COMITATO PROMOTORE
COMITATO TECNICO E CORRISPONDENTI PER LE AREE ARTIGIANE
Luigi Badiali
(Presidente BIC Toscana)
Giacomo Basso
(Segretario Generale C.A.S.A.)
Camilla Michelotti
(L’Arte del Quotidiano)
Massimo Corsaro
Bruno Gambone
Francesco Giacomin
(Segretario Generale Confartigianato)
Demetrio Mafrica
Alabastro di Volterra
Sergio Occhipinti
(Presidente Euralabastri)
Irene Taddei
Bronzo del veronese
Gian Maria Colognese
Ceramica campana
Eduardo Alamaro
Ceramica di Caltagirone
Francesco Judica
Ceramica di Castelli
Vincenzo Di Giosaffatte
Ceramica di Albisola
Massimo Trogu
Ceramica di Deruta
Nello Zenoni
(Resp. Artig. Regione Umbria)
Nello Teodori
Ceramica di Grottaglie
Giuseppe Vinci (Sindaco Grottaglie)
Ciro Masella
Ceramica di Palermo
Patrizia Italiano
Rosario Rotondo
Ceramica umbra
Nello Teodori
Ceramica di Vietri sul Mare
Giancarlo Sangalli
(Segretario Generale C.N.A.)
Michele Ventura
Fischietto in terracotta dipinta.
Patro di Moncalvo. Asti.
6
Massimo Bignardi
Ceramica faentina
Maria Concetta Cossa
(Pres. Ente Ceramica Faenza)
Tiziano Dalpozzo
Ceramica piemontese
Luisa Perlo
Ceramica sestese
Stefano Follesa
Ceramica di Nove
Katia Brugnolo
(Dir. Museo delle Ceramiche di Nove)
Ceramica di Laveno
Marcello Morandini
Cotto di Impruneta
Stefano Follesa
Cristallo di Colle Val d’Elsa
Giampiero Brogi
(Pres. Consorzio Crist. Colle Val d’Elsa)
Ferro della Basilicata
Valerio Giambersio
Ferro di Asolo
Stefano Bordignon
Gioiello di Vicenza
Maria Rosaria Palma
Legno di Cantù
Aurelio Porro
Legno di Saluzzo
Elena Arrò Ceriani
Legno della Val d’Aosta
Franco Balan
Marmo di Carrara
Antonello Pelliccia
Marmi e pietre del trapanese
Enzo Fiammetta
Marmo veronese
Vincenzo Pavan
Mosaico di Monreale
Anna Capra
Mosaico di Ravenna
Gianni Morelli
Elisabetta Gonzo
Alessandro Vicari
Mosaico di Spilimbergo
Piergiorgio Masotti
(E.S.A. Friuli Venezia Giulia)
Paolo Coretti
Oro di Valenza
Lia Lenti
Pietra di Apricena
Domenico Potenza
Pietra di Fontanarosa
Mario Pagliaro
Pietra di Lavagna
Alfredo Gioventù
Marisa Bacigalupo
Pietra lavica
Vincenzo Fiammetta
Pietra leccese
Luigi De Luca
Davide Mancina
Pietra piperina
Giorgio Blanco
Pietra Serena
Gilberto Corretti
Pietra Vicentina
Maria Rosaria Palma
Pizzo di Cantù
Aurelio Porro
Tessuto di Como
Roberto De Paolis
Travertino romano
Claudio Giudici
Vetro di Altare
Mariateresa Chirico
Vetro di Empoli
Stefania Viti
Vetro di Murano
Federica Marangoni
A
ARTIGIANATO
TRA ARTE E DESIGN
“Goto d’autore”,
opera di Juli Capella,
realizzata in vetro di Murano
dai laboratori
Barovier & Toso.
Anno XI, Numero 41
aprile/giugno 2001
Registrazione al Tribunale di Milano
n. 45 del 30.1.1991
Con il patrocinio
del Ministero dell’Industria
Commercio e Artigianato
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Direttore Responsabile
Ugo La Pietra
Direttore Editoriale
Adriano Gatti
Comitato Scientifico
Enzo Biffi Gentili, Gillo Dorfles, Vittorio Fagone,
Anty Pansera
UFFICIO PRODUZIONE
Alberto Gatti, Gianantonio Orlandi
UFFICIO STAMPA
Claudia Ferrari, Antonella Velli
Hanno collaborato a questo numero
Per i testi: Eduardo Alamaro, Cristina Bellavista,
Massimo Bignardi, Marilena Dipace, Vittorio Fagone,
Claudia Ferrari, Ada Patrizia Fiorillo, Alberto Gatti,
Adriano Gatti, Lapo Guelfi, Ugo La Pietra, Luisa Perlo,
Luca Maria Perrone, Antonio Pugliese, Manuela Scisci,
Isabella Taddeo.
Per le fotografie: Bruna Biamino , Dario Scorsone ,
Nino Di Buono , D’Antonio, Claudio Dei Rossi,
Antonio Pugliese, Orione Studi (Maglie)
Torrini Fotogiornalismo (Firenze)
Inserzioni pubblicitarie
Artisanexpo - Promos II cop.; Fierrarredo - Bologna
Fiere pag.1; Museum Image - Centro Affari e Convegni
Arezzo pag.2; I.S.O.L.A. pag.3; Provincia Autonoma
di Bolzano - Alto Adige pag.4; Aligi Sassu - l’opera
ceramica pag.5; Imago Shop & Fair pag. 33;
Artigianato Artistico Religioso - Il Quadratino pag. 71;
Unicef pag.80; Macef - Fiera Milano International IIIa
cop.; 65 a Mostra Internazionale dell’Artigianato Firenze Expo IV cop.
Traduzione testi in inglese
Spaziolingue s.r.l., Milano
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Stampa su patinata opaca senza legno
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© 2001 Edizioni IMAGO INTERNATIONAL S.r.l.
Tutti i diritti riservati. Riproduzione dei testi e delle foto
solo previo consenso scritto dell’Editore.
Si precisa che il testo dell’articolo “Arte e cuoio”
pubblicato su ARTIGIANATO N. 40 alle pagg. 56/59
è tratto da “Arte & Cuoio: una bottega per il
duemila”, monografia pubblicata da “Arte & Cuoio”
nell’aprile ‘99 con testi di Anty Pansera.
S O M M A R I O
Editoriale
IL RUOLO DELLE ARTI APPLICATE di Ugo La Pietra 8
Teoria
IL “MODO” ITALIANO di Vittorio Fagone
10
Design
DESIGNING CRAFT.EUROPE di Adriano Gatti
16
Iniziative
I PRODOTTI ARTIGIANALI LOMBARDI ON-LINE di Marilena Dipace
24
Mostre
VIETRI SUL MARE IN TEMPESTA di Luisa Perlo
COLORI LOCALI di Manuela Scisci
28
34
Progetti e territori
ACQUA POTABILE di Antonio Pugliese
44
Autori
NUOVE “FORNACI” di Massimo Bignardi
52
Fiere
MOSTRA DELL’ARTIGIANATO di Lapo Guelfi
A MAXIMA L’ARTIGIANATO SICILIANO di Cristina Bellavista 56
58
Rubriche
MATERIALI E TECNICHE
AD ARTE PUNTI VENDITA AREE REGIONALI OMOGENEE
SEGNALAZIONI
CALENDARIO DELLE MOSTRE
CARICHE - LEGISLAZIONE - NOTIZIE
60
64
65
68
72
77
81
English text
84
Indirizzi
87
7
editoriale
di Ugo La Pietra
Il ruolo delle arti applicate
Siamo tutti sempre più convinti
che stiamo attraversando un
periodo di transizione e che il
“mercato globale”, la “cultura
globale”, “l’informazione globale”
porterà a notevoli cambiamenti nel
nostro modo di vivere e di pensare.
Rimane il fatto che un periodo di
transizione vuol dire anche un
tempo in cui non tutto scorre
velocemente e facilmente verso la
cosiddetta globalizzazione.
Giovani gruppi radicali, molti
intellettuali di mezza età, sono
impegnati a fare resistenza, a
contrastare con forme alternative,
con dichiarazioni allarmistiche, con
enunciazioni di avvenimenti
catastrofici, la corsa verso la
“grande globalizzazione”.
Ma tutto ciò sembra non spostare
minimamente la convinzione dei
più che ormai questo processo è
inarrestabile.
Anche l’arte, e forse soprattutto
l’arte, vuole avere il primato di
anticipare la nuova era.
E così crescono le opere
multimediali sempre più spinte
verso esperienze virtuali.
E mentre uno stuolo di giovani
creativi si esercita e anticipa un
sistema, sempre più aperto alla
definizione di una globalità
culturale, parallelamente già
appaiono le prime reazioni.
Le reazioni non sono
semplicemente le spinte che
vengono da chi crede di poter
contrapporre al mondo “virtuale”
un mondo con ancora molti valori
“reali” e quindi capaci di esprimere
8
“Interno/esterno”, contenitori in ceramica
di Ugo La Pietra, realizzati da Ceranima Sesto Fiorentino - per Boscaro.
le diversità culturali, territoriali, di
comunicazione ecc., ma sono
reazioni verso l’individuazione di
alcuni valori da salvare in questa
prospettiva globalizzante.
La cultura materiale potrebbe
aiutarci.
Ma spesso la cultura materiale
attinge le proprie risorse dalla
natura, quella natura che sembra
dovrà essere sempre più stravolta e
modificata dalle nuove frontiere
biologiche e quindi i valori da
promuovere, per contrastare la
crescita della globalizzazione,
dobbiamo cercarli dentro di noi,
guardandoci e proponendo il
nostro corpo come “luogo ideale
per tutti gli scenari di narrazione
esistenziale”, operare con il
proprio corpo, provare a fare,
usando i nostri attrezzi corporei
verso la ricerca di una dimensione
umana e la sua esaltazione, è una
pratica che deve essere
incoraggiata. Così le “pratiche
artistiche”, che esaltano sempre di
più la comunicazione multimediale
portandoci a dare sempre più
importanza al piccolo schermo, ci
ricordano anche che il recupero
della “nostra normalità umana”,
prima ancora di prefigurare spazi
abitativi, dovrebbe passare
attraverso “esercizi” capaci di
esaltare l’integrità della figura
umana all’interno di un contesto
sempre più “antiumano”.
Le arti applicate possono
mantenere in esercizio ed esaltare
la caratteristica fondamentale della
nostra corporeità: “la diversità”.
9
teoria
di Vittorio Fagone
L
a vasta e diversificata
produzione artigiana di
manufatti segnati da una
riconoscibile connotazione
specifica, spesso di indubbio
valore estetico e artistico, è
legata nel nostro Paese alle
differenti configurazioni
dell’ambiente naturale e ai
particolari sviluppi culturali,
oltre che storico-economici,
di singole regioni e comunità.
Un esempio convincente può
ancora oggi essere fornito
dalla diffusione prevalente
della produzione ceramica e
della lavorazione del legno.
Paul Scheuermeier, al quale
si deve un vasto repertorio
ragionato delle attività
artigiane tradizionali del
mondo popolare e contadino
e delle relative, assai precise,
designazioni lessicali, negli
anni Quaranta aveva potuto
identificare una linea
“mediterranea” degli
insediamenti dei centri di
produzione ceramica,
in relazione con la presenza
di cave argillose e con la
possibilità di esposizione nelle
migliori condizioni ambientali
dei manufatti durante le
diverse fasi di realizzazione,
e una linea “alpina” della
lavorazione del legno
strettamente connessa con
la presenza di zone e
colture boschive.
Abitudini, usi, abilità e
competenze tecniche
10
Il “modo” italiano
Un’interessante riflessione
sulla nostra ricca produzione artigiana
in occasione dell’uscita della bella e completa guida
“Artigianato. Sapori e tradizioni d’Italia”
edita dal Touring Club Italiano
realizzata in collaborazione con Confartigianato
Nelle due pagine precedenti:
copertina del volume “Artigianato sapori e
tradizioni d’Italia” edito dal Touring Club
Italiano, il cui saggio introduttivo di
Vittorio Fagone è qui pubblicato per
gentile concessione;
maschera facciale bovina (Ottana)
altezza 37 cm., in legno di pero
(Collezione Marchi).
Nelle due pagine:
Sotto: composizione di cesti in giunco
derivata dalla tradizione sarda.
Design Anna Deplano.
A fronte: grande fiasca “bambola”
di Domenico Carretta.
tradizionalmente acquisite
hanno consolidato gli orientamenti produttivi di intere
comunità di artigiani e sono
risultati, in non rari casi, elementi influenti nella trasformazione di centri artigiani in
habitat industriali specializzati.
Nel particolare momento storico che tutti viviamo, dominato dalle rapide e continue evoluzioni di una cultura tecnologica sempre più sofisticata e
pervasiva di ogni forma produttiva e comunicativa, la diffusa persistenza e vitalità
dell’artigianato in Italia, ben
documentata in questo volume, può indurre a una serie di
motivate riflessioni. Dall’inizio
dell’età moderna, che coincide
con l’affermazione della grande meccanizzazione dei processi di lavorazione e con la
standardizzazione delle produzioni, alla contrapposizione
storica tra oggetti artigianali,
legati a una dimensione utilitaria e alla vita quotidiana e
domestica, e opere artistiche,
segnate da una forte riconoscibilità simbolica e nella maggior parte dei casi da una funzione sociale “elevata”, se ne è
aggiunta un’altra, anch’essa
rilevante, tra prodotto industriale e manufatto artigianale.
Può risultare sorprendente,
oggi in cui generalmente si
riconosce alla dimensione
dell’artigianato la capacità di
un’esecuzione particolarmente
accurata di ogni complessa fase
di lavorazione, vedere come i
12
primi annunci pubblicitari a
stampa, della metà del
XIX secolo, mettessero in risalto
il “fatto a macchina”, a garanzia di
una produzione ben
standardizzata, così come ora
viene dichiarato il “fatto a mano”,
la “produzione artigianale” o
ancora la “confezione sartoriale”
per enfatizzare la cura particolare
di ogni dettaglio. Il rilievo che
viene dato alla cultura decorativa
e alle produzioni ornamentali
dell’artigianato nella svolta tra il
XIX e il XX secolo in tutta
Europa, e con particolare vivacità
in molte regioni italiane, può
essere letto come un positivo
fenomeno reattivo rispetto alla
omologazione dei riferimenti
dell’ambiente quotidiano di vita
indotta dall’affermazione e dalla
generalizzazione delle produzioni
industriali. Non è, per questo,
paradossale che non pochi dei
grandi maestri della cultura
visuale del Novecento abbiano
guardato all’universo artigiano
espresso dal mondo popolare
come a un “modello” vivente di
modernità. Artisti e architetti del
Bauhaus hanno lavorato gomito a
gomito con artigiani sapienti
esaltando le risorse di tecniche e
materiali in vista della definizione
di un nuovo non ridondante
“ornato”;
Le Corbusier ha studiato con
attenzione e spesso trascritto le
forme ariose e i colori essenziali
dell’architettura “povera”
mediterranea; gli architetti del
razionalismo italiano, i designer
degli anni Sessanta e Settanta,
molti artisti hanno voluto vivere
una diretta esperienza della
fattualità creativa artigiana, in
qualche caso hanno saputo
ridisegnarne in modo rispettoso e
accorto (è il caso della ceramica di
Vietri negli anni Trenta)
il repertorio decorativo.
Da Albisola a Bassano del Grappa,
da Faenza a Deruta e a
Caltagirone le testimonianze di
14
questi incontri fruttuosi
conferiscono un profilo singolare
e vivo all’artigianato italiano.
Gli elementi che danno attualità e
fascino all’opera artigiana sono
tanti; se ne possono segnalare qui
alcuni. Il lavoro artigiano è,
per sua natura, individuale.
Pure, esso ama configurarsi, al di
là della piccola e dinamica “unità”
della bottega, nella comunità di
centri omogenei di produzione
non solo per una necessità di
reperimento risorse, di
competenze tecniche e di
mercato, ma per affermare una
precisa identità culturale, storica e
produttiva. La variata e complessa
attività che ognuno di questi
centri esprime determina una
molteplicità di forme e decori in
cui si riverberano, in modo
essenziale ma evidente,
i caratteri che contraddistinguono
molte delle culture regionali italiane facendo attuali stratificazioni figurative remote o anche
recenti. La vera “opera” artigiana
non è mai capricciosa. Affida la
propria “artisticità” alla perfezione
esecutiva del processo fattuale che
impegna. Dentro un canone che
ha solo minime e ragionate
variazioni possibili, la creatività
artigiana continuamente si
rinnova nel confronto con i
materiali e i processi di
realizzazione. Il lineare e ben
riconoscibile profilo di molti
oggetti artigiani non esibisce
virtuosismi bizzarri, ma una
“bellezza” congruente e
necessaria. Dei molti tipi di paesaggio (naturalistico, urbano,
industriale e così via) che l’Italia
può ancora fornire, quello
artigiano è, senza dubbio, uno dei
più diffusi e variati.
Saperlo riconoscere, apprezzare e
distinguere può risultare esercizio
intelligente di consapevolezza
culturale, prima che campo fertile
di personali e gratificanti opzioni.
Come gli altri paesaggi va però
A fronte:
vaso “Tissi” di David Palterer, produzione
Sardinia Crystal, 1995.
difeso e sostenuto in quanto
elemento insostituibile e
distintivo della complessa realtà
del nostro paese.
Nell’antica Grecia la
“tessera simbolica” era il
frammento di un vaso che a
distanza di decenni,
e talvolta di generazioni,
permetteva di recuperare, dalla
coincidenza della rima frastagliata
con quella di un altro frammento,
vincoli e solidarietà anche remoti.
Sono convinto che nella loro
essenziale ma ben definita identità
ognuno degli innumerevoli
manufatti dell’artigianato italiano
può rinviare a quella unita e
straordinaria cultura fattuale che
si è estesa dai capolavori della
pittura del Rinascimento ai tessuti
preziosi, alle armature, ai vetri e
alle maioliche decorate e istoriate.
E’ bene sottolineare che questa
cultura ha avuto, nei singoli
centri, momenti di crisi anche
profonda, ma non soluzioni di
continuità. Il made in Italy, oggi
affermato e ambito in tutto il
mondo, e che contraddistingue
tutta la nostra produzione,
industriale e artigiana, ha un
precedente in una formula
lessicale che valeva già cinque
secoli fa e che forse più
particolarmente designava il
magistero fattuale della nostra
cultura artigiana: à la façon d’Italie.
Il “modo” italiano, ieri come
oggi, può valere a indicare la
capacità di conferire alle cose un
profilo estetico che è anche
misura e stile di vita.
DESIGN
di Adriano Gatti
Designing Craft. Europe
Una interessante mostra realizzata dall’Unioncamere
e dalla Regione Piemonte a Clermont l’Hérault
in Francia, esemplifica, attraverso le opere, come
intervenire per favorire il settore dell’artigianato
di produzione artigianale
Questi ultimi quattro anni sono
stati caratterizzati in Piemonte
da un importante impegno in
favore dell'artigianato.
Regione Piemonte, Unioncamere
Piemonte, Camera di
Commercio di Torino, realtà
vocate in quella regione alla
tutela e alla promozione di
questo settore di cui si è
recentemente rievidenziata
l'importanza economica e
culturale, si sono mostrate
quanto mai attive sia dal punto di
vista progettuale che operativo.
Ne è esempio, tra l'altro,
"Designing Craft. Europe",
complesso ed articolato progetto
di promozione dell'artigianato di
produzione piemontese che ha
avvicinato, ma si potrebbe dire
"riavvicinato", il mondo del
design a quello artigiano,
offrendo inoltre una fantastica
vetrina ai giovani progettisti di
tutta Europa che vi hanno
partecipato.
Più di cento progetti nell'ambito
dell'arredamento e
dell'ornamento della persona
provenienti da un concorso di
design aperto a tutti gli under 35
del Vecchio Continente, sono
diventati prototipo ad opera delle
migliori realtà artigiane
regionali.
Affiancati dai "capolavori"
eseguiti dalle scuole di
formazione e d'arte piemontesi
su progetti prestati da alcuni tra i
"Senior" designer che hanno
fatto grande il nome dell'Italia
16
Copertina del catalogo e allestimento della
mostra.
nel loro settore - Gianfranco
Cavaglià per l' argento, Aldo
Cibic per la ceramica, Michele
De Lucchi e Jannot Cerutti per il
rame, Giancarlo Montebello per
l'oro, Massimo Morozzi per il
legno, Denis Santachiara per lo
smalto su metallo - costituiscono
ora il corpo di una bellissima
mostra che, dopo aver aperto a
Torino nel novembre del 1999,
si è ripresentata in Francia,
nell'Hérault, nell'ottobre del
2000 e sarà in seguito a
Barcellona, dal marzo 2001, per
partecipare con le altre realtà
internazionali che si occupano di
design alla biennale "Primavera
del design".
La replica di una parte dei
prototipi costituenti la mostra ha
intanto parlato di artigianato e
A lato:
Anello in argento, omaggio alla Mole
Antonelliana, di Giancarlo Montebello
realizzato dal C.F.P. (Centro di Formazione
Professionale - Valenza Po - AL).
Dall’alto:
progetto di Andrea Marello realizzato da
C.A.V.I.T. di Marello; opera di Sabino
Angiulli
con Maria Luisa Fossati,
realizzata da Eredi di Pierino Rossero.
17
In questa pagina, dall’alto:
opera di Beatrice Cartei realizzata
da Ebanisteria Reale
di Ana Maria Vitorino Donascimento;
seduta di Claudio Mozzetti
realizzata da Falegnameria Egidio Odino
con la collaborazione del C.I.A.C.;
bicicletta interamente realizzata in ferro di
Maurizio Granata realizzata da Acquafer;
vaso di Aldo Cibic realizzato
dalla Scuola d’Arte “F. Faccio”,
Castellamonte (TO).
design ad Hannover ed ancora,
dopo Barcellona, tutta la mostra
verrà ripresentata ad Helsinki
nell'autunno 2001 con la
collaborazione dell'Istituto
Italiano di Cultura di quella città,
ospite dell'UIAH, University of
Art and Design di Helsinki.
