Anno III - Numero 110 - Sabato 10 maggio 2014 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 La causa Ucraina Firenze Ricorso sulle soglie: elezioni sub judice Le forze armate fanno strage nell’Est Donna crocefissa: l'assassino confessa a pag. 3 Vignola a pag. 5 Fruch a pag. 9 MANETTE E ASTENSIONISMO RISCHIANO DI MINARE LA CONSULTAZIONE EUROPEA DEL 25 MAGGIO di Francesco Storace L e bandiere sono logorate. È una campagna elettorale durissima. Ieri mattina sulle prime pagine dei giornali campeggiavano gli arresti per Expò 2015 e quello di Scajola. Poche ore dopo, entrava nella struttura Cesano Boscone per i servizi sociali Silvio Berlusconi. Nelle piazze Grillo minaccia moti rivoluzionari. Nelle televisioni Renzi continua a imbonire il popolo. Entrambi rappresentano una rovina per l’Italia: il primo minaccia sangue, il secondo tasse. È un’Italia terribile quella che si appresta a votare per le Europee fra due settimane. Odia la politica, ma in tantissimi temono ogni alternativa. Massiccia è ancora oggi la percentuale degli astensionisti. Il loro voto dipende da ciascuno di noi. In queste settimane, chi crede ancora ad una politica fatta di proposte e di soluzioni, deve fare il massimo per convincere gli italiani a votare domenica 25 maggio (il lunedì stavolta non ci saranno le urne aperte). Per chi finge di non averlo capito, è allarme democrazia. Noi non ci risparmieremo. Chi va sulla mia pagina sostenitori di Fb e clicca sugli eventi, se ne può accorgere. Sto girando in lungo e in largo l’Italia - ieri a Cagliari, oggi a Roma, Civita Castellana e Terni, domani Pesaro... - per dare una mano a Berlusconi e ai suoi candidati migliori (non tutti meritano il nostro impegno). Perché, vuoi o non vuoi, pur con tutte le difficoltà che ci sono, ALLARME DEMOCRAZIA Noi non ci fermiamo. Comizi in tutta Italia per evitare tasse rosse e distruzione grillina STAMPA E CONTESTATORI SI DANNO APPUNTAMENTO A CESANO BOSCONE il leader di Forza Italia resta ancora oggi l’unico punto di riferimento per chi vuole contrapporsi al governo di centrosinistra con stampella alfaniana senza cadere nella brace distruttrice rappresentata dai grillini. Certo, poi il 25 maggio arriva per tutti e credo che molti dovranno fare i conti col post Europee. Noi abbiamo dimostrato di saper combattere anche senza dover rincorrere un’europoltrona. Bisogna che tutti, anche dentro Forza Italia, imparino a spalancare le porte alla gente comune e a chi ha idee. I partiti chiusi generano astensionismo: in queste due settimane è bene evitare ancora errori. Poi, l’Europa. Che ha senso se è comunità per tutti e non banca per pochi. Quando leggo i manifesti che maledicono l’euro come moneta straniera - l’espressione è proprio di Berlusconi capisco che non tutto è perduto, che c’è ancora spazio per la battaglia politica. In queste settimane abbiamo visto crescere in tutto il centrodestra - anche con vistosi tratti di perdonabile incoerenza - la consapevolezza che questa Europa deve essere capace di dimostrare di voler riconquistare la fiducia degli italiani, che adesso è sottozero. Sull’abbattimento del fiscal compact e la cancellazione del ricatto del 3 per cento di rapporto tra deficit e pil si gioca il primo tempo della partita che si apre dopo le elezioni. Poi toccherà al ruolo della Bce. Se i conti non tornano stare nell’Euro non conviene (a pagina 2)più. E restarci sarebbe peggio che uscirne. IN 200MILA OGGI IN PIAZZA SAN PIETRO Scuole cattoliche dal Papa per ‘bocciare’ il governo di Igor Traboni I Indegna gazzarra Colosimo a pag. 2 l mondo della scuola, non solo quello degli istituti cattolici anche se ovviamente saranno in prima fila, incontra oggi pomeriggio papa Francesco, in piazza San Pietro . Da tutta Italia sono attese almeno 200mila persone, per una delle più grandi mobilitazioni di sempre, che peraltro la Chiesa sta preparando da circa un anno, con un impulso sottotraccia dato anche dal pontefice argentino in questi ultimi mesi. Una manifestazione che assume anche un connotato ‘politico’, visto che la scuola cattolica si ritiene seriamente e severamente penalizzata, soprattutto dagli ultimi governi, da quello di Monti (che pure sfoggiava tanti ‘cattolici adulti’ nel suo esecutivo) a questo di Renzi, che non perde occasione di esibire certe matrici sociali, ma che nei fatti si sta dimostrando latitante anche da questo punto di vista, ad iniziare dalla decisione – per niente gradita in Vaticano – di affidare il ministero della Pubblica Istruzione a Stefania Giannini, ora ai vertici proprio del partito di Mario Monti. E ora tra il Cupolone e Renzi si è scavato un fossato difficilmente colmabile, con la storia dell’opuscolo sul gender distribuito nelle aule, tanto che le gerarchie vaticane parlano di scuole come ‘campi di rieducazione’ e di ‘un colpo di mano’, addossando al premier anche la colpa di un silenzio (complice?) sulla vicenda. “È tempo di rimettere al centro le cose che contano, tra queste la scuola merita un'attenzione speciale, perché se non si investe su di essa difficilmente un Paese riprende a crescere”, ha detto il presidente della Cei, Angelo Bagnasco. Sulla contrapposizione tra scuola statale e paritaria, e quindi soprattutto cattolica, Bagnasco ha detto che “esiste solo nella testa di alcune menti ottocentesche, ancora presenti nel nostro Paese. Se chiudessero di colpo tutte le scuole paritarie in Italia, si produrrebbe una crisi del sistema e un danno economico. Anche perché mediamente un alunno della scuola statale costa circa 6-7 mila euro, mentre lo stesso alunno se frequenta la scuola paritaria costa 7800 euro”. 2 Sabato 10 maggio 2014 Attualità SCARSISSIMO RISPETTO DELLA STAMPA ITALIANA E INTERNAZIONALE NEI CONFRONTI DEI MALATI DI ALZHEIMER Berlusconi: ressa indegna a Cesano Boscone Selva di telecamere da tutto il mondo per l’esordio del Cav ai servizi sociali, con il solito giullare di corte pronto a contestarlo - Il bavaglio dei giudici: vietato parlare dopo gli incontri L’INTERVENTO “Al governo con Renzi? Neanche dopo le Europee” Il leader del centro-destra sicuro: “Si vota nel 2015” orza Italia pronta ad entrare in squadra di governo? Magari dopo le elezioni europee? Non se ne parla. Parola di Silvio Berlusconi, che nel corso di una intervista all’emittente romana Teleroma 56 ha categoricamente esclusa una collaborazione attiva con Renzi. “Siamo all'opposizione di questo governo e non vi potremmo rientrare neppure dopo le elezioni europee”, è stata la risposta a chi preconizzava una riedizione delle Larghe Intese estesa anche agli azzurri. E se Renzi deve quindi accontentarsi, secondo il leader del centro-destra, di avere in Alfano il principale partner, per l’altro personaggio politico attualmente in voga ha espressioni ancora più nette: Grillo “è un capopopolo, un demagogo, un personaggio pericoloso con caratteristiche molto vicine a personaggi che nella storia hanno fatto disastri. F di Federico Colosimo a prima volta non si scorda mai. Berlusconi ha “esordito” ai servizi sociali, un debutto che non si sono assolutamente potuti perdere i fan più sfegatati delle manette. Neanche fosse un reality tv. A Cesano Boscone, nel milanese, tutto il circo mediatico ad accoglierlo. Una selva di telecamere e un centinaio di giornalisti di testate italiane e internazionali, da Al Jazeera International al New York Times. Un vero e proprio evento, imperdibile. Segno che evidenzia la mediocrità del giornalismo di oggi. Con quotidiani che per vendere un pugno di copie in più sono pronti a seguire ovunque il bersaglio di sempre: Berlusconi. L’unico personaggio che tira e tirerà sempre. Quello che fa riempire pagine e pagine, fa sorridere, strapparsi i capelli. Un leader mai noioso e soprattutto, mai banale. Perché è proprio la banalità in questa storia che sconvolge. Con il copione che è sempre lo stesso. Fuori all’istituto Sacra Famiglia, ad attendere il leader di Forza Italia, anche Pippo Fiorito. Contestatore isolato e sindacalista, “con un sogno nel cuore: vedere Berlusconi a San Vittore”. Che per prendersi 3 minuti di gloria ha cercato di superare le transenne che lo separavano dall’ex premier. L’obiettivo? Non aggredirlo, ma rubare la scena. La pochezza del giornalismo d’oggi sta L proprio in questo fatto. Invece di isolarlo, le telecamere hanno acceso immediatamente i riflettori sul rappresentante dei Comitati unitari di base all’interno dell’istituto. Cappello a tuba con un nastro giallo e la scritta “May Day”. E ancora: occhiali fosforescenti stile serata anni ’80 in discoteca. Impossibile non notarlo. Un giullare di corte che “lotterà finché Berlusconi non se ne andrà dalla struttura”. Tempi duri… Vestito sportivo – per esaudire le richieste degli educatori –, come il miglior fuoriclasse il Cav ha dribblato tutti ed è entrato alla Sacra Famiglia. “Non ragioniam di lor, ma guarda e passa”, verrebbe da dire. Imponenti le misure di sicurezza. Con il Caimano che ha girato per i corridoi del reparto San Pietro, mantenendo sempre il profilo basso, impegnandosi con umiltà e dedizione. Quattro ore e poi via. Appuntamento al prossimo venerdì, quando Berlusconi inizierà gradualmente ad assistere alle attività del nucleo dei 20 malati di Alzheimer che seguirà. Ad aiutarlo, due donne. Giuliana Mura, la responsabile della struttura e Maria Giovanna Sambiase, l’educatrice del reparto e il suo punto di riferimento a Cesano Boscone. Poche, le dichiarazioni all’uscita: “Mi è stato chiesto di non parlare”, ha spiegato l’uomo di Arcore a una sua sostenitrice. Segno che la legge del bavaglio regna sovrana. Con lui al potere solo macerie”, il passo che Berlusconi ha dedicato al leader 5 Stelle, che poco prima aveva diffuso l’ormai consueta nota piena di offese sul suo blog, stavolta definendo un neandertaliano il capo di Forza Italia. Non solo: in serata, altro giro altra corsa con un intervento a T9. “Io non ho messo un orologio a questo Governo. Renzi ha dichiarato che il Governo intende durare sino al 2018... Bisognerà vedere come Renzi riuscirà a controllare le sue forze parlamentari. L’economia se non troverà una ricetta diversa da quella che ha cominciato ad applicare l’attuale governo non potrà andare bene, e se non andrà bene, il Paese sarà costretto a scegliere una guida politica diversa, si andrà necessariamente alle elezioni. Tempo da me previsto, un anno, un anno e mezzo al massimo”. Bruno Rossi CONTINUA IL TOUR ELETTORALE DI STORACE: A CAGLIARI CONTRO L’ASTENSIONISMO Una scelta di sovranità Il candidato sardo Cicu: “L’euro è una moneta straniera” olla in piazza a Cagliari per la manifestazione di Francesco Storace a sostegno della candidatura di Salvatore Cicu alle europee nella circoscrizione delle isole, nella