COMITATO PROMOTORE COMITATO TECNICO E CORRISPONDENTI PER LE AREE ARTIGIANE Luigi Badiali (Presidente BIC Toscana) Giacomo Basso (Segretario Generale C.A.S.A.) Camilla Michelotti (L’Arte del Quotidiano) Massimo Corsaro Bruno Gambone Francesco Giacomin (Segretario Generale Confartigianato) Demetrio Mafrica Alabastro di Volterra Sergio Occhipinti (Presidente Euralabastri) Irene Taddei Bronzo del veronese Gian Maria Colognese Ceramica campana Eduardo Alamaro Ceramica di Caltagirone Francesco Judica Ceramica di Castelli Vincenzo Di Giosaffatte Ceramica di Albisola Massimo Trogu Ceramica di Deruta Nello Zenoni (Resp. Artig. Regione Umbria) Nello Teodori Ceramica di Grottaglie Giuseppe Vinci (Sindaco Grottaglie) Ciro Masella Ceramica di Palermo Patrizia Italiano Rosario Rotondo Ceramica umbra Nello Teodori Ceramica di Vietri sul Mare Giancarlo Sangalli (Segretario Generale C.N.A.) Michele Ventura Fischietto in terracotta dipinta. Patro di Moncalvo. Asti. 6 Massimo Bignardi Ceramica faentina Maria Concetta Cossa (Pres. Ente Ceramica Faenza) Tiziano Dalpozzo Ceramica piemontese Luisa Perlo Ceramica sestese Stefano Follesa Ceramica di Nove Katia Brugnolo (Dir. Museo delle Ceramiche di Nove) Ceramica di Laveno Marcello Morandini Cotto di Impruneta Stefano Follesa Cristallo di Colle Val d’Elsa Giampiero Brogi (Pres. Consorzio Crist. Colle Val d’Elsa) Ferro della Basilicata Valerio Giambersio Ferro di Asolo Stefano Bordignon Gioiello di Vicenza Maria Rosaria Palma Legno di Cantù Aurelio Porro Legno di Saluzzo Elena Arrò Ceriani Legno della Val d’Aosta Franco Balan Marmo di Carrara Antonello Pelliccia Marmi e pietre del trapanese Enzo Fiammetta Marmo veronese Vincenzo Pavan Mosaico di Monreale Anna Capra Mosaico di Ravenna Gianni Morelli Elisabetta Gonzo Alessandro Vicari Mosaico di Spilimbergo Piergiorgio Masotti (E.S.A. Friuli Venezia Giulia) Paolo Coretti Oro di Valenza Lia Lenti Pietra di Apricena Domenico Potenza Pietra di Fontanarosa Mario Pagliaro Pietra di Lavagna Alfredo Gioventù Marisa Bacigalupo Pietra lavica Vincenzo Fiammetta Pietra leccese Luigi De Luca Davide Mancina Pietra piperina Giorgio Blanco Pietra Serena Gilberto Corretti Pietra Vicentina Maria Rosaria Palma Pizzo di Cantù Aurelio Porro Tessuto di Como Roberto De Paolis Travertino romano Claudio Giudici Vetro di Altare Mariateresa Chirico Vetro di Empoli Stefania Viti Vetro di Murano Federica Marangoni A ARTIGIANATO TRA ARTE E DESIGN “Goto d’autore”, opera di Juli Capella, realizzata in vetro di Murano dai laboratori Barovier & Toso. Anno XI, Numero 41 aprile/giugno 2001 Registrazione al Tribunale di Milano n. 45 del 30.1.1991 Con il patrocinio del Ministero dell’Industria Commercio e Artigianato Segreteria Generale, Amministrazione e Abbonamenti Edizioni Imago International S.r.l. Corso Indipendenza, 6 - 20129 Milano Tel. 02.70009474 - 02.70009480 Fax 02.71092112 e-mail: [email protected] Segreteria di Redazione Via Guercino, 7 - 20154 Milano Tel. 02.33608400 - Fax 02.33608389 Direttore Responsabile Ugo La Pietra Direttore Editoriale Adriano Gatti Comitato Scientifico Enzo Biffi Gentili, Gillo Dorfles, Vittorio Fagone, Anty Pansera UFFICIO PRODUZIONE Alberto Gatti, Gianantonio Orlandi UFFICIO STAMPA Claudia Ferrari, Antonella Velli Hanno collaborato a questo numero Per i testi: Eduardo Alamaro, Cristina Bellavista, Massimo Bignardi, Marilena Dipace, Vittorio Fagone, Claudia Ferrari, Ada Patrizia Fiorillo, Alberto Gatti, Adriano Gatti, Lapo Guelfi, Ugo La Pietra, Luisa Perlo, Luca Maria Perrone, Antonio Pugliese, Manuela Scisci, Isabella Taddeo. Per le fotografie: Bruna Biamino , Dario Scorsone , Nino Di Buono , D’Antonio, Claudio Dei Rossi, Antonio Pugliese, Orione Studi (Maglie) Torrini Fotogiornalismo (Firenze) Inserzioni pubblicitarie Artisanexpo - Promos II cop.; Fierrarredo - Bologna Fiere pag.1; Museum Image - Centro Affari e Convegni Arezzo pag.2; I.S.O.L.A. pag.3; Provincia Autonoma di Bolzano - Alto Adige pag.4; Aligi Sassu - l’opera ceramica pag.5; Imago Shop & Fair pag. 33; Artigianato Artistico Religioso - Il Quadratino pag. 71; Unicef pag.80; Macef - Fiera Milano International IIIa cop.; 65 a Mostra Internazionale dell’Artigianato Firenze Expo IV cop. Traduzione testi in inglese Spaziolingue s.r.l., Milano Realizzazione e stampa SATE s.r.l. Zingonia - Verdellino (BG) Stampa su patinata opaca senza legno PUBBLICITÀ E COMUNICAZIONE Corso Indipendenza, 6 - 20129 Milano Tel. 02.70009474 - 02.70009480 Fax 02.71092112 e-mail: [email protected] Distribuzione Italia - EDICOLA inter orbis S.p.A. 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S O M M A R I O Editoriale IL RUOLO DELLE ARTI APPLICATE di Ugo La Pietra 8 Teoria IL “MODO” ITALIANO di Vittorio Fagone 10 Design DESIGNING CRAFT.EUROPE di Adriano Gatti 16 Iniziative I PRODOTTI ARTIGIANALI LOMBARDI ON-LINE di Marilena Dipace 24 Mostre VIETRI SUL MARE IN TEMPESTA di Luisa Perlo COLORI LOCALI di Manuela Scisci 28 34 Progetti e territori ACQUA POTABILE di Antonio Pugliese 44 Autori NUOVE “FORNACI” di Massimo Bignardi 52 Fiere MOSTRA DELL’ARTIGIANATO di Lapo Guelfi A MAXIMA L’ARTIGIANATO SICILIANO di Cristina Bellavista 56 58 Rubriche MATERIALI E TECNICHE AD ARTE PUNTI VENDITA AREE REGIONALI OMOGENEE SEGNALAZIONI CALENDARIO DELLE MOSTRE CARICHE - LEGISLAZIONE - NOTIZIE 60 64 65 68 72 77 81 English text 84 Indirizzi 87 7 editoriale di Ugo La Pietra Il ruolo delle arti applicate Siamo tutti sempre più convinti che stiamo attraversando un periodo di transizione e che il “mercato globale”, la “cultura globale”, “l’informazione globale” porterà a notevoli cambiamenti nel nostro modo di vivere e di pensare. Rimane il fatto che un periodo di transizione vuol dire anche un tempo in cui non tutto scorre velocemente e facilmente verso la cosiddetta globalizzazione. Giovani gruppi radicali, molti intellettuali di mezza età, sono impegnati a fare resistenza, a contrastare con forme alternative, con dichiarazioni allarmistiche, con enunciazioni di avvenimenti catastrofici, la corsa verso la “grande globalizzazione”. Ma tutto ciò sembra non spostare minimamente la convinzione dei più che ormai questo processo è inarrestabile. Anche l’arte, e forse soprattutto l’arte, vuole avere il primato di anticipare la nuova era. E così crescono le opere multimediali sempre più spinte verso esperienze virtuali. E mentre uno stuolo di giovani creativi si esercita e anticipa un sistema, sempre più aperto alla definizione di una globalità culturale, parallelamente già appaiono le prime reazioni. Le reazioni non sono semplicemente le spinte che vengono da chi crede di poter contrapporre al mondo “virtuale” un mondo con ancora molti valori “reali” e quindi capaci di esprimere 8 “Interno/esterno”, contenitori in ceramica di Ugo La Pietra, realizzati da Ceranima Sesto Fiorentino - per Boscaro. le diversità culturali, territoriali, di comunicazione ecc., ma sono reazioni verso l’individuazione di alcuni valori da salvare in questa prospettiva globalizzante. La cultura materiale potrebbe aiutarci. Ma spesso la cultura materiale attinge le proprie risorse dalla natura, quella natura che sembra dovrà essere sempre più stravolta e modificata dalle nuove frontiere biologiche e quindi i valori da promuovere, per contrastare la crescita della globalizzazione, dobbiamo cercarli dentro di noi, guardandoci e proponendo il nostro corpo come “luogo ideale per tutti gli scenari di narrazione esistenziale”, operare con il proprio corpo, provare a fare, usando i nostri attrezzi corporei verso la ricerca di una dimensione umana e la sua esaltazione, è una pratica che deve essere incoraggiata. Così le “pratiche artistiche”, che esaltano sempre di più la comunicazione multimediale portandoci a dare sempre più importanza al piccolo schermo, ci ricordano anche che il recupero della “nostra normalità umana”, prima ancora di prefigurare spazi abitativi, dovrebbe passare attraverso “esercizi” capaci di esaltare l’integrità della figura umana all’interno di un contesto sempre più “antiumano”. Le arti applicate possono mantenere in esercizio ed esaltare la caratteristica fondamentale della nostra corporeità: “la diversità”. 9 teoria di Vittorio Fagone L a vasta e diversificata produzione artigiana di manufatti segnati da una riconoscibile connotazione specifica, spesso di indubbio valore estetico e artistico, è legata nel nostro Paese alle differenti configurazioni dell’ambiente naturale e ai particolari sviluppi culturali, oltre che storico-economici, di singole regioni e comunità. Un esempio convincente può ancora oggi essere fornito dalla diffusione prevalente della produzione ceramica e della lavorazione del legno. Paul Scheuermeier, al quale si deve un vasto repertorio ragionato delle attività artigiane tradizionali del mondo popolare e contadino e delle relative, assai precise, designazioni lessicali, negli anni Quaranta aveva potuto identificare una linea “mediterranea” degli insediamenti dei centri di produzione ceramica, in relazione con la presenza di cave argillose e con la possibilità di esposizione nelle migliori condizioni ambientali dei manufatti durante le diverse fasi di realizzazione, e una linea “alpina” della lavorazione del legno strettamente connessa con la presenza di zone e colture boschive. Abitudini, usi, abilità e competenze tecniche 10 Il “modo” italiano Un’interessante riflessione sulla nostra ricca produzione artigiana in occasione dell’uscita della bella e completa guida “Artigianato. Sapori e tradizioni d’Italia” edita dal Touring Club Italiano realizzata in collaborazione con Confartigianato Nelle due pagine precedenti: copertina del volume “Artigianato sapori e tradizioni d’Italia” edito dal Touring Club Italiano, il cui saggio introduttivo di Vittorio Fagone è qui pubblicato per gentile concessione; maschera facciale bovina (Ottana) altezza 37 cm., in legno di pero (Collezione Marchi). Nelle due pagine: Sotto: composizione di cesti in giunco derivata dalla tradizione sarda. Design Anna Deplano. A fronte: grande fiasca “bambola” di Domenico Carretta. tradizionalmente acquisite hanno consolidato gli orientamenti produttivi di intere comunità di artigiani e sono risultati, in non rari casi, elementi influenti nella trasformazione di centri artigiani in habitat industriali specializzati. Nel particolare momento storico che tutti viviamo, dominato dalle rapide e continue evoluzioni di una cultura tecnologica sempre più sofisticata e pervasiva di ogni forma produttiva e comunicativa, la diffusa persistenza e vitalità dell’artigianato in Italia, ben documentata in questo volume, può indurre a una serie di motivate riflessioni. Dall’inizio dell’età moderna, che coincide con l’affermazione della grande meccanizzazione dei processi di lavorazione e con la standardizzazione delle produzioni, alla contrapposizione storica tra oggetti artigianali, legati a una dimensione utilitaria e alla vita quotidiana e domestica, e opere artistiche, segnate da una forte riconoscibilità simbolica e nella maggior parte dei casi da una funzione sociale “elevata”, se ne è aggiunta un’altra, anch’essa rilevante, tra prodotto industriale e manufatto artigianale. Può risultare sorprendente, oggi in cui generalmente si riconosce alla dimensione dell’artigianato la capacità di un’esecuzione particolarmente accurata di ogni complessa fase di lavorazione, vedere come i 12 primi annunci pubblicitari a stampa, della metà del XIX secolo, mettessero in risalto il “fatto a macchina”, a garanzia di una produzione ben standardizzata, così come ora viene dichiarato il “fatto a mano”, la “produzione artigianale” o ancora la “confezione sartoriale” per enfatizzare la cura particolare di ogni dettaglio. Il rilievo che viene dato alla cultura decorativa e alle produzioni ornamentali dell’artigianato nella svolta tra il XIX e il XX secolo in tutta Europa, e con particolare vivacità in molte regioni italiane, può essere letto come un positivo fenomeno reattivo rispetto alla omologazione dei riferimenti dell’ambiente quotidiano di vita indotta dall’affermazione e dalla generalizzazione delle produzioni industriali. Non è, per questo, paradossale che non pochi dei grandi maestri della cultura visuale del Novecento abbiano guardato all’universo artigiano espresso dal mondo popolare come a un “modello” vivente di modernità. Artisti e architetti del Bauhaus hanno lavorato gomito a gomito con artigiani sapienti esaltando le risorse di tecniche e materiali in vista della definizione di un nuovo non ridondante “ornato”; Le Corbusier ha studiato con attenzione e spesso trascritto le forme ariose e i colori essenziali dell’architettura “povera” mediterranea; gli architetti del razionalismo italiano, i designer degli anni Sessanta e Settanta, molti artisti hanno voluto vivere una diretta esperienza della fattualità creativa artigiana, in qualche caso hanno saputo ridisegnarne in modo rispettoso e accorto (è il caso della ceramica di Vietri negli anni Trenta) il repertorio decorativo. Da Albisola a Bassano del Grappa, da Faenza a Deruta e a Caltagirone le testimonianze di 14 questi incontri fruttuosi conferiscono un profilo singolare e vivo all’artigianato italiano. Gli elementi che danno attualità e fascino all’opera artigiana sono tanti; se ne possono segnalare qui alcuni. Il lavoro artigiano è, per sua natura, individuale. Pure, esso ama configurarsi, al di là della piccola e dinamica “unità” della bottega, nella comunità di centri omogenei di produzione non solo per una necessità di reperimento risorse, di competenze tecniche e di mercato, ma per affermare una precisa identità culturale, storica e produttiva. La variata e complessa attività che ognuno di questi centri esprime determina una molteplicità di forme e decori in cui si riverberano, in modo essenziale ma evidente, i caratteri che contraddistinguono molte delle culture regionali italiane facendo attuali stratificazioni figurative remote o anche recenti. La vera “opera” artigiana non è mai capricciosa. Affida la propria “artisticità” alla perfezione esecutiva del processo fattuale che impegna. Dentro un canone che ha solo minime e ragionate variazioni possibili, la creatività artigiana continuamente si rinnova nel confronto con i materiali e i processi di realizzazione. Il lineare e ben riconoscibile profilo di molti oggetti artigiani non esibisce virtuosismi bizzarri, ma una “bellezza” congruente e necessaria. Dei molti tipi di paesaggio (naturalistico, urbano, industriale e così via) che l’Italia può ancora fornire, quello artigiano è, senza dubbio, uno dei più diffusi e variati. Saperlo riconoscere, apprezzare e distinguere può risultare esercizio intelligente di consapevolezza culturale, prima che campo fertile di personali e gratificanti opzioni. Come gli altri paesaggi va però A fronte: vaso “Tissi” di David Palterer, produzione Sardinia Crystal, 1995. difeso e sostenuto in quanto elemento insostituibile e distintivo della complessa realtà del nostro paese. Nell’antica Grecia la “tessera simbolica” era il frammento di un vaso che a distanza di decenni, e talvolta di generazioni, permetteva di recuperare, dalla coincidenza della rima frastagliata con quella di un altro frammento, vincoli e solidarietà anche remoti. Sono convinto che nella loro essenziale ma ben definita identità ognuno degli innumerevoli manufatti dell’artigianato italiano può rinviare a quella unita e straordinaria cultura fattuale che si è estesa dai capolavori della pittura del Rinascimento ai tessuti preziosi, alle armature, ai vetri e alle maioliche decorate e istoriate. E’ bene sottolineare che questa cultura ha avuto, nei singoli centri, momenti di crisi anche profonda, ma non soluzioni di continuità. Il made in Italy, oggi affermato e ambito in tutto il mondo, e che contraddistingue tutta la nostra produzione, industriale e artigiana, ha un precedente in una formula lessicale che valeva già cinque secoli fa e che forse più particolarmente designava il magistero fattuale della nostra cultura artigiana: à la façon d’Italie. Il “modo” italiano, ieri come oggi, può valere a indicare la capacità di conferire alle cose un profilo estetico che è anche misura e stile di vita. DESIGN di Adriano Gatti Designing Craft. Europe Una interessante mostra realizzata dall’Unioncamere e dalla Regione Piemonte a Clermont l’Hérault in Francia, esemplifica, attraverso le opere, come intervenire per favorire il settore dell’artigianato di produzione artigianale Questi ultimi quattro anni sono stati caratterizzati in Piemonte da un importante impegno in favore dell'artigianato. Regione Piemonte, Unioncamere Piemonte, Camera di Commercio di Torino, realtà vocate in quella regione alla tutela e alla promozione di questo settore di cui si è recentemente rievidenziata l'importanza economica e culturale, si sono mostrate quanto mai attive sia dal punto di vista progettuale che operativo. Ne è esempio, tra l'altro, "Designing Craft. Europe", complesso ed articolato progetto di promozione dell'artigianato di produzione piemontese che ha avvicinato, ma si potrebbe dire "riavvicinato", il mondo del design a quello artigiano, offrendo inoltre una fantastica vetrina ai giovani progettisti di tutta Europa che vi hanno partecipato. Più di cento progetti nell'ambito dell'arredamento e dell'ornamento della persona provenienti da un concorso di design aperto a tutti gli under 35 del Vecchio Continente, sono diventati prototipo ad opera delle migliori realtà artigiane regionali. Affiancati dai "capolavori" eseguiti dalle scuole di formazione e d'arte piemontesi su progetti prestati da alcuni tra i "Senior" designer che hanno fatto grande il nome dell'Italia 16 Copertina del catalogo e allestimento della mostra. nel loro settore - Gianfranco Cavaglià per l' argento, Aldo Cibic per la ceramica, Michele De Lucchi e Jannot Cerutti per il rame, Giancarlo Montebello per l'oro, Massimo Morozzi per il legno, Denis Santachiara per lo smalto su metallo - costituiscono ora il corpo di una bellissima mostra che, dopo aver aperto a Torino nel novembre del 1999, si è ripresentata in Francia, nell'Hérault, nell'ottobre del 2000 e sarà in seguito a Barcellona, dal marzo 2001, per partecipare con le altre realtà internazionali che si occupano di design alla biennale "Primavera del design". La replica di una parte dei prototipi costituenti la mostra ha intanto parlato di artigianato e A lato: Anello in argento, omaggio alla Mole Antonelliana, di Giancarlo Montebello realizzato dal C.F.P. (Centro di Formazione Professionale - Valenza Po - AL). Dall’alto: progetto di Andrea Marello realizzato da C.A.V.I.T. di Marello; opera di Sabino Angiulli con Maria Luisa Fossati, realizzata da Eredi di Pierino Rossero. 17 In questa pagina, dall’alto: opera di Beatrice Cartei realizzata da Ebanisteria Reale di Ana Maria Vitorino Donascimento; seduta di Claudio Mozzetti realizzata da Falegnameria Egidio Odino con la collaborazione del C.I.A.C.; bicicletta interamente realizzata in ferro di Maurizio Granata realizzata da Acquafer; vaso di Aldo Cibic realizzato dalla Scuola d’Arte “F. Faccio”, Castellamonte (TO). design ad Hannover ed ancora, dopo Barcellona, tutta la mostra verrà ripresentata ad Helsinki nell'autunno 2001 con la collaborazione dell'Istituto Italiano di Cultura di quella città, ospite dell'UIAH, University of Art and Design di Helsinki. Al di là della godibilità dell'esposizione, numerose sono state le ricadute a favore dei due mondi interessati: aziende di importanza nazionale vocate alla produzione e distribuzione nell'ambito dell'arredamento si sono interessate ai progetti dei giovani designer partecipanti e grandi fermenti muovono il mondo artigiano coinvolto, tanto che sembra profilarsi 18 Nella pagina a fronte, dall’alto: tavolo di Eugenio Bicci realizzato da Studi Design Falegnameria Mascherpa; vasi di Susan Liebe Chriestensen realizzati da Scrigno e Pomoli. 19 In questa pagina, dall’alto: strumento polifunzionale per l’infanzia di Massimo Morozzi realizzato dalle Scuole Tecniche “San Carlo” - Torino; porta CD di Alessandro Sobrero realizzato da Torneria Meccanica Telesca di Lucia Caraffa; vasi di Angelika Morlein realizzati da Alberto Menotti Lavorazione Ceramiche; seduta di Rossella Ongaretto con Bruno Armando, realizzata da Fer-Art di Dusso & C. Sas con Andrea Pelassa. all'orizzonte un progetto di consorzio che metterà le oltre 100 ditte artigiane collegate a "Designing Craft. Europe" nella condizione di offrire ad un mercato irraggiungibile al singolo, un prodotto nuovo anche dal punto di vista progettuale. Una tavola rotonda tenutasi a Clermont l'Hérault in occasione dell'inaugurazione della mostra con lo scopo di indagare le possibili sinergie tra i due mondi rappresentati, ha visto tra i partecipanti il Presidente del Conseil Général de l’Herault, il Presidente della Chambre 20 Nella pagina a fronte, dall’alto: lampada da tavolo in vetro di Marcello Louis realizzata da Maria Tosatto Vetri d’Arte; poltrona a dondolo di Valentina Donato realizzata da Valerio di Meana. 