il perito agrario Poste Italiane S.p.A. Sped. A. P. 45% (Art. 2 Comma 20/B Legge 669/96 - DCO - Roma) ISSN 1120 - 2995 Rivista del Collegio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati ■ 15° CONGRESSO NAZIONALE ■ Per migliorare il mercato agroalimentare ■ Nuovo sistema di calcolo dell’indennità di esproprio ■ Tracciabilità della filiera olivicola ■ Diradamento meccanico nei frutteti Anno LV - N. 1 Gennaio/Febbraio 2008 N.1 il perito agrario sommario Anno LV - N° 1 Gennaio-Febbraio 2008 DIRETTORE RESPONSABILE: Andrea Bottaro DIRETTORE DI REDAZIONE: Piero Pecciarini DIRETTORE EDITORIALE: Andrea Silenzi HANNO COLLABORATO: Andrea Bottaro, Lorenzo Abenavoli, Raffaello Biagiotti, Nicola Dallabetta, Domenico Di Biase, Alberto Dorigoni, Paolo Lezzer, Franco Micheli, Angelo Orsini, Piero Pecciarini, Ivan Piffer, Gabriella Rossi, Giuseppe Sciarrone, Paolo Vigato EDITRICE: IACICO S.r.l. 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Abenavoli, Giuseppe Sciarrone CERTIFICAZIONE La nuova norma ISO 22000 15 di Paolo Vigato 15° CONGRESSO DEI PERITI AGRARI E DEI PERITI AGRARI LAUREATI 18 MECCANIZZAZIONE Prove di diradamento meccanico in frutteti biologici e convenzionali 21 di Alberto Dorigoni, Nicola Dallabetta, Ivan Piffer, Paolo Lezzer, Franco Micheli OSCAR ALLA CARRIERA Professioni intellettuali ed il futuro professionale del Perito Agrario e del Perito Agrario Laureato 26 di Raffaello Biagiotti PARTENARIATO ATTIVO L’Italia Partner nella riqualificazione dell’agricoltura in Romania STAMPA: Grafica Ripoli Via Paterno, s.n. - 00010 Villa Adriana (RM) Autorizzazione del Tribunale di Roma n.69/86 del 14/02/1986 di Gabriella Rossi Poste Italiane S.p.A. Spedizione in A.P. 45% (Art. 2 comma 20/B Legge 669/96 - DCO Roma) di Angelo Orsini 28 ENERGIA Agroenergia e procedure autorizzative 33 FORMAZIONE Corso di formazione per giovani agricoltori Finito di stampare: Marzo 2008 Gli articoli esprimono soltanto il pensiero degli autori e non impegnano il CNPA né la redazione del periodico 3 35 RUBRICHE News Vita dei Collegi Indirizzi dei Collegi Provinciali 36 39 40 di Andrea Bottaro Editoriale Si va a votare per le politiche… ma il programma per le professioni? S i va a votare per il nuovo Parlamento e gli avversi schieramenti politici si prodigano ad informare, tra l’altro, su come la pensano in materia di riforma delle professioni. Ma, in numeri, chi sono i professionisti? Secondo i dati Censis, rappresentano circa 2.300.000 unità con un indotto che supera i 5.000.000 e con un peso del 13/14% sul PIL. Numeri importanti per qualificare la terza forza economica del Paese e per ribadire che i liberi professionisti sono un punto di riferimento irrinunciabile del sistema economico-sociale del nostro Paese. E questi dati sono a portata di tutti i referenti politici e dovrebbero far riflettere sul valore sociale di essere libero professionista ordinistico. Ed allora considerato che, dopo il fuoco incrociato cui sono stati sottoposti, i Liberi Professionisti vogliono avere una voce in capitolo, vorrei pacatamente, e senza banalizzare, ricordare alcuni passaggi. Abbiamo da sempre chiesto che fosse riconosciuta l’ indipendenza intellettuale del professionista e sua esclusione dal ruolo di impresa pure se riteniamo positiva l’ istituzione delle società professionali e interprofessionali, anche con soci di diverse professioni, ma con esclusione del socio di puro capitale. In una società in continua evoluzione è normale che pervengano al mercato del lavoro richieste di professionalità legate alle nuove tecniche e tecnologie e per questo riteniamo necessaria l’istituzione di nuove professioni ma solo con competenze, stabilite con apposita legge ordinamentale, non sovrapponibili a quelle esistenti, (i doppioni non servono e creano solo confusione) e con l’accesso agli albi tramite un percorso di tirocinio, più flessibile rispetto all’attuale, con esami di abilitazione conclusivi del percorso. E, per rendere più tranquillo il rapporto con la committenza, occorre anche prevedere il ripristino delle tariffe professionali da applicarsi solo in caso di mancata determinazione consensuale tra le parti. Per Ordini e Collegi, ormai attempati, riteniamo che sia necessaria una modernizzazione del sistema, non rivoluzione incontrollata, lasciando a tutti gli ordini/collegi la peculiarità istituzionale senza la possibilità di trasformarli in associazioni che invece, al pari delle nuove professioni, devono essere riconosciute e regolamentate per quelle competenze professionali che non sono già oggetto di attività esclusive di professioni ordinistiche. Agli ordini/collegi, che possono unificarsi solo su espressa propria volontà, devono essere riconosciute le funzioni normative relative alla redazione ed applicazione del codice deontologico e della formazione permanente obbligatoria per il mantenimento dei requisiti minimi per l’esercizio della professione . Tutto questo è in estrema sintesi quello che il CNPA va ribadendo. E non mi sembra che siano richieste astruse od inconciliabili con quanto, con qualche distinguo sul quale si può discutere, in modo più o meno simile viene portato avanti anche dai referenti dei vari schieramenti. Ma i professionisti, da sempre individualisti, questa volta riusciranno ad essere compatti nelle scelte che, dopo aver preso coscienza dei vari programmi politici, andranno ad effettuare con il voto. Sanno che ne va del loro futuro e che Paul Valéry diceva che “Il modo migliore per realizzare un sogno è quello di svegliarsi”. Perito Agrario 1/2008 3 MERCATI L’evoluzione dei rapporti fra produzione e consumo può migliorare il mercato dell’agroalimentare Iniziative sul fronte dei prezzi di Piero Pecciarini i apprende dalla stampa che in Germania i prodotti ortofrutticoli italiani costano meno che da noi, ove hanno raggiunto prezzi record. A Berlino un chilo di clementine italiane costa al dettaglio 0,60 euro. In Italia questo prodotto viene pagato al produttore 0,15 al massimo 0,20 euro al chilo e sui mercati di Torino, Milano Firenze, Roma superano 1,50-2,00 euro al chilogrammo. La constatazione è stata fatta anche dal Presidente della Confederazione Italiana Agricoltori Giuseppe Politi che ha riscontrato i prezzi in Germania rilevandone il paradosso, nel confronto con quelli praticati in Italia.“È presto detto - ha dichiarato Politi sul perchè di questa differenza di prezzo da noi ci sono troppi passaggi dal campo alla tavola. Il prodotto ne subisce sette, quindi è inevitabile che il prezzo si gonfi a dismisura. Dalla produzione al dettaglio un prodotto ortofrutticolo può aumentare anche di 20 volte”. S 4 Una situazione paradossale determinata nel nostro Paese dalla complessività e farraginosità della filiera. Situazione che non si riscontra sui prodotti che vengono esportati, ove i passaggi si riducono assai. Dal produttore all'esportatore, al negoziante. Costi molto inferiori quindi a quelli che si riscontrano sul mercato interno. Ecco come sorgono proposte ed iniziative che mirano ad eliminare le difficoltà determinate da una filiera nazionale pesante ed esosa. La stessa C.I.A. già da tempo ha lanciato la proposta di un confronto serio e costruttivo fra i vari componenti della catena produttiva e prosegue ancora Politi “...Bisogna tutelare i redditi dei produttori, dei grossisti, degli industriali, dei commercianti, ma anche le tasche dei consumatori, che non possono pagare le inefficienze di un sistema che non Perito Agrario 1/2008 MERCATI funziona al meglio...”. Tanto è che la C.I.A. ha chiesto l'avvio di un tavolo permanente tra Governo, tra rappresentanti delle filiera agroalimentare, ISTAT, Unioncamere e consumatori con l'obiettivo di avere un quadro costante della situazione per potere intervenire in tempo reale sugli aumenti ingiustificati e sui tentativi di speculazioni che nuocciono ai consumatori ripercuotendosi negativamente anche sul sistema produttivo. Per rimediare a questa situazione logicamente inaccettabile dai cittadini, siano essi consumatori o produttori, ben venga quindi il recente decreto del Ministero delle Politiche Agricole che consente ai produttori di vendere direttamente sui mercati. A fronte di questo stato di schizofrenia mercantile stanno sorgendo spontaneamente delle iniziative da parte dei consumatori. Fra queste ha richiamato la nostra attenzione la organizzazione dei “gruppi di acquisti solidale” (Gas). Un esempio di questi gruppi lo troviamo in alcuni quartieri di Firenze. Da una parte troviamo famiglie che quotidianamente devono fare i conti con i continui rialzi dei prezzi dei prodotti alimentari, dall'altra piccoli produttori che schiacciati da ofPerito Agrario 1/2008 ferte “sottocosto” della grande distribuzione cercano mercato. Nel mezzo si inseriscono questi “Gas” che, attraverso acquisti collettivi, rispondono ad anomale tendenze mercatili per risparmiare sul conto della spesa. Su “Reporter Firenze” Febbraio 2008 Alberto Ottanelli cita ad esempio “per acquistare un litro d'olio biologico toscano normalmente si possono superare i 12 euro mentre i membri dei Gas possono averlo a 9-10 euro; le arance e mandarini bio hanno prezzi che variano ad 1,00 a 1,30 euro al chilo mentre i Gas che li acquistano direttamente dal produttore li pagano 0,90 centesimi; la carne biologica chianina costa circa 16-18 euro al chilo, i “gasisti” possono averla a 14 euro. Gli sconti è implicito che si estendono su altri prodotti di uso comune. Questi gruppi di consumatori nascono da una visione critica del modello di consumo dominante e cercano di applicare, per i propri acquisti, principi di equità e solidarietà. I criteri di scelta dei fornitori che possono essere differenti da un gruppo rispetto all'altro, privilegiano la qualità e la naturalità del prodotto, la riduzione dell'impatto ambientale derivante dal trasporto o dai processi di lavorazione. Le esperienze di questi gruppi, che vengono messe in rete, si stanno estendendo in tutta Italia. Si legge che la finanziaria 2008 ha dedicato uno specifico comma ai gruppi di acquisto solidale precisando che la loro attività “di acquisto collettivo e distribuzione” deve avvenire “senza applicazione di ricarico, esclusivamente agli aderenti”. Sempre nel campo dei prezzi la Coldiretti ha reso noto che in tutti i Comuni si è aperta la possibilità di avviare mercati gestiti dagli agricoltori. Esperienze positive si riscontrano già in Toscana. Chi acquista direttamente dal produttore ha rilevato un risparmio di almeno il 30%. La tendenza ad escludere intermediazioni sta aumentando. Un'altra spontanea iniziativa la troviamo in Veneto. Una rete di locali, in particolare ristoranti, “a chilometri zero” in cui si offrono prodotti che non devono percorrere lunghe distanze con mezzi di trasporto, quindi prodotti del territorio. Una idea anche questa della Coldiretti, che spiegano, voler rispondere al bisogno dei consumatori sempre più attenti anche a tavola, all'ambiente, ed all'acquisto di cibi locali offerti direttamente dagli agricoltori. Queste spontanee concrete reazioni a situazioni mercantili paradossali sono assai significative e devono fare riflettere tutti ed in particolare chi ci governa ai vari livelli ed ha poteri per intervenire, con politiche adeguate, per regolamentare e per controllare un comparto vitale quale l'agroalimentare. Ciò nel comune interesse di produttori e consumatori. Queste iniziative di difesa del consumo che si riscontrano nel nostro Paese non devono essere sottovalutate.In un mercato globalizzato ove le dinamiche si manifestano con forza determinando cambiamenti a volte anche repentini specie se legati ad eventi particolari quali andamenti atmosferici,crisi nei trasporti od altri fattori non sempre prevedibili, tale azioni possono sembrare delimitate tanto da non potere incidere validamente sui prezzi. Riteniamo invece che queste sul mercato interno prenderanno più forza spontaneamente sulle spinte del consumo che andrà sempre maggiormente ad organizzarsi in maniera più attenta e consapevole. Ecco quindi che intravediamo una progressiva evoluzione nei rapporti fra produttori e consumatori. E ciò non solo sul mercato nazionale migliorandolo, quanto in quello regionale e locale che per le particolari caratteristiche di qualità e salubrità dei prodotti ne sviluppa lo smercio. Fermenti questi del mercato che per la loro specificità innovativa tendono ad allargarsi e quindi meritevoli di essere osservati con particolare attenzione. 5 PROFESSIONE Nuovo sistema di calcolo dell’indennità di esproprio di Domenico Di Biase seguito dell’entrata in vigore della Legge Finanziaria 2008, tra l’altro, è stato modificato il Testo Unico degli espropri per la determinazione dell’indennità di esproprio, nel senso che la stessa va determinata per le aree edificabili in base al valore venale dell’immobile così come è stato sancito dalla recente sentenza n.348/2007 dalla Corte Costituzionale. Per l’esattezza i nuovi criteri sono codificati nell’articolo 2, comma 89, della legge n. 244 del 24 dicembre 2007, in sostituzione dell’articolo 37, commi 1 e 2, del D.P.R.n.327/2001. In dettaglio, l’indennità di espropriazione, è determinata come appresso: - quando è riferita ad un’area edificabile, è pari al valore venale dell’immobile; - nel caso l’espropriazione è finalizzata all’attuazione di interventi di riforma economico-sociale, l’indennità è ridotta del 25%; - e in quei casi ove è stato concluso l’accordo di cessione, o lo stesso non è stato concluso per motivi non imputabili all’espropriato ovvero poiché al medesimo è stata offerta una indennità provvisoria che, attualizzata, risulta inferiore agli otto decimi di quella quantificata in via definitiva, l’indennità è incrementata del 10%. Pertanto, la riformulazione delle norme del Testo Unico, non è altro che un adeguamento alla sentenza della Corte Costituzionale n. 348 del A 6 22 ottobre 2007, ovvero di dichiarazione di illegittimità costituzionale delle precedenti modalità di quantificazione dell’indennità. Tali nuovi criteri di calcolo si applicano a tutti i procedimenti espropriativi in corso, semprechè la determinazione della stessa non sia stata condivisa, ossia accettata, ovvero comunque divenuta irrevocabile come per legge. Nella fattispecie, infatti, la questione si è conclusa e la sentenza della Corte Costituzionale n. 248/’07 non può avere più effetto di sorte.Ai sensi dell’art.2, comma 89, della citata legge 244/2007, di modifica dell’art. 55, comma 1, del D.P.R.327/2001, il risarcimento del danno per le utilizzazioni di suoli edificabili per scopi di pubblica utilità in assenza di valido ed efficace provvedimento di esproprio alla data del 30 settembre 1996, è adeguato al nuovo criterio di determinazione dell’indennità, e quindi, è liquidato in base al valore venale dell’immobile. Perito Agrario 1/2008 SICUREZZA ALIMENTARE Studio teorico-pratico di un modello di tracciabilità di filiera nelle produzioni olivicole di Lorenzo M. Abenavoli1, Giuseppe Sciarrone2 egli ultimi anni riguardo l’andamento dei prezzi dell’olio di oliva si è registrato un trend positivo determinato dall’incremento della domanda da parte dai Paesi consumatori e ulteriori segnali interessanti possono attendersi con la prevista apertura ai nuovi mercati dell’Estremo Oriente. Ciò è dovuto, più che a un generico “aumento quantitativo” di domanda, al fatto che i consumi si stanno orientando verso categorie di olio d’oliva di qualità superiore. Il consu- N 1 2 matore più attento ed esigente, è disposto a farsi carico di costi maggiori pur di ottenere un prodotto che dia maggiori garanzie di qualità e dunque di sicurezza alimentare. Quest’ultimo aspetto, obiettivo ormai diffuso e condiviso, è determinato da vari fattori fra i quali la diffidenza di cui risente oggi il consumatore nei confronti dei prodotti alimentari a causa dei numerosi scandali che hanno colpito i vari settori. Egli è dunque più sensibile ai temi riguardanti la sicurezza alimentare, e di conseguenza verso argomenti come la tracciabilità e la rintracciabilità dei prodotti [5]. Per “tracciabilità” si intende il percorso informativo che segue il prodotto da monte a valle del processo produttivo che si svolge, in questo caso, lungo la filiera olivicolo-olearia, dall’azienda