Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM Anno XVI - Novembre/Dicembre 2013 - Numero 11-12 Vivi e! il N atal Somma r i o 1 Editoriale Auguri con la preghiera 2 Kabàka, l’amico dotto Isaia il profeta ‘missionario’ 4 Giramondo 10 Viaggio in… Nenets, il popolo delle renne All’inte rno PIAN E MISSI TA RAGAO ZZI 14 Appunti natalizi Vivi il Natale! 22 Intervista impossibile Io sono nessuno 24 Dove è nata la missione Nella Casa del Bambino Gesù 26 Passi di oggi… Novità ad Honiara 27 … sulle orme di ieri Rosa da Lima 32 Click alla Parola 33 Fuorisacco Passando per Betlemme 34 Mama Mukasi Baraccopoli e Olimpiadi 35 Scaffale Così Francesco inventò il presepe 36 Un mondo di quiz Il Ponte d’Oro - Mensile dei Ragazzi Missionari Reg. Tribunale di Roma n. 171/97 del 21/03/97 Editore: Associazione Amici della Propaganda Missionaria Presidente: Michele Autuoro La rivista è promossa dalla Fondazione Missio (organismo pastorale della CEI) Direttore responsabile: Giulio Albanese Redazione: Chiara Pellicci, Miela Fagiolo D’Attilia, Ilaria De Bonis. Segreteria: Emanuela Picchierini. Hanno collaborato: Marco Benedettelli (pag. 5-9), Eleonora Borgia (pag. I-IV). Illustrazioni: Beatrice Cerocchi, Sergio De Simone (pag. 36-37), Doriano Strologo (copertina), Cristiano Crescenzi (pag. 27-30). Foto: AF/PP.OO.MM., AFP, Giuseppe Andreozzi, Chiara Pellicci, Wikipeda, Mario Cornioli, Alberto Sottile, Anna Maria Gervasoni. Progetto grafico e impaginazione: Alberto Sottile. Redazione e amministrazione: Via Aurelia, 796 – 00165 Roma; tel. 06/66502678; e-mail: [email protected] Ufficio abbonamenti: tel. 06/66502632; fax 06/66410314; e-mail: [email protected] Abbonamento annuo: individuale 14€; collettivo 10€; estero 26€ su ccp n. 85134625 intestato a IL PONTE D’ORO oppure con bonifico bancario intestato a IL PONTE D'ORO, cod. IBAN IT 18 J 07601 03200 000085134625 Stampa: Graffietti stampati - S.S. Umbro Casentinese Km 4,5 - Montefiascone (VT) Mensile associato alla FeSMI, Federazione Stampa Missionaria Italiana. Chiuso in tipografia nel mese di novembre 2013. E d i t o ria le E d i t o r i a le Edi to ria le Edi to ria le Ed to ria l e Cari Amici, Auguri con la preghiera siamo giunti alla fine dell’anno e all’ultimo numero de “Il Ponte d’Oro” per il 2013. Con l’occasione vorrei raccontarvi un aneddoto che riguarda un grande missionario che ha vissuto quasi 50 anni in Africa. Si tratta di padre Bernardo Sartori, morto in Uganda nel 1983 e di cui è stato aperto il processo di beatificazione. Egli è stato un personaggio straordinario, capace di toccare il cuore di chiunque lo incontrasse. Chi scrive ebbe modo di conoscerlo personalmente e di parlargli. Era, infatti, sempre disponibile a conversare. Un giorno mi chiese: “Lei quante ore prega al giorno?”. “Beh - risposi - al mattino e alla sera, anche se la mia preoccupazione principale è quella di aiutare i poveri”. Con molta semplicità padre Bernardo ribatté: “No, amico mio, perché se non preghiamo molto non siamo in comunione con Dio e se non siamo uniti a Lui non possiamo aiutare quelli che hanno fame di pane, ma soprattutto hanno fame di Dio”. A distanza di oltre 30 anni da quell’incontro, posso dirvi che padre Bernardo aveva proprio ragione. E il suo insegnamento può essere di grande aiuto guardando al futuro con speranza. Colgo pertanto l’occasione, soprattutto con la preghiera, per augurarvi un Buon Natale e un felice Anno Nuovo! Abuna [email protected] 1 Ka bà ka Ka bà ka Ka bà ka Ka bà ka Ka bà ka L’amico dotto Ka bà ka aia significa Is e om n il o ic ra eb In Chi, meglio di lui, ”. to u ai io m il è io “D pio di fede? em es n u re se es ò u p a t e f o r p l i , a i a Is ‘missionario’ DALLA PAROLA DI DIO L’ANNUNCIO DI ISAIA Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il potere e il suo nome sarà: Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace. (dal Libro del profeta Isaia, capitolo 9, versetti 1.5) utti i profeti parlano per conto di Dio, prestandogli la voce e preannunciando qualcosa che si compirà. Ma Isaia, un profeta della cui vita personale non si conosce granché, è considerato il maggiore di tutti. Nel capitolo 6 del suo Libro (nell’Antico Testamento), racconta in prima persona come fu chiamato dal Signore: Isaia ebbe una visione in cui Dio sedeva su un trono posto in alto, circondato da vari angeli, ciascuno con sei ali. Isaia, davanti a questa scena, espresse al Signore il proprio disagio: si sentiva impuro, peccatore, e sapeva di non essere degno di stare al cospetto di Dio. Allora un angelo si mosse, con delle molle prese dall’altare un carbone acceso e toccò la bocca di ANNO DELLA FEDE T 2 [email protected] n vo s ne ll’o t t a c ia la ve n u t a c o e iv v ia n e Is a u r n e n g ne p re a e s i p o s s o n o le g s t o, m a ih p c e p a ro le a c u i il c a b e ll is s im i de l s u o li bro, t r e s ia ! (Se un t o p r ia p o in v a r i p e ra e p r tte di Natale, v a n u : t o lo 9 ella no lla Messa n te le parole de a ll a i a n v e attentam ascolta de . ) ttura Chi m an prima le ig n o re chie de : “ io ne ne l az il S h a e s it e !”. E n o n Qua ndo n o n m ia rò? ”, Is a “ Ec c om i, m a n d a a, a n ch e : at re r isp o n de u a chiam lo s n o bb a s a ll a , ae s i s o t t r t i n o n g li c re do n o s u o a iu t o t u t è o e D io il quand in o. S a c h n di Is a ia la o o is s s e t s n o, lo e ne e il n om n de ne ll a m is s io ic d e m o e i (c rr . E t u se e non si a af f id at o a e bra ic o) h li g n o re ch e il S ig c ome lu i? r io m is s io n a Isaia dicendo: “Ecco, questo ha toccato le tue labbra, perciò è scomparsa la tua iniquità e il tuo peccato è espiato”. Poi il Signore chiese ad Isaia: “Chi manderò e chi andrà per noi?”. Egli rispose: “Eccomi, manda me!”. Non ebbe esitazione nel sentirsi ‘missionario’, inviato da Dio al popolo d’Israele. Da quel momento iniziò la predicazione del profeta Isaia: invitava a non peccare contro Dio e contro i fratelli, esortava alla giustizia, alla riconciliazione, alla pace. Preannunciava la venuta del Messia, come si legge nel bellissimo capitolo 11 del suo Libro (se non lo hai mai letto, cercalo e gustalo!). Kabàka, l’amico dotto, ti aspetta anche nelle pagine successive per parlarti di: GLOBALIZZAZIONE, BANCA CENTRALE, RIFUGIATI, RIBELLI, GOLFO PERSICO, PARKA, UNIONE SOVIETICA, SHALE GAS, CHECK POINT… E ALTRO. >>>> TEST Anch’io missionario? 1 2 3 PER ME GESÙ È: A - Un amico B - Un estraneo C - Un eroe LA MIA PREGHIERA PIÙ RICORRENTE È: A - Per il mondo B - Per me C - Per i miei amici e parenti IL MISSIONARIO È: A - Chi annuncia il Vangelo B - Chi va in un Paese lontano C - Chi ha tempo libero da dedicare agli altri SOLUZIONI Se prevalgono le “ aperto alla mis a”: Bravo, il tuo cuore è sion Se prevalgono e! le “b”: Devi ancora capire cosa significa “essere missio nario Se prevalgono le “c”: Per ess ”… ere missionari non basta ess ere altruisti… [email protected] 3 ANNO DELLA FEDE IDIANA T O U Q ITA ALLA V DA ME!” N A M , I n t i C r i“EC COM e c o lo av a G ir a m on d o Gnidr a m on d o o o G ir a m on d o r am o NORD AMERICA DANIMARCA IN Q TI A UESTO CCO N MPA UMER G NO O IN: DANIMARCA Messaggio in bottiglia alla Danimarca a Pisa grazie alle correnti, ai venti, alle acque di un mare in tempesta che ha trasportato un messaggio da una parte all’altra dell’Europa. Si tratta di un biglietto in una bottiglia, scritto da una ragazzina danese di 14 anni, ripescato a Pisa da una commerciante che quando l’ha aperto non ha creduto ai propri occhi. Nell’era della globalizzazione, internet arriva GLOBALIZZAZIONE D È un fenomeno contemporaneo che riguarda tutto il pianeta e lega a doppio filo un’area del globo con un’altra, magari al capo opposto. In un mondo globalizzato ciò che accade in un luogo ha conseguenze sempre più concrete dall’altra parte del mondo (economia, commerci, problemi ambientali, ecc.). 