TAXE PERÇUE
TASSA RISCOSSA
Periodico Mensile dell’INPAL per i Siciliani nel Mondo - Anno XVIII - N. 2 FEBBRAIO 2007 - P.I. Spedizione in A.P. - 45% - Art. 2 comma 20/B - Legge 662/96 D.C.I. Sicilia Prov. CT
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Scontri a Catania, muore un poliziotto.
Orlando stravince
Il calcio si ferma, dal governo misure
primarie Unione col 72%
straordinarie
Sindaco Palermo
Leoluca Orlando ha stravinto con il 72% dei consensi
le primarie del centrosinistra a
Palermo e sarà dunque il candidato dell’Unione a sindaco di
Palermo nelle amministrative di
primavera. Orlando, di Italia dei
Valori, sostenuto anche da Margherita, Udeur e Sdi, ha raccolto 11.919 voti con un’investitura
molto ampia che lo lancia nella
corsa per cercare di riconquistare Palazzo delle Aquile, dov’è stato già sindaco per un totale di 11 anni, dal 1985 al 1990
e dal 1993 al 2000. Molto staccati gli altri due candidati alle
primarie: Alessandra Siragusa,
presidente locale dell’associazione Emily e appoggiata dai
Ds, ha avuto 3.887 suffragi pari
al 20,11% mentre l’eurodeputato di Rifondazione comunista,
Giusto Catania, con a fianco oltre che suo partito anche Pdci e
Primavera siciliana, si è fermato
al 7,88 % e 1.523 voti. L’affluenza alle urne, nei 26 gazebo approntati nella varie circoscrizioni
elettorali della città, è stata in
linea con l’obiettivo di 20 mila
partecipanti che l’Unione si era
prefisso: a votare sono 19.445
sostenitori del centrosinistra.
C’è un calo comunque rispetto
ai 22.119 elettori che si erano
espressi alla consultazione per
scegliere il candidato presidente della Regione (aveva vinto
Rita Borsellino), e una contrazione ancora maggiore rispetto
ai 25.290 che erano andati a votare alle primarie nazionali che
avevano confermato la leadership di Romano Prodi.
P.S.
Il grande comunicatore
vittima della comunicazione
E chi mi
duce che la sig.
ra Veronica Lario in Berlusconi stanca, stufa
e forse anche
delusa di un
marito straordinariamente innamorato di sé
non abbia, con
le sue bagattelle, fatto traboccare il vaso
inducendola a fare quello che ha
fatto, financo di negargli persino
di recarsi a casa se non fossero
arrivate le scuse pubbliche ?
In casi come questi non è
semplice scrutare i segreti motivi che si nascondono all’interno
di uno stato d’animo travagliato
da una disperazione che matura
nel tempo. Viviamo in un epoca
in cui i conflitti prendono corpo
all’interno della famiglia. Mariti
traditi dalle mogli, mogli depresse dall’arroganza dei mariti, figli
che si rivoltano contro i genitori,
fidanzate e fidanzati frustrate da
reciproche incomprensioni trasformano i loco comportamenti
in atti delittuosi e quindi in reati
che vengono quotidianamente
consumati nell’ambito delle mure
domestiche.
Berlusconi vanta un patrimonio economico di uomo più ricco
d’Italia; Berlusconi può far valere
un bagaglio di gaffe a livello planetario i cui effetti mediatici sono
sotto i riflettori del mondo; Berlusconi ha un repertorio di barzellette, di battute scherzose che
neppure un cabarettista navigato sarebbe in grado di far valere.
S c h e r zi, galanterie,
corteggiamenti
di ogni colore
e sapore costituiscono il voluminoso dossier
che caratterizza
l’uomo pubblico
Berlusconi.
In ogni caso
Berlusconi ha
un primato che
è unico e appartiene solo ed esclusivamente a
lui: tute le dichiarazioni politiche
pubbliche sono sempre suscettibili di essere rimaneggiate, rivedute e corrette perché, dice lui,
non sono capite o sono fraintese.
Persino Taiani uno fra i più vicini
collaboratori dell’ex premier si è
lasciato andare dichiarando “Silvio è uno che cambia di continuo.
Ovvia la preoccupazione ma la
concorrenza fa bene”. La battuta
di Taiani era riferita all’investitura
di Fini alla guida della Casa della Libertà. Se tentiamo un piccolo raffronto fra la reazione di Fini
per l’incoronazione decisa dal
Gran Capo è forse legittimo pensare ad una situazione di intollerabile malessere in casa Berlusconi, sfociata nella lettera della
sig.ra Lario alla stampa.
Se delle battute di Berlusconi
non ne possono più Fini, Casini e
Bossi oltre ai suoi più vicini compagni, a maggior ragione la signora Veronica non poteva nonribellarsi nel modo più mediatico
possibile, al punto di battere il
marito sul terreno della comunicazione.
V.C.
Il calcio italiano si è fermato
per una settimana, con uno stop
che ha riguardato ogni partita
dalla serie A ai dilettanti, compresa la Nazionale campione
del mondo. Il derby di sangue
tra Catania e Palermo del 2 febbraio, costato la vita all’ispettore di polizia Filippo Raciti, ha
scosso il mondo del pallone:
un vertice straordinario in Federcalcio convocato d’urgenza
subito dopo i disordini dal commissario Luca Pancalli, aveva
fatto decidere l’immediato blocco del turno in programma nel
primo week end del mese di
tutte le serie. Mai l’Italia aveva
preso una decisione così drastica. L’unico precedente di una
domenica senza campionato
dodici anni fa, per la morte di
Vincenzo Spagnuolo, il tifoso
del Genoa ucciso con una coltellata prima di un Genoa-Milan:
ma quello del 5 febbraio 1995
fu un blocco simbolico e di una
giornata. A dar la misura della gravità della situazione, l’intervento preoccupato del capo
dello Stato, Giorgio Napolitano,
che ha voluto far sentire la sua
voce dopo la tragedia di Catania. La morte del funzionario di
polizia e l’incredibile pomeriggio
da guerriglia urbana di Catania
sono un colpo tremendo a tutto il calcio italiano, già prostrato
da Calciopoli. Per questo, deve
esser stata la convinzione della
Federcalcio, l’unica soluzione
possibile era lo stop immediato
Il provvedimento del blocco è
stato deciso all’istante in serata da Pancalli, dopo un consulto
telefonico con il presidente del
Coni, Gianni Petrucci, che aveva avallato qualsiasi decisione
dei vertici federali. “Così io non
vado più avanti - aveva detto il
commissario straordinario della
Federcalcio - la prima decisione
l’abbiamo presa all’istante appena saputa la tragica scomparsa
dell’agente. Seguiranno gli approfondimenti del caso e il ministro Melandri mi ha detto che
si aprirà un tavolo d’emergenza,
lei che aveva già parlato con il
ministro Amato e con Prodi”. Si
tratta di uno stop a tempo indeterminato: “Non si ripartirà fino a
quando non verranno fermati i
facinorosi. Si tratta di delinquenza e come tale va combattuta”.
E il governo ha risposto con
un decreto legge varato dal
Consiglio dei ministri riunitosi
in seduta straordinaria il 7 febbraio. Nei tredici punti del de-
Nelle foto sopra: alcune immagini dei disordini subito dopo l partita.
Sotto: i funerali all’ispettore di polizia Filippo Raciti.
creto viene confermato che gli
stadi non a norma resteranno
chiusi al pubblico: è una situazione che riguarda tantissime
strutture in Italia e tra questi ci
sono anche il Meazza di Mila-
no e il San Paolo di Napoli. Le
società dovranno farsi carico
della sicurezza degli stadi duContinua a pag. 7
C.C.
UNA DOVEROSA PUNTUALIZZAZIONE
DUE PROPOSTE DI LEGGE
L’Amministrazione Mancuso responsabile
del degrado ambientale
Piscitello-Latteri (DL):
Un casinò in ogni regione,
anche a Taormina
COMUNICATO
a cura della Sezione P.S.D.I.
Via Greco, 2 - 95031 ADRANO
Adrano – Da un sommario esame del “Protocollo per L’ambiente” lanciato dall’U.D.C. e recapitato alle forze Politiche, e alle
organizzazioni sociali del volontariato salta subito all’occhio di
chi legge una considerazione le cui conclusioni non possono
non tenere conto delle sistematiche omissioni dell’Amministrazione comunale e delle responsabilità del Sindaco in tema di devastazione dell’ambiente, di degrado del sottosuolo al punto di
inquinare le falde acquifere, dell’inadeguatezza del sistema fognario, di assoluta mancanza di interventi amministrativi contro
l’inquinamento magnetico, dell’inquinamento acustico, nonché
dei mancati provvedimenti per debellare le discariche abusive
dei rifiuti inerti e dei rifiuti solidi urbani.
Il fenomeno del degrado ambientale nel nostro territorio è
talmente diffuso da non lasciare alcun dubbio sulle responsabilità dell’Amministrazione a guida U.D.C.
Andiamo per ordine nell’esame dei punti indicati nel Protocollo dell’U.D.C.: punto 1) cosa ha fatto il Sindaco di Adrano per
“sostenere nel territorio uno sviluppo ecocompatibile”; punto 2)
cosa ha fatto il Sindaco Mancuso per la “prevenzione severa e
rigorosa all’inquinamento ed ai suoi effetti nocivi per la salute”;
punto 3) cosa ha fatto il Sindaco e l’UDC per impedire il “transito,
il trasporto e la lavorazione dei rifiuti speciali e speciali pericolosi nel territorio di Adrano”; quali iniziative di prevenzione e di
salvaguardia dell’ambiente può vantare l’UDC, il sindaco Mancuso e la maggioranza amministrativa per la difesa della salute
dei cittadini?; Cosa aspetta il partito del Sindaco per sottoporre
all’approvazione del Consiglio comunale maggiori competenze
alla VI commissione consiliare?; a che serve l’inutile proposta di
costituire un “fondo” senza che il proponente sia capace e consapevole della gravità della situazione venutasi a determinare
per l’incapacità degli amministratori dell’UDC.
La Sezione
I deputati della Margherita Rino Piscitello, dell’esecutivo nazionale, e Ferdinando Latteri, componente della VII Commissione (Cultura,
Scienza e Istruzione) della Camera dei Deputati, hanno presentato
alla Camera due proposte di legge sulle case da gioco, una a carattere nazionale, l’altra a carattere regionale. La prima, “Norme per l’istituzione e la gestione di case da gioco sul territorio italiano ai fini della
regolamentazione del gioco d’azzardo”, regolamenta per la prima volta il settore, legalizzando i casinò con l’istituzione di nuove strutture
distribuite sul territorio nazionale. La seconda, “Istituzione di una casa
da gioco nel comune di Taormina”, dà appunto il via alla creazione
di un casinò in Sicilia. “In Italia – dichiarano gli onorevoli Piscitello e
Latteri – si registra da tempo una difficoltà a disciplinare complessivamente la materia. Il nostro Paese, in forte ritardo rispetto a molti altri
in Europa, ha avuto una posizione contraddittoria prevedendo, da un
lato, il divieto generale per il gioco d’azzardo e, dall’altro, legittimando
l’esercizio delle scommesse e anche del gioco d’azzardo attraverso le
quattro case da gioco ubicate tutte nel nord Italia (San Remo, Campione d’Italia, Venezia e Saint Vincent), in ragione del fatto che i proventi costituiscono entrate patrimoniali dello Stato”.
“Bisogna considerare inoltre – proseguono Piscitello e Latteri
– l’incremento negli ultimi anni delle più svariate forme di gioco e
scommesse. Ed è importante allora regolamentare con chiarezza la
materia. La nostra proposta di legge prevede l’istituzione di nuove
case da gioco, una in ogni regione. Riteniamo che possano rappresentare un elemento trainante del turismo del nostro Paese e un
contributo alla creazione di nuove opportunità lavorative. Proprio in
quest’ottica si inserisce l’altro nostro disegno di legge sulla realizzazione di un casinò a Taormina: sarebbe così possibile convogliare
ingenti flussi di risorse verso canali leciti che incrementano lo sviluppo sociale, economico e turistico della Sicilia”.
U.S.
2
FEBBRAIO 2007
UNIVERSO SICILIA
Berlusconi:
“i gay stanno tutti dall’altra parte”
Sono gli omosessuali gli ultimi protagonisti delle battute di
Silvio Berlusconi. “I gay sono tutti
dall’altra parte”, assicura il leader di Forza Italia, intervenendo
ad un’iniziativa per la campagna
elettorale del candidato sindaco
di centrodestra a Monza, Marco
Mariani. Il secondo nome di quest’ultimo è Maria, motivo che ha
indotto Berlusconi a lasciarsi andare alle sue ironie. “A me Marco Mariani piace anche perché
ha come secondo nome Maria, il
che dimostra che ha un intuito simile a quello delle signore. E’ positivo perché le donne capiscono
cose che noi uomini non capiamo. Gli uomini arrivano sempre
dopo. Le donne hanno più intuito, quell’intuito tipicamente femminile che non hanno gli uomini
e nemmeno i gay. Ma i gay - ha
concluso il Cavaliere - sono tutti
dall’altra parte”. E’ evidente nelle parole dell’ex premier un riferimento alla recente polemica
pubblica con la moglie Veronica
Lario, seguita alla pubblicazione sul quotidiano Repubblica di
una lettera aperta in cui la donna chiedeva pubbliche scuse al
marito per alcuni comportamenti
ritenuti volgari e offensivi della propria dignità. La moglie di
Berlusconi aveva stigmatizzato
L’ex premier Silvio Berlusconi.
le avance fatte dal leader forzista ad alcune soubrette durante
la cena di Mediaset seguita alla
cerimonia di assegnazione dei
Telegatti. Del resto, il Cavaliere
è tornato sulla spinosa querelle già il 6 febbraio, durante l’iniziativa in sostegno al candidato
sindaco di Monza. Poggiando la
mano sulle spalle di quest’ultimo, Berlusconi ha detto: “Come
vedete siamo due vecchietti. Se
fossimo delle donne per noi andrebbe meglio, visto che esistono le creme, la chirurgia estetica,
ecc. Ma certe cose non posso più
dirle”, ha concluso ironicamente.
