AARON PIETRO ABATE DI TIVOLI ABATI ANTONIO ABBAGNO NICOLA ABBATI MARESCÒTTI PAOLO ABBELLI CESARE ABBRACCIAVACCA MEO ABBRESCIA FRANCESCO SAVERIO AGANOOR POMPILJ VITTORIA AGAZZARI FILIPPO AGELLI ANTONIO AGENO BRAMBILLA FRANCA AGNOLETTI FERNANDO ALATRI PAOLO ALAMANNI ANTONIO ALAMANNI LUIGI ABRIANI PAOLO ACCAME GIANO ACCAME VINCENZO ACCAROMBONI VITTORIA ACCETTO TORQUATO ACCIAIUOLI FILIPPO ACCIAIUOLI ZANOBI ACCIANO GUIDO ACCIARINI TIDEO ACCIO o ATTIO LUCIO ACCOLTI BENEDETTO ACCOLTI BERNARDO, detto l’Unico Aretino ACCOLTI FRANCESCO, detto l’Aretino ACCROCCA ELIO FILIPPO ACERBI GIUSEPPE ACHILLINI CLAUDIO ACHILLINI GIAN FILOTEO ADAMI ANTON FILIPPO ADAMI GIUSEPPE ADDAMO SEBASTIANO ADEMOLLO ALESSANDRO ALBERI EUGENIO ALBERICO DA MONTECASSINO ALBERTARIO DAVIDE ALBERTI FRANCESCO D’ALTOBIANCO ALBERTI LEON BATTISTA ALBERTAZZI ADOLFO ALBERTI ANTONIO ALBERTI ARNALDO ALBERTI GUGLIELMO ALBERTI FRANCESCO DI VILLANOVA ALBERTINI ALBERTO ALBERTINI LUIGI ALBICANTE GIOVANNI ALBERTO ALBINI GIUSEPPE ALCIATO ANDREA ALEARDI ALEARDO ALEMANNI NICCOLÒ ALERAMO SIBILLA, pseudonimo di Rina Faccio ALESSANDRINI FEDERICO ALESSI RINO ALFANI GIANNI ADIMARI ALESSANDRO ADIMARI LUDOVICO ADRIANI MARCELLO il Giovane ADRIANI MARCELLO VIRGILIO detto Dioscoride AFELTRA GAETANO ALFIERI VITTORIO ALGAROTTI FRANCESCO ALGRANATI CESARE ALIANELLO CARLO ALICATA MARIO INDICE DEGLI AUTORI STORICI - HOME PAGE A.L.I. Penna d’Autore © All rights reserved INDICE DEGLI AUTORI CONTEMPORANEI - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - ALIGHIERI IACOPO ALIGHIERI PIETRO ALIONE GIAN GIORGIO ALLAMANNI ANTONIO ALLASON BARBARA ALLEGRI ALESSANDRO ALLODOLI ETTORE ALMANSI GUIDO ALTOMARE LIBERO, pseud. di Remo Mannoni ALTOMONTE ANTONIO ALVARO CORRADO AMALTEO GIOVANNI BATTISTA AMALTEO GIROLAMO AMBROGI ANTON MARIA AMBROSINI LUIGI AMBROSINI RICCARDO AMBROSOLI FRANCESCO AMENTA NICCOLÒ AMICUCCI ERMANNO AMMIRÀ VINCENZO AMMIRATO SCIPIONE AMORETTI GIOVANNI VITTORIO ANCESCHI LUCIANO ANCINA GIOVENALE ANDREA DA BARBERINO, sopr. di A. Mengabotti ANDREOTTI GIULIO ANDRONICO LIVIO ANELLI ANGELO ANGELI DIEGO ANGELINI CESARE ANGELONI FRANCESCO ANGELONI LUIGI ANGIOLETTI GIOVANNI BATTISTA ANGIOLIERI CECCO ANIANTE ANTONIO, pseud. di Antonio Rapisarda ANILE ANTONIO ANSALDO GIOVANNI ANSELMI LUCIANO ANTINORI BASTIANO ANTONELLI SERGIO ANTONIANO SILVIO ANTONICELLI FRANCO INDICE DEGLI AUTORI STORICI ANTONIO DA FERRARA, detto Antonio Beccari ANTONIO DA TEMPO APOLLONIO MARIO APOSTOLI FRANCESCO APPELIUS MARIO APPIO CLAUDIO CIECO ARCANGELI FRANCESCO ARCANGELI GAETANO ARCARI PAOLA MARIA ARCARI PAOLO ARETINO PIETRO ARGAN GIULIO CARLO ARICI CESARE ARIOSTO GABRIELE ARIOSTO LUDOVICO ARIOSTO ORAZIO ARLIA COSTANTINO ARPINO GIOVANNI ARRIGHETTI NICCOLÒ ARRIGHI CLETTO, pseudonimo di Carlo Righetti ARRIGHI LANDINI ORAZIO ARRIGO DA SETTIMELLO ARTALE GIUSEPPE ARTIERI GIOVANNI ARTUSI GIOVANNI MARIA ARTUSI PELLEGRINO ASCOLI GRAZIADIO ISAIA ASINIO POLLIONE CAIO ASMUNDO BARTOLOMEO ASSARINO LUCA ASTALDI MARIA LUISA ASTORE FRANCESCO ANTONIO ATANAGI DIONIGI ATTARDI UGO AUDISIO GUGLIELMO AUGURELLI AURELIO GIOVANNI AURIGEMMA SALVATORE AVALLE D’ARCO SILVIO AVANZINI BALDASSARRE AZEGLIO CESARE TAPARELLI AZEGLIO, MASSIMO TAPARELLI D’ AZZONE (o AZZO) DEI PORCI - HOME PAGE A.L.I. Penna d’Autore © All rights reserved INDICE DEGLI AUTORI CONTEMPORANEI - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - A ABATE DI TIVOLI (vissuto nel XIII secolo) - Rimatore italiano, di lui ci restano solo tre sonetti di una tenzone con Giacomo da Lentini sulla natura d’amore. Forse furono composti nel 1241, anno in cui è documentata la presenza in Tivoli di Federico II. È incerta la sua identificazione con un Gualtiero laicus de urbe romano. ABATI ANTONIO (Gubbio 1598 circa-Senigallia 1667) - Fu a Roma (1631), a Viterbo tra il 1634 e il 1638, a Milano (1638-40). Dal 1641 al 1644 fu a Vienna al servizio dell’arciduca Leopoldo d’Austria; viaggiò nei Paesi Bassi e in Francia. Grazie alla protezione del cardinale Chigi, fu governatore di Grotte di Castro, Recanati e Frascati, che erano città pontificie. Compose i «Ragguagli di Parnaso contra i poetastri e partigiani delle nazioni» (Roma 1631 e Milano 1638), e le «Frascherie, fasci tre» (Venezia 1651), satire del costume e delle tendenze letterarie del tempo; certamente questi scritti esercitarono una qualche influenza su quelle di Salvator Rosa, suo amico personale. Fu, caso raro tra i satirici, ammiratore e imitatore del Marino, come appare dalle «Poesie postume» (Bologna 1671). Ingegnoso e bizzarro, talora arguto e pungente, occupa, nella storia della satira secentesca, un posto non irrilevante. ABBATI MARESCÒTTI PAOLO (Modena, 1812-1879) - Tragico classicista, scrisse: «Clarice Visconti», «Pirro», «Childeberto», «Galeazzo Sforza» (raccolte nel 1840), «Ermenegildo» (1842), «La vergine greca» (1850). ABBELLI CESARE (Bologna, 1604-1683) - Oltre alle poesie pubblicò un poema, intermezzi per musica e una tragedia. ABBRACCIAVACCA MEO (Pistoia, seconda metà del XIII sec.) Appartiene al gruppo di rimatori cortesi toscani precedenti lo «Stil novo» di cui Guittone fu il caposcuola. Corrispondente poetico di Guittone e di altri in molte tenzoni in sonetti, è autore anche di canzoni e di brevi lettere in prosa. ABBRESCIA FRANCESCO SA-VERIO (Bari, 1813-1852) - Insegnò lettere presso il liceo della città. All'età di 30 anni divenne canonico della basilica di San Nicola e si distinse come oratore sacro. Cultore del dialetto barese, scrisse composizioni di carattere politico e versi di carattere sacro per lo più dedicate a san Nicola. Partecipò ai moti del 1848 inneggianti alla Costituzione concessa in quell'anno da re Ferdinando II di Borbone. Per i suoi sentimenti apertamente liberali fu accusato di avere celebrato il 10 febbraio del 1849, una messa per ricordare l'anniversario della concessione. Per questo motivo fu celebrato un processo penale a suo carico che si concluse con l'indulto. Si spense a Bari all'età di appena 39 anni, ammalato nel corpo e prostrato nello spirito per le traversie subite. ABRIANI PAOLO (Vicenza 1607-Venezia 1699) - Fu predicatore dell’ordine carmelitano e prese il nome di Francesco. Fu un poeta marinista. Si esercitò nella predicazione e, nel 1638, divenne Maestro; ebbe la reggenza di Cremolino, diocesi di Acqui e poi quella di Genova, Verona, Padova e Vicenza. Dopo il 1654 uscì dal suo ordine e, come prete, riprese il nome di Paolo. Le sue poesie furono pubblicate a Venezia nel 1663. Tradusse l´Ode e l´Ars poetica di Quinto Orazio Flacco, stampata dal Valvasense nel 1687 a Venezia e le Pharsalia di Marco Anneo Lucano. Lasciò due libretti di lettere, il Vaglio e un'aggiunta di mille e più voci al Memoriale della lingua di Jacopo Pergamini da Fossombrone ed altre opere. INDICE DEGLI AUTORI STORICI ACCAME GIANO (Stoccarda 1928-Roma 2009) - Giornalista e scrittore divenne dirigente dell’MSI uscendone dopo la presa di posizione del partito contro la contestazione giovanile. Nel corso della sua carriera fu redattore de «Il Borghese», «Il Fiorino», «L’Italia settimanale» e collaboratore di numerose riviste. Fu ricercatore per gli «Annali dell’economia italiana» (IPSOA) di Epicarmo Corbino e Gaetano Rasi. Tra il 1988 e il 1991 ricoprì l’incarico di direttore del «Secolo d’Italia» e collaborò con diversi quotidiani come «Il Tempo», «Lo Specchio», «Vita». Fra le sue pubblicazioni si ricordano: «Socialismo tricolore» (Editoriale Nuova, Milano1983), «Il fascismo immenso e rosso» (Edizioni Settimo Sigillo, Roma1990), «Ezra Pound economista. Contro l’usura» (Edizioni Settimo Sigillo, Roma 1995), «La destra sociale» (Edizioni Settimo Sigillo, Roma 1996), «Il potere del denaro svuota le democrazie» (Edizioni Settimo Sigillo, Roma 1998), «Una storia del- AARON PIETRO (Firenze 1480 circa-Venezia 1545) - È stato teorico musicale italiano, maestro di cappella del duomo di Imola, e in seguito canonico a Rimini, Bergamo, Padova e Venezia. Ha lasciato scritti numerosi trattati (Libri tres de Institutione Harmonica, Thoscanello de la musica, Trattato de la natura et cognitione di tutti li tuoni di canto figurato) importanti per le innovazioni teoriche. Nel 1547 fu pubblicato postumo a Milano il suo «Compendiolo di multi dubbi, segreti et sentenze intorno al Canto Fermo, et Figurato». Nel Codice Vaticano Latino 5318 è contenuta una raccolta di lettere sue e a lui indirizzate. ABBAGNANO NICOLA (Salerno 1901-Milano 1990) - Professore di storia della filosofia all’Università di Torino (1939-1976). Definì la sua filosofia come «esistenzialismo positivo» contrapponendolo alle altre forme di esistenzialismo contemporaneo, le quali, sostenendo l’equivalenza assoluta di tutte le possibilità umane, finiscono col negare la stessa problematicità dell’esistenza e la possibilità di una scelta effettiva. Le sue opere principali sono: «Il principio di metafisica» (1936), «La struttura dell’esistenza» (1939); «Introduzione all’esistenzialismo» (1942); «Filosofia religione scienza» (1947); «Esistenzialismo positivo» (1948); «Possibilità e libertà» (1957); «Problemi di sociologia» (1959); «Dizionario di filosofia» (1960); «Per o contro l’uomo» (1968); «Esistenzialismo critico» (1969); «Fra il tutto e il nulla» (1973); «Questa pazza filosofia, ovvero l’io prigioniero» (1979); «L’uomo progetto duemila» (1980); «La saggezza della vita» (1985); «La saggezza della filosofia» (1987); «Ricordi di un filosofo» (1990). Tra le opere di storiografia filosofica: «Guglielmo di Ockham» (1931); «Storia della filosofia» (3 voll., 1950). - HOME PAGE A.L.I. Penna d’Autore © All rights reserved INDICE DEGLI AUTORI CONTEMPORANEI - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - la Repubblica. Dalla fine della monarchia a oggi» (Rizzoli, Milano 2000), «Dove va la destra? - Dove va la sinistra?» (Edizioni Settimo Sigillo, Roma 2004), «I figli del sole e la cultura del dopoguerra» (Controcorrente, Napoli, 2008). ACCAME VINCENZO (Loano 1932-Milano 1999) - Poeta visivo, ha partecipato nel 1952 alla fondazione della rivista «Malebolge»; nel 1960 si è dedicato alla ricerca poetico-visuale. Nel 1972 ha preso parte alla Biennale di Venezia. È autore del volume «Poesia visiva», storia della poesia visiva e delle forme espressive a essa assimilabili dalle origini a oggi, di «Il segno poetico» (1981), «Alfred Jarry» (1994), «La pratica del falso» (1995) e «Pittura come scrittura» (1998). ACCETTO TORQUATO (Napoli, prima metà del XVII sec.) - Autore di rime e del trattato «Della dissimulazione onesta» (1641), ispirato a una seria esigenza etica, la sua opera è stata dimenticata per quasi tre secoli e solo recentemente è stata riscoperta. Un fratello minore di nome Rodrigo, dedicatosi fin da giovane agli studi di poesia e di filosofia, fu costretto poi dalle necessità economiche a una occupazione di segretaria presso un un ufficio di lavoro non ben precisato. Fece parte del circolo che si riuniva intorno al marchese di Villa, G. B. Manso, fondatore dell'Accademia degli Oziosi (1611). Le sue rime furono pubblicate a Napoli (1621, 1626, 1638), e altri suoi versi furono editi in fine alle Poesie Nomiche del Manso (Venezia 1635). Nel 1641 pubblicò il «Trattato della Dissimulazione Onesta» che fu ristampato da B. Croce nel 1928. ACCIAIUOLI ZANOBI (Firenze 1461-Roma 1519) - Bibliotecario, educato alla corte dei Medici, dopo vicissitudini politiche divenne seguace del Savonarola facendosi domenicano nel 1495. I suoi studi di erudizione gli valsero nel 1513 a Roma la cattedra di lettere umanistiche alla Sapienza. Nel 1518 divenne prefetto della Biblioteca vaticana, di cui diede un nuovo inventario. ACCIANO GUIDO (Bagnoli Irpino 1651-Napoli 1681) - Esordì come marinista, ma fu poi seguace degli antimarinisti ed antiaristotelici Carlo Buragna e Lionardo di Capua. Scrisse versi in dialetto napoletano, ma sono soprattutto da ricordare undici suoi capitoli berneschi, ricchi di notizie sulla vita del tempo. ACCIARINI TIDEO (Sant’Elpidio [AP], 1430-1490) - Umanista italiano, dal 1469 al 1480 insegnò in Dalmazia: a Spalato, Zara, Ragusa. Tornato in Italia insegnò a Cosenza e poi forse nelle Marche. Compose versi latini e il trattato «De animorum medicamentis» dedicato ai sovrani di Spagna. ACCIO o ATTIO LUCIO (Pesaro, 170 a.C.-84 circa a.C.) - Figlio di un liberto, dotato di grande talento e oltremodo orgoglioso della sua arte, scrisse numerose e originali opere di erudizione e di filologia, ma acquistò fama, che fu vasta presso gli antichi, essenzialmente con la sua attività di drammaturgo. Compose moltissime tragedie, di cui la maggior parte di argomento greco («coturnatae»), come l’«Achilles», l’«Armorum iudicium», la «Medea» liberamente imitando i suoi modelli, e in particolare Euripide, e due di soggetto romano (praetextae), il «Brutus» e il «Decius» o «Aeneadae» che costituirono un importante tentativo di dramma nazionale. Della sua copiosa produzione rimangono quarantacinque titoli e circa settecento versi, che confermano le qualità a lui attribuite dagli antichi: ricerca dell’orripilante, senso del grandioso, entusiasmo patriottico e fastosità di espressione. ACCOLTI BENEDETTO (Arezzo 1415-Firenze 1466) - Letterato e giurista, lettore di Diritto a Firenze, insegnò diritto civile e canonico a Volterra (1435) e Firenze, ove partecipò al coronario (1441) e succedette (1458) a Poggio Bracciolini. Fu cancelliere della Repubblica dal 1458, INDICE DEGLI AUTORI STORICI rimatore in volgare ed elegante umanista. Si ricordano il dialogo «De praestantia virorum sui aevi», vigorosa esaltazione delle virtù dei contemporanei, e la storia in quattro libri delle crociate (De bello a Christianis contra Barbaros gesto), opera di buon valore letterario contro gli esaltatori dell'antichità. Scrisse tra l’altro mediocri poesie in volgare. ACCOLTI FRANCESCO, detto l’Aretino (Arezzo 1416-Siena 1488) - Giureconsulto e letterato italiano, fratello di Benedetto. Segretario di Francesco Sforza, duca di Milano, lettore di diritto a Ferrara, Siena e Pisa, autore di una celebre raccolta di «Consilia» e di un commento alle «Decretali»; compose anche rime amorose e moraleggianti. ACCIAIUOLI FILIPPO (Roma, 1637-1700) - Poeta e musicista, creatore di un celebre teatro di burattini (1680 circa) per il quale scrisse vari testi drammatici. Il suo teatro di Capranica si distinse per le singolari trovate e le macchine teatrali ingegnose. Compose anche libretti d’opera, alcuni dei quali da lui stesso musicati («Damira placata», scritto con Aurelio Aureli nel 1680, «Il Girello, una commedia burlesca pubblicata a Modena nel 1675 e ristampata a Venezia nel 1682, «L'empio punito », dramma musicato da Alessandro Melani e pubblicato a Roma nel 1669). Fu cavaliere gerosolimitano dal 1657 al 1667 e viaggiò molto per l'Europa, l'Asia, l'Africa e forse anche l'America. Frequentò il salotto dell'Arcadia di Cristina di Svezia. ACCOLTI BERNARDO (detto l’Unico Aretino) (Arezzo 1458-Roma 1535) - Figlio di Benedetto “il Vecchio”, patrizio di Arezzo, e di Laura di Carlo Federighi, e fratello del cardinale Pietro Accolti. A Firenze passò la prima giovinezza e nel 1489 si trasferì a Roma dove scrisse un carme latino attribuito a un «Bernardus Maria Aretinus». Fu esiliato due volte da Firenze per motivi non ben precisati. Viaggiò in lungo e in largo per le corti