4 [email protected] QATAR BRAS ILE REP. DEM. CONGO INDIA NUOVA ZELANDA ovunque e la comunicazione è fatta di messaggini, e-mail, social network. Ma capita ancora che qualcuno si lasci cullare dalla bellezza di un gesto spontaneo. Helen vive nel Regno di Danimarca, nel Nord Europa, e forse si sentiva un po’ sola. Nel messaggio, su un pezzettino di carta infilato in una bottiglia che poi ha affidato al mare, aveva scritto in inglese: “Ciao! Sono felice che qualcuno abbia trovato la lettera. Ho 14 anni e vivo in Danimarca. Se hai Instagram seguimi a helenefriisa e commenta una delle mie foto e scrivi che hai on d o trovato la lettera. Ciao Ciao, Helene”. Come la letterina sia giunta fino a noi è difficile dirlo, ma è anche vero che la Danimarca è costituita da una parte peninsulare, lo Jutland, a ovest, e da varie isole nella parte orientale, fra il Kattegat e il Mar Baltico: una terra circondata dalle acque, che può aver facilitato questo piccolo miracolo di comunicazione. “Quando ho visto la bottiglia ho creduto di essere dentro un film - ha commentato Elena, la donna che l’ha ritrovata -. Mi sono emozionata tantissimo, proprio come una bambina. E mi sono immaginata una ragazzina triste, magari per un amore non corrisposto. Ma chissà chi è la piccola Helene e cosa voleva dirci con il suo messaggio nella bottiglia…”. BRASILE BANCA CENTRALE Soldi ‘fertilizzanti’ La cartamoneta può aiutare a far crescere i fiori? Pare proprio di sì. Le vecchie banconote sono un ottimo concime per i campi, e il denaro, se ben usato, può aiutare a far crescere le piante. Com’è possibile? La scoperta arriva dal Brasile dove un gruppo di scienziati ha messo a punto un fertilizzante È l’istituto molto efficace, composto di credito da vecchie banconote trituresponsabile delle scelte monetarate e mescolate a sterparie di ogni Paese. Per glie, acqua e scarti della esempio: emette mofrutta e della verdura autoneta, vende dei titoli prodotta dai contadini. Tutto che fruttano dei soldi nasce da una ricerca finana chi investe e conziata dalla Banca centrale sentono allo Stato di pagare le spese di del Brasile, che ogni anno gestione della macdeve liberarsi di tre milioni china statale. Le Bandi banconote fuori corso, che centrali hanno l’equivalente di due miliardi anche il ruolo di ‘saldi tonnellate di carta: duvare’ quelle private, se queste entrano in crisi perché non hanno abbastanza soldi. rante gli esperimenti, gli scienziati si sono accorti che di quella carta stampata si poteva fare un fertilizzante. La scoperta è già stata brevettata e da alcuni mesi gli agricoltori della regione del Parà stanno usando il concime dopo essere stati riforniti dall’Università dell’Amazzonia. Si tratta di un composto che si ottiene gratuitamente, in una zona dove il fertilizzante è molto costoso. José Justino Frutuoso, un contadino di 74 anni, se la ride e racconta divertito: “Mai avevo visto prima tanto denaro tutto insieme. Peccato solo che quando me l’hanno consegnato fosse tutto stracciato!”. [email protected] 5 G i r a m on d o G i r a m on d o G i r a m on d o G i r a m on d o G i r a m on d o G i r a m on d o G ir a m o NUOVA ZELANDA Rifugiati a causa del clima un caso che sta dando molto da fare ai giudici della Nuova Zelanda. Un uomo di 37 anni e sua moglie hanno presentato ai tribunali una richiesta che a molti è sembrata bizzarra, ma che è in realtà assai seria. I due coniugi chiedono di essere accolti come rifugiati perché nel loro Paese si sono verificati dei cambiamenti climatici tali da renderlo inabitabile. Entrambi vengono dal Kiribati, una nazione delSempre più per via delle guerre, l’Oceania formata da dei conflitti armati minuscoli atolli: è dal e delle rivolte interne, in 1998 che l’innalzamolte parti del mondo le mento della marea inpersone sono costrette a fuggire dalla loro terra. Spestorno alla loro isola so queste persone vengono si è fatto sempre più accolte in altri Paesi con lo invadente, al punto status di “rifugiato”, assicuche le onde spesso rando loro il “diritto di asilo” e la protezione. La condiarrivano ad abbattersi zione di “rifugiato”, però, sulle case e si infilnon è mai stata riconosciuta RIFUGIATI È a chi è costretto a lasciare il proprio Paese per scappare da cambiamenti climatici dalle conseguenze molto gravi. Il caso di Kiribati è il primo in assoluto e può fare storia. 6 [email protected] trano nelle falde d’acqua potabile. Finora i tribunali hanno sostenuto che i danni causati dai cambiamenti climatici negli atolli di Kiribati non sono così evidenti. Ma ora il caso dei due sposi è stato portato all’Alta Corte neozelandese da un avvocato famoso per le battaglie a difesa dei diritti umani. Se i giudici daranno ragione ai due, la sentenza potrebbe divenire storica, perché riconoscerebbe il diritto di asilo anche per chi è vittima di catastrofi naturali causate dai cambiamenti climatici. Sono centinaia di migliaia gli abitanti dei piccoli atolli intorno alla nuova Zelanda e l’innalzamento degli oceani rappresenterà, negli anni a venire, una minaccia sempre più reale per quei paradisi terrestri. on d o NORD AMERICA Babbo Natale senza renne? n tempo il branco del fiume George contava quasi 900mila esemplari. Oggi ne rimangono appena 27mila. Le renne, che conosciamo come gli animali che trainano le slitte di Babbo Natale, corrono il rischio di scomparire. Perché succede? Responsabili di questa preoccupante decimazione sono soprattutto le attività minerarie che avanzano nelle zone del Canada occidentale e in generale del Nord America. I progetti industriali promossi dal Canada sulla terra degli Innu hanno distrutto i terreni da pascolo delle renne impedendo agli animali di spostarsi da una zona all’altra. “Per esempio, la società mineraria Quest Minerals ha recentemente annunciato di voler costruire una strada proprio nel cuore delle zone di riproduzione del branco”, ha denunciato un allevatore di renne. I siti di esplorazione delle compagnie minerarie, che scavano per cercare il gas e il petrolio intrappolati nelle rocce, sono continuamente sorvolati da elicotteri ed aerei che disturbano la quiete dei branchi e li costringono ad emigrare. Il punto è che le renne sono al centro della vita e della cultura di molti popoli indigeni dell’Artico: senza i loro animali anche gli allevatori U INDIA Stop alle biciclette È una delle città più congestionate del mondo, con un traffico che scorre lento e strade intasate di auto e camioncini. Proprio per questo a Calcutta la decisione di vietare l’uso delle biciclette su 174 arterie urbane ha lasciato tutti molto perplessi. Spiega il capo della polizia locale: “Lo abbiamo deciso per evitare che lo scorrimento del traffico automobilistico sia disturbato dal fiume di biciclette e altri veicoli non a motore che si muovono lentamente”. Ma il bando per bici, carretti su ruote, risciò è diventato un caso politico che si è allargato oltre Calcutta, anche perché il divieto di pedalata colpisce soprattutto i lavoratori più poveri, quelli che per muoversi hanno a disposizione solo una bici o un triciclo. A favore dei ciclisti di Calcutta è intervenuto anche il biologo Venkatraman Ramakrishnan, premio Nobel e professore a Cambridge, che ha ricordato come le grandi metropoli occidentali, Londra in testa, incoraggiano a lasciare le auto per le biciclette: “Le bici costano poco, non consumano le strade, non richiedono benzina che l’India importa dall’estero e non inquinano. L’esercizio può aiutare ad evitare malattie come obesità e diabete”. In effetti, prendersela con bici e carretti su ruote non sembra proprio la soluzione più azzeccata per eliminare traffico e gas di scarico nocivi. perdono il lavoro, il sostentamento e peggiorano le condizioni di vita. Per molte tribù nordiche, le renne sono parte fondamentale della sopravvivenza e della storia. È una grande tragedia che l’industria estrattiva artica stia esigendo un così pesante tributo alle renne e ai loro pastori. [email protected] 7 G i r a m on d o G i r a m on d o G i r a m on d o G i r a m on d o G i r a m on d o REP. DEM. CONGO n e s n a N o i m e Il pr e u q i l é g n A r a suo iuta gli sfollati, le donne e i bambini che hanno subito il trauma della guerra. Il suo nome è suor Angélique Nako Namaika ed è una religiosa congolese al servizio della gente che vive nei villaggi più sperduti della Repubblica Democratica del Congo. Nelle regioni nordorientali del suo Paese milizie armate di ribelli si contendono il territorio, contrabbandano minerali, saccheggiano villaggi. Suor Angélique aiuta da sempre tutte le persone vittime della guerriglia. Fa scuola ai bambini sotto i grandi alberi di mango. Alle donne che hanno subito A RIBELLI In molti Paesi africani, come la Repubblica Democratica del Congo, e anche nei Paesi delle rivoluzioni arabe come la Siria, i ribelli – cioè gruppi armati autorganizzati – lottano contro i regimi e i governi. Spesso queste guerre interne si trascinano per anni perché i ribelli sono sostenuti e armati da potenze straniere che possono avere interesse a vederli vincitori del conflitto. L’esercito ufficiale è spesso meglio equipaggiato e più potente, quindi potenzialmente vincitore. Tra i due contendenti c’è sempre, però, una vittima: la popolazione che, inerme, rischia la vita, minacciata ora dall’esercito, ora dalle milizie irregolari. Proprio come avviene nella Repubblica Democratica del Congo. 