TAXE PERÇUE TASSA RISCOSSA Periodico Mensile dell’INPAL per i Siciliani nel Mondo - Anno XVIII - N. 2 FEBBRAIO 2007 - P.I. Spedizione in A.P. - 45% - Art. 2 comma 20/B - Legge 662/96 D.C.I. Sicilia Prov. CT Direzione, redazione e Amministrazione: Ufficio Zona INPAL - 95031 Adrano - Piazza Mercato, 72 - Tel. 095 7692946 - Fax 095 7602814-7153840 - e-mail [email protected] Scontri a Catania, muore un poliziotto. Orlando stravince Il calcio si ferma, dal governo misure primarie Unione col 72% straordinarie Sindaco Palermo Leoluca Orlando ha stravinto con il 72% dei consensi le primarie del centrosinistra a Palermo e sarà dunque il candidato dell’Unione a sindaco di Palermo nelle amministrative di primavera. Orlando, di Italia dei Valori, sostenuto anche da Margherita, Udeur e Sdi, ha raccolto 11.919 voti con un’investitura molto ampia che lo lancia nella corsa per cercare di riconquistare Palazzo delle Aquile, dov’è stato già sindaco per un totale di 11 anni, dal 1985 al 1990 e dal 1993 al 2000. Molto staccati gli altri due candidati alle primarie: Alessandra Siragusa, presidente locale dell’associazione Emily e appoggiata dai Ds, ha avuto 3.887 suffragi pari al 20,11% mentre l’eurodeputato di Rifondazione comunista, Giusto Catania, con a fianco oltre che suo partito anche Pdci e Primavera siciliana, si è fermato al 7,88 % e 1.523 voti. L’affluenza alle urne, nei 26 gazebo approntati nella varie circoscrizioni elettorali della città, è stata in linea con l’obiettivo di 20 mila partecipanti che l’Unione si era prefisso: a votare sono 19.445 sostenitori del centrosinistra. C’è un calo comunque rispetto ai 22.119 elettori che si erano espressi alla consultazione per scegliere il candidato presidente della Regione (aveva vinto Rita Borsellino), e una contrazione ancora maggiore rispetto ai 25.290 che erano andati a votare alle primarie nazionali che avevano confermato la leadership di Romano Prodi. P.S. Il grande comunicatore vittima della comunicazione E chi mi duce che la sig. ra Veronica Lario in Berlusconi stanca, stufa e forse anche delusa di un marito straordinariamente innamorato di sé non abbia, con le sue bagattelle, fatto traboccare il vaso inducendola a fare quello che ha fatto, financo di negargli persino di recarsi a casa se non fossero arrivate le scuse pubbliche ? In casi come questi non è semplice scrutare i segreti motivi che si nascondono all’interno di uno stato d’animo travagliato da una disperazione che matura nel tempo. Viviamo in un epoca in cui i conflitti prendono corpo all’interno della famiglia. Mariti traditi dalle mogli, mogli depresse dall’arroganza dei mariti, figli che si rivoltano contro i genitori, fidanzate e fidanzati frustrate da reciproche incomprensioni trasformano i loco comportamenti in atti delittuosi e quindi in reati che vengono quotidianamente consumati nell’ambito delle mure domestiche. Berlusconi vanta un patrimonio economico di uomo più ricco d’Italia; Berlusconi può far valere un bagaglio di gaffe a livello planetario i cui effetti mediatici sono sotto i riflettori del mondo; Berlusconi ha un repertorio di barzellette, di battute scherzose che neppure un cabarettista navigato sarebbe in grado di far valere. S c h e r zi, galanterie, corteggiamenti di ogni colore e sapore costituiscono il voluminoso dossier che caratterizza l’uomo pubblico Berlusconi. In ogni caso Berlusconi ha un primato che è unico e appartiene solo ed esclusivamente a lui: tute le dichiarazioni politiche pubbliche sono sempre suscettibili di essere rimaneggiate, rivedute e corrette perché, dice lui, non sono capite o sono fraintese. Persino Taiani uno fra i più vicini collaboratori dell’ex premier si è lasciato andare dichiarando “Silvio è uno che cambia di continuo. Ovvia la preoccupazione ma la concorrenza fa bene”. La battuta di Taiani era riferita all’investitura di Fini alla guida della Casa della Libertà. Se tentiamo un piccolo raffronto fra la reazione di Fini per l’incoronazione decisa dal Gran Capo è forse legittimo pensare ad una situazione di intollerabile malessere in casa Berlusconi, sfociata nella lettera della sig.ra Lario alla stampa. Se delle battute di Berlusconi non ne possono più Fini, Casini e Bossi oltre ai suoi più vicini compagni, a maggior ragione la signora Veronica non poteva nonribellarsi nel modo più mediatico possibile, al punto di battere il marito sul terreno della comunicazione. V.C. Il calcio italiano si è fermato per una settimana, con uno stop che ha riguardato ogni partita dalla serie A ai dilettanti, compresa la Nazionale campione del mondo. Il derby di sangue tra Catania e Palermo del 2 febbraio, costato la vita all’ispettore di polizia Filippo Raciti, ha scosso il mondo del pallone: un vertice straordinario in Federcalcio convocato d’urgenza subito dopo i disordini dal commissario Luca Pancalli, aveva fatto decidere l’immediato blocco del turno in programma nel primo week end del mese di tutte le serie. Mai l’Italia aveva preso una decisione così drastica. L’unico precedente di una domenica senza campionato dodici anni fa, per la morte di Vincenzo Spagnuolo, il tifoso del Genoa ucciso con una coltellata prima di un Genoa-Milan: ma quello del 5 febbraio 1995 fu un blocco simbolico e di una giornata. A dar la misura della gravità della situazione, l’intervento preoccupato del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che ha voluto far sentire la sua voce dopo la tragedia di Catania. La morte del funzionario di polizia e l’incredibile pomeriggio da guerriglia urbana di Catania sono un colpo tremendo a tutto il calcio italiano, già prostrato da Calciopoli. Per questo, deve esser stata la convinzione della Federcalcio, l’unica soluzione possibile era lo stop immediato Il provvedimento del blocco è stato deciso all’istante in serata da Pancalli, dopo un consulto telefonico con il presidente del Coni, Gianni Petrucci, che aveva avallato qualsiasi decisione dei vertici federali. “Così io non vado più avanti - aveva detto il commissario straordinario della Federcalcio - la prima decisione l’abbiamo presa all’istante appena saputa la tragica scomparsa dell’agente. Seguiranno gli approfondimenti del caso e il ministro Melandri mi ha detto che si aprirà un tavolo d’emergenza, lei che aveva già parlato con il ministro Amato e con Prodi”. Si tratta di uno stop a tempo indeterminato: “Non si ripartirà fino a quando non verranno fermati i facinorosi. Si tratta di delinquenza e come tale va combattuta”. E il governo ha risposto con un decreto legge varato dal Consiglio dei ministri riunitosi in seduta straordinaria il 7 febbraio. Nei tredici punti del de- Nelle foto sopra: alcune immagini dei disordini subito dopo l partita. Sotto: i funerali all’ispettore di polizia Filippo Raciti. creto viene confermato che gli stadi non a norma resteranno chiusi al pubblico: è una situazione che riguarda tantissime strutture in Italia e tra questi ci sono anche il Meazza di Mila- no e il San Paolo di Napoli. Le società dovranno farsi carico della sicurezza degli stadi duContinua a pag. 7 C.C. UNA DOVEROSA PUNTUALIZZAZIONE DUE PROPOSTE DI LEGGE L’Amministrazione Mancuso responsabile del degrado ambientale Piscitello-Latteri (DL): Un casinò in ogni regione, anche a Taormina COMUNICATO a cura della Sezione P.S.D.I. Via Greco, 2 - 95031 ADRANO Adrano – Da un sommario esame del “Protocollo per L’ambiente” lanciato dall’U.D.C. e recapitato alle forze Politiche, e alle organizzazioni sociali del volontariato salta subito all’occhio di chi legge una considerazione le cui conclusioni non possono non tenere conto delle sistematiche omissioni dell’Amministrazione comunale e delle responsabilità del Sindaco in tema di devastazione dell’ambiente, di degrado del sottosuolo al punto di inquinare le falde acquifere, dell’inadeguatezza del sistema fognario, di assoluta mancanza di interventi amministrativi contro l’inquinamento magnetico, dell’inquinamento acustico, nonché dei mancati provvedimenti per debellare le discariche abusive dei rifiuti inerti e dei rifiuti solidi urbani. Il fenomeno del degrado ambientale nel nostro territorio è talmente diffuso da non lasciare alcun dubbio sulle responsabilità dell’Amministrazione a guida U.D.C. Andiamo per ordine nell’esame dei punti indicati nel Protocollo dell’U.D.C.: punto 1) cosa ha fatto il Sindaco di Adrano per “sostenere nel territorio uno sviluppo ecocompatibile”; punto 2) cosa ha fatto il Sindaco Mancuso per la “prevenzione severa e rigorosa all’inquinamento ed ai suoi effetti nocivi per la salute”; punto 3) cosa ha fatto il Sindaco e l’UDC per impedire il “transito, il trasporto e la lavorazione dei rifiuti speciali e speciali pericolosi nel territorio di Adrano”; quali iniziative di prevenzione e di salvaguardia dell’ambiente può vantare l’UDC, il sindaco Mancuso e la maggioranza amministrativa per la difesa della salute dei cittadini?; Cosa aspetta il partito del Sindaco per sottoporre all’approvazione del Consiglio comunale maggiori competenze alla VI commissione consiliare?; a che serve l’inutile proposta di costituire un “fondo” senza che il proponente sia capace e consapevole della gravità della situazione venutasi a determinare per l’incapacità degli amministratori dell’UDC. La Sezione I deputati della Margherita Rino Piscitello, dell’esecutivo nazionale, e Ferdinando Latteri, componente della VII Commissione (Cultura, Scienza e Istruzione) della Camera dei Deputati, hanno presentato alla Camera due proposte di legge sulle case da gioco, una a carattere nazionale, l’altra a carattere regionale. La prima, “Norme per l’istituzione e la gestione di case da gioco sul territorio italiano ai fini della regolamentazione del gioco d’azzardo”, regolamenta per la prima volta il settore, legalizzando i casinò con l’istituzione di nuove strutture distribuite sul territorio nazionale. La seconda, “Istituzione di una casa da gioco nel comune di Taormina”, dà appunto il via alla creazione di un casinò in Sicilia. “In Italia – dichiarano gli onorevoli Piscitello e Latteri – si registra da tempo una difficoltà a disciplinare complessivamente la materia. Il nostro Paese, in forte ritardo rispetto a molti altri in Europa, ha avuto una posizione contraddittoria prevedendo, da un lato, il divieto generale per il gioco d’azzardo e, dall’altro, legittimando l’esercizio delle scommesse e anche del gioco d’azzardo attraverso le quattro case da gioco ubicate tutte nel nord Italia (San Remo, Campione d’Italia, Venezia e Saint Vincent), in ragione del fatto che i proventi costituiscono entrate patrimoniali dello Stato”. “Bisogna considerare inoltre – proseguono Piscitello e Latteri – l’incremento negli ultimi anni delle più svariate forme di gioco e scommesse. Ed è importante allora regolamentare con chiarezza la materia. La nostra proposta di legge prevede l’istituzione di nuove case da gioco, una in ogni regione. Riteniamo che possano rappresentare un elemento trainante del turismo del nostro Paese e un contributo alla creazione di nuove opportunità lavorative. Proprio in quest’ottica si inserisce l’altro nostro disegno di legge sulla realizzazione di un casinò a Taormina: sarebbe così possibile convogliare ingenti flussi di risorse verso canali leciti che incrementano lo sviluppo sociale, economico e turistico della Sicilia”. U.S. 2 FEBBRAIO 2007 UNIVERSO SICILIA Berlusconi: “i gay stanno tutti dall’altra parte” Sono gli omosessuali gli ultimi protagonisti delle battute di Silvio Berlusconi. “I gay sono tutti dall’altra parte”, assicura il leader di Forza Italia, intervenendo ad un’iniziativa per la campagna elettorale del candidato sindaco di centrodestra a Monza, Marco Mariani. Il secondo nome di quest’ultimo è Maria, motivo che ha indotto Berlusconi a lasciarsi andare alle sue ironie. “A me Marco Mariani piace anche perché ha come secondo nome Maria, il che dimostra che ha un intuito simile a quello delle signore. E’ positivo perché le donne capiscono cose che noi uomini non capiamo. Gli uomini arrivano sempre dopo. Le donne hanno più intuito, quell’intuito tipicamente femminile che non hanno gli uomini e nemmeno i gay. Ma i gay - ha concluso il Cavaliere - sono tutti dall’altra parte”. E’ evidente nelle parole dell’ex premier un riferimento alla recente polemica pubblica con la moglie Veronica Lario, seguita alla pubblicazione sul quotidiano Repubblica di una lettera aperta in cui la donna chiedeva pubbliche scuse al marito per alcuni comportamenti ritenuti volgari e offensivi della propria dignità. La moglie di Berlusconi aveva stigmatizzato L’ex premier Silvio Berlusconi. le avance fatte dal leader forzista ad alcune soubrette durante la cena di Mediaset seguita alla cerimonia di assegnazione