della penisola italiana, dove ebbe successo per i suoi componimenti poetici e per il suo spirito intraprendente. Del 1494 è la commedia in cinque atti in ottave Virginia - il nome della figlia - composta a Firenze per il matrimonio di un Antonio Spannocchi e tratta dalla novella nona della terza giornata del Decamerone. Si conoscono sue poesie di encomio per i potenti del tempo, da Alessandro VI al duca Valentino, da Ludovico Sforza ad Alessandro Farnese. Papa Leone X lo fece Duca e Vicario Pontificio di Nepi nel 1520. Per l’abilità di verseggiatore e improvvisatore, e lo spirito stravagante, ebbe grande successo nelle corti del Rinascimento. Un ritratto caricaturale ne tracciò il Castiglione nel Cortegiano (I, IX). Scrisse rime, alla maniera di Serafino Aquilano; è autore di una commedia «La Virginia» (1493) e degli «Strambotti». A lui gli si riconosce il merito di aver cercato di rinnovare la lirica del suo tempo, per se esagerando nei toni retorici e nella ricerca dell'effetto. - HOME PAGE A.L.I. Penna d’Autore © All rights reserved INDICE DEGLI AUTORI CONTEMPORANEI - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - ACCROCCA ELIO FILIPPO (Cori [LT] 1923-Roma 1996) - Allievo di Ungaretti, pubblicò raccolte di versi («Portonaccio», 1949; «Reliquia umana», 1955; «Ritorno a Portonaccio», 1959), in cui è evocato con ironica vivacità il mondo popolare e piccolo borghese romano. Più autonome, rispetto alla lezione formale del maestro, le raccolte successive volte a tradurre in emozione lirica anche problemi ideologici e culturali: «Innestogrammi-Corrispondenze» (1966), «Europa inquieta» (1972), «Paradigma» (1972), «Roma così» (1973), «Due parole dall’al di qua 1957-1972» (1973), «Siamo non siamo» (1974), desolati versi ispiratigli dalla morte del figlio. Successivamente i suoi versi si incentrarono su un autobiografismo dolente e malinconico che ritroviamo ne «Il superfluo», che riunisce le poesie dal 1974 al 1980 e dove fa spicco Bicchiere di carta (1977). Continuando su questa linea introspettiva e confrontandola con le occasioni della quotidianità, Accrocca pubblicò nel 1984 «Bagage e Videogramma sulla prolunga» e nel 1986 «Contromano». Merita di essere ricordata anche la sua attività di saggista, dove fanno spicco l’«Antologia poetica della Resistenza italiana» (1955), scritta in collaborazione con Valerio Volpini, «Ritratti su misura di scrittori italiani» (1960), «Vagabondaggi per l’Europa» (1972) e «Cronaca e poesia» (1978). ACERBI GIUSEPPE (Castelgoffredo [MN], 1773-1846) - Laureato in Legge ebbe modo di conoscere le più importanti lingue europee; per questo intraprese un viaggio a Capo Nord (primo uomo nella storia) di cui pubblicò, al suo ritorno, il resoconto in lingua inglese. Divenuto famoso fu invitato nei salotti mondani e conobbe importanti personaggi come Goethe, Madame de Staël, Malthus, Klopstock e, a Parigi, come addetto alla legazione della Repubblica Cisalpina, Napoleone. Dal 1816 al 1825 diresse la «Biblioteca Italiana», rivista austriacante e classicista che fronteggiò il movimento romantico; per essa scrisse dei Proemi dove rese conto annualmente della letteratura italiana, proemi che furono lodati anche da Goethe. Dal 1826 al 1834 fu console d’Austria ad Alessandria d’Egitto. La sua attività letteraria fu legata alla fondazione dell’austriacante «Biblioteca italiana», organo dei classicisti. Nel 1834 reientrò in Italia causa una malattia agli occhi e fu nominato consigliere del governo austriaco a Venezia, carica che lasciò dopo due anni. Nel 1836 si ritirò definitivamente a Castel Goffredo dove elaborò i suoi diari di viaggio in Egitto che però non fece in tempo a pubblicare per la morte sopraggiunta nel 1846. ACHILLINI GIAN FILOTEO (Bologna, 1466-1538) - Esponente della letteratura cortigiana, fu seguace di Serafino Aquilano in onore del quale curò con il Colocci, il Calmeta e l’Equicola le «Collettanee greche latine e italiane» (1504). Scrisse due poemi allegorici, «Viridario» (1513) e «Fedele» (1523). Nel 1536 pubblicò le «Annotazioni della volgar lingua» per difendere una lingua risultante dalla mescolanza di forme dialettali eterogenee rese tra loro coerenti da una patina latineggiante. ADAMI ANTON FILIPPO (Livorno primo decennio XVIII sec.-Firenze 1770) - Tipico rappresentante dell’erudizione settecentesca, coltivò vari interessi: scrisse poesie, tradusse il Britannico di Racine (1752), il «Saggio sull’uomo» di Pope (1756), si occupò di filosofia, d’archeologia, di storia, di agricoltura. Opere principali: «Dimostrazione dell’esistenza di Dio provata con la contingenza della materia» (1753) e «Dissertazioni critiche» (1766). ADAMI GIUSEPPE (Verona, 1878-Milano 1946) - Commediografo, scrisse alcune opere in lingua e in dialetto veneziano e milanese, tra cui «Felicita Colombo» (1936). Collaborò con vari musicisti, preparando anche soggetti per balletti e operette. A Puccini, del quale pubblicò poi una biografia e l’epistolario, fornì i testi per «La rondine», «Il tabarro» e «Turandot». Scrisse anche altre opere come le commedie «I Fioi di Goldoni», «La Capanna e il tuo cuore» (1913), «I Capelli bianchi» (1915), INDICE DEGLI AUTORI STORICI «Felicita Colombo» (1935) e «Nonna Felicita» (1936). ADDAMO SEBASTIANO (Catania, 1925-2000) - È partito come osservatore attento del lavoro degli scrittori siciliani, con «Vittorini e la narrativa siciliana contemporanea» (1962), ma per trasferire ben presto il proprio temperamento critico in una narrativa problematica («Violetta», 1963) e di forte impegno morale, come appare dalle sue prove migliori: «Il giudizio della sera» (1974) e «Un uomo fidato» (1978). Non a caso nel 1980 ha pubblicato «La metafora dietro a noi», raccolta di brevi moralità e di scritti con un taglio aforistico caratterizzato, secondo il parere di L. Sciascia, dalla «condensazione» e dalla «essenzializzazione». Addamo è anche poeta e ha riunito i suoi versi in «Il giro della vite» (1984). ADEMOLLO ALESSANDRO (Firenze, 1826-1891) - Studioso attento di storia, di letteratura e d’arte, anche se privo di intuizioni originali, documentò aspetti del costume italiano dei secc. XVII e XVIII; colla- ACHILLINI CLAUDIO (Bologna, 1574-1640) - Visse prima a Roma, poi a Parma e a Bologna. Ammiratissimo per l’argutezza e la concettosità della sua poesia, divenne in seguito l’esempio del cattivo gusto barocco. Achillini ebbe una vita tutt’altro che segnata dalle traversie: docente di diritto il più celebrato degli Studi di Bologna, Ferrara, Parma, notissimo e stimato in tutta Italia subì anche lui, col mutare del gusto a partire dagli anni Ottanta del XVII secolo, un progressivo e inesorabile ridimensionamento. Mentre le sue “manierone bizzarre” sembrano anticipare, sia pure un po’ goffamente, la maniera dei barocchisti della seconda metà del secolo, il suo gioco non presenta né le attrattive tecniche trascendentali di molti suoi colleghi marinisti. Di lui sopravvivono (di un canzoniere non ricchissimo) taluni sonettiritratto dedicati alla donna “multiplamente predicata” secondo la maniera propria di questa corrente. Pochissimo (e ben poco di interessante, o di leggibile) sopravvive della sua allora osannatissima produzione teorica giuridica. ACCORAMBONI VITTORIA (Gubbio 1557-Padova 1585) - Duchessa di Bracciano, donna affascinante, poetessa, discendente da una famiglia di origine marchigiana trasferitasi a Gubbio nel XIV sec. e illustrata da alcuni umanisti; andata sposa a Francesco Peretti, nipote del futuro Sisto V, divenne amante di Paolo Giordano Orsini, duca di Bracciano. Costui, fatto uccidere il Peretti (1581), si unì in matrimonio, in seguito annullato dalla curia, con l’Accoramboni. Quando Sisto V salì al trono i due fuggirono in Alta Italia, ma deceduto a Salò l’Orsini, forse per veneficio, l’Accoramboni si ritirò a Padova dove poco dopo fu assassinata (1585). La sua figura ispirò una tragedia di Webster (1612), un racconto di Stendhal e un romanzo di Tieck (1840). - HOME PAGE A.L.I. Penna d’Autore © All rights reserved INDICE DEGLI AUTORI CONTEMPORANEI - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - borò anche a giornali italiani e francesi. Svolse particolari ricerche sul teatro musicale italiano, cui dedicò numerosi saggi («I primi fasti della musica italiana a Parigi», biografie di celebri cantanti). ADIMARI ALESSANDRO (Firenze, 1580-1649) - Seguace del Marino, scrisse nove raccolte di cinquanta sonetti ciascuna, intitolate alle nove Muse. Gli si deve una traduzione delle «Odi» di Pindaro (1631). ADIMARI LUDOVICO (Napoli 1644-Firenze 1708) - Discendente di una famiglia fiorentina, studiò a Pisa ma visse prevalentemente a Firenze, tranne alcuni anni di esilio in seguito all’accusa di uxoricidio. Membro dell’Arcadia, autore di tre drammi, tra i quali «Il carceriere di se medesimo», che fu musicato dal Melani, e di cinque satire contro i vizi delle donne. Pubblicò varie raccolte di poesie, ma è noto soprattutto come autore di satire. ADRIANI MARCELLO il Giovane (Firenze, 1562-1604) - Figlio di Giovanni Battista, succedette al padre nella cattedra di umanità allo Studio fiorentino. Autore di lezioni accademiche e orazioni, ha fama specialmente come traduttore del trattato «Della elocuzione» di Demetrio Falereo e degli «Opuscoli morali» di Plutarco. Roma. Ha pubblicato opere storiche e di costume, con ampie analisi ricche di umana partecipazione, come appare in «Farabola, fotografo d’assalto» (1982), la storia di Milano ricostruita attraverso il commento alle fotografie di T. Farabola; «Corriere primo amore» (1983); «Missiroli e i suoi tempi» (1985); «Desiderare la donna d’altri» (1985), «Famosi a modo loro» (1988); «Almeno quest’anno fammi promosso» (1991); «Com’era bello nascere nel lettone» (1991); «I quarantacinque giorni che sconvolsero l’Italia» (1993); «La spia che amò Ciano» (1993); «Mordi la mela, ragazzo» (1995); «Spaghetti all’acqua di mare» (1996). Dal 1996 è entrato a far parte del Consiglio di amministrazione della RCS Editori S.p.A., un incarico che ha mantenuto fino alla morte. AGAZZARI FILIPPO (Siena 1339-Lecceto 1422) - Monaco agostiniano nel convento di Lecceto presso Siena, di cui nel 1398 divenne priore, è autore degli «Assempri» (esempi), raccolta moraleggiante di fatti, leggende e racconti fantastici, ma anche storici, caratterizzati dalla frequenza dell’intervento diabolico: interessante testo di lingua e quadro della vita senese del tempo. Visse a Lecceto e dintorni, immerso nelle penitenze e nelle orazioni e indefesso nel copiar libri per uso dei confratelli. ADRIANI MARCELLO VIRGILIO detto Dioscoride (Firenze, 14641521) - Umanista e uomo politico italiano, discepolo del Landino e del Poliziano, succedette a quest’ultimo nel 1494 nella cattedra dello Studio fiorentino. Nel 1498 fu eletto primo cancelliere della repubblica, ed ebbe alle sue dipendenze il Machiavelli. Non interruppe però i suoi studi eruditi: oltre a varie orazioni, deve essere ricordata la sua traduzione latina del trattato di medicina di Dioscoride. AGELLI ANTONIO (Sorrento [NA] 1532-Roma 1608) - Biblista teatino, fece parte delle commissioni per l’edizione della «Vulgata» di Clemente VIII (1592) e per quella della versione greca dei Settanta sotto Sisto V. Autore di commenti alla Bibbia. Si interessò anche a Cirillo di Alessandria del quale curò una traduzione latina del «De adoratione in spiritu et veritate» (1588) e l'edizione greca del «Contra Nestorium» (1607). I suoi commentari più apprezzati sono quelli ai «Salmi» e ai «Cantici dell'ufficio divino» (Roma, 1606), riediti postumi a Parigi nel 1611. AFELTRA GAETANO (Amalfi nel 1915Milano 2005) - Redattore dell’«Ambrosiano» e del «Corriere della Sera», che ha lasciato nel 1943, ha fondato il «Corriere Lombardo» (1945). Tornato al «Corriere della Sera» come vicedirettore, nel 1972-1980 ha diretto «Il Giorno». Nel 1981 ha ricevuto il premio SaintVincent per il giornalismo e nel 1990 la laurea ad honorem in giornalismo all’Università di AGENO BRAMBILLA FRANCA (Reggio Emilia, 1913-1995) - Docente di lingua e letteratura italiana nell’università di Parma, s’è dedicata soprattutto allo studio della lingua delle origini («Il verbo nell’italiano antico», 1964) e del Duecento. Ragguardevoli per scrupolo filologico le sue edizioni delle «Laudi, Trattato e Detti di Jacopone da Todi» (1953) e del «Morgante» del Pulci (1955), e la trattazione della morfologia e sintassi dantesca nell’«Enciclopedia dantesca». Tra le sue altre opere: «Il Bianco da Siena. Notizie e testi inediti» (1939), «L’edizione critica dei testi volgari» (1975). AGANOOR POMPILJ VITTORIA (Padova 1855-Roma 1910) - Discendente della nobile famiglia armena (era la settima figlia del conte Edoardo Aganoor), visse tra Padova e Venezia, fino a quando, nel 1876, si trasferì con la sua famiglia a Napoli, dove vi restò per tre anni fino alla morte del padre. Pubblicò un saggio poetico contenente anche alcune liriche della sorella Elena, grazie all’interessamento del suo primo maestro Giacomo Zanella. Precocissima nello scrivere, la sua natura perfezionista e ambiziosa la indusse a mostrare le sue poesie solo nella cerchia di conoscenti e amici, sollecitando il parere di insigni letterati dell’epoca, con i quali manteneva corrispondenza. Di tanto in tanto le sue liriche erano pubblicate su riviste letterarie, riscuotendo ammirazione e dandole una fama di poetessa aristocratica e riservata cui teneva molto. Pubblicò soltanto a quarantacinque anni il suo primo libro, «Leggenda eterna» (1900), su sollecitazione dei suoi amici. Benedetto Croce la considerò una scrittrice spontanea e fresca, e fu per lunghi anni reputata tale dalla critica letteraria, fino agli anni Settanta, INDICE DEGLI AUTORI STORICI quando la sua opera venne rivalutata anche alla luce di un’edizione parziale delle sue lettere. Vittoria aveva sempre rifiutato l’immagine di poetessa immediata e spontanea e dichiarava di scrivere “di testa” e non con il cuore. Infatti, le sue liriche sono pienamente inserite nelle correnti letterarie del suo tempo, e mostrano richiami a Gabriele D’Annunzio, ai Crepuscolari, all’amato Giacomo Leopardi, e agli amici Nencioni e Gnoli. Nel 1901 si sposò a Napoli con il nobile deputato Guido Pompilj, cui la legava un fortissimo legame di affetto. Il 9 aprile del 1910, fu ricoverata in una clinica a Roma per sottoporsi a un intervento chirurgico, probabilmente per l’insorgenza di un cancro, ma morì improvvisamente, lasciando nello sconcerto tutti i suoi cari. Il dolore provocato dalla sua scomparsa portò il marito a togliersi la vita. Si sparò quello stesso giorno e quel gesto conferì un’aura romantica al loro matrimonio e pose le poesie di Vittoria in un’ottica del tutto nuova, favorendone la divulgazione. Fra le sue pubblicazioni più importanti si ricordano «Nuove liriche» (1908), e «Poesie complete» (1912). - HOME PAGE A.L.I. Penna d’Autore © All rights reserved INDICE DEGLI AUTORI CONTEMPORANEI - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - ALBERTAZZI ADOLFO (Bologna, 1865-1924) - Allievo del Carducci, prosatore raffinato e colto, ha lasciato romanzi e soprattutto novelle ricche di bonaria umanità e di posato umorismo: «Ora e sempre» (1900), «Amore e amore» (1913), «Il zucchetto rosso» (1914), «Il diavolo nell’ampolla» (1918), «A