il perito
agrario
Poste Italiane S.p.A. Sped. A. P. 45% (Art. 2 Comma 20/B Legge 669/96 - DCO - Roma) ISSN 1120 - 2995
Rivista del Collegio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati
■ 15° CONGRESSO
NAZIONALE
■ Per migliorare
il mercato
agroalimentare
■ Nuovo sistema
di calcolo dell’indennità
di esproprio
■ Tracciabilità
della filiera olivicola
■ Diradamento
meccanico nei frutteti
Anno LV - N. 1 Gennaio/Febbraio 2008
N.1
il perito agrario
sommario
Anno LV - N° 1
Gennaio-Febbraio 2008
DIRETTORE
RESPONSABILE:
Andrea Bottaro
DIRETTORE
DI REDAZIONE:
Piero Pecciarini
DIRETTORE
EDITORIALE:
Andrea Silenzi
HANNO COLLABORATO:
Andrea Bottaro, Lorenzo Abenavoli,
Raffaello Biagiotti, Nicola Dallabetta,
Domenico Di Biase, Alberto Dorigoni,
Paolo Lezzer, Franco Micheli, Angelo Orsini,
Piero Pecciarini, Ivan Piffer, Gabriella Rossi,
Giuseppe Sciarrone, Paolo Vigato
EDITRICE: IACICO S.r.l.
Via Angelo Poliziano, 80 - 00184 Roma
Tel. 064873183 - Fax 064873144
PUBBLICITÀ: Opsai srl
Via Monte Rosa, 19 - 20149 Milano
Tel. 024694949 - Fax 0248018114
DIREZIONE: Collegio Nazionale dei Periti Agrari
Via Principe Amedeo, 23 - 00185 Roma
Tel. 06 48906713 - Fax 064882150
e-mail: [email protected]
CONSIGLIO NAZIONALE:
Andrea Bottaro (presidente)
Paolo Vigato (vice presidente)
Domenico Di Biase (segretario)
Giuseppe Giordano (tesoriere)
Lorenzo Benanti (consigliere)
Paolo Bertazzo (consigliere)
Mario Calcagnile (consigliere)
Filippo Ninci (consigliere)
Angelo Antonio Orsini (consigliere)
Roberto Pierini (consigliere)
Lorenzo Salvan (consigliere)
Periodico bimestrale in abbonamento
Abbonamento annuo: € 5,00
Una copia: € 2,00
PROGETTO
GRAFICO:
Marco De Angelis
Editoriale
Si va a votare per le politiche… ma il programma per le professioni?
di Andrea Bottaro
MERCATI
L’evoluzione dei rapporti fra produzione e consumo
può migliorare il mercato dell’agroalimentare
4
di Piero Pecciarini
PROFESSIONE
Nuovo sistema di calcolo dell’idennità di esproprio
6
di Domenico Di Biase
SICUREZZA ALIMENTARE
Studio teorico-pratico di un modello di tracciabilità
di filiera nelle produzioni olivicole
7
di Lorenzo M. Abenavoli, Giuseppe Sciarrone
CERTIFICAZIONE
La nuova norma ISO 22000
15
di Paolo Vigato
15° CONGRESSO DEI PERITI AGRARI E DEI PERITI AGRARI LAUREATI
18
MECCANIZZAZIONE
Prove di diradamento meccanico in frutteti biologici e convenzionali 21
di Alberto Dorigoni, Nicola Dallabetta, Ivan Piffer, Paolo Lezzer, Franco Micheli
OSCAR ALLA CARRIERA
Professioni intellettuali ed il futuro professionale
del Perito Agrario e del Perito Agrario Laureato
26
di Raffaello Biagiotti
PARTENARIATO ATTIVO
L’Italia Partner nella riqualificazione dell’agricoltura in Romania
STAMPA: Grafica Ripoli
Via Paterno, s.n. - 00010 Villa Adriana (RM)
Autorizzazione del Tribunale di Roma n.69/86
del 14/02/1986
di Gabriella Rossi
Poste Italiane S.p.A. Spedizione in A.P. 45%
(Art. 2 comma 20/B Legge 669/96 - DCO Roma)
di Angelo Orsini
28
ENERGIA
Agroenergia e procedure autorizzative
33
FORMAZIONE
Corso di formazione per giovani agricoltori
Finito di stampare: Marzo 2008
Gli articoli esprimono soltanto il pensiero degli
autori e non impegnano il CNPA né la redazione
del periodico
3
35
RUBRICHE
News
Vita dei Collegi
Indirizzi dei Collegi Provinciali
36
39
40
di Andrea Bottaro
Editoriale
Si va a votare per le politiche…
ma il programma per le professioni?
S
i va a votare per il nuovo Parlamento e gli avversi schieramenti politici si prodigano ad informare, tra
l’altro, su come la pensano in materia di riforma delle professioni. Ma, in numeri, chi sono i professionisti?
Secondo i dati Censis, rappresentano circa 2.300.000 unità con un indotto che supera i 5.000.000 e con un
peso del 13/14% sul PIL. Numeri importanti per qualificare la terza forza economica del Paese e per ribadire che
i liberi professionisti sono un punto di riferimento irrinunciabile del sistema economico-sociale del nostro Paese.
E questi dati sono a portata di tutti i referenti politici e dovrebbero far riflettere sul valore sociale di essere libero professionista ordinistico. Ed allora considerato che, dopo il fuoco incrociato cui sono stati sottoposti, i
Liberi Professionisti vogliono avere una voce in capitolo, vorrei pacatamente, e senza banalizzare, ricordare alcuni passaggi.
Abbiamo da sempre chiesto che fosse riconosciuta l’ indipendenza intellettuale del professionista e sua
esclusione dal ruolo di impresa pure se riteniamo positiva l’ istituzione delle società professionali e interprofessionali, anche con soci di diverse professioni, ma con esclusione del socio di puro capitale.
In una società in continua evoluzione è normale che pervengano al mercato del lavoro richieste di professionalità legate alle nuove tecniche e tecnologie e per questo riteniamo necessaria l’istituzione di nuove professioni ma solo con competenze, stabilite con apposita legge ordinamentale, non sovrapponibili a quelle esistenti, (i
doppioni non servono e creano solo confusione) e con l’accesso agli albi tramite un percorso di tirocinio, più flessibile rispetto all’attuale, con esami di abilitazione conclusivi del percorso.
E, per rendere più tranquillo il rapporto con la committenza, occorre anche prevedere il ripristino delle tariffe professionali da applicarsi solo in caso di mancata determinazione consensuale tra le parti.
Per Ordini e Collegi, ormai attempati, riteniamo che sia necessaria una modernizzazione del sistema, non
rivoluzione incontrollata, lasciando a tutti gli ordini/collegi la peculiarità istituzionale senza la possibilità di trasformarli in associazioni che invece, al pari delle nuove professioni, devono essere riconosciute e regolamentate
per quelle competenze professionali che non sono già oggetto di attività esclusive di professioni ordinistiche.
Agli ordini/collegi, che possono unificarsi solo su espressa propria volontà, devono essere riconosciute le
funzioni normative relative alla redazione ed applicazione del codice deontologico e della formazione permanente obbligatoria per il mantenimento dei requisiti minimi per l’esercizio della professione .
Tutto questo è in estrema sintesi quello che il CNPA va ribadendo. E non mi sembra che siano richieste
astruse od inconciliabili con quanto, con qualche distinguo sul quale si può discutere, in modo più o meno simile viene portato avanti anche dai referenti dei vari schieramenti.
Ma i professionisti, da sempre individualisti, questa volta riusciranno ad essere compatti nelle scelte che,
dopo aver preso coscienza dei vari programmi politici, andranno ad effettuare con il voto. Sanno che ne va del
loro futuro e che Paul Valéry diceva che “Il modo migliore per realizzare un sogno è quello di svegliarsi”.
Perito Agrario 1/2008
3
MERCATI
L’evoluzione dei rapporti
fra produzione e consumo
può migliorare il mercato
dell’agroalimentare
Iniziative sul fronte dei prezzi
di Piero Pecciarini
i apprende dalla
stampa
che in Germania
i prodotti ortofrutticoli italiani
costano meno
che da noi, ove
hanno raggiunto prezzi record.
A Berlino un chilo di clementine italiane costa al dettaglio 0,60 euro. In
Italia questo prodotto viene pagato al
produttore 0,15 al massimo 0,20 euro
al chilo e sui mercati di Torino, Milano
Firenze, Roma superano 1,50-2,00 euro al chilogrammo.
La constatazione è stata fatta anche
dal Presidente della Confederazione
Italiana Agricoltori Giuseppe Politi
che ha riscontrato i prezzi in Germania rilevandone il paradosso, nel confronto con quelli praticati in Italia.“È
presto detto - ha dichiarato Politi sul
perchè di questa differenza di prezzo da noi ci sono troppi passaggi dal
campo alla tavola. Il prodotto ne subisce sette, quindi è inevitabile che il
prezzo si gonfi a dismisura. Dalla produzione al dettaglio un prodotto ortofrutticolo può aumentare anche di
20 volte”.
S
4
Una situazione paradossale determinata nel nostro Paese dalla complessività e farraginosità della filiera. Situazione che non si riscontra sui prodotti
che vengono esportati, ove i passaggi
si riducono assai. Dal produttore all'esportatore, al negoziante. Costi
molto inferiori quindi a quelli che si
riscontrano sul mercato interno. Ecco
come sorgono proposte ed iniziative
che mirano ad eliminare le difficoltà
determinate da una filiera nazionale
pesante ed esosa. La stessa C.I.A. già
da tempo ha lanciato la proposta di
un confronto serio e costruttivo fra i
vari componenti della catena produttiva e prosegue ancora Politi “...Bisogna tutelare i redditi dei produttori,
dei grossisti, degli industriali, dei commercianti, ma anche le tasche dei consumatori, che non possono pagare le
inefficienze di un sistema che non
Perito Agrario 1/2008
MERCATI
funziona al meglio...”. Tanto è che la
C.I.A. ha chiesto l'avvio di un tavolo
permanente tra Governo, tra rappresentanti delle filiera agroalimentare,
ISTAT, Unioncamere e consumatori
con l'obiettivo di avere un quadro costante della situazione per potere intervenire in tempo reale sugli aumenti ingiustificati e sui tentativi di speculazioni che nuocciono ai consumatori
ripercuotendosi negativamente anche
sul sistema produttivo.
Per rimediare a questa situazione logicamente inaccettabile dai cittadini,
siano essi consumatori o produttori,
ben venga quindi il recente decreto
del Ministero delle Politiche Agricole
che consente ai produttori di vendere
direttamente sui mercati.
A fronte di questo stato di schizofrenia mercantile stanno sorgendo spontaneamente delle iniziative da parte
dei consumatori. Fra queste ha richiamato la nostra attenzione la organizzazione dei “gruppi di acquisti solidale” (Gas). Un esempio di questi gruppi lo troviamo in alcuni quartieri di Firenze. Da una parte troviamo famiglie
che quotidianamente devono fare i
conti con i continui rialzi dei prezzi
dei prodotti alimentari, dall'altra piccoli produttori che schiacciati da ofPerito Agrario 1/2008
ferte “sottocosto” della grande distribuzione cercano mercato. Nel mezzo
si inseriscono questi “Gas” che, attraverso acquisti collettivi, rispondono
ad anomale tendenze mercatili per risparmiare sul conto della spesa. Su
“Reporter Firenze” Febbraio 2008
Alberto Ottanelli cita ad esempio
“per acquistare un litro d'olio biologico toscano normalmente si possono
superare i 12 euro mentre i membri
dei Gas possono averlo a 9-10 euro; le
arance e mandarini bio hanno prezzi
che variano ad 1,00 a 1,30 euro al chilo mentre i Gas che li acquistano direttamente dal produttore li pagano
0,90 centesimi; la carne biologica chianina costa circa 16-18 euro al chilo, i
“gasisti” possono averla a 14 euro. Gli
sconti è implicito che si estendono su
altri prodotti di uso comune.
Questi gruppi di consumatori nascono da una visione critica del modello
di consumo dominante e cercano di
applicare, per i propri acquisti, principi di equità e solidarietà. I criteri di
scelta dei fornitori che possono essere
differenti da un gruppo rispetto all'altro, privilegiano la qualità e la naturalità del prodotto, la riduzione dell'impatto ambientale derivante dal trasporto o dai processi di lavorazione.
Le esperienze di questi gruppi, che
vengono messe in rete, si stanno
estendendo in tutta Italia. Si legge che
la finanziaria 2008 ha dedicato uno
specifico comma ai gruppi di acquisto
solidale precisando che la loro attività
“di acquisto collettivo e distribuzione” deve avvenire “senza applicazione
di ricarico, esclusivamente agli aderenti”.
Sempre nel campo dei prezzi la Coldiretti ha reso noto che in tutti i Comuni si è aperta la possibilità di avviare mercati gestiti dagli agricoltori.
Esperienze positive si riscontrano già
in Toscana. Chi acquista direttamente dal produttore ha rilevato un risparmio di almeno il 30%. La tendenza ad escludere intermediazioni
sta aumentando.
Un'altra spontanea iniziativa la troviamo in Veneto. Una rete di locali, in
particolare ristoranti, “a chilometri
zero” in cui si offrono prodotti che
non devono percorrere lunghe distanze con mezzi di trasporto, quindi
prodotti del territorio. Una idea anche questa della Coldiretti, che spiegano, voler rispondere al bisogno dei
consumatori sempre più attenti anche
a tavola, all'ambiente, ed all'acquisto
di cibi locali offerti direttamente dagli agricoltori.
Queste spontanee concrete reazioni a
situazioni mercantili paradossali sono
assai significative e devono fare riflettere tutti ed in particolare chi ci governa ai vari livelli ed ha poteri per intervenire, con politiche adeguate, per
regolamentare e per controllare un
comparto vitale quale l'agroalimentare. Ciò nel comune interesse di produttori e consumatori.
Queste iniziative di difesa del consumo che si riscontrano nel nostro Paese
non devono essere sottovalutate.In un
mercato globalizzato ove le dinamiche
si manifestano con forza determinando cambiamenti a volte anche repentini specie se legati ad eventi particolari quali andamenti atmosferici,crisi nei
trasporti od altri fattori non sempre
prevedibili, tale azioni possono sembrare delimitate tanto da non potere
incidere validamente sui prezzi. Riteniamo invece che queste sul mercato
interno prenderanno più forza spontaneamente sulle spinte del consumo
che andrà sempre maggiormente ad
organizzarsi in maniera più attenta e
consapevole. Ecco quindi che intravediamo una progressiva evoluzione nei
rapporti fra produttori e consumatori.
E ciò non solo sul mercato nazionale
migliorandolo, quanto in quello regionale e locale che per le particolari caratteristiche di qualità e salubrità dei
prodotti ne sviluppa lo smercio.
Fermenti questi del mercato che per la
loro specificità innovativa tendono ad
allargarsi e quindi meritevoli di essere
osservati con particolare attenzione.
5
PROFESSIONE
Nuovo sistema di calcolo
dell’indennità di esproprio
di Domenico Di Biase
seguito
dell’entrata in
vigore della Legge Finanziaria
2008, tra l’altro, è
stato modificato
il Testo Unico
degli espropri per la determinazione
dell’indennità di esproprio, nel senso
che la stessa va determinata per le
aree edificabili in base al valore venale dell’immobile così come è stato sancito dalla recente sentenza n.348/2007
dalla Corte Costituzionale.
Per l’esattezza i nuovi criteri sono
codificati nell’articolo 2, comma 89,
della legge n. 244 del 24 dicembre
2007, in sostituzione dell’articolo 37,
commi 1 e 2, del D.P.R.n.327/2001.
In dettaglio, l’indennità di espropriazione, è determinata come appresso:
- quando è riferita ad un’area edificabile, è pari al valore venale dell’immobile; - nel caso l’espropriazione è
finalizzata all’attuazione di interventi di riforma economico-sociale, l’indennità è ridotta del 25%; - e in quei
casi ove è stato concluso l’accordo di
cessione, o lo stesso non è stato concluso per motivi non imputabili all’espropriato ovvero poiché al medesimo è stata offerta una indennità
provvisoria che, attualizzata, risulta
inferiore agli otto decimi di quella
quantificata in via definitiva, l’indennità è incrementata del 10%.
Pertanto, la riformulazione delle
norme del Testo Unico, non è altro
che un adeguamento alla sentenza
della Corte Costituzionale n. 348 del
A
6
22 ottobre 2007, ovvero di dichiarazione di illegittimità costituzionale
delle precedenti modalità di quantificazione dell’indennità.
Tali nuovi criteri di calcolo si applicano a tutti i procedimenti espropriativi
in corso, semprechè la determinazione della stessa non sia stata condivisa,
ossia accettata, ovvero comunque divenuta irrevocabile come per legge.
Nella fattispecie, infatti, la questione
si è conclusa e la sentenza della Corte
Costituzionale n. 248/’07 non può
avere più effetto di sorte.Ai sensi dell’art.2, comma 89, della citata legge
244/2007, di modifica dell’art. 55,
comma 1, del D.P.R.327/2001, il risarcimento del danno per le utilizzazioni
di suoli edificabili per scopi di pubblica utilità in assenza di valido ed efficace provvedimento di esproprio alla
data del 30 settembre 1996, è adeguato al nuovo criterio di determinazione
dell’indennità, e quindi, è liquidato in
base al valore venale dell’immobile.
Perito Agrario 1/2008
SICUREZZA ALIMENTARE
Studio teorico-pratico
di un modello di tracciabilità
di filiera nelle produzioni olivicole
di Lorenzo M. Abenavoli1, Giuseppe Sciarrone2
egli ultimi anni riguardo l’andamento dei prezzi dell’olio
di oliva si è registrato un
trend positivo determinato dall’incremento della domanda da parte
dai Paesi consumatori e ulteriori segnali interessanti possono attendersi
con la prevista apertura ai nuovi
mercati dell’Estremo Oriente.
