—1— Atti consiliari SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 VERBALE SEDUTA DI LUNEDI' 14 SETTEMBRE 2009 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCA BARTOLUCCI INDICE Approvazione verbale seduta consiliare del 20 luglio 2009 ........................ p. 3 Comunicazioni della Presidenza — Risposta ad interpellanze ed interrogazioni — Mozioni ed ordini del giorno .. p. 3 Ordine del giorno per il ripristino dell’attività del punto nascita e della emergenza ostetrico e ginecologica dell’ospedale di Novafeltria .............................. p. 4 Sull’ordine dei lavori .......................... p. 21 Ordine del giorno in merito alla proposta di apertura del tavolo di concertazione con i soggetti privati e pubblici per riprendere e sviluppare le linee di sangue del cavallo del Catria come razza da carne (Rinvio)............................. p. 21 Ordine del giorno a favore della libertà in Iran ed a sostegno del movimento di protesta contro l’oppressione del regime teocratico degli ayatollah (Rinvio) ................................................. p. 22 Ordine del giorno per l’individuazione e la celebrazione della Festa dall’Unità nazionale nella data del 18 febbraio (Rinvio) .................................. p. 23 Ordine del giorno sulla prossima Conferenza di servizi istruttoria in seno al procedimento autorizzatorio per l’apertura della cava cosiddetta del Bifolco sita nel comune di Pergola (PU) in località Bellisio Solfare .......................... p. 24 Ordine del giorno sui problemi del centro Italia Ordine del giorno per l’individuazione e la celebrazione della Festa dall’Unità nazionale nella data del 18 febbraio ................................................ p. 41 Sull’ordine dei lavori .......................... p. 50 Storni e variazioni al bilancio di previsione 2009 e pluriennale 2009/2011 ... p. 50 Ordine del giorno sul riordino del sistema scolastico ................................ p. 51 Sull’ordine dei lavori .......................... p. 60 Atti Consiliari —2— SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 La seduta inizia alle 15,10 Il Presidente invita il Segretario generale dott. Roberto Rondina, a procedere all'appello nominale, che dà il seguente risultato: Baldantoni Giorgio presente Baldelli Antonio presente Bartolucci Luca — Presidente del Consiglio presente Berardi Gabriele assente (entra durante la seduta) Cancellieri Giorgio presente Capanna Bruno presente Carloni Silvana presente Ceccarini Lorenzo assente (entra durante la seduta) Falcioni Francesca Maria presente Foronchi Franca presente Foschi Elisabetta presente Giannotti Roberto presente Lunghi Daniele presente Magnanelli Giuseppe assente (entra durante la seduta) Mariotti Donato presente Mei Marcello presente Papi Domenico presente Papolini Massimo presente Pascucci Riccardo presente Perlini Vladimiro presente Perugini Katia presente Ricci Matteo — Presidente della Giunta assente (entra durante la seduta) Rognini Massimo presente Rossi Giancarlo presente Sanchioni Daniele assente (entra durante la seduta) Savelli Renzo assente (entra durante la seduta) Tagliolini Daniele presente Tarsi Mattia presente Terenzi Silvia presente Tomassoli Giulio presente Vergari Gaetano assente (entra durante la seduta) Considerato che sono presenti n. 24 componenti il Consiglio provinciale, il Presidente dichiara aperta la seduta e nomina scrutatori i consiglieri Cancellieri, Mariotti e Papi. Sono altresì presenti gli assessori Daniela Ciaroni, Massimo Galuzzi, Renato Claudio Minardi, Alessia Morani, Tarcisio Porto, Davide Rossi. SEDUTA PRECEDENTE: LUNEDI' 20 LUGLIO 2009 —3— Atti Consiliari SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 Approvazione verbale seduta consiliare del 20 luglio 2009 PRESIDENTE: L’ordine del giorno reca, al punto 1: Approvazione verbale seduta consiliare del 20 luglio 2009. ROBERTO GIANNOTTI: Appena arrivato mi sono trovato sul tavolo la risposta del Presidente Ricci ad una interrogazione per la quale avevo chiesto risposta in forma orale. PRESIDENTE: Arriverà anche in forma orale. Comunque, rispetto all’ordine dei lavori abbiamo prima l’approvazione dei verbali della seduta precedente, poi le comunicazioni della presidenza e quindi, in questo contesto si possono formulare tutte le domande e le richieste. Se non vi sono osservazioni pongo quindi in votazione il verbale della seduta in data 20 luglio 2009. Il Consiglio approva all’unanimità Comunicazioni della Presidenza — Risposta ad interpellanze ed interrogazioni — Mozioni ed ordini del giorno PRESIDENTE: L’ordine del giorno reca, al punto 3: Comunicazioni della Presidenza — Risposta ad interpellanze ed interrogazioni — Mozioni ed ordini del giorno. Vista la cortese presenza del sindaco di Pergola e di una delegazione di cittadini, per anticipare i tempi propongo una inversione dell’ordine del giorno. Se siete d’accordo posticipiamo il punto relativo alle interrogazioni e interpellanze alla conclusione del Consiglio. Se non vi sono pareri contrari, iniziamo la discussione degli ordini del giorno. ANTONIO BALDELLI: E’ però necessaria la presenza del Presidente Ricci. PRESIDENTE: Il Presidente Ricci è di sopra, sta scendendo. Il primo ordine del giorno riguarda il ripristino dell’attività del punto nascita dell’ospedale di Novafeltria, prima di arrivare a dibattere il punto all’ordine del giorno che lei ha proposto credo che trascorrerà del ragionevole tempo e comunque il Presidente Ricci che è in ufficio ha detto che ci raggiungerà al più presto. Deve concludere delle questioni legate alla sua carica, dopodiché ci raggiungerà. Da questo punto di vista non ci sono quindi problemi affinché il Presidente della Provincia sia presente. C’è una brutta pratica, tutta italiana, che non deve appartenere a questa Provincia. Quando viene indicato l’orario di inizio dei lavori del Consiglio, generalmente si dà per scontato che, essendoci un’ora di tempo o mezz’ora di tempo —4— Atti Consiliari SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 prima della scadenza del tempo massimo di attesa per dare avvio ai lavori, la si prende tutta. Invece se convochiamo Il Consiglio per le 15 si deve iniziare alle 15, chiunque ci sia, maggioranza o minoranza, perché altrimenti fin dalle prime riunioni iniziamo a scivolare verso una deriva che non è positiva. Tra le altre cose, rientrare nelle diverse località della provincia dopo un Consiglio che sarà necessariamente lungo significa farlo ad un orario ancora più tardo. Quindi, per evitare tutto questo abbiamo deciso di essere puntuali. Quando il Consiglio verrà indetto il pomeriggio cercheremo il più possibile di essere fiscali, quindi puntuali il più possibile. Un quarto d’ora accademico lo si può anche attendere, però saremo fiscali da questo punto di vista, per agevolare il rientro a casa ad un’ora favorevole. Ho chiesto prima al Consiglio e non mi sembra che vi siano motivi ostativi a posticipare le interrogazioni all’ultimo punto dell’ordine del giorno. (Così rimane stabilito) Ordine del giorno per il ripristino dell’attività del punto nascita e della emergenza ostetrico e ginecologica dell’ospedale di Novafeltria PRESIDENTE: L’ordine del giorno reca, al punto 3: Ordine del giorno per il ripristino dell’attività del punto nascita e della emergenza ostetrico e ginecologica dell’ospedale di Novafeltria. Ha la parola, per illustrarlo, il presentatore consigliere Giannotti. ROBERTO GIANNOTTI: Quando l’ho presentato avevamo una situazione diversa dal punto di vista istituzionale e mi è stato chiesto: “vuoi mantenerlo?”. Credo che la responsabilità di chi amministra la cosa pubblica, di chi rappresenta i cittadini debba essere quella di onorare sempre l’impegno che ha assunto, quindi a partire da questo ho ritenuto confermare questo atto ispettivo, perché credo che la vita dei cittadini di Novafeltria, della Valle del Marecchia, la sicurezza della vita delle donne in stato di gravidanza debba porsi prima delle questioni politiche. I cittadini di Novafeltria e degli altri comuni hanno votato e hanno chiesto di essere assegnati alla realtà amministrativa di Rimini, io ho sempre detto che questo è un fatto di democrazia e al di là di tutto su questa questione avremo modo, mi auguro, di discutere insieme, non solamente per quanto concerne l’esigenza di accompagnare questo processo di distacco ma soprattutto perché, come ho richiamato l’altra volta, esiste il problema del contagio, esiste il rischio di una deriva secessionista che, se non affrontata, può produrre ulteriori guasti. Già la provincia di Pesaro e Urbino è la provincia capofila delle Marche e le Marche capofila del paese per quello che riguarda questo fatto di lacerazione territoriale, un fatto di lacerazione territoriale che lo si può vendere come si vuole ma non deriva da problemi di distanza o da problemi ambientali ma deriva da una sfiducia delle popolazioni del Marecchia rispetto al motore istituzionale, rispetto all’azione della Provincia, rispetto all’azione della Regione. Io che ho vissuto i primi tempi dei dibattiti che vi sono stati in quella vallata sull’argomento, ancora era un fatto folcloristico. Se negli anni è cresciuto questo moto di protesta dell’opinione pubblica, della popolazione, vuol dire che la gente si è sentita non soddisfatta dei propri bisogni. Detto questo esiste una realtà, quella dell’ospedale di Novafeltria, un ospedale marginalizzato dalle scelte politiche regionali. I dirigenti locali dell’azienda sanitaria hanno fatto il possibile ma devono fare i conti con una logica strisciante della Giunta regionale di centro-sinistra che è quella della chiusura di tutti i piccoli presidi ospedalieri dell’interno, negando il diritto alla salute dei cittadini. L’ospedale di Novafeltria è dentro questa logica. La scelta di chiudere il punto nascita, la scelta di non consentire alle donne in gravidanza di essere assistite presso il proprio ospedale cade dentro questa logica. Oggi una donna di Novafeltria per partorire nella sua città deve ricorrere solamente all’intervento del pronto soccorso e questo la dice tutta sul livello di civiltà cui siamo arrivati. —5— Atti Consiliari SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 Credo che a prescindere da tutto, a prescindere dalle scelte fatte sia opportuno, sia necessario che la Giunta regionale ripensi questa scelta che non è assolutamente accettabile e garantisca le condizioni perché le donne di quella città possano essere curate e servite dal loro ospedale. PRESIDENTE: Informo che è pervenuto in corso di seduta un ordine del giorno avente per oggetto lo stesso tema, da parte dei consiglieri della maggioranza i quali hanno facoltà di poterlo illustrare. Verrà consegnata copia a tutti i consiglieri, quindi avrete modo di riceverlo nel vostro tavolo. Nel frattempo, mentre i nostri addetti fanno le fotocopie, può essere illustrato dai proponenti. ROBERTO GIANNOTTI: Segretario, è legittima questa cosa? In corso di seduta? PRESIDENTE: Sì, è legittima. In corso di seduta il regolamento prevede che possa essere presentato un ordine del giorno. Tra l’altro è una pratica che si usa in quasi tutti i Consigli e le Assemblee. Si votano distintamente, ovviamente. Essendo un ordine del giorno che ha come oggetto lo stesso tema viene discusso insieme, è inutile fare due discussioni. Ha la parola, per illustrare l’ordine del giorno presentato, il consigliere Berardi. GABRIELE BERARDI: Innanzitutto mi scuso per il quarto d’ora di ritardo non voluto, ma in autostrada c’è un po’ di traffica a causa del maltempo. Ringrazio chi oggi ha proposto questo ordine del giorno, perché dà la possibilità di focalizzare l’attenzione su una questione che a me ma a tutta la maggioranza sta a cuore, quella, nel caso, specifico, del punto nascita dell’ospedale di Novafeltria ma che può essere allargata, come discussione, a tutti gli ospedali di polo della provincia di Pesaro e Urbino. Nello specifico, quando si dice che il punto nascita di Novafeltria, in data 20 aprile ha visto la chiusura, questo in effetti corrisponde al vero ma non corrisponde al vero quando si dice che è dipeso da una volontà politica. Per nove anni in qualità di sindaco di Novafeltria ho sempre difeso il mantenimento del punto nascita, anche quando vi erano forze opposte, vedi l’allora ministro Sirchia, che riteneva tutti i punti nascita al di sotto dei 500 parti/anno, insicuri e quindi da dover chiudere. In quella circostanza abbiamo sempre cercato di difendere il punto nascita di Novafeltria e devo dire che la forza che abbiamo cercato di esercitare tutto sommato è stata debole, poiché nei confronti della Regione abbiamo sempre trovato un interlocutore attento che ha mantenuto negli anni il punto nascita di Novafeltria, tanto è vero che il punto nascita ha continuato ad essere operativo fino allo scorso 20 aprile e si è arrivati alla chiusura poiché non vi è stato un provvedimento della Regione che ha deciso di chiudere il punto nascita ma la mancata sostituzione, per impossibilità di trovare professionisti — vedi medico pediatrico — di quello in congedo, purtroppo non ha permesso di continuare l’attività del punto nascita. Un punto nascita che negli anni per professionalità, per organizzazione, anche per qualità alberghiere, per assistenza è sempre stato molto importante, punto di riferimento per i cittadini dell’Alta Valmarecchia e negli anni ha dato un servizio notevole, dando risposte concrete a una domanda importante di un servizio, proveniente dalle donne del nostro territorio. La scelta di arrivare alla chiusura non è stata una scelta politica, anche perché ritengo che nessuno a 20 giorni dalle elezioni dei primi di giugno pensi di decidere di arrivare a una chiusura di quel tipo, proprio perché non vi era una volontà politica ma il tutto dipendeva essenzialmente dal fatto di non riuscire a sostituire un medico pediatra. Tanto è vero che la struttura era organizzata con quattro medici ostetrici, con quattro ostetriche, con un servizio infermieristico importante e soprattutto con un servizio di anestesisti-rianimatori presenti in ospedale 24 ore al giorno, a supporto dello stesso punto nascita. Per cui credo che l’organizzazione interna era in grado ed è tuttora in grado, volendo, con la sostituzione del medico pediatra, di riuscire ad attivare il punto nascita stesso. E’ certo che nel frattempo vi è stato un evento importante, ovvero la promulgazione da parte del Presidente della Repubblica della —6— Atti Consiliari SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 legge 117 che sancisce l’aggregazione del territorio dell’Alta Valmarecchia alla regione Emilia Romagna. Si è già detto su questa aggregazione e credo pertanto oggi, pur personalmente considerando questo ordine del giorno ormai superato, che volendo il Presidente della Provincia, da un punto di vista politico possa interloquire con le due Regioni, la Regione Marche e la Regione Emilia Romagna per fare in modo che l’evento nascita a Novafeltria possa essere ripristinato, tra l’altro anche con la possibilità di realizzare la “Casa del parto”, una modalità che la Regione Emilia Romagna sta realizzando a Porretta Terme, con caratteristiche, dal punto di vista geografico, simili a quelle del territorio dell’Alta Valmarecchia, quindi fare in modo che quel servizio, quanto mai importante ed essenziale, possa essere riattivato. Credo che l’impegno politico del Presidente della Provincia in questo senso sarà molto importante, per cui noi chiediamo, attraverso questo ordine del giorno, di poter esercitare questa forza nei confronti delle due Regioni e fare in modo che nella riorganizzazione sanitaria del territorio dell’Alta Valmarecchia che giocoforza, da adesso in avanti dovrà essere fatta con la Regione Emilia Romagna, si possa tener conto di questa esigenza, alla quale è sempre stata data negli anni una risposta da parte della Regione Marche e possa quindi essere riattivato anche attraverso la modalità della “Casa del parto”, per certi versi differente rispetto all’evento nascita ma che darebbe ampie risposte in termini di emergenza-urgenza e di parto nel nostro territorio. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Baldelli. ANTONIO BALDELLI: Intervengo a sostegno dell’ordine del giorno presentato dal consigliere Giannotti, stigmatizzando il malvezzo di presentare un pedissequo ordine del giorno che ricalca quello già presentato in precedenza, a volte lo ricopia in maniera servile, solamente per un fatto di bassa politica, ossia solamente per togliere ad un consigliere che svolge il proprio lavoro con attenzione, la paternità di un atto sacrosanto e per strapparlo all’altra parte politica. Credo che in un Consiglio provinciale dove si debbono perseguire gli interessi della collettività questi artifizi, questi raggiri non debbano essere compiuti ma ci si debba trovare tutti insieme a collimare intorno all’interesse collettivo che il consigliere Giannotti ha perfettamente rappresentato. Quindi, in qualità di capogruppo del Pdl chiedo al gruppo del Pd di ritirare il proprio ordine del giorno in quanto perfettamente in simbiosi con quello presentato dal consigliere Giannotti, di votare l’ordine del giorno del consigliere Giannotti proprio in questa ottica di perseguire, senza strumentalizzazioni politiche di bassa lega, il bene della collettività. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Cancellieri. GIORGIO CANCELLIERI: Assolutamente d’accordo con quello che ha appena detto il capogruppo del Pdl Antonio Baldelli. Mi pare un malcostume, un brutto vezzo quello di rifare una mozione assolutamente simile a una mozione già presentata, cosa che in 13 anni di amministrazione pubblica non ho mai visto fare nel mio Comune né dall’una parte né dall’altra. Ritengo — faremo la proposta nella Conferenza dei capigruppo — che si debba emendare, eventualmente, la mozione già presentata; l’altra parte politica presenta degli emendamenti, votabili più o meno, alla fine la mozione si vota con gli emendamenti ma rimane la paternità della prima mozione e mi sembra una cosa di basso livello fare queste cose. Questo vorrebbe die che ad ogni mozione presentata da un consigliere provinciale arriva un altro che gli fa la fotocopia sopra. E’ una brutta cosa. Non credevo di vederla, in tanti anni di amministrazione pubblica, visto che ormai anch’io non sono arrivato da poco nei banchi dell’amministrazione pubblica. Il problema dell’emergenza a Novafeltria per questo punto nascita è sacrosanto, rappresentato anche a me da quelle popolazioni durante la campagna elettorale. E’ vero anche quello che ha detto Berardi, che reperire i pediatri in un momento come questo è estrema- —7— Atti Consiliari SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 mente difficile. Fermignano stessa è stata senza pediatra per più di un anno perché per fare gli specialisti nell’esercizio della professione pediatrica non basta una laurea in medicina ma ci vuole una specializzazione in pediatria. I pediatri non si trovano, mancano all’ospedale di Urbino, mancano alle pediatrie di base convenzionata, quindi il problema di fatto esiste. Capisco bene che per la Regione Marche non c’è alcun interesse a ricreare un punto nascita che, se avesse potuto, sicuramente l’avrebbe perseguito quando la Valmarecchia era delle Marche (parlo come se fosse già passata all’Emilia Romagna, anche se la strada non sarà proprio semplice). La sovranità popolare in un sistema democratico ha la sua importanza: adesso vedremo se, di fatto, qualche vantaggio — io spero di sì, visto che le popolazioni hanno deciso di passare nella regione di confine nella Romagna — in termini di servizi si otterrà. Me lo auguro per la gente stessa, per il popolo stesso, perché noi siamo qui a rappresentare il popolo e dobbiamo pensare sempre al popolo, siamo solo degli strumenti del popolo. Sarà quindi una grande occasione per vedere se la Romagna risponderà a quei servizi territoriali importanti che sicuramente non siamo stati molto attenti a dare a quel territorio. Di fatto le mozioni sono entrambi votabili, quindi penso che il gruppo della Lega le voterà positivamente entrambe, premesso tutto quello che ho detto all’inizio del mio intervento. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Savelli. RENZO SAVELLI: Ho ascoltato con interesse sia le argomentazioni dell’ordine del giorno presentato in prima battuta e ovviamente il nostro che io ho sottoscritto come capogruppo di Rifondazione e le argomentazioni poi addotte successivamente dai due capigruppo di minoranza. A me pare innanzitutto che sia opportuno mettere in evidenza una cosa: quando abbiamo esaminato, come maggioranza, l’ordine del giorno, abbiamo notato le date. L’ordine del giorno presentato da Giannotti è datato 13 luglio, prima che avvenisse un certo atto, cioè prima che sulla GU comparisse, in data 15 agosto, la decisione di staccare... (Interruzio- ne). Non parlo di strumentalizzazione, non mi sono permesso di dirlo né avevo intenzione di dirlo, però è chiaro che, siccome quanto pubblicato sulla GU entrava immediatamente in vigore dal giorno dopo, ciò significa che già dal 16 agosto, in teoria la Valmarecchia è provincia di Rimini. Ci sono una serie di operazioni da fare per completare questo passaggio. Nel caso in cui questo territorio fa parte della provincia di Rimini, il Consiglio provinciale di Pesaro e Urbino decide per ciò che dovrà fare, domani, la provincia di Rimini? Certamente no. Abbiamo esaminato questo aspetto. Siccome sappiamo che c’è un ricorso presentato dalla Regione Marche, giustamente, perché non vuole che una parte del proprio territorio venga amputata, al di là della volontà politica, della volontà dei cittadini, da questo punto di vista abbiamo detto “in questo caso anche noi interveniamo su questo argomento”. Quindi abbiamo preparato un ordine del giorno. D’altra parte non credo che si possa definire malcostume il fatto che una maggioranza o dei gruppi di partiti o un singolo consigliere su un argomento possano ragionare, riflettere ed esprimere il proprio parere, che non è del tutto identico. Lo stesso argomento può essere affrontato anche da più punti di vista. Non è detto che le argomentazioni che mi portano alle conclusioni siano necessariamente condivisibili. Quindi non capisco perché debba essere definito malcostume o un’operazione di basso livello il fatto che la maggioranza, nella sua autonomia abbia presentato un proprio documento. Non dice che la minoranza ha fatto male, che il consigliere Giannotti non capisce niente, per carità. Il consigliere Giannotti ha fatto il suo dovere, è intervenuto in tempi non sospetti nel nuovo, mutato quadro politico nazionale, noi nella nostra autonomia abbiamo preparato un nostro ordine del giorno. Non vedo cosa ci sia di scandaloso. Questo ordine del giorno non segue il filo del ragionamento identico a quello che ha fatto il consigliere Giannotti ma d’altra parte non c’è nulla di strano, ognuno ha un suo modus di riflettere sulle vicende. Il nostro parere resta diverso sulla Valmarecchia, però questo non è il momento di parlare della vicenda in generale. Ciò che è vero è tuttavia che questo —8— Atti Consiliari SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 ordine del giorno, che mi pare tranquillo, sereno, è il risultato di un’analisi precisa, in cui la colpa non è imputata alla Regione Marche, perché io sono tra quelli che quando è ora di arrabbiarsi anche con la Regione Marche, anche se diretta dal centro-sinistra, non ha difficoltà a farlo. Ma in questo caso mi pare che Sirchia non fosse ministro comunista, di Rifondazione comunista o del Pd. Quindi in tempi non sospetti è stato deciso, da un Governo di altro indirizzo politico, nella sua autonomia, che bisognava chiudere tutte le maternità sotto i 500 interventi. (Interruzione). Sirchia era ministro della Repubblica Italiana, non di San Marino e le cose decise negli atti pubblici di allora fanno parte delle decisioni adottate non dalla Repubblica di San Marino ma dalla Repubblica Italiana, di conseguenza hanno vigore di legge, perché il punto nascita è stato chiuso a Fossombrone, è stato chiuso a Pergola, è stato chiuso a Cagli, resta solo a Pesaro, Fano e Urbino e con quell’espediente che è stato poc’anzi ricordato è stato tenuto aperto dalla Asl di Pesaro, altrimenti da un punto di vista de lege sulla carta non c’è più. Questo è un dato di fatto. Ecco perché dico che quando è ora io posso arrabbiarmi con la Regione Marche. Certo, non ho difficoltà. L’ho fatto per altre questioni, vedasi la storia di Schieppe, tanto per capirci, quindi figuriamoci. Però in questo caso non c’entra niente. Permettete allora che noi facciamo un nostro percorso di ragionamento, di riflessione e se poi arriviamo alle stesse conclusioni va bene, però la riflessione da noi condotta è diversa. Quindi abbiamo presentato questo ordine del giorno e mi pare che come maggioranza non possiamo che mantenerlo e al momento opportuno votarlo. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Vergari. GAETANO VERGARI: Ritengo capziosa questa polemica sulla primazia relativa all’ordine del giorno. Caso mai il consigliere Giannotti dovrebbe rallegrarsi che ad adiuvandum rispetto alla sua proposta sia pervenuta, in ritardo, quella della maggioranza. Penso che non ci sia nulla da nascondere da questo punto di vista, se il consigliere Giannotti ha manifestato più attenzione e sensibilità da un punto di vista della tempistica rispetto al problema. Ciò che mi interessa invece sottolineare è quanto affermava il consigliere Cancellieri relativamente alla questione specifica della disponibilità dei medici pediatri e ostetrici sul territorio, sulle complicazioni derivanti dalla gestione di strutture sanitarie che per numero di abitanti e per capacità di corrispondenza alle esigenze degli utenti possono apparire, in certe situazioni, non economicamente e istituzionalmente operative ed efficaci dal punto di vista dell’assistenza sanitaria e soprattutto verificare il bacino potenziale e il numero delle nascite che avvengono in questi territori, perché come amministratori dobbiamo anche considerare questo aspetto di efficacia amministrativa e gestionale rispetto al problema. Non conosco i dati ma se nell’ospedale di Novafeltria avvengono ad esempio 150 nascite all’anno, questo è compatibile con la presenza di una équipe medico-sanitaria specializzata, tale da garantire la sicurezza ma che può apparire anche dal punto di vista dell’impegno delle risorse una presenza finanziaria considerevole? L’altra considerazione che mi sembrava interessante, quasi provocatoria, è quella di verificare se con il passaggio alla provincia di Rimini — è qui tutto il nodo del contendere, cioè cambiamo provincia perché sicuramente con Rimini staremo meglio, otterremo migliori servizi, saremo più garantiti e tutelati — queste problematiche verranno superate o, come io tempo, le questioni economico-gestionali rimarranno forti, presenti e anzi temo che manifesteranno ancor più decisamente, visto il piano sanitario dell’Emilia Romagna, i loro effetti negativi sulle popolazioni locali. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Rossi. GIANCARLO ROSSI: Saluto il Presidente, mi auguro che tutti i colleghi abbiano fatto delle buone ferie. Questo ordine del giorno è importante, —9— Atti Consiliari SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 direi, usando un termine socio-filosofico, esistenziale, perché si preoccupa delle nascite e della tutela della partoriente e del nascituro. Il consigliere Berardi giustamente si è vantato, ha sottolineato di essere stato per nove anni sindaco, ha evidenziato certe situazioni. Allora mi domando e chiedo: perché sono perdurate, si sono mantenute, si sono aggravate queste carenze? Dovrei dire deficienze ma dopo mi accuserebbero di essere demagogo fino all’infinito, quindi uso il termine “carenze”, che hanno determinato delle situazioni di sicuro disagio. In certi casi temo anche qualcosa di più di un semplice disagio. Penso, sono convinto, purtroppo, perché da cittadino di questa provincia e, nonostante tutto, di questa regione, mi ha preoccupato e mi è molto dispiaciuto che tutti quei comuni, una ella parte di storia, di cultura, di uomini, di soggetti, di cose, di lavoro, di imprenditoria, di artigianato abbiano preferito spostare il confine per rientrare nell’Emilia Romagna e temo che questa situazione di disagio e di preoccupazione sia stata uno dei tanti motivi. Allora mi ridomando e chiedo, come diciamo noi avvocati quando non vogliamo coinvolgere colui che deve decidere nelle nostre argomentazioni, a questa maggioranza, a coloro che hanno preceduto questa maggioranza, a coloro che hanno votato per governatori di questa Regione, ai quali spettava la gestione, il controllo della sanità, che invece di accorpare e di accentrare tutto quanto nella regione Marche... Qui è venuto qualche anno fa caro Vergari. Tu non c’eri ma penso che anche quella volta saresti stato mio alleato in questa argomentazione. All’allora presidente-governatore della Regione Marche, che aveva partorito la bella idea della famosa azienda sanitaria unica regionale, io ho fatto questo discorso, anche se l’altra volta il collega mi aveva accusato di essere un retrò. Non sono un retrò, perché è sempre stato attuale questo, è continuato ad essere attuale. Magari parlassimo delle guerre puniche invece di cose che da allora sono rimaste inalterate e hanno determinato guai, tra cui questo. Ho chiesto all’allora governatore: “caro governatore, come cittadino marchigiano, nell’ipotesi diventassi un paziente, un malato — tocco tutti i ferri possibili e immaginabili — e tu mi garantissi che l’azienda sanitaria unica regionale non dico che mi guarisce e mi fa pagare meno, perché chiederei forse troppo, mi basterebbe che mi tranquillizzasse una volta entrato in un ospedale, di uscirne quanto meno o come ero entrato, perché in molti casi, alle volte si rischia di non uscire neanche come si era entrati, seppur malati, ma almeno che mi trattassero meglio. E ovviamente il governatore ha chiesto a qualcuno chi ero e quando il “qualcuno” gli ha riferito chi ero ha usato il termine demagogia, populismo ecc. Non era vero, non era demagogia, era constatazione e la storia mi ha dato regione. Non sono un retrò, sono un attuale e questa è attualità. E’ un’attualità tale e tanta che a questo punto, per poter coprire le magagne dei vostri compagni di partito che hanno gestito anche la sanità a livello regionale e anche con la sanità si sono completamente dimenticati e trascurati questa parte della regione che è pur bella, storica, culturale, tale e tanta da essere superiore, in certe situazioni... Non voglio citare Urbino perché sarebbe troppo ma basterebbe Fano, basterebbe una parte di Pesaro ad essere superiore ad altre parti della nostra regione, se ne sono completamente dimenticati, compresa questa. E adesso cosa fa questa maggioranza? Fa un “ordinino” del giorno scopiazzato, ha cambiato qualche riga e poiché nel frattempo è arrivata la legge del Presidente della Repubblica che dice che quei sette comuni... La coscienza è vostra, la responsabilità è solo vostra, io ho preso atto con molto dispiacere. Sono nato a un metro e mezzo dal confine con la Romagna, a Mercatino Conca, in una casa di contadini, Linea Gotica, nel 1945. Per cui per me l’Emilia Romagna non è un fattore estraneo. (Interruzione). Di questo sono contento, non mi è mai dispiaciuto, anzi tra l’altro ho anche buon sangue romagnolo perché il nonno materno era romagnolo, per cui di questo non mi può dispiacere. (Si dice: “politicamente non hai preso tanto dai romagnoli”). Non dimentichiamo che c’era qualcuno che era romagnolo e si vantava di esserlo e ha dato natali a Tanti. Vergari ne è un esempio politico ben preciso. Cosa dice questa maggioranza? “Ormai sono di là”, dimenticando un piccolo particolare: che la stessa Giunta, che si è scordata — come le precedenti — di quel bellissimo terri- Atti Consiliari — 10 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 torio, ha avuto uno scrupolo di coscienza una bella mattina, ha chiamato un illustre consulente avvocato, sicuramente con parcelle quasi milionarie, presumo e gli ha detto “mi fai un ricorso alla Corte Costituzionale per sapere se per caso tutto quello che è stato fatto, tutti i soldi spesi, tutti i discorsi fatti...”