ISBN 88-87098-29-8
GUIDE PRATICHE E MANUALI
GIULIA OMBUEN - MARIA PIA TOSTI
Il lavoro al
videoterminale
Informazioni di base ed indicazioni
comportamentali per il corretto utilizzo delle
attrezzature munite di VDT
Istituto Italiano di Medicina Sociale
Giulia Ombuen
Sociologa, Dirigente Tecnologo Responsabile del Servizio
Informazione Assistenza e Consulenza (SIAC) dell’Istituto
Italiano di Medicina Sociale di Roma.
Maria Pia Tosti
Giurista, Tecnologo del Servizio Informazione Assistenza e
Consulenza (SIAC) dell’Istituto Italiano di Medicina Sociale di
Roma.
Gli autori ringraziano il dott. Carlo Resti per la consulenza specialistica fornita per gli aspetti di medicina del lavoro.
Le immagini sono state realizzate da Riccardo Moro.
Sommario
p. 7
Introduzione
p. 9
1. Campo di applicazione della normativa
p. 11
2. Misure organizzative di prevenzione
p. 13
p. 14
p. 16
p. 19
3. Prescrizioni minime
3.1 Come attrezzare un posto di lavoro al VDT
3.2 Il posto di lavoro al VDT e l’ambiente circostante
3.3 Rapporto Elaboratore/Uomo
p. 21
4. Effetti sulla salute
p. 23
5. Indicazioni comportamentali per la prevenzione
p. 30
p. 30
p. 34
p. 36
6. Esercizi
6.1 Sistemi di rilassamento per la funzione visiva
6.2 Sistema di mantenimento della mobilità
oculare
6.3 Esercizi correttivi delle posture viziate
p. 39
Note al testo
p. 41
7. Riferimenti bibliografici
p. 43
Facsimile di ricevuta
"5"
Introduzione
I
l ricorso, sempre più massiccio in questi ultimi anni, alle macchine, ai nuovi materiali, alle moderne tecnologie ed
all’informatizzazione dei processi ha profondamente trasformato il mondo del lavoro.
Uno dei principali protagonisti di questa rivoluzione tecnologica è senza dubbio il personal computer dotato di unità
video o videoterminale (VDT), la cui diffusione è ormai capillare in ogni settore dell’attività umana.
L’introduzione di questa attrezzatura negli ambienti di
lavoro ha innegabilmente prodotto un sostanziale miglioramento dell’attività produttiva e gestionale. Tuttavia, come spesso
accade, il rapido succedersi delle innovazioni tecnologiche non
ha reso possibile un progressivo adattamento degli operatori al
nuovo modello organizzativo né un congruo e tempestivo ripensamento dell’ambiente, dell’organizzazione e dei tempi di lavoro
per renderli più confacenti alla tecnologia emergente.
Conseguentemente, fin dalla prima metà degli anni ’80, hanno
cominciato a diffondersi con sempre maggiore frequenza tra gli
addetti all’attività al videoterminale disturbi psicofisici attribuibili all’uso del VDT.
Il manifestarsi di tali disturbi ha richiamato l’attenzione
della comunità scientifica e della stessa Organizzazione
Mondiale della Sanità sul tema della nocività del lavoro ai videoterminali. A tal proposito, i risultati degli studi condotti dimostrano che i fattori di rischio per la salute derivanti da una
attività lavorativa svolta con VDT, ancor più se prolungata, quali
disturbi muscolo-scheletrici, affaticamento visivo e mentale,
"7"
possono essere limitati laddove si utilizzino accorgimenti di
natura preventiva1.
Per quanto si riferisce, invece, all’esposizione a radiazioni, ionizzanti e non, sia a carico dell’operatore sia della prole,
tutti gli studi e le indagini epidemiologiche sinora svolte portano ad escludere rischi specifici ad esse correlate. In particolare, nei posti di lavoro con videoterminale le radiazioni ionizzanti si mantengono a livelli rilevabili nei comuni ambienti di vita e
di lavoro. Altresì, per quanto si riferisce ai campi elettromagnetici, la presenza della marcatura CE sul videoterminale comporta che tali campi siano mantenuti al di sotto dei limiti raccomandati e riscontrabili nei comuni ambienti di vita ove sono
utilizzate apparecchiature elettriche e televisive2.
Alla luce di quanto esposto, il legislatore comunitario e,
conseguentemente, quello italiano3, hanno considerato espressamente tale tipologia di lavoro come attività a rischio, indicando e disciplinando le principali misure di prevenzione che attengono prevalentemente la progettazione del posto di lavoro, l’organizzazione del lavoro e la sorveglianza sanitaria degli operatori.
Il presente opuscolo, utilizzabile anche come ausilio per
le attività di informazione previste dall’art. 21 del D.Lgs.
626/94, riporta quanto previsto dalla normativa vigente nonché
fornisce indicazioni comportamentali ed accorgimenti da seguire per eliminare o ridurre al minimo la probabilità del verificarsi di rischi per la sicurezza e la salute connessi all’uso di
videoterminali.
A tal proposito l’opuscolo chiarisce che si possono correlare al lavoro al videoterminale solo: l’astenopia (affaticamento
visivo); disturbi a carico dell’apparato osteoarticolare e dolori
muscolari derivanti da posture dannose; disturbi da affaticamento mentale (stress).