21 Dall’alto: sgabello bar di Sylvain Lemanski, realizzato da Mobili Dompé di Dompé F. lli Snc con L’Artigiano dell’Ottone di Mario Casella; tessitura di Eamon O’Boyle realizzata da Novatex di Dari Patti. Départementale et Régionale des Métiers et de l'Artisanat, Jean-Claude Bénet, Professore del Laboratoire de Mécanique dell'Université Montpellier II, la signora Montse Galì i Mañanò, Direttore “Centre Català d'Artesania”, (in quella realtà regionale, corrispondente al nostro Assessore Regionale per l'Artigianato), il Direttore della Société Structures ABC, distributore di design in Languedoc-Roussillon, il Presidente dell' Office Départemental d'Action Culturelle e, per parte italiana, dirigenti della Regione Piemonte, di Unioncamere Piemonte, il Presidente della Commissione Regionale per l'Artigianato del Piemonte, rappresentanti delle Associazioni Artigiane, Giorgio De Ferrari, professore di Disegno Industriale presso il Politecnico di Torino e progettista dell'allestimento della mostra e Alberto Donini, ideatore e curatore del progetto per conto degli Enti piemontesi. Questo primo incontro ha evidenziato la volontà di approfondire il confronto e la collaborazione tra francesi, catalani e piemontesi ed ora un tavolo di lavoro, si spera proficuo e permanente, è nato tra queste realtà regionali con la finalità di esprimere progetti comuni 22 Dall’alto: Stendibiancheria di Robert Kipri realizzato da Giuseppe Ciavarella con Linea Looking di Laura Canale; vassoio per frutta in feltro di Paivi Seppala con Elina Tolvanen, realizzato da Ars Domus. nell'ambito dell'artigianato con la collaborazione del mondo del design. Tutto questo accade in una regione, il Piemonte, che oltre a suggerire nuove strade al proprio artigianato, ha recentemente varato un importante progetto di riscoperta e supporto del proprio artigianato tipico, andando a ricercare e catalogare quelle produzioni che, per collocazione territoriale, per ridotta dimensione, per oggettive difficoltà di comunicazione, corrono il pericolo di essere messe in disparte e scomparire. Un marchio di qualità, di "Eccellenza Artigiana", insignisce ora le aziende artigiane del settore "Legno" e "Restauro ligneo", ma in seguito tutti gli altri settori, che si distinguano per qualità, tipo di lavorazione, rappresentatività rispetto al territorio. Un ulteriore approfondimento mira inoltre ad individuare, nell'eccellenza e con particolare attenzione ai territori delle Comunità Montane, le caratteristiche che renderanno alcune botteghe adatte a diventare in seguito "Bottega-scuola" per far sì che sapienza artigiana, mestiere e storia, non si perdano ma vengano tramandate alle giovani generazioni. 23 iniziative di Marilena Dipace Internet rappresenta anche per gli artigiani lombardi un nuovo canale di vendita e promozione nazionale ed internazionale. Le aziende che espongono sul sito fanno parte dei comparti che meglio si prestano alle iniziative di commercio elettronico: casa-arredamento; tessile-abbigliamento; artigianato artistico. Tramite www.artisanexpo.it, i grossisti, le aziende di commercio, i dettaglianti, i professionisti dei settori rappresentati, ma anche gli appassionati del made in Italy, potranno entrare nelle botteghe virtuali degli artigiani lombardi finalmente on-line. Ogni ditta ha una propria pagina di presentazione e un catalogo dei prodotti, con la possibilità per l’utente di inviare un ordine o di acquistare direttamente on-line, 24 ore su 24. Il sito artisanexpo.it, a forte vocazione commerciale, grazie all’uso delle lingue italiano, tedesco e inglese, promuove l’artigianato lombardo in particolare nel Nord-America e nel Nord-Europa. Il sito opera su due livelli: nella versione “business to business” promuove la transazione fra le imprese dei comparti interessati; mentre nella versione “business to consumer” permette al consumatore finale di effettuare gli acquisti dei prodotti con carta di credito. Le azioni promozionali del sito prevedono sia campagne on-line che sui media tradizionali rivolte ai 24 I prodotti artigianali on-line www.artisanexpo.it: gli artigiani lombardi dei settori casa, moda e artigianato artistico sperimentano l’e-commerce mercati di riferimento che, in una prima fase, coinvolgeranno Italia, Germania e U.S.A. Gli operatori del sito, avranno cura di far conoscere, oltre ai prodotti offerti dalle ditte artigiane, le tradizioni, le recenti tendenze, i dati statistici, gli appuntamenti più importanti, quali fiere, convegni, ecc. Navigando nel sito, il mondo dell’artigianato lombardo proporrà agli appassionati gli innumerevoli tesori elaborati da un’antica tradizione e dalla moderna ed aggiornata ricerca. Gli utenti del sito potranno inoltre contattare direttamente gli artigiani per procurarsi un articolo su misura o richiedere personalizzazioni del prodotto. Navigate sul sito, scoprirete prodotti unici che solo la mano di un artigiano è in grado di realizzare! Tra i contenuti del sito non mancano inoltre note di colore come i consigli sul fai da te e le barzellette sul mondo degli artigiani. Per avere un’informazione tempestiva sulle novità del sito, sulle offerte speciali, sul prodotto del mese, ecc. basta iscriversi alla newsletter. Artisanexpo.it offre molte opportunità alle ditte artigiane, che possono essere così sintetizzate: visibilità in centri d’aggregazione funzionali, che costituiscono vere e proprie “fiere virtuali” (e-mall); rete di negozi virtuali individuali per le singole aziende interessate a sviluppare una vera e propria esperienza di commercio elettronico, con la gestione del proprio POS virtuale (applicazione software che permette il perfezionamento della transazione economica); supermercato virtuale a favore delle aziende che preferiscono semplificare l’approccio al mercato on-line delegando tutta la gestione della logistica (dagli ordini al controllo della transazione, dalla 25 fatturazione alla consegna della merce); sessione formativa sull’uso di Internet, della posta elettronica e sui concetti fondamentali di e-commerce; assistenza personalizzata da parte di un pool di tutors, incaricati anche di raccogliere presso le aziende partecipanti il materiale necessario ad animare le vetrine; noleggio o acquisto di PC con connessione gratuita a Internet, a prezzi convenzionati. All’iniziativa hanno già aderito numerose imprese artigiane lombarde; ulteriori richieste di adesione verranno prese in considerazione con l’avvio della seconda fase del progetto. Ulteriori innovazioni tecnologiche del sito offriranno gli strumenti alle ditte espositrici per aggiornare autonomamente la propria vetrina. Il progetto è promosso da Regione Lombardia e da Unioncamere Lombardia in collaborazione con le Associazioni Artigiane: Confartigianato Lombardia, C.N.A. Lombardia, C.L.A.A.I., C.A.S.A. La sua realizzazione è curata da PROMOS (Azienda Speciale della Camera di Commercio di Milano per le Relazioni Internazionali) in collaborazione con CED Camera. Per informazioni: Promos Via Camperio 1 - 20123 Milano Tel. 02.8515.5264 Fax 02.8515.5227 [email protected] 26 Nelle pagine: alcuni prodotti dell’artigianato lombardo appartenenti ai principali settori che espongono su artisanexpo.it. 27 mostre di Luisa Perlo Il 2000, il capo del secolo, sarà ricordato a Vietri come un Capo Horn del “Viaggio attraverso la ceramica” (così è denominato il Premio, con le sue manifestazioni collaterali, che laggiù si svolge dal 1994). Due grandi nuove ondate hanno infatti investito le due sedi espositive: quella tradizionale del Palazzo della Guardia e quella nuova, la Ceramica Artistica Solimene progettata dall’architetto Paolo Soleri, ai due capi della città. Al Palazzo della Guardia la mostra si è aperta con un doppio omaggio alla memoria. Prima si è commemorato Jean Marais, scomparso nel 1999, l’affascinante attore nato nel 1913 che nel 1975, dopo aver pubblicato una “Histoire de ma vie” per i tipi di Albin Michel, decise di iniziare una seconda vita come ceramista a Vallauris. Il maestro Mario Carotenuto ha realizzato appositamente in un nicchione del Palazzo della Guardia una sorta di “edicola votiva”, con suoi disegni a carboncino sul muro e piatti da lui decorati tra i quali spiccava un angelo caduto, a contrappunto di un ritratto di Marais nelle vesti di torniante e di un famoso vaso foggiato con le sue mani e quelle di Jean Cocteau. In una grande vetrina erano raccolte le ceramiche inedite di Cesare Peverelli, deceduto nel 2000, il grande artista italiano nato nel 1922, già firmatario di 28 Vietri sul Mare in tempesta Enzo Biffi Gentili rivoluziona la formula della tradizionale manifestazione dedicata alla ceramica Nella pagina a fronte, dall’alto: Roberto Cambi “Il bagenetto” 1996, vasino; Silvia Zotta “Vasi da muro” 1999, installazione. In questa pagina: Sandro Mautone “Grottesco”, piatto da parata. manifesti dello Spazialismo insieme a Lucio Fontana, che realizzò tutte le sue ceramiche - le prove precedenti sono irrilevanti all’inizio degli anni ’90 a Vallauris presso l’atelier di Michel Ribero (il Comune di Vietri e la Provincia di Salerno hanno deciso di acquisire questo fondamentale corpus ceramico, arricchendo ulteriormente le già notevoli collezioni del Museo di Raito e dimostrando una rapidità d’iniziativa superiore a quella di Albisola o di Faenza). Gli hommages agli artisti scomparsi introducevano la sezione “Côte à Côte”, che affiancava ceramisti di Vietri (Salvatore Autuori, Frans Brugman, Enzo Caruso, Giovanni Mosca, Armando Potenza, Elvira Peduto e Giancarlo Solimene) e di Vallauris ( Maurice Boiron, 29 In questa pagina, dall’alto: Franco Raimondi “O’ Sireno”, premio regionale Vietri sul Mare; Ugo Marano, “Madonna di Matierno”, 2000 (prima dell’elevazione) Gilles Compas, Gérard Crociani, Yvan Koenig, Louis Mathieu, Atelier Ribero), nella prospettiva di un gemellaggio tra due città protagoniste, la prima con Guido Gambone, la seconda con Pablo Picasso, di una “rivoluzione” della ceramica europea nel nostro secondo dopoguerra. Infine, una selezione dei migliori ceramisti campani: è stato infatti istituito quest’anno un Premio Regionale, che si è aggiudicato Franco Raimondi con un suo audace Sireno, ispirato a un imbarazzante ritratto fotografico di Gabriele d’Annunzio nudo. Alla Ceramica Artistica Solimene è esplosa davvero la tempesta: il VII Premio Nazionale Vietri sul Mare , là ordinato, era per la prima volta a invito e riservato agli under ’40. Anche qui sono stati invocati “numi tutelari”, per fortuna in questo caso viventi: Ugo Marano, che presiedeva ai “figulinai”, cioè ai vasai, e Luigi Ontani, come patrono degli “adornatori” ed, entrambi, protettori dei “plasticatori”. Dopo le loro opere, quelle di ventun giovani come testimonianze anche provocatorie di una nuova profondità espressiva e nel contempo di un recupero della dimensione “tecnica” dell’artefatto, di una nuova “formalità”, diciamo pure bellezza dell’opera, in una indicazione di poetica che va oltre lo specifico ceramico per investire l’arte tutta. Il Premio Nazionale è andato a 30 Nella pagina a fronte, dall’alto: Elica “Sant’Agata e Santa Lucia”, menzione d’onore; Fausto Salvi “Grottesca”, particolare. 31 Alain Girel “Luna”, 1999, Gran Premio di Vietri sul Mare 2000. Paolo Schmidlin di Milano per la sua inquietante statuaria (egli presentava un “angelomutante” e un “moroextracomunitario”) e menzioni speciali alla Libera Scuola dei Vasai di Cetara diretta da Ugo e Stefania Marano e alla Bottega Gatti di Faenza per una nuova serie di vasi disegnati dal gruppo Elica). È impossibile, per ragioni di spazio, proseguire nella descrizione delle opere, molte notevoli: basti rammentare , dal punto di vista tecnico, sul versante della scultura, Paolo Cassarà che come Schmidlin, dipinge “a freddo” la terracotta (e con ciò? Finalmente si capisce che vanno distrutti alcuni miti, compreso quello del forno a ogni costo, tant’è che persino un virtuoso iperceramista come Danilo Melandri, altro possibile nume tutelare sul versante di una eccentrica creatività, non teme di decorare freddamente alcuni pezzi, come quello riprodotto in queste pagine). Così, per quanto riguarda la decorazione, va rimarcata la ripresa della “grottesca”, diretta o indiretta, in lavori di Sandro Mautone, Marino Moretti, Fausto Salvi (e a proposito di “ornato” si ricorda che il Premio Internazionale Vietri sul Mare è andato ad Alain Girel, che spinge “l’haute décoration” al parossismo). La mostra alla fabbrica Solimene , 32 come le altre, non era solo curata, ma anche allestita da Enzo Biffi Gentili, che per la prima volta, e proprio nell’anno nel quale Paolo Soleri ha vinto alla Biennale di Architettura di Venezia il premio alla carriera, ha firmato da solo un progetto di “exhibition design” in un illustre spazio monumentale. Infine anche il percorso di collegamento tra le due sedi di mostra, il corso Umberto I, è divenuto “espositivo”: nelle vetrine di alcune rinomate botteghe (Liguori, Artek, Vietritaly, Romolo Apicella, ecc.) erano ospitate le ceramiche di “ospiti d’onore” italiani e francesi partecipanti ai vari eventi, a nuova conferma della storica vocazione di Vietri, città di “arte e industria”. Così, il difficile capo è stato doppiato. MOSTRE di Manuela Scisci Colori locali Le diversità tra gli oggetti riferiti a diversi materiali che esprimono la loro appartenenza ad altrettanti territori nella mostra tenutasi alla Fortezza da Basso di Firenze organizzata dalla Firenze Expo per la 64° Mostra Internazionale dell’Artigianato Negli ultimi anni, prendendo spunto dai rituali domestici e facendo emergere tematiche relative alle “diversità”, Ugo La Pietra ha curato alcune mostre culturali nelle varie edizioni della Mostra Mercato Internazionale dell’Artigianato. 34 A “La prima colazione” del 1998 sono seguite le mostre “Odori e sapori” del 1999 e per ultima la mostra “Colori locali”. Da tempo La Pietra va portando avanti una serie di esperienze espositive e teoriche sul bisogno di salvaguardare le diversità. Nelle due pagine: di Ugo La Pietra, bozzetti preparatori; allestimento generale; logo della mostra; alzatina in marmo di Carrara realizzata da A.M.A. di Carlo Andrei - Carrara. 35 Grigio - Pietra Piasentina dall’alto e da sinistra: bozzetto di Ugo La Pietra; vasi di Anna Lombardi, ciotola di Antonello Pelliccia e vaso di Paolo Coretti realizzati da B.I.G. Onlystones. Tutti sanno che alla crescita del fenomeno della globalizzazione nell’informazione e nei prodotti si contrappone il bisogno di salvare, proteggere e incentivare le minoranze. Minoranze che esprimono modi e culture “diverse” a cui spesso sono legate tradizioni e rapporti profondi con le risorse di vari territori. Risorse che, di fatto, non sono esaurite ma che stentano a trovare una propria ragione di esistenza. I progetti di La Pietra non sono pensati per società chiuse e protette (vedi “riserve indiane”) ma vanno a sostenere il concetto di una società multirazziale dove i diversi modi di esprimersi e di produrre cultura, compresa quella materiale, possono continuare ad esistere ed arricchire la nostra società. In questo senso anche questa ultima mostra, che ha caratterizzato come “evento” centrale la manifestazione di Firenze, ha voluto sottolineare come, nella nostra realtà territoriale, anche solo i “materiali” con le proprie caratteristiche fisiche, possono evocare i luoghi e le diverse culture che si sono sviluppate attraverso la loro lavorazione artistica e artigianale. Un progetto espositivo quindi riferito a diversi territori e alla loro definizione attraverso oggetti che, per il loro colore legato ad una materia, ne esprimono l’appartenenza e ne descrivono l’identità. 36 Grigio - Pietra Serena dall’alto e da sinistra: bozzetto di Ugo La Pietra; oggetti realizzati da Bruno Ambregi - Firenze: “Colline metallifere” di Gilberto Corretti; “Genius Loci” di Dario Bartolini. 37 Bianco - Marmo di Carrara dall’alto e da sinistra: “Portalettera” di Paolo Coretti, scultura di Franco Mazzucchelli, realizzate da A.M.A. di Carlo Andrei; bozzetto di Ugo La Pietra; scultura di Isozaki Mariko, realizzata dall’autrice. Nero - Pietra Lavica dall’alto e da sinistra: “Diffusore” di Claudio Naro realizzato da Maestri Evola; bozzetto di Ugo La Pietra; “Medaglione” e “Bustier” di Marella Ferrera realizzati da Artigiano del Sole di Franco Bentivegna. 38 Bianco - Alabastro di Volterra a lato, da sinistra: di Ugo La Pietra “Souvenir di Volterra”, realizzato da Euroalabastri e vasi per Edizioni Fatto ad Arte. Sotto, dall’alto e da sinistra: di Irene Taddei “Teatrini urbani” realizzati da Euroalabastri e “Le comari”, realizzati da Cooperativa Artieri Alabastro; reggilibri “La fonte” di Veronica Zucchini e lume di Gianni Veneziano, realizzati da Euroalabastri; piccoli contenitori di Ugo La Pietra per Edizioni Fatto ad Arte. 39 Verde - Vietri sul Mare Dall’alto, da sinistra: “Souvenir di Vietri” di Ugo La Pietra realizzato da Ceramiche l’Archetto di Francesco Raimondi. Sotto dall’alto: tre contenitori di Bruno Gambone realizzati dall’autore; vaso di Claudio Gambardella realizzato da Ceramiche l’Archetto di Francesco Raimondi. Le pietre e i marmi presenti nelle varie collezioni esposte nella mostra hanno, a ben guardare, dei caratteri comuni, come quello di aver connotato un preciso territorio per diversi secoli: il Salento attraverso la pietra leccese, la Liguria con la pietra nera, la Sicilia con la pietra lavica ecc. Materiali quindi che attraverso la loro fisicità ci rimandano alla natura, alla storia, alla cultura di precisi territori. Questo dato è stato determinante nella definizione del progetto delle collezioni, in quanto il “soggetto” (la regione), a cui fanno riferimento gli oggetti, potrebbe essere rappresentato proprio dalla materia. Questa premessa è utile per 40 Nero - Bucchero Umbro dall’alto e da sinistra “Souvenir per il bucchero” di Ugo La Pietra; “Monte Ingino e i suoi fratelli” di Marino Guerritore. Sotto, da sinistra “Megafono Umbria Jazz” di Valerio Giambersio; “Vaso Multiplo” di Ugo La Pietra, opere realizzate da Grossi Designer Antica Compagnia di S. Martino. cogliere il percorso di questa collezione che è composta, come tradizionalmente succede per gli oggetti di merchandising museale, da opere che si rifanno a “soggetti”: “opere d’arte” per i musei tradizionali, “pietre” con la propria storia legata all’estrazione, alla lavorazione e quindi alla cultura materiale dei vari territori.La realizzazione di queste collezioni come: il nero della pietra lavagna, l’ocra della pietra leccese, il bianco del marmo di Carrara o dell’alabastro di Volterra ecc. ha messo in rapporto la tradizionale capacità produttiva del luogo con nuovi progetti realizzati in occasione della mostra. In tal senso, l’insieme di queste Rosso - Cotto di Impruneta Sotto: “Souvenir per il cotto di Impruneta” di Ugo La Pietra. A lato, da sinistra: vaso di Angela Muroni realizzato da Sannini Impruneta; “Il Poltrone”, sedia da giardino di Virginia Lacey realizzata dall’autrice. 