CRONACHE
CILENTANE
MENSILE DI INFORMAZIONE DEL CILENTO, VALLO DI DIANO E ALBURNI
Castellabate, Settimana della Cultura
Grandi consensi
per il primo convegno per la
diffusione della Dieta Mediterranea
ANNO XXVIII - N. 3/2011
Sped. A. P. com. 20 art. 2 legge 662/SA
LA PRIMA VOCE LIBERA DEL TERRITORIO DEL PARCO
L
a Dieta Mediterranea,
il modello nutrizionale
più salutare, ideato da
Ancel Keys a Pioppi, di recente
entrata a far parte del patrimonio immateriale dell’Unesco, è
stato il tema della seconda giornata della Settimana della Cultura.
Domenica 13 febbraio, al
Castello dell’Abate, sono intervenuti Domenico Ienna dal
titolo “Dalle paste italiane e
pomodoro americano all’incontro nel Risorgimento e nella
Dieta Mediterranea”, Stella Di
Sessa sul tema “Nutriamoci di
buon umore con alimenti del
Cilento”. Al termine del convegno è stato presentato il libro
del dottore Luigi Crispino “La
Dieta Mediterranea”. Interessanti gli interventi del sindaco
di Castellabate Costabile Maurano e dell’assessore alla Cultura Paola Piccirillo.
Un argomento entrato quasi
di diritto tra quelli che sono
stati affrontati nel corso della
Settimana della Cultura, visto
l’importante riconoscimento
che la Dieta Mediterranea ha
ricevuto dall’Unesco e considerato che anche a Castellabate
da sempre la popolazione coltiva, pesca, produce e mangia, i
prodotti salutari indicati dallo
scienziato americano Ancel
Keys, che sono ancora oggi
oggetto di studi continui, per la
loro capacità di abbassare il
rischio di malattie gravi, come
quelle cardiache.
Paola Desiderio
La strada PioppiCasalvelino ancora è in attesa dei
dovuti interventi. Ma il discorso
ormai riguarda
la maggior parte
delle strade del
Cilento
Controcorrente
Maggio elettorale
Fissato il giorno delle elezioni amministrative, inizia la
bagarre delle candidature. Molti comuni cilentani rinnoveranno i consigli e tenteranno di scrivere una storia diversa, che
duri almeno un lustro. Partita la ricerca del candidato sindaco
ideale, quasi sempre rappresentante della “società civile”,
meglio senza storia politica, ognuno si attrezza come può, scegliendo tra il fior fiore dei professionisti, sperando che le scelte
si rivelino produttive sia per conquistare che per mantenere il
“potere”. Il solito teatrino cui abbiamo sempre assistito, colpi
bassi, delazioni, acquisti e defezioni, fa seguito alle operazioni
istituzionali; promesse mai mantenute e riproposte confidando
in un vuoto di memoria di chi ascolta, ponti d’oro per la comunità credulona. Si perde, così, di vista il “candidato”, la sua
capacità di amministrare con spirito di servizio e non con
asservimento a cricche varie, la sua volontà di consumare il
mandato in favore del bene comune e non di quello personale,
la determinazione di rinunciare a favori e privilegi per difendere la sua comunità, il coraggio di attestare in tutte le occasioni
autonomia e coerenza. Non vogliamo dire che non riusciamo a
trovare amministratori con queste caratteristiche,ma se nella
storia più o meno recente del Cilento ve ne sono stati,hanno
rappresentato una insignificante minoranza spazzata spesso
da interessi politico-criminosi che hanno consegnato il nostro
territorio a lestofanti e faccendieri nel più completo disinteresse della gente,troppo impegnata a superare il quotidiano
anche stringendo qualche mano sporca.
Nessuna meraviglia quindi, se il Cilento viene quotidianamente offeso da opere pubbliche inutili e mangiasoldi e se le
stesse vengono affidate a incapaci e disonesti che fanno lievitare i costi all’infinito; realizzazioni catalogabili come ecomostri, che sempre più spesso sfuggono all’agenda delle solite
organizzazioni ambientaliste, troppo occupate a conferire
interessati riconoscimenti a destra e a manca.
Tutto questo mentre i cittadini vengono da anni stritolati da
un protezionismo passivo del territorio e da strumenti urbanistici dissuasivi che favoriscono il proliferare dell’abusivismo e
ingrassano i soggetti di cui sopra.
Si vota a maggio, il mese delle rose, dire ribelliamoci forse è
troppo forte, ma almeno non nascondiamo la testa nella sabbia e se sembra superato battersi per un’idea, potrebbe essere
interessante alzare il vessillo di un progetto credibile per questa terra che da troppo tempo sembra maledetta.
I nostri giovani prima o poi ci rinfacceranno la nostra
vigliaccheria, distruggendo i comodi paraventi fatti di piccoli
interessi, intrisi di servilismo, dove nascondiamo o tentiamo di
nascondere l’abulia e la pigrizia mentale che molte,moltissime
volte ci rendono complici. Evitiamo di farci ricordare che maggio è anche il mese degli asini.
Corrado Lucibello
marzo 2011
Rifiuti speciali: discariche abusive
cronache cilentane primo piano
Il corpo forestale dello stato procede al sequestro di aree adibite alla gestione illecita di rifiuti speciali
2
Gli Agenti del Comando Stazione
Forestale di San Giovanni a Piro, unitamente al Comando Stazione di Teggiano e Sanza tutti alle dipendenze
del Coordinamento Territoriale per
l’Ambiente del Parco Nazionale del
Cilento e Vallo di Diano, nell’espletamento di un servizio finalizzato alla
prevenzione e repressione dei reati
ambientali, hanno scoperto in
loc.”Vallone dei Fornaci”” in agro di
Camerota (SA), in un area protetta di
pregevole interesse naturalistico ed
ambientale, lo smaltimento illecito
di rifiuti speciali pericolosi e non, in
due distinte aree ubicate a ridosso di
un importante bacino idrico quale è il
Vallone delle Fornaci.
Durante l’indagine condotta dagli
uomini del Corpo Forestale dello Stato è emerso che all’interno della prima area di circa 4000 mq erano stati
scaricati mc. 40 circa di rifiuti consistenti in materiale inerte contenente
bitume e coloranti, terriccio e pietrisco di varia granulometria; mc. 120 di
rocce provenienti da scavo e materiale litoide costituito da ghiaia di varia
granulometria; alcune carcasse di frigoriferi in disuso; rottami di scafi e
natanti in vetroresina e ogni sorta di
rifiuto speciale proveniente da diverse
attività artigianali e industriali il tutto
per complessivi mc. 200 più mc. 700
di terreno vegetale.
Accertato l’abuso, allo scopo di
evitare il protrarsi dell’attività illecita,
gli Agenti del Corpo Forestale dello
Stato hanno posto sotto sequestro
l’intera area, segnalando all’Autorità
Giudiziaria il Sig. D.L.A. di anni 48
V.Q.A..F. Ing. Fernando Sileo
per attività di gestione abusiva di
discarica di rifiuti speciali pericolosi e
non pericolosi, alterazione e modifica
non autorizzata dello stato dei luoghi
e deturpamento di bellezze naturali.
Nel secondo caso, a conclusione
di complesse indagini, gli Agenti del
Corpo Forestale dello Stato, hanno
scoperto, sempre alla stessa località e
posto sotto sequestro un intero sito,
di superficie pari a circa mq. 3000
destinato a discarica abusiva, che era
gestito in modo illecito dallo stesso
Comune di Camerota.
Infatti, si riscontrava, all’interno
dell’area, la giacenza di rifiuti speciali
pericolosi e non pericolosi, costituiti
da vasche in calcestruzzo destinate
originariamente ad un impianto di
depurazione, contenenti acque reflue,
attualmente non funzionante ed in
precario stato d’uso, un manufatto in
calcestruzzo di mq 40 circa, diversi
cumuli di rifiuti costituiti da bottiglie
in pvc, svariati pneumatici in disuso,
ritagli di pannelli di catrame, recipienti contenenti materiale bituminoso,
pannelli in legno in truciolato contenenti sostanze pericolose, residui
vegetali provenienti dalla potatura di
alberi, cassonetti in polietilene e in
ferro zincato, numero tre cassoni
scarrabili per autocarro. Il complesso
dei rifiuti posti sotto sequestro
ammonta a circa mc. 2000.
Dato l’ingente quantitativo dei
rifiuti sequestrati e la contiguità dell’area all’argine del fiume, è serio il
rischio di una grave compromissione
all’ambiente ed all’ecosistema.
Il sito tra l’altro si presentava in
un totale stato di abbandono e completamente privo dei previsti requisiti
di sicurezza, infatti, la recinzione in
più punti si presentava divelta ed il
cancello di accesso completamente
aperto, mentre non si riscontravano
adeguati sistemi di prevenzione
incendi.
Gli uomini del Corpo Forestale
oltre al sequestro hanno contestualmente segnalato all’Autorità Giudiziaria il Sig. D.P. di anni 60 in qualità di
responsabile del servizio Lavori Pubblici e R.S.U. del comune di Camerota, per attività di gestione illecita di
rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, per la violazione di norme in
materia paesaggistiche ed ambientali
e deturpamento delle bellezze naturali.L’intervento delle “giubbe verdi”
ha così consentito di spezzare le attività illecite e di disinnescare una grave aggressione all’ambiente, tenuto
conto che l’area è soggetta alla massima tutela paesaggistica ed ambientale nonché ricade in una Zona di protezione speciale per la tutela di habitat e di specie di fauna in via di estinzione, nonchè sull’argine di una
importante asta fluviale a circa mt.
200 dal mare.
Il CFS denuncia l’abusivismo: il Parco tace
Il Corpo Forestale dello Stato con le
stazioni di San Giovannia a Piro, Teggiano, Sanza e il C.T.A. di Vallo della
Lucania, coadiuvati e diretti dal Dr.
Fernando SILEO, hanno proceduto ad
individuare ulteriori abusi edilizi all’interno del Parco Nazionale del Cilento e
Vallo di Diano in zona di particolare
pregio naturalistico, situati in località
“Esca” del Comune di Camerota. Gli
Agenti Forestali hanno accertato che
all’interno del complesso turistico
denominato “Villaggio Eden” erano in
atto lavori “in corso”. Da successivi
accertamenti risultava che nel villaggio
turistico erano presenti più di quindici
manufatti edilizi, tutti realizzati abusivamente negli anni scorsi. In un altro
complesso turistico denominato “Cala
di Luna”, altre n°10 casette destinate
ad unità abitative per turisti risultavano prive di qualsiasi titolo autorizzativo.
A breve distanza dai gravissimi rilievi di abusivismo nell’area dell’Ex Club
Mediterranee di Palinuro, con il sequestro di un’area di circa 150.000 mq.,
pari alla superficie occupata da circa 40
campi da calcio, con oltre 120 unità
abitative rilevate attraverso un’intensa
attività di polizia marittima espletata
dalla Guardia Costiera di Palinuro,
prosegue senza sosta l’attività delle for-
aree protette di Legambiente Raia avevano salutato la nomina del Presidente
Troiano auspicando che egli continui “
nel Cilento la lotta alla cementificazione e all'abusivismo edilizio come fatto
sul Vesuvio”, aggiungendo “Questa
ripresa delle attività del Parco del
Cilento e Vallo di Diano, deve essere
uno stimolo per avviare un vero e proprio newdeal per le politiche della aree
protette” riferendosi esplicitamente
alla ”ripresa senza tregua la lotta all’abusivismo edilizio, alle cave e discariche abusive” . Si auspica che a seguito
di questo ulteriore accertamento, il
Parco intervenga od almeno assuma
una posizione chiara nei confronti di un
fenomeno senza sosta e che probabilmente solo l’azione del Parco potrà
arginare.
Domenico Nicoletti
ze dell’ordine per arginare l’abusivismo
edilizio nell’area del parco Nazionale
del Cilento e Vallo di Diano, un fenomeno che non vede tregua e che sta
assunto una dimensione non più sostenibili per l’area protetta più grande
d’europa.
Eppure le più recenti norme in materia di abusivismo edilizio nelle aree protette nazionali rafforzano e consolidano il ruolo e le competenze delle aree
protette riconoscendo non solo un fondo triennale straordinario per gli interventi di demolizione delle opere abusive, quanto l’acquisizione gratuita a
favore degli organismi di gestione o, in
assenza, dei comuni, delle stesse opere
abusive.
Ma il Parco tace o non assume alcuna
posizione, o almeno non appare. Eppure Il Presidente di Legambiente Campania Bonomo e il responsabile delle
Lutto
Pisani-Maggio
La direzione e redazione di Cronache Cilentane si associano al
dolore che ha colpito la famiglia
del genereale Domenico Pisani,
originario di Cannicchio, per la
scomparsa della sorella Carla.
marzo 2011
Castellabate
L’ultimo testo a stampa del professor Amedeo La Greca, dedicato alle
vicende del monastero di Santa Maria
de Gulia e dei suoi domini in epoca
medievale – di seguito vi proponiamo
un ampio resoconto –, è stato presentato lo scorso 14 febbraio, a Castellabate, negli eleganti ambienti del rinnovato Castello, in occasione dell’8ª
edizione della “Settimana della Cultura”, svoltasi dal 12 al 20 dello stesso
mese.
Alla manifestazione hanno preso
parte il professor Costabile Maurano
(Sindaco di Castellabate), la dottoressa Paola Piccirillo (Assessore alla Cultura del Comune di Castellabate), il
professor Gennaro Malzone ed il dottor Antonio Migliorino. Presente l’Autore, che ha concluso i lavori.
*****
Dopo il libro «Ogliastro Marina e
Licosa. Note di storia antica e medievale. Fonti letterarie, archivistiche e
bibliografiche», scritto con Fernando
La Greca, dato alle stampe lo scorso
anno e presentato in occasione della
7ª edizione della “Settimana della
Cultura”, Amedeo La Greca è tornato
ad indagare tra le ingiallite carte dell’Archivio della Biblioteca Statale del
Monumento Nazionale della Badia di
Cava de’ Tirreni, alla ricerca di materiale inedito. Nonché a soffermarsi, di
nuovo, sui principali documenti editi
– contenuti in volumi facilmente reperibili e di accreditata consultazione –,
procedendo, così, ad una rilettura
degli stessi, eseguita «con diversa
sensibilità».
Da questa complessa operazione di
riscontro, di comparazione e di analisi
delle fonti, tutte risalenti al periodo
medievale, è nata la pubblicazione
«Santa Maria de Gulia. Il monastero,
le chiese e l’ambito territoriale in
“finibus Lucanie”. Note di storia
medievale su una prestigiosa dipendenza benedettina», diffusa – come il
precedente lavoro – dal Centro di Promozione Culturale per il Cilento, di
Acciaroli, il cui catalogo editoriale
conta, ormai, centinaia di libri dedicati a luoghi, vicende e personaggi
cilentani.
Il volume – con copertina e quarta
di copertina impreziosite da immagini
fotografiche suggestive ed emblematiche sotto l’aspetto evocativo e del
significato iconografico – conta 79
pagine, le quali ne fanno un saggio
ricco di testimonianze di derivazione
cavense, che vanno dal X al XIV secolo, riguardanti, nello specifico, il toponimo «Gulia» e gli avvenimenti riconducibili alla costituzione delle pertinenze terriere, marine e canoniche del
vecchio monastero di «Santa Maria
ad Gulie», detto, poi, «ad Guliam» e
«de Gulia» .
