugli archivi fotografici. La mostra fotografica, mirante all'individuazione e alla salvaguardia di una parte del patrimonio culturale in estremo pericolo di perdita, si articolerà in tre momenti espositivi che toccherà alcuni dei paesi posti a sud del vallo di Diano, ed esattamente: a Padula, presso la sede operativa del Consorzio di Bonifica del vallo di Diano ubicata in contrada Caiazzano. Qui, la mostra fotografica, composta da foto tratte dall’archivio dell’Ente e per la prima volta esposte, sarà incentrata sul paesaggio e le sue trasformazioni. A Buonabitacolo, presso la Biblioteca comunale, dove attraverso fotografie private, si metterà in risalto la famiglia e le sue trasformazioni. Ed infine a Montesano sulla Marcellana, dove nel restaurato convento di sant’Antonio ai cappuccini, destinato dall’Amministrazione comunale ad ospitare una sezione del Museo Didattico della Fotografia (MUDIF) nel Vallo di Diano, sarà allestita la mostra dal titolo “verso il Museo della fotografia del Vallo di Diano”. Il giorno 16 aprile 2011, si presenterà al pubblico il protocollo di intesa stilato fra tra il Comune ed il MUDIF per la realizzazione dell’importante struttura culturale dedicata alla tutela, conservazione, studio e valorizzazione del patrimonio fotografico. Giuseppe Aromando marzo 2011 A Vallo della Lucania occorre creare occasioni di crescita culturale "Dedico questo messaggio soprattutto ai più giovani tra noi, che vedono avvicinarsi il tempo delle scelte e cercano un'occupazione, cercano una strada. Dedico loro questo messaggio, perché i problemi che essi sentono e si pongono per il futuro sono gli stessi che si pongono per il futuro deH'Italia". Così il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha aperto il tradizionale messaggio, a reti unificate, di fine anno. Dalla massima autorità della Nazione, al locale, questa dedica mi porta alla mente un breve ma efficace sondaggio di fine anno che la TV locale ha dedicato alle aspettative dei vallesi per il 2011, la maggior parte degli intervistati, saggiamente, ha rivolto il suo augurio per i giovani, come una gentilissima signora intervistata che affermava "non dico nulla di nuovo nell'augurare che l'attenzione per il 2011 deve essere verso i giovani e il loro futuro". Ma di rilevante interesse, la chiarezza delle idee e delle argomentazioni relative alla migrazione giovanile, alla vocazione di Vallo per la cultura e la responsabilità ambientale, oltre, ad una cospicua dose di sollecitazioni (talvolta pessimiste) verso le responsabilità della politica e dei suoi rappresentanti. E' evidente il livello di aspettativa e di prospettiva, è palese e chiaro, ma stranamente come nel nostro paese che ha un immenso patrimonio culturale ed ambientale l'investimento di idee, progetti, ma soprattutto economico è sempre pari allo 0,0..... Da ormai troppi anni auspico, umilmente, che Vallo (tutta) si dia uno scatto di reni verso un modello di sviluppo organicamente orientato a supportare la mole di docenti e studenti delle scuole medie e superiori che ogni giorno raggiungono la città, veri e propri giacimenti, risorse creative e innovative meritevoli di progetti di aggregazione, crescita e consapevolezza. Ricordo che negli anni '80 agli atti del Comune, in stretta cooperazione con gli amministratori di allora, depositai un grande progetto allocato nel triangolo tra Novi Velia, Massa e Vallo intitolato la "Città dei Giovanf (multisala cinematografica, un padiglione centrale con auditorium e centro congressuale, incubatori di impresa, laboratori di ricerca, museo, biblioteca, mediateca, discoteche, orto botanico, bar, ristoranti, parcheggi ecc.), troppo ambizioso e costoso mi dissero allora, oggi questo progetto è in corso di realizzazione a Baronissi (SA). Ho proseguito nell'intento e tra le tante cose per Vallo, nel ruolo di direttore del Parco del Cilento, ho proposto e permesso (trovando i finanziamenti), che venga realizzato il più grande "Centro sud della nostra Regione (progetti e programmi vincitori di Award di Qualità e inseriti nel Circolo delle Qualità Italiane del Dipartimento dello Sviluppo della Presidenza del Consiglio dei Ministri Italiana). E' in questa direzione che dovevano, devono e dovranno essere diretti gli sforzi della nostra città futura. Vallo merita di più, è dunque un augurio affinchè le occasioni di crescita culturale e di rilancio della creatività e genialità dei nostri giovani possa diventare, priorità, opportunità e lavoro. Domenico Nicoletti Cicerale: un paese dove si vive a lungo Ha festeggiato 100 anni la signora Rosina Tomeo 7 Agropoli La scomparsa del geom. Gennaro Guariglia E’ mancato all’affetto dei suoi cari, il 14.02.2011, a Roma, il geom. Gennaro Guariglia, personalità di primo piano della città di Agropoli. Il geom. Guariglia ha ricoperto, nel corso degli anni, diversi incarichi privati e pubblici con elevata capacità amministrativa e spiccata dirittura morale. Nell’espletamento degli incarichi, tra cui amministratore di società e responsabile di associazioni a tutela dei diritti dei cittadini, sempre gli è stata riconosciuta perizia e grande disinteresse personale. Il geom. Guariglia ha svolto attività politica, iniziata negli anni Settanta, ricoprendo la carica di Consigliere Comunale di Agropoli, dedicandosi, soprattutto, con particolare impergno alla soluzione dei problemi del settore urbanistico-edilizio che all’epoca presentavano aspetti gravissimi per la collettività. Il geom. Guariglia, noto per la sua disponibilità, specialmente verso i bisognosi, godette di alrga stima presso la popolazione di Agropoli- Gli amici si stringono affettuosamente alla moglia, prof.ssa Gerarda, alle figlie dott.sse Cecilia, Carla, Letizia e Paola, nel dolore per la scomparsa del loro caro Gennaro, che ricorderanno per sempre per la sua professionalità, dirittura morale e grande umanità. cronache cilentane territorio Internazionale della Biodiversità" del Sud Italia a Vallo (oggi una realtà), pensando già nel 2004 al contenuto di questo contenitore con un accordo nazionale tra Università di Roma, Napoli e Salerno per la ricerca avanzata, ed ancora oggi, come Direttore di HISPA Scuola di Alta Formazione per la P.A. delle Aree Protette, ho proposto ed ottenuto dalla Regione Campania il finanziamento per "Campus Mediterraneo", SdF per la realizzazione di un "Po/o di conoscenza e servizi di qualità", che farebbe delle Fiere di Vallo il più importante contenitore di crescita e sviluppo dell'area a In meno di un anno la casa di riposo Leosan di Monte Cicerale annovera un'altra centenaria. È Tomeo Rosina, nata il 2 marzo 1911 nel Comune cilentano, e ospite del centro da circa 4 anni. Sarà festeggiata domenica 6 marzo da tutta la popolazione. Un record, tra i paesi del Cilento, lo detiene proprio il comune Cicerale, che negli ultimi cinque anni ha contato ben 8 centenari di cui una, Paladino Angelina, ha raggiunto i 109 anni in perfetta forma fisica e mentale e un altro, Angelo Valva, ne ha festeggiati 108 lo scorso settembre nella casa di riposo "Ex Ompi" a Cava de’ Tirreni. Il prossimo 19 marzo Maria Giuseppa Corrente ne compirà 103! Dieta Mediterranea?Ceci? Acqua e aria buona? Il segreto della longevità in questo Comune cilentano é tutto da scoprire! Elisabetta Manganiello marzo 2011 Vibonati cronache cilentane i nostri paesi L’Arciconfraternita della SS. Trinità e S. Cuore di Gesù concorrono al restauro del “BASTIONE” Grazie ad il contributo economico della Provincia di Salerno, con la partecipazione del Comune di Vibonati, l’Arciconfraternita della SS. Trinità e S. Cuore di Gesù con un lavoro di manutenzione e restauro conservativo mediante ripristino funzionale e consolidamento delle murature in pietra, ha valorizzato un immobile di grande interesse storico artistico e architettonico paradigmatico per tutto il centro storico a guardia del quale è posto. Il bastione, annerito dal tempo e dalle intemperie presenta un tessuto murario di stesura varia composta da pietre irregolari, frammenti di laterizio, ciottoli e malta. Due modanature di embrici ne costituiscono la cornice e sfruttano gli effetti coloristici del laterizio. Sul lato ovest s’innesta la torre campanaria, un tempo torre di difesa. La composizione architettonica della struttura e la composizione dei materiali originari offrono un raro esempio di edificio medioevale popolare. L’entrata dell’antica “Bibone” che ancora oggi accoglie chi vuole accedere al centro medioevale è costituita da una breccia aperta nell’antico Bastione che in tempi remoti fu realizzato a protezione del primo nucleo abitato. Successivamente a ridosso di esso fu costruita la struttura dei Sanseverino, i quali lo utilizzarono come mastio di difesa. La sua struttura si eleva nel punto baricentrico dell’abitato, ove convergono i due assi viari: via Roma (ex “Vianova”) e Corso Umberto I (ex via S. Marco) e mette ancora oggi in comunicazione, attraverso il “Ponte” in muratura, la Vibonati “ri Koppa” (antica) con la Vibonati “ri Sutta”. Giuseppe Maria Alfano nella “ Istorica Descrizione del Regno di Napoli” del 1795 ricorda come nel 1562 e nel 1656 “ …quei pochi cittadini, residuo della peste respinsero i Corsari, e per essere più tranquilli murarono addirittura la porta detta del ponte, ove si vede un mediocre Castello terrapieno” . Il mastio a forma circolare fu realizzato prima del 1300, si estende per circa 60 metri, con un’altezza variabile tra i 9 e 7 metri; in passato presentava due aperture, una grande verso est protetta da una grande porta a due battenti che durante la notte veniva chiusa, ed un’altra porta più piccola allocata alla base (lato fontana) attraverso la quale si accedeva direttamente nella struttura interna. In seguito vista la inutilità del ponte di legno, il primo arco murario fu abbattuto e sulle sue macerie si appoggiò il ponte in muratura (1625). La cappella mortuaria a ridosso del Bastione fu ingrandita a chiesetta e affidata alla “Congrega del S. Spirito”, inoltre davanti alle pareti del bastione fu realizzata una costruzione la quale era finalizzata nella parte del piano terra al ricovero delle bestie da soma, calessi, traini; il primo piano(ospedale) era riservato ai viandanti ed ai viaticari, il secondo piano invece era riservato ai confratelli . Tale congrega in seguito al terremoto del 1349 e la successiva febbre petecchiale era stata costituita dal barone Pacca, in quale con un vero e proprio “Regolamento dei Morti” aveva organizzato un servizio dapprima sociale-sanitario, successivamente anche religioso, in quanto si occupava delle esequie e della sepoltura cristiana dei cadaveri. Tale fino all’avvento della famiglia Sanseverino che con dovizia di particolari ampliò la parte soprastante ed ipogea della chiesetta, riservandosi una cella per i propri defunti, mettendo a disposizione le rimanenti celle per il popolo. Questo periodo caratterizzato da pesti e carestie arricchì enormemente la congrega in quanto i beni dei morti senza eredi venivano affidati ad essa; non pochi furono i soprusi e le prepotenze, tanto che i Sanseverino furono costretti ad imporre col proprio cappellano frate Francesco da Marsico uno Statuto (30 marzo 1631 – conservato nel “Cappellano Maggiore “ dell’A. di Stato di Napoli) mediante il quale si davano delle precise direttive di comportamento, regolando nello stesso tempo con opportune disposizioni le contabilità della Confraternita, appellata fin da allora “Confraternita della SS. Trinità e dei Morti”. Ciò se da una parte la regolava, dall’altra le veniva riconosciuto secondo la legge lo “ius sepeliendi” ed il recupero delle masserizie dei morti che non restavano beni per estinguere il debito di sepoltura, aumentandone il potere e condizionando la vita socio-religiosa di Libonati, fino al 1815; difatti in seguito all’Editto di Saint Clou (12 giugno 1804), Libonati fu obbligato a costruirsi il cimitero, e la Confraternita perdette grande parte delle entrate, pur restando molto attiva nel tessuto socio-religioso di Libonati. La nascita, morte, i momenti lieti e drammatici di ogni individuo erano vissuti attraverso l’iniziazione religiosa e mediazione della congrega – le tradizioni culturali, i vari momenti della quotidianità facevano parte del miracoloso incontro tra il sacro ed il profano. La Confraternita affidataria dell’immobile, ebbe vari riconoscimenti quali. l’Approvazione delle Regole (marzo 1778) da parte di Ferdinando IV di Borbone, il privilegio di vestire di rosso decretato da S. Maestà Ferdinando II (ottobre 1842), in seguito lo stesso re le assegnò il privilegio di fregiarsi del titolo di Arciconfraternita. Dopo tanti anni di splendori, pur vivendo profondi disagi e lunghi periodi di crisi che ne hanno frenato la crescita, causato la perdita di alcune simbologie e la diminuzione dei confratelli, è tuttavia sopravvissuta, sulla scorta di plurisecolari tradizioni e di radicata coscienza religiosa. Ancora oggi, con i suoi 32 confratelli, è una rara manifestazione di religiosità laicale, caratterizzata dall’impegno verso i valori della carità, della solidarietà cristiana verso il prossimo, sempre pronta a difendere la propria memoria che “diligit patriam, quia magna sed quia sua” (Seneca).. Abramo Vincenzo Perdifumo... un futuro migliore 8 Quale futuro?... È la domanda che si pongono i cittadini di Perdifumo per raddrizzare il timone della traballante navicella del paese visto che negli ultimi decenni non è stato indenne, come tanti altri paesi dell’entro terra cilentano, della diminuzione demografica. Si percepiscono nell’aria le richieste dei giovani, che danno ancora vita al paese, per poter navigare in acque più sicure nella loro futura vita quotidiana. Con il loro impegno cercano spazi nella vita politica locale, dialogare con gli adulti per confrontarsi su i problemi e sulle soluzioni che riguardano l’attuazione di progetti e programmi che sono stati proposti vir- tualmente e che non si sa bene quando giungeranno al termine. Hanno fiducia nelle risorse del proprio territorio, paesaggio naturale e storico di questi luoghi bellissimi e poco conosciuti, come strumento per rilanciarlo. Perdifumo fa parte dei comuni della comunità Mondana Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. I vantaggi di far parte di un parco naturale dovrebbero essere molto rilevanti per i benefici e il turismo dell’intero territorio, benefici anche per la costa che potrà offrire un pacchetto turistico completo e più interessante. Riqualificare il territorio e migliorare i servizi da offrire è un percorso da scegliere per un paese bello come Perdifumo. Continuare ad avere la grande attenzione per la pulizia del paese. Realizzare alcune opere per abbellire il centro storico e i posti panorami- ci per renderli più accoglienti: Associare la bella zona alberata di Via Provinciale (a croce) con via Roma trasformandola in un bel viale, che serva da biglietto da visita a chi arriva all’ingresso del paese, con la realizzazione di un marciapiede con delle panchine. Alla località San Rocco sistemare con opere idonee “Il Belvedere di Perdifumo” da dove si ammira e si gusta lo stupendo panorama della costa cilentana e sull’azzurro mare la Costiera Amalfitana. Migliorare la segnaletica stradale sia orizzontale che verticale, preservando dalla sosta gli edifici più importanti del centro storico, delimitandone la zona con fioriere. (Chiesa, Congrega, fontana, ecc.). Per la Biblioteca Comunale le opportune segnalazioni stradali per raggiungerla e gli orari del suo funzionamento. Realizzare il collegamento tra Perdifumo a la frazione di Vatolla, attraverso la loc. Pagliaia, (‘ppé indó Marandó) che una volta veniva per- corsa a piedi per raggiungere i due paesi.Rendere utile e efficiente il servizio di mezzi pubblici che possano permettere di usufruire dell’arrivo e partenza dei treni dalla stazione ferroviaria di Agropoli, che dista 13 km. da Perdifumo, ora per usufruire di predetti mezzi bisogna recarsi a Mercato C.lo (distante 4 Km. da Perdifumo). (andata e ritorno a piedi? Come ai vecchi tempi, anni ’40, quando ero bambino andavo a Mercato insieme ai miei nonni per acquistare il maiale o altri animali nei giorni di fiera). E per tutte le altre esigenze?: (mercati, ospedale, spiaggia ecc.) per chi non ha un mezzo proprio o è una persona anziana come fa per raggiungerli? Perdifumo è un paese isolato? La lontananza rafforza i ricordi, col passare degli anni l’amore per la propria terra nativa aumenta per questa terra considerata dai nostri avi quale madre genitrice della sopravvivenza ricavata con il loro sudore della fronte e con i calli alle mani. Pietro Palumbo marzo 2011 Libri pagina a cura di Carmela Baldi Mario Augusto Lorenzini Una giovinezza nelle stazioni ferroviarie Un libro diverso, o forse diverso per quel che racconta. Certamente anche una novità. E poi, proprio oggi che le piccole stazioni ferroviarie non ci sono più , proprio oggi che l’annuncio dell’arrivo del treno arriva da una voce che dista svariati chilometri , proprio oggi fa piacere avere tra le mani un opuscolo dal titolo “ una giovinezza passata nelle stazioni ferroviarie”. E non è un capo stazione che racconta la sua vita , ma un figlio che ricorda gli anni della giovinezza trascorsi nelle abitazioni al disopra degli uffici della stazione ferroviaria. “ Quando dal finestrino del treno vedo le stazioni vuote e abbandonate mi coglie sempre un brivido di ama- rezza mentre affiorano i ricordi di un tempo ormai lontano. Ripercorrere gli anni dell’infanzia e della giovinezza vissuti nelle piccole stazioni prive di conforti come l’acqua e con le reti alle finestre… essere figlio di un ferroviere, di un capostazione, ha significato vivere in modo diverso da quello di