CARITAS NEWSLETTER CARITAS DIOCESANA DI SAVONA-NOLI FEBBRAIO 2016 n° 126 IL DIRETTORE: UNA QUARESIMA DI MISERICORDIA FEBBRAIO E MARZO: MALATTIA E SOFFERENZA ESITO DELLA RACCOLTA DI AVVENTO PER L’EMPORIO CARITAS PARTE PROGETTO NELLE MEDIE INFERIORI SULLE VIOLENZE INVISIBILI ELEONORA E DANIELE: SULLA ROTTA DELLE MIGRAZIONI NEI BALCANI PROGETTO GARANZIA GIOVANI E SERVIZIO CIVILE REGIONALE APPUNTAMENTI DIOCESANI DI FEBBRAIO PER L’ANNO GIUBILARE IL DIRETTORE: UNA QUARESIMA DI MISERICORDIA Il soffrire e la salvezza. La misericordia e le nostre ferite. Sofferenza e salvezza sono due elementi che facciamo fatica a tenere insieme. Abbiamo quasi l’impressione che siano due eterni nemici inconciliabili. Come facciamo a dire che è possibile per noi una salvezza, che Dio proponga a noi un cammino di salvezza quando la strada è segnata, a volte in maniera profonda, dal soffrire, dalla malattia, dall’indigenza…. L’esperienza del soffrire si accompagna purtroppo con il sentimento della colpa e della condanna: difficile non assumere i tratti della punizione o della responsabilità. Ma che male ho fatto per meritare questo? Il cammino della Quaresima ci può aiutare a riportare la riflessione e il nostro sentire sul giusto cammino, evitando così pericolosi sbandamenti o smarrimenti. È un tempo nel quale siamo invitati a entrare nel profondo del nostro quotidiano sotto l’esperienza del deserto: un tempo e uno spazio nel quale lasciare uscire il proprio vissuto, le proprie “tentazioni”, le letture “angoscianti” del nostro esistere, per ritrovare un volto. Occorre infatti comprendere se questo volto sia tirannico, castigatore, terribile, oppure diverso: se sia il volto che ci siamo costruiti come risposta “ferita” al nostro soffrire oppure se c’è spazio perché l’altro si possa rivelare. Facciamo infatti fatica a pensare che il voler bene si accompagni al soffrire. Sovente proprio il soffrire “urla” il suo dolore e quello che esce ne è solamente il frutto: quando gli occhi sono segnati dalle lacrime non si vede con nitidezza e quello che abbiamo di fronte appare distorto. La misericordia di Dio è la sua capacità di accogliere la nostra umanità ferita e di darle un luogo, il suo abbraccio, nel quale potersi sfogare e dire tutta la sua fragilità e il suo dolore. La misericordia di Dio è il suo esserci là dove siamo, senza sottrarsi al soffrire, offrendo un legame capace di consolare e di tenere insieme il nostro esistere. La Caritas newsletter febbraio 2016 1 misericordia di Dio è lasciarsi lentamente scoprire come alleato di fronte alla sofferenza e non come causa tremenda di essa. La misericordia di Dio è il suo guarire i nostri legami sfilacciati e recisi chiamandoci per nome e avendo per ciascuno di noi la possibilità di rispondere al suo abbraccio che salva. La misericordia è un cammino che passa attraverso le nostre ferite e sa non fermarsi ad esse, ma porta alla scoperta di un volto: è esperienza personale, unica, irripetibile. Questa Quaresima è occasione di fare esperienza di misericordia perché ci attende la luce della Pasqua, il dono più bello, la risurrezione. FEBBRAIO E MARZO: MALATTIA E SOFFERENZA L’importanza della misericordia quando si è più deboli e vulnerabili. Dopo la sottolineatura del tema del cibo nel bimestre dicembre/gennaio con l’inaugurazione dell’Emporio Caritas in via Romagnoli a Savona, siamo qui a presentare un secondo ambito di vita che vuole essere approfondito nel nostro anno straordinario giubilare della misericordia. È il tema della sofferenza/malattia. È nostra intenzione informare su alcuni servizi diocesani che tentano di dare risposte concrete alle persone nel momento in cui si è più deboli nel corpo e nello spirito: l’Hospice gestito dalle Suore Rossello, la Cappellania dell’ospedale S. Paolo e l’attività dell’Ufficio di Pastorale sanitaria. Sul Letimbro appena uscito potete trovare maggiori informazioni. Evento di questo bimestre sarà la Giornata del malato che sarà realizzata domenica 7 febbraio. L’Hospice delle suore Rossello. Un’eccellenza sul territorio