Cellula monastica, questa appena
citata, che all’indomani del suo definitivo tracollo, registratosi sul finire
del XII secolo, e dopo oltre cento anni
di assenza di riferimenti scritti negli
atti ufficiali del tempo, diede il nome
all’attuale chiesa di Santa Maria de
Gulia, identificabile con quella intitolata all’Assunta. Trattasi della nota
parrocchiale di Castellabate, la quale,
in un recente passato, è stata elevata
dalle autorità ecclesiastiche a Basilica
Pontificia Minore.
Amedeo La Greca la ripercorre
tra documenti inediti e scritti editi
Verosimilmente, il vetusto monastero, inglobante una chiesa e posto
vicino ad un piccolo villaggio, sorgeva
– come spiega l’Autore – in una zona
fertile, nei pressi del luogo dove ora si
erge l’edificio sacro dedicato all’Annunziata, cioè a breve distanza dall’odierna frazione San Marco. Tra i suoi
“legati” rientravano i terreni pianeggianti della piana di San Marco, all’epoca rientranti nei confini del Gastaldato di Lucania, il non lontano approdo marino, da riconoscere nella strut-
tura greco-romana, ed una seconda
chiesa, da posizionarsi nei limiti della
località oggi denominata Torretta.
Il libro, che si apre con la presentazione del Sindaco di Castellabate,
professor Costabile Maurano,
e che prosegue con la premessa e l’introduzione,
entrambe curate dall’Autore,
sviluppa la tematica in quattro capitoli.
Nel primo, «Gli albori di
una vicenda plurisecolare», il
Nostro, con la competenza e
lo scrupolo che gli sono congeniali, “scandaglia” una
pergamena cavense del 980,
nella quale si parla per la prima volta del “loco” «ad
Gulie» e dove, tra l’altro, trova menzione detto monastero. Nominato, per l’appunto,
con la specificata attribuzione
toponomastica.
Dalla lettura di queste prime pagine vengono fuori
anche elementi di delimitazione territoriale, notizie circa
l’ubicazione del sito interessato ed il ruolo svolto, in
zona, da alcuni cittadini di
provenienza atranese. «Tracce della più antica documentazione»,
invece, è la testata che contraddistingue il secondo capitolo. In esso, grazie all’ausilio di ulteriore incartamento, che va dalla seconda metà dell’XI
secolo ai primi anni del XII secolo,
l’Autore delinea vicende complementari che si legano non solo al mona-
Al teatro S. Carlo di Napoli
un direttore cilentano
IL MAESTRO SALVATORE CAPUTO AMMETTE CHE LA
PASSIONE PER LA MUSICA GLI E’ STATA TRASMESSA
DALLA BANDE MUSICALI
DURANTE LE FESTE PATRONALI
Davvero il Cilento è anche terra di
musicisti. Non mancano compositori,
direttori d’orchestra e ora la soddisfazione di avere al Teatro San Carlo di
Napoli quale direttore del coro un cilentano, precisamente il maestro Salvatore
Caputo. Giovanissimo, ha 36 anni, il
musicista è nato a Policastro ed ha avuto già la soddisfazione di dirigere un
coro a Buonos Aires dopo aver fatto
esperienza come secondo maestro a
Cosenza e poi a Firenze.
La passione per la musica l’ha avuto
fin dall’infanzia , sempre vicino al palco
in occasioni delle feste patronali per
seguire i concerti delle bande musicali.
Quelle bande che ,in occasione della
festa del Santo Patrono, facevano la
gioia di tutti. In verità in molti paesi la
tradizione resiste. In altri la mania del modernismo cerca di evitare il
concerto della banda dopo la processione. E’ di moda la frase “ la
musica non la capisce nessuno” , come se poi ci fossero intenditori
nel seguire i gruppi di musica leggera...
stero, ma che conducono anche alle
sue varie annessioni immobiliari, definendone – sempre nei limiti dell’indagine storico-archivistica – le demarcazioni territoriali.
Le attestazioni esaminate hanno
portato il La Greca ad identificare
anche la seconda chiesa, che, secondo le sue informazioni e come specificato pocanzi, doveva trovare allocazione in prossimità dell’attuale bivio
della Torretta (frazione San Marco).
Gli avvenimenti del XII secolo
descrivono «Un nuovo corso», come
giustamente qualifica il terzo capitolo, fatto di accadimenti di considerevole importanza per il territorio, il
quale, recependo un progetto di fortificazione voluto dalle autorità regie,
fa evidenziare, nei suoi luoghi, elementi di assoluta novità in termini
architettonici e di gestione amministrativo-religiosa.
In questo contesto temporale, conseguente alla concessione del 1123,
fatta dal duca Guglielmo all’abate di
Cava, s’inseriscono due forti connotati, essenziali sotto il profilo storico e
da leggere anche in prospettiva futura. Ovvero: la figura di San Costabile
Gentilcore, abate cavense, ed il ruolo
svolto dal «Castello di Sant’Angelo»,
poi divenuto «dell’Abate», che, da
questo momento, diventa il nucleo di
attrazione del circondario. Difatti, in
virtù di ciò, le già ricordate pertinenze
non trovarono più rapporto con «Santa Maria de Gulia», bensì – avendole
assorbite – con il nascente «Castellum».
Infine, il quarto ed ultimo capitolo,
dalla categorica intitolazione: «Verso
il tramonto». Qui l’Autore, nel rimarcare il «silenzio» calato sul toponimo
«de Gulia», che per certi versi caratterizza il XIII secolo, analizza due
diplomi del secolo successivo (XIV). Si
tratta di un carteggio che egli definisce di «estremo interesse» per la sua
ricostruzione storica.
Dopodiché trovano spazio due
paragrafi, che concludono la trattazione. Nel primo, che ha come appellativo «Un toponimo sopravvissuto al
mito», il La Greca, attraverso le comparazioni del termine, affronta il
“registro semantico” del nome del
luogo; nel secondo, «Una nota sulle
origini della chiesa di Santa Maria
Assunta di Castellabate», offre, invece, una disamina sulla genesi dell’edificio di culto, alla luce di una sua proposta di lettura archivistica.
Il volume – realizzato con il contributo del Comune di Castellabate – si
chiude con un’appendice documentaria che richiama i ventisei atti consultati, i quali vanno dall’anno 980
all’anno 1362. Gli inediti sono riportati in forma integrale, nella trascrizione di padre Simeone Leone.
Corredano il componimento varie
illustrazioni, sia cartografiche che
fotografiche, riferite ai principali luoghi citati.
Le note a piè di pagina – che forniscono anche abbondanti segnalazioni
bibliografiche – e le didascalie alle
immagini rappresentano, per le informazioni in esse contenute, un ulteriore contributo di nozioni.
Antonio Migliorino
cronache cilentane terza pagina
L’avvincente “storia” di Santa Maria de Gulia
3
marzo 2011
Ritorna la fiera della pirotecnia "Fireworks",
dal 1° al 3 aprile a Vallo della Lucania
cronache cilentane iniziative
È il luogo dove le emozioni
prendono la forma di mille
luci colorate che, sapientemente create dall'estro e dalla tecnica dei maestri pirotecnici, disegnano nel cielo suggestivi tracciati obbedendo al
comando delle più moderne
apparecchiature, magari al
ritmo di indimenticabili
colonne sonore. Ma è soprattutto una vetrina internazionale delle attrezzature e dei
4
prodotti della filiera pirotecnica, che promuove il “made
in Italy” in un settore cruciale
per l'economia del Belpaese
e catalizza, puntualmente,
l'attenzione del mercato estero con espositori provenienti
da tutto il mondo, soprattutto dai Paesi in cui è maggiormente diffusa la tradizione
dell'arte pirotecnica.
Dopo alcuni anni di sosta,
ritorna a Vallo della Lucania
l'atteso appuntamento con la
pirotecnia. La sesta edizione
della fiera "International
fireworks fair" si svolgerà dal
1° al 3 aprile 2011 nei padiglioni espositivi di località
Badia.
Protagoniste saranno le più
avanzate tecnologie pirotecniche, affiancate da un ricco
programma di eventi, dimostrazioni, workshop tra la
domanda e l’offerta,
approfondimenti tecnicoscientifici e legislativi. Come
da tradizione, infatti, l'esposizione si alternerà agli spettacoli dimostrativi sia serali
che notturni delle ditte presenti negli stand.
Forte del successo delle
scorse edizioni e alla profonda rappresentatività di comparti chiave per la pirotecnia,
"International Fireworks
Fair" è una fiera internazionale dedicata agli operatori
professionali, dove si presentano le ultime novità per la
filiera dei fuochi d'artificio,
con le aziende più importanti
del comparto. È, però, anche
l'occasione di incontro e
dibattito su tematiche cruciali
per un mestiere entusiasmante e cerativo, ma anche estremanente delicato e che, per
questo, richiede estrema professionalità e prudenza nel
maneggio e nella preparazione delle polveri piriche.
Un'attenzione costante alla
sicurezza, che coinvolge
anche i piccoli e grandi fruitori dei giochi pirici e, per
questo, si rivolge con seminari tematici alle scolaresche
per imparare a prevenire gli
incidenti una corretta istruzione alla prevenzione.
Un appuntamento, insomma, dalle molte sfaccettature
e che si innesta nell'ottica di
un rilancio di un settore
importantissimo per l'economia italiana, in cui si combinano creatività e tecnica per
dare corpo a quei suggestivi
mix di luci, forme e colori
che, intrecciandosi di notte
nel cielo, assumono i toni
della magia.
Orario fieristico:
venerdì dalle 16 alle
20, sabato e domenica
dalle 10 alle 21.
Vallo: una migliore pianificazione del territorio
Si è tenuto ieri un interessante
incontro sul Piano Urbanistico Comunale (PUC) di Vallo della Lucania, promosso dal movimento "Liberi è più
Bello" , presentato da Antonio D’Agosto e dall’Ing. Aniello Santolo. Su
questo “FANTASMA” si sono sviluppate argomentazioni tecniche e culturali attinenti la necessaria concretezza
dell’argomento che come sempre viene assunto dalla collettività a cose
fatte.
Il dibattito ha visto gli interventi di
tecnici e addetti ai lavori, che oltre a
delineare un quadro di
indirizzo qualificante al futuro della
città, e alla necessaria prospettiva
delle sostenibilità ambientale ed energetica, hanno posto l’attenzione sui
costi della pianificazione e sul livello
gestionale della programmazione riferendosi alla grave situazione delle lottizzazioni del vecchio PRG ed in parti-
colare della cessione delle aree urbanizzate.
I costi di un Piano e la loro gestione
sono elementi seri e preoccupanti che
a Vallo della Lucania, si uniscono ai
fallimenti del vecchio PRG che avrebbe dovuto far crescere la città di circa
12 mila abitanti e che invece ad oggi
registra un decremento abitativo sempre più pesante rispetto alla data di
elaborazione del piano (1986).
E allora come ha affermato il Segretario cittadino del PD Maurizio Puglisi, gli errori del passato vanno letti e
soprattutto non ripetuti. Evidentemente è necessario un dialogo prima
dell’adozione di qualsiasi atto che
faccia capire alla città come evitare
gli errori del passato e guardare con
maggiore serenità e spirito di comunità al futuro.
Di fatto manca alla cittadina Vallese un dibattito serio e soprattutto il
rispetto di tutte le norme che attengono ad un processo PARTECIPATO
che potrebbero sancire la nullità di
qualsiasi atto amministrativo in spregio ai più basilari ed elementari principi dalla legge regionale in materia.
Ma oltre a questi aspetti tecnici,
pure affrontati nel dibattito, rimane
per la città, l’assenza di un quadro di
programmazione che sappia cogliere
il ruolo di Vallo nella prospettiva territoriale non solo nel quadro della pianificazione sovracomunale, ma
soprattutto in relazione al territorio
limitrofo che vede ad oggi Vallo della
Lucania fuori da tutti i processi di
aggregazione e partecipazione, sia a
livello politico che programmatico.
Vallo è esclusa dalla recente Unione
dei Comuni, (ormai un obbligo di legge su alcuni basilari servizi) che ha
visto recentemente uniti i Comuni di
Castelnuovo Cilento, Gioi, Moio della
Civitella, Omignano, Orria, Perito,
Salento, Sessa Cilento e Stella Cilento
, dalla gestione del Gruppo di Azione
Locale che aveva in Vallo la sede operativa nella precedente edizione, dal
Parco del Cilento dove pure contava
un suo rappresentante politico, dall’ASL e dall’Ospedale, dal Consac
come dal Patto territoriale, oltre che
da tanti organismi decisionali ed operativi del territorio cilentano.
E allora sul PUC, Vallo merita più
dialogo prima che il PUC venga adottato, Vallo merita di conoscere bene
lo strumento che ne vincola il suo
futuro, Vallo merita più protagonismo
e partecipazione, Vallo merita più
democrazia e trasparenza per non
essere poi tacciati di menefreghismo
e disfattismo.
Per contatti: http://vallomeritadipiu.myblog.it/
Pisciotta / Festa votiva in onore di S. Sofia
Pisciotta si ferma per la festa votiva della protettrice S. Sofia che cade il 21 di febbraio. Tutto risale all’otto febbraio del 1897, quando un intero paese
ridotto alla fame e alla più squallida miseria, causa una quarantina di giorni di pioggia ininterrotta, pensò di riunirsi in Chiesa a pregare e di conseguenza
di portare in processione la vedova e martire, S. Sofia, nonché protettrice del borgo cilentano. Ed ecco il miracolo che riportiamo con le parole uscite sulla
stampa dell’epoca, e per la precisione sul numero 9 del settimanale “L’Amico delle Famiglie”, che veniva stampato a Genova da poco meno di venti
anni:” non appena iniziata la processione e la statua arrivata sul limite della Chiesa, il tempo in un istante si mutò, i venti boreali cominciarono a spirare,
la pioggia del tutto finì, ed il cielo era già sereno quando la processione fu di ritorno. Oh allora si che nel volto di tutti ritornò la pace e la gioia, e tutti
commossi e stupiti per si gran benefizio, e profondamente riconoscenti, Le resero grazie con una solenne festa di ringraziamento che venne celebrata con
la massima pompa domenica 21 febbraio”. Tutto ciò firmato da ben ottantotto testimoni, cioè da tutte le classi sociali della popolazione. Il 1911 a ricordo
di tale miracolo il parroco pisciottano, don Pasquale Mautone, compose una straordinaria canzoncina che in alcune strofe, recita così:” Il cielo è nero, là
da levante, la pioggia cade, scroscia abbondante…l’agricoltore è sulla soglia, mira pensoso con cupa doglia, tutto è finito sudori al vento, diman la prole
io nutro a stento; il popol tutto nel tempio accorso, chiede a Sofia il suo soccorso…, ecco a la vista della gran Santa, il sole brilla, il cielo incanta… in te
s’affida la gente pia, te sola invoca, Santa Sofia”. Pisciotta festeggia la sua protettrice anche il 30 di settembre che è il giorno della sua ascesa al cielo e
quel giorno, il parroco benedice l’acqua, che i fedeli utilizzano in varie occasioni.