41 Bianco - Maiolica Faentina A lato, da sinistra: “Souvenir per la maiolica di Faenza” di Ugo La Pietra; “Non piangere sul latte versato” tazze di Elisabetta Gonzo e Alessandro Vicari. Sotto, da sinistra: “Comunicazione di massa” servizio da tè e “Accipite et bibite” bicchieri di Elica (Carlo Pastore , Elisabetta Bovina), opere realizzate da Bottega Gatti; “Scherzo da tavola” di Roberto Cambi realizzato dall’autore con La Vecchia Faenza. collezioni, e quindi tutta la mostra, ha voluto porsi quale “modello” capace di fornire indicazioni utili anche per altre iniziative simili, relativamente a territori fortemente caratterizzati da materiali e da lavorazioni locali. Sono a tutti gli effetti “modelli” per il merchandising museale, per ecomusei, sono esempi di proposte per “souvenir” del territorio (vedi ad esempio tutti i punti vendita per souvenir lungo gli itinerari delle cave del marmo di Carrara), esempi per definire il marchio d.o.c. di un prodotto locale come l’alabastro di Volterra o il bucchero di Gubbio. Per quanto riguarda l’ideazione degli oggetti sono stati coinvolti artisti/artigiani e designer capaci di cogliere la complessità del soggetto convinti di poter trasmettere un insieme di messaggi, suggestioni, sapori unici, tali da riscattare il “souvenir” dai suoi attuali bassi livelli, dovuti alla mancanza di progetto e alla massificazione produttiva. I risultati di questo percorso progettuale che ha visto esposti più di centocinquanta oggetti dimostra la possibilità di sviluppare un rinnovato rapporto tra progetto e cultura del fare utilizzando piccole imprese locali. Un’ interessante occasione di verifica da parte di Ugo La Pietra e di tutti i suoi collaboratori coinvolti nella mostra dove la “filosofia del progetto”, veicolata 42 Ocra - Pietra Leccese A lato, da sinistra: “Souvenir per la pietra leccese” di Ugo La Pietra; contenitore di Elisabetta Gonzo e Alessandro Vicari realizzato da Tracce di Fernando Perrone e Ornella Durini. Sotto, da sinistra: specchio di Alfredo Gioventù realizzato dall’autore; “Ulivo” lampada di Fernando Perrone con Ornella Durini realizzata dall’autore. dalla sensibilità del designer o dell’artista, ritrova l’ideale contatto con le tecniche di lavorazione dei materiali tradizionali e con le potenzialità produttive delle aziende artigiane. Una mostra, quindi, che ha portato alla manifestazione un ulteriore incremento di presenze di aziende artigiane di vari territori esaltando, con la loro presenza, il settore artigianato artistico che, anche per l’edizione 2001, che si terrà dal 20 aprile al 1° maggio, troverà nella sede della Fortezza da Basso l’occasione ideale per comunicare i propri valori. Nero - Pietra Lavagna Sotto: “Souvenir per la pietra lavagna” di Ugo La Pietra. A lato, dall’alto: “Paesaggio” di Ugo La Pietra; vassoio di Alfredo Gioventù, opere realizzate da Ardesia Fontanabuona Consorzio Artigiano. 43 PROGETTI E TERRITORI di Antonio Pugliese Acqua potabile Una serie di fontane per la Città di Lamezia Terme una sorta di “Museo en plein air” organizzato dal Centro Angelo Savelli con la partecipazione di trenta artisti e architetti Talete colpisce ancora. Dopo “Una Sola Moltitudine, Eteronimi di una Vozza” è ancora l’elemento acqua il soggetto d’indagine creativa che il Centro Angelo Savelli e l’amministrazione comunale di Lamezia Terme pongono all’attenzione di artisti e designers. L’invito è stato rivolto a trenta creativi (Luca Amendola, Paolo Canevari, Franca Cattani, Nicola Carrino, Angelo Casciello, Lucilla Catania, Fausto Cheng, Riccardo Dalisi, Raimondo Ferlito, Raimondo Galeano, Maria Gulli, Robert Gschwantner, Saloua Jobeur, Ugo La Pietra, Annalisa Margarini, Alessandro Mendini, Riccardo Monachesi, Teresa Montemaggiori, Gianfranco Neri, Gruppo Ombra, Mario Panarello, Antonio Pugliese, Franco Purini, Salvo Raeli, Cloti Ricciardi, Cinzia Ruggeri, Antonio Saladino, Luigi Serafini, Franco Summa, Adrian Tranquilli, Vincenzo Trapasso, Costas Varotsos), che hanno progettato una loro idea di fontana, innescando un processo di sinergie con gli artigiani del luogo, chiamati ad intervenire per la loro realizzazione. “Acqua Potabile”, questo il titolo del progetto, inteso non solo come potabilità del bere ma come condizione necessaria del vivere quotidiano. È ormai sempre più impellente la necessità di una migliore qualità della vita: di un traffico potabile, di un ambiente potabile, di un edificare potabile, di un’alimentazione e di una mucca potabile. 44 In alto: fontanella di Cinzia Ruggeri; in basso, fontanella di Franco Summa. In alto: fontanella di Franca Cattani e Raimondo Galeano. In alto: fontanella di Luigi Serafini. In basso: fontanella di Riccardo Dalisi. Nella colonna a destra, dall’alto in basso: fontanelle di Vincenzo Trapasso, Teresa Montemaggiori, Riccardo Monachesi, Nicola Carrino. 45 Dall’alto in basso: fontanelle di Ugo La Pietra e di Salvo Raeli. In questa direzione si è mosso il progetto delle fontane; rendere più bella la città con interventi d’arte, significa sicuramente incentivare una migliore qualità della vita. Inserire il “bello”, nel tessuto sociale e nell’ambiente che ci circonda non è solo auspicabile ma necessario. Lamezia, in passato, non ha mai avuto occasioni di realizzare monumenti urbani di rilievo o di collocazioni artistiche contemporanee sul territorio. Questo non ha certamente favorito la sensibilità e la conoscenza dell’arte contemporanea da parte della collettività. Per fortuna le cose stanno cambiando, lo dimostra quest’iniziativa e le due piazze progettate da Riccardo Dalisi per le quali sono già in corso i lavori. È importante continuare lungo questo percorso, la nostra realtà deve produrre cultura attuale, per essere partecipe e protagonista del proprio tempo; l’arte deve armonizzarsi con lo spirito della propria epoca. Ci è sembrata, quindi, un’occasione notevole poter coinvolgere artisti internazionali e giovani emergenti, per collocare nel centro della città le trenta “sculture fontane”. In passato la fontana era punto d’incontro e parte espressiva dell’identità di quel luogo, le opere progettate da artisti o architetti erano realizzate dalle mani sapienti degli artigiani, diverse per forme e significato da quelle di altre città. Con il passare del tempo, quest’oggetto, come altri, (lampioni, fioriere, panchine), che davano il 46 A lato, da sinistra: fontanella di Costas Varotsos e Antonio Saladino. Sotto, da sinistra a destra: fontanelle di Lucilla Catania, Maria Gulli, Angelo Casciello. loro significativo contributo alla configurazione della città, sono andati via via ignorati e poi sostituiti con i cosiddetti “arredi urbani”. Prodotti in serie, anonimi, uguali per ogni luogo, che hanno tolto al passante il gusto della sorpresa, la possibilità di trovare dietro l’angolo, una forma, un segno, un colore capaci di rendere la città riconoscibile non solo ai nostri occhi ma alle nostre sensazioni e alle nostre emozioni. La città diceva Marsilio Ficino, non è fatta di pietre, è fatta di uomini. È la dimensione dell’esistenza. Viverci significa progettare la propria esistenza, ma anche conservarne la memoria. È importante riflettere sul concetto di memoria, perché molte volte la confondiamo, la usiamo e la deturpiamo secondo le nostre esigenze e poi, magari la difendiamo, senza averne percepito realmente il significato. Spesso si estende il criterio della conservazione a qualsiasi aspetto che riguardi il passato, proprio perché patrimonio della nostra storia, senza tener conto che bisogna distinguere tra quello che ha un particolare significato e quello che non ha valore e che può anche essere sottoposto a cambiamento. Nel corso dei lavori delle fontane più volte mi è stato chiesto quale fosse il rapporto tra queste opere moderne e il centro storico. Ma, cos’è il centro storico? E quanti sono i centri storici in una città? Credo innanzi tutto che non è da 47 Dall’alto: fontanelle di Mario Panarello e Paolo Canevari. confondere con il “presepe”, infatti, lo attraversiamo con le automobili e non con le carrozze, chi vi abita non indossa costumi d’epoca, ma jeans e T-shirt. E quanti hanno sostituito tetti, finestre, portoni, per avere un maggior comfort? In questi casi nessuno si è posto il problema del rapporto con il “moderno”, la sensibilità, l’amore e il rispetto per il centro storico ha dunque alti e bassi e a guardarlo bene direi più bassi che alti. Parlare di opere da collocare nell’ambiente non è sicuramente cosa facile, molte sono le teorie in merito e ognuna ha qualcosa di vero, ma decisamente l’intervento nell’ambiente urbano deve essere creativo, pieno di valori e significati che durino nel tempo; capace di creare una dimensione estetica eterna, quasi sacrale. Questo si è cercato di fare sistemando le nuove trenta presenze nei siti individuati. Appena si esaminano le opere degli artisti e lo sforzo interpretativo si approfondisce, si evince chiaramente che la centralità del pensiero di una cultura mediterranea, recuperata attraverso l’arte contemporanea, rimanda la realtà quotidiana a rivisitare altre realtà. Sono opere che raccontano ognuna una propria piccola storia, capaci di suscitare nuove emozioni, in un gioco reciproco di dare ed avere dove i principali soggetti chiamati a interagire sono i bambini. Quel che vogliamo fare è coinvolgere e sostenere il più a 48 A lato, dall’alto: fontanelle di Alessandro Mendini e Annalisa Margarini, Alessandro Neri. Dall’alto: fontanelle di Gruppo Ombra, Franco Purini, Fausto Cheng. 49 A lato, dall’alto: fontanelle di Antonio Pugliese, Luca Amendola. Nella pagina a fronte, dall’alto, fontanelle di: Robert Gshwantner, Cloti Ricciardi. Sotto, dall’alto: fontanelle di Adrian Tranquilli, Sacova Jobeur, Raimondo Ferlito. 50 lungo possibile il loro viaggio nel mondo della creatività, offrendo loro tutti gli stimoli e gli strumenti necessari per una più approfondita conoscenza di questo straordinario e misterioso mondo dell’arte . Per questo abbiamo realizzato oltre al catalogo ufficiale che vede tra l’altro l’intervento critico di Barbara Tosi e Massimo Bignardi, un opuscolo, sotto forma di racconto, rivolto ai bambini delle scuole elementari. Abbiamo chiesto agli insegnanti di accompagnare i loro alunni a visitare questo museo a cielo aperto, affinché, il lavoro da noi iniziato possa proseguire, secondo una forma d’interdisciplinarità didattica, coinvolgendoli con interventi creativi come la fotografia, il disegno, i temi, la poesia o altro. Attraverso la lettura e la visita alle fontane, i ragazzi verranno a conoscenza anche di termini legati al mito e all’Odissea. Nausica, l’antro della Sibilla di Terina, Narciso, L’Erma, Ariste, le Tre Sirene, Labirinto trasparente, queste in modo più diretto, altre tra le righe, come la colonna e l’acqua, la Sorgente del Tempio, Colonna, Onda su Onda, e così via. Probabilmente molte di queste opere hanno come riferimento il mondo greco, quel mondo greco, che riconosceva all’arte la principale qualità della società. È evidente che nel realizzare il progetto, gli artisti hanno tenuto presente il luogo dove queste opere sarebbero state collocate. Il richiamo alla Magna Grecia, alla cultura e alle radici del territorio hanno dato in molti casi l’imput per la creazione di questi manufatti. Il mito, evidentemente, non ha esaurito il suo fascino, anche perché gli elementi che caratterizzano l’uomo contemporaneo sono ancora quelli dell’inquietudine. È insomma, la coscienza dell’uomo che naviga verso l’avvenire, e la barca su cui procede è quella dell’arte. 51 AUTORI di Massimo Bignardi Nuove “fornaci” nel golfo delle sirene Le esperienze di due giovani ceramisti aprono il calendario di mostre promosse ad Amalfi dalla "Casbah delle Antichità" una piccola rassegna dedicata ai rapporti con le ricerche contemporanee Non v'è dubbio che la nuova stagione della ceramica italiana non smette mai di meravigliare. Incoraggianti aperture segnalano la velocità di un rinnovamento creativo registrato in un territorio, quale ad esempio quello salernitano, sul quale spira il vento di un ritrovato desiderio di sperimentazione, spingendo verso l'esterno, come una ragnatela, i fili vivi attinti dal patrimonio dalla ceramica mediterranea. Spiragli nei quali ritroviamo il lavori di due giovani artisti, Mariella Simoni e Augusto Pandolfi, da tempo attenti alla ceramica, ai quali la rassegna Ceramica ad Arte allestita alla "Casbah delle Antichità" di Amalfi, dedica due mostre personali. Si tratta di un programma, vere e proprie piccole incursioni nei territori delle manualità selezionate da Salvatore Perrone, che ospiterà nel corso dell'anno le mostre di Ferdinando Vassallo, Grazia Varisco, Ugo La Pietra, Mario Carotenuto, Bruno Gambone, Omar Galliani, Pasquale Giglio, Nicola Salvatore, Skia Rivera, Angelo Casciello, Antonio Pugliese, Renato Barisani. Mariella Simoni: sulla struttura e sulla superficie L'architettura intesa come forma espressiva o, meglio ancora, come dettato di un pensiero che modella e dà funzione allo spazio - nella cultura classica era il 52 Nella pagina a fronte: di Mariella Simoni, “Athanor”: desiderio dell'uomo di imitare la rondine costruttrice - è l'idea sulla quale insiste l'esperienza in ceramica della giovanissima Mariella Simoni. L'espressione “i miei vasi” - annota l'artista salernitana - recupera il significato dato ad essa dagli antichi Egizi, cioè di "mia casa", vale a dire di unità del corpo e dello spazio nel quale esso vive, dettato etico che è tradotto dal rapporto “tra le forme essenziali dell'arte ceramica (vasi) e quelle dell'architettura”. I vasi realizzati nel corso di questi ultimi anni, in pratica già dal 1998 quando espone alla Biennale della ceramica organizzata presso il Museo Città Creativa di Rufoli, al V Premio Nazionale della Ceramica tenutosi a Vietri sul Mare e, nel corso del 2000, allo spazio Keramikos di Salerno, evidenziano una forte attenzione sia alla struttura costruttiva della forma, realizzata con la tecnica del lucignolo, seguendo il filo (in gergo "maccherone") di argilla che modella il corpo, il volume, proprio come fa la rondine con i sottili rami, gli steli dei fiori, sia recuperando il valore espressivo della superficie, intesa come estremo limite del corpo, epidermide sensoriale. La struttura metaforizza il linguaggio gestuale, voglio dire che molte delle forme dei suoi vasi sono strettamente legate alle suggestioni immaginative delle mani, ridisegnando i colli svasati In questa pagina, dall’alto: “Coppetta” e “Vasi e coppette” in terracotta, ossido manganese, smalto piombico-sabbioso, h.41 cm, di Mariella Simoni o attualizzando il profilo di orli lobati, attinti al repertorio dei boccali propri della produzione vietrese ottocentesca. Una forma indagata con la consapevolezza di una radicata presenza della tradizione, guardata senza nostalgia e senza cedere al compiacimento del decoro figurato, proprio di uno stile divenuto, impropriamente, la cifra della ceramica vietrese di questi ultimi decenni. Il valore del colore, in particolare il calibrato dosaggio fra il manganese e la ramina data a leggere velature, offre la possibilità di esaltare la trama (l'impercettibile tessitura del lucignolo), maggiormente resa evidente dalla modulazione del chiaroscuro, dal movimento della superficie, puntinata di sabbia, di elementi e materie che accentuano (o differenziano) la luminosità dello smalto. Alla texture esterna, ritmata dal movimento spiraliforme del "maccherone" di argilla (“intrinseca decorazione” osserva l'artista), si affianca quella interna, ove la Simoni realizza un'ulteriore tessitura ideata come nuova immaginifica struttura. È la ragnatela di sottili linee nere, scure, disegnata dalla craquelure dello smalto che l'artista controlla saggiamente, facendola divenire metafora di una spaccatura, di una frammentazione visiva che si contrappone (o vuole come suggestione immaginaria) alla logica costruttiva del lucignolo. La superficie diviene, quindi, la chiave per entrare nell'espressione della forma, nel suo più nascosto dettato, recuperando sia la funzione strutturale, sia quella simbolico-cultica che l'artista, giustamente, chiama “grana visiva”. Il vaso torna ad essere oggetto architettonico, misura, nell'universo delle forme della contemporaneità, di un atteggiamento che filtra il tempo e i suoi segni: suggerisce, cioè, l'idea di una certa perennità “di alcune proto-forme - osservava Dorfles trattando dei precedenti d'una semiotica architettonicache possiamo considerare preesistenti o almeno co-esistenti alla vicenda stessa dell'umanità”. 53 Di Augusto Pandolfi “Adamo” 1997, raku, h.42 cm. (foto D’Antonio). Le "mitografie" mediterranee di Augusto Pandolfi Giovane artista dedito alla ceramica dai primi anni novanta, Augusto Pandolfi ha esposto, in questi ultimi mesi, la sua recente produzione in varie occasioni, non ultima la personale tenuta a Salerno alla galleria Etruria, nonché alle collettive allestite allo Spazio Keramikos. Il punto di partenza del suo lavoro resta nei registri di quelle ricerche, esposte nel 1997 nella personale organizzata ad Agropoli, ove risiede. In mostra c’erano poco più di venti lavori che documentavano il suo incessante e continuo intricare nelle possibilità offerte dalla combinazione di tecniche, il raku, la maiolica, il bucchero. L’alchimia, come processo di conoscenza ma anche come fonte di sollecitazione creativa dell'immaginario, è il dato che affiora scorrendo ad uno ad uno i venti pezzi ceramici che Pandolfi ha allineato, senza lo sfarzo delle grandi occasioni, nel tracciato espositivo di questa mostra, affidando ai titoli il compito di stendere un filo narrativo che colleghi le opere tra di loro. Achille, come le altre realizzate nel corso di quest'anno, apre il racconto delle forme: si tratta di una piccola scultura in raku sulla quale l'artista è intervenuto cercando di indirizzare la reazione che l'ossido di ferro, contenuto nell'argilla, ha con lo smalto. Un processo tecnico che controlla con maggior intensità nella scultura 54 Di Augusto Pandolfi, da sinistra, “Enea”, mista, riduzione ossido di rame, h.39 cm.; “Eva”, raku, h.39 cm. (foto D’Antonio). rigore nella costruzione della forma, del suo dettato espressivo, giostrati sia sul piano strutturale, con la morbidezza del modellato che articola questa sorta di maschera, sia sul piano più complesso di introspezione psicologica, di approccio al proprio volto (all'Io). Significativi sono due vasi-oggetti realizzati con tecniche miste: si tratta di Paride, il cui impianto cromatico si fonda sulla reazione fra l'ossido di rame e il vetro e del vaso dal titolo Dio Re, in cui l'artista di Agropoli agisce con maggiore interesse sulle possibilità offerte dall'ossido di rame di riduzione: è quella magica patina dai riflessi fra il rame antico e la doratura bronzea, che carica di maggiore espressione i lineamenti del volto del re contenuto nella tonda pancia del vaso. (quasi una sorta di bassorilievo) dal titolo Eva: sul lato posteriore i segni di tale processo sono chiari. Pandolfi oggi è approdato ad una raffinata "stesura" della superficie, controllando il leggero strato di smalto che registra, come una sensibilissima pellicola, i segni (i disegni) di tale reazione, rendendoli più chiari ed evidenti. Il risultato determinato del fuoco, dalle sue irrequiete volontà creative, è di grande suggestione: ne risulta una sorta di materia organica, di elemento marino, pulsante di vita che fuoriesce dall'irregolare porosità, dalle "sbollature" di smalto che saltano in avanti come pelle viva, come materia urlante. Un’alchimia che trova il suo pieno riscontro nella scultura dal titolo Adamo: è forse l'opera più significativa di questa mostra, non tanto per l'estrema capacità con la quale Pandolfi ha saputo controllare la tecnica del raku, quanto per il 55 fiere di Lapo Guelfi Mostra dell’Artigianato: la qualità della tradizione Una rassegna della grande produzione italiana e internazionale di qualità, dedicata all’artigianato inteso non solo come fatto produttivo ed economico ma anche come patrimonio culturale di grande valore Se il significato dell’artigianato nella storia più antica di Firenze è evidente sia nella toponomastica della città che nel lessico, ricco di termini che si riferiscono alle attività artigianali e agli strumenti dei mestieri, una storia recente e importante è anche quella della Mostra Internazionale dell’Artigianato, che festeggia quest’anno la 65a edizione. Nata nel 1931 la Mostra dell’Artigianato è l’unica fiera del genere che possa vantare una così lunga storia ed è cresciuta nel tempo, con la volontà di guardare al domani con fiducia, ben sapendo che la qualità espressa dall’artigianato di questa area ha caratteristiche di unicità tali da permettergli di primeggiare ancora, sia in Italia che in Europa. In armonia con il retaggio di una civiltà che ha continuato anche nell’era della tecnologia ad amare le qualità dell’oggetto ed ha imparato a esporlo nella sua signorilità e particolarità. In questa linea si terrà, dal 20 aprile al 1° maggio, anche l’edizione 2001. La rassegna esporrà la grande produzione italiana e internazionale di qualità ed ospiterà anche un nutrito numero di collaterali che ci consentiranno di scoprire e approfondire i vari aspetti dell’artigianato. Non si può non sottolineare l’importanza della Mostra Internazionale dell’Artigianato, che ha una media di visitatori che negli 56 ultimi anni tocca le 180.000 unità. I fiorentini ed i toscani lo sanno bene: ormai la Mostra dell’Artigianato è un appuntamento fisso, da non perdere assolutamente. Un appuntamento che gli sforzi di Firenze Expo, della Regione Toscana, delle Associazioni di Categoria, di Unioncamere Toscana, arricchiscono ogni anno di contenuti sempre nuovi, con