8 [email protected] Q ATAR “Mi sono ferito ad una gamba mentre riparavo un camion e quando sono uscito dall’ospedale m’hanno licenziato senza pagarmi. Succede spesso qua. Le misure di sicurezza non esistono e in molti perdono la vita”. A parlare è Bhupendra Malla Thakuri, uno dei tanti immigrati nepalesi giunti in Qatar. “Sono venuto qui tramite un’agenzia di lavoro che poi mi ha truffato e si è trattenuta moltissimi soldi dai miei primi stipendi”, aggiunge il giovane migrante. In Qatar nel 2022 si celebreranno i Mondiali di calcio e per quel piccolo ma ricchissimo Paese del Golfo Persico si tratterà del più grande e importante evento Non è solo il golfo dell’Oceano Indiano che sportivo di tutti i tempi. Ma le condizioni di lavoro bagna le coste di otto Paesi arabi tra cui Qatar, degli operai venuti a costruire gli stadi è drammatica Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita. E’ anche e, prima del fischio di inizio, i morti nei cantieri poun luogo molto simbolico, perché scenario di trebbero essere migliaia. Ogni settimana si contano conflitti, contenziosi per il petrolio, rivalità tra decine di incidenti sul lavoro, ricoveri, lutti. sceicchi e dittatori. I Paesi arabi del Golfo Persico sono Finora sono arrivati in Qatar un milione e 200mila infatti accomunati da una grande ricchezza che non è, però, una risorsa infinita: il greggio, l’oro nero del Medio immigrati, soprattutto dall’India e dal Nepal. “Gli Oriente, che frutta grandi somme di denaro ogni anno. operai vivono in stato di semi schiavitù. In molti cantieri i manovali sono truffati con contratti di lavoro scritti in inglese, lingua che solo in pochi capiscono bene - spiegano gli avvocati e i rappresentanti delle organizzazioni umanitarie -. La speranza di tutti è che la Fifa, la federazione mondiale che guida il mondo del Calcio, intervenga al più presto, in modo che il governo del Qatar prenda provvedimenti per migliorare la sicurezza”. violenza, insegna a scrivere, a leggere, a cucire, a cucinare e a ritrovare un po’ di serenità: “Per chi non ha nulla, basta a volte anche solo un sorriso”, racconta. La religiosa è stata ricevuta recentemente da papa Francesco che l’ha benedetta e l’ha ringraziata per il suo lavoro. “Mi ha messo le mani sulla testa, ha pregato e ha benedetto me e le donne che aiuto”, racconta commossa suor Angélique dopo l’incontro con il Santo Padre. Per il suo lavoro, la religiosa ha anche ricevuto il premio Nansen dall’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite (Unhcr). La sua missione, che all’inizio si autososteneva solo grazie ai prodotti dell’orto coltivato intorno alla chiesa, oggi è un raggio di speranza per tantissima gente. “Il mio sogno è che le donne e i bambini a cui insegno a leggere riescano un giorno ad ottenere un diploma e possano così diventare infermieri, ostetriche, insegnanti”, spiega la suora. [email protected] 9 GOLFO PERSICO Operai a rischio V ia gg io in… V iVa agg oio in… i gg i in… V ia gg io in… Siberia Nenets, il popolo delle renne uri indossa il suo parka nuovo, col cappuccio di pelo e i guanti caldi che gli ha regalato la nonna: oggi è un giorno speciale, perché papà Gagar gli farà portare la slitta per la prima volta. Yuri non sta in sé dalla gioia: continua a saltellare nella piccola tenda triangolare piantata sopra metri di neve, e vorrebbe uscire subito fuori nella natura ricoperta da un manto bianco che Y Sono cugini degli Eschimesi, dei Lapponi, degli Inuit, i popoli del Grande Nord. Si chiamano Nenets e vivono nella tundra siberiana, nella penisola di Yamal in Russia. Sono allevatori nomadi di renne, amano i loro animali e con essi vivono quasi in simbiosi. Purtroppo però da qualche anno le compagnie petrolifere russe minacciano la loro esistenza. 10 [email protected] PARKA È un giubbotto impermeabile chiuso fino al collo, con il cappuccio bordato di pelliccia. Tipico degli Inuit, un tempo il parka veniva realizzato con pelli di renna o foca. Oggi è fatto con materiali sintetici che preservano molto bene dal freddo. Amiche renne oggi sembra più luminosa del solito. È sveglio dalle cinque del mattino, sa che presto verranno a chiamarlo e il papà preparerà la sua renna preferita, Klara: con lei voleranno insieme nella tundra tra il suono dei campanellini e il sole che nel frattempo avrà fatto capolino tra gli alberi. Yuri ha nove anni, è un bambino della tribù dei Nenets e vive nella penisola ghiacciata di Yamal in Russia, assieme alla sua famiglia e a tutto il clan degli allevatori nomadi di renne. Fino al crollo del Muro di Berlino nel 1989, nel cuore dell’Europa orientale 15 Stati facevano capo alla Russia comunista ed erano raccolti in una sola federazione: l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (Urss). A capo di questa federazione - contraria alla proprietà privata, al libero mercato e molto rigida dal punto di vista delle libertà civili, di pensiero, di religione e di movimento - c’era il Partito Comunista dell’Unione Sovietica. La caratteristica più incredibile di questo popolo così affascinante è che vive praticamente in simbiosi con l’animale che alleva: la renna. Una bellissima bestia dalle lunghe corna ramificate, che riesce ad orientarsi nelle tempeste di neve e perfino ad attraversare i fiumi ghiacciati. I Nenets dipendono in tutto e per tutto dalle loro renne: le renne fanno parte della loro società, dei loro [email protected] 11 UNIONE SOVIETICA Nonostante i tentativi, da parte dell’Unione Sovietica di un tempo, di costringerli a diventare sedentari, ad abbandonare usi e legami con la comunità locale, i Nenets hanno resistito e sono ancora i nomadi del Grande Nord. GAZPROM La più grande compagnia petrolifera russa è anche la maggiore società al mondo ad estrarre il gas naturale dal sottosuolo. La Gazprom ha praticamente il monopolio di questa redditizia attività economica in tutta l’Europa orientale. Non di rado è stata al centro di campagne di protesta degli ambientalisti, che le contestano scarsa attenzione all’ambiente nelle modalità estrattive. miti, dei loro sogni. Soprattutto dalla renna ricavano il principale sostentamento: ne mangiano fegato, cuore, polmone, carne; ne bevono il sangue. Ma questo non deve scandalizzarci, né farci pensare che i Nenets siano spietati. È la loro unica risorsa: la renna è un amico, un mezzo di trasporto, un animale da pelliccia. Come potrebbero sopravvivere senza? Pericolo in agguato Oggi questo popolo rischia - se non l’estinzione - la decimazione, anche a causa delle compagnie petrolifere come la russa Gazprom, che sta scavando nel sottosuolo 12 [email protected] ghiacciato della Siberia. Ormai solo il 10% dei popoli tribali siberiani vive una vita nomade o seminomade, mentre 30 anni fa la percentuale era del 70%. I Nenets sono sopravvissuti alle guerre, alle rivoluzioni, al regime comunista sovietico, alla globalizzazione dei mercati, ma oggi arrancano sotto i colpi di un ultimo tentativo di industrializzazione selvaggia che li minaccia. Si ritrovano sotto i piedi enormi giacimenti di gas, quello shale gas che fa tanta gola a Russia e Stati Uniti, che in gran parte ha sostituito il petrolio e per il quale si combattono silenziose guerre commerciali. Il gigante di Stato russo, la Gazprom, appunto, vorrebbe trivellare la regione di Yamal, dove ritiene vi siano riserve di gas sufficienti a coprire il fabbisogno mondiale per cinque anni. Se questo do- SHALE GAS vesse accadere intere famiglie, come quella di Yuri, sarebbero costrette a spostarsi altrove. Oppure a rimanere nella zona ma a subire le terribili conseguenze dell’inquinamento che sta uccidendo la tundra, allontana i nativi e disturba le renne. È un gas naturale racchiuso in particolari formazioni di rocce, per la cui estrazione si provocano notevoli danni ambientali. La tecnica di perforazione è detta frackinge tra i Paesi più interessati a questa pratica