Nicola De Feo
marzo 2011
Pregevole monografia di Domenico Chieffallo
n nuovo capitolo sulla storia
del brigantaggio meridionale,
in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, con l’attenzione focalizzata, questa volta, sulle donne. La
monografia, dal titolo “Le brigantesse nel Cilento”, edita dal “Centro di
Promozione Culturale per il Cilento”
di Acciaroli, è il frutto di accurate e
approfondite indagini etnografiche e
storiche, condotte, con il consueto
rigore di studioso meridionalista, da
Domenico Chieffallo, noto ed apprezzato autore di numerose opere sul
Mezzogiorno e sul Cilento in particolare. La storia delle donne dei “briganti” è una tragedia ingiustamente
e colpevolmente dimenticata. La storiografia del Risorgimento le ha quasi
sempre bollate come ”drude”, donnacce, occupandosene solo per soddisfare la curiosità volgare e pruriginosa dei lettori di romanzi popolari. Ma
chi si accosta oggi alle brigantesse
con obiettività e serietà d’intenti non
può che scorgervi la sofferenza dell’altra metà del cielo delle popolazioni
del Sud. Ci furono donne che insorse-
U
ro in armi, accanto ai loro uomini,
altre li seguirono nella latitanza, altre
ancora li fiancheggiarono procurando
loro l’essenziale per la vita alla macchia. Abili e furbe, leste di fucile e di
coltello, coraggiose, “pasionarie”,
eroiche, sempre pronte ad affrontare
qualsiasi rischio, sottomesse ma
anche indipendenti e libere, spesso di
passare anche da un letto all'altro,
furono sempre fiere di combattere per
se stesse, per i propri uomini, per la
propria terra e per l'indipendenza del
Sud. Ma se il brigantaggio fu anche
un movimento politico-sociale di reazione ad una condizione di violenza e
di oppressione, il brigantaggio femminile fu visto anche come una prima,
forte ribellione allo stato di soggezione delle donne meridionali oltre che
come un moto di protagonismo e di
protezionismo per il riscatto dei propri
figli e dei propri uomini e per la rscossa politica, sociale ed economica del
Sud. Donne e brigantesse, non dedite,
dunque, solo ai fornelli ed al letto, ma
attive e protagoniste di un moto rivoluzionario. Protagoniste straordinarie
in battaglia, mostrarono intelligenza e
scaltrezza nei tribunali. Seppero
affrontare le sevizie, le crudeltà, il
martirio e andarono incontro alla
morte con grande dignità, rendendo
memorabili le loro testimonianze. Riuscirono a guadagnarsi l'ammirazione
della gente del Sud Italia e lasciarono
un indelebile ricordo nell’immaginario
collettivo popolare. Nella sua pregevole monografia Domenico Chieffallo
ha tracciato, in quindici capitoli, una
splendida, esauriente ed affascinante
storia delle brigantesse, analizzandone, con fine indagine psicologica, i
vari aspetti della personalità, del
carattere e del complesso mondo
interiore, a partire dalla loro condizione di donne contadine, di lavoratrici,
di figlie, di mogli e di madri. Domenico Chieffallo inizia il suo viaggio partendo dalla realtà rurale del territorio, dalle origini e dalla natura del
brigantaggio femminile nel Cilento,
percorrendo, poi, tutta la variegata e
complessa evoluzione della figura
della donna nel lungo, tormentato e
contraddittorio fenomeno del brigantaggio meridionale. Un’opera, quella
di Chieffallo, di fondamentale importanza per la storia del Sud, che si
inserisce in modo perfetto .nelle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia.
Angelo Guzzo
della Lucania
Lo sposalizio cilentano 8 marzo 2011Vallocon
Luisa CAVALIERE
e i suoi “ANTICORPI”
Quant'era bella a Zita cilentana
quanno co velo iango assìa la porta;
era a lo braccio re lo patre anziano
e per la gioia sparavano li botte.
tra lanci re combietti e cannellini,
tutti accuglìano menole assai
gustose,
ca gioia re li grandi e i ragazzini.
Poi a la chiesia ia accompagnata
ra lo zito e li parienti a coppie
e la gente ca la fonestra stia affacciata,
sbattìa le mano e menavano li combietti.
Poi li balli tutta la serata:
mazurche, valzer e quadriglie;
la gente era felice entusiasmata
e chiù de tutti li sposi e le famiglie.
A la porta re la chiesia consegnata,
a lo sposo bello e assai felice,
e nella chiesia sempe assai affollata
tutti condenti li parienti e amici.
Quanno la gente poi lassava la
casa,
visitavano lo lietto re li sposi
ornato re combietti e sciuri rosa
co scritte d'auguri "siate felici".
Quanno la cerimonia era fernuta,
li sposi assiano nsiemi a braccetto,
la gente fore tutta entusiasmata
sbattìa le mano e menavano li combietti.
Li sposi soli erano lasciati
e mentre ca stiano pe trase into a lo
lietto,
sentiano ra fore na serenata
e lo core re facìa sbatte into a lo
pietto.
Poi la festa a casa re li ziti
co rosolio e dolci fatti in casa,
li nonni accanto ai sposi assai puliti
co tutti li parienti a fa la foto.
Poi nella notte scura e silenziosa
parole dolci appena sussurrate,
all'uomo si stringeva la dolce sposa
e si donava all'uomo tanto amata.
Poi lo primo ballo re li sposi,
Lucio Isabella (il "ribelle")
Nei dialoghi di Luisa Cavaliere
con Emma Dante, regista, palermitana, autrice, attrice di talento e con
Rossella Pastorino giovane scrittrice
calabrese di romanzi e racconti, si
incrociano tre donne del Sud, che
con determinazione si oppongono a
quel male assoluto che sono le
mafie con il loro fare cultura, e
facendo questo, “mettono in circolo
nel corpo malato del territorio ciò
che può contrastare l’infezione”.
Il Comune di Vallo della Lucania,
e l’Associazione ASPASIA hanno
organizzato l’8 marzo una interpretazione dei dialoghi, grazie al contributo della Associazione Culturale
Officina Teatrale/ laboratorio teatrale permanente, con la presenza dell’autrice intervistata da Nicola Nicoletti, si rifletterà sulle atmosfere e i
contesti nei quali questi dialoghi si
sono svolti, le aspettative e i risultati degli stessi.
“Anticorpi” dice Luisa Cavaliere,
“nel doppio senso di ciò che si
oppone e resiste alla malattia e,
insieme, di corpi usati nella loro singolare, irripetibile vicinanza alle
parole, nel loro essere causa prima
di pensiero e del suo, a volte, inspiegabile, procedere”.
Tre donne d'insolita straordinarietà che mettendo insieme un tavolo con tre sedie riescono a fondere,
identità e differenze, parole e pensieri sulla loro terra, sul senso di
dignità, sulle loro scritture, sui sentimenti e la ragione che vorrebbe
guidarli, su ricchezza povertà, vecchiaia e giovinezza, sul partire dal
Sud e sul restarci.
“Ma l’identità meridionale è una
condanna. Se nasci lì e difficile non
dover scendere a compromessi ed è
difficilissimo sottrarsi alla regola del
silenzio. Sei colluso anche solo perché non denunci. Ma denunciare
significa martorizzarsi. Ti si chiede
di fare l’eroe. Perché a Milano si
può semplicemente essere un uomo
o una donna e a Napoli o a Locri
devi essere un eroe?”, afferma
Rossella Pastorino nel suo dialogo
con Luisa Cavaliere che chiosa
“Come se a noi meridionali fosse
negata la poesia, la gioia di guardare, la bellezza”. Ma la speranza e
la gioia che traspare dal libro di Luisa Cavaliere è nella contestualizzazione di tre vite specchiate l'una
nell'altra nel segno della bellezza,
capaci di svelarci gli “Anticorpi” ,
contro le abiezioni del nostro presente.
cronache cilentane la nostra storia
Le brigantesse del Cilento: angeli e dèmoni
5
marzo 2011
Sessa Cilento
cronache cilentane promozioni
Il premio «Cilento, tracce d’autore» a Mario Romano
6
Nel corso di una suggestiva cerimonia, tenutasi lo scorso 12 febbraio, a Sessa Cilento, presso la
sala convegni del Centro sociale
polifunzionale, è stato consegnato
il premio internazionale «Cilento
Tracce d’Autore», sezione «Percorsi d’arte». Destinatario dell’ambìto
riconoscimento è stato il maestro
Mario Romano.
La manifestazione, avvenuta alla
presenza delle autorità cittadine e
di un caloroso pubblico – scroscianti gli applausi degli astanti al
momento del conferimento della
benemerenza –, ha fatto da cornice alla mostra: «Un viaggio nell’anima e nelle opere di un pittore
del nostro Cilento». Rassegna protesa a far conoscere le più significative tele dell’artista gioiese.
Quadri in cui “vivono”, in un
gioco tra realtà e finzione, non
solo personaggi del suo e del
nostro tempo, che appartengono,
cioè, al vissuto giornaliero e consuetudinario di ognuno di noi, ma
anche armonici paesaggi campestri e collinari, intrisi di fresca
vegetazione e di sinuose movenze
di animali al pascolo, o eterni cantoni di paese, dalle corruganti pro-
All’illustre pittore di Gioi il riconoscimento
per il talento e la creatività
spettive architettoniche, fatte di
pietra viva e malta paglierina.
Angoli di “paradiso” terreno nei
quali gli stessi interpreti si muovono allo scandire ritmato della vita.
I suoi sono i luoghi dell’intimo e
del manifesto. Sono gli scorci, vezzosi ed ameni, sobri e solari, della
propria terra, quella del cuore, che
egli ama in modo profondo e smisurato, tanto da definirla – caricandola di attributi filiali –
«madre di un popolo antico». E
difatti, le sue virtuose ed aggraziate pennellate, protese a configura-
re ammalianti geometrie cromatiche, la esaltano e la osannano con
garbo reverenziale, impressionandola in fulgidi capolavori, che
appaiono all’estasiato osservatore
come istantanee dalla puntigliosa
bellezza evocativa.
La vetrina espositiva, allestita
dall’8 al 13 febbraio, ha visto l’intervento di numerosi visitatori,
nonché la partecipazione degli
alunni e degli insegnanti della
Scuola Primaria di San Mango e
della Scuola Secondaria di I grado
di Sessa Cilento. Proprio con
costoro, il “Pittore di Gioi” –
com’è pure conosciuto il maestro
Romano – si è intrattenuto parlando di Tecnica di realizzazione delle
opere d’arte e di Linguaggio pittorico. Argomenti che ha sviluppato
con passione e competenza,
facendo spesso riferimento alla
sua esperienza di artista, costellata di tanti successi, non solo
nazionali.
Un genio creativo che vanta una
numerosa produzione, fatta non
solo di dipinti su tela, dove spiccano – come dicevamo – «il realismo» delle persone e dei panorami rappresentati, ma anche di pitture sacre, molte delle quali eseguite in chiese e cappelle cilentane. Tra quest’ultime, a buon titolo,
rientra il bozzetto ad acquerello
utilizzato dalla committenza per la
realizzazione del monumentale
pannello ceramico – «Benvenuti
nel Cilento terra di Maria» – collocato, lo scorso anno, a Ponte
Barizzo, lungo la strada statale,
nei pressi del ponte sul fiume Sele,
ed inaugurato, con un solenne
rito, da monsignor Giuseppe Rocco Favale, Vescovo di Vallo della
Lucania.
La kermesse pittorica di Sessa
Cilento, rientrante in un più ampio
cartellone di appuntamenti allestito dalla Civica Amministrazione e
messo in atto grazie al «Programma di Sviluppo Rurale PSR Campania 2007/2013», ha coinvolto, nell’organizzazione,
l’agenzia
“Publart Eventi”, che ne ha brillantemente curato la direzione
artistica.
Antonio Migliorino
Carnevale Asceoto 2011
vacanze da poter sottoporre all’attenzione di ipotetici turisti a breve raggio
dell’ interland Salernitano e Campano.
Diversificare e destagionalizzare
l’offerta turistica si ottiene creando
eventi che invogliano a scegliere una
località, tipicamente balneare ,in
periodo dove la risorsa mare non è
fruibile , con opportunità di conoscenza del territorio e condivisione di
momenti culturali e gastronomici tipici.
XIII settimana della Cultura 09-17 aprile 2011
«Il Vallo in Bianco e Nero. La
fotografia nel Vallo di Diano tra
tradizione e modernità»
L’ Associazione Carnevale Asceoto,
con il patrocinio del Comune di
Ascea, in collaborazione con la Pro
loco di Ascea, e associazione I Focei,
ha organizza l’edizione del carnevale
Asceoto 2011.
La manifestazione imperniata sulle
sfilate dei Carri realizzati sapientemente da artigiani di Ascea collaborati da entusiastici ragazzi di tutto il
territorio Comunale, ha visto vede il
suo apice nelle sfilate di Domenica 6
marzo in Ascea Marina e Martedì 8
marzo in Ascea Capoluogo.
Una tradizione dice, il Presidente
della Pro Loco di Ascea Geom. Giancarlo Avossa, che risale alle prime
spontanee manifestazioni degli anni
60-70 , dove singole mascherine e
gruppi più o meno organizzati si
davano spontaneo appuntamento nel
martedì grasso giorno votato per
antonomasia al divertimento.
La Pro Loco in anni successivi raccolse la volontà di far divenire un
momento goliardico in manifestazione da offrire a turisti e residenti in
modo organico. Memorabili le edi-
zioni degli anni 80 dove per coreografie e partecipazione ai più sembrava di essere in altre realtà carnevalesche di maggiore richiamo nazionale.
Ad un periodo di fisiologico appannamento si arriva ai nostri giorni
dove l’esigenza di strutturarsi in
evento fisso, fa nascere l’associazione
Carnevale Asceoto e per le tradizioni,
un manipolo di volontari che spende
il suo tempo per dare al Comune, il
meglio in organizzazione realizzazione del Carnevale.
Nel solco di momento di Cultura
abbinata al divertimento si inserisce
sabato 5 marzo presso Palazzo Ricci
di Ascea Capoluogo la rappresentazione teatrale Quannu “Berta Filava…. Filava pure Vambaredda” libero adattamento tratto da : Finestra
Aperta su Ascea del prof. Antonio
Rizzo, sceneggiata e diretta da Maria
Cardillo.
Un Carnevale quello del 2011 , che
il presidente della pro loco Avossa
senza mezzi termini ha definito un
evento utile dal punto di vista turistico da offrire come mini pacchetto
Si rinnova anche quest’anno,
dopo il successo dello scorso anno,
l’appuntamento con la settimana
per la Cultura, prevista dal MiBAC
per il 9-17 aprile 2011. Il secondo
appuntamento nel vallo di Diano,
promosso dal Ministero attraverso
le Soprintendenze Archivistica e
BSAE in collaborazione con gli Enti
pubblici, locali e le associazioni
territoriali, anche quest’anno punta l’attenzione sulle raccolte e
sugli archivi fotografici. La mostra
fotografica, mirante all'individuazione e alla salvaguardia di una
parte del patrimonio culturale in
estremo pericolo di perdita, si articolerà in tre momenti espositivi
che toccherà alcuni dei paesi posti
a sud del vallo di Diano, ed esattamente:
a Padula, presso la sede operativa del Consorzio di Bonifica del
vallo di Diano ubicata in contrada
Caiazzano. Qui, la mostra fotografica, composta da foto tratte dall’archivio dell’Ente e per la prima
volta esposte, sarà incentrata sul
paesaggio e le sue trasformazioni.
