P PR Veerro Azziieen RO OG on GE naa A nd ET dee S TT TO Siiccu O::““V urree”” Linea Guida per la Gestione della Formazione e Informazione in un Sistema di Gestione per la Sicurezza e la Salute sui Luoghi di Lavoro 4 LINEA GUIDA PER LA GESTIONE DELLA FORMAZIONE E INFORMAZIONE IN UN SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUI LUOGHI DI LAVORO GRUPPO DI LAVORO: AZIENDE: Roberto Carlesso GLAXOSMITHKLINE Massimo Zuppini GLAXOSMITHKLINE Giampaolo Gecchele BAULI Mauro Lippi BAULI Sergio Lui ARDUINI E NERBOLDI Giovanni Claudio Zuffo CGIL VERONA Erica Dal Degan COOPERATIVA PROMOZIONE LAVORO Nicola Paggiaro COOPERATIVA PROMOZIONE LAVORO Antonella Soriolo ISAAC GLASS Srl Vito Tosi LINPAC PLASTICS Verona Srl Glauco Rabitti MELEGATTI Vincenzo Rampanti RIVA ACCIAIO Nicola Signorini SOCIETA’ EDITRICE ARENA SpA Pietro Mazzoccoli AZIENDA ULSS 20 - VERONA Andrea Serpelloni AZIENDA ULSS 20 - VERONA Stefano Zambello SGL MULTISERVIZI S.r.l. Claudio Zeni VOLKSWAGEN GROUP ITALIA SpA Verona, giugno 2008 Pagina 1 di 18 Linea Guida per la Gestione della Formazione e Informazione in un Sistema di Gestione per la Sicurezza e la Salute sui Luoghi di Lavoro DOCUMENTO Coordinatore gruppi di lavoro : Dr. Pietro Mazzoccoli (SPISAL Azienda ULSS 20 – Verona) Elaborato a cura di : Gruppo di Lavoro “GESTIONE DELLA FORMAZIONE E INFORMAZIONE” Data di emissione : Giugno 2008 in Verona GRUPPO DI LAVORO COMPONENTI Coordinatori AZIENDE TELEFONO E-MAIL Giampaolo Gecchele BAULI Mauro Lippi BAULI 045-828 83 11 045-828 83 67 [email protected] [email protected] Roberto Carlesso Massimo Zuppini GLAXOSMITHKLINE GLAXOSMITHKLINE 045-821 85 47 045-921 83 56 [email protected] [email protected] Sergio Lui ARDUINI E NERBOLDI 045-851 54 11 Giovanni Claudio Zuffo CGIL VERONA 045-867 46 69 [email protected] Erica Dal Degan COOPERATIVA PROMOZIONE LAVORO Nicola Paggiaro COOPERATIVA PROMOZIONE LAVORO 348-800 27 34 [email protected] Antonella Soriolo ISAAC GLASS Srl 045-615 19 33 [email protected] Vito Tosi LINPAC PLASTICS Verona Srl 045-92 16 411 Glauco Rabitti MELEGATTI SpA 045-895 15 47 [email protected] Vincenzo Rampanti RIVA ACCIAIO Stabilimento di Verona 045-805 81 11 [email protected] Nicola Signorini SOCIETA’ EDITRICE ARENA SpA 045-809 40 00 [email protected] Pietro Mazzoccoli ULSS 20 045-807 60 35 [email protected] Claudio Zeni VOLKSWAGEN GROUP ITALIA SpA 045-809 17 38 [email protected] Partecipanti Hanno inoltre visionato da un punto di vista tecnico per lo SPISAL dell’ULSS 20 di Verona, i seguenti collaboratori: [email protected] [email protected] Dott.ssa Caterina Agnoli Dott.ssa Cristina Fiorini Dott. Mario Gobbi Dott.ssa Maria Lelli Dott.ssa Manuela Peruzzi Si prega di segnalare eventuali refusi o inesattezze contenute nel presente documento al seguente indirizzo: Dott. PIETRO MAZZOCCOLI Servizio S.P.I.S.A.L. - Azienda ULSS 20 Via Salvo D'Acquisto, 7 - 37122 Verona Tel. 045 - 807 60 35 Fax 045 - 807 50 13 E-mail: [email protected] Le Linee Guida sono scaricabili in formato elettronico dal portale: http://prevenzione.ulss20.verona.it/spisal.html alla sezione “Progetti”, e dal portale: www.safetynet.it.. E’ consentita la diffusione ovvero la riproduzione e l’utilizzo anche ad uso interno Pagina 2 di 19 Linea Guida per la Gestione della Formazione e Informazione in un Sistema di Gestione per la Sicurezza e la Salute sui Luoghi di Lavoro Indice Pag. 1. INTRODUZIONE -------------------------------------------------------------------------------------------4 2. SCOPO -------------------------------------------------------------------------------------------------------4 3. CAMPO DI APPLICAZIONE ----------------------------------------------------------------------------5 4. LINEA GUIDA-----------------------------------------------------------------------------------------------5 4.1. Informazione (aspetti generali) 4.1.1. Informazione specifica relativa ai rischi di mansione e al sistema sicurezza 4.1.2. Informazione