AVVENTURE NEL MONDO • AVVENTURE NEL MONDO
India
tomba, è probabilmente la seconda meta di pellegrinaggi
dell’intero Islam. Oltre il maestoso portale verde dell’ingresso, tra cortili lastricati, moschee di marmo bianco,
enormi paioli di ferro che raccolgono le offerte, sotto archi e porticati abbiamo vissuto una delle esperienze più
splendide e stranianti del viaggio. Uomini, donne bambini
si aggirano tra gli edifici, pregano, banchettano fuori dal
sepolcro di quest’uomo di pace, che ebbe grande influenza tra l’XI e il XII secolo e la cui venuta in India precedette la conquista armata dei suoi correligionari.Al riparo di
un padiglione, due file di uomini recitano il rosario snocciolando pietre sferiche; donne dai colori vivaci pregano
in ginocchio su stuoie, all’ombra di un porticato, probabilmente lo stesso sotto il quale si genufletteva l’imperatore Akbar durante i suoi pellegrinaggi annuali.
Un altro centro di devozione islamica è la cittadina di
Sarkhej, alla periferia di Ahmedabad, dove accanto a un
laghetto artificiale circondato da gradini sorge il complesso architettonico sacro del Roza, che comprende un antico e suggestivo mausoleo, la tomba di un santo musulmano e una moschea.
Senza dubbio, il più impressionante di tutti i luoghi sacri
del Gujarat è la collina di Shatrunjaya, a pochi chilometri dalla cittadina di Palitana. Shatrunjaya raggruppa due linee di templi sulle sommità del colle e nella depressione
che li separa,circondati da alte mura costruite a scopo difensivo.A causa delle persecuzioni dei conquistatori musulmani prima della concessione della tolleranza religiosa,
nei suoi nove recinti di mura è contenuto il fantastico numero di 863 templi jainisti.Una larga scalinata di 3950 gradini conduce dalla piana fino all’altezza di 600 metri; conviene iniziare l’ascesa di mattino presto perché l’ombra
non esiste lungo l’intero percorso. I pellegrini sono numerosi, soprattutto fedeli jainisti: donne di ogni età vestite con semplici indumenti bianchi,a capo coperto,che salgono e riscendono di corsa tratti di gradini a piedi scalzi.
La luce obliqua dell’alba illumina il bianco delle tuniche e
si riflette sulla pietra dei gradini; Shatrunjaya appare come
una cresta capricciosa sopra la collina, una città di favola
costruita da qualche genio orientale.All’interno delle mura regnano quiete e serenità: fedeli inginocchiati davanti
all’ingresso dei templi, monaci seduti a gambe incrociate,
pellegrini e curiosi che ammirano il lavoro d’arte.
Dall’ingresso aperto di qualche tempio ci raggiunge il
mantra cantato di qualche fedele, il vento suona le campanelle cucite sulle bandiere. Dal punto più alto si abbraccia
con un solo colpo d’occhio l’intera città degli dèi, una visione tutta bianco, oro e grigio, un panorama da sogno di
guglie, statue e colonne separate dalla linea scura delle
mura, e il lontano specchio d’acqua che dalla pianura riflette i raggi del sole ancora bassi.
Un viaggio di venti giorni è un breve passaggio in India sulle orme di generazioni che ci hanno preceduto di poco,
stranieri venuti qui per cercare qualcosa che in occidente
non esiste più.
Shatrunjaya
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India
Testo e foto di Simona Riccardi
Con Phenelope alla ricerca
di Ulisse in Rajastan
bbene sì, siamo di nuovo pronti a partire per un
viaggio, e che viaggio…. stavolta portiamo Penelope in Rajastan alla ricerca di Ulisse. Speriamo che
sia la volta buona!! La nostra Penelope è triste perché il
suo amato Ulisse è partito anni fa da Itaca e non è più tornato a casa. L’abbiamo già portata a destra e a manca per
il mondo… ma non c’è stato niente da fare. Il caro Ulisse sembra davvero scomparso! Però non demordiamo e
facciamo ancora un tentativo:Rajastan… hai visto mai che
lo troviamo proprio qui??
26 ottobre - Sparsi da ogni dove raggiungiamo Roma e
poi tutti insieme per il volo Amman – Dehli dove atterriamo, stravolti e ridotti come la pelle dello stracchino
(oramai è un classico dei miei viaggi e dei miei articoli),
alle 6.00 della mattina. E il bello viene adesso perché abbiamo ancora tutta la giornata davanti!!