A Buonabitacolo, presso la
Biblioteca comunale, dove attraverso fotografie private, si metterà
in risalto la famiglia e le sue trasformazioni.
Ed infine a Montesano sulla
Marcellana, dove nel restaurato
convento di sant’Antonio ai cappuccini, destinato dall’Amministrazione comunale ad ospitare una
sezione del Museo Didattico della
Fotografia (MUDIF) nel Vallo di
Diano, sarà allestita la mostra dal
titolo “verso il Museo della fotografia del Vallo di Diano”.
Il giorno 16 aprile 2011, si presenterà al pubblico il protocollo di
intesa stilato fra tra il Comune ed il
MUDIF per la realizzazione dell’importante struttura culturale dedicata alla tutela, conservazione, studio
e valorizzazione del patrimonio
fotografico.
Giuseppe Aromando
marzo 2011
A Vallo della Lucania occorre
creare occasioni di crescita culturale
"Dedico questo messaggio
soprattutto ai più giovani tra noi,
che vedono avvicinarsi il tempo delle scelte e cercano un'occupazione,
cercano una strada. Dedico loro
questo messaggio, perché i problemi che essi sentono e si pongono
per il futuro sono gli stessi che si
pongono per il futuro deH'Italia".
Così il Presidente della Repubblica,
Giorgio Napolitano, ha aperto il tradizionale messaggio, a reti unificate,
di fine anno.
Dalla massima autorità della
Nazione, al locale, questa dedica mi
porta alla mente un breve ma efficace sondaggio di fine anno che la
TV locale ha dedicato alle aspettative dei vallesi per il 2011, la maggior
parte degli intervistati, saggiamente, ha rivolto il suo augurio per i
giovani, come una gentilissima
signora intervistata che affermava
"non dico nulla di nuovo nell'augurare che l'attenzione per il 2011
deve essere verso i giovani e il loro
futuro". Ma di rilevante interesse, la
chiarezza delle idee e delle argomentazioni relative alla migrazione
giovanile, alla vocazione di Vallo per
la cultura e la responsabilità
ambientale, oltre, ad una cospicua
dose di sollecitazioni (talvolta pessimiste) verso le responsabilità della
politica e dei suoi rappresentanti. E'
evidente il livello di aspettativa e di
prospettiva, è palese e chiaro, ma
stranamente come nel nostro paese
che ha un immenso patrimonio culturale ed ambientale l'investimento
di idee, progetti, ma soprattutto
economico è sempre pari allo 0,0.....
Da ormai troppi anni auspico,
umilmente, che Vallo (tutta) si dia
uno scatto di reni verso un modello
di sviluppo organicamente orientato
a supportare la mole di docenti e
studenti delle scuole medie e superiori che ogni giorno raggiungono la
città, veri e propri giacimenti, risorse
creative e innovative meritevoli di
progetti di aggregazione, crescita e
consapevolezza. Ricordo che negli
anni '80 agli atti del Comune, in
stretta cooperazione con gli amministratori di allora, depositai un
grande progetto allocato nel triangolo tra Novi Velia, Massa e Vallo
intitolato la "Città dei Giovanf (multisala cinematografica, un padiglione centrale con auditorium e centro
congressuale, incubatori di impresa,
laboratori di ricerca, museo, biblioteca, mediateca, discoteche, orto
botanico, bar, ristoranti, parcheggi
ecc.), troppo ambizioso e costoso mi
dissero allora, oggi questo progetto
è in corso di realizzazione a Baronissi (SA). Ho proseguito nell'intento e tra le tante cose per Vallo, nel
ruolo di direttore del Parco del
Cilento, ho proposto e permesso
(trovando i finanziamenti), che venga realizzato il più grande "Centro
sud della nostra Regione (progetti e
programmi vincitori di Award di
Qualità e inseriti nel Circolo delle
Qualità Italiane del Dipartimento
dello Sviluppo della Presidenza del
Consiglio dei Ministri Italiana). E' in
questa direzione che dovevano,
devono e dovranno essere diretti gli
sforzi della nostra città futura. Vallo
merita di più, è dunque un augurio
affinchè le occasioni di crescita culturale e di rilancio della creatività e
genialità dei nostri giovani possa
diventare, priorità, opportunità e
lavoro.
Domenico Nicoletti
Cicerale: un paese dove si vive a lungo
Ha festeggiato 100 anni
la signora Rosina Tomeo
7
Agropoli
La scomparsa del geom. Gennaro Guariglia
E’ mancato all’affetto dei suoi cari,
il 14.02.2011, a Roma, il geom. Gennaro Guariglia, personalità di primo
piano della città di Agropoli. Il geom.
Guariglia ha ricoperto, nel corso
degli anni, diversi incarichi privati e
pubblici con elevata capacità amministrativa e spiccata dirittura morale.
Nell’espletamento degli incarichi, tra
cui amministratore di società e
responsabile di associazioni a tutela
dei diritti dei cittadini, sempre gli è
stata riconosciuta perizia e grande
disinteresse personale. Il geom. Guariglia ha svolto attività politica, iniziata negli anni Settanta, ricoprendo
la carica di Consigliere Comunale di
Agropoli, dedicandosi, soprattutto,
con particolare impergno alla soluzione dei problemi del settore urbanistico-edilizio che all’epoca presentavano aspetti gravissimi per la collettività. Il geom. Guariglia, noto per
la sua disponibilità, specialmente
verso i bisognosi, godette di alrga
stima presso la popolazione di Agropoli- Gli amici si stringono affettuosamente alla moglia, prof.ssa Gerarda, alle figlie dott.sse Cecilia, Carla,
Letizia e Paola, nel dolore per la
scomparsa del loro caro Gennaro,
che ricorderanno per sempre per la
sua professionalità, dirittura morale
e grande umanità.
cronache cilentane territorio
Internazionale della Biodiversità"
del Sud Italia a Vallo (oggi una
realtà), pensando già nel 2004 al
contenuto di questo contenitore con
un accordo nazionale tra Università
di Roma, Napoli e Salerno per la
ricerca avanzata, ed ancora oggi,
come Direttore di HISPA Scuola di
Alta Formazione per la P.A. delle
Aree Protette, ho proposto ed ottenuto dalla Regione Campania il
finanziamento per "Campus Mediterraneo", SdF per la realizzazione
di un "Po/o di conoscenza e servizi
di qualità", che farebbe delle Fiere
di Vallo il più importante contenitore di crescita e sviluppo dell'area a
In meno di un anno la casa di
riposo Leosan di Monte Cicerale
annovera un'altra centenaria. È
Tomeo Rosina, nata il 2 marzo 1911
nel Comune cilentano, e ospite del
centro da circa 4 anni. Sarà festeggiata domenica 6 marzo da tutta la
popolazione.
Un record, tra i paesi del Cilento,
lo detiene proprio il comune Cicerale, che negli ultimi cinque anni ha
contato ben 8 centenari di cui una,
Paladino Angelina, ha raggiunto i
109 anni in perfetta forma fisica e
mentale e un altro, Angelo Valva, ne
ha festeggiati 108 lo scorso settembre nella casa di riposo "Ex Ompi"
a Cava de’ Tirreni. Il prossimo 19
marzo Maria Giuseppa Corrente ne
compirà 103!
Dieta Mediterranea?Ceci? Acqua
e aria buona? Il segreto della longevità in questo Comune cilentano é
tutto da scoprire!
Elisabetta Manganiello
marzo 2011
Vibonati
cronache cilentane i nostri paesi
L’Arciconfraternita della SS. Trinità e S. Cuore di
Gesù concorrono al restauro del “BASTIONE”
Grazie ad il contributo economico
della Provincia di Salerno, con la partecipazione del Comune di Vibonati,
l’Arciconfraternita della SS. Trinità e S.
Cuore di Gesù con un lavoro di manutenzione e restauro conservativo
mediante ripristino funzionale e consolidamento delle murature in pietra,
ha valorizzato un immobile di grande
interesse storico artistico e architettonico paradigmatico per tutto il centro
storico a guardia del quale è posto.
Il bastione, annerito dal tempo e
dalle intemperie presenta un tessuto
murario di stesura varia composta da
pietre irregolari, frammenti di laterizio,
ciottoli e malta.
Due modanature di embrici ne
costituiscono la cornice e sfruttano gli
effetti coloristici del laterizio. Sul lato
ovest s’innesta la torre campanaria, un
tempo torre di difesa.
La composizione architettonica della
struttura e la composizione dei materiali originari offrono un
raro esempio di edificio medioevale
popolare.
L’entrata dell’antica “Bibone” che
ancora oggi accoglie chi vuole accedere al centro medioevale è costituita
da una breccia aperta nell’antico
Bastione che in tempi remoti fu realizzato a protezione del primo nucleo
abitato. Successivamente a ridosso di
esso fu costruita la struttura dei Sanseverino, i quali lo utilizzarono come
mastio di difesa. La sua struttura si
eleva nel punto baricentrico dell’abitato, ove convergono i due assi viari: via
Roma (ex “Vianova”) e Corso Umberto I (ex via S. Marco) e mette ancora
oggi in comunicazione, attraverso il
“Ponte” in muratura, la Vibonati “ri
Koppa” (antica) con la Vibonati “ri
Sutta”.
Giuseppe Maria Alfano nella “ Istorica Descrizione del Regno di Napoli”
del 1795 ricorda come nel 1562 e nel
1656 “ …quei pochi cittadini, residuo
della peste respinsero i Corsari, e per
essere più tranquilli murarono addirittura la porta detta del ponte, ove si
vede un mediocre Castello terrapieno”
. Il mastio a forma circolare fu realizzato prima del 1300, si estende per
circa 60 metri, con un’altezza variabile
tra i 9 e 7 metri; in passato presentava
due aperture, una grande verso est
protetta da una grande porta a due
battenti che durante la notte veniva
chiusa, ed un’altra porta più piccola
allocata alla base (lato fontana) attraverso la quale si accedeva direttamente nella struttura interna. In seguito
vista la inutilità del ponte di legno, il
primo arco murario fu abbattuto e sulle sue macerie si appoggiò il ponte in
muratura (1625). La cappella mortuaria a ridosso del Bastione fu ingrandita
a chiesetta e affidata alla “Congrega
del S. Spirito”, inoltre davanti alle
pareti del bastione fu realizzata una
costruzione la quale era finalizzata
nella parte del piano terra al ricovero
delle bestie da soma, calessi, traini; il
primo piano(ospedale) era riservato ai
viandanti ed ai viaticari, il secondo
piano invece era riservato ai confratelli
.
Tale congrega in seguito al terremoto del 1349 e la successiva febbre
petecchiale era stata costituita dal
barone Pacca, in quale con un vero e
proprio “Regolamento dei Morti” aveva organizzato un servizio dapprima
sociale-sanitario, successivamente
anche religioso, in quanto si occupava
delle esequie e della sepoltura cristiana dei cadaveri. Tale fino all’avvento
della famiglia Sanseverino che con
dovizia di particolari ampliò la parte
soprastante ed ipogea della chiesetta,
riservandosi una cella per i propri
defunti, mettendo a disposizione le
rimanenti celle per il popolo. Questo
periodo caratterizzato da pesti e carestie arricchì enormemente la congrega
in quanto i beni dei morti senza eredi
venivano affidati ad essa; non pochi
furono i soprusi e le prepotenze, tanto
che i Sanseverino furono costretti ad
imporre col proprio cappellano frate
Francesco da Marsico uno Statuto (30
marzo 1631 – conservato nel “Cappellano Maggiore “ dell’A. di Stato di
Napoli) mediante il quale si davano
delle precise direttive di comportamento, regolando nello stesso tempo
con opportune disposizioni le contabilità della Confraternita, appellata fin
da allora “Confraternita della SS. Trinità e dei Morti”. Ciò se da una parte
la regolava, dall’altra le veniva riconosciuto secondo la legge lo “ius sepeliendi” ed il recupero delle masserizie
dei morti che non restavano beni per
estinguere il debito di sepoltura,
aumentandone il potere e condizionando la vita socio-religiosa di Libonati, fino al 1815; difatti in seguito
all’Editto di Saint Clou (12 giugno
1804), Libonati fu obbligato a
costruirsi il cimitero, e la Confraternita perdette grande parte delle entrate,
pur restando molto attiva nel tessuto
socio-religioso di Libonati.
La nascita, morte, i momenti lieti e
drammatici di ogni individuo erano
vissuti attraverso l’iniziazione religiosa
e mediazione della congrega – le tradizioni culturali, i vari momenti della
quotidianità facevano parte del miracoloso incontro tra il sacro ed il profano. La Confraternita affidataria dell’immobile, ebbe vari riconoscimenti
quali. l’Approvazione delle Regole
(marzo 1778) da parte di Ferdinando
IV di Borbone, il privilegio di vestire di
rosso decretato da S. Maestà Ferdinando II (ottobre 1842), in seguito lo
stesso re le assegnò il privilegio di fregiarsi del titolo di Arciconfraternita.
Dopo tanti anni di splendori, pur
vivendo profondi disagi e lunghi periodi di crisi che ne hanno frenato la crescita, causato la perdita di alcune simbologie e la diminuzione dei confratelli, è tuttavia sopravvissuta, sulla scorta
di plurisecolari tradizioni e di radicata
coscienza religiosa.
Ancora oggi, con i suoi 32 confratelli, è una rara manifestazione di religiosità laicale, caratterizzata dall’impegno verso i valori della carità, della
solidarietà cristiana verso il prossimo,
sempre pronta a difendere la propria
memoria che “diligit patriam, quia
magna sed quia sua” (Seneca)..
Abramo Vincenzo
Perdifumo... un futuro migliore
8
Quale futuro?... È la domanda che
si pongono i cittadini di Perdifumo
per raddrizzare il timone della traballante navicella del paese visto che
negli ultimi decenni non è stato
indenne, come tanti altri paesi dell’entro terra cilentano, della diminuzione demografica.
Si percepiscono nell’aria le richieste
dei giovani, che danno ancora vita al
paese, per poter navigare in acque
più sicure nella loro futura vita quotidiana.
Con il loro impegno cercano spazi
nella vita politica locale, dialogare
con gli adulti per confrontarsi su i
problemi e sulle soluzioni che riguardano l’attuazione di progetti e programmi che sono stati proposti vir-
tualmente e che non
si sa bene quando
giungeranno al termine.
Hanno fiducia nelle risorse del proprio
territorio, paesaggio
naturale e storico di
questi luoghi bellissimi e poco conosciuti, come strumento
per rilanciarlo.
Perdifumo fa parte dei comuni della
comunità Mondana Parco Nazionale
del Cilento e Vallo di Diano. I vantaggi di far parte di un parco naturale
dovrebbero essere molto rilevanti per
i benefici e il turismo dell’intero territorio, benefici anche per la costa che
potrà offrire un pacchetto turistico
completo e più interessante.
Riqualificare il territorio e migliorare i servizi da offrire è un percorso da
scegliere per un paese bello come
Perdifumo.
Continuare ad avere la grande
attenzione per la pulizia del paese.