dei Telegatti. Del resto, il Cavaliere è tornato sulla spinosa querelle già il 6 febbraio, durante l’iniziativa in sostegno al candidato sindaco di Monza. Poggiando la mano sulle spalle di quest’ultimo, Berlusconi ha detto: “Come vedete siamo due vecchietti. Se fossimo delle donne per noi andrebbe meglio, visto che esistono le creme, la chirurgia estetica, ecc. Ma certe cose non posso più dirle”, ha concluso ironicamente. Poco prima aveva anche scher- zato con i giovani presenti, ricordando come alla loro età “era già un centravanti di sfondamento e oggi mi sento più giovane di molti di voi che siete qui in sala”. Le dichiarazioni dell’ex presidente del Consiglio sugli omosessuali hanno provocato subito una serie di reazioni. “Magari fosse vero”, ha detto Franco Grillini, deputato dell’Ulivo e presidente onorario dell’ArciGay. “Diciamo che è vero in parte. Di certo i gay non votano per i partiti clericali, ma dalle ricerche che abbiamo fatto noi sotto elezioni, c’è una parte consistente che vota per il centrosinistra e c’è un’ulteriore parte che vota per il partito Radicale o Rosa nel Pugno. C’è però una consistente minoranza che continua ad esprimere il suo consenso per Forza Italia e An. Proprio per questo, ribadisco, magari Berlusconi avesse ragione”. “E in ogni caso - ha chiosato il deputato - lavoro perché la profezia di Berlusconi si avveri”. Parole simili arrivano da Anna Paola Concia e Andrea Benedino, portavoci nazionali di GayLeft, la consulta lgbt dei Ds. “Ringraziamo il presidente Berlusconi – scrivono i dirigenti di GayLeft - che con le sue ultime esternazioni a proposito dei gay, ha certamente convinto i tanti omosessuali che votano per la CdL a cambiare e a passare dalla parte giusta”. Scherza ma non troppo anche il capogruppo dei Verdi alla Camera, Angelo Bonelli. “Berlusconi è incappato in un’altra caduta di stile – afferma Bonelli - ma al suo posto non sarei così sicuro che i gay stiano tutti a sinistra. Il leader di Forza Italia si guardi intorno, anche tra i suoi uomini più fidati, che proprio etero non sono. Da oggi ci auguriamo che passino tutti nell’Unione. Questa infelice battuta dimostra che si farebbe qualunque cosa per fermare la legge sulle unioni civili”, conclude l’esponente verde. Più severo Pino Sgobio, capogruppo del Pdci alla Camera. “Di sicuro queste ‘battute’ non fanno ridere. Fortunatamente il Parlamento non è il ‘bagaglino’ e, con rigore e serietà, auspichiamo che approvi la legge sulle coppie di fatto”, insiste Sgobio. Ma anche dall’opposizione si ironizza sulle esternazioni berlusconiane. “Domani sarà la prima notizia”, profetizza ancora incredulo il leader Udc Pier Ferdinando Casini, aggiungendo che Berlusconi “sarà costretto a scrivere un’altra lettera di scusa...”. Elisant Scuola: dal Ministero parte la campagna “smonta il bullo” “Bullismo, teppismo, violenza, guerriglia, atti di vera e propria barbarie giovanile: qualsiasi azione di contrasto rischia di rimanere incompiuta se non la affiancheremo con una vera e propria offensiva educativa per i nostri giovani”: è quanto ha dichiarato il 5 febbraio il ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni presentando al ministero la campagna nazionale contro il bullismo. Le linee di indirizzo del ministro sono contenute in una Direttiva di 13 pagine inviata a tutte le scuole ma che è anche il frutto del lavoro di proposta che le stesse scuole hanno fato arrivare in questi mesi. “La scuola - scrive Fioroni - è il terminale ultimo su cui convergono tensioni e dinamiche che hanno origine complessa nel nostro sistema sociale, compreso il bullismo, e rappresenta una risorsa fondamentale, l’istituzione preposta a mantenere un contatto non episodico ed eticamente strutturato con i giovani”. Nel dettaglio la campagna prevede l’istituzione di venti Osservatori permanenti, di un numero nazionale (800-66.96.96), di un sito internet informativo (www.smontailbullo.it) oltre che un massiccio intervento in fase di informazione e sensibilizzazione e un inasprimento delle sanzioni più severe, accompagnate da percorsi di recupero. Sottolineando che “per prevenire e contrastare efficacemente fenomeni di bullismo, si deve sostenere e valorizzare il ruolo degli insegnanti, dei dirigenti scolastici e di tutto il personale tecnico ed ausiliario che, quotidianamente e senza ‘fare notizia’, svolge un’azione impegnativa per la realizzazione della funzione educativa che ciascuna istituzione scolastica autonoma è chiamata ad assolvere”, il ministro ha spiegato che il compito di individuare la strategia migliore per “smontare il bullo” spetterà a ogni singola scuola, sulla base del Piano per l’offerta formativa. La lotta al bullismo si snoderà attraverso sei direttive: una campagna di comunicazione differenziata rivolta agli studenti, ai dirigenti scolastici, ai docenti, al personale ATA e alle famiglie, che preveda azioni mirate per ogni ordine e grado di scuola, e che coinvolga stampa, radio e televisione; un Osservatorio permanente in ogni Regione istituiti con fondi appositi presso gli Uffici Scolastici Regionali, con il compito di lavorare in stretta collaborazione con le istituzioni locali per la realizzazione di attività e per la valorizzazione del patrimonio di buone pratiche e di competenze che si sono sviluppate nel territorio; il numero verde nazionale con 10 postazioni di ascolto seguite da una task force di esperti (psicologi, insegnanti, genitori e personale del ministero) cui segnalare casi, chiedere informazioni generali sul fenomeno e su come comportarsi in situazioni critiche; il sito internet come punto di raccordo, di raccolta e divulgazione delle informazioni utili provenienti dagli osservatori e dagli operatori del numero verde, nonché come vetrina per le azioni e le campagne promosse dalle scuole; più attenzione alle sanzioni che saranno anche più aspre; ed educazione dei giovani all’uso dei media, soprattutto delle rete informatiche. In particolare il fronte delle sanzioni prevede che, DEMOGRAFIA anziché espellere lo studente, trasferendo il problema alle famiglie, si cerchi di responsabilizzare il ragazzo. La sospensione non dovrà, in ogni caso, durare più di 15 giorni, con possibilità di deroga solo in due casi di particolare gravità: quando siano stati commessi reati e quando ci sia pericolo per l’incolumità delle persone. Qui lo Statuto riconosce la possibilità di ricorrere ad un “rimedio estremo” e la durata dell’allontanamento “è commisurata alla gravità del reato ovvero al permanere della situazione di pericolo”. Rivoluzione anche per quanto riguarda l’approccio alle nuove tecnologia. Il ministero promuoverà infatti una serie di azioni tese ad educare gli studenti sul corretto utilizzo di internet e delle nuove tecnologie, con particolare attenzione “all’acquisizione di un utilizzo critico e competente degli strumenti di comunicazione e di intrattenimento e all’esigenza di far acquisire agli studenti il significato e il rispetto del diritto alla privacy propria e altrui”. A tal fine sarà promosso una campagna di comunicazione volta a sensibilizzare i genitori alla scelta dei videogiochi ponendo attenzione alla classificazione PEGI, il codice di autoregolamentazione adottato su scala europea dalle ditte produttrici di videogame. Non a caso una delle frontiere delle prevaricazione più preoccupanti è proprio il cosiddetto “cyberbullismo”. “E’ la forma di prevaricazione che non consente a chi la subisce di sfuggire o nascondersi e coinvolge un numero sempre più ampio di vittime. E’ in costante aumento e non ha ancora un contesto definito – spiega Fioroni -. Ciò che appare rilevante è che oggi non è più sufficiente educare a decodificare l’immagine perché i nuovi mezzi hanno dato la possibilità a chiunque non solo di registrare immagini ma anche di divulgarle. Di conseguenza la prevenzione ed il contrasto al bullismo sono azioni ‘di sistema’ da ricondurre nell’ambito del quadro complessivo di interventi e di attività generali. Uno strumento insostituibile e centrale per affrontare questi fenomeni è lo studio delle materie curricolari che fornisce agli studenti le capacità per una decodifica approfondita della realtà insieme alla proposta di attività strutturate e coerenti con il percorso di formazione. Il valore educativo dell’esperienza scolastica, infatti, comprende e supera la sola acquisizione di conoscenze e competenze”. L.N. GLI UOMINI NON CAMBIANO, I TEMPI SI MANCUSO SINDACO FESTAIOLO CI FECE SOGNARE UNA ADRANO “BELLA DI GIORNO” E DI NOTTE”!!! MANCUSO SINDACO SOSPESO E RIAMMESSO CI HA REGALATO UNA CITTÀ SPORCA DI NOTTE E DI GIORNO!!! Sciuscià e Giuggiolone. Dai siciliani del Nord America raccolta fondi per Raciti “La Confederazione dei Siciliani del Nord America nel condannare gli atti teppistici verificatesi a Catania, il giorno 2 febbraio, in occasione del derby di calcio Catania–Palermo, durante il quale ha perso la vita l’ispettore di Polizia Filippo Raciti, si unisce al dolore e invia un messaggio di solidarietà e di cordoglio alla famiglia Raciti, alla città di Catania, alla comunità catanese e siciliana, L’ispettore di Polizia alle forze dell’Ordine, con la Filippo Raciti. speranza che atti barbarici del genere non si ripetano mai più e che lo Sport continui a vivere sconfiggendo la violenza rappresentata sempre e per fortuna dalla stragrande minoranza e che purtroppo ha dato, ancora una volta, un immagine distorta in tutto il mondo del popolo siciliano e italiano”. Così si legge nella nota diramata da Vincenzo Arcobelli della Confederazione Siciliani del Nord America, aggiungendo che “uno dei fondatori della Confederazione Siciliana del Nord America, quale Tony Di Piazza ha promosso una iniziativa di solidarietà, in collaborazione con la Federazione Italo-Americana di Brooklyn e Quens, il Comites di NY-CT , il quotidiano “America Oggi”, e il Senatore Maltese, attraverso una manifestazione artistica e musicale dal titolo “Contro la violenza negli stadi”, il cui ricavato sarà devoluto alla Famiglia di Filippo Raciti”. U.S. In Europa meno figli e vita più lunga L’ultimo documento pubblicato dall’osservatorio statistico di Bruxelles sulla tendenza demografica della società europea e sull’immigrazione conferma il progressivo invecchiamento della popolazione e il costante calo del tasso di nascite negli ultimi quarant’anni: dal 2.6 bambini a famiglia all’attuale 1.5. I dati testimoniano che gli europei vivono più a lungo, lavorano meno e possiedono una migliore qualità di vita, mentre i giovani hanno sempre più seri problemi a trovare un lavoro e l’indipendenza dalla famiglia. Questo fenomeno demografico, che colpisce in maniera generale l’insieme dell’Unione, influisce, naturalmente, su molti aspetti dell’economia e della società europea: dal sistema sanitario a quello pensionistico passando dalla complessa struttura scolastica messa in piedi con il progetto di una formazione lungo tutto l’arco della vita. I cittadini europei sono attualmente 457 milioni in totale, più o meno il 7% della popolazione mondiale, e vivono in media, nel caso delle donne, nove anni in più e sette nel caso degli uomini, grazie, soprattutto, a migliori metodi sanitari. A tale cifra globale corrisponde un 21.7% di cittadini che superano i 60 anni e un 22.5, invece, che non hanno ancora compiuti i 20 anni. Quasi un pareggio che contrasta, e molto, con i dati registrati qualche decennio fa, quando gli anziani non toccavano la soglia del 15% e i giovani raggiungevano la percentuale del 32.9%. Tuttavia, la popo- lazione in Europa è in crescita dagli anni ‘90. Un piccolo paradosso che ha la sua spiegazione nei flussi migratori internazionali che hanno scelto l’Unione europea quale meta per costruire il futuro. Una parabola che rischia di mettere sotto scacco i sistemi sanitari e pensionistici se non si opera un cambiamento di rotta puntando verso il principio di una solidarietà tra le generazioni, in modo da assicurare un migliore equilibrio nella distribuzione dei benefici dello sviluppo economico. Un cammino che rischia di fallire se non si mette mano a una riforma del sistema pensionistico ma anche riducendo e ottimizzando i costi sempre più alti del sistema sanitario. Francesco Forte UNIVERSO SICILIA CINEMA Festival Taormina; Deborah Young direttore artistico E’ Deborah Young il nuovo direttore artistico del “Festival internazionale del cinema di Taormina”, quest’anno giunto alla sua 53esima edizione, che come tradizione si svolgerà per una settimana nel teatro greco della cittadina a partire dalla seconda metà di giugno. Young, che ha lavorato per cinque anni a fianco dell’uscente direttore artistico Felice Laudadio come vicedirettore, è stata nominata dal comitato di Taormina