l’obiettivo di fare della mostra il luogo di incontro dell’artigianato internazionale di qualità. È in questa linea che si colloca Visioni, iniziativa commerciale della manifestazione che, arrivata alla sua quarta edizione, si conferma importante vetrina per le imprese italiane di qualità. Molte le novità di quest’anno, ad iniziare dall’area espositiva collocata all’interno del padiglione Cavaniglia che, con i suoi 3.300 mq. di superficie e la sua modernissima struttura, è Nelle due pagine: ingresso della manifestazione precedente; alcune immagini di espositori presenti. senza dubbio uno degli spazi più suggestivi della Fortezza da Basso. La seconda novità riguarda sia il numero delle imprese, che salirà a 100, che la loro suddivisione in tre aree tematiche: Arte e Arti, Tendenze e Ricerca, Artigianato e Tradizioni. L’area espositiva del padiglione sarà poi completata da Toscana delle Meraviglie, una zona appositamente pensata per eventi dedicati all’artigianato agroalimentare della Toscana. Non mancheranno importanti mostre collaterali dedicate allo specifico del lavoro artigiano. Le mostre allestite dall’architetto Simone Micheli saranno Divini frammenti artigiani, una scelta di prodotti artigiani esposti in un allestimento scenografico, per esaltarne la qualità, Artigianato in Diretta, dove si potrà ammirare il lavoro artigiano nel suo farsi, e Straordinari sapori toscani, con prodotti enogastronomici presentati in una veste alternativa. Tra le iniziative che animeranno la mostra è da annoverarsi anche Breakfast che allestita nel Padiglione Rastriglia, sarà una sorta di viaggio nella produzione alimentare legata alla prima colazione, con degustazioni gratuite, mini corsi e lezioni di cucina. Orario 10-23 (ultimo giorno 10-20) Biglietto L. 14.000 57 fiere di Cristina Bellavista A Maxima l’artigianato siciliano La manifestazione che aspira a diventare il punto di riferimento di tutta l’area mediterranea contribuendo a dare un nuovo slancio alla realtà produttiva siciliana Colorate “lumere”, di varia foggia a seconda del numero di fiamme, “lucerne” antropomorfe, fiaschette a forma circolare, molto simili a quelle prodotte nel 1600, grandi “bombole”. E ancora: “quartare”, usate nella tradizione per la conservazione dell'acqua, brocche più classiche e 'cannate'. Tutto questo fa parte del ricchissimo repertorio della ceramica siciliana, di cui si è potuto ammirare un generoso campionario alla fiera Maxima, “Mediterranea di gioielli, argenteria, regali e complemento arredo”, che si è tenuta a Palermo dal 9 al 12 marzo e che ha visto la partecipazione di 200 espositori, tra artigiani e aziende produttrici, e di 3500 visitatori. Un intero padiglione era dedicato all'oggettistica tradizionale che riproponeva in un’ottica ovviamente attuale, e cioè più come articoli da regalo e per la casa e meno come oggetti d'uso, tutta una serie di contenitori decorati secondo le usanze di secoli. Gli oggetti creati con le mani, soprattutto in passato, avevano una funzione precisa: di conservazione dell'acqua, dei cibi o dei prodotti della terra. La Sicilia è stata terra ricca di cave d'argilla, e i suoi artigiani hanno saputo plasmare la materia creando forme particolari, talvolta grottesche, come nel caso delle lucerne dalle sembianze umane, che ancora oggi vengono apprezzate in tutta Italia. 58 Oltre all'artigianato in ceramica e terracotta, a Maxima hanno esposto anche alcuni argentieri sia siciliani che non, con i loro pezzi cesellati e lavorati finemente seguendo gli stili più ridondanti del passato. Da non dimenticare il padiglione dell'oreficeria e la gioielleria, di quest’ultima le origini in Sicilia risalgono addirittura ai tempi dei fenici, che hanno avuto nel concorso "Cielo, Sole, Terra, Mare e l'Arte Orafa Siciliana nel III° Millennio" il loro apice. Nella pagina a fronte, dall’alto: interno di un padiglione; vaso di Argenti D’Arte ed imponente alzata di Luigi De Carli Argenteria. In questa pagina, dall’alto: tre potiche di Non solo Ceramica e vaso “bombola” di Le Stanze del Gattopardo; ceramiche coloratissime di Margherita De Simone e oggetti in terracotta, anche smaltata in bianco e blu, de IlLaboratorio Italiano; fiaschetta tonda e brocca con catino di La Ceramica Rossa; brocche di varie dimensioni in maiolica di Anthilia. Photo: Dario Scorsone e Nino Di Buono Vincitrice una collana in acquemarine, con centrale finemente cesellato, che rispecchia il colore del mare della Sicilia. Un pezzo unico dell'orafo messinese Pasquale Zappia. Ceramiche siciliane Se ne hanno già tracce nell'epoca greco romana, ma è nel XIV secolo che le fornaci dell'isola diventarono famose per la tecnica del lustro e per l'influenza araba che rimase la principale fonte di ispirazione perfino in epoca di Barocco e Manierismo. Ancora oggi continua ad esserci una sorta di mappa dei centri di produzione artigianale. Il polo produttivo più conosciuto è quello di Caltagirone, le cui ceramiche sono caratterizzate dallo smalto bianco sul quale spicca l'azzurro in varie tonalità e dalla decorazione a reticella. A Collesano (PA) le decorazioni tipiche erano la treccia, il tralcio e i bacelli del medaglione, tutte caratterizzate da una nota di giallo intenso. Ancora oggi si continuano a produrre ceramiche rustiche, in particolare lucerne a figura umana. Palermo continua ad essere tutt'oggi un centro di produzione di oggettistica rustica e d'arte. Altri centri sono Santo Stefano di Camastra, Bugio, Sciacca e Trapani, ognuno caratterizzato dalla lavorazione di motivi decorativi e da colori ben identificabili. 59 M a t e r i a l i e t e c n i c h e i grÈs di alfredo gioventÙ Le tecniche raccontate dai maestri ceramisti Le tecniche: stampi in gesso stampatura manuale impasti di grès porcellanato decorazioni ad intarsio Immaginare il mare come un "grande artigiano" (B.Munari) in grado di foggiare forme levigate ricavandole dalla casuale plasticità delle rocce spaccate, pensare al forno del ceramista come ad un vulcano in grado di ricostruire, dalle polveri, gli arcaici materiali che costituiscono la crosta terrestre, può diventare un percorso progettuale capace di trasformare un sasso in un vaso da fiori con l’obbiettivo di restituire all’abitare un positivo rapporto con la natura. Spesso, quando la ceramica raggiunge fig. 1. fig. 2. fig. 3. fig. 4. fig. 5. DALLA PIETRA AL VASO 60 M a t e r i a l i e t e c n i c h e alti livelli di qualità, può non sembrare più "ceramica"e ritrovare la sua primaria caratteristica di materiale dalle risorse infinite che, se conosciuto a fondo, permette di essere continuamente reinventato e utilizzato per nuovi linguaggi artistici. Realizzare perciò un vaso in ceramica che assomigli fedelmente ad un sasso vuoto, dalle pareti dello spessore di 4 mm, comporta sì una specifica ricerca tecnologica, ma soprattutto una chiara interpretazione progettuale che tenga conto della coerenza dei linguaggi utilizzati. Agli impasti di argilla si deve dedicare molta sperimentazione per raggiungere quel grado di verosimiglianza materica che superi la mera contraffazione. Per ottenere la compattezza e la sonorità al tatto necessarie, il corpo ceramico deve raggiungere la sinterizzazione: la temperatura di utilizzo sarà perciò tra i 1200° e i 1300° C. Un’altra importante caratteristica è il colore a cotto dell’impasto, che per una maggior naturalezza dovrà derivare dall’introduzione di sabbie e chamotte di varia granulometria e di varia composizione chimica; in questo modo la texture superficiale sarà formata da compatti puntini di diversa tonalità che determineranno il grigio finale. Inoltre, affinché la materia risulti "calda", le varie sabbie devono interagire tra loro attraverso una parziale fusione prodotta dalla componente vetrosa dell’argilla di base; si può utilizzare una porcellana con temperatura di cottura intorno ai 1250°C: l’in- troduzione massiccia di sabbie e chamotte sino al 40% ed oltre potrà innalzare la temperatura fino a 1300°C. Tra le qualità necessarie a questo tipo di grès ,oltre alla "lucentezza" della superficie, abbiamo la "profondità" della materia; quest’ultima si raggiunge con le finiture eseguite durante i diversi stadi di essiccamento utilizzando differenti attrezzi. La realizzazione delle opere, data la poca plasticità degli impasti utilizzati, può avvenire solo con l’ausilio di stampi in gesso. Il modello sarà un sasso, la cui forma, molto probabilmente, dovrà essere modificata per eliminare eventuali punti di sottosquadra o per raggiungere quel livello di astrazione che trasformerà una qualsiasi pietra nell’archetipo del "sasso". Il modello (M fig. 1) sarà posto su un piano e reso stabile con cunei di legno; con l’ausilio di una squadra (S fig.1) si dovrà determinare esattamente ogni punto di sottosquadra (P fig.1) della forma in quella esatta posizione. L’insieme di tutti i punti di sottosquadra determinerà una linea (rossa fig.1) limite alla colata di gesso che garantirà la fuoriuscita del modello e degli oggetti che verranno stampati, dallo stampo. I punti P saranno determinati dal punto di contatto della squadra (correttamente posizionata col modello lungo tutto il suo perimetro). Lo spazio tra il piano e la linea deve essere tamponato con argilla (A fig. 2) creando un piano intorno al modello della larghezza di 4 cm.; tale misura determinerà lo spessore dello stampo. La barriera di contenimento del gesso può essere realizzata con una striscia di cartone pesante (500 gr./m) con un lato bianco lucido (B fig. 2) avvolta intorno al piano di argilla tenendo la parte lucida verso l’interno; l’altezza della striscia dovrà superare il modello di una misura di 4 cm. (lo spessore dello stampo). La scelta di questo procedimento ha come obbiettivo la realizzazione di uno stampo a spessore costante secondo i criteri adottati per la foggiatura in scultura e permette la migliore economia in peso e volume. Prima di eseguire la colata di gesso bisogna sempre ricordare di ricoprire il modello di un sottile strato di saponina sciolta in acqua con eventuale aggiunta di olio per macchine da cucire. Per un migliore controllo delle fasi di indurimento del gesso è opportuno non mescolarlo molto e versarne solo una parte avendo cura di ricoprire il modello con un sottile strato; appena il gesso inizia ad avere una consistenza cremosa si può applicare con uniforme spessore intorno al modello con le mani o con l’ausilio di una spatola (S fig. 2) , riportando dapprima verso l’alto quello a contatto con il cartone ed utilizzando poi quello rimasto nel secchio. Quando il gesso sarà raffreddato (avrà cioè concluso il processo di indurimento che si manifesta con un aumento di temperatura), senza togliere il modello dalla parte di stam- fig. 6. fig. 7. fig. 8. 61 M a t e r i po appena realizzata, si deve capovolgere il blocco (S fig. 3) ed incidere almeno tre richiami; dopo aver avvolto con una nuova striscia di cartone (B fig. 3) lo stampo (S fig. 3) e il modello, esattamente come in precedenza, si versa nuovamente il gesso (G fig. 3). È molto importante seguire il gesso nelle fasi di rassodamento e successivo riscaldamento perché, intervenendo al momento opportuno con lamierini dentati di differenti fogge (S fig. 4), si può facilmente ottenere la forma voluta, compresi i piani di appoggio necessari per la stampatura ed il riassemblaggio. I gusci vanno divisi, quando il gesso è completamente raffreddato, con l’aiuto di sottili cunei di legno. La stampatura si realizzerà appoggiando una lastra di impasto dello spessore di 6 mm. (A fig. 5) all’interno del guscio di gesso e pressandola uniformemente con una spatola morbida di gomma; i bordi, tenuti in leggero eccesso, dopo essere stati zigrinati (B fig. 5), verranno ricoperti di un sottile strato di barbottina dello stesso impasto utilizzato per la stampatura (fig. 6). Chiudendo i due gusci è necessario porre la massima attenzione nel fare coincidere perfettamente i richiami e nel pressare le forme con un leggero movimento affinché i bordi si "rimpastino". Appena il manufatto si può manipolare senza essere deformato si toglie dallo stampo e si rifiniscono i punti di congiunzione delle due metà utilizzando argilla della stessa durezza 62 a l i e t e stecche di legno. L’esecuzione dei decori ad intarsio deve iniziare nella prima fase della "durezza cuoio" tracciando solchi di diversa larghezza con differenti attrezzi e stuccandoli successivamente con bisciette di porcellana (fig. 7) o altre argille colorate, considerando sempre la compatibilità tra i due materiali (ritiro e temperatura di cottura). Quando la forma ha definitivamente raggiunto la durezza cuoio si possono iniziare le finiture superficiali asportando gli eccessi della stuccatura di porcellana con affilati lamierini di sottile acciaio inox (fig. 8); il segno bianco apparirà solo ora nella sua fre- e c n i c h e schezza ed importanza grafica; contemporaneamente la superficie inizierà a sgranare e ad acquistare qualità materica. L’essiccamento di questo tipo di impasto (molto magro) non presenta problemi, tanto da poter essere effettuato rapidamente con l’ausilio di fonti di calore. A manufatto essiccato si procederà con le finiture superficiali levigandolo prima con carta vetrata 100 e successivamente con una 180; per togliere definitivamente le rigature della carteggiatura l’ultima finitura deve avvenire nuovamente con lamierini di acciaio che permet-teranno anche di M a t e r i Nella pagina a fronte, da sinistra: spiaggia di Borgo Renà a Sestri Levante; vasi in grès, smalto celadon e legno, h. 40 e 20 cm. In questa pagina: vaso “Arcano” in grès, legno e terracotta, h. 80 cm. a l i e t scalzare i pezzi più grossi di chamotte ottenendo una materia perfettamente naturale e levigata. La cottura può essere eseguita sia in forni elettrici che a gas , sia in ossidazione che in atmosfera riducente, normalmente a cono Seger 9. L’interno di questi oggetti è spesso smaltato con smalti celadon, sangue di bue, tenmokù; della loro formulazione e dei tipi di cottura che esigono si parlerà in un successivo articolo. e c n i c h e Glossario Impasti: miscele di argille naturali, feldspati, silici, mirate ad ottenere un determinato risultato in cottura. Porcellana: tipologia ceramica di colore bianco a corpo ceramico compatto che si ottiene con un impasto di caolino al 50%, silice 25%, feldspato 25%. Grès: tipologia ceramica a impasto colorato e corpo ceramico compatto che si ottiene miscelando differenti argille povere di carbonato di calcio ed altre materie prime complemen-tari. Chamotte: materia prima complementare per impasti, ottenuta in forma sabbiosa dalla macinazione di argille cotte. Plasticità: caratteristica dell’argilla che ne determina la lavorabilità, cioé la capacità di modificare la sua forma, attraverso una pressione, senza rompersi e di mantenerla inalterata. Sinterizzazione: processo chimico-fisico che avviene durante la cottura ad alte temperature e crea una fase vetrosa che elimina la porosità del corpo ceramico rendendolo compatto ed impermeabile (grès e porcellana). Colata di gesso: la preparazione del gesso prevede le seguenti fasi: 1-calcolo del volume necessario 2-versare in un secchio acqua per metà del volume 3-sfarinare il gesso nell’acqua fino alla saturazione 4-mescolare per circa 30 secondi senza creare bolle d’aria Richiami: fori tondi da realizzare nel gesso ruotando una moneta. Durezza cuoio: fase dell’essiccamento in cui l’oggetto foggiato con argilla pur avendo ancora il colore dell’impasto bagnato ha già la rigidità dell’ impasto secco. Barbottina: argilla secca sciolta in acqua e stemperata a consistenza cremosa compatta. Ritiro: quantità di volume perso dal manufatto ceramico durante l’essiccamento e la cottura a causa dell’eliminazione dell’acqua; può variare dal 7% al 13%. Indirizzi Lamierini e spatole di gomma "Kemper Tools": Ernan Ceramiche-Albisola Argille e impasti di porcellana: WBB Italia-Maranello Chamotte: AGS-BMP Bollate (Mi) Lamierini dentati e attrezzi per il gesso: Flli Menconi-Pietrasanta (Lu) Gesso per stampi: CCR Nannetti-Faenza (Ra) 63 Ad Arte Alcune importanti iniziative ed attività del primo Osservatorio sulle Arti Applicate in Italia A partire da questo numero la rivista “Artigianato tra arte e design” dedicherà una pagina tematica sulle attività promosse da Ad Arte Primo Osservatorio Nazionale sulle Arti Applicate in Italia; uno spazio importante rivolto a tutti coloro che si occupano di artigianato artistico per conoscere le iniziative dell’associazione e divulgarne gli scopi. Nei suoi primi tre mesi di attività, l’Osservatorio AD ARTE, ha presentato tre mostre dedicate alla promozione e valorizzazione del patrimonio legato all’artigianato artistico. “Trimmone, Cammauttu, Cutrubbu. Collezione di ceramiche realizzate a Grottaglie”, ricerca condotta da Ugo La Pietra con la collaborazione di Ciro Masella, è una collezione di contenitori per l’olio interpretati da alcuni designer contemporanei e realizzati dall’artigiano Giuseppe De Fazio. La stessa matrice storico-culturale legata al territorio, è stata sviluppata anche nella mostra “Bianco e nero, collezione di oggetti in pietra di Lavagna e marmo di Carrara”. Nata da una ricerca coordinata da Ugo la Pietra con Antonello Pelliccia e Alfredo Gioventù, la mostra è stata un’occasione per proporre una serie di oggetti domestici capaci di interpretare le caratteristiche estetiche del materiale utilizzato, caratteristiche che determinano l’identità culturale di un preciso 64 territorio, contraddistinguendolo e rendendolo cosciente della propria unicità. In coerenza con gli obiettivi dell’Osservatorio, che si pone come strumento di conoscenza sul territorio e come punto di riferimento anche per le scuole e le istituzioni , è stata presentata dall’associazione la mostra “Le giare di Biot. Lavori da un laboratorio didattico”, organizzata dal Museo Fernand Leger di Biot, l’Associazione ceramica di Biot e le accademie di Saint Etienne e Tolone e la partecipazione del prof. Ugo La Pietra. Laboratorio nel vero senso del termine, perché gli studenti si sono potuti confrontare con gli aspetti tecnici e produttivi legati all’archetipo “giara” e quindi elaborare, e realizzare, una serie di progetti innovativi: un’opportunità offerta agli studenti di confrontarsi in modo concreto e reale con “la cultura del fare”. Le iniziative presentate in questi primi mesi di attività dell’Osservatorio hanno avuto l’esito positivo di far conoscere alla gente esperienze e ricerche che spesso non trovano adeguati e qualificati spazi per essere promosse. L’interesse di un pubblico curioso e attento, di artisti/artigiani locali e non, di critici, di scuole a cui l’Osservatorio dedica visite guidate, è la conferma dell’importanza di promuovere l’educazione artistica legata all’arte applicata. È questo infatti uno degli scopi fondamentali dell’associazione che non vuole essere un’entità astratta, ma una realtà concreta di promozione e diffusione dell’artigianato artistico, capace di stabilire un legame diretto e continuativo con il territorio in cui opera. Proprio per questo l’Osservatorio è strutturato con una segreteria organizzativa e con uno spazio espositivo dove poter presentare ricerche e collezioni di oggetti legati all’arte applicata: oggetti fatti per una società sempre più colta e desiderosa di trovare i “segni” capaci di far leggere i caratteri e le diversità dei gruppi sociali, omogenei tra di loro per affinità elettive. Inoltre la segreteria prosegue il lavoro di monitoraggio delle differenti aree artigiane italiane e di catalogazione delle adesioni che dal gennaio 2001 giungono in sede, con lo scopo di organizzare una mostra collettiva, dedicata agli artigiani e artisti che aderiscono all’associazione, nel periodo di novembre/dicembre 2001. La segreteria è naturalmente a disposizione per informazioni sulle iniziative dell’associazione. Per informazioni: Ad arte Primo Osservatorio Nazionale sulle Arti Applicate Via Matteo da Campione 8 20052 Monza (MI) tel.039.2312002 fax 02.92312628 e-mail: [email protected] P U N T I V E N D I T A a cura di Isabella Taddeo Atelier • Gallerie • Laboratori • Negozi segnalati dalla nostra redazione Altai via Pinamonte, 6 20121 Milano Tel. 02.29062472 Art & Craft s.n.c. via Trieste 10/12 24057 Martinengo (BG) Tel/fax 036.987265 Artè via Meda, 25 20136 Milano Tel. 02.89401059 Artecotta via Bramante, 22 20154 Milano Tel. 02.34536050 Arter via Fiori Chiari, 9 20121 Milano Tel. 02/72004010 Atelier degli artisti via delle Battaglie, 36/b 25122 Brescia Tel. 030.3753027 Atribu c.so Garibaldi 3 20121 Milano Tel. 02.867127 