Francesca Venturelli
MYRTLE
“Narrativa”
MYRTLE
Francesca Venturelli
A Camilla,
che con il suo senso dell’umorismo
sa rendere le disgrazie meno disgraziate.
Benvenuti a Ediestown, la città del “Soft White Crunch”! Per chi non lo sapesse il “Soft White
Crunch” è un dolce insipido a base di ricotta, cioccolato, pezzetti di frutta e zucchero, più
l’ingrediente segreto del signor Riggins, fondatore dell’azienda con reddito più proficuo della città,
non che sindaco. Esistono anche il “Soft White Crunch” vegano e quello senza glutine. A parte
questa prelibatezza culinaria Ediestown è, come diceva mio nonno, solamente un punto nero sul
grosso culo degli Stati Uniti d’America.
In una città di mille abitanti tutti sanno tutto di tutti. Mi piace credere che la gente non capisca che i
cinque chilogrammi di “Soft White Crunch” che ogni fine mese scartano al negozio di alimentari io
li usi per farli assaggiare alle mie compagne di università e rendere ancora più celebre uno dei tanti
comedoni che stanno sul fondoschiena dell’America. In verità quei cinque chilogrammi di ricotta
scaduta li divoro in una notte per poi vomitarli nel water. Questo mese l’idraulico è dovuto venire
tre volte a casa mia per disintasare il cesso, malgrado questo nella mia testa la gente non ha ancora
capito cosa accade in quelle quattro mura piastrellate. Mi piace immaginare che i miei compaesani
pensino che capiti il peggio in casa mia, che passino le giornate a cercare una giustificazione per le
mie occhiaie profonde e per i miei repentini cambi di peso. Al momento sono riuscita a mettere
insieme alcune delle teorie più assurde che sono girate sul mio conto. Per quel che mi riguarda
possono pensare quello che vogliono, l’importante è che non capiscano la verità, perché la pietà e la
compassione proprio non le tollero.
1. ADA, LA PERPETUA
Ada è la perpetua del paese. Si veste sempre di nero, come una vedova, solo che vedova non è. Non
è neanche mai stata sposata, o fidanzata, o stata in intimità con un qualsiasi altro essere vivente,
forse con il suo gatto (Povero Pepito, avrà scambiato la sua vagina pelosa per un topo.), credo anche
che non sia mai stata baciata a fior di labbra o che si sia depilata. Ada fa solo tre cose nella vita:
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tiene pulite la chiesa e la canonica, legge la Bibbia agli anziani (Che poi, non è che lei sia nel fior
fiore della sua vita.) e si impiccia in tutti gli affari dei cittadini di Ediestown.
Io solitamente snobbo le feste e i regali, ma lo scorso Natale ho regalato alla cara perpetua una
scatola piena di lozioni, bagnoschiuma, profumi e dentifricio alla menta (Fortunatamente non li ho
pagati, il negozio dove lavoro a ogni festività cambia l’allestimento della vetrina e i cosmetici che
avanzano o vengono buttati via o vengono usati da noi commesse. Con i soldi che ho risparmiato mi
sono comprata una scorta di patatine fritte.). Ada è infatti caratterizzata da quell’odore di aglio e
muffa di chi ha vissuto la maggior parte della propria vita a recitare il Rosario mentre un pentolone
di minestrone bolle sul fuoco. Ha perfino un orribile neo peloso sul mento e tutte le volte che la
incontro passo tutto il tempo a fissarlo. Avete presente quando una cosa vi disgusta talmente tanto
che non riuscite a distogliere lo sguardo? Non riesco a immaginare il senso di realizzazione che
proverei nel strappargli quei maledetti peli dal neo e dal resto della faccia, per non parlare degli
enormi punti neri, credo che se usassi uno di quei cerottini per i comedoni, il naso di quella donna si
trasformerebbe in un colabrodo di pus. Prima o poi verserò un po’ di Xanax nell’acqua santa di
Lourdes che Ada si porta dall’annuale pellegrinaggio in Francia, ne beve un bicchierino al giorno
per “purificare il suo spirito”, e le farò una bella seduta estetica mentre sarà incosciente.