arte, costituito dal sindaco di Taormina Carmelantonio D’Agostino, dal presidente della Provincia di Messina Salvatore Leonardi e dal sindaco di Messina Francantonio Genovese. “Darò vita ad un festival che rispetterà la tradizione - dice - rappresentato per eccellenza dalle ‘lezioni di cinema’, diventate ormai un must della manifestazione; ma con apertura anche all’innovazione e all’internazionalizzazione di Taormina. Penso, infatti, che questo festival abbia tutti i requisiti per diventare un punto di riferimento al pari di Cannes e Venezia”. Per questo Young pensa di dedicare, all’interno del festival, “sezioni destinate unicamente a produzioni dei paesi del Mediterraneo - continua - del Medioriente e dei Paesi arabi. Il mio scopo è doppio: rivalutare filmografie come quella iraniana, ancora poco conosciute, e dare vita ad una ‘cordata’ filmografica del Mediterraneo per la quale Taormina si configuri come la sede cultural-cinematografica di riferimento”. Alla filmografia americana sarà destinata, invece, una sezione ad hoc ‘Oltre il Mediterraneo’. Tra i propositi di Young c’è anche quello di ripristinare i cortometraggi siciliani “per dare spazio - spiega - anche ai giovani produttori dell’Isola e invogliarli a non abbandonare la Sicilia né come sede di produzione né come location”. Il festival quest’anno prevede anche la realizzazione di una retrospettiva completa delle opere del regista Giuseppe Tornatore, tra cui 8 cortometraggi, documentari, spot pubblicitari e una mostra inedita di 80 fotografie realizzate sul set del film “Nuovo cinema paradiso”. “Si vuole realizzare un lavoro di alta qualità - dice Ninni Panzera, segretario generale di Taormina arte - Per questo sarà probabilmente ripristinata la manifestazione ‘I nastri d’argento’ che si svolgeranno subito dopo il festival, ma in sinergia mantenendo una loro identità e autonomia”. Scop - Tach FEBBRAIO 2007 A proposito delle “Unioni di fatto” di PIETRO CASTIGLIONE “Affondo” del Papa verso le Unioni di fatto in un convegno culturale sul diritto naturale all’Università “Lateranense”, ma non di questo mi occuperò. Su questo argomento numerosi articoli utili e pregevoli, e tuttora molti gli autori che riespongono contrapposte opinioni sulla controversa questione, a cui sono interessati i politici, i devoti, i credenti, i cittadini interessati all’iter parlamentare del disegno di legge presentato dal Governo sui “Dico”. Mi occuperò di un modestissimo episodio; in una trasmissione televisiva (Otto e Mezzo) due filosofi “d.O.c.”, uno, il prof. Marcello Pera, se-dicente ateo devoto, l’altro, il prof. Galli della Loggia, ordinario nell’Università cattolica “San Raffaele” di Milano, nel corso dell’incontro di critica “unioni di fatto”, posero alla giornalista Ritanna Armeni, la domanda se ritenesse normale una coppia incestuosa. La giornalista rispose che a suo parere l’incesto era un “tabù”. La risposta fu ritenuta erronea dai due interlocutori, per i quali, in virtù delle loro convinzioni, l’incesto contraddiceva la legge naturale. Io non sono interessato a sapere quale insegnamento impartiscono i due filosofi ai loro discepoli in materia di diritto naturale, quello predicato dal Papa oppure il “giusnaturalismo”. Per il Papa la fonte unica ed esclusiva della legge naturale è il Creatore, d’altronde la Chiesa ha insegnato da sempre che il diritto naturale si identifica con i 10 Comandamenti rivelati da Dio a Mosè; di diverso avviso la concezione giusnaturalista, che come afferma Antonio Cattaneo ha un “carattere essenzialmente liberale e democratico”. L’ateo devoto Marcello Pera si è autodefinito “liberale conservatore”, ma non si comprende come coniuga l’aggettivo con il sostantivo. I due interlocutori snobbarono la risposta della giornalista, ma avevano torto. L’endogamia nella società pastorale era una costante abituale. Abramo aveva sposato la sorellastra Sara, erano figli dello stesso padre, ma non della stessa madre. Isacco per trovare una moglie a Giacobbe si rivolse al parente prossimo, Labano, che abitava nella lontanissima “Ur”, perché concedesse al figlio una delle sue figlie. Le monarchie elleniste adottarono i costumi degli Stati conquistati, nei quali la pratica endogamica era abituale. Cleopatra era moglie del più giovane fratello, Tolomeo. L’esogamia è una pratica piuttosto recente, un retaggio della società agricola. Sarei curioso di sapere se nella concezione della legge naturale, a cui aderiscono i suddetti filosofi, c’è posto per il matriarcato poliandrico che si pratica nel Nepal e tra gli esquimesi, secondo cui una donna sposa uomini diversi, fratelli tra di loro. Sarebbe opportuno anche interpellarli se sono a conoscenza delle ragioni etnografiche ed antropologiche di queste, per noi, straordinarie usanze. Gli atei devoti si dicono contrari ai così detti “Dico”, il disegno di legge di regolamentazione delle coppie di fatto. Tutte le opinioni sono rispettabili, ma un qualche debito si ha nei confronti delle coppie omosessuali. I “gay” sino agli inizi dell’epoca moderna erano molto appetiti dall’”Inquisizione”. I roghi non si stancavano di bruciarli; gli omosessuali si guadagnarono l’epiteto “finocchio”, sinonimo di pederasta, perché il seme aromatico di questa verdura serviva ad attenuare l’odore sgradevole della carne che bruciava. Le lesbiche si sottrassero a questo terrificante supplizio, perché gli ecclesiastici contemporanei non concepivano che le donne potessero godere tra di loro. Guai terrificanti erano riservati alle streghe che osavano accoppiarsi con il diavolo. Incontri con il pianeta uomo All’interno della famiglia tradizionale e più in generale nella società allargata, l’uomo non soltanto si è ritrovato ad agire un ruolo di potere e di autorità, ma si è pure sentito in diritto di esercitarlo. La protesta femminista, particolarmente forte tra la metà degli anni settanta e la metà degli anni ottanta, ha contribuito ad erodere quella sicurezza di base centrale nella strutturazione dell’identità maschile. Credo sia corretto sostenere che l’uomo, da quasi tre decenni, versa in uno stato di crisi destabilizzante alquanto difficile da risolvere. C’è poco da fare: il processo di emancipazione della donna e il pieno riconoscimento della propria autosufficienza aprono ufficialmente la crisi dell’uomo e incrementano il senso della vulnerabilità maschile. I poteri forti rispetto ai quali l’uomo l’uomo ha forgiato la propria identità, traballano: innanzitutto il potere lavorativo che conferiva un ruolo sociale ed economico di primaria importanza anche all’interno della coppia. Oggi, lo stallo del mercato crea ritardo nell’accesso ad un mondo del lavoro sempre più precario e insoddisfacente; ritardo che naturalmente si riflette pure sulla possibilità di progettare una famiglia e di rafforzare positivamente l’immagine di sé, attraverso l’assunzione dei ruoli di marito e di padre. Inoltre, anche le donne lavorano, esprimendo talenti, capacità e impegno in tutti i c ampi professionali. La netta differenziazione tra “l’uomo nel mondo” e “la donna in casa” è ormai anacronistica, superata e rimpiazzata da una maggiore apertura alle donne rispetto a quasi tutti gli ambiti lavorativi. Ecco allora l’immagine di un uomo sempre più arroccato a difesa dell’ultimo potere forte che ancora si convince di poter esercitare: quello sessuale che richiama il culto della virilità e della potenza, soprattutto nell’esercizio di un rapporto con una donna. L’universo maschile finisce così per polarizzarsi intorno a due tipi: chi si aggrappa ad uno schema di virilità rigido e sterile, impregnato di luoghi comuni, di competizione, di valenze aggressive, fino a ridurre drasticamente i sentimenti e le emozioni di base come la tenerezza, la gioia, il dolore e la paura. Tale diminuzione finisce per essere una vera e propria disabilità che impoverisce o addirittura azzera le espressioni affettive naturali nella famiglia, nella coppia o nelle amicizie. La maschera del superuomo ha il suo prezzo! O chi, invece, è stato in grado di cogliere i cambiamenti dell’universo femminile, assumendoli in parte o pienamente; uomini che a poco a poco si sono scoperti più comunicativi ed empatici, più sensibili e materni. Questo tentativo di ridefinizione dell’identità maschile ha però trovato resistenze da parte delle donne. Molte di loro poste di fronte a questo processo di “femminilizzazione” del maschio, hanno finito per vivere un sentimento di confusione, se non di minaccia, alla loro stessa identità. Nell’intenso brano “Adesso si”, l’insuperabile Mina “graffia con versi inequivocabili l’uomo tenero con il quale si trova a relazionarsi: “sei fin troppo dolce tu, fossi meno ingenuità, meno premuroso e buono… allora si che il rischio correrei, che io ti ascolterei e mi abbandonerei… fossi così ma tu così non sei”. Il rischio si ripropone se la donna ricade nella trappola della “fascinazione”, incarnata dall’uomo tradizionalmente virile che a sua volta potrebbe perpetuare, scivolando addirittura nel ridicolo, la solita stereotipata rappresentazione del superuomo. Il circolo è vizioso: se la parità e l’uguaglianza tra i sessi non implica un comune lavoro di ridefinizione delle rispettive identità, l’incremento del conflitto è assicurato: M siamo fiduciosi: speriamo in bene! Giuseppe Miraglia 3 Palermo capitale della ragioneria ancora prima di Cartesio Palermo capitale della teoria ragionieristica, patria d’adozione di quel gesuita Ludovico Flori che nel 1636, con il “il Trattato del modo di tenere il libro doppio domestico col suo essemplare”, anticipò di un anno gran parte del celebre “Discorso sul metodo” di Cartesio. Alla ricostruzione della storia della città attraverso i suoi conti, quelli tenuti dai tesorieri della città o dai mercanti, dai gesuiti o dai benedettini, in passato alla guida di floridissime aziende monastiche, è dedicato il convegno “La Ragioneria a Palermo tra storia dei fatti, delle idee e delle istituzioni”, organizzato l’1 e 2 febbraio, alla facoltà di Economia, nell’ambito delle iniziative del bicentenario dell’Università di Palermo. Dopo i saluti del rettore Giuseppe Silvestri, del preside della facoltà di Economia Carlo Dominici, del docente di Ragioneria generale Claudio Lipari e del direttore del dipartimento di Scienze economiche Vincenzo Fazio, illustri storici ed economisti hanno ricostruito la storia della Ragioneria a Palermo nel contesto economico internazionale: tra questi il presidente della Società italiana di Storia della Ragioneria, Maria Bergamin; gli storici Ninni Giuffrida e Rosario Lentini; Paolo Quattrone dell’Università di Oxford; Basil S. Yamey della London School of Economics; il presidente della Società siciliana per la Storia patria Gianni Puglisi e numerosi docenti di ambito economico e finanziario (Anna Li Donni, Francesco Vermiglio, Salvatore La Francesca, Massimo Costa, Giovanni Scalia, Michele Battaglia). N.R. Camilleri indaga sui misteri della vita di Caravaggio Il primo romanzo interamente in italiano, anzi, nell’italiano parlato del ‘600. E’ “Il colore del sole” in cui Andrea Camilleri si diverte a “riempire”, secondo uno stile apocrifo, alcuni buchi nella vita del discusso pittore Michelangelo Merisi detto Caravaggio. Il libro (Mondadori; pag.122; 14 euro) prende corpo da un nucleo iniziale di una quindicina di cartelle che lo scrittore siciliano scrisse per una pubblicazione curata dal Kunst Museum di Duesseldorf in occasione di una grande mostra sul pittore italiano. “’Il colore del sole’ è uno scritto di totale fantasia - spiega Camilleri - che si inquadra in alcuni fatti e dati reali. Così come sono autentici i prodotti lasciati da Caravaggio in varie chiese al suo passaggio”. E dunque, in particolare, la misteriosa reclusione del pittore a Malta, l’ancor più enigmatica evasione e il viaggio che compie, sbarcato in Sicilia, da Agrigento a Licata, da Siracusa fino a Messina. In questi frangenti, storicamente sconosciuti, Camilleri s’inventa storie e ragioni plausibili per spiegare gli accadimenti e le motivazioni che spinsero il pittore a compiere alcuni gesti piuttosto che altri. Accadimenti sempre progressivamente più pericolosi, così come progressivo è “l’aumento della presenza del colore nero nei grandi ultimi quadri del Caravaggio. Da qui il titolo - sottolinea Camilleri – ‘Il colore del sole’, dove per il pittore il sole è diven- tato nero, simbolicamente alla sfera dei dannati”. Il romanzo è diviso in due parti: nella prima lo scrittore figura in prima persona come giallista destinatario di sconosciuti manoscritti di Caravaggio; la seconda sono le tappe, fintamente autobiografiche, del percorso del pittore. La storia, ad esempio, non ci dice perché