ci sono gli Stati Uniti d’America. La Russia è in competizione con gli Usa, ma dispone di molti meno giacimenti di shale gas, perciò sta intensificando la sua ricerca. Un patrimonio a rischio L’attaccamento alla terra è la vera forza di questo popolo tenace. Il principale problema è come difendere il proprio patrimonio culturale, la capacità di vivere a temperature estreme, la conoscenza minuziosa di un territorio che a noi sembra completamente uniforme (i Nenets, ad esempio, hanno molti nomi per il bianco, perché nell’assoluto biancore del loro mondo riescono a coglierne le più sottili sfumature). Hanno la capacità di condividere il fiuto delle renne, che sanno sempre cosa c’è sotto la neve. Insomma, con il pericolo che sta correndo questa popolazione, il rischio è di perdere la human adaptability, la forte adattabilità ad un territorio che insegna a vivere completamente secondo natura. Quella caratteristica che l’uomo moderno già da tempo non possiede più. Potrebbe accadere ai Nenets qualcosa di simile a quanto accadde agli indiani d’America ridotti nelle riserve naturali come animali in gabbia. Già si vedono i primi segni di tutto questo: molti Nenets hanno preso l’abitudine di bere alcolici in quantità più elevate del normale. Ma sono ancora in tempo per preservare se stessi e le loro splendide renne. [email protected] 13 Appu n t i n at a l izi Appu n t i n at a l izi Appu n t i n at a l iAzppiunt iAnpapt aul nizit i nat al izi Appu n t i nat a l izi Vivi il Natale! è Festeggiare il Natale non i, solo un rito fatto di addobb ldoni, ritrovi di famiglia. È mo no to di più! Per vivere appie ti tutti i suoi significati, lascia e. aiutare dal Calendario di Natal che Cos’è? Leggi le pagine paseguono, lasciandoti accom on gnare dai personaggi che inc ! trerai: ti aiuteranno a scoprirlo I cristiani dei primi secoli non festeggiavano il Natale: di questa solennità, infatti, non si ha traccia nelle fonti più autorevoli che hanno descritto la storia delle comunità all’epoca dell’Impero romano. Solo nel IV secolo viene fissata la natività di Gesù nel giorno del 25 dicembre e da quel momento essa diventa una data fondamentale per ogni cristiano. Ma non è importante conoscere l’esatto giorno del compleanno di Gesù: è molto più prezioso imparare il suo messaggio e seguire il suo esempio. Ormai in molte parti del Nord del mondo si considera questa festa quasi esclusivamente come ‘pagana’ (cioè non più religiosa), all’insegna del consumismo. 14 [email protected] CALENDARIO D’AVVENTO O DI NATALE? Ecco i Babbi Natale che spuntano ovunque: pupazzi arrampicati sui muri delle scale o a dare il benvenuto negli ipermercati aperti 24 ore su 24. Il vero significato del Natale è vissuto solo da una piccola percentuale rispetto a quelli che lo festeggiano con cene o pranzi luculliani, luci intermittenti e scambi di regali. Per protestare contro questa usanza, già nel 1951 a Digione (Francia) i fedeli, d’accordo con i loro sacerdoti, fecero un gesto eclatante: sul sagrato della cattedrale bruciarono pubblicamente il simbolo del Natale consumistico, il pupazzo di Babbo Natale. Un’azione forte dal significato chiaro e anche un po’ provocatorio, che può essere spiegato così: se la festa deve essere solo questo, allora come cristiani non ci interessa più. Da ragazzi missionari quali siamo, a noi la solennità del Natale interessa eccome. Non per i tanti Babbi Natale o per i doni che riceviamo, ma per il vero significato che racchiude. Per comprenderlo fino in fondo, non basta celebrare la festa della nascita di Gesù il 25 dicembre. Occorre vivere bene tutto il Tempo liturgico del Natale, che è molto più lungo di un semplice giorno: va da questa data al Battesimo del Signore (che si celebra la prima domenica dopo l’Epifania). Un periodo ricco di feste e significati, tutti da scoprire con l’aiuto del Calendario di Natale. , soprattutto Una tradizione molto antica le mamme nel Nord Europa, vedeva nalmente igia impegnate nel costruire art per i propri il Calendario d’Avvento coso per far bambini. Era un modo gio e. Preparavivere loro l’attesa del Natal giorni di 24 i vano un calendario con altrettante dicembre rappresentati da ra il rito dell’apertura finestrelle. Ogni mattina c’e giorno: al suo interno di quella con la data del tto della Bibbia, da era custodito un verse a mente durante la recitare insieme e tenere d’Avvento stampato giornata. Il primo Calendario del 1908 a Monaco di e messo in commercio è tevole e da quel moBaviera: il successo fu no ni tipo. Con il tempo mento se ne trovano di og si è trasformato: i il Calendario d’Avvento stati sostituiti con versetti della Bibbia sono piccoli cioccolatini. viamo a realizzare un Con lo stesso spirito, pro ? Trovi le istruzioni a Calendario di Natale. Come iché i giorni dell’Avpag. 20-21. Ricorda che, anz ano le date delle vento, le finestrelle segn ontrano nel Tempo principali festività che si inc liturgico del Natale. [email protected] 15 Appu n t i n at a l izi Appu n t i n at a l izi Appu n t i n at a l iAzppiunt iAnpapt aul nizit i nat al izi Appu n t i nat a l izi Gesù nasce in tutto il mondo L’EPISODIO Sono nato a Betle mme e sono nato per tutti. Per pace, la giustizia, por tare la za. Sono nato per la salvezsente in ogni angol essere premondo, per toccare o di ciascuno, per dona il cuore di per amore di tutti re la vita che amo. Li amo gli uomini, per uno, ovunque tutti, uno comunque siano. si trovino, IL BIGLIETTO DA INSERIRE NELLA FINESTRELLA DEL 25 DICEMBRE, NATALE DEL SIGNORE In questo giorno di festa per tuttal’umanità, voglio pregare per il mondo insieme alla mia famiglia. Con l’aiuto di un mappamondo, punto il dito ad occhi chiusi sul globo terrestre: chiedo ai miei genitori come si vive in quel Paese (se non sanno rispondermi, mi informo cercando in internet) e poi insieme rivolgiamo a Gesù una preghiera per chi vive in quella parte di mondo. 16 [email protected] NEL MONDO • Ogni giorno muoiono 1.400 bambini con meno di 5 anni di età a causa della mancanza di acqua potabile. • A causa dei conflitti, circa 29 milioni di bambini non frequentano la scuola. • Nel mondo ci sono circa 250mila bambini soldato, maltrattati e costretti a combattere. • Sono 168 milioni i bambini lavoratori nel mondo. • Le morti dei bambini poveri in America Latina sono cinque volte superiori rispetto al resto del mondo. Santo Stefano, perché? L’EPISODIO il giorno sucForse ti chiederai perchéGes ù Bambino, cessivo alla nascita di la mia mor te, nella liturgia si ricordaanto Stefano… ovvero il mar tirio di S perso la vita Io sono il primo ad avertti sono consiper la mia fede. E infa Avevano da derato il primo mar tire. Gesù sulla poco condannato a mor te aestro conticroce, ma i fedeli del M hé in molti nuavano ad aumentare pepircù - credeva– ogni giorno sempre di . Tutto questo no nella sua risur rezione legge ebraispaventava i dottori dellaa perseguitare ca, che presto iniziarono questi c’ero i discepoli di Gesù. Trapidazione. Una io, che fui ucciso per la e dopo il mor te violenta, che stridlce che ci sia. Natale, la festa più do, ci ricorda che Allo stesso tempo, però sere facile: seguire Gesù può non es essare la fede occorre coraggio per prof re fedele al in Lui, coerenza per esser af fidarsi suo Vangelo, fiducia pe volontà. completamente alla sua IL BIGLIETTO DA INSERIRE NELLA FINESTRELLA DEL 26 DICEMBRE, SANTO STEFANO Da Santo Stefano imparo che la fede in Gesù non può essere professata solo quando torna comodo o non costa nulla. Oggi – pur non essendo una festa che prevede la Messa “obbligatoria” – dedico un’ora alla celebrazione eucaristica. NEL MONDO In Italia essere cristiani è quasi scontato. Ma ci sono tanti Paesi dove, se professi pubblicamente la tua fede in Gesù, rischi la pelle (come Pakistan, Arabia Saudita, India). Recentemente, in alcune parti del mondo, sono state incendiate chiese, organizzati attentati terroristici all’uscita della Messa o pestaggi da parte di indù estremisti. Ma i cristiani non si piegano a queste violenze e si rifiutano di sconfessare la propria fede anche se in gioco c’è la pelle. A volte, però, pagano con la vita. Anche loro sono dei martiri. [email protected] 17 Appu n t i n at a l izi Appu n t i n at a l izi Appu n t i n at a l iAzppiunt iAnpapt aul nizit i nat al izi Appu n t i nat a l izi San Giuseppe cerca casa IL BIGLIETTO coci ar rivaDopo giorni di cammino,a ec rché ormai ti. Maria è molto stancere.peDal villagil bambino sta per nasc giunti a gio di Nazareth, siamo dell’imperatore Betlemme. Un decreto , ordina che sia Cesare Augusto, infatti tte le regioni: fatto un censimento in tu rare nella è obbligatorio farsi registF se è propropria città di origine.unaorgrande prio per questo che c’è nde sono piene. folla e che tutte le loca ter far riposare Cerco una casa dove po dare alla luce Maria e permetterle di il nostro bambino Gesù. DA INSERIRE NELLA FINESTRELLA DEL 29 DICEMBRE, FESTA DELLA SANTA FAMIGLIA Vivere senza una casa, non sapere dove ripararsi, non avere un luogo che ti accoglie deve essere davvero brutto. Nel giorno della Santa Famiglia penso ad una persona che vive queste difficoltà (posso conoscerla perché vive nella mia città oppure aver letto la sua storia da qualche parte): prego per lei e – se posso – le faccio avere il mio aiuto concreto (un panettone, un paio di guanti contro il freddo, ecc.). 