Comunicare la scienza: la divulgazione scientifica – prof.ri Righetti e Beltramo
SCIENZA E LETTERATURA
AUTORI CONTEMPORANEI
e’l Caos immenso la bella distinzione assorbirebbe
Tommaso Campanella
lunedì 8 marzo 2010
Comunicare la scienza: la divulgazione scientifica – prof.ri Righetti e Beltramo
Vai a diapositiva 6
1. Da un lato:
Il rapporto fra letteratura e scienza
è sempre stato di due tipi
alcuni scrittori fanno
proprio nelle loro opere il metodo
scientifico, ovvero l’orizzonte
interpretativo, epistemologico tipico
della scienza
2. Altri autori utilizzano invece la
loro opera letteraria come strumento
di divulgazione, seppure nei modi
propri della letteratura, del metodo e
delle conquiste del sapere
scientifico
Mentre il primo aspetto è stato tutto sommato una costante nella storia
letteraria (basti pensare alla scienza aristotelico-tolemaica per Dante
fino alla psicanalisi per i surrealisti o per Svevo), la seconda accezione
ha subito radicali cambiamenti nel corso della storia
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Fino al 1600
Il problema non si pone neppure in questi termini. Fino ad
allora sapere filosofico – scientifico e letteratura sono
integrati – opere come il De rerum natura di Lucrezio,
oppure la Commedia di Dante
Dopo il
1500 / 1600
Avviene la cosiddetta “matematicizzazione” del sapere
scientifico (Galileo: l’universo è scritto in lingua
matematica) – confronto fra universo di Dante e quello di
Milton.
Da ciò nasce la necessità di una
divulgazione, che renda intellegibili
concetti che sono altrimenti di difficile
accessibilità
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Si possono citare, in Italia i casi di
• Daniello Bartoli (1600), un gesuita che nella
Ricreazione del savio divulga le conquiste
della conoscenza collegate all’uso del
microscopio (la memorabile pagina sulla
“mostruosità” degli insetti, che risponde ad
un gusto tipicamente barocco per
l’inquietante);
• Francesco Algarotti (1700) nobiluomo
veneziano ed autore legato all’illuminismo,
che nell’opuscolo Neutonianismo per le
dame cerca di rendere comprensibili i
principi della gravitazione universale anche
alle dame dell’aristocrazia. Perciò riduce
l’argomentazione ad una conversazione da
salotto, adatta alla società galante a cui si
rivolge, ai suoi costumi e al suo linguaggio.
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In ogni caso la divulgazione si
caratterizza per una traduzione della notizia
scientifica in altro codice, di maggiore
accessibilità per il lettore
Da
A
Codice scientifico
(proprio di ogni specifica
disciplina, chimica, fisica,
biologia ecc.) con
inevitabili implicazioni
matematiche
Codice letterario proprio di
ogni epoca e corrente
letteraria (genere letterario,
lessico dell’epoca, apparato
retorico, soluzioni
stilistiche ecc.)
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Collega a diapositiva 2
Caso di Carlo Emilio Gadda-
casi
del
1900
utilizzo dell’orizzonte interpretativo (1)
della scienza: il concetto di rete, di
complessità, della realtà come sistema
di sistemi, l’apertura verso gli abissi del
cellulare, del molecolare, utilizzati per
aprire nuove prospettive romanzesche.
Casi di Italo Calvino e Primo Levi –
In cui l’opera letteraria si contamina con
la scienza anche nella sua seconda
accezione, ovvero facendosi
strumento di divulgazione (2)
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Itala Calvino arriva a questa forma di
divulgazione scientifica negli anni ’60 del
Novecento.
Calvino in alcune opere (come La giornata
di uno scrutatore) giunge alla
constatazione del fallimento della ragione
storicistica e delle sue utopie.
Di fronte ad una realtà che gli appare
sempre di più come oscurità, buio, enigma
irrisolvibile, si rivolge alla scienza, la quale
gli fornisce una sorta di chiave, di
grimaldello interpretativo, in forza
soprattutto della sua capacità analitica, di
scomposizione dei fatti nei loro principi
basilari
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Tale atteggiamento si trova soprattutto nella serie di racconti de LE
COSMICOMICHE, nonché in opere più tarde come Ti con zero e Palomar
Nelle Cosmicomiche i racconti, che si basano
sulle più recenti acquisizioni scientifiche,
espongono alcuni passi dello sviluppo fisico
dell’universo (fisica, astronomia, chimica),
dell’evoluzione biologica degli esseri
(biologia, evoluzionismo), attraverso la voce
paradossale, ironica, di uno spettatore, il non
meglio precisato personaggio di Qfwfq.
Qfwfq racconta ad esempio:
• della nascita di stelle e pianeti dalle nebulose
•Dell’espansione della materia dopo il big bang
•Del formarsi dell’atmosfera che causa la nascita dei colori
•Del passaggio dalla vita acquatica a quella terrestre
•Dell’emergere in alcuni esseri del senso della vista
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Calvino a tale scopo utilizza un tono blandamente comico (da cui il titolo
dell’opera), tipico di certa divulgazione scientifica di tipo anglosassone.