relativa ai contratti d’appalto d’opera 4.1.3. Comunicazione 4.1.4. Visita azienda 4.1.5. Riunione periodica prevenzione e protezione 4.1.6. Riunione coordinamento tra responsabili (SPP, dirigenti e preposti) 4.1.7. Riunione RLS /RSPP 4.2. Formazione/addestramento (aspetti generali) 4.2.1. Progettazione del piano formativo 4.2.2. Registrazione attività formative 4.2.3. Verifica apprendimento formazione e dichiarazione conclusione percorso formativo 4.2.4. Formazione di base 4.2.5. Formazione alla mansione 4.2.6. Formazione specifica cambio mansione 4.2.7. Formazione per nuovi impianti, macchine, processi e sostanze 4.2.8. Corsi di aggiornamento 4.2.9. Formazione per Dirigenti e Preposti 4.2.10. Formazione obbligatoria per RLS, squadre addetti al primo soccorso, lotta agli incendi, evacuazione emergenza, RSPP e ASPP 5 6 6 6 7 7 7 8 9 10 10 11 11 12 13 13 14 14 15 5. DEFINIZIONI ---------------------------------------------------------------------------------------------- 17 6. ALLEGATI ------------------------------------------------------------------------------------------------- 19 Allegato 1: esempio di poster per sensibilizzazione uso dei DPI 19 Allegato 2: esempio di poster per sensibilizzazione sui pericoli 19 Allegato 3: esempio di opuscolo informativo sui rischi derivanti da macchine 19 Allegato 4: esempio di piano formazione 19 Allegato 5: esempio di diagramma formativo 19 Allegato 6: modulo registrazione partecipazione corso formazione 19 Allegato 7: modulo registrazione corsi erogati 19 Allegato 8: test d’ingresso per la verifica delle conoscenze di base di nuovi assunti 19 Allegato 9: presentazione norme generali per la sicurezza nell’ambiente di lavoro 19 Allegato 10: test di verifica norme generali per la sicurezza nell’ambiente di lavoro 19 Allegato 11: presentazione corso formazione per la guida dei carrelli elettrici a timone 19 Allegato 12: test di verifica apprendimento informazioni ai conduttori dei carrelli elettrici a timone. 19 Allegato 13: informazioni ai conduttori dei carrelli elettrici a timone 19 Pagina 3 di 19 Linea Guida per la Gestione della Formazione e Informazione in un Sistema di Gestione per la Sicurezza e la Salute sui Luoghi di Lavoro 1. INTRODUZIONE La presente linea guida nasce dall’esigenza di fornire un documento essenziale e di facile lettura per suggerire una metodologia con cui costruire un apparato formativo/informativo indispensabile per attuare quanto previsto dal D.Lgs 81/08, Titolo I, Capo III, sezione IV, art. 36 - 37. In esso vengono tra gli obblighi del datore di lavoro quello di formare ed informare i lavoratori sui rischi lavorativi e sui meccanismi di difesa da mettere in atto per minimizzare il rischio infortunistico o di malattia professionale e di addestrarli all’uso di macchine, sostanze/preparati pericolosi e dispositivi di protezione individuale in accordo all’esito della valutazione dei rischi di mansione. L’adozione di quanto riportato nel documento può portare ad un processo formativo/informativo efficace, basato sulla valutazione dei bisogni specifici. Il documento riporta inoltre suggerimenti organizzativi circa la gestione di incontri informativi tra le parti che si occupano di sicurezza in azienda. Quanto riportato rappresenta infine un metodo di lavoro idoneo a valorizzare le risorse interne. 2. SCOPO L’Azienda è un sistema aperto dove diversi attori, ognuno con un proprio ruolo, interagiscono tra loro in modo formale ed informale creando l’organizzazione aziendale e nello specifico, il sistema di gestione salute, sicurezza e ambiente. Questi attori: • interni: • esterni: datore di lavoro, alta direzione, management, preposti, lavoratori, persone in stage e/o formazione, lavoratori somministrati, distaccati, ecc; professionisti, prestatori d’opera, fornitori di beni e servizi; creano l’insieme delle risorse umane. Ognuno di essi ha un proprio specifico compito che è strettamente correlato con quello degli altri