Poco prima aveva anche scher-
zato con i giovani presenti, ricordando come alla loro età “era già
un centravanti di sfondamento e
oggi mi sento più giovane di molti di voi che siete qui in sala”. Le
dichiarazioni dell’ex presidente
del Consiglio sugli omosessuali hanno provocato subito una
serie di reazioni. “Magari fosse
vero”, ha detto Franco Grillini,
deputato dell’Ulivo e presidente
onorario dell’ArciGay. “Diciamo
che è vero in parte. Di certo i gay
non votano per i partiti clericali,
ma dalle ricerche che abbiamo
fatto noi sotto elezioni, c’è una
parte consistente che vota per il
centrosinistra e c’è un’ulteriore
parte che vota per il partito Radicale o Rosa nel Pugno. C’è però
una consistente minoranza che
continua ad esprimere il suo consenso per Forza Italia e An. Proprio per questo, ribadisco, magari Berlusconi avesse ragione”. “E
in ogni caso - ha chiosato il deputato - lavoro perché la profezia di
Berlusconi si avveri”. Parole simili arrivano da Anna Paola Concia
e Andrea Benedino, portavoci
nazionali di GayLeft, la consulta
lgbt dei Ds. “Ringraziamo il presidente Berlusconi – scrivono i
dirigenti di GayLeft - che con le
sue ultime esternazioni a proposito dei gay, ha certamente
convinto i tanti omosessuali che
votano per la CdL a cambiare
e a passare dalla parte giusta”.
Scherza ma non troppo anche
il capogruppo dei Verdi alla Camera, Angelo Bonelli. “Berlusconi è incappato in un’altra caduta
di stile – afferma Bonelli - ma al
suo posto non sarei così sicuro
che i gay stiano tutti a sinistra.
Il leader di Forza Italia si guardi
intorno, anche tra i suoi uomini
più fidati, che proprio etero non
sono. Da oggi ci auguriamo che
passino tutti nell’Unione. Questa
infelice battuta dimostra che si
farebbe qualunque cosa per fermare la legge sulle unioni civili”,
conclude l’esponente verde. Più
severo Pino Sgobio, capogruppo
del Pdci alla Camera. “Di sicuro
queste ‘battute’ non fanno ridere.
Fortunatamente il Parlamento
non è il ‘bagaglino’ e, con rigore e
serietà, auspichiamo che approvi la legge sulle coppie di fatto”,
insiste Sgobio. Ma anche dall’opposizione si ironizza sulle esternazioni berlusconiane. “Domani
sarà la prima notizia”, profetizza
ancora incredulo il leader Udc
Pier Ferdinando Casini, aggiungendo che Berlusconi “sarà costretto a scrivere un’altra lettera
di scusa...”.
Elisant
Scuola: dal Ministero parte la campagna “smonta il bullo”
“Bullismo, teppismo, violenza, guerriglia, atti di vera e propria
barbarie giovanile: qualsiasi azione di contrasto rischia di rimanere
incompiuta se non la affiancheremo con una vera e propria offensiva educativa per i nostri giovani”: è
quanto ha dichiarato il 5 febbraio il
ministro della Pubblica Istruzione
Giuseppe Fioroni presentando al
ministero la campagna nazionale
contro il bullismo. Le linee di indirizzo del ministro sono contenute
in una Direttiva di 13 pagine inviata
a tutte le scuole ma che è anche il
frutto del lavoro di proposta che le
stesse scuole hanno fato arrivare
in questi mesi. “La scuola - scrive
Fioroni - è il terminale ultimo su cui
convergono tensioni e dinamiche
che hanno origine complessa nel
nostro sistema sociale, compreso il bullismo, e rappresenta una
risorsa fondamentale, l’istituzione
preposta a mantenere un contatto non episodico ed eticamente
strutturato con i giovani”. Nel dettaglio la campagna prevede l’istituzione di venti Osservatori permanenti, di un numero nazionale
(800-66.96.96), di un sito internet
informativo (www.smontailbullo.it)
oltre che un massiccio intervento in fase di informazione e sensibilizzazione e un inasprimento
delle sanzioni più severe, accompagnate da percorsi di recupero.
Sottolineando che “per prevenire
e contrastare efficacemente fenomeni di bullismo, si deve sostenere e valorizzare il ruolo degli insegnanti, dei dirigenti scolastici e di
tutto il personale tecnico ed ausiliario che, quotidianamente e senza ‘fare notizia’, svolge un’azione
impegnativa per la realizzazione
della funzione educativa che ciascuna istituzione scolastica autonoma è chiamata ad assolvere”, il
ministro ha spiegato che il compito
di individuare la strategia migliore
per “smontare il bullo” spetterà a
ogni singola scuola, sulla base del
Piano per l’offerta formativa. La
lotta al bullismo si snoderà attraverso sei direttive: una campagna
di comunicazione differenziata rivolta agli studenti, ai dirigenti scolastici, ai docenti, al personale ATA
e alle famiglie, che preveda azioni
mirate per ogni ordine e grado di
scuola, e che coinvolga stampa,
radio e televisione; un Osservatorio permanente in ogni Regione
istituiti con fondi appositi presso
gli Uffici Scolastici Regionali, con
il compito di lavorare in stretta collaborazione con le istituzioni locali
per la realizzazione di attività e per
la valorizzazione del patrimonio di
buone pratiche e di competenze
che si sono sviluppate nel territorio; il numero verde nazionale con
10 postazioni di ascolto seguite da
una task force di esperti (psicologi, insegnanti, genitori e personale
del ministero) cui segnalare casi,
chiedere informazioni generali sul
fenomeno e su come comportarsi
in situazioni critiche; il sito internet
come punto di raccordo, di raccolta e divulgazione delle informazioni utili provenienti dagli osservatori e dagli operatori del numero
verde, nonché come vetrina per
le azioni e le campagne promosse dalle scuole; più attenzione alle
sanzioni che saranno anche più
aspre; ed educazione dei giovani
all’uso dei media, soprattutto delle
rete informatiche. In particolare il
fronte delle sanzioni prevede che,
DEMOGRAFIA
anziché espellere lo studente, trasferendo il problema alle famiglie,
si cerchi di responsabilizzare il ragazzo. La sospensione non dovrà,
in ogni caso, durare più di 15 giorni, con possibilità di deroga solo
in due casi di particolare gravità:
quando siano stati commessi reati
e quando ci sia pericolo per l’incolumità delle persone. Qui lo Statuto
riconosce la possibilità di ricorrere
ad un “rimedio estremo” e la durata dell’allontanamento “è commisurata alla gravità del reato ovvero
al permanere della situazione di
pericolo”. Rivoluzione anche per
quanto riguarda l’approccio alle
nuove tecnologia. Il ministero promuoverà infatti una serie di azioni tese ad educare gli studenti sul
corretto utilizzo di internet e delle
nuove tecnologie, con particolare
attenzione “all’acquisizione di un
utilizzo critico e competente degli
strumenti di comunicazione e di
intrattenimento e all’esigenza di
far acquisire agli studenti il significato e il rispetto del diritto alla privacy propria e altrui”.
A tal fine sarà promosso una
campagna di comunicazione volta
a sensibilizzare i genitori alla scelta dei videogiochi ponendo attenzione alla classificazione PEGI, il
codice di autoregolamentazione
adottato su scala europea dalle
ditte produttrici di videogame.
Non a caso una delle frontiere delle prevaricazione più preoccupanti è proprio il cosiddetto
“cyberbullismo”. “E’ la forma di
prevaricazione che non consente
a chi la subisce di sfuggire o nascondersi e coinvolge un numero
sempre più ampio di vittime. E’ in
costante aumento e non ha ancora un contesto definito – spiega
Fioroni -. Ciò che appare rilevante è che oggi non è più sufficiente
educare a decodificare l’immagine perché i nuovi mezzi hanno
dato la possibilità a chiunque non
solo di registrare immagini ma anche di divulgarle. Di conseguenza
la prevenzione ed il contrasto al
bullismo sono azioni ‘di sistema’
da ricondurre nell’ambito del quadro complessivo di interventi e di
attività generali. Uno strumento
insostituibile e centrale per affrontare questi fenomeni è lo studio
delle materie curricolari che fornisce agli studenti le capacità per
una decodifica approfondita della
realtà insieme alla proposta di attività strutturate e coerenti con il
percorso di formazione.
Il valore educativo dell’esperienza scolastica, infatti, comprende e supera la sola acquisizione di
conoscenze e competenze”.
L.N.
GLI UOMINI NON CAMBIANO,
I TEMPI SI
MANCUSO
SINDACO
FESTAIOLO
CI FECE SOGNARE
UNA ADRANO
“BELLA DI GIORNO”
E DI NOTTE”!!!
MANCUSO
SINDACO SOSPESO
E RIAMMESSO CI HA
REGALATO UNA CITTÀ
SPORCA DI NOTTE
E DI GIORNO!!!
Sciuscià e Giuggiolone.
Dai siciliani del Nord America
raccolta fondi per Raciti
“La Confederazione dei
Siciliani del Nord America
nel condannare gli atti teppistici verificatesi a Catania,
il giorno 2 febbraio, in occasione del derby di calcio
Catania–Palermo, durante il
quale ha perso la vita l’ispettore di Polizia Filippo Raciti,
si unisce al dolore e invia un
messaggio di solidarietà e di
cordoglio alla famiglia Raciti,
alla città di Catania, alla comunità catanese e siciliana,
L’ispettore di Polizia
alle forze dell’Ordine, con la
Filippo Raciti.
speranza che atti barbarici
del genere non si ripetano mai più e che lo Sport continui a vivere sconfiggendo la violenza rappresentata sempre e per fortuna
dalla stragrande minoranza e che purtroppo ha dato, ancora una
volta, un immagine distorta in tutto il mondo del popolo siciliano
e italiano”.
Così si legge nella nota diramata da Vincenzo Arcobelli della Confederazione Siciliani del Nord America, aggiungendo che
“uno dei fondatori della Confederazione Siciliana del Nord America, quale Tony Di Piazza ha promosso una iniziativa di solidarietà,
in collaborazione con la Federazione Italo-Americana di Brooklyn
e Quens, il Comites di NY-CT , il quotidiano “America Oggi”, e il
Senatore Maltese, attraverso una manifestazione artistica e musicale dal titolo “Contro la violenza negli stadi”, il cui ricavato sarà
devoluto alla Famiglia di Filippo Raciti”.
U.S.
In Europa meno figli e vita più lunga
L’ultimo documento pubblicato dall’osservatorio statistico di Bruxelles sulla tendenza demografica della società europea e sull’immigrazione conferma il progressivo invecchiamento della popolazione e il costante calo
del tasso di nascite negli ultimi quarant’anni: dal 2.6
bambini a famiglia all’attuale 1.5. I dati testimoniano che
gli europei vivono più a lungo, lavorano meno e possiedono una migliore qualità di vita, mentre i giovani hanno sempre più seri problemi a trovare un lavoro e l’indipendenza dalla famiglia. Questo fenomeno demografico,
che colpisce in maniera generale l’insieme dell’Unione,
influisce, naturalmente, su molti aspetti dell’economia
e della società europea: dal sistema sanitario a quello
pensionistico passando dalla complessa struttura scolastica messa in piedi con il progetto di una formazione
lungo tutto l’arco della vita. I cittadini europei sono attualmente 457 milioni in totale, più o meno il 7% della
popolazione mondiale, e vivono in media, nel caso delle
donne, nove anni in più e sette nel caso degli uomini,
grazie, soprattutto, a migliori metodi sanitari. A tale cifra
globale corrisponde un 21.7% di cittadini che superano
i 60 anni e un 22.5, invece, che non hanno ancora compiuti i 20 anni. Quasi un pareggio che contrasta, e molto,
con i dati registrati qualche decennio fa, quando gli anziani non toccavano la soglia del 15% e i giovani raggiungevano la percentuale del 32.9%. Tuttavia, la popo-
lazione in Europa è in crescita dagli anni ‘90. Un piccolo
paradosso che ha la sua spiegazione nei flussi migratori
internazionali che hanno scelto l’Unione europea quale
meta per costruire il futuro. Una parabola che rischia di
mettere sotto scacco i sistemi sanitari e pensionistici se
non si opera un cambiamento di rotta puntando verso il
principio di una solidarietà tra le generazioni, in modo da
assicurare un migliore equilibrio nella distribuzione dei
benefici dello sviluppo economico. Un cammino che rischia di fallire se non si mette mano a una riforma del sistema pensionistico ma anche riducendo e ottimizzando
i costi sempre più alti del sistema sanitario.
Francesco Forte
UNIVERSO SICILIA
CINEMA
Festival
Taormina;
Deborah Young
direttore artistico
E’ Deborah Young il nuovo
direttore artistico del “Festival
internazionale del cinema di
Taormina”, quest’anno giunto
alla sua 53esima edizione, che
come tradizione si svolgerà per
una settimana nel teatro greco della cittadina a partire dalla
seconda metà di giugno. Young,
che ha lavorato per cinque anni
a fianco dell’uscente direttore artistico Felice Laudadio come vicedirettore, è stata nominata dal
comitato di Taormina arte, costituito dal sindaco di Taormina
Carmelantonio D’Agostino, dal
presidente della Provincia di
Messina Salvatore Leonardi e
dal sindaco di Messina Francantonio Genovese. “Darò vita ad un
festival che rispetterà la tradizione - dice - rappresentato per eccellenza dalle ‘lezioni di cinema’,
diventate ormai un must della
manifestazione; ma con apertura
anche all’innovazione e all’internazionalizzazione di Taormina.