"8"
1. Campo di applicazione
della normativa
L
’uso di attrezzature munite di videoterminali (VDT) è disciplinato in Italia dal Titolo VI del Decreto Legislativo n.
626/1994 e successive modifiche ed integrazioni, che recepisce gli indirizzi della Direttiva 90/270/CEE relativa alle “prescrizioni minime in materia di sicurezza e salute per le attività
lavorative svolte su attrezzature munite di videoterminali”.
Le disposizioni contenute nel suddetto Titolo si applicano a tutte le attività lavorative che comportano l’uso di
VDT, ad esclusione di alcuni casi4.
Le definizioni di rilievo per l’applicazione della normativa5 sono le seguenti:
Videoterminale: uno schermo alfanumerico o grafico a prescindere dal tipo di procedimento di visualizzazione utilizzato.
Posto di lavoro: l’insieme che comprende le attrezzature munite di videoterminale, eventualmente con tastiera ovvero altro
sistema di immissione dati, ovvero software per l’interfaccia
uomo-macchina, gli accessori opzionali, le apparecchiature connesse, comprendenti l’unità a dischi, il telefono, il modem, la
stampante, il supporto per i documenti, la sedia, il piano di lavoro, nonché l’ambiente di lavoro immediatamente circostante.
Lavoratore: il lavoratore che utilizza un’attrezzatura munita di
"9"
videoterminali, in modo sistematico ed abituale, per venti ore
settimanali, dedotte le interruzioni.
La definizione di lavoratore addetto all’uso di attrezzature munite di videoterminali è stata modificata, come sopra
indicato, dalla Legge n. 422 del 29 dicembre 20006. È importante in questa sede evidenziare che l’attuale definizione ha
significativamente ampliato il campo di applicazione del Titolo
VI del D.Lgs 626/94, in quanto ha eliminato il precedente limite di uso continuativo del VDT per il periodo di quattro ore consecutive giornaliere. Pertanto, il datore di lavoro che avesse
effettuato la valutazione dei rischi prima di tale modifica,
dovrà curarne l’aggiornamento alla luce della nuova definizione,
valutando altresì la necessità o meno di nuove misure di prevenzione e protezione della salute dei lavoratori ed i riflessi
sull’organizzazione del lavoro.
"10"
2. Misure organizzative di
prevenzione
Le principali misure organizzative di prevenzione che il
datore di lavoro deve adottare a tutela dei videoterminalisti si
basano7 sull’analisi dei posti di lavoro dotati di attrezzature
munite di videoterminali, da effettuarsi nell’ambito della valutazione dei rischi globale, con particolare riguardo:
# ai rischi per la vista e per gli occhi;
# ai problemi legati alla postura ed all’affaticamento
fisico o mentale;
# alle condizioni ergonomiche8 e di igiene ambientale;
A seguito della suddetta analisi e valutazione dei rischi il
datore di lavoro deve:
$
adottare appropriate misure per ovviare ai rischi
riscontrati;
$
organizzare le mansioni e i compiti lavorativi comportanti l’uso di videoterminali al fine di evitare il più possibile la ripetitività e la monotonia delle operazioni;
$
programmare una interruzione dell’attività lavorativa
al videoterminale (almeno 15 minuti ogni 120 minuti)
quando tale attività è svolta per almeno quattro ore
consecutive.
"11"
L’interruzione può consistere in:
#
pause. Si tratta di “pause attive” durante le quali
il videoterminalista svolge attività lavorative che
non richiedono impegno visivo ravvicinato, movimenti
ripetitivi degli arti superiori, postura uguale a quella
assunta durante il lavoro al videoterminale;
#
cambiamenti di attività. Consigliati in particolare
per i lavori che richiedono grande attenzione e
concentrazione o per i lavori più ripetitivi e monotoni.
$
Sottoporre i videoterminali a sorveglianza sanitaria
realizzata attraverso:
visite mediche preventive e periodiche per tutti i
videoterminalisti;
#
esami specialistici, qualora l’esito di tali visite
mediche ne evidenzi la necessità;
#
visite di controllo, con periodicità biennale, per i
videoterminalisti classificati idonei con prescrizioni e
per quelli che abbiano compiuto il cinquantesimo anno di
età, con periodicità quinquennale negli altri casi. Sono
fatti salvi i casi particolari che richiedono una frequeza diversa stabilita dal medico competente.
#
$
informazione e formazione circa:
le misure per avviare ai rischi riscontrati applicbili al posto di lavoro;
#
le modalità di svolgimento dell’attività;
#
la protezione degli occhi e della vista.
#
"12"
3. Prescrizioni minime
L
e prescrizioni minime per l’applicazione della normativa di tutela del lavoro ai videoterminali, previste a completamento del
Titolo VII del D.Lgs. 626/94 nell’allegato VI, erano inizialmente
solo indicazioni tecniche in ordine alle attrezzature, con particolare riferimento allo schermo, alla tastiera , al piano di lavoro ed al
sedile di lavoro.
Successivamente il D.Lgs. correttivo n. 242/96 ha aggiunto
disposizioni specifiche relative all’ambiente (illuminazione, riflessi
ed abbagliamenti, rumore, calore, radiazioni e umidità) e all’interfaccia elaboratore/uomo.