Ciò è dovuto, più che a un generico
“aumento quantitativo” di domanda, al fatto che i consumi si stanno
orientando verso categorie di olio
d’oliva di qualità superiore. Il consu-
N
1
2
matore più attento ed esigente, è disposto a farsi carico di costi maggiori
pur di ottenere un prodotto che dia
maggiori garanzie di qualità e dunque di sicurezza alimentare. Quest’ultimo aspetto, obiettivo ormai
diffuso e condiviso, è determinato da
vari fattori fra i quali la diffidenza di
cui risente oggi il consumatore nei
confronti dei prodotti alimentari a
causa dei numerosi scandali che
hanno colpito i vari settori. Egli è
dunque più sensibile ai temi riguardanti la sicurezza alimentare, e di
conseguenza verso argomenti come
la tracciabilità e la rintracciabilità dei
prodotti [5].
Per “tracciabilità” si intende il percorso informativo che segue il prodotto da monte a valle del processo
produttivo che si svolge, in questo
caso, lungo la filiera olivicolo-olearia, dall’azienda agricola alla bottiglia di olio.
Si definisce invece “rintracciabilità”
la possibilità che ha l’utente finale di
ricostruire e seguire il percorso di un
alimento (o di un ingrediente, o di
Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-forestali e Ambientali – Sezione Meccanica
Università Mediterranea di Reggio Calabria
Perito Agrario 1/2008
7
SICUREZZA ALIMENTARE
un animale) destinato alla produzione alimentare, attraverso tutte le fasi della produzione, della trasformazione e della distribuzione.
Con l’evidente scopo di restituire fiducia al consumatore, il Regolamento CE 178/2002 ha introdotto il “percorso” obbligatorio di tutte le produzioni agroalimentari europee, che
consiste nella costruzione del “certificato storico” di un alimento o di un
ingrediente lungo tutta la filiera produttiva [3].A questo si affiancano altre norme la cui applicazione è facoltativa, tra cui le UNI, EUREPGAP e similari, che definiscono la
tracciabilità aziendale e/o di filiera a
diversi livelli di approfondimento.
La tracciabilità dei prodotti si sta
quindi rivelando anche una interessante strategia di marketing per numerose aziende produttive.
Gli obiettivi primari del Reg.
178/2002 sono essenzialmente rivolti
a garantire:
1. un alto livello di protezione della
salute del consumatore
2. un efficace funzionamento del
mercato interno.
Durante tutte le fasi della produzione e della distribuzione, individuato
un pericolo, quale un agente biologico, chimico o fisico che può provocare un danno, è possibile valutarne il
rischio per la salute del consumatore
e, in funzione della gravità del pericolo e della probabilità che esso si
concretizzi, e attuare gli opportuni
provvedimenti.
Se in un qualsiasi punto della filiera
produttiva si riscontra una non conformità dell’alimento (o del mangime), il sistema di tracciabilità deve
consentire:
• sia di richiamare il prodotto già
uscito dalla disponibilità dell’operatore
• sia il percorso a ritroso verso l’origine, per individuare le cause della
non conformità e adottare le conseguenti misure correttive.
Il Regolamento CE 178/2002 (tab.
1), prevede quindi l’obbligo per le
aziende del comparto agroalimentare dell’adozione di un sistema di
tracciabilità che tuteli i consumatori
da frodi e che permetta una gestione efficace delle emergenze alimentari [4].
La Sezione Meccanica del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroforestali e Ambientali, dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, ha avviato uno specifico filone
di ricerca incentrato sull’individuazione e sull’analisi di sistemi di tracciabilità e rintracciabilità delle produzioni olivicole molto diffuse nel
territorio calabrese.
Aspetti morfologici delle aziende
olivicole calabresi
La Calabria con circa 270.000 ha di
superficie olivetata e circa
25.000.000 di piante fornisce il 20%
della produzione italiana di olio d’oliva. L’olivo rappresenta la coltivazione più diffusa nella Regione interessando 137.704 aziende (82,6%
delle aziende con coltivazioni legnose agrarie) per circa 165.000 ha
(29,7% della SAU e 70% della superficie investita a coltivazioni legnose agrarie). Circa l’80% delle
aziende è al di sotto dei 5 ha e circa
la metà inferiore a 1 ha. [2]. Tale si-
tuazione, unita all’elevata frammentazione fondiaria, all’orografia del
territorio ed alle diffuse tecniche di
gestione tradizionale degli oliveti,
rende spesso difficile l’introduzione
delle innovazioni tecnologiche.
La maggioranza delle aziende è distribuita in primo luogo in collina ed
in montagna, mentre le aziende collocate in pianura sono al di sotto del
15%; gli impianti produttivi sono generalmente vecchi, con piante di oltre 25 anni di età o anche secolari,
talvolta di dimensioni gigantesche,
caratterizzate da sesti di impianto a
volte irregolari e ad elevata scalarità
di maturazione.
La densità di impianto varia da 50 a
80 piante ad ettaro in pianura, fino a
100-140 piante in collina, con una
densità media nel territorio di circa
100 piante ad ettaro.
In sintesi, la rete del comparto produttivo è caratterizzato da un elevatissimo numero di aziende dalle superfici modeste e localizzate prevalentemente in zone collinari e montane [1], elemento quest’ultimo che
rende difficile l’adozione di tecniche
colturali di produzione moderne atte
al miglioramento dei livelli di qualità
del prodotto e alla garanzia di maggiore redditività della coltura.
Tuttavia l’olivicoltura rappresenta
un’importante fonte di reddito per
centinaia di famiglie e in alcune aree
rappresenta addirittura l’unica occasione di lavoro per molti agricoltori,
anche se gli elevati costi di produzione, la rigidità del mercato e una
produzione non costante in quantità e qualità, determinano considerevoli oscillazioni delle quotazioni di
mercato.
Tab. 1 Principali provvedimenti previsti dal Reg. 178/2002
Normativa di riferimento
Provvedimenti / Adempimenti
Adozione di provvedimenti normativi per un più efficace sistema di controllo.
Reg. 178/2002
Integrazione procedure di certificazione esistenti tra le aziende ed i sistemi di tracciabilità.
Istituzione di un organismo atto alla prevenzione, al controllo ed alla gestione del rischio alimentare.
8
Perito Agrario 1/2008
SICUREZZA ALIMENTARE
Tutto ciò ha reso l’olio calabrese poco competitivo sia in ambito nazionale che internazionale determinando molte incertezze fra gli operatori
della filiera che continuano a registrare margini di redditività poco
soddisfacenti. D’altronde l’incertezza del reddito non permette all’olivicoltore investimenti a lungo termine, quali le riforme strutturali agli
impianti ormai obsoleti, né una attenta conduzione delle diverse operazioni colturali.
Ad esempio, la raccolta delle olive,
una delle operazioni più impegnative sul piano economico, è svolta
spesso da terra e poco diffuso (anche per le problematiche connesse
alle caratteristiche dell’albero) è il
ricorso ai dispositivi meccanici di
raccolta dall’albero.
Circa il 60% dell’olio prodotto è del
tipo “lampante”, mentre il 20-30%
rientra nella categoria “vergine” e
solo il 10-15% può classificarsi olio
“extravergine”, proveniente cioè
dalle partite di olive raccolte tempestivamente con gli scuotitori e inviate immediatamente ai frantoi per la
trasformazione [3].
Le cultivar maggiormente diffuse
nel territorio calabrese si possono
essenzialmente raggruppare in tre
varietà:
• Ottobratica;
• Sinopolese;
• Carolea.
Queste, nell’insieme, rappresentano
il 76% del patrimonio olivicolo della
regione (Fig. 1) [12].
Le cultivar Sinopolese e Ottobratica, esclusivamente da olio, sono caratterizzate da alberi a portamento
maestoso che raggiungono notevoli
altezze anche superiori ai 20 m. I
frutti sono di piccole dimensioni: il
peso medio è compreso tra 1,8÷1,5
g ed hanno maturazione notevolmente scalare. La produzione è caratterizzata da una spiccata alternanza tra le annate di “carica” e di
“scarica”. Entrambe le cultivar moPerito Agrario 1/2008
Fig. 1 Incidenza percentuale delle cultivar di olivo presenti in Calabria
strano una elevata resistenza alle
avversità climatiche, anche se l’Ottobratica mostra una maggiore rusticità.
La Carolea, pianta di media statura,
è invece una cultivar a duplice attitudine (olio/mensa). Il frutto è di
dimensioni più grandi, ha un peso
medio di 4,7 g, e la maturazione non
è eccessivamente scalare rispetto
alle cultivar precedenti. La produzione, sebbene alternata, è anch’es-
sa meno accentuata. Resiste bene al
freddo, ma meno al cicloconio ed
alla mosca.
Metodologia applicata
Allo scopo di individuare un sistema
di tracciabilità di filiera che si possa
adattare al complesso ambiente olivicolo sono state individuate, attraverso un’indagine territoriale, due
9
SICUREZZA ALIMENTARE
Tab. 2 Caratteristiche delle aziende esaminate
AZIENDA
A
B
Località
San Giorgio Morgeto
(RC)
Delianuova
(RC)
Superficie olivetata [ha]
100
8
Giacitura terreno
Pianeggiante
Parte declive
Parte terrazzato
Carolea
Varietà presenti
Sinopolese
Ottobratica
Sesto di impianto [m]
6x6
278
100
Modalità di raccolta
Scuotitore + rete
Scuotitore + rete
Contenitori movimentazione olive
Cassette, pallets, bins
Cassette, sacchi
Densità di impianto[piante/ha]
aziende olivicole calabresi ampiamente rappresentative:
• l’azienda agricola (olivicola olearia) F.lli Fazari (A);
• l’azienda olivicola Frisina (B).
Le due aziende (tab. 2) mostrano
condizioni abbastanza diffuse sul
territorio nel quale coesistono realtà
caratterizzate da una gestione moderna dell’oliveto, sesti di impianto
regolari, piante di dimensioni contenute (azienda A) (fig. 2 e 3), e notevoli quantità di piccole aziende di tipo tradizionale a conduzione familiare, con alberi secolari e di grandi
dimensioni, con ridotti margini di
investimento (azienda B) (fig. 4).
Il corretto uso dei sistemi di tracciabilità applicati nel comparto olivicolo
può dunque comportare diversi vantaggi sia per le aziende che per i consumatori.Tali vantaggi, riportati nella tabella 3 a pagina seguente, possono avere un duplice aspetto: aziendale, in quanto migliorano sia l’assetto
organizzativo interno (maggiore attenzione attraverso il monitoraggio
ed assunzione di responsabilità da
parte degli addetti ai differenti processi dell’intera filiera), ed esterno
(maggiore competitività sul mercato
con un prodotto in grado di soddisfare le esigenze del consumatore in
termini di qualità e sicurezza) [6].
Nella situazione presa in esame appare chiaro che un processo di trac-
10
10x10
ciabilità nel comparto olivicolo per
diffondersi deve rispondere ad alcuni criteri; in particolare deve essere:
a) di semplice applicabilità, il livello di istruzione degli operatori sovente è di media cultura;
b) economico, la propensione agli
investimenti è limitata a causa
della bassa redditività;
c) efficace, deve consentire di individuare tempestivamente il prodotto che eventualmente deve essere
ritirato dal mercato come richiesto dal citato regolamento.
Lo studio ha analizzato il percorso
produttivo delle due realtà esaminate,
individuando i fattori che interessano
dalla gestione dell’oliveto, con particolare riguardo ai tempi ed alle modalità di esecuzione delle diverse operazioni, fino alla stadio di raccolta dei
frutti e alla loro consegna in frantoio.
A tal fine, è stata messa a punto una
metodologia di ripartizione degli appezzamenti di ciascuna azienda olivicola in lotti (o particelle) identificabili e di dimensioni omogenee; tale suddivisione è stata effettuata tenendo conto della capacità di lavoro
giornaliera dei cantieri di raccolta, in
modo da individuare la provenienza
di ciascuna partita di frutti.
Si è proceduto, pertanto, alla raccolta dati, alla progettazione ed all’implementazione di un software che
soddisfi principalmente due requisi-
ti: documentabilità e riscontrabilità.
Il primo requisito è stato attuato attraverso la descrizione puntuale delle modalità operative del processo
produttivo e dei sistemi di controllo.
Il secondo è stato assolto attraverso
la registrazione, su apposita modulistica, delle attività effettuate, degli
esiti e delle responsabilità.
Rispettando tali parametri è possibile ottenere una tracciabilità completa delle operazioni e dei trattamenti
subiti dal prodotto nelle diverse fasi
di lavorazione (fig. 5).
Le informazioni che accompagnano
il prodotto fino al consumo sono fornite nel rispetto della normativa vigente (Reg. 178/2002) con diverso
grado di dettaglio [13].
Fig. 2 Azienda “A” impianto di Carola
Fig. 3 Azienda “A” impianto di Ottobratica
Fig. 4 Azienda “B” impianto di Sinopolese
Perito Agrario 1/2008
SICUREZZA ALIMENTARE
Tab. 3 Principali vantaggi per le imprese olivicole e per i consumatori di olio
Va n t a ggi
P er l’im p r esa olivicola
P er il con su m a t or e d i olio
〈˚˚˚ monitoraggio processi/prodotti;
〈˚˚˚ riduzione dei tempi, degli errori e degli scarti (efficienza
§˚˚˚ Interni
§˚˚˚ Esterni
〈˚˚˚ riduzione dei reclami dei clienti;
〈˚˚˚ maggiore responsabilizzazione;
〈˚˚˚ maggiore profitto.
〈˚˚˚ maggiori informazioni sul prodotto che si sta acquistando (maggiore fiducia);
〈˚˚˚ consapevolezza che il prodotto in oggetto più sicuro;
〈˚˚˚ garanzia di qualità
t ;
〈˚˚˚ maggiore garanzia di qualità.
〈˚˚˚ miglioramento dell'l immagine;
〈˚˚˚ maggiore competitività commerciale sul lavoro;
〈˚˚˚ fidelizzazione del consumatore.
Per ogni fase di lavorazione è stata
inoltre predisposta una scheda di rilevamento dati con le indicazioni di
tutti gli elementi necessari a caratterizzarla.
In tabella 4, a pagina 12, è riportato
un esempio di scheda relativa agli
interventi fitosanitari.
Per ogni scheda di rilevamento (ai
sensi del Reg. 178/2002) sono state
previste le voci corrispondenti a due
figure professionali, il “soggetto” che
esegue la specifica operazione ed il
“responsabile”; queste due figure,
soprattutto nelle piccole aziende,
possono anche coincidere.
Risultati e discussione
Le schede di rilevamento permettono di avere sia una visione globale di
tutto il processo produttivo che di
entrare nello specifico delle singole
operazioni, mettendo in luce eventuali procedure errate negli interventi eseguiti. Ad esempio, prima di
procedere alla fase di raccolta dei
frutti è opportuno verificare che siano rispettati i tempi di sicurezza relativi ai trattamenti chimici, ove presenti, secondo la logica schematizzata nella pagina seguente (Fig. 6).
Il programma informatico si basa su
parametri modificabili; si propone di
garantire l’integrità dei dati inseriti
anche a fronte di operazioni non
corrette da parte dell’utente. Il software, che può essere utilizzato anche
da persone che hanno poca dimestichezza con il computer, prevede l’installazione condivisa su piccole reti
locali in ambiente Windows: la base
dati è strutturata su un formato fa-
cilmente interrogabile ed esportabile in altri formati verso altri database
eventualmente deputati alla raccolta
di informazioni da elaborare o da
pubblicare in web.
Tale software prevede per ogni
schermata, o sua sezione particolarmente articolata, una guida contestuale. Per la stessa sono proposti un
apposito programma di inserimento,
aggiornamento e modifica (il cui accesso è riservato all’amministratore)
e una tabella contenente i campi
fruibili da parte dell’utente con propri appunti o note operative.
L’implementazione permette di monitorare tutti i processi di lavorazione e produzione e di poterne dunque acquisire i dati (input) relativi
al comparto olivicolo in esame, con
la possibilità di realizzazione (output) di sistemi di etichettatura inno-
Anagrafica delle aziende
Appezzamenti
Immissione DATI
Trattamenti
Esci dal DATABASE
Raccolta
Fig. 5 Pannello di controllo del software
Perito Agrario 1/2008
11
SICUREZZA ALIMENTARE
Fig. 6 Schema dei trattamenti antiparassitari implementato nelle aziende campione
vativi (etichette a lettura ottica) che
consentano all’utilizzatore di ottenere informazioni esaustive riguardo la provenienza del prodotto in
oggetto. Nel diagramma a blocchi
successivo (fig. 7) è rappresentato
uno schema del software relativamente alle fasi di acquisizione dati
(input dati) e di realizzazione dati
(output dati).
Il fornitore/operatore ha la possibilità di analizzare i propri processi produttivi e gestirli in funzione delle diverse filiere in cui opera, verificando
eventuali problematiche in modo organico ed esaustivo.
Terminata la fase di caricamento dati
nelle varie voci del menu del software
(Anagrafe, Appezzamenti, Trattamenti, Raccolta) lo stesso elabora un
codice a barre di 14 cifre che racchiude tutte le informazioni riguardanti
l’azienda, la provenienza del lotto, le
date di raccolta e di lavorazioni colturali, il frantoio di lavorazione ecc.
Tab. 4 Scheda tipo degli interventi fitosanitari utilizzata per la raccolta dati
INTERVENTI FITOSANITARI (periodo 2004-2005)
Data
intervento
Awersità e motivo
dell'applicazione
Nome commerciale
prodotto utilizzato
P r i n c i p o a tti v o
Tempo di
sicurezza
Dose
impiegata
Volume di
miscela
impiegato
[gg]
[g/h I]
[l/ha]
20
150
1500
Mezzo
impiegato
O p e r a to r e
R e s po n s a bile
atomizz.
Marco Rossi
Marco Rossi
Francesco
Bianchi
Marco Rossi
Antonio Neri
Marco Rossi
Francesco
Bianchi
Marco Rossi
Francesco
Bianchi
Marco Rossi
Marco Rossi
Marco Rossi
Antonio Neri
Marco Rossi
Mosca dell'olivo
2 1 -0 7 -2 0 0 4
P e rfe c tion
D ime toa to
(Bractocera oleae)
Mosca dell'olivo
Perfection
Dimetoato
20
150
1500
atomizz.