Penso, infatti, che questo festival
abbia tutti i requisiti per diventare
un punto di riferimento al pari di
Cannes e Venezia”. Per questo
Young pensa di dedicare, all’interno del festival, “sezioni destinate unicamente a produzioni
dei paesi del Mediterraneo - continua - del Medioriente e dei Paesi arabi. Il mio scopo è doppio: rivalutare filmografie come quella
iraniana, ancora poco conosciute, e dare vita ad una ‘cordata’ filmografica del Mediterraneo per
la quale Taormina si configuri
come la sede cultural-cinematografica di riferimento”. Alla filmografia americana sarà destinata,
invece, una sezione ad hoc ‘Oltre
il Mediterraneo’. Tra i propositi di
Young c’è anche quello di ripristinare i cortometraggi siciliani “per
dare spazio - spiega - anche ai
giovani produttori dell’Isola e invogliarli a non abbandonare la
Sicilia né come sede di produzione né come location”. Il festival quest’anno prevede anche la
realizzazione di una retrospettiva completa delle opere del
regista Giuseppe Tornatore, tra
cui 8 cortometraggi, documentari, spot pubblicitari e una mostra
inedita di 80 fotografie realizzate sul set del film “Nuovo cinema
paradiso”. “Si vuole realizzare un
lavoro di alta qualità - dice Ninni
Panzera, segretario generale di
Taormina arte - Per questo sarà
probabilmente ripristinata la manifestazione ‘I nastri d’argento’
che si svolgeranno subito dopo
il festival, ma in sinergia mantenendo una loro identità e autonomia”.
Scop - Tach
FEBBRAIO 2007
A proposito delle
“Unioni di fatto”
di PIETRO CASTIGLIONE
“Affondo” del Papa verso le
Unioni di fatto in un convegno
culturale sul diritto naturale all’Università “Lateranense”, ma
non di questo mi occuperò. Su
questo argomento numerosi articoli utili e pregevoli, e tuttora
molti gli autori che riespongono
contrapposte opinioni sulla controversa questione, a cui sono
interessati i politici, i devoti, i credenti, i cittadini interessati all’iter
parlamentare del disegno di legge presentato dal Governo sui
“Dico”.
Mi occuperò di un modestissimo episodio; in una trasmissione televisiva (Otto e Mezzo)
due filosofi “d.O.c.”, uno, il prof.
Marcello Pera, se-dicente ateo
devoto, l’altro, il prof. Galli della
Loggia, ordinario nell’Università
cattolica “San Raffaele” di Milano, nel corso dell’incontro di critica “unioni di fatto”, posero alla
giornalista Ritanna Armeni, la
domanda se ritenesse normale
una coppia incestuosa. La giornalista rispose che a suo parere
l’incesto era un “tabù”.
La risposta fu ritenuta erronea dai due interlocutori, per i
quali, in virtù delle loro convinzioni, l’incesto contraddiceva la
legge naturale.
Io non sono interessato a
sapere quale insegnamento impartiscono i due filosofi ai loro
discepoli in materia di diritto naturale, quello predicato dal Papa
oppure il “giusnaturalismo”. Per il
Papa la fonte unica ed esclusiva
della legge naturale è il Creatore,
d’altronde la Chiesa ha insegnato da sempre che il diritto naturale si identifica con i 10 Comandamenti rivelati da Dio a Mosè;
di diverso avviso la concezione
giusnaturalista, che come afferma Antonio Cattaneo ha un “carattere essenzialmente liberale e
democratico”. L’ateo devoto Marcello Pera si è autodefinito “liberale conservatore”, ma non si
comprende come coniuga l’aggettivo con il sostantivo. I due interlocutori snobbarono la risposta della giornalista, ma avevano
torto. L’endogamia nella società
pastorale era una costante abituale. Abramo aveva sposato la
sorellastra Sara, erano figli dello
stesso padre, ma non della stessa madre. Isacco per trovare una
moglie a Giacobbe si rivolse al
parente prossimo, Labano, che
abitava nella lontanissima “Ur”,
perché concedesse al figlio una
delle sue figlie.
Le monarchie elleniste adottarono i costumi degli Stati conquistati, nei quali la pratica endogamica era abituale. Cleopatra
era moglie del più giovane fratello, Tolomeo.
L’esogamia è una pratica
piuttosto recente, un retaggio
della società agricola.
Sarei curioso di sapere se
nella concezione della legge naturale, a cui aderiscono i suddetti
filosofi, c’è posto per il matriarcato poliandrico che si pratica nel
Nepal e tra gli esquimesi, secondo cui una donna sposa uomini
diversi, fratelli tra di loro. Sarebbe
opportuno anche interpellarli se
sono a conoscenza delle ragioni
etnografiche ed antropologiche
di queste, per noi, straordinarie
usanze.
Gli atei devoti si dicono contrari ai così detti “Dico”, il disegno di legge di regolamentazione delle coppie di fatto. Tutte
le opinioni sono rispettabili, ma
un qualche debito si ha nei confronti delle coppie omosessuali.
I “gay” sino agli inizi dell’epoca
moderna erano molto appetiti dall’”Inquisizione”. I roghi non
si stancavano di bruciarli; gli
omosessuali si guadagnarono
l’epiteto “finocchio”, sinonimo di
pederasta, perché il seme aromatico di questa verdura serviva
ad attenuare l’odore sgradevole
della carne che bruciava. Le lesbiche si sottrassero a questo
terrificante supplizio, perché gli
ecclesiastici contemporanei non
concepivano che le donne potessero godere tra di loro. Guai
terrificanti erano riservati alle
streghe che osavano accoppiarsi con il diavolo.
Incontri
con il pianeta uomo
All’interno della famiglia tradizionale e più in generale nella società allargata, l’uomo non
soltanto si è ritrovato ad agire
un ruolo di potere e di autorità,
ma si è pure sentito in diritto
di esercitarlo. La protesta femminista, particolarmente forte
tra la metà degli anni settanta e la metà degli anni ottanta,
ha contribuito ad erodere quella sicurezza di base centrale
nella strutturazione dell’identità maschile. Credo sia corretto
sostenere che l’uomo, da quasi
tre decenni, versa in uno stato
di crisi destabilizzante alquanto
difficile da risolvere. C’è poco da
fare: il processo di emancipazione della donna e il pieno riconoscimento della propria autosufficienza aprono ufficialmente la
crisi dell’uomo e incrementano
il senso della vulnerabilità maschile. I poteri forti rispetto ai
quali l’uomo l’uomo ha forgiato
la propria identità, traballano:
innanzitutto il potere lavorativo
che conferiva un ruolo sociale
ed economico di primaria importanza anche all’interno della
coppia. Oggi, lo stallo del mercato crea ritardo nell’accesso ad
un mondo del lavoro sempre più
precario e insoddisfacente; ritardo che naturalmente si riflette
pure sulla possibilità di progettare una famiglia e di rafforzare
positivamente l’immagine di sé,
attraverso l’assunzione dei ruoli di marito e di padre. Inoltre,
anche le donne lavorano, esprimendo talenti, capacità e impegno in tutti i c ampi professionali. La netta differenziazione tra
“l’uomo nel mondo” e “la donna
in casa” è ormai anacronistica,
superata e rimpiazzata da una
maggiore apertura alle donne
rispetto a quasi tutti gli ambiti lavorativi. Ecco allora l’immagine
di un uomo sempre più arroccato a difesa dell’ultimo potere
forte che ancora si convince di
poter esercitare: quello sessuale che richiama il culto della virilità e della potenza, soprattutto
nell’esercizio di un rapporto con
una donna. L’universo maschile
finisce così per polarizzarsi intorno a due tipi: chi si aggrappa
ad uno schema di virilità rigido
e sterile, impregnato di luoghi
comuni, di competizione, di valenze aggressive, fino a ridurre
drasticamente i sentimenti e le
emozioni di base come la tenerezza, la gioia, il dolore e la paura. Tale diminuzione finisce per
essere una vera e propria disabilità che impoverisce o addirittura azzera le espressioni affettive naturali nella famiglia, nella
coppia o nelle amicizie. La maschera del superuomo ha il suo
prezzo! O chi, invece, è stato in
grado di cogliere i cambiamenti dell’universo femminile, assumendoli in parte o pienamente;
uomini che a poco a poco si
sono scoperti più comunicativi
ed empatici, più sensibili e materni. Questo tentativo di ridefinizione dell’identità maschile ha
però trovato resistenze da parte
delle donne.
Molte di loro poste di fronte
a questo processo di “femminilizzazione” del maschio, hanno
finito per vivere un sentimento di confusione, se non di minaccia, alla loro stessa identità.
Nell’intenso brano “Adesso si”,
l’insuperabile Mina “graffia con
versi inequivocabili l’uomo tenero con il quale si trova a relazionarsi: “sei fin troppo dolce
tu, fossi meno ingenuità, meno
premuroso e buono… allora si
che il rischio correrei, che io ti
ascolterei e mi abbandonerei…
fossi così ma tu così non sei”. Il
rischio si ripropone se la donna
ricade nella trappola della “fascinazione”, incarnata dall’uomo tradizionalmente virile che a
sua volta potrebbe perpetuare,
scivolando addirittura nel ridicolo, la solita stereotipata rappresentazione del superuomo. Il
circolo è vizioso: se la parità e
l’uguaglianza tra i sessi non implica un comune lavoro di ridefinizione delle rispettive identità,
l’incremento del conflitto è assicurato: M siamo fiduciosi: speriamo in bene!
Giuseppe Miraglia
3
Palermo
capitale della
ragioneria
ancora prima
di Cartesio
Palermo capitale della teoria
ragionieristica, patria d’adozione di quel gesuita Ludovico Flori che nel 1636, con il “il Trattato
del modo di tenere il libro doppio domestico col suo essemplare”, anticipò di un anno gran
parte del celebre “Discorso sul
metodo” di Cartesio. Alla ricostruzione della storia della città
attraverso i suoi conti, quelli tenuti dai tesorieri della città o dai
mercanti, dai gesuiti o dai benedettini, in passato alla guida di
floridissime aziende monastiche, è dedicato il convegno “La
Ragioneria a Palermo tra storia
dei fatti, delle idee e delle istituzioni”, organizzato l’1 e 2 febbraio, alla facoltà di Economia,
nell’ambito delle iniziative del bicentenario dell’Università di Palermo. Dopo i saluti del rettore
Giuseppe Silvestri, del preside
della facoltà di Economia Carlo
Dominici, del docente di Ragioneria generale Claudio Lipari e
del direttore del dipartimento di
Scienze economiche Vincenzo
Fazio, illustri storici ed economisti hanno ricostruito la storia
della Ragioneria a Palermo nel
contesto economico internazionale: tra questi il presidente della Società italiana di Storia della
Ragioneria, Maria Bergamin; gli
storici Ninni Giuffrida e Rosario
Lentini; Paolo Quattrone dell’Università di Oxford; Basil S.
Yamey della London School of
Economics; il presidente della
Società siciliana per la Storia
patria Gianni Puglisi e numerosi docenti di ambito economico
e finanziario (Anna Li Donni,
Francesco Vermiglio, Salvatore
La Francesca, Massimo Costa,
Giovanni Scalia, Michele Battaglia).
N.R.
Camilleri indaga sui misteri della vita di Caravaggio
Il primo romanzo interamente in italiano, anzi, nell’italiano parlato del ‘600. E’ “Il colore del sole” in cui Andrea Camilleri si diverte a “riempire”,
secondo uno stile apocrifo, alcuni buchi nella vita del discusso pittore Michelangelo Merisi
detto Caravaggio. Il libro (Mondadori; pag.122; 14 euro) prende corpo da un nucleo iniziale
di una quindicina di cartelle che
lo scrittore siciliano scrisse per
una pubblicazione curata dal
Kunst Museum di Duesseldorf
in occasione di una grande mostra sul pittore italiano. “’Il colore del sole’ è uno scritto di totale fantasia - spiega Camilleri
- che si inquadra in alcuni fatti
e dati reali. Così come sono autentici i prodotti lasciati da Caravaggio in varie chiese al suo
passaggio”. E dunque, in particolare, la misteriosa reclusione
del pittore a Malta, l’ancor più
enigmatica evasione e il viaggio
che compie, sbarcato in Sicilia,
da Agrigento a Licata, da Siracusa fino a Messina. In questi
frangenti, storicamente sconosciuti, Camilleri s’inventa storie
e ragioni plausibili per spiegare
gli accadimenti e le motivazioni
che spinsero il pittore a compiere alcuni gesti piuttosto che altri.
Accadimenti sempre progressivamente più pericolosi, così
come progressivo è “l’aumento
della presenza del colore nero
nei grandi ultimi quadri del Caravaggio.