stare al mondo» (1921), «Top» (1922), ecc. Compì anche ricerche di storia letteraria («Il romanzo», 1902-1904; «Il Carducci in professione d’uomo», 1921). ALBERTI ANTONIO (Firenze, 1358 circa-Bologna 1415) - Accolse nella villa del Paradiso i migliori ingegni di Firenze e partecipò alla vita politica, fino a che nel 1400 fu bandito. È autore di poesie amorose, morali e politiche di gusto elegante e prezioso nei modi della tradizione illustre. ALBERTI ARNALDO (Verona, 1866-1896) - La simpatia verso il mondo dei semplici e un tono riflessivo di chi scopre la gravità della vita caratterizzano i suoi scritti: «Impressioni e ricordi» (1892), «Racconto al chiaro di luna» (1895), «Scritti sparsi e inediti» (1896). ALBERTI GUGLIELMO (Torino 1900-Firenze 1964) - Amico di Gobetti, si è formato nel clima delle riviste «La Rivoluzione liberale» e «Il Baretti», e successivamente ha partecipato alle più importanti esperienze del Novecento culturale, collaborando a «Solaria», «Letteratura», «Il Mondo». Critico letterario e cinematografico, ha raccolto in «Fatti personali» (1954) le testimonianze di una partecipazione attiva e di punta all’attività letteraria del secolo. Sotto lo pseudonimo di Oreste, spinto da Gobetti, ha pubblicato nel 1926 un volume di prose che risentono dell’atteggiamento decadente di quel momento, influenzato da Gide. Notevole per impegno e finezza interpretativi la monografia «Alessandro Manzoni» (postuma, 1973). ALBERTI FRANCESCO DI VILLANOVA (Nizza 1737-Lucca 1801) - Lessicografo, compose il «Dizionario francese-italiano e italiano-francese» (1772) e il «Dizionario universale critico enciclopedico della lingua italiana» (1797-1805) apprezzato ai suoi tempi per la modernità dei criteri e l’abbondanza di voci scientifiche e tecniche. Tradusse in prosa le «Notti» dello Young. ALBERTINI ALBERTO (Ancona 1879-Napoli 1954) - Giornalista, collaboratore del fratello Luigi e condirettore (dal 1920) del «Corriere della Sera», fu estromesso con lui dal giornale (1925) per l’opposizione al fascismo. Scrisse «Vita di Luigi Albertini» (1945). ALBERTINI LUIGI (Ancona 1871-Roma 1941) - Giornalista e politico italiano. Tra il 1900 e il 1925 fu direttore del «Corriere della Sera», che sotto la sua guida divenne uno dei più importanti quotidiani italiani ed europei. Liberale conservatore, fu ostile alla politica di Giolitti e, allo scoppio della prima guerra mondiale, si schierò su posizioni interventiste. A causa della sua opposizione al fascismo, che contrastò anche in Senato (fu nominato senatore nel 1914), nel 1925 fu costretto a dimettersi. Scrisse Venti anni di vita italiana (1950-1952), opera dedicata all’età giolittiana e alla guerra. ALBICANTE GIOVANNI ALBERTO (Milano, XVI sec.) - Protetto dal governatore Alfonso d’Avalos, ebbe aspre polemiche con l’Aretino e col Doni. Scrisse poemi d’argomento storico («Historia della guerra del Piamonte», 1538; «Trattato de l’intrar in Milano di Carlo V», 1541) e componimenti di carattere encomiastico. ALBINI GIUSEPPE (Bologna, 1863-1933) - Professore di letteratura latina all’università di Bologna, ne divenne poi rettore nel 1927. È autore di una notevole traduzione delle opere di Virgilio (1921-1926), di eleganti versi latini e italiani che rivelano in lui l’erede della cultura INDICE DEGLI AUTORI STORICI ALBERTI LEON BATTISTA (Genova 1404-Roma 1472) Nato da famiglia fiorentina, studiò a Padova e a Bologna e visse soprattutto a Roma e a Firenze, prendendo gli ordini ecclesiastici. Architetto, linguista, filosofo, musicista, poeta, crittografo e archeologo, trattatista in latino e in volgare. Nell’età dell’Umanesimo fu l’assertore più strenuo delle possibilità letterarie del volgare. Un suo costante interesse era la ricerca delle regole, teoriche o pratiche, in grado di guidare il lavoro degli artisti. L’aspetto innovativo delle sue proposte consiste nel mescolare l’antico ed il moderno esaltando così la prassi inaugurata dal Brunelleschi. Inoltre, secondo lui, «... l’artista non deve essere un semplice artigiano, ma un intellettuale preparato in tutte le discipline ed in tutti i campi». Una concezione figlia dell’enciclopedismo medievale degli uomini dotti, ma aggiornata all’avanguardia umanista. Lavorò al servizio dei committenti più importanti dell’epoca: il papato, gli Este a Ferrara, i Gonzaga a Mantova, i Malatesta a Rimini. Pur scrivendo numerosi testi in latino fu un fervente sostenitore del volgare scisse in doppia stesura (latino e volgare) il «De Pictura». Fu tra l’altro tra i promotori nel 1441 del «Certame coronario», un concorso di poesia in volgare sul tema dell’amicizia. Le sue rime risentono dell’influenza petrarchesca. ALEARDI ALEARDO (Gaetano Maria Aleardi) (Verona, 1812-1878) - Poeta appartenne alla generazione risorgimentale. Di nobile famiglia, studiò legge a Padova, dove fu amico e compagno di Giovanni Prati, e partecipò con lui alle manifestazioni antiaustriache organizzate dagli studenti. Entrato in contatto con Niccolò Tommaseo e Daniele Manin, prese parte ai moti del 1848, e venne incarcerato due volte, nel 1852 e nel 1859. Fu deputato e successivamente senatore nel parlamento unitario. L’Italia unita lo celebrò come uno dei suoi poeti risorgimentali, oltre che come interprete dei suoi valori estetici. I temi da lui trattati erano quelli degli ideali patriottici e dei buoni sentimenti familiari, che espresse con grande attenzione metrica, nella forma dell’endecasillabo. Nel percorso creativo che va dal poemetto «Lettere a Maria» (1846) al corpus dei «Canti» (1864), si fecero però più evidenti una vena di malinconia e una sorta di sfiducia nella realizzazione dei grandi progetti sociali e civili. Ciò determinò il declino della sua fortuna critica. Più recentemente, specie nelle fantasie poetiche della storia e della preistoria («Il Monte Circello», «Le prime storie» ecc.) si è voluto vedere una sorta di anticipazione della poesia decadente. - HOME PAGE A.L.I. Penna d’Autore © All rights reserved INDICE DEGLI AUTORI CONTEMPORANEI - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - AGNOLETTI FERNANDO (Firenze, 1875-1933) - Attivo collaboratore delle riviste fiorentine «Lacerba» e «La Voce» e interventista, scrisse nel 1915 l’inno patriottico «Trento e Trieste». Carattere saggistico hanno il volume «Dal giardino all’Isonzo» (1918), in cui rievoca gli anni trascorsi al fronte durante la prima guerra mondiale, e «Il bordone della poesia» (1930). Diresse alcuni periodici del partito fascista. ALATRI PAOLO (Roma, 1918-1996) Saggista, giornalista, uomo politico, deputato al Parlamento per il PCI nel 1963-1967, insegnò storia del Risorgimento all’università di Palermo, storia moderna e storia delle dottrine politiche alle università di Messina e di Perugia. Segretario dell’Associazione italiana per le relazioni culturali con l’Unione Sovietica (1961-1970), redattore capo della rivista «Ulisse» e collaboratore di autorevoli riviste quali «Rinascita», «Studi storici», «Culture Française» (firmando anche con lo pseudonimo di Paolo Romano), ha pubblicato importanti saggi storico-politici («Lotte politiche in Sicilia sotto il governo della Destra», 1954; «Le origini del fascismo», 1956; «L’antifascismo italiano», 1961; «Voltaire, Diderot e il partito filosofico», 1965; «Scritti politici di Rousseau», 1970; «Lineamenti di storia del pensiero politico moderno», 1975; «Parlamenti e lotta politica nella Francia del 700», 1977; «L’Europa dopo Luigi XIV», 1986; «Introduzione a Voltaire», 1989; «Le occasioni della storia», 1990), edizioni di testi e antologie («Scritti politici di G. D’Annunzio», 1980) e la biografia «Gabriele D’Annunzio» (1983). ALBERI EUGENIO (Padova 1807-Vichy 1878) - Dopo un periodo di adesione al neoguelfismo, in cui scrisse «Del papato e dell’Italia» (1847), ripiegò su posizioni di intransigenza cattolica. Pubblicò la prima edizione delle opere di Galileo e le relazioni degli ambasciatori veneti del XVI secolo. ALBERICO DA MONTECASSINO (Benevento, 1030-1105 circa) Monaco a Montecassino, vi esercitò un’intensa attività come maestro di grammatica e di retorica, scrittore di varie materie (agiografia, dogmatica, musica), verseggiatore. Nel 1078-1079 a Roma difese la dottrina eucaristica ortodossa contro Berengario di Tours: sostenne poi Gregorio VII nella lotta tra papato e impero, con il «Contra Heinricum imperatorem de electione romani pontificis», ora perduto. Condensò nel «Breviarium de dictamine», trattato di epistolografia, e nei «Flores rhetorici» il suo insegnamento di retorica nella scuola cassinese, e per queste opere è da considerarsi l’iniziatore di quell’«ars dictaminis» che ebbe tanta importanza nei secc. XII e XIII. ALBERTARIO DAVIDE (Filighera [PV] 1846-Carenno [BG] 1902) - Sacerdote e giornalista, iniziò dal 1868 sull’«Osservatore Cattolico» di Milano (di cui divenne direttore) una vivace battaglia contro il liberalismo cattolico, sostenendo avanzate posizioni di democrazia sociale. Intransigente polemista, non esitò ad attaccare anche la gerarchia ecclesiastica conservatrice, attirandosi ostilità e ammonimenti. In seguito ai moti milanesi del 1898 fu condannato a tre anni di detenzione, ma uscì dal carcere nel 1899: frutto di tale esperienza fu lo scritto autobiografico «Un anno di carcere». Ritornò a dirigere il suo giornale, ancora su posizioni intransigenti nelle questioni di morale cattolica, opponendosi alla proposta di legge del governo Zanardelli per l'introduzione del divorzio. INDICE DEGLI AUTORI STORICI ALAMANNI ANTONIO (Firenze, 1464-1528) - Rimatore, animoso uomo di parte, ostile ai Medici, ha lasciato sonetti alla maniera del Burchiello, quattro canti carnascialeschi (Il carro della Morte, Il trionfo dell'Età, Il trionfo dei quattro Elementi, Il canto degli ammogliati) e una commedia di argomento spirituale, intitolata «La Conversione di Santa Maria Maddalena» (1521). Compose inoltre l'opera burlesca Etimologia del Beccafico. Ricorpì diverse cariche pubbliche sotto la Repubblica: nei Dodici Buonomini nel 1508, vicario della Valdicecina nel 1509, di San Giovanni Valdarno nel 1518 e castellano di Firenzuola nel 1525. ALAMANNI LUIGI (Firenze 1495-Amboise 1556) - La sua formazione letteraria e politica avvenne nel circolo antimediceo degli Orti Oricellari, e per aver partecipato a una congiura contro il cardinale Giulio de’ Medici (il futuro Clemente VII) nel 1522 dovette fuggire da Firenze. Riparò a Venezia, e di qui ben presto in Francia dove si mise al servizio di Francesco I. Dal re ebbe varie missioni politiche per le quali tornò più volte anche in Italia. Con la cacciata dei Medici nel 1527 ebbe termine il suo primo esilio; ma nel 1530 dovette di nuovo riparare in Francia dove trascorse il resto della vita, pur avendo ancora l’occasione di viaggi in Italia per ambascerie e altri incarichi politici. La sua vasta opera in versi può dividersi in due periodi: al primo, anteriore al 1532, appartengono le numerose liriche particolarmente di soggetto amoroso, quattro libri di «Elegie», gli «Inni» pindareggianti, le «Egloghe», le «Selve» composte a imitazione di Stazio, le «Satire», la traduzione dell’«Antigone» sofoclea, ecc.; al secondo, il poema didascalico in endecasillabi sciolti «La coltivazione», compiuto nel 1546, che è forse il suo capolavoro, il vasto poema «Girone il Cortese» (1548), infelice tentativo di conciliare la varietà della poesia cavalleresca e l’unità del poema eroico, e l’«Avarchide», che nonostante elementi romanzeschi volle essere un poema epico sulla guerra che s’immagina combattuta nel 500 d.C. tra Celti cristiani e Germani pagani intorno a Bourges, l’antico «Avaricum». ALBERTI FRANCESCO D’ALTO-BIANCO (Firenze, 14011479) - Faceva parte della schiera di intellettuali gravitanti attorno a Giovanni di Cosimo de' Medici. Banchiere come altri membri dell’illustre famiglia, poi impoveritosi, prese parte al «Certame coronario» (1441); scrisse poesie d’amore e gnomiche, rime satiriche e burchiellesche, sonetti, ballate fresche ed eleganti. - HOME PAGE A.L.I. Penna d’Autore © All rights reserved INDICE DEGLI AUTORI CONTEMPORANEI - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - umanistica emiliana. Curò un’edizione delle «Egloghe» dantesche, un commento al Parini, e diede altri contributi allo studio della letteratura italiana. ALEMANNI NICCOLÒ (Ancona 1583-Roma 1626) - Fu professore e bibliotecario alla Vaticana. Pubblicò il nono libro delle «Storie» di Procopio di Cesarea («Storia arcana», Lione, 1623) e la «Descrizione di San Giovanni in Laterano». ALESSANDRINI FEDERICO (Recanati 1905-Roma 1983) - Entrato all’«Osservatore Romano» (1931), si impose come uno dei più vigorosi giornalisti al servizio della Chiesa. Nel 1946-1950 diresse il giornale cattolico «Il Quotidiano», ma poi tornò all’«Osservatore», del quale nel 1960-1972 fu anche vicedirettore. Nel 1972-1976 fu portavoce della Santa Sede, profondamente legato alla figura di papa Paolo VI che cercò di chiarire nella sua ricchezza umana. Commentatore della politica italiana ed esperto dei paesi comunisti, ebbe una rubrica fissa anche sull’«Osservatore della domenica». Pubblicò «I cattolici e il comunismo» (1945), antologia degli interventi di Pio XII nel campo sociopolitico. ALESSI RINO (Cervia, 1885-1970) - Giornalista e scrittore, direttore dal 1919 al 1943 del «Piccolo» di Trieste e collaboratore di vari giornali, ha scritto lavori teatrali a sfondo storico e i romanzi «Calda era la terra» (1958) e «La speranza oltre il fiume» (1959). Interessante la raccolta delle sue corrispondenze giornalistiche e delle sue lettere dal fronte durante la prima guerra mondiale («Dall’Isonzo al Piave», 1966). ALFANI GIANNI (dati anagrafici di incerta provenienza) - Della biografia di Gianni Alfani si sa solo della sua amicizia con Guido Cavalcanti, e dunque del fatto che visse a cavallo dei secoli XIII e XIV. Di lui restano solo sette componimenti, che denunciano con evidenza la dipendenza da Cavalcanti. Una dipendenza, tuttavia, soltanto esteriore, che esclude la complessità e la tormentosità dell’ispirazione del grande modello. ALGRANATI CESARE (Ancona, 1865-1925) - Di origine ebrea, convertitosi al cattolicesimo nel 1887, collaborò, con lo pseudonimo di Rocca D’Adria, a diversi giornali cattolici intransigenti, come «L’Osservatore cattolico» e «La libertà cattolica». Legatosi al movimento democratico cristiano, diresse la «Democrazia Cristiana» di Torino, «La Patria» di Ancona e, dal 1902, «L’Avvenire d’Italia» di Bologna, schierandosi col Toniolo contro il Murri. Fondò e diresse dal 1915 il settimanale satirico «Il Mulo», che si contrapponeva all’anticlericale «L’Asino». ALIANELLO CARLO (Roma, 1901-1981) - Nei suoi romanzi sembra aver toccato un solo tema, il meridione e i suoi problemi; ma la varietà narrativa con cui l’ha rappresentato ha conferito all’opera di questo romanziere una originalità inconsueta nella nostra letteratura. A partire dall’«Alfiere» (1943) per arrivare sino all’«Inghippo» (1973), ALERAMO SIBILLA, pseudonimo di Rina Faccio (Alessandria 1876-Roma nel 1960) Dopo un periodo in cui fu pressoché dimenticata, la sua figura e la sua opera hanno recuperato in questi ultimi anni importanza e attualità. A ri-proporle all’attenzione hanno sicuramente contribuito le pro-blematiche