Recentemente, significative indicazioni sono state fornite
dalla Commissione Consultiva permanente per la prevenzione degli
infortuni e l’igiene del lavoro9, che ha predisposto, in attuazione di
quanto espressamente previsto dalla normativa, Linee guida per
l’uso dei videoterminali, emanate con decreto del Ministero del
Lavoro e della Previdenza Sociale di concerto con il Ministero della
Sanità10.
Di seguito si forniscono le indicazioni, comprese nei tre
provvedimenti sopra richiamati ed integrate, che mirano a garantire la predisposizione di un posto di lavoro complessivamente
confortevole che non crei disagi all’addetto al videoterminale. Il
rispetto di tali indicazioni, compatibilmente con le esigenze o
caratteristiche intrinseche della mansione, è richiesto al fine di
prevenire l’insorgenza dei disturbi muscolo-scheletrici, dell’affaticamento visivo e della fatica mentale dei lavoratori tenuto conto
che l’utilizzazione in sé del VDT non deve essere fonte di rischio.
"13"
3.1 Come attrezzare un posto di lavoro
al VDT
L
e attrezzature e l’arredo del posto di lavoro al VDT, per non
essere fonte di rischio per i lavoratori addetti al loro uso,
devono corrispondere ai seguenti requisiti.
$
Il piano di lavoro (scrivania) deve:
avere una superficie sufficientemente ampia per
disporre i materiali necessari e le attrezzature (video,
tastiera, ecc.) nonché consentire un appoggio per gli
avambracci dell’operatore davanti alla tastiera, nel corso
della digitazione;
#
avere una profondità tale da assicurare una corretta distanza visiva dallo schermo, tenendo presente
che schermi di grandi dimensioni richiedono tavoli di
maggiore profondità;
#
avere il colore della superficie chiaro, possibilmente diverso dal bianco ed in ogni caso non riflettente;
#
essere stabile e di altezza, fissa o regolabile, indcativamente fra 70 e 80 cm.;
#
avere uno spazio idoneo per il comodo alloggiamento
e il movimento degli arti inferiori e per infilarvi il sedile.
#
$
Il sedile deve:
#
essere di tipo girevole, saldo contro slitamento e
"14"
rovesciamento, dotato di basamento stabile o a cinque
punti di appoggio;
#
disporre del piano e dello schienale regolabili in
maniera indipendente così da assicurare un buon appoggio dei piedi ed il sostegno della zona lombare;
#
avere i bordi del piano smussati, in materiale non
troppo cedevole, permeabile al vapore acqueo o pulibile;
#
essere facilmente spostabile anche in rapporto al
tipo di pavimento;
#
qualora fosse necessario, essere dotato di un poggiapiedi separato, per far assumere una postura adeguata agli arti inferiori dell’operatore.
$
Lo schermo deve:
essere orientabile ed inclinabile in modo da potersi adeguare alle esigenze dell’utilizzatore;
#
avere un’immagine stabile, esente da sfarfallamento o da altre forme d’instabilità;
#
garantire una buona definizione dei caratteri, una
regolazione del contrasto tra i caratteri e lo sfondo dello
schermo.
#
$
La tastiera deve:
essere inclinabile, dissociata dallo schermo e posizionata davanti allo stesso con uno spazio sufficiente per
consentire l’appoggio delle mani e degli avambracci dell’utilizzatore;
#
"15"
avere una superficie opaca onde evitare i riflessi;
avere i simboli dei tasti sufficientemente contrastati ed essere leggibili dalla normale posizione di lavoro.
#
#
$
Il mouse, od eventuali altri dispositivi di uso frequente, devono essere posti sullo stesso piano della tastiera
e facilmente raggiungibili.
$
Il supporto per i documenti o leggìo porta-documenti, se
presente, deve essere stabile ad inclinazione regolabile,
secondo le esigenze dell’operatore, e collocato in modo
da ridurre il più possibile i movimenti della testa e degli
occhi.
3.2 Il posto di lavoro al VDT e
l’ambiente circostante
Il rapporto tra posto di lavoro al VDT e ambiente circostante è condizionato principalmente da problemi di corretta
illuminazione. A tal proposito occorre:
$
garantire un’illuminazione sufficiente ed un contrasto
appropriato tra schermo e ambiente, tenendo conto
delle caratteristiche del lavoro e delle esigenze visive
dell’utilizzatore;
$
evitare abbagliamenti dell’operatore e riflessi sullo
schermo o su altre attrezzature, strutturando l’arreda"16"
UN POSTO DI LAVORO BEN ATTREZZATO
"17"
mento del locale e del posto di lavoro in funzione dell’ubicazione delle fonti di luce.
Le condizioni di maggior comfort sono raggiunte
con illuminamenti di moderata intensità e con fonti luminose poste al di fuori del campo visivo, che non si differenzino in misura rilevante da quelle degli oggetti e
superfici presenti nelle immediate vicinanze, in modo da
evitare contrasti eccessivi;
#
è comunque necessario un corretto illuminamento
dell’ambiente, realizzato possibilmente con luce naturale
mediante una o più finestre dotate di tende o veneziane
da regolare secondo le necessità;
#
l’illuminazione artificiale dell’ambiente deve esse
re realizzata con lampade provviste di schermi ed esenti da sfarfallio, poste in modo che siano al di fuori del
campo visivo degli operatori; in caso di lampade a soffitto non schermate, la linea tra l’occhio e la lampada
deve formare con l’orizzonte un angolo non inferiore a 60°;
#
al fine di evitare riflessi sullo schermo e abbagliamenti dell’operatore o eccessivi contrasti di luminosità,
la postazione di lavoro va correttamente orientata
rispetto alle finestre presenti nell’ambiente di lavoro,
ponendo gli schermi a 90° rispetto ad esse (finestra sul
fianco) e le postazioni VDT ad almeno 1 metro dalle finestre stesse, che a loro volta debbono essere schermate.