18 L’EPISODIO [email protected] DO NEL MON Mustafà è un senegalese che orm ai vive in Italia da 26 anni. Ricorda la parten za dal suo Paese: “La mia famiglia era num erosa e non c’erano soldi per mantenere tutti. Così partii per l’Italia, dove ho vissuto due anni in clandestinità. Ciò che mi manca va di più era una casa e la famiglia”. Poi Mu stafà ha trovato lavoro in una fabbrica del Veneto ed ha ottenuto il permesso di soggio rno. Per otto anni ha vissuto da solo. Nel 1995 sua moglie è riuscita a raggiungerlo. Dopo un anno è nato il loro primo figlio. Ora il più piccolo, il quarto, ha due anni. Fin almente sono anche riusciti a comprarsi una casa. (Segue a pagina 19) 11-12 n. Novembre/ Dicembre 2013 Notizie da… Diocesi di Oristano Carissimo “Il Ponte d’Oro”, vogliamo condividere un momento di festa che abbiamo realizzato. Domenica 14 aprile 2013 nella parrocchia San Paolo ad Oristano abbiamo realizzato la FESTA DEI RAGAZZI MISSIONARI, con il tema “CON GESU’ IMPARO A CREDERE”. Eravamo 120 bambini, dai 6 ai 13 anni, provenienti principalmente dalla parrocchia di Meana Sardo e “La Compagnia del Sorriso” dell’Oratorio di Luri. Abbiamo aperto il pomeriggio con la preghiera e il canto slogan, poi siamo stati divisi in squadre legate ai colori dei cinque continenti e abbiamo dato inizio alla caccia al tesoro “CON GESU’ IMPARO A CREDERE E A CERCARE”. È stata molto bella la lettera che ci ha mandato Maria Luisa Tamponi, missionaria dell’Immacolata padre Kolbe della nostra diocesi, che ora vive la sua missione a Montero, in Bolivia: racconta il suo impegno con i bambini che per quest’occasione ci hanno inviato dei bigliettini con i loro saluti. La seconda parte della giornata è stata caratterizzata dalla musica, il divertimento e la condivisione della merenda. Grazie a tutti voi per i preziosi consigli che ci date! Vi salutiamo con affetto i di Oristano I Ragazzi Missionar I Diocesi di Termoli-Larino Tutti al campo missionario Quest’anno per la prima volta a Larino si è organizzato un campo missionario per i ragazzi dai 10 ai 16 anni: un’esperienza ricca e coinvolgente alla quale hanno partecipato più di 20 ragazzi con tanto impegno ed entusiasmo. Gli educatori, assieme a suor Gregoria, suor Adalgisa e don Costantino, hanno animato il cammino missionario del campo mentre i ragazzi hanno imparato a condividere pensieri, emozioni, scoprendo l’importanza della relazione. È durato una settimana. Solo una settimana, ma di maturazione e di profonda riflessione sul significato della fede. Con il rosario missionario tra le mani a meditare sui brani del Vangelo. Per una settimana alla scoperta dei vari continenti e delle figure dei missionari II che hanno operato in quelle terre lontane. Lo spazio per le attività ricreative e manuali è stato ampio. Ciascun partecipante ha creato prima una maglia decorata, inneggiante alla gioia e alla bellezza della vita; poi dei sassi raffiguranti degli animali o dei personaggi di fantasia. Il momento successivo è stato quello del gioco: una caccia al tesoro divisa per continenti; dei quiz sulla vita dei santi; giochi di abilità per vivere il senso della condivisione e della gioia nello stare assieme. Poi vi è stato il momento centrale e inclusivo di tutte le attività: la celebrazione eucaristica, intorno alla quale si sono stretti non solo i partecipanti al campo ma l’intera comunità larinese. I ragazzi hanno animato il rosario e la santa Messa. Alla fine della celebrazione alcuni hanno venduto le maglie e i sassi realizzati. Tutti insieme si è deciso che il ricavato sarà devoluto alle missioni. Non è mancato il momento conviviale nell’ultimo giorno di questa stupenda esperienza. Secondo le proprie capacità, ognuno ha preparato un piatto che si è poi condiviso con gli altri in un unico pranzo: tra pietanze colorate, risate e strette di mano sincere, il campo si è concluso a stomaco pieno e a cuor sereno! Per tutti è stata un’esperienza di vita unica, perché a fianco a tanto divertimento c’è sempre stato lo spazio per la preghiera, il dialogo con gli educatori e la guida del sacerdote. Ogni momento di questi mattini, le parole, i silenzi, le risate gioiose rimarranno nei nostri cuori e ci daranno lo stimolo per fare sempre di più. Ci sentiamo più vicini a Dio. Così, contenti di questa esperienza, desideriamo l’anno prossimo ampliarla con nuove proposte: ci sentiamo degli educatori e dei ragazzi MISSIONARI, pieni di gioia e volontà! Maria III A L O U C S I D I N G A P M O C Riempi lo zaino di MISSIONE con: • Matita • Quadernone • Portacolori • Block notes La tua offerta va a finanziare i progetti di istruzione promossi dalle Pontificie Opere Missionarie… N U ’ E A L O U C S A L ’ E H ... PERC DIRITTO DI TUTTI! IV PIANETA MISSIO RAGAZZI è a cura di Missio Ragazzi Via Aurelia, 796 - 00165 Roma Tel. 06/66502644 - 646; fax 06/66410314; e-mail: [email protected] Per offerte: ccp n. 63062632 intestato a MISSIO - POIM - Via Aurelia, 796 - Roma Appu n t i Nat a l izi Appu n t i Nat a l izi App un t i Nat al i zi Appu n t i Nat a l izi Appu n t i Nat a l izi Appu n t i Nat a l izi Maria, Madre di Dio, sempre pronta L’EPISODIO e e avevaEro fidanzata con Giusepp ere dei figli, mo deciso di sposarci, avl’a ngelo ha vivere a Nazareth. Poi mi ha chiesto stravolto i nostri piani: Dio, accodi diventare la madre diio grembo. Io gliendo suo figlio nel msicura che ho risposto: “Eccomi”, altrettanto. Giuseppe avrebbe fatto nore mi ha Avere detto “sì” al Sig pronta”. insegnato a dire: “Sono NEL MONDO Vito è un pescatore di Mazara del Vallo, che ogni giorno esce in barca per guadagnarsi da viv ere. In quel braccio di mare tra la Sic ilia e l’Africa, spesso arrivano ba rconi carichi di migranti in mano a tra fficanti senza scrupoli. A volte capita DA INSERIRE NELLA FINESTRELLA DELL’1 GENNAIO, che siano alla deriva. Anche a Vito è MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO successo di trovarsi di fronte ad un Oggi, primo giorno dell’anno, imparo da Maria naufragio e a dire: “Eccomi, sono pronto”. Per fare questo di essere pronto a dire “eccomi”. No n penso ad un proposito da vivere concretamen- ha pensato né ai pesci da pescare, né al pericolo che stava co te tutti i giorni del 2014 e lo scrivo qui: rrendo: per salvare la vita di un rag azzo aggrappato ad un legno porta to dalle onde, ha fatto di tutto. Moha med, africano della Mauritania, è sta to l’unico superstite dei 47 in fuga dalla Libia. «Quel ragazzo è come mio figlio – dice Vito –. Non gli ho dato la vita ma gliel’ho salvata». IL BIGLIETTO [email protected] 19 Appu n t i n at a l izi Appu n t i n at a l izi Appu n t i n at a l iAzppiunt iAnpapt aul nizit i nat al izi Appu n t i nat a l izi Magi e doni avamo. Non importa in quanti er Importa che siamo giuneti ila re dei Betlemme per omaggiar porta che ci Giudei appena nato. Imo seguendo la siamo messi in cammin che abbiamo stella e – soprattutto – o si incontra portato dei doni. Quand a mani l’Altro non si può essere aggiarlo di vuote: viene spontaneo om di ricqualcosa. Non servono gralan sa di sé, chezze. Basta donare qua co o più semanche la cosa più piccola la benevoplice. Basta che esprim lenza del cuore. IL BIGLIETTO RELLA DEL 6 GENNAIO, DA INSERIRE NELLA FINEST EPIFANIA DEL SIGNORE incontro i frutti Come i Magi, oggi dono a chi è: della mia qualità più bella, che 20 L’EPISODIO [email protected] NEL MONDO Il 6 gennaio si celebr a la Giornata dell’Infanzia Missio naria. È l’occasione con cui i ba mbini di 150 Paesi del mondo ra ccolgono le loro offerte per sosten ere progetti di solidarietà (com e scuole, orfanotrofi, centri di recupero) a favore dei loro coet anei più in difficoltà. Ma il bello è che nella somma totale conflu iscono sia i milioni di euro de i generosi e spesso ricchi bambi ni tedeschi, sia le decine di euro dei tanti e poverissimi bambini del Kenya o dell’Albania. Bricio le, che però rappresentano i doni più preziosi che siano mai stati fatti. COSTRUIRE IL CALENDARIO DI NATALE MATERIALE NECESSARIO GOMMAPIUMA SPESSA 1-2 CM FORBICI O CUTTER TEMPERE A DITO SPILLE DA SARTO SCAMPOLI DI STOFFA DI 5 COLORI DIVERSI PENNARELLO INDELEBILE LA CASA • Ritaglia la gommapiuma a forma di casa (30 cm di base e 20 cm di altezza) (Fig.1). • Con le tempere a dito colorala a tua fantasia e lasciala asciugare (Fig.2). 