del femminismo, di cui la Aleramo è stata una anticipatrice con la sua vita, sempre condotta e vissuta con estrema libertà e pagando di persona, e con la sua opera fin dal romanzo dell’esordio «Una donna» (1906). Vita e letteratura si sono sempre fuse nell’esistenza di questa scrittrice che ha tratto dalla propria autobiografia, ricca di avventure sentimentali (si ricordano i suoi amori con Campana, Boine, Quasimodo) e politiche (la sua amicizia con To- gliatti), spunti e temi per un’opera che, non a caso, ha conosciuto i suoi momenti maggiori, più che nelle prose di «Andando e stando» (1921) e «Gioie d’occasione» (1930 e poi 1954), nei romanzi «Amo, dunque sono» (1926) e «Il frustino» (1932) o nelle numerose poesie raccolte poi in «Selva d’amore» (1947), proprio nelle pagine diaristiche. In esse la scrittrice ha trasferito le sue esperienze più intime, come l’amore per il poeta Franco Matacotta, più giovane di 40 anni, e registrato gli avvenimenti storici e culturali di cui si è trovata al centro durante la sua vita spregiudicata. «Dal mio diario 19401944» (1945), e poi «Diario di una donna 1945-1960» (1978) e «Un amore insolito» (1979), pubblicati postumi e in edizione integrale. ALCIATO ANDREA (Alzate Brianza [CO] 1492-Pavia 1550) - Giurista e umanista, approdò alle discipline giuridiche nel 1507, dopo essersi dedicato agli studi classici a Milano sotto la guida di maestri eminenti. Studiò a Pavia, Bologna e Ferrara, dove nel 1516 si laureò in diritto civile e canonico. Insegnò diritto civile ad Avignone e a Bourges, e in seguito fu nominato protonotario apostolico per volere di Paolo III. Le sue monografie di diritto canonico e i commentari del «Digesto» ne fanno un innovatore nel campo delle discipline giuridiche in Italia. Attivo anche in ambito letterario, acquistò fama soprattutto per gli «Emblemata» (1531), una raccolta di epigrammi illustrati. ALIONE GIAN GIORGIO (Asti, 1460-1521 circa) - Appartenne a nobile famiglia e parteggiò per i Francesi, come risulta anche da una sua «Macaronea» composta come replica alla «Macaronea» di Bassano da Mantova. Profondamente influenzata dalla cultura francese fu anche tutta la sua opera di scrittore: in francese egli scrisse versi d’ispirazione politica, e dal teatro popolare francese derivò non poco per le dieci farse che compose in dialetto astigiano (pubblicate in volume nel 1521). Studiate in passato come importante documento linguistico, le farse oggi sono soprattutto ammirate per l’originale svolgimento drammatico che vi trovano i temi tradizionali della novellistica. Notevoli i tentativi di estroso plurilin-guismo e la spregiudicata attenzione ai temi erotici. INDICE DEGLI AUTORI STORICI - HOME PAGE A.L.I. Penna d’Autore © All rights reserved INDICE DEGLI AUTORI CONTEMPORANEI - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Alianello non si è mai scostato dalla sua visione critica di un Sud visto dalla parte dei Borboni, sia che si tratti della spedizione dei Mille come nell’«Alfiere», o della fedeltà ai Borboni di un soldato rispetto a un intellettuale rivoluzionario nel «Soldato del re» (1952) oppure di un affresco epico-storico del brigantaggio meridionale nell’«Eredità della Priora» (1963). In questo quadro dell’opera narrativa di Alianello prende però un particolare risalto il pamphlet dal titolo quanto mai significativo ed esplicativo delle tesi sostenute, «La conquista del Sud» (1972). ALICATA MARIO (Reggio Calabria 1918-Roma 1966) - Scrittore e uomo politico, la sua attività letteraria si è esplicata soprattutto negli anni attorno al 1940, quando collaborò attivamente con interventi polemici e articoli critici a riviste come «La Ruota», «Primato», «Oggi». Successivamente l’attività politica come dirigente nel PCI prese il sopravvento, ma senza per questo distogliere la sua attenzione dai fatti culturali (basti ricordare la sua polemica con Vittorini ai tempi del «Politecnico»). I suoi studi sulla letteratura, in particolare quella contemporanea, sono stati raccolti in «Scritti letterari» (1968), mentre nel 1977 è apparso «Lettere e taccuini di Regina Coeli», testimonianza diretta della sua partecipazione alla Resistenza. ALIGHIERI IACOPO (Firenze, prima metà del XIII sec.) - Figlio di Dante lo seguì in esilio. Fu il primo editore della «Commedia» (1322) e per la copia destinata a Guido da Polenta ne compose un compendio in terzine; scrisse poi delle «Chiose all’Inferno», intese esclusivamente a spiegare i sensi allegorici. È autore del «Dottrinale», compilazione scientifica in sessanta capitoli ciascuno di sessanta settenari a rima baciata. Nel 1322 rientrò a Firenze dall’esilio e ottenne un canonicato a Verona. ALIGHIERI DANTE - Vedi alla voce «Dante Alighieri» ALIGHIERI PIETRO (fine XIII secolo-Treviso 1364) - Figlio secondogenito di Dante, fu coinvolto nell’esilio del padre, che seguì a Ravenna. Scrisse uno dei primi commenti alla «Commedia». La scarsa produzione poetica che di lui sopravvive si caratterizza per una critica violenta contro la corruzione morale e politica, soprattutto degli ecclesiastici. ALFIERI VITTORIO (Asti 1749-Firenze nel 1803). Discendente da una nobile famiglia. Iscrittosi alla Reale Accademia di Torino con la prospettiva di intraprendere una carriera militare, nel 1766 abbandonò gli studi. Viaggiò in lungo e in largo per l’Europa, frequentando le principali corti europee. Tornato a Torino nel 1773, si immerse nello studio dei classici e dei grandi autori della tradizione italiana e francese. Nel 1775 fece rappresentare la sua prima tragedia. Nel 1778 abbandonò il Piemonte per la Toscana. Tra il 1781 e il 1783 soggiornò a Roma. Successivamente seguì Luisa Stolberg, contessa d’Albany, prima a Colmar, in Alsazia, poi a Parigi. Venuto via disgustato dalla Francia rivoluzionaria, si stabilì definitivamente a Firenze. La fama di Alfieri è anzitutto legata alle sue tragedie, in cui emergono i temi più tipici dello scrittore: centrale vi è il problema della libertà e del potere, dell’affermazione dell’individuo nei confronti dell’oppressione tirannica e delle leggi della politica. Tale tematica, tuttavia, si arricchisce progressivamente di una profonda e sofferta riflessione sulla vita umana, sui sentimenti più intimi, sulla società. L’autore si pro- INDICE DEGLI AUTORI STORICI ALGAROTTI FRANCESCO (Venezia, 1712-Pisa 1764) - Scrittore e saggista italiano. Compiuti gli studi a Bologna, dove si indirizzò alle discipline scientifiche e soprattutto all’astronomia, si stabilì a Firenze per completare la preparazione letteraria e vi rimase fino al 1735 quando, ventitreenne, partì per Parigi, dove entrò in contatto con varie personalità della cultura francese. Aveva con sé il manoscritto del suo «Newtonianesimo per le dame», operetta di divulgazione scientifica che Voltaire apprezzò molto e che, ispirata allo spirito divulgativo di Fontenelle, ispirò a sua volta a Voltaire i suoi «Elementi della filosofia di Newton». Lasciata la Francia, si recò a Londra; quindi, dopo un breve ritorno in Italia per curare la pubblicazione del «Newtonianesimo», tornò a Londra, e da lì si recò a visitare San Pietroburgo, alcune zone della Russia e infine la Prussia. Qui divenne amico e protetto di Federico II che, salito al trono nel 1740, ebbe molta stima della sua intelligenza e delle sue doti diplomatiche e lo nominò ciambellano. Fece ritorno in Italia solo nel 1753, e da allora visse tra Venezia e Bologna, e infine a Pisa, dove morì mentre attendeva all’edizione delle sue opere; queste, per l’ampio arco degli interessi, sono un modello del suo spirito illuminista, irrequieto, moderno, aperto ai nuovi problemi e al progresso, e, in una parola, alla conoscenza razionale. Oltre al «Newtonianesimo», alle famose «Lettere sulla Russia» e al «Congresso di Citera», romanzo sui costumi galanti e amorosi in diverse nazioni, si ricordano anche gli scritti «Sopra la pittura», «Sopra l’architettura», «Sopra l’opera in musica», «Sopra il commercio». vò anche in altri generi, dalla lirica al trattato e alla satira, dall’autobiografia alla commedia. Durante un soggiorno a Siena nel 1777 nacque in lui l’idea di comporre un libro di «Satire» che dedicò allo studio approfondito di Giovenale e di altri classici latini. Passarono più di vent’anni perché l’opera risultasse conclusa. La prima edizione a stampa è del 1807. L’Alfieri porta in quest’opera un attacco ai miti e ai pregiudizi del suo secolo. Pubblicò la prima parte delle sue «Rime» nel 1789, includendovi componimenti scritti a partire dal 1776; progettò anche di pubblicarne una seconda parte, che comprendesse i componimenti scritti fra il 1789 ed il 1799, ma non condusse mai in porto il progetto e la prima edizione completa delle «Rime» apparve postuma nel 1804. Si tratta di una raccolta poetica fra le più significative del Settecento italiano, in cui emerge con il massimo rilievo la personalità dell’autore, coi suoi sdegni, i suoi conflitti interiori e col mondo, i suoi sentimenti appassionati, fra cui l’amore; manca invece una figura femminile che, come Laura per Petrarca, ne costituisca il punto focale, anche se la lezione petrarchesca è costantemente presente. - HOME PAGE A.L.I. Penna d’Autore © All rights reserved INDICE DEGLI AUTORI CONTEMPORANEI - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - ALLAMANNI ANTONIO (dati anagrafici di incerta provenienza) Fiorentino, vissuto nella seconda metà del XV secolo. Le sue rime sono di impronta burchiellesca. Tema ricorrente è la polemica anticlericale. ALLASON BARBARA (Pecetto Torinese 1880-Torino 1968) - Appartenente alla cultura torinese laica e liberale, ha diviso la propria attività fra la politica (è stata anche in carcere per antifascismo) e la letteratura, scrivendo soprattutto biografie critiche: «Carolina Schlegel» (1919), «Bettina Brentano» (1928), «Vita di Silvio Pellico» (1933), «Goethe a colloquio con Schiller» (1947). Ma i suoi libri migliori sono a sfondo autobiografico: «Memorie di un’antifascista» (1946) e «Vecchie ville vecchio cuore» (1950). ALLEGRI ALESSANDRO (Firenze, 1560-1629) - Fondò tra amici buontemponi l’Accademia della Borra, e coltivò la poesia burlesca senza grande originalità («Rime piacevoli», in quattro parti: 1605-1613); scrisse anche versi latini e curiose lettere fittizie ai grandi letterati del passato («Lettere di ser Poi Pedante», 1613). ALLODOLI ETTORE (Firenze, 1882-1960) - Autore di opere narrative, storiche e biografiche, ha scritto in collaborazione con C. Trabalza la «Grammatica degli Italiani» (1934) e compilato con A. Albertoni un «Vocabolario della lingua italiana» (1947). ALMANSI GUIDO (Milano 1931-Mendrisio [Canton Ticino] 2001) - Dopo aver insegnato a lungo in università inglesi, è rientrato in Italia dove ha iniziato, alla maniera anglosassone, un’intensa attività pubblicistica collaborando a «La Repubblica» e a «Panorama». I suoi interventi, spesso anticonformisti e irriverenti, trovano poi riscontro in volumi critici rigorosi e unitari poiché vertono sempre su un tema di fondo come l’osceno in letteratura in «L’estetica dell’osceno» (1974) o l’ironia in «Amica ironia» (1984). Lettore curioso e onnivoro, ha riunito, in collaborazione con Guido Fink, un’antologia di imitazioni da testi famosi: «Quasi come» (1976). Ha in seguito pubblicato: «La ragion comica» (1986), «Teatro del sonno» (1988, con C. Béguin), «Minimi sistemi» (1989), «Donna da Quirinale» (1990, con A. Veraldi), «Incerta chiarezza» (1990), «Il filosofo portatile» (1991), «Perché odio i politici» (1991), «Tra cinema e teatro» (1995), «Bugiardi. La verità in maschera» (1996), «La nuova Alice» (1998). ALTOMARE LIBERO, pseud. di Remo Mannoni (Roma, 1883-1942) - Funzionario statale di professione, fu poeta e pubblicista. Fu tra i primissimi e più entusiastici aderenti al Futurismo. Iniziò la sua carriera letteraria nell’alveo dannunziano con una piccola raccolta di versi stampata in proprio nel 1908, «Rime dell’Urbe e del Suburbio», e una rivista letteraria («Primo Vere») che non ebbe molta risonanza. La sua seconda raccolta, «Procellarie», stampata nel 1909 e inviata a Marinetti, gli aprì invece le porte alla rivista «Poesia» e l’invito a entrare nel movimento Futurista. Nel 1931 pubblicò una terza raccolta dal titolo «Fermento». ALTOMONTE ANTONIO (Palmi 1934-Roma 1986) - Collaboratore di giornali e riviste, ha esordito con due romanzi («Il feudo», 1964; «L’isola del corpo», 1965) legati alla terra calabrese ma fondati su un’essenziale tendenza a narrare per simboli. Il romanzo successivo, «La sostanza bruna» (1972), ripubblicato con i precedenti nella trilogia «Una stagione sull’altra», (1981), ha confermato la sua esigenza di superare la realtà dei fatti in motivi esistenziali, con una vena fantastica che spesso si sviluppa su piani temporali diversi ma concordanti. Il sostrato simbolico si INDICE DEGLI AUTORI STORICI è allargato alle crisi morali e sociali contemporanee nei due romanzi che gli hanno dato la notorietà: «Dopo il Presidente» (1978, premio Viareggio), dove il potere è visto come un’entità che scatena un crescendo assurdo di lotte, e «Sua Eccellenza» (1980), nel quale il potere è presentato nella sua degradazione. È seguito «Il fratello orientale» (1984), un romanzo di sofisticata architettura narrativa e di stampo autobiografico. Il rapporto fra potere e cultura ritorna in numerosi saggi, come «Viaggio nella cultura italiana» (1975), «L’intellettuale bifronte» (1977), «Mafia, briganti, camorra e letteratura» (1979). Di grande efficacia analitica e narrativa sono state le biografie: «Il Magnifico. Vita di Lorenzo de’ Medici» (1982) e «Dante, una vita per l’imperatore» (1985). ALVARO CORRADO (San Luca [RC] 1895-Roma 1956) - Esordì come poeta («Polsi nell’arte, nella leggenda, nella storia», 1911), ma la sua produzione più significativa è costituita da romanzi e racconti, spesso pubblicati la prima volta sui quotidiani («Il Resto del Carlino», «Il Corriere della Sera») e i periodici («Il Mondo») ai quali collaborò. Così è per il romanzo «L’uomo nel labirinto» (1926) e per i racconti di «L’amata alla finestra» (1929). La fitta produzione di narrativa breve fu in buona parte raccolta nel 1955 in «75 racconti». Le novelle più famose sono quelle di «Gente in Aspromonte» (1930), raccolta incentrata sulla terra di origine di Alvaro. L’ambientazione rurale, i personaggi contadini, la tematica e il tipo di linguaggio pongono il testo sulla linea che precede la narrativa neorealista. Sull’universo meridionale tornò in seguito con la trilogia intitolata «Memorie del mondo sommerso» (1961). Compagno di Massimo Bontempelli nell’avventura della rivista “900”, negli anni Trenta scrisse diverse corrispondenze di viaggio dall’Italia, dall’Unione Sovietica e dalla Turchia. Fu tra i sostenitori dell’Alleanza per la cultura patrocinata nel 1948 da Vittorio Sereni, e fondò con Francesco Jovine e Libero Bigiaretti il Sindacato degli scrittori. Fu anche traduttore dal russo e dall’inglese e scrittore di opere teatrali («La lunga notte di Medea», 1949). AMALTEO GIOVANNI BATTISTA (Oderzo 1525-Roma 1573) Ebbe saltuari incarichi dalla Repubblica Veneta; fu poi segretario di Carlo Borromeo. Scrisse versi in volgare, ma fu più ammirato per i carmi latini, composti a imitazione del Flaminio e del Navagero. AMALTEO