#
Per quanto riguarda il rumore, il calore, le radiazioni e
l’umidità, si deve contenere la loro intensità a livelli tali da non
arrecare disturbo, e tanto meno danno, alla salute e sicurezza
dei lavoratori. In particolare occorre:
"18"
eliminare eventuali problemi di rumore determinati in fase di stampa dalle stampanti ad impatto procedendo alla loro segregazione o insonorizzazione al fine di
non perturbare l’attenzione e la comunicazione verbale;
#
ridurre la velocità dell’aria, evitando la presenza
di correnti d’aria provenienti da porte, finestre, bocchette di condizionamento, ventilatori, apparecchiature
poste in vicinanza, ecc. E’ importante che l’aria non sia
troppo secca per evitare possibili irritazioni degli occhi;
#
evitare fonti di calore radiante poste nelle immediate vicinanze della postazione, quali impianti di riscaldamento, ma anche finestre che possano essere colpite
da irraggiamento solare diretto, ecc.
#
3.3 Rapporto Elaboratore/Uomo
Il principio base è che l’elaboratore si deve adattare
all’uomo e non viceversa. Pertanto nella scelta del software si
dovrà tenere conto dell’elemento umano e dei suoi ritmi:
$
adeguando il software alla mansione da svolgere;
$
scegliendo un software di facile uso e, possibilmente,
adattabile al livello di conoscenza e di esperienza dell’utilizzatore;
$
fornendo le informazioni necessarie all’uso in una forma
e con un ritmo adeguato agli operatori.
"19"
Nel lavoro al videoterminale è possibile riscontrare una
certa resistenza degli operatori dovuta per lo più alle difficoltà di seguire in modo appropriato il continuo aggiornamento del software. E’ opportuno, pertanto, prevedere un adeguato periodo di formazione all’uso dei programmi e procedure
informatiche, che dovrà essere idoneo a sviluppare le competenze già disponibili ed a favorirne l’acquisizione di nuove.
Al riguardo l’operatore dovrà:
#
seguire le indicazioni e la formazione ricevuti;
utilizzare il software per il quale ha avuto l’informazione necessaria, ovvero facile da usare;
#
disporre di tempo sufficiente per acquisire le
necessarie competenze ed abilità;
#
rispettare la corretta distribuzione delle pause,
che hanno anche la funzione di evitare il sovraccarico
mentale.
#
Inoltre, è bene che l’operatore sappia di poter contare
su un referente per la soluzione di problemi derivanti da anomalie del software e delle attrezzature, così come la conoscenza del contesto in cui si colloca il risultato del lavoro al videoterminale è un elemento utile per l’attenuazione di uno dei possibili fattori di affaticamento mentale.
"20"
4. Effetti sulla salute
C
ome già accennato nell’introduzione, gli studi sinora condotti hanno evidenziato che i principali effetti sulla salute del
lavoro con VDT sono:
insorgenza di disturbi muscolo-scheletrici, legati
alle posture assunte;
#
disturbi oculo-visivi (astenopia o affaticamento
visivo);
#
fatica mentale o stress.
#
Tali effetti, che sono da mettere in relazione con:
la durata dell’esposizione al VDT;
le caratteristiche del lavoro svolto al VDT;
le caratteristiche della postazione di lavoro e dell’ambiente;
#
le carattaristiche dell’hardware e del software,
#
#
#
possono essere evitati rispettando rigorosamente i criteri di
corretto uso e di idoneo posizionamento del VDT nell’ambiente
di lavoro, nonché la rispondenza delle attrezzature alle prescrizioni minime descritte in precedenza.
E’ bene ribadire, per evitare inutili allarmismi, che sono
assolutamente da escludere, allo stato attuale delle conoscenze, disturbi associati a patologie oculo-visive (danni per la vista)
ed effetti da radiazioni ionizzanti o non ionizzanti sulla gravi"21"
danza o su qualsiasi apparato. Nei posti di lavoro con videoterminale, infatti, le radiazioni ionizzanti si mantengono a livelli
rilevabili nei comuni ambienti di vita e di lavoro. Per quanto
riguarda poi i campi elettromagnetici, la presenza del marchio
CE sul videoterminale garantisce che tali campi si mantengano
al di sotto dei limiti raccomandati e riscontrabili nei comuni
ambienti di vita ove sono utilizzate apparecchiature elettriche
e televisive. Nelle lavoratrici gestanti sono invece riscontrabili
variazioni posturali legate alla gravidanza che potrebbero favorire l’insorgenza di disturbi dorso-lombari. In relazione a ciò si
giustifica la modifica temporanea delle condizioni o dell’orario
di lavoro, prevista dal D.Lgs. n. 645/96, concernente il miglioramento della sicurezza e della salute sul lavoro delle lavoratrici gestanti.