27 ottobre – Per prima cosa comperiamo una saccata
di bottiglie di whisky al duty free per il corrispondente.
Anche qui il “paghi 2 prendi 3” sta spopolando e il nostro
corrispondente, scaltro come una volpe, mi ha opportunamente istruito in modo che gliene possa acquistare un
considerevole quantitativo... così si è sistemato tutti i regali di Natale!! Ci carichiamo di alcool come muli da soma e... oplà ci buttiamo nella bolgia di Dehli dove venia-
E
mo assaliti da un’orda barbarica di “indianini” che ci vogliano portare le valige, trovare un taxi, un albergo, e offrirci qualsiasi servizio possa essere “scambiato” a caro
prezzo con del vile denaro.
BENVENUTI NEL CLUB “LO SPENNO DEL TURISTA”.
Il club è privato e per accedere occorre rispettare il decalogo del PERFETTO BABBALONE:
• Rusare violentemente le valigie nelle mani dei facchini
anche quando la stanza è al pian terreno e dare una succulenta mancia.Selezionare oculatamente i souvenir nei
negozi degli alberghi controllando che il prezzo sia maggiorato come minimo del 50-60%
• Se ve ne dimenticate qualcuno non disperate: ci sono
sempre i negozi degli aeroporti. Qui applicano un buon
40%, non è l’ottimale ma è comunque accettabile.
• Evitare tassativamente le bancarelle (troppo economiche)
• Telefonare più e più volte dalle stanze d’albergo verificando che vi addebitino almeno il 200 – 300 % in più.
• Stare lontani dalle schede telefoniche (pensate che con
alcune si telefona con 10 cent di Euro al minuto … attenti sono contagiose come la peste!!)
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• Fotografare tutti i cammelli contromano che incontrate in autostrada e pagare profumatamente il padrone.
• Fiondarsi senza indugio sul primo taxi che trovate e (mi
raccomando) non accordarsi prima sulla tariffa… alla fine vi daranno una madornale salassata.
• Riempirsi di chincaglieria inutile che vi vendono attraverso i finestrini del pulmino. Magari non è cara ma è
talmente inutile che aiuta comunque a fare punteggio
per il concorso il Babbalone d’oro.
• Vincere il GRAN BABBALONE D’ORO DELL’ANNO
almeno una volta.
Ma noi possiamo fare a meno di ogni “servigio” perché ad
attenderci abbiamo il nostro pulmino che ci traghetta lesti lesti in albergo.Una sciacquata e iniziamo la giornata in
ufficio dal corrispondente per sbrigare le pratiche e pagare gli alberghi (mentre una parte di gruppo si dirige al
Qutd Minar). La stanchezza si fa sentire e il Paolino si addormenta sul divano della sala d’attesa. Saldati i conti via
tutti insieme alla Tomba di Humayum e poi al Forte Rosso.Cena in un ristorante vegetariano (orripilante) e poi ci
facciamo una colossale ronfata!!
28 ottobre – Conosciamo il nostro Caronte,l’autista del
pulmino, che oltre a pesare 150 kg (tutti di pancia) è anche uno sveglione!! Invece il suo “mozzo” è sveglio (davvero) e veloce. Meno male!! Oggi il programma prevede
la prima sosta a Vrindavan dove ci arriviamo praticamente a mezzogiorno perché lo sveglione si perde svariate
volte… incominciamo bene!! Ficchiamo il naso nel tempio di Krishna, un po’ aumm aumm perché sarebbe chiuso, ma ce ne andiamo subito perché non ci piace. Seconda tappa a Sikandra alla tomba di Akbar, bellissima!! E per
finire arriviamo ad Agra giusto in tempo per visitare il Forte Rosso al crepuscolo. Dall’altro lato del fiume si scorge
in lontananza il Taj Mahal, immerso nella nebbia. Cerchiamo l’albergo e poi ceniamo io e Andrea al Pizza Hut mentre gli altri in un ristorantino indiano.
29 ottobre – Ma Penelope chi è? La mucca di peluche
della nostra Valentina.!!! Sta sempre con noi, ci fa tanta
compagnia, non disturba e.. non fa nemmeno la cacca!!