Aus18 via Ariberto 19 Show-room: via Ausonio, 18 20123Milano Tel. 02.8375436 Cambiofaccia via Giannone, 4 20154 Milano Tel. 02.3451780 Comunicarte v.le Perata, 28 17012 Albissola Marina (SV) Tel. 019.489872 D’Arte via Riello 1ter 35100 Padova Tel. 049.650246 “2link” largo La Foppa, 6 20121 Milano Tel. 02.62690325 Eclectica c.so Garibaldi, 3 20121 Milano Tel. 02.876194 Fallani Best via San Niccolò, 90/r 50125 Firenze Tel. 055.241861 Galleria Sargadelos via Volta, 20 20121 Milano Tel. 02.6575899 Galleria dello Scudo via Scudo di Francia, 2 37121 Verona Tel. 045.590144 Galleria Rossella Junk Calle delle Botteghe, 3463 30124 Venezia Tel. 041.5207747 Galleria Colombari via Solferino, 37 20121 Milano Tel. 02.29001551 Galleria Internos via Cappuccio, 21/a 20123 Milano Tel. 02.8900632 Galleria Luisa Delle Piane via Giusti, 24 20154 Milano Tel. 02.3319680 Galleria Marina Barovier S. Marco Salizada San Samuele, 3216 30124 Venezia Tel. 041.5226102 Galleria d’arte & di vetro via S. Tommaso 72 24121 Bergamo Tel. 035.243300 Galleria Ikonos via G. Amendola, 23 87041 Acri (CS) Tel. 0984.941406 Galleria Martano via Principe Amedeo, 29 20123 Torino Tel. 011.8177987 Galleria Novecento vicolo Cavalletto, 4/a 37122 Verona Tel. 045.8036236 Galleria Pallata via Santelio, 59/a 25066 Lumezzane Pieve (BS) Tel 030.8922769 fax 030.8922769 Galleria Peccolo p.za della Repubblica, 12 57100 Livorno Tel. 0586.888509 Galleria Silva via Borgospesso, 12 20100 Milano Tel. 02.784050 Galleria Magenta 52 c.so Magenta, 52 20123 Milano Tel. 02.4816963 Giacomo Manoukian Noseda p.zza S. Simpliciano, 2 20121 Milano Tel. 02.8051637 Jairo via Crema, 17 20135 Milano Tel. 0348.3931531 L’Albero del Melograno p.le Baracca, 10 20123 Milano Tel. 02.437215 La Bottega di Maiolica via Maqueda, 90 90100 Palermo Tel. 091.599504 La Porta Rossa via Olmetto, 17/1 20123 Milano Tel. 02.854503 La Sciara del Fuoco p.zza S. Nazaro in Brolo, 3 20122 Milano Tel./fax 02.58322324 Louise Lanzi via S. Maria Fulcorina 20 20123 Milano Tel. 02.8692130 Marienza Morandini Design via Veratti, 24 21100 Varese Tel. 0332.235882 Materia Prima Arts & Crafts Piscina S. Samuele, 3436 30100 Venezia Tel. 041.5233282 Mestieri d’arte via Ragno, 11 44100 Ferrara Tel. 0532.767139 Microbrera Gallery via Fiori Chiari, 7 20100 Milano Tel. 02.86461751 Microdesign via Tadino, 6 20124 Milano Tel. 02.2940884 Museo Nuova Era via Vallisa 11/12 70122 Bari Tel. 080.5054494 Nibe via C. Hajech, 10 20129 Milano Tel. 02.740676 Opos c.so Garibaldi, 104 20156 Milano Tel. 02.33404307 Penelopi 3 via Palermo, 1 20121 Milano Tel. 02.72000652 Pit 21 Artearredo & Design via S. Marta, 21 20123 Milano Tel. 02.89013169 Regina Gambatesa via Roberto da Bari, 102 70122 Bari Tel./fax 080.5215174 Scultura & Design via Hoepli, 6 - 20121 Milano Tel. 02/801384 Spatia via Barbavara, 4 - 20144 Milano Tel. 02/89420191 Spaziodigennaro via Boltraffio, 12 20100 Milano Tel. 02/58304749 Spazio S. Carpoforo via S. Carpoforo, 6 20100 Milano Tel. 76008766 Starter onlus via Maroncelli, 15/2 20154 Milano Tel./fax 02/65570081 Talento l.go S. Eufemia, 40 41100 Modena Tel. 059/226547 Terre Rare via Carbonesi, 6 40123 Bologna Tel. 055/221013 360° via Tortona, 12 - 20100 Milano Tel. 02/8356706 Vetrodesign via Raffaello Sanzio, 1 20149 Milano Tel. 02/48194940 Xenia via Falcone, 2 - 20100 Milano Tel. 02/8051012 65 P U N T I V E N Artecotta D I T A Ceramiche di Caltagirone a Milano Galleria Magenta 52 Artecotta è un atelier dove è possibile scoprire e ammirare la grande tradizione ceramica di Caltagirone studiata, amata e interpretata da un raffinato ceramista di Caltagirone: maestro Giacomo Alessi. Guardando questi manufatti si scopre così il crocevia di varie culture che hanno arricchito il patrimonio della tradizione dei maiolicari calatini in dieci secoli di storia del popolo siciliano dal 900 d.C. agli inizi del 1900; dai reperti ritrovati si è avuta la conferma che le più antiche protomaioliche italiane sono state realizzate a Caltagirone con l’arrivo degli Arabi nell’anno 828 d.C. La città di Caltagirone, quindi, ha sempre potuto vantare generazioni di artigiani e artisti che hanno interpretato in modo originale la capacità della ceramica di creare forme e colori, strumento duttile per dare corpo alla fantasia creativa. Oltre ad una miriade di oggetti, brocche, piatti, vasi, alle famose fiasche zoomorfe dell’artigiano Giacomo Alessi si possono ammirare splendidi pavimenti maiolicati realizzati da “La bottega del decoro” di Caltagirone, naturalmente ogni cosa è rigorosamente fatta a mano. Il 2 dicembre 2000 è stata inaugurata, con una personale del pittore Beppe Mora, la galleria Magenta 52, un piccolo spazio dedicato all’espo-sizione di opere e alla comunicazione di idee senza preclusioni per il genere e la forma espressiva. Essendo la galleria all’inizio di un percorso di crescita e concepita soprattutto come spazio culturale, di dialogo e di scambio di idee e proposte nel campo dell’arte e del design, non si pone limiti di genere e forma, consapevole del fatto che l’arte è difficilmente inscrivibile dietro questa o quella formula espressiva. Dal 26 gennaio è possibile ammirare la mostra “Terra terra” dove sono Proprio i pavimenti furono una della tipologie che affermarono Caltagirone quale centro più importante della produzione ceramica in Sicilia. Si possono ammirare nei saloni dei palazzi della vecchia aristocrazia e nella navate di molte chiese siciliane. Questi antichi decori vengono riproposti dalla “Bottega del decoro”, segno evidente di un grande rispetto per la tradizione. Artecotta è un negozio ricco di fascino ma soprattutto di cultura, l’occasione per fare un interessante viaggio attraverso la grande tradizione italiana della ceramica. La galleria dimostra così un sincero interesse verso la sperimentazione e l’innovazione in campo artistico dando grande impulso alla volontà del fare arte. In occasione del Salone del Mobile di Milano la galleria proseguirà con un appuntamento dedicato naturalmente al design. I successivi appuntamenti programmati saranno: una collettiva di fotografia e a seguire una personale di sculture in bronzo di Hubert Le Gall, scultore e scenografo francese. via Bramante 22 - 20154 Milano Tel. 02.34536050 Da sinistra: interno del negozio “Artecotta”; testa porta-vaso sec. XIX 66 Opera di Silvia Zotta: P U N T I V E N D I T A I gioielli di Regina Gambatesa presentate interessanti opere di otto artisti - Alfredo Gioventù, Daniela Chinellato, Egidio Milesi, Fausto Salvi, Giuseppe Valcamonica, Marco Mencacci, Silvia Zotta e Ulisse Pagliari - che interpretano le materie di cui si fanno portavoce (grès, ceramica, porcellana e terracotta) con soluzioni e linguaggi innovativi. Opere cariche di significato, portatrici di valori simbolici e plastici, tutte di estremo interesse e dove è possibile leggere chiaramente l’amore e il rispetto che questi artisti nutrono per la “propria” materia e la grande sensibilità espressiva che ha portato alla realizzazione di questi manufatti. La galleria dimostra così un sincero interesse verso la sperimentazione e l’innovazione in campo artistico dando grande impulso alla volontà del fare arte. In occasione del Salone del Mobile di Milano la galleria proseguirà con un appuntamento dedicato naturalmente al design. I successivi appuntamenti programmati saranno: una collettiva di fotografia e, a seguire, una personale di sculture in bronzo di Hubert Le Gall, scultore e scenografo francese. Show-room, laboratorio, negozio, galleria, atelier o altro ancora? Non è possibile definire con un termine appropriato il luogo in cui Regina Gambatesa, eclettica designer di gioielli, crea, espone e vende i suoi ornamenti. Entrare in questo spazio è come tuffarsi in un luogo spirituale senza tempo, dove ogni dettaglio è il pretesto per un lungo viaggio attraverso contaminazioni, creatività allo stato puro ed introspezione. Regina Gambatesa sperimenta, ricerca e studia la materia per trasformarla in oggetto simbolo, in oggetto significante, portatore di una serie di valori legati all’universo dei simboli e dei segni, alla sua sensibilità creativa, alla sua filosofia artigiana. Alla fine dello scorso anno la designer ha realizzato un interessante evento espositivo nel suo atelier che aveva come protagoniste la collane. Splendide e affascinanti combi-nazioni quasi magiche tra natura vegetale e natura minerale: com-posizioni di perle, cristalli di rocca, avventurina e fluorite grezza insieme all’agave (nervatura centrale delle foglie) erano vendute a metro, soluzione divertente che lascia spazio alla creatività per chi ama personalizzare il gioiello secondo la propria sensibilità. Grazie al notevole successo di questo evento, nello splendido atelier di Bari, sono in programma nume-rosissime proposte artistiche e culturali, pronte ad accogliere curiosi, clienti, fornitori, amanti dell’arte, collaboratori e amici. via Roberto da Bari 102 - 70122 Bari Tel./fax 080.5215174 Corso Magenta 52 - 20123 Milano Tel.02.4816963 fax 02.48531666 Opera di Giuseppe Valcamonica. 67 LA NUOVA TERRITORIALITÀ “Opus incertum” L’Italia frantumata in tanti territori, luoghi omogenei di attività legate alla cultura materiale. È sempre più chiara la frantumazione per ragioni etniche, culturali, economiche, filosofiche...; siamo tanti e sempre più diversi, e la diversità non è più privilegio, non è più emarginazione, ma è diritto. Diritto a sviluppare ed esaltare le proprie convinzioni e le proprie appartenenze senza prevaricazioni. A R E E R E ceramicA di amalfi Enzo Caruso Iconografie dell'Immacolata Inaugurata venerdì 8 dicembre presso i locali della Casbah delle Antichità di Amalfi, la prima mostra della rassegna " Ceramiche ad Arte" con la personale del ceramista vietrese Vincenzo Caruso dal titolo "Iconografie dell'Immacolata". Andando oltre gli sterili pseudoriferimenti all'antica tradizione vietrese (fatto ormai imperante nella moderna produzione locale), le opere di Caruso vivono tra antica manualità e moderna concezione. Grazie ad una studiata semplicità compositiva ed una ineccepibile eleganza formale, queste opere ben si legano e si prestano a rivisitare, in maniera assai originale, soluzioni plastiche e decorative adottate dai grandi protagonisti della "rinascita" ceramica vietrese di inizio secolo q u a l i R i c h a r d D o e l k e r, I r e n e Kowaliscka, Margaret Hannasch. In esposizione dodici opere, fra sculture in terracotta maiolicata, vasi, piatti ed acquasantiere, realizzate dall'artista appositamente per la galleria amalfitana. Dagli anni settanta ad oggi, fatta eccezione di un breve periodo di fermo, Caruso ha saputo equilibrare il dettato formale con le esigenze di una sperimentazione tecnica che, nel tempo, ha insistito maggiormente sugli effetti materici degli smalti, operando sui dosaggi e sui rapporti delle composizioni di questi 68 La ricerca della differenza ci porta a leggere un’Italia frantumata in tanti territori, luoghi omogenei di attività legate alla cultura materiale. Vengono qui presentate le aree che, in questi ultimi anni, hanno dimostrato una volontà di affermazione della propria identità e, contemporaneamente, il bisogno di rinnovamento. G I O N A L I O ultimi e sulle diverse temperature di fusione. Svincolatosi da un tipo di rappresentazione tradizionale, Caruso ha saputo imprimere nelle proprie opere quella carica di moderna vitalità che ne ha fatto uno dei maggiori esponenti della contemporanea ceramica vietrese. È importante ricordare che questa esposizione segna solo l'inizio di una serie di manifestazioni che la Casbah delle Antichità di Amalfi propone per l'intero corso del nuovo anno e che avrà come futuri protagonisti, tra gli altri, Ferdinando Vassallo, Mariella Simoni, Augusto Pandolfi, Bruno Gambone, Grazia Enzo Caruso: “Immacolata”, 2000. M O G E N E E Varisco, Mario Carotenuto, Ugo La Pietra, Omar Galliani e Renato Barisani, è un programma dedicato alla ceramica contemporanea, al suo rapporto con gli eventi e le feste, dal carnevale, alla primavera, alla Pasqua, sino ad arrivare all'omaggio che Bruno Gambone dedica a Sant'Andrea. Le opere di questi ultimi anni, quali ad esempio il Vaso esposto nella mostra “Arie mediterranee” allestita al Medelhavsmuseet di Stoccolma, evidenziano il desiderio di sondare ancora le fertili terre dell’immaginario che alberga i racconti e gli spazi delle faenzere vietresi: sondaggio che Caruso fa operando sullo stratificato patrimonio di forme e di “formule”, sugli smalti, sulle alchimie tramandate da generazioni. Sono questi i registri da cui parte la ricerca di Caruso, giunta oggi a segnare, con le sculture i cui riferimenti sono ad Arturo Martini, a Fontana del periodo "barocco", una delle pagine più belle della ceramica vietrese contemporanea. Luca Maria Perrone ceramica di vietri “PRESEPI NELLA MODERNITÀ” A SAVONA Sabato 13 gennaio alla Pinacoteca Civica di Savona, sita nella Fortezza del Priamar, c'è stata la presentazine del libro "E Pasture d’a Meraviglia di A R E E R E Irene Kowaliska", scritto da Eduardo Alamaro per la De Luca editore Salerno, ottanta pagine, con 35 figure presepiali stampate su pregiata carta a mano d'Amalfi. Sono intervenuti: l'assessore alla cultura Vilma Pennino ed il sindaco di Savona, Carlo Ruggieri; nonchè Eliana Mattiauda, direttrice della Civica Pinacoteca di Savona; Sandro Lorenzini, attuale artista/scultore; Cecilia Chilosi, storica dell'arte ceramica ligure. Nell'occasione sono stati esposti, per la prima volta al pubblico, i 38 pasturielli maiolicati da Irene Kowaliska a Vietri tra il 1931 ed 1933, oggetti della pubblicazione. La famosa artista risiedette tra Vietri sul Mare e Positano tra il 1931 ed il 1956, contribuendo decisamente a far nascere la "moda Positano"; nonchè accelerando il trasferimento della “tradizione nella modernità" sulla quale vive tutt'oggi la ceramica vietrese. La Kowaliska modellò queste piccole figurine presepiali, quasi delle miniature (son alte al massimo otto centimetri) espressamente per i tre fratellini Fadda, deliziosi bambini che allora risiedevano a Salerno e che hanno amorevolmente conservato, per tutta la vita, questo presepe d'arte. Tutti viventi ed abitanti a Savona, i Fadda hanno acconsentito eccezionalmente a mostrare questo loro privato bene d'arte nella civica Pinacoteca savonese. Ad accogliere degnamente tali "pasturielli" vietresi, c'è stato il presepe, anch'esso inedito, di terracotta, sempre di piccole dimensioni, di collezione privata, dovuto ad Arturo Martini, forse il più grande scultore italiano di questo secolo, savonese d'adozione (di Vado Ligure). Nonchè i presepi dovuti all'arte contemporaIrene Kowaliska: "Maialino", maiolica, h. cm. 3, facente parte delle 38 figure presepiali manufatte dall'artista, a Vietri sul Mare, 1931-’33, ed esposto a Savona. G I O N A L I O nea degli artisti savonesi: Umberto Piombino, Saba Telli, Sandro Lorenzini, Guglielmo Bozzano, Renzo Aiolfi. Ciò a sottolineare che da questa coraggiosa pubblicazione salernitana, per gemmazione, è nata una inedita riflessione sul "presepe nella modernità", argomento sul quale è intervenuto diffusamente Lorenzini nel corso della serata. Egli ha così concluso il suo discorso: “Questa mostra l'abbiamo fatta per raccontare queste storie liguri, di presepi liguri; per accogliere questa storia del Sud degli anni trenta raccolta quasi per caso: una storia presepiale di tre bambini ed un'artista polacca smarrita in Italia, che diventa Storia dell'Arte. Questa mostra durerà lo spazio di questo nostro parlare, del nostro racconto odierno di vicende recenti e lontane, di ponte mediterraneo tra Nord e Sud, tra Liguria e Campania. Poi il silenzio. Sarà tempo di rimettere i pastorelli nelle scatole e darci un nuovo appuntamento, perchè anche la magia ha i suoi tempi e i suoi spazi di racconto.” Eduardo Alamaro ceramica di vietri sul mare La morte di Vincenzo Solimene È morto all'età di settantasei anni Vincenzo Solimene, certamente fra le figure più significative degli ultimi cinquant'anni della ceramica vietrese. Ceramista ed imprenditore aperto ai nuovi orizzonti della contemporaneità, Solimene ha legato il suo nome alla costruzione della celebre fabbrica realizzata dall'architetto Paolo Soleri, fra le principali opere dell'architettura italiana della seconda metà del XX secolo: fu proprio Vincenzo Solimene a suggerire, sul finire del 1953, al giovanissimo architetto autore poi della città d'Arcosanti nei pressi di Phoenix, a far interagire nelle linee architettoniche la sapiente manualità propria della ceramica, con i suoi ritmi, i riti, soprattutto i territori dei miti che animano la ceramica vietrese. Vincenzo Solimene, si forma come abile ceramista nell'azienda familiare; dapprima aveva seguito la trafila dei giovani di bottega con il padre, poi, ancora giovane, piccolo imprenditore e man mano, dalla "faenzera" alla M O G E N E E Marina di Vietri, alla grande fabbrica di Soleri, a quelle, recentemente restaurate, lungo il torrente Bonea vanto dell'economia salernitana. Una vicenda che ha segnato una delle più belle pagine dell'industria ceramica; dalla prima bottega a marina, alla Ditta Fornace Ceramica d'Arte, situata nella centralissima via Scialli, alla C.A.S. (Ceramica Artistica Solimene) della metà degli anni Cinquanta, alla grande azienda, con il celebre marchio dell' "uccellino", divenuta leader del settore. "Don Vincenzo", come affettuosamente tutti per decenni lo abbiamo chiamato, riconoscendogli quel suo essere emblematica figura della storia vietrese, capace di racchiudere la tradizione e allo stesso tempo la contemporaneità, continuava a fare il ceramista, a raccontare la magica storia di pesci nascosti nel blu del mare: lo faceva ritagliando sagome d'argilla plasmata dalla leggenda, dalle storie di pescatori, bagnate nel colore di uno smalto trasparente come il vetro. Vincenzo Solimene ha saputo vivere il proprio tempo, senza rinunziare alle sue origini, alla sua vitalità immaginativa. I due grandi piatti decorati, posti all'ingresso del sottopasso di piazza Veneto a Vietri, testimoniano quel suo grande desiderio di stare in aperto dialogo con i giovani. Massimo Bignardi ceramica salernitana Le opere recenti di Wanda Fiscina Fin dall’origine della tradizione cristiana gli angeli hanno occupato nella fantasia degli uomini un posto di rilievo. Esseri puramente spirituali o figure dotate di un corpo etereo rivestito delle sembianze umane, essi sono stati assunti dall’immaginario di grandi e bambini sotto diverse spoglie. È il fascino e la seduzione di quel mistero che li avvolge, di quelle funzioni divine che li caratterizzano, da messaggeri a guardiani, da conduttori di astri a protettori degli eletti, a esecutori di leggi, ad avere alimentato copiosamente il torpore dei sogni, le pagine di racconti o di versi, la traduzione orale delle filastrocche popolari, lo spazio della rappresentazione per immagini. Proprio queste creatu- 65 A R E E R E Wanda Fiscina: “Invisibili scale celesti” terracotta, 2000. re invisibili, misteriose abitanti della calotta celeste, sono state infatti al centro della mostra, dal titolo “Invisibili scale celesti”, che Wanda Fiscina ha allestito presso la sede della delegazione del F.A.I. di Salerno nel periodo tra dicembre e gennaio. Nella cappella sconsacrata, mirabile gioiello di architettura gotica, essi hanno trovato posto sulla ruvida parete prefigurando nell’am-pio disegno del volo l’annuncio della nascita divina. Un’occasione dunque quella del Natale per rinnovare da parte della Fiscina il dialogo con un tema che ha già da tempo sollecitato il suo immaginario. Non sono pertanto “angeli di terra” , pensando al ciclo delle cento piastrelle realizzate qualche anno fa, ma veri e propri angeli calati da scale celesti quelli che l’artista, puntando anche sulla suggestione del luogo, ha proposto nella piccola cappella insieme a solo tre grandi vasi disposti a simboleggiare l’oro, l’incenso e la mirra. È la necessità di un contatto con la sfera più intima dell’universo, con la dimensione di una spiritualità che per gli artisti è sovente voler dare un senso alla materia, ad aver guidato ancora una volta le mani della Fiscina nel modellato di queste piccole formelle che materializzano nel motivo del bassorilievo l’immagine di queste eteree creature. Sono volumi plasticamente ricavati dalla pressione del segno nella creta, dall’aggiunta alchemica del colore, dalla magia del fuoco. È l’indirizzo che, non a danno della pittura, la Fiscina ha privilegiato in 70 G I O N A L I O questi ultimi anni, del quale è testimonianza la mostra intitolata “Tra