Anche per coloro che già presentano problemi di tipo
muscolare o disturbi della vista non esistono particolari precauzioni da adottare, salvo il rispetto delle indicazioni generali
di comportamento, di seguito descritte e valide per tutti i soggetti, e l’adozione delle misure organizzative di prevenzione in
precedenza richiamate, che consentono di attrezzare le postazioni al VDT in modo da ovviare ai rischi e garantire comfort e
sicurezza.
Forse ancora poco studiati sono gli effetti sulla fatica
mentale, che spesso dipendono più dal tipo di interazione
richiesta dalla macchina (software) che dai ritmi o dalla durata
del lavoro. Un recente studio condotto dall’IIMS11 sottolinea
come i più “resistenti” sembrano essere coloro che sono portati per carattere ad un ipercontrollo della situazione e dell’ambiente. In questi individui, infatti, scatta il rifiuto di prendere
coscienza dei disturbi somatici sotto stress, il che determina,
però, altre conseguenze negative sulla salute, risultando tali
soggetti più colpiti da malattie cardiocircolatorie. Le più stres"22"
sate dall’attività al videoterminale sono invece le persone
estroverse, perché costrette ad interagire continuamente con
lo schermo, a scapito dei rapporti interpersonali. Più in generale il computer è fonte di stress per chi è obbligato ad usarlo per
attività ripetitive e non per chi sceglie volontariamente di lavorare con questo strumento per le possibilità che offre.
E’ importante, infine, tenere presente che un lavoro continuativo ed eccessivamente prolungato al VDT senza interruzioni, non solo facilita la comparsa di affaticamento visivo e
disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico, ma comporta anche
una diminuzione delle prestazioni lavorative con conseguente
aumento degli errori nell’esecuzione dei compiti.
5. Indicazioni
comportamentali
per la prevenzione
A
l fine di prevenire l’insorgenza di disturbi connessi ad uno
scorretto utilizzo del videoterminale, è possibile fornire
alcune indicazioni comportamentali di facile attuazione per
essere sempre in grado di affrontare tutti i tipi di lavoro al
VDT con un notevole margine di sicurezza. In generale è bene
sottolineare che:
$
non esiste una postura standard corretta da adottare
e mantenere nel lavoro al VDT.
"23"
La soluzione migliore è cambiare quanto più spesso possibile la posizione del corpo e dei segmenti corporei nello
spazio di lavoro, compatibilmente con i compiti da svolgere al
VDT.
Posture fisse o eccessivamente costrette o addirittura
scorrette (come, ad esempio, capo iperesteso, gambe accavallate, schiena curva) provocano un lavoro muscolare incongruo ed
eccessivo con cattiva circolazione sanguigna che causa dolore e
irrigidimento di vari segmenti corporei, più frequentemente
collo, spalle, braccia, polsi, dita, colonna lombare e schiena in
generale, ginocchia.
La sedentarietà, prolungata anche nella vita extralavorativa, nonché l’adozione di posture scorrette, facilitano il manifestarsi e talvolta l’aggravamento di tali disturbi.
Nella comparsa più o meno precoce di questo tipo di sintomi possono influire caratteristiche e fattori individuali come
le alterazioni metaboliche e del peso corporeo (es. obesità),
sesso, età, presenza di patologie artrosiche, etc..
Pertanto, oltre al frequente cambio di posizione dei
gruppi muscolari, sono da prevedersi:
$
opportuni cambi di attività (pause attive) che, come già
ricordato, debbono essere, in assenza di precise disposizioni contrattuali, di 15 minuti ogni 120 minuti di
applicazione continuativa al videoterminale. Il medico
compe tente, per particolari soggetti, può prescrivere
pause più frequenti o limitazioni nell’utilizzo del videoterminale, ove necessario.
Per quanto riguarda i disturbi visivi, è stato notato che
essi sono prevalentemente dovuti ai seguenti errori, facilmente
"24"
correggibili nell’organizzazione della postazione di lavoro:
insufficiente contrasto tra i caratteri e il fondo
dello schermo;
#
errata o inadeguata illuminazione dell’ambiente e
della postazione di lavoro;
#
scorretta posizione dello schermo video rispetto
alle fonti di illuminazione;
#
inadeguate caratteristiche dell’ambiente di
lavoro (scarsa umidificazione e ventilazione).
#
Inoltre è molto utile imparare e praticare costantemente alcuni esercizi per il rilassamento e per la mobilità oculare,
dei quali si fornisce una puntuale descrizione ed illustrazione
nel capitolo successivo.
Nel caso di fatica mentale o di reazioni da stress i fattori causali di più frequente riscontro, che vanno pertanto controllati nei limiti del possibile, sono così elencabili:
ripetitività delle operazioni ovvero monotonia del
compito al VDT;
#
scarsa conoscenza del software che si sta utilizzando ovvero senso di abbandono in caso di difficoltà
a procedere nel lavoro;
#
rumorosità ambientale o interferenze e interruzioni forzate nell’esecuzione del lavoro;
#
sovraccarico ovvero sottocarico di lavoro anche
in termini di responsabilità generali;
#
"25"
#
clima e rapporti con i colleghi e con i capi.
Dato che tali variabili sono correlate ai contesti lavorativi specifici, è necessario che il datore di lavoro conosca tali
problematiche e sia in grado di attivare procedure di organizzazione del lavoro e di coinvolgimento del personale atte a
ridurre al minimo il manifestarsi di tali fenomeni.