Al di là della godibilità
dell'esposizione, numerose sono
state le ricadute a favore dei due
mondi interessati: aziende di
importanza nazionale vocate alla
produzione e distribuzione
nell'ambito dell'arredamento si
sono interessate ai progetti dei
giovani designer partecipanti e
grandi fermenti muovono il
mondo artigiano coinvolto, tanto
che sembra profilarsi
18
Nella pagina a fronte, dall’alto:
tavolo di Eugenio Bicci realizzato da Studi
Design Falegnameria Mascherpa; vasi di
Susan Liebe Chriestensen realizzati da
Scrigno e Pomoli.
19
In questa pagina, dall’alto:
strumento polifunzionale per l’infanzia di
Massimo Morozzi
realizzato dalle Scuole Tecniche
“San Carlo” - Torino;
porta CD di Alessandro Sobrero realizzato
da Torneria Meccanica Telesca di Lucia
Caraffa; vasi di Angelika Morlein realizzati
da Alberto Menotti Lavorazione
Ceramiche; seduta di Rossella Ongaretto
con Bruno Armando, realizzata da Fer-Art
di Dusso & C. Sas con Andrea Pelassa.
all'orizzonte un progetto di
consorzio che metterà le oltre
100 ditte artigiane collegate a
"Designing Craft. Europe" nella
condizione di offrire ad un
mercato irraggiungibile al
singolo, un prodotto nuovo
anche dal punto di vista
progettuale.
Una tavola rotonda tenutasi a
Clermont l'Hérault in occasione
dell'inaugurazione della mostra
con lo scopo di indagare le
possibili sinergie tra i due mondi
rappresentati, ha visto tra i
partecipanti il Presidente del
Conseil Général de l’Herault,
il Presidente della Chambre
20
Nella pagina a fronte, dall’alto:
lampada da tavolo in vetro di Marcello
Louis realizzata da Maria Tosatto Vetri
d’Arte; poltrona a dondolo di Valentina
Donato realizzata da Valerio di Meana.
21
Dall’alto:
sgabello bar di Sylvain Lemanski,
realizzato da Mobili Dompé di Dompé F.
lli Snc con L’Artigiano dell’Ottone di
Mario Casella; tessitura di Eamon
O’Boyle realizzata da Novatex di Dari
Patti.
Départementale et Régionale des
Métiers et de l'Artisanat,
Jean-Claude Bénet, Professore
del Laboratoire de Mécanique
dell'Université Montpellier II,
la signora Montse Galì i
Mañanò, Direttore “Centre
Català d'Artesania”, (in quella
realtà regionale, corrispondente
al nostro Assessore Regionale per
l'Artigianato), il Direttore della
Société Structures ABC,
distributore di design in
Languedoc-Roussillon, il
Presidente dell' Office
Départemental d'Action
Culturelle e, per parte italiana,
dirigenti della Regione
Piemonte, di Unioncamere
Piemonte, il Presidente della
Commissione Regionale per
l'Artigianato del Piemonte,
rappresentanti delle
Associazioni Artigiane,
Giorgio De Ferrari, professore di
Disegno Industriale presso il
Politecnico di Torino e
progettista dell'allestimento della
mostra e Alberto Donini,
ideatore e curatore del progetto
per conto degli Enti piemontesi.
Questo primo incontro ha
evidenziato la volontà di
approfondire il confronto e la
collaborazione tra francesi,
catalani e piemontesi ed ora un
tavolo di lavoro, si spera proficuo
e permanente, è nato tra queste
realtà regionali con la finalità di
esprimere progetti comuni
22
Dall’alto:
Stendibiancheria di Robert Kipri
realizzato da Giuseppe Ciavarella
con Linea Looking di Laura Canale;
vassoio per frutta in feltro di Paivi Seppala
con Elina Tolvanen, realizzato
da Ars Domus.
nell'ambito dell'artigianato
con la collaborazione del mondo
del design.
Tutto questo accade in una
regione, il Piemonte, che oltre a
suggerire nuove strade al proprio
artigianato, ha recentemente
varato un importante progetto di
riscoperta e supporto del proprio
artigianato tipico, andando a
ricercare e catalogare quelle
produzioni che, per collocazione
territoriale, per ridotta
dimensione, per oggettive
difficoltà di comunicazione,
corrono il pericolo di essere
messe in disparte e scomparire.
Un marchio di qualità, di
"Eccellenza Artigiana",
insignisce ora le aziende
artigiane del settore "Legno" e
"Restauro ligneo", ma in seguito
tutti gli altri settori, che si
distinguano per qualità,
tipo di lavorazione,
rappresentatività rispetto
al territorio.
Un ulteriore approfondimento
mira inoltre ad individuare,
nell'eccellenza e con particolare
attenzione ai territori delle
Comunità Montane, le
caratteristiche che renderanno
alcune botteghe adatte a
diventare in seguito
"Bottega-scuola" per far sì che
sapienza artigiana, mestiere e
storia, non si perdano ma
vengano tramandate alle giovani
generazioni.
23
iniziative
di Marilena Dipace
Internet rappresenta anche per gli
artigiani lombardi un nuovo canale
di vendita e promozione nazionale
ed internazionale.
Le aziende che espongono sul sito
fanno parte dei comparti che
meglio si prestano alle iniziative di
commercio elettronico:
casa-arredamento;
tessile-abbigliamento;
artigianato artistico.
Tramite www.artisanexpo.it, i
grossisti, le aziende di commercio,
i dettaglianti, i professionisti dei
settori rappresentati, ma anche gli
appassionati del made in Italy,
potranno entrare nelle botteghe
virtuali degli artigiani lombardi
finalmente on-line. Ogni ditta ha
una propria pagina di
presentazione e un catalogo dei
prodotti, con la possibilità per
l’utente di inviare un ordine o di
acquistare direttamente on-line,
24 ore su 24. Il sito artisanexpo.it,
a forte vocazione commerciale,
grazie all’uso delle lingue italiano,
tedesco e inglese, promuove
l’artigianato lombardo in
particolare nel Nord-America e
nel Nord-Europa. Il sito opera su
due livelli: nella versione “business
to business” promuove la
transazione fra le imprese dei
comparti interessati; mentre nella
versione “business to consumer”
permette al consumatore finale di
effettuare gli acquisti dei prodotti
con carta di credito. Le azioni
promozionali del sito prevedono
sia campagne on-line che sui
media tradizionali rivolte ai
24
I prodotti artigianali on-line
www.artisanexpo.it: gli artigiani lombardi
dei settori casa, moda e artigianato artistico
sperimentano l’e-commerce
mercati di riferimento che, in una
prima fase, coinvolgeranno Italia,
Germania e U.S.A.
Gli operatori del sito, avranno
cura di far conoscere, oltre ai
prodotti offerti dalle ditte
artigiane, le tradizioni, le recenti
tendenze, i dati statistici, gli
appuntamenti più importanti,
quali fiere, convegni, ecc.
Navigando nel sito, il mondo
dell’artigianato lombardo proporrà
agli appassionati gli innumerevoli
tesori elaborati da un’antica
tradizione e dalla moderna ed
aggiornata ricerca.
Gli utenti del sito potranno inoltre
contattare direttamente gli
artigiani per procurarsi un articolo
su misura o richiedere
personalizzazioni del prodotto.
Navigate sul sito, scoprirete
prodotti unici che solo la mano di
un artigiano è in grado di
realizzare! Tra i contenuti del sito
non mancano inoltre note di
colore come i consigli sul fai da te
e le barzellette sul mondo degli
artigiani. Per avere
un’informazione tempestiva sulle
novità del sito, sulle offerte
speciali, sul prodotto del mese,
ecc. basta iscriversi alla newsletter.
Artisanexpo.it offre molte
opportunità alle ditte artigiane,
che possono essere così
sintetizzate: visibilità in centri
d’aggregazione funzionali, che
costituiscono vere e proprie “fiere
virtuali” (e-mall); rete di negozi
virtuali individuali per le singole
aziende interessate a sviluppare
una vera e propria esperienza di
commercio elettronico, con la
gestione del proprio POS virtuale
(applicazione software che
permette il perfezionamento della
transazione economica);
supermercato virtuale a favore
delle aziende che preferiscono
semplificare l’approccio al mercato
on-line delegando tutta la gestione
della logistica (dagli ordini al
controllo della transazione, dalla
25
fatturazione alla consegna della
merce); sessione formativa sull’uso
di Internet, della posta elettronica
e sui concetti fondamentali di
e-commerce; assistenza
personalizzata da parte di un pool
di tutors, incaricati anche di
raccogliere presso le aziende
partecipanti il materiale necessario
ad animare le vetrine; noleggio o
acquisto di PC con connessione
gratuita a Internet, a prezzi
convenzionati.
All’iniziativa hanno già aderito
numerose imprese artigiane
lombarde; ulteriori richieste di
adesione verranno prese in
considerazione con l’avvio della
seconda fase del progetto.
Ulteriori innovazioni tecnologiche
del sito offriranno gli strumenti
alle ditte espositrici per aggiornare
autonomamente la propria vetrina.
Il progetto è promosso da Regione
Lombardia e da Unioncamere
Lombardia in collaborazione con
le Associazioni Artigiane:
Confartigianato Lombardia,
C.N.A. Lombardia, C.L.A.A.I.,
C.A.S.A. La sua realizzazione è
curata da PROMOS (Azienda
Speciale della Camera di
Commercio di Milano per le
Relazioni Internazionali) in
collaborazione con CED Camera.
Per informazioni:
Promos
Via Camperio 1 - 20123 Milano
Tel. 02.8515.5264
Fax 02.8515.5227
[email protected]
26
Nelle pagine:
alcuni prodotti dell’artigianato lombardo
appartenenti ai principali settori che
espongono su artisanexpo.it.
27
mostre
di Luisa Perlo
Il 2000, il capo del secolo, sarà
ricordato a Vietri come un Capo
Horn del “Viaggio attraverso la
ceramica” (così è denominato il
Premio, con le sue manifestazioni
collaterali, che laggiù si svolge dal
1994). Due grandi nuove ondate
hanno infatti investito le due sedi
espositive: quella tradizionale del
Palazzo della Guardia e quella
nuova, la Ceramica Artistica
Solimene progettata
dall’architetto Paolo Soleri, ai due
capi della città.
Al Palazzo della Guardia la
mostra si è aperta con un doppio
omaggio alla memoria. Prima si è
commemorato Jean Marais,
scomparso nel 1999, l’affascinante
attore nato nel 1913 che nel 1975,
dopo aver pubblicato una
“Histoire de ma vie” per i tipi di
Albin Michel, decise di iniziare
una seconda vita come ceramista a
Vallauris.
Il maestro Mario Carotenuto ha
realizzato appositamente in un
nicchione del Palazzo della
Guardia una sorta di “edicola
votiva”, con suoi disegni a
carboncino sul muro e piatti da
lui decorati tra i quali spiccava un
angelo caduto, a contrappunto di
un ritratto di Marais nelle vesti di
torniante e di un famoso vaso
foggiato con le sue mani e quelle
di Jean Cocteau.
In una grande vetrina erano
raccolte le ceramiche inedite di
Cesare Peverelli, deceduto nel
2000, il grande artista italiano
nato nel 1922, già firmatario di
28
Vietri sul Mare in tempesta
Enzo Biffi Gentili rivoluziona la formula della
tradizionale manifestazione dedicata alla ceramica
Nella pagina a fronte, dall’alto:
Roberto Cambi “Il bagenetto”
1996, vasino;
Silvia Zotta “Vasi da muro”
1999, installazione.
In questa pagina:
Sandro Mautone “Grottesco”, piatto da
parata.
manifesti dello Spazialismo
insieme a Lucio Fontana, che
realizzò tutte le sue ceramiche - le
prove precedenti sono irrilevanti all’inizio degli anni ’90 a Vallauris
presso l’atelier di Michel Ribero
(il Comune di Vietri e la
Provincia di Salerno hanno deciso di acquisire questo
fondamentale corpus ceramico,
arricchendo ulteriormente le già
notevoli collezioni del Museo di
Raito e dimostrando una rapidità
d’iniziativa superiore a quella di
Albisola o di Faenza).
Gli hommages agli artisti
scomparsi introducevano la
sezione “Côte à Côte”, che
affiancava ceramisti di Vietri
(Salvatore Autuori, Frans
Brugman, Enzo Caruso, Giovanni
Mosca, Armando Potenza, Elvira
Peduto e Giancarlo Solimene) e
di Vallauris ( Maurice Boiron,
29
In questa pagina, dall’alto:
Franco Raimondi “O’ Sireno”, premio
regionale Vietri sul Mare;
Ugo Marano, “Madonna di Matierno”,
2000 (prima dell’elevazione)
Gilles Compas, Gérard Crociani,
Yvan Koenig, Louis Mathieu,
Atelier Ribero), nella prospettiva
di un gemellaggio tra due città
protagoniste, la prima con Guido
Gambone, la seconda con Pablo
Picasso, di una “rivoluzione” della
ceramica europea nel nostro
secondo dopoguerra.
Infine, una selezione dei migliori
ceramisti campani: è stato infatti
istituito quest’anno un Premio
Regionale, che si è aggiudicato
Franco Raimondi con un suo
audace Sireno, ispirato a un
imbarazzante ritratto fotografico
di Gabriele d’Annunzio nudo.
Alla Ceramica Artistica Solimene
è esplosa davvero la tempesta: il
VII Premio Nazionale Vietri sul
Mare , là ordinato, era per la
prima volta a invito e riservato
agli under ’40. Anche qui sono
stati invocati “numi tutelari”, per
fortuna in questo caso viventi:
Ugo Marano, che presiedeva ai
“figulinai”, cioè ai vasai, e Luigi
Ontani, come patrono degli
“adornatori” ed, entrambi,
protettori dei “plasticatori”. Dopo
le loro opere, quelle di ventun
giovani come testimonianze
anche provocatorie di una nuova
profondità espressiva e nel
contempo di un recupero della
dimensione “tecnica”
dell’artefatto, di una nuova
“formalità”, diciamo pure bellezza
dell’opera, in una indicazione di
poetica che va oltre lo specifico
ceramico per investire l’arte tutta.
Il Premio Nazionale è andato a
30
Nella pagina a fronte, dall’alto:
Elica “Sant’Agata e Santa Lucia”,
menzione d’onore;
Fausto Salvi “Grottesca”, particolare.
31
Alain Girel “Luna”, 1999,
Gran Premio di Vietri sul Mare 2000.
Paolo Schmidlin di Milano per la
sua inquietante statuaria
(egli presentava un “angelomutante” e un “moroextracomunitario”) e menzioni
speciali alla Libera Scuola dei
Vasai di Cetara diretta da Ugo e
Stefania Marano e alla Bottega
Gatti di Faenza per una nuova
serie di vasi disegnati dal gruppo
Elica). È impossibile, per ragioni
di spazio, proseguire nella
descrizione delle opere, molte
notevoli: basti rammentare , dal
punto di vista tecnico, sul
versante della scultura,
Paolo Cassarà che come
Schmidlin, dipinge “a freddo” la
terracotta
(e con ciò? Finalmente si capisce
che vanno distrutti alcuni miti,
compreso quello del forno a ogni
costo, tant’è che persino un
virtuoso iperceramista come
Danilo Melandri, altro possibile
nume tutelare sul versante di una
eccentrica creatività, non teme di
decorare freddamente alcuni
pezzi, come quello riprodotto in
queste pagine).
Così, per quanto riguarda la
decorazione, va rimarcata la
ripresa della “grottesca”, diretta o
indiretta, in lavori di Sandro
Mautone, Marino Moretti, Fausto
Salvi (e a proposito di “ornato” si
ricorda che il Premio
Internazionale Vietri sul Mare è
andato ad Alain Girel, che spinge
“l’haute décoration” al
parossismo).
La mostra alla fabbrica Solimene ,
32
come le altre, non era solo curata,
ma anche allestita da Enzo Biffi
Gentili, che per la prima volta, e
proprio nell’anno nel quale Paolo
Soleri ha vinto alla Biennale di
Architettura di Venezia il premio
alla carriera, ha firmato da solo un
progetto di “exhibition design” in
un illustre spazio monumentale.
Infine anche il percorso di
collegamento tra le due sedi di
mostra, il corso Umberto I,
è divenuto “espositivo”:
nelle vetrine di alcune rinomate
botteghe (Liguori, Artek,
Vietritaly, Romolo Apicella, ecc.)
erano ospitate le ceramiche di
“ospiti d’onore” italiani e francesi
partecipanti ai vari eventi, a nuova
conferma della storica vocazione
di Vietri, città di “arte e
industria”. Così, il difficile capo è stato
doppiato.
MOSTRE
di Manuela Scisci
Colori locali
Le diversità tra gli oggetti
riferiti a diversi materiali che esprimono
la loro appartenenza ad altrettanti territori
nella mostra tenutasi alla Fortezza da Basso di Firenze
organizzata dalla Firenze Expo
per la 64° Mostra Internazionale dell’Artigianato
Negli ultimi anni, prendendo
spunto dai rituali domestici e
facendo emergere tematiche
relative alle “diversità”, Ugo La
Pietra ha curato alcune mostre
culturali nelle varie edizioni della
Mostra Mercato Internazionale
dell’Artigianato.
34
A “La prima colazione” del 1998
sono seguite le mostre “Odori e
sapori” del 1999 e per ultima la
mostra “Colori locali”.
Da tempo La Pietra va portando
avanti una serie di esperienze
espositive e teoriche sul bisogno
di salvaguardare le diversità.
Nelle due pagine:
di Ugo La Pietra, bozzetti preparatori;
allestimento generale;
logo della mostra; alzatina in marmo
di Carrara realizzata da A.M.A.
di Carlo Andrei - Carrara.
35
Grigio - Pietra Piasentina
dall’alto e da sinistra:
bozzetto di Ugo La Pietra; vasi di Anna
Lombardi, ciotola di Antonello Pelliccia
e vaso di Paolo Coretti realizzati
da B.I.G. Onlystones.
Tutti sanno che alla crescita del
fenomeno della globalizzazione
nell’informazione e nei prodotti si
contrappone il bisogno di salvare,
proteggere e incentivare le
minoranze. Minoranze che
esprimono modi e culture
“diverse” a cui spesso sono legate
tradizioni e rapporti profondi con
le risorse di vari territori.
Risorse che, di fatto, non sono
esaurite ma che stentano a trovare
una propria ragione di esistenza.
I progetti di La Pietra non sono
pensati per società chiuse e
protette (vedi “riserve indiane”)
ma vanno a sostenere il concetto
di una società multirazziale dove i
diversi modi di esprimersi e di
produrre cultura, compresa quella
materiale, possono continuare ad
esistere ed arricchire la nostra
società. In questo senso anche
questa ultima mostra, che ha
caratterizzato come “evento”
centrale la manifestazione di
Firenze, ha voluto sottolineare
come, nella nostra realtà
territoriale, anche solo i
“materiali” con le proprie
caratteristiche fisiche, possono
evocare i luoghi e le diverse
culture che si sono sviluppate
attraverso la loro lavorazione
artistica e artigianale.
Un progetto espositivo quindi
riferito a diversi territori e alla
loro definizione attraverso
oggetti che, per il loro colore
legato ad una materia, ne
esprimono l’appartenenza e
ne descrivono l’identità.
36
Grigio - Pietra Serena
dall’alto e da sinistra:
bozzetto di Ugo La Pietra;
oggetti realizzati
da Bruno Ambregi - Firenze:
“Colline metallifere” di Gilberto Corretti;
“Genius Loci” di Dario Bartolini.
37
Bianco - Marmo di Carrara
dall’alto e da sinistra:
“Portalettera” di Paolo Coretti,
scultura di Franco Mazzucchelli, realizzate
da A.M.A. di Carlo Andrei;
bozzetto di Ugo La Pietra; scultura di
Isozaki Mariko, realizzata dall’autrice.
Nero - Pietra Lavica
dall’alto e da sinistra:
“Diffusore” di Claudio Naro realizzato da
Maestri Evola; bozzetto di Ugo La Pietra;
“Medaglione” e “Bustier” di Marella
Ferrera realizzati da Artigiano del Sole di
Franco Bentivegna.
38
Bianco - Alabastro di Volterra
a lato, da sinistra: di Ugo La Pietra
“Souvenir di Volterra”, realizzato da
Euroalabastri e vasi per Edizioni Fatto
ad Arte.
Sotto, dall’alto e da sinistra:
di Irene Taddei “Teatrini urbani”
realizzati da Euroalabastri e “Le comari”,
realizzati da Cooperativa Artieri Alabastro;
reggilibri “La fonte” di Veronica Zucchini
e
lume di Gianni Veneziano,
realizzati da Euroalabastri;
piccoli contenitori di Ugo La Pietra
per Edizioni Fatto ad Arte.
39
Verde - Vietri sul Mare
Dall’alto, da sinistra: “Souvenir di Vietri” di
Ugo La Pietra realizzato da Ceramiche
l’Archetto di Francesco Raimondi.
Sotto dall’alto: tre contenitori di Bruno
Gambone realizzati dall’autore; vaso di
Claudio Gambardella realizzato da
Ceramiche l’Archetto
di Francesco Raimondi.
Le pietre e i marmi presenti nelle
varie collezioni esposte nella
mostra hanno, a ben guardare, dei
caratteri comuni, come quello di
aver connotato un preciso
territorio per diversi secoli: il
Salento attraverso la pietra
leccese, la Liguria con la pietra
nera, la Sicilia con la pietra lavica
ecc. Materiali quindi che
attraverso la loro fisicità ci
rimandano alla natura, alla storia,
alla cultura di precisi territori.
Questo dato è stato determinante
nella definizione del progetto
delle collezioni, in quanto il
“soggetto” (la regione), a cui
fanno riferimento gli oggetti,
potrebbe essere rappresentato
proprio dalla materia.
Questa premessa è utile per
40
Nero - Bucchero Umbro
dall’alto e da sinistra
“Souvenir per il bucchero”
di Ugo La Pietra;
“Monte Ingino e i suoi fratelli”
di Marino Guerritore.