pittura e ceramica” ospitata, nel medesimo periodo, presso il Palazzo Genovese di Salerno. Un tracciato espositivo questo che, in naturale prosecuzione con la mostra del F.A.I., vi accoglie lavori recenti di pittura e di ceramica. Si tratta di due ambiti che la Fiscina ha posto quasi a confronto rispetto agli esiti della propria ricerca. Un lavoro che dalla seconda metà degli anni Novanta, l’ha orientata alla verifica di un nuovo rapporto con la superficie mediato soprattutto dall’apporto della materia. È essenzialmente la “scoperta” di quest’ultima ad averla accompagnata nel cammino dal piano alle forme, vasi, brocche, piatti, insomma oggetti modellati dalla sapiente fusione di materie, la terracotta con gli smalti, le sabbie, il colore vetroso, che restituiscono dopo la prova del fuoco forme di grande permeabilità spaziale. Un cammino che pertanto l’artista sembra svolgere anche al contrario riportando la seduzione della materia al piano come negli ultimi acquerelli, giocati non più sul portato iconico, quanto sul registro della materia cromatica, sul suo valore comunicativo, sulla sua consistente presenza che modula la superficie verso una maggiore libertà espressiva, verso nuove soluzioni dell’immaginario “capace – nota Claudio Cerritelli – di far affiorare dentro la vita delle forme mondi ancora possibili”. Ada Patrizia Fiorillo corallo di torre del greco l’oro rosso a marcianise La ceramica di Vietri si deve fare necessariamente "sul mare" o anche "sulla terra", a Cava dei Tirreni, a Nocera, a Giffoni, o in Albania, o in Etiopia, come la faceva a suo tempo, negli anni quaranta, Dario Poppi? Alias, "l'oro rosso" del corallo di Torre del Greco si deve rendere "ad arte" per forza in loco, oppure si può manifatture anche nell'entroterra campano, nell'aria ASI di Marcianise, Caserta, ove si trasferiranno a breve ottanta operatori di Torre del Greco, città regina del Corallo? È questo un punto di dibattito vivace sulle pagine M O G E N E E politiche-economiche di questi giorni a Napoli, dibattito che coincide con un punto di fondo di questa rivista, avendo essa legato la sua scommessa culturale lapietrana al "genius loci" dei territori tipici dell'artigianato italiano. D'altrocanto, è noto, la globalizzazione, il capitale transnazionale, la mancanza di cuore dell'investimento attuale, sta cambiando le regole del gioco artigianal-industriale e molte aree sono intasate fino all'inverosimile, come quella torrese. A Vietri sul mare come a Torre del Greco non c'è più spazio, spazio fisico dico, e si va altrove; il cuore, la testa pensante, oltre che la formazione e gli incubatoi di azienda, dicono i coraggiosi imprenditori torresi del corallo, restano lì, in loco, ma lo spazio operativo sta altrove. Sarà vero? Oppure Torre del Greco sarà progressivamente svuotata della sua tradizione operativa restando solo vetrina di una produzione delocalizzata? D'altrocanto il Consorzio "Oromare" definisce forzato questo esodo, dovuto all'assenza di un insediamento alternativo in loco torrese: l'area ASI di Marcianise costa molto meno di quella in loco, e gli affari sono affari. Del resto le grandi distanze, i viaggi, gli spostamenti, gli affari, le basi di questa imprenditoria furono gettate, nel Seicento, dalla comunità ebraica, una garanzia! non hanno mai spaventato i torresi che son andati a pescare il corallo fin nell'estremo Oriente. Figurarsi se li può spaventare andare a Marcianise, Caserta, ad un tiro di schioppo da Torre. Però lo schioppo non bisogna tirarlo troppo, a Torre del Greco. Altrimenti il Greco, la sua Torre d'avorio & di corallo, non la vedrà mai più! Eduardo Alamaro Annibale Oste con Vincenzo Oste orafo e Stefano Gargiulo incisore: spilla, fusione a cera persa, argento e corallo rosa. C A L E N D A ITALIA CAMPANIA NAPOLI Luca Giordano 1634 - 1705 3/03/01 – 4/06/01 Castel Sant'Elmo e Museo Capodimonte EMILIA ROMAGNA BOLOGNA Massimiliano Fuksas. Occhi chiusi aperti 9/03/01 – 23/04/01 Padiglione Esprit Nouveau Augusto Perez 12/04/01 – 20/05/01 Galleria d'Arte Moderna Fierarredo 09/06/01 – 17/06/01 Fiere Internazionali di Bologna Tel. 051.282111 Proposte d’Artigianato Artistico di qualità. I complementi d’arredo per rendere più bella la casa. Nell’ambito di: Fierarredo 09/06/01 – 17/06/01 Aemilia Ars 1898-1903: Arts and Crafts a Bologna 25/02/01 – 06/05/01 Collezioni Comunali D’Arte tel. 0039/051/203940 FERRARA Da Canaletto a Constable 25/02/01 – 20/05/01 L’arte elettronica. Metamorfosi e Metafore 17/06/01 – 26/08/01 Fantastiche vedute 25/02/01 – 20/05/01 le tre mostre presso: Palazzo dei Diamanti tel. 0532.209988 MODENA Minor White. Una retrospettiva 24/03/01 - 20/05/01 Palazzo Santa Margherita c.so Canalgrande 103 - tel. 059/206911 REGGIO EMILIA Marianne Werefkin (1860 - 1938). Il Fervore della visione 8/04/01 –10/06/01 Palazzo Magnani - tel. 0522.459406 RIMINI Il potere, le arti, la guerra. Lo splendore dei Malatesta 3/03/01 –15/06/01 Castel Sismondo, piazza Malatesta tel. 0541.29192 77 R I O D E L L FRIULI VENEZIA GIULIA TRIESTE Siberia. Gli uomini dei fiumi ghiacciati 4/03/01 – 29/07/01 Scuderie Castello di Miramare tel. 800.723300 UDINE Le arti a Udine nel Novecento. Pittura, scultura, design, arti applicate fino al 30/04/01 Galleria d’Arte Moderna tel. 0432.295891 LAZIo ARICCIA (RM) Baciccio un anno dopo 25/03/01 - 27/05/ 01 Palazzo Chigi, Piazza di Corte ROMA David Tremlett. Passa dentro 26/11/00 – 30/06/01 Tor Bella Monaca (Palazzo delle Esposizioni) - tel. 06.4745903 Aurea Roma. Dalla città pagana alla città cristiana 22/12/00 – 20/04/01 Palazzo delle Esposizioni tel. 06.4745903 E M O S T R E Ast-Arti sapori e tradizioni 19/04/01 – 22/04/01 Fiera di Roma LIGURIA ALBISOLA SUPERIORE (SV) Aligi Sassu. L’opera ceramica 10/03/01 - 13/05/01 Museo della Ceramica M. Trucco c.so Ferrari 193 tel. 0194/22741 GENOVA 1950 - 2000. Arte contemporanea genovese e ligure dalle collezioni del Museo d'arte 18/01/01 – 29/04/01 Museo d'arte contemporanea di Villa Croce tel. 010.585772 Viaggio in Italia. Un corteo magico dal '500 al '900 31/03/01 – 29/07/01 Palazzo Ducale tel. 010.5574000 LOMBARDIA CAPRINO BERGAMASCO (BG) Fiera degli antichi mestieri 19/05/01 – 20/05/01 Il Centro S.r.l. - tel. 011.851160 Caravaggio e i Giustiniani Toccar con mano una collezione del Seicento 26/01/01 – 15/05/01 Senato della Repubblica, Palazzo Giustiniani tel. 06.70306078/79/80 BERGAMO Bergamo. L’altra Venezia. Il Rinascimento negli anni di Lorenzo Lotto (1510–1530) 04/04/01 – 08/07/01 Accademia Carrara tel. 035.399527 Il Museo del Mondo. Athanasius Kircher: macchine, esoterismo, arte 28/02/01 – 22/04/01 Palazzo Venezia Paola Levi Montalcini. Metamorfosi 26/02/01 – 1/05/01 Complesso Monumentale del S. Michele tel. 06.58432332 Il liberty in Italia. Segantini, Previati, Boldini, De Nittis, Pellizza da Volpedo, Casorati, Boccioni 21/03/01 – 17/06/01 Chiostro del Bramante tel. 06.68809035 Gabriele D'Annunzio. L'uomo, l'eroe, il poeta 2/03/01 – 1/07/01 Museo del Corso René Magritte. La Storia Centrale 17/03/01 – 8/07/01 Complesso del Vittoriano tel. 06.6780664 BRESCIA M’illumino d’immenso 101/04/01 – 01/07/01 Santa Giulia – Museo della Città MANTOVA Perino Del Vaga: tra Raffaello e Michelangelo 18/03/01 – 10/06/01 Fruttiere di Palazzo Te tel. 0376.32326 MILANO David Burljuk e il futurismo russo 04/02/01 - 27/05/01 Wassily Kandinsky. Tradizione e astrazione in Russia 1896-1921 17/02/01 - 10/06/01 Le due mostre presso Fondazione Antonio Mazzotta Foro Buonaparte 50 tel. 02/878187 Miart 04/05/01 - 07/05/01 C A L E N D A Chibimart - Chibidue 08/06/01 - 11/06/01 Grafitalia 12/06/01 - 17/06/01 Macef autunno 07/09/01 - 10/09/01 Le quattro esposizioni presso Fiera di Milano tel. 02/49977703 Il Museo del Novecento Aperto dal 22/07/99 Palazzo della Permanente, via Turati 34 tel. 02/6551445 Short Stories 15/03/01 – 16/04/01 La Fabbrica del Vapore tel. 02.88464105 La città e il design 14/03/01 – 22/04/01 Triennale di Milano tel. 02.72434.1 Gillo Dorfles. Il pittore clandestino 1/03/01 – 22/04/01 Padiglione d'arte contemporanea tel. 02.783330 Le inquiete attese. Mostra di Laura Fiume fino al 31/04/01 Galleria artesanterasmo tel. 02.877069 Il genio e le passioni. Leonardo da Vinci e il Cenacolo 16/03/01 – 17/06/01 Oro. Il mistero dei Sarmati e degli Sciti 14/03/01 – 29/07/01 le due mostre presso: Palazzo Reale tel. 02.43911119 Anteprima Bovisa 19/05/01 – 16/09/01 Palazzo della Triennale Pac – Museo del Presente NOVEGRO DI SEGRATE (MI) Brocantage 20-22/04/01 Garden & Country 27-29/04/01 PALAZZOLO (BS) Christo e Jan-Claude. Progetti recenti, Progetti futuri 11/03/01 – 20/05/01 Fondazione Ambrosetti Arte Contemporanea VARESE Pietro Antonio Magatti (1691-1767) 11/03/01 – 13/05/01 Castello di Masnago R I O D E L L E M O S T R MARCHE TOSCANA ANCONA Immaginazione Aurea. Artisti-orafi e orafi-artisti in Italia nel secondo ’900 fino al 29 aprile Mole Vanvitelliana - tel. 071.2225031 AREZZO Museum Image 25/05/01 – 27/05/01 Centro Affari e Convegni Arezzo Tel. 0575.9361 OSIMO (AN) I Kouroi Milani - Ritorno ad Osimo 25/11/00 – 30/06/01 Palazzo Campana - tel. 800.228800 PIEMONTE CHERASCO (CN) Mercato della ceramica e del vetro d’arte 27/05/01 Centro Storico TORINO Angelo Morbelli tra realismo e divisionismo 7/02/01 – 22/04/01 Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea - tel. 011.5629911 Marco Gastini 24/02/01 – 30/04/01 Palazzina della Società Promotrice delle Belle Arti - tel. 011.5629911 Da Renoir a Picasso. Un secolo d'arte dal Petit Palais di Ginevra 12/03/01 – 10/06/01 Palazzo Bricherasio - tel. 011.5171660 Infanzie. Il bambino nell'arte tra '800 e '900 2/03/01 – 1/07/01 Palazzo Cavour - tel. 011.530690 RIVOLI (TO) Armando Testa 21/02/01 –13/05/01 Stefano Arienti Mostra per i bambini 21/02/01 – 10/06/01 Le due mostre presso: Museo d'Arte Contemporanea, Castello di Rivoli tel. 011.9565220 SICILIA MESSINA Messinarti Fiera dell’artigianato messinese 05/05/01 – 13/05/01 Fiera di Messina Tel. 090.364011 PALERMO Sulle orme di Caravaggio 4/03/01 – 20/05/01 Palazzo Ziino tel. 091.6117564 E ASCIANO (SI) Mostra mercato delle crete 16/06/01 – 25/06/01 Vecchio stadio comunale CORTONA (AR) Fiera nazionale del rame 24/04/01 – 30/04/01 Piazza Signorelli e Piazza Franciolini FIRENZE 65° Mostra Internazionale dell’Artigianato 20/04/01 - 01/05/01 Fortezza da Basso Via F. Strozzi 1 tel. 055.49721 Vedute e paesaggi italiani dell’800 1/03/01 – 16/04/01 Sala d’Arme – Palazzo Vecchio L'arte del gioiello e il gioiello d'artista dal '900 ad oggi 10/05/01 –10/06/01 L'Arcadia di Arnold Böcklin 5/03/01 – 16/04/01 Le due mostre presso: Palazzo Pitti Tel. 055.2654321 PISA Mostra Permanente del Mobile 23/03/01 – 18/04/01 Piazza della Mostra Ponsacco PISTOIA Marino Marini. La forma del colore 24/02/01 – 22/04/01 Palazzo Fabroni tel. 0573.21331 PRATO Instant city. Fotografia e metropoli 24/02/01 – 30/04/01 Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci SIENA Le repubbliche dell'arte: la Germania del dopo unificazione 25/02/01 – 13/05/01 Palazzo delle Papesse Il Colore della musica. Dipinti, strumenti e concerti tra Cinquecento e Seicento 06/04/01 - 17/06/01 Santa Maria della Scala tel. 0577/224829 78 C A L E N D A TRENTINO ALTO ADIGE BOLZANO Poetiche del Quotidiano II 22/03/01 – 20/05/01 Galleria Civica TRENTO Capolavori del ’900 italiano nella collezione permanente del Mart Aperto tutto l’anno MART, Palazzo delle Albere via R. da Sanseverino - tel. 0461/234860 UMBRIA CITTA’ DI CASTELLO (PG) Michelangelo Pistoletto. Codice inverso 08/04/01 – 09/06/01 Palazzo Comunale, Palazzo Vitelli alla Cannoniera, Palazzo Vitelli a Sant'Egidio, Oratorio degli Angeli, Pozzo della Rotonda, Palazzo Podestà. VENETO BASSANO DEL GRAPPA (VI) Cinquecento Veneto Dipinti dall’ Ermitage 8/04/01 – 26/08/01 Museo Civico PADOVA Giotto e il suo tempo 26/12/00 - 29/04/01 Museo Civico agli Eremitani tel. 049/8204501 Mengs. La scoperta del Neoclassico 3/03/01 – 11/06/01 Palazzo Zabarella - tel. 049.8756063 VENEZIA Gli etruschi 26/11/00 – 1/07/01 Palazzo Grassi - tel. 199.139139 Giovanni Segantini. Luce e simbolo, 1884-1899 10/02/01 – 29/04/01 Peggy Guggenheim Collection tel. 041.5206288 Canaletto Prima Maniera 18/03/01 – 10/06/01 Fondazione Giorgio Cini tel. 041.5205558 Mostra dell’Artigianato Artistico 02/06/01 – 17/06/01 Org. Associazione Artigiani di Venezia tel. 041.5238013 Bernardo Bellotto, 1722-1780 fino al 27/06/01 Museo Correr - tel. 041.5225625 VICENZA Vicenza Oro 2 09/06/01 – 14/06/01 Fiera di Vicenza - Tel. 0444.969111 79 R I O D E L L ESTERO AUSTRIA SALISBURGO BWS 2001 25/04/01 - 28/04/01 Osterreichische Mobelmesse 11/10//01 - 14/10/01 Le due manifestazioni presso Messezentrum Salzburg tel. 0043/662/4477161 VIENNA From Goddess to Pin-up 28/02/01 – 22/04/01 Mak-Kunstblattersaal tel. 0043-1/ 71136-0 Elemente, Objekte. Keramiken von Franz Josef Altenburg 14/03/01 – 10/06/01 Mak- Studiensammlung tel. 0043-1/71136-0 E M O S T R Futurism and Photography 24/01/01 – 22/04/01 Estorick Collection of Modern Italian Art Century City: Art and Culture in the Modern Metropolis 1/02/01 – 29/04/01 Tate Modern tel. 020.7887 8000 Brassai: the Soul of Paris 22/02/01 – 13/05/01 Hayward Gallery Goya: drawings from his private albums 22/02/01 – 13/05/01 Hayward Gallery Murillo: Scenes of Childhood 14/02/01 – 13/05/01 Dulwich Picture Gallery Horst: portraits 1/03/01 – 3/06/01 National Portrait Gallery. DANIMARCA STATI UNITI COPENHAGEN Philipsen and Impressionism 2/02/01 – 29/04/01 Ordrupgaard ATLANTA (Georgia) Southeastern Men’s Market featuring Urban and Fashion 29/04/01 – 01/05/01 240 Peachtree Street tel. 001/404/2023000 fax 001/404/2023030 Skrigets ekko 3/02/01 – 5/06/01 Arken Museum of Modern Art FRANCIA PARIGI Picasso érotique 16/02/01 – 20/05/01 Galerie nationale du Jeu de Paume. tel. 0033.1.42606969 Les Annés Pop 15/03/01 – 18/06/01 Centre Pompidou tel. 0033.1.44781233 Paul Signac 1/03/01 – 28/05/01 Galeries Nationales du Grand Palais. GERMANIA HANNOVER Il rumore della strada. Futurismo italiano 1909-1918 11/03/01 - 23/06/01 Sprengel Museum BOSTON Edvard Munch: Psyche, Spirit and Expression 5/02/01 – 21/05/01 McMullen Museum of Art. NEW YORK Vermeer and the Delft School 8/03/01 – 27/05/01 The Metropolitan Museum of Art SVIZZERA BERNA Icone russe, i Santi 15/12/00 – 17/06/01 Fondazione Pierre Gianadda tel. 0041.27.7223978. INGHILTERRA LUGANO Marc Chagall 8/03/01 – 1/07/01 Museo d'Arte Moderna. tel. 41.91.8007206 LONDRA The Genius of Rome, 1592-1623 20/01/01 – 16/04/01 Royal Academy of Arts, Piccadilly tel. 0044.20. 73008000 RIEHEN(Basilea) Mark Rothko fino al 29/04/01 Fondation Beyeler, Beselstrasse E C A R I C H E • L E G I S L A Z I O N E Museo della fotografia Progetto di recupero di villa Ghirlanda a Cinisello Balsamo È stato presentato dall’assessore alla cultura Ettore Albertoni il progetto di restauro e dello stato dei lavori della seicentesca Villa Ghirlanda, che ospiterà il futuro Museo della fotografia. Alla presentazione erano presenti il Ministro per i beni culturali Giovanna Melandri, il Ministro per i rapporti con il Parlamento,Patrizia Toia, l’assessore alla cultura della Provincia di Milano, Gianni Verga e il sindaco di Cinisello Balsamo, Daniela Gasparini.Per il recupero di Villa Ghirlanda la Regione ha già stanziato 5 miliardi (su un totale di 9) e ha messo a disposizione del futuro Museo 700.000 reperti fotografici (su un totale di un milione). ”Regione, Provincia e Comune, ha spiegato Albertoni, hanno dato un esempio di come la collaborazione tra enti, in una visione federalista dello Stato, possa portare a risultati significativi per il recupero di pezzi di memoria del nostro territorio. Spero che anche il Ministero faccia la sua parte”.Albertoni ha poi sottolineato come l’intervento della Regione a favore di Villa Ghirlanda non sia un episodio isolato, ma rientri in una politica per i musei che ha portato, nelle ultime settimane, a stanziare oltre 18 miliardi per il sistema museale lombardo, con interventi assai significativi, quali ad esempio il sostegno alla ristrutturazione del Museo dell’Industria e del lavoro di Sesto San Giovanni (3 miliardi e 600 milioni) e il contributo a favore dell’AEM per il Museo dell’energia e del territorio (2 miliardi e 100 milioni). (Lombardia Notizie 7 n°4 - 31/01/ 2001) Le banche imparino ad investire sui progetti dei piccoli imprenditori Alle PMI solo il 30% del totale del credito bancario alle imprese, all’artigianato il 5,4%. Eppure il settore contribuisce al 12% del Pil, al 18% dell’export, rappresenta il 27% delsistema imprenditoriale e 1/6 dell’occupazione italiana. ”Le trasformazioni in atto nel sistema bancario non hanno ancora contribuito a migliorare il rapporto con le piccole imprese. ll denaro, per i piccoli imprenditori, continua a costare 34 punti in più rispetto alle grandi industrie. È scarso: del totale dei finanziamenti bancari al sistema imprenditoriale appena il 5,4% va all’artigianato e circa il 30% va al sistema delle PMl. La qualità dei servizi é scadente, le procedure rimangono lunghe e complesse. La richiesta di onerose garanzie per coprire la domanda di credito non é stata sostituita dalla valutazione del progettod’impresa”. È quanto ha denunciato il Presidente di Confartigianato Luciano Petracchi, nelI’ambito del Convegno ‘Banca e Impresa’ organizzato oggi a Pescia (Pistoia) dalla Camera di Commercio di Pistoia. ”Nel 1999, soltanto 85.000 miliardi, pari al 5,4% del totale dei finanziamenti bancari al sistema imprenditoriale e alle famiglie, ha sottolineato Petracchi, é stato destinato agli artigiani, a fronte di 116.700 miliardi di ricchezza finanziaria del settore. Insomma, dalle banche l’artigianato riceve molto meno di quanto dà, soprattutto se si considera che il settore contri- • N O T I Z I E buisce al 12% del Pil, al 18% dell’export, rappresenta il 27% del sistema imprenditoriale e 1/6 dell’occupazione italiana”.”Per risolvere i problemi di accesso al credito, ha sottolineato Petracchi, un’impresa artigiana su 2 si rivolge ai Consorzi Fidi creati dalle Confederazioni artigiane e che, nel 1999, hanno garantito a 600.000 imprenditori finanziamenti per 6.422miliardi”. IlPresidente di Confartigianato ha sollecitato al sistema bancario “una nuova attenzione alle piccole imprese, ha chiesto prodotti e servizi più efficienti e competitivi, qualificati e innovativi e la riduzione del costo del denaro”. Ma ha anche sottolineato che “l’attività dei Consorzi fidi deve essere sostenuta con l’approvazione della Legge quadro,che da 5 anni giace in Parlamento e che é indispensabile per dare certezza normativa ai Confidi, accrescere la loro operatività fino a farli diventare veri e propri intermediari finanziari, adeguando il livello d i capitalizzazione e la capacità di offrire consulenza e servizi finanziari corrispondenti alle nuove esigenze delle imprese”. (Impresa Artigiana n°16 - 9/02/2001) Rapporto Artigiancassa Quasi 85.000 miliardi di crediti di cui il 44% circa a medio lungo termine. Sono i dati di sintesi sulia quota degli impieghi che l’intero sistema bancario ha destinato nel 1999 alle imprese artigiane. La fotografia del credito artigiano emerge dal “Rapporto sui finanziamenti e sulla ricchezza finanziaria delle imprese artigiane”realizzato da Artigiancassa S.p.A. in collaborazione con Fedart Fidi (la Federazione dei Consorzi e delle Cooperative di Garanzia Fidi) e con le Confederazioni artigiane(Confartigianato, Cna, Casa). Questi gli aspetti principali che emergono dal “Rapporto”. Al settore artigiano nel suo complesso il sistema bancario ha erogato nel 1999 circa 84.880 miliardi di finanziamenti (5,4% de credito totale) Quasi l’85% dei finanziamenti é stato destinato alle imprese del Centro Nord. Sotto l’aspetto quantitativo, l’importo medio dei finanziamenti risulta pari a poco più di 60 milioni per impresa (70 milioni al Centro Nord e 35 milioni al Sud): il valore medio più alto é quello del Trentino (122milioni), mentre il più basso si registra in Sicilia (32 milioni). I finanziamenti artigiani hanno riguardato in larga maggioranza le aziende fino 5dipendenti(48%)e le società in nome collettivo (47%). Dal punto di vista della qualità del credito, il “Rapporto” evidenzia una quota di finanziamenti a breve termine pari al56% del totale, anche se con forti squilibri territoriali. La quota regionale oscilla infatti tra il 50% dell’Umbria ed il 73% della Sicilia con punte elevate anche in Calabria (65%), Basilicata (63%) e Campania (62%). Sul totale del credito bancario destinato al comparto artigiano, la quota agevolata ammonta a 8.350 miliardi (9,8%) . Nelle Regioni del Mezzogiorno tale quota sale al13% circa, a