Dopo aver imparato a conoscere i possibili rischi del lavoro al videoterminale ed aver appreso le indicazioni generali di
comportamento, si potrebbe così riassumere “il da farsi” nel
momento in cui ci si accinge a svolgere la propria attività lavorativa in una postazione di lavoro con VDT:
A
ssumere la postura
corretta di fronte al
video, con i piedi ben
appoggiati al pavimento e
la schiena poggiata allo
schienale della sedia nel
tratto lombare, regolando
allo scopo l’altezza della
sedia e l’inclinazione dello
schienale.
"26"
P
osizionare lo schermo
del video di fronte, in
maniera che lo spigolo
superiore dello schermo
sia posto un po’ più in basso
del piano orizzontale che
passa per gli occhi dell’operatore e ad una distanza
dagli occhi pari a 50-70
cm.
D
isporre la tastiera
davanti allo schermo
ed il mouse, o eventuali
altri dispositivi di uso frequente, sullo stesso piano
della tastiera, in modo che
siano facilmente raggiungibili.
"27"
E
seguire la digitazione
ed utilizzare il mouse
evitando irrigidimenti inutili delle dita e del polso e
cercando di tenere gli
avambracci appoggiati sul
piano di lavoro in modo da
alleggerire la tensione dei
muscoli del collo e delle
spalle.
E
vitare, per quanto possibile, posizioni di lavoro fisse per tempi prolungati. Nel caso ciò fosse
inevitabile, ricordarsi di
“sgranchirsi” spesso (collo,
schiena, arti superiori ed
inferiori). Se si dispone di
una sedia con braccioli
assicurarsi che non provochino un eccessivo innalzamento o abbassamento
delle spalle quando si desidera utilizzarli.
"28"
D
istogliere periodicamente lo sguardo dal
video per guardare oggetti
lontani al fine di ridurre
l’affaticamento visivo.
D
urante le pause ed
i previsti cambiamenti di attività è bene
non dedicarsi ad attività che richiedano un
intenso impegno visivo,
(ad esempio correzione
di un testo scritto).
U
tilizzare
gli
eventuali
mezzi di correzione della vista prescritti.
"29"
6. Esercizi
G
iunti a questo punto, sembra opportuno segnalare un metodo per tradurre le indicazioni di prevenzione suggerite in
esercizi utili per affrontare con serenità ed efficienza le attività di lavoro che comportano l’uso di attrezzature munite di
videoterminale. In particolare si illustrerà:
$
$
un semplice quanto efficace sistema di rilassamento per
la funzione visiva e di mantenimento della mobilità
oculare;
una serie di esercizi correttivi delle posture viziate per
la muscolatura del collo, delle spalle e della schiena.
6.1 Sistemi di rilassamento per la
funzione visiva
Uno dei metodi più semplici e più raccomandati per riposare gli occhi e la mente è il palming, così chiamato perché in
questo esercizio il palmo di ciascuna mano viene usato per
coprire gli occhi chiusi.
Un altro semplice esercizio di rilassamento, che dovrebbe diventare una pratica automatica di ogni soggetto ad elevato impegno della vista, è il blinking, o battito delle palpebre,
cioè l’ammiccamento.
Altro esercizio estremamente rilassante è il sunning,
cioè l’esposizione degli occhi chiusi alla luce del sole.
Si raccomanda, infine, il lavaggio oculare o washing con
acqua fredda.
"30"
Palming
Seduti comodamente, cercando di essere il più sciolti e
rilassati possibile, coprire entrambi gli occhi con il palmo di ciascuna mano senza premere su di essi. Quanto più nero e profondo risulta il colore di fondo che si vede durante l’esercizio
tanto maggiore è il rilassamento che si ottiene. Concentrare la
mente su oggetti piacevoli o sulla intensità del colore di fondo.
In questo modo gli occhi riposano molto più
efficacemente di quanto non possa ottenersi con l’azione del sonno (anzi il sonno
diminuisce l’apporto di ossigeno e di
nutrienti alla cornea, essendo chiuse le
palpebre, e può anche favorire la ritenzione locale di liquidi a causa della prolungata posizione supina).
"31"
Blinking
Battere le palpebre rapidamente, due o più volte, ogni tanto
qualsiasi cosa si stia facendo, cercando di farlo senza sforzo.
In questo modo si ottiene un
effetto
rilassante
sulla
visione e si aiutano le palpebre nelle loro funzioni naturali di protezione, di pulizia
e di lubrificazione della
superficie oculare.
Sunning
Esporre gli occhi alla luce solare a palpebre chiuse ogni
volta che è possibile farlo.
In questo modo si ottiene il
rilassamento dei muscoli e
dei nervi del globo oculare,
in quanto il calore dei raggi
infrarossi ha l’effetto di
vasodilatare la circolazione
locale.
"32"
Washing
Lavare gli occhi con acqua fredda ogni volta che si ha la
sensazione di affaticamento visivo, unita ad arrossamento degli
occhi, sensazione di fastidio, bruciore o senso di eccessiva
secrezione.
$
Tutti questi esercizi di rilassamento dovrebbero entrare nella pratica quotidiana, né più né meno delle normali
attenzioni igieniche che dedichiamo ad altre parti del
nostro corpo, spesso molto meno importanti di quel prezioso organo di senso che è l’occhio.