. Compreso l’intervento del consigliere Berardi il quale allora, fresco sindaco, giustamente ha detto “cosa devo fare se i miei cittadini hanno deciso di andare di là, di fare questa scelta? Devo andare loro contro? Devo andare in piazza e dire signori belli, avete sbagliato?”. Oppure “signori belli, io ho votato per restare in provincia di Pesaro”. Non lo so, può anche essere che abbia votato pure lui per andare di là perché la realtà è quella: in poco tempo si arriva a Rimini. Qualcuno prima ha detto “sono dovuto passare...”. Ma perché sei dovuto passare là? Perché nessuno, in 60 anni è riuscito a fare uno straccio di collegamento degno di questo nome tra il cosiddetto Montefeltro, chiamiamolo anche Alta Marecchia che non c’entra niente, perché comunque è Montefeltro e ha lasciato così. Cosa dice questo ordine del giorno? “Tanto c’è Rimini, adesso”. Neanche la Giunta, il Presidente. Poi qualcuno mi deve spiegare perché il Presidente e non la Giunta! Il Presidente della Provincia deve intervenire, alla luce delle comprensibili preoccupazioni manifestate dalla popolazione locale, nei confronti delle Regioni Marche ed Emilia Romagna. Che cos’ha fatto finora lui, il “Principe” suo predecessore, che aveva potere, forza, numeri per poter decidere il caldo e il freddo di questa Provincia? Che non è riuscito a farlo perché rischiava di perdere un po’ di voti quando poteva essere necessario? Questo è vero, lo sappiamo tutti e voi lo sapete meglio di me, perché siete stati — e qualcuno ancora c’è — nella stanza dei bottoni. Allora cosa fa il nuovo Presidente? Lascia una poltroncina di un assessorato, invece di farne uno specifico o fare qualcosa di ben concreto e preciso dal punto di vita amministrativo ed esecutivo, ne lascia uno lì, perché “chissà mai che l’Udc volesse fare l’alleato del Pd nella prossima campagna regionale?”. Allora, poverino — e questo vale per te, perché sei anche segretario di quel partito, “forse ti faccia- mo assessore”. E tu cos’hai detto? “Vedremo, cosa succede”. Dio mio, ben altro si chiama questo comportamento, ma non importa. Allora cosa si chiede? La “Casa del parto”, mica si chiede la casa per giocare a briscola e tressette o per giocare alla roulette. Si è chiesto la “Casa del parto”. L’altro romagnolo i nascituri e le partorienti le trattava in ben altro modo inventando l’Onmi, Opera nazionale maternità e infanzia, non la “Casa del parto”, che era ben altro e questo lo dico perché la storia è questa, non faccio né apologia né nulla, faccio delle constatazioni e nessuno può impedirmi di poter dire questo. Allora cosa si fa in questa provincia, sapendo di questa situazione, sapendo, come giustamente dice il consigliere Cancellieri che i pediatri sono quelli che sono? Perché come sembra, come ha fatto, come poteva fare, il governatore o chi per lui — chi per lui fa quello che dice il governatore, da quello che si legge sui giornali e sulla stampa, anche se alcuni dicono che non è vero — mentre per altri reparti dà qualcosa in più, trascura completamente, purtroppo, una cosa essenziale, esistenziale: la cura e la tutela del parto, dei nascituri, e c’è chi si lamenta perché qualcuno non vuole mettere al mondo figli in questa situazione. E’ chiaro: non sai neanche dove partorire. Non è l’epoca in cui Giancarlo Rossi nasceva in un granaio, grazie a Dio perché avevo una madre bella e robusta che è campata, fortunata lei, fino a 97 anni. (Interruzione). Tu sei della mia generazione, anche tua madre era forte e bella, ci mancherebbe altro, ma consentitemi di spendere una parola per mia mamma che mi ha partorito il 6 gennaio, in pieno inverno, a Mercatino Conca, in un granaio, senza nessuna assistenza particolare. Sopravvissuta solo perché era robusta per suo conto. Questo è il discorso. Perché tutto questo? Per quale ragione l’ordine del giorno presentato da questa forza politica conclude chiedendo “di intervenire” e il collega non dice “caro presidente, amico d’infanzia, amico di giochi” — non dico di merende perché uno può pensare male. Cosa dice? Impegna il Presidente e la Giunta provinciale in quanto tale, perché si è di più, si è istituzionalmente più importanti e volendo si Atti Consiliari — 11 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 possono ottenere più cose. Cosa dice? Dice “nel frattempo, in attesa che qualcuno faccia un confine al di qua di Novafeltria, al di qua di Pennabilli, al di qua di San Leo, facciamo qualcosa per questa cosiddetta “Casa del parto”, chiamatela come vi pare, non ne faccio un problema di denominazione. Perché sappiamo tutti e io più di molti, perché facendo l’avvocato da quasi 37 anni, come si dice “sono del mestiere”. In Italia non c’è nulla di più definitivo di quello che è provvisorio, per cui si rischia di continuare a stare in questa situazione di non si sa cosa, per molto tempo come giustamente diceva Vergari, e sono d’accordo con lui. Cosa dice il consigliere Savelli? Noi votiamo il nostro, perché più bello di così non si poteva fare. Aveva ragione Cancellieri. Ti riconosco questo diritto, ma non puoi pensare che io sia d’accordo con il tuo concetto quando togli mezza riga e ne aggiungi un’altra mezza. Perché tu dici “parliamo con la Provincia di Rimini, con la Regione Emilia Romagna e con la Regione Marche”. Allora, o parli solo con la Regione Emilia Romagna perché ormai ufficialmente sei di là... PRESIDENTE: Consigliere, i suoi minuti a disposizione sono conclusi. Ha usato tutto il quarto d’ora a sua disposizione. GIANCARLO ROSSI: Ti ringrazio e chiudo. Per questo non posso fare altro che dire: la realtà è quella che è stata scritta ed è stata richiesta, le cose richieste nell’ordine del giorno a firma Giannotti e Falcioni. Un tentativo di travisamento è quello fatto da questa Giunta ma è Savelli che ha sottolineato che l’ordine del giorno era del 13 giugno e voi questa mattina, a Consiglio provinciale iniziato avete presentato quest’altra cosa. La chiamo “cosa” perché ho difficoltà a chiamarla in termini diversi. Questo è inammissibile in termini rituali, invotabile in termini di contenuto e mi auguro che qualcuno di voi almeno abbia il coraggio morale... PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Mei. Ha parlato un quarto d’ora, consigliere Rossi. GIANCARLO ROSSI: Chiedo scusa, Presidente. PRESIDENTE: Pensavo che si lamentasse per il fatto che le ho tolto la parola. MARCELLO MEI: Riguardo l’inizio di questa seduta, circa il richiamo da parte del Presidente del Consiglio alla puntualità alle riunioni e alla presenza — lo dico bonariamente — fra i non presenti c’erano 4-5 assessori. Non è un richiamo ma solo ricordare quello che il Presidente ha detto all’inizio: credo che sarebbe utile per tutti iniziare per tempo, quindi ricordo a chi non era presente prima che per quanto possibile dovremmo cercare di affrettarci. Su questo ordine del giorno mi sembra che la situazione sia decisamente kafkiana, al di là del fatto che sia malcostume o meno. Io ritengo che sia irrituale presentare in tutta fretta un ordine del giorno nel corso di un Consiglio provinciale, anche se fatto a norma di regolamento. Va ricordato che i punti nascita dei piccoli ospedali sono stati tutti penalizzati nel corso degli ultimi anni: quello di Novafeltria è l’ultimo di questi esempi, quindi questo è un problema che si è verificato nel corso degli anni un po’ dappertutto. D’altra parte gli stessi che hanno plaudito, accondisceso al passaggio ad un’altra regione di quei territori, ora si interessano di una popolazione, di un territorio che non sono più nella regione Marche, purtroppo. Questo è comunque un intento lodevole ma a questo punto del tutto inutile ora che i giochi sono stati fatti. Credo che qui non si tratti di accattivarsi le simpatie delle elettrici della Valmarecchia o di fare delle inutili polemiche tra di noi ma soprattutto occorre cercare di risolvere i problemi di quella realtà, di quella popolazione. Guardiamo avanti, ai problemi che abbiamo invece in questa provincia e che dobbiamo affrontare come Consiglio provinciale. Forse il buon senso ci consiglierebbe di unificare, eventualmente, i due testi in un unico testo condiviso, perché credo che sarebbe la cosa più ragionevole. Quindi pur concordando con lo spirito delle mozioni, con quella del consigliere Atti Consiliari — 12 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 Giannotti e con quella successiva, se così non fosse, se non ci fosse una unificazione in un unico ordine del giorno comunico fin da adesso la mia eventuale astensione su questi ordini del giorno, perché di fatto, a questo punto, riguardano la Regione Emilia Romagna. PRESIDENTE: Ha la parola l’assessore Ciaroni. DANIELA CIARONI: Farò un intervento molto breve. Vorrei richiamare l’attenzione sull’argomento di questo ordine del giorno, soprattutto sull’impegno della Regione nel mantenere aperto il punto nascita che, come ha spiegato abbondantemente il consigliere Berardi, è stato fatto pure andando incontro a difficoltà nel reperimento dei professionisti interessati. Giustamente il consigliere Cancellieri aveva tirato fuori il problema, nel senso che questo è un problema diffuso, ma è diffuso perché dobbiamo fare attenzione su quello che stiamo proponendo, poiché l’apertura di un punto nascita nel senso di una struttura adeguata all’aiuto alla donna durante l’espletamento del parto, di per se stesso non è da solo un sinonimo di sicurezza per la salute delle donne, questo è solo l’evento conclusivo. Quello che una buona sanità deve mettere in atto è una pratica di diagnosi, di assistenza a tutta la gravidanza, fino a giungere al momento del parto in cui, eventualmente, possono verificarsi delle complicazioni, ma le complicazioni saranno molto meno frequenti e molto meno gravi se il periodo precedente è stato seguito da una attenta diagnosi e da una attenta cura di quello che è stata la progressione della gravidanza. Questo è quanto comunque, al di là della chiusura del punto nascita di Novafeltria ha fatto la nostra regione, la nostra sanità, perché comunque ha preso accordi con la struttura di riferimento di Rimini, è riuscita a mantenere un percorso e si è impegnata a potenziarlo — questo lo dicono i fatti — ed è quello che probabilmente, forse, verrà fatto ma è anche quello che è ottimale per la salute delle persone in tutti i piccoli centri ospedalieri anche del nostro interno, dove è impensabile poter ritenere, con un numero di 50 o 100 parti all’anno, che i professionisti che intervengono abbiano una capacità tale di gestire tutte le situazioni, soprattutto le situazioni di emergenza. Quello che deve essere messo in rete non è tanto affrontare l’emergenza ma prevenirla e fare in modo che nel momento in cui c’è possa essere gestita dalla struttura in grado di dare delle soluzioni. Quindi prevenzione, diagnosi ed eventualmente strutture di riferimento che abbiano la capacità di gestire queste cose. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Tomassoli. GIULIO TOMASSOLI: Mi voglio allacciare al ragionamento che faceva adesso l’assessore. Innanzitutto sono 150 nascite, quindi un parto ogni due giorni e non è una cosa da poco, non è un parto ogni mese, ogni settimana ma un parto ogni due giorni. Probabilmente non ci sarà tutta quella materialità disponibile per l’esperienza, però è da sottolineare questa cosa. Il mio intervento non vuol ribattere all’assessore ma solo precisare un punto. Fino adesso è stato detto che l’argomento è superato per ovvie ragioni di normative entrate in vigore, che vedono scipparci i territori dell’Alta Valmarecchia e portarli in Emilia Romagna, volevo chiedere, e vorrei che almeno il segretario mi rispondesse, se il consigliere Berardi è ancora legittimato a sedere tra i nostri banchi, visto e considerato che... Fa ridere? Mi fa piacere che il consigliere rida, perché la seconda domanda — e qui esco fuori ma me la dovete permettere, visto che sono il presidente della II Commissione, “Garanzia” — è come può sedere il consigliere Berardi tra i nostri banchi ed essere presidente della Marche Multiservizi cui io dovrei garantire un controllo per tutta la provincia e allo stesso tempo sedere a fianco del consigliere che ne è presidente. PRESIDENTE: Ha la parola il segretario generale. Dott. ROBERTO RONDINA, Segretario generale: Ancora siamo nella fase iniziale, dovrà essere nominato il commissario, vi sono degli adempimenti. A me pare, almeno da un primo esame della questione, che non ci sia un Atti Consiliari — 13 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 obbligo da parte del consigliere o un provvedimento di autorità che esclude il consigliere dall’incarico di consigliere di questa Provincia. Naturalmente dipende da lui, potrebbe anche, di sua iniziativa, dare le dimissioni, ma al momento, da quello che sappiamo — però ancora siamo all’inizio delle procedure — avremo il commissario che dovrà sbrigare tutte le pratiche entro sei mesi, quindi in questo periodo di tempo affronteremo anche il problema del consigliere. PRESIDENTE: Ha la parola, per fatto personale, il consigliere Berardi. GABRIELE BERARDI: Vorrei ricordare al consigliere Tomassoli che fintanto che la legge non prevede una causa di incompatibilità io sono un consigliere eletto nella provincia di Pesaro e Urbino e pertanto, in quanto tale continuo a sedere e ad avere anche diritto alla parola in questo Consiglio provinciale. Dopodiché esiste una questione quanto mai importante, visto che il passaggio è stato sancito con la legge che ha effetto il 15 agosto. Il 16 agosto non è che tutte le pratiche relative al passaggio si sono esaurite. I cittadini dell’Alta Valmarecchia, con forte autodeterminazione hanno chiesto ad un consigliere provinciale eletto di seguire tutta la questione legata al passaggio dell’Alta Valmarecchia. Di fronte a questa richiesta il Presidente della Giunta ha affidato a me la delega per seguire per suo conto la questione dell’Alta Valmarecchia, quindi chiedo di avere pieno titolo a continuare a lavorare in questa Provincia, anche perché il commissario, che credo oggi sia stato nominato, ha tempo sei mesi per perfezionare tutti gli atti relativi al passaggio, più altri sei mesi qualora abbia necessità di completare. Quindi credo che di questioni dell’Alta Valmarecchia nella provincia di Pesaro e Urbino ancora ve ne saranno per diverso altro tempo e credo quindi, rispetto a questo, di sedere qui pienamente legittimato. Dopodiché, nel momento in cui la questione si sarà totalmente perfezionata — e io in questo Consiglio rappresenterei me stesso — credo che sia mia la scelta, come ricordava il segretario, di eventualmente prendere decisioni. Ma in questo momento io rappresento, oltre che i cittadini della provincia di Pesaro e Urbino, in particolare una forte preoccupazione dei cittadini dell’Alta Valmarecchia, perché dobbiamo essere tutti rispettosi della loro autodeterminazione, attraverso la quale, con uno strumento di democrazia diretta, che è un referendum popolare, hanno deciso di cambiare regione. Le motivazioni ognuno di noi le può cercare dove vuole ma quella decisione va rispettata. Quindi oggi, rispetto a questa fase di passaggio che è quanto mai delicata, che non può vedere assolutamente l’Alta Valmarecchia bloccarsi su tutte le questioni, credo che avere una figura di riferimento loro oltre che dell’intera Giunta provinciale, del Presidente che in prima persona sta seguendo il passaggio, sia un loro sacrosanto diritto, quindi nessuno può chiedere a me di dimettermi in questo momento, perché non ho alcuna intenzione di farlo in quanto è mio diritto rimanere qui. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Foschi. ELISABETTA FOSCHI: Intanto mi pare che il collega Berardi non abbia affatto capito lo spirito dell’intervento del collega Tomassoli, il quale sostanzialmente metteva in evidenza un paradosso: da una parte ci si risponde che dell’ospedale di Novafeltria sostanzialmente non dovremmo più occuparci... PRESIDENTE: Consigliere, così riapre un altro caso personale. ELISABETTA FOSCHI: Non riapro un altro caso personale ma forse evito che intervenga Tomassoli in questo senso, perché, ripeto, metteva in evidenza una situazione paradossale... PRESIDENTE: Stiamo sul tema all’ordine del giorno. Questa è una questione, come ha detto già il segretario, che deve essere affrontata dal punto di vista giuridico e quindi avremo modo nei prossimi mesi di affrontarla. Io ho la mia idea, ognuno ha la sua. ELISABETTA FOSCHI: Non ritengo di esulare dal tema, comunque, Presidente, quindi il Atti Consiliari — 14 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 suo richiamo l’ho ascoltato ma non lo condivido. Ripeto, non credo si possa dire dell’ospedale di Novafeltria “non siamo tenuti a parlarne” perché è passato all’altra provincia, visto che siede un consigliere di Novafeltria a parlare, con diritto, come sostiene, in un consesso provinciale di Pesaro e Urbino. Quindi credo che Tomassoli volesse sottolineare che come tu hai il diritto-dovere, a tuo avviso, di parlare in questo consesso, a maggior ragione questo consesso dovrebbe occuparsi dell’ospedale di Novafeltria. In ogni caso, visto che ha voluto farmi una sottolineatura, Presidente, colgo l’occasione per farne a lei tre di sottolineature. Quando abbiamo provveduto alla elezione del Presidente del Consiglio provinciale, ricorderà benissimo che anche da parte nostra c’è stato il sostegno al suo nome quale Presidente, chiedendole però che venisse garantito il ruolo del Consiglio, una giusta azione tra maggioranza e opposizione. Mi pare che in questa seduta del Consiglio questo non si stia verificando, anzitutto perché è vero che è previsto dal regolamento, è anche vero che nella precedente esperienza più volte abbiamo messo in evidenza come fosse un brutto costume, anche per coloro i quali assistono a questo dibattito provinciale, vedere che in data 13 luglio un rappresentante del Pdl presenta un ordine del giorno, oggi e non all’indomani del 15 agosto, all’inizio di seduta del Consiglio provinciale, su un tema così importante rispetto al quale riempiamo i giornali per dire “collaboriamo, cerchiamo una soluzione, cerchiamo un confronto su come verificare, seguire questo passaggio”, all’ultimo minuto viene presentato un ordine del giorno. Credo che questo non sia un esempi di buon funzionamento di questo Consiglio provinciale, credo che lei avrebbe potuto... PRESIDENTE: Avrei dovuto censurare l’azione di un consigliere. Non lo posso fare né per la minoranza né per la maggioranza. ELISABETTA FOSCHI: Avrebbe potuto sottolineare, nel momento in cui questo ordine del giorno è stato presentato, che sarebbe buona cosa non arrivare all’ultimo minuto ma pensar- ci un po’ prima, onde fare in modo che tutto il Consiglio abbia possibilità, anche in maniera più serena — perché indispone un po’ questo atteggiamento — di confrontarsi su questo tema, cosa che non è avvenuta. Seconda cosa. Nell’ordine del giorno ci sono punti integrati nella Conferenza dei capigruppo, tre ordini del giorno nuovi presentati nella Conferenza dei capigruppo di cui i consiglieri non sono a conoscenza perché non è stato mandato un ordine del giorno integrativo, neanche una e-mail che può essere immediata, può essere anche fatta a seguito della conclusione della Conferenza dei capigruppo. Quindi ci sono consiglieri che non sapevano dell’integrazione, però lei ha provveduto a mandare un fax a tutti i sindaci della provincia, poi rettificato con una e-mail, in cui invitava tutti i sindaci a partecipare al dibattito odierno in Consiglio provinciale perché si sarebbe discusso, in un ordine del giorno, della problematica della scuola. Doppia scorrettezza, perché non aveva informato i consiglieri provinciali di un ordine del giorno integrativo, però si era preoccupato di invitare tutti i sindaci della provincia di Pesaro e Urbino ad assistere, non su un ordine del giorno come punto dell’ordine del giorno, proposto dalla Giunta ma su un ordine del giorno presentato dal capogruppo di Rifondazione comunista e dal capogruppo del Pd, sulla scuola. Ripeto, doppia scorrettezza: non ha informato i consiglieri, e qui si può richiamare a un regolamento e non va bene, ma quella e-mail che non ha mandato ai consiglieri l’ha mandata ai sindaci. Qui chiudo, ma ci torneremo dopo quando parleremo di scuola, però visto che lei ha fatto un richiamo a me io ne ho fatti tre a lei. Sul merito credo che questo Consiglio dovrebbe ribadire quello che veniva scritto nell’ordine del giorno a firma Giannotti e Falcioni, che è importantissimo provvedere all’immediato ripristino dell’emergenza-urgenza ostetrico-ginecologica dell’ospedale di Novafeltria. Questo, non intavolare con chi di dovere un confronto affinché la Regione provveda in futuro... ecc. Dovremmo dire questo. Tra l’altro mi chiedo: quando Spacca dice che ricorrerà contro la legge che assegna i sette comuni all’Emilia Romagna, ci crede sul Atti Consiliari — 15 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 serio o va lì solo a spendere i soldi? Perché che un presidente della Regione faccia un ricorso, doveroso in quel senso, perché si vede perdere sette comuni, però contemporaneamente va a togliere i servizi in quella zona, mi viene da pensare che forse non ci crede più di tanto o che lo fa come spot. (Interruzione). Se ci crede sul serio li vada a potenziare. In ogni caso io credo che il messaggio che dovremmo dare è quello di ripristinare nell’immediato, per cui invito il Consiglio provinciale a convergere su un ordine del giorno, evitando il teatrino di uno vota il suo, l’altro vota l’altro e arrivare a ribadire questo concetto che era tanto semplice, tanto esplicito. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Papi. DOMENICO PAPI: Credo che su qualche punto possiamo essere d’accordo. GIANCARLO ROSSI: Bisogna essere convinti, non d’accordo. DOMENICO PAPI: Credo, perché siccome non riguarda solo me, riguarda anche voi, non ho la capacità della certezza. I miei poteri sono modesti. Il primo punto è che la sanità è una cosa importante, un tema fondamentale che credo incida profondamente sulla qualità della vita dei nostri concittadini, quindi noi siamo qui nella nostra attività politica, amministrativa, di partito ma istituzionale soprattutto, a garantire il livello più alto di qualità della vita dei nostri cittadini, quindi la sanità è una cosa seria. Qualcuno di voi sa che io vengo da Cagli, le battaglie sulla sanità per difendere i servizi sanitari, ospedalieri e territoriali ci hanno visto particolarmente allenati. Questo credo sia un punto fondamentale. L’altra questione è che noi abbiamo guardato con grande attenzione all’ordine del giorno del consigliere Giannotti e se è arrivato oggi — riconosco che queste cose dovrebbero arrivare per tempo e credo che in futuro saremo un po’ più attenti — è perché quell’ordine del giorno ha suscitato al nostro interno anche un dibattito, un’attenzione, un approfondimento, se è vero come è vero, che siamo stati lì, intorno alle 20 di sera che ancora ragionavamo su questa cosa. E’ evidente che c’erano delle questioni di sostanza, che per certi versi condividevamo, ma c’erano dei punti inevitabili, non condivisibili ed era quando tutta questa situazione, questa interruzione del 20 aprile dell’attività del punto nascita, che, Mei lo ha ricordato, è rimasta l’unica nel panorama provinciale rispetto a tutti gli altri poli ospedalieri, è responsabilità della Regione. A noi non risulta questo. Se poi questo ordine del giorno è un’occasione per intervenire su tutto, sulla secessione, sul perché, su cose personali, allora è evidente che è un ordine del giorno che va ricondotto ai confini precisi del tema. Il primo è questo: quel punto nascita è stato disattivato non per volontà politica ma per mancanza, come lo stesso capogruppo Cancellieri ricordava, di professionisti medici, perché non ci sono. La seconda cosa è che questo ordine del giorno è avvenuto in un’epoca in cui è stato non superato ma modificato dagli eventi, dalla legge che è stata ricordata, dal passaggio dei comuni all’Emilia Romagna, quindi questo problema non è un problema che non ci riguarda più ma è un problema che non riguarda più soltanto noi, è un problema che riguarda anche altri. In questo ordine del giorno che, ripeto, è arrivato oggi con la firma di tutti i capigruppo ma che è il frutto di una discussione anche dei giorni scorsi, viene sottolineato e ben specificato questo. Quindi ci sono delle argomentazioni di fondo che oggi Giannotti con il suo intervento ha ben chiarito, al di là di quello che c’è scritto qui nell’individuare le responsabilità. Poi voglio aggiungere anche un’altra cosa. Io nella mia pratica amministrativa, politica, da sindaco non ho mai applicato la strategia del basso profilo, del “freghiamoci” e sugli ordini del giorno abbiamo avuto modo di confrontarci anche nella Conferenza dei capigruppo. Sapete qual è il mio pensiero, qual è anche il senso degli ordini del giorno. Quindi non abbiamo praticato questa attività, non era nelle nostre intenzioni. Se abbiamo dato questa sensazione, è una sensazione sbagliata, che dobbiamo sicuramente correggere ma vi prego di considerare anche le nostre posizioni come posizioni one- Atti Consiliari — 16 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 ste, responsabili, trasparenti e che vanno nella direzione — e riprendo il secondo punto che dovrebbe vederci in qualche modo convergenti — di garantire i servizi alle nostre popolazioni. E’ la garanzia dei servizi alle nostre popolazioni e noi delle aree interne — non fatemi passare come quello che viene qui a rappresentare solo Cagli, perché non è questo il tema — lo sappiamo, bisogna garantire servizi che abbiano tutti i criteri della qualità, soprattutto sul tema della sanità, perché vuol dire sicurezza, vuol dire dare sicurezza ai nostri cittadini. E’ un servizio del tutto speciale quello sanitario, a volte sfugge veramente alla conoscenza del fenomeno, perché c’è una sicurezza reale, c’è una sicurezza percepita, lo sappiamo. Quindi non vorrei scivolare nel dibattito che mi richiama, però credetemi, da parte nostra non c’è volontà né di fare i furbi né di fare i furbetti e tanto meno quelli che vogliono appropriarsi di un ruolo, di una capacità, di una posizione nei confronti di quelle popolazioni. Quindi vi prego di ripensare a certe accuse che in qualche modo sono state avanzate su questo nostro modo di porre l’ordine del giorno, che non ci appartengono veramente. Il futuro ci dirà poi questo, certificherà questa cosa. Sull’essere inusuali nella presentazione di un ordine del giorno, credo che dobbiamo registrare i tempi, dobbiamo forse rivedere alcuni regolamenti. Adesso partiremo anche con la Commissione che avrò l’onore e l’ordine di presiedere, quindi insieme vedremo se c’è qualcosa da cambiare per il buon funzionamento del Consiglio, in modo che tutti possano essere messi nelle condizioni e nei tempi giusti per essere a conoscenza e per portare, attraverso la conoscenza, un contributo concreto, vero, forte, magari da posizioni assolutamente diverse, comunque con l’obiettivo di essere qui nell’interesse dei nostri concittadini, naturalmente di tutta la provincia. Questo è stato il senso vero di questo ordine del giorno che abbiamo pensato anche potesse essere in qualche modo integrato, modificato, ma ci siamo resi conto che l’ordine del giorno di Giannotti, seppure vero — perché è chiaro, è un ordine del giorno che risponde a un problema, quindi non è che Giannotti inventa le cose: è anche abituato, è anche esperto, è anche capace di cogliere i problemi che sono anche politici. Poi, la discussione qui è stata più politica che concentrata su quel servizio — sostanzialmente conteneva degli obiettivi, delle condizioni, dei punti di partenza che non potevano essere da noi condivisi. Quindi prendete questa nostra posizione come un contributo e un senso di responsabilità. Chiudo con l’ultima cosa. Poli ospedalieri: è venuto un ministro che si chiamava Sirchia, che a un certo punto aveva chiaramente detto che i poli ospedalieri — l’ha detto pubblicamente — andavano chiusi. I nostri poli ospedalieri. Perché erano troppo costosi e pericolosi. Per fortuna quella strada non è stata percorsa. I nostri poli ospedalieri — l’ospedale di Pergola, quello di Cagli, quello di Fossombrone, ecc. — hanno una loro funzione, una loro ragione d’essere lì, presidi all’interno di un sistema sanitario che si basa sulla differenziazione-integrazione e a loro sono assegnati dei compiti, dei servizi io ritengo importanti, fondamentali, insostituibili, che debbono raccordarsi con l’ospedale di rete e con quello più di area vasta che spero possa raggiungere livelli di qualità superiori all’interno di una sanità marchigiana che mi auguro veda sempre meno questa mobilità passiva, queste fughe verso altre regioni ma che sappia organizzare la propria