agricola alla bottiglia di olio. Si definisce invece “rintracciabilità” la possibilità che ha l’utente finale di ricostruire e seguire il percorso di un alimento (o di un ingrediente, o di Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-forestali e Ambientali – Sezione Meccanica Università Mediterranea di Reggio Calabria Perito Agrario 1/2008 7 SICUREZZA ALIMENTARE un animale) destinato alla produzione alimentare, attraverso tutte le fasi della produzione, della trasformazione e della distribuzione. Con l’evidente scopo di restituire fiducia al consumatore, il Regolamento CE 178/2002 ha introdotto il “percorso” obbligatorio di tutte le produzioni agroalimentari europee, che consiste nella costruzione del “certificato storico” di un alimento o di un ingrediente lungo tutta la filiera produttiva [3].A questo si affiancano altre norme la cui applicazione è facoltativa, tra cui le UNI, EUREPGAP e similari, che definiscono la tracciabilità aziendale e/o di filiera a diversi livelli di approfondimento. La tracciabilità dei prodotti si sta quindi rivelando anche una interessante strategia di marketing per numerose aziende produttive. Gli obiettivi primari del Reg. 178/2002 sono essenzialmente rivolti a garantire: 1. un alto livello di protezione della salute del consumatore 2. un efficace funzionamento del mercato interno. Durante tutte le fasi della produzione e della distribuzione, individuato un pericolo, quale un agente biologico, chimico o fisico che può provocare un danno, è possibile valutarne il rischio per la salute del consumatore e, in funzione della gravità del pericolo e della probabilità che esso si concretizzi, e attuare gli opportuni provvedimenti. Se in un qualsiasi punto della filiera produttiva si riscontra una non conformità dell’alimento (o del mangime), il sistema di tracciabilità deve consentire: • sia di richiamare il prodotto già uscito dalla disponibilità dell’operatore • sia il percorso a ritroso verso l’origine, per individuare le cause della non conformità e adottare le conseguenti misure correttive. Il Regolamento CE 178/2002 (tab. 1), prevede quindi l’obbligo per le aziende del comparto agroalimentare dell’adozione di un sistema di tracciabilità che tuteli i consumatori da frodi e che permetta una gestione efficace delle emergenze alimentari [4]. La Sezione Meccanica del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroforestali e Ambientali, dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, ha avviato uno specifico filone di ricerca incentrato sull’individuazione e sull’analisi di sistemi di tracciabilità e rintracciabilità delle produzioni olivicole molto diffuse nel territorio calabrese. Aspetti morfologici delle aziende olivicole calabresi La Calabria con circa 270.000 ha di superficie olivetata e circa 25.000.000 di piante fornisce il 20% della produzione italiana di olio d’oliva. L’olivo rappresenta la coltivazione più diffusa nella Regione interessando 137.704 aziende (82,6% delle aziende con coltivazioni legnose agrarie) per circa 165.000 ha (29,7% della SAU e 70% della superficie investita a coltivazioni legnose agrarie). Circa l’80% delle aziende è al di sotto dei 5 ha e circa la metà inferiore a 1 ha. [2]. Tale si- tuazione, unita all’elevata frammentazione fondiaria, all’orografia del territorio ed alle diffuse tecniche di gestione tradizionale degli oliveti, rende spesso difficile l’introduzione delle innovazioni tecnologiche. La maggioranza delle aziende è distribuita in primo luogo in collina ed in montagna, mentre le aziende collocate in pianura sono al di sotto del 15%; gli impianti produttivi sono generalmente vecchi, con piante di oltre 25 anni di età o anche secolari, talvolta di dimensioni gigantesche, caratterizzate da sesti di impianto a volte irregolari e ad elevata scalarità di maturazione. La densità di impianto varia da 50 a 80 piante ad ettaro in pianura, fino a 100-140 piante in collina, con una densità media nel territorio di circa 100 piante ad ettaro. In sintesi, la rete del comparto produttivo è caratterizzato da un elevatissimo numero di aziende dalle superfici modeste e localizzate prevalentemente in zone collinari e montane [1], elemento quest’ultimo che rende difficile l’adozione di tecniche colturali di produzione moderne atte al miglioramento dei livelli di qualità del prodotto e alla garanzia di maggiore redditività della coltura. Tuttavia l’olivicoltura rappresenta un’importante fonte di reddito per centinaia di famiglie e in alcune aree rappresenta addirittura l’unica occasione di lavoro per molti agricoltori, anche se gli elevati costi di produzione, la rigidità del mercato e una produzione non costante in quantità e qualità, determinano considerevoli oscillazioni delle quotazioni di mercato. Tab. 1 Principali provvedimenti previsti dal Reg. 178/2002 Normativa di riferimento Provvedimenti / Adempimenti Adozione di provvedimenti normativi per un più efficace sistema di controllo. Reg. 178/2002 Integrazione procedure di certificazione esistenti tra le aziende ed i sistemi di tracciabilità. Istituzione di un organismo atto alla prevenzione, al controllo ed alla gestione del rischio alimentare. 8 Perito Agrario 1/2008 SICUREZZA ALIMENTARE Tutto ciò ha reso l’olio calabrese poco competitivo sia in ambito nazionale che internazionale determinando molte incertezze fra gli operatori della filiera che continuano a registrare margini di redditività poco soddisfacenti. D’altronde l’incertezza del reddito non permette all’olivicoltore investimenti a lungo termine, quali le riforme strutturali agli impianti ormai obsoleti, né una attenta conduzione delle diverse operazioni colturali. Ad esempio, la raccolta delle olive, una delle operazioni più impegnative sul piano economico, è svolta spesso da terra e poco diffuso (anche per le problematiche connesse alle caratteristiche dell’albero) è il ricorso ai dispositivi meccanici di raccolta dall’albero. Circa il 60% dell’olio prodotto è del tipo “lampante”, mentre il 20-30% rientra nella categoria “vergine” e solo il 10-15% può classificarsi olio “extravergine”, proveniente cioè dalle partite di olive raccolte tempestivamente con gli scuotitori e inviate immediatamente ai frantoi per la trasformazione [3]. Le cultivar maggiormente diffuse nel territorio calabrese si possono essenzialmente raggruppare in tre varietà: • Ottobratica; • Sinopolese; • Carolea. Queste, nell’insieme, rappresentano il 76% del patrimonio olivicolo della regione (Fig. 1) [12]. Le cultivar Sinopolese e Ottobratica, esclusivamente da olio, sono caratterizzate da alberi a portamento maestoso che raggiungono notevoli altezze anche superiori ai 20 m. I frutti sono di piccole dimensioni: il peso medio è compreso tra 1,8÷1,5 g ed hanno maturazione notevolmente scalare. La produzione è caratterizzata da una spiccata alternanza tra le annate di “carica” e di “scarica”. Entrambe le cultivar moPerito Agrario 1/2008 Fig. 1 Incidenza percentuale delle cultivar di olivo presenti in Calabria strano una elevata resistenza alle avversità climatiche, anche se l’Ottobratica mostra una maggiore rusticità. La Carolea, pianta di media statura, è invece una cultivar a duplice attitudine (olio/mensa). Il frutto è di dimensioni più grandi, ha un peso medio di 4,7 g, e la maturazione non è eccessivamente scalare rispetto alle cultivar precedenti. La produzione, sebbene alternata, è anch’es- sa meno accentuata. Resiste bene al freddo, ma meno al cicloconio ed alla mosca. Metodologia applicata Allo scopo di individuare un sistema di tracciabilità di filiera che si possa adattare al complesso ambiente olivicolo sono state individuate, attraverso un’indagine territoriale, due 9 SICUREZZA ALIMENTARE Tab. 2 Caratteristiche delle aziende esaminate AZIENDA A B Località San Giorgio Morgeto (RC) Delianuova (RC) Superficie olivetata [ha] 100 8 Giacitura terreno Pianeggiante Parte declive Parte terrazzato Carolea Varietà presenti Sinopolese Ottobratica Sesto di impianto [m] 6x6 278 100 Modalità di raccolta Scuotitore + rete Scuotitore + rete Contenitori movimentazione olive Cassette, pallets, bins Cassette, sacchi Densità di impianto[piante/ha] aziende olivicole calabresi ampiamente rappresentative: • l’azienda agricola (olivicola olearia) F.lli Fazari (A); • l’azienda olivicola Frisina (B). Le due aziende (tab. 2) mostrano condizioni abbastanza diffuse sul territorio nel quale coesistono realtà caratterizzate da una gestione moderna dell’oliveto, sesti di impianto regolari, piante di dimensioni contenute (azienda A) (fig. 2 e 3), e notevoli quantità di piccole aziende di tipo tradizionale a conduzione familiare, con alberi secolari e di grandi dimensioni, con ridotti margini di investimento (azienda B) (fig. 4). Il corretto uso dei sistemi di tracciabilità applicati nel comparto olivicolo può dunque comportare diversi vantaggi sia per le aziende che per i consumatori.Tali vantaggi, riportati nella tabella 3 a pagina seguente, possono avere un duplice aspetto: aziendale, in quanto migliorano sia l’assetto organizzativo interno (maggiore attenzione attraverso il monitoraggio ed assunzione di responsabilità da parte degli addetti ai differenti processi dell’intera filiera), ed esterno (maggiore competitività sul mercato con un prodotto in grado di soddisfare le esigenze del consumatore in termini di qualità e sicurezza) [6]. Nella situazione presa in esame appare chiaro che un processo di trac- 10 10x10 ciabilità nel comparto olivicolo per diffondersi deve rispondere ad alcuni criteri; in particolare deve essere: a) di semplice applicabilità, il livello di istruzione degli operatori sovente è di media cultura; b) economico, la propensione agli investimenti è limitata a causa della bassa redditività; c) efficace, deve consentire di individuare tempestivamente il prodotto che eventualmente deve essere ritirato dal mercato come richiesto dal citato regolamento. Lo studio ha analizzato il percorso produttivo delle due realtà esaminate, individuando i fattori che interessano dalla gestione dell’oliveto, con particolare riguardo ai tempi ed alle modalità di esecuzione delle diverse operazioni, fino alla stadio di raccolta dei frutti e alla loro consegna in frantoio. A tal fine, è stata messa a punto una metodologia di ripartizione degli appezzamenti di ciascuna azienda olivicola in lotti (o particelle) identificabili e di dimensioni omogenee; tale suddivisione è stata effettuata tenendo conto della capacità di lavoro giornaliera dei cantieri di raccolta, in modo da individuare la provenienza di ciascuna partita di frutti. Si è proceduto, pertanto, alla raccolta dati, alla progettazione ed all’implementazione di un software che soddisfi principalmente due requisi- ti: documentabilità e riscontrabilità. Il primo requisito è stato attuato attraverso la descrizione puntuale delle modalità operative del processo produttivo e dei sistemi di controllo. Il secondo è stato assolto attraverso la registrazione, su apposita modulistica, delle attività effettuate, degli esiti e delle responsabilità. Rispettando tali parametri è possibile ottenere una tracciabilità completa delle operazioni e dei trattamenti subiti dal prodotto nelle diverse fasi di lavorazione (fig. 5). Le informazioni che accompagnano il prodotto fino al consumo sono fornite nel rispetto della normativa vigente (Reg. 178/2002) con diverso grado di dettaglio [13]. Fig. 2 Azienda “A” impianto di Carola Fig. 3 Azienda “A” impianto di Ottobratica Fig. 4 Azienda “B” impianto di Sinopolese Perito Agrario 1/2008 SICUREZZA ALIMENTARE Tab. 3 Principali vantaggi per le imprese olivicole e per i consumatori di olio Va n t a ggi P er l’im p r esa olivicola P er il con su m a t or e d i olio 〈˚˚˚ monitoraggio processi/prodotti; 〈˚˚˚ riduzione dei tempi, degli errori e degli scarti (efficienza §˚˚˚ Interni §˚˚˚ Esterni 〈˚˚˚ riduzione dei reclami dei clienti; 〈˚˚˚ maggiore responsabilizzazione; 〈˚˚˚ maggiore profitto. 〈˚˚˚ maggiori informazioni sul prodotto che si sta acquistando (maggiore fiducia); 〈˚˚˚ consapevolezza che il prodotto in oggetto più sicuro; 〈˚˚˚ garanzia di qualità t ; 〈˚˚˚ maggiore garanzia di qualità. 〈˚˚˚ miglioramento dell'l immagine; 〈˚˚˚ maggiore competitività commerciale sul lavoro; 〈˚˚˚ fidelizzazione del consumatore. Per ogni fase di lavorazione è stata inoltre predisposta una scheda di rilevamento dati con le indicazioni di tutti gli elementi necessari a caratterizzarla. In tabella 4, a pagina 12, è riportato un esempio di scheda relativa agli interventi fitosanitari. Per ogni scheda di rilevamento (ai sensi del Reg. 178/2002) sono state previste le voci corrispondenti a due figure professionali, il “soggetto” che esegue la specifica operazione ed il “responsabile”; queste due figure, soprattutto nelle piccole aziende, possono anche coincidere. Risultati e discussione Le schede di rilevamento permettono di avere sia una visione globale di tutto il processo produttivo che di entrare nello specifico delle singole operazioni, mettendo in luce eventuali procedure errate negli interventi eseguiti. Ad esempio, prima di procedere alla fase di raccolta dei frutti è opportuno verificare che siano rispettati i tempi di sicurezza relativi ai trattamenti chimici, ove presenti, secondo la logica schematizzata nella pagina seguente (Fig. 6). Il programma informatico si basa su parametri modificabili; si propone di garantire l’integrità dei dati inseriti anche a fronte di operazioni non corrette da parte dell’utente. Il software, che può essere utilizzato anche da persone che hanno poca dimestichezza con il computer, prevede l’installazione condivisa su piccole reti locali in ambiente Windows: la base dati è strutturata su un formato fa- cilmente interrogabile ed esportabile in altri formati verso altri database eventualmente deputati alla raccolta di informazioni da elaborare o da pubblicare in web. Tale software prevede per ogni schermata, o sua sezione particolarmente articolata, una guida contestuale. Per la stessa sono proposti un apposito programma di inserimento, aggiornamento e modifica (il cui accesso è riservato all’amministratore) e una tabella contenente i campi fruibili da parte dell’utente con propri appunti o note operative. L’implementazione permette di monitorare tutti i processi di lavorazione e produzione e di poterne dunque acquisire i dati (input) relativi al comparto olivicolo in esame, con la possibilità di realizzazione (output) di sistemi di etichettatura inno- Anagrafica delle aziende Appezzamenti Immissione DATI Trattamenti Esci dal DATABASE Raccolta Fig. 5 Pannello di controllo del software Perito Agrario 1/2008 11 SICUREZZA ALIMENTARE Fig. 6 Schema dei trattamenti antiparassitari implementato nelle aziende campione vativi (etichette a lettura ottica) che consentano all’utilizzatore di ottenere informazioni esaustive riguardo la provenienza del prodotto in oggetto. Nel diagramma a blocchi successivo (fig. 7) è rappresentato uno schema del software relativamente alle fasi di acquisizione dati (input dati) e di realizzazione dati (output dati). Il fornitore/operatore ha la possibilità di analizzare i propri processi produttivi e gestirli in funzione delle diverse filiere in cui opera, verificando eventuali problematiche in modo organico ed esaustivo. Terminata la fase di caricamento dati nelle varie voci del menu del software (Anagrafe, Appezzamenti, Trattamenti, Raccolta) lo stesso elabora un codice a barre di 14 cifre che racchiude tutte le informazioni riguardanti l’azienda, la provenienza del lotto, le date di raccolta e di lavorazioni colturali, il frantoio di lavorazione ecc. Tab. 4 Scheda tipo degli interventi fitosanitari utilizzata per la raccolta dati INTERVENTI FITOSANITARI (periodo 2004-2005) Data intervento Awersità e motivo dell'applicazione Nome commerciale prodotto utilizzato P r i n c i p o a tti v o Tempo di sicurezza Dose impiegata Volume di miscela impiegato [gg] [g/h I] [l/ha] 20 150 1500 Mezzo impiegato O p e r a to r e R e s po n s a bile atomizz. Marco Rossi Marco Rossi Francesco Bianchi Marco Rossi Antonio Neri Marco Rossi Francesco Bianchi Marco Rossi Francesco Bianchi Marco Rossi Marco Rossi Marco Rossi Antonio Neri Marco Rossi Mosca dell'olivo 2 1 -0 7 -2 0 0 4 P e rfe c tion D ime toa to (Bractocera oleae) Mosca dell'olivo Perfection Dimetoato 20 150 1500 atomizz. (Bractocera oleae) Lebacid Femtion 28 100 1500 atomizz. Perfection Dimetoato 20 Decis. D Deftametrina 20 Coprantol Ultra micron Idrossido di rame 13/092004 Mosca dell'olivo 4-10-2004 (Bractocera oleae) Occhio di pavone (Spilocea oleagnea) 150 50 Occhio di pavone 18-03-2005 (Spilocea oleagnea) Lebbra (Colletotricum gloesporoides) 7-07-2005 Lebbra (Colletotricum gloesporoides) 1-08-2005 Mosca dell'olivo (Bractocera oleae) Mosca dell'olivo 4-10-2005 12 (Bractocera oleae) 1500 1500 20 Coprantol Ultra micron Lebacid Lebacid Coprantol Ultra micron Idrossido di rame Femtion Femtion Idrossido di rame 20 28 28 20 atomizz. atomizz. atomizz. 