Da qui il titolo - sottolinea
Camilleri – ‘Il colore del sole’,
dove per il pittore il sole è diven-
tato nero, simbolicamente alla
sfera dei dannati”. Il romanzo è
diviso in due parti: nella prima
lo scrittore figura in prima persona come giallista destinatario di sconosciuti manoscritti di
Caravaggio; la seconda sono le
tappe, fintamente autobiografiche, del percorso del pittore. La
storia, ad esempio, non ci dice
perché Caravaggio, rifugiatosi a
Malta per sfuggire alle guardie
papali, accusato di un omicidio
commesso a Roma, ottenga il
cavalierato che potrebbe met-
terlo al sicuro, ma inspiegabilmente viene incarcerato. “Ho
cercato di rendere più verosimili
questi scritti apocrifi - ha spiegato ancora lo scrittore - ipotizzando al scrittura di Caravaggio che
non era un letterato, e quindi un
italiano rozzo ma efficace”. Camilleri sembra appassionato oltre a Pirandello, di cui è appena
uscita un’antologia da lui curata,
agli apocrifi: è in uscita, per Guida Editore, una immaginaria novella di Boccaccio.
A.T.
Presentata la VI settimana della lingua italiana nel mondo
L’italiano e il mare. Sarà questo il tema centrale della settima edizione della Settimana della lingua italiana nel mondo, presentata il 29 gennaio
dal direttore generale per la Promozione e la Cooperazione Culturale del ministero degli Affari Esteri
Gherardo La Francesca. “Il 2006 – ha detto il ministro - è stato un anno di crescita e di miglioramento per la Settimana della lingua italiana nel mondo.
Il 2007 può esserlo ancora di più, soprattutto alla
luce del tema scelto, ‘L’italiano e il mare’, in grado
di legarsi alla letteratura come alla poesia, all’arte,
alla geografia, all’economia e all’architettura, e di
aiutarci a scoprire aspetti nascosti o forse dimenticati della cultura italiana”. All’incontro, svoltosi nella
sala delle Conferenze Internazionali della Farnesina, hanno preso parte i rappresentanti di enti e
istituzioni coinvolte concretamente nella realizzazione dell’evento, tra cui il presidente dell’Accademia della Crusca Francesco Sabatini, il quale ha
sottolineato da un lato l’importanza di un tema “su
cui è possibile lavorare molto, facendo riferimento a diversi campi e settori culturali e scientifici”,
dall’altro la “necessità di mantenere al centro delle
manifestazioni lo scopo principale di diffusione e
valorizzazione della lingua italiana”.
La prima riunione organizzativa ha visto la partecipazione anche del segretario generale della Società Dante Alighieri, Alessandro Masi, che, dopo
aver evidenziato la grande adesione dei Comitati dell’estero all’edizione del 2006 con più di 200
iniziative, ha ribadito il valore strategico del tema
scelto per il 2007: “Già nel corso del 77esimo Congresso Internazionale della ‘Dante Alighieri’ svoltosi a Malta nel 2005 su ‘L’italiano lingua franca del
Mediterraneo’ la Società pose le basi per la diffusione del nostro idioma in quell’area specifica. Oggi il
tema scelto per la settima Settimana ci spinge al di
là del bacino mediterraneo, fino ad Helsingborg, in
Svezia, per riportare alla luce le lettere di Giuseppe
Garibaldi, o a Buenos Aires, New York e La Valletta
per riapprezzare le sculture di Ugo Attardi dedicate
a tre celebri condottieri, Cristoforo Colombo, Ulisse
ed Enea”. Tra i progetti in programma nel prossimo
futuro – ha concluso il Segretario Generale della
“Dante” – spicca la realizzazione, in collaborazione
con il Comitato di Genova, di un originale glossario
dell’antica marineria.
Pasquale Santoianni
4
FEBBRAIO 2007
UNIVERSO SICILIA
VINO
Sicilia in salute,
461 aziende
e 154 mln di bottiglie
Il vino siciliano gode di buona salute per l’Osservatorio
sulle aziende imbottigliatrici del
settore vitivinicolo siciliano, che
nella sua seconda edizione,
con valori aggiornati al 2005, ha
censito 461 aziende, di cui 51
società cooperative. Il volume
complessivo confezionato è pari
a 154 milioni di bottiglie, di cui
34 milioni fanno capo alle società cooperative, pari al 22,26%,
dove spicca la presenza della
cantina Settesoli, con 21,2 milioni di pezzi circa. Le aziende,
classificati in grandi (volume
confezionato superiore a un milione di bottiglie) sono 30, pari
al 7%, con un valore complessivo di 113 milioni 500 mila pezzi,
pari al 73%; le aziende medie
(con imbottigliato tra 100 mila
e un milione di bottiglie), sono
95, con un valore percentuale
del 20,6% ed un imbottigliato di
30,7 milioni, pari al 20%, mentre le aziende piccole (con imbottigliato inferiore a 100 mila),
sono pari a 337 aziende, pari
al 73% del totale complessivo
ed imbottigliano, però, soltanto
il 7%. Un settore, quindi, fortemente concentrato, ove le prime
125 aziende circa, insieme, costituiscono il 93% dell’intero imbottigliato e il restante numero
di 340 aziende circa, solo il 7%.
Lo studio ha evidenziato, altresì, nel confronto tra i valori del
2004 e quelli del 2005, l’incremento di 19 milioni di bottiglie,
pari al 14%; l’incremento del
numero delle aziende censite di
circa un centinaio, quasi totalmente nel settore delle piccole.
Il valore dell’imbottigliato complessivo rispetto alla produzione
siciliana è pari al 17% circa, con
un leggero incremento di circa 2
punti percentuali rispetto ai dati
precedenti. Le cifre sono state
rese note durante la cerimonia
di conclusione della seconda
edizione del Master universitario di primo livello M.a.s.v. (Manager delle aziende del settore
vitivinicolo), presso la facoltà di
Economia di Palermo. Nel corso dell’incontro sono state consegnati i diplomi ai partecipanti
e le borse di studio offerte dal
Banco di Sicilia, main sponsor
del Master. Monitorati anche il
volume di vino novello e il numero della aziende produttrici:
rispettivamente un milione e 30
aziende; nonché la produzione
di vino spumante da parte di 10
aziende siciliane per circa 400
mila pezzi; e i volumi prodotti da soggetti non regionali, ma
imbottigliatori di vino IGT siciliano, pari a circa 7 milioni di bottiglie, che pesano per il 5% circa.
La provincia più rappresentativa è quella di Trapani, con 165
aziende sulle 461 complessive,
con un volume complessivo di
oltre 49,2 milioni di bottiglie, segue Palermo con 53 aziende e
ben 41 milioni 573 mila bottiglie,
e Agrigento con 65 aziende e
35,4 milioni.
G.N.
COMMERCIO ESTERO
Imprese siciliane
sbarcano in emirati arabi
Un’intesa per la promozione e la commercializzazione dei
prodotti siciliani sui mercati del
Medio Oriente e dell’area del
Golfo è stata firmata a Palermo
dall’associazione “Secolo Ventuno”, che riunisce oltre 100 imprenditori, e i rappresentati della
Saftco Free Zone, che raccoglie
più di 50 imprese operanti in
vari settori, dalla costruzioni all’impiantistica, dall’arredamento
alla moda all’alimentare. La società attraverso il consorzio “Impresitalia export”, al quale aderisce anche Unicoop Sicilia, metterà a disposizione delle spazi
espositivi per i prodotti forniti da
“Secolo Ventuno”, in una zona
franca dell’Emirato di Ayman,
dove la Saftco Free Zone ha
una sede. Le aziende associate a “Secolo Ventuno” avranno
anche la possibilità di usufruire
di agevolazioni finanziarie attraverso la Simest spa, società partecipata dal ministero del
Commercio Estero (detiene una
quota pari al 76%), specializzata nel supporto dei processi
di internazionalizzazione delle
aziende italiane fuori dai circuiti
dell’Unione Europea.
N.G.
Sicurezza alimentare:
al via “tour” dei prodotti palermitani
La sicurezza alimentare parte dai piccoli produttori locali, in
regola con tutti i parametri riconosciuti, anche se sprovvisti
spesso di “bollini di qualità”. E’ il
messaggio del progetto messo
a punto dalla provincia di Palermo che ha presentato a Roma
l’iniziativa “mangio sicuro, mangio meglio” e che prevede un
tour con un camper informativo
sulle strade della penisola per
far conoscere i prodotti “palermitani”, testimonial di naturalità
e sicurezza, figlia della stagionalità e delle selezioni ambientali e culturali del territorio. “I
prodotti locali che caratterizzano il territorio non sono soltanto sicuri ma sono il vero prodotto tipico, anche se non hanno i
bollini di qualità, con la garanzia della tradizione delle piccole
produzione”. Lo ha sottolineato
il prof. Carlo Cannella, ordinario di scienze dell’alimentazione all’università La Sapienza
di Roma che nella provincia di
Palermo ha analizzato i prodotti
artigianali dell’agricoltura, della pesca e delle carni. “C’è un
vero tesoro delle microproduzioni naturali. Sono prodotti che
avranno difficoltà sulla tracciabilità ma che offrono la garanzia
perché propri del territorio”, ha
aggiunto. Il tour sulla sicurezza
alimentarare dei prodotti tipici
della provincia di Palermo sarà
affiancato da un’offerta turistica
precisa affinché, oltre a vedere
musei, opere d’arte, e tutti i tesori dell’antichità della Sicilia e
dell’Italia, i turisti “assaggino”
anche le specialità e i segreti
culinari del territorio locale. I dati
della campagna saranno presentati al Parlamento europeo
di Bruxelles dal 26 al 28 marzo
prossimi dove verrà distribuito
l’opuscolo sintetico tradotto in
lingua inglese. “Per mangiare
bene non serve andare a fare
la spesa al supermercato ma
occorre recarsi al negozietto,
al mercatino rionale. Non è un
ritorno al passato, ma è aprire
al piccolo produttore per dare
linfa a chi produce poco, in
uno spirito di antiglobalizzazio-
Benedetto XVI: “Tutelare
l’unicità della famiglia”
ha ribadito che sebbene la
Ancora un “no” deciso
maggiore
responsabilità
ad eutanasia e a forme di
sia nelle mani degli sposi,
famiglia non tradizionale
“è anche prioritario doveda parte di Benedetto XVI.
re della Chiesa e di ogni
Davanti ai 50 mila fedeli
pubblica istituzione sosteraccolti in Piazza San Pienere la famiglia attraverso
tro “per testimoniare il loro
iniziative pastorali e politiimpegno a sostegno della
che, che tengano conto dei
vita dal concepimento fino
reali bisogni dei coniugi,
al suo termine naturale”, il
degli anziani e delle nuove
Papa ha espresso il 4 febgenerazioni”. Ratzinger ha
braio nel corso dell’Angelus
invitato i fedeli raccolti sotto
domenicale il suo appogla sua finestra a pregare afgio alle ultime sortite delfinché “le nostre comunità
la Conferenza episcopale
siano luoghi di comunione
italiana sul tema dell’eutanasia. “Facendo eco ai Pa- Sua Santità Benedetto XVI. e di speranza dove si rinnova, pur tra tante difficolstori della Chiesa in Italia
– ha detto il Pontefice - invito a non cadere tà, il grande sì all’amore autentico e alla
nell’inganno di pensare di poter disporre realtà dell’uomo e della famiglia secondo
della vita fino a legittimarne l’interruzione il progetto originario di Dio”. “Chiediamo al
con l’eutanasia, magari mascherandola Signore, per intercessione di Maria Sancon un velo di umana pietà”. É evidente in tissima, che cresca – ha proseguito il Ponqueste parole un rifiuto anche della legit- tefice - il rispetto per la sacralità della vita,
timazione del testamento biologico e del- si prenda sempre più coscienza delle vere
l’interruzione dell’accanimento terapeuti- esigenze familiari, ed aumenti il numero
co, materie di dibattito nel Parlamento ita- di quanti contribuiscono a realizzare nel
liano. Benedetto XVI ha scelto la giornata mondo la civiltà dell’amore”. Infine Benedi oggi per ribadire la sua opinione sull’ar- detto XVI ha voluto esprimere il suo sostegomento, dato anche “quest’oggi si cele- gno all’iniziativa del presidente della Cei,
bra in Italia la Giornata per la vita, promos- il cardinal Camillo Ruini, di promuovere la
sa dalla Conferenza Episcopale sul tema “Settima della vita e della famiglia” nella
‘Amare e desiderare la vita’”. Quest’ultima, Diocesi di Roma, definita dal Papa “un’ocha continuato Papa Ratzinger, “è opera di casione importante per pregare e riflettere
Dio e non va negata ad alcuno, neppure sulla famiglia”. Quest’ultima, ha insistito il
al più piccolo e indifeso nascituro, tanto Pontefice, se segnata da “un clima sereno,
meno quando presenta gravi disabilità”. illuminato dalla fede e dal santo timor di
L’attenzione del Pontefice si è poi spostata Dio, favorisce inoltre lo sbocciare ed il fiosu un altro tema caro alla Chiesa cattoli- rire delle vocazioni al servizio del Vangelo.
ca: la famiglia che in Italia è “in profonda Mi riferisco, in particolare – ha concluso crisi” e si trova ad “affrontare molteplici sfi- oltre che a quanti sono chiamati a seguire
de”. “Occorre pertanto - ha insistito - difen- Cristo nella via del sacerdozio, a tutti i reliderla, aiutarla, tutelarla e valorizzarla nel- giosi, le religiose, le persone consacrate”.
Taità
la sua unicità irripetibile”. Quindi, il Papa
ne, altrimenti mangeremo tutti
l’hamburger, il biscotto, etc.”, ha
agguinto il prof. Cannella, ricordando che, ad esempio, in Sicilia ci sono pani stupendi fatti da
piccoli artigiani che utilizzano il
grano duro, le sementi ed altro
che non si trovano in altre realtà
nazionali.
T.L.