Solitamente incontro Ada la sera fuori dal negozio di alimentari, lei a quell’ora va a servire la zuppa
ai poveri. Ogni volta mi chiede come mai ho riempito il carrello di cibo o perché ho le occhiaie, io
tutte le volte rispondo che spesso invito gli amici a cena e che fatico a dormire. Lei mi risponde che
devo pensare alla salute e mi dice che pregherà per me.
Delle mie spiegazioni Ada ha fatto le fondamenta della sua teoria. Ada infatti è convinta che io non
dorma la notte perché pratico letteralmente la cerimonia collettiva dell’orgia e che il cibo che
compro tutte le sere venga mangiato dai miei concubini per recuperare energia. Ho saputo questa
teoria da una mia amica la cui madre frequenta assiduamente la chiesa. Dal momento in cui l’ho
scoperto ho capito perché tutte le mattine trovo nella cassetta delle lettere opuscoli sul sesso sicuro e
di gruppi-aiuto per sesso-dipendenti. Ho capito anche perché il vecchio prete si era offerto più volte
di benedire casa mia. Credo che Ada per questo Natale riceverà un bel vibratore, così forse capirà
perché, se io praticassi orge ogni notte, avrei un’aria molto più soddisfatta.
2. DON MARCO, IL NUOVO PARROCO
Don Marco non è male come persona e di tutte le voci che circolano sul mio conto la sua è la più
clemente. Forse perché anche lui è vittima dei pettegolezzi del paese. Don Marco è arrivato a
Ediestown circa quattro anni fa, prima predicava in una cattedrale a Seattle. Leggenda vuole che se
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un prete viene trasferito da una parrocchia grande come quella di una metropoli per una quasi
inesistente come quella della mia città è perché ha molestato dei bambini. Il primo anno che don
Marco arrivò nella chiesa di Saint Vincent tutti si rifiutarono di far fare ai propri figli la prima
Comunione. La verità è ben lontana da quello che i cittadini di Ediestown pensano. Poco prima che
don Marco arrivasse in città io sono stata ricoverata in ospedale a causa di un’ulcera. Durante le due
settimane che ho trascorso lì dentro ho visto il parroco fare avanti e indietro dall’ospedale quasi tutti
i giorni, usciva ed entrava dal reparto di oncologia sempre con un’aria distrutta. Fortunatamente le
infermiere sono pettegole, così venni a sapere che in reparto era ricoverata la sorella di don Marco.
La poverina era terminale, un cancro al seno che come una bestia nera aveva divorato
completamente ogni cellula del suo corpo. Il buon uomo aveva deciso di chiedere di essere
trasferito dalla parrocchia di Seattle a quella di Ediestown per stare più vicino alla sorella,
sfortunatamente appena il trasferimento venne autorizzato la povera donna morì. Don Marco chiese
di poter ritornare a Seattle, ma oramai il dado era stato tratto. Alle pettegole del paese non interessa
sapere cosa una persona ha fatto per arrivare a quel determinato punto della vita in cui si trova, loro
hanno solo bisogno di avere qualcosa di cui parlare e qual è il modo migliore se non creare storie
assurde sul conto degli altri?
Don Marco è convinto che io abbia un tumore allo stomaco, se ne convinse vedendomi tutti i giorni
in ospedale. Non osa parlarmene perché ha paura di offendermi o forse perché ha paura di vedere
un’altra persona morire sotto i suoi occhi. Credo sia già dura per un uomo portarsi sul groppone tutti
i segreti che la gente rivela durante la Confessione oppure benedire bare con dentro corpi cerulei,
l’idea di affezionarsi a qualcuno che si pensa stia per morire non dev’essere un pensiero allettante.