Sotto, da sinistra
“Megafono Umbria Jazz”
di Valerio Giambersio;
“Vaso Multiplo” di Ugo La Pietra,
opere realizzate da Grossi Designer
Antica Compagnia di S. Martino.
cogliere il percorso di questa
collezione che è composta, come
tradizionalmente succede per gli
oggetti di merchandising museale,
da opere che si rifanno a
“soggetti”: “opere d’arte” per i
musei tradizionali, “pietre” con la
propria storia legata
all’estrazione, alla lavorazione e
quindi alla cultura materiale dei
vari territori.La realizzazione di
queste collezioni come: il nero
della pietra lavagna, l’ocra della
pietra leccese, il bianco del
marmo di Carrara o dell’alabastro
di Volterra ecc. ha messo in
rapporto la tradizionale capacità
produttiva del luogo con nuovi
progetti realizzati in occasione
della mostra.
In tal senso, l’insieme di queste
Rosso - Cotto di Impruneta
Sotto: “Souvenir per il cotto di Impruneta”
di Ugo La Pietra.
A lato, da sinistra: vaso di Angela Muroni
realizzato da Sannini Impruneta; “Il
Poltrone”, sedia da giardino di Virginia
Lacey realizzata dall’autrice.
41
Bianco - Maiolica Faentina
A lato, da sinistra: “Souvenir per la maiolica
di Faenza” di Ugo La Pietra;
“Non piangere sul latte versato” tazze di
Elisabetta Gonzo e Alessandro Vicari.
Sotto, da sinistra: “Comunicazione di
massa” servizio da tè e “Accipite et bibite”
bicchieri di Elica (Carlo Pastore ,
Elisabetta Bovina), opere realizzate
da Bottega Gatti; “Scherzo da tavola”
di Roberto Cambi realizzato dall’autore
con La Vecchia Faenza.
collezioni, e quindi tutta la
mostra, ha voluto porsi quale
“modello” capace di fornire
indicazioni utili anche per altre
iniziative simili, relativamente a
territori fortemente caratterizzati
da materiali e da lavorazioni
locali. Sono a tutti gli effetti
“modelli” per il merchandising
museale, per ecomusei, sono
esempi di proposte per “souvenir”
del territorio (vedi ad esempio
tutti i punti vendita per souvenir
lungo gli itinerari delle cave del
marmo di Carrara), esempi per
definire il marchio d.o.c. di un
prodotto locale come l’alabastro
di Volterra o il bucchero di
Gubbio. Per quanto riguarda
l’ideazione degli oggetti sono stati
coinvolti artisti/artigiani e
designer capaci di cogliere la
complessità del soggetto convinti
di poter trasmettere un insieme di
messaggi, suggestioni, sapori
unici, tali da riscattare il
“souvenir” dai suoi attuali bassi
livelli, dovuti alla mancanza di
progetto e alla massificazione
produttiva. I risultati di questo
percorso progettuale che ha visto
esposti più di centocinquanta
oggetti dimostra la possibilità di
sviluppare un rinnovato rapporto
tra progetto e cultura del fare
utilizzando piccole imprese locali.
Un’ interessante occasione di
verifica da parte di Ugo La Pietra
e di tutti i suoi collaboratori
coinvolti nella mostra dove la
“filosofia del progetto”, veicolata
42
Ocra - Pietra Leccese
A lato, da sinistra: “Souvenir per la pietra
leccese” di Ugo La Pietra;
contenitore di Elisabetta Gonzo
e Alessandro Vicari realizzato da Tracce di
Fernando Perrone e Ornella Durini. Sotto,
da sinistra: specchio di Alfredo Gioventù
realizzato dall’autore;
“Ulivo” lampada di Fernando Perrone con
Ornella Durini realizzata dall’autore.
dalla sensibilità del designer o
dell’artista, ritrova l’ideale
contatto con le tecniche di
lavorazione dei materiali
tradizionali e con le potenzialità
produttive delle aziende artigiane.
Una mostra, quindi, che ha
portato alla manifestazione un
ulteriore incremento di presenze
di aziende artigiane di vari
territori esaltando, con la loro
presenza, il settore artigianato
artistico che, anche per l’edizione
2001, che si terrà dal 20 aprile al
1° maggio, troverà nella sede
della Fortezza da Basso
l’occasione ideale per comunicare
i propri valori.
Nero - Pietra Lavagna
Sotto: “Souvenir per la pietra lavagna”
di Ugo La Pietra.
A lato, dall’alto: “Paesaggio” di Ugo La
Pietra; vassoio di Alfredo Gioventù,
opere realizzate da Ardesia Fontanabuona
Consorzio Artigiano.
43
PROGETTI E TERRITORI
di Antonio Pugliese
Acqua potabile
Una serie di fontane per la Città di Lamezia Terme
una sorta di “Museo en plein air”
organizzato dal Centro Angelo Savelli
con la partecipazione di trenta artisti e architetti
Talete colpisce ancora. Dopo
“Una Sola Moltitudine, Eteronimi
di una Vozza” è ancora l’elemento
acqua il soggetto d’indagine
creativa che il Centro Angelo
Savelli e l’amministrazione
comunale di Lamezia Terme
pongono all’attenzione di artisti e
designers. L’invito è stato rivolto a
trenta creativi (Luca Amendola,
Paolo Canevari, Franca Cattani,
Nicola Carrino, Angelo Casciello,
Lucilla Catania, Fausto Cheng,
Riccardo Dalisi, Raimondo
Ferlito, Raimondo Galeano, Maria
Gulli, Robert Gschwantner, Saloua
Jobeur, Ugo La Pietra, Annalisa
Margarini, Alessandro Mendini,
Riccardo Monachesi, Teresa
Montemaggiori, Gianfranco Neri,
Gruppo Ombra, Mario Panarello,
Antonio Pugliese, Franco Purini,
Salvo Raeli, Cloti Ricciardi, Cinzia
Ruggeri, Antonio Saladino, Luigi
Serafini, Franco Summa, Adrian
Tranquilli, Vincenzo Trapasso,
Costas Varotsos), che hanno
progettato una loro idea di fontana,
innescando un processo di sinergie
con gli artigiani del luogo, chiamati
ad intervenire per la loro
realizzazione. “Acqua Potabile”,
questo il titolo del progetto, inteso
non solo come potabilità del bere
ma come condizione necessaria del
vivere quotidiano. È ormai sempre
più impellente la necessità di una
migliore qualità della vita: di un
traffico potabile, di un ambiente
potabile, di un edificare potabile, di
un’alimentazione e di una mucca
potabile.
44
In alto: fontanella di Cinzia Ruggeri; in
basso, fontanella di Franco Summa.
In alto: fontanella di Franca Cattani e
Raimondo Galeano.
In alto: fontanella di Luigi Serafini.
In basso: fontanella di Riccardo Dalisi.
Nella colonna a destra, dall’alto in basso: fontanelle di Vincenzo Trapasso, Teresa
Montemaggiori, Riccardo Monachesi, Nicola Carrino.
45
Dall’alto in basso:
fontanelle di Ugo La Pietra
e di Salvo Raeli.
In questa direzione si è mosso il
progetto delle fontane; rendere più
bella la città con interventi d’arte,
significa sicuramente incentivare
una migliore qualità della vita.
Inserire il “bello”, nel tessuto sociale
e nell’ambiente che ci circonda non
è solo auspicabile ma necessario.
Lamezia, in passato, non ha mai
avuto occasioni di realizzare
monumenti urbani di rilievo o di
collocazioni artistiche
contemporanee sul territorio.
Questo non ha certamente favorito
la sensibilità e la conoscenza
dell’arte contemporanea da parte
della collettività. Per fortuna le cose
stanno cambiando, lo dimostra
quest’iniziativa e le due piazze
progettate da Riccardo Dalisi per le
quali sono già in corso i lavori.
È importante continuare lungo
questo percorso, la nostra realtà
deve produrre cultura attuale, per
essere partecipe e protagonista del
proprio tempo; l’arte deve
armonizzarsi con lo spirito della
propria epoca. Ci è sembrata,
quindi, un’occasione notevole poter
coinvolgere artisti internazionali e
giovani emergenti, per collocare nel
centro della città le trenta “sculture
fontane”. In passato la fontana era
punto d’incontro e parte espressiva
dell’identità di quel luogo, le opere
progettate da artisti o architetti
erano realizzate dalle mani sapienti
degli artigiani, diverse per forme e
significato da quelle di altre città.
Con il passare del tempo,
quest’oggetto, come altri, (lampioni,
fioriere, panchine), che davano il
46
A lato, da sinistra:
fontanella di Costas Varotsos
e Antonio Saladino.
Sotto, da sinistra a destra:
fontanelle di Lucilla Catania,
Maria Gulli, Angelo Casciello.
loro significativo contributo alla
configurazione della città, sono
andati via via ignorati e poi sostituiti
con i cosiddetti “arredi urbani”.
Prodotti in serie, anonimi, uguali
per ogni luogo, che hanno tolto al
passante il gusto della sorpresa, la
possibilità di trovare dietro l’angolo,
una forma, un segno, un colore
capaci di rendere la città
riconoscibile non solo ai nostri
occhi ma alle nostre sensazioni e
alle nostre emozioni. La città diceva
Marsilio Ficino, non è fatta di
pietre, è fatta di uomini.
È la dimensione dell’esistenza.
Viverci significa progettare la
propria esistenza, ma anche
conservarne la memoria.
È importante riflettere sul concetto
di memoria, perché molte volte la
confondiamo, la usiamo e la
deturpiamo secondo le nostre
esigenze e poi, magari la
difendiamo, senza averne percepito
realmente il significato.
Spesso si estende il criterio della
conservazione a qualsiasi aspetto
che riguardi il passato, proprio
perché patrimonio della nostra
storia, senza tener conto che
bisogna distinguere tra quello che
ha un particolare significato e quello
che non ha valore e che può anche
essere sottoposto a cambiamento.
Nel corso dei lavori delle fontane
più volte mi è stato chiesto quale
fosse il rapporto tra queste opere
moderne e il centro storico.
Ma, cos’è il centro storico? E quanti
sono i centri storici in una città?
Credo innanzi tutto che non è da
47
Dall’alto:
fontanelle di Mario Panarello
e Paolo Canevari.
confondere con il “presepe”, infatti,
lo attraversiamo con le automobili e
non con le carrozze, chi vi abita non
indossa costumi d’epoca, ma jeans e
T-shirt. E quanti hanno sostituito
tetti, finestre, portoni, per avere un
maggior comfort?
In questi casi nessuno si è posto il
problema del rapporto con il
“moderno”, la sensibilità, l’amore e
il rispetto per il centro storico ha
dunque alti e bassi e a guardarlo
bene direi più bassi che alti.
Parlare di opere da collocare
nell’ambiente non è sicuramente
cosa facile, molte sono le teorie in
merito e ognuna ha qualcosa di
vero, ma decisamente l’intervento
nell’ambiente urbano deve essere
creativo, pieno di valori e significati
che durino nel tempo; capace di
creare una dimensione estetica
eterna, quasi sacrale. Questo si è
cercato di fare sistemando le nuove
trenta presenze nei siti individuati.
Appena si esaminano le opere degli
artisti e lo sforzo interpretativo si
approfondisce, si evince
chiaramente che la centralità del
pensiero di una cultura
mediterranea, recuperata attraverso
l’arte contemporanea, rimanda la
realtà quotidiana a rivisitare altre
realtà. Sono opere che raccontano
ognuna una propria piccola storia,
capaci di suscitare nuove emozioni,
in un gioco reciproco di dare ed
avere dove i principali soggetti
chiamati a interagire sono i
bambini.
Quel che vogliamo fare è
coinvolgere e sostenere il più a
48
A lato, dall’alto:
fontanelle di Alessandro Mendini e
Annalisa Margarini, Alessandro Neri.
Dall’alto:
fontanelle di Gruppo Ombra,
Franco Purini, Fausto Cheng.
49
A lato, dall’alto: fontanelle di Antonio
Pugliese, Luca Amendola.
Nella pagina a fronte, dall’alto, fontanelle
di: Robert Gshwantner, Cloti Ricciardi.
Sotto, dall’alto:
fontanelle di Adrian Tranquilli,
Sacova Jobeur, Raimondo Ferlito.
50
lungo possibile il loro viaggio nel
mondo della creatività, offrendo
loro tutti gli stimoli e gli strumenti
necessari per una più approfondita
conoscenza di questo straordinario
e misterioso mondo dell’arte .
Per questo abbiamo realizzato oltre
al catalogo ufficiale che vede tra
l’altro l’intervento critico di Barbara
Tosi e Massimo Bignardi, un
opuscolo, sotto forma di racconto,
rivolto ai bambini delle scuole
elementari. Abbiamo chiesto agli
insegnanti di accompagnare i loro
alunni a visitare questo museo a
cielo aperto, affinché, il lavoro da
noi iniziato possa proseguire,
secondo una forma
d’interdisciplinarità didattica,
coinvolgendoli con interventi
creativi come la fotografia, il
disegno, i temi, la poesia o altro.
Attraverso la lettura e la visita alle
fontane, i ragazzi verranno a
conoscenza anche di termini legati
al mito e all’Odissea. Nausica,
l’antro della Sibilla di Terina,
Narciso, L’Erma, Ariste, le Tre
Sirene, Labirinto trasparente,
queste in modo più diretto, altre tra
le righe, come la colonna e l’acqua,
la Sorgente del Tempio, Colonna,
Onda su Onda, e così via.
Probabilmente molte di queste
opere hanno come riferimento il
mondo greco, quel mondo greco,
che riconosceva all’arte la principale
qualità della società.
È evidente che nel realizzare il
progetto, gli artisti hanno tenuto
presente il luogo dove queste opere
sarebbero state collocate.
Il richiamo alla Magna Grecia, alla
cultura e alle radici del territorio
hanno dato in molti casi l’imput per
la creazione di questi manufatti.
Il mito, evidentemente, non ha
esaurito il suo fascino, anche perché
gli elementi che caratterizzano
l’uomo contemporaneo sono ancora
quelli dell’inquietudine.
È insomma, la coscienza dell’uomo
che naviga verso l’avvenire, e la
barca su cui procede è quella
dell’arte.
51
AUTORI
di Massimo Bignardi
Nuove “fornaci”
nel golfo delle sirene
Le esperienze di due giovani ceramisti
aprono il calendario di mostre promosse ad Amalfi
dalla "Casbah delle Antichità"
una piccola rassegna
dedicata ai rapporti con le ricerche contemporanee
Non v'è dubbio che la nuova
stagione della ceramica italiana
non smette mai di meravigliare.
Incoraggianti aperture segnalano
la velocità di un rinnovamento
creativo registrato in un
territorio, quale ad esempio
quello salernitano, sul quale spira
il vento di un ritrovato desiderio
di sperimentazione, spingendo
verso l'esterno, come una
ragnatela, i fili vivi attinti dal
patrimonio dalla ceramica
mediterranea. Spiragli nei quali
ritroviamo il lavori di due giovani
artisti, Mariella Simoni e Augusto
Pandolfi, da tempo attenti alla
ceramica, ai quali la rassegna
Ceramica ad Arte allestita alla
"Casbah delle Antichità" di
Amalfi, dedica due mostre
personali. Si tratta di un
programma, vere e proprie
piccole incursioni nei territori
delle manualità selezionate da
Salvatore Perrone, che ospiterà
nel corso dell'anno le mostre di
Ferdinando Vassallo, Grazia
Varisco, Ugo La Pietra, Mario
Carotenuto, Bruno Gambone,
Omar Galliani, Pasquale Giglio,
Nicola Salvatore, Skia Rivera,
Angelo Casciello, Antonio
Pugliese, Renato Barisani.
Mariella Simoni: sulla struttura
e sulla superficie
L'architettura intesa come forma
espressiva o, meglio ancora, come
dettato di un pensiero che
modella e dà funzione allo spazio
- nella cultura classica era il
52
Nella pagina a fronte:
di Mariella Simoni, “Athanor”:
desiderio dell'uomo di imitare la
rondine costruttrice - è l'idea
sulla quale insiste l'esperienza in
ceramica della giovanissima
Mariella Simoni. L'espressione
“i miei vasi” - annota l'artista
salernitana - recupera il
significato dato ad essa dagli
antichi Egizi, cioè di "mia casa",
vale a dire di unità del corpo e
dello spazio nel quale esso vive,
dettato etico che è tradotto dal
rapporto “tra le forme essenziali
dell'arte ceramica (vasi) e quelle
dell'architettura”.
I vasi realizzati nel corso di questi
ultimi anni, in pratica già dal
1998 quando espone alla Biennale
della ceramica organizzata presso
il Museo Città Creativa di Rufoli,
al V Premio Nazionale della
Ceramica tenutosi a Vietri sul
Mare e, nel corso del 2000, allo
spazio Keramikos di Salerno,
evidenziano una forte attenzione
sia alla struttura costruttiva della
forma, realizzata con la tecnica
del lucignolo, seguendo il filo (in
gergo "maccherone") di argilla
che modella il corpo, il volume,
proprio come fa la rondine con i
sottili rami, gli steli dei fiori, sia
recuperando il valore espressivo
della superficie, intesa come
estremo limite del corpo,
epidermide sensoriale.
La struttura metaforizza il
linguaggio gestuale, voglio dire
che molte delle forme dei suoi
vasi sono strettamente legate alle
suggestioni immaginative delle
mani, ridisegnando i colli svasati
In questa pagina, dall’alto:
“Coppetta” e “Vasi e coppette”
in terracotta, ossido manganese,
smalto piombico-sabbioso, h.41 cm,
di Mariella Simoni
o attualizzando il profilo di orli
lobati, attinti al repertorio dei
boccali propri della produzione
vietrese ottocentesca. Una forma
indagata con la consapevolezza di
una radicata presenza della
tradizione, guardata senza
nostalgia e senza cedere al
compiacimento del decoro
figurato, proprio di uno stile
divenuto, impropriamente, la
cifra della ceramica vietrese di
questi ultimi decenni.
Il valore del colore, in particolare
il calibrato dosaggio fra il
manganese e la ramina data a
leggere velature, offre la
possibilità di esaltare la trama
(l'impercettibile tessitura del
lucignolo), maggiormente resa
evidente dalla modulazione del
chiaroscuro, dal movimento della
superficie, puntinata di sabbia, di
elementi e materie che
accentuano (o differenziano) la
luminosità dello smalto.
Alla texture esterna, ritmata dal
movimento spiraliforme del
"maccherone" di argilla
(“intrinseca decorazione” osserva
l'artista), si affianca quella interna,
ove la Simoni realizza un'ulteriore
tessitura ideata come nuova
immaginifica struttura.
È la ragnatela di sottili linee nere,
scure, disegnata dalla craquelure
dello smalto che l'artista controlla
saggiamente, facendola divenire
metafora di una spaccatura, di una
frammentazione visiva che si
contrappone (o vuole come
suggestione immaginaria) alla
logica costruttiva del lucignolo.
La superficie diviene, quindi, la
chiave per entrare nell'espressione
della forma, nel suo più nascosto
dettato, recuperando sia la
funzione strutturale, sia quella
simbolico-cultica che l'artista,
giustamente, chiama “grana
visiva”. Il vaso torna ad essere
oggetto architettonico, misura,
nell'universo delle forme della
contemporaneità, di un
atteggiamento che filtra il tempo
e i suoi segni: suggerisce, cioè,
l'idea di una certa perennità “di
alcune proto-forme - osservava
Dorfles trattando dei precedenti
d'una semiotica architettonicache possiamo considerare preesistenti o almeno co-esistenti alla
vicenda stessa dell'umanità”.
53
Di Augusto Pandolfi “Adamo” 1997, raku,
h.42 cm. (foto D’Antonio).
Le "mitografie" mediterranee di
Augusto Pandolfi
Giovane artista dedito alla ceramica
dai primi anni novanta, Augusto
Pandolfi ha esposto, in questi ultimi
mesi, la sua recente produzione in
varie occasioni, non ultima la
personale tenuta a Salerno alla
galleria Etruria, nonché alle
collettive allestite allo Spazio
Keramikos. Il punto di partenza del
suo lavoro resta nei registri di
quelle ricerche, esposte nel 1997
nella personale organizzata ad
Agropoli, ove risiede. In mostra
c’erano poco più di venti lavori che
documentavano il suo incessante e
continuo intricare nelle possibilità
offerte dalla combinazione di
tecniche, il raku, la maiolica, il
bucchero. L’alchimia, come
processo di conoscenza ma anche
come fonte di sollecitazione
creativa dell'immaginario, è il dato
che affiora scorrendo ad uno ad
uno i venti pezzi ceramici che
Pandolfi ha allineato, senza lo
sfarzo delle grandi occasioni, nel
tracciato espositivo di questa
mostra, affidando ai titoli il
compito di stendere un filo
narrativo che colleghi le opere tra
di loro. Achille, come le altre
realizzate nel corso di quest'anno,
apre il racconto delle forme: si
tratta di una piccola scultura in raku
sulla quale l'artista è intervenuto
cercando di indirizzare la reazione
che l'ossido di ferro, contenuto
nell'argilla, ha con lo smalto.
Un processo tecnico che controlla
con maggior intensità nella scultura
54
Di Augusto Pandolfi, da sinistra, “Enea”,
mista, riduzione ossido di rame, h.39 cm.;
“Eva”, raku, h.39 cm. (foto D’Antonio).
rigore nella costruzione della
forma, del suo dettato espressivo,
giostrati sia sul piano strutturale,
con la morbidezza del modellato
che articola questa sorta di
maschera, sia sul piano più
complesso di introspezione
psicologica, di approccio al proprio
volto (all'Io).
Significativi sono due vasi-oggetti
realizzati con tecniche miste: si
tratta di Paride, il cui impianto
cromatico si fonda sulla reazione
fra l'ossido di rame e il vetro e del
vaso dal titolo Dio Re, in cui
l'artista di Agropoli agisce con
maggiore interesse sulle possibilità
offerte dall'ossido di rame di
riduzione: è quella magica patina
dai riflessi fra il rame antico e la
doratura bronzea, che carica di
maggiore espressione i lineamenti
del volto del re contenuto nella
tonda pancia del vaso.
(quasi una sorta di bassorilievo) dal
titolo Eva: sul lato posteriore i segni
di tale processo sono chiari.