MUSICA:
Morto
Frankie Laine,
siciliano
d’America
E’ morto all’età di 93 a San Diego, in California, Frankie Laine, cantante italoamericano
diventato celebre negli anni ’50 con successi
“prestati” al cinema come “I believe” e “High
Noon”, che divenne la colonna sonora di “Mezzogiorno di fuoco”. Laine è morto a causa di un
infarto che lo ha colpito in seguito alle complicazioni per un intervento di protesi all’anca, al
quale si era sottoposto due settimane fa. Laine, al secolo Francesco Paolo LoVecchio, era
l’ultimo interprete di una generazione di cantanti americani di chiara origine italiana, che
ha annoverato fra le sue file mostri sacri del
calibro di Frank Sinatra e Perry Como. Laine
era nato a Chicago il 30 marzo del 1913 da genitori siciliani: il papà era un barbiere che poteva “vantarsi” di avere fra i suoi clienti il boss
della mafia Al Capone. In carriera ha venduto
oltre 250 milioni di dischi, arrivando a ricevere
21 dischi d’oro. Il suo primo grande successo,
“That’s My Desire”, risale al 1947: a esso fecero seguito altre hit come “That Lucky Old Sun”,
“Swamp Girl”, “Cry of the Wild Goose” e “Mule
Train”. Fra i suoi pezzi utilizzati dal cinema si ricordano inoltre “Jealousy (Jalousie)”, “The Girl
in the Woods”, “When You’re in Love”, “Way
Down Yonder in New Orleans”, “Your Cheatin’
Heart”, “Granada”, “Hey Joe!”, “The Kid’s Last
Fight”, “Cool Water”, “Someday” e “Moonlight
Gambler”. Laine vanta anche una partecipazione a Sanremo: nel prese parte al Festival
interpretando due canzoni: “Che me ne importa a me”, in coppia con Domenico Modugno e
“Una lacrima sul viso” assieme Bobby Solo.
A.A.
UNIVERSO SICILIA
FEBBRAIO 2007
Schegge
D’Alema in Giappone
“Italia ponte fra
oriente e occidente”
“Il nostro governo si augura che i Paesi asiatici possano
sempre più considerare l’Italia
quale principale porta di ingresso dei loro ingenti e crescenti
flussi commerciali verso l’Europa, a Nord, e il Mediterraneo
e l’Africa a sud. Sulla scia di
quanto avveniva all’epoca dei
primi contatti fra i nostri due
Continenti, quando le città italiane erano il riferimento dei
principali traffici con l’Oriente”.
Queste le parole che Massimo
D’Alema, ministro degli Esteri,
ha rivolto agli imprenditori giapponesi nel corso della sua visita in Asia. “Il nostro esecutivo
– ha spiegato D’Alema in una
conferenza stampa tenutasi a
Tokyo - è particolarmente impegnato in Asia a creare partnership strategiche, sia politiche
che economiche, con i principali paesi asiatici. Siamo pronti a
lavorare con il Giappone su un
piano bilaterale, così come con
gli altri organismi multilaterali
asiatici come l’Asean e l’Asem”.
Durante la sua visita nel Sol Levante, D’Alema ha dichiarato
che l’Italia si rivolge “al Giappone con crescente fiducia e interesse”. Infatti il nostro governo
mira a stabilire “con il Giappone
un partenariato anche in settori industriali avanzati: nanotecnologie, biotecnologie, robotica, riqualificazione del territorio
e la protezione ambientale”. Il
numero uno della Farnesina
esprime fiducia per “le presentazioni e le occasioni d’incontro
previste dalla ‘Primavera Italiana’, che faranno scoprire al
pubblico giapponese un aspetto
al momento meno conosciuto,
ma non per questo meno apprezzabile, del made in Italy”.
Durante il suo viaggio in Giappone, D’Alema ha dovuto fare i
conti con le lamentele locali per
il colore rosso acceso sulla facciata del nuovo Istituto italiano
di Cultura. Quella che sembra
una piccola polemica di poca
importanza in realtà stava infatti sfociando in un vero e proprio
scontro diplomatico. Tsuneo
Watanabe, presidente onorario
di Yomuri Shinbun, un giornale
di grande prestigio che vende
circa 20milioni di copie, lamenta che il colore scelto dall’architetto italiano Gaetana Aulenti ha
“causato un danno fisico ai re-
5
di Carmelo Ambra
COMMIATO…
Iniziai questa rubrica nel
marzo 2002, dietro affettuosa sollecitazione del professor
Pasqualino Sangiorgio. Con
quest’ultima “scheggia”, quindi, sono cinque anni che abuso
della pazienza dell’eventuale
lettore. Penso possa bastare,
no?
Quando il preside (ma io
l’ho sempre chiamato professore, essendo stato, e per me
essendo rimasto fino ad oggi,
il mio professore) Sangiorgio
era ancora fra noi, consideravo questo impegno come una
sorta di dovere nei suoi confronti. Lui pensava che le mie
riflessioni potessero riscuotere
un qualche interesse ed io non
volevo deludere le sue aspettative. Non so se sia riuscito in
questa mia unica aspirazione,
né ho eccessiva fiducia nelle
sue attestazioni di stima, poiché ho sempre sospettato che
esse potessero essere influenzate dall’affetto. Io rappresentavo per lui la sua giovinezza e
il suo primo inizio da insegnante e lui rappresentava per me
la mia carusanza e il mio primo
approccio con la cultura, quella vera, della quale era uno dei
pochissimi autentici detentori.
Oggi si sente parlare di cultura “soft”. Cosa sarebbe questa stranezza? Se ho ben ca-
pito, dovrebbe trattarsi di quella
cultura che “va”, che “tira”, che
porta soldini e posizioni. Sarebbe un po’ come la “libertà” del
Cavaliere, per intenderci. Ora,
io penso che la cultura, come
la libertà, non abbia bisogno di
aggettivi. Trovo risibile che un
uomo faccia l’uomo di cultura
come potrebbe fare il dentista
o il commercialista, o che si
definisca libero quando questo
suo anelito, più che dall’anima,
gli provenga dal portafogli e
prescinda, quindi, dalla libertà
del proprio simile di non essere
derubato della sua intelligenza,
piccola o grande che sia.
Chiudendo questa rubrica,
un ultimo pensiero vorrei rivolgerlo al professor Pasqualino
Sangiorgio. Egli vivrà sempre
nel mio ricordo, perché uomini
come lui rendono il mondo più
pulito e la vita più degna d’essere vissuta.
Un caro saluto al Direttore
e alla Redazione di “Universo
Sicilia”.
Un grazie di cuore, infine,
all’eventuale lettore. A proposito, qualora egli sia mai esistito,
mi farebbe piacere che… battesse un colpo. Sotto forma di
e-mail all’indirizzo u.sciuto@tin.
it con oggetto Scheg-ge di Carmelo Ambra.
La Shoah: ricordare è un dovere
Legge 20 luglio 2000; istituzione del “Giorno della Memoria”.
Massimo D’Alema,
ministro degli Esteri.
sidente e ha rovinato le relazioni tra Italia e Giappone”. Inoltre
questa particolare tonalità non
si addice all’area in cui ha sede
l’istituto: il quartiere di Chiyoda,
una delle zone più esclusive di
Tokyo, nei pressi di numerosi
luoghi sacri. “A me sembra molto bello – ha dichiarato D’Alema
riferendosi al lavoro dell’architetto, dopo essersi scusato per
la scortesia del passato esecutivo - Non c’era alcuna intenzione
di recare offesa, ma il progetto,
che è di un architetto che ammiro molto, è stato sviluppato
nel pieno rispetto dei regolamenti e delle leggi”. “Vorrei che
si tenesse conto - ha concluso il
ministro cercando di placare definitivamente le polemiche - che
il governo non può decidere su
queste cose, perché esistono
norme di tutela del diritto d’autore: l’opera di un grande architetto è come un quadro e non si
può cambiarne il colore”.
P.R.
Associazione Siciliana
Produttori Vitivinicoli
Piazza S. Maria di Gesù, 3 - 95124 - CATANIA
La viticoltura siciliana ha da sempre assunto una importanza non secondaria nell’intera economia isolana.
Le migliaia di aziende vitivinicole hanno bisogno una
puntuale e competente assistenza per conseguire risultati in termini di qualità e tipicità dei prodotti.
L’Associazione dei produttori vitivinicoli con i suoi
punti di riferimento organizzativo è a disposizione dei
produttori per una utile assistenza a favore dei produttori.
Per ricevere utili informazioni potete scrivere c/o
AIC Catania
Piazza Santa Maria di Gesù, 3 - 95124 CATANIA
La Repubblica Italiana riconosce il giorno 27 gennaio,
data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della
Memoria”, al fine di ricordare la
SHOAH (sterminio del popolo
ebraico, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini
ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia,
la morte, nonché coloro che,
anche in campi a stiramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, e a rischio della
propria vita hanno salvato altre
vite e protetto i perseguitati.
La dimenticanza, ammoniva
Niccolo Tommaseo, perde i popoli e le nazioni, perché le nazioni altro non sono che la memoria.
Adesso ci si pone un grosso interrogativo: la celebrazione di una giornata della memoria può scuotere gli animi degli
italiani al punto di promuovere
una nuova consapevolezza sul
nostro essere nazione? Vale comunque la pena di stimolare le
coscienze. Specie dei più giovani, aggrediti da uno dei peggiori mali che affliggono la società
contemporanea: la destoricizzazione. Cioè il distogliere la loro
mente dal passato. Il far credere
loro che solo il presente ha valore. Che il futuro non ha bisogno
di sostenersi sulle spalle delle
generazioni precedenti. Un delitto culturale, perché in questo
modo si cancella ogni possibilità di cogliere gli infiniti sforzi
che uomini e donne d’altri tempi
hanno compiuto per farci approdare ad una certa condizione di
benessere.
Uno scopo dissennato, perché mira a distruggere l’idea
stessa dell’Origine. Con una visione che rimuove la visione del
Creatore e il valore della continuità su cui fonda l’amore per
l’Altro. Se l’umanità ha un senso, questo sta nel modo con cui
ogni popolo sulla Terra ha cercato di soddisfare i suoi bisogni
applicando l’intelligenza al proprio ambiente. Ma l’insidia del
male ha accompagnato sempre
questa intelligenza. E ha portato stragi, razzie, schiavitù. Magari camuffandosi da ideologia
del progresso. Di molti orrori si
è perso perfino il ricordo. Eppure la memoria del novecento
e qui, ancora prossima a noi.
Un secolo di genocidi. In nome
dell’uomo nuovo, della razza
perfetta, del cittadino emancipato dalle catene della Legge
eterna, si è ucciso, si è tentato
di distruggere interi popoli, ci si
è sparato addosso fra apparte-
nenti a una stessa nazione. Non
solo le guerre, ma nelle persecuzioni etniche, nelle pratiche di
dominio e in tante altre forme.
Bisogna ricordare che i milioni
e milioni di morti della prima e
della seconda guerra mondiale
hanno avuto il tristissimo seguito del genocidio degli Armeni,
delle stragi dei contadini ucraini, dei massacri spagnoli, dei
gulag, dei lager, dell’Olocausto
ebraico, delle foibe carsiche per
Istriani, Giuliani e Dalmati, delle
violenze sulle donne tedesche
profughe dai Sudati. Solo per
ricordare una parte di quanto
avvenuto in Europa e nel Vicino
Oriente. Meditare e conoscere tutto questo, con l’occasione
della giornata della memoria,
significa prepararsi ad affrontare le tensioni che l’incontro fra
tante culture del mondo, conseguenti ai processi di mondializzazione, certamente sono destinati a prodursi. E procedere, infine, verso un comune ideale di
benessere comunitario, fondato
su valori stabili.
Giuseppe Miraglia
6
FEBBRAIO 2007
UNIVERSO SICILIA
Prodi in Etiopia:
Terminata la visita di Bertinotti in Sudamerica
“soddisfatto per
l’Alitalia, sui PACS
ascolterò la Chiesa”
Dal bando di vendita per Alitalia ai Pacs, passando per la
pena di morte e la pace in medio oriente. Le parole di Romano
Prodi, in Etiopia per la conferenza dell’Unione africana, toccano
tutti i temi “scottanti” dell’attualità
politica. Sul fronte interno, il presidente del Consiglio si dichiara “soddisfatto” di questa prima
fase della privatizzazione della
compagnia di bandiera e si augura che le undici manifestazioni di interesse siano il preludio a
“programmi di alto livello”: “Era
stato detto – ha osservato il premier - che il bando poneva troppe condizioni e quindi nessuno
si sarebbe presentato. Io avevo
ribadito che era un bando serio
in cui semplicemente chi si proponeva di acquistare Alitalia doveva avere risorse e programmi
di alto livello. Il numero di coloro
che si sono presentati è elevato,
mi auguro che ci siano anche
programmi di alto livello, ma intanto la prima fase è stata ben
superata”. Incerto il futuro dell’amministratore delegato della
compagnia aerea, Giancarlo Cimoli. “Non abbiamo posto questo
problema all’ordine del giorno
– ha spiegato Prodi riferendosi
-. Questa è una fase di transizione che noi gestiremo nel miglior
modo possibile”. Oltre alla privatizzazione di Alitalia, tra gli argomenti “caldi” del dibattito politico
italiano si può annoverare la discussione sui Pacs, soprattutto
dopo l’intervento del presidente
della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha invocato una sintesi tra le varie “sensibilità” presenti nel Belpaese e ha chiesto
al governo di tenere conto del
parere della Chiesa in materia. Il
presidente del Consiglio ha rassicurato l’opinione pubblica sulla sua intenzione di tener conto dei timori del Vaticano sulla
questione delle unioni civili: “Mi
sono sempre posto questo problema. Me lo sono sempre posto
fino in fondo, l’ho sempre avuto
presente ogni volta che abbiamo
toccato la questione. Quindi non
cesserò di averlo presente in futuro”.