(meno male …. l’India è già piena per conto suo di cacca
di mucca senza quella della nostra Penny). Nel frattempo
cerca Ulisse,il suo bel torellone scatenato di peluche.Dopo esserci fatti perquisire anche le mutande, passiamo la
mattinata al Taj Mahal. La tomba è così bella e maestosa
con i suoi intarsi preziosissimi, che rimarrà per tutti noi il
più bel monumento del viaggio.Scattiamo decine,anzi centinaia,ma cosa dico? migliaia di foto e poi proseguiamo per
Fatepur Sikri,la città-fortezza di Akbar.Prendiamo una guida (anche se in realtà la nostra Grazia avrebbe tranquillamente potuto spiegarci tutto per filo e per segno) e scorazziamo osservando estasiati la convivenza perfetta di ar-
chitettura musulmana,induista e cristiana.Complimenti …
il caro Akbar era veramente un ometto “avanti”. E vai e
vai il nostro Caronte dopo essersi perso un po’ finalmente
trova l’albergo di Jaipur che è stupenderrimo (altro che
Avventure) ma effettivamente un po’ fuori mano. Per punizione ci facciamo portare in centro al ristorante da Niros’ … slurp!!
30 ottobre – Colazione con super-buffet. C’è davvero
tutto, manca giusto il fieno per Penelope ma si accontenta di un croissant. Per prima cosa facciamo una bella foto
al Palazzo dei Venti perché al mattino c’è la luce giusta.Una
piccola sgambata (dato che Penelope fa i capricci e non
vuole salire sull’elefante….) e siamo alla fortezza di Amber. Niente guida, da oggi in poi ci pensa Grazia. Parcheggiamo il pulmino ed entriamo nel City Palace e poi terminiamo la parte culturale con il Palazzo dei Venti. Non ci
resta che sparpagliarci per negozi anche se oggi è domenica e per giunta è inziato il Diwari (cioè il capodanno)
per cui c’è un casino allucinante.E quando dico “casino allucinante” per una città indiana significa che dovete moltiplicare per dieci quello che normalmente pensate che sia
un casino allucinante. Ma noi siamo di quelli duri e riusciamo comunque a spendere i nostri soldini; piuttosto
che niente facendo incetta di occhiali da sole Ray-Ban.Ceniamo di nuovo da Niros’ e buonanotte!!
31 ottobre – Iniziamo spendendo soldi nella fabbrica di
carta, meravigliosissima, dove Penelope si diverte facendo
foto alle signore che lavorano.A seguire quella dei tessuti e poi imbocchiamo a manetta l’autostrada con direzione Puskar. Oggi Caronte va via come un treno … ma dopo nemmeno 50 km … altro che treno …la frizione del
pulman si rompe! E bravo Sveglione, sono due giorni che
il nostro esperto camionista Robbè (leggere Roberto con
accento pesantemente romano) ti dice che sta frizione
non va bene!!! Non ci rimane che chiamare i “meccanici”
ed aspettare queste 4 belle orette intanto che viene riparato. Gli animi si scaldano, ma li raffreddiamo con un po’
di bibite. Ne approfittiamo per osservare il “passaggio” in
autostrada: automobili, moto, biciclette, mucche, addirittura un cammello contromano che vuole farsi fotografare e… ovviamente vuole i soldi (non dimenticate i punti
del babbalone d’oro…)!! In ogni caso senza il nostro Robbè, col cavolo che sistemavamo la frizione. Sbarchiamo a
Puskar nell’albergo ex-residenza del Maharaja e scopriamo che hanno una stanza in meno. Poco male, ci compattiamo,e in compenso ci regalano la cena nell’hotel più bello della città con una splendida vista lago. Ci strafoghiamo
di cibo vegetariano e di birra analcolica, a Puskar non si
trova altro, e poi stiamo tutta notte svegli … per i botti
di capodanno!!
1 novembre – Ci alziamo presto per recuperare l’escursione ad Ajmer che avremmo dovuto fare ieri pomeriggio. Avete un copricapo?
No? E allora non potete
entrare nel Dargah (il
santuario). A Penelope
non piace e quindi dopo
aver attraversato il paese
entriamo nel tempio jainista Nasiyan. Il custode
ci accoglie con un “Non
vedrete mai un’altra cosa
simile nella vostra vita”
…. Esagerato e cosa c’è
dentro sto tempio?