200 Occhio di pavone (Spilocea oleatjnea) 1500 1500 atomizz. 1500 atomizz. 200 100 100 200 1500 atomizz. 1500 atomizz. 1500 atomizz. 1500 1500 atomizz. atomizz. Perito Agrario 1/2008 SICUREZZA ALIMENTARE Fig. 7 Schema del software relativamente alle fasi di input dati e di output dati Questo codice a barre permette una veloce lettura e l’acquisizione dei dati mediante una pistola laser a scansione ottica [14]. Il programma può essere utilizzato anche su stazioni singole e prevede l’installazione condivisa in rete in ambiente Windows. La base dati, strutturata su formato facilmente interrogabile, è esportabile verso altri database deputati alla raccolta di informazioni da elaborare, da stampare o da pubblicare in web, aggiornati in tempo reale. L’attività di ricerca si inserisce nell’ambito di iniziative volte ad offrire Perito Agrario 1/2008 un fattivo contributo alle aziende olivicole per lo sviluppo di sistemi per la tracciabilità delle loro produzioni. La corretta applicazione di sistemi per la tracciabilità di filiera pone per gli operatori del settore, in particolare per gli agricoltori, delle problematiche. In primo luogo va registrata una scarsa informazione o comunque non sufficientemente incisiva tesa ad indicare il percorso da seguire. Ne deriva una certa perplessità da parte dei produttori che intravedono nella tracciabilità delle loro produzioni una fonte di ulteriori con- trolli nonché causa di costi aggiuntivi [7]. A ciò vanno aggiunte le difficoltà tecniche per l’applicazione. Pertanto l’attività di ricerca è diretta, sia nel garantire che i produttori recepiscano in modo puntuale tutte le informazioni utili, sia nel fornire gli strumenti e le linee guida necessarie per applicare correttamente il sistema proposto. La realizzazione di un software di facile gestione e di immediato uso si inserisce in tale ambito nell’intento di semplificare la gestione dei dati sui processi produttivi della filiera. Il sistema permette il controllo di tutte le fasi del processo produttivo, uno scambio e una verifica dei dati in tempo reale e la possibilità di indirizzare, previo utilizzo del codice a barre, all’arrivo in frantoio le partite dei frutti raccolti dai diversi lotti (particelle) [8]. Infatti ciascuna partita è contraddistinta da un’apposita etichetta riportante “il percorso produttivo” delle olive (modalità e tempi delle operazioni colturali, della raccolta e del trasporto). Questo codice a barre permette una veloce lettura ed acquisizione dati mediante pistola laser a scansione ottica, come quella indicata in figura 8 [11]. I lettori per i codici a barre emulano la funzione “tastiera”: una volta decifrato il barcode “inviano” la stringa letta nella posizione corrente del cursore generando automaticamente il dato [14]. Conclusioni La sicurezza alimentare passa attraverso una maggiore trasparenza sulla storia dei prodotti che finiscono sulle tavole dei consumatori [9]. Tutte le imprese del settore agroalimentare che concorrono alla messa in commercio di alimenti e alla formazione di una filiera produttiva dovrebbero, al proprio interno, sviluppare ed or- 13 SICUREZZA ALIMENTARE Fig. 8 Pistola laser a scansione ottica utilizzata per la lettura del codice a barre ganizzare un proprio sistema di tracciabilità aziendale per fornire ogni garanzia in merito (soprattutto al fine di isolare prodotti eventualmente difettosi) circoscrivendo ogni potenziale rischio per la salute del consumatore e garantendo un ritorno di immagine all’azienda [10]. Il settore olivicolo calabrese necessita di investimenti sulla sicurezza e sulla qualità delle sue produzioni. L’adozione di sistemi di tracciabilità e rintracciabilità può permettere, nelle modalità corrette, il rilancio del prodotto. Lo strumento informatico, opportunamente utilizzato e implementato, dovrebbe poter centrare obiettivi di qualità, sicurezza e rilancio del prodotto. Dalla ottimizzazione della gestione delle diverse attività, è possibile infatti recuperare le informazioni relative ai lotti di produzione avendo traccia di tutte le fasi del processo e fornendo dati aggiornati relativi ad inventari, processi in corso, rese, ecc, pianificando la produzione e gestendo ogni singola operazione. In sintesi: Il software proposto consente il ri- 14 conoscimento univoco di ciascun lotto, rendendo visibile la composizione, i riferimenti sulla provenienza delle materie prime e i dettagli di produzione. Lo studio prevede inoltre di analizzare i percorsi successivi che riguardano la trasformazione delle olive in frantoio, l’ottenimento dell’olio e la sua commercializzazione (in questo caso saranno previste apposite schede per rilevare i parametri che identificano la qualità della materia prima e del prodotto finale). La tracciabilità, pertanto, attraverso la corretta applicazione del sistema in ogni fase del processo della filiera olivicola, può garantire trasparenza alle produzioni, portando vantaggi in termini di razionalizzazione dei processi, risparmio e garanzia di qualità. Gli autori hanno contribuito in maniera paritetica alla realizzazione del presente lavoro. Biblgiografia [1] - Zimbalatti G.,Abenavoli L.M., Olivicoltura e industria olearia in Calabria, rivista di Ingegneria Agraria, quaderno n°17, Trapani 20 - 23 giugno 1995. [2] - Istat. V Censimento Agricoltura 2000. [3] - Gulisano G., Marcianò C., Principali caratteri economici del comparto olivicolo-oleario in Calabria, Opuscolo ARSSA - “Sistemi e metodi per la valorizzazione ai fini agricoli dei residui delle industrie agroalimentari nel meridione d’Italia” -, dicembre 2001. [4] - Regolamento (CE) n° 178/2002, Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee del 28 gennaio 2002. [5] - La rintracciabilità di filiera nel settore agroalimentare, Terra e Vita n° 25 anno 2002. [6] - Traceability working group: advancements acquired and activities carried out, Session 3, Club of Bologna, volume n. 14, 16-17 novembre 2003. [7] - Tracciabilità, fondi per avviare studi e modelli operativi,Terra e Vita n° 35 anno 2004. [8] - Tracciabilità nelle filiere agroalimentari, Terra e Vita n° 41 anno 2004. [9] - Trasparenza e sicurezza dalla rintracciabilità volontaria, Terra e Vita n° 6 anno 2005. [10] - Porceddu P.R., Babucci V., Un modello di rintracciabilità per la filiera orticola, estratto convegno AIIA, Catania 27-30 giugno 2005. [11] - Tracciabilità di filiera a garanzia delle produzioni agroalimentare, Unioncamare (Unione Italiana delle Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura. [12] - Abenavoli L.M., Sciarrone G., La tracciabilità di filiera: Un’opportunità per l’olivicoltura, IV Convegno AISSA: Qualità e sostenibilità delle produzioni agrarie, alimentari e forestali; Mosciano Sant’Angelo (TE), 5-6 dicembre 2006. [13] - Sciarrone G.,Abenavoli L.M., Proto A.R., Implementazione di un sistema di tracciabilità nella filiera olivicola: prime applicazioni, IV Convegno AISSA: Qualità e sostenibilità delle produzioni agrarie, alimentari e forestali; Mosciano Sant’Angelo (TE), 5-6 dicembre 2006. [14] - http://www.snapweb.it. Perito Agrario 1/2008 CERTIFICAZIONE La nuova Norma Iso 22000 Sistemi di Gestione per la Sicurezza Alimentare e l’integrazione con i requisiti richiesti dalla Gdo Internazionale (ifs, brc) Centro Convegni Palazzetto delle Carte Geografiche Roma - 16 febbraio 2008 di Paolo Vigato atrocinato dal CNPA si è tenuto il seminario per illustrare i punti chiave della nuova norma ISO 22000 “Food safety management systems - Requirements”, lo standard volontario che ha l’obiettivo di armonizzare i differenti standard specifici riguardanti la sicurezza alimentare. In particolare è stato dato ampio spazio all’integrazione tra questa recente norma e la più conosciuta e diffusa norma ISO 9001 così come alle sinergie con gli schemi messi a punto dalla Grande Distribuzione Organizzata (BRC, IFS). Ha aperto i lavori Andrea Bottaro, Presidente del CNPA ricordando come, grazie al verificarsi di situazioni a rischio salute, anche se minimo per l’incolumità del consumatore, quali mucca pazza, Blue tongue, influenza aviaria ed altre, il patto tra consumatore e produttore si sia rotto. Per ristabilire l’equilibrio nel rapporto è necessario che si ricostruisca la fiducia ormai persa e questo è possibile solo tramite le garanzie che si devono dare alla qualità del prodotto. I Periti Agrari possiedono la professionalità e le competenze sia per favorire le produzioni che per certifi- P Perito Agrario 1/2008 D’Adda, Marras, Bottaro, Amoruso carle e questo, nella fase che precede l’attuarsi della Zona di Libero Scambio (ZLS 2010) è un formidabile passe-partout che vede la richiesta di professionalità soprattutto da parte di quei Paesi che, intendendo esportare prodotti agricoli nei Paesi del Mediterraneo, devono rendere conto alla legislazione locale in tema di qualità degli alimenti. Ed allora, conclude Bottaro, il Perito Agrario, potendo fornire tale professionalità, si pone come cerniera tra la produzione e la commercializzazione dei prodotti di qualità. Nell’ultimo Congresso Internazionale, ricorda Bottaro, dai rapporti bilaterali avuti con i Paesi rivieraschi, e particolarmente con la Tunisia, è emersa prepotente questa esigenza di aggiornamento professionale su queste tematiche: qualità e certificazione. E la Categoria ha risposto garantendo la massima collaborazione creando così le condizioni di partenariato professionale. Ha preso la parola il Dr. Paolo Marras - Responsabile Certiquality ROMA che ha trattato il tema “Lo stato della certificazione nel settore agroalimentare in Italia” evidenziando come i pilastri della politica della sicurezza alimentare passino: 1) dal controllo del prodotto – al controllo del processo; 2) dalla garanzia del prodotto – alla garanzia della filiera; 3) dalla comunicazione commerciale all’informazione al consumatore. 15 CERTIFICAZIONE L’approccio alla sicurezza richiede un quadro normativo basato su un approccio tecnico-scientifico autorevole (Risk Assessment), un sistema di controlli chiari ed efficaci ma soprattutto un coinvolgimento consapevole di tutta la filiera alimentare dall’agricoltura alla distribuzione. I risultati dei lavori devono essere portati come corretta informazione ai consumatori. La sicurezza alimentare è un pre-requisito per immettere sul mercato materie prime, ingredienti ed alimenti ma l’impresa vincente deve saper coniugare sicurezza con qualità ma anche capacità innovativa e rispetto dell’ambiente. Il settore è sollecitato all’applicazione di numerose norme che presentano molti elementi e requisiti in comune. A settembre 2005 è stata pubblicata da ISO la versione definitiva della nuova norma ISO 22000 "FOOD SAFETY MANAGEMENT SYSTEMS - REQUIREMENTS FOR ANY ORGANIZATION IN THE FOOD CHAIN“, con l’obiettivo di garantire la sicurezza alimenta- 16 re in tutta la filiera dimostrando la capacità di identificare e controllare i pericoli per il consumatore. In conclusione il Dr. Marras ha evidenziato come la sicurezza alimentare sia un pre-requisito per immettere materie prime, ingredienti e alimenti sui mercati. Innovazione, Qualità e Sicurezza alimentare sono aspetti strettamente correlati tra loro per ottenere i risultati di qualità che il consumatore vuole. Per ottenere questi risultati il sistema agroindustriale italiano ha imboccato decisamente la strada virtuosa dei comportamenti volontari attraverso la crescente diffusione di rintracciabilità di filiera, sistemi di gestione qualità, ambiente e sicurezza e certificazione di prodotto. Ma occorre fare sempre di più perché la qualità richiede sempre più attenzione. La Dr.ssa Isabella D’Adda - Area Certificazione di Prodotto - Certiquality –ha trattato il tema “La nuova norma ISO 22000, e l’integrazione con gli schemi BRC, IFS”. Nel ribadire che la sfida alimentare è l’insieme di più azioni sinergiche quali il competere sulla qualità concentrandosi sui prodotti a maggiore valore aggiunto, crescere sui mercati esteri, ritiene che riconquistare la fiducia dei consumatori passi attraverso la coincidenza tra quantità e qualità degli alimenti. Un metodo per pervenire a questo è stimolare l’autocontrollo e agevolare Platea Perito Agrario 1/2008 CERTIFICAZIONE L’evoluzione del settore alimentare e del settore della certificazione 1997 D.Lgs 155/97 EUREPGAP 1998 BRC 1999 UNI 10854 2000 Libro Bianco UNI EN ISO 9001 – IFS 2001 Direttiva CE 2001/95 UNI 10939 2002 Reg. 178/02 UNI 11020 2003 Direttiva CE 2003/89 Reg. 1829-1830/03 2004 Pacchetto Igiene (Reg. 852-853-854-882/04) 2005 Reg 2073/05 ISO 22000 2006 Entra in vigore Pacchetto Igiene Entra in vigore ISO 22000 2007 Vers. 5 IFS – Vers. 3 EUREP 2008 Vers. 5 BRC – ISO22005 ed uniformare il controllo da parte degli enti terzi. Per vincere la sfida alimentare occorre anche rassicurare l’opinione pubblica e contemporaneamente evitare la perdita d’identità delle produzioni per trovare nuovi sbocchi in un mercato globale. È anche necessario istruire il consumatore affinché individui quei segnali che gli permetteranno di riconoscere le differenze qualitative tra vari prodotti, richiedere esplicitamente una maggiore trasparenza e convincere della veridicità di ciò che si afferma. Per risolvere la sfida occorre rispondere a quello che vuole il Consumatore: • La storia del prodotto (“rintracciabilità”). • La certezza del rispetto delle regole da parte delle parti coinvolte nel processo produttivo (“da parte di tutti gli attori della filiera”). • La tranquillità del controllo igienico-sanitario. • Il controllo delle attività precedenti all’acquisto, da parte di chi gli distribuisce il prodotto. • La garanzia di veridicità delle affermazioni di sicurezza che gli giungono da parte della distribuzione. Perito Agrario 1/2008 Chiude l’intervento ribadendo che per l’applicazione delle norme, molte e complesse, è necessaria una specifica professionalità che si può trovare nella Categoria dei Periti Agrari. È seguita, da parte del Per.Agr. Franco Amoroso, la Presentazione del software gestionale prodotto da Ausilia che ha evidenziato come tutti i Sistemi di Gestione Aziendale che sfociano nella richiesta di certificazione di prodotto e/o di processo devono necessariamente rispondere a requisiti di tracciabilità, gestione documentale, ed archiviazione. Requisiti che spesso risultano essere fonti di difficoltà gestionale all’interno delle singole organizzazioni, nonché di scoraggiamento da parte delle aziende ad intraprendere l’iter certificativo. L’intuizione di Ausilia è stata quella di pensare un Software innovativo, presentato nel corso del convegno, in grado di offrire sostegno alle diverse organizzazioni, più o meno complesse, al fine di sostenerle e guidarle alla certificazione di prodotto/processo. Il tutto su una piattaforma tecnologica che si serve della semplice connessione internet attraverso cui poter dar corso in modo veloce ed efficace alla gestione documentale, alla implementazione delle procedure di Sistema e alla gestione, in modalità FAD (Formazione A Distanza), delle attività formative richieste. La tecnologia del software Ausilia non solo consente ai singoli operatori di accedere, con una semplice connessione web, alla piattaforma per la gestione di quanto esposto, ma esso è strutturato in modo da consentire ad Ausilia, attraverso i suoi tecnici, di poter “guidare” gli stessi utilizzatori del software, qualora vi fossero difficoltà, garantendo sia assistenza in loco sia a distanza, nell’ottica di un elevato livello di comunicazione, idoneo alle finalità indicate. Il livello comunicativo infatti è di tipo bi-direzionale; non solo vi è una gestione documentale in entrata ma è anche possibile immettere annotazioni, modifiche e informazioni inerenti l’azienda che consentono una virtualizzazione della realtà aziendale. Avendo un quadro ampio e strutturato della realtà aziendale, Ausilia è in grado di fornire assistenza a 360 gradi sulle problematiche inerenti: Sicurezza, Sorveglianza Sanitaria, implementazione di Sistemi di Gestione Aziendale, Certificazione di prodotto, nonché anche un servizio di archiviazione documentale, nel caso si disponga già di documenti elaborati, al fine di consentire al consulente, utilizzatore del software Ausilia, di averli a disposizione e gestirli in tempo reale e in qualsiasi luogo egli si trovi a fornire assistenza ai propri clienti. Al termine dell’incontro è stata distribuita la versione aggiornata del CD “La Certificazione Certiquality nel settore alimentare per i sistemi di gestione aziendale, i prodotti e le filiere” contenente le descrizioni dettagliate di tutte le principali normative di riferimento e Linee Guida per la rintracciabilità di filiera. 