Caravaggio, rifugiatosi a Malta per sfuggire alle guardie papali, accusato di un omicidio commesso a Roma, ottenga il cavalierato che potrebbe met- terlo al sicuro, ma inspiegabilmente viene incarcerato. “Ho cercato di rendere più verosimili questi scritti apocrifi - ha spiegato ancora lo scrittore - ipotizzando al scrittura di Caravaggio che non era un letterato, e quindi un italiano rozzo ma efficace”. Camilleri sembra appassionato oltre a Pirandello, di cui è appena uscita un’antologia da lui curata, agli apocrifi: è in uscita, per Guida Editore, una immaginaria novella di Boccaccio. A.T. Presentata la VI settimana della lingua italiana nel mondo L’italiano e il mare. Sarà questo il tema centrale della settima edizione della Settimana della lingua italiana nel mondo, presentata il 29 gennaio dal direttore generale per la Promozione e la Cooperazione Culturale del ministero degli Affari Esteri Gherardo La Francesca. “Il 2006 – ha detto il ministro - è stato un anno di crescita e di miglioramento per la Settimana della lingua italiana nel mondo. Il 2007 può esserlo ancora di più, soprattutto alla luce del tema scelto, ‘L’italiano e il mare’, in grado di legarsi alla letteratura come alla poesia, all’arte, alla geografia, all’economia e all’architettura, e di aiutarci a scoprire aspetti nascosti o forse dimenticati della cultura italiana”. All’incontro, svoltosi nella sala delle Conferenze Internazionali della Farnesina, hanno preso parte i rappresentanti di enti e istituzioni coinvolte concretamente nella realizzazione dell’evento, tra cui il presidente dell’Accademia della Crusca Francesco Sabatini, il quale ha sottolineato da un lato l’importanza di un tema “su cui è possibile lavorare molto, facendo riferimento a diversi campi e settori culturali e scientifici”, dall’altro la “necessità di mantenere al centro delle manifestazioni lo scopo principale di diffusione e valorizzazione della lingua italiana”. La prima riunione organizzativa ha visto la partecipazione anche del segretario generale della Società Dante Alighieri, Alessandro Masi, che, dopo aver evidenziato la grande adesione dei Comitati dell’estero all’edizione del 2006 con più di 200 iniziative, ha ribadito il valore strategico del tema scelto per il 2007: “Già nel corso del 77esimo Congresso Internazionale della ‘Dante Alighieri’ svoltosi a Malta nel 2005 su ‘L’italiano lingua franca del Mediterraneo’ la Società pose le basi per la diffusione del nostro idioma in quell’area specifica. Oggi il tema scelto per la settima Settimana ci spinge al di là del bacino mediterraneo, fino ad Helsingborg, in Svezia, per riportare alla luce le lettere di Giuseppe Garibaldi, o a Buenos Aires, New York e La Valletta per riapprezzare le sculture di Ugo Attardi dedicate a tre celebri condottieri, Cristoforo Colombo, Ulisse ed Enea”. Tra i progetti in programma nel prossimo futuro – ha concluso il Segretario Generale della “Dante” – spicca la realizzazione, in collaborazione con il Comitato di Genova, di un originale glossario dell’antica marineria. Pasquale Santoianni 4 FEBBRAIO 2007 UNIVERSO SICILIA VINO Sicilia in salute, 461 aziende e 154 mln di bottiglie Il vino siciliano gode di buona salute per l’Osservatorio sulle aziende imbottigliatrici del settore vitivinicolo siciliano, che nella sua seconda edizione, con valori aggiornati al 2005, ha censito 461 aziende, di cui 51 società cooperative. Il volume complessivo confezionato è pari a 154 milioni di bottiglie, di cui 34 milioni fanno capo alle società cooperative, pari al 22,26%, dove spicca la presenza della cantina Settesoli, con 21,2 milioni di pezzi circa. Le aziende, classificati in grandi (volume confezionato superiore a un milione di bottiglie) sono 30, pari al 7%, con un valore complessivo di 113 milioni 500 mila pezzi, pari al 73%; le aziende medie (con imbottigliato tra 100 mila e un milione di bottiglie), sono 95, con un valore percentuale del 20,6% ed un imbottigliato di 30,7 milioni, pari al 20%, mentre le aziende piccole (con imbottigliato inferiore a 100 mila), sono pari a 337 aziende, pari al 73% del totale complessivo ed imbottigliano, però, soltanto il 7%. Un settore, quindi, fortemente concentrato, ove le prime 125 aziende circa, insieme, costituiscono il 93% dell’intero imbottigliato e il restante numero di 340 aziende circa, solo il 7%. Lo studio ha evidenziato, altresì, nel confronto tra i valori del 2004 e quelli del 2005, l’incremento di 19 milioni di bottiglie, pari al 14%; l’incremento del numero delle aziende censite di circa un centinaio, quasi totalmente nel settore delle piccole. Il valore dell’imbottigliato complessivo rispetto alla produzione siciliana è pari al 17% circa, con un leggero incremento di circa 2 punti percentuali rispetto ai dati precedenti. Le cifre sono state rese note durante la cerimonia di conclusione della seconda edizione del Master universitario di primo livello M.a.s.v. (Manager delle aziende del settore vitivinicolo), presso la facoltà di Economia di Palermo. Nel corso dell’incontro sono state consegnati i diplomi ai partecipanti e le borse di studio offerte dal Banco di Sicilia, main sponsor del Master. Monitorati anche il volume di vino novello e il numero della aziende produttrici: rispettivamente un milione e 30 aziende; nonché la produzione di vino spumante da parte di 10 aziende siciliane per circa 400 mila pezzi; e i volumi prodotti da soggetti non regionali, ma imbottigliatori di vino IGT siciliano, pari a circa 7 milioni di bottiglie, che pesano per il 5% circa. La provincia più rappresentativa è quella di Trapani, con 165 aziende sulle 461 complessive, con un volume complessivo di oltre 49,2 milioni di bottiglie, segue Palermo con 53 aziende e ben 41 milioni 573 mila bottiglie, e Agrigento con 65 aziende e 35,4 milioni. G.N. COMMERCIO ESTERO Imprese siciliane sbarcano in emirati arabi Un’intesa per la promozione e la commercializzazione dei prodotti siciliani sui mercati del Medio Oriente e dell’area del Golfo è stata firmata a Palermo dall’associazione “Secolo Ventuno”, che riunisce oltre 100 imprenditori, e i rappresentati della Saftco Free Zone, che raccoglie più di 50 imprese operanti in vari settori, dalla costruzioni all’impiantistica, dall’arredamento alla moda all’alimentare. La società attraverso il consorzio “Impresitalia export”, al quale aderisce anche Unicoop Sicilia, metterà a disposizione delle spazi espositivi per i prodotti forniti da “Secolo Ventuno”, in una zona franca dell’Emirato di Ayman, dove la Saftco Free Zone ha una sede. Le aziende associate a “Secolo Ventuno” avranno anche la possibilità di usufruire di agevolazioni finanziarie attraverso la Simest spa, società partecipata dal ministero del Commercio Estero (detiene una quota pari al 76%), specializzata nel supporto dei processi di internazionalizzazione delle aziende italiane fuori dai circuiti dell’Unione Europea. N.G. Sicurezza alimentare: al via “tour” dei prodotti palermitani La sicurezza alimentare parte dai piccoli produttori locali, in regola con tutti i parametri riconosciuti, anche se sprovvisti spesso di “bollini di qualità”. E’ il messaggio del progetto messo a punto dalla provincia di Palermo che ha presentato a Roma l’iniziativa “mangio sicuro, mangio meglio” e che prevede un tour con un camper informativo sulle strade della penisola per far conoscere i prodotti “palermitani”, testimonial di naturalità e sicurezza, figlia della stagionalità e delle selezioni ambientali e culturali del territorio. “I prodotti locali che caratterizzano il territorio non sono soltanto sicuri ma sono il vero prodotto tipico, anche se non hanno i bollini di qualità, con la garanzia della tradizione delle piccole produzione”. Lo ha sottolineato il prof. Carlo Cannella, ordinario di scienze dell’alimentazione all’università La Sapienza di Roma che nella provincia di Palermo ha analizzato i prodotti artigianali dell’agricoltura, della pesca e delle carni. “C’è un vero tesoro delle microproduzioni naturali. Sono prodotti che avranno difficoltà sulla tracciabilità ma che offrono la garanzia perché propri del territorio”, ha aggiunto. Il tour sulla sicurezza alimentarare dei prodotti tipici della provincia di Palermo sarà affiancato da un’offerta turistica precisa affinché, oltre a vedere musei, opere d’arte, e tutti i tesori dell’antichità della Sicilia e dell’Italia, i turisti “assaggino” anche le specialità e i segreti culinari del territorio locale. I dati della campagna saranno presentati al Parlamento europeo di Bruxelles dal 26 al 28 marzo prossimi dove verrà distribuito l’opuscolo sintetico tradotto in lingua inglese. “Per mangiare bene non serve andare a fare la spesa al supermercato ma occorre recarsi al negozietto, al mercatino rionale. Non è un ritorno al passato, ma è aprire al piccolo produttore per dare linfa a chi produce poco, in uno spirito di antiglobalizzazio- Benedetto XVI: “Tutelare l’unicità della famiglia” ha ribadito che sebbene la Ancora un “no” deciso maggiore responsabilità ad eutanasia e a forme di sia nelle mani degli sposi, famiglia non tradizionale “è anche prioritario doveda parte di Benedetto XVI. re della Chiesa e di ogni Davanti ai 50 mila fedeli pubblica istituzione sosteraccolti in Piazza San Pienere la famiglia attraverso tro “per testimoniare il loro iniziative pastorali e politiimpegno a sostegno della che, che tengano conto dei vita dal concepimento fino reali bisogni dei coniugi, al suo termine naturale”, il degli anziani e delle nuove Papa ha espresso il 4 febgenerazioni”. Ratzinger ha braio nel corso dell’Angelus invitato i fedeli raccolti sotto domenicale il suo appogla sua finestra a pregare afgio alle ultime sortite delfinché “le nostre comunità la Conferenza episcopale siano luoghi di comunione italiana sul tema dell’eutanasia. “Facendo eco ai Pa- Sua Santità Benedetto XVI. e di speranza dove si rinnova, pur tra tante difficolstori della Chiesa in Italia – ha detto il Pontefice - invito a non cadere tà, il grande sì all’amore autentico e alla nell’inganno di pensare di poter disporre realtà dell’uomo e della famiglia secondo della vita fino a legittimarne l’interruzione il progetto originario di Dio”. “Chiediamo al con l’eutanasia, magari mascherandola Signore, per intercessione di Maria Sancon un velo di umana pietà”. É evidente in tissima, che cresca – ha proseguito il Ponqueste parole un rifiuto anche della legit- tefice - il rispetto per la sacralità della vita, timazione del testamento biologico e del- si prenda sempre più coscienza delle vere l’interruzione dell’accanimento terapeuti- esigenze familiari, ed aumenti il numero co, materie di dibattito nel Parlamento ita- di quanti contribuiscono a realizzare nel liano. Benedetto XVI ha scelto la giornata mondo la civiltà dell’amore”. Infine Benedi oggi per ribadire la sua opinione sull’ar- detto XVI ha voluto esprimere il suo sostegomento, dato anche “quest’oggi si cele- gno all’iniziativa del presidente della Cei, bra in Italia la Giornata per la vita, promos- il cardinal Camillo Ruini, di promuovere la sa dalla Conferenza Episcopale sul tema “Settima della vita e della famiglia” nella ‘Amare e desiderare la vita’”. Quest’ultima, Diocesi di Roma, definita dal Papa “un’ocha continuato Papa Ratzinger, “è opera di casione importante per pregare e riflettere Dio e non va negata ad alcuno, neppure sulla famiglia”. Quest’ultima, ha insistito il al più piccolo e indifeso nascituro, tanto Pontefice, se segnata da “un clima sereno, meno quando presenta gravi disabilità”. illuminato dalla fede e dal santo timor di L’attenzione del Pontefice si è poi spostata Dio, favorisce inoltre lo sbocciare ed il fiosu un altro tema caro alla Chiesa cattoli- rire delle vocazioni al servizio del Vangelo. ca: la famiglia che in Italia è “in profonda Mi riferisco, in particolare – ha concluso crisi” e si trova ad “affrontare molteplici sfi- oltre che a quanti sono chiamati a seguire de”. “Occorre pertanto - ha insistito - difen- Cristo nella via del sacerdozio, a tutti i reliderla, aiutarla, tutelarla e valorizzarla nel- giosi, le religiose, le persone consacrate”. Taità la sua unicità irripetibile”. Quindi, il Papa ne, altrimenti mangeremo tutti l’hamburger, il biscotto, etc.”, ha agguinto il prof. Cannella, ricordando che, ad esempio, in Sicilia ci sono pani stupendi fatti da piccoli artigiani che utilizzano il grano duro, le sementi ed altro che non si trovano in altre realtà nazionali. T.L. MUSICA: Morto Frankie Laine, siciliano d’America E’ morto all’età di 93 a San Diego, in California, Frankie Laine, cantante italoamericano diventato celebre negli anni ’50 con successi “prestati” al cinema come “I believe” e “High Noon”, che divenne la colonna