Un’intera sala d’oro con
la ricostruzione dei templi jainisti più belli e famosi dell’India, ovviamente in oro. Un po’
India
kitch la faccenda però effettivamente unica! Usciamo e intanto che ci rimettiamo le scarpe (voi sapete bene che nei
templi si entra senza scarpe,qualche volta anche senza calze…. schifo!) ci vendono un po’ di tele di seta con sopra
gli elefanti (fanno punti per il babbalone d’oro).Siamo stravolti dal caldo, Penny non ce la fa più, e quindi ci riposiamo 3 ore in albergo prima di andare al mercato di Puskar
a fare shopping. Pashmine, copricuscini, copridivani, incensi, insomma qui i punti si sprecano. Siamo fortunati e
assistiamo a una bella cerimonia sui ghat dove apprezziamo le donne abbigliate con il saree da festa. Gran reportage fotografico anche perché gli induisti si fanno fotografare volentieri. Cena con fuochi d’artificio sulla terrazza con vista-lago.
2 novembre – Pronti via … e no! Il nostro sveglione sta
cambiando la gomma del pulmino.Adesso? Ma se ieri ha
avuto tutto il giorno libero? Va bè, un po’ in ritardo arriviamo a Chittorgar per vedere la fortezza. The sveglion
non prende le misure e .. voilà come d’incanto tiriamo giù
tutte le lucine di capodanno della via principale della città. La folla ci accerchia e noi scappiamo veloci acchiappando 3 tuc – tuc (le api-taxi). La fortezza è stupenda e
dopo la solita cinquantina di foto andiamo in albergo ad
Udaipur, dove restiamo anche per cena. Ma Ulisse dov’è?
Cara Penelope, mi sa che devi avere ancora un po’ di pazienza…
3 novembre – Oggi il Paolino ha un bel febbrone e così
rimane in camera tutto il giorno con Penelope sulla testa
(sissignori proprio sulla testa) che gli fa compagnia. Udaipur (la città blu) ci piace, ci piace e ci piace! Compriamo
i biglietti del City Palace più giro in barca per l’isola di Jagmandir.Durante la nostra gita in barca diamo anche un’occhiata all’isola di Jagniwas (per intenderci dove c’è l’hotel
del film di 007 … non chiedetemi quale…). Pomeriggio
per lo shopping che qui è davvero galattico e poi oggi ci
concediamo addirittura l’aperitivo sulla terrazza di un albergo stile “Alì Babà”. Quando facciamo le cose … le facciamo bene… e siccome il posto merita ci torniamo anche a cena!
4 novembre – Ci facciamo “cuccare” che non abbiamo
pagato la colazione del giorno prima, ma rimediamo subito! La prima tappa prevede il bellissimo tempio Sas Bahu,
a Nagda. Un po’ di foto di gruppo e poi diamo un’occhiata in giro .. caso mai ci fosse Ulisse… niente! Il tempio di
Eklinji apre alle 10.30 e intanto che aspettiamo ci facciamo un giretto sul lago ad osservare donne e uomini (rigorosamente in due posti separati) lavare i panni e fare
abluzioni. Dopo esserci tolti scarpe e calze entriamo al
tempio e osserviamo la cerimonia.Via di corsa verso lo
Sri Nathji (che invece chiude alle 12) e …. arriviamo che
è già chiuso! Pazienza, ci rifacciamo nel tardo pomeriggio
con il complesso di Ranakpur che è davvero un gioiellino
con sculture spettacolari.Rimaniamo estasiati e anche qui
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India
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la nostra Penelope fa i capricci perché non si vuole più
muovere. Suvvia il tempio è bello ma ne abbiamo ancora
tante di cose da vedere! Trasciniamo Penny in pulmino e
finalmente arriviamo a Ghanerao, in un albergo-residenza
del vecchio maharaja. Il paesino è piccolissimo ma facciamo ugualmente pascolare un po’ Penelope prima di cena.
Ceniamo in albergo con buffet e poi trascorriamo una piacevolissima serata sulla terrazza dell’albergo a sbevazzare
birra!