17 MECCANIZZAZIONE Prove di diradamento meccanico in frutteti biologici e convenzionali di Alberto Dorigoni, Nicola Dallabetta, Ivan Piffer, Paolo Lezzer, Franco Micheli1 Fig. 1 Macchina in funzione a 10 km/h su Red Delicious spur in val di Non: è necessario posizionare frontalmente la macchina per una migliore visibilità del lavoro Introduzione a tecnica del D.M. si basa sull’asportazione meccanica di parte dei fiori ad uno stadio fenologico di poco antecedente la piena fioritura, mediante delle fruste in materiale plastico posizionate su un rotore verticale di altezza di 2-3 metri, portato anteriormente alla trattrice (Fig. 1). All’azione puramente meccanica si somma una successiva colatura dei fiori/frutticini in seguito allo stress provocato e più in generale al mu- L 1 tato quadro ormonale dell’albero. Le prime esperienze avevano purtroppo evidenziato un’azione diradante confinata alla periferia della pianta e danni su vegetazione e corteccia. Per questi motivi i ricercatori di Laimburg, (M. Strimmer et al., 1997), dopo le prime prove effettuate in coltura biologica, avevano in parte scartato la tecnica nonostante i positivi risultati sull’alternanza e sulla qualità della produzione alla raccolta. L’attuale diffusione del dirado meccanico Il D.M. è nato in Germania nel Bodensee circa quindici anni fa dall’intuizione di Hermann Gessler, un frutticoltore biologico di Friedrichshafen. Già nel 1995 sono state effettuate le prime prove in Svizzera, l’anno successivo in Alto Adige a Laimburg. Attualmente il D.M. è visto con interesse dal settore del biologico, mentre fino ad oggi è stato piuttosto trascurato dagli specialisti del diradamento chimico, che hanno Unità Frutticoltura e Conservazione Centro Sperimentale Istituto Agrario S. Michele all’Adige (TN) Perito Agrario 1/2008 21 MECCANIZZAZIONE concentrato la loro attività sulla messa a punto di nuovi principi attivi, quali benziladenina ethephon e ammonio tio solfato (ATS). Inoltre nella frutticoltura convenzionale italiana, abituata ad un’ampia disponibilità di prodotti per il diradamento, esiste spesso una barriera di tipo psicologico nei confronti delle operazioni meccaniche, compreso il diradamento. Il principale limite, vale a dire i danni causati alla vegetazione, è stato in buona parte superato adeguando la velocità di avanzamento e di rotazione delle fruste, come dimostrato da recenti lavori in Svizzera (F. P. Weibel et al. 2006) che riportano di danni trascurabili. In Alto Adige esistono delle aziende sia biologiche che convenzionali che lo applicano con successo. In Germania, dove il ritiro del diradante carbaryl è avvenuto da circa 10 anni, il dirado meccanico è una realtà abbastanza diffusa nell’areale del Bodensee, sia nel biologico che nel convenzionale. Potenziali vantaggi rispetto al diradamento chimico Sono numerosi e tali da renderlo appetibile non solo per la frutticoltura biologica, ma anche per quella convenzionale o integrata. • Azione indipendente dalla cultivar: il frutticoltore sa bene che ogni varietà richiede un programma di diradamento chimico assolutamente specifico al punto che la deriva di al- cuni p.a., come amide dell’acido naftalenacetico applicato su Golden, può danneggiare varietà come Red Delicious. • Efficacia indipendente dalle condizioni meteorologiche. Invece quando si applicano fitoregolatori a diradanti spesso non ci sono le condizioni ideali di temperatura e umidità. Inoltre “ogni annata è a sé”, vale a dire che l’andamento meteo prima, durante e dopo i trattamenti ha un peso determinante sul risultato. • Attività poco dipendente dalle condizioni fisiologiche a differenza del diradamento chimico, che risente molto della carica nell’anno precedente, della vigoria, dell’esposizione, ecc. • Eccezionale precocità di intervento che a parità di diradamento, manuale o chimico, si traduce in un presumibile maggiore effetto sulla qualità dei frutti rimasti e sulla messa a fiore. • Velocità di esecuzione dell’ordine di 1 ora/ha, paragonabile al tempo necessario per un intervento chimico. • Basso costo. In effetti il frutticoltore è finora abituato a p.a. diradanti come carbaryl e NAD che hanno un costo/ha rispettivamente di circa 10 e 30 euro, ma dovrà dal 2009 adattarsi ad usare anche altre molecole facendo lievitare il costo per la regolazione chimica della carica su valori superiori ai 200 euro per ettaro. • Visibilità immediata del risultato. L’operatore può valutare da subito l’effetto meccanico sui fiori (non quello, secondario, conseguente allo shock) e di conseguenza adattare velocità di avanzamento e di rotazio- ne, mentre col diradamento chimico l’azione di cascola compare dai 10 ai 20 giorni dopo il trattamento. • Possibilità di completare la regolazione della carica con il mezzo chimico sia in piena fioritura, rispettando le necessità del biologico che può impiegare solo il polisolfuro, o nel caso della frutticoltura integrata, nel periodo classico del diradamento convenzionale, vale a dire con p.a. come NAA e BA, tra 8 e 14 mm di diametro dei frutticini. Infine i frutticoltori che utilizzano questa tecnica da anni segnalano un effetto, da verificare sperimentalmente, di stimolo della vegetazione su impianti giovani: ciò sarebbe dovuto alla rimozione precocemente dei fiori, che andrebbe a indirizzare le energie dell’albero sulla formazione scheletrica. Principali limiti • La forma di allevamento e la potatura lunga di molti impianti di melo allevati a fusetto, danno origine a filari troppo larghi, spesso con la presenza di una robusta impalcatura di base che ostacola il lavoro di “spazzolatura” dei filari e rischia di operare una selezione alla rovescia, eliminando i fiori più esterni e rispettando quelli nella parte più ombreggiata dell’albero, a scapito della qualità della produzione. • La mancanza di selettività sul fiore centrale è sicuramente un handicap del mezzo meccanico che, a differenza dei p.a. diradanti di postfioritura, non è in grado di potenziare il pro- Le prove di diradamento meccanico nel 2007 Azienda Espen Località Conduzione Cultivar/ portinnesto allevamento Romagnano biologico (V. Adige) Chini Vervò biologico (V. Non) Maso delle Mezzolombardo convenzionale (V. Adige) Part 22 Golden/ M9 Fuji/ M9 Red Chief/ M26 Forma allevamento Sesto impianto Altezza alberi Adattabilità Data al diradamento esecuzione meccanico fusetto 3.5x1.0m >4,5 m insufficiente 11/04/2007 fusetto molto espanso fusetto 3.5x1.0m 3,5 m sufficiente 18/04/2007 3.5x0.7m 3m buona 11/04/2007 Perito Agrario 1/2008 MECCANIZZAZIONE cesso naturale di autoselezione che la pianta mette in atto naturalmente, scartando i frutticini più deboli e rispettando quelli più forti e meglio impollinati. • L’eventuale presenza nell’impianto antigrandine di cavi trasversali più bassi di 3 metri può costituire una barriera all’uso della macchina, anche se questa è disponibile con diverse altezze di lavoro, da 2 a 3 m per adattarsi alle esigenze del frutteto. • Possibili danni alla frutta: se l’operazione è eseguita poco dopo la piena fioritura, a fecondazione avvenuta, può danneggiare l’ovario e dar luogo a frutti malformati, persistenti. • Possibili danni alla vegetazione, normalmente legati ad una esecuzione non adeguata che riguarda la velocità di avanzamento e di rotazione ma anche lo stadio fenologico. • Gli ostacoli di ordine psicologico sono probabilmente un deterrente da non sottovalutare per un settore, quello frutticolo, abituato ad un grande uso della manodopera e del mezzo chimico ma poco avvezzo alla meccanizzazione. Si aggiunga che la vista di una pioggia di petali ha un impatto maggiore della lenta cascola conseguente al diradamento chimico. Le Prove sperimentali nel 2007 presso l’U. Fru IASMA Sono state realizzate su alberi in piena produzione e con abbondante fioritura, in val d’Adige e in val di Non presso: • l’azienda biologica Chini a Vervò in val di Non (Fuji); • l’azienda convenzionale sperimentale Maso delle Part, a Mezzolombardo in val d’Adige (Red Delicious spur); • l’azienda biologica Espen a Romagnano in val d'Adige (Golden). Data la mancanza di esperienza specifica del personale dell’Unità Frutticoltura, la conduzione della Perito Agrario 1/2008 macchina per il diradamento meccanico, una Darwin 250, è stata affidata alla Ditta AGRI.COM Service di Mezzolombardo, proprietaria della macchina, che ha messo a disposizione anche una trattrice reversibile per poter meglio eseguire il trattamento (foto a pagina 21). - Velocità di avanzamento: 9-10 km/h - Velocità di rotazione: da 250 a 320 giri/min - Stadio fenologico al momento dell’intervento meccanico: piena fioritura. Il testimone a confronto è rappresentato dall’assenza di ogni tipo di intervento diradante, sia chimico che manuale.A Vervò è stata inserita anche una tesi classica del biologico, vale a dire il doppio trattamento a base di polisolfuro di calcio in piena fioritura. Rilievi sugli alberi in prova: • Allegagione: frutti allegati (%) / mazzetti a fiore • Rilievi quanti-qualitativi: • numero frutti per albero; • di ogni frutto è stato misurato: - diametro (mm), - peso (g), - colore di fondo, - % estensione sovracolore rosso o faccetta, - forma (altezza/diametro). • Misura della sezione del tronco degli alberi alla raccolta (cm2). • Ritorno a fiore, da eseguire nella primavera 2008: gemme a fiore / (gemme a fiore + gemme a legno). • Schema adottato: blocchi randomizzati. • Analisi statistica:ANOVA e test di Duncan. L’analisi economica del valore della produzione per ettaro si riferisce al mercato del convenzionale, con i prezzi applicati da una cooperativa di fondovalle per Red Chief di Maso delle Part e da Melinda per la prova su Fuji in Val di Non. In entrambe le prove la retribuzione è calcolata a partire dalla qualità mercantile alla raccolta misurata in calibratrice su tutti i frutti delle piante in prova. Parallelamente sono state eseguite delle dimostrazioni di campo dalla Ditta AGRI.COM Service presso altri privati, su Golden, Red Chief, Fuji in altre zone, a Mezzocorona, a Mollaro e a Vervò. Relativamente a queste prove, che sono peraltro risultate di notevole interesse, non sono stati fatti rilievi quali-quantitativi alla raccolta, in quanto è stato eseguito un intervento di diradamento a mano di rifinitura e quindi la qualità alla raccolta sarebbe risultata “falsata”. Gli stessi frutteti verranno comunque seguiti nella primavera 2008 per quanto riguarda la messa a fiore, un obiettivo molto importante ed indipendente dall’operazione di diradamento a mano eseguito. Risultati È apparso da subito evidente che la forma di allevamento e la potatura rivestono un importanza fondamentale nel permettere alla macchina di esplicare la sua azione di diradamento dei fiori su tutto lo spessore del filare in modo omogeneo. E’ da notare che i frutteti scelti per la prova non erano stati preventivamente adattati allo scopo con una potatura mirata ad eliminare i rami troppo ingombranti, specie nella direzione dell’interfilare. In particolare, mentre il frutteto di Red Chief, varietà spur a basso accrescimento, si presentava abbastanza idoneo come forma degli alberi, quello di Romagnano era inadeguato per l’altezza, superiore ai 4,5 metri, che non permetteva alla macchina di raggiungere la zona della pianta dove maggiormente era necessa- 23 MECCANIZZAZIONE rio ridurre il numero di fiori. Il frutteto di Vervò aveva pure caratteristiche poco idonee, legate al notevole spessore della parete, con rami di base di oltre 1,5 metri di lunghezza che entravano nell’interfilare ostacolando l’azione della macchina. Di fatto i rilievi di allegagione, di qualità e quantità delle produzioni sono proseguiti solo sui frutteti di Vervò e di Maso delle Part, mentre è stato abbandonata la prova nell’azienda di Romagnano. Non si sono visti danni preoccupanti sulla vegetazione. Per qualche giorno gli alberi hanno segnato un leggero shock in seguito all’azione meccanica, ma a distanza di 1-2 settimane il recupero è stato pressoché totale. L’azione diradante c’è stata, sia su Red Chief che su Fuji (Fig. 2 e 3), nonostante la parete fruttifera non fosse ideale all’azione della macchina. Si è notata la tendenza ad elimi- 24 nare maggiormente fiori dalla periferia dell’albero, lasciando a volte gruppi di frutti nella parte più interna, più difficile da raggiungere. Nonostante questi limiti gli effetti di una riduzione significativa dell’allegagione e del numero di mele per albero è apparso evidente, sia sulla dimensione, che sul colore dei frutti alla raccolta. In nessun caso, sia nelle 2 prove su cui sono stati eseguiti i rilievi, che in quelle dimostrative, si è osservato un sovradiradamento dei frutti. Nella prova su Fuji a Vervò è interessante notare che, a parità di numero di frutti nella tesi trattata con polisolfuro, la qualità in termini di pezzatura e di sovracolore rosso è risultata significativamente migliore con il diradamento meccanico. Nel caso di Red Chief, la rotazione maggiore delle fruste della Darwin, a 280 rpm non ha migliorato l’azione diradante rispetto a 256 rpm. La forte variabilità di fioritura in questo impianto ha fatto si che le differenze di allegagione, seppur evidenti, non risultassero significative da un punto di vista statistico. Se si prende in considerazione la produzione commerciale, vale a dire quella con oltre 70 mm di diametro, dal testimone al diradamento meccanico si è registrato un incremento del 27% in Red Chief di Maso delle Part e del 26% in Fuji di Vervò. Sulla base delle quantità e dei prezzi liquidati in funzione della qualità nel convenzionale la tesi diradata meccanicamente ha fatto registrare un incremento di PLV pari a 1500 euro rispetto al testimone, per Red Chief e di 3000 euro per Fuji, mentre la tesi trattata col polisolfuro, il cui calo di produzione non si è tradotto di fatto in un miglioramento significativo della qualità, ha addirittura ridotto il ricavo in Fuji (Tab. 1). Le notevoli differenze di PLV tra le due cultivar sono in buona parte dovute alla diversa provenienza, fondovalle e collina, poiché quest’ultima retribuisce anche le produzioni con diametro compreso tra 65 e 70 mm. Un aspetto di fondamentale importanza, su cui non ci si può per ora esprimere, è la messa a fiore nell’anno successivo all’intervento. Tab. 1 valore della produzione/ha Tesi Red Chief Testimone € 6.852 --2x polisolfuro dirado mecc. € 8.369 Fuji € 25.267 € 20.071 € 28.278 Potenziali sviluppi e applicazioni future nell’agricoltura biologica e in quella convenzionale del “dopo carbaryl”. Le prove condotte si riferiscono solo ad un anno per cui i risultati sono ovviamente parziali, ma allineati con le più recenti sperimentazioni in Europa. Per la frutticoltura biologica la tecnica del D.M. si propone senz’altro Perito Agrario 1/2008 MECCANIZZAZIONE Fig. 2 Prova di diradamento su Red Chief a Mezzolombardo, val d’Adige 200 ns P=0.010 P=0.055 P=0.001 A 180 AB 160 B 140 A 120 A 100 A A B 80 B carica ottimale 60 40 A 20 0 B B Allegagione (%) Kg/Pianta Numero Frutti Peso Medio Frutto (g) TESTIMONE 110 16.5 120 143 DIRADAMENTO MECCANICO a 257rpm 88 11.5 69 175 DIRADAMENTO MECCANICO a 280rpm 