"33"
6.2 Sistema di mantenimento della
mobilità oculare
P
er aiutare la muscolatura oculare si raccomanda una sequenza di esercizi, praticabile anche durante le pause di lavoro,
che ha il compito di rilassare e rinforzare i muscoli che circondano il globo oculare. Regola generale è quella di praticarli sempre impiegando il minimo sforzo muscolare, in quanto tali esercizi hanno lo scopo di vincere la tensione, non di aumentarla.
Esercizio n. 1 (in tre parti)
1. Muovere gli occhi lentamente in su e in giù, mantenendo il
capo il più possibile fermo e
rilassato, senza sforzarsi.
2. Muovere gli occhi a destra
e a sinistra, con le modalità
descritte nell’esercizio precedente.
3. Completare questo esercizio seguendo con lo sguardo, a
capo immobile, il perimetro
del soffitto, dapprima in
senso orario e successivamente in senso antiorario.
Ripetere alcune volte
"34"
Esercizio n. 2
Distogliere lo sguardo dagli
oggetti vicini e rivolgerlo ad
oggetti lontani (più di 6
metri), ad esempio guardare
alternativamente i caratteri
sul video e oggetti lontani
fuori dalla finestra.
Eseguire l’esercizio abbastanza
velocemente
per
alcune volte.
Esercizio n. 3
Muovere lentamente gli occhi
a cerchio, seguendo ad esempio il bordo del video oppure di
una finestra, dapprima in
senso orario e successivamente in senso antiorario.
Ripetere l’esercizio alcune
volte cercando di impiegare
il minimo sforzo
$
Intercalare ogni esercizio con un palming di alcuni secondi.
"35"
6.3 Esercizi correttivi delle posture
viziate12
Per il collo
Mettersi seduti, afferrare la
testa e tirare lentamente il
capo verso il basso, evitando
eccessive forzature. Restare
fermi per 10 secondi.
Ripetere alcune volte
Schiena eretta, ruotare lentamente il capo senza forzare, dapprima in senso orario e
successivamente in senso
antiorario. Effettuare solamente mezzo giro in un senso
e nell’altro.
Ripetere alcune volte
"36"
Volgere alternativamente il
capo verso destra e verso
sinistra, senza forzare.
Ripetere alcune volte
Ritrarre e spingere fuori il
mento alternativamente.
Ripetere alcune volte
Per le spalle
Dalla posizione seduta portare
una mano fra le scapole,
tenendo ben in alto il gomito,
aumentando lo stiramento con
l’altra mano sul capo.
Mantenere la posizione per
almeno 20 secondi.
Ripetere alcune volte
alternando le braccia
"37"
In piedi, sollevare ed abbassare ripetutamente le spalle con
movimento deciso
Ripetere alcune volte
In piedi, senza irrigidirsi,
effettuare con gli omeri un
movimento circolare piuttosto
vigoroso.
Ripetere alcune volte
Per la schiena
Dalla posizione seduta, la
schiena ben diritta, le gambe
divaricate, abbandonare le
braccia
fra
le
gambe.
Lasciarsi cadere lentamente
in avanti a toccare terra con il
dorso delle mani. Ritornare
alla posizione iniziale.
Ripetere alcune volte
"38"
Note al testo
1) Cfr. World Health Organization (WHO-OMS), “Visual display terminals
and workers’ health”, in OFFSET PUBL., n. 99, Geneva, 1987.
2) Cfr. il recente Decreto Interministeriale dei Ministeri del Lavoro e della
Previdenza Sociale e della Sanità, del 2 ottobre 2000, pubblicato sulla GURI
n. 244 del 18 ottobre 2000.
3) Cfr. Titolo VI del D.Lgs 624/94, modificato e corretto dal D.Lgs. 242/96
e dall’art. 21 della Legge n. 422 del 29 dicembre 2000, nonché l’allegato VII
dello stesso. I principali adempimenti stabiliti dal D.Lgs. 624/94, e successive modifiche ed integrazioni, sono sinteticamente illustrati nell’opuscolo
“Sicurezza e salute nei luoghi di lavoro: la nuova legislazione”, Istituto
Italiano di Medicina Sociale Editore, Roma 1996. Per una consultazione integrale del D.Lgs 626/94, nella versione modificata e corretta sino al marzo
2000, si rimanda al volume di commento degli autori Greco E., Tosti M.P.,
Ombuen G., Pirone G.M., “Verso una nuova cultura della sicurezza sui luoghi
di lavoro”, Istituto Italiano di Medicina Sociale Editore, Roma, 2000.
4) L’art. 50, comma 2, del D.Lgs. n. 626/94 recita: “Le norme del presente
titolo non si applicano ai lavoratori addetti: a) ai posti di guida di veicoli o
macchine; b) ai sistemi informatici montati a bordo di un mezzo di trasporto; c) ai sistemi informatici destinati in modo prioritario all’utilizzazione da
parte del pubblico; d) ai sistemi denominati “portatili” ove non siano oggetto di utilizzazione prolungata in un posto di lavoro; e) alle macchine calcolatrici, ai registratori di cassa e a tutte le attrezzature munite di un piccolo
dispositivo di visualizzazione dei dati o delle misure, necessario all’uso diretto di tale attrezzatura; f) alle macchine di videoscrittura senza schermo
separato”.