5 novembre – Stamattina il buon Caronte ci traghetta
alla fortezza di Ghanerao dopo un’ora di viaggio. Ci disperdiamo camminando e apprezzando il paesaggio e il meraviglioso contesto in cui è inserita questa fortezza. Caronte si ferma all’improvviso e scende dal pulmino.La nostra Grazia esordisce in un perfetto milanese:“El s’è stufì. El gha la Pecòla, la pel del cù che la se scòla” e poi traduce per i non milanesi:“Si è stufato. Gli è venuta la pecolla, cioè la pelle del c..o che si scolla” E invece no, altro
che pecolla, gli è venuta fame!! Ne approfittiamo anche
noi per fare uno spuntino con le scorte di sopravvivenza
che ci siamo portati da casa (personalmente parmigiano
e crackers) e poi ce la ronfiamo a più non posso sul pulmino per tutto il pomeriggio! Dovete sapere che l’India è
meravigliosa sotto tantissimi punti di vista, ma non si può
certo dire che sia famosa per l’arte culinaria. Certo, non
è proprio solo riso e pollo e pollo e riso, ma è tutto talmente piccante che dopo un po’ le scatolette di tonno e
i pezzetti di parmigiano vi sembreranno un’oasi nel deserto!! E poi come si ronfa sul pulmino! Siamo davvero un
gruppo super-ronfone, non facciamo in tempo a mettere
piede in bus, che già abbiamo gli occhi chiusi e…. la boccuccia aperta! Arriviamo a Jodhpur giusto all’ora di cena
e ci facciamo portare dallo sveglione al ristorante Kalinga
dove ci abboffiamo di pollo tandoori e una quantità industriale di altri piatti di cui riusciamo persino a perdere il
conto (e dulcis in fundo litighiamo con il cassiere quando
dobbiamo pagarli).
6 novembre – Altra fortezza,altro regalo.Stamattina tocca a Meheranghar. Caspita, una fortezza è una fortezza ..
ma questa è proprio bella! E ci sono pure le audioguide
… anvedi la tecnologia non manca nemmeno qui!! Terminato il giro prendiamo un caffè al bar (che caffè e che
bar…) e ne approfittiamo anche per prenotare la cena sulla terrazza della fortezza con vista panoramica sulla città.
Prendiamo i tuc-tuc, per fare prima, e andiamo alla tomba di Jaswan Thada, che se la tira come se fosse il
Taj Mahal …. ma per piacere!! Pessima idea
perché c’è traffico e così ci mettiamo
il doppio; però poi ci accompagnano anche alla Clock-Tower, la
piazza del mercato. Ci immergiamo immediatamenHumayum
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te nella città blu a fare shopping e qui l’accumulo di punti è fantastico: pashmine, tende, balsamo di tigre, ecc, ecc!
Torniamo in albergo per una doccia e poi cena spettacolare sulla terrazza. Il prezzo è davvero per BABBALONI,
quest’anno il premio mi sa che lo vinciamo, però Penelope è così felice intanto che si mangia le sue patate Tandoori Aloo che non se lo dimenticherà mai. E adesso a
nanna!!
7 novembre – Svegliaaaa è ora di partire. Prima tappa ai
cenotafi di Mandore,belli ma molto mal tenuti.Però è comunque un luogo sacro, quindi Penelope non puoi fare la
cacca qui! Possibile, non l’hai mai fatta la cacca e adesso
cosa succede? Sei triste perché Ulisse non si trova? Via veloci verso il tempio di Osyan e poi di corsa a Jaisalmer
perché stasera ci aspetta la “cammellata nel deserto”. In
men che non si dica siamo a dorso delle simpatiche bestiole e la nostra Valentina ci canta:“Pasqualino Maharajà,
a cavallo all’elefante, con in testa un gran turbante, per la
jungla se ne va”. E a seguire:“Come sì bella a cavallo a stu
cammello….”
Il tramonto nel deserto è bellissimo e anche il nostro campo tendato super-super-super-lusso. Le tende sono doppie e hanno addirittura i letti e il bagno in camera.Ma questa è Avventure nel Mondo? Ci accolgono con il cocktail
di benvenuto e a seguire un aperitivo spaziale con danze
e canti folcloristici locali. Roba da turisti ricchi, però molto bella. Siamo già belli pieni e satolli ma Penelope insiste
che vuole anche la cena e quindi eccoci a tavola.Ceniamo,
restiamo un po’ a chiacchierare sotto le stelle e poi una
gran ronfata!!