84 12.9 80 166 Fig. 3 Prova di diradamento su Fuji a Vervo, val di Non 200 P<0.01 P<0.01 P<0.01 P<0.01 180 P<0.01 A B AB 160 B 140 120 B 100 A carica ottimale 80 A A B B B B 60 40 A B 20 0 TESTIMONE 2 x polisolfuro DIRADO MECCANICO 320 rpm Allegagione (%) 74 67 56 B Kg/Pianta 25.0 16.0 18.0 come valida alternativa o integrazione del classico polisolfuro di calcio, che è oggi ammesso dal biologico ma ha tra l’altro un futuro molto incerto. Ovviamente, oltre che per l’efficacia, questa tecnica si distingue per la totale assenza dell’intervento chimico. Diversa è la situazione della frutticoltura convenzionale, che fino ad oggi ha goduto di una gamma di fitoregolatori molto ampia. Dal 2009 però dovrà affrontare la soppressione del principio attivo cardine del diradamento chimico, carbaryl, e questo aprirà delle potenzialità notevoli per il D.M. che ha tutti i numeri per diventare la migliore soluzione per cultivar alternanti e quasi insensibili ai p.a. diradanti, come Fuji e Red Delicious. Per le altre cultivar come Golden, Gala e Pink Lady, che anche senza carbaryl possono Perito Agrario 1/2008 Numero Frutti 173 102 98 Peso Medio Frutto (g) 145 157 183 Sovraccolore (%) 72 70 82 essere diradate discretamente con NAD, NAA e benziladenina, un obiettivo della ricerca nei prossimi anni è di cercare un’integrazione tra il mezzo meccanico e quello chimico: quest’ultimo andrà posizionato in postfioritura, quando ormai l’azione del diradamento meccanico è ben definibile. In prospettiva va probabilmente rimodellata la forma di allevamento: è prevedibile lo sviluppo di forme ibride tra spindel e palmetta, a 2 o più assi, per adattare il frutteto al dirado meccanico, il cui successo è legato ad un’esecuzione il più possibile in prossimità del filare. Infatti se la macchina, le cui fruste sono lunghe appena 60 cm e devono raggiungere la parte più interna dell’albero, viaggia troppo lontano dal filare, per esempio ad un metro di distanza dal fusto dell’albero, si eliminano col dirado meccanico solo i fiori esterni, vale a dire quelli potenzialmente preferibili perché meglio esposti. Sono allo studio dell’Unità Frutticoltura di IASMA gli eventuali ulteriori vantaggi agronomici ed economici che questo tipo di allevamento potrebbe comportare. Un aspetto del diradamento meccanico che desta qualche preoccupazione è l’alta velocità d’avanzamento, vicina ai 10 km/h, necessaria per evitare di danneggiare la vegetazione e di concentrare l’azione diradante sulla periferia della pianta, come era risultato nelle precedenti prove di Laimburg (M. Strimmer et al., 1997). A questo proposito sarà interessante, nei prossimi anni, verificare l’efficacia della macchina dimezzando sia la velocità che il numero di fruste, per rendere la pratica più adatta alla realtà frutticola provinciale. L’Unità Fru ha provveduto ad acquistare una Darwin 250, completa di traslatore per effettuare prove in diverse situazioni colturali e adattarsi alle condizioni non sempre perfettamente idonee delle valli trentine. Nota: le prove di diradamento meccanico sono state realizzate grazie alla convenzione tra P.A.T. e IASMA nell’ottica di un programma di iniziative volte alla valorizzazione dei prodotti biologici (L.P.4/2003 art 47 comma 1). Bibliografia • M. Strimmer et al. Neue Auduennungsmethoden im biologischen Apfelbau. Erwerbsostbau 39, 130-136 (1997). • F. P.Weibel et al. 2006. Fruit thinning in organic apple growing with optimised timing and combination strategies including (new) natural spray products and mechanical rope-devices (Proceedings of the 12th International Conference on Cultivation Technique and Phytopatological Problems in Organic Fruit-Growing, Weinsberg/Germany, Jan 31-feb 2 2006, page 183-197). 25 OSCAR ALLA CARRIERA Professioni intellettuali ed il futuro professionale del Perito Agrario e del Perito Agrario Laureato di Raffaello Biagiotti l giorno 20 febbraio 2008, presso il Palace Hotel Due Ponti in Siena, si è tenuto un convegno promosso ed organizzato dal Collegio Professionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati della provincia di Siena, per discutere sul tema quanto mai attuale riguardante la riforma delle professioni intellettuali e quindi tra queste quelle del Perito Agrario e del Perito Agrario Laureato. Al convegno promosso ed organizzato dal Collegio hanno partecipato al tavolo dei relatori: il Presidente Provinciale Per. Agr. Raffaello Biagiotti, anche in veste di moderatore; il Presidente del C.N.P.A. Per .Agr. Andrea Bottaro, l’ex presidente provinciale Per. Agr. Ottorino Barnini ed il Dott. Paolo Bucelli quale dirigente dell’Assessorato all’ Agricoltura dell’ Amministrazione Prov.le di Siena. In concordanza a quanto stabilito in sede consiliare sono stati affrontati i vari temi che riguardano il futuro della categoria. Il moderatore ha iniziato la sua esposizione rinverdendo ai partecipanti quelli che sono stati i momenti storici della professione partendo dalla fondazione ovvero dal R.D.n° 2365 del 25 novembre 1929 quale atto istitutivo della figura professionale del Perito Agrario, seguita dalla Legge 434/68 e dalla Legge 54/91 che rivoluzionava l’accesso alla professione introducendo il tirocinio obbligatorio ed il succes- I 26 sivo esame di stato; finanche al D.M. 4 agosto 2000 il quale introduceva per la prima volta la laurea quale opportunità d’accesso. Egli ha evidenziato come il quadro normativo sopra rammentato andava collegato ai radicali cambiamenti sociali e politici che si sono avuti nel corso dei lustri, nei quali il nostro Paese è passato, da una economia prevalentemente agricola di autosufficienza, a quella industriale caratteristica del vorticoso sviluppo economico degli anni ’60, a quella attuale del terziario ed ai quali la figura professionale del Perito Agrario più di altre ha fatto fatica ad adattarsi ma, a suo dire, con una prospettiva di moderata crescita in Toscana. Dopo la doverosa premessa il Presidente R. Biagiotti ha ceduto la parola al Presidente del C.N.P.A. Andrea Bottaro il quale, dopo i saluti di rito, ha affrontato con appropriatezza e misura l’argomento del convegno. Egli ha dapprima esposto quanto svolto a livello di Consiglio Nazionale per far raggiungere alla categoria quella doverosa visibilità, sia a livello locale sia nazionale, che gli compete; continuando poi nell’ esposizione del progetto, ormai molto avanzato, della fusione degli albi tecnici ovvero: Periti Agrari, Periti Industriali e Geometri in un unico grande albo formato da circa 180.000 iscritti che tanto hanno dato alla Nazione. Il relatore ha evidenziato che tale progetto non è giunto al compimento non tanto per la cattiva volontà delle parti, anzi collaborative tra loro e con gli Enti competenti,ma soprattutto per la in- Barnini, Biagiotti, Bottaro, Buccelli Perito Agrario 1/2008 OSCAR ALLA CARRIERA stabilità politico-governativa che ha caratterizzato questo primo scorcio del nuovo secolo auspicando che le elezioni politiche ormai prossime possano portare un’inversione di tendenza e quindi che il tentennamento che ha nociuto al progetto non si ripeta. Tutto quanto sopra è servito anche per raffigurare un’ altro aspetto che oggi ha assunto per volontà del C.N.P.A. ed in osservanza al mutato quadro legislativo, una rilevanza tra gli iscritti:la formazione continua obbligatoria, quale strumento per una sempre maggiore qualificazione professionale da spendere sull’oggigiorno mutato mercato dei servizi professionali. Dopo aver esposto aspetti positivi per la Categoria è giunta un'amara riflessione in merito a quanto interessa il mondo della scuola ed in particolare degli Istituti Agrari. Queste scuole, di cui alcune gloriose, che tanto hanno contribuito all'ottima preparazione di valenti tecnici che con il loro lavoro hanno onorato l’istituzione scolastica ed il Paese intero, oggi sono soggette ad uno snaturamento ed alla diminuzione della loro valenza, preparando talora dei giovani che non possiedono i saperi, sia teorici che pratici, che da sempre caratterizzano il Perito Agrario. Il Presidente Andrea Bottaro ha quindi esortato i presenti a sensibilizzare i giovani, soprattutto coloro che frequentano l’ultimo anno d'Istituto Agrario,a valutare con serenità le possibilità di lavoro e affermazione sociale offerte dalla iscrizione, previa la valutazione delle condizioni di accesso,all’albo dei Periti Agrari e Periti Agrari Laureati. A questo punto dell’intervento si è aperta una discussione con i presenti su quale fosse la migliore modalità per l’accesso all’Albo; qui il Presidente Andrea Bottaro ha evidenziato che tutte le condizioni d'accesso hanno lo stesso valore legale ma che tra tutte quella più usuale e forse la più formativa al fine dell’ esercizio della professione è il biennio di tirocinio Perito Agrario 1/2008 presso lo Studio di un libero professionista, in questo il pensiero del relatore era fortemente condiviso dalla platea. Seguiva un breve intervento del Presidente Raffaello Biagiotti, il quale alla soglia del cinquantesimo anniversario di professione, esprimeva pieno apprezzamento per quest’ultima formula ha portato la sua esperienza sulle annuali visite divulgative fatte presso i vicini Istituti Agrari ove il suo messaggio ai giovani diplomandi è incardinato sul pensiero che essi potranno, se temperanti, avere una vita professionale completa, spesso a contatto con la Natura e dalla quale poter avere ben ripagato il proprio lavoro. Prima di concludere il proprio intervento Andrea Bottaro ha tratteggiato le prospettive della professione, positive per la categoria, che stanno maturando in questi anni legate soprattutto da un allargamento ad est dell'Ue ed anche in alcuni Paesi del Mediterraneo. In questo egli ha esortato la platea ad una maggiore attenzione, di quella avuta fino ad oggi, verso tali opportunità lavorative e comunque a saperle cogliere anche se lontane dalla propria casa. Dopo quest'esaustivo intervento il moderatore ha introdotto il secondo relatore: Dott. Paolo Bucelli, dirigente dell’ Assessorato Agricoltura dell’Amministrazione Provinciale di Siena. Il suo intervento si è articolato su due aspetti, il primo nel quale ha evidenziato il proficuo e collaborativo rapporto con il locale Collegio il secondo ove ha tratteggiato alcuni aspetti che andranno a caratterizzare il nuovo e lungamente atteso P.S.R. Toscana, in particolare le misure che interessano i tecnici agricoli ed il fatto che al Piano regionale farà seguito un Piano locale per meglio accogliere le richieste del territorio. Dopo questi pregiati interventi si è giunti al momento più commovente della mattinata allorquando il Presidente del C.N.P.A.Andrea Bottaro, in nome e per conto del Collegio Provinciale, ha consegnato una targa ricordo all’ex Presidente Ottorino Barnini per la indefessa opera a favore della categoria professionale, nell’occasione su proposta del locale consiglio gli è stata conferita la presidenza onoraria del Collegio stesso. A seguire Raffaello Biagiotti quale presidente del locale Collegio ha voluto omaggiare il Presidente Andrea Bottaro di una targa ricordo per la sua partecipazione in quel di Siena e dopo aver esteso il ringraziamento della propria presenza ai colleghi convenuti li ha esortati ad una maggiore partecipazione all’attività del Collegio invitandoli, non prima di aver fatto un ringraziamento particolare a coloro che hanno reso possibile il convegno, al piccolo convivio d’occasione. 27 PARTENARIATO ATTIVO L’Italia partner nella riqualificazione dell’agricoltura in Romania di Gabriella Rossi* l quadro di riassetto e di rilancio dell’agricoltura romena non può che interessare l’Italia e la classe imprenditoriale agricola affacciatasi su questa realtà da alcuni anni, anche con l’importante contributo di Unimpresa Romania (la più vasta organizzazione delle imprese italiane operanti nel paese, che fa riferimento a Confagricoltura, Confindustria e Confesercenti). L’Italia è il più importante interlocutore commerciale della Romania, con un interscambio di oltre 10,5 miliardi di euro nel 2006 (triplo rispetto all’India e doppio rispetto alla Cina). Recenti dati ISTAT, segnalano, nel 2006, un saldo import-export tra Italia e Romania di +18.445.246 euro. Questa tendenza è confermata nei primi sette mesi del 2007 anche se in maniera più contenuta. Per quanto riguarda il settore agroindustiale, l’Italia risulta essere il quarto fornitore di prodotti agroalimentari della Romania. I principali prodotti italiani importati in Romania comprendono le carni, prodotti ortofrutticoli, vini, oli, prodotti dolciari ed il caffè. La Romania esporta in Italia soprattutto tabacco, animali vivi,ortaggi e cereali. L’agro-industria romena è un settore suscettibile di positivi sviluppi nel breve - medio termine ma sta attraversando, da oltre dieci anni, un periodo di crisi, dovuto soprattutto all’obsolescenza delle attrezzature e all’arretratezza delle tecniche che impediscono di soddisfare la do- I 28 manda interna, costringendo la Romania ad importare prodotti agroalimentari. Nonostante l’enorme potenziale produttivo dei terreni, ricchi di humus, la carenza di adeguati volumi di capitale rende difficili gli ammodernamenti strumentali e strutturali di cui necessitano le aziende del settore. La modernizzazione delle filiere è l’esigenza prioritaria per l’espansione dell’economia agricola della Romania, Paese in cui il contributo dell’agricoltura alla formazione del prodotto interno lordo (PIL) è stato pari al 7,5% nel 2006 (comparto meno produttivo). Nonostante la tendenza verso la crescita economica registrata negli ultimi anni, l’espansione delle attività commerciali in tale settore è condizionata dal basso potere d’acquisto dei consumatori romeni. Peraltro, allo sviluppo del settore agro-zootecnico e dell’industria alimentare romena è destinata una grossa fetta dei fondi strutturali: il budget destinato, per il periodo 2007-2013, ammonta a circa 31 mld di euro, di cui circa 12 mld destinati all’agricoltura. L’Ambasciata d’Italia a Bucarest, in collaborazione con Unimpresa Ro- Perito Agrario 1/2008 PARTENARIATO ATTIVO mania e l’Ufficio ICE (Istituto per il Commercio con l’Estero) di Bucarest ha organizzato, in occasione della visita in Romania del Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Paolo De Castro, un Business Forum sulle opportunità offerte dal settore agro-alimentare in Romania. Il Forum ha visto la partecipazione delle principali aziende del settore già operanti nel paese (l’Italia è il primo investitore estero nel settore agro-alimentare) e specialmente di molte importanti aziende che intendono affacciarsi sul mercato romeno. L’iniziativa ha consentito di definire, insieme alle competenti autorità governative romene, i settori d’intervento più promettenti (dalle colture di qualità all’agricoltura biologica, dalla filiera della bioenergia al trattamento e conservazione degli alimenti), nei quali si potrà beneficiare di notevoli finanziamenti dell’Unione Europea. Il Ministro De Castro, Primo Ministro delle Politiche Agricole Europeo a visitare la Romania dopo l'ingresso nell'Unione Europea, ha ricordato che oltre 300.000 ettari di terreni sono di proprietà di imprenditori italiani, tali superfici sono destinate soprattutto a colture di cereali, riso, fragole: “siamo al primo posto per il numero di aziende straniere costituite negli ultimi 15 anni ed al quinto posto per capitale investito in questo Paese”. Delle circa 20.000 imprese a capitale italiano in Romania, oltre 1.000 svolgono attività nel campo agricolo e diverse centinaia nell'industria agro-alimentare. La superficie agricola della Romania è stata stimata nel 2005 pari a 14.741,2 migliaia di ettari, di cui 9.420,2 destinato a superficie arabile (64% circa). Nel passato la maggior parte dei terreni arabili era posseduta, gestita ed amministrata dallo Stato attraverso aziende di pubblica proprietà e cooperative, che costituivano unità Perito Agrario 1/2008 Destinazione d’uso della superficie agricola (2005) 3,00% Superficie arabile Pascoli Fienaie Vigneti e frutteti 10,30% 22,80% 63,90% La superficie agricola della Romania è stata stimata nel 2005 pari a 14.741,2 migliaia di ettari, di cui 9.420,2 destinato a superficie arabile (64% circa). Fonte: INSSE- Istituto