per le cure palliative ai pazienti oncologici terminali. Lo scopo ultimo di questo servizio è custodire la dignità della vita fino alla fine. Situato in via Naselli Feo alla Villetta, nasce nel 2002 dal desiderio di dare una seria risposta ad una reale necessità sul territorio. Nell’Hospice il malato viene curato dal punto di vista fisico, psicologico e spirituale. Nel 2005 è stato insignito della medaglia d’oro al merito per la salute pubblica. La responsabile dell’opera è Madre Giovannina e il direttore sanitario è la dottoressa Federica Debenedetti. Conta 10 posti letto ed è integrato nella rete territoriale della Asl2 savonese, quindi la degenza è gratuita fino a sessanta giorni di permanenza. Un’equipe multidisciplinare di circa 25 elementi, medici, infermiere, suore, fisioterapisti, assistente spirituale (fra Luca), psicologa, operatori, segue quotidianamente ogni malato. Un’attenzione particolare viene data anche ai parenti per la elaborazione del lutto. La Cappellania dell’Ospedale S. Paolo e la Pastorale sanitaria. Un’assistenza spirituale, umana e religiosa che da 20 anni la diocesi svolge in questa struttura in convenzione con la Asl2 di Savona. Un servizio che viene offerto a tutti coloro che frequentano questo luogo: personale, parenti e degenti. In questo momento come cappellani troviamo un sacerdote diocesano don Agostino Paganessi e tre sacerdoti francescani, fra Sergio, fra Luca e fra Paolo, con una decina di volontari laici, in particolare Luisa Veronesi e Carlo Galletti responsabili della Pastorale sanitaria diocesana. Questa presenza è fatta di ascolto, incontro, sostegno e offerta dei sacramenti. C’è una messa quotidiana alle 16 e per la domenica alle 9.30, mentre presso l’obitorio si propone quotidianamente un incontro di preghiera animato dai volontari ospedalieri alle ore 18.30. Anche nella Residenza protetta del Santuario e in sinergia con le parrocchie, la Pastorale sanitaria realizza il suo servizio di supporto e di animazione con la collaborazione di altre realtà: associazione medici cattolici, Movimento apostolico ciechi, Centro volontari sofferenza, Unitalsi e Comunità di S. Egidio. Caritas newsletter febbraio 2016 2 ESITO DELLA RACCOLTA DI AVVENTO PER L’EMPORIO CARITAS Un interesse e un coinvolgimento al di là delle nostre attese. Per moltiplicare la solidarietà non aspettare un miracolo! E così è stato per tante persone che si sono date da fare nell’avvento scorso a favore del nostro Emporio Caritas. In particolare la domenica 13 dicembre ha visto la mobilitazione di parrocchie e privati per una raccolta fondi che ha dato i suoi frutti per un totale di € 19.285,36. Grazie di cuore a tutti. Sotto abbiamo riportato le offerte ad oggi pervenute. In questo momento l’Emporio Caritas sta dando risposte a tanta gente: sono state consegnate 174 tessete a punti che corrispondono a circa 350 persone. Il tutto gestito da un operatore responsabile e una squadra di 25 volontari. Ci sono oggi parrocchie che si sono impegnate a dare nel corso dei mesi un quantitativo di alcuni prodotti specifici: S. Lorenzo di Quiliano pomodoro e riso, S. Ambrogio di Legino olio e tonno, la parrocchia della Villetta farina e caffè e la Stella Maris di Albisola Capo pomodoro e sale. Anche il mondo delle Scuole superiori savonesi si sta muovendo. I rappresentanti degli studenti sensibilizzeranno i propri compagni al fine di realizzare raccolte alimentari mirate all’interno delle proprie strutture. Tutto è partito da loro, segno di una sensibilità che riconosciamo presente nel nostro mondo giovanile. PARROCCHIE ISTITUTI E CONFRATERNITE Parr. Albisola Capo 500 Parr. S. Giorgio e Filippo Vezzi Portio 170 Parr. S. Ignazio Tosse 60 Parr. S. Cuore Savona 170 Parr. S. Giovanni Battista e Andrea 1.000 Parr. SS. Trinità Savona 285 Parr. SM. Rossello Savona 200 Parr. S. Pietro Savona 235 Parr. S. Ambrogio Legino 680 Parr. S. Paolo 540 Parr. S: Bernardo 200 Parr. S. Ermete 300 Parr. S. Maria Maggiore Cogoleto 800 Parr. S. Lorenzo Quiliano 391,12 Parr. Stella S. Giustina 25 