e volto al raggiungimento dell’obbiettivo prefissato e stabilito nella politica aziendale della sicurezza (le definizioni delle figure professionali sono riportate al Titolo I, Capo I, art 2 del DLgs 81/08). . Il Datore di lavoro e/o l’Alta Direzione definisce la politica della sicurezza aziendale e ne promuove la diffusione; opera la valutazione dei rischi; mette a disposizione l’organizzazione e le risorse necessarie per il raggiungimento degli obbiettivi prefissati e ne prevede il costante monitoraggio. Il Dirigente nella sua autonomia di decisione e di spesa (su delega del Datore di Lavoro), pone in atto tutte le azioni tecniche ed organizzative necessarie al raggiungimento degli obiettivi assegnati. Promuove la cultura della salute, sicurezza e ambiente sul luogo di lavoro. Il Preposto (capo reparto, capo turno, capo ufficio, ecc..) collabora nella promozione della cultura della salute, sicurezza e ambiente sul luogo di lavoro e sovrintende all’applicazione delle relative norme e comportamenti per il proprio ambito di responsabilità. Il Lavoratore e le persone in stage o formazione sono protagonisti attivi del sistema salute, sicurezza e ambiente e come tali si prendono cura della propria salute e sicurezza sul luogo di lavoro, anche considerando la presenza dei colleghi su cui possono ricadere gli effetti dei propri comportamenti. Gli attori esterni (lavoratori ditte appaltatrici e lavoratori autonomi), nel momento in cui entrano in contatto con l’Azienda, diventano parte del sistema salute, sicurezza e ambiente di quella Azienda; come tale si adoperano affinché con la loro prestazione non si creino ulteriori fattori di rischio, collaborando e coordinando gli interventi di prevenzione posti in atto. Pagina 4 di 19 Linea Guida per la Gestione della Formazione e Informazione in un Sistema di Gestione per la Sicurezza e la Salute sui Luoghi di Lavoro Il sistema salute, sicurezza e ambiente non deve essere soltanto il frutto di un insieme di regole e norme, ma un percorso da perseguire giorno per giorno per proteggere la propria salute nel breve e lungo termine e, quindi, per godere appieno la vita. Dalle esperienze assimilate, nasce questo documento che illustra alcuni metodi che si possono impiegare per stimolare le persone ad acquisire quelle capacità necessarie per prestare la propria opera in modo “preventivo” nei confronti degli eventuali aspetti pericolosi legati alle proprie attività. L’ obbiettivo è quindi favorire all’interno dell’azienda quei comportamenti salubri e sicuri che siano modelli di comportamento positivo. Questo può avvenire esclusivamente attraverso la valorizzazione delle stesse risorse umane presenti in azienda. Esse, attraverso il processo di formazione, informazione, addestramento e comunicazione continua, devono essere messe in grado di riconoscere il pericolo e valutarne i rischi diventando così espressione di un soggetto attivo e responsabile. 3. CAMPO DI APPLICAZIONE La presente linea guida si applica a tutti i luoghi di lavoro e alle attività che ricadono nell’ambito del D.Lgs 81/08. Nel dettaglio fornisce suggerimenti sulla predisposizione e erogazione della informazione/formazione e addestramento così come richiesto dagli articoli 36 e 37 del D.Lgs 81/08. 4. LINEA GUIDA 4.1. Informazione (aspetti generali) Gli obblighi relativi all’informazione sono riportati all’interno dell’articolo 36 del D.Lgs 81/08. Nella presente linea guida, con il termine informazione si intende un insieme articolato di attività finalizzate alla trasmissione di notizie e di conoscenze in forma verbale e scritta anche mediante l’utilizzo di differenti ausili quali poster, volantini, video, e-mail, intranet, ecc. I contenuti dell’informazione possono essere quindi molteplici e non necessariamente limitati ad aspetti di sicurezza e salute sul posto di lavoro per rafforzare l’effetto della formazione, ma essere estesi ad esempio alle performance aziendali o di reparto, alla