Nazionale di Statistica Romeno soggette a rigidi controlli di tipo gerarchico. Il processo di privatizzazione, avviato dal Governo di Bucarest nella metà degli anni novanta, ha comportato un forte aumento del numero di imprese sia del settore industriale, sia di quello agricolo. Attualmente, più del 90% del terreno agricolo è stato privatizzato. La privatizzazione è stata praticata principalmente attraverso la restituzione dei terreni ai vecchi proprietari, dando luogo ad un’agricoltura dominata da piccole tenute. La frammentazione delle aziende agricole è pertanto molto elevata. Secondo una dichiarazione del Presidente della Federazione Nazionale degli Agricoltori Romeni, attualmente la Romania è al secondo posto in Europa, dopo la Francia, per quanto riguarda le superfici agricole disponibili. Il terreno agricolo Romeno rappresenta il 12,5 % del totale UE. Il costo dei terreni agricoli si aggira intorno ai 1.500 – 2.000 euro ad ettaro ed è stimato un incremento dei prezzi al 2012 fino a 6.000 euro ad ettaro, in linea con i prezzi UE. Tuttavia in alcune zone il prezzo di acquisto è già arrivato a circa 4000 euro ad ettaro variando in funzione della tipologia (collinari o in pianura) e della loro collocazione geografica nel Paese. Su questi terreni sono possibili coltivazioni come le nostre quali cereali (grano duro, tenero,orzo,mais ecc.) barbabietola da zucchero, soia, colza, girasole, ortaggi, frutteti, vigneti e allevamenti. Riguardo i cereali le possibilità di coltivazione sono ottime anche grazie al clima particolarmente favorevole. In Romania attualmente prevale una struttura agricola bipolare caratterizzata da una parte da estese aziende agricole che prendono il posto del settore statale, dall’altra da piccole unità agricole di sussistenza a conduzione familiare o aziende agricole familiari di semi-sussistenza. Secondo il “Rapporto Mondiale sullo Sviluppo 2008: Agricoltura per lo Sviluppo” della Banca Mondiale, le attività agricole generano meno del 40% dei redditi degli abitanti delle zone rurali; le piccole unità potrebbero diventare attività di successo attraverso l’adesione ad un’organizzazione di produttori mentre altre, numerose, “dovranno operare cambiamenti fondamentali nell’orienta- 29 Grano Mais e sorgo Orzo Girasole Soia Colza Barbabietola da zucchero Specie Grano Mais e sorgo Orzo Girasole Soia Colza Barbabietola da zucchero Superficie agricola totale 2006 (migliaia di ettari) Superf icie agricola totale 2007 (migliaia di ettari) 2012,6 2520,3 331,6 991,06 192,6 110,1 39,9 1946,0 2119,4 * 364,6 831,4 * 113,7 * 348,8 * 25,0 * Produzione totale 2006 Produzione totale 2007 (migliaia di tonnellate) (migliaia di tonnellate) 5526,2 8984,7 772,9 1526,2 340,7 175,1 1125,9 3005,5 3687, 9 * 503,7 521,5 * 123,3 * 348,2 * 725,0 * * stimato Specie * stimato PARTENARIATO ATTIVO mento occupazionale o nel modo di trasferire la proprietà”. In un comunicato stampa su questo tema, si precisa che l'impiego della forza lavoro nell'agricoltura si mantiene ad un livello più alto (32%) in Romania, rispetto agli altri stati nuovi membri dell'Unione Europea, dove, mediamente, il totale della manodopera impiegata nell'agricoltura è sceso al di sotto del 20% della popolazione. Le zone più produttive sono concentrate a est e nord-est e a sud e sud-est e la produzione agricola è basata soprattutto sulla cerealicoltura (tra cui prevalgono frumento e mais) che occupa gran parte della superficie 30 coltivata. Tra le altre colture: patate, ortaggi e frutta (soprattutto prugne, dalla cui distillazione si ricava il liquore nazionale, la zuica). Per quanto riguarda la produzione di cereali da granella e di alcune piante da industria, i dati forniti dal MADR (Ministero per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale Romeno) e riferiti al 2006 e al 2007, sono riportati nella tabella sottostante. Nel settore orto-frutticolo, la Romania ha una produzione annuale di circa 4.900.000 tonnellate di materie prime di cui il 45% di legumi e ortaggi, il 15% di uva e il 40% di frutta. La quota destinata alla trasformazione rappresenta circa l’11% della produzione ortofrutticola totale. La capacità di lavorazione della frutta e degli ortaggi destinati alla commercializzazione sotto forma di succhi e nettari naturali è molto importante ai fini della realizzazione di un investimento competitivo. Per garantire ai nuovi impianti una ottimale capacità di lavorazione, si stima che la dimensione minima debba coprire la lavorazione di almeno 100 tonnellate/anno mentre per l’ammodernamento di quelli esistenti debba essere pari ad almeno 500 tonnellate/anno. Nell’ambito del settore dei trasformati, l’industria delle bevande rinfrescanti in Romania è uno dei rami più dinamici (il consumo è aumentato negli ultimi 10 anni del 300%). Le bevande non carbogassate sono bevande con aromi di frutta ed un contenuto variabile di succhi di frutta. Le bevande contenenti fino al 25% succo di frutta sono bevande a prezzi contenuti, non carbogassate (still drinks); quelle con contenuto di succo di frutta tra il 25 ed il 99% sono nettari, e quelle con contenuto del 100% di succo di frutta (senza altre aggiunte del tipo aromi dolcificanti, coloranti, conservanti) sono succhi. È in rapida crescita la quota delle bevande non carbogassate con Perito Agrario 1/2008 PARTENARIATO ATTIVO contenuto limitato di succo di frutta (fino al 12%) anche se negli ultimi 3 anni si è evidenziata la tendenza all’aumento del consumo dei succhi e nettari. Incoraggiati dall’interesse crescente degli acquirenti per tale tipo di bevande, i produttori nazionali ed internazionali stanno intensificando la loro attività sul mercato romeno. Agricoltura biologica I produttori romeni di orto-frutta biologica non sono soddisfatti dalle infrastrutture del commercio autoctono. Il poco sviluppato mercato romeno dei prodotti biologici fa sì che gli agricoltori "verdi" esportino la maggior parte dei loro prodotti, nonostante gli alti costi di trasporto. L'agricoltura biologica non è molto diffusa come è indicato da statistiche recenti. La superficie di terreno coltivata in Romania con sistemi ecologici rappresenta meno dell'1% della superficie agricola totale mentre a livello UE, la superficie dedicata all'agricoltura biologica è pari a circa 3,7% della superficie agricola totale. I prodotti bio romeni cominciano ad essere richiesti in Germania, Svizzera, Italia, Grecia e Francia che importano formaggi, caciocavallo, miele, piante oleaginose e proteiche dalla Romania. Dopo l'adesione della Romania all'UE le cose stanno migliorando: vengono erogati sussidi per le coltivazioni ecologiche, le tasse per il trasporto sono più contenute. Però, lo sbocco principale dei prodotti biologici continua ad essere l'esportazione, perchè il basso reddito della popolazione non permette la scelta dei prodotti bio, considerevolmente più cari (+30%) di quelli convenzionali. Secondo il MADR, per il 2007 si stima un aumento della superficie coltivata con sistemi biologici fino a Perito Agrario 1/2008 200.000 ettari con prospettive di crescita a 754.000 ha nel 2013. “Il rapporto tra l’Italia e la Romania nel settore agricolo è un dato di fatto. I segnali che arrivano dalla Bilancia commerciale ci convincono sempre più dell’opportunità di consolidare la nostra presenza in Romania e di incrementare l’attività rivolta alla internazionalizzazione delle imprese”. Lo ha detto il Direttore Generale di Confagricoltura, Vito Bianco, a conclusione del convegno “La filiera agroalimentare nello sviluppo dell’agricoltura in Romania”, organizzata da Unimpresa Romania, alla fiera Indagra, a Bucarest (Novembre 2007). “Il Paese ha enormi potenzialità agricole – ha detto Bianco - in cui noi per primi crediamo. Non a caso già operano in Romania, con successo, tanti imprenditori italiani che hanno saputo trasferire e mettere a frutto il know how, le capacità tecniche ed organizzative che caratterizzano le nostre aziende e le nostre produzioni”. La PAC, da quest’anno, fornirà il suo supporto che, da qui al 2013, significherà 8 miliardi di euro per lo sviluppo rurale (una cifra praticamente analoga a quella a disposizione dell’Italia; cui si affiancano altri 3 miliardi circa di cofinanziamento nazionale) e 4,3 miliardi di euro per i pagamenti diretti (disponibili solo gradatamente). Pagamenti diretti* Sviluppo rurale** Totale Miliardi di euro 4,273 8,022 12,295 * assegnazioni per i periodi 2008-2013 ** a questa somma si aggiunge il cofinanziamento nazionale per ulteriori 3 miliardi di euro nel periodo 2007-2013 Secondo quanto dichiarato dal Dr. Bogdan Alecu (Consigliere della D.G. Sviluppo rurale, MADR) al recente workshop sull’internazionalizzazione con un focus su Serbia e Romania, tenutosi a Verona in occasione della ma- 31 PARTENARIATO ATTIVO nifestazione Fieragricola (febbraio 2008), i fondi totali per lo sviluppo rurale sono distribuiti su quattro assi: 45% per il miglioramento della competitività nei settori agricoli e silvicoltura; 25 % alla gestione dei terreni agricoli ed alla protezione dell’ambiente; 27,5% alla diversificazione delle attività economiche; 2,5% circa verrà finanziato dal programma Leader. San Paolo IMI, che ha anche istituito speciali servizi per gli imprenditori. “La delocalizzazione è il passato”, sostiene Enrico Pollo, Presidente dell'Associazione Imprenditori Italiani operanti in Romania (AIIR). “Oggi si deve puntare sull'internazionalizzazione: la fase della delocalizzazione, intesa nel senso di chiudere le fabbriche in Italia per aprirle È da segnalare che molte grosse imprese italiane ed estere del settore, sono presenti da tempo in Romania,garantendo così una supply chain che va dal produttore di sementi fino al distributore,di modo che la vendita del prodotto sia assicurata in Romania che nei Paesi UE. Si cita, ad esempio, la Riso Scotti, presente con quattro societàsettore coltivazione e trasformazione del riso. Le piccole medie imprese possono avere un effetto traino e possono aprire la strada alle grandi imprese. Le società italiane presenti sul mercato romeno possono godere di una massiccia assistenza fiscale e bancaria. Sono infatti numerose le istituzioni bancarie italiane che hanno aperto negli ultimi anni loro uffici in Romania, o che hanno trovato accordi con realtà locali. Tra queste, in Romania, ha dato i suoi frutti negli anni '90, in un periodo storico ben preciso”. Oggi bisogna puntare su altre mosse: per esempio, “rendere più competitive le proprie aziende andando a commercializzare sul mercato locale ma lasciando la propria base in Italia”. “C'è molto spazio ancora in Romania per le ditte italiane – prosegue Pollo – ma bisogna vedere in che modo ci si vuole muovere. I campi dell'agricoltura, della meccanica, dei servizi, offrono ampie chance ai nostri imprenditori”. Secondo il Dr. Marco Oletti, responsabile del settore agricolo Unimpresa Romania, intervenuto in occasione della manifestazione Fieragricola di Verona, accanto ai vantaggi finora esposti (estensione e fertilità dei terreni, costi ancora contenuti degli stessi e della manodopera, dis- 32 ponibilità di fondi strutturali di post adesione della Romania alla UE), esistono dei problemi non ancora risolti che ostacolano la potenzialità di sviluppo del settore agro-industriale romeno che vanno dalle disposizioni legislative che non favoriscono l’accorpamento delle proprietà terriere, al carente sistema di gestione delle acque, alla formazione del personale in linea con l’utilizzazione delle nuove tecnologie, alla mancanza di Borse Merci dedicate ai prodotti agricoli. Nonostante l’esistenza di tali problematiche, di cui è auspicabile al più presto una risoluzione positiva, Confagricoltura, con l’aiuto del Ministero del Commercio Internazionale, con cui ha siglato il primo accordo di settore, ha già sviluppato iniziative concrete in Romania, dove è presente con 100 imprese importanti che investono in 100mila ettari e che aderiscono a Unimpresa Romania; sta inoltre elaborando tre ulteriori iniziative, da realizzare nei prossimi due anni, in collaborazione con l’ICE ed in particolare: uno sportello informativo per le imprese che serva ad orientare nelle attività di internazionalizzazione; missioni imprenditoriali di settore; eventi promozionali del Made in Italy agroalimentare. In Romania, Confagricoltura ha sviluppato importanti partnership istituzionali: con i Ministeri delle Attività Produttive e delle Politiche Agricole, con l'Ice e la società Buonitalia, con Fundatia Sistema Italia Romania e con Unimpresa Romania. Secondo Giandomenico Consalvo, Presidente di Confagri Consult, la società dedicata all’attività di internazionalizzazione costituita da Confagricoltura, è riconfermata l’importanza di concretizzare sinergie tra le istituzioni pubbliche e le imprese in un Paese, la Romania, che offre interessanti opportunità di mercato e di investimenti. Perito Agrario 1/2008 ENERGIA Agroenergie e procedure autorizzative di Angelo Orsini l giorno 28 Febbraio 2008, a cura dei Collegi dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati delle Province di Mantova e Cremona, si è svolta presso l’Università di Mantova, una tavola rotonda con argomento “ AGROENERGIE E PROCEDURE AUTORIZZATIVE “, L’Amministrazione Provinciale di Mantova ha patrocinato l’iniziativa e il Consiglio Nazionale ha presenziato all’incontro. Il Presidente del Collegio di Mantova Ottorino Bernardelli ha salutato tutti gli insigni relatori che hanno accolto l’invito e la numerosa platea di tecnici del settore presente alla tavola rotonda. Sono stati ringraziati autorità, amici e colleghi sempre presenti e attenti alle problematiche della categoria, in particolare l’Assessore Provinciale all’Agricoltura di Mantova Dott. Maurizio Castelli e al Presidente della Agenzia A.G.I.R.E. di Mantova Dott. Francesco Dugoni hanno dato consistente contributo all’organizzazione della tavola rotonda. Prosegue il Presidente Provinciale Ottorino Bernardelli commentando circa la gravosa situazione dell’agricoltura italiana, molti imprenditori faticano a conseguire utili accettabili, spesso devono ricorrere al credito per andare avanti, mai come oggi necessitano indirizzi, linee guida certe alla ricerca di nuove prospettive. I Perito Agrario 1/2008 Tra le possibilità che le imprese agricole hanno, vi è la produzione di “agroenergie”, le bioenergie come: il biodiesel, le biomasse, il bioetanolo, il biogas, ecc. . Tale strada, anche se relativamente nuova, oggi è possibile praticarla nella consapevolezza della “non facile applicazione” e che ancora deve superare molte diffidenze. Non è realistico pensare che ogni territorio agricolo italiano sia vocato per l’offerta di servizi come “agriturismi, fattorie didattiche, ecc.”, né che l’intera produzione nazionale di alimenti possa essere destinata a mercati di nicchia, ad alto valore aggiunto; “LE AGROENERGIE – BIOENERGIE non sono la soluzione – MA UNA SOLUZIONE” . Aprire la strada a nuove soluzioni tecniche, a nuove idee per il comparto agricolo è sempre stata la naturale vocazione della nostra categoria. Storicamente siamo stati motori di “innovazione” nell’agricoltura italiana, oggi “ riaffermiamo” perentoriamente questo ruolo, offrendo il nostro contributo per lo “sviluppo delle diverse filiere bioenergetiche in Italia”. Siamo convinti che l’agricoltura Italiana possa realmente diventare “multifunzionale” offrendo cibo, servizi ed 33 ENERGIA energia, tutto nel massimo rispetto dell’ambiente. Nessuno ha la pretesa di sostenere che l’agricoltura possa risolvere i problemi energetici nazionali, passare da ca. il 3% attuale ad un 10% auspicabile nel prossimo futuro, di energia prodotta da “fonti rinnovabili”non risolve la dipendenza Italiana da produzione di energie in modo convenzionale, ma potrebbe sicuramente contribuire a risollevare le sorti dell’agricoltura Italiana. Il “mondo delle agroenergie” chiede regole certe, e quanto trattato nella tavola rotonda ha la finalità di fornire un contributo per quanti operano tecnicamente e per quegli imprenditori agricoli che vogliono intraprendere la strada delle produzioni “agroenergetiche”. Il moderatore dell’incontro Dott. Maurizio Castelli, Assessore Provinciale all’Agricoltura di Mantova, ha disciplinato e organicamente