Don Marco non mi guarda con compassione, semplicemente evita il mio sguardo. Non indaga, non
fa domande, si fa gli affari suoi e per questo lo rispetto.
3. IDA, LA VEGANA
Ida è forse la persona che detesto di più a questo mondo. Ha diciotto anni e da quando ne aveva
quattordici ha deciso che doveva diventare una ragazza trasgressiva. E quale persona è più
trasgressiva di una che viene accusata di fare orge tutta la notte? Ida si veste come me, ha i miei
stessi tatuaggi e ha chiesto di lavorare nello stesso posto in cui lavoro io (Fortunatamente la mia
titolare ha visto la sua faccia da diciottenne finto-trasgressiva e ha deciso di non assumerla, e poi
diciamocelo di Mirtilla ce n’è una sola al mondo.). Dicevamo: Ida mi imita in qualsiasi cosa,
semplicemente perché sua mamma, che è una di quelle tipiche borghesi benpensanti, mi odia. Ida
dice di essere vegana, di aver pippato cocaina e che a volte a preso parte alle orge organizzate da
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me. Il problema è che lei mangia prosciutto, l’unica coca con cui è venuta a contatto è la Coca-Cola
e un’orgia a casa mia non l’ha mai vista, dato che io non ne ho mai organizzata una, almeno non
mentre ero cosciente. La teoria di Ida è quella di credere a tutto ciò che dicono su di me e fare la
stessa cosa per somigliarmi. Sapete quante cazzo di volte ho dovuto combattermi con lei il secchio
da cinque chilogrammi di Soft White Crunch? Sapete quante volte mi ha sottratto metà dei pacchetti
di patatine al lime che arrivano una volta al mese al negozio di alimentari? L’ultima volta ho dovuto
fare due ore di strada per trovarne altre. Che poi, che cosa se ne fa di tutto quel cibo che non ha
nemmeno un amico? Io la detesto quella pazza! Mi verrebbe voglia di farmi suora di clausura solo
per togliermela dagli zebedei, ma credo che si farebbe chiudere in monastero con me e l’idea di
passare le ore in silenzio con lei mi terrorizza. Forse potrei spacciarmi come testimone cruciale di
un processo contro un mafioso e chiedere all’F.B.I. di portarmi il più lontano possibile da Ida.
Oppure potrei dire che la mia vita è messa a repentaglio da una pazza che sarebbe capace di
uccidermi per rubarmi l’identità.
4. LINA, LA VICINA DI CASA
A proposito di mafia, credo che quella della mia vicina sia una delle teorie più assurde che esistano
su di me, forse forse solo quella di Michael la batte. Lina passa le giornate a guardare telegiornali e
programmi su guardie aeroportuali che sventano i piani del cartello sudamericano per portare la
droga in altri stati. Io passo tutta la notte a spadellare e a vomitare e le mura di casa mia sono sottili,
quindi la povera Lina passa tutta la notte a sentire me che faccio rumore ed è risaputo che l’insonnia
sommata a tanta televisione porta a delle paranoie terribili. Ora, provate a immaginare: una donna
che passa le giornate a guardare programmi sulla droga che sente rumore di fornelli e padelle, che
vede la propria vicina di casa fare avanti e indietro con carrelli pieni zeppi di cibo e che sente strani
rumori gutturali provenire dalla finestra del bagno della casa accanto cosa potrà mai pensare? Se poi
sommiamo la voce sulle orge. Lina pensa che io vomiti gli ovuli di droga dal mio stomaco e che
spadelli tutta la notte per raffinare la droga. Pensa che il cibo sia per la fame chimica e che le orge
non siano veramente orge, ma che io gestisca un giro di prostituzione. Spacciatrice e meretrice,
potrei aggiungerli al mio curriculum come esperienze lavorative.