(Bractocera oleae)
Lebacid
Femtion
28
100
1500
atomizz.
Perfection
Dimetoato
20
Decis. D
Deftametrina
20
Coprantol Ultra
micron
Idrossido di rame
13/092004
Mosca dell'olivo
4-10-2004
(Bractocera oleae)
Occhio di pavone
(Spilocea oleagnea)
150
50
Occhio di pavone
18-03-2005
(Spilocea oleagnea)
Lebbra (Colletotricum
gloesporoides)
7-07-2005
Lebbra (Colletotricum
gloesporoides)
1-08-2005
Mosca dell'olivo
(Bractocera oleae)
Mosca dell'olivo
4-10-2005
12
(Bractocera oleae)
1500
1500
20
Coprantol Ultra
micron
Lebacid
Lebacid
Coprantol Ultra
micron
Idrossido di rame
Femtion
Femtion
Idrossido di rame
20
28
28
20
atomizz.
atomizz.
atomizz.
200
Occhio di pavone
(Spilocea oleatjnea)
1500
1500
atomizz.
1500
atomizz.
200
100
100
200
1500
atomizz.
1500
atomizz.
1500
atomizz.
1500
1500
atomizz.
atomizz.
Perito Agrario 1/2008
SICUREZZA ALIMENTARE
Fig. 7 Schema del software relativamente alle fasi di input dati e di output dati
Questo codice a barre permette una
veloce lettura e l’acquisizione dei dati mediante una pistola laser a scansione ottica [14]. Il programma può
essere utilizzato anche su stazioni singole e prevede l’installazione condivisa in rete in ambiente Windows. La
base dati, strutturata su formato facilmente interrogabile, è esportabile
verso altri database deputati alla raccolta di informazioni da elaborare, da
stampare o da pubblicare in web, aggiornati in tempo reale.
L’attività di ricerca si inserisce nell’ambito di iniziative volte ad offrire
Perito Agrario 1/2008
un fattivo contributo alle aziende olivicole per lo sviluppo di sistemi per
la tracciabilità delle loro produzioni.
La corretta applicazione di sistemi
per la tracciabilità di filiera pone per
gli operatori del settore, in particolare per gli agricoltori, delle problematiche. In primo luogo va registrata
una scarsa informazione o comunque non sufficientemente incisiva tesa ad indicare il percorso da seguire.
Ne deriva una certa perplessità da
parte dei produttori che intravedono nella tracciabilità delle loro produzioni una fonte di ulteriori con-
trolli nonché causa di costi aggiuntivi [7]. A ciò vanno aggiunte le difficoltà tecniche per l’applicazione.
Pertanto l’attività di ricerca è diretta,
sia nel garantire che i produttori recepiscano in modo puntuale tutte le
informazioni utili, sia nel fornire gli
strumenti e le linee guida necessarie
per applicare correttamente il sistema proposto.
La realizzazione di un software di
facile gestione e di immediato uso si
inserisce in tale ambito nell’intento
di semplificare la gestione dei dati
sui processi produttivi della filiera. Il
sistema permette il controllo di tutte
le fasi del processo produttivo, uno
scambio e una verifica dei dati in
tempo reale e la possibilità di indirizzare, previo utilizzo del codice a
barre, all’arrivo in frantoio le partite dei frutti raccolti dai diversi lotti
(particelle) [8]. Infatti ciascuna partita è contraddistinta da un’apposita
etichetta riportante “il percorso produttivo” delle olive (modalità e tempi delle operazioni colturali, della
raccolta e del trasporto).
Questo codice a barre permette una
veloce lettura ed acquisizione dati
mediante pistola laser a scansione
ottica, come quella indicata in figura 8 [11].
I lettori per i codici a barre emulano
la funzione “tastiera”: una volta decifrato il barcode “inviano” la stringa
letta nella posizione corrente del
cursore generando automaticamente
il dato [14].
Conclusioni
La sicurezza alimentare passa attraverso una maggiore trasparenza sulla
storia dei prodotti che finiscono sulle
tavole dei consumatori [9]. Tutte le
imprese del settore agroalimentare
che concorrono alla messa in commercio di alimenti e alla formazione
di una filiera produttiva dovrebbero,
al proprio interno, sviluppare ed or-
13
SICUREZZA ALIMENTARE
Fig. 8 Pistola laser a scansione ottica utilizzata per la lettura del codice a barre
ganizzare un proprio sistema di tracciabilità aziendale per fornire ogni
garanzia in merito (soprattutto al fine
di isolare prodotti eventualmente difettosi) circoscrivendo ogni potenziale rischio per la salute del consumatore e garantendo un ritorno di
immagine all’azienda [10].
Il settore olivicolo calabrese necessita
di investimenti sulla sicurezza e sulla
qualità delle sue produzioni. L’adozione di sistemi di tracciabilità e rintracciabilità può permettere, nelle
modalità corrette, il rilancio del prodotto. Lo strumento informatico, opportunamente utilizzato e implementato, dovrebbe poter centrare obiettivi di qualità, sicurezza e rilancio del
prodotto. Dalla ottimizzazione della
gestione delle diverse attività, è possibile infatti recuperare le informazioni relative ai lotti di produzione
avendo traccia di tutte le fasi del processo e fornendo dati aggiornati relativi ad inventari, processi in corso, rese, ecc, pianificando la produzione e
gestendo ogni singola operazione.
In sintesi:
Il software proposto consente il ri-
14
conoscimento univoco di ciascun
lotto, rendendo visibile la composizione, i riferimenti sulla provenienza delle materie prime e i dettagli di
produzione.
Lo studio prevede inoltre di analizzare i percorsi successivi che riguardano la trasformazione delle olive in
frantoio, l’ottenimento dell’olio e la
sua commercializzazione (in questo
caso saranno previste apposite schede per rilevare i parametri che identificano la qualità della materia prima e del prodotto finale).
La tracciabilità, pertanto, attraverso
la corretta applicazione del sistema
in ogni fase del processo della filiera
olivicola, può garantire trasparenza
alle produzioni, portando vantaggi in
termini di razionalizzazione dei processi, risparmio e garanzia di qualità.
Gli autori hanno contribuito in maniera paritetica alla realizzazione del
presente lavoro.
Biblgiografia
[1] - Zimbalatti G.,Abenavoli L.M., Olivicoltura e industria olearia in Calabria,
rivista di Ingegneria Agraria, quaderno
n°17, Trapani 20 - 23 giugno 1995.
[2] - Istat. V Censimento Agricoltura
2000.
[3] - Gulisano G., Marcianò C., Principali caratteri economici del comparto olivicolo-oleario in Calabria, Opuscolo ARSSA - “Sistemi e metodi per la valorizzazione ai fini agricoli dei residui delle industrie agroalimentari nel meridione
d’Italia” -, dicembre 2001.
[4] - Regolamento (CE) n° 178/2002,
Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee del 28 gennaio 2002.
[5] - La rintracciabilità di filiera nel settore agroalimentare, Terra e Vita n° 25
anno 2002.
[6] - Traceability working group: advancements acquired and activities carried
out, Session 3, Club of Bologna, volume
n. 14, 16-17 novembre 2003.
[7] - Tracciabilità, fondi per avviare studi
e modelli operativi,Terra e Vita n° 35 anno 2004.
[8] - Tracciabilità nelle filiere agroalimentari, Terra e Vita n° 41 anno 2004.
[9] - Trasparenza e sicurezza dalla rintracciabilità volontaria, Terra e Vita n° 6
anno 2005.
[10] - Porceddu P.R., Babucci V., Un modello di rintracciabilità per la filiera orticola, estratto convegno AIIA, Catania
27-30 giugno 2005.
[11] - Tracciabilità di filiera a garanzia
delle produzioni agroalimentare, Unioncamare (Unione Italiana delle Camere
di Commercio, Industria, Artigianato e
Agricoltura.
[12] - Abenavoli L.M., Sciarrone G., La
tracciabilità di filiera: Un’opportunità per
l’olivicoltura, IV Convegno AISSA:
Qualità e sostenibilità delle produzioni
agrarie, alimentari e forestali; Mosciano
Sant’Angelo (TE), 5-6 dicembre 2006.
[13] - Sciarrone G.,Abenavoli L.M., Proto A.R., Implementazione di un sistema
di tracciabilità nella filiera olivicola: prime applicazioni, IV Convegno AISSA:
Qualità e sostenibilità delle produzioni
agrarie, alimentari e forestali; Mosciano
Sant’Angelo (TE), 5-6 dicembre 2006.
[14] - http://www.snapweb.it.
Perito Agrario 1/2008
CERTIFICAZIONE
La nuova Norma Iso 22000
Sistemi di Gestione per la Sicurezza Alimentare e l’integrazione
con i requisiti richiesti dalla Gdo Internazionale (ifs, brc)
Centro Convegni Palazzetto delle Carte Geografiche
Roma - 16 febbraio 2008
di Paolo Vigato
atrocinato
dal CNPA
si è tenuto
il seminario per
illustrare i punti
chiave della nuova norma ISO
22000 “Food safety management systems - Requirements”, lo standard volontario che ha
l’obiettivo di armonizzare i differenti
standard specifici riguardanti la sicurezza alimentare. In particolare è stato
dato ampio spazio all’integrazione tra
questa recente norma e la più conosciuta e diffusa norma ISO 9001 così
come alle sinergie con gli schemi messi a punto dalla Grande Distribuzione
Organizzata (BRC, IFS).
Ha aperto i lavori Andrea Bottaro,
Presidente del CNPA ricordando
come, grazie al verificarsi di situazioni a rischio salute, anche se minimo per l’incolumità del consumatore, quali mucca pazza, Blue tongue,
influenza aviaria ed altre, il patto
tra consumatore e produttore si sia
rotto. Per ristabilire l’equilibrio nel
rapporto è necessario che si ricostruisca la fiducia ormai persa e
questo è possibile solo tramite le
garanzie che si devono dare alla
qualità del prodotto.
I Periti Agrari possiedono la professionalità e le competenze sia per favorire le produzioni che per certifi-
P
Perito Agrario 1/2008
D’Adda, Marras, Bottaro, Amoruso
carle e questo, nella fase che precede
l’attuarsi della Zona di Libero
Scambio (ZLS 2010) è un formidabile passe-partout che vede la richiesta di professionalità soprattutto da
parte di quei Paesi che, intendendo
esportare prodotti agricoli nei Paesi
del Mediterraneo, devono rendere
conto alla legislazione locale in tema
di qualità degli alimenti. Ed allora,
conclude Bottaro, il Perito Agrario,
potendo fornire tale professionalità,
si pone come cerniera tra la produzione e la commercializzazione dei
prodotti di qualità.
Nell’ultimo Congresso Internazionale, ricorda Bottaro, dai rapporti bilaterali avuti con i Paesi rivieraschi, e
particolarmente con la Tunisia, è
emersa prepotente questa esigenza
di aggiornamento professionale su
queste tematiche: qualità e certificazione. E la Categoria ha risposto garantendo la massima collaborazione
creando così le condizioni di partenariato professionale.
Ha preso la parola il Dr. Paolo Marras - Responsabile Certiquality ROMA che ha trattato il tema “Lo stato
della certificazione nel settore agroalimentare in Italia” evidenziando
come i pilastri della politica della sicurezza alimentare passino:
1) dal controllo del prodotto – al
controllo del processo;
2) dalla garanzia del prodotto – alla
garanzia della filiera;
3) dalla comunicazione commerciale all’informazione al consumatore.
15
CERTIFICAZIONE
L’approccio alla sicurezza richiede
un quadro normativo basato su un
approccio tecnico-scientifico autorevole (Risk Assessment), un sistema
di controlli chiari ed efficaci ma soprattutto un coinvolgimento consapevole di tutta la filiera alimentare
dall’agricoltura alla distribuzione.
I risultati dei lavori devono essere
portati come corretta informazione
ai consumatori.
La sicurezza alimentare è un pre-requisito per immettere sul mercato
materie prime, ingredienti ed alimenti ma l’impresa vincente deve
saper coniugare sicurezza con qualità ma anche capacità innovativa e rispetto dell’ambiente.
Il settore è sollecitato all’applicazione
di numerose norme che presentano
molti elementi e requisiti in comune.
A settembre 2005 è stata pubblicata
da ISO la versione definitiva della
nuova norma ISO 22000 "FOOD
SAFETY
MANAGEMENT
SYSTEMS - REQUIREMENTS
FOR ANY ORGANIZATION IN
THE FOOD CHAIN“, con l’obiettivo di garantire la sicurezza alimenta-
16
re in tutta la filiera dimostrando la capacità di identificare e controllare i
pericoli per il consumatore.
In conclusione il Dr. Marras ha evidenziato come la sicurezza alimentare sia un pre-requisito per immettere materie prime, ingredienti e alimenti sui mercati.
Innovazione, Qualità e Sicurezza alimentare sono aspetti strettamente
correlati tra loro per ottenere i risultati di qualità che il consumatore
vuole.
Per ottenere questi risultati il sistema
agroindustriale italiano ha imboccato decisamente la strada virtuosa dei
comportamenti volontari attraverso
la crescente diffusione di rintracciabilità di filiera, sistemi di gestione
qualità, ambiente e sicurezza e certificazione di prodotto. Ma occorre fare
sempre di più perché la qualità richiede sempre più attenzione.
La Dr.ssa Isabella D’Adda - Area
Certificazione di Prodotto - Certiquality –ha trattato il tema “La nuova norma ISO 22000, e l’integrazione
con gli schemi BRC, IFS”.
Nel ribadire che la sfida alimentare è
l’insieme di più azioni sinergiche
quali il competere sulla qualità concentrandosi sui prodotti a maggiore
valore aggiunto, crescere sui mercati
esteri, ritiene che riconquistare la fiducia dei consumatori passi attraverso la coincidenza tra quantità e
qualità degli alimenti.
Un metodo per pervenire a questo è
stimolare l’autocontrollo e agevolare
Platea
Perito Agrario 1/2008
CERTIFICAZIONE
L’evoluzione del settore alimentare e del settore della certificazione
1997
D.Lgs 155/97
EUREPGAP
1998
BRC
1999
UNI 10854
2000
Libro Bianco
UNI EN ISO 9001 – IFS
2001
Direttiva CE 2001/95
UNI 10939
2002
Reg. 178/02
UNI 11020
2003
Direttiva CE 2003/89 Reg. 1829-1830/03
2004
Pacchetto Igiene (Reg. 852-853-854-882/04)
2005
Reg 2073/05
ISO 22000
2006
Entra in vigore Pacchetto Igiene
Entra in vigore
ISO 22000
2007
Vers. 5 IFS – Vers. 3 EUREP
2008
Vers. 5 BRC – ISO22005
ed uniformare il controllo da parte
degli enti terzi.
Per vincere la sfida alimentare occorre anche rassicurare l’opinione
pubblica e contemporaneamente
evitare la perdita d’identità delle
produzioni per trovare nuovi sbocchi in un mercato globale.
È anche necessario istruire il consumatore affinché individui quei segnali che gli permetteranno di riconoscere le differenze qualitative tra
vari prodotti, richiedere esplicitamente una maggiore trasparenza e
convincere della veridicità di ciò che
si afferma.
Per risolvere la sfida occorre rispondere a quello che vuole il Consumatore:
• La storia del prodotto (“rintracciabilità”).
• La certezza del rispetto delle regole da parte delle parti coinvolte nel
processo produttivo (“da parte di
tutti gli attori della filiera”).
• La tranquillità del controllo igienico-sanitario.
• Il controllo delle attività precedenti all’acquisto, da parte di chi gli distribuisce il prodotto.
• La garanzia di veridicità delle affermazioni di sicurezza che gli giungono da parte della distribuzione.
Perito Agrario 1/2008
Chiude l’intervento ribadendo che
per l’applicazione delle norme, molte e complesse, è necessaria una
specifica professionalità che si può
trovare nella Categoria dei Periti
Agrari.
È seguita, da parte del Per.Agr.
Franco Amoroso, la Presentazione
del software gestionale prodotto da
Ausilia che ha evidenziato come tutti i Sistemi di Gestione Aziendale
che sfociano nella richiesta di certificazione di prodotto e/o di processo
devono necessariamente rispondere
a requisiti di tracciabilità, gestione
documentale, ed archiviazione. Requisiti che spesso risultano essere
fonti di difficoltà gestionale all’interno delle singole organizzazioni,
nonché di scoraggiamento da parte
delle aziende ad intraprendere l’iter
certificativo.
L’intuizione di Ausilia è stata quella
di pensare un Software innovativo,
presentato nel corso del convegno,
in grado di offrire sostegno alle diverse organizzazioni, più o meno
complesse, al fine di sostenerle e guidarle alla certificazione di prodotto/processo. Il tutto su una piattaforma tecnologica che si serve della
semplice connessione internet attraverso cui poter dar corso in modo
veloce ed efficace alla gestione documentale, alla implementazione
delle procedure di Sistema e alla gestione, in modalità FAD (Formazione A Distanza), delle attività formative richieste.
La tecnologia del software Ausilia
non solo consente ai singoli operatori di accedere, con una semplice
connessione web, alla piattaforma
per la gestione di quanto esposto,
ma esso è strutturato in modo da
consentire ad Ausilia, attraverso i
suoi tecnici, di poter “guidare” gli
stessi utilizzatori del software, qualora vi fossero difficoltà, garantendo
sia assistenza in loco sia a distanza,
nell’ottica di un elevato livello di comunicazione, idoneo alle finalità indicate. Il livello comunicativo infatti
è di tipo bi-direzionale; non solo vi è
una gestione documentale in entrata
ma è anche possibile immettere annotazioni, modifiche e informazioni
inerenti l’azienda che consentono
una virtualizzazione della realtà
aziendale.