Sul fronte internazionale
invece, Prodi è ottimista sulla
possibilità di una risoluzione pacifica dei conflitti che in questo
momento stanno imperversando in medio oriente e che minano la prospettiva di una “pace
globale”. “Penso che si possa
Il presidente del Consiglio
Romano Prodi.
fare molto compiendo piccoli
passi, in modo da essere pronti
quando arriva il momento di costruire un processo di pace globale – ha dichiarato il premier
- In questi anni abbiamo solo
aperto problemi in Iran, Iraq,
Afghanistan, Somalia, Libano.
Adesso è ora di chiuderne qualcuno”. Durante la sua visita ad
Addis Abeba, Prodi ha incontrato il leader libico Moammhar
Gheddafi, a cui ha rivolto un appello affinché non vengano eseguite le condanne a morte delle
cinque infermiere bulgare e del
medico palestinese, accusati di
aver intenzionalmente causato il contagio di Aids per alcuni
bambini ricoverati nell’ospedale
di Bengasi. “Gheddafi – ha rivelato il presidente del Consiglio
- ha risposto che esistono ancora problemi di riparazione e
compensazione, ma che riferirà
su quanto gli ho detto e poi ne
parleremo più avanti”. Sempre
sul tema della pena di morte,
Prodi, parlando ad un gruppo di
studenti africani della scuola italiana della capitale etiope, si è
appellato affinché “i giovani facciano casino” per raggiungere
l’abolizione della pena capitale.
“I giovani devono fare presente
che la vita umana ha una sacralità che viene prima di tutto.
L’Italia – ha spiegato il premier,
approfittando dell’occasione per
rilanciare la moratoria italiana
contro la pena capitale - è stata
all’avanguardia contro la pena
di morte ma spetta ai giovani di
tutti i paesi, in Africa e altrove,
unirsi su questo concetto della
sacralità della vita perché nessuno può essere arbitro finale
della vita di un uomo”.
Scop Tach
E’ terminata il 7 febbraio in
Brasile la visita del presidente della Camera dei deputati
Fausto Bertinotti, che nel corso
del suo viaggio ha visitato Cile,
Uruguay e Argentina. In particolare, la visita in Argentina è iniziata sabato scorso, quando il
numero uno di Montecitorio ha
inaugurato la nuova sede del
Comites di Buenos Aires presso il consolato generale d’Italia,
alla presenza di numerosi esponenti della comunità italiana tra i
quali il senatore Luigi Pallaro e
l’onorevole Ricardo Merlo, oltre
naturalmente alle autorità diplomatiche italiane, l’ambasciatore
Stefano Ronca e il Console generale d’Italia a Buenos Aires,
Giancarlo Maria Curcio. “L’inaugurazione nella sede consolare,
si legge in un’articolo pubblicato
dalla Tribuna Italiana, settimanale italiano pubblicato in Argentina - è stata nei fatti l’unica attività legata alla numerosa
comunità italiana in Argentina. Il
resto del viaggio del presidente
della Camera è stato dedicato
a incontri con esponenti del governo argentino e con dirigenti degli organismi di difesa dei
diritti umani dell’Argentina, una
delle tematiche che stano più a
cuore al dirigente di Rifondazione comunista”. Bertinotti infatti,
ha sottolineato l’appoggio alle
politche del governo Kirchner,
“che ha dato risposta alle giuste rivendicazioni delle Madri di
Plaza de Mayo” ed ha ricordato
che in Italia si svolge un proces-
so sui fatti avvenuti nella Esma,
“la caserma nella quale vennero torturati e uccisi numerosi
oppositori al regime dei generali, negli anni dell’ultima dittatura militare”. Le dichiarazioni
di Bertinotti sono state raccolte
dall’agenzia di stampa Telam,
durante la conferenza congiunta con il ministro coordinatore
Alberto Fernandez, a coclusione dell’incontro tra i due, nella
Casa Rosada, lunedì scorso.
Fernandez ha spiegato che
durante la riunione - che ha definito altamente positiva - erano
stati trattati altri temi, quali la ripresa economica argentina e la
possibilità di cooperazione tra
i due Paesi per il sostegno alla
piccola e media impresa. Il ministro coordinatore ha parlato
anche della necessità di costruire una agenda per rivitalizzare i rapporti tra i due Paesi. Da
parte sua Bertinotti, che era accompagnato dall’ambasciatore
Stefano Ronca, ha manifestato
che le richieste dei risparmiatori italiani al governo argentino per la questione dei bond
non possono essere un ostacolo nei rapporti tra i due Paesi.
Tale problema “non giustifica un
allontanamento nei nostri rapporti, anzi, richiede una maggiore vicinanza per poter cercare
con pazienza una soluzione”.
Bertinotti ha invitato l’Italia e
l’Argentina a lavorare insieme
per rilanciare i rapporti tra l’Ue
e l’America Latina, partendo
dalle simili esperienze culturali,
Il presidente della Camera dei deputati Fausto Bertinotti.
per stabilire un nuovo asse che
consenta alle nostre società di
affrontare in condizioni migliori le sfide della globalizzazione,
del terrorismo e della lotta per
i diritti umani. Oltre all’incontro con Alberto Fernandez, che
si è tenuto lunedì, Bertinotti ha
avuto altri incontri con esponenti politici argentini. Il presidente
della Camera ha infatti visitato
il suo collega della Camera dei
deputati argentina Alberto Balestrini nella sede del “Congreso”. Domenica in ambasciata, il
presidente di Montecitorio, accompagnato dall’ambasciatore
Stefano Ronca, è stato invece a
pranzo con il vicepresidente dell’Argentina Daniel Scioli. Durante l’incontro sono state messe in
risalto le coincidenze tra i due
governi e la possibilità di rafforzare i rapporti bilaterali. Nel corso della riunione Bertinotti ha
consegnato un’onorificenza alla
giornalista Vera Vigevano Jarach, fuggita giovanissima con la
famiglia dall’Italia all’epoca delle
leggi razziali nel 1938 e madre
di una ragazza scomparsa durate il governo militare nel 1976.
All’incontro erano presenti dirigenti delle Madri e delle Nonne
di Plaza de Mayo.
A.L.
Dal governo via libera alla riforma delle Authority
Cancellazione delle authority per le pensioni e per il credito e istituzione di quella dei trasporti: sono queste alcune delle
più importanti novità sancite il 2
febbraio dal Consiglio dei ministri che, approvando il ddl che
integra i provvedimenti del ministro Bersani sulle liberalizzazioni, ha riformato l’intero settore e
cambiato alcune competenze.
Sul versante delle soppressioni
il ddl prevede la sparizione della
Covip, Commissione di vigilanza sui fondi pensione, dal primo
luglio 2008, e quella dell’Isvap:
le loro competenze diventeranno prerogativa di Banca d’Italia,
Consob e Antitrust. Verrà soppresso anche il Cicr, Comitato
interministeriale per il credito e il
risparmio, che sarà sostituito da
una nuova struttura, il Comitato
per la stabilità finanziaria, che
sarà diretto congiuntamente dal
ministro dell’Economia, dal governatore di Bankitalia e dal pre-
sidente della Consob. Per quanto concerne le misure di tipo riorganizzativo, il ddl prevede che i
componenti delle authority, fatta
eccezione per la Banca d’Italia,
siano cinque, tutti con mandato
settennale; i membri dovranno
essere nominati su proposta del
governo e in base a un bando
pubblico, mentre l’approvazione
definitiva spetterà a una Commissione parlamentare di specifica costituzione, su maggioranza
dei due terzi. “Ora abbiamo concretizzato il pacchetto Caserta
– ha detto il sottosegretario alla
presidenza del Consiglio, Enrico
Letta – questa riforma d’altronde
era necessaria visto che l’attuale
disciplina in vigore è incompleta.
In questo modo invece ci saranno autorità indipendenti rispetto
ai soggetti che devono essere regolati e tutte ugualmente efficaci
nella difesa del cittadino-consumatore”. Un’altra delle principali
novità è l’istituzione di un’autho-
rity dei trasporti, che si affiancherà a quella dell’Energia, gas e
servizi idrici e all’Authority per le
telecomunicazioni. “E’ una svolta
importante”, ha detto il ministro
Di Pietro, il più direttamente interessato a questo nuovo soggetto
che andrà a risolvere un enorme
conflitto di interessi. “Ora dei soggetti terzi – ha spiegato - saranno
in condizione di controllare l’operato di chi gestisce. Finora invece
chi gestiva, controllava pure, con
un enorme conflitto di interessi”.
L’authority infatti avrà la competenza sulle regole mentre al Ministero spetteranno compiti di vigilanza, controllo e pianificazione.
Soddisfatto per il semaforo verde
in Consiglio dei ministri Pierluigi Bersani, titolare del dicastero
dello Sviluppo: “Sono soddisfatto
– ha commentato – si tratta di un
presidio forte e moderno alla regolazione del mercato nei diversi
settori e al contrasto degli assetti
monopolistici.
Spero che il Parlamento accolga con favore la proposta di
una commissione bicamerale sui temi della concorrenza e
della tutela dei consumatori e
che vengano in particolare confermate le valutazioni positive di
alcuni autorevoli membri dell’opposizione”. Fra le voci critiche c’è
invece quella del segretario generale dell’Ugl, Renata Polverini,
secondo la quale “lo scioglimento della Covip è un atto gravissimo, tanto più se emanato da un
governo di centrosinistra che ci
aspettavamo più attento ai diritti
e alla tutele di lavoratori e pensionati.
La decisione inoltre – ha aggiunto – è stata presa nella fase
più delicata dell’avvio della previdenza complementare, che
proprio l’esecutivo ha voluto accelerare. E lo slittamento al 2008
dell’abolizione non cambia la
gravità della decisione”.
M.C.
Associazione Regionale Sicilgrano - Catania “L’italiano”si può ascoltare anche via radio
95124 - CATANIA
Piazza S. Maria di Gesù n. 3
Uffici zonali sono aperti a:
— Maniace
— Bronte
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Tutte le sedi di cui sopra sono ubicate
presso le sedi comunali dell’A.I.C.
Per una puntuale assistenza tecnica in grado di garantire uno sviluppo adeguato
alle nuove tecniche di produzione rivolgetevi all’Associazione Regionale Sicilgrano.
Dall’8 febbraio è possibile ascoltare le notizie dell’Italiano, quotidiano dedicato al mondo dell’emigrazione, anche da una web radio. Lo
rende noto la redazione del giornale: “Un appuntamento settimanale
– si legge nel comunicato diffuso
- che andrà in onda ogni giovedì
alle 19.30 (orario italiano) con una
trasmissione interamente dedicata agli italiani nel mondo con tante
notizie, approfondimenti e curiosità
dalle nostre comunità all’estero”.
L’intenzione è quella di offrire “uno
strumento di dibattito dal vivo, di
chiarimento, di giornalismo d’inchiesta che non si esaurisce solo
nelle colonne dell’Italiano ma che,
prendendo spunto dai vari articoli,
potesse raccogliere diverse istanze
e commenti”. L’emittente che ospita
la trasmissione è RadioAlzoZero,
“la web radio più seguita in Italia,
che nel solo mese di novembre ha
tagliato lo storico traguardo dei 4 milioni e mezzo di contatti. Una radio –
aggiunge la redazione - che produce più di sette ore di trasmissioni in
diretta, 14 notiziari di informazione
ogni giorno e tanta musica di qualità”. “La partnership – si legge nella
nota - rappresenta sicuramente uno
dei primi esperimenti di integrazione tra una web radio ed un dedicato agli italiani all’estero”. Gli utenti
possono seguire il programma in
stream line oppure “scaricarlo ed
ascoltarlo in qualsiasi momento tramite i podcast messi gratuitamente
a disposizione su una delle emitten-
ti del circuito stesso di RadioAlzoZero, ovvero RazNet”. Gli appuntamenti hanno la durata di 30 minuti e
focalizzano la loro attenzione su un
tema specifico, selezionando alcuni articoli dall’Italiano che vengono
commentati “sia da esperti che da
gente comune”. Infatti, “in studio,
oltre al direttore della testata Gian
Luigi Ferretti, sono ospitati rappresentanti politici e delle istituzioni
ma la vera novità – sottolinea il comunicato - risiede nella possibilità
di comunicare con i membri delle
comunità italiane che vivono oltre i
confini nazionali”. La prima trasmissione è andata in onda l’8 febbraio e
può essere consultata sul sito www.
radioalzozero.net.