Pandolfi oggi è approdato ad una
raffinata "stesura" della superficie,
controllando il leggero strato di
smalto che registra, come una
sensibilissima pellicola, i segni
(i disegni) di tale reazione,
rendendoli più chiari ed evidenti. Il
risultato determinato del fuoco,
dalle sue irrequiete volontà creative,
è di grande suggestione: ne risulta
una sorta di materia organica, di
elemento marino, pulsante di vita
che fuoriesce dall'irregolare
porosità, dalle "sbollature" di smalto
che saltano in avanti come pelle
viva, come materia urlante.
Un’alchimia che trova il suo pieno
riscontro nella scultura dal titolo
Adamo: è forse l'opera più
significativa di questa mostra, non
tanto per l'estrema capacità con la
quale Pandolfi ha saputo controllare
la tecnica del raku, quanto per il
55
fiere
di Lapo Guelfi
Mostra dell’Artigianato:
la qualità della tradizione
Una rassegna della grande produzione italiana
e internazionale di qualità, dedicata all’artigianato inteso
non solo come fatto produttivo ed economico
ma anche come patrimonio culturale di grande valore
Se il significato dell’artigianato
nella storia più antica di Firenze è
evidente sia nella toponomastica
della città che nel lessico, ricco di
termini che si riferiscono alle
attività artigianali e agli strumenti
dei mestieri, una storia recente e
importante è anche quella della
Mostra Internazionale
dell’Artigianato, che festeggia
quest’anno la 65a edizione.
Nata nel 1931 la Mostra
dell’Artigianato è l’unica fiera del
genere che possa vantare una così
lunga storia ed è cresciuta nel
tempo, con la volontà di guardare
al domani con fiducia, ben
sapendo che la qualità espressa
dall’artigianato di questa area ha
caratteristiche di unicità tali da
permettergli di primeggiare
ancora, sia in Italia che in Europa.
In armonia con il retaggio di una
civiltà che ha continuato anche
nell’era della tecnologia ad amare
le qualità dell’oggetto ed ha
imparato a esporlo nella sua
signorilità e particolarità. In
questa linea si terrà, dal 20 aprile
al 1° maggio, anche l’edizione
2001.
La rassegna esporrà la grande
produzione italiana e
internazionale di qualità ed
ospiterà anche un nutrito numero
di collaterali che ci consentiranno
di scoprire e approfondire i vari
aspetti dell’artigianato. Non si
può non sottolineare l’importanza
della Mostra Internazionale
dell’Artigianato, che ha una
media di visitatori che negli
56
ultimi anni tocca le 180.000 unità.
I fiorentini ed i toscani lo sanno
bene: ormai la Mostra
dell’Artigianato è un
appuntamento fisso, da non
perdere assolutamente.
Un appuntamento che gli sforzi
di Firenze Expo, della Regione
Toscana, delle Associazioni di
Categoria, di Unioncamere
Toscana, arricchiscono ogni anno
di contenuti sempre nuovi, con
l’obiettivo di fare della mostra il
luogo di incontro dell’artigianato
internazionale di qualità. È in
questa linea che si colloca Visioni,
iniziativa commerciale della
manifestazione che, arrivata alla
sua quarta edizione, si conferma
importante vetrina per le imprese
italiane di qualità. Molte le novità
di quest’anno, ad iniziare dall’area
espositiva collocata all’interno del
padiglione Cavaniglia che, con i
suoi 3.300 mq. di superficie e la
sua modernissima struttura, è
Nelle due pagine:
ingresso della manifestazione precedente;
alcune immagini di espositori presenti.
senza dubbio uno degli spazi più
suggestivi della Fortezza da Basso.
La seconda novità riguarda sia il
numero delle imprese,
che salirà a 100, che la loro
suddivisione in tre aree tematiche:
Arte e Arti, Tendenze e Ricerca,
Artigianato e Tradizioni.
L’area espositiva del padiglione
sarà poi completata da Toscana
delle Meraviglie, una zona
appositamente pensata per eventi
dedicati all’artigianato
agroalimentare della Toscana.
Non mancheranno importanti
mostre collaterali dedicate allo
specifico del lavoro artigiano.
Le mostre allestite
dall’architetto Simone Micheli
saranno Divini frammenti
artigiani, una scelta di prodotti
artigiani esposti in un
allestimento scenografico, per
esaltarne la qualità, Artigianato in
Diretta, dove si potrà ammirare il
lavoro artigiano nel suo farsi, e
Straordinari sapori toscani, con
prodotti enogastronomici
presentati in una veste alternativa.
Tra le iniziative che animeranno
la mostra è da annoverarsi anche
Breakfast che allestita nel
Padiglione Rastriglia, sarà una
sorta di viaggio nella produzione
alimentare legata alla prima
colazione, con degustazioni
gratuite, mini corsi e lezioni di
cucina.
Orario 10-23
(ultimo giorno 10-20)
Biglietto L. 14.000
57
fiere
di Cristina Bellavista
A Maxima
l’artigianato siciliano
La manifestazione che aspira a diventare
il punto di riferimento di tutta l’area mediterranea
contribuendo a dare un nuovo slancio
alla realtà produttiva siciliana
Colorate “lumere”, di varia
foggia a seconda del numero di
fiamme, “lucerne” antropomorfe,
fiaschette a forma circolare, molto
simili a quelle prodotte nel 1600,
grandi “bombole”. E ancora:
“quartare”, usate nella tradizione
per la conservazione dell'acqua,
brocche più classiche e 'cannate'.
Tutto questo fa parte del
ricchissimo repertorio della
ceramica siciliana, di cui si è
potuto ammirare un generoso
campionario alla fiera Maxima,
“Mediterranea di gioielli,
argenteria, regali e complemento
arredo”, che si è tenuta a Palermo
dal 9 al 12 marzo e che ha visto la
partecipazione di 200 espositori,
tra artigiani e aziende produttrici,
e di 3500 visitatori.
Un intero padiglione era dedicato
all'oggettistica tradizionale che
riproponeva in un’ottica
ovviamente attuale, e cioè più
come articoli da regalo e per la
casa e meno come oggetti d'uso,
tutta una serie di contenitori
decorati secondo le usanze di
secoli. Gli oggetti creati con le
mani, soprattutto in passato,
avevano una funzione precisa:
di conservazione dell'acqua, dei
cibi o dei prodotti della terra.
La Sicilia è stata terra ricca di cave
d'argilla, e i suoi artigiani hanno
saputo plasmare la materia
creando forme particolari, talvolta
grottesche, come nel caso delle
lucerne dalle sembianze umane,
che ancora oggi vengono
apprezzate in tutta Italia.
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Oltre all'artigianato in ceramica e
terracotta, a Maxima hanno
esposto anche alcuni argentieri sia
siciliani che non, con i loro pezzi
cesellati e lavorati finemente
seguendo gli stili più ridondanti
del passato. Da non dimenticare il
padiglione dell'oreficeria e la
gioielleria, di quest’ultima le origini
in Sicilia risalgono addirittura ai
tempi dei fenici, che hanno avuto
nel concorso "Cielo, Sole, Terra,
Mare e l'Arte Orafa Siciliana nel
III° Millennio" il loro apice.
Nella pagina a fronte, dall’alto:
interno di un padiglione; vaso di Argenti
D’Arte ed imponente alzata di Luigi De
Carli Argenteria.
In questa pagina, dall’alto:
tre potiche di Non solo Ceramica e vaso
“bombola” di Le Stanze del Gattopardo;
ceramiche coloratissime di Margherita De
Simone e oggetti in terracotta, anche
smaltata in bianco e blu, de IlLaboratorio
Italiano; fiaschetta tonda e brocca con
catino di La Ceramica Rossa; brocche di
varie dimensioni in maiolica di Anthilia.
Photo: Dario Scorsone e Nino Di Buono
Vincitrice una collana in
acquemarine, con centrale
finemente cesellato, che rispecchia
il colore del mare della Sicilia.
Un pezzo unico dell'orafo
messinese Pasquale Zappia.
Ceramiche siciliane
Se ne hanno già tracce nell'epoca
greco romana, ma è nel XIV
secolo che le fornaci dell'isola
diventarono famose per la tecnica
del lustro e per l'influenza araba
che rimase la principale fonte di
ispirazione perfino in epoca di
Barocco e Manierismo.
Ancora oggi continua ad esserci
una sorta di mappa dei centri di
produzione artigianale.
Il polo produttivo più conosciuto
è quello di Caltagirone, le cui
ceramiche sono caratterizzate
dallo smalto bianco sul quale
spicca l'azzurro in varie tonalità e
dalla decorazione a reticella.
A Collesano (PA) le decorazioni
tipiche erano la treccia, il tralcio e
i bacelli del medaglione, tutte
caratterizzate da una nota di
giallo intenso. Ancora oggi si
continuano a produrre ceramiche
rustiche, in particolare lucerne a
figura umana.
Palermo continua ad essere
tutt'oggi un centro di produzione
di oggettistica rustica e d'arte.
Altri centri sono Santo Stefano di
Camastra, Bugio, Sciacca e
Trapani, ognuno caratterizzato
dalla lavorazione
di motivi decorativi e da colori
ben identificabili.
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i grÈs di alfredo gioventÙ
Le tecniche raccontate dai maestri ceramisti
Le tecniche:
stampi in gesso
stampatura manuale
impasti di grès porcellanato
decorazioni ad intarsio
Immaginare il mare come un "grande
artigiano" (B.Munari) in grado di foggiare forme levigate ricavandole dalla
casuale plasticità delle rocce spaccate,
pensare al forno del ceramista come
ad un vulcano in grado di ricostruire,
dalle polveri, gli arcaici materiali che
costituiscono la crosta terrestre, può
diventare un percorso progettuale
capace di trasformare un sasso in un
vaso da fiori con l’obbiettivo di restituire all’abitare un positivo rapporto
con la natura.
Spesso, quando la ceramica raggiunge
fig. 1.
fig. 2.
fig. 3.
fig. 4.
fig. 5.
DALLA PIETRA AL VASO
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alti livelli di qualità, può non sembrare
più "ceramica"e ritrovare la sua primaria caratteristica di materiale dalle
risorse infinite che, se conosciuto a
fondo, permette di essere continuamente reinventato e utilizzato per
nuovi linguaggi artistici. Realizzare
perciò un vaso in ceramica che assomigli fedelmente ad un sasso vuoto,
dalle pareti dello spessore di 4 mm,
comporta sì una specifica ricerca tecnologica, ma soprattutto una chiara
interpretazione progettuale che tenga
conto della coerenza dei linguaggi utilizzati.
Agli impasti di argilla si deve dedicare molta sperimentazione per raggiungere quel grado di verosimiglianza materica che superi la mera contraffazione. Per ottenere la compattezza e la sonorità al tatto necessarie,
il corpo ceramico deve raggiungere la
sinterizzazione: la temperatura di utilizzo sarà perciò tra i 1200° e i 1300° C.
Un’altra importante caratteristica è il
colore a cotto dell’impasto, che per
una maggior naturalezza dovrà derivare dall’introduzione di sabbie e chamotte di varia granulometria e di varia
composizione chimica; in questo
modo la texture superficiale sarà formata da compatti puntini di diversa
tonalità che determineranno il grigio
finale.
Inoltre, affinché la materia risulti
"calda", le varie sabbie devono interagire tra loro attraverso una parziale
fusione prodotta dalla componente
vetrosa dell’argilla di base; si può utilizzare una porcellana con temperatura di cottura intorno ai 1250°C: l’in-
troduzione massiccia di sabbie e chamotte sino al 40% ed oltre potrà
innalzare la temperatura fino a
1300°C.
Tra le qualità necessarie a questo tipo
di grès ,oltre alla "lucentezza" della
superficie, abbiamo la "profondità"
della materia; quest’ultima si raggiunge con le finiture eseguite durante i
diversi stadi di essiccamento utilizzando differenti attrezzi.
La realizzazione delle opere, data la
poca plasticità degli impasti utilizzati,
può avvenire solo con l’ausilio di
stampi in gesso.
Il modello sarà un sasso, la cui forma,
molto probabilmente, dovrà essere
modificata per eliminare eventuali
punti di sottosquadra o per raggiungere quel livello di astrazione che trasformerà una qualsiasi pietra nell’archetipo del "sasso". Il modello (M fig.
1) sarà posto su un piano e reso stabile
con cunei di legno; con l’ausilio di una
squadra (S fig.1) si dovrà determinare
esattamente ogni punto di sottosquadra (P fig.1) della forma in quella esatta posizione.
L’insieme di tutti i punti di sottosquadra determinerà una linea (rossa fig.1)
limite alla colata di gesso che garantirà
la fuoriuscita del modello e degli
oggetti che verranno stampati, dallo
stampo.
I punti P saranno determinati dal
punto di contatto della squadra (correttamente posizionata col modello
lungo tutto il suo perimetro).
Lo spazio tra il piano e la linea deve
essere tamponato con argilla (A fig. 2)
creando un piano intorno al modello
della larghezza di 4 cm.; tale misura
determinerà lo spessore dello stampo.
La barriera di contenimento del gesso
può essere realizzata con una striscia
di cartone pesante (500 gr./m) con
un lato bianco lucido (B fig. 2) avvolta
intorno al piano di argilla tenendo la
parte lucida verso l’interno;
l’altezza della striscia dovrà superare il
modello di una misura di 4 cm. (lo
spessore dello stampo).
La scelta di questo procedimento ha
come obbiettivo la realizzazione di
uno stampo a spessore costante secondo i criteri adottati per la foggiatura in
scultura e permette la migliore economia in peso e volume.
Prima di eseguire la colata di gesso
bisogna sempre ricordare di ricoprire
il modello di un sottile strato di saponina sciolta in acqua con eventuale
aggiunta di olio per macchine da cucire.
Per un migliore controllo delle fasi di
indurimento del gesso è opportuno
non mescolarlo molto e versarne solo
una parte avendo cura di ricoprire il
modello con un sottile strato; appena il
gesso inizia ad avere una consistenza
cremosa si può applicare con uniforme
spessore intorno al modello con le
mani o con l’ausilio di una spatola
(S fig. 2) , riportando dapprima verso
l’alto quello a contatto con il cartone
ed utilizzando poi quello rimasto nel
secchio.
Quando il gesso sarà raffreddato (avrà
cioè concluso il processo di indurimento che si manifesta con un
aumento di temperatura), senza
togliere il modello dalla parte di stam-
fig. 6.
fig. 7.
fig. 8.
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po appena realizzata, si deve capovolgere il blocco (S fig. 3) ed incidere
almeno tre richiami; dopo aver avvolto con una nuova striscia di cartone (B
fig. 3) lo stampo (S fig. 3) e il modello,
esattamente come in precedenza, si
versa nuovamente il gesso (G fig. 3).
È molto importante seguire il gesso
nelle fasi di rassodamento e successivo
riscaldamento perché, intervenendo al
momento opportuno con lamierini
dentati di differenti fogge (S fig. 4), si
può facilmente ottenere la forma
voluta, compresi i piani di appoggio
necessari per la stampatura ed il riassemblaggio. I gusci vanno divisi,
quando il gesso è completamente raffreddato, con l’aiuto di sottili cunei di
legno. La stampatura si realizzerà
appoggiando una lastra di impasto
dello spessore di 6 mm. (A fig. 5)
all’interno del guscio di gesso e pressandola uniformemente con una spatola morbida di gomma; i bordi, tenuti in leggero eccesso, dopo essere stati
zigrinati (B fig. 5), verranno ricoperti
di un sottile strato di barbottina dello
stesso impasto utilizzato per la stampatura (fig. 6).
Chiudendo i due gusci è necessario
porre la massima attenzione nel fare
coincidere perfettamente i richiami e
nel pressare le forme con un leggero
movimento affinché i bordi si "rimpastino". Appena il manufatto
si può
manipolare senza essere deformato si
toglie dallo stampo e si rifiniscono i
punti di congiunzione delle due metà
utilizzando argilla della stessa durezza
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e stecche di legno.
L’esecuzione dei decori ad intarsio
deve iniziare nella prima fase della
"durezza cuoio" tracciando solchi di
diversa larghezza con differenti attrezzi e stuccandoli successivamente con
bisciette di porcellana (fig. 7) o altre
argille colorate, considerando sempre
la compatibilità tra i due materiali
(ritiro e temperatura di cottura).
Quando la forma ha definitivamente
raggiunto la durezza cuoio si possono
iniziare le finiture superficiali asportando gli eccessi della stuccatura di
porcellana con affilati lamierini di sottile acciaio inox (fig. 8); il segno bianco apparirà solo ora nella sua fre-
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schezza ed importanza grafica; contemporaneamente la superficie inizierà a sgranare e ad acquistare qualità
materica. L’essiccamento di questo
tipo di impasto (molto magro) non
presenta problemi, tanto da poter
essere effettuato rapidamente con
l’ausilio di fonti di calore.
A manufatto essiccato si procederà
con le finiture superficiali levigandolo
prima con carta vetrata 100 e successivamente con una 180; per togliere
definitivamente le rigature della carteggiatura l’ultima finitura deve avvenire nuovamente con lamierini di
acciaio che permet-teranno anche di
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Nella pagina a fronte, da sinistra:
spiaggia di Borgo Renà a Sestri Levante; vasi
in grès, smalto celadon e legno, h. 40 e 20 cm.
In questa pagina:
vaso “Arcano” in grès, legno e terracotta,
h. 80 cm.
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scalzare i pezzi più grossi di chamotte
ottenendo una materia perfettamente
naturale e levigata. La cottura può
essere eseguita sia in forni elettrici che
a gas , sia in ossidazione che in atmosfera riducente, normalmente a cono
Seger 9.
L’interno di questi oggetti è spesso
smaltato con smalti celadon, sangue di
bue, tenmokù; della loro formulazione
e dei tipi di cottura che esigono si parlerà in un successivo articolo.
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Glossario
Impasti: miscele di argille naturali,
feldspati, silici, mirate ad ottenere un
determinato risultato in cottura.
Porcellana: tipologia ceramica di colore
bianco a corpo ceramico compatto che
si ottiene con un impasto di caolino al
50%, silice 25%, feldspato 25%.
Grès: tipologia ceramica a impasto
colorato e corpo ceramico compatto
che si ottiene miscelando differenti
argille povere di carbonato di calcio ed
altre materie prime complemen-tari.
Chamotte: materia prima complementare per impasti, ottenuta in forma
sabbiosa dalla macinazione di argille
cotte.
Plasticità: caratteristica dell’argilla che
ne determina la lavorabilità, cioé la
capacità di modificare la sua forma,
attraverso una pressione, senza rompersi e di mantenerla inalterata.
Sinterizzazione: processo chimico-fisico che avviene durante la cottura ad
alte temperature e crea una fase vetrosa che elimina la porosità del corpo
ceramico rendendolo compatto ed
impermeabile (grès e porcellana).
Colata di gesso: la preparazione del
gesso prevede le seguenti fasi:
1-calcolo del volume necessario
2-versare in un secchio acqua per
metà del volume
3-sfarinare il gesso nell’acqua fino alla
saturazione
4-mescolare per circa 30 secondi senza
creare bolle d’aria
Richiami: fori tondi da realizzare nel
gesso ruotando una moneta.
Durezza cuoio: fase dell’essiccamento
in cui l’oggetto foggiato con argilla
pur avendo ancora il colore dell’impasto bagnato ha già la rigidità dell’
impasto secco.
Barbottina: argilla secca sciolta in
acqua e stemperata a consistenza cremosa compatta.
Ritiro: quantità di volume perso
dal manufatto ceramico durante l’essiccamento e la cottura a causa dell’eliminazione dell’acqua; può variare dal
7% al 13%.
Indirizzi
Lamierini e spatole di gomma "Kemper Tools":
Ernan Ceramiche-Albisola
Argille e impasti di porcellana:
WBB Italia-Maranello
Chamotte: AGS-BMP Bollate (Mi)
Lamierini dentati e attrezzi per il gesso:
Flli Menconi-Pietrasanta (Lu)
Gesso per stampi:
CCR Nannetti-Faenza (Ra)
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Ad Arte
Alcune importanti iniziative ed attività
del primo Osservatorio sulle Arti Applicate in Italia
A
partire da questo numero la
rivista “Artigianato tra arte e design”
dedicherà una pagina tematica sulle
attività promosse da Ad Arte
Primo Osservatorio Nazionale sulle
Arti Applicate in Italia; uno spazio
importante rivolto a tutti coloro che si
occupano di artigianato artistico per
conoscere le iniziative dell’associazione
e divulgarne gli scopi.
Nei suoi primi tre mesi di attività,
l’Osservatorio AD ARTE, ha
presentato tre mostre dedicate
alla promozione e valorizzazione
del patrimonio legato
all’artigianato artistico.
“Trimmone, Cammauttu,
Cutrubbu. Collezione di
ceramiche realizzate a
Grottaglie”, ricerca condotta da
Ugo La Pietra con la
collaborazione di Ciro Masella, è
una collezione di contenitori per
l’olio interpretati da alcuni
designer contemporanei e
realizzati dall’artigiano Giuseppe
De Fazio. La stessa matrice
storico-culturale legata al
territorio, è stata sviluppata anche
nella mostra “Bianco e nero,
collezione di oggetti in pietra di
Lavagna e marmo di Carrara”.
Nata da una ricerca coordinata da
Ugo la Pietra con Antonello
Pelliccia e Alfredo Gioventù, la
mostra è stata un’occasione per
proporre una serie di oggetti
domestici capaci di interpretare le
caratteristiche estetiche del
materiale utilizzato,
caratteristiche che determinano
l’identità culturale di un preciso
64
territorio, contraddistinguendolo
e rendendolo cosciente della
propria unicità. In coerenza con
gli obiettivi dell’Osservatorio, che
si pone come strumento di
conoscenza sul territorio e come
punto di riferimento anche per le
scuole e le istituzioni , è stata
presentata dall’associazione la
mostra “Le giare di Biot.
Lavori da un laboratorio
didattico”, organizzata dal Museo
Fernand Leger di Biot,
l’Associazione ceramica di Biot e
le accademie di Saint Etienne e
Tolone e la partecipazione del
prof. Ugo La Pietra.