Realizzare alcune opere per abbellire il centro storico e i posti panorami-
ci per renderli più accoglienti:
Associare la bella zona alberata di
Via Provinciale (a croce) con via Roma
trasformandola in un bel viale, che
serva da biglietto da visita a chi arriva
all’ingresso del paese, con la realizzazione di un marciapiede con delle
panchine.
Alla località San Rocco sistemare
con opere idonee “Il Belvedere di Perdifumo” da dove si ammira e si gusta
lo stupendo panorama della costa
cilentana e sull’azzurro mare la
Costiera Amalfitana.
Migliorare la segnaletica stradale
sia orizzontale che verticale, preservando dalla sosta gli edifici più
importanti del centro storico, delimitandone la zona con fioriere. (Chiesa,
Congrega, fontana, ecc.).
Per la Biblioteca Comunale le
opportune segnalazioni stradali per
raggiungerla e gli orari del suo funzionamento.
Realizzare il collegamento tra Perdifumo a la frazione di Vatolla, attraverso la loc. Pagliaia, (‘ppé indó
Marandó) che una volta veniva per-
corsa a piedi per raggiungere i due
paesi.Rendere utile e efficiente il servizio di mezzi pubblici che possano
permettere di usufruire dell’arrivo e
partenza dei treni dalla stazione ferroviaria di Agropoli, che dista 13 km.
da Perdifumo, ora per usufruire di
predetti mezzi bisogna recarsi a Mercato C.lo (distante 4 Km. da Perdifumo). (andata e ritorno a piedi? Come
ai vecchi tempi, anni ’40, quando ero
bambino andavo a Mercato insieme
ai miei nonni per acquistare il maiale
o altri animali nei giorni di fiera).
E per tutte le altre esigenze?: (mercati, ospedale, spiaggia ecc.) per chi
non ha un mezzo proprio o è una
persona anziana come fa per raggiungerli? Perdifumo è un paese isolato?
La lontananza rafforza i ricordi, col
passare degli anni l’amore per la propria terra nativa aumenta per questa
terra considerata dai nostri avi quale
madre genitrice della sopravvivenza
ricavata con il loro sudore della fronte
e con i calli alle mani.
Pietro Palumbo
marzo 2011
Libri
pagina a cura di
Carmela Baldi
Mario Augusto Lorenzini
Una giovinezza nelle stazioni ferroviarie
Un libro diverso, o forse diverso per
quel che racconta. Certamente anche
una novità. E poi, proprio oggi che le
piccole stazioni ferroviarie non ci
sono più , proprio oggi che l’annuncio
dell’arrivo del treno arriva da una
voce che dista svariati chilometri ,
proprio oggi fa piacere avere tra le
mani un opuscolo dal titolo “ una
giovinezza passata nelle stazioni ferroviarie”. E non è un capo stazione
che racconta la sua vita , ma un figlio
che ricorda gli anni della giovinezza
trascorsi nelle abitazioni al disopra
degli uffici della stazione ferroviaria.
“ Quando dal finestrino del treno
vedo le stazioni vuote e abbandonate
mi coglie sempre un brivido di ama-
rezza mentre affiorano i ricordi di un
tempo ormai lontano. Ripercorrere gli
anni dell’infanzia e della giovinezza
vissuti nelle piccole stazioni prive di
conforti come l’acqua e con le reti alle
finestre… essere figlio di un ferroviere, di un capostazione, ha significato
vivere in modo diverso da quello di
tutti gli altri ragazzi. Ho conosciuto
tanta gente , ma non ho avuto amici
con i quali percorrere gli anni della
gioventù”.
L’autore Mario Augusto Lorenzini
negli anni trenta- quaranta segue il
padre nel suo peregrinare per varie
stazioni ferroviarie, da quelle della
Toscana a quelle della provincia di
Salerno , dapprima San Nicola Varco ,
sulla linea Salerno- Reggio Calabria .
Esisteva solo la stazione , ma non il
paese.
Vicino c’era una masseria abitata
da contadini. Poi il trasferimento alla
stazione di Centola, dove , per la prima volta, arriva un capostazione con
la famiglia .
E al periodo trascorso a Centola
l’autore dedica un lungo spazio. Da
Centola c’era la possibilità di raggiungere il mare del Golfo di Policastro,
da Centola era possibile raggiungere
Sapri per frequentare il ginnasio ed il
liceo. E proprio al liceo Pisacane di
Sapri l’autore conseguì la Maturità
Classica. Un susseguirsi di ricordi
abbinati anche al particolare periodo
storico. Un libro interessante che si fa
leggere volentieri anche per il linguaggio scorrevole.
“ Una giovinezza nelle stazioni ferroviarie” di Mario Augusto Lorenzini”
è a cura di “ Parallelo 38”
Germana Ottati
Caprioli / Storia e storie di una piccola comunità
Il culto per una santa orientale
E’ lo scrittore Domenico Chieffallo a
curare la presentazione . “ Ogni comunità umana, per quanto esigua possa
essere, ha una sua storia fatta di grandi
e piccoli eventi. Nello scorrere del tempo i primi ne tracciano i percorsi, i
secondi appartengono al micro cosmo
della quotidianità.
Caprioli disegnata dalla natura in uno
scenario fra l’azzurro del mare e il verde
delle colline rivive nell’appassionato
fraseggio dell’autrice”.
Il libro è suddiviso in sei capitoli e
l’autrice , alla prima esperienza letteraria, è la professoressa Germana Ottati
docente di materie letterarie presso l’I-
stituto Comprensivo di Celle Bulgaria.
Nei primi due capitoli appaiono le
prime testimonianze sul territorio e le
ricerche sulle origini del paese. Non è
esclusa l’ipotesi della presenza dei basiliani. Interessante il terzo capitolo che
riguarda il culto di una santa orientale:
Santa Caterina d’Alessandria. La Chiesa
parrocchiale , dedicata proprio a Santa
Caterina, è stata interessata da importanti lavori di restauro, durante i quali
sotto il pavimento della navata centrale sono stati rinvenuti i ruderi di un
‘antica Cappella medioevale intitolata
proprio a Santa Caterina , martire di
Alessandria d’Egitto.
Il quarto e quinto capitolo collocano
il paese nel periodo tra prima e dopo
l’Unità d’Italia, con precisi riferimenti a
fatti storici e alla vita del paese.
Il sesto capitolo riguarda il novecento
con la realtà socio economica , le guerre mondiali , il fascismo. Un libro da
leggere anche per l’accuratezza delle
ricerche.
Non molte, ma significative le foto
inserite.
“Caprioli, storia e storie di una piccola comunità” a cura del “Centro di promozione culturale per il Cilento- Acciaroli tel 0974 905046- stampa: C.G.M.
Centro Grafico Meridionale - Ogliastro
Emilio Buonomo
San Severino di Centola
“ Il borgo medioevale di san Severino di Centola è stato un luogo che mi
ha affascinato fin da bambino. Ogni
volta che attraverso la nuova San
Severino, il mio sguardo era attratto
dal borgo abbandonato e osservavo
quelle pietre, quelle case, la chiesa”.
Così Emilio Buonuomo, autore del
libro “ San Severino di Centola “ scrive nella presentazione.
Quell’osservazione di un qualche
cosa che appartiene al passato dà lo
spunto all’autore di dare alla stampa
un libro davvero pregevole ed interes-
sante. Dapprima la descrizione dei
luoghi , la posizione strategica, la storia , l’architettura , l’inserimento
urbanistico, gli aspetti amministrativi
e demografici e poi le analisi per un
recupero del borgo e l’inserimento in
un circuito turistico.
Proprio da San Severino possono
partire delle proposte di itinerari turistici. La posizione del borgo vicina al
mare, ai monti, e a giacimenti culturali notevoli rende possibile una serie
di escursioni naturalistiche, verso il
monte Bulgaria, verso la valle del
Mingardo, verso la linea costiera Palinuro- Camerota. Un itinerario legato
all’archeologia è porta a Roccagloriosa.
L’autore dà con questa pubblicazione un grande contributo per la
rivalutazione del borgo abbandonato
da quasi mezzo secolo e trova la
disponibilità del primo cittadino di
Centola che
nella prefazione del libro ringrazia
l’autore per i suggerimenti che mirano alla valorizzazione di una” perla”
trascurata del territorio.
Ma oltre alle indicazioni per il recu-
cronache cilentane iniziative editoriali
I ricordi del periodo trascorso a Centola
9
pero di san Severino, degne di rilievo
sono le indagini riguardante l’evoluzione del castello attraverso tecniche
costruttive e tipologie murarie.
Un bel capitolo è dedicato alla
Chiesa di Santa Maria degli Angeli
con riferimenti all’origine e alla sua
evoluzione.
“ San Severino di Centola” di Emilio Buonuomo è stato stampato presso il C.G.M. di Ogliastro con le edizioni del “ Centro di promozione culturale per il Cilento” - Acciaroli
marzo 2011
cronache cilentane società
Il degrado della società italiana
e la responsabilità dei cattivi maestri
10
Quando capita, raramente, di scambiare qualche opinione o di orecchiare qualche conversazione su questa lunga, tormentata fase di transizione della società italiana, il ragionamento cade inevitabilmente sulle
responsabilità di chi ci governa con il
suo corredo di giustificazione liberatoria: ogni popolo, si dice, ha il
governo che si merita (ma sarebbe
più giusto sostituire governo con classe politica). Spiegazione che fa il
paio con un’altra non meno apocalittica: siamo Italiani. Quasi che il nostro
DNA fosse portatore di geni incompatibili con i fondamenti della democrazia. Noi abbiamo sempre considerato sbagliata e pericolosa la nettezza
assiomatica di queste affermazioni e
continuiamo a farlo anche adesso,
nonostante tutto. Partiamo infatti dal
presupposto che, anche se così fosse,
il primo compito di una classe dirigente responsabile dovrebbe essere
quello di neutralizzare le spinte cen-
trifughe eventualmente presenti nella
società, proponendosi all’attenzione
dei cittadini come modello di correttezza e di fedeltà ai valori fondamentali del vivere civile, anziché cavalcarle. Se così fosse stato, i risultati
con il tempo si sarebbero visti. Invece,
così non è stato, né per il passato, né
per il presente, anche se le variabili
legate a tempi, modi, intensità e circostanze consiglierebbero di diffidare
dal buco nero delle generalizzazioni.
Gli intellettuali politicamente più
distaccati qualche spiegazione la
danno. La nostra, dicono, è una
democrazia giovane: poco più di sessant’anni rispetto a quelle plurisecolari della Francia, degli Sati Uniti o dell’Inghilterra, ad esempio. E poi questi
stati hanno avuto grandi teorici della
politica in nome dei cui principi hanno
fatto le loro rivoluzioni. E da noi?
Anche noi abbiamo avuto i nostri teorici della democrazia, ai cui principi si
ispira, tra l’altro, gran parte della
Disservizio postale
Castellabate come molti altri paesi del Cilento
A seguito delle segnalazioni di
disagi nella consegna della corrispondenza in qualche frazione del comune
di Castellabate, e di una comunicazione a Poste Italiane del sindaco
Costabile Maurano,si è tenuto un
incontro presso il palazzo comunale.
Il primo cittadino ha esposto ad Enrico Calì responsabile del Recapito
Area Manager 2 servizi postali della
regione i problemi segnalati dai cittadini. Il rappresentante di Poste Italiane Spa ha condiviso che in alcune
zone del comune cilentano la distribuzione quotidiana della corrispondenza ha effettivamente subito un
rallentamento determinato dall’assenza degli addetti al recapito. Il
responsabile di Poste Italiane spa ha
segnalato al primo cittadino, nello
spirito della collaborazione attivata,
le difficoltà che incontrano gli operatori del recapito, soprattutto in occasione di turn over, per la inesattezza
o a volte la mancanza di numerazione civica sulla corrispondenza diretta
nelle aree periferiche, soprattutto
quelle rurali, in quanto la normativa
in materia non prevede numerazione
civica in zone costituite da case sparse. Dall’incontro è emersa la necessità di invitare i cittadini di Castellabate ad indicare sempre con completezza i propri indirizzi, ed ad esortarli
a far modificare, qualora ne ravvedessero la inesattezza, strade e civici su
bollette di utenze come luce, gas,
acqua, telefono ed altro. «Con il turn
over dei portalettere, e la progressiva
meccanizzazione del servizio, queste
inesattezze rendono infatti difficile, se
non impossibile, la consegna della
corrispondenza» ha spiegato il dirigente Enrico Calì. Comune e Poste si
sono dichiarati disponibili, nello spirito di collaborazione, ad attivare un
filo diretto comune-servizi postali per
segnalare eventuali problemi o criticità che dovessero emergere per assicurare ai cittadini un servizio ottimale
di consegna della corrispondenza.
Paola Desiderio
nostra costituzione. Il fatto è che essi
non hanno fatto e non fanno scuola.
Noi come scuola (detto nel senso letterale dell’espressione) siamo rimasti
a Machiavelli e Guicciardini o, meglio,
alle deformazioni del loro pensiero.
Di tutta l’impalcatura del pensiero
dell’autore del Principe sono rimasti,
infatti, i machiavellismi, le analisi sulla psicologia degli uomini, sulle loro
debolezze e sui mezzi più adatti per
piegarle ai nostri scopi. Delle virtù
del principe, ad esempio, si conoscono solo l’astuzia e la forza, considerate, però, come strumento di potere
e di dominio da utilizzare, secondo
convenienza, sia nei confronti dei
sudditi che degli avversari per neutralizzarne la minaccia. Viene da sé che
il politico più apprezzato, anche dall’opinione pubblica (purtroppo), non è
quello che si adopera con intelligenza e distacco per realizzare progetti di
crescita della società civile nel suo
complesso, ma quello che conserva
più a lungo il potere (non importa a
che prezzo) o che conosce meglio l’arte di rinascere dalle proprie ceneri,
come l’Araba Fenice (i cosiddetti
“cavalli di razza” di democristiana
memoria).
Di Guicciardini, poi, che, preoccupato della visione totalizzante dello
stato ipotizzato da Machiavelli, teorizzava la virtù della discrezione
(intesa come prudenza, cautela, equilibrio) e il rispetto del “particulare”
(come forma di tutela dell’individualità di ciascuno), è rimasta la riluttanza alla progettazione di qualsiasi forma di futuro, la diffidenza verso il
nuovo, una sorta di acquiescenza e di
accettazione dell’esistente, qualunque
esso sia. La difesa del particolare, poi,
che in astratto aveva una sua
nobiltà, è diventata una difesa accanita dei propri interessi individuali, un
porre avanti a tutti e tutto la nostra
utilità materiale, ancorché illusoria o
di breve respiro.
Si provi a mettere insieme la spregiudicatezza dell’uomo di Machiavelli
e l’accidia dell’uomo di Guicciardini e
avrete uno spaccato della società di
oggi, dove, come è evidente, furbizia
e tracotanza vegetano rigogliose sulla
complice inettitudine delle masse.