fronte del 9% circa delle Regioni del Centro Nord. Le punte massime si registrano in Liguria (19%)e in Sardegna (16%), quelle minime nel Lazio (5%) e in Abruzzo (7%). Per ciò che riguarda il leasing, i finanziamenti destinati alle imprese artigiane ammontano a 5.890 miliardi, pari all’8% dei finanziamenti totali. La quota agevolata tramite Artigiancassa é pari a circa il 81 C A R I C H E • L E G I S L A Z I O N E 62% del totale (3.690 miliardi).I finanziamenti di factoring al comparto artigiano ammontano a 2.400 miliardi, pari al 4% circa del totale. A livello territoriale, fra le prime 10 province che fanno registrare la maggiore incidenza relativa di credito artigiano, 3 appartengono alla Regione Marche (Macerata, Ascoli Piceno e Pesaro), 2 alle Regioni Lombardia (Sondrio e Cremona) e Piemonte (Cuneo e Asti),1 alle Region iVeneto (Rovigo), Emilia Romagna (Piacenza) eTrentino AltoAdige (Bolzano). Da notare che fra le ultime 10 province, ben 6 sono capoluoghidi Regione (Palermo, Torino, Trieste, Napoli, Milano, Roma). I depositi bancari delle imprese artigiane sono stimati a poco più del 2% del totale (23.580 miliardi). Sono le Marche a far registrare la percentuale maggiore (4,4%) e il Lazio quella minore (0,8%). La ricchezza finanziaria complessiva delle imprese artigiane, stimata in oltre 116.700 miliardi,é concentrata per oltre i tre quarti nelle Regioni del CentroNord e, in particolare, in Lombardia (20%), Veneto (13%) e Emilia Romagna(10%). La ripartizione di tale ricchezza per strumenti finanziari vede al primo posto gli strumenti assicurativi (43%), seguiti dai depositi bancari(20%), dalle azioni e obbligazioni (19%) e dai fondi comuni diinvestimento (7%). (Impresa Artigiana n°16 - 9/02/ 2001) La Srl artigiana è legge Il Presidente di Confartigianato Luciano Petracchi: “Per artigianato e Pmi abbattute anacronistiche barriere d’accesso al mercato” Oggi la Camera ha definitivamente approvato il Collegato Ordinamentale alla Legge Finanziaria 2000 “Apertura e regolazione dei mercati”. l voti a favore sono stati 214, i contrari 195 (Casa delle Liberta e Prc),7 gli astenuti.”Grazie alla volontà di quasi tutti i Gruppi Parlamentari e del Governo, sono state abbattute anacronistiche barriere d’accesso al mercato. L’artigianato e le piccole imprese sono più liberi da vincoli, discriminazioni e pregiudizi incompatibili con le sfide della nuova economia. Da oggi possono affrontare la competizione economica con strumenti moderni che rappresentano conquiste di civiltà giuridica per il nostro Paese”. Così il Presidente di Confartigianato Luciano Petracchi commenta il via libero definitivo da parte della Camera al Collegato Ordinamentale alla Finanziaria 2000 “Apertura e regolazione dei mercati”. Un giudizio che è stato condiviso da Cna e Casartigiani. ”Sono state approvate, sottolinea Petracchi, quelle che consideriamo ’rivoluzioni’ per lo sviluppo dell’artigianato e delle Pmi. In particolare, la possibilità per gli artigiani di costituire Società a responsabilità limitata pluripersonali fa giustizia di un’assurda discriminazione rispetto ad altre piccole imprese, consente di separare il capitale personale da quello impiegato nell’azienda e di accedere a forme moderne di agevolazione finanziaria e al capitale di rischio, superando così il grave ostacolo della sottocapitalizzazione e proiettando l’impresa verso un’organizzazione aziendale più solida e agile”. ”Un’altra disparità, aggiunge Petracchi, è stata abbattuta 82 • N O T I Z I E con l’abbassamento della soglia di consumo per accedere al mercato libero delI’energia elettrica. In questo modo anche le piccole imprese, che oggi pagano l’elettricità il 40% in più delle grandi aziende e il 30% in più rispetto alla media Ue, potranno acquistare l’energia alle condizioni più convenienti. Sono state superate anche le barriere d’accesso agli incentivi per potenziare gli investimenti e l’attività di internazionalizzazione, grazie alla semplificazione dell’utilizzo dei contributi della legge 488 e delle risorse per l’export”. “ll Collegato fa notare ancora Petracchi accompagna le piccole imprese nel mercato anche con nuove norme che rafforzano il controllo e le sanzioni dell’Antitrust e della magistratura contro l’abuso di dipendenza economica e contro i comportamenti scorretti di imprese che sfruttano i vantaggi di condizioni monopolistiche. Si tratta di un efficace strumento contro la “legge del più forte”, per migliorare la regolazione ed il funzionamento del mercato e permettere a tutti i soggetti economici di competere ad armi pari”.Tra le prime reazioni al provvedimento quella del Ministro dell’lndustria Enrico Letta secondo il quale “il Collegato sull’apertura e la regolazione dei mercati approvato definitivamente oggi alla Camera è una mini Finanziaria di politica industriale, per lo sviluppo del Paese e delle imprese”. Letta ha aggiunto che il Ddl rappresenta uno dei risultati fondamentali conseguiti dall’attuale legislatura. Critiche alla nascita delle Srl artigiane arrivano invece dalla Confapi, secondo la quale la norma “non ha nessuna dimensione strategica e crea invece le convenienze perché le imprese scelgano di collocarsi in un segmento che permette loro di sfruttare convenienze fiscali, contributive, contrattuali e agevolative”. (Impresa Artigiana n°22 - 27/02/ 2001) Srl artigiane: una conquista di civiltà giuridica per affrontare il mercato Il provvedimento previsto all’articolo 13 del Collegato alla Legge Finanziaria 2000 “Apertura e regolazione dei mercati” modifica la legge quadro sull’artigianato e consente alle imprese artigiane di costituire società a responsabilità limitata con più soci. La SRL artigiana costituita ed esercitata secondo gli scopi e nei limiti dimensionali previsti per l’impresa artigiana, é riconosciuta a condizione che la maggioranza dei soci, ovvero uno nel caso di due soci: svolga in prevalenza lavoro personale, anche manuale, nel processo produttivo; conferisca la maggioranza del capitale sociale; detenga la maggioranza negli organi deliberanti (assemblea e consiglio di amministrazione). Finora nell’artigianato era riconosciuta la qualifica artigiana esclusivamente alle società in nome collettivo, alle cooperative e, dal 1997, alle società in accomandita semplice e alle società a responsabilità limitata con unico socio. Viene quindi superata la storica incompatibilità fra artigianato ed esercizio dell’attività imprenditoriale con la forma giuridica di società di capitali. Una conquista di civiltà che rimuove l’ingiustificata preclusione per gli imprenditori artigiani di utilizzare uno strumento societario essenziale per il potenziamento concorrenziale e finanziario dell’impresa. Fino ad oggi,infatti, le società artigiane non potevano ricevere risparmio o partecipazione di C A R I C H E • L E G I S L A Z I O N E capitale di investimento e subivano i condizionamenti del credito bancario, unica possibilità di finanziamento insieme al capitale personale. Si era così determinata una situazione oggettiva di ingiusta discriminazione rispetto agli altri settori economici della piccola impresa che, invece, possono utilizzare la forma delle società di capitali. In sostanza, la nuova norma consente alle imprese artigiane da un lato di separare il capitale personale da quello dell’impresa e dall’altro di accedere a forme moderne di agevolazione finanziaria e al capitale di rischio, superando così il grave ostacolo della sottocapitalizzazione. Le Srl artigiane rappresentano dunque uno strumento strategico per proiettare le imprese verso un’organizzazione aziendale più agile ed avanzata, per potenziarne le capacità occupazionali e di innovazione e permettere loro di affrontare meglio le sfide della competizione economica. Tutto ciò mantenendo sostanzialmente la connotazione di società di piccola dimensione, la natura, gli scopi e la dimensione dell’impresa artigiana, basata sul requisito della preminenza funzionale del lavoro rispetto al capitale. Più in generale, il provvedimento é finalizzato a favorire la crescita produttiva del sistema delle micro e piccole imprese del Paese, in piena sintonia con gli obiettivi del DPEF2001 2004, ed in conformità al Piano di Azione approvato dalla Commissione Europea nel 1999, mirato a rafforzare la struttura finanziaria delle piccole imprese e delle imprese artigiane stimolando forme di partecipazione di capitale. • N O T I Z I E interventi a favore delle imprese artigiane. Sono pertanto beneficiari di questo modello le imprese artigiane singole, associate o consorziate, nonché consorzi che operano per la commercializzazione all’estero dei prodotti delle imprese artigiane (consorzi export). Essendo la Simest, in forza del decreto legge n.143/98, il gestore unico delle suddette agevolazioni, l’ambito operativo del modello dovrà essere definito attraverso un Decreto ministeriale. Nel frattempo la Simest ha stipulato una convenzione con Artigiancassa, che diventa pertanto secondo gestore delle agevolazioni . La legge, successivamente, autorizzerà Artigiancassa ad utilizzare i fondi che gestisce per conto del Tesoro anche per le operazioni con l’estero. Nella convenzione Artigiancassa Simest sono state definite modalità semplificate per l’accesso da parte delle imprese associate ad un consorzio export artigiano ai finanziamenti a tasso agevolato finalizzati a sostenere la realizzazione di programmi di penetrazione commerciale in Paesi non appartenenti all’Unione Europea. Al riguardo, Artigiancassa provvede per conto di Simest: alla preistruttoria del finanziamento agevolato; alla stipula del relativo contratto; alla verifica della documentazione di spesa della richiesta di erogazione del finanziamento. I finanziamenti agevolati concessi da Simest a valere su risorse pubbliche sono garantiti nella misura del 40% da uno specifico Fondo gestito da Simest stessa. (Impresa Artigiana n°22 - 27/02/ 2001) (Impresa Artigiana n°22 - 27/02/ 2001) Arriva la rivoluzione per l’export: risorse più accessibili agli artigiani Il provvedimento previsto - all’articolo 21 del Collegato alla Legge Finanziaria 2000 “Apertura e regolazione dei mercati” - contiene misure di sostegno all’internazionalizzazione delle imprese artigiane estendendo, in particolare, l’operatività dell’Artigiancassa anche alla gestione degli incentivi all’export, d’intesa con la Simest Spa. Le potenzialità del comparto artigiano che concorre per circa il 20% all’export del sistema Italia, fino ad oggi non sono state adeguatamente sostenute dagli interventi finanziari previsti dall’attuale normativa perché il fabbisogno delle aziende é talmente frazionato (in termini di importo) e differenziato (a livello geografico) da non rendere conveniente, da parte sia delle imprese sia dei soggetti erogatori delle agevolazioni, l’attivazione delle complesse procedure previste. A ciò si aggiungono i problemi connessi alle garanzie, che nei rapporti con l’estero assumono enorme importanza ai fini degli affidamenti bancari. Le nuove norme prevedono i seguenti principi fondamentali:1) Viene estesa l’operatività dei fondi di agevolazione gestiti dall’Artigiancassa (art.37 della Legge 949/52 e Legge 1064/68 sulla garanzia) anche al sostegno finanziario deiprocessi d’internazionalizzazione delle imprese artigiane; 2) Si rinvia ad un successivo decreto del Ministro del Commercio con l’estero la definizione operativa della materia (finalità, forme tecniche, modalità e condizioni degli interventi agevolativi); 3) È previsto il coinvolgimento della Simest S.p.A., anche in termini di plafond di risorse di agevolazione da destinare agli Investimenti “a misura” di artigianato con il modello della legge 488 Il provvedimento - previsto all’articolo 14 del Collegato alla Legge Finanziaria 2000 “Apertura e regolazione dei mercati”- estende alle imprese artigiane il modello operativo della legge 488/1992, finora scarsamente utilizzata dalle piccole imprese a causa di procedure complesse e costose (solo il 56% delle risorse della 488 arrivano al mondo artigiano). In particolare, si stabilisce che ogni anno una quota predeterminata di risorse dovrà essere destinata ad incentivi per favorire gli investimenti delle imprese artigiane e che questi fondi verranno gestiti direttamente dall’Artigiancassa. Il vantaggio consiste nel favorire e stimolare, a prescindere dal finanziamento bancario, gli investimenti produttivi, la nascita di nuova imprenditorialità, l’occupazione, la riqualificazione del comparto artigiano. Il “modello” della !egge 488 offre innovative opportunità per il comparto artigiano, vale a dire: il sistema a graduatoria che premia i progetti migliori (cioè quelli maggiormente rispondenti alle finalità della legge) ed evita gli interventi a pioggia; l’agevolazione di investimenti materiali e immateriali, a prescindere dal finanziamento bancario; un sistema di erogazione semplificato con contributi in conto capitale anziché in conto interessi. L’estensione del modello operativo della “488” alle imprese artigiane consente dunque di colmare un vuoto nelI’attuale sistema agevolativo rappresentato dalla legge 949 del 1952 e concepito fondamentalmente per sviluppare gli investimenti produttivi artigiani favorendo l’accesso al credito delle imprese. (Impresa Artigiana n°22 - 27/02/ 2001) 83 E N G L The Role of Applied Arts (page 8) We are always and increasingly convinced that we are going through a transition period and that the “global market” and “global information” will lead to significant changes in our way of living and thinking. The fact remains that a transition period also means a time in which not everything goes by quickly and easily towards the so-called globalisation. Groups of young radicals and several middle-aged intellectuals are involved in resisting, contrasting with alternative forms, with alarmist declarations, with statements on catastrophic events, the race towards the “great globalisation”. Thus, multimedia works that are increasingly driven towards virtual experiences are growing. While a multitude of creative youths train and anticipate the system, which is increasingly open to the definition of a cultural globalisation, the first reactions already appear in parallel. However, often the material culture obtains its resources from nature, the nature that seems to be increasingly upset and changed by new frontiers in biology. Therefore, we must seek the values to be fostered to contrast the growth of globalisation inside ourselves, looking at ourselves and presenting our body as the “ideal place for all the scenes of existential narration”, we must operate with our body, try to do, using our bodily tools, to attain a human dimension and its exaltation, a practice that must be encouraged. The applied arts can keep the fundamental feature of our bodiliness, “diversity” in exercise and exalted. The Italian “Way” (page 10 ) The vast and diversified artisan production of significant artefacts that gives a specific recognizable characteristic to our country, often of indubitable aesthetic and artistic value, is linked to the different configurations of the natural environment and the particular cultural, historical and economic developments of individual regions and communities. Customs, skills and technical mastery, traditionally exquisite, have consolidated the productive orientation of entire communities of artisans and in many cases have turned out to be influential elements in the transformation of artisan centres into specialized industrial habitats. In this particular historical moment in which we live, dominated by the rapid and continuous evolution of a technological culture, the widespread 84 I S H persistence and vitality of crafts in Italy, well documented in this book, stimulate motivated reflections. From the beginning of the modern era, which coincides with the historical opposition between handcrafted objects (bound to a utilitarian dimension) and artistic objects (marked by cogent and recognizable symbols), another opposition, also important, occurred between industrial products and handcrafted ones. The significance attributed to the decorative culture and ornamental production of handicrafts in the turning point from the 19th to the 20th century all over Europe can be interpreted as a positive reactive phenomenon with respect to the homogenization of the references of our daily environment induced by the affirmation of industrial products. Consequently it is not paradoxical that many of the great masters of the visual arts of the 1900s viewed the craftsmen’s world expressed by the people as a living “model” of modern style. Artists and architects of Bauhaus worked elbow to elbow with master craftsmen, exalting their resources of techniques and materials in view of the definition of a new non-redundant “ornamentation”. Many artists wanted to directly experience the artisans’ creative process, and in some cases the former were able to redesign the decorative repertory of the latter respectfully and attentively (this was the case of Vietri in the 1930s). The testimonies of these fruitful encounters confer a singular and lively profile on Italian craft. Many elements make craft works contemporary and fascinating. Craft, by its very nature, is individual but affirms a precise cultural, historical and production identity. The real “craft” work is never capricious. Within a rule where only minimum and reasoned variations are possible, craft creativity continuously renews itself with respect to the materials and processes it uses. The linear and well recognizable profile of many handcrafted objects show a “beauty” that is congruent and necessary. However, the craft scenario should be defended and supported because it is an irreplaceable and distinctive element of the complex reality of our country. I am convinced that in their essential but well-defined identity, each of the infinite artefacts of Italian craft can be traced back to the united and extraordinary tangible culture that has extended, from Renaissance painting masterpieces to precious fabrics, from armour to glassware and decorated storied majolica. Italian style, today established and sought-after the world over, has a precedent in a lexical formula that was already valued five centuries ago and perhaps designed the material skill of our craft culture in more detail: à la façon T E X T d’Italie. The Italian “way”, yesterday as today, indicates the capacity to give an aesthetic profile to things, a capacity which is also a measurement of life and lifestyle. Designing Craft. Europe (page 16) Over the past fours years a lot has been done for the crafts sector in the Piemonte Region. A significant initiative, in this light, has been “Designing Craft. Europe”, a wide-ranging project aimed at promoting regional craftwork, which has once again brought craftsmen and designers closer together. The project also had the merit of offering the young European designers who took part in the initiative an extraordinary window for their skills. Over hundred projects relating to the furniture and decoration sectors, and selected from a European under-35 competition, have been turned into prototypes by the region’s prominent craftsmen. These were shown together with the “masterpieces” made by the best designing schools in Piemonte on the basis of projects of those senior designers who have played a significant role in enhancing Italy’s standing in the sector. These works now form the nucleus of a very beautiful exhibition, which following its inauguration in Turin in November 1999, has been shown at the Hérault, in France in October 2000, and is currently showing in Barcelona where it was opened on March 2001. The exhibition, which participates in events that are organised with other international entities, involved at the design Biennale “Primavera del Design”. Part of the craft and design prototypes on show will be exhibited at Hanover, while the entire exhibition will move, after Barcelona, to Helsinki in the autumn of 2001 thanks to the joint-efforts between the Italian Cultural Institute and UIAH, the University of Art and Design of Helsinki. During the French stage, a roundtable was organised to discuss the synergies that crafts and design could achieve. The willingness on the part of French, Catalan and Piedmontese operators to forge closer links found expression in the decision to empanel a permanent working group whose task will be to encourage common projects within the crafts and design sectors. Significantly, all this takes place in a region, Piemonte, that, besides