attività all’interno di una regione che ha un servizio di qualità che viene riconosciuto e che spero possa dare, in qualche modo, qualità e certezze ai nostri concittadini. PRESIDENTE: Ha la parola, per la conclusione del dibattito, il Presidente Ricci. MATTEO RICCI, Presidente della Giunta. Intanto mi pare che dal punto di vista del metodo questa è una questione che dovete discutere nella Conferenza dei capigruppo, l’ha chiesto il consigliere Cancellieri. Io ho partecipato come consigliere. Precedentemente ho visto fare questo tipo di operazioni sia da un verso che dall’altro. Anche in corso di seduta sullo stesso argomento. Ma se i capigruppo hanno margini per modificare un regolamento che compete loro, non ho nulla in contrario. Però non nascondiamoci dietro un dito, Atti Consiliari — 17 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 qui c’è un problema di merito, non di metodo. La differenza tra l’ordine del giorno proposto dal consigliere Giannotti e quello proposto dal consigliere Berardi è la premessa. La premessa del consigliere Giannotti è quella che sentiamo dire da mesi: che tutti i problemi della Valmarecchia oggi sono frutto della mancanza di interesse da parte della Provincia e della Regione, compreso il voto di secessione. La premessa di Berardi è esattamente opposta: ha ricostruito esattamente come sono andate le cose, l’assessore Ciaroni l’ha ulteriormente chiarito. Se mi permetti la battuta Giannotti, forse quell’ordine del giorno è datato luglio perché pensavi ancora di lucrare u po’ elettoralmente sulla vicenda della Valmarecchia, pensando che votassero nelle Marche, invece voteranno, probabilmente, dall’altra parte. Ma stiamo al merito. Questa è una delle tante cose — l’ha sollevato giustamente il consigliere Mei — è uno dei tanti problemi che in questi giorni stanno emergendo su questa vicenda. Problemi enormi, che riguardano la Regione e anche la Provincia, inerenti il patrimonio, il personale, i mutui in corso, i costi della burocrazia. Vedo che si è aperto finalmente un dibattito anche all’interno del centro-destra marchigiano, meno elettorale e più pragmatico di chi ammette che la perdita di sette comuni non è un problema per una parte politica ma è un problema istituzionale per tutta la regione e per tutta la provincia e c’è addirittura chi auspica — tant’è che le pressioni sul presidente Spacca affinché facesse ricorso sono state pubblicamente scritte sui giornali — che il ricorso possa anche far pensare al Parlamento oltre che alla Corte costituzionale, un ritorno indietro. Su questo bisogna fare chiarezza, perché questa è l’unica regione, laddove ci sono stati i referendum, nella quale il territorio nel quale risiedevano questi comuni non ha unanimemente espresso un giudizio negativo sulla secessione. Il consigliere Giannotti, insieme ad altri consiglieri del Pdl hanno votato a favore, in nome della autodeterminazione, del rispetto della volontà popolare. Oggi ci sono problemi enormi. Qualcuno dice “voi potevate non dare il parere, bloccando l’iter parlamenta- re”. Non ce la siamo sentiti, anzi da questa Provincia abbiamo detto “esprimiamo un parere negativo ma non vogliamo bloccare l’iter democratico”. Se avessimo voluto fare i furbi, forse a questo punto non ci sarebbe stata neanche la presa di posizione del Parlamento. Però su queste questioni bisogna fare chiarezza, non si può dire “è giusto, sono d’accordo che vadano in Emilia Romagna” e poi ributtare sempre la colpa al centro-sinistra, a chi governa le Marche, a chi governa la Provincia, è un giochino che non funziona più. Vi chiedo di aprire una fase nuova su questo perché se affrontiamo le elezioni regionali così come abbiamo affrontato le elezioni provinciali su questo tema, pensando che qualcuno ci può lucrare ne usciamo danneggiati tutti. Vi chiedo di aprire una fase nuova, perché o ci rendiamo conto, innanzitutto, in attesa dell’esito del ricorso alla Corte costituzionale, che servono risorse, altrimenti si rischia una conflittualità enorme tra le due Regioni e tra le due Province, e noi oggi qui non solo rappresentiamo i cittadini della Valmarecchia ma rappresentiamo i cittadini di tutto il resto della provincia e non possiamo far sì che questo passaggio, che io ritengo negativo, assurdo dal punto di vista istituzionale, alla fine danneggi i cittadini della provincia di Pesaro e Urbino. Quindi da una parte il ruolo di Berardi è ancora utilissimo, perché c’è una fase di transizione da gestire ed è l’unico eletto in Valmarecchia, quindi ovviamente il suo rapporto qui è un rapporto di collante molto importante con quelle popolazioni. Dall’altra dobbiamo renderci conto che i problemi verranno al pettine. Qualche giorno fa c’è stato un incontro ufficiale tra me e il presidente della Provincia di Rimini perché abbiamo interesse a collaborare anche su altre vicenda, ma c’è stato un incontro informale tra gli uffici della Provincia di Pesaro e quelli della Provincia di Rimini. Ciò che noi diamo per scontato non è per nulla scontato, anche perché la legge è completamente sbilanciata verso Rimini. Il commissario non è stato ancora nominato ma verrà nominato dal Ministero, “d’intesa” con la Provincia di Rimini e non “sentita” la Provincia di Rimini e “sentita” la Provincia di Pesaro e Urbino. C’è una confu- Atti Consiliari — 18 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 sione totale su chi ha la competenza in questa fase di transizione, discussioni anche su chi deve autorizzare una gara ciclistica, problemi enormi, un guazzabuglio che non finisce più. In attesa che la Corte costituzionale si esprima su questo e su altri problemi, noi dobbiamo avere la serietà di chiedere insieme un fondo straordinario, se vogliamo gestire la transizione e se vogliamo evitare che i danni si ripercuotano sulla cittadinanza della Valmarecchia o sui cittadini del resto della provincia. Un fondo straordinario. L’altro aspetto demagogico di questa legge è che è a costo zero. Capisco che i parlamentari che l’hanno proposta — l’On. Pini ed altri — in Parlamento, per portarla avanti dovevano dimostrare che non costava niente. E’ una bufala che non costa niente. Solo per l’impegno dei funzionari della Provincia di Pesaro e Urbino, della Regione Marche, della Regione Emilia Romagna, della Provincia di Rimini su questa vicenda. E’ un costo enorme. Credo che noi dobbiamo evitare conflittualità, sia nella fase di transizione e, una volta che la Corte costituzionale si sarà espressa, insieme, da questo Consiglio provinciale, in maniera unanime dovremmo chiedere un fondo straordinario per la questione della Valmarecchia al Governo, già dalla discussione nelle prossime settimane. Questo è un tema. Ogni settimana ne viene fuori uno. Mei prima giustamente diceva che è quasi paradossale: noi dobbiamo discutere di una cosa che non compete più a noi. Noi faremo la nostra parte affinché il punto nascita rimanga a Novafeltria, sapendo però — diciamoci la verità — che in un incontro fatto tra i due assessori alla sanità, marchigiano ed emiliano-romagnolo — e qui viene la preoccupazione di Novafeltria — quello emilianoromagnolo ha detto “non ci penso neanche che lì rimanga il punto nascita”, perché in Emilia Romagna hanno un’altra filosofia, che funziona ma che è diversa rispetto a quella delle Marche. Negli ultimi anni hanno chiuso gli ospedali di polo, rafforzando gli ospedali di rete. E’ l’esatto contrario di quello che si sta facendo in questa regione. Domani andrà in Consiglio regionale l’approvazione dell’azienda Ospedali riuniti Pesaro-Fano in una rete provinciale dove rimangono tutti gli ospedali di polo. (Interruzione). Non voglio riprendere tutte le questioni polemiche. E’ il mio pensiero Baldelli, non è la Bibbia. Posso anche sbagliare, ma penso che sia giusto anche informarvi di questo, poi so che il Presidente Bartolucci si è preso anche l’impegno di fare un Consiglio monotematico sulla Valmarecchia, quindi avremo modo di affrontare la questione, però siccome questo tema che oggi emerge è uno dei tanti che verranno, sappiate che la situazione è questa e credo che se vogliamo dare un contributo ad aprire una fase nuova, in attesa dell’esito della Corte costituzionale dobbiamo chiedere da questo Consiglio comunale, e mi auguro anche dal Consiglio provinciale di Rimini — domani incontrerò, con Berardi, i sindaci della Valmarecchia e chiederò che venga fatto anche nei loro Consigli comunali — un fondo straordinario per gestire questa fase di transizione. E se la Corte costituzionale darà parere contrario al ricorso delle Marche, anche l’effettivo passaggio. Questa è la situazione. Sul punto nascita di Novafeltria siamo tutti d’accordo, gli ordini del giorno sono diversi nelle premesse, quindi per questo è stato presentato l’altro. Se poi nella Conferenza dei capigruppo per i prossimi Consigli individuerete un’altra metodologia più snella e che garantisca tutti, sia maggioranza che opposizione, ovviamente non ho nulla in contrario. PRESIDENTE: Passiamo alle dichiarazioni di voto. ROBERTO GIANNOTTI: Chiedo la parola per fatto personale. PRESIDENTE: Mi dica in cosa consiste il fatto personale. ROBERTO GIANNOTTI: Dovevo avere il diritto di replica. PRESIDENTE: Non ha il diritto di replica. Io sono qui a garantire i lavori. Se vuole esprimere la dichiarazione di voto può farlo. ROBERTO GIANNOTTI: Il Presidente Atti Consiliari — 19 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 della Provincia ha parlato di strumentalizzazione politica. Più fatto personale di questo? ANTONIO BALDELLI: Visto che non è consentito al consigliere Giannotti di parlare a titolo personale quando evidentemente è stato citato, in qualità di capogruppo lascio la dichiarazione di voto al consigliere Giannotti. PRESIDENTE: Il regolamento è stato pensato per garantire, non dico in modo eccessivo, la minoranza. Il gruppo al proprio interno può chiedere all’estensore dell’ordine del giorno, di fare la dichiarazione di voto. Che senso ha che nello stesso gruppo ci siano più dichiarazioni di voto? A meno che ci sia una distinzione. Quindi, ora le do la parola per la dichiarazione di voto a nome di tutto il gruppo di cui lei fa parte. ROBERTO GIANNOTTI: Il documento è stato firmato da me e Falcioni ma rispetta un impegno che abbiamo assunto in campagna elettorale, quindi rappresenta tutto il gruppo. Non voglio reagire alle polemiche pretestuose del Presidente. Gli debbo dire che lui è Presidente delle omissioni, perché questo Presidente e il Presidente della Giunta hanno fatto gravissime omissioni. Mi sarei aspettato che dopo il 15 agosto il Presidente avesse convocato una seduta urgente del Consiglio provinciale per discutere del fatto che 15.000 cittadini se ne erano andati, per discutere di una lacerazione territoriale gravissima, per la prima volta nella storia delle Marche. Mi sarei aspettato che il Presidente della Giunta e la Giunta avessero convocato il Consiglio provinciale prima di domani, prima che il Consiglio regionale decida l’unificazione delle aziende ospedaliere di Pesaro e Fano, con implicazioni enormi rispetto al contesto della sanità provinciale. MI sarei aspettato dal presidente una convocazione straordinaria del Consiglio provinciale per discutere della scelta del secondo casello autostradale di Pesaro, che non è una cosa di poco conto rispetto alla situazione provinciale. Quindi se vogliamo parlare di strumentalizzazioni, rilancio sul piano delle inadempienze di questa Giunta. Ma io ho fatto un’accusa diversa. Mi interessa dire che c’è una strategia politica della Giunta regionale di chiudere i piccoli ospedali e questo dovete avere il coraggio di dirlo e di ammetterlo, a cominciare da Rifondazione comunista e dai Comunisti italiani. Dovete avere il coraggio di farlo. La “vicenda Novafeltria” sta tutta dentro, perché quando non si garantisce il turn-over del personale a Pergola, a Fossombrone, a Novafeltria, a Cagli, a Sassocorvaro, quando non si arresta il degrado tecnologico, quando non si innova la tecnologia è chiaro che l’ospedale è destinato pian piano a chiudere per forza di inerzia. Non c’è bisogno di fare un atto deliberativo o una delibera del Consiglio provinciale per chiudere. La “questione Novafeltria” sta dentro questa logica Berardi, non facciamo ridere. Non sta dentro la carenza del personale ed è banale questo tentativo di scaricare le responsabilità sul direttore dell’azienda territoriale n. 1. Il direttore dell’azienda territoriale fa quello che il padrone gli dice di fare, quello che la politica gli dice di fare. C’è una logica strisciante. Per inciso, oltre al personale c’è il rischio di perdere anche il primario, perché in questa situazione credo che nessuno voglia rimanere in quell’ospedale. Mi dispiace veramente avere assistito a questo scarico di responsabilità per un ordine del giorno limpido, lineare, corretto, che chiede una cosa elementare. Adesso non c’è il passaggio formale, quindi la responsabilità della sanità e dell’ospedale di Novafeltria è della Regione Marche, non è della Regione Emilia Romagna. Fin quando non ci sarà il passaggio formale noi dobbiamo farci carico di chiedere e sollecitare che ci sia una risposta adeguata ai bisogni dei cittadini, bisogni che tutti avete condiviso. Io dico che avete perso una grande occasione. Ancora no per la verità, perché se ritirare quell’ordine del giorno indegno e votate il nostro... (Interruzione). Te lo motivo, non ti arrabbiare. Posso avere usato un termine improprio. C’è un modo per marcare la dignità della politica ed è che l’assunzione della responsabi- Atti Consiliari — 20 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 lità vuol dire fare gli interessi della gente e non della politica. Il nostro ordine del giorno chiede una cosa che fa gli interessi della gente. La vostra proposta fa gli interessi della politica, perché non ammette una situazione e rimanda sine die a qualche altro soggetto la responsabilità di scegliere. Perché io devo rimandare in maniera generica a futuri accordi fra le Regioni Emilia Romagna e Marche la possibilità di istituire nuovamente il punto nascita quando sapete meglio di me che se questo sarà il livello del passaggio, questo livello sarà confermato dalla Regione Emilia Romagna, perché è nella logica delle cose. Io dico che avete perso una grande occasione per fare una scelta coraggiosa. Le differenze sono chiare. Noi siamo per un impegno preciso, per una questione chiarissima, per il ripristino dell’emergenza-urgenza, per il ripristino dell’operatività. Non siamo per rimandare così come ci chiedete. Vi chiediamo di fare uno sforzo. Non è vero che le premesse dell’ordine del giorno sono premesse di carattere tecnico. Se siete d’accordo sul contenuto non dovreste fare molta fatica a sottoscriverlo. La causa tirata fuori del passaggio, a me sembra una causa banale. Arrivare a dire che siccome c’è il passaggio non dobbiamo più interessarci se la gente in Valmarecchia vive o muore a me sembra... (Interruzione). No, hai detto una cosa errata: tutti i 15 consiglieri del Pdl delle Marche hanno votato a favore, tutti, non io. E’ una cosa diversa. Se mai qualche mal di pancia c’è stato — tu che hai voluto anche strumentalizzare qualche parere diverso che c’è rispetto a questa posizione, legittimo — all’interno dei consiglieri di maggioranza che Pascucci conosce molto bene, che sono usciti dall’aula al momento del voto, non certamente noi. Mi spaventa questo scontro fra burocrazia e diritti dei cittadini, perché questo richiamo agli aspetti burocratici che permea tutto l’ordine del giorno presentato dai partiti di maggioranza mi sembra proprio questo. Su Sirchia mi viene da ridere. Io c’ero quella mattina quando ha fatto quelle affermazioni. Intanto Sirchia non ha parlato dei punti nascita, ha parlato dei piccoli ospedali, ha fatto un discorso nazionale parlando della razionalizzazione. Se c’è un esponente politico che ha chiesto la chiusura dei punti nascita e del punto nascita di Novafeltria è stato l’ex assessore alla sanità, il diessino Melappioni. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Cancellieri. GIORGIO CANCELLIERI: Solo per dire che, come ho già affermato nel mio intervento il gruppo della Lega voterà a favore di entrambi gli ordini del giorno, perché entrambi sono votabili, entrambi hanno delle motivazioni e delle ragioni che vanno verso il territorio e verso la popolazione. Però devo dire che in particolare mi ha convinto l’intervento del capogruppo del Pd sindaco Domenico Papi, perché è una persona credibile e io voglio credere alle motivazioni per le quali è stato presentato questo contrordine del giorno. Però all’ufficio di presidenza faccio presente che dobbiamo rivedere queste cose. Secondo me dobbiamo rivedere il regolamento e con i capigruppo ne parleremo nelle sedute; secondo me non ha un senso, anche se si chiama “ordine del giorno”, presentare gli ordini del giorno all’ultimo momento, non dando la possibilità ai consiglieri... PRESIDENTE: Sono questioni di garanzia per le minoranze. Quindi non c’è nessun problema, si rafforza il compito della maggioranza. L’ordine del giorno all’ultimo minuto, visto che la maggioranza ha il governo, è uno degli strumenti che ha l’opposizione per controllare, per indirizzare, per discutere rispetto agli argomenti. Se volete farne a meno vi ringraziamo. GIORGIO CANCELLIERI: Secondo me, in ordine a qualsiasi cosa che si discute, ogni consigliere, maggioranza o minoranza che sia, deve avere la possibilità di poter entrare in merito alla materia che si discute, cioè deve avere del tempo, tutto qua. Il mio pensiero va in questa direzione. PRESIDENTE: Se non vi sono altri in- Atti Consiliari — 21 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 terventi pongo in votazione l’ordine del giorno a firma Giannotti. Il Consiglio non approva con 18 voti contrari, (Bartolucci, Ricci, Perugini, Ceccarini, Terenzi, Papi, Tagliolini, Foronchi, Capanna, Sanchioni, Berardi, Magnanelli, Mariotti, Carloni, Pascucci, Papolini, Savelli e Vergari) 10 favorevoli (PDL e Lega) e 1 astenuto (Mei) Pongo ora in votazione il secondo ordine del giorno a firma Papi, Savelli, Pascucci e Vergari. Il Consiglio approva con 20 voti favorevoli, 8 contrari (Tomassoli, Baldelli, Tarsi, Rossi, Rognini, Falcioni, Giannotti e Perlini) e 1 astenuto (Mei) re espletati in maniera veloce, per evitare in questo momento votazioni sulla possibilità o meno, proverei a discutere i prossimi ordini del giorno. E’ stato presentato un ordine dei lavori nella Conferenza dei capigruppo. E’ evidente che non è stato stravolto perché questo ordine dei lavori è stato rispettato. Abbiamo fatto già uno strappo proprio per anticipare. A questo punto direi di andare avanti con i lavori, a meno che chiediate la votazione dell’anticipo del punto all’ordine del giorno. Il regolamento recita che, nonostante il diniego del Presidente si può chiedere al Consiglio di votare la proposta, pongo in votazione la richiesta di anticipazione della discussione sulla cosiddetta “Cava del Bifolco”. Sull’ordine dei lavori Il Consiglio non approva con 11 voti favorevoli e 18 contrari (Ricci, Perugini, Ceccarini, Papi, Tagliolini, Terenzi, Foronchi, Capanna, Sanchioni, Berardi, Mariotti, Carloni, Vergari, Savelli, Magnanelli, Bartolucci, Pascucci e Papolini) PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare, sull’ordine dei lavori, il consigliere Baldelli. Ne ha facoltà. Procediamo pertanto secondo l’ordine dei lavori che è stato stabilito nella Conferenza dei capigruppo. ANTONIO BALDELLI: Come è già stato detto anche dal Presidente, sono presenti il sindaco di Pergola e l’intera Giunta comunale, oltre ad altri cittadini. Faccio presente che l’ Amministrazione comunale ha indetto per questa sera un Consiglio comunale. Se i lavori si protrarranno così per ogni ordine del giorno, renderemo impossibile, oggettivamente, la presenza del sindaco e della Giunta del Comune di Pergola su un ordine del giorno di primaria importanza per la città di Pergola stessa. Quindi chiedo l’anticipazione dell’ordine del giorno, che non dovrebbe recare danno ad alcuno ma darebbe invece la possibilità all’Amministrazione comunale di essere presente, per poi dirigersi presso il proprio Comune di appartenenza e celebrare il Consiglio comunale. PRESIDENTE: Siccome ci sono punti all’ordine del giorno che ritengo possano esse- Ordine del giorno in merito alla proposta di apertura del tavolo di concertazione con i soggetti privati e pubblici per riprendere e sviluppare le linee di sangue del cavallo del Catria come razza da carne PRESIDENTE: L’ordine del giorno reca, al punto 4: Ordine del giorno in merito alla proposta di apertura del tavolo di concertazione con i soggetti privati e pubblici per riprendere e sviluppare le linee di sangue del cavallo del Catria come razza da carne. Ha la parola il consigliere Tomassoli per illustrare l’ordine del giorno. GIULIO TOMASSOLI: Rinuncio a discu- Atti Consiliari — 22 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 terla in questo Consiglio e rimando la presentazione al prossimo Consiglio utile. PRESIDENTE: La ringrazio. Dovrebbe decadere ma visto il gesto di cortesia ritengo che sia importante portare l’ordine del giorno al prossimo Consiglio provinciale che si terrà il 28 settembre. Ordine del giorno a favore della libertà in Iran ed a sostegno del movimento di protesta contro l’oppressione del regime teocratico degli ayatollah (Rinvio) PRESIDENTE: L’ordine del giorno reca, al punto 5: Ordine del giorno a favore della libertà in Iran ed a sostegno del movimento di protesta contro l’oppressione del regime teocratico degli ayatollah. E’ pervenuto al tavolo della presidenza un emendamento che integra l’ordine del giorno. Mentre viene distribuito l’emendamento, ha la parola il consigliere Baldelli. ANTONIO BALDELLI: Anticipo il voto favorevole del gruppo Pdl all’ordine del giorno, anche se infarcito di alcuni ideologismi. Noi siamo a favore, chiedo solamente di scrivere Governo Italiano con le lettere maiuscole. PRESIDENTE: Mi sembra giusto Governo con la maiuscola. Ha la parola il consigliere Cancellieri. GIORGIO CANCELLIERI: Penso che siamo completamente fuori dal mondo. Non avevo mai partecipato ai Consigli provinciali ma se queste sono le premesse siamo di fronte a delle ridicolaggini, a delle brutture continue. Non ho capito cosa vuol dire tutto questo atteggiamento. C’è una Giunta che deve espletare il proprio servizio e ha convocato un servizio comunale questa sera ma non c’è la solidarietà da parte di un’altra istituzione nel rimescolare le carte e cambiare l’ordine dei lavori quando già è stato fatto? Mi pare che siamo fuori dal mondo ed è un brutto modo per cominciare. Mi appello al sindaco Papi che conosco per la sua saggezza ad intervenire. Mi pare che siamo fuori dal mondo. L’ordine del giorno sull’Iran lo voglio discutere, perché l’ho portato in Consiglio comunale, ho fatto un’azione a favore della comunità iraniana ma allo stesso tempo devo dare la possibilità di discutere il loro ordine del giorno. Per me è una priorità: discutiamo prima quell’ordine del giorno, poi discutiamo gli altri ordini del giorno tutti, compreso quello che Tomassoli ha ritirato proprio per solidarietà. Presidente, se continuiamo di questo passo, con tutti questi ordini del giorno, facciamo i Consigli provinciali fino a mezzanotte, perché è così. Dovremmo discutere nella Conferenza dei capigruppo anche di questo: ci dovremmo dare una regolata. Vanno dati, secondo me, dei tempi e comunque non possono essere presentati tutti questi ordini del giorno, con i fogliettini di integrazione che arrivano sul tavolo che non riusciamo a leggere, di cui prendere atto. Diamoci una regolata perché stiamo facendo tutti una brutta figura. PRESIDENTE: Il suo voleva essere un intervento rispetto al punto dell’ordine del giorno o solo un richiamo? GIORGIO CANCELLIERI: Un commento. PRESIDENTE: Un richiamo. Andiamo avanti. Ci sono interventi rispetto all’ordine del giorno? Non ci sono interventi né dichiarazioni di voto, quindi lo pongo in votazione. Il Consiglio approva all’unanimità PRESIDENTE (in risposta al commento di un consigliere): Per il prossimo Consiglio abbiamo la Conferenza dei capigruppo. In quell’occasione si deciderà anche l’ordine. Se ci sono dei casi che riteniamo urgenti proviamo a discutere e a organizzare l’ordine dei lavori. Per quanto riguarda la presenza delle persone o delle istituzioni in aula — in questo caso il sindaco e ho visto anche un onorevole, che saluto — non possiamo, come istituzione, Atti Consiliari — 23 — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 2009 stravolgere i lavori che ci siamo dati, altrimenti ogni occasione diventa un’occasione per stravolgere i nostri lavori. Ci siamo dati un ordine dei lavori e lo manteniamo, altrimenti ogni occasione per venire a manifestare o per strumentalizzare un punto all’ordine del giorno o altro diventa un’occasione per bloccare i lavori del Consiglio. Per evitare che questo diventi costume noi manteniamo l’ordine dei lavori che ci siamo detti nella Conferenza dei capigruppo. Sapevamo tutti che questo era l’ordine dei lavori e magari dovevamo comunicarlo alle persone che sarebbero venute ad assistere ai lavori. Ordine del giorno per l’individuazione e la celebrazione della Festa dall’Unità nazionale nella data del 18 febbraio (Rinvio) PRESIDENTE: L’ordine del giorno reca, al punto 6: Ordine del giorno per l’individuazione e la celebrazione della Festa dall’Unità nazionale nella data del 18 febbraio. E’ pervenuto un ordine del giorno che si richiama al punto all’ordine del giorno che discutiamo, quindi li discutiamo insieme per evitare che ci sia perdita di tempo e che si ridiscuta sullo stesso punto. (Interruzione). Ho salutato e ringraziato la presenza del Sindaco e dell’onorevole, dopodiché ho stigmatizzato il fatto che ad ogni Consiglio provinciale ci può essere una ragione perché delle comunità siano presenti per discutere. Non possiamo cedere a questo che può diventare un ricatto e una brutta abitudine. Ho detto questo. Quindi andiamo avanti nei lavori. GIULIO TOMASSOLI: Chiedo una copia scritta delle parole del Presidente. PRESIDENTE: Benissimo, comunque è tutto verbalizzato, lei lo sa. GIULIO TOMASSOLI: Chiedo copia scritta delle sue parole. PRESIDENTE: La copia scritta c’è ogni volta. Provincia di Pesaro e Urbino GIULIO TOMASSOLI: Io la voglio sulla scrivania del gruppo. PRESIDENTE: Benissimo. Ha la parola il consigliere Vergari per illustrare l’ordine del giorno a sua firma. ROBERTO GIANNOTTI: Vorrei fare una proposta. PRESIDENTE: Nessuna proposta, andiamo avanti secondo l’ordine dei lavori. MATTEO RICCI, Presidente della Giunta. La faccio io. Il Presidente Bartolucci ha giustamente ribadito un modo attraverso il quale vuole gestire il Consiglio, che garantisce tutti. Non voglio dare l’idea che non vogliamo discutere, perché è all’ordine del giorno e quindi non c’è nessun problema. Invece di anticipare l’ordine del giorno successivo, posticipiamo questo ordine del giorno sull’Unità d’Italia, insieme all’ordine del giorno sul centro Italia. Quindi, invece di abbinare la discussione adesso la abbiniamo dopo, così abbiamo un ordine del giorno in meno prima dell’ordine del giorno di Pergola. Lo faccio anche per stemperare un po’ il clima, poiché nessuno di noi vuole creare problemi, però bisogna tenere conto delle regole di funzionamento del Consiglio. Anche perché, con tutto il rispetto per il sindaco Baldelli, questa non è una richiesta ufficiale da istituzione a istituzione, è una manifestazione di pseudoprotesta organizzata, con un pullman — così era annunciata sulla stampa — che può avvenire in ogni Consiglio provinciale per qualsiasi motivo, quindi a mio parere le considerazioni che ha fatto il Presidente Bartolucci sono giuste. Se poi il pullman non era pieno non lo so, ma così era scritto sul giornale. Quindi, per stemperare il clima, la discussione dell’ordine del giorno di Vergari la posticipiamo. Era questa la proposta, Giannotti? ROBERTO GIANNOTTI: Il dibattito sul centro Italia ormai ha travalicato il territorio della nostra provincia. Ieri c’è stato un articolo giusto, fatto abbastanza bene, del presidente — 24 — Atti Consiliari SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 della Giunta regionale. Mi sembra che queste tematica meriti una seduta del Consiglio provinciale. Quindi propongo di rinviarlo ad un’altra seduta, ponendolo magari come primo punto, perché credo che sia materia di ampia discussione. Chiedo pertanto di accantonare temporaneamente questa cosa, discutendola la prossima volta in maniera più adeguata. MATTEO RICCI, Presidente della Giunta. Per rafforzare le cose che ha detto il Presidente Bartolucci, non vi nascondo che sabato ho chiesto sia rispetto al punto all’ordine del giorno sul centro Italia sia rispetto al punto sulla scuola, essendo per me di grande importanza politica — oggi è il primo giorno di scuola — l’anticipazione all’inizio dei lavori. Mi è stato risposto come è stato risposto sull’ordine del giorno che ha proposto il consigliere Baldelli. Ripeto, per stemperare il clima propongo di posticipare la discussione dell’ordine del giorno di Vergari insieme alla discussione dell’ordine del giorno sul centro Italia perché sono simili. Vedremo poi l’orario e valuteremo se discuterlo o meno. Io ritengo utile approvarlo prima possibile perché per me è importante aprire lo stesso dibattito in tutti i Consigli provinciali del centro Italia, quindi il prossimo Consiglio, che si terrà il 28 settembre, mi sembra troppo in là rispetto all’attualità del problema. (Interruzione). Insieme all’assessore avevo fatto richiesta di anticipare la discussione dell’ordine del giorno sulla scuola, considerato che oggi c’è stata l’apertura delle scuole, e mi è stato risposto come è stato risposto a voi, quindi evitiamo di fare polemiche che non servono a nulla. PRESIDENTE: Se non vi sono obiezioni, posticipiamo questo punto dell’ordine del giorno, per andare alla discussione dell’ordine del giorno sulla “Cava del Bifolco”. (Così rimane stabilito) Ripeto, non può essere fatta pressione indebita in nessun modo dai presenti rispetto all’ordine dei lavori che ci siamo dati. D’accordo da qui al futuro? Benissimo Ordine del giorno sulla prossima Conferenza di servizi istruttoria in seno al procedimento autorizzatorio per l’apertura della cava cosiddetta del Bifolco sita nel comune di Pergola (PU) in località Bellisio Solfare PRESIDENTE: L’ordine del giorno reca: Ordine del giorno sulla prossima Conferenza di servizi istruttoria in seno al procedimento autorizzatorio per l’apertura