1 2 3 4 5 6 LE FINESTRELLE • Per ogni scampolo di stoffa ritaglia un rettangolo di 6 cm di base e 12 cm di altezza: ogni rettangolo andrà a formare una finestra della casa (in totale saranno 5). • Scegli i punti della casa dove vuoi collocare le finestre (Fig.3). Per costruirne una, con una spilla ferma il lato corto (quello di 6 cm) del rettangolo di stoffa sulla gommapiuma (come quando si imbastisce una filza), poi a 7 cm del lato lungo fai una piega della stoffa su se stessa in modo tale che venga una tasca di 5 cm di altezza (visto che il lato lungo dei rettangoli di stoffa misura 12 cm) (Fig.4). • Si è formata una tasca, ma occorre chiuderla lateralmente: ferma la stoffa con una spilla per ciascun lato, a mo’ di filza. Adesso l’apertura è rimasta solo sul lato superiore della tasca (Fig.5). • Costruite le 5 finestre, con il pennarello indelebile scrivi su ciascuna le date: 25 dicembre, 26 dicembre, 29 dicembre, 1 gennaio, 6 gennaio (Fig.6). IL CALENDARIO DI NATALE È PRONTO. IN OGNI FINESTRELLA INSERISCI IL BIGLIETTO CORRISPONDENTE (VEDI PAGINE PRECEDENTI). QUANDO ARRIVERÀ LA DATA GIUSTA, TIRALO FUORI, LEGGILO E… VIVI L’ESSENZA DEL NATALE! [email protected] 21 im LA PAROLA A ANNALENA TONELLI Io sono nessuno ono passati dieci anni da quel 5 ottobre 2003 in cui Annalena Tonelli è stata uccisa a Borama, una cittadina del Somaliland dove aveva costruito un ospedale per la cura della tubercolosi. Per i suoi 33 anni al servizio delle popolazioni nomadi somale, aveva ricevuto molti riconoscimenti. Pochi mesi prima di morire, vinse il premio Nansen dell’Alto Commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite. Annalena ha vissuto la maggior parte della sua vita come cristiana in mezzo ai musulmani, con un ritmo di lavoro senza soste. Di suo non aveva che due tuniche, uno scialle, un paio di sandali regalati da qualcuno che l’aveva vista andare in giro scalza. Ecco come si racconterebbe oggi se potessimo intervistarla… S r la missione? to di partire pe Perché hai scel a Dio rimanendo a donare completamente mi ter po n no di o ev ed Cr ad avermi condotta lì rica sentii che era Dio avuto una Forlì, la mia città. In Af titudine. Ho sempre gra lla ne e ia gio lla ie, della cultura, e lì rimasi ne ferito, al di là delle etn o om l’u r pe le ibi inc passione inv della fede. Hai costruito ospedali e strutture di accoglie nza in Kenya, in Somalia e in Somaliland. Come hai fatto a non sentirti sola e impo tente? Ho sempre vissuto con i somali, che considero miei fratelli: prima con i somali del No rd-Est del Kenya, dopo con i somali della Somalia e della region e del Somaliland, in un mo ndo rigidamente musulmano. Ho vissuto gli ultimi cinque anni a Boram a, nell’estremo Nord-ovest del Paese, sul confine con l’Etiopia. Là non c’era nessun cristiano con cui potess i condividere la fede. Ho sperimentato che l’importante è continuare a lottare come se il male non trionfasse. Un giorno il bene risplenderà. 22 [email protected] in giue ti sei laureata lo el od m a ss te sì esperta a una studen sei diventata co e m Sei sempre stat Co ti. vo i de massimo a nuova terapia? risprudenza col i da inventare un os ol rc be tu lla nella cura de li tra i somali. Si imperversa da seco i os ol lmente rc be tu la e infetta. Provvidenzia sia Ho scoperto ch e ion laz po po la malattia nel ente tutta ttate sviluppa la pensa che praticam fe in e on rs pe lle diale della ale de rganizzazione mon solo una percentu l’O 76 19 l Ne . za isten cura della tucorso della sua es un progetto per la di le bi sa on sp re a inat Sanità mi ha nom i. os bercol Hai dovuto affrontar e molte difficoltà vivendo tra i musulm ani? Ero giovane e dunq ue non degna né di ascolto, né di ris petto. Ero bianca e dunque disprezza ta. Ero cristiana e dunque rifiutata, temuta. Tutti allor a erano convinti che io fossi lì per conver tire i musulmani. E poi non ero sposata, un assurdo per quel mon do in cui il celibato non esiste. Mi capirono solo dopo tanti anni … Sei stata più volte minacciata , ma la tua fede è sempre rimasta solida. Quale è il seg reto di questa forza? Ho sperimentato la cattiveria dell’uomo, la sua crudeltà. Ma ciò che conta è solo amare. Solo l’amore libera l’uomo da tutto ciò che lo rende schiavo, solo l’amore permette di non avere più paura di nulla. La vita è sperare sempre, buttarsi alle spalle le nostre miserie, non guardare alle miserie degli altri, credere che Dio c’è e che è amore. [email protected] 23 D ov e è na t a la m is sion e D ov e è na t a la m is sion e D ov e è na t a la m is sion e D ov e è na t a la m is sion e NELLA TERRA DI GESÙ Nella Casa del Bambino Gesù oggi a sù venne alla luce, Nel luogo dove Ge a la a basilica chiamat Betlemme sorge un i da ss pa i ità”. A poch “Basilica della Nativ tti i problemi con i permestu r accoglienza pe qui c’è un luogo di rove: si, questo sarà il primo trovano posto alt bambini che non di anno che non nascerai ifesi. Hanno forme sono 35, deboli, ind o on ng ve e i av gr o en in una grotta. Infatti, m handicap più o non hé rc pe ie igl m fa lle è il primo Natale che spesso trascurati da seguirli. Così r pe i ar ss ce ne zi festeggiamo nella nuohanno i mez l Bambino de sa Ca (la ” os Di all’ “Hogar Nino l- va casa: già da anni rbo Incarnato li acco Ve l de e or su le ) qui si accolgono alGesù ia. igl m fa a un in e m cuni tuoi fratellini e gono co arissimo Gesù Bambino, ti scrivo questa lettera per darti una bellissima notizia: se Giuseppe e Maria riusciranno ancora ad arrivare a Betlemme, se riusciranno a superare i check point e il muro, se non avranno C CHECK POINT Il passaggio attraverso il muro di separazione tra lo Stato d’Israele e i Territori palestinesi occupati avviene attraverso i check point, posti di blocco presidiati da militari israeliani che limitano l’accesso in Israele per garantire la sicurezza a volte violata con attacchi terroristici voluti da estremisti arabi in autobus, centri commerciali, alberghi. Ai check point è permesso l’accesso ai soli palestinesi che hanno ottenuto un permesso speciale dalle autorità israeliane. 24 [email protected] È una barriera di cemento alta fino a nove metri costruita da Israele per chiudere i Territori palestinesi e preservare i cittadini israeliani da attentati terroristici. Questo muro, però, spesso non corre sui confini: penetra all’interno delle terre palestinesi, mangiando ulivi e fonti d’acqua. Il 9 luglio 2004 la Corte internazionale di Giustizia dell’Aja ha dichiarato che “il muro costruito all’interno dei territori palestinesi, e il regime ad esso associato, sono contrari ai principi e alle norme del diritto internazionale”. sorelline, ma quest’anno la struttura è molto più grande ed attrezzata. Qui potrai trovare una bella camera riscaldata e accogliente. E ad aspettarti ci saranno le braccia amorose di alcune suore del Verbo Incarnato, che gestiscono l’“Hogar Nino Dios” (la Casa del Bambino Gesù) e curano i tanti bambini disabili che non hanno una famiglia che li accudisce. Il nostro sogno era poter riscrivere il Vangelo e cambiare quella frase di non-accoglienza: MURO Betlemme, si com«Mentre si trovavano a ni del parto. Diede pirono per Maria i gior primogenito, lo alla luce il suo figlio pose in una manavvolse in fasce e lo de ra posto per loro giatoia, perché non c’e (Lc 2, 6-8) nell’albergo». In alto: Piccoli ospiti dell’ “Hogar Nino Dios”. Sopra: Suor Maria Pia con una bambina accolta nell’ “Hogar Nino Dios” (Casa del Bambino Gesù), a pochi passi dalla Basilica della Natività di Betlemme. “Non c’era posto per loro…” con un’altra frase che vorremmo potesse diventare di uso comune in questa terra: “E c’era posto anche per loro...”