Solo colpa dei cattivi maestri storici
allora? E’ una esemplificazione che
non ci soddisfa, anche perché ricondurre tutta la società civile e la classe
politica che esprime a due sole categorie, oltre che lesivo della dignità di
tanti, è scorretto e non aiuta a riflettere in positivo sul contributo che ciascuno è chiamato a dare. Da dove
cominciare allora? Dalla quotidianità
della nostra vita. Dalla consapevolezza che cattivi maestri siamo tutti noi
ogni volta che prevarichiamo, ricorriamo a espedienti per raggirare qualcuno o per raggiungere attraverso
vie oblique qualche obiettivo non raggiungibile attraverso la via maestra
della legalità e della trasparenza, a
maggior ragione se con la complicità
della politica. Siamo cattivi maestri
quando ci arrocchiamo per difendere
l’indifendibile, quando, per ritagliarci
uno spazio di visibilità agli occhi di
chi può esserci utile, a danno di altri,
deroghiamo dai più elementari principi di lealtà e dignità personale, quando, infine, decidiamo di “sbattercene
degli altri”, tanto noi i nostri scopi li
abbiamo raggiunti.
Sappiamo che a molti, addestrati
alla scuola del più bieco tornaconto
personale, questi ragionamenti non
interessano. Non è a questi che ci
rivolgiamo. Ci rivolgiamo a quanti,
indipendentemente dalla propria
condizione, partono dalla considerazione, ovvia, ma non scontata, che, in
quanto membri di una stessa comunità, tra gli altri e noi non possono
esistere differenze o barriere, né di
tempo, né di spazio (gli altri siamo
noi) e che, sulla base di questo precetto, possono avviare una nuova stagione nei rapporti interpersonali e,
come naturale conseguenza, ci auguriamo, anche nella scelta della classe
politica cui affidare la costruzione di
un futuro diverso per le generazioni a
venire.
Filippo Di Ruocco
CULLA PASSARELLA
E’ nato a Pordenone Passarella Alan il 23 gennaio 2011.
Gli auguri della direzione e redazione di Cronache CIlentane ai genitori PASSARELLA Peter e BUSANELLO Deborah e
ai nonni, in modo particolare al nonno paterno Gianni,
nostro affezionato lettore ed originario di Pioppi
marzo 2011
150 anni dall’Unità d’Italia
Luoghi e momenti che nel Cilento
testimoniano il cammino verso l’Unità nazionale
Premesso che fra Vittorio Emanuele II
ed il Primo Ministro Camillo Benso Conte di Cavour non corse mai buon sangue, specie dopo la cessione della
Savoia alla Francia.Nel 1860 ,alcune
nazioni europee ed il Piemonte, decisero di occupare il Regno delle Due Sicilie.
Subito sorse il conflitto tra il Re ed il
Cavour, per il nominativo di chi dovesse
assumere il comando della spedizione.
Il Cavour propose il generale Ribotti,
questi aveva accettato l'incarico, ma il
Ministro della Guerra Fanti mosse delle
obiezioni ed il Ribotti declinò l'incarico.
Vittorio Emanuele II, diede l'incarico
a Garibaldi, anche per fare un dispetto
a Cavour, il quale, asseriva che Garibaldi era in combutta con Mazzini. Cavour
vistosi sconfitto dal Re, sotto sotto,
cercò di boicottare la Spedizione facendo partire le navi con poche armi.
Garibaldi. Bisogna spendere qualche parola sulla biografia dell'Eroe dei
Due Mondi. Giuseppe Garibaldi nacque
a Nizza il 04 707/1807. Era alto metri
1,65, le gambe arcuate, capelli biondi e
lunghi. I lunghi capelli dovevano
nascondere la mancanza di un orecchio
strappatogli da una ragazza che aveva
stuprato. Da giovane, partecipò alla
rivoluzione di Genova. Fallita la rivoluzione, fu condannato a morte. Si salvò
tirono perché Garibaldi aveva indossato
la divisa di generale Piemontese. Questi.rimasero in Toscana per far la guerriglia contro lo Stato Pontificio ed ingannare il Papa ed il Re di Napoli. facendo
credere che Garibaldi volesse occupare
il Lazio. Gli eserciti pontifici e borbonici
si spostarono ai confini della Toscana,
invece Garibaldi sbarcò in Sicilia.
Ma quanti erano veramente i garibaldini partiti per la spedizione? Secondo il
Bollettino n° 21 del Giornale Militare,
del 1864, sbarcarono 1072 volontari,
che ebbero la medaglia commemorativa
e 12 che non furono ritenuti degni di
fregiarsi di medaglia.
Se consideriamo che 1072 furono
insigniti di medaglia, 12 risultati indegni, 60 che restarono a Talamone i
conti non tornano. Finalmente il
09/05/1860, le due navi attraccarono
nel porto di Marsala. I garibaldini favoriti da due navi inglesi, che caricavano
vino, sbarcarono in poco tempo. Secondo una notizia, appresa tramite la corrispondenza interscolastica, le navi
sarebbero attraccate a Mazara del Vallo
(TP) e non a Marsala.
Ricorderò alcuni fatti salienti: Garibaldi giunto a Palermo, unitamente ai
garibaldini, saccheggiò il Banco di Sicilia di ben cinque milioni di ducati, inoltre fece saccheggiare tutte le chiese,
conventi, musei e quanto trovavano di
buono.lungola strada che percorrevano.
Tra i tinti tristi episodi che mi hanno
maggiormente colpito evidenzio: "l'Eccidio di Bronte", tratto dal libro di
Antonio Ciano: "I Savoia e i massacri
del Sud". A pag.60 leggiamo: Bixio, a
Bronte commise divisioni di beni, incendi, vendette da oscurare il sole..., case
incendiate con i padroni dentro, gente
sgozzata per le Vie...; Nei Seminar! i
giovanetti trucidati a pie del vecchio
Rettore... ; Uno dell'orda è là che lacera
coi denti il seno di una fanciulla uccisa.,.; Bixio gridava caricateli alla baionetta... ! Quei feroci sono presi, legati
tanti che bisognava faticare per ridursi
a scegliere i più tristi, un centinaio.
Bixio con un proclama dice: "Brente
colpevole di lesa umanità è dichiarato
in stato d'assedio: consegna delle armi
o morte. Impose una tassa di guerra per
ogni ora finché l'ordine non si è ristabilito. Molti furono maciullati. Dopo Bronte subirono la stessa sorte: Randazzo,
Castiglione, Regalbuto, Centordì ed altri
villaggi."Dopo tante battaglie, saccheggi, distruzioni, eccidi, stupri ed altro,
Garibaldi giunse allo Stretto di Messina.
Il Governo Piemontese aveva paura dell'intervento francese e del Papa perche
avrebbe potuto pensare che Garibaldi
volesse occupare Roma. Vittorio Emanuele H per assicurare l'opinione mondiale, scrisse una lettera pubblica invitando Garibaldi a non attraversare Io
Stretto di Messina. Invece con lina lettera privata diceva, tra l'altro "....fai, ma
fai presto*1. Anche il Cavour s'interessò, in senso negativo, del passaggio dei
garibaldini dalla Sicilia alla Calabria,
scrivendo all’ammiraglio Persiano che si
trovava con la flotta nelle acque siciliane, di "non interessarsi della cosa e cercare di far ritardare la spedizione". Persano fece finta di nulla e non s'interessò della faccenda.
La notte dell'otto agosto, Bixio, con
200 uomini, sulla nave Torino, sbarcò in
Calabria eludendo l'esercito Borbonico.
Due giorni dopo.anche Garibaldi partiva da Taormina, assieme a 1200
volontari, sbarcando in Calabria con la
nave FrankeJin, sulla quale aveva fatto
issare la bandiera americana.
(continua)
Vincenzo Marrocco
Lo sviluppo del Cilento possibile
con condivisioni delle soluzioni
Continua il confrontarsi delle idee sul possibile sviluppo socio-economico del Cilento. Se Luigi Angeletti afferma: ”E’ evidente che bisogna cambiare marcia., ma l’idea che sia solo una questione di soldi è ridicola” e Raffaele Bonanni, segretario della CISL a sua volta osserva come “ il
nodo sia quello del coordinamento tra i diversi livelli istituzionali” durante il viaggio con Tremonti alla scoperta del profondo Sud, il dibattito
incardinato sullo sviluppo del Mezzogiorno si fa sempre più stringente.
Le imprese meridionali hanno difficoltà ad affrontare la crisi ed agganciare la ripresa che a livello territoriale sembra interessare prevalentemente il Nord. Il Sud rimane in cattive acque. Il Settentrione pigia l’acceleratore della ripresa, mentre sembra che il Mezzogiorno continua a fare
passi indietro.
In questa situazione nera, c’è un atteggiamento un poco più ottimista da parte di operatori orgogliosi di operare nel Sud credendo che lo sviluppo di un territorio è realizzabile in stretta collaborazione con università, enti di ricerca, istituzioni..
La crescita di un territorio passa inevitabilmente anche attraverso la condivisione dell’analisi dei problemi e della ricerca delle soluzioni.
Fondamentale è la valorizzazione dello spirito di gruppo, del senso di appartenenza, della fiducia nel futuro. No ad una visione attendista e
negativa caratterizzata nelle letture storiche-sociologiche sul Mezzogiorno.
La congiuntura economica è negativa, lo scenario internazionale in particolare quello Mediterraneo è gravato da preoccupanti conflitti che fanno guardare al futuro con fondata preoccupazione. Necessario favorire un’ampia ripresa degli investimenti produttivi ed occupazionali.
Maria Cerullo
cronache cilentane
Leonino Vinciprova, uno dei cilentani che parteciparono alla spedizione dei Mille, con la divisa
di capitano dopo lo scioglimento delle camice
rosse
attraversando a nuoto il fiume Varo.
Riparò in America ove fece molte guerriglie. Dopo una notte d'amore, sposò
Anita Riberas, donna incolta e senza
attrattive fisiche. Costei era stata la
moglie di un calzolaio e per sposare
Garibaldi, dovette far dichiarare la morte presunta del marito. Anita non era
l'eroina descritta dai libri di storia, ma
era una donna scialba e gelosa .Per
timore di essere abbandonata, seguiva
Garibaldi anche in battaglia. Dopo la
morte di Anita, Garibaldi sposò Giuseppina Raimondi. Uscendo dalla chiesa, lo
sposo apprese che la nuova moglie
aspettava un bambino, non suo. La sposa confermò la diceria e Garibaldi la
ripudiò.
Per la spedizione dei Mille, erano
necessari dei soldi (la storia non ne parla). Per il denaro e mezzi, provvide la
Massoneria inglese, che versò somme
di piastre turche equivalenti a milioni di
attuali dollari. Con tale somma, Garibaldi potè comperare anche Ministri e
Generali borbonici. Il Piemonte mandò
Bixio a trattare con la compagnia
Rubattini, questi non trovando l'incaricato, prese accordi con Fachè per trattare il nolo e l'assicurazione delle due
navi: Piemonte e Lombardo. Il
05/05/1860 il generale Bixio, con una
quarantina di volontari (tra cui vi era
anche Leonino Vinciprova di Gelso)
andarono a prendere le due navi (altro
che sequestro!!!). Le navi imbarcarono i
Garibaldini ed i volontari per poi andare
allo Scoglio di Quarto, ove Garibaldi ed
altri volontari erano ad attendere le
navi per partire.. La destinazione era
segreta.
Tra i volontari vi erano 5 cilentani:
Del Mastro Michele (morto a Palermo
per salvare Garibaldi), Del Mastro Raffaele, Patella Filippo, Vinciprova Leonino e Magnoni Michele. Sulla nave vi era
anche una donna: la moglie del generale Crispi, iscritta al N°338 dell'elenco
dei volontari col nome di Crispi Rosalia
Montmasson da Savona.
Le navi sbarcarono a Talamone-Orbetello per caricare le armi, ma trovarono
solo qualche decina di vecchi fucili, tre
cannoncini ed una colubrina del seicento. Una sessantina di uomini non ripar-
appunti di viaggio
La spedizione dei Mille.
Anche alcuni cilentani tra i volontari
11
marzo 2011
“Associazione Artistico-Culturale Giuseppe Ripa”
cronache cilentane attività
Concorso giornalistico-poetico “Giuseppe Ripa 2011”
Si rinnova la terza Edizione del
“Premio Ripa”, Concorso di Giornalismo e Poesia 2011, per ricordare lo
scrittore e poeta Ripa e l’opera
appassionata verso un giornalismo
critico, restando sempre una penna
indipendente al servizio dell’informazione per ben 54 anni di attività.
L’Associazione Artistico-Culturale
Giuseppe Ripa” con sede a S. Maria
di Castellabate (SA), indice il “III°
Concorso Giornalistico-Poetico Giuseppe Ripa 2011”.
Come nella tradizione, anche questa terza edizione del Concorso
nasce con due sezioni: Giornalismo e
Poesia, di cui i rispettivi bandi sono
pubblicati sul sito www.premioripa.it
.
1) Il Premio giornalistico verte sulla
tematica:
Valorizzazione del Beni Culturali Le argomentazioni che i giornalisti
affronteranno, con articoli o scritti
specialistici, dovranno trattare la salvaguardia, valorizzazione e documentazione anche critica del patrimonio storico-artistico-archeologico;
La Cerimonia di Premiazione si terrà il 4 giugno
2011 alle ore 16.00 nell’Auditorium del Complesso
Santa Scolastica in S. Maria di Castellabate
conservazione dei beni artistici dei
piccoli e grandi siti archeologici, centri storici monumentali e le ricchezze
culturali dei territori, anche con specifiche emergenze del patrimonio dei
piccoli paesi. Argomentazioni tematiche di articoli e scritti su :
• Salvaguardia e valorizzazione dei
centri monumentali nelle piccole e
medie realtà urbane –
• Città d’arte e percorsi itineranti
fra territori omogenei e siti archeologici –
• Strutture museali minori per la
salvaguardia delle specifiche realtà
dei comprensori• Valorizzazione dei patrimoni
archeologici anche in micro realtà
territoriali –
• Articoli specialistici monografici
su realtà archeologiche e siti del
patrimonio storico-artistico-etnografico. Gli articoli inerenti alle argomentazioni innanzi specificate devono essere stati pubblicati nell’ultimo
anno, ossia dal 30 marzo 2010 al 30
aprile 2011, su riviste di settore e
giornali di ogni ordine.
2) Il Premio di Poesia istituito a
tema libero come da bando, si divide
in due sottosezioni:
Lingua e Vernacolo, per ogni chiarimento consultare il bando, sull’apposito sito. Gli autori delle composizioni poetiche ed articoli giornalistici,
dovranno far pervenire i loro scritti
entro il 30 aprile 2011, all’indirizzo:
Segreteria Premio Ripa C/o Giuseppe
Ianni viale Roma 9 - 84048 S. Maria
di Castellabate (SA), oppure riempiendo i form di www.premioripa.it ,
Per maggiori informazioni inviare email a [email protected], oppure al
numero 338 90 84 330.
La Cerimonia di Premiazione si
terrà il 4 giugno 2011 alle ore 16.00
nell’Auditorium del Complesso Santa
Scolastica in S. Maria di Castellabate
(SA).
arch. Giuseppe Ianni
presidente e promotore dell’Associazione Artistico-Culturale Giuseppe
Ripa” cell. 338 90 84 330
Una lezione per le Aree Protette.
Incontro con Cesare Lasen
12
C esare Lasen, nato a Feltre (BL), nella frazione omonima, il 13 gennaio
1950, Biologo, da sempre interessato
alla botanica, in particolare floristica,
fitosociologia, geobotanica. E’ stato
docente a contratto nelle Università di
Padova, Ferrara e Ancona. Membro della Commissione Paritetica per l'istituzione del Parco Nazionale delle Dolomiti
Bellunesi, ne è stato il primo Presidente,
dal 1993 al 1998.