sonora di “Mezzogiorno di fuoco”. Laine è morto a causa di un infarto che lo ha colpito in seguito alle complicazioni per un intervento di protesi all’anca, al quale si era sottoposto due settimane fa. Laine, al secolo Francesco Paolo LoVecchio, era l’ultimo interprete di una generazione di cantanti americani di chiara origine italiana, che ha annoverato fra le sue file mostri sacri del calibro di Frank Sinatra e Perry Como. Laine era nato a Chicago il 30 marzo del 1913 da genitori siciliani: il papà era un barbiere che poteva “vantarsi” di avere fra i suoi clienti il boss della mafia Al Capone. In carriera ha venduto oltre 250 milioni di dischi, arrivando a ricevere 21 dischi d’oro. Il suo primo grande successo, “That’s My Desire”, risale al 1947: a esso fecero seguito altre hit come “That Lucky Old Sun”, “Swamp Girl”, “Cry of the Wild Goose” e “Mule Train”. Fra i suoi pezzi utilizzati dal cinema si ricordano inoltre “Jealousy (Jalousie)”, “The Girl in the Woods”, “When You’re in Love”, “Way Down Yonder in New Orleans”, “Your Cheatin’ Heart”, “Granada”, “Hey Joe!”, “The Kid’s Last Fight”, “Cool Water”, “Someday” e “Moonlight Gambler”. Laine vanta anche una partecipazione a Sanremo: nel prese parte al Festival interpretando due canzoni: “Che me ne importa a me”, in coppia con Domenico Modugno e “Una lacrima sul viso” assieme Bobby Solo. A.A. UNIVERSO SICILIA FEBBRAIO 2007 Schegge D’Alema in Giappone “Italia ponte fra oriente e occidente” “Il nostro governo si augura che i Paesi asiatici possano sempre più considerare l’Italia quale principale porta di ingresso dei loro ingenti e crescenti flussi commerciali verso l’Europa, a Nord, e il Mediterraneo e l’Africa a sud. Sulla scia di quanto avveniva all’epoca dei primi contatti fra i nostri due Continenti, quando le città italiane erano il riferimento dei principali traffici con l’Oriente”. Queste le parole che Massimo D’Alema, ministro degli Esteri, ha rivolto agli imprenditori giapponesi nel corso della sua visita in Asia. “Il nostro esecutivo – ha spiegato D’Alema in una conferenza stampa tenutasi a Tokyo - è particolarmente impegnato in Asia a creare partnership strategiche, sia politiche che economiche, con i principali paesi asiatici. Siamo pronti a lavorare con il Giappone su un piano bilaterale, così come con gli altri organismi multilaterali asiatici come l’Asean e l’Asem”. Durante la sua visita nel Sol Levante, D’Alema ha dichiarato che l’Italia si rivolge “al Giappone con crescente fiducia e interesse”. Infatti il nostro governo mira a stabilire “con il Giappone un partenariato anche in settori industriali avanzati: nanotecnologie, biotecnologie, robotica, riqualificazione del territorio e la protezione ambientale”. Il numero uno della Farnesina esprime fiducia per “le presentazioni e le occasioni d’incontro previste dalla ‘Primavera Italiana’, che faranno scoprire al pubblico giapponese un aspetto al momento meno conosciuto, ma non per questo meno apprezzabile, del made in Italy”. Durante il suo viaggio in Giappone, D’Alema ha dovuto fare i conti con le lamentele locali per il colore rosso acceso sulla facciata del nuovo Istituto italiano di Cultura. Quella che sembra una piccola polemica di poca importanza in realtà stava infatti sfociando in un vero e proprio scontro diplomatico. Tsuneo Watanabe, presidente onorario di Yomuri Shinbun, un giornale di grande prestigio che vende circa 20milioni di copie, lamenta che il colore scelto dall’architetto italiano Gaetana Aulenti ha “causato un danno fisico ai re- 5 di Carmelo Ambra COMMIATO… Iniziai questa rubrica nel marzo 2002, dietro affettuosa sollecitazione del professor Pasqualino Sangiorgio. Con quest’ultima “scheggia”, quindi, sono cinque anni che abuso della pazienza dell’eventuale lettore. Penso possa bastare, no? Quando il preside (ma io l’ho sempre chiamato professore, essendo stato, e per me essendo rimasto fino ad oggi, il mio professore) Sangiorgio era ancora fra noi, consideravo questo impegno come una sorta di dovere nei suoi confronti. Lui pensava che le mie riflessioni potessero riscuotere un qualche interesse ed io non volevo deludere le sue aspettative. Non so se sia riuscito in questa mia unica aspirazione, né ho eccessiva fiducia nelle sue attestazioni di stima, poiché ho sempre sospettato che esse potessero essere influenzate dall’affetto. Io rappresentavo per lui la sua giovinezza e il suo primo inizio da insegnante e lui rappresentava per me la mia carusanza e il mio primo approccio con la cultura, quella vera, della quale era uno dei pochissimi autentici detentori. Oggi si sente parlare di cultura “soft”. Cosa sarebbe questa stranezza? Se ho ben ca- pito, dovrebbe trattarsi di quella cultura che “va”, che “tira”, che porta soldini e posizioni. Sarebbe un po’ come la “libertà” del Cavaliere, per intenderci. Ora, io penso che la cultura, come la libertà, non abbia bisogno di aggettivi. Trovo risibile che un uomo faccia l’uomo di cultura come potrebbe fare il dentista o il commercialista, o che si definisca libero quando questo suo anelito, più che dall’anima, gli provenga dal portafogli e prescinda, quindi, dalla libertà del proprio simile di non essere derubato della sua intelligenza, piccola o grande che sia. Chiudendo questa rubrica, un ultimo pensiero vorrei rivolgerlo al professor Pasqualino Sangiorgio. Egli vivrà sempre nel mio ricordo, perché uomini come lui rendono il mondo più pulito e la vita più degna d’essere vissuta. Un caro saluto al Direttore e alla Redazione di “Universo Sicilia”. Un grazie di cuore, infine, all’eventuale lettore. A proposito, qualora egli sia mai esistito, mi farebbe piacere che… battesse un colpo. Sotto forma di e-mail all’indirizzo u.sciuto@tin. it con oggetto Scheg-ge di Carmelo Ambra. La Shoah: ricordare è un dovere Legge 20 luglio 2000; istituzione del “Giorno della Memoria”. Massimo D’Alema, ministro degli Esteri. sidente e ha rovinato le relazioni tra Italia e Giappone”. Inoltre questa particolare tonalità non si addice all’area in cui ha sede l’istituto: il quartiere di Chiyoda, una delle zone più esclusive di Tokyo, nei pressi di numerosi luoghi sacri. “A me sembra molto bello – ha dichiarato D’Alema riferendosi al lavoro dell’architetto, dopo essersi scusato per la scortesia del passato esecutivo - Non c’era alcuna intenzione di recare offesa, ma il progetto, che è di un architetto che ammiro molto, è stato sviluppato nel pieno rispetto dei regolamenti e delle leggi”. “Vorrei che si tenesse conto - ha concluso il ministro cercando di placare definitivamente le polemiche - che il governo non può decidere su queste cose, perché esistono norme di tutela del diritto d’autore: l’opera di un grande architetto è come un quadro e non si può cambiarne il colore”. P.R. Associazione Siciliana Produttori Vitivinicoli Piazza S. Maria di Gesù, 3 - 95124 - CATANIA La viticoltura siciliana ha da sempre assunto una importanza non secondaria nell’intera economia isolana. Le migliaia di aziende vitivinicole hanno bisogno una puntuale e competente assistenza per conseguire risultati in termini di qualità e tipicità dei prodotti. L’Associazione dei produttori vitivinicoli con i suoi punti di riferimento organizzativo è a disposizione dei produttori per una utile assistenza a favore dei produttori. Per ricevere utili informazioni potete scrivere c/o AIC Catania Piazza Santa Maria di Gesù, 3 - 95124 CATANIA La Repubblica Italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la SHOAH (sterminio del popolo ebraico, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi a stiramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, e a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. La dimenticanza, ammoniva Niccolo Tommaseo, perde i popoli e le nazioni, perché le nazioni altro non sono che la memoria. Adesso ci si pone un grosso interrogativo: la celebrazione di una giornata della memoria può scuotere gli animi degli italiani al punto di promuovere una nuova consapevolezza sul nostro essere nazione? Vale comunque la pena di stimolare le coscienze. Specie dei più giovani, aggrediti da uno dei peggiori mali che affliggono la società contemporanea: la destoricizzazione. Cioè il distogliere la loro mente dal passato. Il far credere loro che solo il presente ha valore. Che il futuro non ha bisogno di sostenersi sulle spalle delle generazioni precedenti. Un delitto culturale, perché in questo modo si cancella ogni possibilità di cogliere gli infiniti sforzi che uomini e donne d’altri tempi hanno compiuto per farci approdare ad una certa condizione di benessere. Uno scopo dissennato, perché mira a distruggere l’idea stessa dell’Origine. Con una visione che rimuove la visione del Creatore e il valore della continuità su cui fonda l’amore per l’Altro. Se l’umanità ha un senso, questo sta nel modo con cui ogni popolo sulla Terra ha cercato di soddisfare i suoi bisogni applicando l’intelligenza al proprio ambiente. Ma l’insidia del male ha accompagnato sempre questa intelligenza. E ha portato stragi, razzie, schiavitù. Magari camuffandosi da ideologia del progresso. Di molti orrori si è perso perfino il ricordo. Eppure la memoria del novecento e qui, ancora prossima a noi. Un secolo di genocidi. In nome dell’uomo nuovo, della razza perfetta, del cittadino emancipato dalle catene della Legge eterna, si è ucciso, si è tentato di distruggere interi popoli, ci si è sparato addosso fra apparte- nenti a una stessa nazione. Non solo le guerre, ma nelle persecuzioni etniche, nelle pratiche di dominio e in tante altre forme. Bisogna ricordare che i milioni e milioni di morti della prima e della seconda guerra mondiale hanno avuto il tristissimo seguito del genocidio degli Armeni, delle stragi dei contadini ucraini, dei massacri spagnoli, dei gulag, dei lager, dell’Olocausto ebraico, delle foibe carsiche per Istriani, Giuliani e Dalmati, delle violenze sulle donne tedesche profughe dai Sudati. Solo per ricordare una parte di quanto avvenuto in Europa e nel Vicino Oriente. Meditare e conoscere tutto questo, con l’occasione della giornata della memoria, significa prepararsi ad affrontare le tensioni che l’incontro fra tante culture del mondo, conseguenti ai processi di mondializzazione, certamente sono destinati a prodursi. E procedere, infine, verso un comune ideale di benessere comunitario, fondato su valori stabili. Giuseppe Miraglia 6 FEBBRAIO 2007 UNIVERSO SICILIA Prodi in Etiopia: Terminata la visita di Bertinotti in Sudamerica “soddisfatto per l’Alitalia, sui PACS ascolterò la Chiesa” Dal bando di vendita per Alitalia ai Pacs, passando per la pena di morte e la pace in medio oriente. Le parole di Romano Prodi, in Etiopia per la conferenza dell’Unione africana, toccano tutti i temi “scottanti” dell’attualità politica. Sul fronte interno, il presidente del Consiglio si dichiara “soddisfatto” di questa prima fase della privatizzazione della compagnia di bandiera e si augura che le undici manifestazioni di interesse siano il preludio a “programmi di alto livello”: “Era stato detto – ha osservato il premier - che il bando poneva troppe condizioni e quindi nessuno si sarebbe presentato. Io avevo ribadito che era un bando serio in cui semplicemente chi si proponeva di acquistare Alitalia doveva avere risorse e programmi di alto livello. Il numero di coloro che si sono presentati è elevato, mi auguro che ci siano anche programmi di alto livello, ma intanto la prima fase è stata ben superata”. Incerto il futuro dell’amministratore delegato della compagnia aerea, Giancarlo Cimoli. “Non abbiamo posto questo problema all’ordine del giorno – ha spiegato Prodi riferendosi -. Questa è una fase di transizione che noi gestiremo nel miglior modo possibile”. Oltre alla privatizzazione di Alitalia, tra gli argomenti “caldi” del dibattito politico italiano si può annoverare la discussione sui Pacs, soprattutto dopo l’intervento del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha invocato una sintesi tra le varie “sensibilità” presenti nel Belpaese e ha chiesto al governo di tenere conto del parere della Chiesa in materia. Il presidente del Consiglio ha rassicurato l’opinione pubblica sulla sua intenzione di tener conto dei timori del Vaticano sulla questione delle unioni civili: “Mi sono sempre posto questo problema. Me lo sono sempre posto fino in fondo, l’ho sempre avuto presente ogni volta che abbiamo toccato la questione. Quindi non cesserò di averlo presente in futuro”. Sul fronte internazionale invece, Prodi è ottimista sulla possibilità di una risoluzione pacifica dei conflitti che in questo momento stanno imperversando in medio oriente e che minano la prospettiva di una “pace globale”. “Penso che si possa Il presidente