lista di Forza Italia. Fortissimo è stato l'appello rivolto dagli oratori a contrastare l'astensionismo, "che favorisce le sinistre e i grillini". Viviamo una fase delicatissima - ha detto Storace. - e "mai come in questo momento sentiamo il dovere di stringerci al fianco di Silvio Berlusconi". Il segretario de La Destra ha ricordato di non essersi candidato per "essere libero di sostenere in tutta Italia la lista azzurra e i suoi esponenti più meritevoli dei nostri consensi: Salvatore Cicu è F una personalità degna e suggeriamo di dargli una delle tre preferenze a disposizione dell'elettore". “L’euro non ci piace, c’è poco da fare - è la valutazione di Cicu - e l'avvertiamo come una moneta ‘straniera’. E poi c’è questo fiscal compact con tutti i suoi vincoli, un dramma”. INTERROGATORIO DI GARANZIA PER L’EXMINISTRO LE COMMEMORAZIONI Scajola non parla: e resta in carcere Quel 9 maggio di 36 anni fa, simbolo dell’orrore terrorista er ora non parla. Si è infatti avvalso della facoltà di non rispondere l'ex ministro Claudio Scajola nell'interrogatorio di garanzia nel carcere di Regina Coeli, avvenuto ieri. Una linea difensiva che sono stati i legali a scegliere, come spiega l’avVocato Giorgio Perroni, secondo cui Scajola «voleva rispondere ma gli abbiamo consigliato di non farlo: vogliamo prima parlare con lui e studiare le carte». Invece fonti vicine all’accuse sostengono he dalle perquisizioni effettuate nell'inchiesta su Claudio Scajola è emerso un documento “decisivo” per confermare le accuse all'ex ministro. Si tratta di un foglio scritto in lingua straniera sequestrato P a Genova e nella disponibilità del politico ligure. Da una prima lettura, sostengono sempre le stesse fonti, emerge l'impegno di Scajola per favorire la latitanza di Matacena, ma gli investigatori intendono esaminarlo attentamente per accertare se è veramente quello che sembra. Un’altra versione la dà invece Elisabetta Busuito, uno dei legali dell'ex ministro Claudio Scajola, al termine dell'interrogatorio di garanzia. «La perquisizione nella casa di Scajola a Roma, l'unica a cui abbia assistito, ha dato esito negativo», ha detto rispondendo a una domanda dei cronisti davanti al carcere di Regina Coeli. Bruno Rossi l 9 maggio 1978 è una data divenuta un simbolo. Perché in quella giornata di primavera di trentasei anni fa il corpo di Aldo Moro veniva ritrovato nel bagagliaio di una Renault 4 in via Caetani. Immagini che ancora oggi suscitano orrore. Ma che, soprattutto, rendono l’idea del clima che si respirava in quel tempo. Nella giornata di ieri il presidente Napolitano si è recato in via Caetani, a deporre una corona nel luogo simbolo dei morti di terrorismo, insieme alle massime autorità dello Stato, in una giornata che rappresenta una data listata a lutto non solo per l’assassinio di Moro ma per tutte le vittime della ferocia terrorista, che ammontano a oltre trecento fra tutori dell’ordine e civili. Sempre nella giornata di ieri si è svolta una commemorazione a Montecitorio. “Significativa e carica di valori - ha detto il senatore Maurizio Gasparri - l’annuale cerimonia dedicata alle vittime I del terrorismo, celebrazione che ogni 9 maggio si deve all’iniziativa del presidente Napolitano. Si è scelto giustamente il ricordo di alcuni tra i tanti tragici eventi che hanno funestato la vita italiana - ha proseguito l’esponente di Forza Italia - ricorrendo spesso a un dato cronologico, ricordando giustamente tra gli altri eventi e stragi di quarant’anni fa. Peccato - ha aggiunto - che non sia stato ricordato specificamente un altro evento di quell’anno. Fu infatti il 17 giugno del 1974 che nella sede del Msi-Dn di Padova, in via Zabarella, le BR uccisero Giuseppe Mazzola e Graziano Giralucci, militanti della destra e prime vittime colpite a morte dai brigatisti. Peccato che ci sia stata questa omissione. Sarebbe apprezzabile ha concluso - che il presidente Napolitano colmasse questa lacuna che non attribuisco a lui, ma a chi avrebbe potuto ricordargli i quaranem t’anni del primo omicidio delle Br”. Via Giovanni Paisiello n.40 00198 Roma Tel. 06 85357599 - 06 84082003 Fax 06 85357556 email: [email protected] Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Direttore Generale Niccolò Accame Capo Redattore Igor Traboni Progetto grafico Raffaele Di Cintio Società editrice Amici del Giornale d’Italia Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel. 335 6466624 - 06 37517187 mail: [email protected] -----------------Autorizzazione del Tribunale di Roma n° 286 del 19-10-2012 Sabato 10 maggio 2014 3 Attualità EUROPEE, IL TRIBUNALE DI VENEZIA HA ACCOLTO IL RICORSO PRESENTATO DALL’AVVOCATO CHE GIÀ AVEVA IMPUGNATO IL PORCELLUM Una barzelletta chiamata legge elettorale Dubbi sulla soglia di sbarramento, ma quella dei giudici lagunari è solo la prima pronuncia nel merito. Ricorsi presentati anche in altre 5 regioni: il provvedimento non intaccherà il voto del 25 maggio di Federico Colosimo opo il Porcellum rischia di essere incostituzionale anche la legge elettorale per le europee. Il Tribunale di Venezia ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Felice Besostri (che già aveva impugnato il Porcellum) e rinviato il tutto alla Consulta. In discussione per prima cosa la legittimità della soglia di sbarramento del 4%, “colpevole” di violare i trattati europei e considerato fortemente penalizzante per i partiti minori che, oltre a doversi alleare per forza, partono già sconfitti in partenza. Ma quella dei giudici lagunari è solo il primo di ben 6 verdetti. Perché altri ricorsi sono stati presentati a Roma, Milano, Napoli, Cagliari e Trieste. E l’esito, sembra segnato. I magistrati italiani non potranno fare altro che appellarsi alla giurisprudenza europea e in questo caso, tedesca. In Germania per ben 2 volte la Corte Costituzionale ha cancellato lo sbarramento che era stato introdotto per l’Europarlamento. Ma c’è un problema di fondo. Evidentemente in Italia i politici non sono in grado di fare una legge elettorale che sia costituzionale. In mezzo a tutto questo caos c’è un presidente della Repubblica che firma le leggi e le promulga anche se chiaramente incostituzionali. E il ruolo di difensore della Costituzione chi lo fa in questo Paese? Avvocati come Besostri che presentano ricorsi e vincono la loro battaglia, ma soprattutto, i giudici italiani. Che ancora una volta sono entrati a gamba tesa sulle prossime consultazioni, smascherando imperfezioni e malefatte. L’ennesima decisione dei togati mina definitivamente la credibilità della politica. E adesso l’ultima parola spetterà come sempre alla Consulta e a quei giudici – e questo è un vero paradosso – nominati proprio dal Parlamento e dal presidente della Repubblica, così come indica l’art. 135 della Costituzione. La vicenda è grottesca. La decisione della Corte Costituzionale arriverà dopo le Elezioni Europee, alle quali si voterà con l’attuale legge. Con una platea di eletti che verranno sicuramente delegittimati da una sentenza e che, paradossalmente, resteranno al loro posto fino alle successive elezioni. D Felice Besostri LA POLEMICA Renzi-Grasso, ancora scintille sugli 80 euro o scontro tra Matteo Renzi e il presidente del Senato Pietro Grasso fa registrare una nuova puntata. Motivo dell’attrito, i dubbi che i tecnici di Palazzo Madama hanno mosso alle coperture per il taglio dell'Irpef. Intervenendo su Canale 5, il presidente del Consiglio ha definito "tecnicamente false" le critiche del servizio Bilancio di Palazzo Madama al decreto che prevede un bonus di 80 euro sui redditi fino a 24.000 euro. L'uscita di Renzi ha ravvivato una polemica che si trascina dal 2 maggio e ha scatenato la replica del presidente del Senato, Piero Grasso. "Non posso accettare che si metta in discussione la serietà, l'auto- L nomia e l'indipendenza degli uffici del Senato, in particolare degli uffici del bilancio che da 25 anni, nei confronti di tutti i governi, forniscono analisi sulla base dei dati che accompagnano i provvedimenti legislativi", ha detto la seconda carica dello Stato, come confermato dal suo portavoce. "Se i dati sono corretti, sulle analisi si può concordare o meno, senza arrivare ad accuse di falsità né a sospetti di interessi corporativi o addirittura a vendette personali", ha aggiunto Grasso. La manovra a favore dei redditi medi e bassi è finanziata per il 60% da maggiori entrate. Il contributo principale (1,8 miliardi) deriva dalle banche: l'imposta sostitutiva sulle quote rivalutate di Bankitalia sale dal 12 al 26%. Attirandosi la reazione polemica di Renzi, i tecnici del Senato hanno sostenuto che l'aumento dell'aliquota possa essere incostituzionale. Il bonus di 80 euro è valido da maggio a dicembre del 2014. In una nota il ministero dell'Economia riferisce di aver già elaborato le buste paga dei dipendenti che lavorano nelle amministrazioni centrali e periferiche dello Stato. "La predisposizione di quasi 800.000 buste paga con il beneficio fiscale testimonia la fattibilità e l'efficacia del provvedimento, che potrà essere implementato tempestivamente tanto nel settore pubblico quanto nel settore priV.B. vato", si legge nella nota. UN’ALTRA BRUSCA FRENATA PER LA PRODUZIONE NAZIONALE Istat: industria -0,5%. In Italia dati in negativo anche a marzo ati ancora in flessione per l’Italia per quanto riguarda il comparto industriale. Ennesimo mese negativo per la produzione: secondo gli ultimi dati dell'Istat, a marzo l'indice destagionalizzato della produzione industriale è diminuito dello 0,5% rispetto a febbraio e dello 0,4% su base annua (dato corretto per gli effetti del calendario). E’ positivo solo il dato grezzo della produzione, in crescita dell'1,1% rispetto all'anno precedente, nonostante i giorni lavorativi di marzo 2014 coincidano con quelli dello stesso mese del 2013. Sulla differenza con il dato aggiustato per gli effetti di calendario ha influito, stando a quanto evidenziano i tecnici dell'Istat, la Pasqua, caduta quest'anno ad aprile. Nonostante negli ultimi tre mesi del 2013 sia andata meglio a livello con- D giunturale (+0,5%), il dato annuo è ancora negativo (-0,2%). Dati ben peggiori delle attese degli analisti che speravano in un miglioramento mensile dello 0,3% e un aumento annuo dell'1,2%. La realtà è un’altra: i dati rivisti di febbraio indicano invece una crescita annua nulla e un lievissimo miglioramento mensile (+0,1%). Segno negativo soprattutto per la fabbricazione di mezzi di trasporto e dell'industria del legno, della carta e stampa. Le diminuzioni maggiori si registrano invece nei settori della fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria, della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati e della fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche. 4 Sabato 10 maggio 2014 Storia IL CAPO DEL FASCISMO IN VESTE PRIVATA, OSSERVATO CON GLI OCCHI DI UNA DONNA DEL POPOLO: LA SUA GOVERNANTE Cesira Carocci, “Suor Salutevole” /1 Cameriera, infermiera, tuttofare: un personaggio scoperto solo di recente, che ha servito il Duce per dodici anni di Emma Moriconi ra le tante figure che fanno parte della vita di Benito Mussolini, di certo rilievo è anche quella della sua governante, Cesira Carocci, per anni rimasta nell’ombra, che dal 1923 al 1934 è una delle persone più vicine al Duce. Su questo personaggio esiste un libro, “Cesira e Benito – Storia segreta della governante di Mussolini” di Gianni Scipione Rossi, del quale parleremo, uscito nel 2007. Nata nel 1884, Cesira viene “suggerita” a Mussolini da Margherita Sarfatti, una delle più note tra le amanti del Duce, della quale la governante è anche “preziosa informatrice”, come dice Denis Mack Smith. Un rapporto molto buono, quello che lega la governante al Duce e che determina su di lei le antipatie di Rachele Guidi, la signora Mussolini. Cesira si occupa un po’ di tutto, anche del modo di vestire di Mussolini, tanto che egli stesso dirà: “Cesira vuole fare di me un milord”. Si prende cura della salute del Duce, afflitto da problemi gastrici al punto da far sospettare la presenza di un’ulcera, che poi si rivelerà inesistente: dopo la morte di Mussolini, l’autopsia effettuata sul suo corpo dimostrerà che il Duce era perfettamente sano, lasciando presupporre che i suoi disturbi di stomaco fossero T di natura psicosomatica. Anche in questo frangente, Cesira si dà da fare e si improvvisa infermiera. La donna, ribattezzata da Gabriele D’Annunzio – che ella conosce al Vittoriale di Gardone Riviera nel 1925, in occasione di una visita del Duce al Vate – “Suor Salutevole, la dolce creatura che tiene lontano il male”, ha in effetti un certo ascendente su Mussolini, che ne soddisfa le richieste che qualche volta la governante gli fa pervenire circa questioni relative al suo paese natale, Gubbio. Cesira sarà sempre molto rispettosa nei confronti della famiglia e del Duce, che chiamerà sempre “Presidente”. Con l’arrivo della famiglia a Villa Torlonia, però, Rachele pretende il suo licenziamento. Ne ha decisamente qualche buona ragione: la bella e verace moglie del Duce mal sopporta il fatto di dover dividere il marito con le sue varie amanti, tenersi una donna addirittura in casa non è certo piacevole. Mussolini, che non ha mai lasciato nessuno a se stesso, non dimentica però i buoni servizi di Cesira e le fa corrispondere, a partire dal 1934, un vitalizio di settecento lire erogato dal Popolo d’Italia. Ma Rachele ha ragione anche per un altro motivo: non si fida di lei, la ritiene una “spia” della Sarfatti. E probabilmente è proprio così. Cesira non è una figura qualunque, anche perché è l’unica cameriera che il Duce abbia mai avuto. Nonostante sia Capo del Governo e Duce del Fascismo, Benito è sempre il figlio di un fabbro e di una maestra elementare, romagnolo e lavoratore. Il successo non gli da alla testa, come non scalfisce di una virgola l’impostazione che donna Rachele da alla sua famiglia e ai figli. Ecco perché la Carocci, “donna abile e tuttofare” come la definisce Duilio Susmel, risulta un personaggio interessante. Quantomeno perché attraverso i suoi occhi il curioso pubblico – che non si stanca mai di avere nuove informazioni sulla figura di Mussolini, tant’è che la letteratura su di lui è infinita – può guardare il Mussolini “privato”. Sono diverse, a dire il vero, i “memoriali” grazie ai quali si possono ottenere informazioni sulla sfera più intima del Duce: basti pensare a Quinto Navarra, il cameriere di Palazzo Venezia, o a Ercole Boratto, l’equivoco autista. Ecco, quello di Cesira Carocci è un punto di vista, interessantissimo perché la governante è la sola persona ad avere un ruolo all’interno della famiglia pur non facendone parte. E poi è discreta: nel corso della sua vita – che si concluderà nel 1963 – non lascia nessun memoriale. È solo grazie al tenace lavoro di ricostruzione del giornalista-scrittore Gianni Scipione Rossi che il ruolo di Cesira viene alla luce. Ne parleremo nella prossima puntata di questo speciale. (… continua…) [email protected] 5 Sabato 10 maggio 2014 Esteri UN’ALTRA CITTÀ COSTIERA DELL’UCRAINA ORIENTALE AFFOGA NEL SANGUE A POCHE ORE DAL REFERENDUM SEPARATISTA Dopo Odessa, Muriapol: è strage Le forze armate aprono il fuoco sulla folla, venti morti in strada. Ferito un giornalista Intanto ieri è stata festa grande in Crimea per l’arrivo del presidente Vladimir Putin di Robert Vignola i spara sulla folla, nelle province dell’est ucraino. I tank mandati da Kiev passano veloci, la popolazione cerca di accerchiarli per protestare contro quella che, ogni ora che passa, viene avvertita sempre più come un’invasione, per di più di un governo illegittimo. Prima l’orribile eccidio di Odessa, ora Mariupol. La geografia del terrore si arricchisce di nuovi luoghi simbolo. Ma rispetto alla città affacciata sul Mar Nero, quanto accaduto ieri a Mariupol rappresenta un’escalation difficile da gestire per la diplomazia occidentale, sdraiata sulle posizioni anti-russe dei nuovi padroni del vapore ucraini. Perché sono state proprio le forze armate a far fuoco. E la situazione è presto degenerata, i rivoltosi hanno essi stessi alzato il tiro dopo che le loro fila si sono ingrossate della popolazione locale, indignata per il massacro. Morti in terra? Numerosi, al- S meno venti tra i manifestanti, uno invece sarebbe un agente di polizia. La disinformatia di Kiev all’inizio parlava solo di tre morti, di rivoltosi filo-russi. Il gioco però per lei non è stato questa volta facile, vi sono fior di video che hanno raccolto in poche ore migliaia di visualizzazioni in rete che dimostrano che la gente nelle strade non aveva armi, ma se si avvicinava troppo ai tank o alle forze speciali che sorvegliavano gli angoli delle strade veniva impallinata senza alcun complimento. I feriti non si contano. La stessa sorte è toccata persino ad un giornalista di Russia Today: nonostante indossasse i segni di riconoscimento della stampa internazionale e una giubba anti-proiettile si è beccato un proiettile allo stomaco. In tutto ciò il presidente russo Vladimir Putin è voluto essere in Crimea, per partecipare alle celebrazioni per l'anniversario della vittoria sovietica nella Seconda guerra mondiale. Preannunciata nei giorni scorsi, ma mai confermata ufficialmente, la visita di Putin è giunta a meno di due mesi dal referendum del 16 marzo scorso con cui gli abitanti della penisola avevano votato in massa per l'annessione alla Federazione russa. Referendum che ora si prepara anche in numerose altre zone dell’est. I separatisti lo hanno convocato, sono rimasti sordi alla stessa proposta di Putin di rinviarlo di alcune settimane e ora le stesse autorità ucraine, che pure stanno presidiando il territorio per mettere i bastoni tra le ruote alla consultazione, hanno ammesso di non poterlo impedire. In una nota, l'ufficio del sindaco di Donetsk ha detto di non avere sufficienti forze di polizia per impedire la convocazione e che, per ragioni di ordine pubblico, non verrà fatto alcuno sforzo per impedire ai separatisti di allestire i seggi elettorali. SUDAFRICA I però, la immobiliarista aveva dichiarato di sperare di vendere l’immobile per almeno 5 milioni di rand, ovvero circa 350 mila euro, dal momento che Oscar Pistorius aveva bisogno di denaro per le spese del suo processo. Da tempo, infatti, la casa era all’asta e chi lo volesse poteva avanzare un’offerta. “Abbiamo valutato tutte le offerte e ne abbiamo accettata una, Ma non posso rendere pubblici ulteriori dettagli” ha concluso la Louw. Nelle prossime settimane o nei prossimi giorni addirittura potrebbero essere rese noti nuovi dettagli di questa transazione immobiliare, tanto importante per Oscar Pistorius. Una casa questa, che non ha soltanto un valore economico di mercato, ma ha una valenza molto importante a livello Nigeria, per la ricerca delle ragazze inviati esperti dagli Usa on un video il gruppo fondamentalista islamico ha rivendica il sequestro delle 276 studentesse, avvenuto il 14 aprile scorso in una scuola a Chibok, semore nello stato del Borno. Confermato da Boko Haram, leader del gruppo terroristico Abubakar Shekau. "Ho rapito le vostre figlie, le venderò al mercato in nome di Allah" al prezzo di 12 dollari l'una. Secondo alcune fonti le ragazze sarebbero state già state trasferite in Camerun o in Ciad, anche se c’è stata la smentita da parte delle autorità dei due Paesi. Le immagini delle minacce del leader terrorista ha spinto l'indignazione generale fuori dai confini della Nigeria, con la campagna che nei social network si svolge sotto l'hashtag #BringBackOurGirls. Le iniziative hanno raccolto il sostegno di personaggi noti. C In Nigeria è arrivato il team di esperti americani che dovrà aiutare le autorità locali a ritrovare le oltre 200 ragazze rapite dai ribelli islamisti del gruppo Boko Haram. La composizione e il luogo preciso del gruppo non è ancora nota, ma alcuni funzionari di Washington avevano parlato in precedenza di personale militare e specialisti del Dipartimento di Giustizia e dell'Fbi. Mobilitazione mondiale per la ricerca delle ragazze in ostaggio. Gran Bretagna, Francia e Cina hanno offerto il loro aiuto a vari livelli, anche con l’aiuto di satelliti. In occasione del World Economic Forum, che si è svolto nella capitale nigeriana Abuja, il presidente Goodluck Jonathan ha ribadito che il suo paese ''è totalmente impegnato a riportare a casa queste ragazze''. Chantal Capasso USA Pistorius ha venduto la casa del delitto l luogo del delitto può entrare in un processo. A volte, però, può persino diventare… la risorsa economica per affrontarlo. È questo il caso di Oscar Pistorius, l’atleta paralimpico sudafricano sott’accusa per l’omicidio della moglie: l’uomo dei record ha così venduto la casa nella quale avrebbe ucciso la fidanzata Reeva Steenkamp. Aveva già dichiarato il suo intento. Adesso, a quanto sembra, ci sarebbe riuscito. E secondo le indiscrezioni più accreditate l’affare sarebbe stato necessario proprio per coprire le spese del suo processo per omicidio. A confermare l’avvenuta transazione è l’agente immobiliare di Oscar Pistorius, Ansie Louw. “Abbiamo un acquirente e il passaggio di proprietà è in corso”. Resta, invece, un mistero al momento chi abbia comprato l’immobile e soprattutto a quanto sarebbe stato venduto. Pochi mesi fa, LE STUDENTESSE RAPITE emotivo, vista la tremenda tragedia che si è consumata tra le sue mura appena un anno fa. Intanto il processo per