tutti gli altri ragazzi. Ho conosciuto tanta gente , ma non ho avuto amici con i quali percorrere gli anni della gioventù”. L’autore Mario Augusto Lorenzini negli anni trenta- quaranta segue il padre nel suo peregrinare per varie stazioni ferroviarie, da quelle della Toscana a quelle della provincia di Salerno , dapprima San Nicola Varco , sulla linea Salerno- Reggio Calabria . Esisteva solo la stazione , ma non il paese. Vicino c’era una masseria abitata da contadini. Poi il trasferimento alla stazione di Centola, dove , per la prima volta, arriva un capostazione con la famiglia . E al periodo trascorso a Centola l’autore dedica un lungo spazio. Da Centola c’era la possibilità di raggiungere il mare del Golfo di Policastro, da Centola era possibile raggiungere Sapri per frequentare il ginnasio ed il liceo. E proprio al liceo Pisacane di Sapri l’autore conseguì la Maturità Classica. Un susseguirsi di ricordi abbinati anche al particolare periodo storico. Un libro interessante che si fa leggere volentieri anche per il linguaggio scorrevole. “ Una giovinezza nelle stazioni ferroviarie” di Mario Augusto Lorenzini” è a cura di “ Parallelo 38” Germana Ottati Caprioli / Storia e storie di una piccola comunità Il culto per una santa orientale E’ lo scrittore Domenico Chieffallo a curare la presentazione . “ Ogni comunità umana, per quanto esigua possa essere, ha una sua storia fatta di grandi e piccoli eventi. Nello scorrere del tempo i primi ne tracciano i percorsi, i secondi appartengono al micro cosmo della quotidianità. Caprioli disegnata dalla natura in uno scenario fra l’azzurro del mare e il verde delle colline rivive nell’appassionato fraseggio dell’autrice”. Il libro è suddiviso in sei capitoli e l’autrice , alla prima esperienza letteraria, è la professoressa Germana Ottati docente di materie letterarie presso l’I- stituto Comprensivo di Celle Bulgaria. Nei primi due capitoli appaiono le prime testimonianze sul territorio e le ricerche sulle origini del paese. Non è esclusa l’ipotesi della presenza dei basiliani. Interessante il terzo capitolo che riguarda il culto di una santa orientale: Santa Caterina d’Alessandria. La Chiesa parrocchiale , dedicata proprio a Santa Caterina, è stata interessata da importanti lavori di restauro, durante i quali sotto il pavimento della navata centrale sono stati rinvenuti i ruderi di un ‘antica Cappella medioevale intitolata proprio a Santa Caterina , martire di Alessandria d’Egitto. Il quarto e quinto capitolo collocano il paese nel periodo tra prima e dopo l’Unità d’Italia, con precisi riferimenti a fatti storici e alla vita del paese. Il sesto capitolo riguarda il novecento con la realtà socio economica , le guerre mondiali , il fascismo. Un libro da leggere anche per l’accuratezza delle ricerche. Non molte, ma significative le foto inserite. “Caprioli, storia e storie di una piccola comunità” a cura del “Centro di promozione culturale per il Cilento- Acciaroli tel 0974 905046- stampa: C.G.M. Centro Grafico Meridionale - Ogliastro Emilio Buonomo San Severino di Centola “ Il borgo medioevale di san Severino di Centola è stato un luogo che mi ha affascinato fin da bambino. Ogni volta che attraverso la nuova San Severino, il mio sguardo era attratto dal borgo abbandonato e osservavo quelle pietre, quelle case, la chiesa”. Così Emilio Buonuomo, autore del libro “ San Severino di Centola “ scrive nella presentazione. Quell’osservazione di un qualche cosa che appartiene al passato dà lo spunto all’autore di dare alla stampa un libro davvero pregevole ed interes- sante. Dapprima la descrizione dei luoghi , la posizione strategica, la storia , l’architettura , l’inserimento urbanistico, gli aspetti amministrativi e demografici e poi le analisi per un recupero del borgo e l’inserimento in un circuito turistico. Proprio da San Severino possono partire delle proposte di itinerari turistici. La posizione del borgo vicina al mare, ai monti, e a giacimenti culturali notevoli rende possibile una serie di escursioni naturalistiche, verso il monte Bulgaria, verso la valle del Mingardo, verso la linea costiera Palinuro- Camerota. Un itinerario legato all’archeologia è porta a Roccagloriosa. L’autore dà con questa pubblicazione un grande contributo per la rivalutazione del borgo abbandonato da quasi mezzo secolo e trova la disponibilità del primo cittadino di Centola che nella prefazione del libro ringrazia l’autore per i suggerimenti che mirano alla valorizzazione di una” perla” trascurata del territorio. Ma oltre alle indicazioni per il recu- cronache cilentane iniziative editoriali I ricordi del periodo trascorso a Centola 9 pero di san Severino, degne di rilievo sono le indagini riguardante l’evoluzione del castello attraverso tecniche costruttive e tipologie murarie. Un bel capitolo è dedicato alla Chiesa di Santa Maria degli Angeli con riferimenti all’origine e alla sua evoluzione. “ San Severino di Centola” di Emilio Buonuomo è stato stampato presso il C.G.M. di Ogliastro con le edizioni del “ Centro di promozione culturale per il Cilento” - Acciaroli marzo 2011 cronache cilentane società Il degrado della società italiana e la responsabilità dei cattivi maestri 10 Quando capita, raramente, di scambiare qualche opinione o di orecchiare qualche conversazione su questa lunga, tormentata fase di transizione della società italiana, il ragionamento cade inevitabilmente sulle responsabilità di chi ci governa con il suo corredo di giustificazione liberatoria: ogni popolo, si dice, ha il governo che si merita (ma sarebbe più giusto sostituire governo con classe politica). Spiegazione che fa il paio con un’altra non meno apocalittica: siamo Italiani. Quasi che il nostro DNA fosse portatore di geni incompatibili con i fondamenti della democrazia. Noi abbiamo sempre considerato sbagliata e pericolosa la nettezza assiomatica di queste affermazioni e continuiamo a farlo anche adesso, nonostante tutto. Partiamo infatti dal presupposto che, anche se così fosse, il primo compito di una classe dirigente responsabile dovrebbe essere quello di neutralizzare le spinte cen- trifughe eventualmente presenti nella società, proponendosi all’attenzione dei cittadini come modello di correttezza e di fedeltà ai valori fondamentali del vivere civile, anziché cavalcarle. Se così fosse stato, i risultati con il tempo si sarebbero visti. Invece, così non è stato, né per il passato, né per il presente, anche se le variabili legate a tempi, modi, intensità e circostanze consiglierebbero di diffidare dal buco nero delle generalizzazioni. Gli intellettuali politicamente più distaccati qualche spiegazione la danno. La nostra, dicono, è una democrazia giovane: poco più di sessant’anni rispetto a quelle plurisecolari della Francia, degli Sati Uniti o dell’Inghilterra, ad esempio. E poi questi stati hanno avuto grandi teorici della politica in nome dei cui principi hanno fatto le loro rivoluzioni. E da noi? Anche noi abbiamo avuto i nostri teorici della democrazia, ai cui principi si ispira, tra l’altro, gran parte della Disservizio postale Castellabate come molti altri paesi del Cilento A seguito delle segnalazioni di disagi nella consegna della corrispondenza in qualche frazione del comune di Castellabate, e di una comunicazione a Poste Italiane del sindaco Costabile Maurano,si è tenuto un incontro presso il palazzo comunale. Il primo cittadino ha esposto ad Enrico Calì responsabile del Recapito Area Manager 2 servizi postali della regione i problemi segnalati dai cittadini. Il rappresentante di Poste Italiane Spa ha condiviso che in alcune zone del comune cilentano la distribuzione quotidiana della corrispondenza ha effettivamente subito un rallentamento determinato dall’assenza degli addetti al recapito. Il responsabile di Poste Italiane spa ha segnalato al primo cittadino, nello spirito della collaborazione attivata, le difficoltà che incontrano gli operatori del recapito, soprattutto in occasione di turn over, per la inesattezza o a volte la mancanza di numerazione civica sulla corrispondenza diretta nelle aree periferiche, soprattutto quelle rurali, in quanto la normativa in materia non prevede numerazione civica in zone costituite da case sparse. Dall’incontro è emersa la necessità di invitare i cittadini di Castellabate ad indicare sempre con completezza i propri indirizzi, ed ad esortarli a far modificare, qualora ne ravvedessero la inesattezza, strade e civici su bollette di utenze come luce, gas, acqua, telefono ed altro. «Con il turn over dei portalettere, e la progressiva meccanizzazione del servizio, queste inesattezze rendono infatti difficile, se non impossibile, la consegna della corrispondenza» ha spiegato il dirigente Enrico Calì. Comune e Poste si sono dichiarati disponibili, nello spirito di collaborazione, ad attivare un filo diretto comune-servizi postali per segnalare