del Consiglio Romano Prodi. fare molto compiendo piccoli passi, in modo da essere pronti quando arriva il momento di costruire un processo di pace globale – ha dichiarato il premier - In questi anni abbiamo solo aperto problemi in Iran, Iraq, Afghanistan, Somalia, Libano. Adesso è ora di chiuderne qualcuno”. Durante la sua visita ad Addis Abeba, Prodi ha incontrato il leader libico Moammhar Gheddafi, a cui ha rivolto un appello affinché non vengano eseguite le condanne a morte delle cinque infermiere bulgare e del medico palestinese, accusati di aver intenzionalmente causato il contagio di Aids per alcuni bambini ricoverati nell’ospedale di Bengasi. “Gheddafi – ha rivelato il presidente del Consiglio - ha risposto che esistono ancora problemi di riparazione e compensazione, ma che riferirà su quanto gli ho detto e poi ne parleremo più avanti”. Sempre sul tema della pena di morte, Prodi, parlando ad un gruppo di studenti africani della scuola italiana della capitale etiope, si è appellato affinché “i giovani facciano casino” per raggiungere l’abolizione della pena capitale. “I giovani devono fare presente che la vita umana ha una sacralità che viene prima di tutto. L’Italia – ha spiegato il premier, approfittando dell’occasione per rilanciare la moratoria italiana contro la pena capitale - è stata all’avanguardia contro la pena di morte ma spetta ai giovani di tutti i paesi, in Africa e altrove, unirsi su questo concetto della sacralità della vita perché nessuno può essere arbitro finale della vita di un uomo”. Scop Tach E’ terminata il 7 febbraio in Brasile la visita del presidente della Camera dei deputati Fausto Bertinotti, che nel corso del suo viaggio ha visitato Cile, Uruguay e Argentina. In particolare, la visita in Argentina è iniziata sabato scorso, quando il numero uno di Montecitorio ha inaugurato la nuova sede del Comites di Buenos Aires presso il consolato generale d’Italia, alla presenza di numerosi esponenti della comunità italiana tra i quali il senatore Luigi Pallaro e l’onorevole Ricardo Merlo, oltre naturalmente alle autorità diplomatiche italiane, l’ambasciatore Stefano Ronca e il Console generale d’Italia a Buenos Aires, Giancarlo Maria Curcio. “L’inaugurazione nella sede consolare, si legge in un’articolo pubblicato dalla Tribuna Italiana, settimanale italiano pubblicato in Argentina - è stata nei fatti l’unica attività legata alla numerosa comunità italiana in Argentina. Il resto del viaggio del presidente della Camera è stato dedicato a incontri con esponenti del governo argentino e con dirigenti degli organismi di difesa dei diritti umani dell’Argentina, una delle tematiche che stano più a cuore al dirigente di Rifondazione comunista”. Bertinotti infatti, ha sottolineato l’appoggio alle politche del governo Kirchner, “che ha dato risposta alle giuste rivendicazioni delle Madri di Plaza de Mayo” ed ha ricordato che in Italia si svolge un proces- so sui fatti avvenuti nella Esma, “la caserma nella quale vennero torturati e uccisi numerosi oppositori al regime dei generali, negli anni dell’ultima dittatura militare”. Le dichiarazioni di Bertinotti sono state raccolte dall’agenzia di stampa Telam, durante la conferenza congiunta con il ministro coordinatore Alberto Fernandez, a coclusione dell’incontro tra i due, nella Casa Rosada, lunedì scorso. Fernandez ha spiegato che durante la riunione - che ha definito altamente positiva - erano stati trattati altri temi, quali la ripresa economica argentina e la possibilità di cooperazione tra i due Paesi per il sostegno alla piccola e media impresa. Il ministro coordinatore ha parlato anche della necessità di costruire una agenda per rivitalizzare i rapporti tra i due Paesi. Da parte sua Bertinotti, che era accompagnato dall’ambasciatore Stefano Ronca, ha manifestato che le richieste dei risparmiatori italiani al governo argentino per la questione dei bond non possono essere un ostacolo nei rapporti tra i due Paesi. Tale problema “non giustifica un allontanamento nei nostri rapporti, anzi, richiede una maggiore vicinanza per poter cercare con pazienza una soluzione”. Bertinotti ha invitato l’Italia e l’Argentina a lavorare insieme per rilanciare i rapporti tra l’Ue e l’America Latina, partendo dalle simili esperienze culturali, Il presidente della Camera dei deputati Fausto Bertinotti. per stabilire un nuovo asse che consenta alle nostre società di affrontare in condizioni migliori le sfide della globalizzazione, del terrorismo e della lotta per i diritti umani. Oltre all’incontro con Alberto Fernandez, che si è tenuto lunedì, Bertinotti ha avuto altri incontri con esponenti politici argentini. Il presidente della Camera ha infatti visitato il suo collega della Camera dei deputati argentina Alberto Balestrini nella sede del “Congreso”. Domenica in ambasciata, il presidente di Montecitorio, accompagnato dall’ambasciatore Stefano Ronca, è stato invece a pranzo con il vicepresidente dell’Argentina Daniel Scioli. Durante l’incontro sono state messe in risalto le coincidenze tra i due governi e la possibilità di rafforzare i rapporti bilaterali. Nel corso della riunione Bertinotti ha consegnato un’onorificenza alla giornalista Vera Vigevano Jarach, fuggita giovanissima con la famiglia dall’Italia all’epoca delle leggi razziali nel 1938 e madre di una ragazza scomparsa durate il governo militare nel 1976. All’incontro erano presenti dirigenti delle Madri e delle Nonne di Plaza de Mayo. A.L. Dal governo via libera alla riforma delle Authority Cancellazione delle authority per le pensioni e per il credito e istituzione di quella dei trasporti: sono queste alcune delle più importanti novità sancite il 2 febbraio dal Consiglio dei ministri che, approvando il ddl che integra i provvedimenti del ministro Bersani sulle liberalizzazioni, ha riformato l’intero settore e cambiato alcune competenze. Sul versante delle soppressioni il ddl prevede la sparizione della Covip, Commissione di vigilanza sui fondi pensione, dal primo luglio 2008, e quella dell’Isvap: le loro competenze diventeranno prerogativa di Banca d’Italia, Consob e Antitrust. Verrà soppresso anche il Cicr, Comitato interministeriale per il credito e il risparmio, che sarà sostituito da una nuova struttura, il Comitato per la stabilità finanziaria, che sarà diretto congiuntamente dal ministro dell’Economia, dal governatore di Bankitalia e dal pre- sidente della Consob. Per quanto concerne le misure di tipo riorganizzativo, il ddl prevede che i componenti delle authority, fatta eccezione per la Banca d’Italia, siano cinque, tutti con mandato settennale; i membri dovranno essere nominati su proposta del governo e in base a un bando pubblico, mentre l’approvazione definitiva spetterà a una Commissione parlamentare di specifica costituzione, su maggioranza dei due terzi. “Ora abbiamo concretizzato il pacchetto Caserta – ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Enrico Letta – questa riforma d’altronde era necessaria visto che l’attuale disciplina in vigore è incompleta. In questo modo invece ci saranno autorità indipendenti rispetto ai soggetti che devono essere regolati e tutte ugualmente efficaci nella difesa del cittadino-consumatore”. Un’altra delle principali novità è l’istituzione di un’autho- rity dei trasporti, che si affiancherà a quella dell’Energia, gas e servizi idrici e all’Authority per le telecomunicazioni. “E’ una svolta importante”, ha detto il ministro Di Pietro, il più direttamente interessato a questo nuovo soggetto che andrà a risolvere un enorme conflitto di interessi. “Ora dei soggetti terzi – ha spiegato - saranno in condizione di controllare l’operato di chi gestisce. Finora invece chi gestiva, controllava pure, con un enorme conflitto di interessi”. L’authority infatti avrà la competenza sulle regole mentre al Ministero spetteranno compiti di vigilanza, controllo e pianificazione. Soddisfatto per il semaforo verde in Consiglio dei ministri Pierluigi Bersani, titolare del dicastero dello Sviluppo: “Sono soddisfatto – ha commentato – si tratta di un presidio forte e moderno alla regolazione del mercato nei diversi settori e al contrasto degli assetti monopolistici. Spero che il Parlamento accolga con favore la proposta di una commissione bicamerale sui temi della concorrenza e della tutela dei consumatori e che vengano in particolare confermate le valutazioni positive di alcuni autorevoli membri dell’opposizione”. Fra le voci critiche c’è invece quella del segretario generale dell’Ugl, Renata Polverini, secondo la quale “lo scioglimento della Covip è un atto gravissimo, tanto più se emanato da un governo di centrosinistra che ci aspettavamo più attento ai diritti e alla tutele di lavoratori e pensionati. La decisione inoltre – ha aggiunto – è stata presa nella fase più delicata dell’avvio della previdenza complementare, che proprio l’esecutivo ha voluto accelerare. E lo slittamento al 2008 dell’abolizione non cambia la gravità della decisione”. M.C. Associazione Regionale Sicilgrano - Catania “L’italiano”si può ascoltare anche via radio 95124 - CATANIA Piazza S. Maria di Gesù n. 3 Uffici zonali sono aperti a: — Maniace — Bronte — Grammichele — Raddusa — Castel di Iudica — San Cono Tutte le sedi di cui sopra sono ubicate presso le sedi comunali dell’A.I.C. Per una puntuale assistenza tecnica in grado di garantire uno sviluppo adeguato alle nuove tecniche di produzione rivolgetevi all’Associazione Regionale Sicilgrano. Dall’8 febbraio è possibile ascoltare le notizie dell’Italiano, quotidiano dedicato al mondo dell’emigrazione, anche da una web radio. Lo rende noto la redazione del giornale: “Un appuntamento settimanale – si legge nel comunicato diffuso - che andrà in onda ogni giovedì alle 19.30 (orario italiano) con una trasmissione interamente dedicata agli italiani nel mondo con tante notizie, approfondimenti e curiosità dalle nostre comunità all’estero”. L’intenzione è quella di offrire “uno strumento di dibattito dal vivo, di chiarimento, di giornalismo d’inchiesta che non si esaurisce solo nelle colonne dell’Italiano ma che, prendendo spunto dai vari articoli, potesse raccogliere diverse istanze e commenti”. L’emittente che ospita la trasmissione è RadioAlzoZero, “la web radio più seguita in Italia, che nel solo mese di novembre ha tagliato lo storico traguardo dei 4 milioni e mezzo di contatti. Una radio – aggiunge la redazione - che produce più di sette ore di trasmissioni in diretta, 14 notiziari di informazione ogni giorno e tanta musica di qualità”. “La partnership – si legge nella nota - rappresenta sicuramente uno dei primi esperimenti di integrazione tra una web radio ed un dedicato agli italiani all’estero”. Gli utenti possono seguire il programma in stream line oppure “scaricarlo ed ascoltarlo in qualsiasi momento tramite i podcast messi gratuitamente a disposizione su una delle emitten- ti del circuito stesso di RadioAlzoZero, ovvero RazNet”. Gli appuntamenti hanno la durata di 30 minuti e focalizzano la loro attenzione su un tema specifico, selezionando alcuni articoli dall’Italiano che vengono commentati “sia da esperti che da gente comune”. Infatti, “in studio, oltre al direttore della testata Gian Luigi Ferretti, sono ospitati rappresentanti politici e delle istituzioni ma la vera novità – sottolinea il comunicato - risiede nella possibilità di comunicare con i membri delle comunità italiane che vivono oltre i confini nazionali”. La prima trasmissione è andata in onda l’8 febbraio e può essere consultata sul sito www. radioalzozero.net. Pasqualino Santoianni UNIVERSO SICILIA FEBBRAIO 2007 Caso Calipari: rinviato a giudizio il marine Lozano Il giudice per l’udienza preliminare Sante Spinaci ha rinviato a giudizio il soldato americano Mario Lozano, accusato dalla Procura di Roma dell’omicidio del funzionario del Sismi Nicola Calipari e del duplice tentato omicidio per il ferimento della giornalista Giuliana Sgrena e del maggiore dei servizi di sicurezza Andrea Carpani, avvenuti il 4 marzo 2005, quando i funzionari dei servizi italiani stavano trasportando verso l’aeroporto di Baghdad, a bordo di una Toyota Corolla, la giornalista del “Manifesto” appena liberata dai suoi sequestratori. Il gup, che ha accolto la tesi della procura di Roma di omicidio politico, ha così stabilito che il 17 aprile 2007 Lozano venga processato davanti alla terza Corte d’assise. Tra le richieste accolte, anche quella avanzata tre mesi fa dall’avvocato Alessandro Gamberini, legale di parte civile per Giuliana Sgrena, di citare il Dipartimento di Stato Usa come responsabile civile nell’ambito della vicenda Calipari. L’avvocato difensore di Mario Lozano, Fabrizio Cardinali, aveva chiesto il non luogo a procedere, escludendo