GIROLAMO (Oderzo, 1507-1574) - Fratello di Giovanni Battista, professò la medicina. Scrisse versi latini; va ricordato soprattutto il poemetto «Gigantomachia haeretica», dedicato a Paolo III, di spiriti controriformistici. AMBROGI ANTON MARIA (Firenze, 1713-1788) - Gesuita, tradusse «Le tragedie del Signor di Voltaire adattate all’uso del teatro italiano» (1752), le «Opere» di Virgilio (1758-1762) in mediocri versi sciolti, con ampio apparato critico, e le «Lettere» di Cicerone (1780). AMBROSINI LUIGI (Fano [TO] 1883-Torino 1929) - Formatosi alla scuola del Carducci e amico di Renato Serra, dai giovanili interessi letterari fu portato agli studi storici, impegnandosi, specialmente in articoli della Voce, a una seria revisione del Risorgimento («Cronache del Risorgimento e scritti letterari», volume postumo). Fautore della guerra di Libia ma avverso all’intervento nel 1915, fu sostenitore convinto del Giolitti, la cui politica difese in articoli di fondo de «La Stampa». Si appartò all’avvento del fascismo. Molto notevole è un suo saggio sull’Ariosto pubblicato nel volume «Teocrito, Ariosto, minori e minimi» (1926). - HOME PAGE A.L.I. Penna d’Autore © All rights reserved INDICE DEGLI AUTORI CONTEMPORANEI - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - AMBROSINI RICCARDO (Livorno, 1925-San Lorenzo di Moriano [LU] 2008) - Docente di linguistica all’università di Pisa, è condirettore della rivista «Linguistica e letteratura» e collaboratore dell’«Enciclopedia Dantesca». Studioso di vasti interessi, ha spaziato dall’indoeuropeistica alla linguistica generale, dall’indianistica alla storia della lingua italiana. Opere principali: «L’uso dei tempi storici nell’italiano antico» (1961), «Strutture e parole» (1970), «Le iscrizioni sicule, sicane, elime» (1979), «Dal X libro del Rg Veda» (1981), «Magia e sapienza nell’India antica» (1984), «Saggi di critica linguistica» (1989), «Introduzione a Conrad» (1991), «Antonio di Buona ventura Minutoli» (1993), «Le lingue come rappresentazioni formali della conoscenza» (1995), «La diatesi passiva nelle lingue indo-europee» (1996), «Lineamenti toponomastici della Lucchesia» (1997), «Per un’interpretazione dell’Odissea» (1997). AMBROSOLI FRANCESCO (Como 1797-Milano 1868) - Indirizzato dal Monti e dal Giordani, parteggiò inizialmente per i classicisti e scrisse saggi sulle letterature classiche. Ricoprì a Pavia la cattedra di filologia latina e greca ma per poco, perché sospetto di idee liberali. Tradusse il dizionario greco-tedesco dello Schenkl e compose un «Manuale della letteratura italiana» (1831; rifatto nel 1860) lodato dal Carducci, in cui seppe apprezzare i meriti della cultura romantica. AMENTA NICCOLÒ (Napoli, 1659-1719) - Ricordato per le «Commedie» che rappresentano un tentativo, poco riuscito, di restaurazione della naturalezza della commedia toscana del XVI sec. contro la magnificenza del teatro del Seicento; fu autore anche di un’opera di poesia giocosa («I capitoli»). AMICUCCI ERMANNO (Tagliacozzo 1890Roma 1955) - Laureato in scienze politiche e sociali, fu dapprima redattore del «l'Avanti!» dal 1908 al 1910, dove conobbe Mussolini, per poi divenire corrispondente da Roma dei quotidiani italiani «Il Piccolo» di Trieste e «La Nazione» di Firenze, e in seguito del newyorkese «Corriere d'America». Fece una rapida carriera politica sotto il fascismo divenendo, da consigliere provinciale dell’Aquila (1920- 1925), deputato e sottosegretario alle corporazioni. Direttore della «Gazzetta del Popolo» (1928-1939) e del «Corriere della Sera» (1943-1945), fu condannato per collaborazionismo. Fu autore di scritti a carattere economico, politico e sociale. Fra i suoi libri, possono essere ricordati: «Piccolo mondo dannunziano», «Nizza e l'Italia», «I 600 giorni di Mussolini». AMMIRÀ VINCENZO (Monteleone di Calabria [oggi Vibo Valentia] 1821Montelone 1898) - Di idee liberali, fu tra i più attivi animatori del Comitato rivoluzionario monteleonese. Nel 1860 si arruolò tra le truppe garibaldine e combatté a Soveria Mannelli. In una poesia, «In morte di Giuseppe Garibaldi», il poeta accennò al suo incontro con l’Eroe dei due Mondi. Pubblicò poesie in lingua e in dialetto, tra cui una libera traduzione dell’Eneide. Il lavoro a cui deve la notorietà è «Ceceide», un poemetto dialettale in cui le varie componenti quali la voluttà, la satira, lo scurrile ed il fantastico si compenetrano. Altra opera molto conosciuta è la poesia «A Pippa» (1886). Pubblicò anche un volume di «Poesie giovanili» (1861), in cui raccolse i versi in lingua e la novella «I Romiti». Altre poesie le pubblicò in giornali e riviste. Nel 1928 il figlio, Domenico Ammirà, raccolse in due volumi una parte delle opere del padre: «Tragedie, poesie e Poesie dialettali» e «La Calabria e Vincenzo Ammirà». INDICE DEGLI AUTORI STORICI AMMIRATO SCIPIONE (Lecce 1531Firenze 1601) - Dopo soggiorni a Napoli, Roma e Venezia e un’attività letteraria assai dispersa, stabilitosi a Firenze si dedicò con grande impegno alla storiografia e alla trattatistica politica. Lavorò alla corte del duca Cosimo de’ Medici e lasciò poesie di gusto prevalentemente petrarchesco, dialoghi, commedie, orazioni politiche, opere di storia. Nella sua vasta produzione spiccano le «Istorie fiorentine, delle famiglie nobili fiorentine» e i «Discorsi sopra Cornelio Tacito» (1594), importanti per la polemica antimachiavellica e, ancor più, per la giustificazione che dà della ragion di Stato. Tra le altre opere vi sono alcune biografie, come quella su Bettone Cini e genealogie delle famiglie di Napoli e Firenze. AMORETTI GIOVANNI VITTORIO (Imperia 1892-Torino 1988) Germanista, già professore nell’Università di Pisa, fu autore di numerose pubblicazioni, tra cui l’edizione del «Corso di letteratura drammatica» (Vorlesungen über dramatische Kunst und Literatur) di A. W. Schlegel (1923), una «Storia della letteratura tedesca» (1936) e una versione del Faust. Nel 1962 pubblicò «Saggi critici», con una bibliografia degli scritti e un’introduzione di G. Sechel e «Storia della letteratura tedesca». Pubblicò inoltre «Hölderlin» (1963), «Viaggio in Italia» (1965), «Saggi critici» (1968) e «Cultura tedesca» (1971). ANCESCHI LUCIANO (Milano 1911Bologna 1995) - La sua attività si svolse da un lato sul piano accademico (fu docente di estetica a Bologna fino al 1981) e dall’altro con un’intensa partecipazione militante alle più significative esperienze letterarie del Novecento. Lo troviamo fra i compagni di strada degli ermetici con i «Saggi di poetica e di poesia» (1942), ma preceduti da «Autonomia ed eteronomia dell’arte» nel 1936, e vent’anni dopo sarà il grande ispiratore della neoavanguardia del Gruppo 63, nato attorno alla rivista «Il Verri», da lui fondata nel 1957. Il suo interesse precipuo andò alla poesia e alle poetiche: a lui si devono famose antologie come «Lirici nuovi» (1943) e «Lirica del Novecento» (1953, in collaborazione con Sergio Antonielli), la prefazione ai «Lirici greci» di Quasimodo, i saggi «Da Ungaretti a D’Annunzio» (1976), e gli studi di poetica che, a partire da «Poetiche del Novecento in Italia» (1962), e attraverso «Il modello della poesia» (1966), «Le istituzioni della poesia» (1968), sono giunti all’importante riflessione «Che cosa è la poesia?» (1986). Sono da ricordare anche i suoi studi sul barocco («Barocco e Novecento», 1960) e le letture di Eliot e Pound («Poetica americana», 1953). Pubblicò inoltre: «Cinque lezioni sulle istituzioni letterarie» (1988), «Gli specchi della poesia» (1989), «Le poetiche del Novecento in Italia. Studio di fenomenologia e storia delle poetiche» (1990). ANCINA GIOVENALE (Fossano [CN] 1545-Saluzzo [CN] 1604) Musicista e poeta, consacrato sacerdote nel 1582 a Roma, vescovo di Saluzzo dal 1602, fu beatificato da Leone XIII nel 1890. Propugnatore dell’opera di san Filippo Neri (riforma tridentina), reagì alla produzione madrigalistica in voga. Fu autore di antologie comprendenti soprattutto composizioni altrui, tra cui il «Tempio armonico della Beatissima Vergine» (Roma, 1599). Collaborò con Cesare Baronio alla stesura degli Annali. A lui è intitolato il liceo di Fossano (CN) e una via di Torino. - HOME PAGE A.L.I. Penna d’Autore © All rights reserved INDICE DEGLI AUTORI CONTEMPORANEI - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - ANDREA DA BARBERINO, soprannome di Andrea Mengabotti (Barberino di Valdelsa [FI], 1370-1431 circa) - Traduttore e compilatore di romanzi cavallereschi francesi che probabilmente recitava nelle piazze, è autore di molte opere («Storie Nerbonesi», «Ugone di Alvernia», «Aspramonte») tra cui ebbero particolare fortuna, continuata fino a oggi presso un pubblico popolare, il «Guerrin Meschino» e «I Reali di Francia». ANDRONICO LIVIO (Taranto, 284-204 a.C. circa) - Poeta epico e drammaturgo latino di origini greche. In seguito alla caduta di Taranto, nel 272 fu condotto come schiavo a Roma dove venne in seguito affrancato dalla «gens» Livia. Tradusse in latino l’«Odissea» di Omero in versi saturni (Odusía), e compose tragedie e commedie di intreccio greco. Ci restano scarsi frammenti delle sue opere, oltre a otto titoli di tragedie e tre di commedie. ANELLI ANGELO (Desenzano [BS] 1761-Pavia 1820) - Letterato, coinvolto anche in vicende politiche, lavorò per la Scala dal 1793 al 1817. Fornì testi poetici di ricca e gustosa inventiva a famosi operisti (Rossini, Piccinni, Cimarosa, ecc.). La sua produzione assomma a una quarantina di libretti fra cui L’Italiana in Algeri e La Griselda. ANGELI DIEGO (Firenze 1869-Roma 1937) - Amico e collaboratore di A. De Bosis, partecipò alla fondazione del «Marzocco» e fu redattore di altri giornali letterari. Durante la prima guerra mondiale fu inviato speciale sul fronte francese. Più che i romanzi di tono dannunziano, è ricordato per una traduzione del teatro di Shakespeare (1911-1934) e specialmente alcune opere sulla vita e l’arte di Roma: «Le chiese di Roma» (1900), «Storia romana di trent’anni 1770-1800» (1931), «Roma romantica» (1935), ecc. ANGELONI FRANCESCO (Terni 1587-Roma 1652) - Accademico degli Insensati di Perugia e segretario del cardinale Ippolito Aldobrandini, scrisse novelle e commedie d’intreccio, e fu collezionista appassionato di oggetti d’arte. Compose due vaste opere d’erudizione: la «Historia augusta da Cesare a Costantino» (1641) e la «Historia di Terni» (1646). ANDREOTTI GIULIO (Roma, 1919-2013) Laureato in Giurisprudenza nel 1941, specializzandosi, successivamente, in diritto canonico. Giovanissimo, si avviò al giornalismo: cominciò a farsi notare nella Federazione degli Universitari Cattolici Italiani (FUCI), di cui era assistente Mons. Montini, il futuro Papa Paolo VI, e gli fu affidata da Aldo Moro la direzione di “Azione Fucina”. Successivamente, quando Moro lasciò la Presidenza della FUCI, Andreotti gli subentrò per decisione di Pio XII. Collaborava, intanto, alla fondazione della Democrazia Cristiana, al fianco di Alcide De Gasperi e Guido Gonella. Dopo la liberazione di Roma, divenne delegato nazionale dei gruppi giovanili della Democrazia Cristina e nel 1945 fece parte della Consulta Nazionale. Deputato dell’Assemblea Costituente nel 1946, fu confermato in tutte le successive elezioni della Camera dei Deputati nella circoscrizione di Roma-Latina-Viterbo-Frosinone, dove fu eletto, per la dodicesima volta, nel 1987. Fu eletto anche per due volte al Parlamento Europeo (Italia Centrale e Nord-Est). Il 1° giugno 1991 il Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, lo nominò Senatore a vita. Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri dal quarto all’ottavo governo De Gasperi tra il 1947 e il 1953, man- INDICE DEGLI AUTORI STORICI ANGELONI LUIGI (Frosinone 1759Londra 1842) - Aderì alla Repubblica Romana (1798), alla caduta della quale riparò in Francia, dove entrò nella setta dei filadelfi, partecipando a numerose congiure antinapoleoniche. Alla caduta di Napoleone si affiliò agli adelfi, e fu con Filippo Buonarroti il capo degli esuli liberali italiani a Parigi. Amico di Federico Confalonieri, ebbe intorno al 1820 contatti con Carlo Alberto. Espulso nel 1823, passò in Inghilterra, dove redasse una «Dichiarazione di princìpi» di carattere democratico. Scrisse «Della forza nelle cose politiche» (1826) e un farraginoso «Esortazioni patrie» (1837). Negli ultimi anni visse a Londra isolato, in polemica con i compatrioti (in precedenza aveva rotto i rapporti col Foscolo, già suo amico). ANGIOLETTI GIOVANNI BATTISTA (Milano 1896-Napoli 1961) - La sua attività di scrittore si accompagnò sempre a una partecipazione alla vita culturale e giornalistica: fu condirettore della «Fiera letteraria» (poi «Italia letteraria») dal 1928 al 1934; nel dopoguerra diresse «La fiera letteraria», che aveva ripreso le pubblicazioni, e dal 1952 «L’approdo letterario». Fondò nel 1958 e presiedette la Comunità europea degli scrittori. La sua opera, pur nascendo in ambito rondista, testimonia una costante apertura sui problemi morali della società: di qui deriva il passaggio dalle prime prose liriche de «La terra e l’avvenire» (1923) e delle pagine allegoriche de «Il giorno del giudizio» (1927, premio Bagutta) ai racconti de «Il buon veliero» (1931) a «Donata» (1940) e ai libri maggiori, «La memoria» (1949, premio Strega), e «Giobbe, uomo solo» (1955), intrisi di forte moralità. Accanto alla narrativa lasciò libri di viaggio, tra cui ricordiamo: «Servizio di guardia» (1932), «L’anatra alla normanna» (1957) e tenne tale incarico col successivo governo Pella, sino al gennaio 1954. In seguito ricoprì numerosi incarichi di governo: Interno, Finanze, Tesoro, Difesa, Industria, Bilancio ed Esteri. Fu presidente del Consiglio dei Ministri e presidente dei Deputati della D.C. Ha ricevuto la Laurea Honoris Causa della Sorbona di Parigi, della Loyola University di Chicago, dell’Università Copernico di Torun (Polonia), della Notre Dame University di South Bend (Indiana), dell’Università della Plata (Argentina), dell’Università di Salamanca (Spagna), della Saint John’s Univesity di New York, dell’Università di Varsavia, dell’Università della Scienza e della Tecnologia di Pechino, dell’Università Clemente d’Ocrida di Sofia, della Catholic University of America (Washington D.C.), della New York University, della Jewish Theological Seminary (New York), dell’Università di Pechino e dell’Università di Toronto. È autore di ben 24 libri fra cui si ricorda «Il potere logora... Ma è meglio non perderlo. Le battute più divertenti, più cattive, più riuscite» (2000) e «Onorevole stia zitto» (1992). Fondò e diresse la rivista «Concretezze» (dal 1955 al 1976), fu direttore del mensile «Trenta Giorni» e presidente del Centro Studi Ciceroniani e della Casa di Dante di Roma. - HOME PAGE A.L.I. Penna d’Autore © All rights reserved INDICE DEGLI AUTORI CONTEMPORANEI - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - «I grandi ospiti» (1960), e di intervento europeistico: «Scrittori d’Europa» (1928), «Un europeo d’Italia» (1951), «Tutta l’Europa» (1961). ANIANTE ANTONIO, pseudonimo di Antonio Rapisarda (Viagrande [CT] 1900-Ventimiglia di Sicilia [PA] 1983) - Scrittore inquieto e insofferente, trovò nel novecentismo di Bontempelli una poetica in cui la sua vena estrosa poteva avere accoglienza e