Parr. Stella S. Bernardo 45 Parr. Stella S. Giovanni 45 Parr. Perti 80 Parr. Finalborgo 525 Parr. Nostra Signora Fornaci Savona 120 Parr. S. Pietro Noli 692,24 Parr. N. S. Concordia Albissola Marina 1.000 Parr. Maria ausiliatrice Savona 777 Parr. S. Giovanni 325 Parr. S. Bartolomeo 100 Confraternita S: Rocco Varazze 100 Istituto Figlie di Maria 500 Suore della Pietà Albisola Capo 50 Diocesi Savona-Noli 3.000 PRIVATI 6.370 Caritas newsletter febbraio 2016 3 PARTE PROGETTO NELLE MEDIE INFERIORI SULLE VIOLENZE INVISIBILI Un lavoro maggiormente approfondito a scuola per scovare le violenze che non vediamo. Violenze invisibili: mettiamole a fuoco, è una nuova sfida, non certo semplice, ma che sentiamo essere importante per costruire insieme una migliore società del domani, attenta al prossimo, chiunque esso sia. Il progetto coinvolgerà 20 classi e 5 istituti comprensivi tra Savona e Quiliano. Ogni laboratorio si strutturerà in quattro incontri da due ore ciascuno nell'arco di quattro mesi, da febbraio a maggio 2016. Il 21 maggio si terrà poi l'evento conclusivo: l'inaugurazione di una mostra aperta al pubblico, che per una settimana esporrà gli elaborati fotografici che le diverse classi avranno concretizzato, frutto delle riflessioni e dei lavori svolti durante i laboratori. Durante l'evento i presenti potranno votare l'elaborato preferito, che decreterà la foto da utilizzare come copertina di un opuscolo che verrà regalato ad ogni scuola. Attraverso l'esperienza della Pace di Corsa, progetto che per 5 anni abbiamo realizzato sul territorio, nasce quest'anno un nuovo progetto, frutto dei confronti avuti con docenti e studenti delle scuole secondarie di primo grado in questi ultimi anni. Una crescita comune che ha permesso di focalizzare tra le pieghe del quotidiano alcuni bisogni emergenti nei nostri giovani studenti: primo fra tutti, vivere un'esperienza che metta in gioco le emozioni dei ragazzi, svelando le violenze invisibili che implicitamente finiscono per disarmonizzare la bellezza delle relazioni e della diversità. In una quotidianità sempre più scandita dagli impegni, dagli orari e da doveri da assolvere, l'emotività dei ragazzi rischia di essere soffocata a favore di una maggiore produttività. Per questo si è sentita l'esigenza di aprire nuovi spazi di ascolto, accoglienza e condivisione in cui trovare insieme nuovi modi di affrontare i malintesi, imparando a relazionarsi con l'altro attraverso un linguaggio non violento. Si proverà ad inoltrarsi nella delicata tematica della violenza, cercando di affrontarla partendo dall'esperienza dei ragazzi per destrutturare quegli atteggiamenti apparentemente innocui ma che in realtà nascondono tensioni e sono fonte di malessere. ELEONORA E DANIELE: SULLA ROTTA DELLE MIGRAZIONI NEI BALCANI Un viaggio in Grecia, Macedonia e Serbia. Nello scorso dicembre Eleonora Raimondo, nostra operatrice responsabile del servizio Sprar, e Daniele Albanese di Caritas Biella si sono recati nelle zone interessate dalla rotta dei migranti nei Balcani. Il loro compito era quello di studiare la situazione per la preparazione di un nuovo progetto che Caritas Italiana vuole realizzare con il coinvolgimento di alcune diocesi italiane. Trasmettiamo la loro testimonianza. “I riflettori sembrano oramai essersi spenti sulla rotta balcanica. Nei campi profughi i giornalisti sono scomparsi o quasi. Una volta raggiunta la Grecia il viaggio per siriani, iracheni e afgani sembra destinato a procedere senza eccessivi pericoli, in maniera abbastanza spedita e con costi tutto sommato non proibitivi. Gli altri - invece - devono cercare vie alternative, più rischiose e costose, passano da Bulgaria, Romania o altri percorsi... Oramai è stato allestito un vero e proprio sistema a tappe, con le sue procedure burocratiche, permessi temporanei di transito. Il passaggio dei profughi è entrato nella normalità quotidiana dei paesi Caritas newsletter febbraio 2016 4 attraversati dalla rotta balcanica e per qualcuno sta diventando anche un buon affare. I campi sono di giorno in