Avendo un quadro ampio e strutturato della realtà aziendale, Ausilia è
in grado di fornire assistenza a 360
gradi sulle problematiche inerenti:
Sicurezza, Sorveglianza Sanitaria,
implementazione di Sistemi di Gestione Aziendale, Certificazione di
prodotto, nonché anche un servizio
di archiviazione documentale, nel
caso si disponga già di documenti
elaborati, al fine di consentire al
consulente, utilizzatore del software
Ausilia, di averli a disposizione e gestirli in tempo reale e in qualsiasi
luogo egli si trovi a fornire assistenza
ai propri clienti.
Al termine dell’incontro è stata distribuita la versione aggiornata del
CD “La Certificazione Certiquality
nel settore alimentare per i sistemi
di gestione aziendale, i prodotti e le
filiere” contenente le descrizioni
dettagliate di tutte le principali normative di riferimento e Linee Guida
per la rintracciabilità di filiera.
17
MECCANIZZAZIONE
Prove di diradamento meccanico
in frutteti biologici e convenzionali
di Alberto Dorigoni, Nicola Dallabetta, Ivan Piffer, Paolo Lezzer, Franco Micheli1
Fig. 1 Macchina in funzione a
10 km/h su Red Delicious spur
in val di Non: è necessario posizionare frontalmente la macchina per una migliore visibilità
del lavoro
Introduzione
a tecnica del D.M. si basa sull’asportazione meccanica di
parte dei fiori ad uno stadio fenologico di poco antecedente la
piena fioritura, mediante delle fruste in materiale plastico posizionate
su un rotore verticale di altezza di
2-3 metri, portato anteriormente alla trattrice (Fig. 1).
All’azione puramente meccanica si
somma una successiva colatura dei
fiori/frutticini in seguito allo stress
provocato e più in generale al mu-
L
1
tato quadro
ormonale dell’albero. Le prime esperienze avevano purtroppo evidenziato un’azione diradante confinata alla periferia della pianta e danni su vegetazione e corteccia.
Per questi motivi i ricercatori di
Laimburg, (M. Strimmer et al.,
1997), dopo le prime prove effettuate in coltura biologica, avevano
in parte scartato la tecnica nonostante i positivi risultati sull’alternanza e sulla qualità della produzione alla raccolta.
L’attuale diffusione del dirado meccanico
Il D.M. è nato in Germania nel Bodensee circa quindici anni fa dall’intuizione di Hermann Gessler, un
frutticoltore biologico di Friedrichshafen. Già nel 1995 sono state effettuate le prime prove in Svizzera,
l’anno successivo in Alto Adige a
Laimburg. Attualmente il D.M. è visto con interesse dal settore del biologico, mentre fino ad oggi è stato
piuttosto trascurato dagli specialisti
del diradamento chimico, che hanno
Unità Frutticoltura e Conservazione Centro Sperimentale Istituto Agrario S. Michele all’Adige (TN)
Perito Agrario 1/2008
21
MECCANIZZAZIONE
concentrato la loro attività sulla
messa a punto di nuovi principi attivi, quali benziladenina ethephon e
ammonio tio solfato (ATS). Inoltre
nella frutticoltura convenzionale italiana, abituata ad un’ampia disponibilità di prodotti per il diradamento,
esiste spesso una barriera di tipo psicologico nei confronti delle operazioni meccaniche, compreso il diradamento.
Il principale limite, vale a dire i danni causati alla vegetazione, è stato in
buona parte superato adeguando la
velocità di avanzamento e di rotazione delle fruste, come dimostrato
da recenti lavori in Svizzera (F. P.
Weibel et al. 2006) che riportano di
danni trascurabili. In Alto Adige esistono delle aziende sia biologiche
che convenzionali che lo applicano
con successo. In Germania, dove il
ritiro del diradante carbaryl è avvenuto da circa 10 anni, il dirado meccanico è una realtà abbastanza diffusa nell’areale del Bodensee, sia nel
biologico che nel convenzionale.
Potenziali vantaggi rispetto al diradamento chimico
Sono numerosi e tali da renderlo appetibile non solo per la frutticoltura
biologica, ma anche per quella convenzionale o integrata.
• Azione indipendente dalla cultivar: il frutticoltore sa bene che ogni
varietà richiede un programma di diradamento chimico assolutamente
specifico al punto che la deriva di al-
cuni p.a., come amide dell’acido naftalenacetico applicato su Golden,
può danneggiare varietà come Red
Delicious.
• Efficacia indipendente dalle condizioni meteorologiche. Invece
quando si applicano fitoregolatori a
diradanti spesso non ci sono le condizioni ideali di temperatura e umidità. Inoltre “ogni annata è a sé”, vale a dire che l’andamento meteo prima, durante e dopo i trattamenti ha
un peso determinante sul risultato.
• Attività poco dipendente dalle condizioni fisiologiche a differenza del diradamento chimico, che risente molto della carica nell’anno precedente,
della vigoria, dell’esposizione, ecc.
• Eccezionale precocità di intervento
che a parità di diradamento, manuale
o chimico, si traduce in un presumibile maggiore effetto sulla qualità dei
frutti rimasti e sulla messa a fiore.
• Velocità di esecuzione dell’ordine
di 1 ora/ha, paragonabile al tempo
necessario per un intervento chimico.
• Basso costo. In effetti il frutticoltore è finora abituato a p.a. diradanti
come carbaryl e NAD che hanno un
costo/ha rispettivamente di circa 10 e
30 euro, ma dovrà dal 2009 adattarsi
ad usare anche altre molecole facendo lievitare il costo per la regolazione chimica della carica su valori superiori ai 200 euro per ettaro.
• Visibilità immediata del risultato.
L’operatore può valutare da subito
l’effetto meccanico sui fiori (non
quello, secondario, conseguente allo
shock) e di conseguenza adattare velocità di avanzamento e di rotazio-
ne, mentre col diradamento chimico
l’azione di cascola compare dai 10 ai
20 giorni dopo il trattamento.
• Possibilità di completare la regolazione della carica con il mezzo chimico sia in piena fioritura, rispettando le necessità del biologico che può
impiegare solo il polisolfuro, o nel
caso della frutticoltura integrata, nel
periodo classico del diradamento
convenzionale, vale a dire con p.a.
come NAA e BA, tra 8 e 14 mm di
diametro dei frutticini.
Infine i frutticoltori che utilizzano
questa tecnica da anni segnalano un
effetto, da verificare sperimentalmente, di stimolo della vegetazione
su impianti giovani: ciò sarebbe dovuto alla rimozione precocemente
dei fiori, che andrebbe a indirizzare
le energie dell’albero sulla formazione scheletrica.
Principali limiti
• La forma di allevamento e la potatura lunga di molti impianti di melo
allevati a fusetto, danno origine a filari troppo larghi, spesso con la presenza di una robusta impalcatura di
base che ostacola il lavoro di “spazzolatura” dei filari e rischia di operare una selezione alla rovescia, eliminando i fiori più esterni e rispettando quelli nella parte più ombreggiata dell’albero, a scapito della qualità della produzione.
• La mancanza di selettività sul fiore
centrale è sicuramente un handicap
del mezzo meccanico che, a differenza dei p.a. diradanti di postfioritura,
non è in grado di potenziare il pro-
Le prove di diradamento meccanico nel 2007
Azienda
Espen
Località
Conduzione
Cultivar/
portinnesto allevamento
Romagnano
biologico
(V. Adige)
Chini
Vervò
biologico
(V. Non)
Maso delle Mezzolombardo convenzionale
(V. Adige)
Part
22
Golden/
M9
Fuji/
M9
Red Chief/
M26
Forma
allevamento
Sesto
impianto
Altezza
alberi
Adattabilità
Data
al diradamento esecuzione
meccanico
fusetto
3.5x1.0m
>4,5 m
insufficiente
11/04/2007
fusetto molto
espanso
fusetto
3.5x1.0m
3,5 m
sufficiente
18/04/2007
3.5x0.7m
3m
buona
11/04/2007
Perito Agrario 1/2008
MECCANIZZAZIONE
cesso naturale di autoselezione che
la pianta mette in atto naturalmente, scartando i frutticini più deboli e
rispettando quelli più forti e meglio
impollinati.
• L’eventuale presenza nell’impianto antigrandine di cavi trasversali più
bassi di 3 metri può costituire una
barriera all’uso della macchina, anche se questa è disponibile con diverse altezze di lavoro, da 2 a 3 m per
adattarsi alle esigenze del frutteto.
• Possibili danni alla frutta: se l’operazione è eseguita poco dopo la piena fioritura, a fecondazione avvenuta, può danneggiare l’ovario e dar
luogo a frutti malformati, persistenti.
• Possibili danni alla vegetazione,
normalmente legati ad una esecuzione non adeguata che riguarda la
velocità di avanzamento e di rotazione ma anche lo stadio fenologico.
• Gli ostacoli di ordine psicologico
sono probabilmente un deterrente da
non sottovalutare per un settore,
quello frutticolo, abituato ad un grande uso della manodopera e del mezzo
chimico ma poco avvezzo alla meccanizzazione. Si aggiunga che la vista di
una pioggia di petali ha un impatto
maggiore della lenta cascola conseguente al diradamento chimico.
Le Prove sperimentali nel 2007 presso l’U. Fru IASMA
Sono state realizzate su alberi in piena produzione e con abbondante
fioritura, in val d’Adige e in val di
Non presso:
• l’azienda biologica Chini a Vervò
in val di Non (Fuji);
• l’azienda convenzionale sperimentale Maso delle Part, a Mezzolombardo in val d’Adige (Red Delicious
spur);
• l’azienda biologica Espen a Romagnano in val d'Adige (Golden).
Data la mancanza di esperienza
specifica del personale dell’Unità
Frutticoltura, la conduzione della
Perito Agrario 1/2008
macchina per il diradamento meccanico, una Darwin 250, è stata affidata alla Ditta AGRI.COM Service
di Mezzolombardo, proprietaria
della macchina, che ha messo a disposizione anche una trattrice reversibile per poter meglio eseguire il
trattamento (foto a pagina 21).
- Velocità di avanzamento: 9-10 km/h
- Velocità di rotazione: da 250 a 320
giri/min
- Stadio fenologico al momento dell’intervento meccanico: piena fioritura.
Il testimone a confronto è rappresentato dall’assenza di ogni tipo di
intervento diradante, sia chimico che
manuale.A Vervò è stata inserita anche una tesi classica del biologico,
vale a dire il doppio trattamento a
base di polisolfuro di calcio in piena
fioritura.
Rilievi sugli alberi in prova:
• Allegagione: frutti allegati (%) /
mazzetti a fiore
• Rilievi quanti-qualitativi:
• numero frutti per albero;
• di ogni frutto è stato misurato:
- diametro (mm),
- peso (g),
- colore di fondo,
- % estensione sovracolore rosso
o faccetta,
- forma (altezza/diametro).
• Misura della sezione del tronco degli alberi alla raccolta (cm2).
• Ritorno a fiore, da eseguire nella
primavera 2008: gemme a fiore /
(gemme a fiore + gemme a legno).
• Schema adottato: blocchi randomizzati.
• Analisi statistica:ANOVA e test di
Duncan.
L’analisi economica del valore della
produzione per ettaro si riferisce al
mercato del convenzionale, con i
prezzi applicati da una cooperativa
di fondovalle per Red Chief di Maso
delle Part e da Melinda per la prova
su Fuji in Val di Non. In entrambe le
prove la retribuzione è calcolata a
partire dalla qualità mercantile alla
raccolta misurata in calibratrice su
tutti i frutti delle piante in prova.
Parallelamente sono state eseguite
delle dimostrazioni di campo dalla
Ditta AGRI.COM Service presso altri privati, su Golden, Red Chief, Fuji in altre zone, a Mezzocorona, a
Mollaro e a Vervò. Relativamente a
queste prove, che sono peraltro risultate di notevole interesse, non sono stati fatti rilievi quali-quantitativi
alla raccolta, in quanto è stato eseguito un intervento di diradamento
a mano di rifinitura e quindi la qualità alla raccolta sarebbe risultata
“falsata”. Gli stessi frutteti verranno
comunque seguiti nella primavera
2008 per quanto riguarda la messa a
fiore, un obiettivo molto importante
ed indipendente dall’operazione di
diradamento a mano eseguito.
Risultati
È apparso da subito evidente che la
forma di allevamento e la potatura
rivestono un importanza fondamentale nel permettere alla macchina di
esplicare la sua azione di diradamento dei fiori su tutto lo spessore
del filare in modo omogeneo. E’ da
notare che i frutteti scelti per la prova non erano stati preventivamente
adattati allo scopo con una potatura
mirata ad eliminare i rami troppo ingombranti, specie nella direzione
dell’interfilare.
In particolare, mentre il frutteto di
Red Chief, varietà spur a basso accrescimento, si presentava abbastanza idoneo come forma degli alberi,
quello di Romagnano era inadeguato per l’altezza, superiore ai 4,5 metri, che non permetteva alla macchina di raggiungere la zona della pianta dove maggiormente era necessa-
23
MECCANIZZAZIONE
rio ridurre il numero di fiori. Il frutteto di Vervò aveva pure caratteristiche poco idonee, legate al notevole
spessore della parete, con rami di
base di oltre 1,5 metri di lunghezza
che entravano nell’interfilare ostacolando l’azione della macchina. Di
fatto i rilievi di allegagione, di qualità e quantità delle produzioni sono
proseguiti solo sui frutteti di Vervò e
di Maso delle Part, mentre è stato
abbandonata la prova nell’azienda
di Romagnano.
Non si sono visti danni preoccupanti
sulla vegetazione. Per qualche giorno
gli alberi hanno segnato un leggero
shock in seguito all’azione meccanica, ma a distanza di 1-2 settimane il
recupero è stato pressoché totale.
L’azione diradante c’è stata, sia su
Red Chief che su Fuji (Fig. 2 e 3),
nonostante la parete fruttifera non
fosse ideale all’azione della macchina. Si è notata la tendenza ad elimi-
24
nare maggiormente fiori dalla periferia dell’albero, lasciando a volte
gruppi di frutti nella parte più interna, più difficile da raggiungere. Nonostante questi limiti gli effetti di una
riduzione significativa dell’allegagione e del numero di mele per albero è apparso evidente, sia sulla dimensione, che sul colore dei frutti alla raccolta. In nessun caso, sia nelle
2 prove su cui sono stati eseguiti i rilievi, che in quelle dimostrative, si è
osservato un sovradiradamento dei
frutti. Nella prova su Fuji a Vervò è
interessante notare che, a parità di
numero di frutti nella tesi trattata
con polisolfuro, la qualità in termini
di pezzatura e di sovracolore rosso è
risultata significativamente migliore
con il diradamento meccanico. Nel
caso di Red Chief, la rotazione maggiore delle fruste della Darwin, a 280
rpm non ha migliorato l’azione diradante rispetto a 256 rpm. La forte
variabilità di fioritura in questo impianto ha fatto si che le differenze di
allegagione, seppur evidenti, non risultassero significative da un punto
di vista statistico. Se si prende in
considerazione la produzione commerciale, vale a dire quella con oltre
70 mm di diametro, dal testimone al
diradamento meccanico si è registrato un incremento del 27% in
Red Chief di Maso delle Part e del
26% in Fuji di Vervò. Sulla base delle quantità e dei prezzi liquidati in
funzione della qualità nel convenzionale la tesi diradata meccanicamente ha fatto registrare un incremento di PLV pari a 1500 euro rispetto al testimone, per Red Chief e
di 3000 euro per Fuji, mentre la tesi
trattata col polisolfuro, il cui calo di
produzione non si è tradotto di fatto
in un miglioramento significativo
della qualità, ha addirittura ridotto il
ricavo in Fuji (Tab. 1). Le notevoli
differenze di PLV tra le due cultivar
sono in buona parte dovute alla diversa provenienza, fondovalle e collina, poiché quest’ultima retribuisce
anche le produzioni con diametro
compreso tra 65 e 70 mm. Un aspetto di fondamentale importanza, su
cui non ci si può per ora esprimere, è
la messa a fiore nell’anno successivo
all’intervento.
Tab. 1 valore della produzione/ha
Tesi
Red Chief
Testimone
€ 6.852
--2x polisolfuro
dirado mecc.
€ 8.369
Fuji
€ 25.267
€ 20.071
€ 28.278
Potenziali sviluppi e applicazioni future nell’agricoltura biologica e in quella
convenzionale del “dopo carbaryl”.
Le prove condotte si riferiscono solo
ad un anno per cui i risultati sono ovviamente parziali, ma allineati con le
più recenti sperimentazioni in Europa. Per la frutticoltura biologica la
tecnica del D.M. si propone senz’altro
Perito Agrario 1/2008
MECCANIZZAZIONE
Fig. 2 Prova di diradamento su Red Chief a Mezzolombardo, val d’Adige
200
ns
P=0.010
P=0.055
P=0.001
A
180
AB
160
B
140
A
120
A
100
A
A
B
80
B
carica ottimale
60
40
A
20
0
B
B
Allegagione (%)
Kg/Pianta
Numero Frutti
Peso Medio Frutto (g)
TESTIMONE
110
16.5
120
143
DIRADAMENTO MECCANICO a 257rpm
88
11.5
69
175
DIRADAMENTO MECCANICO a 280rpm
84
12.9
80
166
Fig. 3 Prova di diradamento su Fuji a Vervo, val di Non
200
P<0.01
P<0.01
P<0.01
P<0.01
180
P<0.01
A
B
AB
160
B
140
120
B
100
A
carica ottimale
80
A
A
B
B
B
B
60
40
A
B
20
0
TESTIMONE
2 x polisolfuro
DIRADO MECCANICO 320 rpm
Allegagione (%)
74
67
56
B
Kg/Pianta
25.0
16.0
18.0
come valida alternativa o integrazione
del classico polisolfuro di calcio, che è
oggi ammesso dal biologico ma ha tra
l’altro un futuro molto incerto. Ovviamente, oltre che per l’efficacia, questa
tecnica si distingue per la totale assenza dell’intervento chimico.