8 novembre – La colazione nel deserto è ottima e ci da
la giusta carica per iniziare la giornata a Jaisalmer. Il Rajmahal ci attende e noi ci disperdiamo per i vicoli fino alle 11.00
quando apre il tempio Jainista.Togliersi le scarpe e dentro
a ficcare il naso, su!! Stupendo ma c’è troppa gente. Quindi ci dedichiamo alle haveli, le splendide abitazioni antiche
dei commercianti. Sono tre le più meritevoli e noi, con la
nostra Grazia che ci spiega,non ci perdiamo nemmeno un
particolare. La cittadina merita e il giro per i vicoli è davvero rilassante e ci permette di scattare delle bellissime foto. Del resto ragazzi l’India è così dove ti volti .. c’è una foto da scattare ..e che foto! Peraltro questo è un gruppo di
fotografi provetti, tutti con super-macchine fotografiche.
Per non parlare poi del nostro Andrea … che è davvero
un fotografo professionista.Anzi, tra una ronfata e l’altra,
sul pulmino scrocchiamo anche un mini-corso accelerato
per dilettanti allo sbaraglio! Cerchiamo di fare un po’ di
punti qua e là e poi ci prendiamo un tè-aperitivo sulla terrazza di fronte al palazzo reale da dove ci gustiamo
anche un fantastico tramonto! Penelope, se devi
fare la cacca il bagno è giù. Poi non venirci a dire che ti scappa tra un po’ perché ti arrangi!
Rientriamo in albergo, che
oggi è di quelli statali un
po’ bruttino e fatiscente,giusto per
una doccia e
poi a cavallo
dei tuc-tuc
andiamo a
cena al ristorante
Trio.
9 novembre – Partiamo prestissimo per raggiungere la
fortezza di Pokaran. Come dicevo una fortezza è sempre
una fortezza … però questa è proprio brutta!! Tiriamo
dritti fino a Bikaner e per prima cosa andiamo in albergo
a scaricare i bagagli.La vera verità è che il nostro caro Sveglione ha fame e quindi vuole parcheggiarsi e pranzare!
Noi a piedi andiamo al palazzo-fortezza di Junagarh e anche questo,nonostante ci siano all’interno i dipinti meglio
conservati che abbiamo visto finora, non ci piace molto.
In realtà dopo due settimane trottando e galoppando cominciamo a sentirci stanchi e di conseguenza apprezziamo meno le meraviglie di questi palazzi.Ma la giornata non
è ancora finita. Sostiamo al bar per una bibita e all’uscita
Caronte è pronto a traghettarci fino a Deshnok dove si
trova il famosissimo Karni maa, ovvero il tempio dei topi.
Finalmente, perché la nostra Francesca ci sta trifolando i
maroni con sto tempio da un bel paio di giorni e noi non
ne possiamo più. Fuori le scarpe e eccoci in mezzo a una
miriade di topolini che vengono nutriti dai fedeli con ciotole di latte e di granaglie! Se i topi non vi fanno impressione… è il posto che fa per voi! La nostra Francesca è
entusiasta e fotografa a tutto spiano!!
Ritorniamo a Bikaner e c’è giusto il tempo per andare a
cena all’ultimo piano dell’albergo. Non gli avremmo dato
due lire e invece ci strafoghiamo come dei maiali all’ingrasso con pollo tandoori e patate a manetta! Bravi!
10 novembre – Si parte alle 8.00 e facciamo uno scherzo a Valentina dicendole che abbiamo dimenticato Penelope sul divano della hall dell’albergo. E qui lo spirito di
gruppo esplode alla grande: tutti si offrono di tornare a
prenderla,del resto non possiamo proprio continuare senza Penny!! Invece no, Panny è solo nascosta nello zaino di
Roberto,perciò andiamo a visitare il tempio jainista Bhandasar.Anzi correggo, il tempio lo vediamo da fuori perché
in realtà non ci fanno entrare.Però lo spettacolo della gente che si dirige al tempio non ce lo perdiamo e ne approfittiamo per scattare foto a manetta. Rinunciamo ai due
templi adiacenti (oramai siamo davvero stanchi) e sproniamo il caro Sveglione a guidare veloce verso Fatepur. La
caratteristica della cittadina è data dalle haveli. Noi riusciamo a “farci invitare” a entrare in un paio tra le più
belle,che sono tuttora abitate da famiglie benestanti,e curiosiamo un po’ in giro. In una addirittura una signora anziana ci fa i tatuaggi con l’hennè sulle mani (così male che
ci laviamo subito). Saltiamo Mandawa e dopo qualche sosta pappa e pipì arriviamo al nostro albergo di Mukandgarh, che è un pochino fatiscente ma davvero spettacolare. Una birretta e un giretto prima di cena,, dove riusciamo a fare un po’ di punti comprandoci tutte le creme,mascara,eye-liner,del paese.Certo che riusciamo a comprare
veramente di tutto!! Cena a buffet e poi nanna.