Il 6 febbraio 2011 si è sviluppato un
furioso incendio che ha interessato il
Parco delle Dolomiti Bellunesi. Le cronache e i video, le interviste, i blog hanno analizzato fin nei dettagli la situazione. Cesare Lasen, che abita quei posti
ha deciso di proporre una serie di preziose riflessioni, come dice lui, a ruota
libera, su un evento che deve contribuire a far crescere una coscienza più
responsabile, da cittadini del mondo,
salvando l'identità locale, ma aprendosi
a processi partecipativi.
Perche’, come dice Lasen, nel nostro
paese “Non abbiamo ancora maturato
la convinzione che le nostre aree protette sono gioielli preziosissimi, aree speciali contenenti un patrimonio, cioè un
capitale, da preservare e non da erodere ? ”. Tale approccio, aggiunge,
“Necessita una presa di coscienza, uno
scatto di orgoglio per opporsi al processo di destrutturazione e di appiattimento in atto, che ha radici culturali e non
economiche (solo un pretesto, constatato che si potrebbe facilmente dimostrare l'indotto generato dalle aree protette).”
Se la sfida è culturale, come anche io
credo, allora bisogna attrezzarsi, comprendere e riprendere il filo per ricucire
strappi e lacerazioni evidenti nel mondo
delle aree protette e guardare al futuro
con maggiore consapevolezza rispetto
all’approccio culturale, etico e partecipato. “Il consenso e la condivisione”
dice Lasen “ richiedono pazienza e tempi più lunghi, ma lasciano tracce
profonde e solide, meno effimere. In un
mondo caratterizzato dall'esigenza di
visibilità immediata e di risultati a breve
scadenza (compatibili con i turni elettorali) servono decisioni rapide e non
emergono i risultati della pianificazione.”
Di fatto abbiamo perso il senso dell’impegno e del lavoro assiduo e
costante verso i veri obiettivi delle aree
protette e sempre di più emerge l’esigenza di essere visibili e “mediatici”. In
questo quadro la gente dei parchi ha
perso la fiducia in un processo che pure
stava dando risultati, come riporta
Lasen ,nei settori dell’ agricoltura biologica, che contrastano le colture intensive, che si oppongono a progetti faraonici e devastanti, che richiamano alla
salute, alla corretta alimentazione, alla
tutela del nostro ambiente nel senso più
ampio del termine. “Stanno nascendo
semi nuovi, forse pochi sono quelli che
hanno già germinato, ma le idee buone
sono destinate a camminare, non
importa quanto lentamente.”
“Il Parco, è una vera risorsa ed è
fondamentale che esista, ma non per
svolgere compiti burocratici di cui
anche altri enti potrebbero occuparsi,
ma per essere il laboratorio che sperimenta nuove soluzioni di sostenibilità e
il faro che guida verso un rapporto
maturo ed equilibrato tra la società
degli uomini e il territorio in cui essi
operano e che consenta di lasciare alle
generazioni future un pianeta ancora
vivibile, senza continuare a consumare,
come ora stiamo purtroppo facendo, ciò
che spetta ai nostri figli, lasciando loro
ricchezza e benessere finti, oltre a debiti
insolvibili.” Dal globale al locale questa
è la strada...
Domenico Nicoletti
marzo 2011
Una favola... dei nostri giorni
insignito del Giglio d’oro 2011, conferito a personalità illustri e sua
moglie Anna Olga Spinelli, consigliera e segretaria particolare in una
grande azienda di Torino, anch’essa
in pensione, insignita del Premio agli
emigranti costituito da uno squisito,
piccolo mezzobusto in bronzo di San
Costabile, al quale Anna ha dedicato
una toccante poesia, che racconta di
quando lei e la sua famiglia, di ritorno in automobile, a Torino, furono
sorpresi da un terribile nubifragio.
Essendo fermi sotto un cavalcavia,
perché uno dei figli aveva chiesto di
andare in bagno, spaventati per la
violenza del temporale, ad Anna sorse spontaneo rivolgere una richiesta
di aiuto a San Costabile e avvertirne
la presenza protettrice, che la rassicurava. Soltanto la sera, guardando
Costabile Gentilcore, fondatore e
Patrono di Castellabate, che hanno
visto interessanti e piacevoli iniziative culturali, organizzate dal Comune
di Castellabate, fra le quali Sabato 12
Febbraio a Villa Matarazzo, la consegna del “Giglio d’oro 2011” e Mercoledì 16 Febbraio al Castello dell’Abate la consegna del “Premio agli
emigranti”. Era indispensabile questa
breve introduzione, per poter raccontare una storia, che io definirei, una
favola dei nostri giorni. I protagonisti sono Pompeo Di Luccia, Colonnello dell’Esercito Italiano in pensione
la televisione si resero conto di essere scampati ad una tragedia che aveva provocato decine di vittime.
Nella prima giovinezza le loro esistenze si sfiorarono appena, durante
le visite di Anna alla casa della nonna materna di Santa Maria, situata a
pochi metri da quella di Pompeo, che
giovanissimo si trasferì, prima alla
Badia di Cava dei Tirreni, poi a Sorrento dove frequentò gli studi classici, ed in seguito intraprese la carriera
militare, che lo portò a peregrinare
per varie città italiane, fino a giungere a Roma, città che ama profonda-
mente, come Ufficiale Superiore presso la Direzione Generale di Sanità e
dell’Ospedale del Celio, dove ha risieduto per 40 anni. Dal gennaio
2011,con
Un atto d’amore nei confronti del
suo paese ha ripreso la residenza a
Castellabate. Anna si sposa e si trasferisce, nei primi anni sessanta a
Torino, dove ancora risiede, e dove
nascono i suoi due amatissimi figli
Domenico e Piero. Nonostante la
vita quotidiana impegni ed assorba
le loro esistenze, Pompeo ed Anna,
non hanno mai
dimenticato la loro terra d’origine
ed i loro affetti familiari, continuando, negli anni, a mantenere uno
stretto e profondo legame con le proprie radici. Dopo la prematura e
dolorosa scomparsa dei rispettivi
coniugi, il destino li fa incontrare di
nuovo durante le vacanze estive a
Santa Maria, e questa volta, fa in
modo che i due non si lascino più.
Anna e Pompeo, si possono tranquillamente definire “cittadini del mondo”, infatti si dividono tra le loro
diverse abitazioni di Torino,di Roma e
naturalmente di Santa Maria di
Castellabate, ma non solo, visti i
numerosi familiari sparsi in Europa,
Stati Uniti e Sud America.
Negli ultimi anni, Anna e Pompeo
si concedono lunghi periodi di permanenza nel Cilento, dove coltivano
i ricordi della giovinezza, che Anna
è riuscita a tradurre in poesie in vernacolo e in lingua, e che ha raccolto
nel libro “Primi passi, pensieri della
seconda giovinezza”.
Le poesie contenute nel libro sono
una miniera di ricordi e di aneddoti
che ci mostrano in modo incredibilmente vivido e reale, quella che era
la vita nelle campagne del Cilento,
proiettandoci in atmosfere di grande
nostalgia, sembra quasi di assaporare aromi sconosciuti e, a volte, di
essere presenti e partecipi di intense
emozioni e passioni. Una su tutte il
grande amore di Anna per la natura.
Non è insolito, entrando nella loro
accogliente ed ospitale casa, circondata da fiori di ogni tipo, udire Pompeo leggere a voce alta, poesie di
Ferdinando Russo, e Anna ascoltare
sorridente ed attenta, mentre accogliendoci mormora: “Le legge pro-
prio bene, vero?”, e Pompeo schernirsi citando versi in latino.
Le profonde radici che legano
Anna e Pompeo alla loro terra, hanno
permesso ad entrambi di allontanarsi
e vivere per molti anni distanti da
essa, arricchendosi di esperienze e di
cultura, amando i luoghi che li hanno
ospitati, e hanno fatto si che diventassero degni ambasciatori del loro
Cilento.
Se questa non è una favola!
Amedea Lampugnani
Gli asini
e la strada...
in attesa di
percorrerla
il riposo
sui bordi
è rinfrescante...
Forse, nelle prossime votazioni
amministrative, qualcuno di questi
asinelli si deciderà a scavalcare il
guard-rail per percorrere la via maestra.
Si autogestiranno o verrà il padrone di turno che dirà loro finanche
come trottare?
La pioggia
E' come a no spettacolo
lle nnote re na musica leggera,
quanno se posa ngoppa le ppetre è come na carezza,
liscia, fragile e triste..
Quanno t'arriva nguoddo è pura, limpida e leggera..
Le chiante provano no sapore re no cielo chino re stelle.
e cammenanno ppe li vichi
viri l'anema viva re la terra antica.
Da terra ambussa ca t'ispira malincunia..
Antonio Ferolla
cronache cilentane attualità
Il 2010 è stato senz’altro un anno
particolarmente felice per il Comune
di Castellabate e per la sua frazione
di Santa Maria. Parola d’ordine per
chi arriva in questo incantevole
comune è senz’altro “ Benvenuti al
Sud” titolo del film italiano campione d’incassi dell’anno scorso, girato,
appunto, in questo suggestivo borgo
marinaro e tra gli stretti e accoglienti
vicoli del comune di Castellabate,
affacciato sul mare, con il Castello
dell’Abate che domina dall’alto.
E’ luogo comune pensare che solo
d’estate valga la pena passare qualche giorno di vacanza in questi ameni luoghi; nulla di più sbagliato, infatti durante la VIII edizione della “Settimana della cultura” dal 12 al 20
Febbraio 2011, si sono celebrati i
festeggiamenti in onore di San
13
marzo 2011
cronache cilentane ricordi
In ricordo
della
poetessa
Tilde Ciardo
Feola
14
Il 17 marzo 2011 ricorre il
decimo anniversario della
scomparsa della poetessa
Tilde Ciardo Feola.
La ricordiamo con due poesie dedicate a Pioppi , paese
che lei amava tanto e che
era il suo “ Rifugio”, nome
che estese al nascente complesso di villette da lei voluto e realizzato dall’ing.
Vinciprova. Amava il mare
ed i pescatori che considerava persone degne di rispet-
to. Nel pubblicare queste
due poesie ricordiamo
anche che la poetessa Tilde
non faceva mancare la sua
presenza e la sua collaborazione alle serate culturali
promosse da Cronache
Cilentane.
AL MARE DI PIOPPI
Seduta sulla scogliera
ti guarda incantata;
il tempo si ferma
e le ore diventano minuti.
Osservo i riflessi del sole
che sull’acqua trasparente
formano un magico gioco
di cerchi concentrici
che si allargano
si rincorrono
s’intrecciano
formando un merletto stupendo
che mano d’uomo
non saprebbe creare mai.
Non resisto, m’immergo
e sul mio corpo
quel dorato merletto
palpita, s’increspa
e continua il suo gioco
appassionato col mare.
Fermo negli occhi
Questa immagine di bellezza
che chiudo nel cuore
perché il suo ricordo
mi scaldi l’animo
nelle grigie e fresche
giornate d’inverno
VECCHI PESCATORI
L’ultimo tramonto
le barche stanche
dipinge di rosso
mentre il mare
d’azzurro le ritocca.
A voce basse
Parlano lenti
I vecchi pescatori
Chini a rappezzar
Le grigie reti.
Gentile la brezza
Lieve scompiglia
I bianchi capelli
E con lor ne rammenta
La pesca guizzante.
Rivivono insieme
Il duro lavoro
Le notti stellate
I richiami di luna
Bonacce e buriane
Sul mare infinito.
Sull’onda dei sogni
Affiorano a tratti
Gli antichi ricordi
Dei giovani anni
Ormai lontani, quasi
Sbiaditi dal tempo
Casalvelino
Ritorna sempre con grande
entusiasmo la
Via Crucis vivente
Con una serie di riunioni organizzative presso la sede sociale, l'associazione Centro sociale
"Marchese Vincenzo Pinto", presieduta da Angelo Crescenzo, ha dato il
via ai preparativi per la
nuova edizione della Via
Crucis Vivente che si
terrà il 9 e il 10 aprile,
Giovedì e Venerdì Santo,
a Casal Velino (Sa). Oltre
150 tra attori e comparse
tutti del posto, costumi
spettacolari, un copione
fedele al racconto evangelico ma arricchito da
meditazioni: queste le
caratteristiche di una
manifestazione che coinvolge profondamente gli
spettatori e alla quale lavorano per
mesi numerosi volontari in veste di
scenografi, costumisti, sceneggiatori,
registi.
La Via Crucis Vivente è rappresentata sotto forma di scene dialogate
che sono ambientate nel centro storico del Capoluogo, in un percorso itinerante reso suggestivo dalle fiaccole
e dalla musica sacra. I quadri comprendono l'Ultima Cena, l'Orto di
Getsemani, il tradimento di Giuda e
l'arresto di Gesù, il processo dinanzi a
Caifa e il rinnegamento di Pietro, il
processo dinanzi a Ponzio Pilato e la
flagellazione, l'incoronazione di spine, il percorso verso il Calvario, la
crocefissione e la morte di Gesù Cristo.
La drammatizzazione della Passione e Morte di Gesù Cristo rappresenta una tradizione consolidata per il
paese cilentano che è stata ripresa
l'anno scorso, dopo un periodo di
pausa, su iniziativa del presidente
Angelo Crescenzo. Suo intento è fare
della Via Crucis Vivente di Casal Velino uno degli eventi clou della Settimana Santa nel Parco Nazionale del
Cilento e Vallo di Diano.
Il ministro dell’Agricoltura
nel comune di Pollica
per il rilancio della Dieta
Mediterranea
Il recente riconoscimento della Dieta mediterranea come patrimonio dellUnesco ha avuto numerosi sostenitori negli ambienti politici e culturali.
Il 2 gennaio 2010 tra i primi ad inviare l’adesione al Ministero delle Politiche
Agricole, è stato il nostro giornale Cronache Cilentane che, con i 20 convegni
degli “Incontri mediterranei” e la pubblicazione di 18 libri di studi sullo stile di
vita mediterraneo e sui prodotti, è stato un veicolo fondamentale di diffusione
e di conoscenza, nonché ha dato l’input a tutti coloro che in questo momento si
stanno avvicinando alla... tavola...
Nella foto il Ministro Galan che è rimasto soddisfatto delle bellezze del territorio cilentano, incontra un personaggio tipico del Cilento, Raffaele Tolomeo,
che si è presentato nelle vesti di Garibaldi in omaggio alle celebrazioni per l’Unità d’Italia.
marzo 2011
L’obiettivo di... D’Angelo
Solidarietà col giornale
“CRONACHE CILENTANE” si sostiene con il vostro contributo
volontario. C/C postale 10197846 intestato a Baldi Dino
Un gioco di luci ha creato questa
suggestiva immagine in negativo di
uno dei templi dell’area archeologica
di Paestum conosciuto come tempio
di Cerere ma in realtà dedicato alla
dea Minerva.
E’ singolare il fatto - non da tutti
conosciuto - che questo tempio nel IV
secolo d.C. è stata la sede della prima
Cattedrale della Diocesi di Paestum e
fino agli anni ‘50 tutt’intorno ancora
si ergevano i ruderi dell’episcopio e
degli altri luoghi di servizio per il culto.