eventuali problemi o criticità che dovessero emergere per assicurare ai cittadini un servizio ottimale di consegna della corrispondenza. Paola Desiderio nostra costituzione. Il fatto è che essi non hanno fatto e non fanno scuola. Noi come scuola (detto nel senso letterale dell’espressione) siamo rimasti a Machiavelli e Guicciardini o, meglio, alle deformazioni del loro pensiero. Di tutta l’impalcatura del pensiero dell’autore del Principe sono rimasti, infatti, i machiavellismi, le analisi sulla psicologia degli uomini, sulle loro debolezze e sui mezzi più adatti per piegarle ai nostri scopi. Delle virtù del principe, ad esempio, si conoscono solo l’astuzia e la forza, considerate, però, come strumento di potere e di dominio da utilizzare, secondo convenienza, sia nei confronti dei sudditi che degli avversari per neutralizzarne la minaccia. Viene da sé che il politico più apprezzato, anche dall’opinione pubblica (purtroppo), non è quello che si adopera con intelligenza e distacco per realizzare progetti di crescita della società civile nel suo complesso, ma quello che conserva più a lungo il potere (non importa a che prezzo) o che conosce meglio l’arte di rinascere dalle proprie ceneri, come l’Araba Fenice (i cosiddetti “cavalli di razza” di democristiana memoria). Di Guicciardini, poi, che, preoccupato della visione totalizzante dello stato ipotizzato da Machiavelli, teorizzava la virtù della discrezione (intesa come prudenza, cautela, equilibrio) e il rispetto del “particulare” (come forma di tutela dell’individualità di ciascuno), è rimasta la riluttanza alla progettazione di qualsiasi forma di futuro, la diffidenza verso il nuovo, una sorta di acquiescenza e di accettazione dell’esistente, qualunque esso sia. La difesa del particolare, poi, che in astratto aveva una sua nobiltà, è diventata una difesa accanita dei propri interessi individuali, un porre avanti a tutti e tutto la nostra utilità materiale, ancorché illusoria o di breve respiro. Si provi a mettere insieme la spregiudicatezza dell’uomo di Machiavelli e l’accidia dell’uomo di Guicciardini e avrete uno spaccato della società di oggi, dove, come è evidente, furbizia e tracotanza vegetano rigogliose sulla complice inettitudine delle masse. Solo colpa dei cattivi maestri storici allora? E’ una esemplificazione che non ci soddisfa, anche perché ricondurre tutta la società civile e la classe politica che esprime a due sole categorie, oltre che lesivo della dignità di tanti, è scorretto e non aiuta a riflettere in positivo sul contributo che ciascuno è chiamato a dare. Da dove cominciare allora? Dalla quotidianità della nostra vita. Dalla consapevolezza che cattivi maestri siamo tutti noi ogni volta che prevarichiamo, ricorriamo a espedienti per raggirare qualcuno o per raggiungere attraverso vie oblique qualche obiettivo non raggiungibile attraverso la via maestra della legalità e della trasparenza, a maggior ragione se con la complicità della politica. Siamo cattivi maestri quando ci arrocchiamo per difendere l’indifendibile, quando, per ritagliarci uno spazio di visibilità agli occhi di chi può esserci utile, a danno di altri, deroghiamo dai più elementari principi di lealtà e dignità personale, quando, infine, decidiamo di “sbattercene degli altri”, tanto noi i nostri scopi li abbiamo raggiunti. Sappiamo che a molti, addestrati alla scuola del più bieco tornaconto personale, questi ragionamenti non interessano. Non è a questi che ci rivolgiamo. Ci rivolgiamo a quanti, indipendentemente dalla propria condizione, partono dalla considerazione, ovvia, ma non scontata, che, in quanto membri di una stessa comunità, tra gli altri e noi non possono esistere differenze o barriere, né di tempo, né di spazio (gli altri siamo noi) e che, sulla base di questo precetto, possono avviare una nuova stagione nei rapporti interpersonali e, come naturale conseguenza, ci auguriamo, anche nella scelta della classe politica cui affidare la costruzione di un futuro diverso per le generazioni a venire. Filippo Di Ruocco CULLA PASSARELLA E’ nato a Pordenone Passarella Alan il 23 gennaio 2011. Gli auguri della direzione e redazione di Cronache CIlentane ai genitori PASSARELLA Peter e BUSANELLO Deborah e ai nonni, in modo particolare al nonno paterno Gianni, nostro affezionato lettore ed originario di Pioppi marzo 2011 150 anni dall’Unità d’Italia Luoghi e momenti che nel Cilento testimoniano il cammino verso l’Unità nazionale Premesso che fra Vittorio Emanuele II ed il Primo Ministro Camillo Benso Conte di Cavour non corse mai buon sangue, specie dopo la cessione della Savoia alla Francia.Nel 1860 ,alcune nazioni europee ed il Piemonte, decisero di occupare il Regno delle Due Sicilie. Subito sorse il conflitto tra il Re ed il Cavour, per il nominativo di chi dovesse assumere il comando della spedizione. Il Cavour propose il generale Ribotti, questi aveva accettato l'incarico, ma il Ministro della Guerra Fanti mosse delle obiezioni ed il Ribotti declinò l'incarico. Vittorio Emanuele II, diede l'incarico a Garibaldi, anche per fare un dispetto a Cavour, il quale, asseriva che Garibaldi era in combutta con Mazzini. Cavour vistosi sconfitto dal Re, sotto sotto, cercò di boicottare la Spedizione facendo partire le navi con poche armi. Garibaldi. Bisogna spendere qualche parola sulla biografia dell'Eroe dei Due Mondi. Giuseppe Garibaldi nacque a Nizza il 04 707/1807. Era alto metri 1,65, le gambe arcuate, capelli biondi e lunghi. I lunghi capelli dovevano nascondere la mancanza di un orecchio strappatogli da una ragazza che aveva stuprato. Da giovane, partecipò alla rivoluzione di Genova. Fallita la rivoluzione, fu condannato a morte. Si salvò tirono perché Garibaldi aveva indossato la divisa di generale Piemontese. Questi.rimasero in Toscana per far la guerriglia contro lo Stato Pontificio ed ingannare il Papa ed il Re di Napoli. facendo credere che Garibaldi volesse occupare il Lazio. Gli eserciti pontifici e borbonici si spostarono ai confini della Toscana, invece Garibaldi sbarcò in Sicilia. Ma quanti erano veramente i garibaldini partiti per la spedizione? Secondo il Bollettino n° 21 del Giornale Militare, del 1864, sbarcarono 1072 volontari, che ebbero la medaglia commemorativa e 12 che non furono ritenuti degni di fregiarsi di medaglia. Se consideriamo che 1072 furono insigniti di medaglia, 12 risultati indegni, 60 che restarono a Talamone i conti non tornano. Finalmente il 09/05/1860, le due navi attraccarono nel porto di Marsala. I garibaldini favoriti da due navi inglesi, che caricavano vino, sbarcarono in poco tempo. Secondo una notizia, appresa tramite la corrispondenza interscolastica, le navi sarebbero attraccate a Mazara del Vallo (TP) e non a Marsala. Ricorderò alcuni fatti salienti: Garibaldi giunto a Palermo, unitamente ai garibaldini, saccheggiò il Banco di Sicilia di ben cinque milioni di ducati, inoltre fece saccheggiare tutte le chiese, conventi, musei e quanto trovavano di buono.lungola strada che percorrevano. Tra i tinti tristi episodi che mi hanno maggiormente colpito evidenzio: "l'Eccidio di Bronte", tratto dal libro di Antonio Ciano: "I Savoia e i massacri del Sud". A pag.60 leggiamo: Bixio, a Bronte commise divisioni di beni, incendi, vendette da oscurare il sole..., case incendiate con i padroni dentro, gente sgozzata per le Vie...; Nei Seminar! i giovanetti trucidati a pie del vecchio Rettore... ; Uno dell'orda è là che lacera coi denti il seno di una fanciulla uccisa.,.; Bixio gridava caricateli alla baionetta... ! Quei feroci sono presi, legati tanti che bisognava faticare per ridursi a scegliere i più tristi, un centinaio. Bixio con un proclama dice: "Brente colpevole di lesa umanità è dichiarato in stato d'assedio: consegna delle armi o morte. Impose una tassa di guerra per ogni ora finché l'ordine non si è ristabilito. Molti furono maciullati. Dopo Bronte subirono la stessa sorte: Randazzo, Castiglione, Regalbuto, Centordì ed altri villaggi."Dopo tante battaglie, saccheggi, distruzioni, eccidi, stupri ed altro, Garibaldi giunse allo Stretto di Messina. Il Governo Piemontese aveva paura dell'intervento francese e del Papa perche avrebbe potuto pensare che Garibaldi volesse occupare Roma. Vittorio Emanuele H per assicurare l'opinione mondiale, scrisse una lettera pubblica invitando Garibaldi a non attraversare Io Stretto di Messina. Invece con lina lettera privata diceva, tra l'altro "....fai, ma fai presto*1. Anche il Cavour s'interessò, in senso negativo, del passaggio dei garibaldini dalla Sicilia alla Calabria, scrivendo all’ammiraglio Persiano che si trovava con la flotta nelle acque siciliane, di "non interessarsi della cosa e cercare di far ritardare la spedizione". Persano fece finta di nulla e non s'interessò della faccenda. La notte dell'otto agosto, Bixio, con 200 uomini, sulla nave Torino, sbarcò in Calabria