11 novembre – Partiamo prestissimo e dedichiamo tutta la giornata al viaggio verso Dehli.Vogliamo arrivare presto per cercare di trovare ancora i negozi aperti e fare ancora un po’ di shopping (nonché di punti). Il viaggio è lunghissimo e noi ne approfittiamo per dormire, mangiare e
tanto per gradire stare anche un po’ in coda alla periferia
di Dehli. Ci scaraventiamo letteralmente dentro ai negozi di stato, dove i prezzi sono equi, e qui davvero l’accumulo di punti è stratosferico.Il babbalone d’oro è nostro!!!
Evviva!! Anche Penelope ne approfitta per spendere le sue
ultime rupie e poi un po’ tristi ce ne torniamo in albergo.
Il traffico per Dehli è sempre caotico e sapete come passiamo il tempo in pulmino? Cantando l’inno a Penelope,
che oramai ha definitivamente rinunciato alla ricerca del
suo Ulisse:
“Ho visto una mucca da latte (da latte)– aveva due corna
perfette (perfette)
Se vedeste com’è bella con la sua campanella – dolon dolon – dolon dolon.
AVVENTURE NEL MONDO • AVVENTURE NEL MONDO
Quando l’ho vista in un prato (un prato) – dopo che un
fiore ha mangiato (mangiato) - Vi confesso il mio peccato
mi son proprio innamorato – dolon dolon – dolon dolon.
Quando farò testamento (testamento) – e farò un gran
monumento (monumento) – Tutta panna e cioccolata la
campana di marmellata – dolon dolon – dolon dolon – dolon dolon – dolon dolon” .
Ceniamo qualcuno da Mc Donald’s e qualcuno al ristorante cinese (capite anche voi che di cibo indiano non ne
possiamo più) e appena finito di cenare riceviamo la telefonata di Avventure da Roma che ci autorizza, dati i problemi che ci sono stati, a prendere i voli in connessione
diretta anziché sostare 26 ore in albergo ad Amman.Prendiamo buona nota e andiamo a letto di corsa dato che la
sveglia domattina è prestissimo!
12 novembre – Sveglia alle due, avete capito benissimo
alle due, e alle due e mezza si parte verso l’aereoporto.
Ma Valentina e Francesca non si vedono, proviamo a chiamarle e… ecco che non si sono svegliate. Però si catapultano giù velocissime. In pulmino non facciamo altro che
cantare l’inno a Penelope e ridere a crepapelle per la disavventura di Valentina e Francesca. La nostra Francy aveva l’orologio indietro di mezz’ora (è tutto il viaggio che
sto orologio non si riesce mai a capire che ora faccia) e al
suonare della sveglia ha detto a Valentina:“dormi pure che
è presto”.Al suono invece della nostra telefonata Valentina (di Roma) ha detto a Francesca:“Cori” intanto che l’indiano della reception continuava:“room key – room key”.
In poche parole voleva la chiave della stanza.Arriviamo in
aeroporto con un discreto anticipo, salutiamo i nostri autisti,facciamo il check-in,cambiamo le ultime rupie e spendiamo un po’ di soldi al duty-free prima di imbarcarci sui
lunghi voli che ci porteranno a casa! Che dirvi? Questo
viaggio è stato fantastico. Colori, profumi, paesaggi, volti,
palazzi, atmosfera, tutto così affascinante che non lo dimenticherò mai. E nemmeno voi, carissimi compagni di
viaggio, riuscirò a dimenticarvi tanto facilmente: Roberto
(il nostro Guru) – Grazia e Enzo (la guida e il suo uomo)
– Regine (la tedesca) – Carla (una nuova amica) – Francesca (la regina dei topini) – Paolino (il mio compagno di
stanza) – Paola e Pier (la coppia perfetta) – Andrea (il fotografo) – Valentina (la “padroncina” di Penelope).Al prossimo viaggio!!