La cosa è divertente è che Lina fa tanto la scandalizzata, ma molte volte è venuta a chiedermi le
“uova speciali” che io compro quando vado in università. Io le ho risposto che di uova non ne avevo
perché sono vegana e lei mi ha domandato se “vegana” era una parola in codice, come quando i
ragazzi dicono: << Piove >>. Chissà a cosa si riferiva? Per non parlare delle volte in cui l’ho
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sorpresa a leggere gli speciali sul sesso di Cosmopolitan, la sfortuna di avere le cassette della posta
una sopra l’altra.
5. CRISTINA, LA PROSTITUTA
Ovviamente anche la teoria di Lina è circolata per il paese ed è arrivata alle orecchie di Cristina, la
vecchia prostituta di Ediestown. Cristina è arrivata a Ediestown appena sedicenne, si era sposata
con un ubriacone ed era scappata da lui arrivando in paese. Come metà delle storie delle prostitute
americane, Cristina aveva trovato un lavoro come cameriera, ma i soldi non le bastavano per
mantenere sua madre rimasta in Messico, così ha iniziato a cedere alle proposte degli scapoli di
Ediestown e si è data alla prostituzione. Ha guadagnato un bel gruzzoletto con cui si è comprata un
appartamento di trecento metri quadri e un volpino di Pomerania bianco come il latte che ora che è
vecchio ringhia contro tutto e tutti. Ovviamente ha avuto anche una figlia, Natalia, che ha mandato
a studiare in collegio lontano da Ediestown così che i suoi compagni di scuola non la prendano in
giro perché è la figlia di una prostituta. Cristina è rimasta una bella donna, grazie anche al chirurgo
estetico di cui è stata amante per anni, ed è simpatica, è l’unica persona della città con cui posso
fare battute a sfondo sessuale. Ho chiesto a lei come fare il mio primo pompino e fidatevi che il mio
ragazzo dopo non mi ha più lasciato, l’ho lasciato io, il cibo mi rendeva e mi rende più felice. Ora
che non ho più il riflesso della faringe sono io che do consigli a lei su come fare pompini migliori.
Cristina è una persona parecchio venale e l’idea di creare una casa chiusa in società con me l’ha
subito attirata. La mia risposta alla sua offerta è stata:<< Sono come Julia Roberts in Pretty Woman,
lavoro da me, non voglio protettori >>. Lei si è fatta una bella risata e mi ha detto che ero brava a
non condividere i guadagni con qualcun altro. Ero troppo impegnata a ridere per spiegare che io non
sono una meretrice che guadagna soldi a palanche.
6. CARLO, IL CANTANTE DI STRADA
Ode a Mirtilla
Sei bella come madre natura,
sei buona come una frittura,
sei dolce come il miele,
mi uccidi come il fiele.
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Mirtilla, Mirtilla, Mirtilla, oh.
Mirtilla, Mirtilla, Mirtilla, eh.
Mirtilla, Mirtilla, Mirtilla, oh.
Mirtilla, Mirtilla, Mirtilla, eh.
Ti canto questa serenata,
perché spero tu sia innamorata,
innamorata di me,
perché io amo te.
Mirtilla, Mirtilla, Mirtilla, oh.
Mirtilla, Mirtilla, Mirtilla, eh.
Mirtilla, Mirtilla, Mirtilla, oh.
Mirtilla, Mirtilla, Mirtilla, eh.
Non m’interessa se la notte sei di altri,
l’importante è che il giorno non vai dai sarti,
ma stai con me,
che amo te.
Mirtilla, Mirtilla, Mirtilla, oh.
Mirtilla, Mirtilla, Mirtilla, eh.
Mirtilla, Mirtilla, Mirtilla, oh.
Mirtilla, Mirtilla, Mirtilla, eh.
Mirtilla, I love you.
Questo capolavoro che darebbe del filo da torcere a “Imagine” di John Lennon me l’ha dedicata
Carlo, o come preferisce farsi chiamare lui Karl, con la “K”, il cantante di strada che ogni mattina
rende la strada che percorro per andare al lavoro un vero inferno con le sue rime insensate.