promozione della salute, di stili di vita più sani, alle politiche aziendali, l’organigramma e i ruoli aziendali propri del sistema di salute, sicurezza e ambiente, ecc. Affinché l’informazione sia efficace dovrà essere essenziale, chiara ed intuitiva, preferendo ove possibile l’uso di immagini al testo. Le modalità con cui l’informazione viene eseguita dovrà essere funzione delle dimensioni e complessità dell’azienda. Sono normalmente utilizzati poster, avvisi, memorandum, e-mail, ecc. Esempi di documentazioni informative (poster e opuscoli) sono disponibili in: Allegato 1: esempio di poster per sensibilizzazione uso dei DPI. Allegato 2: esempio di poster per sensibilizzazione sui pericoli. Allegato 3: esempio di opuscolo informativo sui rischi derivanti da macchine. Sono inoltre considerati momenti informativi gli incontri (riunioni) tra diverse parti aziendali quali, ad esempio, RSPP (Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione), management, RLS (Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza), medico competente, ecc. Di seguito, suddivise per tipologie, sono riportate le principali attività informative. Pagina 5 di 19 Linea Guida per la Gestione della Formazione e Informazione in un Sistema di Gestione per la Sicurezza e la Salute sui Luoghi di Lavoro 4.1.1. Informazione specifica relativa ai rischi di mansione e al sistema sicurezza Il D.Lgs 81/08 al Titolo I, Capo III, Sezione IV, articolo 36 attribuisce al datore di lavoro l’obbligo di provvedere affinché ciascun lavoratore riceva un'adeguata informazione su: a) b) c) d) e) f) g) i rischi per la sicurezza e la salute connessi all'attività dell'impresa in generale; le procedure che riguardano il pronto soccorso, la lotta antincendio, l'evacuazione dei lavoratori; i nominativi dei lavoratori incaricati di applicare le misure di cui agli articoli 45 e 46 (prevenzione incendi e pronto soccorso). il responsabile del servizio di prevenzione e protezione ed il medico competente i rischi specifici cui è esposto in relazione all'attività svolta, le normative di sicurezza e le disposizioni aziendali in materia; i pericoli connessi all'uso delle sostanze e dei preparati pericolosi sulla base delle schede dei dati di sicurezza previste dalla normativa vigente e dalle norme di buona tecnica; le misure e le attività di protezione e prevenzione adottate. Nel caso di lavoratori stranieri e necessario verificare la capacità di comprendere la lingua italiana, 4.1.2. Informazione relativa ai contratti d’appalto d’opera In accordo all’articolo 26 D.lgs 81/08 il datore di lavoro, in caso di affidamento dei lavori all'interno dell'azienda ad Imprese appaltatrici o a lavoratori autonomi, ha l’obbligo di fornire agli stessi soggetti dettagliate informazioni sui rischi specifici esistenti nell'ambiente in cui sono destinati ad operare e sulle misure di prevenzione e di emergenza adottate in relazione alla propria attività. Ha inoltre l’obbligo di cooperare con le imprese appaltatrici o lavoratori autonomi all’attuazione di misure di prevenzione e protezione coordinate al fine di eliminare i rischi dovuti alle interferenze tra le proprie attività lavorative e i lavori delle diverse imprese coinvolte. Per una più dettagliata trattazione si rimanda alla “Linea guida per la gestione degli appalti delle opere e della manutenzione ai fini della prevenzione in tema di sicurezza e salute sui luoghi di lavoro”. 