Diversa è la situazione della frutticoltura convenzionale, che fino ad
oggi ha goduto di una gamma di fitoregolatori molto ampia. Dal 2009
però dovrà affrontare la soppressione del principio attivo cardine del
diradamento chimico, carbaryl, e
questo aprirà delle potenzialità notevoli per il D.M. che ha tutti i numeri per diventare la migliore soluzione per cultivar alternanti e quasi
insensibili ai p.a. diradanti, come Fuji e Red Delicious. Per le altre cultivar come Golden, Gala e Pink Lady,
che anche senza carbaryl possono
Perito Agrario 1/2008
Numero Frutti
173
102
98
Peso Medio Frutto (g)
145
157
183
Sovraccolore (%)
72
70
82
essere diradate discretamente con
NAD, NAA e benziladenina, un
obiettivo della ricerca nei prossimi
anni è di cercare un’integrazione tra
il mezzo meccanico e quello chimico: quest’ultimo andrà posizionato
in postfioritura, quando ormai l’azione del diradamento meccanico è
ben definibile.
In prospettiva va probabilmente rimodellata la forma di allevamento:
è prevedibile lo sviluppo di forme
ibride tra spindel e palmetta, a 2 o
più assi, per adattare il frutteto al dirado meccanico, il cui successo è legato ad un’esecuzione il più possibile in prossimità del filare. Infatti se
la macchina, le cui fruste sono lunghe appena 60 cm e devono raggiungere la parte più interna dell’albero,
viaggia troppo lontano dal filare, per
esempio ad un metro di distanza dal
fusto dell’albero, si eliminano col dirado meccanico solo i fiori esterni,
vale a dire quelli potenzialmente
preferibili perché meglio esposti. Sono allo studio dell’Unità Frutticoltura di IASMA gli eventuali ulteriori
vantaggi agronomici ed economici
che questo tipo di allevamento potrebbe comportare.
Un aspetto del diradamento meccanico che desta qualche preoccupazione è
l’alta velocità d’avanzamento, vicina ai
10 km/h, necessaria per evitare di danneggiare la vegetazione e di concentrare l’azione diradante sulla periferia
della pianta, come era risultato nelle
precedenti prove di Laimburg (M.
Strimmer et al., 1997). A questo proposito sarà interessante, nei prossimi
anni, verificare l’efficacia della macchina dimezzando sia la velocità che il
numero di fruste, per rendere la pratica più adatta alla realtà frutticola provinciale. L’Unità Fru ha provveduto
ad acquistare una Darwin 250, completa di traslatore per effettuare prove
in diverse situazioni colturali e adattarsi alle condizioni non sempre perfettamente idonee delle valli trentine.
Nota: le prove di diradamento meccanico sono state realizzate grazie
alla convenzione tra P.A.T. e IASMA nell’ottica di un programma di
iniziative volte alla valorizzazione
dei prodotti biologici (L.P.4/2003 art
47 comma 1).
Bibliografia
• M. Strimmer et al. Neue Auduennungsmethoden im biologischen Apfelbau.
Erwerbsostbau 39, 130-136 (1997).
• F. P.Weibel et al. 2006. Fruit thinning in
organic apple growing with optimised timing and combination strategies including (new) natural spray products and
mechanical rope-devices (Proceedings of
the 12th International Conference on Cultivation Technique and Phytopatological
Problems in Organic Fruit-Growing,
Weinsberg/Germany, Jan 31-feb 2 2006,
page 183-197).
25
OSCAR ALLA CARRIERA
Professioni intellettuali ed il futuro
professionale del Perito Agrario
e del Perito Agrario Laureato
di Raffaello Biagiotti
l giorno 20 febbraio 2008, presso il
Palace Hotel Due Ponti in Siena, si è
tenuto un convegno promosso ed
organizzato dal Collegio Professionale
dei Periti Agrari e dei Periti Agrari
Laureati della provincia di Siena, per
discutere sul tema quanto mai attuale
riguardante la riforma delle professioni intellettuali e quindi tra queste quelle del Perito Agrario e del Perito Agrario Laureato.
Al convegno promosso ed organizzato dal Collegio hanno partecipato al
tavolo dei relatori: il Presidente Provinciale Per. Agr. Raffaello Biagiotti,
anche in veste di moderatore; il Presidente del C.N.P.A. Per .Agr. Andrea
Bottaro, l’ex presidente provinciale
Per. Agr. Ottorino Barnini ed il Dott.
Paolo Bucelli quale dirigente dell’Assessorato all’ Agricoltura dell’ Amministrazione Prov.le di Siena.
In concordanza a quanto stabilito in
sede consiliare sono stati affrontati i
vari temi che riguardano il futuro della
categoria.
Il moderatore ha iniziato la sua esposizione rinverdendo ai partecipanti
quelli che sono stati i momenti storici
della professione partendo dalla fondazione ovvero dal R.D.n° 2365 del 25
novembre 1929 quale atto istitutivo
della figura professionale del Perito
Agrario, seguita dalla Legge 434/68 e
dalla Legge 54/91 che rivoluzionava
l’accesso alla professione introducendo il tirocinio obbligatorio ed il succes-
I
26
sivo esame di stato; finanche al D.M. 4
agosto 2000 il quale introduceva per la
prima volta la laurea quale opportunità d’accesso.
Egli ha evidenziato come il quadro
normativo sopra rammentato andava
collegato ai radicali cambiamenti sociali e politici che si sono avuti nel corso dei lustri, nei quali il nostro Paese è
passato, da una economia prevalentemente agricola di autosufficienza, a
quella industriale caratteristica del
vorticoso sviluppo economico degli
anni ’60, a quella attuale del terziario
ed ai quali la figura professionale del
Perito Agrario più di altre ha fatto fatica ad adattarsi ma, a suo dire, con
una prospettiva di moderata crescita
in Toscana.
Dopo la doverosa premessa il Presidente R. Biagiotti ha ceduto la parola
al Presidente del C.N.P.A. Andrea
Bottaro il quale, dopo i saluti di rito,
ha affrontato con appropriatezza e
misura l’argomento del convegno.
Egli ha dapprima esposto quanto
svolto a livello di Consiglio Nazionale
per far raggiungere alla categoria
quella doverosa visibilità, sia a livello
locale sia nazionale, che gli compete;
continuando poi nell’ esposizione del
progetto, ormai molto avanzato, della
fusione degli albi tecnici ovvero: Periti Agrari, Periti Industriali e Geometri
in un unico grande albo formato da
circa 180.000 iscritti che tanto hanno
dato alla Nazione.
Il relatore ha evidenziato che tale progetto non è giunto al compimento non
tanto per la cattiva volontà delle parti,
anzi collaborative tra loro e con gli Enti competenti,ma soprattutto per la in-
Barnini, Biagiotti, Bottaro, Buccelli
Perito Agrario 1/2008
OSCAR ALLA CARRIERA
stabilità politico-governativa che ha
caratterizzato questo primo scorcio del
nuovo secolo auspicando che le elezioni politiche ormai prossime possano
portare un’inversione di tendenza e
quindi che il tentennamento che ha
nociuto al progetto non si ripeta.
Tutto quanto sopra è servito anche per
raffigurare un’ altro aspetto che oggi
ha assunto per volontà del C.N.P.A. ed
in osservanza al mutato quadro legislativo, una rilevanza tra gli iscritti:la
formazione continua obbligatoria,
quale strumento per una sempre maggiore qualificazione professionale da
spendere sull’oggigiorno mutato mercato dei servizi professionali.
Dopo aver esposto aspetti positivi per
la Categoria è giunta un'amara riflessione in merito a quanto interessa il
mondo della scuola ed in particolare
degli Istituti Agrari.
Queste scuole, di cui alcune gloriose,
che tanto hanno contribuito all'ottima preparazione di valenti tecnici che
con il loro lavoro hanno onorato l’istituzione scolastica ed il Paese intero, oggi sono soggette ad uno snaturamento ed alla diminuzione della loro
valenza, preparando talora dei giovani che non possiedono i saperi, sia
teorici che pratici, che da sempre caratterizzano il Perito Agrario.
Il Presidente Andrea Bottaro ha quindi esortato i presenti a sensibilizzare i
giovani, soprattutto coloro che frequentano l’ultimo anno d'Istituto
Agrario,a valutare con serenità le possibilità di lavoro e affermazione sociale
offerte dalla iscrizione, previa la valutazione delle condizioni di accesso,all’albo dei Periti Agrari e Periti Agrari
Laureati. A questo punto dell’intervento si è aperta una discussione con i
presenti su quale fosse la migliore modalità per l’accesso all’Albo; qui il Presidente Andrea Bottaro ha evidenziato
che tutte le condizioni d'accesso hanno lo stesso valore legale ma che tra
tutte quella più usuale e forse la più
formativa al fine dell’ esercizio della
professione è il biennio di tirocinio
Perito Agrario 1/2008
presso lo Studio di un libero professionista, in questo il pensiero del relatore
era fortemente condiviso dalla platea.
Seguiva un breve intervento del Presidente Raffaello Biagiotti, il quale
alla soglia del cinquantesimo anniversario di professione, esprimeva
pieno apprezzamento per quest’ultima formula ha portato la sua esperienza sulle annuali visite divulgative fatte presso i vicini Istituti Agrari
ove il suo messaggio ai giovani diplomandi è incardinato sul pensiero che
essi potranno, se temperanti, avere
una vita professionale completa,
spesso a contatto con la Natura e
dalla quale poter avere ben ripagato
il proprio lavoro.
Prima di concludere il proprio intervento Andrea Bottaro ha tratteggiato le prospettive della professione, positive per la categoria, che stanno maturando in questi anni legate soprattutto da un allargamento ad est dell'Ue ed anche in alcuni Paesi del Mediterraneo. In questo egli ha esortato
la platea ad una maggiore attenzione,
di quella avuta fino ad oggi, verso tali
opportunità lavorative e comunque a
saperle cogliere anche se lontane dalla propria casa.
Dopo quest'esaustivo intervento il
moderatore ha introdotto il secondo
relatore: Dott. Paolo Bucelli, dirigente
dell’ Assessorato Agricoltura dell’Amministrazione Provinciale di Siena.
Il suo intervento si è articolato su due
aspetti, il primo nel quale ha evidenziato il proficuo e collaborativo rapporto con il locale Collegio il secondo
ove ha tratteggiato alcuni aspetti che
andranno a caratterizzare il nuovo e
lungamente atteso P.S.R. Toscana, in
particolare le misure che interessano i
tecnici agricoli ed il fatto che al Piano
regionale farà seguito un Piano locale
per meglio accogliere le richieste del
territorio.
Dopo questi pregiati interventi si è
giunti al momento più commovente
della mattinata allorquando il Presidente del C.N.P.A.Andrea Bottaro, in
nome e per conto del Collegio Provinciale, ha consegnato una targa ricordo all’ex Presidente Ottorino Barnini per la indefessa opera a favore
della categoria professionale, nell’occasione su proposta del locale consiglio gli è stata conferita la presidenza
onoraria del Collegio stesso.
A seguire Raffaello Biagiotti quale
presidente del locale Collegio ha voluto omaggiare il Presidente Andrea
Bottaro di una targa ricordo per la
sua partecipazione in quel di Siena e
dopo aver esteso il ringraziamento
della propria presenza ai colleghi
convenuti li ha esortati ad una maggiore partecipazione all’attività del
Collegio invitandoli, non prima di
aver fatto un ringraziamento particolare a coloro che hanno reso possibile il convegno, al piccolo convivio
d’occasione.
27
PARTENARIATO ATTIVO
L’Italia partner nella riqualificazione
dell’agricoltura in Romania
di Gabriella Rossi*
l quadro di riassetto e di rilancio
dell’agricoltura romena non può
che interessare l’Italia e la classe
imprenditoriale agricola affacciatasi
su questa realtà da alcuni anni, anche con l’importante contributo di
Unimpresa Romania (la più vasta
organizzazione delle imprese italiane
operanti nel paese, che fa riferimento a Confagricoltura, Confindustria
e Confesercenti).
L’Italia è il più importante interlocutore commerciale della Romania,
con un interscambio di oltre 10,5 miliardi di euro nel 2006 (triplo rispetto
all’India e doppio rispetto alla Cina). Recenti dati ISTAT, segnalano,
nel 2006, un saldo import-export tra
Italia e Romania di +18.445.246 euro. Questa tendenza è confermata
nei primi sette mesi del 2007 anche
se in maniera più contenuta.
Per quanto riguarda il settore agroindustiale, l’Italia risulta essere il
quarto fornitore di prodotti agroalimentari della Romania. I principali
prodotti italiani importati in Romania comprendono le carni, prodotti
ortofrutticoli, vini, oli, prodotti dolciari ed il caffè. La Romania esporta
in Italia soprattutto tabacco, animali
vivi,ortaggi e cereali.
L’agro-industria romena è un settore
suscettibile di positivi sviluppi nel
breve - medio termine ma sta attraversando, da oltre dieci anni, un periodo di crisi, dovuto soprattutto all’obsolescenza delle attrezzature e
all’arretratezza delle tecniche che
impediscono di soddisfare la do-
I
28
manda interna, costringendo la Romania ad importare prodotti agroalimentari.
Nonostante l’enorme potenziale produttivo dei terreni, ricchi di humus,
la carenza di adeguati volumi di capitale rende difficili gli ammodernamenti strumentali e strutturali di cui
necessitano le aziende del settore. La
modernizzazione delle filiere è l’esigenza prioritaria per l’espansione
dell’economia agricola della Romania, Paese in cui il contributo dell’agricoltura alla formazione del prodotto interno lordo (PIL) è stato pari al 7,5% nel 2006 (comparto meno
produttivo). Nonostante la tendenza
verso la crescita economica registrata
negli ultimi anni, l’espansione delle
attività commerciali in tale settore è
condizionata dal basso potere d’acquisto dei consumatori romeni.
Peraltro, allo sviluppo del settore
agro-zootecnico e dell’industria alimentare romena è destinata una
grossa fetta dei fondi strutturali: il
budget destinato, per il periodo
2007-2013, ammonta a circa 31 mld
di euro, di cui circa 12 mld destinati
all’agricoltura.
L’Ambasciata d’Italia a Bucarest, in
collaborazione con Unimpresa Ro-
Perito Agrario 1/2008
PARTENARIATO ATTIVO
mania e l’Ufficio ICE (Istituto per
il Commercio con l’Estero) di Bucarest ha organizzato, in occasione della visita in Romania del Ministro
delle Politiche Agricole, Alimentari
e Forestali, Paolo De Castro, un Business Forum sulle opportunità offerte dal settore agro-alimentare in
Romania. Il Forum ha visto la partecipazione delle principali aziende
del settore già operanti nel paese
(l’Italia è il primo investitore estero
nel settore agro-alimentare) e specialmente di molte importanti aziende che intendono affacciarsi sul mercato romeno. L’iniziativa ha consentito di definire, insieme alle competenti autorità governative romene, i
settori d’intervento più promettenti
(dalle colture di qualità all’agricoltura biologica, dalla filiera della
bioenergia al trattamento e conservazione degli alimenti), nei quali si
potrà beneficiare di notevoli finanziamenti dell’Unione Europea. Il
Ministro De Castro, Primo Ministro
delle Politiche Agricole Europeo a
visitare la Romania dopo l'ingresso
nell'Unione Europea, ha ricordato
che oltre 300.000 ettari di terreni sono di proprietà di imprenditori italiani, tali superfici sono destinate soprattutto a colture di cereali, riso,
fragole: “siamo al primo posto per il
numero di aziende straniere costituite negli ultimi 15 anni ed al quinto
posto per capitale investito in questo Paese”. Delle circa 20.000 imprese a capitale italiano in Romania, oltre 1.000 svolgono attività nel campo agricolo e diverse centinaia nell'industria agro-alimentare.
La superficie agricola della Romania è stata stimata nel 2005 pari a
14.741,2 migliaia di ettari, di cui
9.420,2 destinato a superficie arabile
(64% circa).
Nel passato la maggior parte dei terreni arabili era posseduta, gestita ed
amministrata dallo Stato attraverso
aziende di pubblica proprietà e cooperative, che costituivano unità
Perito Agrario 1/2008
Destinazione d’uso della superficie agricola (2005)
3,00%
Superficie arabile
Pascoli
Fienaie
Vigneti e frutteti
10,30%
22,80%
63,90%
La superficie agricola
della Romania è stata
stimata nel 2005 pari a
14.741,2 migliaia di ettari, di cui 9.420,2 destinato a superficie arabile (64% circa).
Fonte: INSSE- Istituto
Nazionale di Statistica
Romeno
soggette a rigidi controlli di tipo gerarchico. Il processo di privatizzazione, avviato dal Governo di Bucarest
nella metà degli anni novanta, ha
comportato un forte aumento del
numero di imprese sia del settore industriale, sia di quello agricolo. Attualmente, più del 90% del terreno
agricolo è stato privatizzato. La privatizzazione è stata praticata principalmente attraverso la restituzione
dei terreni ai vecchi proprietari, dando luogo ad un’agricoltura dominata
da piccole tenute. La frammentazione delle aziende agricole è pertanto
molto elevata. Secondo una dichiarazione del Presidente della Federazione Nazionale degli Agricoltori
Romeni, attualmente la Romania è
al secondo posto in Europa, dopo la
Francia, per quanto riguarda le superfici agricole disponibili. Il terreno agricolo Romeno rappresenta il
12,5 % del totale UE. Il costo dei
terreni agricoli si aggira intorno ai
1.500 – 2.000 euro ad ettaro ed è stimato un incremento dei prezzi al
2012 fino a 6.000 euro ad ettaro, in
linea con i prezzi UE. Tuttavia in alcune zone il prezzo di acquisto è già
arrivato a circa 4000 euro ad ettaro
variando in funzione della tipologia
(collinari o in pianura) e della loro
collocazione geografica nel Paese.
Su questi terreni sono possibili coltivazioni come le nostre quali cereali (grano duro, tenero,orzo,mais ecc.)
barbabietola da zucchero, soia, colza, girasole, ortaggi, frutteti, vigneti
e allevamenti. Riguardo i cereali le
possibilità di coltivazione sono ottime anche grazie al clima particolarmente favorevole.