Gli espedienti letterari per introdurre tale divulgazione sono i seguenti:
•Impianto di tipo genericamente fantascientifico, con implicazioni
comiche 87-88
• utilizzo di una voce antropoformizzata, quella appunto di Qfwfq. Qfwfq
si presenta a volte come un bambino, a volte come un uomo maturo. Ha
genitori, nonni, zii, fratelli e sorelle, che insieme concorrono a formare
una sorta di teatrino domestico (27)
• unione fra il vertiginoso della conoscenza (galassie, big bang ecc.) e il
banalmente domestico, il quotidiano (litigi, gelosie, desideri ecc.)55-56
• in tal senso Qfwfq e gli altri personaggi presentano difetti, debolezze,
tic, aspirazioni, comuni degli uomini, attraverso le quali, spesso in modo
ridicolo, affrontano i grandi cambiamenti del cosmo e della vita 58
• Qfwfq, ovvero il narratore, ha in particolare un vezzo tipico dei
“sapientoni da bar” (9), quello di essere sempre già al corrente di tutto,
di avere più esperienza degli altri, di aver “già tutto visto e tutto vissuto”
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Primo Levi, l’autore cui si deve il più noto resoconto
mondiale dell’esperienza infernale del lager, ha svolto
per tutta la propria vita lavorativa il mestiere del
chimico. Si tratta dunque di un letterato/scienziato o
letterato/ tecnico (un mestiere di cui ha parlato
nell’opera L’altrui mestiere).
L’imprescindibile esperienza del lager e quella del suo
lavoro scientifico gli hanno insegnato una verità: la
storia dell’uomo (con i propri ideali, errori ed orrori,
credenze e sentimenti) non rappresenta un salto
rispetto alla natura. Anzi, nello stato naturale l’uomo ha i
propri fondamenti (fisici, chimici, biologici, etologici).
uomo
natura
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La decenza e la dignità umana stanno nell’equilibrio fra la memoria
dei propri ineludibili vincoli naturali e la consapevolezza di essere
divenuti esseri razionali, capaci di distinguere fra verità e mito.
Quando l’uomo perde tale equilibrio può :
• ricadere verso una
primitività disumana
(prevalere del naturale):
l’uomo ridotto a bisogni
e istinti;
• avanzare verso
un’altrettanto disumana
organizzazione tecnicorazionale (prevalere del
razionale), che riduce
l’individuo a numero
l’unione fra questi due
aspetti si concretizza proprio
nella creazione della
disumanità totale del lager
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E’ questo in sostanza la visione della realtà che regge l’opera di Levi
e che, in particolare fa da sfondo all’opera IL SISTEMA PERIODICO,
una raccolta di racconti che rappresentano la sua opera di maggior
impegno divulgativo scientifico.
Si tratta, come in Calvino, di una serie di
racconti, questa volta però non di tipo
comico-fantascientifico, ma su base
autobiografica
In essi si parla ad esempio :
• degli antenati ebrei/piemontesi di Levi;
• dei suoi studi universitari;
• del suo apprendistato nel lavoro di
chimico, fatto di errori, tenacia, casualità;
• dell’esperienza del lager;
• delle amicizie e della breve avventura nella
Resistenza.
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Tutti questi eventi sono sistemati razionalmente e in qualche modo
ricondotti alla natura, attraverso il riferimento al sistema periodico di
Mendeleev.
Ogni racconto infatti porta come titolo quello di un elemento chimico
Argon, Idrogeno, Zinco, Ferro, Potassio ecc. Tale riferimento sembra
evidenziare una duplice funzione:
1.Spiegare la natura umana, le
Il sistema periodico degli
elementi, che rimane
sostanzialmente uno
spunto narrativo, funziona
da mappa, da segnavia per
una duplice operazione, un
incrociarsi di rilessioni
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specificità che sottostanno
all’essere umano, la sua
“chimica” di emozioni, pensieri,
sentimenti, la sua “grammatica
esistenziale”
2. Spiegare, a chi ne è estraneo,
il lavoro dello scienziato, del
chimico: la natura delle
operazioni che mette in atto. In
questo caso Levi fa opera
divulgativa
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1. Per quanto riguarda il primo aspetto, Levi
si può dire che indossa i panni del
moralista (come i grandi moralisti del ‘600,
La Bruyère, La Rochefoucauld) , che rileva
vizi, virtù, grandezze miserie dell’uomo.
•
In Argon, a partire dalle caratteristiche dei
gas rari, riesce a costruire un ritratto fra il
commosso e il divertito dei propri avi
ebraico-piemontesi p.3
•
In Azoto, la ricerca dell’allossana per
preparare cosmetici, riesce a mettere in
evidenza la convenzionalità del concetto
di bellezza umana (che può derivare
dall’infima putredine organica) p.179-183
•
In Arsenico, il tentativo di un ciabattino di
avvelenare un suo concorrente, termina in
una lezione di umanità da parte di chi ha
già tanto vissuto, di “chi sa” p.173-177
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2. Per quanto riguarda invece una più specifica
divulgazione del mestiere di chimico, essa si
può rilevare ad esempio
•
In Ferro, in cui l’autore espone una
meravigliosa pagina sulla “poesia” della
chimica, ponte fra “il mondo delle carte e il
mondo delle cose” p. 43
•
In Potassio, la narrazione della polverosa e
affascinante vita nel laboratorio, con i
problemi connessi alla confusione fra
uguale e simile p.60
•
In Nichel, la difficoltà di concentrazione del
metallo, diventa spunto per una riflessione
sulla vita, sul diventare adulti p. 78
•
In Cromo, nell’impolmonirsi delle vernici, si
nasconde un’allegoria della stupidità, della
refrattarietà dello spirito umano p.158
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Ma i due spunti narrativi, come è evidente, si
incrociano in uno stesso racconto: storia
dell’uomo e natura non sono due settori
separati;
nell’esattezza della scienza naturale,
nell’irriducibilità delle reazioni e dei
composti chimici, si ritrovano i componenti
che strutturano l’essere umano:
un alfabeto basilare che, componendo le
proprie lettere secondo modi mai prevedibili,
sfocia nella mutevolezza, nella follia, nella
crudeltà; la commedia e tragedia dell’uomo
vivente sulla terra.
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