having indicated new guidelines for its craftsmen, has also recently launched a significant project aimed at rediscovering and at providing support to its typical crafts. The Region has in fact launched a plan to single out and classify those products that as a consequence of their peculiarities – E N G L location, limited size, communication difficulties – are at serious risk. Lombardia Region Crafts are Online (page 24) The Internet is fast becoming for Lombardia craftsmen a new sales and promotional channel for its products both at home and abroad. The firms that have placed their products on the site operate in those sectors that are particularly attractive for e-commerce initiatives: home furniture, textiles clothing, artistic craftwork. Thanks to its languages (Italian, German, English), www.artisanexpo.it provides a commercially efficient virtual window for Lombardia crafts especially in Northern America and Northern Europe. The site operates on two levels. It promotes, in the “business to business” version, transactions between firms, while in the “business to consumer” version it allows clients to buy products online with a credit card. Its initiatives include promotional campaigns carried out both online and on the traditional press that will initially be addressed to the Italian, German and US markets. Visitors are also given the opportunity to contact craftsmen directly to order customised products. To obtain information on the latest news, special offers and the “product of the month”, visitors should subscribe to the newsletter. All in all, www.artisanexpo.it offers many opportunities for craftsmen: -visibility in “functional aggregation centres”, which are in all effects “virtual trade fairs” -network of individual virtual shops for those firms wishing to gain e-commerce experience by managing their own virtual POS (i.e. application of a software that ensures safe economic transactions) -virtual supermarket for the benefit of firms wishing to simplify the entry into e-business by outsourcing logistics (from the processing of orders to the completion of transactions, to invoicing and to the delivery of orders) -customised assistance from a pool of tutors whose task is also that of collecting “exhibition” materials to be shown online -leasing or purchase of PC, having a free connection to the Internet, at competitive prices. Vietri sul Mare in a storm (page 28 ) The year 2000, the beginning of the century, will be remembered in Vietri as a Cape Horn of “the journey through the I S H world of ceramics” (this is the title of the Prize, with its collateral events, that was instituted in Vietri in 1994). In fact two large waves have washed over the two exhibition centres: the traditional one of Palazzo della Guardia and the new one, Ceramica Artistica Solimene. At the Palazzo della Guardia the exhibit opened with a double homage to the past. First Jean Marais was commemorated, the fascinating actor who was born in 1913 and passed away in 1999. In 1975 he decided to start a second life as ceramist in Vallauris. The teacher, Mario Carotenuto, for the occasion put up his charcoal drawings and plates decorated by him in a large niche in Palazzo della Guardia, among which a fallen angel stood out. In a large showcase was the collection (exhibited for the first time) of ceramics by Cesare Peverelli, who died in 2000. This great Italian artist was born in 1922, and was a signatory of some of the Spatialism manifestos, along with Lucio Fontana. The homage to artists of the past introduced the “Côte a Côte” section that flanked Vietri ceramists in the perspective of a twinning of two cities that had been protagonists, the first with Guido Gambone, the second with Pablo Picasso, in the revolution of European ceramics after World War II. Finally, a selection of the best ceramists of Campania: in fact this year a Regional Prize was instituted. It was won by Franco Raimondi with his audacious male Siren, inspired by an embarrassing portrait photo of Gabriele D’Annunzio nude. The storm really hit hard at Ceramica Artistica Solimene: the 7th National Prize “Vietri sul Mare”, established there, was for the first time open only to those with invitations and reserved to people under 40 years old. Here too the “patron saints” were invoked, fortunately in this case still alive: Ugo Marano. After their works, those of 21 young ceramists as testimonies, including some provocative ones, of a new expressive profundity and at the same time a recovery of the technical dimension of the artefact, a new formality, let us call it the pure beauty of the work, in an indication of poetics that goes beyond the specificity of ceramics. The National Prize was awarded to Paolo Schmidlin of Milan for his disquieting statuary of a dark-skinned non-European. Special mention should go to the Libera Scuola dei Vasai (Free Pottery School) of Cetara, directed by Ugo and Stefania Marano and the Bottega Gatti di Faenza for a new series of vases painted by the Elica group. Therefore, as regards decoration, the direct or indirect revival of the “grotesque” in works by Sandro Mautone, Marino Moretti, and Fausto Salvi was remarkable. The exhibit at the Solimene factory, like the others, was not only organized but also mounted by Enzo Biffi Gentili, who for the first time T E X T did the exhibit design entirely by himself in an illustrious monumental space. Local Colours (page 34) Over the last years, taking the cue from domestic rituals and by bringing to light themes relating to “diversity”, Ugo La Pietra has organised a number of cultural exhibitions in the various editions of the International Trade Fair for Crafts. Since many years, Mr La Pietra has been organising exhibitions and theorising on the need to safeguard diversity. Everyone is aware that globalisation of information and products entails the need to save, protect and stimulate diversity. Mr La Pietra’s projects are not conceived for closed and protected societies (cf. “Indian reservations”), but instead underpin the idea of multiracial society where various expression and cultures – including the material world – may continue to exist and enrich society. In this light, Mr La Pietra’s latest exhibition – which was the “event” of the Florence show – has once again stressed how in our territorial reality, “materials” (copiously available in our land), with their physical characteristics, can evoke different places and cultures through arts and crafts. At a deeper glance, the stones and marble on show share a number of features – they all characterise specific areas and regions: the Salento though the stones of Lecce; the Liguria Region through the black stone, Sicily through volcanic rock, etc. Therefore, materials that, through their “physicality”, bring to mind the nature, history and culture of specific places. Now, this is crucial in fully understanding the concept underlying the project, for the “subject” (the specific region) – to which the objects refer to – can be represented by the material itself. Objects such as the black stone, the ochre of the Lecce stone, the white of the Carrara marble or the alabaster of Volterra, etc., have shed new light on the ability of local manufacturing skills to interact with new projects. The objects on show are in all effects “models” of museum merchandising, of “eco-museums”, of “territorial souvenirs” (cf. souvenir stands along the route that leads to the marble quarries of Carrara). Some are examples on how to define the trademark of local product, such as the alabaster of Volterra or the “bucchero” of Gubbio. This project – which showed over 150 objects – proved that it is possible to renew the links between design and craft by utilising small local firms. The exhibition has boosted the presence of small local firms, which have in turn 85 E N G L given new impetus to the crafts sector. The crafts sector will once again have the opportunity to meet in the traditional venue of Fortezza da Basso in 2001. Potable Water (page 44) Thales of Miletus strikes again. After “Una Sola Moltitudine, Eteronimi di una Vozza”, the element of water is once again the subject of a creative survey that the Angelo Savelli Centre, together with the city council of Lamezia Terme, has brought the attention of artists and designers. Thirty of them were invited – Luca Amendola, Paolo Canevari, Franca Cattan i, Nicola Car rino, Angelo Casciello, Lucilla Catania, Fausto Cheng, Riccardo Daligi, Raimondo Ferlito, Raimondo Galeano, Maria Gulli, Robert Gshwantner, Saloua Jobeur, Ugo La Pietra, Annalisa Margarini, Alessandro Mendini, Riccardo Monachesi, Teresa Montemaggiori, Gianfranco Neri, Gruppo Ombra, Mario Panarello, Antonio Pugliese, Franco Purini, Salvo Raeli, Cloti Ricciardi, Cinzia Ruggeri, Antonio Saladino, Luigi Serafini, Franco Summa, Adrian Tranquilli, Vincenzo Trapasso, Costas Varotsos – who have drafted a plan for a fountain by involving in the creative process a number of craftsmen for its construction. “Potable Water” is the name chosen for the project – potable water intended not only as drinkable water but also as fundamental condition for life. This has been the basic trait underlying the fountain projects: to embellish the city with art most certainly means improving the quality of life. It is important to continue along this direction, for our reality must produce current culture which, in order to play a crucial role in our times, must be aligned to the spirit of its age. The involvement of these influential and emerging artists for the construction of third city fountains is indeed an achievement. In the course of the work, many have asked what links do the fountains have with the historic centre of the city. But what exactly is the “historic centre” of a city? And how many historic centres does a city actually have? I firmly believe that a historic centre must not be confused with a Christmas Crib: in fact we do not go though it on cars and not on horse carriages; who lives there does not wear costumes but T-shirts. To insert new work in such places is no mean task, and there are many theories on how one should go about it. These theories are not wrong and carry truth but any intervention in the urban fabric must be above all creative, endowed with meaning and lasting: it must create an eternal, almost sacred, 86 I S H aesthetic dimension. This was the guideline adopted in the construction of the thirty fountains in the selected sites. Each of these works narrates stories that kindle new emotions; each is called to reciprocally act with each other, where the main personages involved are kids. Our aim is to sustain as long as possible their creative voyage by offering them the right stimuli and tools, so as to endow them with the possibility to deepen their knowledge of the wonderful world of art. Probably most of these works refer to the Greek world – that world that acknowledged to art a central role in society. It is just as clear that the artist bore in mind the sites that were selected. The reference to Ancient Greece, to the culture and roots of the territory formed the background for many of these works. Clearly, that myth is not spent, also because contemporary man is still characterised by his instability. In other words, it is man’s conscience that navigates towards the future, and his vessel is art. New furnaces in the Gulf of Sirens (page 52) There is no doubt that the season of Italian ceramics has not ceased to amaze. Encouraging trends underline the speed of the innovative process recorded in Salerno, an area swept by the wind of experiment that disperses all around the live fabric of Mediterranean ceramics. Against this background, there are the works of two young artists, Mariella Simoni and Augusto Pandolfi, to whom Ceramica Arte, an event taking place at “Casbah delle Antichità” at Amalfi, has dedicate two personal exhibitions. Mariella Simoni: structure and surface Architecture intended as expressive form or, betters still, as the basic tenet of a thought that gives shape and function to space – in classical culture man craved to imitate the sparrow that created. It is on such an idea that Mariella Simoni is building her ceramics. The vases she has crafted over the past years have stressed on both the construction technique of the form, achieved with the “nightingale” technique, by tracing the thread of clay that models the body, the volume, just as a sparrow does with flower stems, and by retrieving the expressive value of the surface intended as the extremity of a body sensorial. Form is investigated with the awareness of tradition, a tradition observed without nostalgia and without the complacency of figured decor which is typical of the ceramic style that has emerged in these years. T E X T The value of colour, in particular the calibrated dosage between manganese and copper, offers the possibility to draw the attention on the pattern (the imperceptible weaving of the sparrow), which is made even clearer by the modulation of chiaroscuro, by movement, by the surface, dotted by sand, by elements and materials that highlight (or differentiate) the brightness of the varnish. The surface becomes the key to enter into the expression of form, in its hiddenmost core, retrieving both the functional and symbolic-cultural structures that the artist calls – and rightly so – “visual grain”. The vase becomes once again an architectural object, a measurement, in the universe of contemporary forms, in an attempt to filter time and its signs. The Mediterranean Mythographies of Augusto Pandolfi A young artist who began to work on ceramics in the Nineties, Augusto Pandolfi has held various exhibitions over the past years. The latest took place at the Etruria Gallery in Salerno and at Spazio Keramikos. Twenty pieces were on show at the exhibition. They provided an overview of Pandolfi’s penchant for blending ceramic techniques: raku, tiles, bucchero. He adopts an alchemy that is a knowledge process as well as source of artistic stimulation of the imagination. That alchemy is present in the works he has shown, without the pomp of the great occasions, at the exhibition. The titles of the work provided the narrative thread that linked one work to the other. Pandolfi is now focusing on achieving smoothness of surface, by controlling the thin layer of varnish that record, as a very sensitive film, the signs and patterns of that reaction and making them more evident. The determined result arising from the fire of his restless will is very suggestive indeed. What emerges is a sort organic matter, of a sea element that pulsates life and that overflows in “boils” of varnish that erupt from the skin not unlike a material that shrieks. Two vases are significant. They have been made with mixed techniques: “Paride”, whose original colour structure rests on the reaction between brass oxide and glass; and “Dio Re”, where the artist from Agropoli stresses more on the possibilities of brass oxidation. This produces a magical layer of reflections that range from ancient copper to bronze that give more expression to the countenance of the King in the round belly of the vase. I N D AD ARTE PRIMO OSSERVATORIO SULL’ARTIGIANATO ARTISTICO via Matteo da Campione 8 20052 Monza Tel. 039/2312002 ALAMARO EDUARDO via Stella 120 - 80137 Napoli Tel. 081/292572 I R ZZ I FAGONE VITTORIO via Vigoni 5 20122 Milano Tel. 02/58313147 GALLERIA REGINA GAMBATESA via Roberto da Bari 102 70122 Bari Tel./Fax 0805215174 FIAMMETTA VINCENZO via Teatro Biondo 15 90100 Palermo Tel. 091/332118 GALLERIA ROSSELLA JUNCK San Marco 2360 30124 Venezia Tel. e Fax 041/5207747 e-mail: [email protected] ALIGI SASSU via Brera 20 20121 Milano Tel. 02/72023999 FISCINA MARIA VANDA via Generale Amendola 10 84123 Salerno Tel. 089/232648 Fax 089/232648 Ardesia Fontanabuona Consorzio Artigiano via Alberogrosso, 14 16044 Monleone di Cicagna (GE) Tel. 0185/92395 FOLLESA STEFANO via F.lli Cairoli 19 50019 S.sto Fiorentino Tel. 055/442256 Fax. 4487833 ARTECOTTA via Bramante 22 20154 Milano Tel. 02/34536050 GALLERIA ARTE’ via G. Meda 25 20136 Milano Tel. 02/89401059 ASSOCIAZIONE CULTURALE COM UNICARTE via Perata 2b 17012 Albissola Marina (SV) Tel. 019/489872 e-mail: www.comunicarte.it GALLERIA MAGENTA corso Magenta 52 - 20123 Milano tel. 02/4816963 Fax 02/48531666 e-mail: [email protected] BIGNARDI MASSIMO corso Vittorio Emanuele 57 84100 Salerno I GAMBARDELLA CLAUDIO via Toledo 210 80100 Napoli Tel. 081/426298 gambone Bruno via B. Marcello 9 50144 Firenze Tel. 055/355358 - 0335/6129945 GIOVENTU’ ALFREDO piazzetta Rizzi 16 16039 Sestri Levante Tel/Fax 0185/457596 gonzo elisabetta e vicari alessandro Via Cesare Battisti 23 48100 Ravenna Tel. 0544/217180 Fax 0544/217180 Segnalazioni per la redazione BOVINA ELISABETTA via Croce 55 - 48018 Faenza Tel. 0546/660933 - 0335/5603141 CENTRO ANGELO SAVELLI via Crocifisso 26 88046 Lamezia Terme (CZ) Tel./Fax 0968/26276 CORRETTI GILBERTO via di Villa Magna 42 50126 Firenze Tel. 055/683079 CORETTI PAOLO via Petrarca 67/2 33100 Udine Tel. 0432/299101, Fax 0432/26427 DI MUZIO LEA Località Bagnoro 2/10 52100 Arezzo tel. 0575/365539 DONINI ALBERTO via Peyron 18 10143 Torino Tel. 011/4373811 euralabastri Via dei Sarti 15 - 56048 Volterra Tel. 0588/86167 Edizioni Imago international S.r.l. Corso Indipendenza, 6 - 20129 Milano Tel. 02.70009474-02.70009480 - Fax 02.71092112 e-mail: [email protected] A lato, dall’alto: fontanelle di Antonio Pugliese, Luca Amendola. Nella pagina a fronte, dall’alto: fontanelle di: Robert Gshwantner, Cloti Ricciardi. 87 69 I N D I Laboratorio Tracce di Fernando Perrone e Ornella Durini Corte dei Romiti 8 73100 Lecce Tel. 0832/321206 Fax 0832/331286 Lavorazione Pietra Leccese di Santoro Luigia in Marrocco via San Nicola 73020 Cursi (LE) Tel. 0836/439402 MAXIMA OR Mediterranea via M.se di Villabianca 126 90143 Palermo Tel. 091/7309080 MACEF - FIERA MILANO INTERNATIONAL largo Domodossola 1 20145 Milano Tel. 02/48550 Fax 02/48004423 R I 65a MOSTRA INTERNAZIONALE DELL’ARTIGIANATO Firenze Expo & Congress Fortezza da Basso viale Filippo Strozzi 1 50129 Firenze Tel. 055/49721 Fax 055/490573 e-mail: [email protected] PROMOS Azienda Speciale della Camera di Commercio via Camperio 1 - 20123 Milano Tel. 02/85155212 MUSEUM IMAGE Centro Affari e Convegni Arezzo via Spallanzani 23 52100 Arezzo Tel. 0575/9361 Tel. 0471/993691, fax 0471/993659 PELLICANI ANDREA via Rembrandt 56 20100 Milano Tel. 02/4071742 TADDEI IRENE loc. S. Paolo 98 - 56048 Volterra Tel. 0588/33028 I provincia autonoma di bolzano Via Raiffeisen 5 - 39100 Bolzano RAIMONDI FRANCESCO via Mazzini 160 84019 Vietri sul Mare (Sa) Tel. 089/761787 PELLICCIA ANTONELLO via Maggiani 123 54036 Marina di Carrara (Ms) Tel. 0347/3799687 MIGLIETTA ANTONIO via Libertini 54 73100 Lecce Tel. 0832/241014 ZZ PERLO LUISA via Cavour 14 10123 Torino Tel. 011/8122634 TADDEO ISABELLA via Roma 6/c - 21040 Oggiona (VA) Tel. 0331/217811 TEODORI NELLO via Risorgimento 8 - 06024 Gubbio (Pg) Tel. 075/9275681 TOURING CLUB ITALIANO corso Italia 10 - 20122 Milano tel. 02/8526256 ABBONAMENTO 2001 ARTIGIANATO tra arte e design Direttore: Ugo La Pietra A R T I G I A N A T O Abbonamento annuale per l’Italia L. 40.000 t r a a r t e e d e s i g n Abbonamento annuale per l’estero L. 65.000 Numeri arretrati per l’Italia L. 15.000 Numeri arretrati per l’estero L. 20.000 Desidero abbonarmi a quattro numeri della rivista pagando la quota 2001 Desidero ordinare i seguenti numeri arretrati Tramite assegno non trasferibile di L. (solo per l’Italia) Tramite versamento di L. sul Conto Corrente Postale N. 18160242 intestato a Edizioni IMAGO INTERNATIONAL S.r.l. Nome Cognome Via n. Comune e provincia CAP Professione Telefono Ritagliare e spedire in busta chiusa unitamente all’assegno o ricevuta (fotocopia) del versamento. 88 Artigianato: è una rivista trimestrale che interpreta e diffonde l’evoluzione delle Arti Applicate e i processi di contaminazione con l’arte e il design. Artigianato: parla di creatività e di produzione, sostenendo la ricerca e la sperimentazione e introducendo nuovi concetti per la costituzione e il rinnovamento della piccola impresa. Artigianato: è uno strumento impegnato a diffondere la cultura materiale legata alle risorse dei vari territori, guardando con interesse alla tradizione e alla storia. Artigianato: riscopre il rapporto tra cultura del progetto e la capacità di fare, presentando oggetti riferibili alla logica produttiva e d’uso, ma che, nello stesso tempo, mantengono tutta la virtualità degli oggetti d’arte.