In Romania attualmente prevale
una struttura agricola bipolare caratterizzata da una parte da estese
aziende agricole che prendono il posto del settore statale, dall’altra da
piccole unità agricole di sussistenza a
conduzione familiare o aziende agricole familiari di semi-sussistenza.
Secondo il “Rapporto Mondiale sullo Sviluppo 2008: Agricoltura per lo
Sviluppo” della Banca Mondiale, le
attività agricole generano meno del
40% dei redditi degli abitanti delle
zone rurali; le piccole unità potrebbero diventare attività di successo
attraverso l’adesione ad un’organizzazione di produttori mentre altre,
numerose, “dovranno operare cambiamenti fondamentali nell’orienta-
29
Grano
Mais e sorgo
Orzo
Girasole
Soia
Colza
Barbabietola da zucchero
Specie
Grano
Mais e sorgo
Orzo
Girasole
Soia
Colza
Barbabietola da zucchero
Superficie
agricola totale 2006
(migliaia di ettari)
Superf icie
agricola totale 2007
(migliaia di ettari)
2012,6
2520,3
331,6
991,06
192,6
110,1
39,9
1946,0
2119,4 *
364,6
831,4 *
113,7 *
348,8 *
25,0 *
Produzione totale 2006 Produzione totale 2007
(migliaia di tonnellate)
(migliaia di tonnellate)
5526,2
8984,7
772,9
1526,2
340,7
175,1
1125,9
3005,5
3687, 9 *
503,7
521,5 *
123,3 *
348,2 *
725,0 *
* stimato
Specie
* stimato
PARTENARIATO ATTIVO
mento occupazionale
o nel modo di trasferire la proprietà”.
In un comunicato
stampa su questo tema, si precisa che l'impiego della forza lavoro nell'agricoltura si
mantiene ad un livello
più alto (32%) in Romania, rispetto agli altri stati nuovi membri
dell'Unione Europea,
dove, mediamente, il
totale della manodopera impiegata nell'agricoltura è sceso al di
sotto del 20% della
popolazione.
Le zone più produttive
sono concentrate a est
e nord-est e a sud e
sud-est e la produzione agricola è basata
soprattutto sulla cerealicoltura (tra cui
prevalgono frumento e
mais) che occupa gran
parte della superficie
30
coltivata. Tra le altre colture: patate,
ortaggi e frutta (soprattutto prugne,
dalla cui distillazione si ricava il liquore nazionale, la zuica).
Per quanto riguarda la produzione
di cereali da granella e di alcune
piante da industria, i dati forniti dal
MADR (Ministero per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale Romeno) e
riferiti al 2006 e al 2007, sono riportati nella tabella sottostante.
Nel settore orto-frutticolo, la Romania ha una produzione annuale di
circa 4.900.000 tonnellate di materie
prime di cui il 45% di legumi e ortaggi, il 15% di uva e il 40% di frutta.
La quota destinata alla trasformazione rappresenta circa l’11% della
produzione ortofrutticola totale.
La capacità di lavorazione della frutta e degli ortaggi destinati alla commercializzazione sotto forma di succhi e nettari naturali è molto importante ai fini della realizzazione di un
investimento competitivo.
Per garantire ai nuovi impianti una
ottimale capacità di lavorazione, si
stima che la dimensione minima
debba coprire la lavorazione di almeno 100 tonnellate/anno mentre
per l’ammodernamento di quelli esistenti debba essere pari ad almeno
500 tonnellate/anno.
Nell’ambito del settore dei trasformati, l’industria delle bevande rinfrescanti in Romania è uno dei rami
più dinamici (il consumo è aumentato negli ultimi 10 anni del 300%).
Le bevande non carbogassate sono
bevande con aromi di frutta ed un
contenuto variabile di succhi di frutta. Le bevande contenenti fino al
25% succo di frutta sono bevande a
prezzi contenuti, non carbogassate
(still drinks); quelle con contenuto di
succo di frutta tra il 25 ed il 99% sono nettari, e quelle con contenuto
del 100% di succo di frutta (senza altre aggiunte del tipo aromi dolcificanti, coloranti, conservanti) sono
succhi. È in rapida crescita la quota
delle bevande non carbogassate con
Perito Agrario 1/2008
PARTENARIATO ATTIVO
contenuto limitato di succo di frutta
(fino al 12%) anche se negli ultimi 3
anni si è evidenziata la tendenza all’aumento del consumo dei succhi e
nettari. Incoraggiati dall’interesse
crescente degli acquirenti per tale tipo di bevande, i produttori nazionali ed internazionali stanno intensificando la loro attività sul mercato romeno.
Agricoltura biologica
I produttori romeni di orto-frutta
biologica non sono soddisfatti dalle
infrastrutture del commercio autoctono. Il poco sviluppato mercato romeno dei prodotti biologici fa sì che
gli agricoltori "verdi" esportino la
maggior parte dei loro prodotti,
nonostante gli alti costi di trasporto.
L'agricoltura biologica non è molto
diffusa come è indicato da statistiche recenti. La superficie di terreno
coltivata in Romania con sistemi
ecologici rappresenta meno dell'1%
della superficie agricola totale mentre a livello UE, la superficie dedicata all'agricoltura biologica è pari
a circa 3,7% della superficie agricola totale.
I prodotti bio romeni cominciano ad
essere richiesti in Germania, Svizzera, Italia, Grecia e Francia che importano formaggi, caciocavallo, miele, piante oleaginose e proteiche dalla Romania.
Dopo l'adesione della Romania all'UE le cose stanno migliorando:
vengono erogati sussidi per le coltivazioni ecologiche, le tasse per il trasporto sono più contenute. Però, lo
sbocco principale dei prodotti biologici continua ad essere l'esportazione, perchè il basso reddito della popolazione non permette la scelta dei
prodotti bio, considerevolmente più
cari (+30%) di quelli convenzionali.
Secondo il MADR, per il 2007 si stima un aumento della superficie coltivata con sistemi biologici fino a
Perito Agrario 1/2008
200.000 ettari con prospettive di crescita a 754.000 ha nel 2013.
“Il rapporto tra l’Italia e la Romania
nel settore agricolo è un dato di fatto.
I segnali che arrivano dalla Bilancia
commerciale ci convincono sempre
più dell’opportunità di consolidare la
nostra presenza in Romania e di incrementare l’attività rivolta alla internazionalizzazione delle imprese”.
Lo ha detto il Direttore Generale di
Confagricoltura, Vito Bianco, a conclusione del convegno “La filiera
agroalimentare nello sviluppo dell’agricoltura in Romania”, organizzata
da Unimpresa Romania, alla fiera Indagra, a Bucarest (Novembre 2007).
“Il Paese ha enormi potenzialità agricole – ha detto Bianco - in cui noi per
primi crediamo. Non a caso già operano in Romania, con successo, tanti
imprenditori italiani che hanno saputo trasferire e mettere a frutto il
know how, le capacità tecniche ed organizzative che caratterizzano le nostre aziende e le nostre produzioni”.
La PAC, da quest’anno, fornirà il suo
supporto che, da qui al 2013, significherà 8 miliardi di euro per lo sviluppo rurale (una cifra praticamente
analoga a quella a disposizione dell’Italia; cui si affiancano altri 3 miliardi circa di cofinanziamento nazionale) e 4,3 miliardi di euro per i
pagamenti diretti (disponibili solo
gradatamente).
Pagamenti diretti*
Sviluppo rurale**
Totale
Miliardi di euro
4,273
8,022
12,295
* assegnazioni per i periodi 2008-2013
** a questa somma si aggiunge il cofinanziamento nazionale per ulteriori 3 miliardi di euro nel periodo 2007-2013
Secondo quanto dichiarato dal Dr.
Bogdan Alecu (Consigliere della D.G.
Sviluppo rurale, MADR) al recente
workshop sull’internazionalizzazione
con un focus su Serbia e Romania, tenutosi a Verona in occasione della ma-
31
PARTENARIATO ATTIVO
nifestazione Fieragricola (febbraio
2008), i fondi totali per lo sviluppo rurale sono distribuiti su quattro assi:
45% per il miglioramento della competitività nei settori agricoli e silvicoltura; 25 % alla gestione dei terreni
agricoli ed alla protezione dell’ambiente; 27,5% alla diversificazione delle attività economiche; 2,5% circa verrà finanziato dal programma Leader.
San Paolo IMI, che ha anche istituito
speciali servizi per gli imprenditori.
“La delocalizzazione è il passato”,
sostiene Enrico Pollo, Presidente
dell'Associazione Imprenditori Italiani operanti in Romania (AIIR).
“Oggi si deve puntare sull'internazionalizzazione: la fase della delocalizzazione, intesa nel senso di chiudere le fabbriche in Italia per aprirle
È da segnalare che molte grosse imprese italiane ed estere del settore,
sono presenti da tempo in Romania,garantendo così una supply
chain che va dal produttore di sementi fino al distributore,di modo
che la vendita del prodotto sia assicurata in Romania che nei Paesi
UE. Si cita, ad esempio, la Riso
Scotti, presente con quattro societàsettore coltivazione e trasformazione
del riso.
Le piccole medie imprese possono
avere un effetto traino e possono
aprire la strada alle grandi imprese.
Le società italiane presenti sul mercato romeno possono godere di una
massiccia assistenza fiscale e bancaria. Sono infatti numerose le istituzioni bancarie italiane che hanno
aperto negli ultimi anni loro uffici in
Romania, o che hanno trovato accordi con realtà locali. Tra queste,
in Romania, ha dato i suoi frutti negli anni '90, in un periodo storico
ben preciso”. Oggi bisogna puntare
su altre mosse: per esempio, “rendere più competitive le proprie aziende
andando a commercializzare sul
mercato locale ma lasciando la propria base in Italia”.
“C'è molto spazio ancora in Romania per le ditte italiane – prosegue
Pollo – ma bisogna vedere in che
modo ci si vuole muovere. I campi
dell'agricoltura, della meccanica, dei
servizi, offrono ampie chance ai nostri imprenditori”.
Secondo il Dr. Marco Oletti, responsabile del settore agricolo Unimpresa Romania, intervenuto in occasione della manifestazione Fieragricola di Verona, accanto ai vantaggi finora esposti (estensione e fertilità
dei terreni, costi ancora contenuti
degli stessi e della manodopera, dis-
32
ponibilità di fondi strutturali di post
adesione della Romania alla UE),
esistono dei problemi non ancora risolti che ostacolano la potenzialità
di sviluppo del settore agro-industriale romeno che vanno dalle disposizioni legislative che non favoriscono l’accorpamento delle proprietà terriere, al carente sistema di gestione delle acque, alla formazione
del personale in linea con l’utilizzazione delle nuove tecnologie, alla
mancanza di Borse Merci dedicate
ai prodotti agricoli.
Nonostante l’esistenza di tali problematiche, di cui è auspicabile al
più presto una risoluzione positiva,
Confagricoltura, con l’aiuto del Ministero del Commercio Internazionale, con cui ha siglato il primo accordo di settore, ha già sviluppato
iniziative concrete in Romania, dove è presente con 100 imprese importanti che investono in 100mila ettari e che aderiscono a Unimpresa
Romania; sta inoltre elaborando tre
ulteriori iniziative, da realizzare nei
prossimi due anni, in collaborazione
con l’ICE ed in particolare: uno
sportello informativo per le imprese
che serva ad orientare nelle attività
di internazionalizzazione; missioni
imprenditoriali di settore; eventi
promozionali del Made in Italy
agroalimentare. In Romania, Confagricoltura ha sviluppato importanti
partnership istituzionali: con i Ministeri delle Attività Produttive e delle
Politiche Agricole, con l'Ice e la società Buonitalia, con Fundatia Sistema Italia Romania e con Unimpresa
Romania.
Secondo Giandomenico Consalvo,
Presidente di Confagri Consult, la
società dedicata all’attività di internazionalizzazione costituita da Confagricoltura, è riconfermata l’importanza di concretizzare sinergie tra le
istituzioni pubbliche e le imprese in
un Paese, la Romania, che offre interessanti opportunità di mercato e
di investimenti.
Perito Agrario 1/2008
ENERGIA
Agroenergie
e procedure autorizzative
di Angelo Orsini
l giorno 28
Febbraio 2008,
a cura dei
Collegi dei Periti
Agrari e dei Periti Agrari Laureati delle Province di Mantova e Cremona, si è svolta presso l’Università di Mantova, una tavola rotonda con argomento “ AGROENERGIE E PROCEDURE AUTORIZZATIVE “, L’Amministrazione
Provinciale di Mantova ha patrocinato l’iniziativa e il Consiglio Nazionale
ha presenziato all’incontro. Il Presidente del Collegio di Mantova Ottorino Bernardelli ha salutato tutti gli
insigni relatori che hanno accolto
l’invito e la numerosa platea di tecnici del settore presente alla tavola
rotonda. Sono stati ringraziati autorità, amici e colleghi sempre presenti e attenti alle problematiche della
categoria, in particolare l’Assessore
Provinciale all’Agricoltura di Mantova Dott. Maurizio Castelli e al Presidente della Agenzia A.G.I.R.E. di
Mantova Dott. Francesco Dugoni
hanno dato consistente contributo
all’organizzazione della tavola rotonda. Prosegue il Presidente Provinciale Ottorino Bernardelli commentando circa la gravosa situazione dell’agricoltura italiana, molti imprenditori faticano a conseguire utili accettabili, spesso devono ricorrere
al credito per andare avanti, mai come oggi necessitano indirizzi, linee
guida certe alla ricerca di nuove prospettive.
I
Perito Agrario 1/2008
Tra le possibilità che le imprese agricole hanno, vi è la produzione di
“agroenergie”, le bioenergie come:
il biodiesel, le biomasse, il bioetanolo, il biogas, ecc. . Tale strada, anche
se relativamente nuova, oggi è possibile praticarla nella consapevolezza
della “non facile applicazione” e che
ancora deve superare molte diffidenze.
Non è realistico pensare che ogni territorio agricolo italiano sia vocato per
l’offerta di servizi come “agriturismi,
fattorie didattiche, ecc.”, né che l’intera produzione nazionale di alimenti
possa essere destinata a mercati di
nicchia, ad alto valore aggiunto; “LE
AGROENERGIE – BIOENERGIE
non sono la soluzione – MA UNA
SOLUZIONE” .
Aprire la strada a nuove soluzioni
tecniche, a nuove idee per il comparto
agricolo è sempre stata la naturale vocazione della nostra categoria. Storicamente siamo stati motori di “innovazione” nell’agricoltura italiana, oggi
“ riaffermiamo” perentoriamente
questo ruolo, offrendo il nostro contributo per lo “sviluppo delle diverse
filiere bioenergetiche in Italia”.
Siamo convinti che l’agricoltura Italiana possa realmente diventare “multifunzionale” offrendo cibo, servizi ed
33
ENERGIA
energia, tutto nel massimo rispetto dell’ambiente.
Nessuno ha la pretesa
di sostenere che l’agricoltura possa risolvere
i problemi energetici
nazionali, passare da
ca. il 3% attuale ad un
10% auspicabile nel
prossimo futuro, di
energia prodotta da
“fonti rinnovabili”non
risolve la dipendenza
Italiana da produzione di energie in
modo convenzionale, ma potrebbe sicuramente contribuire a risollevare le
sorti dell’agricoltura Italiana.
Il “mondo delle agroenergie” chiede
regole certe, e quanto trattato nella
tavola rotonda ha la finalità di fornire
un contributo per quanti operano
tecnicamente e per quegli imprenditori agricoli che vogliono intraprendere la strada delle produzioni
“agroenergetiche”.
Il moderatore dell’incontro Dott.
Maurizio Castelli, Assessore Provinciale all’Agricoltura di Mantova, ha
disciplinato e organicamente introdotto relatori e argomenti trattati, dimostrando competenza e particolare
sensibilità per quanto attinente alla
produzione di “agroenergie”.
Il relatore Dott. Duroni Francesco
presidente dell’Agenzia A.G.I.R.E.,
ha esposto quanto attinente alle fonti
energetiche rinnovabili, con particolare riferimento al “sistema finanziario (banche e agevolazioni)”, al “mondo della ricerca (serve incentivare ricerca Italiana e sviluppo di tecnologie)”, al “sistema degli incentivi (il governo centrale deve guidare e disporre un chiaro e uniforme sistema incentivante)”, alle “procedure autorizzative ( maggiori e puntuali precisazioni su effluenti aziendali e regime
della normativa rifiuti)”.
Il relatore Dott. Galeazzi Gianpaolo,
Responsabile della Provincia di Mantova, Servizio Aria-Rumore-Rifiuti,
34
ha esposto aspetti del D.lgs. n° 387/03
e norme collegate, trattando il procedimento autorizzativo, punti di forza
e di debolezza, finanziaria 2008, razionalizzazione e semplificazione delle
procedure autorizzative ove necessarie e dove ricorre l’esenzione della autorizzazione integrata ambientale .
Gli autorevoli e numerosi relatori
dell’A.R.P.A. Lombardia,
della
A.S.L. di Mantova, della Unità Operativa Agricoltura Provincia di Mantova, hanno trattato tecnicamente argomentazioni inerenti l’iter autorizzativo e quanto di loro competenza e
diretto interesse, anche precisando il
loro ruolo di accertatori con riferimento alla sicurezza e prevenzione
infortuni, sicurezza impiantistica, prevenzione e tutela dell’ambiente e dei
cittadini nell’area di insediamento impianto per la produzione di energia.
Per il Comando Provinciale dei Vigili
del Fuoco di Mantova, l’Ing. Lambertini, ha trattato quanto di loro competenza sul progetto comunicando disponibilità di verifiche progettuali preventive per la sicurezza e prevenzione dell’impianto.