5) Cfr. art. 51, D.Lgs. n. 626/94.
6) Chiarimenti operativi in ordine alla definizione di “lavoratore esposto” e
di “sorveglianza sanitaria” sono contenuti nella Circolare del Ministero del
Lavoro e della Previdenza Sociale n. 16 del 25 gennaio 2001. Per le pubbliche
amministrazioni in particolare vedi anche la Circolare della Presidenza del
"39"
Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Funzione Pubblica n. 5 del 20 aprile 2001.
7) Cfr. art. 52 “Obblighi del datore di lavoro”, art. 53 “Organizzazione del
lavoro”, art. 54 “Svolgimento quotidiano del lavoro”, art. 55 “Sorveglianza
sanitaria” e art. 56 “Informazione e formazione”. Si segnala che l’art. 55 è
stato modificato secondo i contenuti sintetizzati nel testo dalla citata legge
29 dicembre 2000, n. 422.
8) Per quanto riguarda il richiamo alle condizioni ergonomiche, utilizzato per
diverse fattispecie dalle vigenti normative sulla sicurezza, si ritiene utile
ricordare che l’ergonomia è quella scienza che studia la relazione esistente
fra le prestazioni e lo stato-fisico dell’uomo ed i diversi tipi di lavoro,
attrezzature, strumenti ed ambienti. In tal senso, quindi, anche per il lavoro al VDT occorre applicare i principi dell’ergonomia per esaminare l’interazione fra l”uomo e la macchina, fra i metodi di lavoro e gli strumenti impiegati durante l’utilizza del VDT, nonché fra l’uomo e l’area di lavoro per concepire strumenti, macchine o dispositivi che possano essere utilizzati dalla
maggior parte delle persone con il massimo conforto di sicurezza e di efficienza.
9) Organismo composto da rappresentanti del Ministero del Lavoro e delle
organizzazioni sindacali nonché da funzionari ed esperti di diversi organismi
pubblici che si occupano di sicurezza sul lavoro, tra cui l’Istituto Italiano di
Medicina Sociale. Per un maggior dettaglio si rimanda all’art. 26 del D.Lgs
626/94. e successive modifiche ed integrazioni.
10) Vedi nota 2.
11) Giannini A.M., Bonaiuto P., “Caratteristiche e condizioni dello stress negli
operatori al computer. Indicazioni per la prevenzione”, Istituto Italiano di
Medicina Sociale Editore, Roma, 1998.
12) Per una rassegna più completa di esercizi utili a correggere le posture
viziate si rinvia a: “La Movimentazione manuale dei carichi”, Istituto Italiano
di Medicina Sociale Editore, Roma, 1998.
"40"
Riferimenti bibliografici
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medical appraisal of the state of the art”, in Scand. J. Environ Health, 1984,
10.2 – 1- 87. pp.55-69.
CERVETTI SPRIANO F., “La nuova normativa di sicurezza sul lavoro”,
Milano, Giuffrè Editore, 1996.
COMMISSIONE EUROPEA, “Sicurezza e salute sul luogo di lavoro. Guida ad
uso delle PMI”, Ufficio delle Pubblicazioni Ufficiali delle Comunità Europee,
Lussemburgo, 1996.
FERRARA G., GIUDICI M., MORELLI M., ZAPPOLI S., “Manuale di sicurezza del lavoro”, Milano, IPSOA Editore, 1996.
GIANNINI A.M., BONAIUTO P., “Caratteristiche e condizioni dello stress
negli operatori al computer. Indicazioni per la prevenzione”, Istituto
Italiano di Medicina Sociale Editore, Roma, 1998.
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Conoscere e prevenire i disturbi legati all’uso di unità video”, in Dossier
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WHO - OMS, “Visual display terminals and workers’ health”, in OFFSET
PUBL., n. 99, Geneva, 1987.
WHO - OMS, “Update on visual display terminals and workers’ health”,
(/OCH/90.3), Geneva, 1990.
"41"
Facsimile*
RICEVUTA DEL DOCUMENTO
“IL LAVORO AL VIDEOTERMINALE”
Il sottoscritto.........................................................................................
qualifica.....................................................................................................
presso.........................................................................................................
dichiara di aver ricevuto il suddetto documento e di impegnarsi a prenderne attenta conoscenza, anche ai fini degli obblighi
di legge in esso richiamati e delle conseguenze che possono
derivare dalla loro inosservanza.
Roma, li..........................................
Firma..............................................
(da conservare nel fascicolo personale dell’interessato)
* Il presente modulo deve essere compilato e conservato quando il documento è utilizzato in adempimento dell’art. 21 del D.Lgs. n. 626/94.
Finito di stampare
nel mese di settembre 2001
presso la «LITOGRAFIA CHICCA» Tivoli (RM)
Istituto Italiano di Medicina Sociale (I.I.M.S.)
Via Pasquale S. Mancini, 28
00196 Roma
Tel. 06/3200642-3
Presidente: prof. Pierantonio Ricci
Direttore Generale: dott. Giovanni Maria Pirone
Grafica e impaginazione a cura del
Servizio Biblioteca, Documentazione ed Editoria (SEBD)
Responsabile: dott. Livio Agostini
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Il lavoro al videoterminale - “E. De Giorgi” – Università del Salento