. Perché abbiamo davvero bisogno di imparare a condividere, abbiamo bisogno di imparare ad allargare gli spazi delle nostre case e dei nostri cuori per poter vivere il vero spirito del Natale. Questo sogno è diventato realtà grazie ai Don Mario Cornioli Betlemme (cioè quella israeliana) su territorio occupato (cioè quello palestinese) sono illegali. [email protected] 25 INSEDIAMENTI A sinistra: La cucina della nuova Casa del Bambino Gesù, recentemente inaugurata nella sua veste più ampia e ristrutturata. tanti benefattori che in quattro anni ci hanno sostenuto e aiutato con le offerte e la preghiera. Sono tantissimi amici di cui non posso fare l’elenco perché sarebbe lunghissimo, ma, come abbiamo scritto all’ingresso della nostra cappella: “Caro Benefattore, il tuo nome è scritto nei cieli; il nostro grazie è il ricordo nella preghiera. Il Signore benedica te e la tua famiglia!”. Facendo il giro delle stanze nuove mi sono emozionato nel vedere come è cresciuta la nostra casetta e mi sono immaginato i volti pieni di gioia dei bambini che lo scorso anno ricevettero i doni direttamente da Babbo Natale. Come quello di Khader quando gli portò in regalo quello che aveva sempre sognato: il vestito dell’Uomo Ragno! Che gioia infinita nei suoi occhi, che riconoscenza piena di amore! Non avrei mai creduto che un bambino potesse essere così felice con così poco. Ricordo ancora gli occhi di Khader quando arrivò a Betlemme: guardava tutto con novità e stupore perché nel suo poverissimo villaggio di 20 casupole, chiuso da diversi insediamenti nella zona di Gush Eztion, non aveva mai visto nulla se non tanta miseria e povertà. L’augurio che vi faccio è questo: che ognuno di voi possa, almeno una volta nella vita, Un insieme di incontrare gli occhi di un case, costruite su bambino come Khader e territorio palestinese ricevere il suo abbrac- ma abitate da israeliani, si chiama “colonia” o cio… Abbraccio che poi “insediamento”. Seconsomiglia molto a quello do il diritto internazionale, gli insediamenti di Gesù Bambino! della forza occupante Buon Natale a tutti! P as si d i o gg i … Pas si d i o gg i … Pas sPai sdsi id ioogggg…i … Pas si d i o gg i … i MISSIONARIA NELLE ISOLE SALOMONE Novità ad Honiara Sopra: Honiara (Isole Salomone) - Le ragazze ospiti delle suore Salesiane di Honiara fanno colazione nella sala da pranzo del dormitorio “Laura Vicuna”. A fianco: Durante la preparazione della cena a base di cocco, con suor Anna Maria e alcune delle ragazze ospiti. elle Isole Salomone chi viene bocciato non può più frequentare la scuola. Questo è un bel problema per tanti ragazzi, tra cui alcune delle ragazze che come suore Salesiane seguiamo qui ad Honiara. Ecco perché abbiamo aperto un nuovo Centro che offra un aiuto alle giovani in difficoltà. Qui è possibile imparare alcune abilità quali il cucito, la pittura di stoffe, la creazione di oggetti di bigiotteria e souvenir per turisti. È un posto per imparare anche a leggere e scrivere, dato che il tasso di analfabetismo tra la popolazione femminile delle Isole Salomone è il più alto di tutta la zona del Pacifico. Il salone dell’ostello delle ragazze viene N TASSO DI ANALFABETISMO È una percentuale che indica il numero degli analfabeti (cioè di coloro che non sanno né leggere, né scrivere) nella popolazione con età superiore a 6 anni. 26 [email protected] usato come classe e laboratorio: durante il giorno, infatti, le nostre ospiti sono a scuola e rientrano verso le tre del pomeriggio. Un angolo è riservato ai due computer che un benefattore ci ha regalato: la Provvidenza è sempre molto generosa quando ci si occupa dei suoi figli più poveri e bisognosi! Quando ho presentato il progetto al gruppo di donne della piccola parrocchia del nostro quartiere, una nonna mi ha detto: “Posso venire anch’io?”. “Ma certo! - ho risposto -. Tutte sono le benvenute al centro Mamma Margherita”. È bello essere cuori accoglienti. Fatelo! Vi accorgerete che tante persone attorno a voi hanno bisogno della vostra presenza e del vostro tempo. E quando si dona si riceve 100 volte tanto! Suor Anna Maria Gervasoni Honiara (Isole Salomone) …s ul le o r me d i ie r i … s ul le o r me d i ie r i … s ul le o r me d i ie r i … s ul le o r me d i ie r i … s ul le o r m e di ie r i … s ul le o r me d i ie r i Sceneggiatura e disegni di Cristiano Crescenzi [email protected] 27 …s ul le o r me d i ie r i … s ul le o r me d i ie r i … s ul le o r me d i ie r i … s ul le o r me d i ie r i 28 [email protected] … s ul le o r me d i ie r i … s ul le o r m e di ie r i [email protected] 29 …s ul le o r me d i ie r i … s ul le o r me d i ie r i … s ul le o r me d i ie r i … s ul le o r me d i ie r i 30 [email protected] … s ul le o r me d i ie r i … s ul le o r m e di ie r i ROSA DA LIMA AMICA DEGLI INDIOS L’usanza del cambiare nome Anticamente c’era l’usanza di cambiare il nome proprio durante la celebrazione del sacramento della Confermazione (la Cresima). Questo succedeva spesso, soprattutto quando il nome originario era sconveniente per un cristiano (ridicolo o indecente) oppure quando il cresimando era particolarmente devoto ad un santo e avrebbe voluto prenderne il nome. Questa usanza fu praticata anche per Isabella, che prese il nome di Rosa. Suore di vita attiva o contemplativa? In alto: Raffigurazione di santa Rosa da Lima, realizzata su tela da Claudio Coello e custodita nel Museo del Prado di Madrid. A fianco: Una croce realizzata dagli indios sovrasta - in segno di protezione – la sagoma dell’intero Perù. Si chiamano “suore di vita attiva” quelle religiose che vivono la propria vocazione nel servizio ai bisognosi, donando la vita per loro, aiutandoli nelle necessità. Ma esistono anche le “suore di vita contemplativa”, che sono quelle che scelgono la clausura, cioè l’isolamento nel convento, per una preghiera continuativa, costante e feconda. Nel Vangelo di Gesù si legge che la preghiera può tutto: per questo le suore di clausura non si stancano di pregare notte e giorno per il bene del mondo intero. Indios, indiani d’America Santa Rosa era nata a Lima, in Perù, e qui aveva vissuto a servizio degli indios. Chi erano? Prima della scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo (1492), che aprì all’arrivo dei conquistatori spagnoli, nell’area centrale e meridionale del continente vivevano popolazioni locali, chiamate genericamente indios (da indigeni). Presto questi popoli furono appellati “indiani d’America” in quando Colombo – navigando verso ovest e sostenendo che il mondo fosse sferico – quando approdò sulla terra ferma pensò di essere sbarcato nelle Indie, cioè di aver fatto il giro del mondo dalla parte opposta rispetto alle rotte seguite fino a quel momento per andare dall’Europa verso l’Oriente. In realtà non sapeva che tra l’Europa e le Indie, verso ovest, si trova un altro continente: l’America. Ai tempi di santa Rosa gli indios erano i più emarginati, poveri, maltrattati. E lei se ne prese cura rinunciando persino all’essenziale per la propria sussistenza. [email protected] 31 C li ck all a Pa rol a C li ck all a Pa rol a Cli ck all a Pa rol a C li ck all a Pa rol a Betlemme (Palestina) - La stella in argento nella Basilica della Natività ricorda al mondo intero il luogo della nascita del Bambino Gesù. o si erb n i il V e «E tare n a) car abi 1,14 fece nne ad i». (Gv e ve o a no z mez [email protected] 32 C li ck all a Pa rol a C li ck all a Pa rol a NOVENA DI NATALE Passando per Betlemme C ome arrivare a Betlemme, la città dove è nato Gesù, passando per il Nord America, la Malesia, le isole Hawaii, l’Africa settentrionale, il Sud-est asiatico e l’America Latina? Insomma, facendo il giro del mondo? La risposta è racchiusa nel librettino tascabile che Missio Ragazzi ha realizzato per aiutare a vivere la Novena di Natale all’insegna della mondialità. L’appuntamento con i nove giorni che preparano alla solennità della nascita di Gesù si rinnova anche quest’anno. Per i Ragazzi Missionari ecco una Novena speciale dal titolo: “Zaino in spalla… Destinazione mondo – Passando per Betlemme”, disponibile in un opuscolo di poche preziose pagine, ricche di spunti e attività da realizzare. Per ogni giorno – dal 16 al 24 dicembre – c’è un verbo che indica un’azione da fare e una strada da percorrere. Lo zaino deve essere vuoto e capiente, perché possa riempirsi dei tanti doni offerti dai popoli incontrati durante il giro del mondo: l’acchiappasogni, ritenuto un oggetto sacro dalla popolazione indiana dei Lakota che vive nel Nord America; il wau, un tradi- zionale gioco malese che somiglia a un aquilone, simbolo di libertà e gioia; le collane hawaiane, dette “lei”, che rappresentano l’amore tra due persone; il caffè, per tante culture segno di accoglienza e benvenuto; l’ikat, un tessuto di cotone tipico del Sud-est asiatico; il pane, alimento sacro e dono di Dio… e tante altre cose. Questi regali verranno portati a Gesù Bambino il 25 dicembre, insieme alle gioie e alle difficoltà dei tanti ragazzi incontrati in ogni angolo del pianeta, lungo il cammino. Da Betlemme poi il tragitto riprende, stavolta, però, con lo zaino colmo dei doni ricevuti dal Signore che è nato. [email protected] 33 Mam a M uk a s i Mam a M uk a s i Mam a Mmuk a s i Mam a M uk a s i Ma a M uk a s i LA PAROLA AI LETTORI Ciao Mama Mukasi, Baraccopoli e Olimpiadi nello scorso numero ho letto di alcuni immigrati che arrivano nel nostro Paese e poi diventano delle persone importanti (come è successo alla nostra ministra Kyenge e a quell’altro signore di cui ci parlavi). Volevo segnalarti un’altra persona diventata importante dopo un’infanzia vissuta in una baraccopoli: ho letto la sua storia su una rivista e mi è piaciuta molto. Questa persona si chiama Enos Nella foto: Mafokate, è un sudafricano che è cresciuto a servizio Enos Mafokate, con i suoi dei bianchi quando ancora il razzismo era normale in Sudafrica. adorati cavalli, insegna equitazione ai bambini delle Era povero, ma si era innamorato dei cavalli e piano piano era riubaraccopoli del Sudafrica. dal scito a diventare stalliere. Poi, quando il Sudafrica si liberò razzismo, Enos fu il primo nero a rappresentare il suo Paese alle Olimpiadi. Oggi insegna a cavalcare i suoi cavalli a tanti bambini poveri che vivono nelle baraccopoli dove viveva lui quando era piccolo. È una bella storia, simile a quelle che ci hai raccontato tu nell’altro numero. Ciao Davide Carissimo Davide, grazie per la tua lettera. Questa storia, come le due che ho raccontato io nello scorso numero, insegna a non rassegnarsi mai, neppure di fronte alla povertà, alle situazioni più difficili. Un proverbio africano dice: “Tutto ha una fine, tranne la banana che ne ha due”. Significa che bisogna sempre conservare la speranza e ricordare che c’è sempre una soluzione, anche quando si pensa che sia la fine. Mama Mukasi 34 [email protected] 0 SCRI VI A una e MAMA MUKA ilpont -mail all’i SI o un edoro@m ndirizzo: Il Pon a lettera d issioitalia.i t te as C/O M d’Oro – M pedire a: a m iss Via A urelia io – PP.O a Mukasi , 796 O – 001 .MM. 65 Ro ma Sc a f f a l e Sc a f f a l e Sc a f f a l e Sc a f f a l e LIBRI Così Francesco inventò il presepe rate Francesco saliva a piedi nudi lungo il a Giraldo Maria Lorett sentiero tra i boschi verso a Bertelle ni di Nicolett io z a tr s u Ill il castello del paesino di o presepe m ri p l e d La storia aggero Padova Greccio. Un paesaggio piee ss ornit Edizioni Me più f no di monti e grotte che ie r libre sito gero.it Pag. 32 Nelle o sul essag gli ricordava Betlemme, il ionim .ediz luogo dove era nato Gesù e www dove si era recato qualche anno prima come pellegrino. Nelle brume di un inverno Greccio e che, accogliendo particolarmente rigido, la l’idea di frate Francesco, mente di Francesco è piena si emoziona nel fare i di gioia e di pensieri lupreparativi per il grande minosi. Uno sopra a tutti evento della notte del gli altri: ricreare la ‘scena’ 24 dicembre. della nascita di Gesù in modo che tutti gli uomini della terra possano Tra le comari e gli artigiani è tutto uno provare lo stupore dei pastori davanti alla scambio di accordi che ben presto si allarga grotta che ospitava il Bambino. Inizia così ai paesini vicini. «Porterò una bella caciotta “La storia del primo presepe”, il libro illu- di formaggio, come sicuramente prima di strato di Maria Loretta Giraldo e Nicoletta me avranno fatto i pastori in quella Notte Bertelle, la prima già autrice di molti libri Santa» dice il pecoraio, mentre il fornaio è per ragazzi e la seconda illustratrice con già davanti al forno per controllare che la diverse pubblicazioni per le Edizioni Mes- focaccia di pane sia cotta a puntino… C’è saggero di Padova. Sfogliare queste pagine anche chi si offre di portare un bue e chi è come ascoltare il racconto di una mamma si tira dietro il suo asinello fino alla grotta o di un nonno che ricorda le origini di uno scelta da Francesco. Nella notte, una lunga dei segni più belli del Natale cristiano. E fila di fiaccole scende dal monte, portando mentre si tirano fuori i personaggi dagli i pellegrini al luogo in cui il frate celebra scatoloni in cui erano stati racchiusi l’anno la Messa. E poi, all’improvviso, il miracolo. precedente, immaginiamo di ascoltare le Un bambino, un vero bambino, appare tra voci della povera gente che abitava a lo stupore della gente… F € 13,00 [email protected] 35 U n mondo di qu i z U n mondo di qu i z U n mondo di qu i z U n mondo di qu i z U n mondo di qu i z U n mond o U n mondo di qu i z Le colombe e la guerra Una danza orientale Questa danzatrice orientale sta eseguendo una delle armoniose danze del suo Paese. Si muove al suono di ritmi tibetani, nipponici, di Bali o coreani? Riesci ad individuare le dieci differenze che esistono tra queste due scenette apparentemente uguali? Riduzione di parole Accoppiando a due a due le parole contenute in queste 12 caselle si possono formare altre 6 parole di senso compiuto (esempio: PORTA-PACCHI = PORTAPACCHI). Trova i giusti accoppiamenti. 36 [email protected] A cura di Sergio De Simone U n mond o di qu i z Conquista la bandiera Scansia tipografica Ecco un divertente gioco di gruppo al quale possono partecipare quattro giocatori per volta. Occorre procurarsi quattro bandierine e una corda non troppo sottile, lunga cinque o sei metri, che verrà annodata per i capi in modo da formare un anello. Il terreno di gioco sarà preparato tracciando in terra due linee in croce (vedi figura) lunghe ognuna sei metri, alle cui estremità saranno poste le quattro bandierine. Coloro che partecipano al gioco, reggendo tesa la corda con una mano, si disporranno in modo da formare un quadrato perfetto. Ad un segnale convenuto, ognuno, tirando con forza la corda, dovrà cercare di raggiungere con la mano libera la propria bandierina. Risulterà vincitore colui che per primo l’avrà conquistata. Sistema nel casellario i gruppi di lettere che vedi qui sopra, facendo in modo che le parole orizzontali formino le verticali e viceversa. Proverbio nascosto Se vuoi leggere un noto proverbio, completa il diagramma disponendo nella giusta maniera le lettere allineate qui sotto. Gli asterischi indicano lo spazio fra una parola e l’altra. SOLUZIONI LE COLOMBE E LA GUERRA: Le differenze sono: uno scoppio in cielo, le ali di una colomba, il simbolo sulla torretta, il fanale, una macchia sul fianco del carro, il terreno davanti a destra, una delle ruote, la polvere a sinistra, un sasso in primo piano a sinistra, un tubo di scappamento dietro il carro. UNA DANZA ORIENTALE: È una danzatrice di Bali nel caratteristico costume. RIDUZIONE DI PAROLE: PESCA/TORI, CASSA/FORTE, ORTO/GRAFIA, CAPO/FILA, PERI/METRO, ALI/MENTO. SCANSIA TIPOGRAFICA: Vedi soluzione a lato. PROVERBIO NASCOSTO: Dal mattino si vede il buon giorno. di qu iz [email protected] 37 , o n i b m a B ù s Caro Gneo ti chiedo un regalo speciale: o nd o m i d quest’an o l o g n a ni g o , a i t d t e i c m i u f m , a e h i c t i n r ub r - ta n o c o t n e m i ert v i d o t n a t a i t h i c v o i g i e d à t i i til attiv S n ne o c o i à s t s e i i m t a a id ll - tanta sporlopri e racconti da da far imparare… da cui Per donare tutto questo, REGALA IL PONTE D’ORO SOLO 14 EURO PER UN ABBONAMENTO A 10 NUMERI Basta fare un versamento sul conto corrente postale n. 85134625 intestato a IL PONTE D’ORO indicando sul bollettino il recapito di chi deve ricevere la rivista. ✁ Stacca il tagliando e consegnalo alla persona a cui hai fatto questo meraviglioso regalo nto a e m a n o b b a l’ to la a g Ti ho re RO IL PONuTn EanDno’O ! per Buon Natale e vo Felice Anno Nuo