Il Dott. Boccasile Gabriele, Direzione Generale Regione Lombardia,
confermando l’importanza della tavola rotonda sulle agroenergie, ha
chiaramente sottolineato che la produzione di “biogas/biomasse” è “ attività agricola” a tutti gli effetti. La Regione Lombardia ritiene che l’imprenditore agricolo sia in prima linea
e direttamente interessato a queste nuove forme di agroenergia. Ulteriormente
sottolinea come l’agricoltura “è chiamata”
dalle “Direttive Europee” ad entrare e divenire attrice per la
produzione
delle
agroenergie.
Visto l’interesse e la
competenza dei relatori, il moderatore
dell’incontro Dott. Maurizio Castelli,
Assessore Provinciale all’Agricoltura
di Mantova, coinvolgendo la platea
ha stimolato interventi e dibattito con
il pubblico presente, che ha interagito
dimostrando l’interesse vivo agli argomenti trattati.
A conclusione dei lavori il C.N.P.A. ha
ringraziato i Collegi di Mantova e
Cremona per l’ottima organizzazione
e capacità di coinvolgimento di autorevoli e competenti relatori, infatti la
giornata di lavoro più che “tavola rotonda” è da considerarsi un vero e
proprio “convegno” sulle agroenergie
e procedure autorizzative. Si è fatto
presente come l’apporto della nostra
categoria professionale sia fondamentale per aiutare gli imprenditori
nel compiere un “passo così importante”, ma che rappresenta una delle
strade attualmente maggiormente sicure, per ottenere reddito da investimenti strutturali e impiantistici nel
settore delle agroenergie.
Come “documento conclusivo” si è
stabilito di proseguire e portare a frutto quanto emerso dalla giornata di lavoro a mezzo di iniziativa, quale “apposita formazione” per tecnici che
istruiscono pratiche autorizzative per
impianti agroenergetici, e stesura di
apposito “vademecum esplicativo”
con il contributo degli Enti/Autorità
Competenti, che a diverso titolo analizzano ai fini del rilascio autorizzativi,
la pratica progettuale collegata alla domanda autorizzativa.
Perito Agrario 1/2008
Consiglio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati
presso il Ministero della Giustizia
“Corso di formazione per giovani agricoltori”
Il Consiglio Nazionale dei Periti Agrari con il patrocinio e con il contributo del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali – Osservatorio per l’Imprenditoria Giovanile -, svolgerà nella Regione Lombardia un corso residenziale di formazione finalizzato all’inserimento lavorativo in agricoltura di
giovani laureati e diplomati.
Il corso sarà articolato in 170 ore e prevede lezioni a carattere residenziale, distribuite nell'arco di
circa cinque settimane, anche non consecutive, e stage aziendali. Il programma del corso riguarderà le
seguenti aree tematiche:
1) economia aziendale e marketing dei prodotti agricoli e agroalimentari;
2) diritto pubblico, diritto agrario e diritto comunitario;
3) normativa comunitaria, nazionale e regionale, con particolare riguardo alla qualità e sicurezza dei prodotti agroalimentari e all’associazionismo;
4) altri argomenti di attualità agricola con particolare riferimento alle forme di agricoltura ecocompatibile
e ai rapporti tra agricoltura e ambiente.
I programmi formativi saranno articolati in diversi livelli in ragione del percorso scolastico dei soggetti destinatari e sarà inserito nel programma un modulo di alfabetizzazione informatica.
Al termine del corso è prevista la verifica del livello raggiunto dai partecipanti cui verrà rilasciato
un attestato di frequenza ai sensi dell’art. 3, comma 5, della legge 441/98.
Saranno ammessi a partecipare al corso almeno 20 allievi (è ammessa la presenza aggiuntiva di
5 uditori) di età compresa tra i 18 e i 40 anni non ancora compiuti al momento del termine ultimo di presentazione della domanda, selezionati fra giovani laureati e/o diplomati.
Quale requisito soggettivo, si riconosceranno le seguenti priorità:
a) giovani agricoltori che si sono insediati da non più di due anni;
b) giovani che hanno presentato domanda per l'ottenimento di aiuti per il miglioramento delle strutture
aziendali;
c) giovani che hanno presentato domanda di premio di primo insediamento nell'ultimo biennio.
Analoghe priorità saranno riconosciute anche alle società di cui all’art. 2 della legge n. 441/98.
I requisiti sopraindicati, devono essere posseduti alla data di scadenza del termine utile per la
presentazione delle domande di ammissione, il difetto di un solo requisito ne comporterà l’esclusione.
Una Commissione provvederà a selezionare i candidati in possesso dei requisiti previsti dal bando. Detta selezione potrà avvenire anche, eventualmente, mediante espletamento di un colloquio teso a
verificare l’interesse e l’attitudine del candidato e verrà effettuata a Roma.
Alla domanda di ammissione gli aspiranti devono allegare una autocertificazione attestante:
1. il titolo di studio con la votazione riportata;
2. la cittadinanza italiana;
3. gli altri eventuali titoli posseduti;
4. le eventuali esperienze nel settore agricolo.
Prima dell’inizio del corso i candidati ammessi dovranno fornire la certificazione richiesta.
La mancata presentazione anche di un solo documento richiesto comporta l’esclusione dal corso; la domanda di ammissione al corso dovrà pervenire, entro il 30 agosto 2008, in busta chiusa recante all’esterno la dicitura “contiene domanda di ammissione al corso per l’imprenditoria giovanile”,
esclusivamente a mezzo raccomandata indirizzata al Collegio Nazionale dei Periti Agrari - Via Principe
Amedeo 23 – 00185 Roma Per eventuali informazioni e chiarimenti gli interessati potranno rivolgersi direttamente il lunedì ed
il martedì dalle ore 15 alle ore 17 allo 06/4819801.
Il Segretario
(Domenico di Biase)
Roma, 29 febbraio 2008
Il Presidente
(Andrea Bottaro)
NEWS
Convenzione
CNPA-L’informatore Agrario
Nell’ambito della Fieragricola di Verona è nato un progetto di fattiva collaborazione tra CNPA e l’importante casa editrice Edizioni L'Informatore Agrario S.p.A.
Innanzitutto, nell’ottica dell’informazione e formazione, il settimanale L'Informatore Agrario ospiterà contributi
redatti dai Periti Agrari su tematiche che riguardano la vita professionale di agricoltori e periti. “Il Perito Agrario”, da parte sua, potrà ospitare scritti contributi tratti da “l’Informatore Agrario” ed elaborati da loro collaboratori.
Il gruppo editoriale veronese darà notizia di iniziative (convegni, seminari, incontri tecnici, corsi di formazione professionale, ecc.) sia sulle pagine delle riviste, sia sul sito internet nella sezione dedicata a “Fiere e Convegni”
(www.informatoreagrario.it/ita/Fiere/index.asp).
In occasione di dette iniziative promosse anche dai Collegi Provinciali, L’Informatore Agrario è disponibile a fornire copie di saggio delle riviste che riportano approfondimenti sui temi oggetto dei convegni.
Per gli eventi di maggiore rilievo L'Informatore Agrario potrà anche mettere a disposizione le proprie notevoli
competenze organizzative.
A completamento della collaboL’Informatore Agrario
(settimanale) Euro 69,00 anziché Euro 88,00
razione, Edizioni L'Informatore
Vita in Campagna
(mensile) Euro 33,00
anziché Euro 38,50
Agrario propone, a favore degli
Iscritti ai Collegi Provinciali, una
MAD-Macchine Agricole Domani (mensile) Euro 46,00
anziché Euro 58,50
interessante offerta di abbonaORIGINE
(bimestrale) Euro 24,00 anziché Euro 36,00
mento alle riviste.
Tali quote sono valide sia per nuovi abbonamenti che per rinnovi.
Modalità per la sottoscrizione degli abbonamenti:
Coloro che sono interessati a tale proposta possono sottoscrivere direttamente l’abbonamento per le riviste desiderate alla pagina dedicata www.informatoreagrario.it/peritiagrari seguendo le istruzioni indicate.
Altre forme di sottoscrizione e di pagamento:
- mediante bollettino postale sul C.C.P. n.10846376 intestato a Edizioni L’Informatore Agrario – C.P.520 – 37100
Verona;
- con assegno non trasferibile intestato alle Edizioni L’Informatore Agrario SpA;
- con carta di credito: Visa, Eurocard-Mastercard, American Express, Diners.
Per poter usufruire della quota agevolata è indispensabile indicare il proprio numero di iscrizione al Collegio Provinciale Periti Agrari di appartenenza o di apporre il relativo timbro sul bollettino postale (spazio causale) o,
negli altri casi, inviare per posta (C.P. 520 – 37100 Verona) o via fax (045.8012980) oppure per e-mail ([email protected]) copia della documentazione attestante l’iscrizione all’Albo dei Periti Agrari.
1.AGENZIA DEL TERRITORIO
- Fabbricati ex rurali o mai censiti - Attività ai sensi del D.L. 262/2006 - Promozione e Informazione: Nell'ambito
delle ampie azioni di contrasto alla
evasione, in relazione a quanto previsto ai commi 33 e 36 dell’articolo 2 del
decreto legge 3 ottobre 2006, n. 262,
convertito con modificazioni dalla legge 24 novembre 2006, n. 286, come so-
36
Perito Agrario 1/2008
NEWS
stituito
dal
comma 339
dell’articolo 1
della legge 27
dicembre 2006,
n.296 (legge finanziaria
2007), l'Agenzia del Territorio ha pubblicato nella Gazzetta Ufficiale
del 28/12/07,
ulteriori elenchi in merito a:
- Fabbricati
che hanno perso i requisiti di ruralità;
- Fabbricati che non risultano dichiarati in catasto;
- Variazioni colturali.
Nelle proficue relazioni intrattenute
con la Direzione Centrale, con lettera
del 08/01/2008, il Direttore Ing. Picardi
ha richiesto la collaborazione del Collegio Nazionale dei Periti Agrari per
realizzare iniziative atte a informare gli
iscritti e sensibilizzare l'utenza agli
adempimenti, dando nel contempo la
propria ampia disponibilità.
In merito alla tematica il Consiglio Nazionale dei Periti Agrari ha partecipato
assieme al Collegio Nazionale Geometri e alle Organizzazioni Professionali
di Categoria, Coldiretti, Confagricoltura e CIA, ad una riunione coordinata
dalla Direzione Centrale del Catasto
dell’Agenzia del Territorio.
Per definire azioni di informazione diffusa, è stato quindi programmato di tenere, in tempi brevi, una serie di convegni organizzati congiuntamente dalla
Agenzia del Territorio, dalle Organizzazioni di Categoria e dagli Ordini e
Collegi dell’area tecnica catastale, per
affrontare la problematica non solo dal
punto di vista informativo ma anche da
quello tecnico.
È evidente che,anche se questi incontri
saranno a ridosso dei termini di cui alla
ultima pubblicazione in G.U. del
28/12/2007 (NdR Poi prorogati),è estrePerito Agrario 1/2008
mamente importante potersi confrontare in maniera congiunta con tutte le
figure interessate al problema. È comunque ben noto che la problematica
non verrà risolta certamente entro questa scadenza, anche per limitazioni tecniche e normative catastali, e già molteplici sono le azioni per tentare di definire modalità per differire parzialmente
i termini della successiva fase di surroga
da parte dell’Agenzia del Territorio per
i non adempienti.
Nella fase preparatoria degli eventi sarà
utile ogni indicazione sulla problematica che perverrà, in modo da poter produrre una casistica delle situazioni e
delle anomalie che rispecchi in maniera
circostanziata il nostro complesso territorio nazionale.
I punti che si ritengono maggiormente
utili per l’analisi sono i seguenti:
1.raccogliere quelle condizioni poco definite, non riconducibili nettamente al
vasto quadro normativo sul patrimonio
rurale,che spesso nelle reali casistiche locali si riscontrano, in modo che possano
essere poi oggetto di analisi e chiarimenti da parte dell'Agenzia del Territorio o
da parte dei fiscalisti del settore o dei comuni,ovvero diventare poi proposte migliorative da parte della nostra categoria
nell'ambito dei previsti incontri;
2. evidenziare le limitazioni tecniche o
procedurali dal punto di vista catastale;
3. riscontrare quali siano i reali atteggiamenti delle amministrazioni comunali nei confronti di questi immobili
quando siano non legittimi.
In data 25 febbraio u.s. è stato ulteriormente definita l’organizzazione dei
previsti incontri,finalizzati a creare una
informazione diffusa nell’ambito del
settore rurale, organizzati congiuntamente dalla Agenzia del Territorio, dalle Organizzazioni di Categoria e dagli
Ordini e Collegi dell’area tecnica catastale, per affrontare, come detto, la problematica non solo dal punto di vista informativo ma anche da quello tecnico.
Alla luce delle proroghe, indicativamente il calendario degli incontri interregionali sarà il seguente:
13/03 - Napoli; 22/04 - Padova; 08/04 Reggio Calabria; 15/04 - Piacenza;
29/04 - Roma;
con ulteriori modalità ancora da definirsi.
In considerazione che la problematica,
come noto, è di grande rilevanza generale per tutti gli iscritti,per i tanti aspetti che interessa e non solo per quelli
strettamente catastali, sarà quindi necessario sensibilizzare gli iscritti a una
attiva partecipazione con il coinvolgimento quindi dei livelli regionali e provinciali; anche considerando l’occasione di confronto con le organizzazioni
sindacali e con ANCI.Come già indicato in questa fase preparatoria potranno
essere raccolti dal CNPA i più rappresentativi quesiti che, coordinati, saranno poi argomento di risposte dai soggetti interessati.
- SISTER: Si avvisa che con provvedimento del Direttore dell’Agenzia del
Territorio del 14/02/08, il servizio di trasmissione telematica Sister degli atti di
aggiornamento del Catasto Terreni
(PREGEO) è stato esteso ai Tipi Particellari ed ai Tipi Mappali riguardanti
fabbricati già presenti in mappa (conferme). Tale provvedimento, lungamente atteso e anche spesso sollecitato
alla Direzione da parte del CNPA, proprio per l’interesse sulla tematica del
patrimonio rurale non censito, entrerà
in vigore dal giorno successivo a quello
della sua pubblicazione in G.U..
- Fabbricati ex rurali o mai censiti - Proroga termini: nell’ambito della conversione in legge, con modificazioni, del
decreto-legge 31/12/2007, n. 248, recante “proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti
in materia finanziaria”, di cui alla approvazione al Senato in data 27/02/2008
è stata inserita,viste anche le molteplici
segnalazioni e richieste, la proroga di
termini inerenti gli accatastamenti:
Art. 26-bis. - (Proroghe in materia di
presentazione degli atti di aggiornamento catastale).
37
NEWS
1. All’articolo 2, comma 36, terzo periodo, del decreto-legge 3 ottobre 2006,
n. 262, convertito, con modificazioni,
dalla legge 24 novembre 2006, n. 286, e
successive modificazioni, le parole:
“novanta giorni” sono sostituite dalle
seguenti:“sette mesi”.
2. All’articolo 2, comma 38, primo periodo, del decreto-legge 3 ottobre 2006,
n. 262, convertito, con modificazioni,
dalla legge 24 novembre 2006, n. 286, e
successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni: a) le parole: “30 novembre 2007” sono sostituite dalle seguenti: “31 ottobre 2008”;
b) sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: “fermo restando che gli effetti fiscali decorrono dal 1º gennaio 2007”.
3. Le modifiche apportate dal comma 2
non danno luogo ad alcun diritto al rimborso di somme eventualmente già riscosse a titolo di sanzione.
2.AGENZIA DELLE ENTRATE
- Contribuenti minimi articolo 1 commi da 96 a 117 Legge finanziaria 2008:
la Legge Finanziaria 2008 (articolo 1,
commi da 96 a 117) ha introdotto e disciplinato il nuovo regime fiscale semplificato per i contribuenti minimi che
è entrato in vigore il 1 gennaio 2008,
seguito dal Decreto applicativo 2 gennaio 2008 del Ministero dell'Economia (GU n. 9 del 11/01/2008) e, considerato che sullo stesso sono pervenute
richieste di delucidazioni che, per servizio, si evadono.
Questo regime è riservato alle persone
fisiche residenti nel territorio dello
Stato esercenti anche professioni e la
ratio di tale nuovo regime è nella riduzione del numero di adempimenti
ordinariamente previsti, della pressione fiscale e delle problematiche relative all’accertamento.
Il nuovo regime si considera “naturale”
ma non obbligatorio per i contribuenti
dotati dei requisiti per accedervi,sia che
38
questi siano già in attività sia che ne
debbano intraprendere una nuova.
I Periti Agrari esercenti la professione
sono ammessi al nuovo regime se nell’anno precedente:
• hanno realizzato ricavi o compensi,
ragguagliati ad anno, non superiori a €
30mila;
• non hanno effettuato cessioni all’esportazioni;
• non hanno sostenuto spese per lavoratori dipendenti o collaboratori,anche
a progetto o a programma di lavoro;
• non hanno erogato somme sotto forme di utili di partecipazione agli associati in partecipazione di solo lavoro; e
che, nel triennio precedente, non hanno effettuato acquisti di beni strumentali,anche mediante contratti di appalto
o di locazione, per un importo superiore a € 15 mila.
Mentre i professionisti che iniziano l’attività a decorrere dal 1 gennaio 2008
possono immediatamente applicare il
regime se prevedono di rispettare il limite dei 30.000 euro di ricavi o compensi, ragguagliando l’importo stimato
all’anno.
Comunque, oltre ai soggetti non residenti, sono esclusi dalla applicazione
del regime in quanto incompatibili i
professionisti che:
• si avvalgono di regimi speciali ai fini
dell’imposta sul valore aggiunto (imprenditori agricoli etc);
• in via esclusiva o prevalente effettuano cessioni di fabbricati o porzioni di
fabbricato, di terreni edificabili e di
mezzi di trasporto nuovi;
• contestualmente partecipano a società di persone o associazioni o a società a
responsabilità limitata “trasparenti”
(articolo 116 TUIR).
Con l’entrata in vigore del nuovo regime vengono abrogati:
• il regime dei contribuenti minimi in
franchigia (art. 32-bis, D.P.R. 633/72);
• il regime super semplificato (art. 3,
commi 165-170, Legge 662/96).