riconoscimento. A quel periodo appartengono i romanzi fantastici «Sara Lilas» (1923) e «Ultime notti di Taormina» (1931). Per ragioni politiche si trasferì in Francia e da allora il suo lavoro di scrittore prese una piega autobiografica e memorialistica con «Ricordi di un giovane troppo presto invecchiatosi» (1939), «La fin du monde» (1950), «Memorie di Francia» (1973). Scrisse anche per il teatro («Gelsomino d’Arabia», 1926; «Carmen Darling», 1929) e con il passare del tempo è soprattutto sul piano teatrale che la sua fama ha avuto i giusti riconoscimenti, specie per «Rosa di zolfo» (1958). ANSALDO GIOVANNI (Genova 1895-Napoli 1969) - Dopo essere stato redattore capo del «Lavoro» di Genova, aderì nel 1935 al fascismo divenendo direttore del «Telegrafo» di Livorno. Dal 1950 al 1965 diresse «Il Mattino» di Napoli. Pubblicò, tra l’altro, una biografia di Giolitti, «Il ministro della buona vita» (1949). ANSELMI LUCIANO (Fano, 1934-1996) - Collaboratore di giornali e riviste letterarie, ha scritto testi teatrali, opere narrative, tra cui «Gramignano», 1967, alcuni romanzi polizieschi («Storie parallele», 1974; «Gli amici dell’impiccato», 1974) e un lungo racconto di tono proustiano («Un viaggio», 1969). Pregevole anche la sua edizione di una scelta delle lettere di Proust. Tra le opere successive: «Testi teatrali» (1975), ANGIOLIERI CECCO (Siena, 1260-1312 circa) - Ciò che si conosce della sua vita risulta da fonti secondarie e indirette, che testimoniano di una vita sregolata e dissipata. Sappiamo, ad esempio, che nel 1281 fu multato tre volte dal bargello per disturbo della quiete pubblica, e che nel 1291 fu implicato nel ferimento di un uomo, ma senza subire condanna. Intorno al 1296 dovrebbe collocarsi un suo primo allontanamento da Siena, forse a causa di un bando politico. Nel 1302 svendette per bisogno di soldi un suo podere, ma, non si sa se per vita dispendiosa o altro, le sue finanze rimasero fallimentari, tanto che alla sua morte, avvenuta forse nel 1312, i cinque figli rimasti a suo carico rinunciarono all’eredità perché troppo gravata dai debiti. Incontrò probabilmente Dante alla battaglia di Campaldino, contro Arezzo. È probabile che, per quanto dalle due parti siano andati perduti i materiali poetici relativi, fra Dante e Angiolieri vi sia stata, oltre che una tenzone in rima, una cordiale amicizia, poi deterioratasi, come risulta da un famoso sonetto di Cecco indirizzato a Dante. I sonetti attribuiti all’Angiolieri sono circa 150. Discendono dalla tradizione goliardica e dalla poesia giocosa, che, esprimendosi in un linguaggio pittoresco e realistico, assumeva nei suoi componimenti qualità più variegate, con temi a tratti sfrontati e dissacratori, come quello dell’esaltazione del denaro e del rancore verso i genitori. INDICE DEGLI AUTORI STORICI «Gli anni e gli anni» (1976, romanzo), «Piazza degli Armeni, Balzac» (1982), «Proust ritrovato» (1984), «Nudo in albergo» (1985), «Molte serate di nebbia» (1986), «I poeti dagli occhi di opossum» (1988), «Il liocorno blu e altre inchieste del commissario Boffa» (1992), «Acquario mediterraneo» (1996). ANTINORI BASTIANO (Firenze, 1524-1592) - Membro dell’Accademia fiorentina e poi della Crusca, fu tra gli studiosi che prepararono, sotto la direzione del Borghini, l’edizione espurgata del «Decameron» (1573). ANTONELLI SERGIO (Roma 1920-Milano 1983) - La sua opera si pone all’insegna di una discrezione rigorosa, ma non per questo marginale. I suoi romanzi hanno sempre origine da un’occasione autobiografica, come «Il campo 29» (1949), racconto della sua prigionia in India, «Oppure niente» (1971), in cui è adombrata la sua esperienza politica, o da una trasposizione allegorica e fantastica come in «La tigre viziosa» (1954), «Il venerabile orango» (1962), «L’elefante solitario» (1979). Indagatore attento della letteratura contemporanea in «Aspetti e figure del Novecento» (1955) e «La letteratura del disagio» (1984), apparso postumo, ha dedicato anche studi al Parini (1974) e al Pascoli (1955). Dalla sua collaborazione alla radio svizzera è nato «Viaggio nella lette- ANGELINI CESARE (Albuzzano [PV] 1887-Pavia 1976) Sacerdote, rettore del collegio universitario Borromeo di Pavia, scrittore, ha interpretato la letteratura contemporanea con la fede in alcuni princìpi: per lui la letteratura era «la nostra quotidiana porzione di felicità» e la critica doveva, prima che giudicare, «comprendere», come gli aveva insegnato il suo maestro Renato Serra. I suoi libri di prosa, tra i quali ricordiamo «I doni del Signore» (1932), «Acquerelli» (1948), «I frammenti del sabato» (1952), e di critica, dal «Lettore provveduto» (1924) a «Notizie di poeti» (1942), a «Carta, penna e calamaio» (1944), a «Nostro Ottocento» (1970), a «Cronachette di letteratura contemporanea» (1970), si realizzano in questo spirito. Non è casuale dunque che l’autore della sua vita sia stato Manzoni, a cui ha dedicato alcuni libri fondamentali («Il dono del Manzoni», 1924; «Invito al Manzoni», 1936; «Manzoni», 1942 e 1953; «Capitoli sul Manzoni, vecchi e nuovi», 1966; «Variazioni manzoniane», 1974). Da ricordare anche l’epistolario, postumo, «I doni della vita» (1985). ANILE ANTONIO (Pizzo di Calabria [CZ] 1869-Raiano d’Aquila [AQ] 1943) - Fu Ministro della Pubblica Istruzione. La sua vita fu amareggiata dalle persecuzioni del regime fascista e dagli intrighi del mondo accademico, ma rimase sempre fedele al Partito Popolare di Luigi Sturzo. Oltre ai suoi trattati scientifici sono da ricordare le poesie («Sonetti religiosi», 1923; «Le ore sacre», 1937) e soprattutto l’opera di saggista («Bellezza e verità delle cose», 1935), intesa a conciliare la scienza con la fede. - HOME PAGE A.L.I. Penna d’Autore © All rights reserved INDICE DEGLI AUTORI CONTEMPORANEI - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - ratura italiana» (1982), serie di incisivi profili da Jacopone da Todi a Vittorini che costituisce una galleria storica dei nostri scrittori. ANTONICELLI FRANCO (Voghera [PV] 1902-Torino 1974) - Figura di spicco della cultura torinese antifascista, è stato scrittore, giornalista al quotidiano «La Stampa», uomo politico (senatore dal 1968), organizzatore culturale ed editore, lasciando in ognuna di queste attività un’impronta personale, anche se la sua opera risulta alla fine esigua. Il suo gran lavoro di critico alla radio e al «La Stampa» ha originato la raccolta postuma «Scritti letterari 1934-1974» (1985), mentre in vita sia «Il soldato di Lambessa» (1956) sia il «Piccolo libro di lettura» (1957) non davano il dovuto risalto a una costante presenza critica confermata da «Immagini carducciane» (1958) e «La vita di D’Annunzio» (1968). Fu anche poeta; la raccolta completa delle sue poesie, «Improvvisi e altri versi», è anch’essa postuma (1984). Sotto il titolo «La pratica della libertà» (1976) sono stati riuniti i suoi scritti politici. Da ricordare anche il dramma «Festa grande d’aprile» (1964) e la cura delle «Poesie nuove e ultime» di Delio Tessa (1947) e della «Moneta seminata» di Gozzano (1966). ANTONIO DA FERRARA, detto Antonio Beccari (Ferrara, 13151370 circa) - Irrequieto e bizzarro, gran giocatore, condusse la vita errabonda degli uomini di corte del suo tempo. Nel suo ricco canzoniere accanto a poesie politiche, spesso di occasione, prevalgono rime autobiografiche, ispirate alla sua tormentata esistenza (ad es. le «Disperate»). Si risentono i temi e i modi della tradizione letteraria comico-realistica e giullaresca, ma non senza accenti di sincerità, pur se torbidi ed enfatizzati. ANTONIO DA TEMPO (Padova, prima metà del XIV sec.) - Giudice a Padova dal 1324, alla caduta degli Scaligeri (1338) si trasferì a Venezia. Nel 1332 compose la «Summa artis rytmici vulgaris dictaminis», il primo trattato di metrica volgare italiana. APOLLONIO MARIO (Oriano [BS] 1901-Galliate Lombardo [VA] 1971) - Figura di spicco della cultura cattolica, è stato professore universitario, si è dedicato a studi sul fenomeno del teatro e autori, da Shakespeare a Ibsen, dando alcune opere di importanza fondamentale quali la «Storia della commedia dell’arte» (1930) e la «Storia del teatro italiano» (1938-1950), oltre ad aver diretto la rivista «Drammaturgia». Nel campo della critica letteraria i suoi contributi più originali sono in «Uomini e forme della cultura italiana delle origini» (1934), «Fondazioni della cultura italiana moderna» (3 voll., 1948-1961) e lo studio dantesco: «Dante, storia della Commedia» (1951). Apollonio ha scritto anche per il teatro e alcuni romanzi, tra i quali va ricordato «Solstizio nell’orto» (1945). APOSTOLI FRANCESCO (Venezia, 1755-1816) - Scrisse opere storico-erudite, «Ricerche su gli uomini e le cose del secolo XVIII» (1785), «Rappresentazione del secolo XVIII» (1801-1802) e «Dell’istoria dei Galli, Franchi e Francesi» (1810). Compose anche mediocri commedie di stampo goldoniano. Più famose le «Lettere Sirmiensi» (1801), ispirate alla sua esperienza di prigionia sotto gli Austriaci e tinte di una vaga malinconia preromantica. APPELIUS MARIO (Arezzo 1892-Roma 1946) - Redattore del «Popolo d’Italia» e direttore del «Mattino d’Italia» di Buenos Aires, pubbli- INDICE DEGLI AUTORI STORICI ANTONIANO SILVIO (Roma, 1540-1603) - Si acquistò precoce rinomanza come improvvisatore, e per le sue doti Ercole II d’Este lo volle a Ferrara. Nel 1559 Pio IV lo chiamò a Roma a insegnare nella Sapienza; ma per dedicarsi tutto alla teologia e abbracciare lo stato ecclesiastico lasciò poi l’insegnamento. Ebbe importanti incarichi da Pio V e come abbreviatore fu non indegno successore del Bembo e del Sadoleto per l’eleganza del suo latino. Clemente VIII nel 1598 lo fece cardinale. L’opera sua più importante è il trattato «Dell’educazione cristiana e politica dei figliuoli» (1584). Tra i revisori della «Gerusalemme liberata» egli fu il più severo nell’esigere la soppressione degli episodi amorosi e paganeggianti. ARICI CESARE (Brescia, 17821836) - Neoclassico della scuola di Vincenzo Monti, rivelò fin da giovane una grande passione per la poesia e per i classici latini e greci. Traduttore di Virgilio, compose opere di carattere didascalico, mitologico e storico, che nella sua epoca lo collocano tra i più importanti cultori di questi generi. Scrisse «Inni di Bacchilide» (1818), che finse volgarizzati dal greco, un poema epico («Gerusalemme distrutta») ed eleganti poemi didascalici («La coltivazione degli ulivi», 1805; «Il corallo», 1810; «La pastorizia», 1814; «L’origine delle fonti», 1833). Compose anche «Inni sacri» a imitazione di quelli manzoniani. Fu segretario dell’Ateneo bresciano e insegnò al Liceo classico Arnaldo di Brescia. ARRIGHI CLETTO, pseudonimo di Carlo RIGHETTI (Milano, 1830-1906) - Giornalista brillante, costituì a Milano un teatro dialettale, a cui collaborò come impresario e autore. Con il romanzo «La scapigliatura e il 6 febbraio» (1861) inaugurò, nel campo delle lettere, il concetto di «bohème» che tradusse con «scapigliatura». Fra le sue numerose opere di teatro si ricordano «El Barchett de Boffalora» (1870) e «On milanes in mar» (1895). Scrisse inoltre libri di memorie e numerosi romanzi storici, avventurosi, di intrigo misterioso, come «Nanà a Milano» (1880), e approdò al romanzo sociale con «La canaglia felice» (1885), creando ed organizzando anche l’opera collettiva «Il ventre di Milano. Fisiologia della capitale morale». Fu anche autore di 39 commedie teatrali in dialetto milanese, di cui ancora oggi fanno parte del repertorio nelle compagnie dialettali (tra cui quella di Daio Fo). La sua passione per il milanese lo spinse a confezionare un piccolo ma sostanzioso «Dizionario milanese-italiano» pubblicato nel 1896 tra i Manuali Hoepli. - HOME PAGE A.L.I. Penna d’Autore © All rights reserved INDICE DEGLI AUTORI CONTEMPORANEI - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - cò vari saggi come «Asia Gialla» (1926) e «Il cimitero degli elefanti» (1928). Noto per i commenti radiofonici ai fatti del giorno, d’intonazione filofascista, fu processato dopo la guerra per collaborazionismo. APPIO CLAUDIO CIECO (vissuto intorno al IV-III secolo a.C.) - Uomo politico, scrittore e oratore romano. Fu censore dal 312 al 307 a.C. e console nel 307 e nel 296 a.C. Favorì costantemente i plebei e riformò le regole relative allo status civico, introducendo nel senato anche figli di schiavi liberati. Nel 312 fece costruire il primo tratto della via Appia, che collegava Roma a Capua. Celebre è l’orazione da lui pronunciata al senato contro le proposte di pace dell’ambasciatore di Pirro. Ad Appio sono attribuite alcune sentenze morali, raccolte nei «Carmina», delle quali sono rimasti solo pochi frammenti. suoi scritti critici, «Dal romanticismo all’informale» (1977, 2 voll.) e il saggio su Morandi (1964). Accanto all’attività critica, va ricordata quella di scrittore per le poesie di «Polvere del tempo» (1943) e di prosatore in «Incanto della città» (1984, postumo). ARCANGELI GAETANO (Bologna, 19101970) - È stato docente liceale a Bologna, dove entrò in contatto con Roberto Longhi. Scrittore sensibile, visse appartato, lontano da gruppi e movimenti. Tra le sue opere, le raccolte di versi «Solo se ombra» (1951), «L’Appennino» (1958), il libro di prose «I passi notturni» (1959), il racconto «L’anima del mare» (1968) e un volume di epigrammi e satire, «Canzonetta all’Italia» (1969). ARCANGELI FRANCESCO (Bologna, 1915-1974) - Critico e storico d’arte fu scolaro di Roberto Longhi, da cui imparò non solo il rigore critico, ma anche un gusto particolare per la scrittura che caratterizza i ARCARI PAOLO (Fourneaux [Savoia] 1879-Roma 1955) - Professore nelle università di Friburgo, Losanna e Neuchâtel e autore di studi critici su autori italiani e francesi, scrisse anche romanzi di ispirazione cattolica costruiti sul modello manzoniano: «Il cielo senza Dio» (1922); «Altrove» (1926); «Palanche» (1930). Di idee liberali, fondò nel 1914 la rivista «L'Azione». ARETINO PIETRO (Arezzo 1492-Venezia 1556) - Discendente da famiglia di umili origini, si trasferì a Perugia nel 1506 o 1507 per compiervi l’apprendistato di pittore. Sentiva intanto come molto più urgente il richiamo delle lettere e nel 1517 passò a vivere a Roma. Qui cominciò come autore satirico, avendo occasione di mettere subito in mostra il suo spirito mordace. Intorno al 1525 il pittore Giulio Romano eseguì e fece poi incidere da Marco Raimondi un certo numero di disegni licenziosi su come «in diversi modi, attitudini e positure giacciono i disonesti uomini con le donne» (Vasari). L’Aretino, dopo aver visto le incisioni del Raimondi, pensò di illustrarle con sedici sonetti. Nascono così i sonetti definiti per il loro contenuto «lussuriosi». Lo scandalo che ne seguì lo costrinse a trasferirsi a Venezia. Le condizioni di maggior libertà che Venezia garantiva e il grande sviluppo che vi aveva l’industria tipografica resero particolarmente congeniale la città allo scrittore, che fu uno dei primi a riuscire a sostenersi con il mestiere delle lettere, senza cioè mettersi al servizio di un signore. Di volta in volta corteggiato o odiato per la grande forza d’impatto della sua penna, sperimentò i generi letterari più vari, passando dalla commedia alla tragedia, dal dialogo parodistico all’epistolografia e al