Laboratorio nel vero senso del
termine, perché gli studenti si
sono potuti confrontare con gli
aspetti tecnici e produttivi legati
all’archetipo “giara” e quindi
elaborare, e realizzare, una serie
di progetti innovativi:
un’opportunità offerta agli
studenti di confrontarsi in modo
concreto e reale con “la cultura
del fare”. Le iniziative presentate
in questi primi mesi di attività
dell’Osservatorio hanno avuto
l’esito positivo di far conoscere
alla gente esperienze e ricerche
che spesso non trovano adeguati e
qualificati spazi per essere
promosse. L’interesse di un
pubblico curioso e attento, di
artisti/artigiani locali e non, di
critici, di scuole a cui
l’Osservatorio dedica visite
guidate, è la conferma
dell’importanza di promuovere
l’educazione artistica legata
all’arte applicata. È questo infatti
uno degli scopi fondamentali
dell’associazione che non vuole
essere un’entità astratta, ma una
realtà concreta di promozione e
diffusione dell’artigianato
artistico, capace di stabilire un
legame diretto e continuativo
con il territorio in cui opera.
Proprio per questo l’Osservatorio
è strutturato con una segreteria
organizzativa e con uno spazio
espositivo dove poter presentare
ricerche e collezioni di oggetti
legati all’arte applicata: oggetti
fatti per una società sempre più
colta e desiderosa di trovare i
“segni” capaci di far leggere i
caratteri e le diversità dei gruppi
sociali, omogenei tra di loro per
affinità elettive.
Inoltre la segreteria prosegue il
lavoro di monitoraggio delle
differenti aree artigiane italiane e
di catalogazione delle adesioni che
dal gennaio 2001 giungono in
sede, con lo scopo di organizzare
una mostra collettiva, dedicata agli
artigiani e artisti che aderiscono
all’associazione, nel periodo di
novembre/dicembre 2001.
La segreteria è naturalmente a
disposizione per informazioni
sulle iniziative dell’associazione.
Per informazioni:
Ad arte Primo Osservatorio
Nazionale sulle Arti Applicate
Via Matteo da Campione 8
20052 Monza (MI)
tel.039.2312002 fax 02.92312628
e-mail: [email protected]
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a cura di Isabella Taddeo
Atelier • Gallerie • Laboratori • Negozi
segnalati dalla nostra redazione
Altai
via Pinamonte, 6
20121 Milano
Tel. 02.29062472
Art & Craft s.n.c.
via Trieste 10/12
24057 Martinengo (BG)
Tel/fax 036.987265
Artè
via Meda, 25
20136 Milano
Tel. 02.89401059
Artecotta
via Bramante, 22
20154 Milano
Tel. 02.34536050
Arter
via Fiori Chiari, 9
20121 Milano
Tel. 02/72004010
Atelier degli artisti
via delle Battaglie, 36/b
25122 Brescia
Tel. 030.3753027
Atribu
c.so Garibaldi 3
20121 Milano
Tel. 02.867127
Aus18
via Ariberto 19
Show-room:
via Ausonio, 18
20123Milano
Tel. 02.8375436
Cambiofaccia
via Giannone, 4
20154 Milano
Tel. 02.3451780
Comunicarte
v.le Perata, 28
17012 Albissola Marina (SV)
Tel. 019.489872
D’Arte
via Riello 1ter
35100 Padova
Tel. 049.650246
“2link”
largo La Foppa, 6
20121 Milano
Tel. 02.62690325
Eclectica
c.so Garibaldi, 3
20121 Milano
Tel. 02.876194
Fallani Best
via San Niccolò, 90/r
50125 Firenze
Tel. 055.241861
Galleria Sargadelos
via Volta, 20
20121 Milano
Tel. 02.6575899
Galleria dello Scudo
via Scudo di Francia, 2
37121 Verona
Tel. 045.590144
Galleria Rossella Junk
Calle delle Botteghe, 3463
30124 Venezia
Tel. 041.5207747
Galleria Colombari
via Solferino, 37
20121 Milano
Tel. 02.29001551
Galleria Internos
via Cappuccio, 21/a
20123 Milano
Tel. 02.8900632
Galleria Luisa Delle Piane
via Giusti, 24
20154 Milano
Tel. 02.3319680
Galleria Marina Barovier
S. Marco Salizada
San Samuele, 3216
30124 Venezia
Tel. 041.5226102
Galleria d’arte & di vetro via
S. Tommaso 72
24121 Bergamo
Tel. 035.243300
Galleria Ikonos
via G. Amendola, 23
87041 Acri (CS)
Tel. 0984.941406
Galleria Martano
via Principe Amedeo, 29
20123 Torino
Tel. 011.8177987
Galleria Novecento
vicolo Cavalletto, 4/a
37122 Verona
Tel. 045.8036236
Galleria Pallata
via Santelio, 59/a
25066 Lumezzane Pieve (BS)
Tel 030.8922769
fax 030.8922769
Galleria Peccolo
p.za della Repubblica, 12
57100 Livorno
Tel. 0586.888509
Galleria Silva via
Borgospesso, 12
20100 Milano
Tel. 02.784050
Galleria Magenta 52
c.so Magenta, 52
20123 Milano
Tel. 02.4816963
Giacomo Manoukian
Noseda
p.zza S. Simpliciano, 2
20121 Milano
Tel. 02.8051637
Jairo
via Crema, 17
20135 Milano
Tel. 0348.3931531
L’Albero del Melograno
p.le Baracca, 10
20123 Milano
Tel. 02.437215
La Bottega di Maiolica
via Maqueda, 90
90100 Palermo
Tel. 091.599504
La Porta Rossa
via Olmetto, 17/1
20123 Milano
Tel. 02.854503
La Sciara del Fuoco
p.zza S. Nazaro in Brolo, 3
20122 Milano
Tel./fax 02.58322324
Louise Lanzi
via S. Maria Fulcorina 20
20123 Milano
Tel. 02.8692130
Marienza
Morandini Design
via Veratti, 24
21100 Varese
Tel. 0332.235882
Materia Prima Arts & Crafts
Piscina S. Samuele, 3436
30100 Venezia
Tel. 041.5233282
Mestieri d’arte
via Ragno, 11
44100 Ferrara
Tel. 0532.767139
Microbrera Gallery
via Fiori Chiari, 7
20100 Milano
Tel. 02.86461751
Microdesign
via Tadino, 6
20124 Milano
Tel. 02.2940884
Museo Nuova Era
via Vallisa 11/12
70122 Bari
Tel. 080.5054494
Nibe
via C. Hajech, 10
20129 Milano
Tel. 02.740676
Opos
c.so Garibaldi, 104
20156 Milano
Tel. 02.33404307
Penelopi 3
via Palermo, 1
20121 Milano
Tel. 02.72000652
Pit 21 Artearredo & Design
via S. Marta, 21
20123 Milano
Tel. 02.89013169
Regina Gambatesa
via Roberto da Bari, 102
70122 Bari
Tel./fax 080.5215174
Scultura & Design
via Hoepli, 6 - 20121 Milano
Tel. 02/801384
Spatia
via Barbavara, 4 - 20144
Milano
Tel. 02/89420191
Spaziodigennaro
via Boltraffio, 12
20100 Milano
Tel. 02/58304749
Spazio S. Carpoforo
via S. Carpoforo, 6
20100 Milano
Tel. 76008766
Starter onlus
via Maroncelli, 15/2
20154 Milano
Tel./fax 02/65570081
Talento
l.go S. Eufemia, 40
41100 Modena
Tel. 059/226547
Terre Rare
via Carbonesi, 6
40123 Bologna
Tel. 055/221013
360°
via Tortona, 12 - 20100 Milano
Tel. 02/8356706
Vetrodesign
via Raffaello Sanzio, 1
20149 Milano
Tel. 02/48194940
Xenia
via Falcone, 2 - 20100 Milano
Tel. 02/8051012
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Artecotta
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Ceramiche di Caltagirone a Milano
Galleria
Magenta 52
Artecotta è un atelier dove è possibile
scoprire e ammirare la grande tradizione ceramica di Caltagirone studiata, amata e interpretata da un raffinato ceramista di Caltagirone: maestro
Giacomo Alessi.
Guardando questi manufatti si scopre
così il crocevia di varie culture che
hanno arricchito il patrimonio della
tradizione dei maiolicari calatini in
dieci secoli di storia del popolo siciliano dal 900 d.C. agli inizi del 1900; dai
reperti ritrovati si è avuta la conferma
che le più antiche protomaioliche italiane sono state realizzate a
Caltagirone con l’arrivo degli Arabi
nell’anno 828 d.C.
La città di Caltagirone, quindi, ha
sempre potuto vantare generazioni di
artigiani e artisti che hanno interpretato in modo originale la capacità
della ceramica di creare forme e colori, strumento duttile per dare corpo
alla fantasia creativa.
Oltre ad una miriade di oggetti, brocche, piatti, vasi, alle famose fiasche
zoomorfe dell’artigiano Giacomo
Alessi si possono ammirare splendidi
pavimenti maiolicati realizzati da “La
bottega del decoro” di Caltagirone,
naturalmente ogni cosa è rigorosamente fatta a mano.
Il 2 dicembre 2000 è stata inaugurata,
con una personale del pittore Beppe
Mora, la galleria Magenta 52, un piccolo spazio dedicato all’espo-sizione
di opere e alla comunicazione di idee
senza preclusioni per il genere e la
forma espressiva.
Essendo la galleria all’inizio di un
percorso di crescita e concepita
soprattutto come spazio culturale, di
dialogo e di scambio di idee e proposte nel campo dell’arte e del design,
non si pone limiti di genere e forma,
consapevole del fatto che l’arte è difficilmente inscrivibile dietro questa o
quella formula espressiva.
Dal 26 gennaio è possibile ammirare
la mostra “Terra terra” dove sono
Proprio i pavimenti furono una della
tipologie che affermarono Caltagirone quale centro più importante
della produzione ceramica in Sicilia.
Si possono ammirare nei saloni dei
palazzi della vecchia aristocrazia e
nella navate di molte chiese siciliane.
Questi antichi decori vengono riproposti dalla “Bottega del decoro”,
segno evidente di un grande rispetto
per la tradizione. Artecotta è un
negozio ricco di fascino ma soprattutto di cultura, l’occasione per fare un
interessante viaggio attraverso la
grande tradizione italiana della ceramica. La galleria dimostra così un
sincero interesse verso la sperimentazione e l’innovazione in campo artistico dando grande impulso alla
volontà del fare arte.
In occasione del Salone del Mobile di
Milano la galleria proseguirà con un
appuntamento dedicato naturalmente
al design.
I successivi appuntamenti programmati saranno: una collettiva di fotografia e a seguire una personale di
sculture in bronzo di Hubert Le Gall,
scultore e scenografo francese.
via Bramante 22 - 20154 Milano
Tel. 02.34536050
Da sinistra: interno del negozio “Artecotta”; testa porta-vaso sec. XIX
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Opera di Silvia Zotta:
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I gioielli di
Regina Gambatesa
presentate interessanti opere di otto
artisti - Alfredo Gioventù, Daniela
Chinellato, Egidio Milesi, Fausto
Salvi, Giuseppe Valcamonica, Marco
Mencacci, Silvia Zotta e Ulisse
Pagliari - che interpretano le materie
di cui si fanno portavoce (grès, ceramica, porcellana e terracotta) con
soluzioni e linguaggi innovativi.
Opere cariche di significato, portatrici
di valori simbolici e plastici, tutte di
estremo interesse e dove è possibile
leggere chiaramente l’amore e il
rispetto che questi artisti nutrono per
la “propria” materia e la grande sensibilità espressiva che ha portato alla
realizzazione di questi manufatti.
La galleria dimostra così un sincero
interesse verso la sperimentazione e
l’innovazione in campo artistico
dando grande impulso alla volontà del
fare arte. In occasione del Salone del
Mobile di Milano la galleria proseguirà con un appuntamento dedicato
naturalmente al design.
I successivi appuntamenti programmati saranno: una collettiva di fotografia e, a seguire, una personale di
sculture in bronzo di Hubert Le Gall,
scultore e scenografo francese.
Show-room, laboratorio, negozio,
galleria, atelier o altro ancora? Non è
possibile definire con un termine
appropriato il luogo in cui Regina
Gambatesa, eclettica designer di gioielli, crea, espone e vende i suoi ornamenti.
Entrare in questo spazio è come tuffarsi in un luogo spirituale senza
tempo, dove ogni dettaglio è il pretesto per un lungo viaggio attraverso
contaminazioni, creatività allo stato
puro ed introspezione.
Regina Gambatesa sperimenta, ricerca e studia la materia per trasformarla
in oggetto simbolo, in oggetto significante, portatore di una serie di valori legati all’universo dei simboli e dei
segni, alla sua sensibilità creativa,
alla sua filosofia artigiana.
Alla fine dello scorso anno la designer ha realizzato un interessante
evento espositivo nel suo atelier che
aveva come protagoniste la collane.
Splendide e affascinanti combi-nazioni quasi magiche tra natura vegetale e
natura minerale: com-posizioni di
perle, cristalli di rocca, avventurina e
fluorite grezza insieme all’agave (nervatura centrale delle foglie) erano
vendute a metro, soluzione divertente
che lascia spazio alla creatività per chi
ama personalizzare il gioiello secondo la propria sensibilità.
Grazie al notevole successo di questo
evento, nello splendido atelier di
Bari, sono in programma nume-rosissime proposte artistiche e culturali,
pronte ad accogliere curiosi, clienti,
fornitori, amanti dell’arte, collaboratori e amici.
via Roberto da Bari 102 - 70122 Bari
Tel./fax 080.5215174
Corso Magenta 52 - 20123 Milano
Tel.02.4816963 fax 02.48531666
Opera di Giuseppe Valcamonica.
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LA NUOVA TERRITORIALITÀ
“Opus incertum”
L’Italia frantumata in tanti territori, luoghi
omogenei di attività legate alla cultura materiale.
È sempre più chiara la
frantumazione per ragioni
etniche, culturali, economiche,
filosofiche...; siamo tanti e
sempre più diversi, e la diversità
non è più privilegio, non è più
emarginazione, ma è diritto.
Diritto a sviluppare ed esaltare
le proprie convinzioni e le
proprie appartenenze senza
prevaricazioni.
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ceramicA di amalfi
Enzo Caruso
Iconografie
dell'Immacolata
Inaugurata venerdì 8 dicembre presso i locali della Casbah delle Antichità
di Amalfi, la prima mostra della rassegna " Ceramiche ad Arte" con la
personale del ceramista vietrese
Vincenzo Caruso dal titolo
"Iconografie dell'Immacolata".
Andando oltre gli sterili pseudoriferimenti all'antica tradizione vietrese
(fatto ormai imperante nella moderna
produzione locale), le opere di
Caruso vivono tra antica manualità e
moderna concezione.
Grazie ad una studiata semplicità
compositiva ed una ineccepibile eleganza formale, queste opere ben si
legano e si prestano a rivisitare, in
maniera assai originale, soluzioni
plastiche e decorative adottate dai
grandi protagonisti della "rinascita"
ceramica vietrese di inizio secolo
q u a l i R i c h a r d D o e l k e r, I r e n e
Kowaliscka, Margaret Hannasch.
In esposizione dodici opere, fra sculture in terracotta maiolicata, vasi,
piatti ed acquasantiere, realizzate
dall'artista appositamente per la galleria amalfitana. Dagli anni settanta
ad oggi, fatta eccezione di un breve
periodo di fermo, Caruso ha saputo
equilibrare il dettato formale con le
esigenze di una sperimentazione tecnica che, nel tempo, ha insistito maggiormente sugli effetti materici degli
smalti, operando sui dosaggi e sui
rapporti delle composizioni di questi
68
La ricerca della differenza ci porta
a leggere un’Italia frantumata in
tanti territori, luoghi omogenei di
attività legate alla cultura
materiale.
Vengono qui presentate le aree
che, in questi ultimi anni, hanno
dimostrato una volontà di
affermazione della propria
identità e, contemporaneamente,
il bisogno di rinnovamento.
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ultimi e sulle diverse temperature di
fusione. Svincolatosi da un tipo di
rappresentazione tradizionale, Caruso
ha saputo imprimere nelle proprie
opere quella carica di moderna vitalità che ne ha fatto uno dei maggiori
esponenti della contemporanea ceramica vietrese. È importante ricordare
che questa esposizione segna solo
l'inizio di una serie di manifestazioni
che la Casbah delle Antichità di
Amalfi propone per l'intero corso del
nuovo anno e che avrà come futuri
protagonisti, tra gli altri, Ferdinando
Vassallo, Mariella Simoni, Augusto
Pandolfi, Bruno Gambone, Grazia
Enzo Caruso: “Immacolata”, 2000.
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Varisco, Mario Carotenuto, Ugo La
Pietra, Omar Galliani e Renato
Barisani, è un programma dedicato
alla ceramica contemporanea, al suo
rapporto con gli eventi e le feste, dal
carnevale, alla primavera, alla Pasqua,
sino ad arrivare all'omaggio che
Bruno Gambone dedica a
Sant'Andrea.
Le opere di questi ultimi anni, quali
ad esempio il Vaso esposto nella
mostra “Arie mediterranee” allestita al
Medelhavsmuseet di Stoccolma, evidenziano il desiderio di sondare ancora le fertili terre dell’immaginario che
alberga i racconti e gli spazi delle
faenzere vietresi: sondaggio che
Caruso fa operando sullo stratificato
patrimonio di forme e di “formule”,
sugli smalti, sulle alchimie tramandate
da generazioni. Sono questi i registri
da cui parte la ricerca di Caruso, giunta oggi a segnare, con le sculture i cui
riferimenti sono ad Arturo Martini, a
Fontana del periodo "barocco", una
delle pagine più belle della ceramica
vietrese contemporanea.
Luca Maria Perrone
ceramica di vietri
“PRESEPI NELLA
MODERNITÀ”
A SAVONA
Sabato 13 gennaio alla Pinacoteca
Civica di Savona, sita nella Fortezza
del Priamar, c'è stata la presentazine
del libro "E Pasture d’a Meraviglia di
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Irene Kowaliska", scritto da Eduardo
Alamaro per la De Luca editore Salerno, ottanta pagine, con 35 figure
presepiali stampate su pregiata carta a
mano d'Amalfi.
Sono intervenuti: l'assessore alla cultura Vilma Pennino ed il sindaco di
Savona, Carlo Ruggieri; nonchè
Eliana Mattiauda, direttrice della
Civica Pinacoteca di Savona; Sandro
Lorenzini, attuale artista/scultore;
Cecilia Chilosi, storica dell'arte ceramica ligure. Nell'occasione sono stati
esposti, per la prima volta al pubblico, i 38 pasturielli maiolicati da Irene
Kowaliska a Vietri tra il 1931 ed
1933, oggetti della pubblicazione. La
famosa artista risiedette tra Vietri sul
Mare e Positano tra il 1931 ed il
1956, contribuendo decisamente a far
nascere la "moda Positano"; nonchè
accelerando il trasferimento della
“tradizione nella modernità" sulla
quale vive tutt'oggi la ceramica vietrese. La Kowaliska modellò queste
piccole figurine presepiali, quasi delle
miniature (son alte al massimo otto
centimetri) espressamente per i tre
fratellini Fadda, deliziosi bambini che
allora risiedevano a Salerno e che
hanno amorevolmente conservato, per
tutta la vita, questo presepe d'arte.
Tutti viventi ed abitanti a Savona, i
Fadda hanno acconsentito eccezionalmente a mostrare questo loro privato bene d'arte nella civica
Pinacoteca savonese.
Ad accogliere degnamente tali
"pasturielli" vietresi, c'è stato il presepe, anch'esso inedito, di terracotta,
sempre di piccole dimensioni, di collezione privata, dovuto ad Arturo
Martini, forse il più grande scultore
italiano di questo secolo, savonese
d'adozione (di Vado Ligure). Nonchè
i presepi dovuti all'arte contemporaIrene Kowaliska: "Maialino", maiolica,
h. cm. 3, facente parte delle 38 figure presepiali manufatte dall'artista, a Vietri sul Mare,
1931-’33, ed esposto a Savona.
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nea degli artisti savonesi: Umberto
Piombino, Saba Telli, Sandro
Lorenzini, Guglielmo Bozzano,
Renzo Aiolfi.
Ciò a sottolineare che da questa
coraggiosa pubblicazione salernitana,
per gemmazione, è nata una inedita
riflessione sul "presepe nella modernità", argomento sul quale è intervenuto diffusamente Lorenzini nel
corso della serata. Egli ha così concluso il suo discorso: “Questa mostra
l'abbiamo fatta per raccontare queste
storie liguri, di presepi liguri; per
accogliere questa storia del Sud degli
anni trenta raccolta quasi per caso:
una storia presepiale di tre bambini
ed un'artista polacca smarrita in
Italia, che diventa Storia dell'Arte.
Questa mostra durerà lo spazio di
questo nostro parlare, del nostro racconto odierno di vicende recenti e
lontane, di ponte mediterraneo tra
Nord e Sud, tra Liguria e Campania.
Poi il silenzio. Sarà tempo di rimettere i pastorelli nelle scatole e darci un
nuovo appuntamento, perchè anche
la magia ha i suoi tempi e i suoi spazi
di racconto.”
Eduardo Alamaro
ceramica di vietri sul mare
La morte di
Vincenzo Solimene
È morto all'età di settantasei anni
Vincenzo Solimene, certamente fra le
figure più significative degli ultimi
cinquant'anni della ceramica vietrese.
Ceramista ed imprenditore aperto ai
nuovi orizzonti della contemporaneità, Solimene ha legato il suo nome alla
costruzione della celebre fabbrica realizzata dall'architetto Paolo Soleri, fra
le principali opere dell'architettura
italiana della seconda metà del XX
secolo: fu proprio Vincenzo Solimene
a suggerire, sul finire del 1953, al giovanissimo architetto autore poi della
città d'Arcosanti nei pressi di Phoenix,
a far interagire nelle linee architettoniche la sapiente manualità propria
della ceramica, con i suoi ritmi, i riti,
soprattutto i territori dei miti che animano la ceramica vietrese.
Vincenzo Solimene, si forma come
abile ceramista nell'azienda familiare;
dapprima aveva seguito la trafila dei
giovani di bottega con il padre, poi,
ancora giovane, piccolo imprenditore
e man mano, dalla "faenzera" alla
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Marina di Vietri, alla grande fabbrica
di Soleri, a quelle, recentemente
restaurate, lungo il torrente Bonea
vanto dell'economia salernitana.