della cava cosiddetta del Bifolco sita nel comune di Pergola (PU) in località Bellisio Solfare. Ha la parola, per illustrare l’ordine del giorno, il presentatore consigliere Baldelli. (Interruzione). Caro consigliere, lei sa benissimo di cosa stiamo parlando. C’è un ordine dei lavori che deve essere rispettato. Questo è il regolamento. GIANCARLO ROSSI: ...sono pentito di avere votato a favore di lei Presidente, sono pentito! Speravo di potermi pentire fra due anni, non dopo due mesi. ANTONIO BALDELLI: Signor Presidente della Provincia di Pesaro e Urbino, la ringrazio per la sua saggezza, anche se inizialmente non era stata tale. Forse, dopo il rimprovero ricevuto anche dal capogruppo della Lega nonché sindaco di Fermignano, ha voluto riflettere un attimo dicendo di non voler fare polemica, anche se poi ha irriso i presenti sulla pienezza o meno di un pullman e le spiego anche la presenza del Sindaco... (Interruzione). Signor Presidente, recuperiamo il tempo? (Interruzione). Signor Presidente, noi non siamo abituati a ricattare, non l’abbiamo ricattata, lei non ci ricatti. Lei ha aperto questa polemica sulla pienezza o meno di un pullman. Gli amministratori sono venuti tutti con le proprie auto, senza usare auto blu come spesso usano altri politici e le dico che la presenza del sindaco di Pergola e dell’intera Giunta non è una presenza di protesta ma una presenza per sottolineare — mi dispiace che lei abbia detto diversamente, prima — quanto è sentito questo problema dall’Amministrazione comunale di Pergola ma dall’intera cittadinanza, facendole presente che Atti Consiliari — 25 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 i comitati che si sono costituiti contro l’apertura di questa cava, così come accaduto in altre situazioni, sono per il 98% costituiti da persone che magari alle ultime elezioni provinciali hanno dato il voto a lei e alla sua maggioranza provinciale. Mi lascia sgomento lo spiegamento di forze dell’ordine. E’ la prima volta che succede che in Provincia assistano tre agenti di polizia provinciale. L’Amministrazione comunale è fatta da gente per bene, non c’era certo bisogno di chiamare tre agenti di polizia provinciale. Mi sembra un’offesa ai presenti. Do per letto l’ordine del giorno, voglio fare un appello a tutti i 30 consiglieri che formano questo Consiglio provinciale. Non appello al gruppo del Pd, al gruppo della Lega, al gruppo dell’Udc, al gruppo del Pdl, al gruppo Idv o al gruppo Socialisti, voglio fare un appello ai singoli consiglieri, un appello alla loro integerrimità, alla loro onestà, che riconosco, politica e intellettuale, perché siamo di fronte ad un argomento che non può trovare schieramenti che, per partito preso, esprimano anche il loro voto. Alcuni consiglieri che già sedevano su questi banchi nella precedente legislatura ben conoscono questa problematica. I nuovi, magari, la conoscono meno. Si tratta dell’apertura di una cava posta a Pergola, sita in località Bellisio Solfare, una delle frazioni più popolose di Pergola, che comporterà, come da documentazione tecnica acquisita dall’Amministrazione comunale, anche dalla precedente, un disastro paesaggistico — io lo chiamo così — ed ecologico, oltre che provocare un grave problema di viabilità lungo le strade provinciali, in particolar modo lungo la strada provinciale 424, perché ogni giorno da quel sito estrattivo potrebbero partire oltre 100 camion e tornarne altrettanti, per trasportare il materiale estratto. Per questo chiedo, per illustrare meglio e per far meglio comprendere ai consiglieri la questione di cui stiamo trattando, di poter consegnare ai colleghi delle foto che riguardano il sito, che fra l’altro mi sono state consegnate dai comitati “no-cava”. Anche per far capire alcune singolarità che presenta il procedimento amministrativo che l’Amministrazione comunale di Pergola ha già impugnato davanti al Tar e il relativo ricorso è stato già da tempo notifi- cato all’Amministrazione provinciale che lei rappresenta. Non chiedo di votare questo ordine del giorno sulla fiducia di quello che vi dice il consigliere che ora sta parlando, vi chiedo di votare questo ordine del giorno sulle considerazioni di natura giuridica e tecnica che vengono espresse nel ricorso che è stato già da tempo notificato al Consiglio provinciale o meglio all’Amministrazione provinciale. Parlavo delle singolarità. Sono molte. Sforerei il tempo a me concesso, quindi ne indico solamente alcune. I tecnici — geologi, ingegneri — e gli avvocati che hanno redatto questo ricorso, hanno indicato nel ricorso stesso alcune singolarità. Innanzitutto la prima singolarità riguarda la localizzazione della cava, che non è conforme alle previsioni del piano regionale per le attività estrattive. In secondo luogo il sito di cava è stato indicato nel Prae quale cava dismessa e quindi come zona da rinaturalizzare e non certo quale zona in cui è possibile escavare nuovamente. Cosa assai grave — e qui mi rivolgo anche all’assessore all’ambiente — è che nei pressi del sito di escavazione sono presenti i pozzi di captazione di acqua potabile del comune di Pergola. Un’altra singolarità. La Provincia di Pesaro e Urbino ha individuato il sito di cava come unità minima di intervento, che quindi può essere valutata intorno ai 150 metri cubi di estrazione. Le previsioni di estrazione che invece l’Amministrazione provinciale andrà ad autorizzare sono addirittura di 419.000 metri cubi. Già le singolarità sono abbastanza. Proseguo. All’interno del sito estrattivo è presente un’area floristica ed è presente un bosco che, come tali, sarebbero soggetti alla tutela del piano paesaggistico. Non può accettarsi quindi — ma la Provincia l’ha fatto — che venga taciuta o addirittura negata, all’interno del progetto della stessa Provincia, la presenza di un bosco e di un’area floristica. Addirittura viene detto nel progetto di coltivazione che “è assente la presenza della fauna, sono assenti le tane di animali, le cove, i nidi nell’area di escavazione”. Le fotografie credo che parlino chiaro. D’al- Atti Consiliari — 26 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 tronde è presente nell’area una zona floristica ed è conosciuta molto bene, forse anche dall’ex Presidente Ucchielli, da molti cacciatori. Quindi sicuramente conosciuta anche dall’ex Presidente di questa Provincia. Nel progetto di escavazione è stata esclusa la presenza della fauna, come già detto e quindi del bosco ma “ai fini della realizzazione della cava — è scritto con la nota avente protocollo 52018 del 2008: ascoltate bene la contraddizione che viene riscontrata in questo progetto — si prevede l’asportazione di superficie boscata …., si prevede l’asportazione di un bosco per 2,6 ettari. Credo che questo sia sufficiente a illustrare la particolarità di questo procedimento amministrativo e, consentitemi, anche la mancanza di serenità mia nei confronti dell’Amministrazione provinciale nei momenti in cui, nei mesi scorsi, ho letto su un giornale locale un articolo titolato: “Quel filo rosso di appalti e di ditte fino alla stella in più per l’Hotel”. In questo articolo un giornalista, che non so per quali privilegi è riuscito ad accedere a degli atti istruttori di un’indagine della procura della Repubblica di Pesaro, si parla di un amministratore della Provincia, di cui taccio il nome per correttezza, anche se è stato pubblicato su un giornale, il quale è accusato di corruzione perché avrebbe garantito a “...” — non faccio il nome — un noto scavatore della nostra provincia, di ottenere permessi per scavare una cava a Pergola. Questo amministratore, a detta del giornale — nessuno lo ha smentito — avrebbe avuto — le lascio la copia del giornale, signor Presidente — una tangente per favorire l’apertura di questa cava a Pergola. Un fatto gravissimo che, mi consenta, mi rende non sereno nell’accettare questo procedimento amministrativo e la sua conclusione. Credo che dovrebbe rendere non sereno nemmeno lei, signor Presidente della Provincia, nemmeno il Vicepresidente della Provincia, nemmeno gli assessori di questa Giunta provinciale. Senza poi parlare di altre indagini in corso sempre sulle attività estrattive nella nostra provincia. Mi riferisco all cava di Ponte Alto di Cagli, dove, sempre per un imprenditore e per altri politici, è stato disposto il rinvio a giudizio. D’altronde ricordo che nella passata legislatura ebbi a convocare, proprio sulla cava di Ponte Alto, una Commissione di garanzia e controllo, la stessa che oggi presiede il consigliere Tomassoli, e andò deserta perché nessun membro della sua vecchia maggioranza partecipò alla Commissione. Le dico, signor Presidente, che dopo aver letto il ricorso al Tar, i motivi aggiunti della nuova Amministrazione di fronte agli atti che sono stati emanati dalla sua Amministrazione provinciale, presenterò un esposto alla procura della Repubblica contenente solamente l’articolo di giornale riguardante le indagini in corso e il ricorso al Tar con tutte le illegittimità che non ha riscontrato un’Amministrazione comunale di centro-sinistra prima e di centro-destra poi ma ha riscontrato un legale, anzi un pool di legali e un pool di tecnici. Chiederò alla procura, senza proferire alcuna accusa, di verificare la regolarità di questo procedimento, perché di fronte a queste notizie ho il legittimo sospetto, ho legittimamente la curiosità di accertare come si sono svolti i fatti, come si è svolto il procedimento amministrativo. Vi chiedo se in questa zona, cari colleghi consiglieri, vi possa essere l’assenza di fauna. Nemmeno nel deserto del Sahara è assente la fauna, signor Presidente. Eppure l’Amministrazione provinciale, mi corregga se sbaglio, sembra avere accettato queste affermazioni. E’ per questo che, come ho detto prima, non mi rivolgo al gruppo del Pd, non mi rivolgo al gruppo del Pdl né a quello della Lega né all’Udc né all’Italia dei Valori che ha fatto della sua politica una difesa della legalità, né mi rivolgo a Rifondazione comunista né ai Socialisti ma mi rivolgo ai singoli consiglieri e alla loro coscienza: è possibile accettare che l’Amministrazione provinciale dia, con la prossima conferenza di servizi il via libera a questa cava e con la prossima conferenza di servizi, per chi non conosce il procedimento amministrativo — prima non lo conoscevo neanch’io, poi per ovvie ragioni mi sono dovuto informare — una volta conclusa con il parere favorevole degli intervenuti il sindaco sarà costretto — sindaco Capanna, sindaco Papi, sindaco Cancellieri — entro 120 giorni, approvata la convenzione, o meglio l’ufficio tecnico dell’Amministrazione Atti Consiliari — 27 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 comunale sarà costretto a firmare l’autorizzazione alla cava. Ciò non è possibile. Faccio un appello che non vuol essere solamente retorico ma per chi mi ha conosciuto in questi cinque anni ha un valore quello che sto dicendo, perché a volte anche i membri della maggioranza, allora, mi hanno trovato a favore. Ricordo il voto negativo con Rifondazione comunista a una modifica del piano per le attività estrattive. Io ho votato contrariamente, distinguendomi anche dal mio partito che si è astenuto, quindi quello che vi dico ora, signor Presidente, non è una strumentalizzazione, è una battaglia che lei dovrebbe apprezzare, lei che parla ogni giorno di green economy. Lei parla ogni giorno di green economy e poi consente che venga accettata un’affermazione del genere, ossia un’affermazione che parla di assenza di fauna in questo luogo che, grazie all’esponente del comitato contrario alla cava questa sera sono in grado di fornirvi. Questa è la fotografia del luogo ove verrà realizzato il sito estrattivo. Lascio a voi ogni ulteriore considerazione e lascio a voi la libertà di voto, come avete, ma secondo coscienza. PRESIDENTE: Ha la parola l’assessore Galuzzi. MASSIMO GALUZZI: E’ un tema delicato, cerco di essere molto chiaro, come ha fatto il capogruppo del Pdl Baldelli, nel pieno rispetto e avendo bene ascoltato le cose che il consigliere ha detto. Cerco di fare rapidamente Presidente ma la questione è un po’ complessa, oltretutto c’è anche pubblico, quindi datemi due minuti di tempo. Il consigliere avv. Baldelli, capogruppo del Pdl ha sollevato la questione che adesso ha illustrato sulla prossima conferenza di servizi istruttoria, in realtà, non sulla questione della cava ecc., perché l’oggetto, come avete visto, è la questione della conferenza di servizi istruttoria in merito alla cava del Bifolco in comune di Pergola. Sono state illustrate le premesse facendo riferimento anche alle questioni di merito che il capogruppo Baldelli ha riferito citando le questioni relative al ricorso al Tar che è stato fatto, che sono le questioni fondamentali e principali di merito. Alla fine avrò anche su questo qualcosa da dire. Però la questione è di metodo, di accoglibilità dell’ordine del giorno che è stato proposto e in questo senso, siccome il settore cave fa riferimento all’assessorato che devo seguire, abbiamo condotto una verifica con gli uffici della Provincia sul piano giuridico, sul piano amministrativo, per valutare questo aspetto, ovvero l’accoglibilità e la legittimità e che, come scritto nell’ordine del giorno, si impegni la Giunta ecc. Perché quello si dice. Il consigliere ricorderà che già nello scorso marzo si era fatto promotore della presentazione di un ordine del giorno con motivazioni e finalità del tutto analoghe, anzi uguali a quella odierna, terminando la propria proposta con la stessa richiesta, cioè “impegna il Presidente della Provincia e la Giunta provinciale tutta a esprimere il proprio parere negativo nella conferenza di servizi che dovrà tenersi prossimamente nell’ambito del progetto di coltivazione della cosiddetta cava del Bifolco, in ogni caso a stralciare il citato sito estrattivo dal Ppae”. Questo era già scritto nell’ordine del giorno del mese di marzo. A quella proposta di ordine del giorno si rispose allora che la proposta era inaccoglibile. Il consigliere ricorderà che il Consiglio bocciò quella proposta. Credo, dal mio punto di vista, che fece bene in quanto fu ritenuta inaccoglibile perché la conferenza di servizi prevista ai sensi della legge regionale 71 “esprime parere circa la conformità del progetto di cava alle disposizioni regionali e provinciali e tiene quindi luogo all’istruttoria avendo carattere esclusivamente tecnico e non politico”. Si ragionò così la volta scorsa e il Consiglio bocciò dicendo che era inaccoglibile. Le conferenze di servizi lei sa, consigliere, che sono di due tipi: la conferenza di servizi sulla base della 241 decisoria e la conferenza di servizi istruttoria sulla base della legge regionale 71. Due questioni diverse. Questo è importante perché ha un significato il fatto che è una conferenza di servizi istruttoria e non decisoria. La composizione e il funzionamento della conferenza di servizi non è che non sono indicati, sono stati stabiliti e indicati dal regolamento attuativo dal Ppae che il Consiglio provinciale ha votato il 22.3.2004, in conformi- Atti Consiliari — 28 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 tà alle disposizioni regionali e tale regolamento all’art. 4 elenca i componenti specifici, che oltretutto sono due rappresentanti i servizi dell’Amministrazione provinciale, il dirigente del servizio regionale competente, il coordinatore del Corpo forestale dello Stato, che credo sia anche polizia giudiziaria e il dirigente responsabile dell’ufficio comunale competente al rilascio dell’autorizzazione della coltivazione. Quindi sono previste tutte le garanzie. C’è il Corpo forestale dello Stato, c’è il Comune che anche in quella sede ha la possibilità di dire tutto quello che vuole dire. Non prevedendo né la presenza né la competenza in tal senso né del Presidente della Provincia né della Giunta provinciale. Non hanno nessuna competenza, non possono neanche essere presenti e comunque non possono parlare e non possono essere presenti quando si vota, quando si discute e quando si svolge la conferenza di servizi. Non costituisce elemento di novità la questione del ricorso del Comune di Pergola al Tar sul piano istruttorio, in quanto la prossima discussione di tale atto non è da annoverare tra le cause tecniche che possano comportare una sospensione del procedimento amministrativo. I tecnici... (Interruzione). No, non è mai stato speso niente. Avvocato, in cinque anni io non ho mai litigato con lei. Lei è avvocato, io non sono arrivato neanche alla laurea, però ho avuto qualche esperienza anche nel Comune di Urbino, questioni un pochino complesse. Quindi abbia pazienza, se sbaglio le chiedo scusa poi lei farà ricorso al Tar, ricorso al presidente del Consiglio, tutto quello che vuole. Però mi faccia terminare. Non vi è nessun motivo di non dover procedere con la conferenza di servizi, per quello che abbiamo accertato. Del resto, la natura stessa del provvedimento della conferenza si configura come un parere tecnico importante, indispensabile ma non sufficiente, in quanto la competenza a rilasciare l’autorizzazione alla cava ce l’ha il sindaco, tanto è vero che deve fare la convenzione con la ditta per mettersi d’accordo, con tutti gli annessi e connessi. (Interruzione). Consigliere, lei richiama sempre tutti quanti, abbia pazienza. Lei è tanto bravo che non interrompe mai nessuno e chiede sempre massimo rispetto. La prego di fare così anche con me. Quindi la piena titolarità a rilasciare l’autorizzazione è dell’Amministrazione comunale, che può far valere le proprie convinzioni. E’ così chiaro, è così lampante che sia tutto illegittimo? Meglio: o l’annulla il Tar, oppure, dato che avete fatto un altro ricorso al Tar il Tar può annullare anche la questione della conferenza di servizi e se ci sono motivi amministrativi, giuridici o di altro tipo è evidente che l’Amministrazione comunale ha più titolo dell’Amministrazione provinciale... (Interruzione). PRESIDENTE: Per cortesia non disturbiamo. Lasciamo parlare l’assessore. Lei ha parlato e non è stato interrotto. MASSIMO GALUZZI: Quando le dico così è nervoso? Quando le dico che è di competenza dell’Amministrazione comunale lei si arrabbia. Perché? Dovrebbe essere contento se è vero che è tutto illegittimo. (Interruzione). PRESIDENTE: Per cortesia non interrompiamo, consigliere. Ognuno deve essere lasciato libero di parlare. ANTONIO BALDELLI: Doveva dire le stesse cose anche al Presidente della Giunta prima, quando mi ha interrotto. MASSIMO GALUZZI: La conferenza di servizi ha la composizione che ho riferito, svolge i compiti tecnici che sono stati indicati, le procedure sono stabilite dalla legge per filo e per segno, vi sono i ricorsi al Tar e quindi se non sono state seguite sarà il Tar che annullerà, non c’è alcun problema, quindi saremo tutti felici e contenti. Ma sono stabilite per filo e per segno dalla legge. Il Consiglio, secondo me, deve essere attento a esercitare le proprie competenze ma anche a stare a guardare il rispetto delle competenze degli altri organi dell’Amministrazione. Non può formulare atti che siano configurabili come minima pressione nei confronti di servizi tecnici dell’ente su procedure in corso, regolati scrupolosamente dalla legge, non credo possa fare un lavoro del genere il Consiglio. Non si Atti Consiliari — 29 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 possono creare neanche precedenti, perché adesso c’è questa questione e domani ce ne possono essere di continuo in tutti i fatti che riguardano l’istruttoria dei servizi su cui io metto becco come Giunta, Presidente o Consiglio. Non si possono neanche creare precedenti. Io non voto, ma se fossi consigliere ci penserei bene. Questa è la parte che riguarda il metodo, la questione di accoglibilità che credo sia la questione dirimente per quanto mi riguarda, per cui riteniamo, come Amministrazione, che non si può accogliere un ordine del giorno del genere per le ragioni che ho cercato di indicare. Però il consigliere Baldelli ha elencato, sia nell’ordine del giorno che nella esposizione che ha fatto, legittimissima, una serie di questioni che riguardano il merito in parte, facendo riferimento anche al Tar. Su questo, siccome nell’ordine del giorno ci sono alcune affermazioni, come “il limiti e le incongruenze del citato progetto”, osservazioni ambientali e paesaggistiche di trasporto e di viabilità che non sarebbero state accolte, secondo me anche nella dizione dell’ordine del giorno ci sono molte incongruenze e cose che non condividiamo. (Interruzione). Baldelli, abbia pazienza, non mi interrompa sempre. PRESIDENTE: Consigliere, per favore, lasciamo sviluppare l’intervento. MASSIMO GALUZZI: Lei non mi distoglie da un metodo corretto con lei, abbiamo sempre ragionato tranquillamente, se si arrabbia mi dispiace però io non mi muovo di una virgola, nel senso che vi sono alcune cose anche nella dizione dell’ordine del giorno che non mi convincono. Con precisione, parliamo del progetto a cui si fa riferimento con la conferenza di servizi. Prima c’era un altro progetto. Il progetto al quale si fa riferimento con la conferenza di servizi è il progetto presentato il 10.10.2007 per la coltivazione della cava del Bifolco, per 375.000 mc. in dieci anni. Però la quantità è quella che dice lei, 432.500 per la precisione. E’ stato fatto un progetto che escava 60.000 mc. in più rispetto alla possibilità che dava il piano. Abbiamo detto qual è il punto dirimente ma è bene che tutti si sia tranquilli, siccome si è parlato di trasparenza, magistratura ecc. è bene che tutti quanti si sia tranquilli. Io non voto però voglio stare tranquillo anch’io, perché qualche competenza, se non nelle cose che sto dicendo, ce l’ho. Sul progetto l’Amministrazione provinciale ha espresso il 25.7.2008 il giudizio di compatibilità ambientale con valenza di autorizzazione paesaggistica che sarebbe la VIA. Il ministro all’ambiente e alla tutela del territorio e del mare con nota 5.3.2009 ha confermato la legittimità dell’autorizzazione paesaggistica rilasciata dalla Provincia. Il progetto della cava era sulla base del piano-programma provinciale delle attività estrattive del 20.10.2003 e del programma esecutivo delle attività estrattive del 22.3.2004. Questo lo dico per dire a tutti che caso mai bisognava vedere un po’ prima, il Consiglio provinciale, il Comune di Pergola ecc. (Interruzione). Lei ha presentato le osservazioni su un altro progetto, sul progetto precedente. Sono state tenute nella massima considerazione, tanto è vero che in gran parte sono state recepite dal progetto successivo. (Interruzione). Non solo lei ha fatto osservazioni, anche altri hanno fatto osservazioni. C’è quindi stata la questione del programma provinciale delle attività estrattive. Sono andato a vedere anche come si è votato e debbo dire che Rifondazione si è arrabbiata per altri motivi, non so per quali motivazioni perché nella delibera non c’è scritto, però ha votato contro tutti e due i piani. Il Polo e An si sono astenuti. Quindi non c’era una contrarietà bestiale nemmeno sulla ubicazione della cava del Bifolco. Queste sono le delibere, vada a leggerle. (Interruzione). Non ho detto lei, prima. Nel 2003-2004 lei non c’era per niente. Prima, anche il Polo, An, Forza Italia si sono astenuti, non c’era tutto questo scandalo, questa contrarietà, questa questione per cui succedeva il finimondo. Bisognava vedere meglio lì. Approvato il Ppae e il Prae il Comune di Pergola ha fatto delle osservazioni a firma del sindaco Conti, chiedendo “una valida viabilità alternativa all’attuale statale e provinciale 12 che scavalchi Bellisio Solfare e il capoluogo”. Prescrizione che è stata recepita, tanto è vero che nel programma esecutivo c’è scritto “l’Amministrazione comunale richiede inoltre che Atti Consiliari — 30 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 venga valutata la possibile soluzione viaria integrativa tra i due poli estrattivi di Monte Romano...” ecc. Ed è stato accolto nel piano esecutivo. Il Comune di Pergola, infine, ha fatto ricorso al Tar, quello che conosciamo — se ritiene che sia giusto ha fatto bene — e ha depositato presso il tribunale la richiesta di sospensiva. La sospensiva non è stata data, però è stata accomunata alla discussione di merito, e viene fuori la discussione di merito. (Interruzione). Avrà ragione lei, ma non è venuta fuori la sospensiva. E l’ha aggregata al giudizio di merito. La Provincia è dovuta andare avanti con la procedura della conferenza di servizi per quello che vi dicevo prima: perché è prevista dalla legge regionale 71, perché è prevista dal regolamento provinciale, da tutti i regolamenti approvati da questo Consiglio provinciale. Ha dovuto fare così, è andata avanti. Ma non “ha fatto da matti” per mettere in difficoltà qualcuno, per correre il più possibile ecc., ha fatto quello che doveva fare tecnicamente e correttamente, perché un primo invito al Comune di Pergola a presentare i propri pareri lo ha fatto il 27.1.2009, poi è passato un po’ di tempo, il secondo invito l’ha fatto il 15.6.2009, quindi non dice “oggi ti ho invitato a... e domani premo perché ti invito a...”. Questi sono i due inviti che la Provincia ha fatto. Nel frattempo — tutti quanti vogliamo stare attenti, essere tranquilli, perseguire la trasparenza come dice lei — c’è stato, il 12.3.2009 il parere... ANTONIO BALDELLI: Non è un parere... PRESIDENTE: Consigliere Baldelli, la richiamo all’ordine. Il pubblico non può intervenire. MASSIMO GALUZZI: Non è un parere. Però ha ragione il Presidente, sia il pubblico che il consigliere Baldelli non possono intervenire. “Con nota acquisita dall’Amministrazione provinciale il 12.3.2009 il Ministero dell’ambiente, direzione per la difesa del suolo, ha comunicato la non rilevanza di motivazioni”, dicendo che rilevava la direzione della Qualità della vita. Gli uffici volevano essere scrupolo- si, quindi hanno trasmesso la richiesta alla direzione Qualità della vita. La direzione Qualità della vita ha risposto l’11.5.2009 con l’assenza di aspetti di competenza della direzione Qualità della vita. Qualcuno l’ha vista questa cosa. Ho visto poche volte pratiche istruite con lo scrupolo, l’attenzione che vi sono stati in questi casi, poche volte. Non sono avvocato ma qualche esperienza c’è. Sono stati fatti i solleciti, il 21.7.2009 è arrivata la risposta del Comune di Pergola che dice parere negativo, “già abbiamo fatto ricorso al Tar, quindi siamo contrari anche a questa cosa qui”. Però è arrivata la risposta. Dall’arrivo della risposta, secondo la legge 13/71 della Regione e secondo il regolamento provinciale ci sono 60 giorni di tempo per esprimere il parere della conferenza di servizi. La conferenza di servizi è stata convocata il 61° giorno. C’è la domenica di mezzo, mi dicono che va bene lo stesso, ma sarebbe un giorno di più. Questo per dirvi che si è cercato di fare attenzione a tutte le cose possibili e immaginabili. Chiudo dicendo che lei ha fatto bene a indicare e sollevare tutte quelle cose. Voglio dire al Consiglio provinciale che non le ha inventate Baldelli questa sera, sono gli argomenti indicati nel ricorso al Tar, verso i quali la Provincia ha fatto precise, dettagliate controdeduzioni punto per punto in maniera scrupolosa. C’è il Tar, il Tar non siamo noi, deciderà il Tar se bisogna bloccare, non bloccare e fare quello che deve fare. Quindi tutti i consiglieri hanno la possibilità di vedere lì in modo scrupoloso e preciso tutte le risposte alle cose che diceva Baldelli, che ci sono nel ricorso che è stato fatto al Tar. C’è il Tar, deciderà il Tar, se il Tar chiude siamo tutti felici e contenti. Se non sarà così, vorrà dire che ci sarà anche qualche altro diritto e vorrà dire che le procedure sono state messe bene. Ci sono le indagini della magistratura. Lei in modo sibillino, rivolgendosi a me dice che c’erano colleghi. Non so a cosa lei si riferisce, pensando che vi sia qualche problema. Assolutamente nessun problema, non sono a conoscenza di alcuna questione della magistratura, mi metta a conoscenza lei. Sono sicuro Atti Consiliari — 31 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 che la magistratura farà fino in fondo tutto quello che deve fare, lei fa benissimo a fare un esposto in procura per fare in modo che le cose siano accertate nei tempi più rapidi possibili e con la massima trasparenza possibile. Fa bene a presentare un esposto in procura, secondo me. Noi siamo tenuti, per le cose che ho detto all’inizio, a non accogliere l’ordine del giorno che è stato formulato. Secondo me non si può premere sui servizi che, sulla base della legge, portano avanti la loro procedura. Il Comune ha piena facoltà, se si è così convinti — può darsi che ci sfugga qualcosa — a fare altri ricorsi al Tar, al Consiglio di Stato, a fare tutto quello che deve fare per dare l’autorizzazione e risolvere tutti i problemi. Mi sembra una cosa un po’ curiosa, avvocato consigliere Baldelli, dire che il sindaco o l’Amministrazione sarebbero costretti, a quel punto, a rilasciare l’autorizzazione senza poter fare niente e noi che siamo un organo politico-amministrativo nei confronti di un servizio della Provincia che sta svolgendo, sulla base di tutte le normative, il suo compito preciso, senza che la politica possa intervenire minimamente, dovremmo intervenire, bloccare e fare quello che si deve fare. Questa cosa mi pare un po’ curiosa. Scusate la lunghezza ma la questione era un po’ complicata. Mi scusi dott. Baldelli, ma non volevo essere maleducato. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Foronchi. FRANCA FORONCHI: Intervengo essendo non solo consigliere provinciale ma essendo anche sindaco di un Comune, quindi capisco quali sono le difficoltà dei primi cittadini che si trovano ad amministrare realtà con problematiche così particolari e la fotografia che il consigliere Baldelli ci ha distribuito è molto chiara. Intervengo semplicemente perché volevo portare una mia esperienza in qualità di amministratrice. Quello che ha detto l’assessore in maniera chiarissima lo vorrei di nuovo sottolineare. E’ successa anche a me una cosa di questo genere. Ovviamente non ho cave ma ci sono siti particolari e delicati in ogni comune, dove si può chiedere anche di mettere a riposo materiali di un certo tipo, la “legge Ronchi” questo lo permetteva soprattutto in territori agricoli, quindi anche di una bellezza particolare. L’Amministrazione comunale ha facoltà, anzi ha la possibilità di bloccare... Non dica di no, è così. Si deve prendere delle responsabilità. (Interruzione). La prego, io sono anche abbastanza breve, la prego di non interrompermi. PRESIDENTE: Consigliere, sono costretto davvero alla nota di biasimo. Non riusciamo a lavorare. Forse lei vuol farsi espellere dall’aula, io non glielo consento. Per cortesia, è la libertà della persona che deve essere rispettata. La libertà di una persona. E’ la libertà di un consigliere di poter esprimere il proprio parere. (Interruzione). Ci sono modi e modi, consigliere. Un conto è interloquire e un conto è attaccare. FRANCA FORONCHI: No, non era un attacco e io lo capisco anche, perché chi vive queste realtà in qualche modo le vuol difendere a spada tratta, ma lo potete fare, è vostra facoltà. Lo potete fare perché la conferenza di servizi dà semplicemente un parere tecnico ma il Comune ha la possibilità di contrastare. Ci mancherebbe: sul proprio territorio vengono a decidere gli altri quello che si può fare? Ovviamente assumendosi le proprie responsabilità, perché qui ci sono delle responsabilità che noi come consiglieri, in questo momento non possiamo prendere, altrimenti mi troverebbe al suo fianco. Ma noi, in questo momento non le possiamo prendere. Penso che voi potete fare la vostra battaglia — e quando dico “voi” lo dico come Consiglio comunale e come Giunta comunale, come primo cittadino — se siete convinti che sia una battaglia valida, e penso che lo sia visto le foto, assumendovi le vostre responsabilità. I vostri cittadini sono al vostro fianco, la Provincia non ha facoltà. L’assessore le ha fatto un quadro molto chiaro di quello che è: non possiamo prenderci responsabilità che non ci competono. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Cancellieri. Atti Consiliari — 32 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 GIORGIO CANCELLIERI: Non ho ascoltato bene l’intervento del sindaco Foronchi, ma vorrei semplicemente ribadire che questo è uno dei grandi problemi dei sindaci sul territorio. E’ vero, le questioni ambientali sono le più difficili da gestire, io stesso mi sono trovato in una battaglia, praticamente il giorno dopo, contro una zincatura. La questione la conoscete tutti. Devo dire che ancora oggi io ho questo “taglione” sulla testa, che per me è anche una questione politica. Io devo rispondere ai miei cittadini, che on vogliono, come me,, quel nuovo insediamento di zincatura. Noi ne abbiamo già un altro molto forte, una delle più grandi zincature d’Italia. Quindi capisco anche la tensione che provoca su di noi, su chi ha esercitato amministrativamente questo ruolo. Tensione perché da un canto è ovvio che non si può bloccare il processo industriale, perché questo vuol dire occupazione, vuol dire lavoro e quindi è importante perché porta ricchezza sul territorio, ma d’altro canto, con questi insediamenti industriali o queste cave c’è un impatto ambientale clamoroso che deve essere gestito e valutato con saggezza da tutti gli organi competenti. D’altro canto non conosco bene questa questione ma so che anche quello delle cave è un nervo aperto in tutta la provincia ma in tutta la regione. Bisogna stare attenti alle ubicazioni delle cave, ai siti dove si vogliono aprire le cave. Per tutte le motivazioni che ho sentito da diversi cittadini della zona, comprese le motivazioni dell’avv. Baldelli, penso che sia il caso che in qualche modo si tuteli anche la sovranità popolare, cioè quello che vogliono o non vogliono i cittadini che sono nella zona. Quindi in merito dico di essere contrario all’insediamento di questa cava in questo sito, sentendo anche i cittadini della zona, pertanto a favore della mozione, che voteremo favorevolmente. Pur rendendomi conto che la Provincia ha un ruolo marginale in questa conferenza di servizi, dico però che da un punto di vista politico, se non altro una posizione politica la può prendere. Cos’altro dire? Mi pare che laddove si vuol insediare questa cava pare che ci siano delle grotte tipo quelle di Frasassi, o lì vicino. Ho sentito da voi cittadini di Bellisio Solfare questa cosa, e Baldelli questa mattina me lo confermava. Quindi bisogna che anche la Provincia prenda una posizione. Io intendo almeno una posizione politica. Non dico tanto una posizione tecnica nell’ambito della conferenza di servizi, cioè di quello che si può fare all’interno di quella conferenza ma per lo meno esca e sia d’opinione pubblica che anche la Provincia è contraria a questo insediamento. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Papolini. MASSIMO PAPOLINI: Saluto in particolare i cittadini pergolesi. Noi dell’Italia dei Valori, in particolare Massimo Papolini e Riccardo Pascucci, accogliendo l’invito a ragionare scavando ognuno nella propria coscienza, siamo vicini e solidali alle problematiche della cava. Infatti vogliamo prima di tutto esprimere la nostra perplessità, a dir poco, su questo progetto, avallata anche dalle foto che abbiamo appena visto. Tant’è che, come Italia dei Valori, sia su Pergola tramite l’amico Fusco ma anche a livello nazionale con l’on. Scilipoti che non più tardi di sabato — lui è messinese — si trovava a Schieppe, ha espresso la propria opinione. Questo per dire che l’Italia dei Valori è molto attenta alle problematiche ambientali. Anche l’on. Scilipoti, che tra l’altro è membro della Commissione ambiente della Camera, sta seguendo passo passo questa questione. Quello che possiamo dire è che un’ulteriore cava nel territorio pergolese danneggerebbe l’immagine di questa bellissima realtà, secondo me uno dei più bei paesi della provincia. Ovviamente il traffico ulteriore, il rumore, l’inquinamento porterebbero ad abbassare il tenore di vita di chi vi abita. E’ quello che noi più volte in quest’aula abbiamo detto. Ci piacerebbe, al termine dei cinque anni, lasciare ai nostri figli, ai nostri nipoti un territorio migliore di quello che avevamo trovato all’inizio. In questa maniera, permettendo opere di questo tipo verremmo meno al nostro impegno, a mio modo di vedere. Inoltre, come è stato da più parti detto, Atti Consiliari — 33 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 sono in corso delle indagini della magistratura, tanto amministrativa quanto penale e quindi credo che sarebbe buon senso attendere quanto meno il termine di queste procedure, prima di andare avanti su questo progetto. Tanto più che è un progetto avversato da tutte le forze politiche pergolesi e dalla cittadinanza quasi nel suo complesso. Però, oltre a condividere le motivazioni dobbiamo essere onesti fino in fondo e separare l’ambito politico nel quale ognuno di noi deve dire la propria, deve esprimersi nel merito, da un ambito democratico in cui riconosciamo anche la validità e la legittimità di altri poteri. Chiedendo alla conferenza di servizi di dare un parere determinato in questa sede, ovviamente si viene meno a un principio democratico, si finisce per non essere più una forza politica ma una forza che travalica gli altri poteri. Da questo punto di vista, invece, ci vogliamo distanziare dall’ordine del giorno, nel senso che il documento, nella sua ultima parte viene meno a un principio democratico. Voglio concludere dicendo che comunque questo non significa non continuare ad essere sul territorio, a cercare a livello comunale come Italia dei Valori, a livello provinciale e a livello nazionale con l’on. Scilipoti, ad essere vicini ai cittadini ed anzi ad essere disponibili in ogni momento ad organizzare degli incontri e a tenere aperto un tavolo che mantenga aperto il problema e lo sollevi in tutti gli ambiti. Grazie. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Foschi. ELISABETTA FOSCHI: Ho seguito abbastanza attentamente sia l’esposizione da parte del capogruppo Baldelli di un argomento che in realtà già conoscevo bene, perché già nella precedente legislatura Baldelli ha avuto modo ogni qualvolta se ne è presentata l’occasione, di farci presente questa problematica che interessava da vicino il suo Comune e per la quale si è sempre battuto con una coerenza decisamente apprezzabile ed encomiabile, sia l’intervento dell’assessore Galuzzi, però non ho capito una cosa. Innanzitutto, se dipendesse da lui, se direbbe noi a questa cava, perché sostanzial- mente ha detto “c’è l’apparato tecnico”, come per dire “io non voto”. E’ vero che non abbiamo la competenza tecnica, però è anche vero che negli enti locali l’apparato tecnico è chiamato a realizzare e a compiere un indirizzo politico, quindi questo voler dire, quando si è in difficoltà, che è l’apparato tecnico, il tecnico, il settore tecnico, che è ben distaccato dal settore politico a procedere... Consigliere Foronchi, lei è nuova a questa esperienza, però già nei precedenti cinque anni noi abbiamo fatto un dibattito sostanzialmente simile sulla centrale a biomasse di Schieppe. Avevamo in conferenza di servizi schierati inizialmente nella stessa maniera il Comune, la Provincia e la Regione, perché inizialmente erano tutti per il sì. Il Comune di Orciano a un certo punto si rende conto che le cose non stavano come all’inizio pensava che fossero, quindi comincia a dire di no. A quel punto in questa assise si comincia a dire “forse anche da parte della Provincia è bene rivedere le proprie posizioni”, e nonostante da parte della Provincia, sempre da parte dell’apparato tecnico, perché anche allora in conferenza di servizi interveniva il settore tecnico, mai Ucchielli, mai l’assessore competente Capponi ma l’apparato tecnico, vi fosse stato un primo pronunciamento a favore di quella centrale, dopo un lungo e approfondito dibattito in questa assise — ci sono volute un po’ di interrogazioni e un po’ di mozioni — arrivammo allora, su quel tema, ad avere una posizione unanime, ovvero quella di dire no alla centrale di Schieppe, o per lo meno non a quel tipo di centrale. Sta di fatto che tutto il Consiglio provinciale — due sedute fa abbiamo sentito ribadire lo stesso concetto dal Presidente Ricci — è contrario. Non è che avevamo un organismo politico contrario e poi un organismo tecnico che andava per i fatti suoi, perché si arrivò al risultato che siamo chiamati a realizzare. Se devo pensare di venire qui in un’assise politica, fare discorsi sapendo che poi, dal punto di vista tecnico nessuno dà seguito a questo, non è che funziona così un ente locale. Arrivammo, in quel caso, a far sì — non voglio dire che ci fu un obbligo, è chiaro che non ci fu un obbligo — che dentro la conferenza di servizi, la Provincia, la stessa che si era pronunciata in maniera Atti Consiliari — 34 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 positiva, si pronunciasse in maniera negativa, lasciando solo la Regione a esprimersi favorevolmente sul progetto. Questo per dire che non credo siamo così ininfluenti rispetto a un organismo tecnico. Forse può essere esplicitato in altra maniera se siete convinti, come noi, che quella cava non vada realizzata, badate bene, non per un principio di no in assoluto alle cave, perché non è questa la nostra posizione, conoscete benissimo come la pensa il Popolo della libertà e anche quando Galuzzi ricordava le varie votazioni precedenti, le astensioni del 2004 quando nessuno di noi, se non forse Rossi era presente, era per dire che in linea di principio, laddove è possibile reperire siti per le cave in loco evitando importazioni, intasamenti al porto e tutto il resto lo si faccia, nel rispetto però: primo della volontà degli enti locali, dei cittadini, perché entrare in collisione non credo sia utile a nessuno: secondo nel rispetto della legalità, perché come giustamente ricordava Baldelli, quelle esternazioni mai smentite da nessuno, non fanno stare troppo tranquilli. Guarda caso riguardano un sito particolare che è questo, prestiamoci un attimo di attenzione. Anche questo dire da parte dell’assessore “ baderei bene, per fortuna che non voto”, da parte mia potrei dire “baderei bene, fossi in voi, a votare su una cosa sulla quale la magistratura, non Pinco Pallo, dice certe cose”. Cerchiamo un attimo di serenità e torno a dire che sono convinta — perché, ripeto, è questo il nostro compito — che l’indirizzo politico sia sopra la esternazione o la dichiarazione di un tecnico e laddove l’indirizzo politico fosse di contrarietà all’apertura di quel sito, l’apparato tecnico non farebbe altro che adeguarsi. Visto che mi pare di cogliere che in realtà sareste contrari “ma, porca miseria, c’è questo apparato tecnico”, diciamo chiaramente che siamo contrari e che nella prossima conferenza di servizi si trovi il modo di dire no all’apertura. Quanto meno non era convinto Papolini di questa dicitura, non ho capito se ha proposto qualcosa di diverso. Mi sembra solo che abbia detto che non era d’accordo su come fosse scritto questo ordine del giorno ma non ho capito se proponeva qualcosa di diverso. In ogni caso cerchiamo il modo per dire che a Pergola quella cava non va aperta. GIANCARLO ROSSI: Intendo presentare un emendamento. PRESIDENTE: Devo accettarlo o meno in corso di seduta? Sì, perché il regolamento lo prevede, a tutela della minoranza. D’accordo, in corso di seduta accettiamo un emendamento. Ha la parola il consigliere Tomassoli. GIULIO TOMASSOLI: Due considerazioni. La prima è che a me suona ancora nelle orecchie lo spot elettorale del Presidente del Consiglio: “la provincia del sole e del vento”. Qui è la “Provincia delle sabbie”, Presidente. Tra l’altro lei, probabilmente, Presidente, nel suo spot lei non solo ha sbagliato questa dicitura ma sbaglia anche quando si riferisce a lei come Presidente più giovane d’Italia, visto che in questo bellissimo opuscolo abbiamo trovato due altri presidenti più giovani. MATTEO RICCI, Presidente della Giunta. L’ho già detto. GIULIO TOMASSOLI: Lo ripetiamo, visto che c’è anche la stampa. Speriamo che lo scrivano. Repetita iuvant, dicevano i romani... Forse dalla parte dei latinisti arriva male il suono. Ho fatto cinque anni di latino anch’io, cari signori, quindi non c’è problema. (Interruzione del consigliere Vergari). Vergari, forse le è rimasto solamente di citare le frasi in latino. Per quanto riguarda invece l’oggetto, le controdeduzioni che l’assessore Galuzzi prima definiva come importantissime perché smontano tutto quel castello accusatorio dell’ordine del giorno, a me piacerebbe entrare nel concreto, perché ci sono controdeduzioni che vanno a smontare il fatto che nell’insediamento della cava, esista o non esista il bosco, esista o non esista la fauna, a me sembra o che gli uffici quando scrivono queste cose pensano, probabilmente, ad altro, o c’è un errore oggettivo. Se c’è un errore oggettivo non riesco a capire perché l’assessore Galuzzi continui a dire al Consiglio “non vi preoccupate, fidatevi dell’apparato tecnico, perché l’apparato tecnico è Atti Consiliari — 35 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 bravissimo, sono fior fiore di tecnici capacissimi nell’individuare là dove ci sono delle problematiche”. Però all’apparato tecnico è sfuggito che esistono i boschi, esistono gli uccelli, esiste la fauna e quant’altro. Proprio lì, in quella sede riesce a ricavare il posto per una cava. Il mio intervento vuole solamente essere un consiglio: visto che l’assessore ha tenuto tanto a ribadire il fatto che nessuno si deve preoccupare a votare, io mi preoccupo molto e siccome so che quando il Consiglio si esprime l’espressione di ogni singolo consigliere ricade anche nelle sue responsabilità, dato che tengo molto alla mia responsabilità di amministratore, mi guarderò bene quando voterò e in questo senso vorrei allertare anche i consiglieri di maggioranza che invece sembrano pendere dalle labbra dell’assessore. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Vergari. GAETANO VERGARI: Colleghi consiglieri, Presidente, premesso che per quanto mi riguarda io sono contrario a qualsiasi cava, a qualsiasi attività estrattiva che ferisca il territorio, mi piacerebbe che lo si potesse riportare ab antiquo, in condizioni ambientali gradevolissime — ma, ahinoi, abbiamo bisogno di un po’ di inerti da qualche parte, non possiamo soltanto e sempre farli venire dalla Jugoslavia e far arrivare le navi al porto di Pesaro con tutto quello che ne consegue, qualche necessità dal punto di vista economico l’abbiamo — mi sembra che la questione sia stata posta in termini politici e non squisitamente giuridico-amministrativi. Sotto il profilo politico mi sento di sottoscrivere qualsiasi ordine del giorno che vada nella direzione di bloccare un’attività estrattiva. Però qui non viene ricordato che è stato approvato un piano provinciale di attività estrattive nel 2003, un piano che è stato discusso con le amministrazioni comunali locali, un piano che ha avuto il confronto con tutti coloro che erano interessati, un piano che è stato presentato, che è stato oggetto di osservazioni. Allora delle due l’una. La 142 del 1990 cosa dice, Baldelli? Divisione dei poteri: indirizzo e controllo agli organi politici, gestione agli or- gani tecnici. Questi organi tecnici cosa sono, inutili idioti? Qualche volta possono anche commettere delle “cappelline” ma sostanzialmente sono dei funzionari titolati a svolgere la loro funzione nella pienezza della responsabilità che viene loro affidata, tant’è che le indennità non sono neanche modeste per certi aspetti. Quindi la responsabilità è in capo agli organi tecnici per quanto attiene la gestione. Quanto dica l’assessore Galuzzi non fa una piega: in conferenza di servizi non ci vanno gli amministratori, ci vanno i tecnici. Si obietta sul fatto che le valutazioni tecniche non avrebbero tenuto conto di dati oggettivi. Su questo si può consentire. Credo allora che sarebbe stato molto più efficace un ordine del giorno che, piuttosto che sollevare in maniera strumentale, anche per compiacere una esigenza localistica, impegnando il Presidente della Provincia e la Giunta su un impegno che non possono prendere, si sarebbe potuto chiedere la modifica del piano provinciale delle cave. Però la modifica del piano non blocca il procedimento in questa fase, quindi è una richiesta a futura memoria. Chieda allora, il capogruppo del Pdl, gli altri intervenuti ma anche da parte nostra, uno stralcio del piano provinciale delle cave, nel quale si possa ripensare ad una modifica del piano stesso. Ma questo non comporta che la conferenza di servizi non abbia l’obbligo comunque di esprimersi, perché la responsabilità, poi, sarebbe totalmente in capo a quei funzionari che non avessero espresso il parere e potrebbero essere accusati di omissione di atti d’ufficio. Siccome io sono un responsabile d’ufficio amministrativo, seguo certe pratiche ecc., so perfettamente quali sono le responsabilità a cui si va incontro. (Interruzione). Scusa, io sono d’accordo nel merito. Quando si dice che l’ordine del giorno è inaccoglibile, come proponevano l’assessore ed altri, è nella substantia delle cose. Capisco, c’è il gioco delle parti, c’è il teatrino della politica. Lo vogliamo fare? Facciamolo. Hai l’Amministrazione comunale con i cittadini che vogliono ascoltare certe cose ed è piacevole ascoltare certe cose, però è anche bene che chi fa l’amministratore si assuma fino in fondo la responsabilità di indirizzare. Questo è il compito della politica: indirizzo. Indirizzare la gente non sull’onda emotiva di proteste che poi van- Atti Consiliari — 36 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 no a cozzare con situazioni di impraticabilità giuridico-amministrativa, bisogna spiegare bene come stanno le cose, che a suo tempo nel 2003 dal Comune di Pergola non è partito il veto assoluto, il niet alla realizzazione di questa cava, perché se fosse partito probabilmente la Provincia avrebbe detto “lì la cava non si fa”, punto e basta. Invece sono partite solo delle indicazioni a fare in modo che l’impatto ambientale di quel tipo di attività estrattiva fosse il meno pesante possibile. Quindi non un no ma un “nì” che era un via all’attività stessa. Pertanto ritengo che non possa che essere ribadita la stessa posizione assunta in Consiglio provinciale in occasione della presentazione dell’altro ordine del giorno, cioè quella della inaccoglibilità, perché esiste l’impraticabilità amministrativa da parte del Consiglio provinciale ad esprimersi, in quanto il Consiglio provinciale è lo stesso, anche se modificato nei soggetti, che ha votato quel piano e quindi sarebbe totalmente incoerente. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Rossi per presentare l’emendamento che ha annunciato. GIANCARLO ROSSI: Contrariamente alla mia prassi utilizzerò tre minuti, il tempo di leggere. Preso atto dell’ordine del giorno a firma del collega Baldelli, considerato che le premesse sono più o meno condivisibili per tutti, “Impegna il Presidente della Provincia e la Giunta provinciale tutta a stralciare il citato sito estrattivo del Ppae prima della scadenza dei termini autorizzatori”. Il precedente dispositivo poteva essere variamente interpretato non solo dal punto di vista civilistico e amministrativo ma anche in altri settori, per ovvie ragioni. Quindi si è ritenuto opportuno modificare in questo senso, nel senso di dire, come affermava il collega Vergari, esperto in materia in quanto amministratore da moltissimo tempo e che ha anche nel sangue l’amministrazione, “siamo d’accordo sul merito di certe cose, però ovviamente non si può andare oltre le regole di tipo giuridico-burocratico e amministrativo”. Pertanto il Pdl presenta lo stesso ordine del giorno con questa sostanziale modifica nel dispositivo: “Impegna il Presidente della Pro- vincia e la Giunta provinciale tutta a stralciare il citato sito estrattivo del Ppae prima della scadenza dei termini autorizzatori”, onde anticipare le procedure anche di tipo burocraticoamministrativo. PRESIDENTE: L’estensore dell’ordine del giorno Baldelli ci deve dire se è d’accordo o meno. Ha quindi la parola. ANTONIO BALDELLI: Accetto l’emendamento per un solo motivo, e mi rivolgo ai consiglieri che hanno dimostrato grande sensibilità, anche il consigliere di Rifondazione comunista: perché la limitrofa Provincia di Ancona, su un sito estrattivo speculare e lo sa bene il consigliere di Rifondazione comunista, perché è stata una battaglia del suo partito della provincia di Ancona — noi siamo al confine tra la provincia di Pesaro e quella di Ancona — ha stralciato il sito estrattivo che era stato previsto, speculare, al di là della collina — stesso sito, stessi procedimenti — dal piano per le attività estrattive, su pressione di un membro di una componente della sua maggioranza. Quindi, Presidente, dico una cosa che può essere riscontrata, anche se lei dice di no. Sono una persona che nessuno può affermare che non sia di parola: la Provincia di Ancona ha stralciato il sito. Volevo attendere che qualcuno si esprimesse in tal senso. Si è espresso lei, consigliere Vergari e le rispondo che la Provincia di Ancona, piano per le attività estrattive approvato, ha stralciato — ed è storia, non è un’invenzione di questo consigliere — il sito speculare. Quindi siamo nella stessa, identica condizione. Poi, cara Giunta, potete trovare le scuse che volete... (Interruzione). No, Presidente, questa irriverenza... PRESIDENTE: Andiamo avanti. Presidente, le chiedo di non interrompere il consigliere Baldelli. ANTONIO BALDELLI: E’ logico, ognuno tiene più al partito che a un fattore di coscienza, magari, però vi dico per mia coscienza, che così come nella passata legislatura ho votato distinguendomi dal mio partito, chiedo di farlo voi, ora, perché la Provincia di Ancona ha stralciato Atti Consiliari — 37 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 il sito previsto nel piano per le attività estrattive. Non è una considerazione del consigliere Baldelli ma è storia ed è una battaglia meritevole che ha portato avanti il partito di Rifondazione comunista che ringrazio e spero di ringraziare questa sera anche il consigliere di Rifondazione comunista che siede nel Consiglio provinciale di Pesaro e Urbino. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Savelli. RENZO SAVELLI: Colleghi consiglieri, cari amici, è fuor di dubbio che, come Rifondazione comunista noi non abbiamo particolari problemi, perché nel 2003 abbiamo votato contro il piano estrattivo provinciale. Non so cosa c’è scritto nel verbale, se il mio collega allora ha portato le motivazioni, però ricordo che abbiamo fatto una pre-consiliare e in quella riunione parlammo del logo, del Lupaiolo, della Valmarecchia, non ricordo se parlammo anche di questo. Così come ricordo le contraddizioni tra la tavola 7 e la tavola 7 bis. Mi riferisco a sei anni fa, quindi non sono cose successe l’altro ieri. Però queste cose me le ricordo. Così come non posso non evidenziare il fatto che allora fu fatta una lettera da parte del sindaco Conti e del vicesindaco Borri in cui si dichiaravano disponibili a far partire quella cava, anche se a certe condizioni, sub-condizioni. Nell’area del Tarugo erano stati indicati tre siti per fare le cave ma il Comune di Fossombrone ha detto “niet”, perché quella valle è di pregio, perché quella valle è bella, perché quella valle è importante e nella Valle del Tarugo non si scavano neanche dieci centimetri cubi di terra. Le cose vanno sempre dette tutte, poi ciascuno si assume, rispetto ai cittadini, rispetto alla storia le proprie responsabilità. Noi dicemmo no a quel piano, per una serie di ragioni. Il Comune di Fossombrone fece una scelta. Per quel che mi riguarda sottolineo subito che condiviso le preoccupazioni espresse tardivamente da chi allora disse sì e nel momento in cui la questione è andata sotto discussione, da parte di coloro che hanno detto no. I miei hanno detto no, quindi figuriamoci se io sono per il sì. Io sono per il no, ma il no non può essere ideologico, perché non siamo come quando eravamo a Fossombrone nel 2003-2004 che dicemmo no alla valle del Tarugo. Adesso diventa più difficile perché ci sono stati tutti quei passaggi che sappiamo e che ci sono stati raccontati sia da parte del consigliere Baldelli sia da parte dell’assessore Galuzzi. Quindi su queste cose io rifletto. E’ vera la battaglia che è stata fatta ad Ancona, però c’è un aspetto che ci differenzia: la tempistica nell’approvazione dei piani di escavazione. Nella provincia di Ancona c’era Monte Sant’Angelo, sopra Arcevia, un’altra delle questioni poste e c’era questo sito di cui si parlava poc’anzi. Ma il piano della Provincia di Ancona rispetto al nostro piano ha avuto una tempistica diversa. Non è che i nostri sono intervenuti quando il piano era già in vigore e nello stesso tempo le ditte private si sono mosse, sono partiti prima, giustamente. Ho fatto l’esempio di Fossombrone per capirci. Lo so che va a merito nostro, so che qualche altra battaglia non l’abbiamo vinta, l’abbiamo persa, però questo è stato possibile nella fase in cui si trovava in quel momento il piano provinciale. Bisogna capire sempre i vari passaggi. Come un piano regolatore: un conto è quando è in pubblicazione, un conto quando è approvato ecc. Quindi queste cose le devo dire. Per quel che riguarda la questione di Schieppe sta in questi termini: Schieppe era una ZIC, zona di interesse comunitario, elemento che in prima battuta era anche sfuggito, se ricordo bene. L’intervento fu proprio per questa ragione, perché c’erano motivi tecnici. A parte che lì fin dall’inizio erano andati fuori strada. Questo l’abbiamo sostenuto tranquillamente. Ricordo di avere presentato degli ordini del giorno che poi furono votati. Quindi non è la stessa cosa, perché ogni storia ha il suo percorso, ha il suo tracciato che dobbiamo ricordare. Ho ascoltato con grande interesse, ho preso appunti come è mia abitudine, le cose che ha detto il capogruppo del Pdl e ho preso appunti perché è una questione estremamente interessante. Ho ascoltato le cose dette dal nostro ottimo assessore Massimo Galuzzi. Lui Atti Consiliari — 38 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 ha posto due questioni. Una di procedibilità e l’altra sui contenuti. Sulla procedibilità a me pare che abbia perfettamente ragione, però dato che vi sono qui anche consiglieri di prima nomina, vorrei la piena conferma su questo da parte del segretario generale dott. Rondina. Dott. ROBERTO RONDINA, Segretario generale: Ha riferito brillantemente il consigliere Vergari. Circa la conferenza di servizi è prevista dall’art. 13 della legge regionale 71 del 1997, la Provincia esprime il parere di conformità del progetto di cava alle disposizioni regionali e provinciali, quindi, in pratica, tiene luogo l’istruttoria avente un carattere esclusivamente tecnico e non politico. Naturalmente le procedure per la convocazione, per il funzionamento della conferenza di servizi sono regolate da un apposito regolamento che è stato a suo tempo approvato, credo nel 1997, quindi è un discorso di una procedura già anche collaudata, perché non c’è solo la cava di Pergola ma nell’ambito provinciale ci sono state diverse cave. Quindi si adotta la stessa procedura. RENZO SAVELLI: Ho fatto questa domanda non a caso, per capire esattamente se si era ancora, in qualche modo, come si appalesava dall’ordine del giorno presentato dal capogruppo del Pdl, nella fase tecnica o nella fase politica, se quindi era possibile in qualche modo fermare la conferenza di servizi che è stata convocata a livello istruttorio. Da come mi è stato risposto ciò non è possibile in quanto ormai c’è la distinzione tra la scelta politica e la pratica gestionale. Su queste cose bisogna fare estrema chiarezza, perché bisogna distinguere tra volontà politica che è chiara e i mezzi attraverso i quali si può o non si può raggiungere un fine. Io ho chiaro l’obiettivo politico, però cerco la strada che sia percorribile, non quella che non è percorribile. Quindi in questo momento ho la conferma da parte del segretario che, trattandosi di una conferenza di servizi istruttoria, questa procede secondo il regolamento attuativo che è stato a suo tempo approvato dal Consiglio provinciale e che se ne va per i fatti suoi, nel senso che segue il suo percorso secondo le scadenze temporali ivi inserite. Quindi, al di là della volontà politica e della condivisione delle battaglie, in questo momento su questa strada non possiamo fare granché. Tuttavia, per quel che riguarda i contenuti sono state fatte una serie di considerazioni, sempre da parte del consigliere Baldelli, che destano qualche preoccupazione, che fanno immaginare o supporre che da parte degli uffici possa esserci stata una qualche dimenticanza, una qualche distrazione, una qualche non precisa, puntuale risposta alle osservazioni fatte dagli avvocati, quelle stesse osservazioni che sono state poi inviate al Tar. Io non le conosco tutte, ne ho lette alcune e altre che qui sono state dette non le conosco. E’ certo che per