giorno più attrezzati. Tutta la zona si sta attrezzando per l’inverno. Il freddo non è ancora intensissimo, ma potrebbe arrivare e colpire duro da un momento all’altro. Stanno facendo la loro comparsa moduli abitativi e tende riscaldate. A muoversi sono ancora molte famiglie: la novità sono le donne sole con i loro bambini. Vanno a raggiungere i mariti, che hanno superato il tragitto mesi fa e che oggi le aspettano nel nord Europa. Idomeni (Grecia). Al campo greco di Idomeni, porta d’ingresso della Macedonia, l’atmosfera è rilassata. Ogni tanto arriva qualche autobus, il ritmo non è frenetico. Volontari distribuiscono vestiti e qualche genere alimentare, un ambulante vende hamburger di pollo e patatine, mentre un poliziotto dà un'occhiata ai documenti dei profughi che stanno per imboccare la strada che li porterà in Macedonia. Davanti a loro rotoli di nastro spinato ed un lungo reticolato. Dall’altra parte del confine militari e poliziotti macedoni vigilano attenti la barriera. La porta è aperta appena, un poliziotto macedone ed una poliziotta greca esaminano i documenti. Il controllo è pignolo. Arrivano dei siriani. Un operatore umanitario ci assicura che lo si capisce benissimo dall’accento. Li fanno tornare indietro. Non avevano il certificato originale, ma una copia scannerizzata: devono tornare ad Atene e rifare la pratica. Viaggeranno con lo stesso autobus che li ha portati ad Idomeni. Il biglietto costerà molto di meno e se proprio non avranno soldi l’autista probabilmente li farà salire lo stesso. Altri ragazzi vengono respinti. Hanno tentato di fare i furbi presentandosi con un attestato ellenico falso. Fino a pochi giorni fa rimanevano in zona a protestare davanti al muro macedone. Alcuni si erano addirittura cuciti la bocca. Ora sono stati sgomberati e la situazione è tornata alla normalità. Quelli che i macedoni considerano “migranti economici” possono chiedere asilo in Grecia, oppure possono tentare di ripassare la frontiera. Molti fanno così la spola tra Atene ed il confine macedone, altri tentano di passare per altre vie… Gevgelija (Macedonia). Una volta entrati in Macedonia, i profughi devono attraversare a piedi circa mezzo chilometro per arrivare al campo profughi di Gevgelija. Lo sterrato è percorso incessantemente da camionette della polizia e dell’esercito. Sul tragitto polveroso, tra vigneti e rifiuti, sbucano venditori locali di sigarette ed altra paccottiglia. Prima di entrare nel campo la polizia fa un’altra minuziosa verifica. Qualcuno viene rispedito indietro: non ha i documenti in regola. Le pratiche burocratiche sembrano procedere spedite. I profughi attendono in un tendone, dove viene dato loro cibo e vestiario. Fa freddo: il riscaldamento è carente. Un gruppo di ragazzini e ragazzine si affretta a mettere in carica il cellulare. Si naviga sui social network e si parla al telefono. La scena non è molto diversa da quella che si può vedere di fronte ad una qualsiasi scuola o ad un locale alla moda. Tabanovce (Macedonia). Si resta poco nel campo. La struttura non è nemmeno attrezzata per far dormire le persone. Quando si raggiungono le mille persone arriva un treno speciale che parte alla volta di Tabanovce, l’altro campo macedone a due passi dal confine serbo. Un'altra polverosa strada porta verso la città. Al suo ingresso una marea di taxi aspetta i profughi. Qualcuno sceglie di proseguire in macchina. I migranti potrebbero scegliere di muoversi liberamente per la Macedonia, ma preferiscono spostarsi in gruppi ed in maniera organizzata. In poche ore si arriva a Tabanovce. Volontari ben organizzati offrono assistenza. Il capo allestito sembra ben organizzato. Oramai si è quasi in Serbia. Per arrivarci ci sono alcuni chilometri da fare a piedi. I profughi affrontano il cammino in gruppo ed evitano di fare il tragitto la notte. Le cronache registrano qualche brutta esperienza per chi aveva deciso di avventurarsi da solo nella terra di nessuno. Preševo (Serbia). I serbi dall’altra parte vorrebbero sistemare l’ultimo tratto del sentiero, per