Pasqualino Santoianni
UNIVERSO SICILIA
FEBBRAIO 2007
Caso Calipari: rinviato a
giudizio il marine Lozano
Il giudice per l’udienza preliminare Sante Spinaci ha rinviato
a giudizio il soldato americano
Mario Lozano, accusato dalla
Procura di Roma dell’omicidio
del funzionario del Sismi Nicola Calipari e del duplice tentato
omicidio per il ferimento della
giornalista Giuliana Sgrena e
del maggiore dei servizi di sicurezza Andrea Carpani, avvenuti
il 4 marzo 2005, quando i funzionari dei servizi italiani stavano
trasportando verso l’aeroporto di Baghdad, a bordo di una
Toyota Corolla, la giornalista del
“Manifesto” appena liberata dai
suoi sequestratori. Il gup, che ha
accolto la tesi della procura di
Roma di omicidio politico, ha così
stabilito che il 17 aprile 2007 Lozano venga processato davanti
alla terza Corte d’assise. Tra le
richieste accolte, anche quella
avanzata tre mesi fa dall’avvocato Alessandro Gamberini, legale di parte civile per Giuliana
Sgrena, di citare il Dipartimento
di Stato Usa come responsabile
civile nell’ambito della vicenda
Calipari. L’avvocato difensore di
Mario Lozano, Fabrizio Cardinali, aveva chiesto il non luogo a
procedere, escludendo l’ipotesi
di premeditazione e affermando
che il militare “non ha fatto altro
che il suo dovere, considerando
il contesto di guerra in cui si muoveva”. Cardinali, secondo cui esistevano le condizioni per giungere a un’assoluzione “in virtù
dell’esimente dell’adempimento
di un dovere legato al rispetto di
un ordine superiore e legittimo”,
ha anche dichiarato davanti all’autorità giudiziaria che “Nicola
Calipari e Andrea Carpani non
hanno voluto la scorta militare
perché volevano tenersi il merito
dell’operazione, risultata poi sbagliata, tutto per loro”. Le parole
della difesa hanno naturalmente
scosso Rosa Villecco, vedova di
Calipari, e la stessa giornalista
del “Manifesto”, che ha definito la
tesi sui due funzionari Sismi “di
una volgarità pazzesca”, dichiarando che l’intervento “meschino” del penalista “non ha nulla
a che vedere con la difesa di un
imputato”.
“Quello che mi ha fatto più
male – ha aggiunto - è il trattamento riservato a Calipari. La
cosa più grave è che Nicola non
si può più difendere, mentre io
sono viva grazie a lui e posso sostenere con forza che lui ha fatto
di tutto per liberarmi e per salvarmi mentre Lozano faceva fuoco
contro la nostra auto”. La Sgrena ha affermato di “non volere
nel militare americano un capro
espiatorio”, bensì “un processo
che serva ad acclarare la verità,
sebbene non mi faccia illusioni”.
Nicola Calipari.
In merito alla decisione del gup,
la senatrice Villecco ha parlato
di un “primo passo verso la verità
e verso la giustizia”, aggiungendo di aver “sempre avuto fiducia
nella magistratura”, fiducia che
ha trovato conferma nella decisione presa il 7 febbraio dal giudice Spinaci. Uno dei titolari delle
indagini, il pm Franco Ionta, ha
commentato così il rinvio a giudizio: “Trovo giusto e giudiziariamente corretto che la morte del
dott. Calipari venga ricostruita
nella sua dinamica e nelle eventuali responsabilità dinanzi a una
corte d’assise, luogo deputato
alla ricerca più attendibile e completa del vero”, mentre l’avvocato Francesca Coppi, difensore
della vedova del funzionario, ha
parlato di “una motivazione molto dura sul comportamento dell’imputato, una sorta di sentenza
di condanna”.
La Coppi ha spiegato infatti
che “il gup si sarebbe potuto limitare a disporre il rinvio a giudizio
e ad elencare le fonti di prova,
mentre ha fatto una vera e propria motivazione con la quale ha
affermato che, in tutta la dinamica, l’imputato aveva piena consapevolezza e volontà di uccidere”.
Soddisfazione anche dall’avvocato Gamberini, che ha parlato
di “esito felice” dell’udienza preliminare, sottolineando come “la
morte di Calipari vada configurata come un omicidio volontario con dolo diretto” e spiegando
che “chi, tra i soldati americani,
ha sparato dall’alto dell’abitacolo
sapeva che avrebbe ferito o ucciso qualcuno”. “Quanto all’aspetto politico – ha concluso l’avvocato – il giudice ha ritenuto che la
sicurezza dello Stato abbia subito un danno a causa della morte
di un funzionario del servizio segreto militare”. Il riconoscimento
della natura politica dell’omicidio
è stata evidenziata anche dal
commento del pm Erminio Amelio, titolare dell’inchiesta insieme
a Franco Ionta e a Pietro Saviotti.
N.N.
L’angolo della poesia
I FRUTTI CAINO
Immerso nella notte
dei tempi,
nulla in te è mutato.
Anzi, malvagia stirpe,
a Mammona un altare
hai eretto,
dimenticando Dio!
Ieri, oggi, domani:
Per te un eterno presente,
senza futuro…
Un deserto coperto di rovi:
Questo ti aspetta!
Lupo per l’altro,
le mani protese,
Cogli, o uomo,
gli amari frutti di Caino!
Orazio Sciortino
7
ISTAT: il paniere si adatta all’Italia del 2007
Il “paniere” utile ai rilevamenti Istat si rinnova e, calcolata su
questo nuovo campione valido
per il 2007, l’inflazione del mese
di gennaio rallenta segnando
un dato pari a quello dell’agosto
1999. Per rilevare il tasso di inflazione, l’Istituto di statistica si rivolge ora a prodotti più moderni:
il dvd, la scheda di memoria per
macchine digitali o la multipresa
elettrica sono entrati nella lista
degli oggetti utilizzati per calcolare gli indici dei prezzi, a scapito
di videocassette, calcolatrici tascabili, pantofole da donna, sveglie a pile, cavi elettrici, pellicole
a colori e macchine fotografiche
tradizionali, definiti “obsoleti” o
“non più rappresentativi” dal direttore dell’Istituto nazionale di
statistica, Roberto Monducci.
Ma a scomparire dalla gamma
di campioni anche quelle realtà
che, a causa delle modifiche apportate a una legge, non hanno
più senso di esistere: è il caso,
ad esempio, delle tariffe minime
dell’Ordine degli avvocati, cancellate secondo le indicazioni
del pacchetto Bersani. A rappresentare la nuova società italiana, fanno il loro ingresso i sughi
pronti, la riparazione della moto,
la visita a un monumento storico,
il filo interdentale, la scuola dell’infanzia e i sedili portabambini
per automobili. All’assicurazione
sui mezzi di trasporto si aggiunge quella sugli infortuni; i gelati
“multipack” subentrano alle torte
gelato e alla coperta, il piumino
copriletto. Le voci campione relative ai medicinali con obbligo di
prescrizione sono ora composte
da 4300 farmaci; rispetto al Nic
(indice nazionale dei prezzi al
consumo per l’intera collettività), è aumentato il peso di alcuni
settori quali quello dei trasporti,
a causa dell’innalzamento del
costo delle risorse energetiche,
insieme a quello alimentare e
bevande, bevande alcoliche e tabacchi, servizi ricettivi e di risto-
razione, servizi sanitari e spese
per la salute, acqua, abitazione,
elettricità e combustibili. In totale il “paniere” rivisitato si avvarrà
di 540 prodotti, contro i 562 della versione precedente, per rappresentare nel modo più dettagliato possibile i beni di consumo
prevalentemente acquistati dalle
famiglie italiane. Per la classificazione degli indici dei prezzi
al consumo l’Istat si richiama a
quella internazionale Coicop,
che prevede una prima suddivisione in 12 capitoli di spesa, una
seconda in 38 categorie di prodotti, una terza in 108 gruppi di
prodotti, suddivisi solo nel calcolo italiano in ulteriori 206 voci.
I comuni capoluogo di provincia
coinvolti nel calcolo dell’indice
nazionale sono ora 85.
A commentare la nuova fotografia dell’indice dei prezzi
per le famiglie italiane è stata la
Coldiretti, che sottolineando l’entrata dei sughi pronti nella gamma di prodotti alimentari rappresentativi, descrive i consumatori
“cittadini che vogliono risparmiare tempo in cucina a favore del lavoro, della famiglia e dello svago,
senza però rinunciare ai prodotti
tradizionali della dieta mediterranea”. I sughi pronti producono
oggi un movimento di denaro di
155 milioni di euro e un aumento
nei consumi del 5%. Una bocciatura secca del “restyling” del paniere Istat arriva invece dal Codacons, il cui presidente Carlo
Rienzi ha detto: “Non capiamo a
cosa serva aggiungere o togliere una manciata di voci quando i
problemi veri del paniere riguardano le modalità delle rilevazioni dei prezzi e i pesi assegnati a
ciascuna voce”. Secondo Rienzi la questione fondamentale è
un’altra, e cioè “la necessità di
modificare ed aggiornare in termini più attinenti alla realtà i pesi
adoperati nel paniere, migliorare
in qualità e quantità l’accuratezza delle rilevazioni territoriali dei
prezzi dei beni di largo consumo,
e creare panieri diversificati in
grado di rappresentare meglio
la situazione reale delle diverse
categorie di consumatori”. Le dichiarazioni del Codacons fanno
anche riferimento ai dati sull’inflazione resi noti oggi dall’Istat,
relativi al mese di gennaio: i prezzi sono saliti dello 0,1% rispetto
al mese precedente segnando
quindi un rallentamento e attestandosi all’1,7% su base annua.
Si tratta del dato più basso registrato dall’agosto 1999. L’Istituto
di statistica ha pubblicato anche
la stima preliminare dell’indice
armonizzato (riferimento per l’indice Ue calcolato da Eurostat),
che a gennaio è sceso dell’1% su
base congiunturale e cresciuto
del 2% su base tendenziale. I ricercatori Istat hanno quindi spiegato che a favorire il raffreddamento dei prezzi del mese scorso sarebbero stati i prezzi del
comparto energia, “il cui peso è
aumentato dal 6,3% all’8,2% rispetto al 2006”. A proposito del
costo dei carburanti, quello della
benzina verde, in riferimento ancora al dicembre scorso, è sceso
dello 0,4% e dell’1,8% rispetto al
gennaio 2006. Riguardo ai prodotti energetici a uso domestico,
l’Istat stima che i combustibili liquidi scenderanno del 2,1% su
riferimento mensile e del 3,5%
su quello annuo. Fra i prodotti alimentari e bevande analcoliche,
l’aumento congiunturale è stato
dello 0,2%, mentre quello tendenziale del 2,6; i prodotti ittici
crescono del 4,5, la frutta del 3,1
e olii e grassi del 7,4%. Soddisfazione è stata espressa da Confcommercio che, in una nota, ha
osservato come il tasso relativo
al mese scorso “confermi il comportamento virtuoso del sistema
della distribuzione e dei servizi
che, in assenza di pressioni esogene, ha reso ormai strutturali
le basse dinamiche inflazionistiche.
Restano – continua Confcommercio – le preoccupazioni
legate, come di consueto, alle dinamiche di prezzo di alcuni servizi di pubblica utilità, soprattutto
locali, e al permanere delle quotazioni petrolifere sui mercati internazionali ai livelli attuali”.
Taità
Made in Italy: nel 2006 non si ferma la corsa dell’export
La corsa del “made in Italy”
non si ferma. Secondo i dati
relativi al terzo trimestre 2006
dell’export dei 101 principali distretti industriali che compongono l’indice della Fondazione
Edison-Il Messaggero, l’export
di prodotti italiani è cresciuto del
5,1% tendenziale, dando un seguito all’andamento positivo già
riscontrato nel corso dell’anno.
Infatti nell’arco dell’intero periodo gennaio-settembre 2006
si è registrata una crescita del
4,5%. In totale nel periodo ottobre 2005-settembre 2006 si è
raggiunta la cifra record di 64,9
miliardi. Secondo i ricercatori
questo risultato è stato ottenu-
to puntando sulla qualità, investendo sull’innovazione e concentrando l’attenzione sui mercati esteri.
Tra i settori che hanno ottenuto risultati migliori ci sono
quelli della meccanica, della
carta, della gomma e della plastica che hanno incrementato
l’export del 9,6%. Bene anche i
distretti degli alimentari e delle
bevande (+7,7%) e quelli dell’high-tech (+6,2%). Più moderata
la crescita dei distretti dell’arredo-casa (+4,3%) e dell’abbigliamento-moda (+1,5%).
Durante l’arco dell’anno,
quindi relativamente al periodo gennaio-settembre 2006, i
distretti con il risultato migliore
sono stati quelli dell’high-tech
che registrano un incremento
del 10,1%, seguiti poi da quelli
degli alimentari e bevande con
un +9,1% e quelli della meccanica e diversi (+6,9%). Relativamente alle singole regioni,
buone notizie per il Lazio: infatti
il distretto dei prodotti ceramici di Civita Castellana (Viterbo)
ha riscontrato un aumento del
35,5%, mentre il distretto dei
prodotti farmaceutici di Latina ha
registrato un +21,8%. L’export di
meccatronica e della meccanica mette a segno buoni risultati
in Reggio Emilia: +15% l’export
delle macchine per impiego ge-
nerale e +19,4% delle pompe. Il
distretto varesino degli aeromobili registra invece una crescita
del 25,8%.
Ottimi risultati per il distretto fiorentino dell’olio d’oliva che
cresce del 38% e buoni i risultati
dei distretti vitivinicoli, soprattutto quello astigiano (+24,8%),
quelle senese (+9,6%) e quello
cuneese (+8,6%). Infine bene
anche l’export maceratese delle
calzature (+26,6%).
Purtroppo una nota negativa proviene dal comparto orafo, che ha registrato una netta
inversione di tendenza rispetto i
risultati passati.
S.P.
(Continua dalla prima pagina - Scontri a Catania, muore un poliziotto. Il calcio si ferma, dal governo misure straordinarie)
rante e prima dei match. Infatti
esse non possono più vendere,
“direttamente o indirettamente”,
alla squadra ospitata, biglietti in
blocco. E’ inoltre proibito “vendere o cedere” alla stessa persona
un numero di biglietti superiore
a dieci. La violazione della norma è sanzionata con un multa che può andare da 10 mila
a 150 mila euro. L’attuazione di
questa misura ha effetto immediato: i biglietti ceduti o venduti
prima dell’entrata in vigore del
decreto pertanto “non possono
essere utilizzati”. E’ poi proibi-
to, per la prima volta, l’ingresso
nell’impianto sportivo con razzi,
fumogeni e petardi, ma il divieto
si estende anche al possesso di
tali oggetti anche nel 24 ore precedenti e successive alla partita
di calcio.