omicidio contro Oscar Pistorius prosegue e vedremo quali saranno le conseguenze per l’uomo nei mesi a seguire. L’attenzione sul campione paraolimpico rimane, infatti, molto alta in tutto il mondo. Valter Brogino Agente spara a una donna di 93 anni: “Era armata” rilletti facili, disgrazie certe. Una regola che gli Stati Uniti d’America, a dispetto della propria “civiltà” che non mancano mai di sbandierare, continuano ostinatamente a non comprendere. E quando i maniaci delle armi diventano due, l’esito non può che essere letale. Una nonna di 93 anni è stata uccisa da un poliziotto in Texas, dopo che aveva minacciato il nipote con una pistola per farsi dare le chiavi dell’auto malgrado il ritiro della patente. Pearlie Golden, questo il nome della donna, era armata quando l’agente è arrivato davanti all’abitazione, in seguito alla chiamata del nipote al 911,il numero di soccorso universale oltreoceano. Il poliziotto prima avrebbe intimato alla donna di abbassare la pistola e, al suo rifiuto, ha sparato cinque colpi in rapida successione. Un’esecuzione in piena regola. E ora, come sempre, si alza la voce di chi non ne può più di contare i morti per questi pistoleri del terzo millennio. "Anche se aveva una pistola, era una donna di più di 90 anni", ha commentato una vicina, che ha descritto Golden come una persona dolce e pacata. "L'agente avrebbe potuto sparare qualche G colpo in aria e forse la donna avrebbe gettato l’arma, Golden non avrebbe sparato a nessuno", ha aggiunto la vicina all’emittente Kbtx-tv. L’agente è stato posto in congedo retribuito e ora rischia di finire a processo, anche per i suoi trascorsi dal grilletto facile. Arrivato a Hearne dall’estate del 2012, neppure sei mesi dopo aveva ucciso un ventottenne che, stando ai testimoni, aveva esploso alcuni colpi da un’auto. L’agente in quell'occasione fu assolto. Gustavo Lidis 6 Sabato 10 maggio 2014 Da Roma e dal Lazio DAL SALARIO ACCESSORIO ALL’ACEA, PASSANDO PER L’ABUSIVISMO. DA DESTRA A SINISTRA BECCANO IL PRIMO CITTADINO È ufficiale: tutti contro Ignazio Marino di Giuseppe Sarra CAMPIDOGLIO arino… arrenditi sei circondato”, verrebbe da dire. Almeno stando alle tante accuse rivolte, oltre a quelle delle forze politiche di opposizione, dagli esponenti della stessa maggioranza. A pochi giorni dallo sciopero generale dei dipendenti capitolini contro il salario accessorio in Piazza del Campidoglio, che rischiano di vedersi decurtato lo stipendio dai cento ai trecento euro, all’interno del Partito democratico sono in molti nelle ultime ore a fare a gara a chi la spara più grossa nei confronti del sindaco della capitale. E così dopo l’affondo del capogruppo del piddì in Aula Giulio Cesare Francesco D’Ausilio, che aveva criticato i nominati proposti dal primo cittadino per il consiglio di amministrazione di Acea definendoli “scelte frutto di logiche spartitorie alimentate da appetiti e bilancini di componenti nazionali”, pure il consigliere comunale Orlando Corsetti cavalca l’onda della protesta. “Il sindaco si assuma le responsabilità della scelta sul salario accessorio – ha esordito -. Non bisogna più perdere un minuto di tempo per trovare una soluzione alla questione e scongiurare così ogni eventuale ipotesi di decurtazione degli stipendi. E’ arrivato il momento – ha aggiunto Corsetti - di dare certezze ai la- “M Il 19 maggio si torna in piazza voratori”. Mentre i consiglieri di Sinistra Ecologia e Libertà, Gianluca Peciola e Gemma Azuni, scaricano le difficoltà dell’amministrazione comunale sul governo Renzi, è Antonio Tajani a mettere davanti alle proprie responsabilità il centrosinistra. “Questo sindaco ha fatto molto peggio del centrodestra che ha governato Roma e che comunque, ha fatto alcuni errori. Siamo pronti a scendere in campo, a candidarci a governare, a guidare questa città con un rinnovamento forte”, ha tuonato il vicepresidente della Commissione Ue e capolista di Forza Italia per il centro Italia. Ed ha poi aggiunto: “La crisi, in questa città, è stata già aperta da cittadini romani, tutti sono scontenti di un governo che si è rivelato disastroso”. Secondo Tajani, “il vero problema è che Roma è una città governata malissimo, una città che soffre, una città che deve risolvere i propri problemi e questa giunta comunale di sinistra non li ha risolti”. Tra le tante criticità l’abusivismo commerciale, una vera piaga della capitale. “Ci sono tra i 15 e i 18 mila abusivi. Uno per ogni 4 imprese regolari. Marino ha promesso molte cose e molti cambiamenti ma Roma è sempre di più un suk. E’ una situazione drammatica – ha sottolineato anche in ambito di trasporti e per i debiti che l’amministrazione ha nei confronti delle imprese”. ltra ondata di protesta a Roma. Per il 19 maggio le sigle sindacali hanno già indetto un nuovo sciopero contro il salario accessorio. Dopo i 13mila amministrativi che hanno invaso piazza del Campidoglio pochi giorni fa, l’intento dei sindacati è quello di portare in piazza tutti i dipendenti comunali, ben 24mila persone. “Il tempo dei tentennamenti è finito. Se l’amministrazione e il governo credono di poter rimanere barricati nella loro incapacità di decidere, allora – denunciano - saremo noi a tirarla fuori dai palazzi. E a far capire quali sono le responsabilità che il sindaco Marino per primo ha nei confronti delle 24mila famiglie dei lavoratori e dei milioni di cittadini che ogni giorno vivono, studiano, lavorano o visitano la capitale”. Antonio Testa A L’APPUNTAMENTO È ALLE 10 E 30 A ROMA PRESSO LA DOMUS MARIAE IN PIAZZA CARPEGNA Oggi la manifestazione di Armeni Il leader de La Destra interverrà al convegno “L’Europa che vorrei” organizzato dal candidato azzurro P rosegue il tour in tutta la penisola del leader de La Destra, Francesco Storace, a sostegno dei candidati di Forza Italia per elezioni europee del 25 maggio. Decine di appuntamenti per contrastare le politiche di austerità volute dalla Germania di Angela Merkel e affermare quella sovranità nazionale e monetaria negata per anni. All’indomani della manifestazione di Cagliari con il candidato azzurro nel Meridione Salvatore Cicu, deputato da più legislature e già sottosegretario alla Difesa e al Tesoro nel primo e secondo governo Berlusconi, l’ex governatore del Lazio interverrà oggi a Roma alle 10 e 30, presso la Domus Mariae in piazza Carpegna, al convegno “L’Europa che vorrei”, organizzato dall’aspirante parlamentare europeo Fabio Armeni. Oltre a Storace parteciperanno all’evento anche il vice presidente del Senato e capogruppo a Palazzo Madama di Forza Italia, Maurizio Gasparri, la deputata Renata Polverini, i senatori Altero Matteoli e CASSAZIONE CONDANNA IL CAPO DEL DIPENDENTE STRONCATO DA UN MALORE PER FORTE STRESS Morire d’infarto per il troppo lavoro Stabilito maxi-risarcimento di oltre 800mila euro a moglie e figlia l di là dei luoghi comuni, in Italia c’è chi lavora troppo, tanto da lasciarci anche la vita. È ciò che accaduto ad un dipendente presso una grossa società di telecomunicazioni, che lavorava senza tregua, fino a raggiungere le 11 ore al giorno, pur di soddisfare le richieste e gli obiettivi che il suo datore di lavoro gli assegnava. Ma il troppo lavoro gli è stato fatale: è morto per un infarto. La Cassazione ha stabilito che una morte del genere deve essere risarcita dal datore, il quale non può ignorare "le modalità attraverso le quali ciascun dipendente svolge il proprio lavoro". Sempre la Suprema Corte ha accolto l'istanza della famiglia e condannato l'azienda a corrispondere a moglie e figlia, rispettivamente, A 434mila euro e 425mila euro, oltre agli oneri accessori, come risarcimento per la perdita del loro caro , Stefano S. , a causa dei "ritmi insostenibili" dell'attività lavorativa. Ripercorrendo l’iter processuale. Mentre in primo grado aveva vinto la Ericsson, l’azienda dove lavorava il dipendente stroncato da un infarto, ricorreva poi in Cassazione contro la decisione della Corte di Appello di Roma che, nel 2011, aveva accolto la richiesta di risarcimento danni patrimoniali e materiali avanzati dalla vedova, mentre in primo grado il Tribunale aveva negato la responsabilità del datore di lavoro. Per la Suprema Corte, il verdetto di appello ha ritenuto che "la responsabilità del modello organizzativo e della distribuzione del lavoro fa carico alla società, la quale non può sottrarsi agli addebiti per gli effetti lesivi della integrità fisica e morale dei lavoratori che possano derivare dalla inadeguatezza del modello adducendo l'assenza di doglianze mosse dai dipendenti". Ed ancora il datore di lavoro non può sostenere "di ignorare le particolari condizioni di lavoro in cui le mansioni affidate ai lavoratori vengano in concreto svolte". Mentre i difensori della società hanno sostenuto che i "ritmi serratissimi" adottati da Stefano S. "non erano a lei imputabili ma dipendevano dalla attitudine" del dipendente "a sostenere e a lavorare con grande impegno e al suo coinvolgimento intellettuale ed emotivo nella realizzazione degli Chantal Capasso obiettivi". Francesco Aracri, l’onorevole Marco Martinelli, il consigliere regionale del Lazio e coordinatore provinciale di Forza Italia, Adriano Palozzi. “Quest’Europa formato-finanza ha ucciso il suo popolo - spiega l’ex vicepresidente della Regione Lazio Armeni -. E’ distante dai cittadini, è una fonte di problemi e non di soluzioni”. Il candidato nella circoscrizione Centro assicura che “Forza Italia sarà il vero punto di riferimento per una nuova Europa, più coraggiosa e capace di restituire sovranità ai popoli europei, senza però trascendere nell’illusione dell'uscita dalla moneta unica”. G.S 7 Sabato 10 maggio 2014 Da Roma e dal Lazio PRATI ROMA EST Invita a casa una sconosciuta, la trova morta al mattino Nomadi: corteo per la chiusura di campo Salone Oggi, a partire dalle 14 e 30, i comitati dei cittadini sfileranno tra le vie del quartiere in segno di protesta ggi alle 14.30, è partito un corteo da piazza Attilio Muggia, nelle vicinanze del centro commerciale di Roma Est. Una manifestazione organizzata dai comitati di cittadini per la chiusura del campo nomadi di via di Salone. Continui casi di delinquenza, la sensazione di non essere protetti dalle forze dell’ordine, vivere nel costante timore di eventuali ritorsioni e ruberie. La gente del posto non ce la fa più alla forzata convivenza con la gente che popola il campo dei rom. È Franco Pirina, il presidente della Caop (Coordinamento azioni operative Ponte di Nona) a far da porta voce dei cittadini della zona, per spiegare le ragioni di questo generale malcontento. Pirina ha organizzato insieme a diversi rappresentanti dei comitati cittadini tra cui Castelverde, Serenissima, Case Rosse, la Rustica e Settecamini un sopralluogo in diverse zone del quartiere, per verificare la situazione di grande disagio. Le sue dichiarazioni come si legge in una nota dell’agenzia Dire sono “Il tema del campo di Salone non è più giustificabile rispetto allo scopo di integrazione con cui è nato, ormai è solo un campo delinquenziale ed è ingestibile anche per le forze dell'ordine. Tutte le notti in collabo- O iallo nel quartiere Prati. Una ragazza di circa 25 anni è stata trovata senza vita in casa di un uomo 45enne che aveva conosciuto la sera precedente nei pressi della stazione Termini. Intorno alle 8, una volta accortosi di quanto accaduto, l’uomo è sceso in strada, in via Raffaele Caverni per chiamare i soccorsi. Ha bloccato una pattuglia della municipale dicendo che la sua compagna aveva perso i sensi. Immediato l’intervento del personale del 118 che non ha potuto far altro che constatare il decesso. G L’uomo di 44 anni, agli poliziotti del commissariato Prati, ha poi raccontato che aveva conosciuto la giovane la sera prima, che avevano passato la notte insieme e che la mattina non era riuscito a svegliarla. Sul posto è intervenuta anche la polizia Scientifica. L’appartamento è stato trovato in ordine e sul corpo non sono stati trovati segni di violenza. Sarà l’autopsia, comunque, a stabilire con esattezza le cause della morte. Sulla vicenda indaga la polizia, che sta cercando di risalire all’identità della donna, che era priva M.C. di documenti. razione con Polizia e Carabinieri cerchiamo di segnalare casi di illegalità”. I comitati hanno tra l’altro anche denunciato i continui roghi notturni, nelle immediate vicinanze del campo nomadi, che “rendono l'aria irrespirabile”, oltre all’assenza di un presidio di polizia dedicato alla FROSINONE: UNA DELLE TANTE STORIE DELLA CRISI Usura ed estorsione, arrestato un rom A fronte di un prestito di 30mila euro, un imprenditore si è ritrovato un debito con una percentuale d’interesse del 500% reoccupa il fenomeno dell’usura nella provincia di Frosinone, uno dei territori più colpiti in Italia. Per fronteggiare la crisi un imprenditore locale di 50 anni ha chiesto un prestito di 30mila euro e si è ritrovato con un debito di 300mila euro. L’uomo, a cui stata applicata una percentuale di interesse annuo del P 500%, aveva già versato circa 200mila euro. I soldi li aveva chiesti ad un pregiudicato di 39 anni di origine rom. Al 50enne, quindi, restavano ancora 100mila euro. Ad ogni ritardo dei pagamenti, però, scattavano le minacce di morte, tanto da spingere l’imprenditore a chiedere aiuto alle forze dell’ordine. E così, grazie all’indagine congiunta dei carabinieri e della polizia, il nomade è stato arrestato in flagranza di reato per estorsione aggravata e usura. Per favoreggiamento reale, invece, una sua complice, 29enne incensurata del luogo. Dopo i controlli del caso, le forze di polizia hanno fatto scattare la trappola ai due. Nel pomeriggio di ieri, durante l’ennesima rata da pagare, 5mila euro, contenuti in un’anonima busta che, dopo essere stata consegnata dall’imprenditore all’usuraio, è stata portata all’interno di un bar/sala slotmachine di Frosinone e data alla 29enne, che lavorava nell’esercizio commerciale come cassiera. La donna immediatamente si è adoperata per nasconderla. Purtroppo, però, è stata notata dai carabinieri che hanno bloccato il rom e la giovane. Successivamente i militari dell’Arma hanno perquisito il locale dove, ben nascosta sotto la cassa, hanno trovato la busta con il denaro. Sono quindi scattate una serie di perquisizioni nelle abitazioni dei due, nel corso delle quali è stata rinvenuta e sottoposta a sequestro documentazione contabile e numerosi assegni riconducibili all’attività criminosa. Nella mattinata odierna si sono svolte le udienze di convalida degli arresti. Il 39enne nomade resterà in carcere, mentre la ragazza è stata liberata. Giuseppe Sarra zona, a discapito della sicurezza della popolazione. I cittadini hanno inoltre ricordato lo stabile sito in via Don Primo Mazzolari, completamento realizzato per ospitare le forze di polizia ma che non è mai stato aperto. Chantal Capasso ANTIBORSEGGIO Una città invasa dai manolesta In poche ore i carabinieri hanno beccato ben 9 ladri stranieri n’altra giornata impegnativa per le forze di polizia, sempre più impegnate nel contrastare le manolesta. Un fenomeno praticato soprattutto dai nomadi residenti nei campi rom nelle periferie delle nostre città. In particolare a Roma, dove decine di persone quotidianamente – nella maggioranza dei casi - vengono sorprese in flagranza di reato mentre tentano di sfilare il portafoglio o il cellulare al turista di turno o all’anziana distratta appena salita sull’autobus. E così, durante i controlli antiborseggio effettuati a bordo dei mezzi pubblici e nei luoghi maggiormente frequentati, i carabinieri del gruppo di Roma hanno assicurato alla giustizia in poche ore ben nove persone. Il primo a finire in manette è stato un romeno di 50 anni, sorpreso dai militari della stazione San Pietro, a bordo del bus 64, all’altezza di via Nazionale subito dopo aver sfilato il portafoglio dalla borsa di una turista italiana. Poco dopo, gli stessi carabinieri sempre a bordo dello stesso bus, questa volta all’altezza della fermata di largo di Torre Argentina, hanno fermato altri U tre manolesta, tutti romeni rispettivamente di 43, 46 e 51, dopo aver alleggerito del portafoglio un cittadino romano. I militari del nucleo operativo della compagnia San Pietro, inoltre, hanno arrestato due giovani nomadi, una 17enne ed una 19enne, che in via dei Fori Imperiali, avevano rubato degli effetti personali ad un turista danese. Qualche ora più tardi, a bordo della metro linea ‘a’, all’altezza della fermata metro “Ottaviano”, invece i carabinieri della stazione Madonna del Riposo hanno bloccato una romena di 49 anni, sorpresa dopo aver sfilato il telefonino ad un 65enne turista francese. E ancora. In piazza San Giovanni, i militari della stazione San Giovanni hanno fermato un algerino di 30 anni che aveva appena commesso un furto ai danni di una pendolare. I carabinieri della stazione Piazza Dante, invece, hanno arrestato un algerino di 37 anni che in piazza Madonna dei Monti ha alleggerito il portafoglio un’olandese. Marco Compagnoni 8 Sabato 10 maggio 2014 Dall’Italia I CLANDESTINI SMISTATI NEI CENTRI DI PRIMA ACCOGLIENZA, MA LA GESTIONE DELL'EMERGENZA SBARCHI SI FA SEMPRE PIÙ DIFFICILE E COMPLICATA Mare Nostrum: i migranti continuano ad aumentare Più di 4360 profughi nel giro di pochi giorni sono stati trasbordati sulle coste siciliane, ma il fenomeno non si ferma rmai le coste della Sicilia oltre alla naturale marea che quotidianamente si affaccia e si ritrae regalando scenari che solo noi italiani possiamo essere orgogliosi di possedere, ad essa si affianca un altro tipo di marea: quella umana, gli immigrati, annoso problema che come una patata bollente ognuno cerca di mollare all’altro per la sua soluzione. L’Europa docet in questo senso, con il suo completo abbandono della gestione emergenza sbarchi, la stessa che si sdegna se molti profughi perdono la vita, si trovano in precarie condizioni igieniche, quindi portatori di malattie (l’ombra dell’ebola è costante su di noi) o se la criminalità sul traffico degli umani aumenta. Nonostante le buone intenzioni “Mare Nostrum” fa veramente “acqua” su tutti i fronti. Se da un lato i promotori dello stesso progetto autocelebrano ottimi risultati dall’altro c’è chi considera la situazione un vero fallimento e le zone di accoglimento al collasso ne sono la testimonianza. A monte dell’incredibile situazione vi è l’escalation di errori commessi dal governo Letta e l’incapacità di rimediare a questo da parte del governo Renzi, che attraverso frasi degni di una televendita tutto sembrerebbe risolto. Nel corso di questa settimana gli equipaggi e i mezzi della Marina Militare hanno portato soccorso a migliaia di migranti in fuga dai loro Paesi. I mezzi della Guardia Costiera hanno intercettato numerosi imbarcazioni in O L’INCHIESTA Matrimoni per interesse: la scorciatoia allo ius soli M atrimoni per interesse? Eccome se ce ne sono, basta sfogliare un qualsiasi giornale di gossip e fermarsi a guardare le foto per far funzionare il cervello. Ma questa volta l’interesse del matrimonio era quello di ottenere la cittadinanza italiana. Una scorciatoia verso lo ius soli che era stata ideata da un’organizzazione criminale che ha ben fiutato quanto si possa lucrare sull’immigrazione. E lo faceva, dando una dimostrazione in più di quale mondo si aggiri dietro al business causato dalle nostre frontiere-groviera. Al fine di regolarizzare la posizione di diversi extracomunitari, specialmente eritrei, venivano contratti all’estero falsi matrimoni tra italiani ed extracomunitari. Lo stratagemma fraudolento, però, è stato scoperto dalla Procura di Siracusa che ha disposto l’arresto del 41enne Antonio Miraglia, di Michelangelo Lombardo, 35 anni, e di due eritrei, Frewoini Amelash Segid e Daniel Haile, rispettivamente di 44 e 47 anni. Le persone messe in manette sono accusate di essere membri di una organizzazione con terminali a Roma, Siracusa, Addis Abeba e Gerusalemme. Gustavo Lidis situazioni di precaria galleggiabilità a causa del sovrannumero di persone a bordo.In cinque giorni da domenica 5 maggio sono stati trasbordati 4362 migranti a bordo di fregate e pattugliatori della Marina Militare tra cui molte donne, anche incinte, e molti minori compreso un neonato. I clandestini provenienti dai diversi Paesi del nord e del centro Africa, sono stati smistati nei vari centri di prima accoglienza, ma la gestione dell’emer- genza sbarchi si fa sempre più difficile e complicata. Far rientrare le nostre navi sovraffollate di profughi, se da un lato è umanamente apprezzabile accogliere chi è in difficoltà, ma d’altro canto equivale a condannare a morte certa centinaia delle decine di migliaia di immigrati in attesa di prendere il mare. Per non parlare dei costi di tale progetto: 300mila euro al giorno, nove milioni di euro mensili, che nonostante la scarsità di fondi nessuno al ministero degli Interni e a quello della Difesa sa come chiudere. Altra questione, come prima accennato, è l’aumento della criminalità aiutata dall’inefficienza del sistema di sicurezza e di controllo dei confini meridionali della Libia. Le zone di frontiera come il Sudan, Niger e Ciad sono di fatto dei veri e propri far west capeggiate da organizzazioni armate in lotta per il contrabbando di armi, droga ed esseri umani. In queste terre di mezzo il traffico degli uomini si finanzia garantendo un sicuro transito verso i porti d'imbarco per l'Italia situati lungo le coste della Sirte. In questo contesto si inserisce Mare Nostrum, che suo malgrado arricchisce le loro tasche, costituendo una sorta di porto franco all’interno del quale vengono attratti profughi e con loro il business della tratta degli umani. Anche per questo motivo sospendere la missione risulta molto complessa, perché davanti all’improvviso blocco delle operazioni di soccorso, comunque i trafficanti di uomini continuerebbero ad imbarcare disperati che andrebbero a finire ad un sicuro naufragio. Una delle probabili soluzioni sarebbe inasprire i controlli e le correlative pene per chi non li rispetta. Ma affinché ciò avvenga ci vorranno mesi e nel frattempo gli sbarchi si susseguono e i fondi diminuiscono ed le alte cariche di governo stanno a guardare. Chantal Capasso OPERAZIONI IN NUMEROSI CANTONI DELLA CONFEDERAZIONE Ecco come la Svizzera mette alle porte gli “asilanti” eritrei Italia apre le frontiere, accompagna i “migranti” fin dentro casa sua, usa le navi della Marina Militare per farlo. Renzi non vuol sentire critiche, d’altronde è il capo del Partito Democratico oltre che (anche senza esser mai stato eletto) del Governo… A chi si chiede a che scopo e con quale progetto l’Italia spenda nove milioni e mezzo di euro al mese (trecentomila euro al giorno), il premier dice che se no ci sarebbero una, dieci, cento Lampedusa (con riferimento non all’isola, ma alla tragedia del mare che vi è avvenuta), altri non smettono di dire che l’Italia deve aiutare le persone che provengono da aree della Terra dove vi sono conflitti. Ma cosa avviene altrove? Guardando vicino, si potrebbe a titolo d’esempio indagare sulla Svizzera: Paese che ospita la sede della Croce Rossa Internazionale e dell’Onu, neutralista per eccellenza, agli “asilanti” (come vengono definiti oltre il confine i richiedenti lo status di rifugiati) ha messo un tetto con recenti disposizioni. E le sue frontiere, la Confederazione, le controlla. Eccome. Di ieri è ad esempio la notizia che “nell'ambito delle operazioni denominate Contralpi in corso da alcuni anni in collaborazione coi corpi cantonali della L’ regione alpina, tra il 7 e il 9 maggio sono stati effettuati diversi controlli e posti di blocco in alta Leventina e lungo i principali assi al Nord delle Alpi. I controlli hanno interessato anche la tratta ferroviaria Erstfeld / Arth-Goldau”. La nota è della polizia cantonale del Ticino, che dà anche alcuni numeri sulle iniziative delle scorse ore. “In Ticino sono stati effettuati 14 posti di blocco e controllate diverse decine di veicoli e un centinaio di persone. Una 40enne cittadina italiana è stata arrestata con l'accusa di aiuto all'entrata e al soggiorno illegale, in quanto fermata al portale sud del tunnel autostradale del Gottardo con a bordo 5 cittadini eritrei privi di documenti di legittimazione”. Ancora, “l'operazione intercantonale ha coinvolto diversi corpi di polizia cantonale (tra cui Grigioni, Uri, Nidwaldo, Svitto, Zugo e il Corpo Guardie di confine). L'obiettivo è stato quello di incrementare e sviluppare la collaborazione interforze non fermandosi solo ai confini cantonali, ma per marcare la presenza sul territorio anche in zone periferiche e svolgendo un'importante campagna di prevenzione e di controllo di potenziali autori di reato”. Proprio come in Italia. Che per gli svizzeri, a questo punto, è diventato un problema in più, esattamente a causa della sua politica di accoglienza a tutti i costi. Bruno Rossi 9 Sabato 10 maggio 2014 Dall’Italia FIRENZE - SVOLTA SUL CASO DELLA PROSTITUTA ANDREA CRISTINA ZAMFIR TROVATA MORTA LUNEDÌ SCORSO Donna crocifissa: preso il killer Si tratta di Riccardo Viti, un 55enne fiorentino: il suo profilo genetico coincide con il Dna trovato sul luogo del delitto. L'uomo sarebbe responsabile di altre simili violenze avvenute negli scorsi anni. La confessione: "Speravo che la trovassero come le altre" di Barbara Fruch I ncubo finito. E' stato catturato dopo cinque giorni di ricerche il presunto omicida di Andrea Cristina Zamfir, la prostituta romena di 26 anni trovata crocifissa e violentata lo scorso 5 maggio alle porte di Firenze. Si chiama Riccardo Viti, idraulico fiorentino di 55 anni. Gli inquirenti hanno compiuto in questi giorni un minuzioso lavoro per ricostruire la rete di conoscenze e frequentazioni della giovane lucciola uccisa e alla fine sono arrivati a quello che sarebbe la "bestia", come lo aveva definito il questore di Firenze Raffaele Micillo. L'uomo, che non ha precedenti penali e risulta dunque incensurato, è stato arrestato ieri mattina nella sua casa alla periferia nord di Firenze, nei pressi dell'ospedale di Careggi. Secondo quanto trapela da fonti investigative il profilo genetico dell'uomo, che la momento del fermo aveva con sé anche il giubbotto indossato quella sera, coincide con il Dna trovato sul luogo del delitto. Lo stupore della madre - È anche una conversazione con la madre, ascoltata dagli agenti, ad aver incastrato Riccardo Viti. "Ma che, sei te il mostro di Ugnano?", ha chiesto al figlio la donna all’arrivo dei poliziotti, cui lui ha risposto con un inequivocabile: "Sì, sì, l’ho fatto io, non pensavo che morisse, ho fatto una cazzata". Era l’alba, quando la polizia è arrivata nella palazzina di via Locchi dove Viti e i genitori vivono vicini, ma in due appartamenti separati: il padre 80enne dell’uomo è rimasto seduto in silenzio, mentre la madre avrebbe incominciato a tempestare il figlio di domande, sino alla “conferma” di lui. Più tardi, i due genitori sono sfuggiti alle domande dei giornalisti dicendo al citofono: "stiamo soffrendo". Il compagno della vittima La confessione - Ad avvalorare ulteriormente quanto ricostruito dagli investigatori, le successive parole di Viti. "Sono finito. Ormai non mi salva nessuno". L'orco è stato a lungo interrogato dal sostituto procuratore di Firenze Paolo Canessa che coordina le indagini di polizia e carabinieri. "Ho fatto una bischerata. Speravo la trovassero come le altre", ha dichiarato riferendosi ai precedenti casi simili nei quali le donne violentate e legate erano state trovate e salvate. Ad incastrarlo infatti oltre al nastro adesivo utilizzato per legare la donna (che risulta in dotazione all'ospedale fiorentino di Correggi) sono state le testimonianze delle altre vittime. Le testimonianze - Molte squillo agli investigatori hanno raccontato di aver visto un furgoncino dal colore chiaro, probabilmente un mezzo usato per lavoro e anche per avvicinarsi alle "prede". Inoltre molte donne hanno raccontato di un cliente che amava un particolare gioco erotico, forse simile a quello che ha portato alla morte la giovane romena. Fondamentale nell'identikit anche la testimonianza di un poliziotto. L'agente che ora lavora alla squadra mobile, si è ricordato di un intervento con la volante di circa due anni fa richiesto da prostitute in cui emergevano modalità di violenza analoghe a quelle dell'inchiesta. Furono L’arresto di Riccardo Viti identificate delle persone fra cui lo stesso Viti. Incastrato dalle telecamere - Importante, nell'identificazione del killer, anche le videoregistrazioni delle telecamere di sicurezza disseminate nella zona dove è stato commesso l'omicidio. Le immagini hanno permesso agli investigatori di ricostruire tutto il percorso fatto la notte tra il 4 ed il 5 maggio dall'auto di Viti, un Fiat Doblò grigio, dal momento in cui l'uomo ha preso a bordo la prostituta nella zona del parco delle Cascine all'arrivo nei pressi della strada che si perde in mezzo ai campi di Ugnano, interrotta dalla sbarra alla quale il corpo della ragazza era stato legato. Proprio quel mezzo è stato trovato parcheggiato nei pressi dell'abitazione dell'uomo e sequestrato. Il particolare del nastro adesivo - Sempre in casa al momento dell'arresto è stato rinvenuto lo scotch uguale a quello usato per legare la ragazza. Il nastro adesivo, come avevano già reso noto gli inquirenti alcuni giorni fa, sarebbe stato preso dai magazzini dell'ospedale di Careggi, a pochi minuti dalla casa del sospettato. Secondo quanto appreso proprio in quel nosocomio lavora la moglie dell'uomo. I manici di scopa - La polizia scientifica e la squadra mobile hanno inoltre trovato nel corso di una perquisizione in un Andrea Cristina Zamfir garage di Viti due manici di scopa. Andrea Cristina Zamfir era stata violentata usando proprio un pezzo di legno. Su uno dei manici c'erano tacche intagliate, come se servissero a indicare la misura del pezzo di legno. I vicini del killer: "uomo strano" - I vicini descrivono il mostro come "una persona gentile anche se un po' ruvido e strano, a volte infantile". Una donna racconta di essere rimasta colpita una volta quando in un supermercato lo vide con la madre mentre comprava dei prodotti "per lui ma più adatti ad un bambino". Molti conoscono sia lui che i suoi genitori, definite persone "bravissime". Viti è diplomato in ragioneria, ma non avendo un impiego da anni lavora con il padre che fa l'idraulico. Nel tempo libero insegna o fa l'arbitro di karate. La moglie lavora in un'azienda di pulizie che ha un appalto con l'ospedale fiorentino di Careggi. Un dettaglio significativo proprio perché alcune delle prostitute seviziate sono state legate con del nastro adesivo dell'azienda sanitaria. Le reazioni - Soddisfazione "perché la squadra mobile ed i carabinieri sono riusciti a catturare la bestia" è stata espressa dal questore di Firenze, Raffaele Micillo. Era stato lo stesso questore a definire l'autore del gesto "una bestia", pur dispiacendosi, aveva detto, di paragonarlo agli animali. L'uomo arrestato, ha aggiunto Micillo, "è sicuramente responsabile del gesto e, probabilmente, degli altri fatti simili riscontrati precedentemente". Ad elogiare il lavoro delle forze dell'ordine è stato in un tweet anche iil Ministro dell'interno Angelino Alfano: "Prove inconfutabili a carico dell'uomo che ha confessato il delitto di Firenze" ha scritto ringrazionado le donne e gli uomini della polizia "che proteggono i cittadini". La disperazione del compagno della vittima - Visibilmente scosso il compagno di Andreea Cristina Zamfir, Yean Ion Manta, 36 anni, romeno, si è presentato fuori dalla questura. La coppia ha due figli, di 4 e 2 anni, che vivono in Romania con i genitori dell'uomo. "Andreea Cristina non si drogava e non si prostituiva. A casa non avevamo i soldi per mangiare. La sera in cui è morta - ha aggiunto - Cristina uscì in- torno alle 22, mi disse che aveva un appuntamento di lavoro come baby sitter. Poi non l'ho più sentita, non ha più risposto al telefono e hai miei sms. La fine di Cristina - ha detto ancora - è tutta colpa di sua madre, che l'ha abbandonata sei anni fa alla stazione come se fosse un bagaglio. Da sei anni non sa nulla di lei e adesso le interessa solo perché è morta" Sono invece gli amici della vittima a confermare come la donna si prostituiva ogni tanto "per dar da mangiare ai suoi due bambini e per avere soldi da inviare ai parenti in Romania". SALERNO Camorra, arrestato il boss Francesco Maturo, tra i 100 più pericolosi stato inserito nell’elenco dei cento latitanti più pericolosi d’Italia, Francesco Maturo, 43enne di San Giuseppe Vesuviano, considerato da molti il reggente del clan Fabbrocino. Ieri mattina è stato finalmente catturato dai carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna e dai colleghi del Ros. Il nascondiglio era una villetta di Angri, in provincia di Salerno: l’uomo è stato trovato in possesso di due pistole e di un documento di identità falso. Maturo è latitante dal dicembre 2012, quando assieme ad altre 27 persone fu il destinatario di un or- È dine di custodia cautelare che colpiva i vertici del clan vesuviano dei Fabbrocino. Tra questi, anche Biagio Bifulco, colui che aveva retto le sorti della cosca dopo l’uscita di scena di Mario Fabbrocino, al quale Maturo si sarebbe sostituito in questi ultimi tempi. L’organizzazione criminale imponeva con sistematicità il proprio controllo su tutto il territorio, sottoponendo imprenditori e commercianti al pagamento di tangenti. Lui e altre tre persone riuscirono a sfuggire alla cattura: da ieri mattina la sua fuga è finita. 10 Sabato 10 maggio 2014 Dall’Italia PESCARA - KNOCKOUT GAME E EPISODI DI VIOLENZA Pestaggi e rapine: sgominate due baby-gang Dopo aver picchiato le loro vittime, quasi sempre adolescenti, le derubavano e poi si fotografavano, pistola in pugno. Sei le persone arrestate e quattro i denunciati: hanno tutti un'età compresa tra i 15 e i 24 anni icchiavano e rapinavano coetanei. Sono sei i componenti di due baby-gang finiti in manette ieri mattina per mano della squadra mobile della Questura di Pescara. Quattro invece quelkli denunciati. Il più giovane non ha ancora compiuto i 15 anni di età, il più ''anziano'' di anni ne ha 24. Sono accusati di aver seminato violenza negli ultimi week end della Movida, soprattutto a Pescara Vecchia. Numerosi gli episodi di violenza che vedono emergere in Italia il "knockout game”, un allarmante fenomeno che ha preso piede in molte città italiane ed è stato "importato" dagli Stati Uniti. Considerato un "gioco" in realtà si tratta di vera a proprioa violenza: i ragazzi aggrediscono per strada dei semplici passanti con l’obiettivo è stenderli con un pugno. Il tutto senza preavviso, senza ragione, solo per dimostrare agli amici di essere sufficientemente “coraggiosi”. Aggressioni sanguinose insomma quelle di componenti delle sue babygang a cui si sommavano rapine e botte. Diversi gli episodio che vendono elencati dal sito licale "Il Pescara" che nel ricordare come gli avvenimenti siano solo parzialmente collegati, rimarca come sia necessaria non solo un'attività di repressione e controllo del territorio ma anche di collaborazione fra i gestori dei locali e le famiglie, che troppo spesso lasciano i P propri figli minorenni girare fino all'alba fra le strade cittadine. Particolarmente cruenta la notte fra il 26 e 27 aprile, quando avvengono ben tre episodi di violenza: nel primo caso, un 19enne viene avvicinato e colpito senza motivo da Berisha Fabjol, 18 anni albanese, in via dei Bastioni. La vittima riporta una frattura alla mandibola mentre un suo amico, anch'egli colpito dall'albanese e da un gruppo di suoi amici, riporta altre lesioni. Identificati anche altri tre ragazzi appartenenti alla gang. Poco dopo, sempre in via dei Bastioni, un 24enne pescarese De Florentiis Fabrizio pregiudicato e conosciuto SENIGALLIA - IL FURTO Ruba agli alluvionati: nei guai un marocchino Beccato in flagranza di reato dopo aver sottratto degli elettrodomestici i trovava a Senigallia appositamente per rubare ai danni dei cittadini vittime della alluvione. L'extracomunitario è stato però fermato e arrestato dai Carabinieri. E' successo nel tardo pomeriggio di giovedì lungo la provinciale Arceviese, all’altezza del casello autostradale, dove i Carabinieri della Compagnia di Senigallia hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, per furto aggravato, il marocchino Mohamed Mouny, classe 1952, residente a Costacciaro (Perugia), di professione commerciante. Lo straniero è finito in manette nell'ambito del servizio finalizzato alla prevenzione dei reati contro il patrimonio in danno della popolazione vittima dell’alluvione, condotto 24 ore su 24 con cambio sul posto dai Carabinieri di Senigallia e Montemarciano. I militari lo hanno catturato dopo che si era allontanato alla guida di un furgone Ford Transit. Poco prima l'uomo aveva trafugato a delle vittime dell’alluvione di via Barocco alcuni elet- S per altri episodi simili, colpisce con un pugno al volto un coetaneo, anche in questo caso senza motivo. La vittima finisce in ospedale ed attualmente è in prognosi riservata. Un amico della vittima veniva poi colpita da altri componenti della gang di De Florentiis. Sempre il 27 aprile, due ragazzi di Sulmona vengono aggrediti da un 17enne di etnia rom. Ma non solo epiodi di violenza gratuita caratterizzano le ultime settimane pescaresi. La Polizia infatti ha identificato ed arrestato e denunciato anche altre cinque persone, appartenenti ad un'altra gang in cui era parte attiva anche la fidanzata 19enne del "boss", Neziri Elvis, un 20enne di origini slave. In questo caso, la banda avvicinava giovani con delle scuse convincendoli a salire su una Multipla dove a quel punto gli occupanti fermavano la vittima che veniva condotta in un posto isolato e picchiata a sangue, anche con bastoni e spranghe. Due gli episodi di questo genere avvenuti il 29 marzo e il 19 aprile, ai danni di due ragazzi 17enni. La Polizia inoltre indaga su un episodio simile avvenuto la notte fra il 30 aprile e 1 maggio, per il quale i responsabili non sono ancora stati individuati ma che potrebbero essere gli stessi membri della banda della "Multipla". PERUGIA - ANCORA CASI DI VIOLENZA CONTRO ULTRA 80ENNI Offre sesso a un anziano poi con il marito lo scippa Il rifiuto del pensionato ha fatto scattare l'ira. In manette una 23enne incinta e il compagno, 29enne rumeno, entrambi pregiudicati a avvicinato un 84enne del posto invitandolo ad avere un rapporto sessuale con lei. Ma al rifiuto dell'uomo lei gli strappa con violenza la catenina. E' l'ennesimo caso di violenza che vede colpiti gli anziani quello avvenuto giovedì mattina a Bastardo di Gualdo Cattaneo (Perugia), durante il mercato settimanale. La strategia della donna era chiara e il suo complice già pronto a intervenire. La ha avvicinato l'84enne "vendendosi" ma dopo aver incassato un rifiuto è passata all'azione: ha strappato una catenina d'oro e si è data alla fuga. Nonostante l'età l'84enne non si è arreso ha raggiunto e bloccato la rapinatrice. Proprio a quel punto è intervenuto il complice, un rumeno 29enne che ha picchiato selvaggiamente l'uomo causandogli diverse lesioni alla testa. I due malviventi sono poi balzati sopra una Bmw, però l'84enne non si è dato per vinto riuscendo nuovamente a rag- H trodomestici, accantonati temporaneamente in strada per consentire le operazioni di pulizia dei locali danneggiati dall’inondazione. L’Autorità Giudiziaria, immediatamente informata, ha disposto di trattenere l’arrestato nelle camere di sicurezza della caserma di Via Marchetti in attesa del rito direttissimo fissato per il 9 maggio presso il Tribunale di Ancona. La refurtiva recuperata è stata restituita agli aventi diritto. Atti di sciacallaggio che purtroppo sono noti in caso di catastrofi naturali e che vedono come responsabili persone prive di scrupoli pronte a "godere" delle disgrazie altrui. C.B. Inoltre, parte dei componenti di questa banda, fra cui lo slavo 20enne, è accusata di aver pestato in strada un 59enne pochi giorni fa, a Montesilvano zona Santa Filomena, L'uomo fu aggredito per vendetta, in quanto aveva testimoniato contro uno dei ragazzi in un processo. L'uomo anni fa lo aveva denunciato quando era fidanzato con sua figlia minorenne, per sottrazione di minore. Un fenomeno allarmante non solo per i numerosi episodi di violenza ma anche per il vato che i giovani fanno delle loro gesta. Diversi degli arrestati e denunciati, amavano mostrarsi sui social network armati di pistole giocattolo ed armi o addirittura filmavano con i telefonini le proprie "gesta violente". Il Questore Passamonti ha evidenziato come la Polizia abbia dato una risposta forte e rapida a questa inquietante escalation di episodi violenti, per ripristinare sicurezza e tranquillità nelle notti pescaresi, aggiungendo che nei prossimi fine settimana ci sarà un imponente dispiegamento di uomini e mezzi di tutte le Forze dell'Ordine per mostrare in modo ancora più incisivo la presenza sul territorio degli operatori di sicurezza. In controllo in realtà ci dovrebbe essere anche in famiglia, molto spesso però questa manca e finisce che i giovani entrano nel vortice della criminalità. Poi non è così semp'lice uscirne. Miriana Markovic giungerli ma, a quel punto, l'auto è partita a tutta velocità. Subito sono scattate le ricerche diramate dai carabinieri di Giano dell'Umbria e poco dopo la Bmw è stata intercettata all'uscita di Pantalla da un equipaggio dell'Aliquota radiomobile di Todi. I due a bordo sono stati identificati. Si tratta di C.I.R., 29enne rumeno, residente a Perugia, fermato in passato con quattro nomi diversi: a suo carico diversi precedenti per reati contro il patrimonio, tra cui uno specifico commesso in Provincia di Siena in danno di un anziano; P.M.C.. 23enne, in stato di gravidanza, identificata con altri otto alias, anche lei pregiudicata. I due sono stati arrestati con l'accusa di concorso in rapina impropria aggravata e lesioni personali. L'uomo, denunciato anche per il reato di guida di veicolo senza patente, è stato rinchiuso nel carcere di Spoleto, mentre la donna, a causa del suo stato di gravidanza, è stata sottoposta agli arresti domiciliari presso la sua abitazione di Perugia. L'anziano, vittima della violenta aggressione, è stato accompagnato in ospedale, dove i sanitari gli hanno riscontrato un trauma cranico, ecchimosi del collo, contusioni vari, giudicandolo guaribile in 20 giorni. Carlotta Bravo 11 Sabato 10 maggio 2014 BUSTO ARSIZIO All’asta l’armadio in cui fu riposto il corpo del Duce Dal prossimo 15 maggio su e-bay il triste cimelio in cui riposarono i resti mortali di Mussolini per undici anni n cimelio triste, quello che dal prossimo 15 maggio sarà messo all’asta su e-bay. Si tratta di un semplice armadio, eppure è un pezzo di storia perché al suo interno, per undici anni, è stato conservato il corpo di Benito Mussolini. Dopo l’assassinio a Bonzanigo del 28 aprile 1945 e lo scempio di piazzale Loreto, infatti, le spoglie mortali del Duce vennero seppellite in una tomba anonima nel cimitero di Musocco a Milano. Da lì Domenico Leccisi, nella notte tra il 22 e il 23 aprile 1946, insieme ad altri suoi camerati, aveva voluto disseppellirlo: “Non potevo lasciarlo solo” aveva detto, e lo aveva portato via con sé, lasciando nella nuda terra un messaggio, “Finalmente, o Duce, ti abbiamo con noi. Ti circonderemo di rose, ma il profumo delle tue virtù supera quello delle rose”. Dopo varie vicissitudini il corpo venne consegnato ai Frati Cappuccini di Cerro Maggiore, vicino Legnano. Solo nel 1957 Leccisi riuscì nel suo intento: quello di far riposare quei poveri resti nella tomba di famiglia al cimitero di San Cassiano a Predappio. Ci riuscì perché da deputato offrì il suo voto, determinante, al governo Dc presieduto da Adone Zoli (pre- U Dall’Italia LA CRISI CHE MORDE L’ITALIA: DELOCALIZZAZIONE SEMPRE PIÙ VICINA Electrolux, trattativa al buio Le posizioni della Fiom-Cgil irritano il colosso svedese che rompe il confronto per il salvataggio dei quattro stabilimenti nel Nord Est Electrolux spegne la luce e gela tutti. È accaduto ieri a Mestre, quando l’azienda ha deciso unilateralmente di rompere le trattative con i sindacati e le Rsu che erano in corso per salvare i quattro stabilimenti italiani del colosso svedese. Una scelta presa dopo un'intera giornata di colloqui, con i sindacati che si dicono possibilisti rispetto a un ritorno alla trattativa dopo lo stop del colosso svedese. A causarlo la posizione della Fiom-Cgil, come dicono a mezza voce i responsabili a tutti i livelli degli altri sindacati di categoria, dovuto alle incertezze generate dal congresso della Cgil. l Ministero dello Sviluppo economico cerca di mediare nella vertenza Electrolux e offre alle parti coinvolte di proseguire la trattativa al ministero a Roma lunedì 12 maggio come prolungamento della riunione interrotta a Venezia. Inoltre sempre lunedì, alle 20, il ministro Federica Guidi incontrerà i segretari generali di Fim, Fiom e Uilm. Mercoledì poi, alle 17,30, si riunirà a Roma il tavolo generale Electrolux, dopodiché la questione passerà alla Presidenza del Consiglio, con Matteo Renzi e il sottosegretario Graziano Delrio. Nonostante la vertenza si faccia sempre più difficile, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, dice di rimanere fiducioso, intervenendo a margine del vertice dell'Euregio "Senza confini" a Parenzo, in Istria. "Ci sono i presupposti aggiunge - per chiudere l'accordo e devo dire che ho apprezzato la voglia di L’ dappiese anche lui) in cambio di una promessa: che i resti del Duce venissero finalmente riportati nel luogo giusto, la cripta di San Cassiano. Il 31 agosto 1957, così, una marea di gente si accalcò nel piazzale del cimitero di Predappio, in attesa del ritorno a casa della salma del Duce. Negli undici lunghi anni che separano questo giorno da quell’aprile del ’46 in cui Leccisi trafugò l’amata salma, il corpo del Duce era rimasto rinchiuso in questo armadio, ora nella disponibilità del negozio di Busto Arsizio “lovendoperte.it”, che lo ha avuto da una famiglia legnanese. La base d’asta – online - è di 5.000 euro e per avere tutte le informazioni del caso ci si può rivolgere a Daniele Luoni, responsabile del negozio. L’oggetto possiede, a quanto si apprende, i certificati e i documenti che ne E.M. attestano l’autenticità. fare dei lavoratori, l'impegno dell'impresa e spero che queste condizioni, che sono ottimali per la conclusione dell'intesa, poi si concretizzino in un accordo solido e che dia futuro ai lavoratori. Pensare di avere i quattro stabilimenti di Forlì, Solaro, Porcia e Susegana mantenuti con la stessa occupazione fino al 2017 è già un buon punto d'arrivo". Sull’altra sponda del Tagliamento, anche la Governatrice dell’altra regione coinvolta, il Friuli-Venezia Giulia, esprime insieme speranza e preoccupazione. "Tutti sappiamo che trovare l'accordo, e in tempi brevissimi, è decisivo per non far naufragare il percorso che abbiamo alle spalle, quindi voglio assolutamente credere che sarà trovato. Dal giorno in cui era stata annunciata l'investigazione a oggi sono stati fatti importanti passi avanti, che in queste ore non possono andare dispersi. Ricomporre la rottura e mantenere unito il fronte di tutti gli stabilimenti è ancora più decisivo per Porcia, che si è trovata fin dall'inizio in una condizione di maggiore debolezza", sono le parole di Debora Serracchiani. Valter Brogino 12 Sabato 10 maggio 2014 Sport CONTRO LA LAZIO L’ULTIMA A SAN SIRO DI UNO SCONOSCIUTO ARRIVATO DALL’ARGENTINA CON UNA BUSTA DA SUPERMERCATO, DIVENTATO LEGGENDA L’addio di Zanetti: capitano-gentiluomo d’altri tempi Il mito che ha portato l’Inter sul tetto del mondo ai saluti. La scala del calcio pronta a rendergli omaggio di Federico Colosimo ddio al calcio per Javier Zanetti, il capitano gentiluomo che ha sfidato il tempo, lo sconosciuto che è diventato leggenda e ha portato l’Inter sul tetto del mondo. Non sarà questa sera, contro la Lazio, perché poi ce ne sarà ancora un’altra, l’ultima di 1.114 partite meravigliose. Giocate sempre al massimo, senza mai risparmiarsi. Ma dopo 20 anni di imprese, emozioni e delusioni, El Tractor solcherà la scala del football, San Siro, per l’ultima volta da giocatore. Quando il quarto uomo alzerà la lavagnetta per annunciare il cambio, con il numero 4 illuminato di rosso per fare uscire il mito e lasciare il posto a un gran vuoto, nel cuore di tutti gli appassionati correrà un brivido. Doloroso. L’uomo pulito di questo sport marcio smetterà di correre su quel terreno che lo ha fatto diventare grande, immenso. Una standing ovation non basterà per rendergli omaggio. In un giorno così speciale mancherà anche la curva nord (squalificata), che non potrà quindi offrirgli quel tributo che merita. Si sta avvicinando quel triste momento che per quelli come lui sembrava non potesse o non dovesse arrivare mai. Dell’Inter ha fatto la storia diventando il più vincente di sempre: cinque scudetti, quattro Coppe Italia, altrettante Supercoppe italiane, una Champions League, un Mondiale per club, una Coppa Uefa. E un triplete che nessuno potrà mai dimenticare. Sempre con la fascia al braccio, eredita dallo “zio” Bergomi e che l’ha accompagnato per 15 anni. C’è chi perdeva e se ne andava. Chi vinceva e fuggiva. Nella gioia e nel dolore, Zanetti non ha mai abbandonato la scialuppa. Senza pren- A dersi mai alcun merito, mettendoci la faccia ogni volta che ce n’era bisogno. Ha superato infortuni, delusioni, incubi. Come quello di quel “maledetto” 5 maggio, un campionato vinto e consegnato alla Juventus, gettato al vento sul prato dell’Olimpico, proprio contro la Lazio. Amato dai tifosi e rispettato da tutti i tifosi avversari, Zanetti è stato per tutti un esempio di lealtà, serietà, impegno. Mai una parola fuori posto, mai una polemica. Neanche dopo lo sgarbo che quell’ingrato di Mazzarri gli ha recato domenica scorsa. Facendogli saltare l’ultimo derby della sua strepitosa carriera. Farà un giro di campo, stasera, il capitano. E in quel momento nei suoi occhi passerà una vita davanti. Saranno in tanti ad applaudirlo dal vivo e da casa, per strada e nei pub. Anche quelli che non hanno mai fatto il tifo per lui perché interista. Oltre la maglia, dunque. C’è da mettersi in ginocchio davanti a un uomo – prima che un calciatore – che ha dato tanto e ha saputo realizzare tutti i suoi sogni. Un ragazzo che è arrivato dall’Argentina quando aveva appena 22 anni, portando con sé solo una busta da supermercato con dentro poche cose, quel che servivano per allenarsi. Tutta la vita di Zanetti è un insegnamento. Perché in pochi sanno che da neonato ha rischiato di morire per via di gravi problemi respiratori e che come secondo nome, Aldemar, ha quello del medico che gli ha sal- vato la vita. Un epilogo triste (il suo addio al calcio) non può cancellare una storia irripetibile. Sarà bello ricordarlo con immagini che rievocano a quella serata magica del 24 maggio 2010. Quando Zanetti alzò al cielo quella Coppa dei Campioni - inseguita da sempre e appena vinta a Madrid – con le lacrime appese di gioia. Sarà impossibile dimenticarlo, facile ricordarlo. Grazie di tutto capitano. Come te, nessuno mai. BASKET - LA BANDIERA DELLA SQUADRA CAPITOLINA TRACCIA UN BILANCIO DELLA STAGIONE GUARDANDO ALLA FASE POST-SEASON Tonolli lancia l’Acea: “Contro Varese per il sesto posto, poi la sfida playoff” di Fabrizio Cicciarelli T empo di bilanci in casa Acea Virtus Roma, che alla vigilia dell’ultima gara di stagione regolare può tracciare una prima valutazione della stagione 2013-14. L’Eurocup, le Final Eight e i playoff raggiunti con largo anticipo disegnano un panorama positivo per la squadra capitolina, che dopo un’annata fenomenale, culminata con la finale scudetto dello scorso giugno, si è confermata ad alti livelli anche quest’anno. Alessandro Tonolli, dall’alto dei suoi vent’anni tra le fila della Virtus, ha parlato della stagione in via di conclusione. «E’ stata una stagione positiva - ha spiegato “Tonno” -, conclusa con la qualificazione ai playoff rag- giunta con una settimana di anticipo. Raggiungere le Final Eight di Coppa Italia in gennaio e i playoff a fine stagione erano i nostri obiettivi, li abbiamo centrati con relativa tranquillità e giocandocela anche in Eurocup. Adesso cerchiamo di raggiungere i playoff forti della miglior posizione possibile, poi nella post season proveremo a dare il massimo». Prima dei playoff però c’è la gara contro la Cimberio: «La partita di domenica è molto importante per due motivi: da una parte c’è la possibilità di decidere il nostro destino con le nostre mani, senza dipendere dal risultato degli altri, per chiudere la stagione regolare al sesto posto; dall’altra parte affrontare un avversario di livello come Varese, al di là di quello che è stato il verdetto del campo riguardo la sua ultima stagione, sarà una palestra importante in vista della post season». Nell’ultimo turno si è vista una Virtus a due facce, capace di rimontare nel secondo quarto il -19 accumulato nei primi 20’, raggiungendo una vittoria chiave. Domenica, però, servirà la miglior Acea: «Per vincere contro Varese servirà ripetere la prestazione della seconda parte di gara disputata a Venezia: dovremo dare il massimo, fiondarci su ogni pallone vagante e sfruttare al meglio le occasioni che avremo a disposizione. Varese può disporre di giocatori di talento, gente come Banks, Polonara, De Nicolao, Johnson, Sakota o Ere, non è un avversario da prendere con le molle».