quanto riguarda questo luogo, che appare un luogo sicuramente splendido, sarebbe stato fin da allora necessario dire no, “non lo vogliamo inserire”, come abbiamo fatto noi a Fossombrone. Lo ribadisco per l’ennesima volta, perché poi ognuno si deve assumere le sue responsabilità per il passato, il presente ed il futuro. Tuttavia, siccome queste questioni che giustamente l’avv. Baldelli ha posto sono numerose — ad alcune ha risposto bene il nostro assessore Galuzzi, però non è stato possibile rispondere a tutte — propongo — la mia presenza è garantita — che prima del 21, quindi a strettissimo giro di posta, si convochi la Commissione di controllo, magari con la Commissione ambiente — io non ne faccio parte, però come capogruppo ci sarò, lo garantisco fin da adesso — in modo che in quella sede si possano esaminare tutti gli elementi controversi, perché ci possono essere elementi controversi. Diversi li aveva accennati Baldelli. Su alcuni la risposta data dall’assessore mi ha convinto, altri sono rimasti senza risposta. Quindi chiedo che si faccia questa Commissione. Penso che nessuno della maggioranza diserterà quella riunione, l’assessore è invitato ad essere presente. Altrimenti questo Consiglio provinciale non è in grado di entrare, questa sera, in tutti i particolari che vengono detti. So che il Comune ha fatto un bel malloppo tramite il Tar, quindi chiedo che venga esami- Atti Consiliari — 39 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 nato il discorso prima del 21, a tempi stretti, perché penso che sia stato tutto fatto in buona fede e trasparenza, dopodiché se gli errori sono stati fatti in buona fede, si possono fare. La buona fede non risparmia dal fare un errore, però un conto è la buona fede, altro conto la cattiva fede. Per quel che riguarda questo articolo che concerne l’ex Vicepresidente, proprio non mi tocca e non mi fa niente, nel senso che se la magistratura indaga deve fare il suo dovere, è giusto che faccia il suo dovere, senza pressioni. Io non ho niente da aggiungere. Di solito loro hanno chi tutti i giorni legge gli articoli per vedere se c’è il fumus del reato. Lo stanno facendo, sono questioni loro. Più che altro è una comunicazione. Quell’articolo non è firmato. Caso mai mi pare, piuttosto, una fuga di notizie di qualcuno che dice “sappiate che io ho saputo, per vie traverse, che la magistratura si sta muovendo nei confronti dell’ex Vicepresidente, così e cosà”. PRESIDENTE: Questa non è un’aula di tribunale. Se abbiamo delle comunicazioni le facciamo alla procura e a chi di dovere. Devo chiederle di chiudere. RENZO SAVELLI: Questa è la mia proposta. PRESIDENTE: Quindi una Commissione congiunta entro il 21 per poter discutere e approfondire tutte le questioni che sono state sottoposte al Tar. RENZO SAVELLI: Siamo tutti qui, si può decidere questa sera stessa. PRESIDENTE: Ha la parola, per le conclusioni, l’assessore Galuzzi che ha seguito tutto l’iter dall’inizio alla fine. MASSIMO GALUZZI: Mi pare che le argomentazioni sono state portate tutte e tutti abbiamo avuto modo di capire il percorso ed entrare nel merito dei vari aspetti, di avere gli elementi necessari. Nel merito non aggiungo altro. Ci sono state alcune domande che mi sono state fatte: se votavo la cava o non votavo. Bisognava essere allora. In Consiglio provinciale tutti gli elementi, si votava il piano e lì si esaminavano le questioni. Quindi lasciamo da parte questi aspetti. Anche su altre questioni, come Schieppe o non Schieppe. Su Schieppe c’era un giudizio negativo da parte del tecnico dell’Amministrazione in conferenza di servizi, quindi è evidente che qualche parola in più l’abbiamo detta. Non è andato il Presidente alla conferenza di servizi a dire “dovete fare così”. Sulla parte della compatibilità ambientale, dei pareri per quello che c’è bisogno, il giudizio è diverso. Il giudizio della Provincia da un punto di vista tecnico è che non ci sono motivi ostativi. Quindi, come facciamo a dire “no, devi cambiare il parere che hai dato, che stai dando, lo devi mettere negativo”? Sull’emendamento proposto dal consigliere Rossi mi sembra che non possa, anche quello, essere accolto, nel senso che l’ordine del giorno chiede di impegnare il Presidente e la Giunta a esprimere parere negativo e non è possibile, perché non ci si è nella conferenza di servizi. Ma esprimo forti dubbi sullo stralciare una previsione di piano nel momento in cui è in corso una pratica di concessione non è una cosa possibile. E’ come se ci fossero le previsioni del piano regolatore, io ho la pratica in Commissione edilizia e il sindaco, prima che la Commissione edilizia approvi stralcia quella parte di piano per permettere a te di costruire la casa. Mi sembra difficile. Tanto è vero che l’altra volta il consigliere Baldelli non aveva messo questo punto nelle richieste dell’ordine del giorno, c’era solo il primo punto. Concludo dicendo che per questa ragione si debba necessariamente votare contro per una questione di inaccoglibilità e perché non è possibile, da quel punto di vista, sia l’emendamento che è stato avanzato sia l’ordine del giorno. Invece accoglierei di buon grado la proposta che ha fatto il consigliere Savelli, perché se vogliamo approfondire, essere trasparenti, avere tutti gli elementi, avere le cose più precise ancora, facciamo la Commissione e lì entriamo più ancora nel merito. Quella mi pare una proposta per dare più elementi a tutti, che possa essere accolta. PRESIDENTE: Il dibattito è concluso. Atti Consiliari — 40 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 Ha la parla, per dichiarazione di voto, il consigliere Baldelli. MATTEO RICCI, Presidente della Giunta. Voti contro, Baldelli? ANTONIO BALDELLI: Io non sono così felice come è felice lei ma la capisco. Le va bene anche questo, però ritornerà come un boomerang. Lei che poi è presidente della green economy, però è cattivo emulo del presidente Obama. Vi è un istituto giuridico che si chiama autotutela della pubblica amministrazione. Non so se lei lo conosce signor Presidente, ma è un istituto conosciuto da tutti coloro che si occupano di pubblica amministrazione. Quando una pubblica amministrazione si accorge che è incorsa in un evidente, palese, oggettivo errore — e lo dice la foto che è stata portata all’attenzione di tutti i consiglieri — indipendentemente da chi sia il Presidente, il tecnico — questi scaricabarile sono vecchi come i mondo — esercitando questo istituto giuridico torna sui suoi passi. E’ stato fatto tante volte quando l’errore è macroscopico e che l’errore sia macroscopico lo dice una fotografia che è riuscita a parlare più di tutti noi. Quella fotografia è stata molto più espressiva del consigliere Baldelli. Detto questo vi chiedo un atto di coraggio a questo punto, visto che siete stati in qualche modo sollecitati più volte dall’assessore, dal Presidente. Naturalmente ognuno valuta se far prevalere le opportunità politiche, non sono certo io a condannarvi, non sono nessuno per biasimarvi o condannarvi però vi chiedo un atto di coraggio: se prevale una tessera politica, una misera tessera oppure prevale la coerenza, l’onestà, la felicità, la mattina, di guardarsi allo specchio e dire “ho fatto quello che avevo intenzione di fare, posso guardarmi allo specchio senza dover arrossire”. Lei ride consigliere, non so cos’ha da ridere, comunque non credo che questa sia un’affermazione tanto strampalata. Dopo deciderà la magistratura se quell’amministratore è vero o non è vero... Non sono io, comunque, ad avere le carte processuali ma se fossi in voi userei maggiore cautela, Presidente. L’ho annoiata, Presidente della green economy su questo argomento importante con gli ordini del giorno sulla necessità di istituire il caciocavallo nella provincia di Pesaro? Credo che questo sia un ordine del giorno importante, signor Presidente. Lei ha riso più volte, l’ho annoiata, però si ricordi che lei, magari in buona fede, ne sono sicuro, sta commettendo un errore che costerà caro alla comunità cittadina di Pergola e all’intera provincia, oltre che alla sua immagine di giovane amministratore. PRESIDENTE: Mi ha chiesto la parola il Presidente. Ha un minuto. MATTEO RICCI, Presidente della Giunta. Intervengo non nel merito dell’ordine del giorno, sono perfettamente d’accordo con ciò che ha detto l’assessore, ma per una questione di rispetto fra di noi. Sapeva bene che non ridevo di lei. Noi abbiamo iniziato questo Consiglio con un metodo anche civile fra di noi, di rispetto, sapendo che voi fate l’opposizione, noi dobbiamo governare e nessuno fa sconti a nessuno. Però mi pare che anche in questa seduta non ho esitato, quando serviva, a dare un segnale distensivo. Vorrei evitare invece che ogni volta ritorni a punzecchiarmi ecc. Lo dico per lavorare meglio, anche in un rapporto di rispetto tra maggioranza e opposizione. Siccome io tengo questo atteggiamento nei suoi confronti, avevo iniziato bene, oggi capisco che ci tiene a questa vicenda e comprendo anche, però spero che si proseguano i rapporti fra di noi come li avevamo avviati. PRESIDENTE: Pongo in votazione l’ordine del giorno presentato dal consigliere Baldelli, come emendato dal consigliere Rossi. Il Consiglio non approva con 12 voti favorevoli, 17 contrari (Bartolucci, Ricci, Perugini, Ceccarini, Terenzi, Tagliolini, Papi, Baldantoni, Foronchi, Capanna, Sanchioni, Berardi, Magnanelli, Mariotti, Carloni, Vergari e Savelli) e 2 astenuti (Pascucci e Papolini) Atti Consiliari — 41 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 Ordine del giorno sui problemi del centro Italia Ordine del giorno per l’individuazione e la celebrazione della Festa dall’Unità nazionale nella data del 18 febbraio PRESIDENTE: Abbiamo ora l’ordine del giorno sui problemi del centro Italia, che presenta il Presidente Ricci. Questo ordine del giorno viene accorpato con l’ordine del giorno presentato dal consigliere Vergari sulla data del Risorgimento, in modo da fare un’unica discussione. (Interruzione del consigliere Baldelli) MATTEO RICCI, Presidente della Giunta. Eh no, allora non funziona. Noi abbiamo anticipato, per quello che potevamo, su mia richiesta, la discussione sulla cava del Bifolco. Adesso abbiamo altri ordini del giorno importanti, come quello della scuola che dovrebbe riguardarla, visto che lei è anche il capogruppo del principale gruppo di opposizione. Poi ognuno può andare a casa a fare quello che vuole, io ritengo che non è un comportamento corretto. (Interruzione). PRESIDENTE: Era impegnato di sopra. MATTEO RICCI, Presidente della Giunta. Va bene Baldelli, cambieremo atteggiamento, dovremo cambiare atteggiamento se continua così. Mi dispiace per tutta l’opposizione, perché l’atteggiamento di Cancellieri anche oggi è stato un altro, Mei non ne parliamo neanche e anche gli altri consiglieri hanno avuto un atteggiamento molto diverso dal suo. Anche Giannotti, con il quale abbiamo polemizzato, ha avuto un atteggiamento diverso dal suo. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Ha la parola il Presidente Ricci. MATTEO RICCI, Presidente della Giunta. Questo ordine del giorno vuole da una parte segnalare una preoccupazione, dall’altra vuole provare a diventare, se ce la faremo, se questa mia preoccupazione è condivisa, anche un indirizzo di lavoro per i prossimi mesi e mi riferisco in particolar modo all’autunno, perché tutti noi abbiamo seguito con un certo imbarazzo da una parte, preoccupazione da parte, questo scontro che da mesi ormai è avviato, sulla famose questione settentrionale e meridionale. Questo scontro si sta dibattendo all’interno del Governo ma si sta dibattendo anche all’interno del Parlamento. E’ uno scontro che esce anche dalle coalizioni di chi sta in maggioranza e di chi sta all’opposizione. Avrete sentito sulla questione meridionale il “Partito del sud” lanciato da Lombardo, alcune assonanze da parte di diversi amministratori del sud Italia appartenenti al centro-sinistra. Ma è un dibattito a mio parere molto pericoloso per l’unità del paese e molto pericoloso per i territori che noi rappresentiamo. Intanto perché la crisi economica è tutt’altro che passata. Avete visto che è stata la prima priorità del Consiglio di questo nuovo mandato e anzi, purtroppo, le preoccupazioni che avevamo, cioè il fatto che nel periodo autunnale si fossero raggiunti maggiori picchi di tensione sociale e di difficoltà, in particolar modo occupazionali, purtroppo è stato una previsione che in questi giorni stiamo verificando in maniera positiva, nel senso che avevamo ragione, purtroppo. Anche coloro che prevedono una ripresa nel 2010 ammettono che in termini occupazionali i risultati si vedranno almeno un anno o due dopo. Il tema occupazionale rischia di colpire in particolar modo quelle regioni italiane che hanno un sistema di sviluppo economico imperniato sulle piccole e piccolissime imprese, perché hanno meno ammortizzatori o nessun ammortizzatore sociale e nel nostro caso comincia a esserci un settore molto in crisi, quello della meccanica, non solo per quanto riguarda le grandi aziende direttamente ma anche per l’indotto, per i piccoli artigiani che per primi stanno soffrendo. Paradossalmente, mentre si parla di questione settentrionale e di questione meridionale, il centro Italia, che è la zona del paese che ha la più alta qualità della vita, grazie anche a questo sistema di piccole imprese, di coesione sociale, rischia di uscire dalla crisi economica addirittura con problemi peggiori rispetto ad altre parti d’Italia. Credo che occorra organizzare il centro Italia. Ho già scritto a tutti gli amministratori Atti Consiliari — 42 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 del centro Italia, molti mi hanno risposto — Firenze, Perugia, Ravenna, Grosseto — diversi parlamentari, il presidente Spacca qualche giorno fa è uscito sui giornali, la presidente della Provincia di Ancona. Il tema c’è e vi cito degli esempi. Infrastrutture. Avevo auspicato sulla Fano-Grosseto — credo che dovremo farlo nella prima Commissione lavori pubblici possibile, ne ho parlato con Magnanelli — un patto bipartisan. Dobbiamo tutti sapere che sul project financing non è stato fatto un passo avanti, anzi il project financing non è stato neanche indetto, quindi la Fano-Grosseto, che è un’opera che rischia di rimanere un’incompiuta, diventa un’opera sulla quale non c’è alcuna attenzione nell’agenda di questo autunno da parte del Governo e del Parlamento. Altro tema, il federalismo fiscale, anche questo in discussione nei prossimi mesi. Il federalismo ancora è un titolo, nei prossimi mesi si andrà a mettere i numeri, i criteri e non vorrei che dentro questo scontro nord-sud per portare a casa il federalismo, proprio il centro Italia possa diventare la parte d’Italia più penalizzata. Pongo delle preoccupazioni, poi spero di avere torto. Così come sui fondi europei, così come su tutte quelle questioni strategiche che richiedono un rapporto costante con il Governo e il Parlamento da parte delle Regioni del centro Italia. Quindi credo che occorra prendere un’iniziativa, anche dal punto di vista positivo, propositivo. Io sono preoccupato di questa crisi e dell’effetto che sta avendo. L’effetto che sta avendo non è una richiesta di più giustizia sociale ma un effetto di nuovo egoismo sociale e il ritorno di questo scontro tra nord e sud del paese, tra richiami alla Padania libera come è venuto ieri e amministratori del sud che si organizzano per battere cassa, è un dibattito che fa danni al paese e rischia di romperlo non solo dal punto di vista istituzionale ma ancor di più dal punto di vista sociale. E’ anche per questo che condividendo l’appello del presidente Napolitano abbiamo candidato — qui c’è l’assonanza con l’ordine del giorno di Vergari — la Provincia di Pesaro e Urbino ad ospitare un evento per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, perché abbiamo intanto alcuni riferimenti storici e uno riguarda proprio Pergola che è Medaglia d’Oro per il Risorgimento, abbiamo figure importanti come Sara Levi Nathan, come Mamiani, figure intorno alle quali possiamo costruire un evento importante anche dalla nostra Provincia. Quindi non solo un centro Italia che si organizza per evitare di essere schiacciato dentro questo scontro nazionale ma anche un centro Italia che sa benissimo che la sua funzione è quella di essere una cerniera che tiene unito il paese. Per questo abbiamo abbinato entrambe le questioni. Capisco che in questo momento le Regioni del centro Italia politicamente sono tutte governate dal centro-sinistra ma questo è un tema che non riguarda solo il centro-sinistra, riguarda chiunque governi in questo momento. Riguarda me, riguarda il presidente della Provincia di Macerata che è di un altro colore, riguarda tutto il Consiglio provinciale. C’è un rischio vero, enorme rispetto a questo aspetto. Voi dite “perché Pesaro lancia questo appello?”. Perché noi siamo una provincia di confine e come abbiamo detto nel documento di indirizzi programmatici, che vogliamo giocare questo ruolo di provincia di confine, su questo tema abbiamo anche un ruolo simbolico per suonare il campanello d’allarme, provare ad organizzarci. Quindi invito su queste mie considerazioni a riflettere. Non è un’azione contro qualcuno, è un campanello d’allarme su preoccupazioni vere che vengono confermate quotidianamente. Siamo tra l’altro in un periodo di vacche magre. Non voglio fare l’avvocato del diavolo ma siamo in un periodo di vacche magre, i Comuni non hanno una lira, le Province ugualmente, il Governo non ha tutte queste risorse da distribuire, è evidente che si hanno grandi pressioni dal sud Italia, grandi pressioni dal nord Italia perché la Lega è portatrice di quell’interesse, noi rischiamo di rimanere schiacciati. Quindi il tentativo di organizzare il centro Italia per far pesare questo ruolo spetta ovviamente, in particolar modo, ai presidenti di Regione, me ne rendo conto, però siccome ha una valenza anche sui bilanci provinciali, sui bilanci comunali, sulle scelte strategiche di questo territorio, Atti Consiliari — 43 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 credo che sia giusto svolgere un’azione politica sia da una parte difensiva ma dall’altra anche di proposta per ribadire la nostra volontà di tenere unito il paese e chi più di noi può svolgere questa funzione di cerniera. (Interruzione). Alcuni mi hanno risposto. Vedremo chi mi risponderà. Mi ha risposto anche un parlamentare del Pdl, condividendo le mie preoccupazioni. A Macerata un parlamentare del Pdl proprio questa estate ha fatto una serie di iniziative su questo tema, perché la preoccupazione di chi governa è identica. Poi, se uno non la vuol vedere perché oggi al Governo c’è il centrodestra allora è un altro discorso ma è la preoccupazione di molti amministratori di centrodestra che governano nel centro Italia. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Vergari per illustrare il proprio ordine del giorno. GAETANO VERGARI: Colleghi consiglieri, Presidente, sono sincero, voterò questo ordine del giorno perché capisco le motivazioni da cui parte, però mi dà un po’ di mal di pancia e ti spiego subito perché, Presidente. Va incontro proprio al disegno perverso delineato vent’anni fa da Miglio e dalla Lega Nord e sposato da Bossi, quello delle macroregioni, di dividere l’Italia in tre parti, di tripartire l’Italia. E’ proprio il gioco loro. MATTEO RICCI, Presidente della Giunta. Non ho detto questo. GAETANO VERGARI: Aspetta. Dico forte e chiaro attenzione a non cadere in questo gioco. Poi è evidente che dobbiamo tutelare i nostri territori, la nostra gente, e in questo essere migliori di quello che hanno fatto al nord i leghisti. Ne abbiamo le capacità, le potenzialità, l’intelligenza e l’esperienza, perché se i nostri avessero fatto altrettanto al nord non gli avrebbero consegnato le città e i paesi, perché si sono persi dietro situazioni ideologiche, dietro atteggiamenti pregiudiziali, non considerando che la priorità era sostenere e difendere gli interessi reali della gente e non correre dietro altre posizioni che erano lontane dal sentire reale sulla vicenda, ad esempi dell’immigra- zione. La sinistra, per anni se non decenni, ha traccheggiato, non ha affrontato seriamente la questione, non l’ha posta in maniera seria. Tenendosi su un piano ideale alto non si è resa conto di quello che realmente accadeva. Comunque voglio illustrare l’ordine del giorno presentato che è riferito alla opportunità, direi necessità, di celebrare in Italia, cosa che avviene in tutti i paesi del mondo, in particolare in Europa, un giorno da dedicare alla unità della nazione, cioè il conseguimento dell’Unità d’Italia. Poiché il 18 febbraio del 1861 si riuniva il primo Parlamento italiano a Torino, potrebbe essere quel giorno, visto che abbiamo dedicato un giorno alla memoria, un giorno alle foibe e quant’altro, nel quale viene ricordata quella data come il momento conclusivo di un processo storico che ha visto tanti giovani, all’epoca, dedicarvisi con entusiasmo, con grande passione e lasciarci la vita. Venivano ultimamente ricordati, in un articolo di Repubblica i martiri di Belfiore, la località nella quale vennero impiccati decine e decine di giovani mantovani. Guarda caso l’Unità d’Italia avviene principalmente su spinta del lombardo-veneto e non da parte, in maniera massiva, di altre località, anche se abbiamo avuto i 300, Pisacane, Pepe e chi più ne ha più ne metta, però è il lombardo-veneto che fu il promotore, la spinta, l’artefice principale di questa iniziativa, tant’è che se andiamo a vedere la Spedizione dei Mille, all’80% erano veneti e lombardi. Quindi proporre una giornata da dedicare a una riflessione, a un pensiero riguardo all’Unità d’Italia, che poi è proseguita e per noi è anche elemento di forte coesione e spinta ideale, con il recupero della democrazia legato alla lotta partigiana che ha riscattato l’Italia dalla dittatura fascista e dalla vergognosa operazione badogliana dell’armistizio che ha praticamente tolto alle forze armate italiane ogni dignità e ogni possibilità, anche, di difendersi, in questa prospettiva noi riteniamo, come socialisti, di proporre al Consiglio provinciale di approvare questo ordine del giorno e di inoltrarlo alle istituzioni sovraordinate affinché ne facciano tesoro e aprano nell’occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia che sta sollevando molte discussioni anche sulle modalità con le quali verrà celebrato. Bene ha fatto Atti Consiliari — 44 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 l’ottimo presidente Napolitano a richiamare tutti a far sì che venga ricordato in maniera culturalmente alta e non inaugurando qualche strada, qualche ponte o quant’altro, ma in modo che ci sia effettivamente un senso comune di appartenenza e venga in maniera chiara e inequivoca cancellato tutto il ciarpame che è in circolazione con tutte le stupidaggini che provengono in particolare dalla Lega Nord sulla Padania libera e altre idiozie del genere. PRESIDENTE: Il Presidente Ricci vuol fare una precisazione. Ne ha facoltà. MATTEO RICCI, Presidente della Giunta. Per evitare che si apra un dibattito su una cosa che non volevo dire. Consigliere Vergari, lungi da me pensare o assecondare quel pensiero, tant’è che l’ordine del giorno che ho proposto va invece verso il ruolo che il centro Italia svolge per l’unità del paese. Al tempo stesso però il problema c’è, non possiamo nascondercelo. Nessuno propone il Partito del centro o l’indipendenza del centro Italia. Dico che il problema c’è, è grande come una casa e che occorre da parte degli amministratori del centro Italia, a prescindere dal colore politico, coordinarsi in particolar modo in questo autunno, giocando questo ruolo di cerniera per l’unità del paese, non per fare ciò che vogliono fare al sud e al nord, proprio per evitare che ciò che vogliono fare al sud e ciò che vogliono fare al nord schiacci il centro Italia geografico di questo paese. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Falcioni. FRANCESCA MARIA FALCIONI: Questo pericolo di frattura dell’Italia non lo vedo. Non credo che ci troviamo in una zona dell’Italia dove dobbiamo temere che quelli del nord ci assaltino o lo facciano quelli del sud o cose di questo tipo. In questo ordine del giorno, Presidente Ricci, se me lo permette vedo innanzitutto un po’ di aria fritta, cioè tante parole ma poca sostanza, perché comunque questi tavoli di discussione, queste parole che si usano quando i problemi seri sono quelli effettivamente pra- tici, di tutti i giorni, non mi convincono e non mi convinceranno mai. Poi mi sembra quasi creare un habitat naturale per questa zona dell’Italia dove ancora il Pd e i suoi collegati resistono, creare una specie di isola felice dove tutti noi che la pensiamo alla stessa maniera, forse possiamo fare qualcosa o possiamo trovarci per capire cosa sta succedendo al nord, cosa sta succedendo al sud, perché altrimenti non riusciamo a capirlo. Allora, siccome succede qualcosa di strano nelle altre parti d’Italia, noi qui cosa dobbiamo fare? Mi sembra una cosa veramente poco utile per gli interessi della gente che vive in questa zona d’Italia. Io ho vissuto tanti anni al nord, pur essendo nata a Fano, sono rientrata qui ormai da più di dieci anni, quindi la realtà che ho vissuto prima rispetto a quella che vivo adesso è molto diversa, piacevolmente diversa, purtroppo non dal punto di vista politico, perché su stavo meglio. Però da un punto di vista di vivibilità, qui si sta decisamente molto meglio. Quindi la ricchezza è effettivamente in quello che sono l’ambiente, le persone e tutta la rete che si è riusciti a instaurare sul territorio a livello umano. C’è una differenza fondamentale in questo. Dobbiamo mantenere le positività di questa zona d’Italia ma non temere interferenze o problemi derivanti da altri. Quando si fanno queste citazioni sulla Lega che sta spaccando l’Italia e allora noi dobbiamo correre ai ripari, su questo non mi troverete mai d’accordo. Il federalismo non lo vedo come un elemento di rottura ma come un elemento di unione. Sull’ordine del giorno di Vergari non ho problemi, cioè destinare una giornata al ricordo e alla informazione su quello che è successo non mi sembra una cosa sbagliata. Sapere qualche cosa di più della nostra storia non è mai sbagliato se l’informazione viene fatta in modo corretto, per cui non credo che ci siano assolutamente problemi da parte del gruppo ad appoggiare un ordine del giorno sulla giornata individuata nel 18 febbraio. Invece su quello del Presidente Ricci che è impostato in tutt’altro modo, ho delle serie perplessità. L’Unità d’Italia non la si ha solo Atti Consiliari — 45 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 politicamente, la si deve conquistare in tanti altri modi e se punto di divisione sono le disparità tra le varie regioni, allora, secondo me, il federalismo fiscale, una volta attuato nel modo giusto è un punto per ritrovarci e riunirci di nuovo. Io la vedo così, è un discorso molto lungo che non mi metterò a fare adesso, però non lo vedo come punto di rottura, lo vedo molto più, invece, come punto di incontro, di unione. Lei dice “gli amministratori e i Consigli provinciali dell’Italia centrale”. Siete già tutti voi, non credo nemmeno che abbiate bisogno di inventarvi tavoli strani. E’ tutto, purtroppo, un pool di Regioni, di amministrazioni tutte gestite allo stesso modo e se ci sono problemi, purtroppo i problemi ve li siete creati da soli e adesso ve li dovete anche risolvere, non chiedete aiuto a noi. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Cancellieri. GIORGIO CANCELLIERI: Vedo gli ordini del giorno presentati diversi l’uno dall’altro, molto diversi. In che senso? Il primo, quello che ha illustrato il Presidente Ricci vede una preoccupazione per le regioni del centro Italia di essere, nel dibattito politico, considerate meno e in questa minore considerazione la conseguenza potrebbe essere quella di avere a disposizione meno risorse. Dico allora che è ora che la nostra classe dirigente politica, intesa in maniera bipartisan — parlamentari, presidenti di Regione, presidenti di Provincia, sindaci e amministratori tutti — cominci a tirarsi su le maniche, ad andare, come hanno fatto al nord, magari come fanno al sud, a far pesare a Roma le nostre proposte, a farci pesare politicamente. E’ ora che tutti insieme, in maniera bipartisan cominciamo a farci sentire presso il Governo nazionale. Come? Certamente i nostri parlamentari debbono avere un ruolo. I nostri presidenti di Regione, i nostri presidenti di Provincia, i nostri amministratori a 360 gradi devono cominciare a farsi sentire presso il Governo nazionale, portando le proprie istanze, difendendole con forza, impegnandosi in tal senso. Questo perché alla luce, spero presto, anche dell’applicazione del federalismo fiscale, quando sarà diventato attuativo, queste regioni meriteranno più trasferimenti, più risorse sul territorio. Anzi, meriteranno di trattenere già a monte, sul territorio, le proprie tasse, gran parte del proprio gettito fiscale. Quindi aspetto proprio con ansia l’applicazione di questo federalismo fiscale. Essendo le nostre regioni virtuose, che danno a Roma molto più di quello che ottengono, spero, con l’attuazione del federalismo fiscale, di avere molte più risorse a disposizione. Però la pagnotta ce la dobbiamo conquistare. Dobbiamo tenere il livello alto e dobbiamo impegnarci di più. La nostra classe dirigente deve essere più “pesante” nei confronti di Roma. Questo lo dico da amministratore, al di là dell’appartenenza politica. Invece dico a Vergari che più il ragionamento è in tal senso più la Lega ha voti. Più analisi semplici, con delle battute anche fuori luogo, più voti alla Lega. Questo è stato il problema: avere sottovalutato le due questioni, la questione settentrionale e quella meridionale. Oggi siamo presi in mezzo e ci sentiamo anche trascurati, ma il problema è nato a monte, visto che vogliamo celebrare l’Unità d’Italia. E’ nato quando, nel 1861, si è cercato di annettere il meridione al Piemonte, al Regno Sabaudo. Questo è stato il grande problema. Aveva ragione Cavour: “cerchiamo di fare l’Italia ma sarà dura fare gli italiani”, mettere insieme dei tessuti sociali, una cultura così eterogenea. L’Italia non doveva nascere in quel modo, doveva nascere federalista. Se fosse nata così, probabilmente la Lega non sarebbe mai esistita, probabilmente le spinte secessioniste del nord non ci sarebbero mai state, probabilmente le classi dirigenti meridionali sarebbero state più responsabilizzate e forse non avrebbero creato il disastro economico e culturale che hanno creato. Questo è il grande problema, nasce da lì il problema. Abbiamo voluto annettere e creare un’Italia centralista. Dovevamo farla federale fin da quei tempi. Sapete chi ha fatto l’Unità d’Italia, a parte quelli del nord che ci hanno lasciato la vita assieme a Garibaldi? L’Unità d’Italia l’hanno fatta due grandi classi dirigenti: la grande borghesia del nord e i latifondisti del sud. Questa Atti Consiliari — 46 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 gente, compresi soprattutto i latifondisti del sud, classe dirigente che pensava a se stessa, non ha pensato minimamente alle proprie popolazioni. L’Italia è nata male. Quindi c’è poco da fare iniziative, “celebriamo l’Unità d’Italia”. Ma quale Unità d’Italia? Non c’è l’Unità d’Italia neanche adesso. Il federalismo è l’unica cerniera, spero, che può unire questa Italia e la può far migliorare, responsabilizzandola, da nord a sud. E’ l’unico sistema per evitare le spinte secessioniste. Allora facciamo un ragionamento in tal senso... (si dice: “tu l’imbracci il fucile?”). No, no, io non l’imbraccio, io sono una persona civile e democratica e sono un profondo difensore del mio territorio. Io non sono un difensore del territorio della Bergamasca o del Veneto, sono un difensore del Montefeltro, del mio territorio, io difendo la mia identità, la mia cultura, le mie energie, quelle che hanno contraddistinto i miei nonni, i miei padri che hanno investito su questo territorio. Io sono federalista, profondamente federalista e se fossimo stati più scaltri... Ci sono stati Cattaneo, Minghetti, c’è stata della gente che aveva capito in che direzione dovevamo andare. Tornando a noi, dico che dovremmo conquistarcela, noi amministratori del centro, e dovremmo andare a Roma a chiedere con forza la Fano-Grosseto, per esempio, alla luce anche del federalismo fiscale che spero arrivi presto. Il nostro gruppo si asterrà sulla prima mozione, ovviamente visti i toni voterà contro la seconda mozione. mente aprirsi e in un certo senso dare un messaggio contrario a quella che è la chiusura automatica e sistematica che avviene in questo momento con i timori e con la difesa sempre marcata del proprio territorio, della propria identità e della propria cultura. E’ giusto questo, ma è giusto anche aprirsi e portare un modello di sviluppo che nel nostro territorio e nel centro Italia è da tenere in considerazione, come in tutte le altre parti della nazione. Allora perché non iniziare a collaborare con le altre Regioni, con le altre amministrazioni, con i soggetti che possono essere interlocutori, al di là delle appartenenze politiche, per cercare di sviluppare un modello che nel centro Italia ha da insegnare, penso senza presunzione, a tante altre parti del nostro paese in equità, in benessere, in qualità della vita, in uno sviluppo migliore che da altre parti perché più equo, più moderato e sicuramente più attento a certe dinamiche e a certe peculiarità? Per cui lo vedo un messaggio nuovo, che fino adesso non è stato portato avanti, però accolgo di buon grado questo atteggiamento di apertura che non va a ricadere in quelle divisioni e in quelle chiusure che mettono le persone sempre in condizioni di pensare alle paure, al timore che qualcuno altro possa arrivare ma aprirsi e cercare di condividere il più possibile, di aprire il più possibile le barriere per cercare di condividere quello che è un modello di sviluppo secondo me di primaria importanza come il nostro, nel nostro territorio e nel centro Italia in particolare. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Ceccarini. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Savelli. LORENZO CECCARINI: Il mio intervento è diametralmente opposto a quello che ha fatto in questo momento il consigliere Cancellieri sindaco di Fermignano, per un motivo molto semplice: perché mi sembra che in questo ordine del giorno emerga una proposta molto chiara: quella di uscire da queste contrapposizioni dettate solo dalla chiusura e dalla contrapposizione con i paesi limitrofi, con le culture diverse, con la possibilità di poter interloquire, aprire e portare una condivisione sugli obiettivi da raggiungere ma vuole vera- RENZO SAVELLI: Condivido entrambi gli ordini del giorno che sono stati predisposti e brevemente ne motiverò le ragioni. Ho ascoltato, come mia abitudine, con grande attenzione le ragioni degli altri, quando ci sono. Quando non ci sono dico perché non sono d’accordo. Vedi amico Cancellieri, è fuor di dubbio che quando parliamo di Unità d’Italia, l’Italia è il paese che arriva per ultimo, nel quadro europeo, ad avere una sua unità ed arrivando per ultimo questo processo è stato molto più lento: Atti Consiliari — 47 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 solo nel 1861. Non solo, ma se consideriamo come gli altri paesi sono giunti alla loro unità nazionale, non è che sia stato tutto rose e fiori, basti ricordare la crociata contro gli albigesi che erano tranquilli, solo che con la scusa e con il pretesto religioso arrivarono dal nord per impossessarsi per quei territori ecc. O basti ricordare Filippo il Bello che sciolse i Templari. Quindi i processi unitari degli altri paesi non sono stati un pranzo di gala, per usare una frase cara al compagno Vladimir Ulianovic ma sono stati, naturalmente, fuoco e sangue. Per quel che riguarda l’Italia ci sono delle differenze tra il centro e il sud, anche su questo. Se è vero che l’esercito piemontese ha occupato lo Stato Pontificio, perché lo ha occupato, non lo ha liberato, è anche vero però che in questi territori, così come in Toscana, si fecero i cosiddetti plebisciti, cioè per la prima volta tutti gli uomini, a prescindere dal censo potevano votare per il Regno d’Italia o con il precedente sovrano. Le risposte furono a stragrande maggioranza, ove più ove meno, in favore del sì. Fra l’altro Pergola si liberò da sola, senza aspettare che Cialdini sconfiggesse le truppe papaline guidate da Lamoricière a Castelfidardo. Invece ciò che successe in meridione è un’altra storia. Già Gramsci nella sua “Questione meridionale” e Salvemini avevano affrontato questo argomento. In seguito alla occupazione, non è stata una liberazione, del meridione, è successo che le condizioni di vita sono peggiorate, è successo che sono morti più soldati italiani — per la maggior parte erano piemontesi — nella repressione del brigantaggio meridionale che in tutte le tre guerre d’Indipendenza. E potrei continuare. Questa però non è una buona ragione per non riflettere se sia stata o no importante l’Unità d’Italia, perché la proposta dell’amico Vergari non mette in discussione le modalità, ti dice “comunque sia l’unità nazionale raggiunta era un fatto positivo o negativo”. Poi, sulle modalità ci ragioniamo. Tra l’altro posso dire che giorni fa ho parlato con il presidente della Oliveriana e proprio per il 2011 si terrà un convegno per spiegare il contributo dato dalla Legazione di Pesaro e Urbino al Risorgimento italiano. Su questo argomento è stato già in parte pubblicato un libro a più voci — si dice collettaneo — in cui c’è anche un mio saggio, nel quale si parla dei moti de 1831 e del 1848-49. Alla difesa della Repubblica Romana erano andati anche i nostri, anche i forsempronesi, i fanesi, i pesaresi ecc. Perciò noi abbiamo delle pagine di storia che per fortuna sono emerse in questa prima pubblicazione, che erano sconosciute. E altre cose potranno emergere. Quindi la grande storia non è passata solo a Roma, Firenze e Torino, è passata anche a Fermignano, è passata anche nei nostri territori. Certo, era appannaggio delle classi nobiliari, delle classi borghesi, non del popolo e dei contadini perché non ci credevano molto all’Unità d’Italia. Poi le truppe bergamasche furono inviate. Non solo fra i famosi Mille. Poi vennero quaggiù e rimasero qualche tempo fra noi. A Fossombrone c’era un battaglione che veniva da Breno, nell’Alta Val Camonica. Ci sono dei documenti dell’epoca di ringraziamento. Da questo punto di vista ragioniamoci pure, però fra il ragionare, il mettere in evidenza gli errori c’è una differenza, perché, come ho detto prima, non è stato un “pranzo di gala”. All’ipotesi federalista certo che c’erano, ma ieri leggevo sul Corriere della Sera che il ministro Bondi ha anticipato ciò che sembra lui dirà tra un paio di giorni nell’apposito Comitato. Mette sullo stesso piano Vincenzo Gioberti — anche lui parlava di confederazione — e Carlo Cattaneo. Sono due ipotesi completamente diverse, perché il Gioberti voleva una confederazione degli stati italiani così com’erano, con a capo il Papa, mentre Carlo Cattaneo perseguiva un federalismo repubblicano, di stampo elvetico, quindi europeo, perché aveva un esempio preciso che era la Svizzera, ma intrinsecamente e squisitamente laico, che è tutta un’altra cosa. Lo stesso Mazzini che era repubblicano e voleva l’Unità d’Italia e l’Italia repubblicana, si dovette accontentare di averla monarchica, Italia unita ma monarchica. Il fatto che si ricordi il 18 febbraio mi sembra una cosa giusta. Questo però deve essere lo spunto non per dire che tutto è andato bene, tutto è stato bello. No, al contrario: per mettere in evidenza anche questo errore. Una delle cose che non tutti sanno è che Atti Consiliari — 48 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 fu istituita la leva obbligatoria. Andate a leggere gli atti della magistratura di Urbino: i primi anni i carabinieri non fanno altro che cercare i renitenti alla leva. E’ chiaro che questo ha sconvolto l’economia, le famiglie ecc. Quindi questa sarà l’occasione anche per rivisitare, però io distinguo fra l’Unità d’Italia che è stato un fatto positivo di per sé, rispetto ad una serie di modalità che ci sono state. Su questo, quindi, cum toto corde. Per quello che riguarda l’altra questione posta giustamente dal nostro Presidente, esiste una frammentazione nella società ed una frammentazione che sta andando avanti anche nella testa dei partiti, oltre che degli amministratori: “io difendo il mio territorio”. Certo, però non basta. Sta venendo sempre meno, caro Cancellieri, il disegno ideale che va da Canicattì alla Valle d’Aosta, dal Trentino a Santa Maria di Leuca, dove Ionio e Adriatico si incontrano. Di fronte a fatti come questi la sua preoccupazione la capisco, perché in una frammentazione di questo genere ognuno ha il suo particulare, per citare Guicciardini, e viene meno quel disegno generale di cui invece parlava il buon Machiavelli. Ecco perché sono d’accordo. Condividevo la sua preoccupazione della tripartizione, quindi da questo punto di vista noi non saremo la riserva indiana delle “regioni rosse”, perché ci saranno le votazioni il 21-22 marzo. Qualche regione si perderà, altre si manterranno, ma i problemi restano e siccome i problemi restano e come amministratori vogliamo risolvere i problemi, vogliamo ridiscutere la storia, la geografia, le scienze, l’economia, però vogliamo anche dare una prospettiva alle nostre popolazioni. Questo è il senso dei due ordini del giorno rispetto ai quali non possiamo che essere pienamente favorevoli. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Lunghi. DANIELE LUNGHI: Fino adesso sono stato zitto, lamento anch’io questo discorso dei documenti, poi ho i miei dubbi che si possano portare tutte queste cose: per lo meno vanno messe ai voti. Comunque auspico che nei pros- simi Consigli, se in via d’urgenza almeno tre giorni prima, se non in via d’urgenza almeno cinque giorni prima, possiamo avere il materiale, altrimenti veniamo qui ad ascoltare lezioni di storia interessanti, però insomma... Questa è una mia opinione. PRESIDENTE: Mi scuserà, però io sono tenuto ad osservare il regolamento. Possiamo anche interpretarlo, abbiamo avuto, giovedì, la Conferenza dei capigruppo. DANIELE LUNGHI: Però, Presidente, io devo espletare il mio mandato, quindi penso che il regolamento debba tenerne conto. Non so se questo regolamento è proprio regolare, scusate il gioco di parole. PRESIDENTE: Però si mette in discussione e lo si cambia, ma finché c’è deve essere applicato. Mi sembra l’ABC. Io sono d’accordo con lei: troppo tempo. Sono tutte norme che sono state pensate a garanzia della minoranza, figuriamoci se non sono d’accordo di tagliare. Infatti dalla prossima Conferenza dei capigruppo iniziamo a tagliare i tempi, così riusciamo a discutere. Abbiamo voglia di fare. DANIELE LUNGHI: Però, se permettete, a questo proposito usare bene il tempo. Gli argomenti che abbiamo trattato adesso sono poco attinenti con la Provincia. Sul fatto che la Lega divide c’è tutto un discorso da fare. La Lega è l’unico partito innovatore e ovviamente per tenere uniti bisogna rispettare le diversità, altrimenti non si sta uniti. Poi, ovviamente, è un partito che rappresenta il territorio. Noi rappresentiamo il nostro, le Marche, quelli della Romagna la Romagna. E’ la stessa cosa che fanno gli altri partiti, non è che io sono succube della Lega Veneto o della Lega Lombarda. Poi, se l’attuale sistema da tutti viene ritenuto obsoleto è un’opinione comune. Poi la storia ad ogni momento ha le sue esigenze. In questo momento si ritiene che il sistema federale sia quello migliore, molti stati sono federali, vedo che vanno bene. Certo è un forte banco di prova per la Lega, perché se non dovesse funzionare ci giochiamo tutto. Per esempio si è andati al contrario con Atti Consiliari — 49 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Magnanelli. stradine del 1800. Continuare a pensare che è identitaria, che quei poveri cristi della Provincia di Pesaro difendono... Il senso generalizzato è questo, non di difendere il colore o meno. Poi i partiti si modificheranno. (Interruzione). Collega Falcioni, glielo posso dire, visto che ho pochi capelli e, quei pochi, bianchi. Visto che vengo da lontano in politica, le dico che la Dc, il Pci, il Psi ed altri, in situazioni di questa natura in Parlamento hanno trovato soluzioni condivise e hanno risolto tanti problemi. Ad esempio — io vengo da Urbino — le leggi speciali, le leggi per le mura e quant’altro, andando proprio alle cose più spicciole, quanto quelle più generali. Non che così si facevano confusioni partitiche, per carità. Il collega Rossi sa quanto era super accesa la politica negli anni ‘70, ‘80. Mi pare che l’intervento del Presidente vada in questa direzione, cioè ci troviamo, per diverse problematiche, in una situazione di difficoltà e in particolar modo la madre di tutte le battaglie, la Fano-Grosseto, a mio modo di vedere, perché il lotto 10, Santo Stefano di Gaifa-Bivio Borzaga che il ministro Matteoli aveva detto l’anno scorso, in determinate conferenze, incontri che sarebbe andato avanti — ed era positiva questa sua indicazione — mi pare che langua. Per cui il significato è questo. Non è un laboratorio politico, per dire “mettiamoci insieme perché dobbiamo sconfiggere gli austro-ungarici” ma perché dobbiamo cercare, in questo gioco difficile, di difendere alcune scelte fondamentali. Questo è il senso. GIUSEPPE MAGNANELLI: Mi fa piacere che la collega Falcioni abbia detto “qui si vive meglio”, anche perché non dipende solo dal colore politico ma dipende, oltre che dalla conformazione territoriale, anche da chi ha governato ieri e da chi governa oggi. Quanto proposto dal Presidente non è un laboratorio politico, lo comprendiamo o non lo comprendiamo che la Fano-Grosseto è interesse generale? Come ha detto con molta onestà il sindaco Cancellieri. Non perché è nostra, la FanoGrosseto è di tutti. Se immaginate che si dovesse interrompere la ferrovia, mi dite qual è il modo per collegare l’Adriatico con il Tirreno? Questa è una domanda in maniera seria, non le PRESIDENTE: Scusi consigliere, la verifica del numero legale si chiede dopo che è stato fatto l’intervento, non si può chiedere durante. Dove governate voi e facciamo così, voi ci riprendete, giustamente, perché prima si chiude la discussione e poi si chiede la verifica del numero legale. E’ stata chiesta la verifica del numero legale, quindi procedo alla conta. Sono presenti n. 16 consiglieri, quindi il numero legale è garantito. Sono presenti Pascucci, Savelli, Vergari, Perugini, Ceccarini, Terenzi, Foronchi, Capanna, Berardi, Magnanelli, Mariotti, Sanchioni, Papi, Ricci, Bartolucci e Mei. Ringrazio Mei che ha avuto un senso di grande l’Ici. L’Ici è stato un passo contro il federalismo ma speriamo che con altri provvedimenti venga compensata la cosa. Non è che qui siamo monolitici. Siamo un po’ titubante di fronte agli stipendi differenziati, ma sono test, dopo il partito dovrà dimostrare a che altezza è. Le Marche non dovrebbe neanche avere paura di queste cose, perché è una delle otto regioni che produce più di quello che spende, quindi dovremo reclamare i nostri soldi. La Padania libera da cosa? Dall’oppressione degli enti superiori. Ogni ente subisce quello superiore, in un certo modo. Io ente che rispondo direttamente al territorio devo essere libero di usare i miei soldi, libero il più possibile di decidere sul mio territorio. Tutti i soldi che verso in tasse dovrebbero venirmi indietro. Sulle celebrazioni penso che questo non sia un tema necessario, si vive anche senza, quindi su quello ci asteniamo, come ha detto prima Cancellieri. Penso che queste mozioni sono un modo di declinare le responsabilità del passato, perché scaricare adesso sulla Lega i discorsi sul federalismo fino adesso non ha funzionato. Magari ci impegnassimo tutti insieme per la Fano-Grosseto e per temi di questo tipo. Sono il primo a mettermi in fila. Dico che se questo modello federale funziona in tanti stati — la Svizzera è lo stato più vecchio — non vedo perché debba essere un problema in Italia. Atti Consiliari — 50 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 responsabilità, mentre biasimo la maggioranza. E’ una vergogna! Ha la parola il consigliere Mei. MARCELLO MEI: La preoccupazione largamente condivisibile evidenziata dal Presidente della Provincia riguardo questo dibattito molto pericoloso, riguardo questa crisi economica, può e deve giustamente spingere gli amministratori dell’Italia centrale a fare squadra, questo mi sembra un proposito positivo. Occorre organizzare il centro Italia, ha detto il Presidente. Certo, però questo va fatto nell’operatività concreta, nel rapporto tra amministrazioni, nella indicazione di scelte condivise e non nelle enunciazioni o nei documenti che non siano concreti. Credo che vada posta attenzione ad enfatizzare o a non enfatizzare nell’immagine collettiva una ulteriore divisione, una parcellizzazione del paese. Forse, come ha detto il consigliere Falcioni non vi sono problemi concreti, reali all’orizzonte riguardo questo tema, per l’unità del paese. Credo che di questo passo possano sorgere dei problemi tra la gente e chi tra può lasciarsi prendere dalle parole d’ordine e dagli slogan elettorali. Un conto è sentir parlare gli amici come Cancellieri e un conto è sentire le enunciazioni di Calderoli e di Bossi. Certo, siamo in periodo elettorale, però questo lascia dei segni, lascia delle tracce, checché ne pensi la signora Falcioni. Il tema posto da questo ordine del giorno, dal Presidente è sicuramente serio e concreto. Va dato atto ai proponenti di essere sensibili a questo tema. Il coordinamento tra le Regioni è prioritario ed è da sostenere qualsiasi spinta vada in questo senso. Ritengo apprezzabile anche la richiesta di ospitare iniziative legate alle celebrazioni per l’Unità d’Italia, come quella di celebrare in una data precisa questa ricorrenza. Però va fugato soprattutto il pericolo, questo sì, di dare adito all’idea che si punti ad una ulteriore divisione e questo è passato sulla stampa. Quindi, pur apprezzando la sensibilità che l’ordine del giorno esplicita ma non ritenendo quello il metodo più appropriato a tutelare nei fatti la difesa degli interessi di queste aree, credo che l’Udc riguardo questo tema si asterrà. PRESIDENTE: Non vi sono altri inter- venti né dichiarazioni di voto, quindi pongo in votazione l’ordine del giorno presentato dal consigliere Vergari per l’individuazione e la celebrazione della Festa dall’Unità nazionale nella data del 18 febbraio. Il Consiglio approva con 23 voti favorevoli e 2 contrari (Lunghi e Cancellieri) Pongo ora in votazione l’ordine del giorno sui problemi del centro Italia presentato dal Presidente Ricci. Il Consiglio approva con 18 voti favorevoli, 4 contrari (Falcioni, Rognini, Tomassoli e Foschi) e 3 astenuti (Lunghi, Cancellieri e Mei) Sull’ordine dei lavori PRESIDENTE: L’assessore al bilancio mi ha chiesto di discutere, se non vi sono obiezioni, la delibera sugli storni e variazioni al bilancio, poiché ha un impegno, poi procederemo con l’ordine del giorno sulla scuola. (Così rimane stabilito) Storni e variazioni al bilancio di previsione 2009 e pluriennale 2009/2011 PRESIDENTE: L’ordine del giorno reca, al punto 7: Storni e variazioni al bilancio di previsione 2009 e pluriennale 2009/2011. Se non vi sono interventi, pongo in votazione questo punto dell’ordine del giorno. Il Consiglio approva con 18 voti favorevoli e 8 astenuti (Lunghi, Cancellieri, Falcioni, Mei, Rognini, Foschi, Tarsi e Tomassoli) Pongo in votazione l’immediata eseguibilità. Il Consiglio approva con 18 voti favorevoli e 8 astenuti (Lunghi, Cancellieri, Falcioni, Mei, Rognini, Foschi, Tarsi e Tomassoli) Atti Consiliari — 51 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 Ordine del giorno sul riordino del sistema scolastico PRESIDENTE: Passiamo ora all’ordine del giorno sul riordino del sistema scolastico, presentato dai consiglieri Savelli e Papi. Ha la parola, per illustrarlo, il consigliere Savelli. RENZO SAVELLI: L’ordine del giorno che vede come firmatari il sottoscritto e il collega Papi e naturalmente condiviso dai colleghi della maggioranza, attiene ad alcune questioni che non sono puramente formali ma vuol mettere il dito su una questione centrale nella storia del nostro paese, cioè che fine farà la scuola italiana, che fine rischia di fare la scuola italiana se non c’è un momento di ripensamento, di riflessione e di dibattito rispetto ad una serie di questioni. L’ordine del giorno — lo dico per i nuovi consiglieri che siedono su questi banchi — riassume un serie di leggi, di decreti legge trasformati poi in legge, che sono stati approvati in parte lo scorso anno e in parte quest’anno. Sulla scorta di quelle decisioni si sono poi avute le conseguenze. A nessuno sfugge che in questi giorni la scuola è al centro dell’attenzione di milioni di famiglie italiane, è al centro dell’attenzione di decine di migliaia di lavoratori della scuola, siano essi insegnanti, docenti, siano essi personale Ata, cioè applicati, segreteria, bidelli ecc. Dico con grande fermezza che la scuola italiana non è che fosse il regno di Bengodi dove tutto andava bene, dove tutto era perfetto, dove non bisognava toccare niente, anzi era opportuno fare una serie di scelte. Una parte le ha fatte la Moratti, una parte sono state fatte dal Governo successivo, adesso si è ricominciato a fare uno zig-zag rispetto alle precedenti impostazioni. L’elemento vero è che mentre la Moratti non cominciava con il dire “licenzio” ma cominciava a dire “ne approfittiamo per approvare la riforma complessiva della pubblica istruzione”, sulla scorta della quale, poi potevano avvenire, se non licenziamenti delle riduzioni, delle modificazioni — questo è normale — qui invece si è partiti programmando i tagli famosi, sia del personale docente che del personale Ata e sulla scorta di questo bisogna adeguarsi. E’ talmente vero che allora è stata fatta anche quella famosa legge che prevedeva all’art. 4 poi trasformato in 4 quinquies relativo alle piccole sedi, soprattutto, che poi per quanto ci riguarda sono sedi di montagna, con preoccupazioni evidenti da parte degli amministratori di quei Comuni. Tra l’altro, come è noto, il modo per far chiudere certi plessi si trova, perché se non si dà personale adeguato, evidentemente molti plessi chiudono, perché dal Ministero viene un numero ridotto di docenti, questi vengono assegnati alle varie, regioni, l’ufficio scolastico regionale li distribuisce ai vari provveditori, ora direttori degli uffici scolastici provinciali i quali a loro volta li distribuiscono ai vari istituti comprensivi, direttori didattici ecc., a cascata. Se ne arrivano 1.300 di meno una parte, piccola, può essere anche surrogata attraverso i pensionamenti ma per il resto ci sono le situazioni che vedete. Non è un caso che da un punto di vista operativo una serie di manifestazioni sono tuttora in atto da parte dei precari, perché il problema non è solo occupazionale, il problema riguarda la qualità della scuola. Nel frattempo si sono fatti un passo avanti e un passo indietro. Per esempio si doveva procedere nella strada della liceizzazione e anche qui un passo avanti e un passo indietro. Si doveva procedere ai famosi istituti tecnici superiori: anche su questi prima sì, poi no, poi sì. Praticamente vi si accede dopo avere fatto l’Itis. Ci siamo trovati di fronte alla Conferenza Stato-Regioni che non ha concluso i lavori perché non è stato trovato l’accordo per quel che riguarda i piccoli plessi di montagna o di piccoli comuni. Anche questo è un altro capitolo che ci preoccupa. Tra l’altro vorrei ricordare che l’operazione di concentramento in una stessa scuola di bambini provenienti da ex plessi scolastici — oggi si chiama “punto di erogazione servizio” — ha spazi inadeguati. Già l’Associazione nazionale consumatori ha presentato dei ricorsi, perché le classi sono adeguate per 15-18 bambini mentre ve ne sono 25-30 e con i parametri attualmente in vigore non è possibile. Eppure si andrà su questa strada. In una riunione che abbiamo fatto qualche mese fa, quando ero ancora assessore, la nostra collega di Macerata metteva in evidenza Atti Consiliari — 52 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 come anche gli edifici scolastici che loro avevano realizzato l’anno precedente — parlava di un liceo di Tolentino — erano stati fatti con i parametri allora attuali, che sono 25, non 30. Mentre invece le classi che si stanno facendo sono sempre più numerose, con anche rischi per l’incolumità dei ragazzi, perché gli standard hanno un senso. Le leggi o si rispettano o non si rispettano. Sull’altro problema, quello che riguarda la sicurezza in senso generale, mentre con la legge 23 erano stati previsti dal Governo P rodi dei finanziamenti a tre livelli — un terzo lo metteva lo Stato, un terzo le Regioni, un terzo i Comuni e le Province — questo flusso di finanziamenti è stato, se non del tutto chiuso, profondamente ridotto. E’ allora chiaro che siamo preoccupati per tutto il sistema scolastico italiano, a prescindere se i comuni sono diretti dal centro-destra o dal centro-sinistra. E’ indifferente, perché poi gli amministratori di centro-destra come quelli di centro-sinistra troveranno le popolazioni che diranno “non ci chiudete la scuola, non ci accorpate, non...”. Perché togliere la scuola a piccoli comuni significa dequalificarli. Purtroppo la Conferenza Stato-Regioni anche in questo senso non ci aiuta perché va in una direzione che è quella di voler scaricare, da parte dello Stato sulle Regioni, sempre più anche questa competenza. E i tagli vanno avanti. Non voglio fare polemica, perché si fa quando è ora ma non sempre bisogna farla, però non posso non ricordare un episodio: che erano stati tagliati i finanziamenti alle scuole private lo scorso anno, oltre a quelle pubbliche, per 170 milioni di euro. Dopo un richiamo all’ordine, non ricordo se su L’Avvenire o su L’Osservatore, sta di fatto che immediatamente i 170 milioni di euro per le scuole private sono stati trovati subito. Quelli per le scuole pubbliche invece non si trovano, anzi si usano le forbici. Ne parliamo in un momento in cui non c’è neanche pubblico, quindi non lo facciamo perché vogliamo trascinare le grandi folle, ma come riflessione rivolta a tutti i colleghi: da questo punto di vista è innegabile che se quest’anno il taglio ha già prodotto i disagi che sappiamo, disagi che non saranno acuiti con la “Carta della disoccupazione”, ridotta e non per tutti i precari, perché sarà per un numero limitato di precari, questa non è una Carta che può essere in grado di risolvere la questione. Se poi consideriamo che questa operazione sarà ripetuta per l’anno scolastico 2010-2011 e per quello 2011-2012, allora la domanda è: dove va la scuola italiana? Che fine farà la scuola italiana? Il che, ripeto, non significa non fare niente, mettersi a sedere e dire “va tutto bene, viviamo nel migliore dei mondi”, per dirla con Pangloss, non viviamo in questa situazione, però è anche vero che un conto è che bisogna fare, un conto è se la direzione di marcia è condivisa. In un momento come questo esprimo preoccupazione. Non è personale perché io ho figli maggiorenni, non ho neanche nipoti, quindi non è questo. E’ un problema che riguarda oggettivamente tutti noi amministratori periferici che si trovano di fronte a questi problemi. Quindi l’ordine del giorno richiama l’attenzione su tutti questi problemi che io ho sinteticamente evidenziato e alla fine dice “invita il Governo ad attivare un serio, aperto confronto”. Perché il problema vero è il confronto, “sulle azioni da intraprendere per qualificare il sistema scolastico”. Lo vogliamo tutti. Poi, “individuare i provvedimenti organizzativi conseguenti”. Per esempio, devo essere sincero, i provvedimenti che ha già presi il vecchio Governo, che sta continuando anche con l’attuale, sull’università, mi trovano d’accordo. Basta con i corsi-fantasma: dieci insegnanti, tre ragazzi iscritti. PRESIDENTE: Consigliere, sono le 20,20. RENZO SAVELLI: Sarà perché il dibattito politico mi mantiene giovane... Comunque finisco. “Tale confronto dovrà vedere il coinvolgimento di tutti i soggetti attori, fruitori del mondo della scuola (studenti, docenti, organi collegiali, famiglie, personale Ata e organizzazioni sindacali) nonché il mondo della ricerca e dell’università e gli enti locali stessi, a partire dagli enti comunali e provinciali”. La parte narrativa è quella che ho enunciato, la parte dispositiva di questo ordine del giorno mi Atti Consiliari — 53 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 pare che sia estremamente chiara e anche molto conciliante, non c’è la barricadera forma che potrebbe giustamente far venire ma semplicemente un appello all’ordine che venga dal basso, perché non si continui su questa strada, altrimenti l’anno prossimo c’è il massacro totale. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Magnanelli. GIUSEPPE MAGNANELLI: Giustamente, Presidente della Provincia e Presidente del Consiglio, siamo stati tre ore su un tema importantissimo. La cura dell’ambiente è cosa primaria per quelli orgogliosi di vivere qui, come anche la collega Falcioni sottolineava. Però nell’economia dei lavori non si può non considerare molto importante un problema di questa natura. Oggi si aprono le scuole e in questa settimana 8.750.000 studenti rientrano nelle classi. Capisco, se anch’io fossi nei panni degli altri colleghi, vedere uno che si alza a parlare mi farebbe dispiacere perché l’ora non è adatta. Questa doveva essere la madre di tutte le discussioni. Se è importante — è andato via il collega Rossi, qualcuno glielo riferisca — il punto nascite, perché la nuova nascita è fondamentale, è la gioia non solo dei genitori ma della comunità, il punto formazione è importante lo stesso. A quest’ora come è possibile fare un’analisi completa? Comunque leggerò una paginetta, tanto per esprimere velocemente il pensiero, però comprendo che i colleghi non ascoltano più di tanto, quindi mi affido al loro buon cuore. PRESIDENTE: Avevano chiesto di anticipare questo argomento al primo punto dell’ordine del giorno. Io ho negato dicendo “manteniamo tutti i punti come è stato deciso nella Conferenza dei capigruppo”. GIUSEPPE MAGNANELLI: Credo che quando viene formulato un punto di questa natura, debba essere discusso prima. E’ solo una richiesta. La domanda che tutti dovremmo porci è quante probabilità ha oggi un bambino italiano di raggiungere il successo formativo previsto dalla Carta Costituzionale. In Italia la percentuale di ragazzi che non raggiungono l’obiettivo minimo del completamento della scuola di base (elementare e media inferiore) è del 20%. Nelle Marche del 19% (dati 2007-2008). Se tali esiti li comparassimo ai dati europei avremmo di che inorridire. La Conferenza di Lisbona già dieci anni fa fissava — parlo di responsabilità che partono anche da lontano. Quando si parla di un tema così non si tratta di un tema di partito o di coalizione, ma è un tema formativo che parte da lontano — per tutti gli stati membri l’obiettivo del contenimento al 10%. E comunque, di questi 100 bambini, il 5,5% diventerà dislessico, con le conseguenze che possiamo immaginare: analfabetismo grave di ritorno, impedimento a partecipare alla società della conoscenza. Per quanto riguarda gli 80 ragazzi che riescono a conseguire la licenza media inferiore le statistiche ci dicono che rispetto al livello di competenze rilevate a 15-16 anni, cioè nel primo anno di scuola superiore, per quanto riguarda matematica e scienze ci collochiamo ultimi in Europa — dopo di noi solo la Grecia — e quart’ultimi nei paesi Ocse. Dopo di noi Turchia, Messico, Brasile. Per le competenze linguistiche siamo venticinquesimi. Perché questo, in particolar modo? Anche perché il metodo e il contenuto tra le elementari e le medie non sono in sintonia. E allora sappiamo che solo un’esigua percentuale di diplomati sceglie le facoltà di tipo scientifico e che la percentuale totale dei laureandi è davvero esigua. Se questo è il quadro, che viene anche da lontano, ci dovranno essere delle risposte, indipendentemente da chi ha governato e da chi governa. Certo oggi noi, hic et nunc ci riferiamo a chi governa ora, però non voglio dare responsabilità totali a nessuno. Sta di fatto che la scuola è questa e la scuola elementare è il fiore all’occhiello. Preso atto di questi dati l’impegno di tutti, a cominciare dal Governo, dovrebbe essere quello di una radicale inversione di tendenza, non seguendo semplicemente la strada della diminuzione della spesa ma mettendo in campo azioni di qualificazione della scuola e di garanzia del diritto allo studio, altrimenti lo decline- Atti Consiliari — 54 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 remo ma non lo realizzeremo mai, per collocarci nella media degli altri paesi europei. Siamo proprio certi che la proposta introdotta a seguito della legge 133 vada in questa direzione o invece sia iniziata l’era del doposcuola? Attenzione, per questa strada e in nome del risparmio si potrebbe tornare alle pluriclassi. Esagerato dirà qualcuno. Forse. Lo dico perché io vengo da questa esperienza. Io sono figlio di una pluriclasse e nelle nostre zone disagiate di campagna, negli anni miei, 1955-60, questo era: un maestro aveva la prima e la seconda, un maestro aveva la terza, la quarta e la quinta. Io ho fatto questa esperienza di due maestri in cinque anni. Questa vuol essere una provocazione. Ovviamente non si può parlare di 50 anni fa, però per invitare a guardare avanti e non girare la testa indietro o fare solo calcoli. Occorre tagliare, nel 2009-2012, 4 milioni di euro. Questa è la richiesta. Oggi, inoltre, la globalizzazione richiede un aumento dei saperi e delle conoscenze, quindi di risorse, per non uscire dal circuito della competitività. Inoltre ci sono anche i diritti dei disabili da non calpestare, perché non basta solo piangere e battersi il petto (mi riferisco anche a chi si definisce cristiano), bisogna testimoniarlo nei luoghi deputati, in maniera laica ma testimoniarlo nelle scelte che si fanno. I diritti dei disabili. Basta solo avere un rapporto con un disabile in famiglia. Chi non ce l’ha o chi non ha frequentazioni di questa natura non può parlare. Non pare che ci sia un adeguato rapporto tra le esigenze di questi e il numero degli insegnanti di sostegno. Ma tornando alla nostra provincia e al potenziamento della scuola materna statale, a fronte di un aumento di 7.774 alunni dai 3 ai 5 anni, sono previste le stesse risorse dell’anno scorso. E’ quindi evidente che non possono bastare. Se è vero che i dati sono: 131.841 fra insegnanti e Ata — spero che non sia vero — provate a immaginare: è come se fossero mille aziende di 131 unità che chiudono. Non voglio essere catastrofista, ci sono delle cose da tagliare, ci sono delle sacche, c’è forse qualche doppione. Ormai quello è stato già superato. Questa, colleghi e amici del centro-destra, è una battaglia non di parte, questa è una battaglia generale che, come si faceva quando era mini- stro Jervolino, quando c’erano ministri democristiani — è una storia che non rinnego — va fatta anche oggi. Non è una questione di politica e basta — politica fuori dalle scuole: mi viene da ridere, perché dipende dall’intelligenza e dalla sensibilità degli insegnanti — ma andiamo più a fondo e cerchiamo, se possibile, quando è possibile, almeno di dare più saperi possibile con le risorse limitate che abbiamo. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Ceccarini. LORENZO CECCARINI: Già l’intervento del consigliere Magnanelli è stato puntuale, perfetto su alcuni punti. Nel precedente Consiglio, quando si parlava di linee programmatiche e anche di tematiche su cui fare attenzione nell’azione politica del nostro consesso, avevo evidenziato questa situazione difficile che stiamo vivendo e che purtroppo molte parti del nostro territorio stanno subendo. Ci troviamo davanti a scuole che stanno chiudendo e a frazioni, comuni piccoli che non hanno un numero sufficiente per mantenere aperte le scuole, vediamo negare il diritto primario che un bambino ha, di istruirsi, legato ovviamente allo studio. Penso quindi che sia un fatto gravissimo questo “decreto Gelmini”. Sono convinto che è più legato al ministro dell’economia piuttosto che al ministro dell’istruzione, perché ritengo che sia Tremonti che l’abbia determinato in quanto non si spiega assolutamente. Chiedo quello che chiedeva prima il collega Baldelli, che adesso non c’è più: di mettersi una mano sulla coscienza, guardare in faccia la realtà e rendersi conto, al di là delle appartenenze, di quello che è il danno che sta facendo questa legge a tanti territori, a tante scuole, a tante istituzioni, a tante possibilità delle famiglie di avere una scuola nella propria frazione, nel proprio territorio per i propri bambini, per poter dare loro un’istruzione adeguata. Invece no, bisogna mettersi in condizioni di spostarsi, di dover accorpare scuole, di doverle chiudere e non è soltanto una questione di quest’anno ma si andrà incontro, negli anni prossimi, a numeri ancora più alti, perché sono previsti 15 bambini per classe, perché poi ci sarà il maestro unico, Atti Consiliari — 55 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 perché poi ci sarà tutto un insieme di situazioni che andranno ancora di più a mettere le scuole in condizioni di essere grandi strutture e su questo possiamo ragionare, però sicuramente bisogna guardare al danno che alcune località e alcuni posti che sono marginali nel territorio subiscono, con difficoltà a mandare i bambini a scuola. Chiedo se vi sembra normale che un bambino per fare la prima elementare debba alzarsi alle 6,30 del mattino per poter arrivare a scuola alle 8. Queste sono le realtà che stanno accadendo nel nostro territorio, non inventiamo niente perché questa è la situazione. Per i prossimi anni avremo situazioni ancora più difficili davanti da dover espletare. Faccio una proposta all’assessore di riferimento e al Presidente della Provincia affinché si tenga in considerazione questo aspetto. A breve, sia come Comuni che come Provincia dovremo programmare la pianificazione per gli anni prossimi. Chiedo fermamente di evitare di fare questa cosa. Facciamolo come protesta, non andiamo a prestare il fianco a una situazione che l’anno prossimo sarà ancora più difficile da gestire. E’ una forma di protesta seria da parte delle istituzioni che non si possono prendere a carico una responsabilità di questo tipo che va contro il bene e soprattutto il diritto primario nei confronti dei cittadini ma dei bambini che devono avere i diritti come tutti quelli che abitano nei posti dove vi sono molti abitanti, dove la densità abitativa è elevata, dove ci sono i servizi e tutto il resto. Dobbiamo avere a cuore i diritti di tutti, specialmente di chi abita e vive in situazioni e in luoghi che sono marginali. Questo penso che sia il motivo principale per il quale poterci muovere e giustificare, magari, una reticenza e una mancata programmazione per poter andare nella direzione che giuridicamente ci tocca come Amministrazione, come Provincia, come ente per pianificare gli anni prossimi. Fermiamoci un attimo, cerchiamo di far capire al Governo che non è questa la strada giusta, perché penso che sia veramente un atto che dobbiamo fare per far capire che da queste parti i diritti, soprattutto dei più deboli e di chi ha più necessità, li vogliamo tutelare e non vogliamo calpestarli come sta facendo questo Governo. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Cancellieri. GIORGIO CANCELLIERI: Solo per ribadire quello che ho detto — era presente l’assessore — nell’incontro pubblico tenuto ad Urbania e organizzato dal sindaco Lucarini sulla scuola. Dico le stesse parole: siamo in tempi di vacche magre. I tagli questo Governo — ma secondo me li avrebbe fatti qualsiasi Governo — li ha fatti in tutti i settori. Per noi Comuni il patto di stabilità lo vedo come un taglio. Pensate ai tagli sulla sanità. Questo è, in mancanza di risorse, un taglio alla scuola. Ma sollevo anche un altro aspetto, quello che da amministratore vedo e che ho molto vicino: il problema dell’edilizia scolastica. Il taglio non c’è soltanto sulla questione degli insegnanti, sulla questione della disabilia. L’anno scorso noi abbiamo integrato 30.000 euro, come Comune, al taglio del rapporto disabile-insegnante. Per mantenere lo stesso standard dell’anno prima abbiamo integrato il servizio con 30.000 euro presi dal bilancio. Ma la mia grande preoccupazione è quella dell’edilizia scolastica. Mi diceva l’assessore regionale che nelle Marche solo il 20% degli edifici sono a norma. Il mio edificio non è a norma e non ha neanche l’agibilità. Questo mi preoccupa molto. Non solo. C’è un grande bisogno di risorse per ampliare gli edifici esistenti, perché ci sono comuni come il mio che hanno annualmente un aumento costante di iscrizioni che ci porta ad avere non solo le scuole non agibili, da ristrutturare ma evidentemente da ampliare, insufficienti strutturalmente, piccole. Non abbiamo posto per nuove aule, per nuove classi. La preoccupazione la voglio allargare, diventa a 360 gradi. Però capisco anche chi come questo ministro — ma poteva essere anche di un’altra coalizione — ha da fare con i conti, ha da fare con le risorse. Non è una cosa semplice. E’ giusto che Savelli abbia posto sul tavolo questa discussione, però da questi banchi è difficile poter dare dei consigli a chi ha sotto un bilancio come ha il Presidente della Provincia, come hanno i Comuni, che fa acqua da tutte le parti. Atti Consiliari — 56 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Papi. DOMENICO PAPI: Prendo pochissimi minuti su questo argomento, poiché anch’io sono tra quelli che lo ritiene di importanza fondamentale. Credo che abbiamo fatto bene — insieme a Savelli ho sottoscritto l’ordine del giorno — a mantenere accesa la lampadina su questo tema in un momento complicato. Non entro nello specifico, non porto dati altrimenti l’intervento si allungherebbe troppo, però è evidente che la scuola è in difficoltà. Lo raccoglievo da amministratore, lo raccolgo anche in questi giorni. E’ in difficoltà perché c’è disorientamento, c’è incertezza e le scuole non sono più in grado di garantire quel livello formativo di qualità che avevano in qualche modo messo in piedi, per le ragioni più diverse. Cancellieri ne citava alcune. Le ore a disposizione sono diminuite, gli insegnanti sono diminuiti, è un ridimensionamento costante che non consente più ai dirigenti scolastici di attuare un modello della scuola che in qualche modo aveva dato e stava dando risultati molto buoni se è vero come è vero che la scuola elementare è considerata all’avanguardia per qualità nel mondo e man mano che si sale, purtroppo, ahimè, la scuola perde di competitività e di qualità. Siamo veramente ad un livello nel quale i margini di ulteriori interventi credo non siano più possibili. La razionalizzazione, questo termine brutto che significa per molti di noi avere un po’ chiuso, un po’ tagliato, ormai è passata e siamo arrivati a un punto in cui ulteriori chiusure, ulteriori ridimensionamenti sono difficili. Alcuni presidi questa mattina mi rappresentavano le difficoltà ad attuare la scuola perché non avranno le condizioni per poter assumere supplenti, per poter sostituire, perché ormai tutte le ore sono piene, strapiene, frontali, non si sono più i margini né di compresenza né di disponibilità. Alcune esperienze scolastiche, anche delle mie parti, che avevano sperimentato il tempo anche nel pomeriggio, con due rientri pomeridiani, già dall’anno scorso sono state cancellate, in particolare un’esperienza che veniva portata avanti da anni perché non c’è più il personale che possa garantire un’organizzazione di quella scuola. Concludendo, credo che dobbiamo stare attenti, con una convinzione. Credo che sulla scuola, sulla sanità e sulla sicurezza lo Stato non possa arretrare. Eliminiamo gli sprechi, eliminiamo i doppioni, cerchiamo di ottimizzare, ma sulla qualità e su questo servizio fondamentale da dare ai nostri cittadini credo che non si possa fare marcia indietro. Rispetto al sistema aritmetico, seppure deve essere applicato perché i conti debbono tornare, credo che bisogna investire sulla qualità e bisogna tutelare alcuni territori che, se ricondotti a un calcolo aritmetico puro, semplice e freddo, significherebbe veramente spegnere la lampadina che noi cerchiamo di mantenere accesa e molti territori si vedrebbero veramente privati di una qualità, di un servizio che poi si scaricano sui Comuni, perché quando c’è l’insufficienza si va dal sindaco, si va dall’amministrazione e si chiede di intervenire, di integrare. Vorrei dire di più ma mi fermo qui, dicendo che questo tema, che meriterebbe un dibattito molto più lungo, molto più approfondito, però abbiamo fatto bene nel giorno dell’apertura della scuola, a sollevare questa preoccupazione e, insieme all’assessore e insieme ad altri, a cercare di essere attenti e precisi nei confronti di una situazione che, se oggi è preoccupante, domani potrebbe diventare drammatica. PRESIDENTE: Ha la parola il consigliere Foschi. ELISABETTA FOSCHI: Condivido l’importanza dell’argomento. Proprio per questo non condivido affatto il modo con cui si è arrivati a discutere di questo ,ma, non perché lo si discuta a quest’ora, perché sono abituata a Consigli comunali che continuano fino a mezzanotte, ma più che altro per come è stato inserito questo tema. Io sono stata contattata da un sindaco, questa mattina, che mi ha detto “di cos’è che si parla oggi pomeriggio, visto che il Presidente Ricci e Bartolucci ci hanno chiesto di essere presenti? Si parla del sistema del riordino scolastico? Che cosa avete da approvare?”. Ho risposto “guardo l’ordine del giorno” e non Atti Consiliari — 57 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 c’era nulla che riguardasse il riordino del sistema scolastico. Ho allora detto “credo che tu ti stia sbagliando perché non c’è niente che faccia riferimento alla scuola”. Nella lettera di convocazione che io ho avuto, a cui è allegato l’elenco degli argomenti inseriti all’ordine del giorno non c’era nulla di specificato. Ho detto “a meno che si tratti di una interrogazione”, visto che non vengono esplicitate punto per punto. “Mi mandi questa lettera?”. La lettera, inviata a tutti i sindaci, dice: “Si comunica che nella seduta consiliare di lunedì 14 settembre, alle ore 15 presso la sala consiliare Pierangeli in via Gramsci 4, verrà discusso un ordine del giorno sulla riorganizzazione del sistema scolastico italiano. Considerata l’importanza dell’argomento, la S.V. è invitata a presenziare”. Poi, in neretto, “Si raccomanda vivamente la partecipazione. Cordialmente”. Firmato Bartolucci e Ricci. Tra l’altro ancora con carta intestata al sen. Ucchielli, quindi aggiorniamo almeno la carta. Cosa contesto di quella lettera? Che vengano chiamati i sindaci per ascoltare un dibattito di quel tipo, di cui non si precisa se all’ordine del giorno c’è effettivamente una delibera proposta da un assessore, si dice “ordine del giorno”, non si precisa che è un ordine del giorno firmato, con tutto il rispetto che ho per Savelli, dal capogruppo di Rifondazione comunista e dal capogruppo del Pd. Quindi altra scorrettezza, perché andava precisato, eventualmente. Inoltre si dice “è venuta giù la gente da Pergola” come se fosse chissà che, quindi il sindaco di Pergola che si interessa della cava e porta i suoi amministratori ha destato un po’ di sorpresa, chi ha convocato tutti i sindaci della provincia per sentir parlare di scuola, forse... (Interruzione). Non c’entra che fosse il primo punto o l’ultimo. Qualcuno si è reso conto di averla fatta un po’ grossa, perché poi è arrivata una e-mail in cui si dice: “A rettifica di quanto recapitato, si comunica che la presenza dei sindaci non è necessaria in quanto al discussione avviene solo all’interno del Consiglio provinciale”, senza precisare, di nuovo, che si tratta di un ordine del giorno firmato da Rifondazione e Pd. “Ci scusiamo per il disguido e comunque resta inteso che è gradita la presenza del sindaco qualora volesse partecipare”. Scorretta anche la rettifica. (Interruzione). Non è problema di avere ragione o meno, sto notando che come consigliere provinciale... (Interruzione). Prendo per buona questa cosa. La lettera è firmata da tutti e due, Presidente. Addirittura c’è l’indicazione “ore 16”. Avete proprio fatto il calcolo che prima ci sono le interrogazioni e le interpellanze. I sindaci vengono quindi informati di una cosa che non c’è, il consigliere non viene informato di una cosa che in realtà c’è. Questo per dire che condivido con quanti sono intervenuti che il tema della scuola è importante. A me sarebbe piaciuto venire qui e non prendere questa mattina il documento per rispondere a quel sindaco e dire “sì, effettivamente si parla anche di scuola” ma poter replicare punto per punto. Tra l’altro, circa l’utilità di farlo oggi, con l’apertura delle scuole imminente noi pensiamo che questo documento serva a qualcosa? Penso che, siccome le scuola aprono oggi e c’è fior fiore di gente che si scatena contro la Gelmini, “scateniamoci anche noi contro la Gelmini, perché quale migliore occasione del primo giorno di scuola?”. Mi viene da pensare questo. Papi, con questo ordine del giorno votato oggi, lei sull’anno scolastico che cosa ottiene? Questo mi viene da chiedere. Cosa ottiene in termini concreti? (Interruzione). Vedremo. Io già vi attendo a fare dichiarazioni a destra e a manca... (Interruzione). Con questo ordine del giorno oggi, ad anno scolastico iniziato... DOMENICO PAPI: Vale per il prossimo. ELISABETTA FOSCHI: Non c’era bisogno del 14. Non è solo questione di tagli, non tagli, di provvedimenti di questo tipo, perché quando leggo dei tagli agli insegnanti di sostegno e che occorre dare, ovviamente, tutto l’aiuto possibile agli alunni disabili, collega Savelli, lei è di Fossombrone e conosce meglio di me che nella scuola di Fossombrone ci sono due ragazzi che vanno in prima media, entrambi disabili, che hanno bisogno di una rampa: il Comune di Fossombrone ha provveduto? Esiste la rampa? La rampa non c’è. — 58 — Atti Consiliari SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 RENZO SAVELLI: La rampa c’è. ELISABETTA FOSCHI: La rampa non c’è. RENZO SAVELLI: E’ di fianco all’edificio. ELISABETTA FOSCHI: Ci sono persone che si rivolgono preoccupate, perché questi ragazzi non arrivano ai laboratori, sono discriminati dagli altri perché non hanno la possibilità di accedervi. RENZO SAVELLI: Tu dici dentro? ELISABETTA FOSCHI: Certo, dentro, nelle aule. Più che avere l’insegnante di sostegno per tutte le ore, l’umiliazione di non poter raggiungere le stanze che gli altri raggiungono non è solo una questione di tagli da qualunque Governo, perché tutti hanno tagliato, ma è anche questione di organizzazione, perché poi il Comune di Fossombrone dice “i soldi non li ho, mi deve aiutare la Provincia”, e siamo sempre ai piedi del pero. Come pure un altro tema da affrontare è quello della presenza degli immigrati nelle scuole, perché Ceccarini parlava di una situazione che lo riguarda da vicino, quella di Pieve di Cagna che adesso è abbinata con Schieti, però torno a dire che lì andrebbe rivista anche la questione Ca’ Lanciarino. Galuzzi sa benissimo, perché è stato chiamato a un’assemblea di genitori, che a Trasanni abbiamo il caso di una scuola dove in prima elementare su 17 ragazzi iscritti ci sono cinque — non li voglio chiamare “italiani” perché non considero gli altri — con nomi italiani e 12 no. Questo comporta che anche i genitori di Trasanni preferiscono non portare i figli a Trasanni e portarli a Urbino. Questo comporta una ghettizzazione in quella scuola, che forse è bene che affrontiamo, perché queste sono le competenze più specifiche nostre, non solo protestare per i tagli ma anche evitare che si realizzino ghetti autentici. Mi chiedo che tipo di integrazione possiamo realizzare in quelle classi dove, a maggioranza albanese, macedone o marocchina sarà difficile... Anzi, mi stupisco di come quei cinque genitori abbiano voluto lasciare i figli lì e non abbiano preferito, come tanti altri, portarli ad Urbino. Questi sono problemi nostri, della nostra Provincia, che è bene che siano conosciuti, affrontati e magari risolti, perché se ci fermiamo solo a dire che ci sono i tagli e assolutamente non va attuata questa politica, possiamo anche essere tutti d’accordo ma evadiamo l’impegno in ogni settore. GIULIO TOMASSOLI: Io ho ritirato i documenti del Consiglio sabato 12 alle ore 12 circa e non c’era traccia di questo ordine del giorno. Mi devono spiegare, lor signori, quando devo ritirare i documenti. Li devo ritirare la domenica per averli il lunedì? PRESIDENTE: L’ordine del giorno era presente da mercoledì. GIULIO TOMASSOLI: Non era presente. Le porterò il plico che mi è stato consegnato e non era presente, né come indicazione né tanto meno nei documenti allegati. Circa il merito non mi voglio esprimere perché già si è espressa benissimo la collega Foschi ma tengo a ribadire che comunque, questo documento è stigmatizzabile dal punto di vista della correttezza, perché il Presidente del Consiglio, secondo il mio modesto parere, nulla deve entrare con l’attività politica del Presidente Ricci, che può sì invitare i sindaci della sua provincia a partecipare a un Consiglio ma che questo debba essere controfirmato da chi in questo consesso deve cercare di far avere gli stessi diritti a tutti quanti non è condivisibile. Mi sembra che non ci siamo. Verificherò con i miei colleghi se al prossimo Consiglio presentare un atto, un ordine del giorno, una censura che la riguarda. PRESIDENTE: Ha la parola, per le conclusioni, l’assessore Morani. ALESSIA MORANI: Questo vuol essere solamente un inizio. i dispiace che i consiglieri Tomassoli e Foschi si siano più che altro soffermati su una sorta di vizio procedurale piuttosto che sul merito della questione, cosa che immagino abbiate approfondito anche voi, Atti Consiliari — 59 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 perché comunque è un argomento di una tale importanza che i consiglieri provinciali ne saranno sicuramente edotti ed avranno approfondito bene l’argomento. Detto questo voglio riportarmi al merito della questione. Come è possibile evincere dal tono dell’ordine del giorno che abbiamo presentato e soprattutto dalle conclusioni, si tratta di un documento che non è semplicemente di protesta, è un ordine del giorno che si caratterizza per l’invito al ministro e al Governo ad un confronto sulle problematiche della scuola. Perché l’abbiamo impostato in questa maniera? Perché crediamo, come ha detto giustamente il consigliere Cancellieri, che ci voglia una buona dose di realismo nel fare le cose e siccome siamo tutti consapevoli che il momento è difficilissimo per le finanze dello Stato e siamo consapevoli che l’andamento dell’economia di certo non agevola neppure l’azione di un Governo che voi sapete non condiviso ma che auspicherei riuscisse a fare qualche cosa di buono per l’economia italiana e perché i cittadini italiani stiano meglio, partendo da una sana dose di realismo sappiamo che i tagli alle risorse della pubblica istruzione non si fermeranno, per le motivazioni che ho detto e perché la ministra è giustamente convinta della bontà della sua riforma. E’ chiaro che quando si fanno tagli matematici da Roma, i tagli matematici sono come una scure, non hanno la capacità di plasmarsi sulle caratteristiche di ogni singolo territorio, quindi anche in questo senso credo che la sensibilità della Lega sia una sensibilità che ci viene in accordo su questo punto. E’ per questo che credo che anche voi dobbiate votare questo ordine del giorno. Il problema della riforma della scuola, soprattutto riguardo al nostro territorio, non concerne solo ed esclusivamente tagli al numero di docenti, tagli al numero di personale e tutte le problematiche connesse all’offerta formativa, all’eliminazione delle compresenze, all’eliminazione dei moduli e tutte le cose che potremmo stare qui a discutere ma riguarda soprattutto il fatto che su un territorio come il nostro questa riforma rischia di avere degli effetti devastanti. Lo dico perché, in quanto proveniente da un piccolo comune dell’entroterra, sono consapevole del fatto che soprattutto i piccoli centri e in particolare quelli montani, subiranno, a causa di questa riforma, una contrazione delle possibilità di dare ai propri cittadini dei servizi essenziali. Non voglio paragonarli alle Poste o altre cose perché non sono paragonabili, ma si tratta del fatto che i piccoli Comuni non saranno più in grado di garantire un diritto che è costituzionale. Stiamo parlando di una cosa ben diversa rispetto ad un uffici postale o allo sportello di una banca, stiamo parlando del cuore vero dei diritti della nostra Costituzione. L’ordine del giorno volutamente non è animoso. Si potevano scrivere, dal punto di vista politico, delle cose molto più pesanti, volendolo fare. Non l’abbiamo voluto fare per tutte le ragioni che ho elencato prima. Assieme al Presidente stiamo cercando di portare avanti un’azione amministrativa tesa alla proposta piuttosto che alla protesta, quindi sarebbe opportuno che coloro che sono deputati alla riforma della scuola si occupino di questa riforma ma cercando di plasmarla sui singoli territori. E’ per questo che invitiamo il Ministero, assieme a tutti gli altri attori della scuola — i docenti, le famiglie, le confederazioni sindacali e tutti coloro che si occupano della scuola — a riflettere su questa riforma, a riflettere su come poter fare in modo che, nonostante la necessità del taglio di risorse, comunque questa riforma non devasti il nostro territorio. Questo è lo spirito con cui abbiamo affrontato questo ordine del giorno e siamo consapevoli che domani, dopo l’approvazione dell’ordine del giorno non è che le cose cambieranno in maniera sconvolgente. Certamente cerchiamo di aprire una breccia per fare in modo che tutti gli attori che ho nominato prima si mettano d’impegno per salvaguardare questo territorio, per salvaguardare il diritto allo studio dei nostri bambini e ragazzi, perché questo è l’obiettivo che credo un’amministrazione pubblica, sia di centro-destra che di centrosinistra, si deve porre. Per questo non solo invito i consiglieri di maggioranza a votarlo — e non ho dubbi che lo facciano — ma invito anche i consiglieri dell’opposizione a votare questo ordine del gior- Atti Consiliari — 60 — SEDUTA DEL Provincia di Pesaro e Urbino 14 SETTEMBRE 2009 no, perché importante e strategico per il futuro del nostro territorio. PRESIDENTE: Non vi sono dichiarazioni di voto, quindi pongo in votazione l’ordine del giorno. Il Consiglio approva con 19 voti favorevoli, 4 contrari (Tomassoli, Foschi, Rognini e Falcioni) e 2 astenuti (Lunghi e Cancellieri) delibera è stata approvata. Vi sono le interrogazioni. C’è una richiesta di rinvio. Se non vi sono opposizioni le rinviamo al prossimo Consiglio provinciale che si terrà il 28 settembre, nella mattinata, perché prima, quando i rapporti erano cortesi avevamo accettato questa alternanza mattina-pomeriggio. Rivedremo anche questo, visto anche l’orario. Quindi mi pare di capire che non vi sono opposizioni al rinvio delle interrogazioni al prossimo Consiglio. (Così rimane stabilito) Sull’ordine dei lavori La seduta è tolta. PRESIDENTE: A questo punto abbiamo esaurito tutti i punti all’ordine del giorno, la La seduta termina alle 21,06