evitare di far passare la gente nel fango. A Miratovac c’è un piccolo campo attrezzatissimo, fatto di moduli abitativi riscaldati. E’ stato allestito alcuni giorni fa per sostituire la tendopoli assolutamente inadatta al periodo invernale. Per espletare le formalità del caso si va a Preševo, una cittadina di poco più di 10.000 abitanti a maggioranza albanese che è la principale porta di ingresso in Serbia nella rotta balcanica. Il Caritas newsletter febbraio 2016 5 paese era stato il centro della guerriglia albanese contro il governo serbo al tempo della guerra nel Kosovo. Il luogo è desolato: la presenza dello stato si vede solo dalle barricate erette da tempo, fatte con sacchetti di sabbia, nella zona della stazione ferroviaria. L'atmosfera è mesta. Difficilmente si potrebbe dire che negli ultimi decenni qualcuno si sia occupato della gestione del territorio o della ricerca del bello. Intorno al campo venditori ambulanti, locali con esposte locandine in arabo, cani randagi, fango, rifiuti, autobus e taxi. I profughi si incolonnano in lunghe file fuori dalla ex manifattura di tabacchi. Dopo i controlli con il metal detector, e il sacchettino di cibo fornito dalla Croce Rossa, le persone vengono registrate e ricevono il permesso di tre giorni. Possono anche fare domanda di asilo ma in pratica non lo fa nessuno. I profughi possono scegliere come proseguire il loro viaggio, una lunga fila di autobus li attende fuori dal campo e a pochi passi c’è anche il treno, che consente di far viaggiare gratis i bambini. Dimitrovgrad (Serbia). Le condizioni nel centro di identificazione sono “molto spartane”, come spiega un volontario. La permanenza dura solitamente poche ore. Dopo l'identificazione, ai profughi viene fornito un permesso di 72 ore per attraversare il territorio serbo. Fuori dal centro ci sono un autobus, e alcuni taxi. Andare a Belgrado costa 25 euro con l'autobus, 200 con il taxi. Intorno ai migranti della rotta balcanica fiorisce una discreta economia, anche in questo centro sperduto del meridione serbo. Molti afgani però non hanno più nulla, tranne i vestiti sporchi di fango, e alcuni si guardano intorno smarriti. I volontari presenti cercano di aiutare, ma non sembrano bene accolti dalla gente del posto, che forse li considera come concorrenza. Belgrado (Serbia). In città la situazione si è decisamente normalizzata rispetto all’estate con le oltre 10mila presenze alla stazione centrale. Attualmente vi è un centro ben organizzato e gestito dalla società civile cittadina (Miksaliste) che durante il giorno ospita le persone in transito dalla città e fornisce loro ristoro, la possibilità di una doccia, le informazioni essenziali per proseguire il viaggio e generi di prima necessità. A Belgrado vi è poi un centro di accoglienza per richiedenti asilo (simil CARA) che si trova fuori dal centro cittadini, vicino ad un campo Rom e difficilmente raggiungibile coi mezzi. Ospita in baracche fatiscenti migranti africani bloccati in Serbia senza risorse e fornisce loro il minimo essenziale per l’assistenza e il vitto. Anche qui si stanno attrezzando per l’eventuale accoglienza. Šid (Serbia). I diversi flussi, quello proveniente dalla Macedonia e quello proveniente dalla Bulgaria, confluiscono poi poco a nord di Šid, da dove i profughi entrano in Croazia. Un motel sull’autostrada è in fase di allestimento per l’accoglienza in vista della paura di chiusura delle frontiere con la Croazia. Ad oggi però le persone transitano solamente per un breve ristoro e proseguono il viaggio per la stazione dei treni dove prendono la direzione di Slavonsky Brod in Croazia; il grande campo di accoglienza da 10mila posti interno all’Europa da cui poi partono le vie per Slovenia, Austria, Germania o Nord Europa oppure verso l’Italia entrando da Gorizia e Trieste”. PROGETTO GARANZIA GIOVANI E SERVIZIO CIVILE REGIONALE L’accoglienza di giovani nei nostri servizi. Secondo giro di boa per questo progetto europeo. Oggi 23 giovani della nostra provincia hanno iniziato un’esperienza in campo sociale per la