l’ipotesi di premeditazione e affermando che il militare “non ha fatto altro che il suo dovere, considerando il contesto di guerra in cui si muoveva”. Cardinali, secondo cui esistevano le condizioni per giungere a un’assoluzione “in virtù dell’esimente dell’adempimento di un dovere legato al rispetto di un ordine superiore e legittimo”, ha anche dichiarato davanti all’autorità giudiziaria che “Nicola Calipari e Andrea Carpani non hanno voluto la scorta militare perché volevano tenersi il merito dell’operazione, risultata poi sbagliata, tutto per loro”. Le parole della difesa hanno naturalmente scosso Rosa Villecco, vedova di Calipari, e la stessa giornalista del “Manifesto”, che ha definito la tesi sui due funzionari Sismi “di una volgarità pazzesca”, dichiarando che l’intervento “meschino” del penalista “non ha nulla a che vedere con la difesa di un imputato”. “Quello che mi ha fatto più male – ha aggiunto - è il trattamento riservato a Calipari. La cosa più grave è che Nicola non si può più difendere, mentre io sono viva grazie a lui e posso sostenere con forza che lui ha fatto di tutto per liberarmi e per salvarmi mentre Lozano faceva fuoco contro la nostra auto”. La Sgrena ha affermato di “non volere nel militare americano un capro espiatorio”, bensì “un processo che serva ad acclarare la verità, sebbene non mi faccia illusioni”. Nicola Calipari. In merito alla decisione del gup, la senatrice Villecco ha parlato di un “primo passo verso la verità e verso la giustizia”, aggiungendo di aver “sempre avuto fiducia nella magistratura”, fiducia che ha trovato conferma nella decisione presa il 7 febbraio dal giudice Spinaci. Uno dei titolari delle indagini, il pm Franco Ionta, ha commentato così il rinvio a giudizio: “Trovo giusto e giudiziariamente corretto che la morte del dott. Calipari venga ricostruita nella sua dinamica e nelle eventuali responsabilità dinanzi a una corte d’assise, luogo deputato alla ricerca più attendibile e completa del vero”, mentre l’avvocato Francesca Coppi, difensore della vedova del funzionario, ha parlato di “una motivazione molto dura sul comportamento dell’imputato, una sorta di sentenza di condanna”. La Coppi ha spiegato infatti che “il gup si sarebbe potuto limitare a disporre il rinvio a giudizio e ad elencare le fonti di prova, mentre ha fatto una vera e propria motivazione con la quale ha affermato che, in tutta la dinamica, l’imputato aveva piena consapevolezza e volontà di uccidere”. Soddisfazione anche dall’avvocato Gamberini, che ha parlato di “esito felice” dell’udienza preliminare, sottolineando come “la morte di Calipari vada configurata come un omicidio volontario con dolo diretto” e spiegando che “chi, tra i soldati americani, ha sparato dall’alto dell’abitacolo sapeva che avrebbe ferito o ucciso qualcuno”. “Quanto all’aspetto politico – ha concluso l’avvocato – il giudice ha ritenuto che la sicurezza dello Stato abbia subito un danno a causa della morte di un funzionario del servizio segreto militare”. Il riconoscimento della natura politica dell’omicidio è stata evidenziata anche dal commento del pm Erminio Amelio, titolare dell’inchiesta insieme a Franco Ionta e a Pietro Saviotti. N.N. L’angolo della poesia I FRUTTI CAINO Immerso nella notte dei tempi, nulla in te è mutato. Anzi, malvagia stirpe, a Mammona un altare hai eretto, dimenticando Dio! Ieri, oggi, domani: Per te un eterno presente, senza futuro… Un deserto coperto di rovi: Questo ti aspetta! Lupo per l’altro, le mani protese, Cogli, o uomo, gli amari frutti di Caino! Orazio Sciortino 7 ISTAT: il paniere si adatta all’Italia del 2007 Il “paniere” utile ai rilevamenti Istat si rinnova e, calcolata su questo nuovo campione valido per il 2007, l’inflazione del mese di gennaio rallenta segnando un dato pari a quello dell’agosto 1999. Per rilevare il tasso di inflazione, l’Istituto di statistica si rivolge ora a prodotti più moderni: il dvd, la scheda di memoria per macchine digitali o la multipresa elettrica sono entrati nella lista degli oggetti utilizzati per calcolare gli indici dei prezzi, a scapito di videocassette, calcolatrici tascabili, pantofole da donna, sveglie a pile, cavi elettrici, pellicole a colori e macchine fotografiche tradizionali, definiti “obsoleti” o “non più rappresentativi” dal direttore dell’Istituto nazionale di statistica, Roberto Monducci. Ma a scomparire dalla gamma di campioni anche quelle realtà che, a causa delle modifiche apportate a una legge, non hanno più senso di esistere: è il caso, ad esempio, delle tariffe minime dell’Ordine degli avvocati, cancellate secondo le indicazioni del pacchetto Bersani. A rappresentare la nuova società italiana, fanno il loro ingresso i sughi pronti, la riparazione della moto, la visita a un monumento storico, il filo interdentale, la scuola dell’infanzia e i sedili portabambini per automobili. All’assicurazione sui mezzi di trasporto si aggiunge quella sugli infortuni; i gelati “multipack” subentrano alle torte gelato e alla coperta, il piumino copriletto. Le voci campione relative ai medicinali con obbligo di prescrizione sono ora composte da 4300 farmaci; rispetto al Nic (indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività), è aumentato il peso di alcuni settori quali quello dei trasporti, a causa dell’innalzamento del costo delle risorse energetiche, insieme a quello alimentare e bevande, bevande alcoliche e tabacchi, servizi ricettivi e di risto- razione, servizi sanitari e spese per la salute, acqua, abitazione, elettricità e combustibili. In totale il “paniere” rivisitato si avvarrà di 540 prodotti, contro i 562 della versione precedente, per rappresentare nel modo più dettagliato possibile i beni di consumo prevalentemente acquistati dalle famiglie italiane. Per la classificazione degli indici dei prezzi al consumo l’Istat si richiama a quella internazionale Coicop, che prevede una prima suddivisione in 12 capitoli di spesa, una seconda in 38 categorie di prodotti, una terza in 108 gruppi di prodotti, suddivisi solo nel calcolo italiano in ulteriori 206 voci. I comuni capoluogo di provincia coinvolti nel calcolo dell’indice nazionale sono ora 85. A commentare la nuova fotografia dell’indice dei prezzi per le famiglie italiane è stata la Coldiretti, che sottolineando l’entrata dei sughi pronti nella gamma di prodotti alimentari rappresentativi, descrive i consumatori “cittadini che vogliono risparmiare tempo in cucina a favore del lavoro, della famiglia e dello svago, senza però rinunciare ai prodotti tradizionali della dieta mediterranea”. I sughi pronti producono oggi un movimento di denaro di 155 milioni di euro e un aumento nei consumi del 5%. Una bocciatura secca del “restyling” del paniere Istat arriva invece dal Codacons, il cui presidente Carlo Rienzi ha detto: “Non capiamo a cosa serva aggiungere o togliere una manciata di voci quando i problemi veri del paniere riguardano le modalità delle rilevazioni dei prezzi e i pesi assegnati a ciascuna voce”. Secondo Rienzi la questione fondamentale è un’altra, e cioè “la necessità di modificare ed aggiornare in termini più attinenti alla realtà i pesi adoperati nel paniere, migliorare in qualità e quantità l’accuratezza delle rilevazioni territoriali dei prezzi dei beni di largo consumo, e creare panieri diversificati in grado di rappresentare meglio la situazione reale delle diverse categorie di consumatori”. Le dichiarazioni del Codacons fanno anche riferimento ai dati sull’inflazione resi noti oggi dall’Istat, relativi al mese di gennaio: i prezzi sono saliti dello 0,1% rispetto al mese precedente segnando quindi un rallentamento e attestandosi all’1,7% su base annua. Si tratta del dato più basso registrato dall’agosto 1999. L’Istituto di statistica ha pubblicato anche la stima preliminare dell’indice armonizzato (riferimento per l’indice Ue calcolato da Eurostat), che a gennaio è sceso dell’1% su base congiunturale e cresciuto del 2% su base tendenziale. I ricercatori Istat hanno quindi spiegato che a favorire il raffreddamento dei prezzi del mese scorso sarebbero stati i prezzi del comparto energia, “il cui peso è aumentato dal 6,3% all’8,2% rispetto al 2006”. A proposito del costo dei carburanti, quello della benzina verde, in riferimento ancora al dicembre scorso, è sceso dello 0,4% e dell’1,8% rispetto al gennaio 2006. Riguardo ai prodotti energetici a uso domestico, l’Istat stima che i combustibili liquidi scenderanno del 2,1% su riferimento mensile e del 3,5% su quello annuo. Fra i prodotti alimentari e bevande analcoliche, l’aumento congiunturale è stato dello 0,2%, mentre quello tendenziale del 2,6; i prodotti ittici crescono del 4,5, la frutta del 3,1 e olii e grassi del 7,4%. Soddisfazione è stata espressa da Confcommercio che, in una nota, ha osservato come il tasso relativo al mese scorso “confermi il comportamento virtuoso del sistema della distribuzione e dei servizi che, in assenza di pressioni esogene, ha reso ormai strutturali le basse dinamiche inflazionistiche. Restano – continua Confcommercio – le preoccupazioni legate, come di consueto, alle dinamiche di prezzo di alcuni servizi di pubblica utilità, soprattutto locali, e al permanere delle quotazioni petrolifere sui mercati internazionali ai livelli attuali”. Taità Made in Italy: nel 2006 non si ferma la corsa dell’export La corsa del “made in Italy” non si ferma. Secondo i dati relativi al terzo trimestre 2006 dell’export dei 101 principali distretti industriali che compongono l’indice della Fondazione Edison-Il Messaggero, l’export di prodotti italiani è cresciuto del 5,1% tendenziale, dando un seguito all’andamento positivo già riscontrato nel corso dell’anno. Infatti nell’arco dell’intero periodo gennaio-settembre 2006 si è registrata una crescita del 4,5%. In totale nel periodo ottobre 2005-settembre 2006 si è raggiunta la cifra record di 64,9 miliardi. Secondo i ricercatori questo risultato è stato ottenu- to puntando sulla qualità, investendo sull’innovazione e concentrando l’attenzione sui mercati esteri. Tra i settori che hanno ottenuto risultati migliori ci sono quelli della meccanica, della carta, della gomma e della plastica che hanno incrementato l’export del 9,6%. Bene anche i distretti degli alimentari e delle bevande (+7,7%) e quelli dell’high-tech (+6,2%). Più moderata la crescita dei distretti dell’arredo-casa (+4,3%) e dell’abbigliamento-moda (+1,5%). Durante l’arco dell’anno, quindi relativamente al periodo gennaio-settembre 2006, i distretti con il risultato migliore sono stati quelli dell’high-tech che registrano un incremento del 10,1%, seguiti poi da quelli degli alimentari e bevande con un +9,1% e quelli della meccanica e diversi (+6,9%). Relativamente alle singole regioni, buone notizie per il Lazio: infatti il distretto dei prodotti ceramici di Civita Castellana (Viterbo) ha riscontrato un aumento del 35,5%, mentre il distretto dei prodotti farmaceutici di Latina ha registrato un +21,8%. L’export di meccatronica e della meccanica mette a segno buoni risultati in Reggio Emilia: +15% l’export delle macchine per impiego ge- nerale e +19,4% delle pompe. Il distretto varesino degli aeromobili registra invece una crescita del 25,8%. Ottimi risultati per il distretto fiorentino dell’olio d’oliva che cresce del 38% e buoni i risultati dei distretti vitivinicoli, soprattutto quello astigiano (+24,8%), quelle senese (+9,6%) e quello cuneese (+8,6%). Infine bene anche l’export maceratese delle calzature (+26,6%). Purtroppo una nota negativa proviene dal comparto orafo, che ha registrato una netta inversione di tendenza rispetto i risultati passati. S.P. (Continua dalla prima pagina - Scontri a Catania, muore un poliziotto. Il calcio si ferma, dal governo misure straordinarie) rante e prima dei match. Infatti esse non possono più vendere, “direttamente o indirettamente”, alla squadra ospitata, biglietti in blocco. E’ inoltre proibito “vendere o cedere” alla stessa persona un numero di biglietti superiore a dieci. La violazione della norma è sanzionata con un multa che può andare da 10 mila a 150 mila euro. L’attuazione di questa misura ha effetto immediato: i biglietti ceduti o venduti prima dell’entrata in vigore del decreto pertanto “non possono essere utilizzati”. E’ poi proibi- to, per la prima volta, l’ingresso nell’impianto sportivo con razzi, fumogeni e petardi, ma il divieto si estende anche al possesso di tali oggetti anche nel 24 ore precedenti e successive alla partita di calcio. Il divieto di accesso alle manifestazioni sportive preventivo (Daspo) è stato inoltre innalzato a sette anni ed esteso a coloro che sono sospettati di aver preso parte a episodi di violenza durante le partite. Il divieto non dovrebbe