Una vicenda che ha segnato una delle
più belle pagine dell'industria ceramica; dalla prima bottega a marina,
alla Ditta Fornace Ceramica d'Arte,
situata nella centralissima via Scialli,
alla C.A.S. (Ceramica Artistica
Solimene) della metà degli anni
Cinquanta, alla grande azienda, con il
celebre marchio dell' "uccellino",
divenuta leader del settore.
"Don Vincenzo", come affettuosamente tutti per decenni lo abbiamo
chiamato, riconoscendogli quel suo
essere emblematica figura della storia
vietrese, capace di racchiudere la
tradizione e allo stesso tempo la
contemporaneità, continuava a fare il
ceramista, a raccontare la magica
storia di pesci nascosti nel blu del
mare: lo faceva ritagliando sagome
d'argilla plasmata dalla leggenda,
dalle storie di pescatori, bagnate nel
colore di uno smalto trasparente
come il vetro. Vincenzo Solimene ha
saputo vivere il proprio tempo, senza
rinunziare alle sue origini, alla sua
vitalità immaginativa.
I due grandi piatti decorati, posti
all'ingresso del sottopasso di piazza
Veneto a Vietri, testimoniano quel
suo grande desiderio di stare in aperto dialogo con i giovani.
Massimo Bignardi
ceramica salernitana
Le opere recenti
di Wanda Fiscina
Fin dall’origine della tradizione cristiana gli angeli hanno occupato nella
fantasia degli uomini un posto di
rilievo. Esseri puramente spirituali o
figure dotate di un corpo etereo rivestito delle sembianze umane, essi
sono stati assunti dall’immaginario di
grandi e bambini sotto diverse spoglie. È il fascino e la seduzione di
quel mistero che li avvolge, di quelle
funzioni divine che li caratterizzano,
da messaggeri a guardiani, da conduttori di astri a protettori degli eletti, a
esecutori di leggi, ad avere alimentato
copiosamente il torpore dei sogni, le
pagine di racconti o di versi, la traduzione orale delle filastrocche popolari, lo spazio della rappresentazione
per immagini. Proprio queste creatu-
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Wanda Fiscina: “Invisibili scale celesti”
terracotta, 2000.
re invisibili, misteriose abitanti della
calotta celeste, sono state infatti al
centro della mostra, dal titolo
“Invisibili scale celesti”, che Wanda
Fiscina ha allestito presso la sede della
delegazione del F.A.I. di Salerno nel
periodo tra dicembre e gennaio. Nella
cappella sconsacrata, mirabile gioiello
di architettura gotica, essi hanno trovato posto sulla ruvida parete prefigurando nell’am-pio disegno del volo
l’annuncio della nascita divina.
Un’occasione dunque quella del
Natale per rinnovare da parte della
Fiscina il dialogo con un tema che ha
già da tempo sollecitato il suo immaginario. Non sono pertanto “angeli di
terra” , pensando al ciclo delle cento
piastrelle realizzate qualche anno fa,
ma veri e propri angeli calati da scale
celesti quelli che l’artista, puntando
anche sulla suggestione del luogo, ha
proposto nella piccola cappella insieme a solo tre grandi vasi disposti a
simboleggiare l’oro, l’incenso e la
mirra. È la necessità di un contatto
con la sfera più intima dell’universo,
con la dimensione di una spiritualità
che per gli artisti è sovente voler dare
un senso alla materia, ad aver guidato
ancora una volta le mani della Fiscina
nel modellato di queste piccole formelle che materializzano nel motivo
del bassorilievo l’immagine di queste
eteree creature. Sono volumi plasticamente ricavati dalla pressione del
segno nella creta, dall’aggiunta alchemica del colore, dalla magia del fuoco.
È l’indirizzo che, non a danno della
pittura, la Fiscina ha privilegiato in
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questi ultimi anni, del quale è testimonianza la mostra intitolata “Tra
pittura e ceramica” ospitata, nel
medesimo periodo, presso il Palazzo
Genovese di Salerno. Un tracciato
espositivo questo che, in naturale prosecuzione con la mostra del F.A.I., vi
accoglie lavori recenti di pittura e di
ceramica. Si tratta di due ambiti che
la Fiscina ha posto quasi a confronto
rispetto agli esiti della propria ricerca.
Un lavoro che dalla seconda metà
degli anni Novanta, l’ha orientata alla
verifica di un nuovo rapporto con la
superficie mediato soprattutto dall’apporto della materia. È essenzialmente
la “scoperta” di quest’ultima ad averla
accompagnata nel cammino dal piano
alle forme, vasi, brocche, piatti,
insomma oggetti modellati dalla
sapiente fusione di materie, la terracotta con gli smalti, le sabbie, il colore
vetroso, che restituiscono dopo la
prova del fuoco forme di grande permeabilità spaziale. Un cammino che
pertanto l’artista sembra svolgere
anche al contrario riportando la seduzione della materia al piano come
negli ultimi acquerelli, giocati non
più sul portato iconico, quanto sul
registro della materia cromatica, sul
suo valore comunicativo, sulla sua
consistente presenza che modula la
superficie verso una maggiore libertà
espressiva, verso nuove soluzioni
dell’immaginario “capace – nota
Claudio Cerritelli – di far affiorare
dentro la vita delle forme mondi
ancora possibili”.
Ada Patrizia Fiorillo
corallo di torre
del greco
l’oro rosso
a marcianise
La ceramica di Vietri si deve fare
necessariamente "sul mare" o anche
"sulla terra", a Cava dei Tirreni, a
Nocera, a Giffoni, o in Albania, o in
Etiopia, come la faceva a suo tempo,
negli anni quaranta, Dario Poppi?
Alias, "l'oro rosso" del corallo di
Torre del Greco si deve rendere "ad
arte" per forza in loco, oppure si può
manifatture anche nell'entroterra
campano, nell'aria ASI di Marcianise,
Caserta, ove si trasferiranno a breve
ottanta operatori di Torre del Greco,
città regina del Corallo? È questo un
punto di dibattito vivace sulle pagine
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politiche-economiche di questi giorni
a Napoli, dibattito che coincide con
un punto di fondo di questa rivista,
avendo essa legato la sua scommessa
culturale lapietrana al "genius loci"
dei territori tipici dell'artigianato italiano. D'altrocanto, è noto, la globalizzazione, il capitale transnazionale,
la mancanza di cuore dell'investimento attuale, sta cambiando le
regole del gioco artigianal-industriale
e molte aree sono intasate fino all'inverosimile, come quella torrese.
A Vietri sul mare come a Torre del
Greco non c'è più spazio, spazio fisico dico, e si va altrove; il cuore, la
testa pensante, oltre che la formazione e gli incubatoi di azienda, dicono i
coraggiosi imprenditori torresi del
corallo, restano lì, in loco, ma lo spazio operativo sta altrove. Sarà vero?
Oppure Torre del Greco sarà progressivamente svuotata della sua tradizione operativa restando solo vetrina di una produzione delocalizzata?
D'altrocanto il Consorzio "Oromare"
definisce forzato questo esodo, dovuto all'assenza di un insediamento
alternativo in loco torrese: l'area ASI
di Marcianise costa molto meno di
quella in loco, e gli affari sono affari.
Del resto le grandi distanze, i viaggi,
gli spostamenti, gli affari, le basi di
questa imprenditoria furono gettate,
nel Seicento, dalla comunità ebraica,
una garanzia! non hanno mai spaventato i torresi che son andati a pescare
il corallo fin nell'estremo Oriente.
Figurarsi se li può spaventare andare
a Marcianise, Caserta, ad un tiro di
schioppo da Torre. Però lo schioppo
non bisogna tirarlo troppo, a Torre
del Greco. Altrimenti il Greco, la sua
Torre d'avorio & di corallo, non la
vedrà mai più!
Eduardo Alamaro
Annibale Oste con Vincenzo Oste orafo e
Stefano Gargiulo incisore: spilla, fusione a cera
persa, argento e corallo rosa.
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ITALIA
CAMPANIA
NAPOLI
Luca Giordano 1634 - 1705
3/03/01 – 4/06/01
Castel Sant'Elmo e Museo Capodimonte
EMILIA ROMAGNA
BOLOGNA
Massimiliano Fuksas.
Occhi chiusi aperti
9/03/01 – 23/04/01
Padiglione Esprit Nouveau
Augusto Perez
12/04/01 – 20/05/01
Galleria d'Arte Moderna
Fierarredo
09/06/01 – 17/06/01
Fiere Internazionali di Bologna
Tel. 051.282111
Proposte d’Artigianato Artistico
di qualità.
I complementi d’arredo per rendere
più bella la casa.
Nell’ambito di: Fierarredo
09/06/01 – 17/06/01
Aemilia Ars 1898-1903:
Arts and Crafts a Bologna
25/02/01 – 06/05/01
Collezioni Comunali D’Arte
tel. 0039/051/203940
FERRARA
Da Canaletto a Constable
25/02/01 – 20/05/01
L’arte elettronica.
Metamorfosi e Metafore
17/06/01 – 26/08/01
Fantastiche vedute
25/02/01 – 20/05/01
le tre mostre presso:
Palazzo dei Diamanti
tel. 0532.209988
MODENA
Minor White. Una retrospettiva
24/03/01 - 20/05/01
Palazzo Santa Margherita
c.so Canalgrande 103 - tel. 059/206911
REGGIO EMILIA
Marianne Werefkin (1860 - 1938).
Il Fervore della visione
8/04/01 –10/06/01
Palazzo Magnani - tel. 0522.459406
RIMINI
Il potere, le arti, la guerra.
Lo splendore dei Malatesta
3/03/01 –15/06/01
Castel Sismondo, piazza Malatesta
tel. 0541.29192
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FRIULI VENEZIA GIULIA
TRIESTE
Siberia.
Gli uomini dei fiumi ghiacciati
4/03/01 – 29/07/01
Scuderie Castello di Miramare
tel. 800.723300
UDINE
Le arti a Udine nel Novecento.
Pittura, scultura, design,
arti applicate
fino al 30/04/01
Galleria d’Arte Moderna
tel. 0432.295891
LAZIo
ARICCIA (RM)
Baciccio un anno dopo
25/03/01 - 27/05/ 01
Palazzo Chigi, Piazza di Corte
ROMA
David Tremlett. Passa dentro
26/11/00 – 30/06/01
Tor Bella Monaca (Palazzo delle
Esposizioni) - tel. 06.4745903
Aurea Roma. Dalla città pagana alla
città cristiana
22/12/00 – 20/04/01
Palazzo delle Esposizioni
tel. 06.4745903
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Ast-Arti sapori e tradizioni
19/04/01 – 22/04/01
Fiera di Roma
LIGURIA
ALBISOLA SUPERIORE (SV)
Aligi Sassu. L’opera ceramica
10/03/01 - 13/05/01
Museo della Ceramica M. Trucco
c.so Ferrari 193
tel. 0194/22741
GENOVA
1950 - 2000. Arte contemporanea
genovese e ligure dalle collezioni
del Museo d'arte
18/01/01 – 29/04/01
Museo d'arte contemporanea
di Villa Croce
tel. 010.585772
Viaggio in Italia.
Un corteo magico dal '500 al '900
31/03/01 – 29/07/01
Palazzo Ducale
tel. 010.5574000
LOMBARDIA
CAPRINO BERGAMASCO (BG)
Fiera degli antichi mestieri
19/05/01 – 20/05/01
Il Centro S.r.l. - tel. 011.851160
Caravaggio e i Giustiniani
Toccar con mano una collezione
del Seicento
26/01/01 – 15/05/01
Senato della Repubblica,
Palazzo Giustiniani
tel. 06.70306078/79/80
BERGAMO
Bergamo. L’altra Venezia.
Il Rinascimento negli anni
di Lorenzo Lotto (1510–1530)
04/04/01 – 08/07/01
Accademia Carrara
tel. 035.399527
Il Museo del Mondo.
Athanasius Kircher: macchine,
esoterismo, arte
28/02/01 – 22/04/01
Palazzo Venezia
Paola Levi Montalcini. Metamorfosi
26/02/01 – 1/05/01
Complesso Monumentale del S. Michele
tel. 06.58432332
Il liberty in Italia. Segantini,
Previati, Boldini, De Nittis,
Pellizza da Volpedo, Casorati,
Boccioni
21/03/01 – 17/06/01
Chiostro del Bramante
tel. 06.68809035
Gabriele D'Annunzio.
L'uomo, l'eroe, il poeta
2/03/01 – 1/07/01
Museo del Corso
René Magritte. La Storia Centrale
17/03/01 – 8/07/01
Complesso del Vittoriano
tel. 06.6780664
BRESCIA
M’illumino d’immenso
101/04/01 – 01/07/01
Santa Giulia – Museo della Città
MANTOVA
Perino Del Vaga: tra Raffaello e
Michelangelo
18/03/01 – 10/06/01
Fruttiere di Palazzo Te
tel. 0376.32326
MILANO
David Burljuk e il futurismo russo
04/02/01 - 27/05/01
Wassily Kandinsky. Tradizione e
astrazione in Russia 1896-1921
17/02/01 - 10/06/01
Le due mostre presso
Fondazione Antonio Mazzotta
Foro Buonaparte 50
tel. 02/878187
Miart
04/05/01 - 07/05/01
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Chibimart - Chibidue
08/06/01 - 11/06/01
Grafitalia
12/06/01 - 17/06/01
Macef autunno
07/09/01 - 10/09/01
Le quattro esposizioni presso
Fiera di Milano
tel. 02/49977703
Il Museo del Novecento
Aperto dal 22/07/99
Palazzo della Permanente, via Turati 34
tel. 02/6551445
Short Stories
15/03/01 – 16/04/01
La Fabbrica del Vapore
tel. 02.88464105
La città e il design
14/03/01 – 22/04/01
Triennale di Milano
tel. 02.72434.1
Gillo Dorfles.
Il pittore clandestino
1/03/01 – 22/04/01
Padiglione d'arte contemporanea
tel. 02.783330
Le inquiete attese.
Mostra di Laura Fiume
fino al 31/04/01
Galleria artesanterasmo
tel. 02.877069
Il genio e le passioni.
Leonardo da Vinci e il Cenacolo
16/03/01 – 17/06/01
Oro.
Il mistero dei Sarmati e degli Sciti
14/03/01 – 29/07/01
le due mostre presso:
Palazzo Reale
tel. 02.43911119
Anteprima Bovisa
19/05/01 – 16/09/01
Palazzo della Triennale
Pac – Museo del Presente
NOVEGRO DI SEGRATE (MI)
Brocantage
20-22/04/01
Garden & Country
27-29/04/01
PALAZZOLO (BS)
Christo e Jan-Claude.
Progetti recenti, Progetti futuri
11/03/01 – 20/05/01
Fondazione Ambrosetti Arte
Contemporanea
VARESE
Pietro Antonio Magatti (1691-1767)
11/03/01 – 13/05/01
Castello di Masnago
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MARCHE
TOSCANA
ANCONA
Immaginazione Aurea.
Artisti-orafi e orafi-artisti in Italia
nel secondo ’900
fino al 29 aprile
Mole Vanvitelliana - tel. 071.2225031
AREZZO
Museum Image
25/05/01 – 27/05/01
Centro Affari e Convegni Arezzo
Tel. 0575.9361
OSIMO (AN)
I Kouroi Milani - Ritorno ad Osimo
25/11/00 – 30/06/01
Palazzo Campana - tel. 800.228800
PIEMONTE
CHERASCO (CN)
Mercato della ceramica
e del vetro d’arte
27/05/01
Centro Storico
TORINO
Angelo Morbelli tra realismo
e divisionismo
7/02/01 – 22/04/01
Galleria Civica d'Arte Moderna e
Contemporanea - tel. 011.5629911
Marco Gastini
24/02/01 – 30/04/01
Palazzina della Società Promotrice
delle Belle Arti - tel. 011.5629911
Da Renoir a Picasso. Un secolo
d'arte dal Petit Palais di Ginevra
12/03/01 – 10/06/01
Palazzo Bricherasio - tel. 011.5171660
Infanzie. Il bambino nell'arte tra
'800 e '900
2/03/01 – 1/07/01
Palazzo Cavour - tel. 011.530690
RIVOLI (TO)
Armando Testa
21/02/01 –13/05/01
Stefano Arienti
Mostra per i bambini
21/02/01 – 10/06/01
Le due mostre presso:
Museo d'Arte Contemporanea,
Castello di Rivoli
tel. 011.9565220
SICILIA
MESSINA
Messinarti
Fiera dell’artigianato messinese
05/05/01 – 13/05/01
Fiera di Messina
Tel. 090.364011
PALERMO
Sulle orme di Caravaggio
4/03/01 – 20/05/01
Palazzo Ziino
tel. 091.6117564
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ASCIANO (SI)
Mostra mercato delle crete
16/06/01 – 25/06/01
Vecchio stadio comunale
CORTONA (AR)
Fiera nazionale del rame
24/04/01 – 30/04/01
Piazza Signorelli e Piazza Franciolini
FIRENZE
65° Mostra Internazionale
dell’Artigianato
20/04/01 - 01/05/01
Fortezza da Basso
Via F. Strozzi 1
tel. 055.49721
Vedute e paesaggi italiani dell’800
1/03/01 – 16/04/01
Sala d’Arme – Palazzo Vecchio
L'arte del gioiello e il gioiello
d'artista dal '900 ad oggi
10/05/01 –10/06/01
L'Arcadia di Arnold Böcklin
5/03/01 – 16/04/01
Le due mostre presso:
Palazzo Pitti
Tel. 055.2654321
PISA
Mostra Permanente del Mobile
23/03/01 – 18/04/01
Piazza della Mostra Ponsacco
PISTOIA
Marino Marini. La forma del colore
24/02/01 – 22/04/01
Palazzo Fabroni
tel. 0573.21331
PRATO
Instant city. Fotografia e metropoli
24/02/01 – 30/04/01
Centro per l'Arte Contemporanea
Luigi Pecci
SIENA
Le repubbliche dell'arte:
la Germania del dopo unificazione
25/02/01 – 13/05/01
Palazzo delle Papesse
Il Colore della musica.
Dipinti, strumenti e concerti
tra Cinquecento e Seicento
06/04/01 - 17/06/01
Santa Maria della Scala
tel. 0577/224829
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TRENTINO ALTO ADIGE
BOLZANO
Poetiche del Quotidiano II
22/03/01 – 20/05/01
Galleria Civica
TRENTO
Capolavori del ’900 italiano nella
collezione permanente del Mart
Aperto tutto l’anno MART, Palazzo delle Albere via R. da Sanseverino - tel. 0461/234860
UMBRIA
CITTA’ DI CASTELLO (PG)
Michelangelo Pistoletto.
Codice inverso
08/04/01 – 09/06/01
Palazzo Comunale, Palazzo Vitelli alla
Cannoniera, Palazzo Vitelli a
Sant'Egidio, Oratorio degli Angeli,
Pozzo della Rotonda, Palazzo Podestà.
VENETO
BASSANO DEL GRAPPA (VI)
Cinquecento Veneto
Dipinti dall’ Ermitage
8/04/01 – 26/08/01
Museo Civico
PADOVA
Giotto e il suo tempo
26/12/00 - 29/04/01
Museo Civico agli Eremitani
tel. 049/8204501
Mengs. La scoperta del Neoclassico
3/03/01 – 11/06/01
Palazzo Zabarella - tel. 049.8756063
VENEZIA
Gli etruschi
26/11/00 – 1/07/01
Palazzo Grassi - tel. 199.139139
Giovanni Segantini.
Luce e simbolo, 1884-1899
10/02/01 – 29/04/01
Peggy Guggenheim Collection
tel. 041.5206288
Canaletto Prima Maniera
18/03/01 – 10/06/01
Fondazione Giorgio Cini
tel. 041.5205558
Mostra dell’Artigianato Artistico
02/06/01 – 17/06/01
Org. Associazione Artigiani di Venezia
tel. 041.5238013
Bernardo Bellotto, 1722-1780
fino al 27/06/01
Museo Correr - tel. 041.5225625
VICENZA
Vicenza Oro 2
09/06/01 – 14/06/01
Fiera di Vicenza - Tel. 0444.969111
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ESTERO
AUSTRIA
SALISBURGO
BWS 2001
25/04/01 - 28/04/01
Osterreichische Mobelmesse
11/10//01 - 14/10/01
Le due manifestazioni presso
Messezentrum Salzburg
tel. 0043/662/4477161
VIENNA
From Goddess to Pin-up
28/02/01 – 22/04/01
Mak-Kunstblattersaal
tel. 0043-1/ 71136-0
Elemente, Objekte. Keramiken
von Franz Josef Altenburg
14/03/01 – 10/06/01
Mak- Studiensammlung
tel. 0043-1/71136-0
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Futurism and Photography
24/01/01 – 22/04/01
Estorick Collection
of Modern Italian Art
Century City: Art and Culture
in the Modern Metropolis
1/02/01 – 29/04/01
Tate Modern
tel. 020.7887 8000
Brassai: the Soul of Paris
22/02/01 – 13/05/01
Hayward Gallery
Goya: drawings from his private
albums
22/02/01 – 13/05/01
Hayward Gallery
Murillo: Scenes of Childhood
14/02/01 – 13/05/01
Dulwich Picture Gallery
Horst: portraits
1/03/01 – 3/06/01
National Portrait Gallery.
DANIMARCA
STATI UNITI
COPENHAGEN
Philipsen and Impressionism
2/02/01 – 29/04/01
Ordrupgaard
ATLANTA (Georgia)
Southeastern Men’s Market
featuring Urban and Fashion
29/04/01 – 01/05/01
240 Peachtree Street
tel. 001/404/2023000
fax 001/404/2023030
Skrigets ekko
3/02/01 – 5/06/01
Arken Museum of Modern Art
FRANCIA
PARIGI
Picasso érotique
16/02/01 – 20/05/01
Galerie nationale du Jeu de Paume.
tel. 0033.1.42606969
Les Annés Pop
15/03/01 – 18/06/01
Centre Pompidou
tel. 0033.1.44781233
Paul Signac
1/03/01 – 28/05/01
Galeries Nationales du Grand Palais.