Vietnam
Halong Bay
Ai miei
compagni di viaggio!
Testo di
Ileana Grassini
da un Tribù del Nord Vietnam
gruppo Fassino - Il mitico gruppo ITA9
Premessa
Quando ho deciso per il viaggio in Vietnam,ho optato per
il Nord per varie ragioni, prima per un fatto climatico e
poi perché il Nord ai miei occhi rappresenta il nucleo ideologico,politico e anche storico del paese attuale:dal Nord
è partita la lotta di liberazione contro i francesi, dal nord
è iniziata la lotta antiamericana e l'affermazione del partito comunista, insomma il Nord è depositario di tanti valori, positivi e/o negativi, questa è una questione opinabile, ma comunque valori che hanno sorretto e inspirato l'inesauribile lotta del popolo vietnamita, lungo tutta la sua
storia,dapprima contro i cinesi ,contro i mongoli,poi contro i giapponesi, fino ai nostri giorni, contro francesi ed
americani. La simpatia e la solidarietà che ha suscitato la
vicenda del Vietnam nei nostri cuori e nella nostra mente
negli anni sessanta-settanta è innegabile,e credo che la nostra giovinezza ( per chi ora ha superato più o meno largamente i cinquanta) sia segnata da questo ricordo. Nelle
librerie di Hanoi, ho trovato un opuscolo che raccoglie in
lingua originale,anche manoscritta,con la traduzione francese a lato, varie versioni del cosidetto testamento di Ho
Chi Minh, che lo Zio Ho nel corso degli anni ha riveduto
e corretto, fino al momento della morte, nel 1969. Il motto che lo precede, ad imitazione di quello francese, recita
“Indipendenza, Libertà, Felicità”. Io credo che l'inserimento della parola “felicità” non sia stato casuale, ma volesse
, il suo autore, mettere l'accento sull'importanza dell'individuo nel progetto rivoluzionario.Certo Ho Chi Minh non
è riuscito a vedere la riunificazione del paese e la fine della guerra, non ha potuto seguire la realizzazione del progetto rivoluzionario, di un sogno a lungo condiviso, ma a
quale prezzo, con tanti giovani combattenti e si sono verificate distorsioni, rispetto alle intenzioni originarie, coperte da ipocrisia e retorica, ciò che succede ed è suc-
cesso in altri paesi comunisti, ma nel Vietnam non si sono
avuti gli eccessi e le follie conosciute per esempio in Cambogia e in Cina e credo che la ragione di ciò,il merito possa essere attribuito all'ascendenza morale, alla rettitudine
e all'amore che lo Zio Ho ha dimostrato sempre verso i
suoi simili, verso il suo paese, i suoi fiumi e le sue montagne. Insomma lo sguardo pacato, retto, pieno di dolcezza
e forza insieme, di Ho Chi Minh è per me il simbolo di un
Vietnam capace di ritrovare al suo interno la forza per rimediare ai propri errori, per andare avanti con dignità e
soprattutto con i suoi ritmi,preservando con orgoglio,ma
senza presunzione, le proprie ricchezze naturali e i propri
valori etici.
La Baia di Halong
Immagini e sensazioni: attraverso di loro il viaggio entra
nel tuo corpo, si fa esperienza vissuta, le puoi ritrovare
chiudendo gli occhi e richiamando alla mente lo stato di
quel momento. La mia prima sensazione è legata alla baia
di Halong, dove abbiamo trascorso i primi tre giorni, e al
ponte superiore di una barca, ormeggiata in un luogo imprecisato per noi e protetto da isolotti che ti circondano
come un abbraccio: sono distesa su una sdraio, vedo pian
piano diminuire la luce del tramonto, chiudo gli occhi, il
corpo si rilassa e cado in una sorta di assopimento. Sento che la luce del giorno non c'è più, lo capisco dalla temperatura dell'aria, apro gli occhi e vedo in cielo le prime
stelle,il silenzio intorno a me crea una sorta di vuoto mentale.Allora decido di liberarmi dai condizionamenti dell'igiene quotidiano, voglio sentire sulla mia pelle l'odore del
mare, il caldo umido del giorno, che l'aria fresca della sera ha alleggerito e reso quasi gradevole. Mi riportano alla
realtà le voci dei miei compagni che si divertono a spiare
in cielo le tracce di stelle cadenti,mi metto anch'io a guar53
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