presupporre più soltanto l’accertamento di un reato, ma “può essere altresì disposto nei confronti di chi, sulla base di elementi oggettivi, risulta avere tenuto una condotta finalizzata alla partecipazione attiva a episodi di violenza in occasione o a causa di manifestazioni sportive o tali da porre in pericolo la sicurezza pubblica in occasione o a causa delle manifestazioni stesse”. La misura riguarda anche i minorenni già segnalati alle forze dell’ordine. Nel “nuovo” Daspo è previsto l’obbligo di firma in un comando di polizia durante la partita: per chi lo viola, sono previste condanne dai 6 mesi a tre anni di reclusione e una multa fino a 10 mila euro.. Saranno puniti inoltre i club che utilizzano steward con precedenti penali, mentre sale a 48 ore dal reato, rispetto alle precedenti 36, la possibilità di arresto in flagranza differita. Così come in rialzo sono le pene per il reato di resistenza a pubblico ufficiale, punita con il carcere da 5 a 15 anni, come anche il lancio di corpi contundenti e altri oggetti, compresi gli artifici pirotecnici. C.C. 8 FEBBRAIO 2007 UNIVERSO SICILIA Calcio, Ronaldo: Vela: Mascalzone Latino “ho detto sì al Milan perché amo le sfide” in vetrina a Napoli E’ esposta a Napoli dal 2 febbraio Mascalzone Latino Ita 55, imbarcazione del team di Vincenzo Onorato, che prenderà parte alla prossima edizione di Coppa America. Partita da Portoferraio, l’imbarcazione è arrivata a Napoli giovedì scorso, ed è in esposizione presso la Darsena Acton (Molo Beverello) in un’area a terra appositamente destinata dall’ Autorità Portuale di Napoli. Mascalzone Latino Ita 55 è una delle barche acquistate dal Team guidato da Vincenzo Onorato per l’edizione 2002/2003 dell’America’s Cup ed è appositamente stata riallestita con la stessa “livrea” che portano ora le barche impegnate a Valencia nella preparazione della 32esima edizione dell’America’s Cup. La sfida al Defender svizzero, la Société Nautique de Genève, era stata lanciata dal Reale Yacht Club Canottieri Savoia di Napoli nel marzo 2005. Con questa iniziativa Mascalzone Latino-Capitalia Team intende sottolineare il legame che lo unisce alla città partenopea e confermare che proprio a Napoli sarà presto realizzata la prima scuola di vela intitolata “Mascalzone Latino” ed indirizzata ai ragazzi meno fortunati economicamente, a partire dagli otto anni in su. L’iniziativa è fortemente voluta dal presidente del consorzio Mascalzone Latino, nonché armatore della compagnia Moby, appassionato velista ma soprattutto marinaio e napoletano: Vincenzo Onorato. “La scuola di vela - ha dichiarato Vincenzo Onorato - sarà per questi ragazzi un’occasione per sperimentare, al di là delle lezioni di vela, il lavoro di gruppo, il significato di agonismo e competizione unita ad onestà e rispetto per gli altri, nella speranza di offrire loro una grande opportunità: di dedicarsi ad uno sport, mettere passione ed impegno in qualcosa che potrebbe insegnare loro un nuovo mestiere o magari trasformarli in campioni della vela”. Un plauso particolare all’iniziativa è già pervenuto dal segretario di Stato Enrico Letta il quale, oltre a concedere il patrocinio della presidenza dei Consiglio dei ministri, ha augurato, con queste parole, il migliore successo: “Trovo estremamente meritevole far avvicinare al mondo del mare e della vela fasce più larghe di popolazione, come pure far avviare iniziative che stimolino l’attività nell’area campana. E’ certo un modo di onorare concretamente le tradizioni marinare italiane e di spronare il collegamento tra il mare e la città di Napoli, in un’ottica di sviluppo”. Gli istruttori della scuola “Mascalzone Latino” saranno tutti velisti professionisti e campioni di vela che hanno fatto di questo sport una ragione di vita. Mascalzone Latino vanta infatti una grande esperienza nel mondo della vela agonistica con i suoi 4 titoli mondiali conquistati e le tante vittorie nelle diverse classi; il suo impegno in Coppa America, ormai alla sua seconda edizione, parla di un team forte, compatto, di grande esperienza e di grande professionalità. La speranza di Vincenzo Onorato, nel proporre questa iniziativa, è che la vela anziché sport d’elite possa diventare, così come è oggi il calcio in Italia, uno sport accessibile a tutti e quindi “popolare”. G.S. Il sogno di Ronaldo e del Milan diventano realtà. Il Fenomeno è stato presentato ufficialmente il 2 febbraio al centro sportivo di Milanello alla presenza dell’amministratore delegato rossonero, Adriano Galliani. “La sfida per me è sempre stata la cosa più importante - dichiara il brasiliano -. Ho rifiutato più soldi per la sfida sportiva. Ho avuto offerte dall’Arabia, dagli Stati Uniti, o potevo restare a Madrid. Ma la sfida di venire al Milan e far vedere al mondo che la mia storia non è finita ma è una grande motivazione”. “Non ho avuto nessun dubbio prosegue Ronaldo - io ho la mia storia, che è stata bellissima. Però ora mi è capitata questa sfida e io sono contentissimo di essere qui. Ho accettato dal primo momento. Ci sono stati momenti di difficoltà nella trattativa, ma dal primo momento in cui mi si è presentato il Milan io ho accettato questa opportunità”. L’attaccante fa riferimento ai suoi trascorsi in Italia, precisamente all’Inter: “A Milano mi sono trovato bene per 5 anni, ho ancora tanti amici qui. E poi giocare al Milan è una gioia, un sogno per qualsiasi giocatore. Sicuramente mi aspetto rispetto dalla gente - dice il centravanti quella che è stata con me e che ora ovviamente non ci sarà più. Ma il rispetto è la cosa più importante, la mia storia con l’Inter è stata bellissima ma è finita male. Sono stato venduto quasi per obbligo dell’allenatore, è finita lì. Ora sono tornato per una nuova sfida, una sfida eccitante, spero di fare benissimo per i tifosi. Con Moratti ho sempre parlato, non ho mai smesso di rispondergli. Non credo che le sue ultime chiamate fossero per portarmi all’Inter, comunque è tutto passato”. “Ognuno sceglie la sua strada, io ho scelto la Sci: per l’Italia arriva il primo oro mondiale della storia nel Superg Una partenza migliore per i colori azzurri ai mondiali di sci di Aare, in Svezia, non la si poteva proprio prevedere. Dopo i rinvii delle gare che hanno caratterizzato le prime giornate, infatti, il 6 febbraio finalmente la parola è passata agli atleti con il SuperG maschile e subito, inatteso, è arrivato il sigillo italiano. La firma sull’impresa è di Patrick Staudacher, splendido primo nonostante i favori della vigilia indicassero tutt’altri nomi, anche all’interno della stessa squadra azzurra. Ma mentre le luci della ribalta attendevano Peter Fill, a sorpresa è comparso il ventiseienne carabiniere di Colle Isarco, mai sul podio in carriera in Coppa del mondo, che ha addomesticato la pista Olympia con una prova perfetta. Preciso in ogni curva, Staudacher ha interpretato al meglio la gara, tanto da rifilare al veterano Fritz Strobl, medaglia d’argento, 32 centesimi e a Bruno Kernen, bronzo, 62 centesimi. L’oro vinto in Svezia rappresenta la prima medaglia iridata maschile dell’Italia nella storia della disciplina, ed è il giusto coronamento di una carriera che sinora non aveva regalato troppe gioie a Patrick, vittima di una serie di infortuni, il più grave dei quali gli è capitato due anni fa, quando subì il trapianto della cornea. Le cose non sono andate invece bene a Fill: l’altoatesino ha attaccato ma si è fatto prendere dalla frenesia concludendo al quattordicesimo posto. Dalla sua comunque c’è l’ulteriore chance che potra giocarsi sabato in discesa. Positiva la prova di Massimiliano Blardone, non uno specialista, sedicesimo a 1”08 dal vincitore e mai così in alto in supergigante. Werner Heel, ultimo del quartetto azzurro, è arrivato ventisettesimo a 1’’44. Fra i grandi delusi della giornata c’è sicuramente Bode Miller, autore di una prova piena di errori al punto da chiudere solo ventiquattresimo. Male, almeno rispetto al suo potenziale, anche Hermann Maier, che ha chiuso settimo. Entusiasta Staudacher a fine gara. “Non ho sbagliato nulla – ha raccontato a caldo il carabiniere - La neve era aggressiva ma non ho avuto problem i . M i sembra di vivere un sogno. Partire con il pettorale numero 12 in questo genere di gare è vantaggioso, però sono contento perchè ho saputo cosa fare in ogni tratto del tracciato. Penso che impiegherò parecchio tempo per rendermi conto della portata della mia impresa”. Meno contento personalmente Peter Fill, che però la prende con filosofia e gioisce per il compagno. “L’importante è che l’Italia abbia trionfato – ha commentato –. Complimenti a Patrick, ha sciato molto bene in condizioni difficili. La neve non perdonava nulla, non potevamo iniziare meglio. Da parte mia ho sbagliato tanto, volevo strafare e ho tagliato troppo in curve dove invece bisognava assecondare la pista. Però ho dato tutto ed è ciò che conta. Sono già concentrato sulla discesa”. Soddisfatto della prova Massimiliano Blardone, strada del Milan e spero di far benissimo per questa società e questa gente che mi ha accolto con un affetto incredibile chiarisce Ronie - Auguro a Moratti o a chi si sente offeso ‘buona fortuna’ per la loro vita. Io seguo la mia strada”. La talentuosa punta carioca lancia qualche frecciata al suo ex tecnico Fabio Capello e ad Arrigo Sacchi, che nei giorni scorsi aveva manifestato le sue titubanze sulla compatibilità tra Ronaldo e l’ambiente rossonero: “Io le regole le ho sempre rispettate, ovunque. Gli allenamenti li ho sempre fatti, non capisco certe dichiarazioni di Sacchi. Ma la gente parla, ci sta. Nella mia storia vanto tantissimi trofei, e nessuno mi è stato regalato. Ho conquistato tutto con il mio sudore e il mio sacrificio, e spero di farlo ancora. Io e Capello non abbiamo avuto problemi, solo che lui non ha mai avuto fiducia in me, non mi faceva giocare e non mi diceva nulla, anche perché io non ho chiesto niente. E’ brutto, e triste”. Poi il Fenomeno fa ancora riferimento all’Inter: “A me non interessa cosa dicono dall’altra parte, mi scuso ma non mi interessa, io sono qui adesso. Non ho ancora sentito Vieri ma lo sentirò presto. Ora c’è confusione e sto cercando casa, ho fatto dei documenti, mi sto allenando tanto e non ho ancora avuto il tempo di vedere i miei amici”. “Ho sentito Berlusconi, sono contentissimo di aver parlato con lui. La partita contro la Roma non è andata bene, ma io sono sicuro che le cose cambieranno”. L’ultima battuta di Ronaldo è sulla sua nazionale: “Non ho parlato con Dunga, ma il mio futuro in nazionale non penso dipenda da una conversazione ma da quello che farà in campo. Spero di poter giocare la Coppa America, ma il primo obiettivo è far bene al Milan - conclude Ronie - In nazionale poi prendono chi fa bene con il club”. R.P. UNIVERSO SICILIA Editore: AIC - INPAL Sede: Via Dante, 130 - 90100 Palermo Direttore responsabile: Vincenzo Castiglione Vice Direttore: Giuseppe Miraglia Hanno collaborato: Carmelo Ambra - Giuseppe Miraglia Orazio Sciortino - Pasqualino Santoianni Francesco Forte - Pasquale Santoianni Chiuso in redazione il 20 Febbraio 2007 Amministratore: Alfredo Torrisi Questo periodico viene spedito in: Australia, Argentina, Belgio, Francia, Germania, Grecia, Olanda, Spagna, Gran Bretagna, Irlanda, Ungheria, Brasile, Stati Uniti, Luxembourg, Venezuela. cui toccava il compito di scaldare le gambe in vista del Gigante, gara in cui potrà mettere nel mirino una medaglia. “E’ la mia migliore prestazione in supergigante, mi consente di recuperare punti nella classifica di merito - dice il piemontese -. Ho commesso qualche piccolo errore ma ci può stare. Staudacher ha fatto una gara impressionante, ha sciato magnificamente. Il nostro inizio non poteva essere più dolce”. T.A. Stampa: Tipo-Lito Placido Dell’Erba 95033 Biancavilla (CT) - Via Imperia, 15 - Tel. 095.985167 - Fax 095.985414 Segreteria editoriale: 95124 Catania - Piazza S. Maria di Gesù, 3 - Tel. 095.311547 - Fax 095.7153840 Abbonamento e sottoscrizioni volontarie di sostegno: Versamento C.C.P. N. 14577951 intestato a ”Universo Sicilia” - Adrano - Tel. 095.769.29.46 Abbonamento annuale per i Soci € 6,23 € 12,45 Abbonamento ordinario Abbonamento sostenitore € 51,88 Iscrizione al N° 748 del registro stampa del Tribunale di Catania del 28/3/1989 Iscritto al ROC n. 4012 del 21-11-2001 Le inserzioni riportate nelle pagine di questo periodico costituiscono servizio senza corrispettivo ai sensi dell’art. 3, primo comma, del D.P.R. 26/10/72 n. 633. Associato al FUSIE Federazione Unitaria della Stampa Italiani all’estero Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana SULLA RISERVATEZZA DEI DATI PERSONALI Ai sensi del D. 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