poema cavalleresco, dalla letteratura oscena a quella sacra. Come scrittore sostenne sempre la necessità di trarre ispirazione dalla natura, cioè dalla vita, piuttosto che dai classici. Resta per questo il prototipo dello scrittore anticlassicista, che preferisce affidarsi al suo genio piuttosto che all’imitazione dei modelli. Morì a Venezia avendo goduto in vita finanche della protezione di Francesco I e Carlo V. Delle sue opere priincipali ricordiamo: «Sonetti lussuriosi», «Ragionamento della Nanna e della Antonia fatto a Roma sotto una ficaia» (1534), «Dialogo nel quale la Nanna insegna alla Pippa sua figliola» (1536) e «Orlandino» (1540). ARGAN GIULIO CARLO (Torino 1909-Roma 1992) - Critico e storico dell’arte italiano, direttore della Galleria estense di Modena dal 1933 al 1936, ispettore centrale alla direzione generale delle Antichità e belle arti dal 1939 al 1955, fu dal 1976 al 1980 sindaco della città di Roma. Per questa sua carica non ha però tralasciato l’attività di storico e critico d’arte, sia interessandosi approfonditamente di urbanistica, in relazione ai problemi della città in epoca di industrialismo avanzato e ai rapporti tra questa e la scienza moderna, sia promuovendo iniziative culturali volte a far conoscere movimenti artistici a lungo trascurati, quali le avanguardie dei paesi dell’Est europeo, o altre opere difficilmente fruibili dal largo pubblico, quali i disegni di Cézanne del museo di Basilea o i 43 pezzi di Kandinsky (oli, disegni e acquerelli) delle raccolte sovietiche. Vasto è il campo dei suoi interessi, da problemi generali di metodologia a singoli periodi o artisti: «Walter Gropius e la Bauhaus» (1951), «Borromini» (1952), «Architettura barocca in Italia» (1957). Ha pubblicato: «Un’idea di Roma» (1979), «Intervista sulla fabbrica dell’arte» (1980), la monografia sullo scultore «Dzamonia» (1981), «Occasioni di critica» (1981), che raccoglie i suoi scritti settimanali pubblicati su «L’Espresso», «Da Hogarth a Picasso» (1983), «Storia dell’arte come storia della città» (1983), i volumi III («Da Giotto a Leonardo»), IV («Da Leonardo a Canova»), V («L’Età Moderna») della «Storia dell’Arte Italiana» (1983), «Arte e critica d’arte» (1984), «Classico-Anticlassico. Il Rinascimento da Brunelleschi a Bruegel» (1984), «Immagine e persuasione. Saggi sul barocco» (1986), «Michelangelo architetto» (1991, in collaborazione con B. Contardi). Eletto senatore nelle liste del PCI negli anni 1983 e 1987, aderì in seguito al PDS. Professore all’Università di Roma e socio dell’Accademia dei Lincei, nel 1987 è stato nominato presidente onorario della casa editrice Einaudi. INDICE DEGLI AUTORI STORICI - HOME PAGE A.L.I. Penna d’Autore © All rights reserved INDICE DEGLI AUTORI CONTEMPORANEI - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - ARCARI PAOLA MARIA (Friburgo 1907-Roma 1967) - Figlia di Paolo Arcari, ordinaria dal 1939 di storia delle dottrine politiche all’università di Cagliari, è autrice di numerosi studi politico-giuridici e di una «Storia delle dottrine politiche italiane» (Como 1939-43). ARIOSTO GABRIELE (Reggio Emilia 1477-Ferrara 1549) - Fratello di Ludovico, in conseguenza di una paralisi non poté farsi prete. Visse con la moglie e i figli nella casa paterna. La sua fama di poeta in volgare è legata alla continuazione della commedia «I Studenti», lasciata incompiuta da Ludovico e da lui intitolata «Scolastica». La commedia, che procede secondo i consueti schemi dell’imitazione classica, fu pubblicata nell'edizione grifina del 1547 e ristampata, con le altre commedie di Ludovico, dal Giolito nell'anno 1562. ARIOSTO LUDOVICO (Reggio Emilia 1474-Ferrara 1533). Uno dei più importanti poeti dell’epoca rinascimentale. Nel 1484 si trasferì con la famiglia a Ferrara, dove assunse le prime cariche amministrative. Gli studi giuridici gli diedero una qualifica ulteriore, preziosa per il suo futuro di cortigiano. Nella prima metà degli anni Novanta partecipò alla vita di corte di Ercole I d’Este, quindi cominciò a scrivere poesie in latino. Nel 1497 fu accolto fra i cortigiani stipendiati, mentre intensificava il lavoro intorno alle «Rime», stampate postume nel 1546 (Ariosto non pubblicò, oltre al suo celebre poema, nessun’altra opera), poesie dove la lezione di Francesco Petrarca viene rivisitata in chiave più scopertamente personale e realistica. Ben presto gli impegni divennero anche militari: nel 1501 fu capitano della rocca di Canossa, mentre nel 1503 passò al servizio di Ippolito d’Este, ottenendo diversi incarichi amministrativi e diplomatici. L’opera alla quale intanto stava lavorando con maggiore impegno era il poema cavalleresco «Orlando furioso», la cui prima edizione, composta di quaranta canti, uscì nel 1516. Sempre meno disposto a sacrificare il lavoro letterario a quello politico e amministrativo, nel 1517 si rifiutò di seguire il cardinale Ippolito in Ungheria, e perciò ruppe ogni rapporto con lui; nel 1518 passò al servizio del duca Alfonso, ma questo non gli risparmiò numerose missioni in diverse corti italiane e il gravoso incarico di governatore di Garfagnana (1522-25). Le sette «Satire», vera e propria autobiografia in versi, furono composte fra il 1517 e il 1525. Opere indirizzate ad amici e parenti, trattano temi di attualità non di rado in chiave allusiva e in forma di apologo; vi si parla del lavoro dello scrittore e dell’amore per lo studio, della corruzione del clero, della vita in famiglia, sempre con versi comunicativi (grazie alla struttura dialogica dell’opera) ed eleganti, con intonazione leggera e a volte fiabesca. Nel 1521 comparve la seconda edizione del «Furioso», una prova dell’assiduità con cui Ariosto continuò a lavorare al poema, sottoposto a ulteriori correzioni anche dopo la terza edizione, quella definitiva. Tra il 1522 e il 1525 ebbe l’oneroso incarico di commissario ducale della Garfagnana, regione montuosa e quanto mai inospitale della Toscana settentrionale, infestata da animali feroci e da briganti, come lo stesso Ariosto sottolinea più volte nelle sue lettere, lamen- INDICE DEGLI AUTORI STORICI ARIOSTO ORAZIO (Ferrara, 1555-1593) - Pronipote di Ludovico Ariosto e amico del Tasso, prese parte alle polemiche sul «Furioso» e la «Gerusalemme», mostrandosi istintivamente ostile alle intransigenze aristoteliche e rivendicando la diversa natura dei due poemi («Risposte ad alcuni luoghi del Dialogo dell’epica poesia», 1586). Scrisse un solo poema dal poema dal titolo «Alfeo», di cui oggi rimane solo un frammento. ARLIA COSTANTINO (Aiello Calabro [CS] 1829-Firenze 1915) Magistrato di professione, seguace di un intransigente purismo, pubblicò insieme a Pietro Fanfani il «Lessico dell’infima e corrotta italianità» (1881), che ebbe numerose edizioni. Autorevole linguista, fu chiamato a far parte dell’Accademia della Crusca. tandosene. Mantenendo contatti sia con il papa sia con l’imperatore, dedicò quindi al lavoro letterario le migliori energie: l’edizione definitiva dell’«Orlando furioso» uscì nel 1532, preceduto dalla composizione di diverse commedie (la nuova versione della «Cassaria» è del 1531). In realtà Ariosto intrattenne un rapporto intenso con il teatro, non solo come autore (scrisse tra l’altro «I Suppositi» nel 1509, «Il Negromante» nel 1520 e «La Lena» nel 1528) ma anche come organizzatore di spettacoli, regista e persino attore, tutti ruoli funzionali al compito di colto ed elegante intrattenitore del raffinato pubblico costituito dalla corte estense. L’ultima edizione del poema conta 46 canti. La revisione fu soprattutto linguistica: Ariosto si sforzò di applicare i suggerimenti proposti da Pietro Bembo nelle sue fortunate «Prose della volgar lingua» (1525), in cui si suggeriva un modello letterario di carattere classicistico, ispirato alla lingua degli autori toscani delle origini, in particolare a quella di Petrarca e di Boccaccio. Le modifiche al poema riguardarono però anche la sua struttura narrativa: nuovi episodi vennero inseriti in vari punti del testo, modificandone l’andamento generale. L’«Orlando furioso» riprende le vicende dei paladini di Carlo Magno dal punto in cui si era interrotta la narrazione dell’incompiuto «Orlando innamorato» di Matteo Maria Boiardo, testo assai celebre nell’ultimo decennio del XV secolo. Nel «Furioso» la componente sentimentale viene sottolineata a tal punto che l’eroico Orlando è portato oltre le soglie della pazzia, a causa dell’amore spasmodico che prova per l’inafferrabile Angelica, principessa del Catai. Al centro dell’opera c’è poi un’altra coppia di innamorati, quella formata da Bradamante e Ruggiero. La situazione in cui si intrecciano le vicende di questi e altri mille personaggi (le «donne e i cavalier» nominati all’inizio dell’opera) è quella dell’assedio di Parigi. Il poema procede a ritmo elevato: le avventure si susseguono in una geografia con parecchie caratteristiche fantastiche. E fantastiche sono diverse figure, come il mago Atlante e l’ippogrifo, il cavallo alato con cui Astolfo va sulla Luna a recuperare il senno perduto da Orlando. La leggerezza della poesia del «Furioso», quanto mai elegante, accoglie però anche tematiche tutt’altro che gioiose. Dalle ottave del suo poema, Ariosto guarda il mondo con disincantata ironia mista a un fondo di disillusa tristezza. - HOME PAGE A.L.I. Penna d’Autore © All rights reserved INDICE DEGLI AUTORI CONTEMPORANEI - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - ARPINO GIOVANNI (Pola 1927-Torino 1987) - Dei suoi numerosi romanzi, alcuni sono stati premiati: «L’ombra delle colline» (1962, premio Strega), «Randagio è l’eroe» e «Il fratello italiano» (rispettivamente 1969 e 1980, entrambi vincitori del premio Campiello). Tra i libri di racconti figurano «L’assalto al treno e altre storie» (1966) e «Racconti di vent’anni» (1974), tra quelli di poesie «Il prezzo dell’oro» (1958). Giornalista soprattutto sportivo (fu inviato de «La Stampa» e de «Il Giornale»), collaborò con diversi editori (Einaudi, Zanichelli, Mondadori), curando per Rizzoli una collana di narrativa per ragazzi. ARRIGHETTI NICCOLÒ (Firenze, 1586-1639) - Membro delle principali accademie di Firenze, nel 1623 succedette nella carica di console dell’Accademia fiorentina a Galileo, col quale fu sempre in rapporti per i suoi interessi scientifici. Fu letterato di buona tradizione toscana e intraprese a tradurre i «Dialoghi» di Platone. Scrisse la commedia «La gratitudine» e molte sue opere restarono in gran parte inedite. Alcune orazioni e cicalate apparvero nelle Prose fiorentine. ARRIGHI LANDINI ORAZIO (Firenze 1718-Verona 1775) - Avventuriero, soldato, viaggiatore, nel 1753 si stabilì a Venezia. Espose le teorie newtoniane e vichiane nei poemetti: «Il sepolcro d’Isacco Newton» (1751) e «Il tempio della filosofia» (1755). Scrisse anche «Poe-sie liriche» (1753) e poemetti sulle stagioni, criticati da Carlo Gozzi. ARRIGO DA SETTIMELLO (Firenze, seconda metà del XII sec.) Caduto in disgrazia del vescovo di Firenze fu incarcerato, e fra le mura del carcere compose un poemetto in latino in distici elegiaci «De diversitate fortunae et philosophiae consolatione» (1193 circa), noto anche col nome di Liber Henrici o Elegia (sive miseria) in cui, sul modello di Boezio, lamentò le personali traversie, rivelando viva sensibilità morale e ricca cultura classica. Il poemetto, composto da mille versi, fu volgarizzato nel Trecento col titolo «Arrighetto» e fu molto popolare nel Medioevo. ARTALE GIUSEPPE (Mazzarino [CL] 1628-Napoli 1679) - Uomo d’armi e famoso spadaccino, s’imbarcò per Candia assediata dai Turchi, dove si distinse al punto da essere nominato cavaliere dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio. Parallelamente si dedicò intensamente alle lettere, nelle quali si dimostrò altrettanto incontenibile e ardito, collocandosi tra le figure più estreme dell’ultimo barocco meridionale. Fu Accademico Errante di Napoli. Intorno al 1668 la podagra e la sifilide lo tormentarono precipitandolo in un cupo pessimismo. Si dedicò alla letteratura fino alla morte, sperimentando tutti i generi prediletti dal barocco (lirica, romanzo, dramma per musica, tragicommedia). L'opera più importante della sua prima parte di vita è «Pasife, ovvero l'impossibile fatto possibile» (1661); dell’anno prima è il romanzo «Il Cordimarte», uno dei più fortunati tra i romanzi scritti in area meridionale nel XVII secolo; del 1646, ma stampata nel 1661, è «La bellezza atterrata», elegia in sesta rima sulla peste di Napoli dello stesso anno, dedicata a Guglielmo Leopoldo arciduca d’Austria. Praticamente tutta la sua opera poetica è stata riunita dallo stesso autore nella raccolta «Enciclopedia poetica», continuamente arricchita e corretta tra il 1658 e il 1679, comprendente anche le «Rime» e la tragedia di lieto fine «La guerra tra i vivi e i morti». Famigerato il verso di un sonetto su Maria Maddalena «Bagnar co’ soli e rasciugar co’ fiumi». INDICE DEGLI AUTORI STORICI ARTUSI GIOVANNI MARIA (Bologna, 1545 circa-1613) Compositore e teorico italiano, autore di canzonette, è noto soprattutto per la polemica contro Monteverdi, Zarlino, Bottrigari, Galilei, ecc., e per i suoi «pamphlets», nel più famoso dei quali («L’Artusi, ovvero Delle imperfettioni della moderna musica», 1600-1603) critica aspramente le dissonanze non preparate dei madrigali di Monteverdi. Il suo maggior contributo alla letteratura della teoria musicale fu il libro sulle dissonanze nel contrappunto. Le composizioni di Artusi furono poche e tutte in stile conservatore. ARTIERI GIOVANNI (Napoli 1904-Santa Marinella [Roma] 1995) - Inviato speciale di guerra dal 1936, ha raccontato dalle colonne di diversi tra i principali quotidiani e periodici i conflitti, le rivoluzioni e i grandi eventi di tutto il mondo. Nel 1953 compì in undici mesi il periplo del globo. Autore di saggi penetranti sulle vicende storiche, i costumi, la realtà ambientale della sua città («Napoli nobilissima», 1955; «Funiculì, funi-culà», 1957; «Napoli, punto e basta?», 1980), ha inoltre pubblicato opere storico-politiche come «Cronaca del Regno d’Italia» (1978), «Mussolini e l’avventura repubblicana» (1982) e «Umberto II e la crisi della monarchia» (1983). Segna una svolta nella sua produzione «Cena con Gesù» (1985, scritto con la moglie Ester Lombardo), costituito da una serie di osservazioni sulla vita di Cristo vista in rapporto alla realtà storica e al mistero della sua divinità. ASCOLI GRAZIADIO ISAIA (Gorizia 1829-Milano 1907) - Professore all’Accademia scientifico-letteraria di Milano (1861). Autodidatta, dopo aver coltivato le più diverse lingue orientali, si dedicò particolarmente agli studi sulla fonetica e la grammatica comparata indoeuropea («Studi ariosemitici», 1865, in cui affermò la parentela tra lingue indoeuropee e lingue semitiche; «Corsi di glottologia», 1870), sul ladino («Saggi ladini», 1873), sul francoprovenzale, sui dialetti italiani («L’Italia dialettale», 1880), sull’antico irlandese. Con la sua visione storicistica dei fenomeni linguistici («Lettere glottologiche», 1887) l’Ascoli ha lasciato una traccia profonda negli studi glottologici in Italia, cui diede particolare impulso anche con la fondazione dell’«Archivio glottologico italiano» (1873). Nel 1894 fu nominato senatore del Regno d'Italia nella XVI legislatura. - HOME PAGE A.L.I. Penna d’Autore © All rights reserved INDICE DEGLI AUTORI CONTEMPORANEI - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - ARTUSI PELLEGRINO (Forlimpopoli [FO] 1820-Firenze 1911) Gastronomo e scrittore italiano È noto soprattutto per «La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene» (1891), raccolta di ricette della tradizionale cucina italiana presentate con stile garbato e conversevole. Scrisse anche una «Vita di U. Foscolo» (1878) e le «Osservazioni in appendice a trenta lettere di G. Giusti» (1880). ASINIO POLLIONE CAIO (Teate 76 a.C.