GERMANIA
HANNOVER
Il rumore della strada.
Futurismo italiano 1909-1918
11/03/01 - 23/06/01
Sprengel Museum
BOSTON
Edvard Munch: Psyche,
Spirit and Expression
5/02/01 – 21/05/01
McMullen Museum of Art.
NEW YORK
Vermeer and the Delft School
8/03/01 – 27/05/01
The Metropolitan Museum of Art
SVIZZERA
BERNA
Icone russe, i Santi
15/12/00 – 17/06/01
Fondazione Pierre Gianadda
tel. 0041.27.7223978.
INGHILTERRA
LUGANO
Marc Chagall
8/03/01 – 1/07/01
Museo d'Arte Moderna.
tel. 41.91.8007206
LONDRA
The Genius of Rome, 1592-1623
20/01/01 – 16/04/01
Royal Academy of Arts, Piccadilly
tel. 0044.20. 73008000
RIEHEN(Basilea)
Mark Rothko
fino al 29/04/01
Fondation Beyeler, Beselstrasse
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Museo della fotografia
Progetto di recupero di villa Ghirlanda
a Cinisello Balsamo
È stato presentato dall’assessore alla cultura Ettore
Albertoni il progetto di restauro e dello stato dei lavori
della seicentesca Villa Ghirlanda, che ospiterà il futuro
Museo della fotografia. Alla presentazione erano presenti
il Ministro per i beni culturali Giovanna Melandri, il
Ministro per i rapporti con il Parlamento,Patrizia Toia,
l’assessore alla cultura della Provincia di Milano, Gianni
Verga e il sindaco di Cinisello Balsamo, Daniela
Gasparini.Per il recupero di Villa Ghirlanda la Regione ha
già stanziato 5 miliardi (su un totale di 9) e ha messo a
disposizione del futuro Museo 700.000 reperti fotografici
(su un totale di un milione). ”Regione, Provincia e
Comune, ha spiegato Albertoni, hanno dato un esempio
di come la collaborazione tra enti, in una visione federalista dello Stato, possa portare a risultati significativi per il
recupero di pezzi di memoria del nostro territorio. Spero
che anche il Ministero faccia la sua parte”.Albertoni ha
poi sottolineato come l’intervento della Regione a favore
di Villa Ghirlanda non sia un episodio isolato, ma rientri
in una politica per i musei che ha portato, nelle ultime settimane, a stanziare oltre 18 miliardi per il sistema museale
lombardo, con interventi assai significativi, quali ad esempio il sostegno alla ristrutturazione del Museo dell’Industria e del lavoro di Sesto San Giovanni (3 miliardi e 600
milioni) e il contributo a favore dell’AEM per il Museo
dell’energia e del territorio (2 miliardi e 100 milioni).
(Lombardia Notizie 7 n°4 - 31/01/ 2001)
Le banche imparino ad investire sui progetti
dei piccoli imprenditori
Alle PMI solo il 30% del totale del credito bancario alle
imprese, all’artigianato il 5,4%. Eppure il settore contribuisce al 12% del Pil, al 18% dell’export, rappresenta il
27% delsistema imprenditoriale e 1/6 dell’occupazione
italiana.
”Le trasformazioni in atto nel sistema bancario non hanno
ancora contribuito a migliorare il rapporto con le piccole
imprese. ll denaro, per i piccoli imprenditori, continua a
costare 34 punti in più rispetto alle grandi industrie.
È scarso: del totale dei finanziamenti bancari al sistema
imprenditoriale appena il 5,4% va all’artigianato e circa il
30% va al sistema delle PMl.
La qualità dei servizi é scadente, le procedure rimangono
lunghe e complesse.
La richiesta di onerose garanzie per coprire la domanda di
credito non é stata sostituita dalla valutazione del progettod’impresa”. È quanto ha denunciato il Presidente di
Confartigianato Luciano Petracchi, nelI’ambito del
Convegno ‘Banca e Impresa’ organizzato oggi a Pescia
(Pistoia) dalla Camera di Commercio di Pistoia.
”Nel 1999, soltanto 85.000 miliardi, pari al 5,4% del totale dei finanziamenti bancari al sistema imprenditoriale e
alle famiglie, ha sottolineato Petracchi, é stato destinato
agli artigiani, a fronte di 116.700 miliardi di ricchezza
finanziaria del settore.
Insomma, dalle banche l’artigianato riceve molto meno di
quanto dà, soprattutto se si considera che il settore contri-
•
N O T I Z I E
buisce al 12% del Pil, al 18% dell’export, rappresenta il
27% del sistema imprenditoriale e 1/6 dell’occupazione
italiana”.”Per risolvere i problemi di accesso al credito, ha
sottolineato Petracchi, un’impresa artigiana su 2 si rivolge
ai Consorzi Fidi creati dalle Confederazioni artigiane e
che, nel 1999, hanno garantito a 600.000 imprenditori
finanziamenti per 6.422miliardi”. IlPresidente di
Confartigianato ha sollecitato al sistema bancario “una
nuova attenzione alle piccole imprese, ha chiesto prodotti
e servizi più efficienti e competitivi, qualificati e innovativi
e la riduzione del costo del denaro”. Ma ha anche sottolineato che “l’attività dei Consorzi fidi deve essere sostenuta con l’approvazione della Legge quadro,che da 5 anni
giace in Parlamento e che é indispensabile per dare certezza normativa ai Confidi, accrescere la loro operatività
fino a farli diventare veri e propri intermediari finanziari,
adeguando il livello d i capitalizzazione e la capacità di
offrire consulenza e servizi finanziari corrispondenti alle
nuove esigenze delle imprese”.
(Impresa Artigiana n°16 - 9/02/2001)
Rapporto Artigiancassa
Quasi 85.000 miliardi di crediti di cui il 44% circa a
medio lungo termine. Sono i dati di sintesi sulia quota
degli impieghi che l’intero sistema bancario ha destinato
nel 1999 alle imprese artigiane.
La fotografia del credito artigiano emerge dal “Rapporto
sui finanziamenti e sulla ricchezza finanziaria delle imprese artigiane”realizzato da Artigiancassa S.p.A. in collaborazione con Fedart Fidi (la Federazione dei Consorzi e
delle Cooperative di Garanzia Fidi) e con le
Confederazioni artigiane(Confartigianato, Cna, Casa).
Questi gli aspetti principali che emergono dal “Rapporto”.
Al settore artigiano nel suo complesso il sistema bancario
ha erogato nel 1999 circa 84.880 miliardi di finanziamenti
(5,4% de credito totale)
Quasi l’85% dei finanziamenti é stato destinato alle
imprese del Centro Nord. Sotto l’aspetto quantitativo,
l’importo medio dei finanziamenti risulta pari a poco più
di 60 milioni per impresa (70 milioni al Centro Nord e 35
milioni al Sud): il valore medio più alto é quello del
Trentino (122milioni), mentre il più basso si registra in
Sicilia (32 milioni). I finanziamenti artigiani hanno riguardato in larga maggioranza le aziende fino 5dipendenti(48%)e le società in nome collettivo (47%). Dal punto di
vista della qualità del credito, il “Rapporto” evidenzia una
quota di finanziamenti a breve termine pari al56% del
totale, anche se con forti squilibri territoriali. La quota
regionale oscilla infatti tra il 50% dell’Umbria ed il 73%
della Sicilia con punte elevate anche in Calabria (65%),
Basilicata (63%) e Campania (62%). Sul totale del credito
bancario destinato al comparto artigiano, la quota agevolata ammonta a 8.350 miliardi (9,8%) .
Nelle Regioni del Mezzogiorno tale quota sale al13%
circa, a fronte del 9% circa delle Regioni del Centro
Nord. Le punte massime si registrano in Liguria (19%)e
in Sardegna (16%), quelle minime nel Lazio (5%) e in
Abruzzo (7%). Per ciò che riguarda il leasing, i finanziamenti destinati alle imprese artigiane ammontano a 5.890
miliardi, pari all’8% dei finanziamenti totali.
La quota agevolata tramite Artigiancassa é pari a circa il
81
C A R I C H E
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L E G I S L A Z I O N E
62% del totale (3.690 miliardi).I finanziamenti di factoring al comparto artigiano ammontano a 2.400 miliardi,
pari al 4% circa del totale.
A livello territoriale, fra le prime 10 province che fanno
registrare la maggiore incidenza relativa di credito artigiano, 3 appartengono alla Regione Marche (Macerata,
Ascoli Piceno e Pesaro), 2 alle Regioni Lombardia
(Sondrio e Cremona) e Piemonte (Cuneo e Asti),1 alle
Region iVeneto (Rovigo), Emilia Romagna (Piacenza)
eTrentino AltoAdige (Bolzano).
Da notare che fra le ultime 10 province, ben 6 sono capoluoghidi Regione (Palermo, Torino, Trieste, Napoli,
Milano, Roma). I depositi bancari delle imprese artigiane
sono stimati a poco più del 2% del totale (23.580 miliardi). Sono le Marche a far registrare la percentuale maggiore (4,4%) e il Lazio quella minore (0,8%).
La ricchezza finanziaria complessiva delle imprese artigiane, stimata in oltre 116.700 miliardi,é concentrata per
oltre i tre quarti nelle Regioni del CentroNord e, in particolare, in Lombardia (20%), Veneto (13%) e Emilia
Romagna(10%). La ripartizione di tale ricchezza per strumenti finanziari vede al primo posto gli strumenti assicurativi (43%), seguiti dai depositi bancari(20%), dalle azioni e obbligazioni (19%) e dai fondi comuni diinvestimento
(7%).
(Impresa Artigiana n°16 - 9/02/ 2001)
La Srl artigiana è legge
Il Presidente di Confartigianato Luciano Petracchi: “Per artigianato e Pmi abbattute anacronistiche barriere d’accesso al
mercato”
Oggi la Camera ha definitivamente approvato il Collegato
Ordinamentale alla Legge Finanziaria 2000 “Apertura e
regolazione dei mercati”. l voti a favore sono stati 214, i
contrari 195 (Casa delle Liberta e Prc),7 gli
astenuti.”Grazie alla volontà di quasi tutti i Gruppi
Parlamentari e del Governo, sono state abbattute anacronistiche barriere d’accesso al mercato.
L’artigianato e le piccole imprese sono più liberi da vincoli, discriminazioni e pregiudizi incompatibili con le sfide
della nuova economia. Da oggi possono affrontare la competizione economica con strumenti moderni che rappresentano conquiste di civiltà giuridica per il nostro Paese”.
Così il Presidente di Confartigianato Luciano Petracchi
commenta il via libero definitivo da parte della Camera al
Collegato Ordinamentale alla Finanziaria 2000 “Apertura
e regolazione dei mercati”. Un giudizio che è stato condiviso da Cna e Casartigiani. ”Sono state approvate, sottolinea Petracchi, quelle che consideriamo ’rivoluzioni’ per
lo sviluppo dell’artigianato e delle Pmi. In particolare, la
possibilità per gli artigiani di costituire Società a responsabilità limitata pluripersonali fa giustizia di un’assurda
discriminazione rispetto ad altre piccole imprese, consente
di separare il capitale personale da quello impiegato
nell’azienda e di accedere a forme moderne di agevolazione finanziaria e al capitale di rischio, superando così il
grave ostacolo della sottocapitalizzazione e proiettando
l’impresa verso un’organizzazione aziendale più solida e
agile”.
”Un’altra disparità, aggiunge Petracchi, è stata abbattuta
82
•
N O T I Z I E
con l’abbassamento della soglia di consumo per accedere
al mercato libero delI’energia elettrica. In questo modo
anche le piccole imprese, che oggi pagano l’elettricità il
40% in più delle grandi aziende e il 30% in più rispetto
alla media Ue, potranno acquistare l’energia alle condizioni più convenienti. Sono state superate anche le barriere
d’accesso agli incentivi per potenziare gli investimenti e
l’attività di internazionalizzazione, grazie alla semplificazione dell’utilizzo dei contributi della legge 488 e delle
risorse per l’export”.
“ll Collegato fa notare ancora Petracchi accompagna le
piccole imprese nel mercato anche con nuove norme che
rafforzano il controllo e le sanzioni dell’Antitrust e della
magistratura contro l’abuso di dipendenza economica e
contro i comportamenti scorretti di imprese che sfruttano
i vantaggi di condizioni monopolistiche.
Si tratta di un efficace strumento contro la “legge del più
forte”, per migliorare la regolazione ed il funzionamento
del mercato e permettere a tutti i soggetti economici di
competere ad armi pari”.Tra le prime reazioni al provvedimento quella del Ministro dell’lndustria Enrico Letta
secondo il quale “il Collegato sull’apertura e la regolazione dei mercati approvato definitivamente oggi alla
Camera è una mini Finanziaria di politica industriale, per
lo sviluppo del Paese e delle imprese”. Letta ha aggiunto
che il Ddl rappresenta uno dei risultati fondamentali conseguiti dall’attuale legislatura. Critiche alla nascita delle
Srl artigiane arrivano invece dalla Confapi, secondo la
quale la norma “non ha nessuna dimensione strategica e
crea invece le convenienze perché le imprese scelgano di
collocarsi in un segmento che permette loro di sfruttare
convenienze fiscali, contributive, contrattuali e agevolative”.
(Impresa Artigiana n°22 - 27/02/ 2001)
Srl artigiane: una conquista di civiltà giuridica
per affrontare il mercato
Il provvedimento previsto all’articolo 13 del Collegato
alla Legge Finanziaria 2000 “Apertura e regolazione dei
mercati” modifica la legge quadro sull’artigianato e consente alle imprese artigiane di costituire società a responsabilità limitata con più soci. La SRL artigiana costituita
ed esercitata secondo gli scopi e nei limiti dimensionali
previsti per l’impresa artigiana, é riconosciuta a condizione che la maggioranza dei soci, ovvero uno nel caso di due
soci: svolga in prevalenza lavoro personale, anche manuale, nel processo produttivo; conferisca la maggioranza del
capitale sociale; detenga la maggioranza negli organi deliberanti (assemblea e consiglio di amministrazione). Finora
nell’artigianato era riconosciuta la qualifica artigiana
esclusivamente alle società in nome collettivo, alle cooperative e, dal 1997, alle società in accomandita semplice e
alle società a responsabilità limitata con unico socio.
Viene quindi superata la storica incompatibilità fra artigianato ed esercizio dell’attività imprenditoriale con la
forma giuridica di società di capitali. Una conquista di
civiltà che rimuove l’ingiustificata preclusione per gli
imprenditori artigiani di utilizzare uno strumento societario essenziale per il potenziamento concorrenziale e finanziario dell’impresa. Fino ad oggi,infatti, le società artigiane non potevano ricevere risparmio o partecipazione di
C A R I C H E
•
L E G I S L A Z I O N E
capitale di investimento e subivano i condizionamenti del
credito bancario, unica possibilità di finanziamento insieme al capitale personale. Si era così determinata una situazione oggettiva di ingiusta discriminazione rispetto agli
altri settori economici della piccola impresa che, invece,
possono utilizzare la forma delle società di capitali.
In sostanza, la nuova norma consente alle imprese artigiane da un lato di separare il capitale personale da quello
dell’impresa e dall’altro di accedere a forme moderne di
agevolazione finanziaria e al capitale di rischio, superando
così il grave ostacolo della sottocapitalizzazione. Le Srl
artigiane rappresentano dunque uno strumento strategico
per proiettare le imprese verso un’organizzazione aziendale più agile ed avanzata, per potenziarne le capacità occupazionali e di innovazione e permettere loro di affrontare
meglio le sfide della competizione economica. Tutto ciò
mantenendo sostanzialmente la connotazione di società di
piccola dimensione, la natura, gli scopi e la dimensione
dell’impresa artigiana, basata sul requisito della preminenza funzionale del lavoro rispetto al capitale.
Più in generale, il provvedimento é finalizzato a favorire la
crescita produttiva del sistema delle micro e piccole
imprese del Paese, in piena sintonia con gli obiettivi del
DPEF2001 2004, ed in conformità al Piano di Azione
approvato dalla Commissione Europea nel 1999, mirato a
rafforzare la struttura finanziaria delle piccole imprese e
delle imprese artigiane stimolando forme di partecipazione di capitale.
•
N O T I Z I E
interventi a favore delle imprese artigiane. Sono pertanto
beneficiari di questo modello le imprese artigiane singole,
associate o consorziate, nonché consorzi che operano per
la commercializzazione all’estero dei prodotti delle
imprese artigiane (consorzi export).
Essendo la Simest, in forza del decreto legge n.143/98, il
gestore unico delle suddette agevolazioni, l’ambito
operativo del modello dovrà essere definito attraverso un
Decreto ministeriale. Nel frattempo la Simest ha stipulato
una convenzione con Artigiancassa, che diventa pertanto
secondo gestore delle agevolazioni . La legge,
successivamente, autorizzerà Artigiancassa ad utilizzare i
fondi che gestisce per conto del Tesoro anche per le
operazioni con l’estero.
Nella convenzione Artigiancassa Simest sono state
definite modalità semplificate per l’accesso da parte delle
imprese associate ad un consorzio export artigiano ai
finanziamenti a tasso agevolato finalizzati a sostenere la
realizzazione di programmi di penetrazione commerciale
in Paesi non appartenenti all’Unione Europea.
Al riguardo, Artigiancassa provvede per conto di Simest:
alla preistruttoria del finanziamento agevolato; alla stipula
del relativo contratto; alla verifica della documentazione di
spesa della richiesta di erogazione del finanziamento.
I finanziamenti agevolati concessi da Simest a valere su
risorse pubbliche sono garantiti nella misura del 40% da
uno specifico Fondo gestito da Simest stessa.
(Impresa Artigiana n°22 - 27/02/ 2001)
(Impresa Artigiana n°22 - 27/02/ 2001)
Arriva la rivoluzione per l’export: risorse più
accessibili agli artigiani
Il provvedimento previsto - all’articolo 21 del Collegato
alla Legge Finanziaria 2000 “Apertura e regolazione dei
mercati” - contiene misure di sostegno all’internazionalizzazione delle imprese artigiane estendendo, in particolare,
l’operatività dell’Artigiancassa anche alla gestione degli
incentivi all’export, d’intesa con la Simest Spa.
Le potenzialità del comparto artigiano che concorre per
circa il 20% all’export del sistema Italia, fino ad oggi non
sono state adeguatamente sostenute dagli interventi
finanziari previsti dall’attuale normativa perché il
fabbisogno delle aziende é talmente frazionato (in termini
di importo) e differenziato (a livello geografico) da non
rendere conveniente, da parte sia delle imprese sia dei
soggetti erogatori delle agevolazioni, l’attivazione delle
complesse procedure previste. A ciò si aggiungono i
problemi connessi alle garanzie, che nei rapporti con
l’estero assumono enorme importanza ai fini degli
affidamenti bancari. Le nuove norme prevedono i
seguenti principi fondamentali:1) Viene estesa
l’operatività dei fondi di agevolazione gestiti
dall’Artigiancassa (art.37 della Legge 949/52 e Legge
1064/68 sulla garanzia) anche al sostegno finanziario
deiprocessi d’internazionalizzazione delle imprese
artigiane; 2) Si rinvia ad un successivo decreto del
Ministro del Commercio con l’estero la definizione
operativa della materia (finalità, forme tecniche, modalità
e condizioni degli interventi agevolativi); 3) È previsto il
coinvolgimento della Simest S.p.A., anche in termini di
plafond di risorse di agevolazione da destinare agli
Investimenti “a misura” di artigianato
con il modello della legge 488
Il provvedimento - previsto all’articolo 14 del Collegato
alla Legge Finanziaria 2000 “Apertura e regolazione dei
mercati”- estende alle imprese artigiane il modello operativo della legge 488/1992, finora scarsamente utilizzata
dalle piccole imprese a causa di procedure complesse e
costose (solo il 56% delle risorse della 488 arrivano al
mondo artigiano). In particolare, si stabilisce che ogni
anno una quota predeterminata di risorse dovrà essere
destinata ad incentivi per favorire gli investimenti delle
imprese artigiane e che questi fondi verranno gestiti direttamente dall’Artigiancassa.
Il vantaggio consiste nel favorire e stimolare, a prescindere dal finanziamento bancario, gli investimenti produttivi,
la nascita di nuova imprenditorialità, l’occupazione, la
riqualificazione del comparto artigiano.
Il “modello” della !egge 488 offre innovative opportunità
per il comparto artigiano, vale a dire: il sistema a graduatoria che premia i progetti migliori (cioè quelli maggiormente rispondenti alle finalità della legge) ed evita gli
interventi a pioggia; l’agevolazione di investimenti materiali e immateriali, a prescindere dal finanziamento bancario; un sistema di erogazione semplificato con contributi
in conto capitale anziché in conto interessi. L’estensione
del modello operativo della “488” alle imprese artigiane
consente dunque di colmare un vuoto nelI’attuale sistema
agevolativo rappresentato dalla legge 949 del 1952 e concepito fondamentalmente per sviluppare gli investimenti
produttivi artigiani favorendo l’accesso al credito delle
imprese.
(Impresa Artigiana n°22 - 27/02/ 2001)
83
E
N
G
L
The Role of Applied Arts
(page 8)
We are always and increasingly
convinced that we are going through a
transition period and that the “global
market” and “global information” will
lead to significant changes in our way of
living and thinking.
The fact remains that a transition period
also means a time in which not
everything goes by quickly and easily
towards the so-called globalisation.
Groups of young radicals and several
middle-aged intellectuals are involved in
resisting, contrasting with alternative
forms, with alarmist declarations, with
statements on catastrophic events, the
race towards the “great globalisation”.
Thus, multimedia works that are
increasingly driven towards virtual
experiences are growing. While a
multitude of creative youths train and
anticipate the system, which is
increasingly open to the definition of a
cultural globalisation, the first reactions
already appear in parallel.
However, often the material culture
obtains its resources from nature, the
nature that seems to be increasingly upset
and changed by new frontiers in biology.
Therefore, we must seek the values to be
fostered to contrast the growth of
globalisation inside ourselves, looking at
ourselves and presenting our body as the
“ideal place for all the scenes of
existential narration”, we must operate
with our body, try to do, using our bodily
tools, to attain a human dimension and
its exaltation, a practice that must be
encouraged.