eludendo l'esercito Borbonico. Due giorni dopo.anche Garibaldi partiva da Taormina, assieme a 1200 volontari, sbarcando in Calabria con la nave FrankeJin, sulla quale aveva fatto issare la bandiera americana. (continua) Vincenzo Marrocco Lo sviluppo del Cilento possibile con condivisioni delle soluzioni Continua il confrontarsi delle idee sul possibile sviluppo socio-economico del Cilento. Se Luigi Angeletti afferma: ”E’ evidente che bisogna cambiare marcia., ma l’idea che sia solo una questione di soldi è ridicola” e Raffaele Bonanni, segretario della CISL a sua volta osserva come “ il nodo sia quello del coordinamento tra i diversi livelli istituzionali” durante il viaggio con Tremonti alla scoperta del profondo Sud, il dibattito incardinato sullo sviluppo del Mezzogiorno si fa sempre più stringente. Le imprese meridionali hanno difficoltà ad affrontare la crisi ed agganciare la ripresa che a livello territoriale sembra interessare prevalentemente il Nord. Il Sud rimane in cattive acque. Il Settentrione pigia l’acceleratore della ripresa, mentre sembra che il Mezzogiorno continua a fare passi indietro. In questa situazione nera, c’è un atteggiamento un poco più ottimista da parte di operatori orgogliosi di operare nel Sud credendo che lo sviluppo di un territorio è realizzabile in stretta collaborazione con università, enti di ricerca, istituzioni.. La crescita di un territorio passa inevitabilmente anche attraverso la condivisione dell’analisi dei problemi e della ricerca delle soluzioni. Fondamentale è la valorizzazione dello spirito di gruppo, del senso di appartenenza, della fiducia nel futuro. No ad una visione attendista e negativa caratterizzata nelle letture storiche-sociologiche sul Mezzogiorno. La congiuntura economica è negativa, lo scenario internazionale in particolare quello Mediterraneo è gravato da preoccupanti conflitti che fanno guardare al futuro con fondata preoccupazione. Necessario favorire un’ampia ripresa degli investimenti produttivi ed occupazionali. Maria Cerullo cronache cilentane Leonino Vinciprova, uno dei cilentani che parteciparono alla spedizione dei Mille, con la divisa di capitano dopo lo scioglimento delle camice rosse attraversando a nuoto il fiume Varo. Riparò in America ove fece molte guerriglie. Dopo una notte d'amore, sposò Anita Riberas, donna incolta e senza attrattive fisiche. Costei era stata la moglie di un calzolaio e per sposare Garibaldi, dovette far dichiarare la morte presunta del marito. Anita non era l'eroina descritta dai libri di storia, ma era una donna scialba e gelosa .Per timore di essere abbandonata, seguiva Garibaldi anche in battaglia. Dopo la morte di Anita, Garibaldi sposò Giuseppina Raimondi. Uscendo dalla chiesa, lo sposo apprese che la nuova moglie aspettava un bambino, non suo. La sposa confermò la diceria e Garibaldi la ripudiò. Per la spedizione dei Mille, erano necessari dei soldi (la storia non ne parla). Per il denaro e mezzi, provvide la Massoneria inglese, che versò somme di piastre turche equivalenti a milioni di attuali dollari. Con tale somma, Garibaldi potè comperare anche Ministri e Generali borbonici. Il Piemonte mandò Bixio a trattare con la compagnia Rubattini, questi non trovando l'incaricato, prese accordi con Fachè per trattare il nolo e l'assicurazione delle due navi: Piemonte e Lombardo. Il 05/05/1860 il generale Bixio, con una quarantina di volontari (tra cui vi era anche Leonino Vinciprova di Gelso) andarono a prendere le due navi (altro che sequestro!!!). Le navi imbarcarono i Garibaldini ed i volontari per poi andare allo Scoglio di Quarto, ove Garibaldi ed altri volontari erano ad attendere le navi per partire.. La destinazione era segreta. Tra i volontari vi erano 5 cilentani: Del Mastro Michele (morto a Palermo per salvare Garibaldi), Del Mastro Raffaele, Patella Filippo, Vinciprova Leonino e Magnoni Michele. Sulla nave vi era anche una donna: la moglie del generale Crispi, iscritta al N°338 dell'elenco dei volontari col nome di Crispi Rosalia Montmasson da Savona. Le navi sbarcarono a Talamone-Orbetello per caricare le armi, ma trovarono solo qualche decina di vecchi fucili, tre cannoncini ed una colubrina del seicento. Una sessantina di uomini non ripar- appunti di viaggio La spedizione dei Mille. Anche alcuni cilentani tra i volontari 11 marzo 2011 “Associazione Artistico-Culturale Giuseppe Ripa” cronache cilentane attività Concorso giornalistico-poetico “Giuseppe Ripa 2011” Si rinnova la terza Edizione del “Premio Ripa”, Concorso di Giornalismo e Poesia 2011, per ricordare lo scrittore e poeta Ripa e l’opera appassionata verso un giornalismo critico, restando sempre una penna indipendente al servizio dell’informazione per ben 54 anni di attività. L’Associazione Artistico-Culturale Giuseppe Ripa” con sede a S. Maria di Castellabate (SA), indice il “III° Concorso Giornalistico-Poetico Giuseppe Ripa 2011”. Come nella tradizione, anche questa terza edizione del Concorso nasce con due sezioni: Giornalismo e Poesia, di cui i rispettivi bandi sono pubblicati sul sito www.premioripa.it . 1) Il Premio giornalistico verte sulla tematica: Valorizzazione del Beni Culturali Le argomentazioni che i giornalisti affronteranno, con articoli o scritti specialistici, dovranno trattare la salvaguardia, valorizzazione e documentazione anche critica del patrimonio storico-artistico-archeologico; La Cerimonia di Premiazione si terrà il 4 giugno 2011 alle ore 16.00 nell’Auditorium del Complesso Santa Scolastica in S. Maria di Castellabate conservazione dei beni artistici dei piccoli e grandi siti archeologici, centri storici monumentali e le ricchezze culturali dei territori, anche con specifiche emergenze del patrimonio dei piccoli paesi. Argomentazioni tematiche di articoli e scritti su : • Salvaguardia e valorizzazione dei centri monumentali nelle piccole e medie realtà urbane – • Città d’arte e percorsi itineranti fra territori omogenei e siti archeologici – • Strutture museali minori per la salvaguardia delle specifiche realtà dei comprensori• Valorizzazione dei patrimoni archeologici anche in micro realtà territoriali – • Articoli specialistici monografici su realtà archeologiche e siti del patrimonio storico-artistico-etnografico. Gli articoli inerenti alle argomentazioni innanzi specificate devono essere stati pubblicati nell’ultimo anno, ossia dal 30 marzo 2010 al 30 aprile 2011, su riviste di settore e giornali di ogni ordine. 2) Il Premio di Poesia istituito a tema libero come da bando, si divide in due sottosezioni: Lingua e Vernacolo, per ogni chiarimento consultare il bando, sull’apposito sito. Gli autori delle composizioni poetiche ed articoli giornalistici, dovranno far pervenire i loro scritti entro il 30 aprile 2011, all’indirizzo: Segreteria Premio Ripa C/o Giuseppe Ianni viale Roma 9 - 84048 S. Maria di Castellabate (SA), oppure riempiendo i form di www.premioripa.it , Per maggiori informazioni inviare email a [email protected], oppure al numero 338 90 84 330. La Cerimonia di Premiazione si terrà il 4 giugno 2011 alle ore 16.00 nell’Auditorium del Complesso Santa Scolastica in S. Maria di Castellabate (SA). arch. Giuseppe Ianni presidente e promotore dell’Associazione Artistico-Culturale Giuseppe Ripa” cell. 338 90 84 330 Una lezione per le Aree Protette. Incontro con Cesare Lasen 12 C esare Lasen, nato a Feltre (BL), nella frazione omonima, il 13 gennaio 1950, Biologo, da sempre interessato alla botanica, in particolare floristica, fitosociologia, geobotanica. E’ stato docente a contratto nelle Università di Padova, Ferrara e Ancona. Membro della Commissione Paritetica per l'istituzione del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, ne è stato il primo Presidente, dal 1993 al 1998. Il 6 febbraio 2011 si è sviluppato un furioso incendio che ha interessato il Parco delle Dolomiti Bellunesi. Le cronache e i video, le interviste, i blog hanno analizzato fin nei dettagli la situazione. Cesare Lasen, che abita quei posti ha deciso di proporre una serie di preziose riflessioni, come dice lui, a ruota libera, su un evento che deve contribuire a far crescere una coscienza più responsabile, da cittadini del mondo, salvando l'identità locale, ma aprendosi a processi partecipativi. Perche’, come dice Lasen, nel nostro paese “Non abbiamo ancora maturato la convinzione che le nostre aree protette sono gioielli preziosissimi, aree speciali contenenti un patrimonio, cioè un capitale, da preservare e non da erodere ? ”. Tale approccio, aggiunge, “Necessita una presa di coscienza, uno scatto di orgoglio per opporsi al processo di destrutturazione e di appiattimento in atto, che ha radici culturali e non economiche (solo un pretesto, constatato che si potrebbe facilmente dimostrare l'indotto generato dalle aree protette).” Se la sfida è culturale, come anche io credo, allora bisogna attrezzarsi, comprendere