4.1.3. Comunicazione Rappresenta una forma particolare di informazione che avviene normalmente in senso verticale, sia dall’alto verso il basso (Top-Down) sia dal basso verso l’alto (Bottom-Up). La finalità della comunicazione Top-Down è spesso legata alla necessità dell’azienda di informare i dipendenti su iniziative meritocratiche correlate ai risultati, sui premi di raggiungimento target, su incentivazioni particolari, su iniziative di divulgazione di informazioni inerenti ai meccanismi di gestione aziendale. Le modalità di attuazione possono passare attraverso comunicati interni diffusi presso tutte le unità od i soggetti interessati, riunioni appositamente convocate ed estese a gruppi omogenei oppure a tutti i Lavoratori (assemblee), incontri a tema monografico, note informative a tema, ecc. La comunicazione dal basso verso l’alto (detta anche Bottom-Up) rappresenta invece un metodo di segnalazione dai dipendenti all’azienda. È spesso relativa alla segnalazione di eventi anomali, osservazioni e proposte migliorative. I principali destinatari della segnalazione o proposta possono essere molteplici, ad es.: i responsabili diretti, gli RLS, il RSPP, che, conseguentemente alla valutazione e nei casi ritenuti significativi, ne portano evidenza presso il Datore di Lavoro. Per favorire una comunicazione Bottom-Up si consiglia l’uso di sistemi di riporto anche anonimi o la predisposizione di punti di raccolta appositamente strutturati (scatole per raccolta segnalazioni e suggerimenti in aree comuni quali mensa, spogliatoi, ecc). Pagina 6 di 19 Linea Guida per la Gestione della Formazione e Informazione in un Sistema di Gestione per la Sicurezza e la Salute sui Luoghi di Lavoro 4.1.4. Visita azienda La visita guidata all’azienda rappresenta per un neoassunto un’ottima opportunità per familiarizzare con l’azienda, i suoi reparti ed in particolare con il reparto di competenza. Rappresenta di fatto un momento informativo importante. Durante la visita devono essere mostrate le strutture comuni quali gli spogliatoi, i servizi igienici, le docce, ecc. Devono essere spiegate le regole d’accesso alla mensa o locali analoghi, l’uso dei parcheggi o altre aree a disposizione. Devono inoltre essere illustrate le vie di esodo e i punti di raccolta, nonché la presenza di un’infermeria o del materiale di primo soccorso. Dovranno infine essere illustrate le aree aziendali soggette a restrizioni particolari. Affinché sia realmente utile la visita guidata all’azienda deve essere fatta al momento dell’ingresso del neoassunto nell’organizzazione preferibilmente da parte del diretto responsabile. 4.1.5. Riunione periodica prevenzione e protezione In base all’art. 35 del D.Lgs. 81/08 il datore di lavoro deve indire almeno una volta all’anno una riunione per discutere dei problemi inerenti la sicurezza aziendale, a seguito della riunione deve essere redatto il verbale. Alla riunione partecipano almeno: a) il datore di lavoro o un suo rappresentante; b) il responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi; c) il medico competente ove previsto; d) il rappresentante per la sicurezza. Nel corso della riunione il datore di lavoro deve sottoporre all'esame dei partecipanti il documento di valutazione dei rischi. Deve fornire inoltre informazioni circa: • l’andamento degli infortuni e delle malattie professionali e della sorveglianza sanitaria • i criteri di scelta, le caratteristiche tecniche e l’efficacia dei dispositivi di protezione individuale • i programmi di informazione e formazione dei lavoratori ai fini della sicurezza e della protezione della loro salute • codici di comportamento e buone prassi per prevenire i rischi di infortuni e di malattie professionali obiettivi di miglioramento della sicurezza sulla base delle linee guida del sistema di gestione della sicurezza adottato dall’azienda • eventuali significative variazioni delle condizioni di esposizione al rischio • la programmazione e l'introduzione di nuove tecnologie che hanno riflessi sulla sicurezza e salute di lavoratori 4.1.6. Riunione coordinamento tra responsabili (SPP, dirigenti e preposti) La riunione di coordinamento tra responsabili non è prevista da D.Lgs 81/08, tuttavia, poiché rappresenta un momento importante di scambio informativo tra il Servizio di Prevenzione e Protezione, i dirigenti e i preposti, se ne consiglia l’istituzione. Tale riunione ha lo scopo di creare una dinamica comunicativa che permetta l’ottimizzazione delle attività del