Il divieto di accesso alle manifestazioni sportive preventivo
(Daspo) è stato inoltre innalzato a sette anni ed esteso a coloro che sono sospettati di aver
preso parte a episodi di violenza
durante le partite. Il divieto non
dovrebbe presupporre più soltanto l’accertamento di un reato,
ma “può essere altresì disposto
nei confronti di chi, sulla base di
elementi oggettivi, risulta avere
tenuto una condotta finalizzata
alla partecipazione attiva a episodi di violenza in occasione o a
causa di manifestazioni sportive
o tali da porre in pericolo la sicurezza pubblica in occasione o a
causa delle manifestazioni stesse”. La misura riguarda anche i
minorenni già segnalati alle forze dell’ordine. Nel “nuovo” Daspo è previsto l’obbligo di firma
in un comando di polizia durante
la partita: per chi lo viola, sono
previste condanne dai 6 mesi a
tre anni di reclusione e una multa fino a 10 mila euro.. Saranno
puniti inoltre i club che utilizzano
steward con precedenti penali,
mentre sale a 48 ore dal reato,
rispetto alle precedenti 36, la
possibilità di arresto in flagranza differita. Così come in rialzo
sono le pene per il reato di resistenza a pubblico ufficiale, punita con il carcere da 5 a 15 anni,
come anche il lancio di corpi
contundenti e altri oggetti, compresi gli artifici pirotecnici.
C.C.
8
FEBBRAIO 2007
UNIVERSO SICILIA
Calcio, Ronaldo:
Vela: Mascalzone Latino
“ho detto sì al Milan perché amo le sfide”
in vetrina a Napoli
E’ esposta a Napoli dal 2 febbraio
Mascalzone Latino Ita 55, imbarcazione del team di Vincenzo Onorato, che
prenderà parte alla prossima edizione di Coppa America. Partita da Portoferraio, l’imbarcazione è arrivata a
Napoli giovedì scorso, ed è in esposizione presso la Darsena Acton (Molo
Beverello) in un’area a terra appositamente destinata dall’ Autorità Portuale
di Napoli. Mascalzone Latino Ita 55 è
una delle barche acquistate dal Team
guidato da Vincenzo Onorato per l’edizione 2002/2003 dell’America’s Cup
ed è appositamente stata riallestita
con la stessa “livrea” che portano ora
le barche impegnate a Valencia nella
preparazione della 32esima edizione
dell’America’s Cup. La sfida al Defender svizzero, la Société Nautique de
Genève, era stata lanciata dal Reale
Yacht Club Canottieri Savoia di Napoli
nel marzo 2005. Con questa iniziativa
Mascalzone Latino-Capitalia Team intende sottolineare il legame che lo unisce alla città partenopea e confermare
che proprio a Napoli sarà presto realizzata la prima scuola di vela intitolata “Mascalzone Latino” ed indirizzata
ai ragazzi meno fortunati economicamente, a partire dagli otto anni in su.
L’iniziativa è fortemente voluta dal
presidente del consorzio Mascalzone
Latino, nonché armatore della compagnia Moby, appassionato velista
ma soprattutto marinaio e napoletano: Vincenzo Onorato. “La scuola di
vela - ha dichiarato Vincenzo Onorato
- sarà per questi ragazzi un’occasione
per sperimentare, al di là delle lezioni
di vela, il lavoro di gruppo, il significato
di agonismo e competizione unita ad
onestà e rispetto per gli altri, nella speranza di offrire loro una grande opportunità: di dedicarsi ad uno sport, mettere passione ed impegno in qualcosa
che potrebbe insegnare loro un nuovo
mestiere o magari trasformarli in campioni della vela”.
Un plauso particolare all’iniziativa
è già pervenuto dal segretario di Stato
Enrico Letta il quale, oltre a concedere
il patrocinio della presidenza dei Consiglio dei ministri, ha augurato, con
queste parole, il migliore successo:
“Trovo estremamente meritevole far
avvicinare al mondo del mare e della
vela fasce più larghe di popolazione,
come pure far avviare iniziative che
stimolino l’attività nell’area campana.
E’ certo un modo di onorare concretamente le tradizioni marinare italiane e
di spronare il collegamento tra il mare
e la città di Napoli, in un’ottica di sviluppo”.
Gli istruttori della scuola “Mascalzone Latino” saranno tutti velisti professionisti e campioni di vela che hanno fatto di questo sport una ragione di
vita. Mascalzone Latino vanta infatti
una grande esperienza nel mondo
della vela agonistica con i suoi 4 titoli
mondiali conquistati e le tante vittorie
nelle diverse classi; il suo impegno in
Coppa America, ormai alla sua seconda edizione, parla di un team forte, compatto, di grande esperienza e
di grande professionalità. La speranza di Vincenzo Onorato, nel proporre
questa iniziativa, è che la vela anziché sport d’elite possa diventare, così
come è oggi il calcio in Italia, uno sport
accessibile a tutti e quindi “popolare”.
G.S.
Il sogno di Ronaldo e del Milan diventano realtà. Il Fenomeno è stato presentato ufficialmente il 2 febbraio al centro
sportivo di Milanello alla presenza dell’amministratore delegato rossonero, Adriano Galliani. “La sfida per me è sempre
stata la cosa più importante - dichiara il brasiliano -.
Ho rifiutato più soldi per la
sfida sportiva. Ho avuto offerte dall’Arabia, dagli Stati Uniti, o potevo restare a
Madrid. Ma la sfida di venire al Milan e far vedere
al mondo che la mia storia non è finita ma è una
grande motivazione”. “Non
ho avuto nessun dubbio prosegue Ronaldo - io ho
la mia storia, che è stata
bellissima. Però ora mi è
capitata questa sfida e io
sono contentissimo di essere qui. Ho accettato dal
primo momento. Ci sono
stati momenti di difficoltà
nella trattativa, ma dal primo momento in cui mi si
è presentato il Milan io ho
accettato questa opportunità”. L’attaccante fa riferimento ai suoi trascorsi in
Italia, precisamente all’Inter: “A Milano mi sono trovato bene per 5 anni, ho
ancora tanti amici qui. E
poi giocare al Milan è una
gioia, un sogno per qualsiasi giocatore. Sicuramente mi aspetto rispetto dalla
gente - dice il centravanti quella che è stata con me
e che ora ovviamente non
ci sarà più. Ma il rispetto
è la cosa più importante,
la mia storia con l’Inter è
stata bellissima ma è finita
male. Sono stato venduto quasi per obbligo dell’allenatore, è finita lì. Ora sono tornato per una nuova sfida, una sfida eccitante, spero di fare benissimo per i tifosi. Con Moratti ho sempre
parlato, non ho mai smesso di rispondergli. Non credo che le
sue ultime chiamate fossero per portarmi all’Inter, comunque
è tutto passato”. “Ognuno sceglie la sua strada, io ho scelto la
Sci: per l’Italia arriva il primo oro mondiale
della storia nel Superg
Una partenza migliore per i
colori azzurri ai mondiali di sci di
Aare, in Svezia, non la si poteva
proprio prevedere. Dopo i rinvii
delle gare che hanno caratterizzato le prime giornate, infatti, il
6 febbraio finalmente la parola è
passata agli atleti con il SuperG maschile e subito, inatteso, è
arrivato il sigillo italiano. La firma
sull’impresa è di Patrick Staudacher, splendido primo nonostante i favori della vigilia indicassero tutt’altri nomi, anche all’interno della stessa squadra azzurra.
Ma mentre le luci della ribalta
attendevano Peter Fill, a sorpresa è comparso il ventiseienne
carabiniere di Colle Isarco, mai
sul podio in carriera in Coppa
del mondo, che ha addomesticato la pista Olympia con una
prova perfetta. Preciso in ogni
curva, Staudacher ha interpretato al meglio la gara, tanto da
rifilare al veterano Fritz Strobl,
medaglia d’argento, 32 centesimi e a Bruno Kernen, bronzo,
62 centesimi. L’oro vinto in Svezia rappresenta la prima medaglia iridata maschile dell’Italia
nella storia della disciplina, ed
è il giusto coronamento di una
carriera che sinora non aveva
regalato troppe gioie a Patrick,
vittima di una serie di infortuni, il
più grave dei quali gli è capitato
due anni fa, quando subì il trapianto della cornea. Le cose non
sono andate invece bene a Fill:
l’altoatesino ha attaccato ma si
è fatto prendere dalla frenesia
concludendo al quattordicesimo
posto. Dalla sua comunque c’è
l’ulteriore chance che potra giocarsi sabato in discesa. Positiva
la prova di Massimiliano Blardone, non uno specialista, sedicesimo a 1”08 dal vincitore e
mai così in alto in supergigante.
Werner Heel, ultimo del quartetto azzurro, è arrivato ventisettesimo a 1’’44. Fra i grandi delusi
della giornata c’è sicuramente
Bode Miller, autore di una prova piena di errori al punto da
chiudere solo ventiquattresimo.
Male, almeno rispetto al suo potenziale, anche Hermann Maier,
che ha chiuso settimo. Entusiasta Staudacher a fine gara.
“Non ho sbagliato nulla – ha
raccontato a caldo il carabiniere - La neve era aggressiva ma
non ho
avuto
problem i .
M i
sembra di vivere un sogno. Partire con il pettorale
numero 12 in questo genere di
gare è vantaggioso, però sono
contento perchè ho saputo cosa
fare in ogni tratto del tracciato.
Penso che impiegherò parecchio tempo per rendermi conto
della portata della mia impresa”.
Meno contento personalmente
Peter Fill, che però la prende
con filosofia e gioisce per il compagno. “L’importante è che l’Italia abbia trionfato – ha commentato –. Complimenti a Patrick, ha
sciato molto bene in condizioni
difficili. La neve non perdonava nulla, non potevamo iniziare
meglio. Da parte mia ho sbagliato tanto, volevo strafare e ho
tagliato troppo in curve dove invece bisognava assecondare la
pista. Però ho dato tutto ed è ciò
che conta. Sono già concentrato
sulla discesa”. Soddisfatto della
prova Massimiliano Blardone,
strada del Milan e spero di far benissimo per questa società
e questa gente che mi ha accolto con un affetto incredibile chiarisce Ronie - Auguro a Moratti o a chi si sente offeso ‘buona fortuna’ per la loro vita. Io seguo la mia strada”. La talentuosa punta carioca lancia qualche frecciata al suo ex tecnico
Fabio Capello e ad Arrigo Sacchi, che nei giorni scorsi aveva
manifestato le sue titubanze
sulla compatibilità tra Ronaldo
e l’ambiente rossonero: “Io le
regole le ho sempre rispettate,
ovunque. Gli allenamenti li ho
sempre fatti, non capisco certe dichiarazioni di Sacchi. Ma
la gente parla, ci sta. Nella mia
storia vanto tantissimi trofei,
e nessuno mi è stato regalato. Ho conquistato tutto con il
mio sudore e il mio sacrificio, e
spero di farlo ancora. Io e Capello non abbiamo avuto problemi, solo che lui non ha mai
avuto fiducia in me, non mi faceva giocare e non mi diceva
nulla, anche perché io non ho
chiesto niente. E’ brutto, e triste”. Poi il Fenomeno fa ancora
riferimento all’Inter: “A me non
interessa cosa dicono dall’altra parte, mi scuso ma non mi
interessa, io sono qui adesso.
Non ho ancora sentito Vieri ma
lo sentirò presto. Ora c’è confusione e sto cercando casa,
ho fatto dei documenti, mi sto
allenando tanto e non ho ancora avuto il tempo di vedere
i miei amici”. “Ho sentito Berlusconi, sono contentissimo di
aver parlato con lui. La partita
contro la Roma non è andata
bene, ma io sono sicuro che
le cose cambieranno”. L’ultima
battuta di Ronaldo è sulla sua
nazionale: “Non ho parlato con Dunga, ma il mio futuro in nazionale non penso dipenda da una conversazione ma da quello che farà in campo. Spero di poter giocare la Coppa America,
ma il primo obiettivo è far bene al Milan - conclude Ronie - In
nazionale poi prendono chi fa bene con il club”.
R.P.
UNIVERSO SICILIA
Editore: AIC - INPAL
Sede: Via Dante, 130 - 90100 Palermo
Direttore responsabile: Vincenzo Castiglione
Vice Direttore: Giuseppe Miraglia
Hanno collaborato: Carmelo Ambra - Giuseppe Miraglia
Orazio Sciortino - Pasqualino Santoianni
Francesco Forte - Pasquale Santoianni
Chiuso in redazione il 20 Febbraio 2007
Amministratore: Alfredo Torrisi
Questo periodico viene spedito in: Australia, Argentina, Belgio, Francia,
Germania, Grecia, Olanda, Spagna, Gran Bretagna, Irlanda, Ungheria,
Brasile, Stati Uniti, Luxembourg, Venezuela.
cui
toccava
il compito
di
scaldare
le
gambe
in vista del
Gigante,
gara in
cui potrà
mettere
nel mirino una medaglia. “E’ la
mia migliore prestazione in supergigante, mi consente di recuperare punti nella classifica di
merito - dice il piemontese -. Ho
commesso qualche piccolo errore ma ci può stare. Staudacher
ha fatto una gara impressionante, ha sciato magnificamente. Il
nostro inizio non poteva essere
più dolce”.
T.A.
Stampa: Tipo-Lito Placido Dell’Erba
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