durata di sei mesi. Quattro di loro hanno scelto di entrare nei servizi della Caritas e specificamente nel Centro diurno di solidarietà, nell’Emporio Caritas, nell’Emergenza profughi e nello Sprar. Stiamo parlando del progetto europeo Garanzia Giovani che con la misura del Servizio civile regionale è arrivato al secondo giro di boa. Per tutti loro ci sono 30 ore settimanali di servizio con un rimborso spese, la possibilità di mettersi alla prova in contesti sconosciuti, e forse la scoperta di attitudini e inclinazioni personali da sviluppare per il proprio lavoro futuro. Caritas newsletter febbraio 2016 6 Accanto a Caritas, gli altri enti che hanno accolto i giovani sono: Anpas (pubbliche assistenze), Inac (un patronato), Confcooperative, Comune di Savona ecc… Ai nostri quattro giovani auguriamo una bella esperienza dal punto di vista umano e relazionale. Ve li faremo conoscere più avanti. APPUNTAMENTI DIOCESANI DI FEBBRAIO PER L’ANNO GIUBILARE Un calendario da tenere presente con occasioni culturali e di spiritualità. Pubblichiamo con piacere nella nostra newsletter gli appuntamenti del mese di febbraio che la diocesi propone a tutte le comunità cristiane e civili in occasione dell’anno giubilare. Si sono organizzate iniziative di preghiera e di riflessione sul tema indicato da papa Francesco. Tale progetto intende affiancarsi, e spesso unirsi, a proposte provenienti da altri enti, allo scopo di costruire un percorso comune contrassegnato da una serie di attività culturali che coprano l’intero arco dell’anno con scadenza mensile. Si tratta di un itinerario religioso e culturale rivolto alla scoperta del ricco patrimonio di fede e arte dedicato alla Madonna di Misericordia conservato nella Basilica del Santuario e nella Cattedrale di Savona. Una proposta variegata che prevede la presentazione di nuovi studi e la predisposizione di visite guidate, finalizzate ad ammirare questo patrimonio e ad approfondirne la conoscenza con il contributo di studiosi della materia. Spiritualità: domenica 7 febbraio in Cattedrale ore 10.30 Giornata del malato promossa dall’Ufficio di Pastorale sanitaria insieme all’Associazione medici cattolici, la Comunità di don Peluffo, il Movimento apostolico ciechi, il Centro volontari sofferenza, l’Unitalsi e la Comunità di S. Egidio. Il programma contiene la celebrazione dell’Eucaristia presieduta da mons. Vescovo e concelebrata da un cappellano dell’ospedale S. Paolo, un pranzo conviviale per tutti i partecipanti nei locali della parrocchia di S. Pietro a Savona. Cultura: venerdì 19 febbraio in piazza del Santuario dalle ore 21.00 Iniziativa del Gruppo astrofili savonesi. L’iniziativa dal titolo “Il cielo sopra il Santuario – segni di luce” è realizzata in occasione della dodicesima edizione di “M’illumino di Meno” per la sensibilizzazione al risparmio energetico. Sarà una riscoperta della volta celeste a occhio nudo o al telescopio. Cultura e spiritualità: sabato 20 febbraio Città dei Papi, via dei mille 4 Savona, ore 16 Lorenzo Perosi e Mozart: un tema inedito per Maria e la genesi del Requiem. Presentazione analitica e ascolto dell’inedito Maria Mater Gratiae che Lorenzo Perosi scrisse ad Alcamo nel 1939 per due sposi savonesi. Storia del ritrovamento dello spartito e paralleli con novità sui presupposti del Requiem di Mozart nei primi mesi del 1791. Paolo Venturino con la Cappella Musicale Bartolomeo della Rovere e l’Istituto Diocesano di Musica Sacra. Introduzione di p. Piergiorgio Ladone. Cultura e spiritualità: giovedì 25 febbraio Città dei Papi via dei mille 4 Savona ore 17, Il Priorato diocesano invita alla presentazione del libro “Confraternite della Diocesi di Savona-Noli”. INCONTRO SETTIMANALE DI PREGHIERA Gli operatori e i volontari della Caritas e della Fondazione si ritrovano per le lodi mattutine nella cappella di San Massimiliano, presso la sede diocesana di via Mistrangelo 1, il lunedì mattina alle 8.30. Tutti possono partecipare. VISITA I NOSTRI SITI www.caritas.savona.it www.comunitaservizi.org Caritas newsletter febbraio 2016 7