• il regime delle attività marginali (art.
14, Legge 388/2000);
La disapplicazione del regime dei mini-
mi (con efficacia dall’anno successivo a
quello in cui vengono a mancare le condizioni) può avvenire:
• per opzione del contribuente che applica le imposte nei modi ordinari;
• al superamento del limite dei 30.000
euro ovvero quando vengono meno gli
ulteriori requisiti di ingresso indicati.
La disapplicazione avviene nell’anno
stesso in cui avviene il superamento di
oltre il 50% il limite di 30.000 euro.
I Professionisti, contribuenti minimi, ai
fini dell’imposta sul valore aggiunto
non:
• addebitano l’Iva a titolo di rivalsa al
cliente;
• hanno diritto alla detrazione dell’imposta assolta sugli acquisti e sulle importazioni;
• versano l’imposta (tranne che per gli
acquisti intracomunitari e per le altre
operazioni per le quali risultano debitori dell’Iva reverse charge)
L’applicazione del nuovo regime da
luogo alla rettifica della detrazione di
cui all’articolo 19 bis2 del D.P.R.
633/72 e si applica anche se il contribuente transita, anche per opzione, al
regime ordinario dell’imposta sul valore aggiunto. I contribuenti minimi
non si considerano soggetti passivi dell’imposta regionale sulle attività produttive.
I Professionisti, contribuenti minimi,
hanno esclusivamente l’obbligo:
• di numerare e di conservare le fatture
di acquisto, i documenti ricevuti ed
emessi e le bollette doganali;
• di certificazione dei corrispettivi (mediante scontrino o ricevuta fiscale);
• di numerare e di conservare le fatture
emesse sulla quale dovrà annotarsi che
trattasi di “operazione effettuata ai sensi dell’articolo 1, comma 100, della legge
finanziaria per il 2008”.
Il reddito di lavoro autonomo è determinato dalla differenza algebrica tra
l’ammontare dei ricavi o compensi percepiti (applicazione del principio di cassa) nel periodo di imposta e quello delle spese sostenute nel periodo stesso
nell’esercizio della professione.
Perito Agrario 1/2008
NEWS
Alla formazione del reddito concorrono anche le plusvalenze e le minusvalenze dei beni relativi all’esercizio di arti o professioni mentre i contributi previdenziali, versati in ottemperanza a
disposizioni di legge, si deducono dal
reddito determinato applicando il nuovo regime sul quale,al termine delle deduzioni, si applica un’imposta sostitutiva dell’imposta sui redditi e delle addizionali regionali e comunali pari a 20
per cento.
È poi da aggiungere che, ai fini delle
imposte sui redditi, resta l’obbligo di
presentazione della relativa dichiarazione e che i Professionisti, contri-
buenti minimi, non sono soggetti agli
studi di settore e ai parametri.
Oltre che dalle norme citate, altre informazioni possono essere tratte dalla
Circolare 73/E del 21 dicembre 2007.
- Finanziaria 2008, Art. 3, comma 76:
come è noto l’articolo riportato a margine recita che: “Al comma 6 dell’art. 7
del Decreto Legislativo 30 marzo 2001,
n. 165, le parole: “di provata competenza” sono sostituite dalle seguenti:
“di particolare e comprovata specializzazione universitaria”.
Di fatto l’emendamento, così come
evidenziato, va a modificare il Decreto
Legislativo 30 marzo 2001, n. 165, Articolo 7 - Gestione delle risorse umane
che così recita: “Per esigenze cui non
possono far fronte con personale in
servizio, le amministrazioni pubbliche
possono conferire incarichi individuali ad esperti di provata competenza,
determinando preventivamente durata, luogo, oggetto e compenso della
collaborazione”.
Naturalmente la modifica ha originato
problematiche che il CNPA sta trattando, congiuntamente con i Consigli Nazionali dei Geometri e dei Periti Industriali, per trovare un risultato coerente
con esigenze delle tre Categorie.
VITA DEI COLLEGI
COLLEGIO DI CUNEO
Data Elezioni 12/01/2008
Consiglio del Collegio
Presidente
Giuseppe Serra
V.Presidente Enrico Sandra
Segretario
Luca Ferrero
Tesoriere
Giuseppe Benotto
Consigliere Roberto Occhetto
Consigliere Elio Ressia
Consigliere Luigi Rigoni
Collegio dei Revisori dei Conti
Presidente
Flavio Saglietti
Membro Eff. Paolo Ruaro
Membro Eff. Franca Chionetti
Membro Sup. Lorenzo Calorio
COLLEGIO DI VERCELLI
Data Elezioni 21/12/2007
Consiglio del Collegio
Presidente
Stefano Bondesan
V.Presidente Paola Rastelli
Segretario
Giorgio Grassino
Tesoriere
Gianandrea DeGrandi
Consigliere Bruno Bellotto
Consigliere Pier Giuseppe Ghisio
Consigliere Silvia Faraone
Collegio dei Revisori dei Conti
Presidente
Luigi Ferraris
Membro Eff. Giorgio Bertone
Membro Eff. Giovanni Rosso
Membro Sup. Aurelio Boati
Perito Agrario 1/2008
COLLEGIO DI POTENZA
A seguito delle dimissioni del Per.Agr.
Vincenzo Mauro Rosa il Collegio dei
Revisori dei Conti risulta così composto:
Collegio dei Revisori dei Conti
Presidente
Savino Caporale
Membro Eff. Antonio Lovito
Membro Eff. Savino Pettorruso
Membro Sup. Francesco Farfariello
COLLEGIO DI TREVISO
Data Elezioni 19/01/2008
Consiglio del Collegio
Presidente
Gino Dall'Armellina
V.Presidente Gianantonio Da Broi
Segretario
Nicola Mezzogori
Tesoriere
Giovanni Battista
Fadelli
Consigliere Carlo Antiga
Consigliere Daniele Novak
Consigliere Michele Zanardo
Collegio dei Revisori dei Conti
Presidente
Pietro Mascarin
Membro Eff. Paolo Antoniazzi
Membro Eff. Romeo Carrer
Membro Supp. Gilberto Cimenti
COLLEGIO DI ASTI
Data Elezioni 06/02/2008
Consiglio del Collegio
Presidente
Angelo Dezzani
V.Presidente Franco Rovero
Segretario
Adriano Quarello
Tesoriere
Fiorenzo Gatti
Consigliere Giovanni Samarotto
Collegio dei Revisori dei Conti
Presidente
Alessandro Tartaglino
Membro Eff. Salvatore Giacoppo
Membro Eff. Gianni Doglia
Membro Sup. Sonia Vallocchia
COLLEGIO DI VENEZIA
Data Elezioni 01/03/2008
Consiglio del Collegio
Presidente
Nicola Gastaldi Cibola
V.Presidente Vincenzo Marsura
Segretario
Francesco Cappellari
Tesoriere
Lorenzo Simoni
Consigliere Roberto Zampieri
Consigliere Michele Finotto
Consigliere Manuel Presotto
Collegio dei Revisori dei Conti
Presidente
Denis Barbuio
Membro Eff. Vinicio Stella
Membro Eff. Davide Luzzi
Membro Sup. Elio Brezzi
COLLEGIO DI BELLUNO
Data Elezioni 06/03/2008
Consiglio del Collegio
Presidente
Nicola Manlio
V.Presidente Damiano Rech
Segretario
Stefano Val
Tesoriere
Alessandro Balanza
Consigliere Piero Balanza
39
INDIRIZZI DEI COLLEGI PROVINCIALI
67100 L’AQUILA
Via Sila Persichelli, 25 tel.0862/312168
Pres. Elli Ciampa
88100 CATANZARO
Casella postale 201 tel. 0961/726839
Pres. Domenico Russo
75100 MATERA
P.zza Matteotti, 7 tel. 0835/334901
Pres. Emanuele Genchi
02100 RIETI
Viale Emilio Maraini, 85 tel. 0746/203083
Pres. Enzo Ippoliti
92019 SCIACCA (Ag)
Via A. De Gasperi, 127/D tel. 0925/905090
Comm. Vincenzo Termine
66020 SCERNI (CHIETI)
Via Colle Comune, 1 c/o Itas tel.
0873/914513
Pres. Nicola D’Ortona
98100 MESSINA
Via Romagnosi 7 tel. 0941/785382
Pres. Salvatore Tripoli
47900 RIMINI
Via Secchiano, 1 tel. 0541/775357
Pres. Giovanni Nucci
20136 MILANO
Via Ripamonti, 35 tel. 02/58305333
Pres. Alessandro Gnocchi
00183 ROMA
Via Cerveteri, 18 int. 6 tel. 06/70454739
Pres. Vincenzo Santoro
41100 MODENA
Corso V. Emanuele II, 113 tel. 059/223812
Pres. Claudio Losi
45100 ROVIGO
Via Silvestri, 41 tel. 0425/699154
Pres. Gianfranco Rezzadore
80147 NAPOLI
Via Argine, 1085 tel. 081/5770190
Pres. Biagio Scognamiglio
84134 SALERNO
Via Luigi Guercio, 197 tel. 089/251488
Pres. Antonio Landi
28070 NOVARA VIGNALE
Corso Risorgimento, 405 tel. 0321/56178
Pres. Fabrizio Gaboardi
07100 SASSARI
Via Mazzini, 6 tel. 079/236750
Pres. Giannetto Aru Bartoli
08100 NUORO
Via Lamarmora, 2 tel. 0784/232547
Pres. Peppino Piquereddu
17031 SAVONA ALBENGA
Via del Nuovo Ospedale, 8 - Reg. Bagnoli
tel. 0182/554268
Pres. Antonio Talarico
35123 PADOVA
Via T. Livio, 5 tel. 049/661808
Pres. Mariano Schiavon
53100 SIENA
Strada Massetana Romana, 54
tel./fax 0577/271834
Pres. Raffaello Biagiotti
15100 ALESSANDRIA
Corso Crimea, 89 tel. 0131/52793
c/o Studio tecnico
Pres. Massimiliano Ricci
60015 FALCONARA MARITTIMA (AN)
Via del Consorzio, 21
tel. 071/9188973 - fax 071/9162177
Pres. Carlo Zoppi
52100 AREZZO
Piazza Guido Monaco, 5 tel. 0575/21307
Pres. Giuliano Giuliarini
22100 COMO
P.le Camerlata, 9 tel./fax 031/526019
Pres. Dario Giuseppe Bianchi
12038 SAVIGLIANO (CN)
Via V. Alfieri, 10 tel. 0172/713087
Pres. Giuseppe Serra
87100 COSENZA
Via E. Capizzano, 56 tel. 0984/392175
Pres. Rocco Carricato
63100 ASCOLI PICENO
Via delle Zeppelle, 192 - tel. 0736/41829
Pres. Pietro Ciabattoni
26100 CREMONA
Via Palestro, 66 tel. 0372/535411
Pres. Costante Galli
14100 ASTI
Via Carducci, 50/A tel. 0141/353857
Pres. Angelo Dezzani
94019 LEONFORTE (EN)
C.so Umberto, 109 tel. 0935/956078
Pres. Francesco Ferragosto
83100 AVELLINO
Via L. Iannacchini, 38 tel. 0825/26377
Pres. Celestino Nardone
44100 FERRARA
Contrada della Rosa, 18 tel. 0532/204637
Pres. Milva Sacchetti
70125 BARI
Via Annibale di Francia,13 - tel. 080/5428141
Pres. Antonio Memeo
50122 FIRENZE
Via Pietrapiana, 32 tel. 055/2340202
Pres. Pierfrancesco Cavicchioni
32100 BELLUNO
Viale Fantuzzi, 17 c/o coldiretti
tel. 0437/949640
Pres. Manlio Nicola
71100 FOGGIA
Via Piave, 41 tel. 0881/723401
Pres. Antonio Dell’Aquila
82100 BENEVENTO
Viale Melluso, 80 tel. 0824/317017
Pres. Cristiano Fontanarosa
24122 BERGAMO
Via Zelasco, 1 tel. 035/238727
Pres. Francesco Possenti
40126 BOLOGNA
Viale Filopanti 4/c tel. 051/252978
Pres. Gastone Gabrielli
39040 ORA (Bolzano)
Via del Monte, 18 tel. 0471/811260
Pres. Christof Pichler
25100 BRESCIA
Via Marsala, 17 tel. 030/296424
Pres. Sergio Caprioli
72017 OSTUNI (BR)
Via N. Sansone, 16 c.p. 321
tel. 0831/305566
Pres. Rocco Cucci
47100 FORLI - CESENA
Corso Repubblica, 93 tel. 0543/33137
Pres. Paolo Lombardini
03041 ALVITO (FR)
Via S. Nicola, 1 - tel. 0776/344231
c/o Istituto Tecnico Agrario Statale
Pres. Domenico Cistrone
58100 GROSSETO
Via Ferrucci, 12
Tel. 348/9872672 - tel./ fax 0564/23107
Pres. Giuseppina Pino
90014 CASTELDACCIA (PA)
Via Pindemonte, 17 tel. 091/942562
Pres. Bartolomeo Amato
43011 BUSSETO (PR)
Via Ponchielli, 2 tel./fax 0524/97012
Pres. Giorgio Faroldi
27058 VOGHERA (Pavia)
Piazza S. Bovo, 37 tel./fax 0383/369776
Pres. Massimo Zini
06121 PERUGIA
Borgo XX Giugno, 74 tel. 075/35675
Pres. Massimo Moncelli
61100 PESARO
Piazzale Matteotti 28 tel 0721/30154
Pres. Marcello Polverari
65134 PESCARA
Via del Circuito, 71 tel. 085/294117
Pres. Pasqualino Lupone
18100 IMPERIA
Corso Garibaldi, 13 tel. 0183/651525
Pres. Elio Diversi
29100 PIACENZA
Via S. Giovanni, 20 tel. 0523/338910
Pres Sergio Lombardelli
04010 BORGO PIAVE (LT)
Via M. Siciliano tel. 0773/416017
Pres. Maria Grazia Passarelli
56126 PISA
Via B. Croce, 107 tel. 050/48821
Pres. Giulia Parri
73100 LECCE
Via Capitano Ritucci, 41 tel. 0832/346996
Pres. Massimo De Nitto
51017 PESCIA (Pistoia)
Via Fiorentina, 21
Casella Postale, 73 tel. 0572/478321
Pres. Leonardo Guidi
09124 CAGLIARI
Via Mestre, 8 tel. 070/300304
Pres. Marco Fanunza
57012 CASTIGLIONCELLO (LI)
Via Mogadiscio, 20-B tel. 0586/752403
Pres. Paolo Giomi
93100 CALTANISSETTA
Via Mons. Guttadauria, 2
tel. 0934/585810
Cas. Postale 25
Pres. Michele Riggi
55100 LUCCA
Via Vittorio Veneto, 66 tel. 0583/957027
Pres. Massimiliano Barbi
96100 SIRACUSA
Vicolo a Viale Tica, 19 tel. 0931/441037
Pres. Francesco Altamore
23100 SONDRIO
Via A. Moro, 26A tel. 0342/511229
Pres. Rosario Alessi
74100 TARANTO
Via Pisanelli, 44 (casella postale 185)
tel./fax 099/4527447
Pres. Pasquale Mariano Carmignano
64100 TERAMO
Via C. Battisti, 5 - Tel. 0861 242639
Pres. Giovanni De Luca
10137 TORINO
Via Massena, 13/bis tel.011/547505
Pres. Pietro Paolo Gay
91025 MARSALA (Trapani)
Via Vaccari, 16 tel. 0923/713008
Pres. Giovanni Giacalone
38100 TRENTO
Via Giusti, 40 tel. 0461/915575
c/o Impresa Verde T.A.A. s.r.l.
31015 CONEGLIANO (TV)
Via Veneto, 40 tel. 0438/410302
Pres. Gino Dall’Armellina
33100 UDINE
Via Gorghi, 27 tel. 0432/512527
Pres. Enore Venir
85024 LAVELLO (PZ)
Via Cardinale De Luca, 56 tel. 0972/81389
Pres. Mauro Finiguerra
30175 VENEZIA-MARGHERA
Via F.lli Bandiera, 30/A tel. 041/923429
Pres. Nicola Gastaldi Cibola
97100 RAGUSA
ViaArchimede, 183 tel. 0932/624649
Pres. Corrado Balloni
13100 VERCELLI
Corso Magenta, 1 (ang. Corso Palestro)
tel. 0161/256256
Pres. Stefano Bondesan
48100 RAVENNA
Via Antica Zecca, 6 tel. 0544/38086
Pres. Alessandro Genovesi
37122 VERONA
Via Berni, 9 tel. 045/590559
Pres. Elia Sandrini
86100 CAMPOBASSO
Via D’Amato, 15 tel. 0874/66248
Pres. Giuseppe Zingarelli
62100 MACERATA
C.da Lornano, 7/A
tel. 0733/235335
Pres. Gianni Calamante
81016 PIEDIMONTE MATESE (CE)
Piazza Roma, 79 tel. 0823/913594
Pres. Domenico Di Baia
46100 MANTOVA
V.le Risorgimento 27/B, tel. 0376/329701
Pres. Ottorino Bernardelli
89015 PALMI (Reggio Calabria)
Via Dante, 1 tel. 0966/23552
Pres. Beniamino Denisi
36100 VICENZA
Contrà S. Marco, 9 tel. 0444/547443
Pres. Guido Povolo
95129 CATANIA
Via Grotte Bianche, 117 tel. 095/436393
Pres. Francesco Intrisano
54100 MASSA
Via Fermi, 19 tel. 0585/45848
Pres. Mirella Tongiani
42100 REGGIO EMILIA
Via Melato, 23 tel. 0522/554231
Pres. Corrado Fantuzzi
01100 VITERBO
Via Paradiso, 3 tel. 0761/226934
Pres. Mario Morano
Il Consiglio Nazionale dei Periti Agrari è in via Principe Amedeo n. 23 - 00185 Roma - Tel. 06/4819801 - Fax 06/4882150 - e.mail: [email protected]
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