-Tuscolo 4 d.C.) - Uomo politico e scrittore romano, personaggio di primo piano nella vita politica e culturale del tempo, seguì Cesare nelle sue campagne e combatté per lui in Spagna contro Sesto Pompeo. Dopo la sua morte parteggiò per Antonio e, nominato governatore della Gallia Transpadana, attese alla distribuzione delle terre ai soldati veterani, conservando però a Virgilio il podere, in un primo tempo confiscato. Ne ebbe la riconoscenza del poeta, che gli dedicò la «IV Egloga». Proconsole nel 39 a.C., compì in Dalmazia una spedizione vittoriosa contro i Partini, che gli valse il trionfo. Staccatosi da Antonio e assunto un atteggiamento riservato nei riguardi di Ottaviano, si ritirò a Tuscolo, dove compose poesie amorose, tragedie, una «Storia della guerra civile tra Cesare e Pompeo» e opere grammaticali. Ebbe fama anche come critico letterario e oratore forense e a lui è dovuta l’istituzione di «recitationes», o pubbliche letture, e la fondazione della prima biblioteca pubblica di Roma. Di tutta la sua complessa attività di scrittore non restano che frammenti e tre lettere nell’epistolario ciceroniano. ASMUNDO BARTOLOMEO (Catania XV sec.-1533) - Di lui si sa che fu un nobile e che occupò varie cariche pubbliche a Catania tra il 1495 e il 1532 (tra cui quella di riformatore dello studio). Le sue opere, canzoni in ottave di tema sacro e profano, spesso venate dalla malinconia, seguono il petrarchismo rifacendosi agli ideali dell’amore testimoniati nell’opera del poeta toscano. È il primo a far poesia in dialetto siciliano. Le sue poesie sono comprese nella prima parte delle «Muse siciliane», nella raccolta «Scelta di canzoni in siciliano sacre e profane» e nella «Nuova Raccolta di rime siciliane». Le opere, almeno 27 canzoni in ottave di tema sacro e profano seguono il petrarchismo rifacendosi agli ideali dell'amore testimoniati nell'opera del toscano Bembo e il serventese dei provenzali. ASSARINO LUCA (Siviglia 1607-Torino 1672) - Poligrafo e storico italiano, dopo aver cercato d’innovare il romanzo eroico-galante introducendovi la storia («La Stratonica, Armelinda»), si dedicò a un’attività varia di agiografo, trattatista, epistolografo. Fondò a Genova un giornale, «Il Sincero»; ma si applicò specialmente alla storia; la sua opera principale è l’«Istoria della guerra e dei mercenari d’Italia dall’anno 1613 al 1630». Nel 1635 pubblicò il romanzo «La Stratonica» che, nonostante la sua mediocrità, ebbe successo; seguirono «L'Armelinda» (1640), gli «Zampilli d'Ippocrene» (1642) e altre opere di vario genere. Iniziò la sua attività di storico con l'opera «Delle rivoluzioni di Catalogna» (164447). Visse per qualche tempo alla corti di Mantova e Milano, dove nel 1662 pubblicò la sua opera più famosa: l'«Istoria delle guerre e successi d'Italia». ASTALDI MARIA LUISA (Tricesimo [UD] 1900-Roma 1982) - Già docente di lingua e letteratura inglese presso l’università di Roma, fondò e diresse dal 1947 la rivista di cultura internazionale «Ulisse». Oltre a pregevoli studi sulla letteratura inglese, fra cui «Letture inglesi» (1953), «Tre inglesi pazzi» (1974), ha pubblicato i saggi di «Amati libri» (1976), le biografie «Tommaseo com’era» (1966), «Man- INDICE DEGLI AUTORI STORICI zoni ieri e oggi» (1971), Baretti (1977), «Metastasio» (1979) e i romanzi «Canta che ti passa» (1931), «La fatica di volersi bene » (1933), «Una ragazza cresce» (1935) e «La torre del diavolo» (1948). Nel 1949 fonda il Premio Europeo Cortina Ulisse, il più antico premio italiano dedicato alle opere di divulgazione scientifica nel campo delle scienze fisiche e morali. ASTORE FRANCESCO ANTONIO (Casarano [LE] 1742-Napoli 1799) - Aderì alla Repubblica Partenopea del 1799 e perciò fu impiccato durante la reazione borbonica. Scrisse, oltre a poesie varie (di scarso valore), «La filosofia dell’eloquenza o sia l’eloquenza della ragione» (1783), in cui condanna la retorica e difende un modo d’esprimersi più spontaneo, e un «Catechismo repubblicano» (1799), dedicato a Mario Pagano. ATANAGI DIONIGI (Cagli [PE] 1504 circa-Venezia 1573) - A Roma fu segretario di Giovanni Guidiccioni e da lui ebbe impulso a seri interessi religiosi: più tardi si fece anche editore dei «Canones et Decreta sacrosancti oecumenici et generalis Concilii Tridentini». Fu tra i seguaci del Tolomei nello sperimentare la metrica quantitativa nella poesia volgare. Tornato a Cagli e di lì a Pesaro attese alla revisione dell’«Amadigi» di Bernardo Tasso. Nel 1559 si stabilì a Venezia dove si dedicò attivamente a curare edizioni di lettere e di versi d’autori contemporanei, fra cui «Rime» di Bernardo Cappello (1560). Pubblicò di suo «Ragionamento sulla eccelleza e perfezione della storia» (1559), la raccolta in onore d’Irene di Spilimbergo cui premise una notevole «Vita di Irene di Spilimbergo» (1561) e due volumi di «Rime di diversi nobili poeti toscani» (1565). ATTARDI UGO (Sori [GE] 1923-Roma 2006) - Pittore, scultore e scrittore di origine siciliana, si trasferì a Roma nel 1945. Dopo aver aderito nel 1947 al gruppo astrattista «Forma Uno», passò dapprima al movimento realista (fino al 1956), e poi al gruppo «Città aperta». La sua pittura, vicina alla Nuova figurazione espressionista di F. Bacon, predilige temi drammatici («Assassini», 1968) e di aperto impegno politico («Addio Che Guevara», 1968; il ciclo di sculture lignee «L’arrivo di Pizarro», 19691971 e il nuovo ciclo «Cortés, la bellezza dell’Occidente», 1974-1976). È anche autore di un romanzo ambientato in Sicilia, ricco di materia autobiografica, «L’erede selvaggio», che ha vinto, nel 1971, il premio Viareggio. Pochi mesi prima della sua morte il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli aveva conferito il titolo di Grande Ufficiale per meriti artistici e per aver diffuso e valorizzato nel mondo il genio e la creatività del nostro Paese. AUDISIO GUGLIELMO (Bra [CN] 1802-Roma 1882) - Ecclesiastico, professore e giornalista, presidente della Regia Accademia Ecclesiastica di Superga, di idee neoguelfe, fu tra i fondatori del foglio cattolico «L’Armonia», contrastato dalla censura e dal governo piemontese. Costretto a lasciare il Piemonte, si recò a Roma, ove insegnò, alla Sapienza, diritto naturale. La sua opera più nota, «Della società politica e religiosa rispetto al sec. XIX» (1876), fu messa all’Indice. AUGURELLI AURELIO GIOVANNI (Rimini 1445 circa-Treviso 1460) - Castellano del territorio di Todino e Todi, trascorse la maggior parte della sua vita a Padova. Studioso del Petrarca, scrisse delicati versi in latino che furono molto apprezzati dai suoi contemporanei. Il suo petrarchismo anticipa di quasi vent’anni quello propugnato dal Belbo. - HOME PAGE A.L.I. Penna d’Autore © All rights reserved INDICE DEGLI AUTORI CONTEMPORANEI - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - AURIGEMMA SALVATORE (Monteforte Irpino [AV] 1885-Roma 1964) Arrcheologo, soprintendente dal 1912 al 1919 alle antichità della Tripolitania, passò nel 1924 alla soprintendenza per l’Emilia e Romagna e condusse i fortunati scavi di Spina, di Sarsina e di Rimini. Nel 1939 fu nominato soprintendente alle antichità per l’Etruria Meridionale e direttore del Museo di Villa Giulia; dal 1942 al 1952 diresse la soprintendenza del Lazio. Opere principali: «La necropoli di Spina in Valle Trebba» (1960), «I monumenti d’arte decorativa della Tripolitania: 1° - I mosaici» (1960); «2° - Le pitture di età romana» (1962), «I monumenti della necropoli romana di Sarsina» (1963). AVALLE D’ARCO SILVIO (Cremona, 1920-Firenze 2002) - Filologo e critico letterario, professore di filologia romanza nelle università di Torino e Firenze, direttore dell’Accademia della crusca, condirettore di «Strumenti Critici» e di «Medioevo romanzo», direttore di «Studi di lessicografia italiana», s’è dedicato, come filologo, a studi di letteratura medievale in lingua d’«oc», all’indagine delle origini della letteratura romanza francese («La letteratura medievale in lingua d’oc nella sua tradizione manoscritta», 1961; «Cultura e lingua francese delle origini nella “Passion” di Clermont-Ferrand», 1962) e della lingua italiana del Duecento («Ai luoghi di delizia pieni. Saggio sulla lirica italiana del XIII secolo», 1977), ma è ancora più noto come critico strutturalista militante, attento anche ai problemi di metodologia della critica («L’analisi letteraria in Italia. Formalismo Strutturalismo - Semiologia», 1970; «Tre saggi su Montale», 1970; «Princìpi di critica testuale», 1972). Nel 1975 ha raccolto i suoi studi danteschi nel volume «Modelli semiologici nella Commedia di Dante», tentativo di fondare una tipologia della cultura dantesca secondo modelli di applicazione letteraria. Nel 1979 ha pubblicato «Origini della versificazione moderna» e «Al servizio del vocabolario della lingua ita- INDICE DEGLI AUTORI STORICI liana». Di notevole importanza il lavoro sulle componenti dialettali che hanno contribuito alla formazione della lingua italiana preparato per le «Concordanze della lingua poetica italiana dalle origini» (1992, 1° volume). Fra le sue numerose pubblicazioni si ricordano: «La commedia degli inganni» (1985), «Problemi di calcolo e lemmatizzazione» (1987), «Chi era Laura? Strutture linguistiche e matematiche nel Canzoniere di Francesco Petrarca» (1987), «Le maschere di Guglielmino. Strutture e motivi etnici nella cultura medievale» (1989), «Dal mito alla letteratura e ritorno» (1990). Nel 1987 ha vinto il premio Feltrinelli per la teoria e la storia del linguaggio letterario; nel 1991 è stato insignito della laurea «ad honorem» presso l’università di Ginevra. Membro dell’Accademia della Crusca, ne dirige il Centro di Studi di Lessicografia Italiana. AVANZINI BALDASSARRE (La Spezia 1840-Brianzola [CO] 1905) - Pioniere del giornalismo in Italia, fu tra i fondatori e direttore del «Fanfulla», diresse anche il «Fanfulla della domenica», e fondò con alcuni amici il «Torneo» (1892), che ebbe breve vita. Particolarmente versato nelle cronache parlamentari, usò lo pseudonimo di E. Caro. AZEGLIO CESARE TAPARELLI (Torino 1763-Genova 1830) Marchese, uomo politico piemontese, padre di Massimo, entrò giovanissimo nell’esercito e partecipò alla guerra franco-piemontese del 1792. Fatto prigioniero nella primavera del 1794, rientrò in Piemonte in seguito all’armistizio di Cherasco. Dopo l’occupazione francese andò esule in Sardegna e poi a Firenze, dove promosse la pubblicazione dell’«Ape», il primo giornale cattolico italiano dell’Ottocento (1803). Tornato a Torino nel 1807, fu tra gli ispiratori dell’«Amicizia cattolica» (fondata nel 1817) e diede vita all’«Amico d’Italia» (1822-1829), un periodico di ispirazione cattolica e conservatrice. AZZONE (o AZZO) DEI PORCI (Bologna, prima metà del XII sec.) - Giureconsulto, discepolo di G. Bassiano e professore nello Studio di Bologna fino al 1229, è uno dei più celebri glossatori, noto non solo per l’acutezza delle opere, ma anche per l’utilità delle sue lezioni. Opera principale è la «Summa Codicis», nella quale il commento alle varie rubriche del Codice tiene conto di tutta la dottrina del «Corpus Juris» giustinianeo. Scrisse anche «Apparati» di glosse sulle diverse parti del «Corpus Juris», una «Lectura super Codicem», una raccolta di regole giuridiche («Brocarda»), le «Quaestiones Sabbatinae». - HOME PAGE A.L.I. Penna d’Autore © All rights reserved INDICE DEGLI AUTORI CONTEMPORANEI - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - AZEGLIO, MASSIMO TAPARELLI D’ (Torino, 1798-1866). Statista, artista versatile (fu scrittore e pittore), cresciuto alla scuola alfieriana, la cui eredità era particolarmente viva nei circoli dei giovani intellettuali piemontesi cui apparteneva anche il cugino C. Balbo, e poi venuto in contatto coi cenacoli romantici milanesi, dominati dalla figura del Manzoni (di cui sposò la figlia Giulia), acquistò fama come autore di romanzi storici e patriottici («Ettore Fieramosca», 1833; «Niccolò de’ Lapi», 1841). Confidando in Carlo Alberto per il successo delle idee nazionali e costituzionali, e insieme sospettoso verso l’attività delle società segrete, fu esempio tipico di moderato liberale, gradualista, legalitario e federalista: espresse tali idee nello scritto «Gli ultimi casi di Romagna» (1846), in cui denunciò il malgoverno papale, deprecando insieme i tentativi insurrezionali del 1845, e nella «Proposta di un programma per l’opinione nazionale italiana» (1847) che risentiva delle speranze suscitate da Pio IX. Scoppiata la prima guerra d’indipendenza (1848), fu aiutante di campo del generale Giovanni Durando, comandante delle truppe inviate dal papa contro l’Austria; combatté valorosamente e rimase ferito a Monte Berico, nell’eroica difesa di Vicenza. Dopo la rotta di Novara, per ordine di Vittorio Emanuele II formò un ministero (7 maggio 1849) col compito di liquidare la guerra con l’Austria. Vinte dal re le opposizioni del parlamento subalpino con il proclama di Moncalieri, che, sciolta la camera, indiceva nuove elezio- INDICE DEGLI AUTORI STORICI ni, il d’Azeglio capeggiò il governo piemontese per quasi quattro anni, in un momento molto difficile, riuscendo a evitare il prevalere del municipalismo, ridando slancio alle istituzioni parlamentari e attuando importanti riforme, come, nel campo ecclesiastico, quelle sancite dalle leggi Siccardi. Per questo la sua opera costituì la preparazione necessaria e diretta del decennio cavouriano, anche se dal Cavour, entrato nel suo ministero nel 1850 e destinato a sostituirlo nel 1852, troppe cose lo dividevano: soprattutto una visione politica più ristretta, un certo maggior tradizionalismo dinastico e anche una minore spregiudicatezza nei riguardi delle altre forze politiche e parlamentari. Messo un po’ in disparte, nonostante qualche missione diplomatica e, nel 1859, la nomina a commissario per le Romagne (delle quali favorì l’annessione), venne superato dal corso degli eventi: vide di mal occhio l’annessione del Napoletano, espose in «Questioni urgenti» (1861) la sua avversione all’idea di Roma capitale. La sua ultima opera, «I miei ricordi», apparsa postuma nel 1867, è uno degli esempi migliori della memorialistica risorgimentale: da essa risulta, resa simpatica dal piglio franco della narrazione, la personalità dell’autore, legato alle tradizioni del suo Piemonte e tuttavia aperto alle esigenze del liberalismo ottocentesco. La sua opera pittorica, soprattutto di paesaggi delicati e malinconici d’ispirazione romantica, è in gran parte conservata nel Museo Civico di Torino. - HOME PAGE A.L.I. Penna d’Autore © All rights reserved INDICE DEGLI AUTORI CONTEMPORANEI - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani -