Anno III - Numero 110 - Sabato 10 maggio 2014
Direttore: Francesco Storace
Roma, via Giovanni Paisiello n. 40
La causa
Ucraina
Firenze
Ricorso sulle soglie:
elezioni sub judice
Le forze armate
fanno strage nell’Est
Donna crocefissa:
l'assassino confessa
a pag. 3
Vignola a pag. 5
Fruch a pag. 9
MANETTE E ASTENSIONISMO RISCHIANO DI MINARE LA CONSULTAZIONE EUROPEA DEL 25 MAGGIO
di Francesco Storace
L
e bandiere sono logorate. È una campagna
elettorale durissima. Ieri
mattina sulle prime pagine dei giornali campeggiavano gli arresti per Expò
2015 e quello di Scajola. Poche
ore dopo, entrava nella struttura
Cesano Boscone per i servizi sociali Silvio Berlusconi.
Nelle piazze Grillo minaccia moti
rivoluzionari. Nelle televisioni
Renzi continua a imbonire il popolo. Entrambi rappresentano una
rovina per l’Italia: il primo minaccia sangue, il secondo tasse.
È un’Italia terribile quella che si
appresta a votare per le Europee
fra due settimane. Odia la politica,
ma in tantissimi temono ogni alternativa. Massiccia è ancora
oggi la percentuale degli astensionisti. Il loro voto dipende da
ciascuno di noi.
In queste settimane, chi crede
ancora ad una politica fatta di
proposte e di soluzioni, deve fare
il massimo per convincere gli
italiani a votare domenica 25
maggio (il lunedì stavolta non ci
saranno le urne aperte). Per chi
finge di non averlo capito, è allarme democrazia.
Noi non ci risparmieremo. Chi
va sulla mia pagina sostenitori
di Fb e clicca sugli eventi, se ne
può accorgere. Sto girando in
lungo e in largo l’Italia - ieri a
Cagliari, oggi a Roma, Civita Castellana e Terni, domani Pesaro...
- per dare una mano a Berlusconi
e ai suoi candidati migliori (non tutti meritano il nostro impegno). Perché, vuoi o non
vuoi, pur con tutte le difficoltà che ci sono,
ALLARME
DEMOCRAZIA
Noi non ci fermiamo. Comizi in tutta Italia
per evitare tasse rosse e distruzione grillina
STAMPA E CONTESTATORI SI DANNO APPUNTAMENTO A CESANO BOSCONE
il leader di Forza Italia resta ancora oggi l’unico punto di riferimento per chi vuole contrapporsi
al governo di centrosinistra con
stampella alfaniana senza cadere
nella brace distruttrice rappresentata dai grillini.
Certo, poi il 25 maggio arriva
per tutti e credo che molti dovranno fare i conti col post Europee. Noi abbiamo dimostrato di
saper combattere anche senza
dover rincorrere un’europoltrona.
Bisogna che tutti, anche dentro
Forza Italia, imparino a spalancare
le porte alla gente comune e a
chi ha idee. I partiti chiusi generano astensionismo: in queste
due settimane è bene evitare ancora errori.
Poi, l’Europa. Che ha senso se è
comunità per tutti e non banca
per pochi. Quando leggo i manifesti che maledicono l’euro
come moneta straniera - l’espressione è proprio di Berlusconi capisco che non tutto è perduto,
che c’è ancora spazio per la battaglia politica.
In queste settimane abbiamo
visto crescere in tutto il centrodestra - anche con vistosi tratti
di perdonabile incoerenza - la
consapevolezza che questa Europa deve essere capace di dimostrare di voler riconquistare
la fiducia degli italiani, che adesso
è sottozero. Sull’abbattimento del
fiscal compact e la cancellazione
del ricatto del 3 per cento di
rapporto tra deficit e pil si gioca
il primo tempo della partita che
si apre dopo le elezioni. Poi toccherà al ruolo della Bce. Se i conti non tornano stare nell’Euro non conviene
(a pagina 2)più. E
restarci sarebbe peggio che uscirne.
IN 200MILA OGGI IN PIAZZA SAN PIETRO
Scuole cattoliche dal Papa
per ‘bocciare’ il governo
di Igor Traboni
I
Indegna gazzarra
Colosimo a pag. 2
l mondo della scuola,
non solo quello degli
istituti cattolici anche
se ovviamente saranno in
prima fila, incontra oggi pomeriggio papa Francesco,
in piazza San Pietro . Da
tutta Italia sono attese almeno 200mila persone, per una
delle più grandi mobilitazioni di sempre, che peraltro
la Chiesa sta preparando da
circa un anno, con un impulso sottotraccia dato anche
dal pontefice argentino in
questi ultimi mesi.
Una manifestazione che assume anche un connotato
‘politico’, visto che la scuola
cattolica si ritiene seriamente e severamente penalizzata, soprattutto dagli ultimi
governi, da quello di Monti
(che pure sfoggiava tanti
‘cattolici adulti’ nel suo esecutivo) a questo di Renzi,
che non perde occasione di
esibire certe matrici sociali,
ma che nei fatti si sta dimostrando latitante anche da
questo punto di vista, ad iniziare dalla decisione – per
niente gradita in Vaticano –
di affidare il ministero della
Pubblica Istruzione a Stefania Giannini, ora ai vertici
proprio del partito di Mario
Monti. E ora tra il Cupolone
e Renzi si è scavato un fossato difficilmente colmabile,
con la storia dell’opuscolo
sul gender distribuito nelle
aule, tanto che le gerarchie
vaticane parlano di scuole
come ‘campi di rieducazione’ e di ‘un colpo di mano’,
addossando al premier anche la colpa di un silenzio
(complice?) sulla vicenda.
“È tempo di rimettere al
centro le cose che contano,
tra queste la scuola merita
un'attenzione speciale, perché se non si investe su di
essa difficilmente un Paese
riprende a crescere”, ha
detto il presidente della Cei,
Angelo Bagnasco.
Sulla contrapposizione tra
scuola statale e paritaria, e
quindi soprattutto cattolica,
Bagnasco ha detto che “esiste solo nella testa di alcune
menti ottocentesche, ancora
presenti nel nostro Paese.
Se chiudessero di colpo tutte le scuole paritarie in Italia, si produrrebbe una crisi
del sistema e un danno economico. Anche perché mediamente un alunno della
scuola statale costa circa
6-7 mila euro, mentre lo
stesso alunno se frequenta
la scuola paritaria costa 7800 euro”.
2
Sabato 10 maggio 2014
Attualità
SCARSISSIMO RISPETTO DELLA STAMPA ITALIANA E INTERNAZIONALE NEI CONFRONTI DEI MALATI DI ALZHEIMER
Berlusconi: ressa indegna a Cesano Boscone
Selva di telecamere da tutto il mondo per l’esordio del Cav ai servizi sociali, con il solito giullare
di corte pronto a contestarlo - Il bavaglio dei giudici: vietato parlare dopo gli incontri
L’INTERVENTO
“Al governo con Renzi?
Neanche dopo le Europee”
Il leader del centro-destra sicuro: “Si vota nel 2015”
orza Italia pronta ad entrare in squadra di
governo? Magari dopo le elezioni europee? Non se ne parla. Parola di Silvio
Berlusconi, che nel corso di una intervista all’emittente romana Teleroma 56 ha categoricamente esclusa una collaborazione attiva con
Renzi. “Siamo all'opposizione di questo governo
e non vi potremmo rientrare neppure dopo le
elezioni europee”, è stata la risposta a chi preconizzava una riedizione delle Larghe Intese
estesa anche agli azzurri. E se Renzi deve
quindi accontentarsi, secondo il leader del centro-destra, di avere in Alfano il principale partner,
per l’altro personaggio politico attualmente in
voga ha espressioni ancora più nette: Grillo “è
un capopopolo, un demagogo, un personaggio
pericoloso con caratteristiche molto vicine a
personaggi che nella storia hanno fatto disastri.
F
di Federico Colosimo
a prima volta non si scorda mai.
Berlusconi ha “esordito” ai servizi
sociali, un debutto che non si sono
assolutamente potuti perdere i fan
più sfegatati delle manette. Neanche fosse un reality tv. A Cesano Boscone,
nel milanese, tutto il circo mediatico ad
accoglierlo. Una selva di telecamere e un
centinaio di giornalisti di testate italiane e
internazionali, da Al Jazeera International
al New York Times. Un vero e proprio evento, imperdibile. Segno che evidenzia la
mediocrità del giornalismo di oggi. Con
quotidiani che per vendere un pugno di
copie in più sono pronti a seguire ovunque
il bersaglio di sempre: Berlusconi. L’unico
personaggio che tira e tirerà sempre.
Quello che fa riempire pagine e pagine,
fa sorridere, strapparsi i capelli. Un leader
mai noioso e soprattutto, mai banale. Perché
è proprio la banalità in questa storia che
sconvolge.
Con il copione che è sempre lo stesso.
Fuori all’istituto Sacra Famiglia, ad attendere
il leader di Forza Italia, anche Pippo Fiorito.
Contestatore isolato e sindacalista, “con
un sogno nel cuore: vedere Berlusconi a
San Vittore”. Che per prendersi 3 minuti
di gloria ha cercato di superare le transenne
che lo separavano dall’ex premier. L’obiettivo? Non aggredirlo, ma rubare la scena.
La pochezza del giornalismo d’oggi sta
L
proprio in questo fatto. Invece di isolarlo,
le telecamere hanno acceso immediatamente i riflettori sul rappresentante dei
Comitati unitari di base all’interno dell’istituto. Cappello a tuba con un nastro
giallo e la scritta “May Day”. E ancora: occhiali fosforescenti stile serata anni ’80 in
discoteca. Impossibile non notarlo. Un giullare di corte che “lotterà finché Berlusconi
non se ne andrà dalla struttura”. Tempi
duri…
Vestito sportivo – per esaudire le richieste
degli educatori –, come il miglior fuoriclasse il Cav ha dribblato tutti ed è entrato
alla Sacra Famiglia. “Non ragioniam di lor,
ma guarda e passa”, verrebbe da dire. Imponenti le misure di sicurezza. Con il Caimano che ha girato per i corridoi del reparto San Pietro, mantenendo sempre il
profilo basso, impegnandosi con umiltà e
dedizione. Quattro ore e poi via. Appuntamento al prossimo venerdì, quando Berlusconi inizierà gradualmente ad assistere
alle attività del nucleo dei 20 malati di Alzheimer che seguirà. Ad aiutarlo, due donne. Giuliana Mura, la responsabile della
struttura e Maria Giovanna Sambiase, l’educatrice del reparto e il suo punto di riferimento a Cesano Boscone.
Poche, le dichiarazioni all’uscita: “Mi è
stato chiesto di non parlare”, ha spiegato
l’uomo di Arcore a una sua sostenitrice.
Segno che la legge del bavaglio regna sovrana.
Con lui al potere solo macerie”, il passo che
Berlusconi ha dedicato al leader 5 Stelle, che
poco prima aveva diffuso l’ormai consueta nota
piena di offese sul suo blog, stavolta definendo
un neandertaliano il capo di Forza Italia.
Non solo: in serata, altro giro altra corsa con un
intervento a T9. “Io non ho messo un orologio a
questo Governo. Renzi ha dichiarato che il Governo intende durare sino al 2018... Bisognerà
vedere come Renzi riuscirà a controllare le sue
forze parlamentari. L’economia se non troverà
una ricetta diversa da quella che ha cominciato
ad applicare l’attuale governo non potrà andare
bene, e se non andrà bene, il Paese sarà costretto
a scegliere una guida politica diversa, si andrà
necessariamente alle elezioni. Tempo da me
previsto, un anno, un anno e mezzo al massimo”.
Bruno Rossi
CONTINUA IL TOUR ELETTORALE DI STORACE: A CAGLIARI CONTRO L’ASTENSIONISMO
Una scelta di sovranità
Il candidato sardo Cicu: “L’euro è una moneta straniera”
olla in piazza a Cagliari per la manifestazione di
Francesco Storace a sostegno della candidatura
di Salvatore Cicu alle europee nella circoscrizione
delle isole, nella lista di Forza Italia.
Fortissimo è stato l'appello rivolto dagli oratori a
contrastare l'astensionismo, "che favorisce le sinistre
e i grillini". Viviamo una fase delicatissima
- ha detto Storace. - e "mai come in
questo momento sentiamo il dovere
di stringerci al fianco di Silvio Berlusconi".
Il segretario de La Destra ha ricordato
di non essersi candidato per "essere
libero di sostenere in tutta Italia la lista
azzurra e i suoi esponenti più meritevoli
dei nostri consensi: Salvatore Cicu è
F
una personalità degna e suggeriamo di dargli una
delle tre preferenze a disposizione dell'elettore".
“L’euro non ci piace, c’è poco da fare - è la valutazione
di Cicu - e l'avvertiamo come una moneta ‘straniera’.
E poi c’è questo fiscal compact con tutti i suoi
vincoli, un dramma”.
INTERROGATORIO DI GARANZIA PER L’EXMINISTRO
LE COMMEMORAZIONI
Scajola non parla:
e resta in carcere
Quel 9 maggio di 36 anni fa,
simbolo dell’orrore terrorista
er ora non parla. Si è infatti
avvalso della facoltà di non
rispondere l'ex ministro Claudio Scajola nell'interrogatorio di garanzia nel carcere di Regina Coeli,
avvenuto ieri. Una linea difensiva
che sono stati i legali a scegliere,
come spiega l’avVocato Giorgio Perroni, secondo cui Scajola «voleva
rispondere ma gli abbiamo consigliato di non farlo: vogliamo prima
parlare con lui e studiare le carte».
Invece fonti vicine all’accuse sostengono he dalle perquisizioni effettuate nell'inchiesta su Claudio
Scajola è emerso un documento
“decisivo” per confermare le accuse
all'ex ministro. Si tratta di un foglio
scritto in lingua straniera sequestrato
P
a Genova e nella disponibilità del
politico ligure. Da una prima lettura,
sostengono sempre le stesse fonti,
emerge l'impegno di Scajola per favorire la latitanza di Matacena, ma
gli investigatori intendono esaminarlo
attentamente per accertare se è veramente quello che sembra.
Un’altra versione la dà invece Elisabetta Busuito, uno dei legali dell'ex ministro Claudio Scajola, al
termine dell'interrogatorio di garanzia. «La perquisizione nella casa
di Scajola a Roma, l'unica a cui
abbia assistito, ha dato esito negativo», ha detto rispondendo a
una domanda dei cronisti davanti
al carcere di Regina Coeli.
Bruno Rossi
l 9 maggio 1978 è una data divenuta un
simbolo. Perché in quella giornata di primavera di trentasei anni fa il corpo di Aldo
Moro veniva ritrovato nel bagagliaio di una
Renault 4 in via Caetani. Immagini che ancora
oggi suscitano orrore. Ma che, soprattutto,
rendono l’idea del clima che si respirava in quel
tempo. Nella giornata di ieri il presidente Napolitano
si è recato in via Caetani, a deporre una corona
nel luogo simbolo dei morti di terrorismo, insieme
alle massime autorità dello Stato, in una giornata
che rappresenta una data listata a lutto non solo
per l’assassinio di Moro ma per tutte le vittime
della ferocia terrorista, che ammontano a oltre
trecento fra tutori dell’ordine e civili.
Sempre nella giornata di ieri si è svolta una commemorazione a Montecitorio. “Significativa e
carica di valori - ha detto il senatore Maurizio Gasparri - l’annuale cerimonia dedicata alle vittime
I
del terrorismo, celebrazione che ogni 9 maggio
si deve all’iniziativa del presidente Napolitano. Si
è scelto giustamente il ricordo di alcuni tra i tanti
tragici eventi che hanno funestato la vita italiana
- ha proseguito l’esponente di Forza Italia - ricorrendo spesso a un dato cronologico, ricordando
giustamente tra gli altri eventi e stragi di quarant’anni fa. Peccato - ha aggiunto - che non sia
stato ricordato specificamente un altro evento di
quell’anno. Fu infatti il 17 giugno del 1974 che
nella sede del Msi-Dn di Padova, in via Zabarella,
le BR uccisero Giuseppe Mazzola e Graziano Giralucci, militanti della destra e prime vittime
colpite a morte dai brigatisti. Peccato che ci sia
stata questa omissione. Sarebbe apprezzabile ha concluso - che il presidente Napolitano
colmasse questa lacuna che non attribuisco a
lui, ma a chi avrebbe potuto ricordargli i quaranem
t’anni del primo omicidio delle Br”.
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Sabato 10 maggio 2014
3
Attualità
EUROPEE, IL TRIBUNALE DI VENEZIA HA ACCOLTO IL RICORSO PRESENTATO DALL’AVVOCATO CHE GIÀ AVEVA IMPUGNATO IL PORCELLUM
Una barzelletta chiamata legge elettorale
Dubbi sulla soglia di sbarramento, ma quella dei giudici lagunari è solo la prima pronuncia nel merito.
Ricorsi presentati anche in altre 5 regioni: il provvedimento non intaccherà il voto del 25 maggio
di Federico Colosimo
opo il Porcellum rischia di essere
incostituzionale anche la legge elettorale per le europee. Il Tribunale
di Venezia ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Felice Besostri
(che già aveva impugnato il Porcellum) e rinviato il tutto alla Consulta. In discussione per
prima cosa la legittimità della soglia di sbarramento del 4%, “colpevole” di violare i trattati
europei e considerato fortemente penalizzante
per i partiti minori che, oltre a doversi alleare
per forza, partono già sconfitti in partenza.
Ma quella dei giudici lagunari è solo il primo
di ben 6 verdetti. Perché altri ricorsi sono
stati presentati a Roma, Milano, Napoli, Cagliari
e Trieste. E l’esito, sembra segnato. I magistrati
italiani non potranno fare altro che appellarsi
alla giurisprudenza europea e in questo caso,
tedesca. In Germania per ben 2 volte la Corte
Costituzionale ha cancellato lo sbarramento
che era stato introdotto per l’Europarlamento.
Ma c’è un problema di fondo. Evidentemente
in Italia i politici non sono in grado di fare una
legge elettorale che sia costituzionale. In
mezzo a tutto questo caos c’è un presidente
della Repubblica che firma le leggi e le promulga anche se chiaramente incostituzionali.
E il ruolo di difensore della Costituzione chi
lo fa in questo Paese? Avvocati come Besostri
che presentano ricorsi e vincono la loro battaglia, ma soprattutto, i giudici italiani. Che
ancora una volta sono entrati a gamba tesa
sulle prossime consultazioni, smascherando
imperfezioni e malefatte. L’ennesima decisione
dei togati mina definitivamente la credibilità
della politica. E adesso l’ultima parola spetterà
come sempre alla Consulta e a quei giudici –
e questo è un vero paradosso – nominati proprio dal Parlamento e dal presidente della
Repubblica, così come indica l’art. 135 della
Costituzione. La vicenda è grottesca.
La decisione della Corte Costituzionale arriverà dopo le Elezioni Europee, alle quali si
voterà con l’attuale legge. Con una platea di
eletti che verranno sicuramente delegittimati
da una sentenza e che, paradossalmente, resteranno al loro posto fino alle successive
elezioni.
D
Felice Besostri
LA POLEMICA
Renzi-Grasso, ancora scintille sugli 80 euro
o scontro tra Matteo Renzi e
il presidente del Senato Pietro Grasso fa registrare una
nuova puntata. Motivo dell’attrito, i dubbi che i tecnici di
Palazzo Madama hanno mosso alle
coperture per il taglio dell'Irpef.
Intervenendo su Canale 5, il presidente del Consiglio ha definito
"tecnicamente false" le critiche
del servizio Bilancio di Palazzo
Madama al decreto che prevede
un bonus di 80 euro sui redditi
fino a 24.000 euro.
L'uscita di Renzi ha ravvivato una
polemica che si trascina dal 2
maggio e ha scatenato la replica
del presidente del Senato, Piero
Grasso.
"Non posso accettare che si metta
in discussione la serietà, l'auto-
L
nomia e l'indipendenza degli uffici
del Senato, in particolare degli
uffici del bilancio che da 25 anni,
nei confronti di tutti i governi, forniscono analisi sulla base dei dati
che accompagnano i provvedimenti legislativi", ha detto la seconda carica dello Stato, come
confermato dal suo portavoce.
"Se i dati sono corretti, sulle analisi
si può concordare o meno, senza
arrivare ad accuse di falsità né a
sospetti di interessi corporativi o
addirittura a vendette personali",
ha aggiunto Grasso.
La manovra a favore dei redditi
medi e bassi è finanziata per il
60% da maggiori entrate. Il contributo principale (1,8 miliardi)
deriva dalle banche: l'imposta sostitutiva sulle quote rivalutate di
Bankitalia sale dal 12 al 26%.
Attirandosi la reazione polemica
di Renzi, i tecnici del Senato hanno
sostenuto che l'aumento dell'aliquota possa essere incostituzionale. Il bonus di 80 euro è valido
da maggio a dicembre del 2014.
In una nota il ministero dell'Economia riferisce di aver già elaborato le buste paga dei dipendenti che lavorano nelle amministrazioni centrali e periferiche
dello Stato.
"La predisposizione di quasi
800.000 buste paga con il beneficio fiscale testimonia la fattibilità
e l'efficacia del provvedimento,
che potrà essere implementato
tempestivamente tanto nel settore
pubblico quanto nel settore priV.B.
vato", si legge nella nota.
UN’ALTRA BRUSCA FRENATA PER LA PRODUZIONE NAZIONALE
Istat: industria -0,5%. In Italia dati in negativo anche a marzo
ati ancora in flessione per l’Italia
per quanto riguarda il comparto industriale. Ennesimo
mese negativo per la produzione:
secondo gli ultimi dati dell'Istat, a
marzo l'indice destagionalizzato della
produzione industriale è diminuito
dello 0,5% rispetto a febbraio e dello
0,4% su base annua (dato corretto
per gli effetti del calendario).
E’ positivo solo il dato grezzo della
produzione, in crescita dell'1,1% rispetto all'anno precedente, nonostante
i giorni lavorativi di marzo 2014 coincidano con quelli dello stesso mese
del 2013. Sulla differenza con il dato
aggiustato per gli effetti di calendario
ha influito, stando a quanto evidenziano i tecnici dell'Istat, la Pasqua,
caduta quest'anno ad aprile.
Nonostante negli ultimi tre mesi del
2013 sia andata meglio a livello con-
D
giunturale (+0,5%), il dato annuo è
ancora negativo (-0,2%). Dati ben
peggiori delle attese degli analisti
che speravano in un miglioramento
mensile dello 0,3% e un aumento
annuo dell'1,2%. La realtà è un’altra:
i dati rivisti di febbraio indicano invece una crescita annua nulla e un
lievissimo miglioramento mensile
(+0,1%).
Segno negativo soprattutto per la
fabbricazione di mezzi di trasporto
e dell'industria del legno, della
carta e stampa. Le diminuzioni
maggiori si registrano invece nei
settori della fornitura di energia
elettrica, gas, vapore ed aria, della
fabbricazione di coke e prodotti
petroliferi raffinati e della fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche.
4
Sabato 10 maggio 2014
Storia
IL CAPO DEL FASCISMO IN VESTE PRIVATA, OSSERVATO CON GLI OCCHI DI UNA DONNA DEL POPOLO: LA SUA GOVERNANTE
Cesira Carocci, “Suor Salutevole” /1
Cameriera, infermiera, tuttofare: un personaggio scoperto solo di recente, che ha servito il Duce per dodici anni
di Emma Moriconi
ra le tante figure che fanno
parte della vita di Benito
Mussolini, di certo rilievo
è anche quella della sua
governante, Cesira Carocci, per anni rimasta nell’ombra, che
dal 1923 al 1934 è una delle persone
più vicine al Duce. Su questo personaggio esiste un libro, “Cesira e
Benito – Storia segreta della governante di Mussolini” di Gianni Scipione Rossi, del quale parleremo,
uscito nel 2007. Nata nel 1884, Cesira
viene “suggerita” a Mussolini da
Margherita Sarfatti, una delle più
note tra le amanti del Duce, della
quale la governante è anche “preziosa informatrice”, come dice Denis
Mack Smith. Un rapporto molto buono, quello che lega la governante
al Duce e che determina su di lei le
antipatie di Rachele Guidi, la signora
Mussolini. Cesira si occupa un po’
di tutto, anche del modo di vestire
di Mussolini, tanto che egli stesso
dirà: “Cesira vuole fare di me un
milord”. Si prende cura della salute
del Duce, afflitto da problemi gastrici
al punto da far sospettare la presenza
di un’ulcera, che poi si rivelerà inesistente: dopo la morte di Mussolini,
l’autopsia effettuata sul suo corpo
dimostrerà che il Duce era perfettamente sano, lasciando presupporre
che i suoi disturbi di stomaco fossero
T
di natura psicosomatica. Anche in
questo frangente, Cesira si dà da
fare e si improvvisa infermiera.
La donna, ribattezzata da Gabriele
D’Annunzio – che ella conosce al
Vittoriale di Gardone Riviera nel
1925, in occasione di una visita del
Duce al Vate – “Suor Salutevole, la
dolce creatura che tiene lontano il
male”, ha in effetti un certo ascendente su Mussolini, che ne soddisfa
le richieste che qualche volta la governante gli fa pervenire circa questioni relative al suo paese natale,
Gubbio. Cesira sarà sempre molto
rispettosa nei confronti della famiglia
e del Duce, che chiamerà sempre
“Presidente”. Con l’arrivo della famiglia a Villa Torlonia, però, Rachele
pretende il suo licenziamento. Ne
ha decisamente qualche buona ragione: la bella e verace moglie del
Duce mal sopporta il fatto di dover
dividere il marito con le sue varie
amanti, tenersi una donna addirittura
in casa non è certo piacevole. Mussolini, che non ha mai lasciato nessuno a se stesso, non dimentica
però i buoni servizi di Cesira e le
fa corrispondere, a partire dal 1934,
un vitalizio di settecento lire erogato
dal Popolo d’Italia. Ma Rachele ha
ragione anche per un altro motivo:
non si fida di lei, la ritiene una “spia”
della Sarfatti. E probabilmente è
proprio così.
Cesira non è una figura qualunque,
anche perché è l’unica cameriera
che il Duce abbia mai avuto. Nonostante sia Capo del Governo e Duce
del Fascismo, Benito è sempre il
figlio di un fabbro e di una maestra
elementare, romagnolo e lavoratore.
Il successo non gli da alla testa,
come non scalfisce di una virgola
l’impostazione che donna Rachele
da alla sua famiglia e ai figli. Ecco
perché la Carocci, “donna abile e
tuttofare” come la definisce Duilio
Susmel, risulta un personaggio interessante. Quantomeno perché attraverso i suoi occhi il curioso pubblico – che non si stanca mai di
avere nuove informazioni sulla figura
di Mussolini, tant’è che la letteratura
su di lui è infinita – può guardare il
Mussolini “privato”. Sono diverse,
a dire il vero, i “memoriali” grazie
ai quali si possono ottenere informazioni sulla sfera più intima del
Duce: basti pensare a Quinto Navarra, il cameriere di Palazzo Venezia, o a Ercole Boratto, l’equivoco
autista. Ecco, quello di Cesira Carocci
è un punto di vista, interessantissimo
perché la governante è la sola persona ad avere un ruolo all’interno
della famiglia pur non facendone
parte. E poi è discreta: nel corso
della sua vita – che si concluderà
nel 1963 – non lascia nessun memoriale. È solo grazie al tenace lavoro di ricostruzione del giornalista-scrittore Gianni Scipione Rossi
che il ruolo di Cesira viene alla
luce. Ne parleremo nella prossima
puntata di questo speciale.
(… continua…)
[email protected]
5
Sabato 10 maggio 2014
Esteri
UN’ALTRA CITTÀ COSTIERA DELL’UCRAINA ORIENTALE AFFOGA NEL SANGUE A POCHE ORE DAL REFERENDUM SEPARATISTA
Dopo Odessa, Muriapol: è strage
Le forze armate aprono il fuoco sulla folla, venti morti in strada. Ferito un giornalista
Intanto ieri è stata festa grande in Crimea per l’arrivo del presidente Vladimir Putin
di Robert Vignola
i spara sulla
folla, nelle province dell’est
ucraino. I tank
mandati da
Kiev passano veloci, la
popolazione cerca di
accerchiarli per protestare contro quella
che, ogni ora che passa, viene avvertita sempre più come un’invasione, per di più di un
governo illegittimo. Prima l’orribile eccidio
di Odessa, ora Mariupol. La geografia del
terrore si arricchisce
di nuovi luoghi simbolo. Ma rispetto alla città
affacciata sul Mar Nero,
quanto accaduto ieri a Mariupol rappresenta un’escalation
difficile da gestire per la diplomazia occidentale, sdraiata
sulle posizioni anti-russe dei
nuovi padroni del vapore ucraini. Perché sono state proprio
le forze armate a far fuoco. E
la situazione è presto degenerata, i rivoltosi hanno essi
stessi alzato il tiro dopo che le
loro fila si sono ingrossate della
popolazione locale, indignata
per il massacro.
Morti in terra? Numerosi, al-
S
meno venti tra i manifestanti,
uno invece sarebbe un agente
di polizia. La disinformatia di
Kiev all’inizio parlava solo di
tre morti, di rivoltosi filo-russi.
Il gioco però per lei non è
stato questa volta facile, vi sono
fior di video che hanno raccolto
in poche ore migliaia di visualizzazioni in rete che dimostrano che la gente nelle
strade non aveva armi, ma se
si avvicinava troppo ai tank o
alle forze speciali che sorvegliavano gli angoli delle strade
veniva impallinata senza alcun
complimento.
I feriti non si contano. La stessa
sorte è toccata persino ad un
giornalista di Russia Today:
nonostante indossasse i segni
di riconoscimento della stampa
internazionale e una giubba
anti-proiettile si è beccato un
proiettile allo stomaco.
In tutto ciò il presidente russo
Vladimir Putin è voluto essere
in Crimea, per partecipare
alle celebrazioni per l'anniversario della vittoria sovietica
nella Seconda guerra
mondiale. Preannunciata nei giorni scorsi,
ma mai confermata
ufficialmente, la visita
di Putin è giunta a
meno di due mesi
dal referendum del
16 marzo scorso con
cui gli abitanti della
penisola avevano votato in massa per l'annessione alla Federazione russa.
Referendum che ora
si prepara anche in
numerose altre zone
dell’est. I separatisti
lo hanno convocato,
sono rimasti sordi
alla stessa proposta
di Putin di rinviarlo
di alcune settimane
e ora le stesse autorità ucraine,
che pure stanno presidiando
il territorio per mettere i bastoni tra le ruote alla consultazione, hanno ammesso di
non poterlo impedire. In una
nota, l'ufficio del sindaco di
Donetsk ha detto di non avere
sufficienti forze di polizia per
impedire la convocazione e
che, per ragioni di ordine
pubblico, non verrà fatto alcuno sforzo per impedire ai
separatisti di allestire i seggi
elettorali.
SUDAFRICA
I
però, la immobiliarista aveva dichiarato di sperare di
vendere l’immobile per almeno 5 milioni di rand, ovvero circa 350 mila euro,
dal momento che Oscar
Pistorius aveva bisogno di
denaro per le spese del
suo processo. Da tempo,
infatti, la casa era all’asta e
chi lo volesse poteva avanzare un’offerta. “Abbiamo
valutato tutte le offerte e
ne abbiamo accettata una,
Ma non posso rendere pubblici ulteriori dettagli” ha
concluso la Louw.
Nelle prossime settimane
o nei prossimi giorni addirittura potrebbero essere
rese noti nuovi dettagli di
questa transazione immobiliare, tanto importante per
Oscar Pistorius. Una casa
questa, che non ha soltanto
un valore economico di
mercato, ma ha una valenza
molto importante a livello
Nigeria, per la ricerca
delle ragazze
inviati esperti dagli Usa
on un video il gruppo fondamentalista islamico ha
rivendica il sequestro delle
276 studentesse, avvenuto il 14
aprile scorso in una scuola a
Chibok, semore nello stato del
Borno. Confermato da Boko Haram, leader del gruppo terroristico Abubakar Shekau. "Ho rapito le vostre figlie, le venderò
al mercato in nome di Allah" al
prezzo di 12 dollari l'una. Secondo alcune fonti le ragazze
sarebbero state già state trasferite
in Camerun o in Ciad, anche se
c’è stata la smentita da parte
delle autorità dei due Paesi.
Le immagini delle minacce del
leader terrorista ha spinto l'indignazione generale fuori dai
confini della Nigeria, con la
campagna che nei social network si svolge sotto l'hashtag
#BringBackOurGirls. Le iniziative
hanno raccolto il sostegno di
personaggi noti.
C
In Nigeria è arrivato il team di
esperti americani che dovrà
aiutare le autorità locali a ritrovare le oltre 200 ragazze rapite
dai ribelli islamisti del gruppo
Boko Haram.
La composizione e il luogo preciso del gruppo non è ancora
nota, ma alcuni funzionari di
Washington avevano parlato in
precedenza di personale militare
e specialisti del Dipartimento
di Giustizia e dell'Fbi.
Mobilitazione mondiale per la
ricerca delle ragazze in ostaggio.
Gran Bretagna, Francia e Cina
hanno offerto il loro aiuto a
vari livelli, anche con l’aiuto di
satelliti. In occasione del World
Economic Forum, che si è svolto
nella capitale nigeriana Abuja,
il presidente Goodluck Jonathan
ha ribadito che il suo paese ''è
totalmente impegnato a riportare a casa queste ragazze''.
Chantal Capasso
USA
Pistorius ha venduto
la casa del delitto
l luogo del delitto può
entrare in un processo.
A volte, però, può persino diventare… la risorsa
economica per affrontarlo.
È questo il caso di Oscar
Pistorius, l’atleta paralimpico
sudafricano sott’accusa per
l’omicidio della moglie: l’uomo dei record ha così venduto la casa nella quale
avrebbe ucciso la fidanzata
Reeva Steenkamp.
Aveva già dichiarato il suo
intento. Adesso, a quanto
sembra, ci sarebbe riuscito.
E secondo le indiscrezioni
più accreditate l’affare sarebbe stato necessario proprio per coprire le spese
del suo processo per omicidio.
A confermare l’avvenuta
transazione è l’agente immobiliare di Oscar Pistorius,
Ansie Louw. “Abbiamo un
acquirente e il passaggio
di proprietà è in corso”.
Resta, invece, un mistero
al momento chi abbia comprato l’immobile e soprattutto a quanto sarebbe stato
venduto. Pochi mesi fa,
LE STUDENTESSE RAPITE
emotivo, vista la tremenda
tragedia che si è consumata
tra le sue mura appena un
anno fa.
Intanto il processo per
omicidio contro Oscar Pistorius prosegue e vedremo quali saranno le conseguenze per l’uomo nei
mesi a seguire. L’attenzione sul campione paraolimpico rimane, infatti, molto alta in tutto il mondo.
Valter Brogino
Agente spara a una donna
di 93 anni: “Era armata”
rilletti facili, disgrazie certe.
Una regola che gli Stati Uniti
d’America, a dispetto della
propria “civiltà” che non mancano
mai di sbandierare, continuano
ostinatamente a non comprendere.
E quando i maniaci delle armi diventano due, l’esito non può che
essere letale.
Una nonna di 93 anni è stata uccisa
da un poliziotto in Texas, dopo
che aveva minacciato il nipote con
una pistola per farsi dare le chiavi
dell’auto malgrado il ritiro della
patente. Pearlie Golden, questo il
nome della donna, era armata
quando l’agente è arrivato davanti
all’abitazione, in seguito alla chiamata del nipote al 911,il numero
di soccorso universale oltreoceano.
Il poliziotto prima avrebbe intimato
alla donna di abbassare la pistola
e, al suo rifiuto, ha sparato cinque
colpi in rapida successione.
Un’esecuzione in piena regola.
E ora, come sempre, si alza la voce
di chi non ne può più di contare i
morti per questi pistoleri del terzo
millennio. "Anche se aveva una
pistola, era una donna di più di 90
anni", ha commentato una vicina,
che ha descritto Golden come una
persona dolce e pacata. "L'agente
avrebbe potuto sparare qualche
G
colpo in aria e forse la donna
avrebbe gettato l’arma, Golden
non avrebbe sparato a nessuno",
ha aggiunto la vicina all’emittente
Kbtx-tv.
L’agente è stato posto in congedo
retribuito e ora rischia di finire a
processo, anche per i suoi trascorsi
dal grilletto facile. Arrivato a Hearne dall’estate del 2012, neppure
sei mesi dopo aveva ucciso un
ventottenne che, stando ai testimoni, aveva esploso alcuni colpi
da un’auto. L’agente in quell'occasione fu assolto.
Gustavo Lidis
6
Sabato 10 maggio 2014
Da Roma e dal Lazio
DAL SALARIO ACCESSORIO ALL’ACEA, PASSANDO PER L’ABUSIVISMO. DA DESTRA A SINISTRA BECCANO IL PRIMO CITTADINO
È ufficiale: tutti contro Ignazio Marino
di Giuseppe Sarra
CAMPIDOGLIO
arino… arrenditi sei
circondato”, verrebbe
da dire. Almeno stando
alle tante accuse rivolte, oltre a quelle delle
forze politiche di opposizione, dagli esponenti della stessa maggioranza.
A pochi giorni dallo sciopero generale
dei dipendenti capitolini contro il salario
accessorio in Piazza del Campidoglio,
che rischiano di vedersi decurtato lo stipendio dai cento ai trecento euro, all’interno del Partito democratico sono in
molti nelle ultime ore a fare a gara a chi
la spara più grossa nei confronti del sindaco della capitale.
E così dopo l’affondo del capogruppo
del piddì in Aula Giulio Cesare Francesco
D’Ausilio, che aveva criticato i nominati
proposti dal primo cittadino per il consiglio
di amministrazione di Acea definendoli
“scelte frutto di logiche spartitorie alimentate da appetiti e bilancini di componenti nazionali”, pure il consigliere comunale Orlando Corsetti cavalca l’onda
della protesta.
“Il sindaco si assuma le responsabilità
della scelta sul salario accessorio – ha
esordito -. Non bisogna più perdere un
minuto di tempo per trovare una soluzione
alla questione e scongiurare così ogni
eventuale ipotesi di decurtazione degli
stipendi. E’ arrivato il momento – ha aggiunto Corsetti - di dare certezze ai la-
“M
Il 19 maggio
si torna in piazza
voratori”. Mentre i consiglieri di Sinistra
Ecologia e Libertà, Gianluca Peciola e
Gemma Azuni, scaricano le difficoltà
dell’amministrazione comunale sul governo Renzi, è Antonio Tajani a mettere
davanti alle proprie responsabilità il centrosinistra.
“Questo sindaco ha fatto molto peggio del
centrodestra che ha governato Roma e
che comunque, ha fatto alcuni errori. Siamo
pronti a scendere in campo, a candidarci a
governare, a guidare questa città con un
rinnovamento forte”, ha tuonato il vicepresidente della Commissione Ue e capolista di Forza Italia per il centro Italia. Ed
ha poi aggiunto: “La crisi, in questa città, è
stata già aperta da cittadini romani, tutti
sono scontenti di un governo che si è rivelato disastroso”. Secondo Tajani, “il vero
problema è che Roma è una città governata
malissimo, una città che soffre, una città
che deve risolvere i propri problemi e
questa giunta comunale di sinistra non li
ha risolti”.
Tra le tante criticità l’abusivismo commerciale, una vera piaga della capitale. “Ci
sono tra i 15 e i 18 mila abusivi. Uno per
ogni 4 imprese regolari. Marino ha promesso molte cose e molti cambiamenti
ma Roma è sempre di più un suk. E’ una situazione drammatica – ha sottolineato anche in ambito di trasporti e per i debiti
che l’amministrazione ha nei confronti delle
imprese”.
ltra ondata di protesta a Roma. Per il 19 maggio le
sigle sindacali hanno già indetto un nuovo sciopero
contro il salario accessorio. Dopo i 13mila amministrativi che hanno invaso piazza del Campidoglio pochi
giorni fa, l’intento dei sindacati è quello di portare in
piazza tutti i dipendenti comunali, ben 24mila persone.
“Il tempo dei tentennamenti è finito. Se l’amministrazione
e il governo credono di poter rimanere barricati nella loro
incapacità di decidere, allora – denunciano - saremo noi
a tirarla fuori dai palazzi. E a far capire quali sono le responsabilità che il sindaco Marino per primo ha nei
confronti delle 24mila famiglie dei lavoratori e dei milioni
di cittadini che ogni giorno vivono, studiano, lavorano o
visitano la capitale”.
Antonio Testa
A
L’APPUNTAMENTO È ALLE 10 E 30 A ROMA PRESSO LA DOMUS MARIAE IN PIAZZA CARPEGNA
Oggi la manifestazione di Armeni
Il leader de La Destra interverrà al convegno “L’Europa che vorrei” organizzato dal candidato azzurro
P
rosegue il tour in tutta la penisola del leader de La Destra, Francesco Storace, a sostegno dei candidati di Forza Italia
per elezioni europee del 25 maggio. Decine di appuntamenti per
contrastare le politiche di austerità
volute dalla Germania di Angela
Merkel e affermare quella sovranità nazionale e monetaria negata
per anni.
All’indomani della manifestazione
di Cagliari con il candidato azzurro
nel Meridione Salvatore Cicu, deputato da più legislature e già
sottosegretario alla Difesa e al Tesoro nel primo e secondo governo
Berlusconi, l’ex governatore del
Lazio interverrà oggi a Roma alle
10 e 30, presso la Domus Mariae
in piazza Carpegna, al convegno
“L’Europa che vorrei”, organizzato
dall’aspirante parlamentare europeo Fabio Armeni.
Oltre a Storace parteciperanno
all’evento anche il vice presidente
del Senato e capogruppo a Palazzo
Madama di Forza Italia, Maurizio
Gasparri, la deputata Renata Polverini, i senatori Altero Matteoli e
CASSAZIONE CONDANNA IL CAPO DEL DIPENDENTE STRONCATO DA UN MALORE PER FORTE STRESS
Morire d’infarto per il troppo lavoro
Stabilito maxi-risarcimento di oltre 800mila euro a moglie e figlia
l di là dei luoghi comuni, in Italia c’è chi
lavora troppo, tanto da lasciarci anche la
vita. È ciò che accaduto ad un dipendente
presso una grossa società di telecomunicazioni,
che lavorava senza tregua, fino a raggiungere
le 11 ore al giorno, pur di soddisfare le richieste
e gli obiettivi che il suo datore di lavoro gli assegnava. Ma il troppo lavoro gli è stato fatale: è
morto per un infarto.
La Cassazione ha stabilito che una morte del
genere deve essere risarcita dal datore, il quale
non può ignorare "le modalità attraverso le quali
ciascun dipendente svolge il proprio lavoro".
Sempre la Suprema Corte ha accolto l'istanza
della famiglia e condannato l'azienda a corrispondere a moglie e figlia, rispettivamente,
A
434mila euro e 425mila euro, oltre agli oneri
accessori, come risarcimento per la perdita del
loro caro , Stefano S. , a causa dei "ritmi insostenibili" dell'attività lavorativa.
Ripercorrendo l’iter processuale. Mentre in
primo grado aveva vinto la Ericsson, l’azienda
dove lavorava il dipendente stroncato da un infarto, ricorreva poi in Cassazione contro la decisione della Corte di Appello di Roma che, nel
2011, aveva accolto la richiesta di risarcimento
danni patrimoniali e materiali avanzati dalla vedova, mentre in primo grado il Tribunale aveva
negato la responsabilità del datore di lavoro.
Per la Suprema Corte, il verdetto di appello ha
ritenuto che "la responsabilità del modello organizzativo e della distribuzione del lavoro fa
carico alla società, la quale non può sottrarsi
agli addebiti per gli effetti lesivi della integrità
fisica e morale dei lavoratori che possano
derivare dalla inadeguatezza del modello adducendo l'assenza di doglianze mosse dai dipendenti". Ed ancora il datore di lavoro non
può sostenere "di ignorare le particolari condizioni di lavoro in cui le mansioni affidate ai lavoratori vengano in concreto svolte". Mentre i difensori della società hanno sostenuto che i "ritmi
serratissimi" adottati da Stefano S. "non erano a
lei imputabili ma dipendevano dalla attitudine"
del dipendente "a sostenere e a lavorare con
grande impegno e al suo coinvolgimento intellettuale ed emotivo nella realizzazione degli
Chantal Capasso
obiettivi".
Francesco Aracri, l’onorevole Marco Martinelli, il consigliere regionale del Lazio e coordinatore provinciale di Forza Italia, Adriano
Palozzi.
“Quest’Europa formato-finanza ha
ucciso il suo popolo - spiega l’ex
vicepresidente della Regione Lazio Armeni -. E’ distante dai cittadini, è una fonte di problemi e
non di soluzioni”. Il candidato
nella circoscrizione Centro assicura che “Forza Italia sarà il vero
punto di riferimento per una nuova Europa, più coraggiosa e capace di restituire sovranità ai popoli europei, senza però trascendere nell’illusione dell'uscita dalla
moneta unica”.
G.S
7
Sabato 10 maggio 2014
Da Roma e dal Lazio
PRATI
ROMA EST
Invita a casa una sconosciuta,
la trova morta al mattino
Nomadi: corteo per la
chiusura di campo Salone
Oggi, a partire dalle 14 e 30, i comitati dei cittadini
sfileranno tra le vie del quartiere in segno di protesta
ggi alle 14.30, è partito un corteo da piazza Attilio Muggia,
nelle vicinanze del centro commerciale di Roma Est. Una manifestazione organizzata dai comitati di cittadini per la chiusura del campo
nomadi di via di Salone.
Continui casi di delinquenza, la sensazione
di non essere protetti dalle forze dell’ordine,
vivere nel costante timore di eventuali ritorsioni e ruberie. La gente del posto non
ce la fa più alla forzata convivenza con la
gente che popola il campo dei rom.
È Franco Pirina, il presidente della Caop
(Coordinamento azioni operative Ponte
di Nona) a far da porta voce dei cittadini
della zona, per spiegare le ragioni di
questo generale malcontento.
Pirina ha organizzato insieme a diversi
rappresentanti dei comitati cittadini tra cui
Castelverde, Serenissima, Case Rosse, la
Rustica e Settecamini un sopralluogo in
diverse zone del quartiere, per verificare
la situazione di grande disagio.
Le sue dichiarazioni come si legge in una
nota dell’agenzia Dire sono “Il tema del
campo di Salone non è più giustificabile
rispetto allo scopo di integrazione con
cui è nato, ormai è solo un campo delinquenziale ed è ingestibile anche per le
forze dell'ordine. Tutte le notti in collabo-
O
iallo nel quartiere
Prati. Una ragazza di
circa 25 anni è stata
trovata senza vita in casa
di un uomo 45enne che
aveva conosciuto la sera
precedente nei pressi della
stazione Termini. Intorno
alle 8, una volta accortosi
di quanto accaduto, l’uomo
è sceso in strada, in via
Raffaele Caverni per chiamare i soccorsi. Ha bloccato una pattuglia della
municipale dicendo che la
sua compagna aveva perso
i sensi.
Immediato l’intervento del
personale del 118 che non
ha potuto far altro che constatare il decesso.
G
L’uomo di 44 anni, agli poliziotti del commissariato
Prati, ha poi raccontato che
aveva conosciuto la giovane la sera prima, che avevano passato la notte insieme e che la mattina non
era riuscito a svegliarla.
Sul posto è intervenuta anche la polizia Scientifica.
L’appartamento è stato trovato in ordine e sul corpo
non sono stati trovati segni
di violenza. Sarà l’autopsia,
comunque, a stabilire con
esattezza le cause della
morte. Sulla vicenda indaga la polizia, che sta cercando di risalire all’identità
della donna, che era priva
M.C.
di documenti.
razione con Polizia e Carabinieri cerchiamo
di segnalare casi di illegalità”.
I comitati hanno tra l’altro anche denunciato
i continui roghi notturni, nelle immediate
vicinanze del campo nomadi, che “rendono l'aria irrespirabile”, oltre all’assenza
di un presidio di polizia dedicato alla
FROSINONE: UNA DELLE TANTE STORIE DELLA CRISI
Usura ed estorsione,
arrestato un rom
A fronte di un prestito di 30mila euro,
un imprenditore si è ritrovato un debito
con una percentuale d’interesse del 500%
reoccupa il fenomeno
dell’usura nella provincia
di Frosinone, uno dei territori più colpiti in Italia.
Per fronteggiare la crisi un imprenditore locale di 50 anni ha
chiesto un prestito di 30mila
euro e si è ritrovato con un debito di 300mila euro. L’uomo,
a cui stata applicata una percentuale di interesse annuo del
P
500%, aveva già versato circa
200mila euro. I soldi li aveva
chiesti ad un pregiudicato di
39 anni di origine rom. Al
50enne, quindi, restavano ancora 100mila euro. Ad ogni ritardo dei pagamenti, però, scattavano le minacce di morte,
tanto da spingere l’imprenditore
a chiedere aiuto alle forze dell’ordine.
E così, grazie all’indagine congiunta dei carabinieri e della
polizia, il nomade è stato arrestato in flagranza di reato per
estorsione aggravata e usura.
Per favoreggiamento reale, invece, una sua complice, 29enne
incensurata del luogo.
Dopo i controlli del caso, le
forze di polizia hanno fatto scattare la trappola ai due. Nel pomeriggio di ieri, durante l’ennesima rata da pagare, 5mila
euro, contenuti in un’anonima
busta che, dopo essere stata
consegnata dall’imprenditore
all’usuraio, è stata portata all’interno di un bar/sala slotmachine di Frosinone e data
alla 29enne, che lavorava nell’esercizio commerciale come
cassiera. La donna immediatamente si è adoperata per nasconderla. Purtroppo, però, è
stata notata dai carabinieri che
hanno bloccato il rom e la giovane. Successivamente i militari
dell’Arma hanno perquisito il
locale dove, ben nascosta sotto
la cassa, hanno trovato la busta
con il denaro. Sono quindi scattate una serie di perquisizioni
nelle abitazioni dei due, nel
corso delle quali è stata rinvenuta e sottoposta a sequestro
documentazione contabile e numerosi assegni riconducibili all’attività criminosa.
Nella mattinata odierna si sono
svolte le udienze di convalida
degli arresti. Il 39enne nomade
resterà in carcere, mentre la
ragazza è stata liberata.
Giuseppe Sarra
zona, a discapito della sicurezza della
popolazione.
I cittadini hanno inoltre ricordato lo stabile
sito in via Don Primo Mazzolari, completamento realizzato per ospitare le forze
di polizia ma che non è mai stato aperto.
Chantal Capasso
ANTIBORSEGGIO
Una città invasa dai manolesta
In poche ore i carabinieri hanno beccato ben 9 ladri stranieri
n’altra giornata impegnativa per le forze di
polizia, sempre più impegnate nel contrastare le
manolesta. Un fenomeno praticato soprattutto dai nomadi
residenti nei campi rom nelle
periferie delle nostre città.
In particolare a Roma, dove
decine di persone quotidianamente – nella maggioranza
dei casi - vengono sorprese
in flagranza di reato mentre
tentano di sfilare il portafoglio
o il cellulare al turista di turno
o all’anziana distratta appena
salita sull’autobus.
E così, durante i controlli antiborseggio effettuati a bordo
dei mezzi pubblici e nei luoghi maggiormente frequentati, i carabinieri del gruppo
di Roma hanno assicurato
alla giustizia in poche ore
ben nove persone.
Il primo a finire in manette è
stato un romeno di 50 anni,
sorpreso dai militari della
stazione San Pietro, a bordo
del bus 64, all’altezza di via
Nazionale subito dopo aver
sfilato il portafoglio dalla borsa di una turista italiana. Poco
dopo, gli stessi carabinieri
sempre a bordo dello stesso
bus, questa volta all’altezza
della fermata di largo di Torre
Argentina, hanno fermato altri
U
tre manolesta, tutti romeni rispettivamente di 43, 46 e 51,
dopo aver alleggerito del
portafoglio un cittadino romano. I militari del nucleo
operativo della compagnia
San Pietro, inoltre, hanno arrestato due giovani nomadi,
una 17enne ed una 19enne,
che in via dei Fori Imperiali,
avevano rubato degli effetti
personali ad un turista danese.
Qualche ora più tardi, a bordo
della metro linea ‘a’, all’altezza della fermata metro
“Ottaviano”, invece i carabinieri della stazione Madonna
del Riposo hanno bloccato
una romena di 49 anni, sorpresa dopo aver sfilato il telefonino ad un 65enne turista
francese. E ancora. In piazza
San Giovanni, i militari della
stazione San Giovanni hanno
fermato un algerino di 30
anni che aveva appena commesso un furto ai danni di
una pendolare. I carabinieri
della stazione Piazza Dante,
invece, hanno arrestato un
algerino di 37 anni che in
piazza Madonna dei Monti
ha alleggerito il portafoglio
un’olandese.
Marco Compagnoni
8
Sabato 10 maggio 2014
Dall’Italia
I CLANDESTINI SMISTATI NEI CENTRI DI PRIMA ACCOGLIENZA, MA LA GESTIONE DELL'EMERGENZA SBARCHI SI FA SEMPRE PIÙ DIFFICILE E COMPLICATA
Mare Nostrum: i migranti continuano ad aumentare
Più di 4360 profughi nel giro di pochi giorni sono stati trasbordati sulle coste siciliane, ma il fenomeno non si ferma
rmai le coste della Sicilia
oltre alla naturale marea
che quotidianamente si
affaccia e si ritrae regalando scenari che solo
noi italiani possiamo essere orgogliosi di possedere, ad essa si affianca un altro tipo di marea: quella
umana, gli immigrati, annoso problema che come una patata bollente
ognuno cerca di mollare all’altro
per la sua soluzione. L’Europa docet
in questo senso, con il suo completo
abbandono della gestione emergenza sbarchi, la stessa che si sdegna se molti profughi perdono la
vita, si trovano in precarie condizioni
igieniche, quindi portatori di malattie
(l’ombra dell’ebola è costante su di
noi) o se la criminalità sul traffico
degli umani aumenta.
Nonostante le buone intenzioni
“Mare Nostrum” fa veramente “acqua” su tutti i fronti. Se da un lato i
promotori dello stesso progetto autocelebrano ottimi risultati dall’altro
c’è chi considera la situazione un
vero fallimento e le zone di accoglimento al collasso ne sono la testimonianza.
A monte dell’incredibile situazione vi è l’escalation di errori commessi dal governo Letta e
l’incapacità di rimediare a questo da parte
del governo Renzi, che attraverso frasi degni
di una televendita tutto sembrerebbe risolto.
Nel corso di questa settimana gli equipaggi e
i mezzi della Marina Militare hanno portato
soccorso a migliaia di migranti in fuga dai
loro Paesi. I mezzi della Guardia Costiera
hanno intercettato numerosi imbarcazioni in
O
L’INCHIESTA
Matrimoni
per interesse:
la scorciatoia
allo ius soli
M
atrimoni per interesse? Eccome se ce ne sono, basta
sfogliare un qualsiasi giornale di
gossip e fermarsi a guardare le
foto per far funzionare il cervello.
Ma questa volta l’interesse del
matrimonio era quello di ottenere
la cittadinanza italiana. Una scorciatoia verso lo ius soli che era
stata ideata da un’organizzazione
criminale che ha ben fiutato quanto
si possa lucrare sull’immigrazione.
E lo faceva, dando una dimostrazione in più di quale mondo si aggiri dietro al business causato
dalle nostre frontiere-groviera.
Al fine di regolarizzare la posizione
di diversi extracomunitari, specialmente eritrei, venivano contratti
all’estero falsi matrimoni tra italiani
ed extracomunitari. Lo stratagemma fraudolento, però, è stato scoperto dalla Procura di Siracusa
che ha disposto l’arresto del
41enne Antonio Miraglia, di Michelangelo Lombardo, 35 anni, e
di due eritrei, Frewoini Amelash
Segid e Daniel Haile, rispettivamente di 44 e 47 anni.
Le persone messe in manette
sono accusate di essere membri
di una organizzazione con terminali a Roma, Siracusa, Addis Abeba e Gerusalemme.
Gustavo Lidis
situazioni di precaria galleggiabilità a causa
del sovrannumero di persone a bordo.In
cinque giorni da domenica 5 maggio sono
stati trasbordati 4362 migranti a bordo di
fregate e pattugliatori della Marina Militare
tra cui molte donne, anche incinte, e molti minori compreso un neonato. I clandestini provenienti dai diversi Paesi del nord e del centro
Africa, sono stati smistati nei vari centri di
prima accoglienza, ma la gestione dell’emer-
genza sbarchi si fa sempre più difficile e
complicata.
Far rientrare le nostre navi sovraffollate di
profughi, se da un lato è umanamente apprezzabile accogliere chi è in difficoltà, ma
d’altro canto equivale a condannare a morte
certa centinaia delle decine di migliaia di immigrati in attesa di prendere il mare.
Per non parlare dei costi di tale progetto:
300mila euro al giorno, nove milioni di euro
mensili, che nonostante la scarsità
di fondi nessuno al ministero degli
Interni e a quello della Difesa sa
come chiudere.
Altra questione, come prima accennato, è l’aumento della criminalità aiutata dall’inefficienza del
sistema di sicurezza e di controllo
dei confini meridionali della Libia.
Le zone di frontiera come il Sudan,
Niger e Ciad sono di fatto dei veri
e propri far west capeggiate da
organizzazioni armate in lotta per
il contrabbando di armi, droga ed
esseri umani.
In queste terre di mezzo il traffico
degli uomini si finanzia garantendo
un sicuro transito verso i porti d'imbarco per l'Italia situati lungo le
coste della Sirte. In questo contesto
si inserisce Mare Nostrum, che suo
malgrado arricchisce le loro tasche,
costituendo una sorta di porto franco
all’interno del quale vengono attratti
profughi e con loro il business della
tratta degli umani.
Anche per questo motivo sospendere la missione risulta molto complessa, perché davanti all’improvviso
blocco delle operazioni di soccorso,
comunque i trafficanti di uomini continuerebbero ad imbarcare disperati che andrebbero
a finire ad un sicuro naufragio. Una delle probabili soluzioni sarebbe inasprire i controlli e
le correlative pene per chi non li rispetta. Ma
affinché ciò avvenga ci vorranno mesi e nel
frattempo gli sbarchi si susseguono e i fondi
diminuiscono ed le alte cariche di governo
stanno a guardare.
Chantal Capasso
OPERAZIONI IN NUMEROSI CANTONI DELLA CONFEDERAZIONE
Ecco come la Svizzera mette
alle porte gli “asilanti” eritrei
Italia apre le frontiere, accompagna i “migranti” fin dentro
casa sua, usa le navi della
Marina Militare per farlo. Renzi non
vuol sentire critiche, d’altronde è il
capo del Partito Democratico oltre
che (anche senza esser mai stato
eletto) del Governo… A chi si chiede
a che scopo e con quale progetto
l’Italia spenda nove milioni e mezzo
di euro al mese (trecentomila euro
al giorno), il premier dice che se no
ci sarebbero una, dieci, cento Lampedusa (con riferimento non all’isola,
ma alla tragedia del mare che vi è
avvenuta), altri non smettono di dire
che l’Italia deve aiutare le persone
che provengono da aree della Terra
dove vi sono conflitti.
Ma cosa avviene altrove? Guardando vicino, si potrebbe a titolo
d’esempio indagare sulla Svizzera:
Paese che ospita la sede della Croce
Rossa Internazionale e dell’Onu,
neutralista per eccellenza, agli “asilanti” (come vengono definiti oltre
il confine i richiedenti lo status di
rifugiati) ha messo un tetto con recenti disposizioni.
E le sue frontiere, la Confederazione,
le controlla. Eccome. Di ieri è ad
esempio la notizia che “nell'ambito
delle operazioni denominate Contralpi in corso da alcuni anni in collaborazione coi corpi cantonali della
L’
regione alpina, tra il 7 e il 9 maggio
sono stati effettuati diversi controlli
e posti di blocco in alta Leventina e
lungo i principali assi al Nord delle
Alpi. I controlli hanno interessato
anche la tratta ferroviaria Erstfeld /
Arth-Goldau”. La nota è della polizia
cantonale del Ticino, che dà anche
alcuni numeri sulle iniziative delle
scorse ore. “In Ticino sono stati effettuati 14 posti di blocco e controllate diverse decine di veicoli e un
centinaio di persone. Una 40enne
cittadina italiana è stata arrestata
con l'accusa di aiuto all'entrata e al
soggiorno illegale, in quanto fermata
al portale sud del tunnel autostradale
del Gottardo con a bordo 5 cittadini
eritrei privi di documenti di legittimazione”.
Ancora, “l'operazione intercantonale
ha coinvolto diversi corpi di polizia
cantonale (tra cui Grigioni, Uri, Nidwaldo, Svitto, Zugo e il Corpo Guardie di confine). L'obiettivo è stato
quello di incrementare e sviluppare
la collaborazione interforze non fermandosi solo ai confini cantonali,
ma per marcare la presenza sul
territorio anche in zone periferiche
e svolgendo un'importante campagna di prevenzione e di controllo
di potenziali autori di reato”.
Proprio come in Italia. Che per gli
svizzeri, a questo punto, è diventato
un problema in più, esattamente a
causa della sua politica di accoglienza a tutti i costi.
Bruno Rossi
9
Sabato 10 maggio 2014
Dall’Italia
FIRENZE - SVOLTA SUL CASO DELLA PROSTITUTA ANDREA CRISTINA ZAMFIR TROVATA MORTA LUNEDÌ SCORSO
Donna crocifissa: preso il killer
Si tratta di Riccardo Viti, un 55enne fiorentino: il suo profilo genetico coincide con il Dna trovato sul luogo del delitto. L'uomo
sarebbe responsabile di altre simili violenze avvenute negli scorsi anni. La confessione: "Speravo che la trovassero come le altre"
di Barbara Fruch
I
ncubo finito. E' stato
catturato dopo cinque
giorni di ricerche il
presunto omicida di
Andrea Cristina Zamfir, la prostituta romena di 26
anni trovata crocifissa e violentata lo scorso 5 maggio alle
porte di Firenze. Si chiama
Riccardo Viti, idraulico fiorentino di 55 anni.
Gli inquirenti hanno compiuto
in questi giorni un minuzioso
lavoro per ricostruire la rete
di conoscenze e frequentazioni
della giovane lucciola uccisa
e alla fine sono arrivati a quello
che sarebbe la "bestia", come
lo aveva definito il questore di
Firenze Raffaele Micillo.
L'uomo, che non ha precedenti penali e risulta dunque
incensurato, è stato arrestato
ieri mattina nella sua casa alla
periferia nord di Firenze, nei
pressi dell'ospedale di Careggi. Secondo quanto trapela
da fonti investigative il profilo
genetico dell'uomo, che la
momento del fermo aveva
con sé anche il giubbotto indossato quella sera, coincide
con il Dna trovato sul luogo
del delitto.
Lo stupore della madre - È
anche una conversazione con
la madre, ascoltata dagli agenti,
ad aver incastrato Riccardo
Viti. "Ma che, sei te il mostro
di Ugnano?", ha chiesto al figlio
la donna all’arrivo dei poliziotti,
cui lui ha risposto con un inequivocabile: "Sì, sì, l’ho fatto io,
non pensavo che morisse, ho
fatto una cazzata". Era l’alba,
quando la polizia è arrivata
nella palazzina di via Locchi
dove Viti e i genitori vivono
vicini, ma in due appartamenti
separati: il padre 80enne dell’uomo è rimasto seduto in silenzio, mentre la madre avrebbe incominciato a tempestare
il figlio di domande, sino alla
“conferma” di lui. Più tardi, i
due genitori sono sfuggiti alle
domande dei giornalisti dicendo al citofono: "stiamo soffrendo".
Il compagno della vittima
La confessione - Ad avvalorare
ulteriormente quanto ricostruito dagli investigatori, le successive parole di Viti. "Sono finito. Ormai non mi salva nessuno". L'orco è stato a lungo
interrogato dal sostituto procuratore di Firenze Paolo Canessa che coordina le indagini
di polizia e carabinieri. "Ho
fatto una bischerata. Speravo
la trovassero come le altre", ha
dichiarato riferendosi ai precedenti casi simili nei quali le
donne violentate e legate erano
state trovate e salvate. Ad incastrarlo infatti oltre al nastro
adesivo utilizzato per legare
la donna (che risulta in dotazione all'ospedale fiorentino
di Correggi) sono state le testimonianze delle altre vittime.
Le testimonianze - Molte squillo agli investigatori hanno raccontato di aver visto un furgoncino dal colore chiaro, probabilmente un mezzo usato
per lavoro e anche per avvicinarsi alle "prede". Inoltre molte
donne hanno raccontato di un
cliente che amava un particolare gioco erotico, forse simile
a quello che ha portato alla
morte la giovane romena. Fondamentale nell'identikit anche
la testimonianza di un poliziotto.
L'agente che ora lavora alla
squadra mobile, si è ricordato
di un intervento con la volante
di circa due anni fa richiesto
da prostitute in cui emergevano
modalità di violenza analoghe
a quelle dell'inchiesta. Furono
L’arresto di Riccardo Viti
identificate delle persone fra
cui lo stesso Viti.
Incastrato dalle telecamere
- Importante, nell'identificazione del killer, anche le videoregistrazioni delle telecamere
di sicurezza disseminate nella
zona dove è stato commesso
l'omicidio. Le immagini hanno
permesso agli investigatori di
ricostruire tutto il percorso fatto
la notte tra il 4 ed il 5 maggio
dall'auto di Viti, un Fiat Doblò
grigio, dal momento in cui l'uomo ha preso a bordo la prostituta nella zona del parco
delle Cascine all'arrivo nei
pressi della strada che si perde
in mezzo ai campi di Ugnano,
interrotta dalla sbarra alla quale
il corpo della ragazza era stato
legato. Proprio quel mezzo è
stato trovato parcheggiato nei
pressi dell'abitazione dell'uomo
e sequestrato.
Il particolare del nastro adesivo - Sempre in casa al momento dell'arresto è stato rinvenuto lo scotch uguale a quello usato per legare la ragazza.
Il nastro adesivo, come avevano
già reso noto gli inquirenti alcuni giorni fa, sarebbe stato
preso dai magazzini dell'ospedale di Careggi, a pochi minuti
dalla casa del sospettato. Secondo quanto appreso proprio
in quel nosocomio lavora la
moglie dell'uomo.
I manici di scopa - La polizia
scientifica e la squadra mobile
hanno inoltre trovato nel corso
di una perquisizione in un
Andrea Cristina Zamfir
garage di Viti due manici di
scopa. Andrea Cristina Zamfir
era stata violentata usando
proprio un pezzo di legno.
Su uno dei manici c'erano
tacche intagliate, come se
servissero a indicare la misura
del pezzo di legno.
I vicini del killer: "uomo strano" - I vicini descrivono il mostro come "una persona gentile
anche se un po' ruvido e strano,
a volte infantile". Una donna
racconta di essere rimasta colpita una volta quando in un
supermercato lo vide con la
madre mentre comprava dei
prodotti "per lui ma più adatti
ad un bambino". Molti conoscono sia lui che i suoi genitori,
definite persone "bravissime".
Viti è diplomato in ragioneria,
ma non avendo un impiego
da anni lavora con il padre
che fa l'idraulico. Nel tempo
libero insegna o fa l'arbitro di
karate. La moglie lavora in
un'azienda di pulizie che ha
un appalto con l'ospedale fiorentino di Careggi. Un dettaglio
significativo proprio perché alcune delle prostitute seviziate
sono state legate con del nastro
adesivo dell'azienda sanitaria.
Le reazioni - Soddisfazione
"perché la squadra mobile
ed i carabinieri sono riusciti
a catturare la bestia" è stata
espressa dal questore di Firenze, Raffaele Micillo. Era
stato lo stesso questore a definire l'autore del gesto "una
bestia", pur dispiacendosi,
aveva detto, di paragonarlo
agli animali. L'uomo arrestato,
ha aggiunto Micillo, "è sicuramente responsabile del gesto e, probabilmente, degli
altri fatti simili riscontrati precedentemente". Ad elogiare
il lavoro delle forze dell'ordine è stato in un tweet anche
iil Ministro dell'interno Angelino Alfano: "Prove inconfutabili a carico dell'uomo
che ha confessato il delitto
di Firenze" ha scritto ringrazionado le donne e gli uomini
della polizia "che proteggono
i cittadini".
La disperazione del compagno della vittima - Visibilmente scosso il compagno
di Andreea Cristina Zamfir,
Yean Ion Manta, 36 anni, romeno, si è presentato fuori
dalla questura. La coppia ha
due figli, di 4 e 2 anni, che
vivono in Romania con i genitori dell'uomo. "Andreea
Cristina non si drogava e non
si prostituiva. A casa non avevamo i soldi per mangiare.
La sera in cui è morta - ha
aggiunto - Cristina uscì in-
torno alle 22, mi disse che
aveva un appuntamento di
lavoro come baby sitter. Poi
non l'ho più sentita, non ha
più risposto al telefono e hai
miei sms. La fine di Cristina
- ha detto ancora - è tutta
colpa di sua madre, che l'ha
abbandonata sei anni fa alla
stazione come se fosse un
bagaglio. Da sei anni non sa
nulla di lei e adesso le interessa solo perché è morta"
Sono invece gli amici della
vittima a confermare come
la donna si prostituiva ogni
tanto "per dar da mangiare
ai suoi due bambini e per
avere soldi da inviare ai parenti in Romania".
SALERNO
Camorra, arrestato il boss
Francesco Maturo,
tra i 100 più pericolosi
stato inserito nell’elenco dei cento latitanti
più pericolosi d’Italia,
Francesco Maturo, 43enne
di San Giuseppe Vesuviano,
considerato da molti il reggente del clan Fabbrocino.
Ieri mattina è stato finalmente catturato dai carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna
e dai colleghi del Ros.
Il nascondiglio era una
villetta di Angri, in provincia di Salerno: l’uomo
è stato trovato in possesso
di due pistole e di un documento di identità falso.
Maturo è latitante dal dicembre 2012, quando assieme ad altre 27 persone
fu il destinatario di un or-
È
dine di custodia cautelare
che colpiva i vertici del
clan vesuviano dei Fabbrocino.
Tra questi, anche Biagio
Bifulco, colui che aveva
retto le sorti della cosca
dopo l’uscita di scena di
Mario Fabbrocino, al quale
Maturo si sarebbe sostituito in questi ultimi tempi.
L’organizzazione criminale
imponeva con sistematicità il proprio controllo su
tutto il territorio, sottoponendo imprenditori e
commercianti al pagamento di tangenti. Lui e altre
tre persone riuscirono a
sfuggire alla cattura: da
ieri mattina la sua fuga è
finita.
10
Sabato 10 maggio 2014
Dall’Italia
PESCARA - KNOCKOUT GAME E EPISODI DI VIOLENZA
Pestaggi e rapine: sgominate due baby-gang
Dopo aver picchiato le loro vittime, quasi sempre adolescenti, le derubavano e poi si fotografavano, pistola
in pugno. Sei le persone arrestate e quattro i denunciati: hanno tutti un'età compresa tra i 15 e i 24 anni
icchiavano e rapinavano
coetanei. Sono sei i componenti di due baby-gang
finiti in manette ieri mattina
per mano della squadra
mobile della Questura di Pescara.
Quattro invece quelkli denunciati. Il
più giovane non ha ancora compiuto
i 15 anni di età, il più ''anziano'' di
anni ne ha 24.
Sono accusati di aver seminato violenza negli ultimi week end della Movida, soprattutto a Pescara Vecchia.
Numerosi gli episodi di violenza che
vedono emergere in Italia il "knockout
game”, un allarmante fenomeno che
ha preso piede in molte città italiane
ed è stato "importato" dagli Stati Uniti.
Considerato un "gioco" in realtà si
tratta di vera a proprioa violenza: i
ragazzi aggrediscono per strada dei
semplici passanti con l’obiettivo è
stenderli con un pugno. Il tutto senza
preavviso, senza ragione, solo per
dimostrare agli amici di essere sufficientemente “coraggiosi”.
Aggressioni sanguinose insomma
quelle di componenti delle sue babygang a cui si sommavano rapine e
botte.
Diversi gli episodio che vendono
elencati dal sito licale "Il Pescara" che
nel ricordare come gli avvenimenti
siano solo parzialmente collegati, rimarca come sia necessaria non solo
un'attività di repressione e controllo
del territorio ma anche di collaborazione fra i gestori dei locali e le famiglie, che troppo spesso lasciano i
P
propri figli minorenni girare fino all'alba
fra le strade cittadine.
Particolarmente cruenta la notte fra il
26 e 27 aprile, quando avvengono
ben tre episodi di violenza: nel primo
caso, un 19enne viene avvicinato e
colpito senza motivo da Berisha Fabjol,
18 anni albanese, in via dei Bastioni.
La vittima riporta una frattura alla
mandibola mentre un suo amico, anch'egli colpito dall'albanese e da un
gruppo di suoi amici, riporta altre lesioni. Identificati anche altri tre ragazzi
appartenenti alla gang.
Poco dopo, sempre in via dei Bastioni,
un 24enne pescarese De Florentiis
Fabrizio pregiudicato e conosciuto
SENIGALLIA - IL FURTO
Ruba agli alluvionati:
nei guai un marocchino
Beccato in flagranza di reato dopo
aver sottratto degli elettrodomestici
i trovava a Senigallia appositamente per rubare ai
danni dei cittadini vittime
della alluvione. L'extracomunitario è stato però fermato e arrestato dai Carabinieri.
E' successo nel tardo pomeriggio di giovedì lungo la provinciale Arceviese, all’altezza
del casello autostradale, dove i
Carabinieri della Compagnia di
Senigallia hanno tratto in arresto,
in flagranza di reato, per furto
aggravato, il marocchino Mohamed Mouny, classe 1952, residente a Costacciaro (Perugia),
di professione commerciante.
Lo straniero è finito in manette
nell'ambito del servizio finalizzato alla prevenzione dei reati
contro il patrimonio in danno
della popolazione vittima dell’alluvione, condotto 24 ore su
24 con cambio sul posto dai
Carabinieri di Senigallia e Montemarciano.
I militari lo hanno catturato
dopo che si era allontanato alla
guida di un furgone Ford Transit.
Poco prima l'uomo aveva trafugato a delle vittime dell’alluvione di via Barocco alcuni elet-
S
per altri episodi simili, colpisce con
un pugno al volto un coetaneo, anche
in questo caso senza motivo. La vittima
finisce in ospedale ed attualmente è
in prognosi riservata. Un amico della
vittima veniva poi colpita da altri componenti della gang di De Florentiis.
Sempre il 27 aprile, due ragazzi di
Sulmona vengono aggrediti da un
17enne di etnia rom.
Ma non solo epiodi di violenza gratuita
caratterizzano le ultime settimane pescaresi. La Polizia infatti ha identificato
ed arrestato e denunciato anche altre
cinque persone, appartenenti ad un'altra gang in cui era parte attiva anche
la fidanzata 19enne del "boss", Neziri
Elvis, un 20enne di origini slave. In
questo caso, la banda avvicinava giovani con delle scuse convincendoli a
salire su una Multipla dove a quel
punto gli occupanti fermavano la vittima che veniva condotta in un posto
isolato e picchiata a sangue, anche
con bastoni e spranghe. Due gli episodi di questo genere avvenuti il 29
marzo e il 19 aprile, ai danni di due
ragazzi 17enni. La Polizia inoltre indaga
su un episodio simile avvenuto la
notte fra il 30 aprile e 1 maggio, per il
quale i responsabili non sono ancora
stati individuati ma che potrebbero
essere gli stessi membri della banda
della "Multipla".
PERUGIA - ANCORA CASI DI VIOLENZA CONTRO ULTRA 80ENNI
Offre sesso a un anziano
poi con il marito lo scippa
Il rifiuto del pensionato ha fatto scattare l'ira. In manette una 23enne
incinta e il compagno, 29enne rumeno, entrambi pregiudicati
a avvicinato un 84enne
del posto invitandolo
ad avere un rapporto
sessuale con lei. Ma al rifiuto
dell'uomo lei gli strappa con
violenza la catenina. E' l'ennesimo caso di violenza che
vede colpiti gli anziani quello
avvenuto giovedì mattina a
Bastardo di Gualdo Cattaneo
(Perugia), durante il mercato
settimanale.
La strategia della donna era
chiara e il suo complice già
pronto a intervenire. La ha
avvicinato l'84enne "vendendosi" ma dopo aver incassato un rifiuto è passata all'azione: ha strappato
una catenina d'oro e si è data alla fuga.
Nonostante l'età l'84enne non si è arreso
ha raggiunto e bloccato la rapinatrice.
Proprio a quel punto è intervenuto il
complice, un rumeno 29enne che ha
picchiato selvaggiamente l'uomo causandogli diverse lesioni alla testa.
I due malviventi sono poi balzati sopra
una Bmw, però l'84enne non si è dato
per vinto riuscendo nuovamente a rag-
H
trodomestici, accantonati temporaneamente in strada per
consentire le operazioni di pulizia
dei locali danneggiati dall’inondazione.
L’Autorità Giudiziaria, immediatamente informata, ha disposto
di trattenere l’arrestato nelle camere di sicurezza della caserma
di Via Marchetti in attesa del
rito direttissimo fissato per il 9
maggio presso il Tribunale di
Ancona.
La refurtiva recuperata è stata
restituita agli aventi diritto. Atti
di sciacallaggio che purtroppo
sono noti in caso di catastrofi
naturali e che vedono come responsabili persone prive di scrupoli pronte a "godere" delle disgrazie altrui.
C.B.
Inoltre, parte dei componenti di questa
banda, fra cui lo slavo 20enne, è accusata di aver pestato in strada un
59enne pochi giorni fa, a Montesilvano
zona Santa Filomena, L'uomo fu aggredito per vendetta, in quanto aveva
testimoniato contro uno dei ragazzi
in un processo. L'uomo anni fa lo
aveva denunciato quando era fidanzato
con sua figlia minorenne, per sottrazione di minore.
Un fenomeno allarmante non solo
per i numerosi episodi di violenza
ma anche per il vato che i giovani
fanno delle loro gesta. Diversi degli
arrestati e denunciati, amavano mostrarsi sui social network armati di
pistole giocattolo ed armi o addirittura
filmavano con i telefonini le proprie
"gesta violente".
Il Questore Passamonti ha evidenziato
come la Polizia abbia dato una risposta
forte e rapida a questa inquietante
escalation di episodi violenti, per ripristinare sicurezza e tranquillità nelle
notti pescaresi, aggiungendo che nei
prossimi fine settimana ci sarà un imponente dispiegamento di uomini e
mezzi di tutte le Forze dell'Ordine
per mostrare in modo ancora più incisivo la presenza sul territorio degli
operatori di sicurezza.
In controllo in realtà ci dovrebbe
essere anche in famiglia, molto spesso
però questa manca e finisce che i
giovani entrano nel vortice della criminalità. Poi non è così semp'lice
uscirne.
Miriana Markovic
giungerli ma, a quel punto, l'auto è
partita a tutta velocità.
Subito sono scattate le ricerche diramate
dai carabinieri di Giano dell'Umbria e
poco dopo la Bmw è stata intercettata
all'uscita di Pantalla da un equipaggio
dell'Aliquota radiomobile di Todi. I due
a bordo sono stati identificati. Si tratta di
C.I.R., 29enne rumeno, residente a Perugia, fermato in passato con quattro
nomi diversi: a suo carico diversi precedenti per reati contro il patrimonio,
tra cui uno specifico
commesso in Provincia di Siena in
danno di un anziano; P.M.C.. 23enne,
in stato di gravidanza, identificata con
altri otto alias, anche
lei pregiudicata.
I due sono stati arrestati con l'accusa
di concorso in rapina impropria aggravata e lesioni
personali. L'uomo,
denunciato anche
per il reato di guida di veicolo senza
patente, è stato rinchiuso nel carcere di
Spoleto, mentre la donna, a causa del
suo stato di gravidanza, è stata sottoposta
agli arresti domiciliari presso la sua abitazione di Perugia. L'anziano, vittima
della violenta aggressione, è stato accompagnato in ospedale, dove i sanitari
gli hanno riscontrato un trauma cranico,
ecchimosi del collo, contusioni vari, giudicandolo guaribile in 20 giorni.
Carlotta Bravo
11
Sabato 10 maggio 2014
BUSTO ARSIZIO
All’asta l’armadio in cui
fu riposto il corpo del Duce
Dal prossimo 15 maggio su e-bay
il triste cimelio in cui riposarono i resti
mortali di Mussolini per undici anni
n cimelio triste, quello
che dal prossimo 15
maggio sarà messo
all’asta su e-bay. Si tratta di
un semplice armadio, eppure
è un pezzo di storia perché al
suo interno, per undici anni,
è stato conservato il corpo di
Benito Mussolini. Dopo l’assassinio a Bonzanigo del 28
aprile 1945 e lo scempio di
piazzale Loreto, infatti, le spoglie mortali del Duce vennero
seppellite in una tomba anonima
nel cimitero di Musocco a Milano.
Da lì Domenico Leccisi, nella notte
tra il 22 e il 23 aprile 1946, insieme
ad altri suoi camerati, aveva voluto
disseppellirlo: “Non potevo lasciarlo solo” aveva detto, e lo
aveva portato via con sé, lasciando
nella nuda terra un messaggio,
“Finalmente, o Duce, ti abbiamo
con noi. Ti circonderemo di rose,
ma il profumo delle tue virtù supera quello delle rose”.
Dopo varie vicissitudini il corpo
venne consegnato ai Frati Cappuccini di Cerro Maggiore, vicino
Legnano. Solo nel 1957 Leccisi
riuscì nel suo intento: quello di
far riposare quei poveri resti nella
tomba di famiglia al cimitero di
San Cassiano a Predappio. Ci
riuscì perché da deputato offrì il
suo voto, determinante, al governo
Dc presieduto da Adone Zoli (pre-
U
Dall’Italia
LA CRISI CHE MORDE L’ITALIA: DELOCALIZZAZIONE SEMPRE PIÙ VICINA
Electrolux, trattativa al buio
Le posizioni della Fiom-Cgil irritano il colosso svedese che rompe
il confronto per il salvataggio dei quattro stabilimenti nel Nord Est
Electrolux spegne la luce e
gela tutti. È accaduto ieri a
Mestre, quando l’azienda
ha deciso unilateralmente
di rompere le trattative con
i sindacati e le Rsu che erano in corso per
salvare i quattro stabilimenti italiani del
colosso svedese. Una scelta presa dopo
un'intera giornata di colloqui, con i sindacati
che si dicono possibilisti rispetto a un ritorno alla trattativa dopo lo stop del colosso
svedese. A causarlo la posizione della
Fiom-Cgil, come dicono a mezza voce i
responsabili a tutti i livelli degli altri sindacati
di categoria, dovuto alle incertezze generate dal congresso della Cgil.
l Ministero dello Sviluppo economico
cerca di mediare nella vertenza Electrolux
e offre alle parti coinvolte di proseguire
la trattativa al ministero a Roma lunedì 12
maggio come prolungamento della riunione interrotta a Venezia. Inoltre sempre
lunedì, alle 20, il ministro Federica Guidi
incontrerà i segretari generali di Fim,
Fiom e Uilm. Mercoledì poi, alle 17,30, si
riunirà a Roma il tavolo generale Electrolux,
dopodiché la questione passerà alla Presidenza del Consiglio, con Matteo Renzi
e il sottosegretario Graziano Delrio.
Nonostante la vertenza si faccia sempre
più difficile, il presidente della Regione
Veneto, Luca Zaia, dice di rimanere fiducioso, intervenendo a margine del
vertice dell'Euregio "Senza confini" a Parenzo, in Istria. "Ci sono i presupposti aggiunge - per chiudere l'accordo e
devo dire che ho apprezzato la voglia di
L’
dappiese anche lui) in cambio di
una promessa: che i resti del
Duce venissero finalmente riportati
nel luogo giusto, la cripta di San
Cassiano. Il 31 agosto 1957, così,
una marea di gente si accalcò nel
piazzale del cimitero di Predappio,
in attesa del ritorno a casa della
salma del Duce. Negli undici
lunghi anni che separano questo
giorno da quell’aprile del ’46 in
cui Leccisi trafugò l’amata salma,
il corpo del Duce era rimasto rinchiuso in questo armadio, ora
nella disponibilità del negozio di
Busto Arsizio “lovendoperte.it”,
che lo ha avuto da una famiglia
legnanese. La base d’asta – online
- è di 5.000 euro e per avere tutte
le informazioni del caso ci si può
rivolgere a Daniele Luoni, responsabile del negozio. L’oggetto
possiede, a quanto si apprende, i
certificati e i documenti che ne
E.M.
attestano l’autenticità.
fare dei lavoratori, l'impegno dell'impresa
e spero che queste condizioni, che sono
ottimali per la conclusione dell'intesa,
poi si concretizzino in un accordo solido
e che dia futuro ai lavoratori. Pensare di
avere i quattro stabilimenti di Forlì, Solaro,
Porcia e Susegana mantenuti con la
stessa occupazione fino al 2017 è già
un buon punto d'arrivo".
Sull’altra sponda del Tagliamento, anche
la Governatrice dell’altra regione coinvolta, il Friuli-Venezia Giulia, esprime
insieme speranza e preoccupazione.
"Tutti sappiamo che trovare l'accordo, e
in tempi brevissimi, è decisivo per non
far naufragare il percorso che abbiamo
alle spalle, quindi voglio assolutamente
credere che sarà trovato. Dal giorno in
cui era stata annunciata l'investigazione
a oggi sono stati fatti importanti passi
avanti, che in queste ore non possono
andare dispersi. Ricomporre la rottura e
mantenere unito il fronte di tutti gli stabilimenti è ancora più decisivo per Porcia,
che si è trovata fin dall'inizio in una condizione di maggiore debolezza", sono
le parole di Debora Serracchiani.
Valter Brogino
12
Sabato 10 maggio 2014
Sport
CONTRO LA LAZIO L’ULTIMA A SAN SIRO DI UNO SCONOSCIUTO ARRIVATO DALL’ARGENTINA CON UNA BUSTA DA SUPERMERCATO, DIVENTATO LEGGENDA
L’addio di Zanetti: capitano-gentiluomo d’altri tempi
Il mito che ha portato l’Inter sul tetto del mondo ai saluti. La scala del calcio pronta a rendergli omaggio
di Federico Colosimo
ddio al calcio per Javier
Zanetti, il capitano gentiluomo che ha sfidato il
tempo, lo sconosciuto che
è diventato leggenda e
ha portato l’Inter sul tetto del mondo.
Non sarà questa sera, contro la Lazio,
perché poi ce ne sarà ancora un’altra,
l’ultima di 1.114 partite meravigliose.
Giocate sempre al massimo, senza
mai risparmiarsi. Ma dopo 20 anni
di imprese, emozioni e delusioni, El
Tractor solcherà la scala del football,
San Siro, per l’ultima volta da giocatore. Quando il quarto uomo alzerà
la lavagnetta per annunciare il cambio, con il numero 4 illuminato di
rosso per fare uscire il mito e lasciare
il posto a un gran vuoto, nel cuore
di tutti gli appassionati correrà un
brivido. Doloroso. L’uomo pulito di
questo sport marcio smetterà di correre su quel terreno che lo ha fatto
diventare grande, immenso. Una
standing ovation non basterà per
rendergli omaggio. In un giorno così
speciale mancherà anche la curva
nord (squalificata), che non potrà
quindi offrirgli quel tributo che merita.
Si sta avvicinando quel triste momento che per quelli come lui sembrava non potesse o non dovesse
arrivare mai. Dell’Inter ha fatto la
storia diventando il più vincente di
sempre: cinque scudetti, quattro Coppe Italia, altrettante Supercoppe italiane, una Champions League, un
Mondiale per club, una Coppa Uefa.
E un triplete che nessuno potrà mai
dimenticare. Sempre con la fascia al
braccio, eredita dallo “zio” Bergomi
e che l’ha accompagnato per 15
anni. C’è chi perdeva e se ne andava.
Chi vinceva e fuggiva. Nella gioia e
nel dolore, Zanetti non ha mai abbandonato la scialuppa. Senza pren-
A
dersi mai alcun merito, mettendoci
la faccia ogni volta che ce n’era bisogno. Ha superato infortuni, delusioni, incubi. Come quello di quel
“maledetto” 5 maggio, un campionato
vinto e consegnato alla Juventus, gettato al vento sul prato dell’Olimpico,
proprio contro la Lazio.
Amato dai tifosi e rispettato da tutti i
tifosi avversari, Zanetti è stato per
tutti un esempio di lealtà, serietà,
impegno. Mai una parola fuori posto,
mai una polemica. Neanche dopo
lo sgarbo che quell’ingrato di Mazzarri gli ha recato domenica scorsa.
Facendogli saltare l’ultimo derby
della sua strepitosa carriera. Farà un
giro di campo, stasera, il capitano. E
in quel momento nei suoi occhi passerà una vita davanti. Saranno in tanti
ad applaudirlo dal vivo e da casa,
per strada e nei pub. Anche quelli
che non hanno mai fatto il tifo per lui
perché interista. Oltre la maglia, dunque. C’è da mettersi in ginocchio
davanti a un uomo – prima che un
calciatore – che ha dato tanto e ha
saputo realizzare tutti i suoi sogni.
Un ragazzo che è arrivato dall’Argentina quando aveva appena 22
anni, portando con sé solo una busta
da supermercato con dentro poche
cose, quel che servivano per allenarsi.
Tutta la vita di Zanetti è un insegnamento. Perché in pochi sanno che
da neonato ha rischiato di morire
per via di gravi problemi respiratori
e che come secondo nome, Aldemar,
ha quello del medico che gli ha sal-
vato la vita.
Un epilogo triste (il suo addio al calcio) non può cancellare una storia
irripetibile. Sarà bello ricordarlo con
immagini che rievocano a quella serata magica del 24 maggio 2010.
Quando Zanetti alzò al cielo quella
Coppa dei Campioni - inseguita da
sempre e appena vinta a Madrid –
con le lacrime appese di gioia.
Sarà impossibile dimenticarlo, facile
ricordarlo. Grazie di tutto capitano.
Come te, nessuno mai.
BASKET - LA BANDIERA DELLA SQUADRA CAPITOLINA TRACCIA UN BILANCIO DELLA STAGIONE GUARDANDO ALLA FASE POST-SEASON
Tonolli lancia l’Acea: “Contro Varese
per il sesto posto, poi la sfida playoff”
di Fabrizio Cicciarelli
T
empo di bilanci in
casa Acea Virtus
Roma, che alla vigilia dell’ultima gara di
stagione regolare può
tracciare una prima valutazione della stagione
2013-14. L’Eurocup, le Final Eight e i playoff raggiunti con largo anticipo
disegnano un panorama
positivo per la squadra capitolina, che dopo un’annata fenomenale, culminata con la finale scudetto
dello scorso giugno, si è
confermata ad alti livelli
anche quest’anno.
Alessandro Tonolli, dall’alto dei suoi vent’anni
tra le fila della Virtus, ha
parlato della stagione in
via di conclusione.
«E’ stata una stagione positiva - ha spiegato “Tonno” -, conclusa con la qualificazione ai playoff rag-
giunta con una settimana
di anticipo. Raggiungere
le Final Eight di Coppa
Italia in gennaio e i playoff
a fine stagione erano i nostri obiettivi, li abbiamo
centrati con relativa tranquillità e giocandocela
anche in Eurocup. Adesso
cerchiamo di raggiungere
i playoff forti della miglior
posizione possibile, poi
nella post season proveremo a dare il massimo».
Prima dei playoff però c’è
la gara contro la Cimberio: «La partita di domenica è molto importante
per due motivi: da una
parte c’è la possibilità di
decidere il nostro destino
con le nostre mani, senza
dipendere dal risultato
degli altri, per chiudere
la stagione regolare al sesto posto; dall’altra parte
affrontare un avversario
di livello come Varese, al
di là di quello che è stato
il verdetto del campo riguardo la sua ultima stagione, sarà una palestra
importante in vista della
post season».
Nell’ultimo turno si è vista
una Virtus a due facce,
capace di rimontare nel
secondo quarto il -19 accumulato nei primi 20’,
raggiungendo una vittoria
chiave. Domenica, però,
servirà la miglior Acea:
«Per vincere contro Varese servirà ripetere la prestazione della seconda
parte di gara disputata a
Venezia: dovremo dare il
massimo, fiondarci su
ogni pallone vagante e
sfruttare al meglio le occasioni che avremo a disposizione. Varese può disporre di giocatori di talento, gente come Banks,
Polonara, De Nicolao, Johnson, Sakota o Ere, non è
un avversario da prendere con le molle».
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