e riprendere il filo per ricucire strappi e lacerazioni evidenti nel mondo delle aree protette e guardare al futuro con maggiore consapevolezza rispetto all’approccio culturale, etico e partecipato. “Il consenso e la condivisione” dice Lasen “ richiedono pazienza e tempi più lunghi, ma lasciano tracce profonde e solide, meno effimere. In un mondo caratterizzato dall'esigenza di visibilità immediata e di risultati a breve scadenza (compatibili con i turni elettorali) servono decisioni rapide e non emergono i risultati della pianificazione.” Di fatto abbiamo perso il senso dell’impegno e del lavoro assiduo e costante verso i veri obiettivi delle aree protette e sempre di più emerge l’esigenza di essere visibili e “mediatici”. In questo quadro la gente dei parchi ha perso la fiducia in un processo che pure stava dando risultati, come riporta Lasen ,nei settori dell’ agricoltura biologica, che contrastano le colture intensive, che si oppongono a progetti faraonici e devastanti, che richiamano alla salute, alla corretta alimentazione, alla tutela del nostro ambiente nel senso più ampio del termine. “Stanno nascendo semi nuovi, forse pochi sono quelli che hanno già germinato, ma le idee buone sono destinate a camminare, non importa quanto lentamente.” “Il Parco, è una vera risorsa ed è fondamentale che esista, ma non per svolgere compiti burocratici di cui anche altri enti potrebbero occuparsi, ma per essere il laboratorio che sperimenta nuove soluzioni di sostenibilità e il faro che guida verso un rapporto maturo ed equilibrato tra la società degli uomini e il territorio in cui essi operano e che consenta di lasciare alle generazioni future un pianeta ancora vivibile, senza continuare a consumare, come ora stiamo purtroppo facendo, ciò che spetta ai nostri figli, lasciando loro ricchezza e benessere finti, oltre a debiti insolvibili.” Dal globale al locale questa è la strada... Domenico Nicoletti marzo 2011 Una favola... dei nostri giorni insignito del Giglio d’oro 2011, conferito a personalità illustri e sua moglie Anna Olga Spinelli, consigliera e segretaria particolare in una grande azienda di Torino, anch’essa in pensione, insignita del Premio agli emigranti costituito da uno squisito, piccolo mezzobusto in bronzo di San Costabile, al quale Anna ha dedicato una toccante poesia, che racconta di quando lei e la sua famiglia, di ritorno in automobile, a Torino, furono sorpresi da un terribile nubifragio. Essendo fermi sotto un cavalcavia, perché uno dei figli aveva chiesto di andare in bagno, spaventati per la violenza del temporale, ad Anna sorse spontaneo rivolgere una richiesta di aiuto a San Costabile e avvertirne la presenza protettrice, che la rassicurava. Soltanto la sera, guardando Costabile Gentilcore, fondatore e Patrono di Castellabate, che hanno visto interessanti e piacevoli iniziative culturali, organizzate dal Comune di Castellabate, fra le quali Sabato 12 Febbraio a Villa Matarazzo, la consegna del “Giglio d’oro 2011” e Mercoledì 16 Febbraio al Castello dell’Abate la consegna del “Premio agli emigranti”. Era indispensabile questa breve introduzione, per poter raccontare una storia, che io definirei, una favola dei nostri giorni. I protagonisti sono Pompeo Di Luccia, Colonnello dell’Esercito Italiano in pensione la televisione si resero conto di essere scampati ad una tragedia che aveva provocato decine di vittime. Nella prima giovinezza le loro esistenze si sfiorarono appena, durante le visite di Anna alla casa della nonna materna di Santa Maria, situata a pochi metri da quella di Pompeo, che giovanissimo si trasferì, prima alla Badia di Cava dei Tirreni, poi a Sorrento dove frequentò gli studi classici, ed in seguito intraprese la carriera militare, che lo portò a peregrinare per varie città italiane, fino a giungere a Roma, città che ama profonda- mente, come Ufficiale Superiore presso la Direzione Generale di Sanità e dell’Ospedale del Celio, dove ha risieduto per 40 anni. Dal gennaio 2011,con Un atto d’amore nei confronti del suo paese ha ripreso la residenza a Castellabate. Anna si sposa e si trasferisce, nei primi anni sessanta a Torino, dove ancora risiede, e dove nascono i suoi due amatissimi figli Domenico e Piero. Nonostante la vita quotidiana impegni ed assorba le loro esistenze, Pompeo ed Anna, non hanno mai dimenticato la loro terra d’origine ed i loro affetti familiari, continuando, negli anni, a mantenere uno stretto e profondo legame con le proprie radici. Dopo la prematura e dolorosa scomparsa dei rispettivi coniugi, il destino li fa incontrare di nuovo durante le vacanze estive a Santa Maria, e questa volta, fa in modo che i due non si lascino più. Anna e Pompeo, si possono tranquillamente definire “cittadini del mondo”, infatti si dividono tra le loro diverse abitazioni di Torino,di Roma e naturalmente di Santa Maria di Castellabate, ma non solo, visti i numerosi familiari sparsi in Europa, Stati Uniti e Sud America. Negli ultimi anni, Anna e Pompeo si concedono lunghi periodi di permanenza nel Cilento, dove coltivano i ricordi della giovinezza, che Anna è riuscita a tradurre in poesie in vernacolo e in lingua, e che ha raccolto nel libro “Primi passi, pensieri della seconda giovinezza”. Le poesie contenute nel libro sono una miniera di ricordi e di aneddoti che ci mostrano in modo incredibilmente vivido e reale, quella che era la vita nelle campagne del Cilento, proiettandoci in atmosfere di grande nostalgia, sembra quasi di assaporare aromi sconosciuti e, a volte, di essere presenti e partecipi di intense emozioni e passioni. Una su tutte il grande amore di Anna per la natura. Non è insolito, entrando nella loro accogliente ed ospitale casa, circondata da fiori di ogni tipo, udire Pompeo leggere a voce alta, poesie di Ferdinando Russo, e Anna ascoltare sorridente ed attenta, mentre accogliendoci mormora: “Le legge pro- prio bene, vero?”, e Pompeo schernirsi citando versi in latino. Le profonde radici che legano Anna e Pompeo alla loro terra, hanno permesso ad entrambi di allontanarsi e vivere per molti anni distanti da essa, arricchendosi di esperienze e di cultura, amando i luoghi che li hanno ospitati, e hanno fatto si che diventassero degni ambasciatori del loro Cilento. Se questa non è una favola! Amedea Lampugnani Gli asini e la strada... in attesa di percorrerla il riposo sui bordi è rinfrescante... Forse, nelle prossime votazioni amministrative, qualcuno di questi asinelli si deciderà a scavalcare il guard-rail per percorrere la via maestra. Si autogestiranno o verrà il padrone di turno che dirà loro finanche come trottare? La pioggia E' come a no spettacolo lle nnote re na musica leggera, quanno se posa ngoppa le ppetre è come na carezza, liscia, fragile e triste.. Quanno t'arriva nguoddo è pura, limpida e leggera.. Le chiante provano no sapore re no cielo chino re stelle. e cammenanno ppe li vichi viri l'anema viva re la terra antica. Da terra ambussa ca t'ispira malincunia.. Antonio Ferolla cronache cilentane attualità Il 2010 è stato senz’altro un anno particolarmente felice per il Comune di Castellabate e per la sua frazione di Santa Maria. Parola d’ordine per chi arriva in questo incantevole comune è senz’altro “ Benvenuti al Sud” titolo del film italiano campione d’incassi dell’anno scorso, girato, appunto, in questo suggestivo borgo marinaro e tra gli stretti e accoglienti vicoli del comune di Castellabate, affacciato sul mare, con il Castello dell’Abate che domina dall’alto. E’ luogo comune pensare che solo d’estate valga la pena passare qualche giorno di vacanza in questi ameni luoghi; nulla di più sbagliato, infatti durante la VIII edizione della “Settimana della cultura” dal 12 al 20 Febbraio 2011, si sono celebrati i festeggiamenti in onore di San 13 marzo 2011 cronache cilentane ricordi In ricordo della poetessa Tilde Ciardo Feola 14 Il 17 marzo 2011 ricorre il decimo anniversario della scomparsa della poetessa Tilde Ciardo Feola. La ricordiamo con due poesie dedicate a Pioppi , paese che lei amava tanto e che era il suo “ Rifugio”, nome che estese al nascente complesso di villette da lei voluto e realizzato dall’ing. Vinciprova. Amava il mare ed i pescatori che considerava persone degne di rispet- to. Nel pubblicare queste due poesie ricordiamo anche che la poetessa Tilde non faceva mancare la sua presenza e la sua collaborazione alle serate culturali promosse da Cronache Cilentane. AL MARE DI PIOPPI Seduta sulla scogliera ti guarda incantata; il tempo si ferma e le ore diventano minuti. Osservo i riflessi del sole che sull’acqua trasparente formano un magico gioco di cerchi concentrici che si allargano si rincorrono s’intrecciano formando un merletto stupendo che mano d’uomo non saprebbe creare mai. Non resisto, m’immergo e sul mio corpo quel dorato merletto palpita, s’increspa e continua il suo gioco appassionato col