The applied arts can keep the
fundamental feature of our bodiliness,
“diversity” in exercise and exalted.
The Italian “Way”
(page 10 )
The vast and diversified artisan
production of significant artefacts that
gives a specific recognizable
characteristic to our country, often of
indubitable aesthetic and artistic value, is
linked to the different configurations of
the natural environment and the
particular cultural, historical and
economic developments of individual
regions and communities.
Customs, skills and technical mastery,
traditionally exquisite, have consolidated
the productive orientation of entire
communities of artisans and in many
cases have turned out to be influential
elements in the transformation of artisan
centres into specialized industrial
habitats. In this particular historical
moment in which we live, dominated by
the rapid and continuous evolution of a
technological culture, the widespread
84
I
S
H persistence and vitality of crafts in Italy,
well documented in this book, stimulate
motivated reflections. From the
beginning of the modern era, which
coincides with the historical opposition
between handcrafted objects (bound to a
utilitarian dimension) and artistic objects
(marked by cogent and recognizable
symbols), another opposition, also
important, occurred between industrial
products and handcrafted ones.
The significance attributed to the
decorative culture and ornamental
production of handicrafts in the turning
point from the 19th to the 20th century
all over Europe can be interpreted as a
positive reactive phenomenon with
respect to the homogenization of the
references of our daily environment
induced by the affirmation of industrial
products.
Consequently it is not paradoxical that
many of the great masters of the visual
arts of the 1900s viewed the craftsmen’s
world expressed by the people as a living
“model” of modern style. Artists and
architects of Bauhaus worked elbow to
elbow with master craftsmen, exalting
their resources of techniques and
materials in view of the definition of a
new non-redundant “ornamentation”.
Many artists wanted to directly
experience the artisans’ creative process,
and in some cases the former were able to
redesign the decorative repertory of the
latter respectfully and attentively (this
was the case of Vietri in the 1930s).
The testimonies of these fruitful
encounters confer a singular and lively
profile on Italian craft. Many elements
make craft works contemporary and
fascinating. Craft, by its very nature, is
individual but affirms a precise cultural,
historical and production identity.
The real “craft” work is never capricious.
Within a rule where only minimum and
reasoned variations are possible, craft
creativity continuously renews itself with
respect to the materials and processes it
uses. The linear and well recognizable
profile of many handcrafted objects show
a “beauty” that is congruent and
necessary. However, the craft scenario
should be defended and supported
because it is an irreplaceable and
distinctive element of the complex reality
of our country.
I am convinced that in their essential but
well-defined identity, each of the infinite
artefacts of Italian craft can be traced
back to the united and extraordinary
tangible culture that has extended, from
Renaissance painting masterpieces to
precious fabrics, from armour to
glassware and decorated storied majolica.
Italian style, today established and
sought-after the world over, has a
precedent in a lexical formula that was
already valued five centuries ago and
perhaps designed the material skill of our
craft culture in more detail: à la façon
T
E
X
T
d’Italie. The Italian “way”, yesterday as
today, indicates the capacity to give an
aesthetic profile to things, a capacity
which is also a measurement of life and
lifestyle.
Designing Craft. Europe
(page 16)
Over the past fours years a lot has been
done for the crafts sector in the Piemonte
Region. A significant initiative, in this
light, has been “Designing Craft.
Europe”, a wide-ranging project aimed at
promoting regional craftwork, which has
once again brought craftsmen and
designers closer together.
The project also had the merit of offering
the young European designers who took
part in the initiative an extraordinary
window for their skills.
Over hundred projects relating to the
furniture and decoration sectors, and
selected from a European under-35
competition, have been turned into
prototypes by the region’s prominent
craftsmen. These were shown together
with the “masterpieces” made by the best
designing schools in Piemonte on the
basis of projects of those senior designers
who have played a significant role in
enhancing Italy’s standing in the sector.
These works now form the nucleus of a
very beautiful exhibition, which following
its inauguration in Turin in November
1999, has been shown at the Hérault, in
France in October 2000, and is currently
showing in Barcelona where it was
opened on March 2001. The exhibition,
which participates in events that are
organised with other international
entities, involved at the design Biennale
“Primavera del Design”. Part of the craft
and design prototypes on show will be
exhibited at Hanover, while the entire
exhibition will move, after Barcelona, to
Helsinki in the autumn of 2001 thanks to
the joint-efforts between the Italian
Cultural Institute and UIAH, the
University of Art and Design of Helsinki.
During the French stage, a roundtable
was organised to discuss the synergies
that crafts and design could achieve. The
willingness on the part of French,
Catalan and Piedmontese operators to
forge closer links found expression in the
decision to empanel a permanent
working group whose task will be to
encourage common projects within the
crafts and design sectors. Significantly, all
this takes place in a region, Piemonte,
that, besides having indicated new
guidelines for its craftsmen, has also
recently launched a significant project
aimed at rediscovering and at providing
support to its typical crafts. The Region
has in fact launched a plan to single out
and classify those products that as a
consequence of their peculiarities –
E
N
G
L
location, limited size, communication
difficulties – are at serious risk.
Lombardia Region Crafts
are Online
(page 24)
The Internet is fast becoming for
Lombardia craftsmen a new sales and
promotional channel for its products
both at home and abroad.
The firms that have placed their products
on the site operate in those sectors that
are particularly attractive for e-commerce
initiatives: home furniture, textiles
clothing, artistic craftwork.
Thanks to its languages (Italian, German,
English), www.artisanexpo.it provides a
commercially efficient virtual window for
Lombardia crafts especially in Northern
America and Northern Europe. The site
operates on two levels. It promotes, in
the “business to business” version,
transactions between firms, while in the
“business to consumer” version it allows
clients to buy products online with a
credit card. Its initiatives include
promotional campaigns carried out both
online and on the traditional press that
will initially be addressed to the Italian,
German and US markets. Visitors are
also given the opportunity to contact
craftsmen directly to order customised
products.
To obtain information on the latest news,
special offers and the “product of the
month”, visitors should subscribe to the
newsletter. All in all, www.artisanexpo.it
offers many opportunities for craftsmen:
-visibility in “functional aggregation
centres”, which are in all effects “virtual
trade fairs”
-network of individual virtual shops for
those firms wishing to gain e-commerce
experience by managing their own virtual
POS (i.e. application of a software that
ensures safe economic transactions)
-virtual supermarket for the benefit of
firms wishing to simplify the entry into
e-business by outsourcing logistics (from
the processing of orders to the
completion of transactions, to invoicing
and to the delivery of orders)
-customised assistance from a pool of
tutors whose task is also that of collecting
“exhibition” materials to be shown online
-leasing or purchase of PC, having a free
connection to the Internet, at competitive prices.
Vietri sul Mare
in a storm
(page 28 )
The year 2000, the beginning of the
century, will be remembered in Vietri as
a Cape Horn of “the journey through the
I
S
H world of ceramics” (this is the title of the
Prize, with its collateral events, that was
instituted in Vietri in 1994). In fact two
large waves have washed over the two
exhibition centres: the traditional one of
Palazzo della Guardia and the new one,
Ceramica Artistica Solimene.
At the Palazzo della Guardia the exhibit
opened with a double homage to the past.
First Jean Marais was commemorated,
the fascinating actor who was born in
1913 and passed away in 1999. In 1975
he decided to start a second life as
ceramist in Vallauris. The teacher, Mario
Carotenuto, for the occasion put up his
charcoal drawings and plates decorated
by him in a large niche in Palazzo della
Guardia, among which a fallen angel
stood out. In a large showcase was the
collection (exhibited for the first time) of
ceramics by Cesare Peverelli, who died in
2000. This great Italian artist was born in
1922, and was a signatory of some of the
Spatialism manifestos, along with Lucio
Fontana. The homage to artists of the
past introduced the “Côte a Côte”
section that flanked Vietri ceramists in
the perspective of a twinning of two cities
that had been protagonists, the first with
Guido Gambone, the second with Pablo
Picasso, in the revolution of European
ceramics after World War II.
Finally, a selection of the best ceramists
of Campania: in fact this year a Regional
Prize was instituted. It was won by
Franco Raimondi with his audacious
male Siren, inspired by an embarrassing
portrait photo of Gabriele D’Annunzio
nude. The storm really hit hard at
Ceramica Artistica Solimene: the 7th
National Prize “Vietri sul Mare”,
established there, was for the first time
open only to those with invitations and
reserved to people under 40 years old.
Here too the “patron saints” were
invoked, fortunately in this case still alive:
Ugo Marano. After their works, those of
21 young ceramists as testimonies,
including some provocative ones, of a
new expressive profundity and at the
same time a recovery of the technical
dimension of the artefact, a new
formality, let us call it the pure beauty of
the work, in an indication of poetics that
goes beyond the specificity of ceramics.
The National Prize was awarded to Paolo
Schmidlin of Milan for his disquieting
statuary of a dark-skinned non-European.
Special mention should go to the Libera
Scuola dei Vasai (Free Pottery School) of
Cetara, directed by Ugo and Stefania
Marano and the Bottega Gatti di Faenza
for a new series of vases painted by the
Elica group. Therefore, as regards
decoration, the direct or indirect revival
of the “grotesque” in works by Sandro
Mautone, Marino Moretti, and Fausto
Salvi was remarkable. The exhibit at the
Solimene factory, like the others, was not
only organized but also mounted by
Enzo Biffi Gentili, who for the first time
T
E
X
T
did the exhibit design entirely by himself
in an illustrious monumental space.
Local Colours
(page 34)
Over the last years, taking the cue from
domestic rituals and by bringing to light
themes relating to “diversity”, Ugo La
Pietra has organised a number of cultural
exhibitions in the various editions of the
International Trade Fair for Crafts.
Since many years, Mr La Pietra has been
organising exhibitions and theorising on
the need to safeguard diversity. Everyone
is aware that globalisation of information
and products entails the need to save,
protect and stimulate diversity.
Mr La Pietra’s projects are not conceived
for closed and protected societies (cf.
“Indian reservations”), but instead
underpin the idea of multiracial society
where various expression and cultures –
including the material world – may
continue to exist and enrich society.
In this light, Mr La Pietra’s latest
exhibition – which was the “event” of the
Florence show – has once again stressed
how in our territorial reality, “materials”
(copiously available in our land), with
their physical characteristics, can evoke
different places and cultures through arts
and crafts.
At a deeper glance, the stones and marble
on show share a number of features –
they all characterise specific areas and
regions: the Salento though the stones of
Lecce; the Liguria Region through the
black stone, Sicily through volcanic rock,
etc. Therefore, materials that, through
their “physicality”, bring to mind the
nature, history and culture of specific
places.
Now, this is crucial in fully understanding
the concept underlying the project, for
the “subject” (the specific region) – to
which the objects refer to – can be
represented by the material itself. Objects
such as the black stone, the ochre of the
Lecce stone, the white of the Carrara
marble or the alabaster of Volterra, etc.,
have shed new light on the ability of local
manufacturing skills to interact with new
projects.
The objects on show are in all effects
“models” of museum merchandising, of
“eco-museums”, of “territorial souvenirs”
(cf. souvenir stands along the route that
leads to the marble quarries of Carrara).
Some are examples on how to define the
trademark of local product, such as the
alabaster of Volterra or the “bucchero” of
Gubbio.
This project – which showed over 150
objects – proved that it is possible to
renew the links between design and craft
by utilising small local firms. The
exhibition has boosted the presence of
small local firms, which have in turn
85
E
N
G
L
given new impetus to the crafts sector.
The crafts sector will once again have the
opportunity to meet in the traditional
venue of Fortezza da Basso in 2001.
Potable Water
(page 44)
Thales of Miletus strikes again. After
“Una Sola Moltitudine, Eteronimi di una
Vozza”, the element of water is once
again the subject of a creative survey that
the Angelo Savelli Centre, together with
the city council of Lamezia Terme, has
brought the attention of artists and
designers. Thirty of them were invited –
Luca Amendola, Paolo Canevari, Franca
Cattan i, Nicola Car rino, Angelo
Casciello, Lucilla Catania, Fausto Cheng,
Riccardo Daligi, Raimondo Ferlito,
Raimondo Galeano, Maria Gulli, Robert
Gshwantner, Saloua Jobeur, Ugo La
Pietra, Annalisa Margarini, Alessandro
Mendini, Riccardo Monachesi, Teresa
Montemaggiori, Gianfranco Neri,
Gruppo Ombra, Mario Panarello,
Antonio Pugliese, Franco Purini, Salvo
Raeli, Cloti Ricciardi, Cinzia Ruggeri,
Antonio Saladino, Luigi Serafini, Franco
Summa, Adrian Tranquilli, Vincenzo
Trapasso, Costas Varotsos – who have
drafted a plan for a fountain by involving
in the creative process a number of
craftsmen for its construction.
“Potable Water” is the name chosen for
the project – potable water intended not
only as drinkable water but also as
fundamental condition for life. This has
been the basic trait underlying the
fountain projects: to embellish the city
with art most certainly means improving
the quality of life.
It is important to continue along this
direction, for our reality must produce
current culture which, in order to play a
crucial role in our times, must be aligned
to the spirit of its age. The involvement
of these influential and emerging artists
for the construction of third city
fountains is indeed an achievement.
In the course of the work, many have
asked what links do the fountains have
with the historic centre of the city. But
what exactly is the “historic centre” of a
city? And how many historic centres does
a city actually have? I firmly believe that a
historic centre must not be confused with
a Christmas Crib: in fact we do not go
though it on cars and not on horse
carriages; who lives there does not wear
costumes but T-shirts.
To insert new work in such places is no
mean task, and there are many theories
on how one should go about it.
These theories are not wrong and carry
truth but any intervention in the urban
fabric must be above all creative,
endowed with meaning and lasting: it
must create an eternal, almost sacred,
86
I
S
H aesthetic dimension. This was the
guideline adopted in the construction of
the thirty fountains in the selected sites.
Each of these works narrates stories that
kindle new emotions; each is called to
reciprocally act with each other, where
the main personages involved are kids.
Our aim is to sustain as long as possible
their creative voyage by offering them
the right stimuli and tools, so as to
endow them with the possibility to
deepen their knowledge of the wonderful
world of art.
Probably most of these works refer to the
Greek world – that world that
acknowledged to art a central role in
society. It is just as clear that the artist
bore in mind the sites that were selected.
The reference to Ancient Greece, to the
culture and roots of the territory formed
the background for many of these works.
Clearly, that myth is not spent, also
because contemporary man is still
characterised by his instability. In other
words, it is man’s conscience that
navigates towards the future, and his
vessel is art.
New furnaces
in the Gulf of Sirens
(page 52)
There is no doubt that the season of
Italian ceramics has not ceased to amaze.
Encouraging trends underline the speed
of the innovative process recorded in
Salerno, an area swept by the wind of
experiment that disperses all around the
live fabric of Mediterranean ceramics.
Against this background, there are the
works of two young artists, Mariella
Simoni and Augusto Pandolfi, to whom
Ceramica Arte, an event taking place at
“Casbah delle Antichità” at Amalfi, has
dedicate two personal exhibitions.
Mariella Simoni: structure and surface
Architecture intended as expressive form
or, betters still, as the basic tenet of a
thought that gives shape and function to
space – in classical culture man craved to
imitate the sparrow that created.
It is on such an idea that Mariella Simoni
is building her ceramics.
The vases she has crafted over the past
years have stressed on both the
construction technique of the form,
achieved with the “nightingale”
technique, by tracing the thread of clay
that models the body, the volume, just as
a sparrow does with flower stems, and by
retrieving the expressive value of the
surface intended as the extremity of a
body sensorial. Form is investigated with
the awareness of tradition, a tradition
observed without nostalgia and without
the complacency of figured decor which
is typical of the ceramic style that has
emerged in these years.
T
E
X
T
The value of colour, in particular the
calibrated dosage between manganese
and copper, offers the possibility to draw
the attention on the pattern (the
imperceptible weaving of the sparrow),
which is made even clearer by the
modulation of chiaroscuro, by
movement, by the surface, dotted by
sand, by elements and materials that
highlight (or differentiate) the brightness
of the varnish.
The surface becomes the key to enter
into the expression of form, in its hiddenmost core, retrieving both the functional
and symbolic-cultural structures that the
artist calls – and rightly so – “visual
grain”.
The vase becomes once again an
architectural object, a measurement, in
the universe of contemporary forms, in
an attempt to filter time and its signs.
The Mediterranean Mythographies of
Augusto Pandolfi
A young artist who began to work on
ceramics in the Nineties, Augusto
Pandolfi has held various exhibitions over
the past years.
The latest took place at the Etruria
Gallery in Salerno and at Spazio
Keramikos.
Twenty pieces were on show at the
exhibition. They provided an overview of
Pandolfi’s penchant for blending ceramic
techniques: raku, tiles, bucchero.
He adopts an alchemy that is a
knowledge process as well as source of
artistic stimulation of the imagination.
That alchemy is present in the works he
has shown, without the pomp of the great
occasions, at the exhibition.
The titles of the work provided the
narrative thread that linked one work to
the other.
Pandolfi is now focusing on achieving
smoothness of surface, by controlling the
thin layer of varnish that record, as a very
sensitive film, the signs and patterns of
that reaction and making them more
evident.
The determined result arising from the
fire of his restless will is very suggestive
indeed.
What emerges is a sort organic matter, of
a sea element that pulsates life and that
overflows in “boils” of varnish that erupt
from the skin not unlike a material that
shrieks.
Two vases are significant.
They have been made with mixed
techniques: “Paride”, whose original
colour structure rests on the reaction
between brass oxide and glass; and “Dio
Re”, where the artist from Agropoli
stresses more on the possibilities of brass
oxidation.
This produces a magical layer of
reflections that range from ancient
copper to bronze that give more
expression to the countenance of the
King in the round belly of the vase.
I
N
D
AD ARTE
PRIMO OSSERVATORIO
SULL’ARTIGIANATO ARTISTICO
via Matteo da Campione 8
20052 Monza
Tel. 039/2312002
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via Stella 120 - 80137 Napoli
Tel. 081/292572
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via Vigoni 5
20122 Milano
Tel. 02/58313147
GALLERIA REGINA GAMBATESA
via Roberto da Bari 102
70122 Bari
Tel./Fax 0805215174
FIAMMETTA VINCENZO
via Teatro Biondo 15
90100 Palermo
Tel. 091/332118
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San Marco 2360
30124 Venezia
Tel. e Fax 041/5207747
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via Brera 20
20121 Milano
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via Generale Amendola 10
84123 Salerno
Tel. 089/232648
Fax 089/232648
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Consorzio Artigiano
via Alberogrosso, 14
16044 Monleone di Cicagna (GE)
Tel. 0185/92395
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50019 S.sto Fiorentino
Tel. 055/442256
Fax. 4487833
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via Bramante 22
20154 Milano
Tel. 02/34536050
GALLERIA ARTE’
via G. Meda 25
20136 Milano
Tel. 02/89401059
ASSOCIAZIONE CULTURALE COM
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17012 Albissola Marina (SV)
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e-mail: www.comunicarte.it
GALLERIA MAGENTA
corso Magenta 52 - 20123 Milano
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Fax 02/48531666
e-mail: [email protected]
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corso Vittorio Emanuele 57
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via Toledo 210
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via B. Marcello 9
50144 Firenze
Tel. 055/355358 - 0335/6129945
GIOVENTU’ ALFREDO
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16039 Sestri Levante
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e vicari alessandro Via Cesare Battisti 23
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Tel. 0544/217180
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88046 Lamezia Terme (CZ)
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Tel. 0588/86167
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Corso Indipendenza, 6 - 20129 Milano
Tel. 02.70009474-02.70009480 - Fax 02.71092112
e-mail: [email protected]
A lato, dall’alto: fontanelle di Antonio
Pugliese, Luca Amendola.
Nella pagina a fronte, dall’alto:
fontanelle di: Robert Gshwantner,
Cloti Ricciardi.
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N
D
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Corte dei Romiti 8
73100 Lecce
Tel. 0832/321206
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DELL’ARTIGIANATO
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viale Filippo Strozzi 1
50129 Firenze
Tel. 055/49721
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della Camera di Commercio
via Camperio 1 - 20123 Milano
Tel. 02/85155212
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Tel. 0471/993691, fax 0471/993659
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Tel. 089/761787
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via Maggiani 123
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Tel. 0347/3799687
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via Libertini 54
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Tel. 0832/241014
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via Cavour 14
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Tel. 011/8122634
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via Roma 6/c - 21040 Oggiona (VA)
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ABBONAMENTO 2001
ARTIGIANATO
tra arte e design
Direttore: Ugo La Pietra
A R T I G I A N A T O Abbonamento annuale per l’Italia L. 40.000
t r a
a r t e
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d e s i g n
Abbonamento annuale per l’estero L. 65.000
Numeri arretrati per l’Italia L. 15.000
Numeri arretrati per l’estero L. 20.000
Desidero abbonarmi a quattro numeri della rivista pagando la quota 2001
Desidero ordinare i seguenti numeri arretrati
Tramite assegno non trasferibile di L.
(solo per l’Italia)
Tramite versamento di L.
sul Conto Corrente Postale N. 18160242 intestato a
Edizioni IMAGO INTERNATIONAL S.r.l.
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Cognome
Via
n.
Comune e provincia
CAP
Professione
Telefono
Ritagliare e spedire in busta chiusa unitamente all’assegno o ricevuta (fotocopia) del versamento.
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Artigianato:
è una rivista trimestrale che interpreta e
diffonde l’evoluzione delle Arti Applicate
e i processi di contaminazione con l’arte
e il design.
Artigianato:
parla di creatività e di produzione,
sostenendo la ricerca e la
sperimentazione e introducendo nuovi
concetti per la costituzione e il
rinnovamento della piccola impresa.
Artigianato:
è uno strumento impegnato a diffondere
la cultura materiale legata alle risorse
dei vari territori, guardando con interesse
alla tradizione e alla storia.
Artigianato:
riscopre il rapporto tra cultura del
progetto e la capacità di fare, presentando
oggetti riferibili alla logica produttiva
e d’uso, ma che, nello stesso tempo,
mantengono tutta la virtualità
degli oggetti d’arte.
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Numero 41 - Città dei Mestieri