introdotto relatori e argomenti trattati, dimostrando competenza e particolare sensibilità per quanto attinente alla produzione di “agroenergie”. Il relatore Dott. Duroni Francesco presidente dell’Agenzia A.G.I.R.E., ha esposto quanto attinente alle fonti energetiche rinnovabili, con particolare riferimento al “sistema finanziario (banche e agevolazioni)”, al “mondo della ricerca (serve incentivare ricerca Italiana e sviluppo di tecnologie)”, al “sistema degli incentivi (il governo centrale deve guidare e disporre un chiaro e uniforme sistema incentivante)”, alle “procedure autorizzative ( maggiori e puntuali precisazioni su effluenti aziendali e regime della normativa rifiuti)”. Il relatore Dott. Galeazzi Gianpaolo, Responsabile della Provincia di Mantova, Servizio Aria-Rumore-Rifiuti, 34 ha esposto aspetti del D.lgs. n° 387/03 e norme collegate, trattando il procedimento autorizzativo, punti di forza e di debolezza, finanziaria 2008, razionalizzazione e semplificazione delle procedure autorizzative ove necessarie e dove ricorre l’esenzione della autorizzazione integrata ambientale . Gli autorevoli e numerosi relatori dell’A.R.P.A. Lombardia, della A.S.L. di Mantova, della Unità Operativa Agricoltura Provincia di Mantova, hanno trattato tecnicamente argomentazioni inerenti l’iter autorizzativo e quanto di loro competenza e diretto interesse, anche precisando il loro ruolo di accertatori con riferimento alla sicurezza e prevenzione infortuni, sicurezza impiantistica, prevenzione e tutela dell’ambiente e dei cittadini nell’area di insediamento impianto per la produzione di energia. Per il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Mantova, l’Ing. Lambertini, ha trattato quanto di loro competenza sul progetto comunicando disponibilità di verifiche progettuali preventive per la sicurezza e prevenzione dell’impianto. Il Dott. Boccasile Gabriele, Direzione Generale Regione Lombardia, confermando l’importanza della tavola rotonda sulle agroenergie, ha chiaramente sottolineato che la produzione di “biogas/biomasse” è “ attività agricola” a tutti gli effetti. La Regione Lombardia ritiene che l’imprenditore agricolo sia in prima linea e direttamente interessato a queste nuove forme di agroenergia. Ulteriormente sottolinea come l’agricoltura “è chiamata” dalle “Direttive Europee” ad entrare e divenire attrice per la produzione delle agroenergie. Visto l’interesse e la competenza dei relatori, il moderatore dell’incontro Dott. Maurizio Castelli, Assessore Provinciale all’Agricoltura di Mantova, coinvolgendo la platea ha stimolato interventi e dibattito con il pubblico presente, che ha interagito dimostrando l’interesse vivo agli argomenti trattati. A conclusione dei lavori il C.N.P.A. ha ringraziato i Collegi di Mantova e Cremona per l’ottima organizzazione e capacità di coinvolgimento di autorevoli e competenti relatori, infatti la giornata di lavoro più che “tavola rotonda” è da considerarsi un vero e proprio “convegno” sulle agroenergie e procedure autorizzative. Si è fatto presente come l’apporto della nostra categoria professionale sia fondamentale per aiutare gli imprenditori nel compiere un “passo così importante”, ma che rappresenta una delle strade attualmente maggiormente sicure, per ottenere reddito da investimenti strutturali e impiantistici nel settore delle agroenergie. Come “documento conclusivo” si è stabilito di proseguire e portare a frutto quanto emerso dalla giornata di lavoro a mezzo di iniziativa, quale “apposita formazione” per tecnici che istruiscono pratiche autorizzative per impianti agroenergetici, e stesura di apposito “vademecum esplicativo” con il contributo degli Enti/Autorità Competenti, che a diverso titolo analizzano ai fini del rilascio autorizzativi, la pratica progettuale collegata alla domanda autorizzativa. Perito Agrario 1/2008 Consiglio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati presso il Ministero della Giustizia “Corso di formazione per giovani agricoltori” Il Consiglio Nazionale dei Periti Agrari con il patrocinio e con il contributo del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali – Osservatorio per l’Imprenditoria Giovanile -, svolgerà nella Regione Lombardia un corso residenziale di formazione finalizzato all’inserimento lavorativo in agricoltura di giovani laureati e diplomati. Il corso sarà articolato in 170 ore e prevede lezioni a carattere residenziale, distribuite nell'arco di circa cinque settimane, anche non consecutive, e stage aziendali. Il programma del corso riguarderà le seguenti aree tematiche: 1) economia aziendale e marketing dei prodotti agricoli e agroalimentari; 2) diritto pubblico, diritto agrario e diritto comunitario; 3) normativa comunitaria, nazionale e regionale, con particolare riguardo alla qualità e sicurezza dei prodotti agroalimentari e all’associazionismo; 4) altri argomenti di attualità agricola con particolare riferimento alle forme di agricoltura ecocompatibile e ai rapporti tra agricoltura e ambiente. I programmi formativi saranno articolati in diversi livelli in ragione del percorso scolastico dei soggetti destinatari e sarà inserito nel programma un modulo di alfabetizzazione informatica. Al termine del corso è prevista la verifica del livello raggiunto dai partecipanti cui verrà rilasciato un attestato di frequenza ai sensi dell’art. 3, comma 5, della legge 441/98. Saranno ammessi a partecipare al corso almeno 20 allievi (è ammessa la presenza aggiuntiva di 5 uditori) di età compresa tra i 18 e i 40 anni non ancora compiuti al momento del termine ultimo di presentazione della domanda, selezionati fra giovani laureati e/o diplomati. Quale requisito soggettivo, si riconosceranno le seguenti priorità: a) giovani agricoltori che si sono insediati da non più di due anni; b) giovani che hanno presentato domanda per l'ottenimento di aiuti per il miglioramento delle strutture aziendali; c) giovani che hanno presentato domanda di premio di primo insediamento nell'ultimo biennio. Analoghe priorità saranno riconosciute anche alle società di cui all’art. 2 della legge n. 441/98. I requisiti sopraindicati, devono essere posseduti alla data di scadenza del termine utile per la presentazione delle domande di ammissione, il difetto di un solo requisito ne comporterà l’esclusione. Una Commissione provvederà a selezionare i candidati in possesso dei requisiti previsti dal bando. Detta selezione potrà avvenire anche, eventualmente, mediante espletamento di un colloquio teso a verificare l’interesse e l’attitudine del candidato e verrà effettuata a Roma. Alla domanda di ammissione gli aspiranti devono allegare una autocertificazione attestante: 1. il titolo di studio con la votazione riportata; 2. la cittadinanza italiana; 3. gli altri eventuali titoli posseduti; 4. le eventuali esperienze nel settore agricolo. Prima dell’inizio del corso i candidati ammessi dovranno fornire la certificazione richiesta. La mancata presentazione anche di un solo documento richiesto comporta l’esclusione dal corso; la domanda di ammissione al corso dovrà pervenire, entro il 30 agosto 2008, in busta chiusa recante all’esterno la dicitura “contiene domanda di ammissione al corso per l’imprenditoria giovanile”, esclusivamente a mezzo raccomandata indirizzata al Collegio Nazionale dei Periti Agrari - Via Principe Amedeo 23 – 00185 Roma Per eventuali informazioni e chiarimenti gli interessati potranno rivolgersi direttamente il lunedì ed il martedì dalle ore 15 alle ore 17 allo 06/4819801. Il Segretario (Domenico di Biase) Roma, 29 febbraio 2008 Il Presidente (Andrea Bottaro) NEWS Convenzione CNPA-L’informatore Agrario Nell’ambito della Fieragricola di Verona è nato un progetto di fattiva collaborazione tra CNPA e l’importante casa editrice Edizioni L'Informatore Agrario S.p.A. Innanzitutto, nell’ottica dell’informazione e formazione, il settimanale L'Informatore Agrario ospiterà contributi redatti dai Periti Agrari su tematiche che riguardano la vita professionale di agricoltori e periti. “Il Perito Agrario”, da parte sua, potrà ospitare scritti contributi tratti da “l’Informatore Agrario” ed elaborati da loro collaboratori. Il gruppo editoriale veronese darà notizia di iniziative (convegni, seminari, incontri tecnici, corsi di formazione professionale, ecc.) sia sulle pagine delle riviste, sia sul sito internet nella sezione dedicata a “Fiere e Convegni” (www.informatoreagrario.it/ita/Fiere/index.asp). In occasione di dette iniziative promosse anche dai Collegi Provinciali, L’Informatore Agrario è disponibile a fornire copie di saggio delle riviste che riportano approfondimenti sui temi oggetto dei convegni. Per gli eventi di maggiore rilievo L'Informatore Agrario potrà anche mettere a disposizione le proprie notevoli competenze organizzative. A completamento della collaboL’Informatore Agrario (settimanale) Euro 69,00 anziché Euro 88,00 razione, Edizioni L'Informatore Vita in Campagna (mensile) Euro 33,00 anziché Euro 38,50 Agrario propone, a favore degli Iscritti ai Collegi Provinciali, una MAD-Macchine Agricole Domani (mensile) Euro 46,00 anziché Euro 58,50 interessante offerta di abbonaORIGINE (bimestrale) Euro 24,00 anziché Euro 36,00 mento alle riviste. Tali quote sono valide sia per nuovi abbonamenti che per rinnovi. Modalità per la sottoscrizione degli abbonamenti: Coloro che sono interessati a tale proposta possono sottoscrivere direttamente l’abbonamento per le riviste desiderate alla pagina dedicata www.informatoreagrario.it/peritiagrari seguendo le istruzioni indicate. Altre forme di sottoscrizione e di pagamento: - mediante bollettino postale sul C.C.P. n.10846376 intestato a Edizioni L’Informatore Agrario – C.P.520 – 37100 Verona; - con assegno non trasferibile intestato alle Edizioni L’Informatore Agrario SpA; - con carta di credito: Visa, Eurocard-Mastercard, American Express, Diners. Per poter usufruire della quota agevolata è indispensabile indicare il proprio numero di iscrizione al Collegio Provinciale Periti Agrari di appartenenza o di apporre il relativo timbro sul bollettino postale (spazio causale) o, negli altri casi, inviare per posta (C.P. 520 – 37100 Verona) o via fax (045.8012980) oppure per e-mail ([email protected]) copia della documentazione attestante l’iscrizione all’Albo dei Periti Agrari. 1.AGENZIA DEL TERRITORIO - Fabbricati ex rurali o mai censiti - Attività ai sensi del D.L. 262/2006 - Promozione e Informazione: Nell'ambito delle ampie azioni di contrasto alla evasione, in relazione a quanto previsto ai commi 33 e 36 dell’articolo 2 del decreto legge 3 ottobre 2006, n. 262, convertito con modificazioni dalla legge 24 novembre 2006, n. 286, come so- 36 Perito Agrario 1/2008 NEWS stituito dal comma 339 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n.296 (legge finanziaria 2007), l'Agenzia del Territorio ha pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 28/12/07, ulteriori elenchi in merito a: - Fabbricati che hanno perso i requisiti di ruralità; - Fabbricati che non risultano dichiarati in catasto; - Variazioni colturali. Nelle proficue relazioni intrattenute con la Direzione Centrale, con lettera del 08/01/2008, il Direttore Ing. Picardi ha richiesto la collaborazione del Collegio Nazionale dei Periti Agrari per realizzare iniziative atte a informare gli iscritti e sensibilizzare l'utenza agli adempimenti, dando nel contempo la propria ampia disponibilità. In merito alla tematica il Consiglio Nazionale dei Periti Agrari ha partecipato assieme al Collegio Nazionale Geometri e alle Organizzazioni Professionali di Categoria, Coldiretti, Confagricoltura e CIA, ad una riunione coordinata dalla Direzione Centrale del Catasto dell’Agenzia del Territorio. Per definire azioni di informazione diffusa, è stato quindi programmato di tenere, in tempi brevi, una serie di convegni organizzati congiuntamente dalla Agenzia del Territorio, dalle Organizzazioni di Categoria e dagli Ordini e Collegi dell’area tecnica catastale, per affrontare la problematica non solo dal punto di vista informativo ma anche da quello tecnico. È evidente che,anche se questi incontri saranno a ridosso dei termini di cui alla ultima pubblicazione in G.U. del 28/12/2007 (NdR Poi prorogati),è estrePerito Agrario 1/2008 mamente importante potersi confrontare in maniera congiunta con tutte le figure interessate al problema. È comunque ben noto che la problematica non verrà risolta certamente entro questa scadenza, anche per limitazioni tecniche e normative catastali, e già molteplici sono le azioni per tentare di definire modalità per differire parzialmente i termini della successiva fase di surroga da parte dell’Agenzia del Territorio per i non adempienti. Nella fase preparatoria degli eventi sarà utile ogni indicazione sulla problematica che perverrà, in modo da poter produrre una casistica delle situazioni e delle anomalie che rispecchi in maniera circostanziata il nostro complesso territorio nazionale. I punti che si ritengono maggiormente utili per l’analisi sono i seguenti: 1.raccogliere quelle condizioni poco definite, non riconducibili nettamente al vasto quadro normativo sul patrimonio rurale,che spesso nelle reali casistiche locali si riscontrano, in modo che possano essere poi oggetto di analisi e chiarimenti da parte dell'Agenzia del Territorio o da parte dei fiscalisti del settore o dei comuni,ovvero diventare poi proposte migliorative da parte della nostra categoria nell'ambito dei previsti incontri; 2. evidenziare le limitazioni tecniche o procedurali dal punto di vista catastale; 3. riscontrare quali siano i reali atteggiamenti delle amministrazioni comunali nei confronti di questi immobili quando siano non legittimi. In data 25 febbraio u.s. è stato ulteriormente definita l’organizzazione dei previsti incontri,finalizzati a creare una informazione diffusa nell’ambito del settore rurale, organizzati congiuntamente dalla Agenzia del Territorio, dalle Organizzazioni di Categoria e dagli Ordini e Collegi dell’area tecnica catastale, per affrontare, come detto, la problematica non solo dal punto di vista informativo ma anche da quello tecnico. Alla luce delle proroghe, indicativamente il calendario degli incontri interregionali sarà il seguente: 13/03 - Napoli; 22/04 - Padova; 08/04 Reggio Calabria; 15/04 - Piacenza; 29/04 - Roma; con ulteriori modalità ancora da definirsi. In considerazione che la problematica, come noto, è di grande rilevanza generale per tutti gli iscritti,per i tanti aspetti che interessa e non solo per quelli strettamente catastali, sarà quindi necessario sensibilizzare gli iscritti a una attiva partecipazione con il coinvolgimento quindi dei livelli regionali e provinciali; anche considerando l’occasione di confronto con le organizzazioni sindacali e con ANCI.Come già indicato in questa fase preparatoria potranno essere raccolti dal CNPA i più rappresentativi quesiti che, coordinati, saranno poi argomento di risposte dai soggetti interessati. - SISTER: Si avvisa che con provvedimento del Direttore dell’Agenzia del Territorio del 14/02/08, il servizio di trasmissione telematica Sister degli atti di aggiornamento del Catasto Terreni (PREGEO) è stato esteso ai Tipi Particellari ed ai Tipi Mappali riguardanti fabbricati già presenti in mappa (conferme). Tale provvedimento, lungamente atteso e anche spesso sollecitato alla Direzione da parte del CNPA, proprio per l’interesse sulla tematica del patrimonio rurale non censito, entrerà in vigore dal giorno successivo a quello della sua pubblicazione in G.U.. - Fabbricati ex rurali o mai censiti - Proroga termini: nell’ambito della conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31/12/2007, n. 248, recante “proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti in materia finanziaria”, di cui alla approvazione al Senato in data 27/02/2008 è stata inserita,viste anche le molteplici segnalazioni e richieste, la proroga di termini inerenti gli accatastamenti: Art. 26-bis. - (Proroghe in materia di presentazione degli atti di aggiornamento catastale). 37 NEWS 1. All’articolo 2, comma 36, terzo periodo, del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2006, n. 286, e successive modificazioni, le parole: “novanta giorni” sono sostituite dalle seguenti:“sette mesi”. 