mare. Fermo negli occhi Questa immagine di bellezza che chiudo nel cuore perché il suo ricordo mi scaldi l’animo nelle grigie e fresche giornate d’inverno VECCHI PESCATORI L’ultimo tramonto le barche stanche dipinge di rosso mentre il mare d’azzurro le ritocca. A voce basse Parlano lenti I vecchi pescatori Chini a rappezzar Le grigie reti. Gentile la brezza Lieve scompiglia I bianchi capelli E con lor ne rammenta La pesca guizzante. Rivivono insieme Il duro lavoro Le notti stellate I richiami di luna Bonacce e buriane Sul mare infinito. Sull’onda dei sogni Affiorano a tratti Gli antichi ricordi Dei giovani anni Ormai lontani, quasi Sbiaditi dal tempo Casalvelino Ritorna sempre con grande entusiasmo la Via Crucis vivente Con una serie di riunioni organizzative presso la sede sociale, l'associazione Centro sociale "Marchese Vincenzo Pinto", presieduta da Angelo Crescenzo, ha dato il via ai preparativi per la nuova edizione della Via Crucis Vivente che si terrà il 9 e il 10 aprile, Giovedì e Venerdì Santo, a Casal Velino (Sa). Oltre 150 tra attori e comparse tutti del posto, costumi spettacolari, un copione fedele al racconto evangelico ma arricchito da meditazioni: queste le caratteristiche di una manifestazione che coinvolge profondamente gli spettatori e alla quale lavorano per mesi numerosi volontari in veste di scenografi, costumisti, sceneggiatori, registi. La Via Crucis Vivente è rappresentata sotto forma di scene dialogate che sono ambientate nel centro storico del Capoluogo, in un percorso itinerante reso suggestivo dalle fiaccole e dalla musica sacra. I quadri comprendono l'Ultima Cena, l'Orto di Getsemani, il tradimento di Giuda e l'arresto di Gesù, il processo dinanzi a Caifa e il rinnegamento di Pietro, il processo dinanzi a Ponzio Pilato e la flagellazione, l'incoronazione di spine, il percorso verso il Calvario, la crocefissione e la morte di Gesù Cristo. La drammatizzazione della Passione e Morte di Gesù Cristo rappresenta una tradizione consolidata per il paese cilentano che è stata ripresa l'anno scorso, dopo un periodo di pausa, su iniziativa del presidente Angelo Crescenzo. Suo intento è fare della Via Crucis Vivente di Casal Velino uno degli eventi clou della Settimana Santa nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Il ministro dell’Agricoltura nel comune di Pollica per il rilancio della Dieta Mediterranea Il recente riconoscimento della Dieta mediterranea come patrimonio dellUnesco ha avuto numerosi sostenitori negli ambienti politici e culturali. Il 2 gennaio 2010 tra i primi ad inviare l’adesione al Ministero delle Politiche Agricole, è stato il nostro giornale Cronache Cilentane che, con i 20 convegni degli “Incontri mediterranei” e la pubblicazione di 18 libri di studi sullo stile di vita mediterraneo e sui prodotti, è stato un veicolo fondamentale di diffusione e di conoscenza, nonché ha dato l’input a tutti coloro che in questo momento si stanno avvicinando alla... tavola... Nella foto il Ministro Galan che è rimasto soddisfatto delle bellezze del territorio cilentano, incontra un personaggio tipico del Cilento, Raffaele Tolomeo, che si è presentato nelle vesti di Garibaldi in omaggio alle celebrazioni per l’Unità d’Italia. marzo 2011 L’obiettivo di... D’Angelo Solidarietà col giornale “CRONACHE CILENTANE” si sostiene con il vostro contributo volontario. C/C postale 10197846 intestato a Baldi Dino Un gioco di luci ha creato questa suggestiva immagine in negativo di uno dei templi dell’area archeologica di Paestum conosciuto come tempio di Cerere ma in realtà dedicato alla dea Minerva. E’ singolare il fatto - non da tutti conosciuto - che questo tempio nel IV secolo d.C. è stata la sede della prima Cattedrale della Diocesi di Paestum e fino agli anni ‘50 tutt’intorno ancora si ergevano i ruderi dell’episcopio e degli altri luoghi di servizio per il culto. La diocesi di Paestum è la radice di quella che poi sarà la diocesi di Capaccio che fino al 1851 comprendeva anche il Vallo di Diano. ...Memorie che dovrebbero restare nell’animo dei fedeli cilentani se non altro per guardare con maggiore serenità al futuro. Perdifumo: X meeting della fede Un concorso di poesia, letteratura e musica aperto a tutti L'associazione Dario Prisciandaro ONLUS, nell'ambito del 10° Meeting della Fede 2011, organizza e bandisce i seguenti concorsi a carattere internazionale la cui partecipazione è gratuita e aperta a tutti: 3° CONCORSO DI LETTERATURA, POESIA,NARRATIVA, riservato a opere non presentate ad altri concorsi e possibilmente inedite; per la narrativa è possibile inviare i volumi pubblicati, vi è anche una sezione riservata a opere in dialetto. I lavori, debitamente firmati con indirizzo esatto devono, perve¬nire all'Ass. Dario Prisciandaro ONLUS,via prov. n°7, 84-060 Perdifumo - parco del Cilento SA entro il 20 aprile 2011. 8° CONCORSO DI CANTO LIRICO GIOVANILE E' bandito l'8° concorso di canto lirico giovanile aperto a tutti i cantanti lirico-sinfonici e di lied. Le domande d'iscrizione devono pervenire all’Associazione, debitamente complete di generalità, indirizzo e curriculum, entro il 20 aprile 2011. Lo svolgimento del concorso avverrà tramite una selezione operata dal M° Pietro Miglino (tel. 081 7516386) con appuntamento da concordare col M°. 3° CONCORSO E MOSTRA SULL'UNITÀ D'ITALIA, LA COSTITUZIONE REPUBBLICANA e quella EUROPEA. La partecipazione a questo concorso è riservata agli alunni di tutte le scuole, di ogni ordine e grado d'Europa, nonché alle scuole medesime; è ammessa anche la presentazione di tesi di laurea di giovani neo laureati sull'argomento del concorso. II materiale per il concorso deve pervenire all'Ass. entro il 20 aprile 2011 . La Giuria unica provvederà all'assegnazione dei premi pervenuti da Autorità, Enti e privati. Per quanto qui non contemplato valgono le norme vigenti in materia. L'Ass. non risponde di disguidi postali e si riserva modifiche dovute a eventi o a forza maggiore. Dalle Regioni Euro 50,oo Amoretti Osvaldo, Treviso; Sernicola dott. Giuseppe, Salerno; Ripoli col. Nicola, Siracusa; Maffoncelli cav. Alberto, Brescia Euro 40,oo Sodano Giulio, Cassina de Pecchi Euro 30,oo Berlangieri Antonio , Cassino ; Natale Valiante Ida, Salerno; Contente Francesco, S.Stefano Ticino; Speranza Giovanni, Napoli; Faragalli Chiara, Napoli: Elia Nese Ass. Amici del Cilento Salerno; Tesauro Agostino, Como Euro 25,oo Ferrentino Raffaele, Nichelino; Guida Costabile, Napoli ; Bello Alfredo, Cervia; Pisani Giuseppe, Roma; Niglio Gaetano, Genova; Bellino Dr. Davide, Pesaro; Marastoni Nadia, Porto Mantovano. Euro 20,oo Lettieri Guglielmo, Milano, De Rosa Abate ins. Concetta, Napoli; Mandelli Carla, Calco; Scarpa Aldo, Torino; Ricci Renata, Napoli; Schiavo Guido , Voghera; Dablà Ferdinando, Venezia; Galdo Isa, Modena. Euro 15,oo Stermieri Wanda, Carpi; Cascino Guida Claudia, Montercorvino; Cascino Cogliano Alessandra, Montecorvino; Palombo Pietro, Vasto Euro 10,oo Castiello Bambino, Venafro; La Greca Angela, Battipaglia; Schiavo Gennaro, Monza; Bonfrate Michele; Di Biase Giuseppe, Boiano; Boccarrato Franca , Pompei Dal Cilento Euro 100,oo Venneri dott. Leonardo e Italo Euro 50,oo Pro Loco Gelbison Vallo; P. Adolfo Terebinto; Lo Bascio prof. Elvira Euro 30,oo Fatigati ins. Pietro; Ass. Dario Prisciandaro, Perdifumo; Euro 25,oo Vassallo Angelo Celso; Dente arch. Nino; Del Russo Guida Maria Grazia; Associazione Carabinieri in congedo Perdifumo; Grandino Gino; Ass. ProLoco San Martino; Della Pepa prof. Eduardo. Euro 20,oo Matarazzo Vincenzo; Mazzarella ins. Gaetanina ; Pisani ins. Amalia; Crocco Elena; Filpi Biagio; Gargano prof. Maria; Nese Antonella; Volpe Giuseppe; Santamauro ins. Maria Cristina; Laudano Maria Rosaria; Ferrarese Angelo; Ricciardi Annamaria; Schiavo Giuseppe Euro 15.oo Palma Giosuè; Giannella Elena; La Rana Rocco; Iannone Massimino; Speranza Antonio; Cammarano prof. Giovanni; un’amica; Verrone Angela Euro 10,oo Pascale Antonio; Matcovic D’Auria Antonia;Giordano Rosario; Puca Gaetano; Limongelli Maria Luisa; Cortiglia Attilio; Pinto Adriana; Cortazzo Savino; Schiavo Genesio; Scarpa Ersilia. Euro 8,11 Cerbone Giovanni impresa edile Auguri a… Dopo una discussione brillante di tesi, dal titolo: La formazione e l'inserimento del neo assunto nelle Aziende Sanitarie; l'infermiere Esposito Sergio ha conseguito il titolo di Master Universitario di I Livello in Management delle Professioni Sanitarie presso l'Università degli Studi Gugielmo Marconi in Roma in data 08.02.2011. Auguri vivissimi da parte della madre Adele e sorella Antonella anch'essa infermiera, con l'augurio di poter intraprendere una brillante carriera lavorativa impiegando al meglio quanto approfondito ed appreso nel predetto percorso formativo. cronache cilentane rubriche Estero Euro 50,oo Raimondo Aniello, Menton 15 marzo 2011 Affidare la tutela del Parco ai giovani cilentani