La diocesi di Paestum è la radice di
quella che poi sarà la diocesi di
Capaccio che fino al 1851 comprendeva anche il Vallo di Diano.
...Memorie che dovrebbero restare
nell’animo dei fedeli cilentani se non
altro per guardare con maggiore serenità al futuro.
Perdifumo:
X meeting della fede
Un concorso di poesia,
letteratura e musica
aperto a tutti
L'associazione Dario Prisciandaro ONLUS, nell'ambito del 10° Meeting
della Fede 2011, organizza e bandisce i seguenti concorsi a carattere
internazionale la cui partecipazione è gratuita e aperta a tutti:
3° CONCORSO DI LETTERATURA, POESIA,NARRATIVA,
riservato a opere non presentate ad altri concorsi e possibilmente inedite; per la narrativa è possibile inviare i volumi pubblicati, vi è anche
una sezione riservata a opere in dialetto. I lavori, debitamente firmati
con indirizzo esatto devono, perve¬nire all'Ass. Dario Prisciandaro
ONLUS,via prov. n°7, 84-060 Perdifumo - parco del Cilento SA entro il
20 aprile 2011.
8° CONCORSO DI CANTO LIRICO GIOVANILE
E' bandito l'8° concorso di canto lirico giovanile aperto a tutti i cantanti lirico-sinfonici e di lied. Le domande d'iscrizione devono pervenire all’Associazione, debitamente complete di generalità, indirizzo e
curriculum, entro il 20 aprile 2011. Lo svolgimento del concorso
avverrà tramite una selezione operata dal M° Pietro Miglino (tel. 081
7516386) con appuntamento da concordare col M°.
3° CONCORSO E MOSTRA SULL'UNITÀ D'ITALIA, LA COSTITUZIONE REPUBBLICANA e quella EUROPEA.
La partecipazione a questo concorso è riservata agli alunni di tutte le
scuole, di ogni ordine e grado d'Europa, nonché alle scuole medesime;
è ammessa anche la presentazione di tesi di laurea di giovani neo laureati sull'argomento del concorso. II materiale per il concorso deve
pervenire all'Ass. entro il 20 aprile 2011 .
La Giuria unica provvederà all'assegnazione dei premi pervenuti da
Autorità, Enti e privati. Per quanto qui non contemplato valgono le
norme vigenti in materia. L'Ass. non risponde di disguidi postali e si
riserva modifiche dovute a eventi o a forza maggiore.
Dalle Regioni
Euro 50,oo
Amoretti Osvaldo, Treviso; Sernicola dott. Giuseppe, Salerno; Ripoli col. Nicola, Siracusa; Maffoncelli cav. Alberto, Brescia
Euro 40,oo
Sodano Giulio, Cassina de Pecchi
Euro 30,oo
Berlangieri Antonio , Cassino ; Natale Valiante Ida, Salerno; Contente Francesco, S.Stefano Ticino; Speranza Giovanni, Napoli; Faragalli Chiara, Napoli:
Elia Nese Ass. Amici del Cilento Salerno; Tesauro Agostino, Como
Euro 25,oo
Ferrentino Raffaele, Nichelino; Guida Costabile, Napoli ; Bello Alfredo, Cervia;
Pisani Giuseppe, Roma; Niglio Gaetano, Genova; Bellino Dr. Davide, Pesaro;
Marastoni Nadia, Porto Mantovano.
Euro 20,oo
Lettieri Guglielmo, Milano, De Rosa Abate ins. Concetta, Napoli; Mandelli
Carla, Calco; Scarpa Aldo, Torino; Ricci Renata, Napoli; Schiavo Guido ,
Voghera; Dablà Ferdinando, Venezia; Galdo Isa, Modena.
Euro 15,oo
Stermieri Wanda, Carpi; Cascino Guida Claudia, Montercorvino; Cascino
Cogliano Alessandra, Montecorvino; Palombo Pietro, Vasto
Euro 10,oo
Castiello Bambino, Venafro; La Greca Angela, Battipaglia; Schiavo Gennaro,
Monza; Bonfrate Michele; Di Biase Giuseppe, Boiano; Boccarrato Franca ,
Pompei
Dal Cilento
Euro 100,oo
Venneri dott. Leonardo e Italo
Euro 50,oo
Pro Loco Gelbison Vallo; P. Adolfo Terebinto; Lo Bascio prof. Elvira
Euro 30,oo
Fatigati ins. Pietro; Ass. Dario Prisciandaro, Perdifumo;
Euro 25,oo
Vassallo Angelo Celso; Dente arch. Nino; Del Russo Guida Maria Grazia; Associazione Carabinieri in congedo Perdifumo; Grandino Gino; Ass. ProLoco San
Martino; Della Pepa prof. Eduardo.
Euro 20,oo
Matarazzo Vincenzo; Mazzarella ins. Gaetanina ; Pisani ins. Amalia; Crocco
Elena; Filpi Biagio; Gargano prof. Maria; Nese Antonella; Volpe Giuseppe;
Santamauro ins. Maria Cristina; Laudano Maria Rosaria; Ferrarese Angelo;
Ricciardi Annamaria; Schiavo Giuseppe
Euro 15.oo
Palma Giosuè; Giannella Elena; La Rana Rocco; Iannone Massimino; Speranza
Antonio; Cammarano prof. Giovanni; un’amica; Verrone Angela
Euro 10,oo
Pascale Antonio; Matcovic D’Auria Antonia;Giordano Rosario; Puca Gaetano;
Limongelli Maria Luisa; Cortiglia Attilio; Pinto Adriana; Cortazzo Savino;
Schiavo Genesio; Scarpa Ersilia.
Euro 8,11
Cerbone Giovanni impresa edile
Auguri a…
Dopo una discussione brillante di tesi, dal titolo: La formazione e l'inserimento del neo assunto nelle Aziende Sanitarie; l'infermiere Esposito Sergio ha conseguito il titolo di Master
Universitario di I Livello in Management delle Professioni Sanitarie presso l'Università degli Studi Gugielmo Marconi in Roma
in data 08.02.2011.
Auguri vivissimi da parte della madre Adele e sorella Antonella anch'essa infermiera, con l'augurio di poter intraprendere una
brillante carriera lavorativa impiegando al meglio quanto
approfondito ed appreso nel predetto percorso formativo.
cronache cilentane rubriche
Estero
Euro 50,oo
Raimondo Aniello, Menton
15
marzo 2011
Affidare la tutela del
Parco ai giovani cilentani
cronache cilentane spazio aperto
Gentile Direttore,
16
Siamo 17 ragazze della
quinta A Socio Psico Pedagogico di Vallo della Lucania; le scriviamo perché da
sempre il suo giornale è di
riferimento per tutto ciò che
riguarda il nostro territorio,
soprattutto nel campo della
difesa e del rispetto per
l’ambiente.
Quest’anno, insieme ad
una nostra insegnante,
abbiamo realizzato un progetto per “AFFIDARE“ la
tutela del nostro Territorio,
già Parco Nazionale, ai giovani cilentani.
Passeggiando lungo i fiumi o nei boschi delle nostre
montagne, lungo le strade
provinciali e non solo, ci
capita sempre più spesso di
notare cumuli di spazzatura
abbandonata ovunque, vecchi pneumatici, batterie scariche, materiali di risulta,
buste, bottiglie di plastica e
qualsiasi altro tipo di rifiuto.
Questa indecenza perpetrata ad opera di persone,
residenti e non, continua a
rovinare un territorio splendido come il nostro Cilento,
a volte proprio nei luoghi di
maggiore interesse naturalistico, li dove altri turisti, più
rispettosi, arrivano e trovano
il paesaggio stravolto.
Si fa un gran parlare di
turismo come opportunità di
lavoro per noi giovani del
Cilento, ma nessuno tornerebbe in un luogo maltrattato dalle stesse persone che
vi abitano.
La nostra idea, per la diffusione della quale le chiediamo un aiuto, consiste nella creazione di un GRUPPO
FACEBOOK dal titolo “CHI
SPORCA IL NOSTRO PARCO?” A tale gruppo sono
chiamati ad iscriversi i
ragazzi di tutte le scuole del
comprensorio cilentano che
andranno a contribuire
inviando fotografie delle
situazioni ambientali critiche
riscontrate nei loro paesi di
residenza e non solo.
Ciascuna fotografia dovrà
essere accompagnata dalla
data dello scatto e soprattutto da una descrizione,
quanto più dettagliata possibile del luogo in cui è stata
scattata.
In questo modo il gruppo
funzionerà come un puzzle
in continua formazione,
capace di mappare la situazione ambientale del nostro
Cilento e diventerà un riferimento importante per chi
deve intervenire, sia a livello
di prevenzione che di risanamento dei luoghi.
A tal proposito verranno
invitati ad iscriversi i Sindaci
di tutti i Comuni del Cilento:
ciascuna foto infatti, riporterà chiara l’indicazione del
Comune in cui è stata scattata. Un modo per dire
“meritiamocela questa definizione di Parco Nazionale!!!! “
Grazie per la sua collaborazione.
VA Liceo Socio Psico
Pedagogico di Vallo della Lucania
Pollica: quale futuro
dopo le prossime votazioni
amministrative di primavera?
Sig. Direttore,
sono un abbonato a Cronache Cilentane che vive ormai da circa 30
anni in alta Italia. Con le prossime votazioni amministrative indubbiamente gli obiettivi di tutta Italia saranno puntati sul Comune di Pollica. So che non si tratta di curiosità giornalistiche e televisive ma
almeno per quanto riguarda i residenti sarà in gioco il futuro.
Già sono arrivati messaggi, che io definirei inquietanti, con i quali
si tenta a far radicalizzare la vecchia politica: qualcuno ha detto
testualmente «la politica amministrativa del Comune di Pollica non si
cambia». Se devo dar credito ad altre notizie che mi stanno giungendo, vale a dire il deserto totale che si è creato in modo particolare ad
Acciaroli dopo il 5 settembre dello scorso anno, allora devo veramente temere che la gente non voglia cambiare. Per quale motivo chiudersi nelle proprie case e aver paura di dialogare? Per quale motivo
anche i giovani hanno un unico argomento di discussione, cioè la
squadra di calcio del posto o al massimo il Napoli?
Vorrei essere sulla breccia per dare il mio contributo ma l’età e la
distanza non me lo consentono: voglio comunque lanciare un messaggio a tutti affinché non stiano a guardare ma si rimbocchino le
mani per una “svolta epocale”. Gradirei la pubblicazione di questa
mia considerazione.
Distinti saluti
Un abbonato
Inventare e creare oggetti
usando pietre, Das e colori
Una interessante pubblicazione di Sofia Polizio
“I Passi dell’anima”
L’ultimo lavoro poetico del prof.Ferdinando Palombo di Ceraso
Le statue di S. Lucia, S. Pietro, S. Bartolomeo, S. Biagio, S. Onofrio, S. Martino, S. Nicola di Bari, S.
Pantaleone, S. Veneranda, S. Matteo, S. Elia, S. Cataldo, S. Giuseppe, S. Croce, S. Maria Assunta, Padre
Pio, solitarie, chiuse nelle nicchie delle chiese eccentriche di Ceraso, ma al centro dei cuori tumultuosi dei
fedeli, rappresentano la semplicità bella e grandiosa dei santi protettori dei borghi cilentani imponendosi in
un mondo complesso e relativo.Il poeta, Ferdinando Palombo di Ceraso, innanzi ad esse, emozionandosi,
con un flusso inarrestabile di pensieri e sensazioni, crea dei versi poetici che sono preghiere sgorganti limpide come le acque sorgive del Palistro.
Di grande suggestione anche formale leggendo i testi poetici a carattere religioso dell’ultimo lavoro del
prof. Ferdinando Palombo: “ I passi dell’anima” edito dal Centro di Promozione Culturale per il CilentoAcciaroli - 15- le preghiere sono create elegiacamente in maniera raccontante la biografia dei santi che si
rincorrono e interagiscono con i protettori dei borghi cilentani richiamando la forza dell’energia creativa
della fede. E’ tempo di riflettere per riportare l’uomo alle sorgenti del suo essere.”. Ti ringraziamo, Dio,/perché hai creato l’universo/arco di bellezza infinita/ “ così un suo cantico.
Il poeta , di fronte a qualche perplessità di un lettore nel vedere che la parte poetica e quella mistica camminano su binari paralleli , è giustamente affascinato e crede nella viva luce che i santi patroni dei paesi
cilentani a ridosso del Monte Gelbison emanano, in modo toccante, nella quotidiana routine, una fondamentale fiducia , e da parte dei credenti questi affrontano più serenamente anche le sofferenze personali.
“E’ bello sentirsi stretti/nel dolore,/calvario della vita/che ci unisce:/e seguire uno splendore/tra le stelle”
dalla poesia Amare sempre.
Scrive nella prefazione l’insigne prof.mons.Luigi Rossi “ l’ispirazione poetica del prof. Palombo diventa
catechesi, la sua fede trasuda dai versi e si trasforma in testimonianza di una tradizione religiosa che pervade il nostro territorio…..Il poeta omaggia tutti i santi protettori trasformando le note biografiche di ciascuno in una ulteriore occasione di catechesi fino alla dichiarazione finale. E’ il suo atto di fede evocato nelle
molteplici manifestazioni come ringraziamento per il dono della vita e per le bellezze del creato.”
Nel libro di poesie del prof.Ferdinando Palombo sono inserite ben 29 tavole con china e acquerello del
famoso maestro Mario Modica “per dare una visione più chiara nitida ai momenti rappresentati”. L’esimia
dottoressa Clara Schiavone nella sua nota di presentazione afferma “Il sodalizio arte-poesia realizzato con
Ferdinando Palombo si è rivelato un felice progetto: Mario Modica ha saputo cogliere i momenti più elevati
delle liriche, carpire l’acme emozionale dell’ascesi poetica….suscita emozioni ….l’uno ha saputo trasporre
graficamente le vibrazioni emozionali più intime dell’atteggiamento poetico e spirituale dell’altro, il poeta
ha saputo con le parole predisporre delle icone che un abile artista ha mirabilmente decifrato”.
L’esemplarità palpitante e coinvolgente della vita dei santi cilentani è trasfigurata così con sofferta partecipazione dal poeta in maniera ecumenica, conciliante, quieta; momenti riflessivi con poesie-preghiere che
cercano di cogliere episodi del passato lungo un itinerario articolato per riscoprire il fascino della loro attualità che vogliono sfidare il tempo.I protagonisti delle poesie non sono anacronistiche statue celebrative ma
icone plastiche sorprendenti che vogliono esaltare la vita, vogliono risvegliare la coscienza dianzi alle incoerenze del nostro tempo, mosaici disomogenei fatti di memorie quotidiane, di frammenti diversi pronti a
cadere in mille pezzi.
E’ una opera poetica che si fa leggere volentieri, ci si riconosce in molti pensieri dell’autore che sono comprensibili e condivisibili , si avverte il bisogno d’amore, di Dio, non c’è l’esistenza –il vivere, l’agire, lo stress,
il lottare, il morire- senza l’Essere Assoluto “Saremo liberi di amare,/guardando gli altri/con spirito di
pace/”.
Pasquale Cerullo
CRONACHE
CILENTANE
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Aut. Tribunale di Vallo della Lucania n.43 del 21/6/1983
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Marzo 2011 - Cronache Cilentane