2. All’articolo 2, comma 38, primo periodo, del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2006, n. 286, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni: a) le parole: “30 novembre 2007” sono sostituite dalle seguenti: “31 ottobre 2008”; b) sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: “fermo restando che gli effetti fiscali decorrono dal 1º gennaio 2007”. 3. Le modifiche apportate dal comma 2 non danno luogo ad alcun diritto al rimborso di somme eventualmente già riscosse a titolo di sanzione. 2.AGENZIA DELLE ENTRATE - Contribuenti minimi articolo 1 commi da 96 a 117 Legge finanziaria 2008: la Legge Finanziaria 2008 (articolo 1, commi da 96 a 117) ha introdotto e disciplinato il nuovo regime fiscale semplificato per i contribuenti minimi che è entrato in vigore il 1 gennaio 2008, seguito dal Decreto applicativo 2 gennaio 2008 del Ministero dell'Economia (GU n. 9 del 11/01/2008) e, considerato che sullo stesso sono pervenute richieste di delucidazioni che, per servizio, si evadono. Questo regime è riservato alle persone fisiche residenti nel territorio dello Stato esercenti anche professioni e la ratio di tale nuovo regime è nella riduzione del numero di adempimenti ordinariamente previsti, della pressione fiscale e delle problematiche relative all’accertamento. Il nuovo regime si considera “naturale” ma non obbligatorio per i contribuenti dotati dei requisiti per accedervi,sia che 38 questi siano già in attività sia che ne debbano intraprendere una nuova. I Periti Agrari esercenti la professione sono ammessi al nuovo regime se nell’anno precedente: • hanno realizzato ricavi o compensi, ragguagliati ad anno, non superiori a € 30mila; • non hanno effettuato cessioni all’esportazioni; • non hanno sostenuto spese per lavoratori dipendenti o collaboratori,anche a progetto o a programma di lavoro; • non hanno erogato somme sotto forme di utili di partecipazione agli associati in partecipazione di solo lavoro; e che, nel triennio precedente, non hanno effettuato acquisti di beni strumentali,anche mediante contratti di appalto o di locazione, per un importo superiore a € 15 mila. Mentre i professionisti che iniziano l’attività a decorrere dal 1 gennaio 2008 possono immediatamente applicare il regime se prevedono di rispettare il limite dei 30.000 euro di ricavi o compensi, ragguagliando l’importo stimato all’anno. Comunque, oltre ai soggetti non residenti, sono esclusi dalla applicazione del regime in quanto incompatibili i professionisti che: • si avvalgono di regimi speciali ai fini dell’imposta sul valore aggiunto (imprenditori agricoli etc); • in via esclusiva o prevalente effettuano cessioni di fabbricati o porzioni di fabbricato, di terreni edificabili e di mezzi di trasporto nuovi; • contestualmente partecipano a società di persone o associazioni o a società a responsabilità limitata “trasparenti” (articolo 116 TUIR). Con l’entrata in vigore del nuovo regime vengono abrogati: • il regime dei contribuenti minimi in franchigia (art. 32-bis, D.P.R. 633/72); • il regime super semplificato (art. 3, commi 165-170, Legge 662/96). • il regime delle attività marginali (art. 14, Legge 388/2000); La disapplicazione del regime dei mini- mi (con efficacia dall’anno successivo a quello in cui vengono a mancare le condizioni) può avvenire: • per opzione del contribuente che applica le imposte nei modi ordinari; • al superamento del limite dei 30.000 euro ovvero quando vengono meno gli ulteriori requisiti di ingresso indicati. La disapplicazione avviene nell’anno stesso in cui avviene il superamento di oltre il 50% il limite di 30.000 euro. I Professionisti, contribuenti minimi, ai fini dell’imposta sul valore aggiunto non: • addebitano l’Iva a titolo di rivalsa al cliente; • hanno diritto alla detrazione dell’imposta assolta sugli acquisti e sulle importazioni; • versano l’imposta (tranne che per gli acquisti intracomunitari e per le altre operazioni per le quali risultano debitori dell’Iva reverse charge) L’applicazione del nuovo regime da luogo alla rettifica della detrazione di cui all’articolo 19 bis2 del D.P.R. 633/72 e si applica anche se il contribuente transita, anche per opzione, al regime ordinario dell’imposta sul valore aggiunto. I contribuenti minimi non si considerano soggetti passivi dell’imposta regionale sulle attività produttive. I Professionisti, contribuenti minimi, hanno esclusivamente l’obbligo: • di numerare e di conservare le fatture di acquisto, i documenti ricevuti ed emessi e le bollette doganali; • di certificazione dei corrispettivi (mediante scontrino o ricevuta fiscale); • di numerare e di conservare le fatture emesse sulla quale dovrà annotarsi che trattasi di “operazione effettuata ai sensi dell’articolo 1, comma 100, della legge finanziaria per il 2008”. Il reddito di lavoro autonomo è determinato dalla differenza algebrica tra l’ammontare dei ricavi o compensi percepiti (applicazione del principio di cassa) nel periodo di imposta e quello delle spese sostenute nel periodo stesso nell’esercizio della professione. Perito Agrario 1/2008 NEWS Alla formazione del reddito concorrono anche le plusvalenze e le minusvalenze dei beni relativi all’esercizio di arti o professioni mentre i contributi previdenziali, versati in ottemperanza a disposizioni di legge, si deducono dal reddito determinato applicando il nuovo regime sul quale,al termine delle deduzioni, si applica un’imposta sostitutiva dell’imposta sui redditi e delle addizionali regionali e comunali pari a 20 per cento. È poi da aggiungere che, ai fini delle imposte sui redditi, resta l’obbligo di presentazione della relativa dichiarazione e che i Professionisti, contri- buenti minimi, non sono soggetti agli studi di settore e ai parametri. Oltre che dalle norme citate, altre informazioni possono essere tratte dalla Circolare 73/E del 21 dicembre 2007. - Finanziaria 2008, Art. 3, comma 76: come è noto l’articolo riportato a margine recita che: “Al comma 6 dell’art. 7 del Decreto Legislativo 30 marzo 2001, n. 165, le parole: “di provata competenza” sono sostituite dalle seguenti: “di particolare e comprovata specializzazione universitaria”. Di fatto l’emendamento, così come evidenziato, va a modificare il Decreto Legislativo 30 marzo 2001, n. 165, Articolo 7 - Gestione delle risorse umane che così recita: “Per esigenze cui non possono far fronte con personale in servizio, le amministrazioni pubbliche possono conferire incarichi individuali ad esperti di provata competenza, determinando preventivamente durata, luogo, oggetto e compenso della collaborazione”. Naturalmente la modifica ha originato problematiche che il CNPA sta trattando, congiuntamente con i Consigli Nazionali dei Geometri e dei Periti Industriali, per trovare un risultato coerente con esigenze delle tre Categorie. VITA DEI COLLEGI COLLEGIO DI CUNEO Data Elezioni 12/01/2008 Consiglio del Collegio Presidente Giuseppe Serra V.Presidente Enrico Sandra Segretario Luca Ferrero Tesoriere Giuseppe Benotto Consigliere Roberto Occhetto Consigliere Elio Ressia Consigliere Luigi Rigoni Collegio dei Revisori dei Conti Presidente Flavio Saglietti Membro Eff. Paolo Ruaro Membro Eff. Franca Chionetti Membro Sup. Lorenzo Calorio COLLEGIO DI VERCELLI Data Elezioni 21/12/2007 Consiglio del Collegio Presidente Stefano Bondesan V.Presidente Paola Rastelli Segretario Giorgio Grassino Tesoriere Gianandrea DeGrandi Consigliere Bruno Bellotto Consigliere Pier Giuseppe Ghisio Consigliere Silvia Faraone Collegio dei Revisori dei Conti Presidente Luigi Ferraris Membro Eff. Giorgio Bertone Membro Eff. Giovanni Rosso Membro Sup. Aurelio Boati Perito Agrario 1/2008 COLLEGIO DI POTENZA A seguito delle dimissioni del Per.Agr. Vincenzo Mauro Rosa il Collegio dei Revisori dei Conti risulta così composto: Collegio dei Revisori dei Conti Presidente Savino Caporale Membro Eff. Antonio Lovito Membro Eff. Savino Pettorruso Membro Sup. Francesco Farfariello COLLEGIO DI TREVISO Data Elezioni 19/01/2008 Consiglio del Collegio Presidente Gino Dall'Armellina V.Presidente Gianantonio Da Broi Segretario Nicola Mezzogori Tesoriere Giovanni Battista Fadelli Consigliere Carlo Antiga Consigliere Daniele Novak Consigliere Michele Zanardo Collegio dei Revisori dei Conti Presidente Pietro Mascarin Membro Eff. Paolo Antoniazzi Membro Eff. Romeo Carrer Membro Supp. Gilberto Cimenti COLLEGIO DI ASTI Data Elezioni 06/02/2008 Consiglio del Collegio Presidente Angelo Dezzani V.Presidente Franco Rovero Segretario Adriano Quarello Tesoriere Fiorenzo Gatti Consigliere Giovanni Samarotto Collegio dei Revisori dei Conti Presidente Alessandro Tartaglino Membro Eff. Salvatore Giacoppo Membro Eff. Gianni Doglia Membro Sup. Sonia Vallocchia COLLEGIO DI VENEZIA Data Elezioni 01/03/2008 Consiglio del Collegio Presidente Nicola Gastaldi Cibola V.Presidente Vincenzo Marsura Segretario Francesco Cappellari Tesoriere Lorenzo Simoni Consigliere Roberto Zampieri Consigliere Michele Finotto Consigliere Manuel Presotto Collegio dei Revisori dei Conti Presidente Denis Barbuio Membro Eff. Vinicio Stella Membro Eff. Davide Luzzi Membro Sup. Elio Brezzi COLLEGIO DI BELLUNO Data Elezioni 06/03/2008 Consiglio del Collegio Presidente Nicola Manlio V.Presidente Damiano Rech Segretario Stefano Val Tesoriere Alessandro Balanza Consigliere Piero Balanza 39 INDIRIZZI DEI COLLEGI PROVINCIALI 67100 L’AQUILA Via Sila Persichelli, 25 tel.0862/312168 Pres. Elli Ciampa 88100 CATANZARO Casella postale 201 tel. 0961/726839 Pres. Domenico Russo 75100 MATERA P.zza Matteotti, 7 tel. 0835/334901 Pres. Emanuele Genchi 02100 RIETI Viale Emilio Maraini, 85 tel. 0746/203083 Pres. Enzo Ippoliti 92019 SCIACCA (Ag) Via A. De Gasperi, 127/D tel. 0925/905090 Comm. Vincenzo Termine 66020 SCERNI (CHIETI) Via Colle Comune, 1 c/o Itas tel. 0873/914513 Pres. Nicola D’Ortona 98100 MESSINA Via Romagnosi 7 tel. 0941/785382 Pres. Salvatore Tripoli 47900 RIMINI Via Secchiano, 1 tel. 0541/775357 Pres. Giovanni Nucci 20136 MILANO Via Ripamonti, 35 tel. 02/58305333 Pres. Alessandro Gnocchi 00183 ROMA Via Cerveteri, 18 int. 6 tel. 06/70454739 Pres. Vincenzo Santoro 41100 MODENA Corso V. Emanuele II, 113 tel. 059/223812 Pres. Claudio Losi 45100 ROVIGO Via Silvestri, 41 tel. 0425/699154 Pres. Gianfranco Rezzadore 80147 NAPOLI Via Argine, 1085 tel. 081/5770190 Pres. Biagio Scognamiglio 84134 SALERNO Via Luigi Guercio, 197 tel. 089/251488 Pres. Antonio Landi 28070 NOVARA VIGNALE Corso Risorgimento, 405 tel. 0321/56178 Pres. Fabrizio Gaboardi 07100 SASSARI Via Mazzini, 6 tel. 079/236750 Pres. Giannetto Aru Bartoli 08100 NUORO Via Lamarmora, 2 tel. 0784/232547 Pres. Peppino Piquereddu 17031 SAVONA ALBENGA Via del Nuovo Ospedale, 8 - Reg. Bagnoli tel. 0182/554268 Pres. Antonio Talarico 35123 PADOVA Via T. Livio, 5 tel. 049/661808 Pres. Mariano Schiavon 53100 SIENA Strada Massetana Romana, 54 tel./fax 0577/271834 Pres. Raffaello Biagiotti 15100 ALESSANDRIA Corso Crimea, 89 tel. 0131/52793 c/o Studio tecnico Pres. Massimiliano Ricci 60015 FALCONARA MARITTIMA (AN) Via del Consorzio, 21 tel. 071/9188973 - fax 071/9162177 Pres. Carlo Zoppi 52100 AREZZO Piazza Guido Monaco, 5 tel. 0575/21307 Pres. Giuliano Giuliarini 22100 COMO P.le Camerlata, 9 tel./fax 031/526019 Pres. Dario Giuseppe Bianchi 12038 SAVIGLIANO (CN) Via V. Alfieri, 10 tel. 0172/713087 Pres. Giuseppe Serra 87100 COSENZA Via E. Capizzano, 56 tel. 0984/392175 Pres. Rocco Carricato 63100 ASCOLI PICENO Via delle Zeppelle, 192 - tel. 0736/41829 Pres. Pietro Ciabattoni 26100 CREMONA Via Palestro, 66 tel. 0372/535411 Pres. Costante Galli 14100 ASTI Via Carducci, 50/A tel. 0141/353857 Pres. Angelo Dezzani 94019 LEONFORTE (EN) C.so Umberto, 109 tel. 0935/956078 Pres. Francesco Ferragosto 83100 AVELLINO Via L. Iannacchini, 38 tel. 0825/26377 Pres. Celestino Nardone 44100 FERRARA Contrada della Rosa, 18 tel. 0532/204637 Pres. Milva Sacchetti 70125 BARI Via Annibale di Francia,13 - tel. 080/5428141 Pres. Antonio Memeo 50122 FIRENZE Via Pietrapiana, 32 tel. 055/2340202 Pres. Pierfrancesco Cavicchioni 32100 BELLUNO Viale Fantuzzi, 17 c/o coldiretti tel. 0437/949640 Pres. Manlio Nicola 71100 FOGGIA Via Piave, 41 tel. 0881/723401 Pres. Antonio Dell’Aquila 82100 BENEVENTO Viale Melluso, 80 tel. 0824/317017 Pres. Cristiano Fontanarosa 24122 BERGAMO Via Zelasco, 1 tel. 035/238727 Pres. Francesco Possenti 40126 BOLOGNA Viale Filopanti 4/c tel. 051/252978 Pres. Gastone Gabrielli 39040 ORA (Bolzano) Via del Monte, 18 tel. 0471/811260 Pres. Christof Pichler 25100 BRESCIA Via Marsala, 17 tel. 030/296424 Pres. Sergio Caprioli 72017 OSTUNI (BR) Via N. Sansone, 16 c.p. 321 tel. 0831/305566 Pres. Rocco Cucci 47100 FORLI - CESENA Corso Repubblica, 93 tel. 0543/33137 Pres. Paolo Lombardini 03041 ALVITO (FR) Via S. Nicola, 1 - tel. 0776/344231 c/o Istituto Tecnico Agrario Statale Pres. Domenico Cistrone 58100 GROSSETO Via Ferrucci, 12 Tel. 348/9872672 - tel./ fax 0564/23107 Pres. Giuseppina Pino 90014 CASTELDACCIA (PA) Via Pindemonte, 17 tel. 091/942562 Pres. Bartolomeo Amato 43011 BUSSETO (PR) Via Ponchielli, 2 tel./fax 0524/97012 Pres. Giorgio Faroldi 27058 VOGHERA (Pavia) Piazza S. Bovo, 37 tel./fax 0383/369776 Pres. Massimo Zini 06121 PERUGIA Borgo XX Giugno, 74 tel. 075/35675 Pres. Massimo Moncelli 61100 PESARO Piazzale Matteotti 28 tel 0721/30154 Pres. Marcello Polverari 65134 PESCARA Via del Circuito, 71 tel. 085/294117 Pres. Pasqualino Lupone 18100 IMPERIA Corso Garibaldi, 13 tel. 0183/651525 Pres. Elio Diversi 29100 PIACENZA Via S. Giovanni, 20 tel. 0523/338910 Pres Sergio Lombardelli 04010 BORGO PIAVE (LT) Via M. Siciliano tel. 0773/416017 Pres. Maria Grazia Passarelli 56126 PISA Via B. Croce, 107 tel. 050/48821 Pres. Giulia Parri 73100 LECCE Via Capitano Ritucci, 41 tel. 0832/346996 Pres. Massimo De Nitto 51017 PESCIA (Pistoia) Via Fiorentina, 21 Casella Postale, 73 tel. 0572/478321 Pres. Leonardo Guidi 09124 CAGLIARI Via Mestre, 8 tel. 070/300304 Pres. Marco Fanunza 57012 CASTIGLIONCELLO (LI) Via Mogadiscio, 20-B tel. 0586/752403 Pres. Paolo Giomi 93100 CALTANISSETTA Via Mons. Guttadauria, 2 tel. 0934/585810 Cas. Postale 25 Pres. Michele Riggi 55100 LUCCA Via Vittorio Veneto, 66 tel. 0583/957027 Pres. Massimiliano Barbi 96100 SIRACUSA Vicolo a Viale Tica, 19 tel. 0931/441037 Pres. Francesco Altamore 23100 SONDRIO Via A. Moro, 26A tel. 0342/511229 Pres. Rosario Alessi 74100 TARANTO Via Pisanelli, 44 (casella postale 185) tel./fax 099/4527447 Pres. Pasquale Mariano Carmignano 64100 TERAMO Via C. Battisti, 5 - Tel. 0861 242639 Pres. Giovanni De Luca 10137 TORINO Via Massena, 13/bis tel.011/547505 Pres. Pietro Paolo Gay 91025 MARSALA (Trapani) Via Vaccari, 16 tel. 0923/713008 Pres. Giovanni Giacalone 38100 TRENTO Via Giusti, 40 tel. 0461/915575 c/o Impresa Verde T.A.A. s.r.l. 31015 CONEGLIANO (TV) Via Veneto, 40 tel. 0438/410302 Pres. Gino Dall’Armellina 33100 UDINE Via Gorghi, 27 tel. 0432/512527 Pres. Enore Venir 85024 LAVELLO (PZ) Via Cardinale De Luca, 56 tel. 0972/81389 Pres. Mauro Finiguerra 30175 VENEZIA-MARGHERA Via F.lli Bandiera, 30/A tel. 041/923429 Pres. Nicola Gastaldi Cibola 97100 RAGUSA ViaArchimede, 183 tel. 0932/624649 Pres. Corrado Balloni 13100 VERCELLI Corso Magenta, 1 (ang. Corso Palestro) tel. 0161/256256 Pres. Stefano Bondesan 48100 RAVENNA Via Antica Zecca, 6 tel. 0544/38086 Pres. Alessandro Genovesi 37122 VERONA Via Berni, 9 tel. 045/590559 Pres. Elia Sandrini 86100 CAMPOBASSO Via D’Amato, 15 tel. 0874/66248 Pres. Giuseppe Zingarelli 62100 MACERATA C.da Lornano, 7/A tel. 0733/235335 Pres. Gianni Calamante 81016 PIEDIMONTE MATESE (CE) Piazza Roma, 79 tel. 0823/913594 Pres. Domenico Di Baia 46100 MANTOVA V.le Risorgimento 27/B, tel. 0376/329701 Pres. Ottorino Bernardelli 89015 PALMI (Reggio Calabria) Via Dante, 1 tel. 0966/23552 Pres. Beniamino Denisi 36100 VICENZA Contrà S. Marco, 9 tel. 0444/547443 Pres. Guido Povolo 95129 CATANIA Via Grotte Bianche, 117 tel. 095/436393 Pres. Francesco Intrisano 54100 MASSA Via Fermi, 19 tel. 0585/45848 Pres. Mirella Tongiani 42100 REGGIO EMILIA Via Melato, 23 tel. 0522/554231 Pres. Corrado Fantuzzi 01100 VITERBO Via Paradiso, 3 tel. 0761/226934 Pres. Mario Morano Il Consiglio Nazionale dei Periti Agrari è in via Principe Amedeo n. 23 - 00185 Roma - Tel. 06/4819801 - Fax 06/4882150 - e.mail: [email protected]