cronache cilentane spazio aperto Gentile Direttore, 16 Siamo 17 ragazze della quinta A Socio Psico Pedagogico di Vallo della Lucania; le scriviamo perché da sempre il suo giornale è di riferimento per tutto ciò che riguarda il nostro territorio, soprattutto nel campo della difesa e del rispetto per l’ambiente. Quest’anno, insieme ad una nostra insegnante, abbiamo realizzato un progetto per “AFFIDARE“ la tutela del nostro Territorio, già Parco Nazionale, ai giovani cilentani. Passeggiando lungo i fiumi o nei boschi delle nostre montagne, lungo le strade provinciali e non solo, ci capita sempre più spesso di notare cumuli di spazzatura abbandonata ovunque, vecchi pneumatici, batterie scariche, materiali di risulta, buste, bottiglie di plastica e qualsiasi altro tipo di rifiuto. Questa indecenza perpetrata ad opera di persone, residenti e non, continua a rovinare un territorio splendido come il nostro Cilento, a volte proprio nei luoghi di maggiore interesse naturalistico, li dove altri turisti, più rispettosi, arrivano e trovano il paesaggio stravolto. Si fa un gran parlare di turismo come opportunità di lavoro per noi giovani del Cilento, ma nessuno tornerebbe in un luogo maltrattato dalle stesse persone che vi abitano. La nostra idea, per la diffusione della quale le chiediamo un aiuto, consiste nella creazione di un GRUPPO FACEBOOK dal titolo “CHI SPORCA IL NOSTRO PARCO?” A tale gruppo sono chiamati ad iscriversi i ragazzi di tutte le scuole del comprensorio cilentano che andranno a contribuire inviando fotografie delle situazioni ambientali critiche riscontrate nei loro paesi di residenza e non solo. Ciascuna fotografia dovrà essere accompagnata dalla data dello scatto e soprattutto da una descrizione, quanto più dettagliata possibile del luogo in cui è stata scattata. In questo modo il gruppo funzionerà come un puzzle in continua formazione, capace di mappare la situazione ambientale del nostro Cilento e diventerà un riferimento importante per chi deve intervenire, sia a livello di prevenzione che di risanamento dei luoghi. A tal proposito verranno invitati ad iscriversi i Sindaci di tutti i Comuni del Cilento: ciascuna foto infatti, riporterà chiara l’indicazione del Comune in cui è stata scattata. Un modo per dire “meritiamocela questa definizione di Parco Nazionale!!!! “ Grazie per la sua collaborazione. VA Liceo Socio Psico Pedagogico di Vallo della Lucania Pollica: quale futuro dopo le prossime votazioni amministrative di primavera? Sig. Direttore, sono un abbonato a Cronache Cilentane che vive ormai da circa 30 anni in alta Italia. Con le prossime votazioni amministrative indubbiamente gli obiettivi di tutta Italia saranno puntati sul Comune di Pollica. So che non si tratta di curiosità giornalistiche e televisive ma almeno per quanto riguarda i residenti sarà in gioco il futuro. Già sono arrivati messaggi, che io definirei inquietanti, con i quali si tenta a far radicalizzare la vecchia politica: qualcuno ha detto testualmente «la politica amministrativa del Comune di Pollica non si cambia». Se devo dar credito ad altre notizie che mi stanno giungendo, vale a dire il deserto totale che si è creato in modo particolare ad Acciaroli dopo il 5 settembre dello scorso anno, allora devo veramente temere che la gente non voglia cambiare. Per quale motivo chiudersi nelle proprie case e aver paura di dialogare? Per quale motivo anche i giovani hanno un unico argomento di discussione, cioè la squadra di calcio del posto o al massimo il Napoli? Vorrei essere sulla breccia per dare il mio contributo ma l’età e la distanza non me lo consentono: voglio comunque lanciare un messaggio a tutti affinché non stiano a guardare ma si rimbocchino le mani per una “svolta epocale”. Gradirei la pubblicazione di questa mia considerazione. Distinti saluti Un abbonato Inventare e creare oggetti usando pietre, Das e colori Una interessante pubblicazione di Sofia Polizio “I Passi dell’anima” L’ultimo lavoro poetico del prof.Ferdinando Palombo di Ceraso Le statue di S. Lucia, S. Pietro, S. Bartolomeo, S. Biagio, S. Onofrio, S. Martino, S. Nicola di Bari, S. Pantaleone, S. Veneranda, S. Matteo, S. Elia, S. Cataldo, S. Giuseppe, S. Croce, S. Maria Assunta, Padre Pio, solitarie, chiuse nelle nicchie delle chiese eccentriche di Ceraso, ma al centro dei cuori tumultuosi dei fedeli, rappresentano la semplicità bella e grandiosa dei santi protettori dei borghi cilentani imponendosi in un mondo complesso e relativo.Il poeta, Ferdinando Palombo di Ceraso, innanzi ad esse, emozionandosi, con un flusso inarrestabile di pensieri e sensazioni, crea dei versi poetici che sono preghiere sgorganti limpide come le acque sorgive del Palistro. Di grande suggestione anche formale leggendo i testi poetici a carattere religioso dell’ultimo lavoro del prof. Ferdinando Palombo: “ I passi dell’anima” edito dal Centro di Promozione Culturale per il CilentoAcciaroli - 15- le preghiere sono create elegiacamente in maniera raccontante la biografia dei santi che si rincorrono e interagiscono con i protettori dei borghi cilentani richiamando la forza dell’energia creativa della fede. E’ tempo di riflettere per riportare l’uomo alle sorgenti del suo essere.”. Ti ringraziamo, Dio,/perché hai creato l’universo/arco di bellezza infinita/ “ così un suo cantico. Il poeta , di fronte a qualche perplessità di un lettore nel vedere che la parte poetica e quella mistica camminano su binari paralleli , è giustamente affascinato e crede nella viva luce che i santi patroni dei paesi cilentani a ridosso del Monte Gelbison emanano, in modo toccante, nella quotidiana routine, una fondamentale fiducia , e da parte dei credenti questi affrontano più serenamente anche le sofferenze personali. “E’ bello sentirsi stretti/nel dolore,/calvario della vita/che ci unisce:/e seguire uno splendore/tra le stelle” dalla poesia Amare sempre. Scrive nella prefazione l’insigne prof.mons.Luigi Rossi “ l’ispirazione poetica del prof. Palombo diventa catechesi, la sua fede trasuda dai versi e si trasforma in testimonianza di una tradizione religiosa che pervade il nostro territorio…..Il poeta omaggia tutti i santi protettori trasformando le note biografiche di ciascuno in una ulteriore occasione di catechesi fino alla dichiarazione finale. E’ il suo atto di fede evocato nelle molteplici manifestazioni come ringraziamento per il dono della vita e per le bellezze del creato.” Nel libro di poesie del prof.Ferdinando Palombo sono inserite ben 29 tavole con china e acquerello del famoso maestro Mario Modica “per dare una visione più chiara nitida ai momenti rappresentati”. L’esimia dottoressa Clara Schiavone nella sua nota di presentazione afferma “Il sodalizio arte-poesia realizzato con Ferdinando Palombo si è rivelato un felice progetto: Mario Modica ha saputo cogliere i momenti più elevati delle liriche, carpire l’acme emozionale dell’ascesi poetica….suscita emozioni ….l’uno ha saputo trasporre graficamente le vibrazioni emozionali più intime dell’atteggiamento poetico e spirituale dell’altro, il poeta ha saputo con le parole predisporre delle icone che un abile artista ha mirabilmente decifrato”. L’esemplarità palpitante e coinvolgente della vita dei santi cilentani è trasfigurata così con sofferta partecipazione dal poeta in maniera ecumenica, conciliante, quieta; momenti riflessivi con poesie-preghiere che cercano di cogliere episodi del passato lungo un itinerario articolato per riscoprire il fascino della loro attualità che vogliono sfidare il tempo.I protagonisti delle poesie non sono anacronistiche statue celebrative ma icone plastiche sorprendenti che vogliono esaltare la vita, vogliono risvegliare la coscienza dianzi alle incoerenze del nostro tempo, mosaici disomogenei fatti di memorie quotidiane, di frammenti diversi pronti a cadere in mille pezzi. E’ una opera poetica che si fa leggere volentieri, ci si riconosce in molti pensieri dell’autore che sono comprensibili e condivisibili , si avverte il bisogno d’amore, di Dio, non c’è l’esistenza –il vivere, l’agire, lo stress, il lottare, il morire- senza l’Essere Assoluto “Saremo liberi di amare,/guardando gli altri/con spirito di pace/”. Pasquale Cerullo CRONACHE CILENTANE Via Ponte, 9 - 84068 Pioppi (Sa) Direttore responsabile: DINO BALDI Caporedattore: AMEDEO LA GRECA Tel. Redazione: (0974) 904183 Tel. Direzione (0974) 905046 CRONACHE CILENTANE ON LINE http://www.cronachecilentane.it E-mail: [email protected] Aut. Tribunale di Vallo della Lucania n.43 del 21/6/1983 Edizioni del C.P.C. Centro di Promozione Culturale per il Cilento Associazione Culturale senza finalità di lucro via N.Bixio, 59 - Acciaroli (Sa) Impaginazione: Scriptorium sas / Agropoli http://www.studioscriptorium.it Prestampa e Stampa offset: Centro Grafico Meridionale srl c.da Malagenia, z.ind. 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