Immaginate cosa vuol dire svegliarsi la mattina con un’emicrania allucinante e avere come sveglia
uno stonato che canta le sigle dei cartoni animati. Carlo, da bravo artista, vede in me la sua musa.
Mi vede come un’anima tormentata che non si ama abbastanza e che cerca ovunque un po’ di
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amore, ovvero mi ha praticamente scambiato per un cane che si vende per un biscottino. Una volta
si è offerto di farmi un ritratto, nuda ovviamente, perché solo così avrebbe potuto mettere su tela la
vera me stessa. Perché? Perché? Perché se una persona ha già mille problemi deve anche trovarsi
addosso dei pazzi furiosi?
7. MICHAEL IL FANATICO
Cosa c’è peggio di una vicina di casa fissata con la droga? L’altro tuo vicino di casa fissato con gli
alieni. Michael ha iniziato a guardare X-Files a cinque anni, a dieci aveva un’intera biblioteca
dedicata al mistero di Roswell e ora che ne ha venti ogni notte di luna piena gira per Ediestown con
un cappello di alluminio in testa. Michael ha lavorato per un po’ come commesso al negozio di
alimentari, quindi ha visto le abnormi quantità di cibo che portavo a casa mia. Quando la notte
uscivo a fumare lo vedevo appostato nel mio giardino con una tuta mimetica. Poco dopo ho iniziato
a sentire uno strano “click” tutte le volte che alzavo la cornetta del telefono. Iniziai a spaventarmi
quando sorpresi Michael a controllare le parti basse dei miei cani, lui disse che stava controllando
se c’erano delle pulci, ma dal modo spaventato in cui indietreggiò dopo averlo sorpreso capii che
qualcosa in quella testa bacata non andava. Non volevo denunciarlo per stalking, Michael è
innocuo, è un ragazzo rachitico di quarantaquattro chilogrammi che ha passato troppo tempo chiuso
in casa. Un giorno, tornando dal lavoro trovai un cartello attaccato al cancello di casa mia, diceva:
“Non vogliamo farti del male, quindi tu non farlo a noi. Tu e la tua prole potete rimanere e
insegnarci i vostri segreti e noi in cambio vi daremo cibo e acqua”. Guardai incredula il cartello e
andai dritta filata a casa di Michael che mi stava già fissando da una finestra. Quando entrai
Michael indossava quello stranissimo cappellino di alluminio e con un braccio sorreggeva uno
scudo de “Il Signore degli Anelli”. Mi disse di non avvicinarmi a lui e mi chiese dove erano i miei
figli. Io dalla rabbia gli tirai addosso una riproduzione della settima sfera del Drago di “Dragonball”
e gli chiesi spiegazioni. Michael mi disse che lui sapeva che tutto il cibo che compravo lo stavo
usando per crescere la mia prole e per rifornire la mia navicella spaziale. Disse anche che come
umana non ero credibile perché gli umani non mangiano così tanto cibo senza ingrassare e non
indossano felpe in piena estate. Ma quale cretino può pensare una cosa del genere? Guardai Michel
con una tale rabbia che lui si spaventò e mi chiese di non togliergli la vita. Per non spezzare il suo
cuoricino gli dissi che ero un alieno buono e che gli avrei comunicato ogni mia scoperta a patto che
lui smettesse di perseguitarmi, gli dissi che lo avrei assunto come aiutante cosicché se un giorno la
mia razza avesse trionfato sulla Terra lui sarebbe stato il mio vice. Ecco come sono riuscita a
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trovare un povero cretino che pensa che io sia la cugina di E.T. e che mi lava la macchina una volta
a settimana.
8. OSCAR WILDE
Mi domando chi sia più strano in questa città e chi abbia gli scheltri nell’armadio più grossi, ma è
grazie a queste diversità se qui non ci si annoia mai e poi, come una famoso scrittore dell’Ottocento
disse: “L’importante non è se bene o male, l’importante è che ne parlino”.
FINE.
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Myrtile - Associazione di Volontariato Alter Ego