SPP sulla base di un reale scambio di informazioni. Questa tipologia di incontri è normalmente promossa dal SPP e alla stessa può essere invitato il Medico Competente ove opportuno. Alcuni dei temi oggetto di queste riunioni possono essere indicati in: • • • • • Illustrazione delle attività fatte dal SPP nel dipartimento/reparto Identificazione problemi emergenti o nuove tematiche Valutazione di nuove necessità di formazione/informazione Valutazione numero infortuni/mancati infortuni/ malattie professionali Verifiche legate ai DPI (nuove necessità, aspetti relativi a difficoltà d’uso, ergonomia, ecc) Pagina 7 di 19 Linea Guida per la Gestione della Formazione e Informazione in un Sistema di Gestione per la Sicurezza e la Salute sui Luoghi di Lavoro • Discussione e confronto su aspetti pratici legati all’operatività e aspetti “gestionali” relativamente alle risorse umane. • Chiarimenti normativi/operazionali in riferimento a specifiche situazioni di lavoro. I vantaggi ottenibili da questo tipo di riunioni possono essere indicati nei seguenti punti: • • • • • ottimizzazione delle performance del SPP creazione di un rapporto dinamico tra SPP, dirigenti e preposti mantenimento di una costante attenzione agli aspetti legati alla salute e sicurezza sul lavoro. creazione di un clima diffuso di attenzione e aumento del coinvolgimento degli operatori creazione di un piano di miglioramento misurabile. La riunione di sicurezza con il management può avere a seconda della complessità dell’azienda un’organizzazione e una frequenza variabile. È consigliabile che si abbiano almeno due incontri l’anno. È conveniente definire, possibilmente in anticipo, eventuali altri argomenti che verranno trattati con la distribuzione di eventuali materiali oggetto di discussione. Per una corretta pianificazione delle attività decise in sede di riunione e per una possibile diffusione delle decisioni prese ad altri soggetti interessati, si consiglia infine di redigere un breve verbale dell’incontro riportante gli argomenti discussi, le decisioni prese, le responsabilità per l’esecuzione ed i tempi d’attuazione delle azioni di miglioramento. 4.1.7. Riunione RLS /RSPP Sebbene la riunione di coordinamento tra il Responsabile per la Sicurezza dei Lavoratori e il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione non è prevista da D.Lgs 81/08, essa rappresenta un momento importante per la condivisione delle tematiche legate alla sicurezza e igiene sul luogo di lavoro che va oltre la riunione annuale prevista dal D.Lgs 81/08. Alla riunione può essere invitato il Medico Competente, ove opportuno. La frequenza e la durata di queste riunioni sarà stabilita in funzione della complessità aziendale e delle tematiche in argomento ma deve essere mirata a creare un rapporto efficace che permetta di: • ottimizzare il rapporto tra le parti stimolando una collaborazione produttiva e costruttiva; • discutere e condividere il programma formativo coinvolgendo, qualora se ne presenti la necessità, l’Organismo Paritetico Provinciale; • elaborare proposte inerenti l’attività di prevenzione dei rischi; • implementare metodologie che permettano di individuare “comportamenti migliorabili” e “supporti motivazionali”. Gli argomenti che più frequentemente sono oggetto di discussione in questo genere di incontri possono essere indicati in: • • • • • Discussione di problematiche varie (infortuni, mancati infortuni, ecc.). Condivisione del programma di formazione e addestramento. Condivisione del sistema di gestione della sicurezza aziendale. Condivisione del sistema di gestione dell’emergenza (Antincendio, Primo Soccorso, Evacuazione). Proposte di prevenzione e protezione. La riunione tra RLS e RSPP è consigliata sempre a seguito di infortuni o mancati infortuni significativi e nella fase di elaborazione delle proposte di informazione/formazione/addestramento. Su richiesta dell’RLS In modo formale (convocazione su ordine del giorno specifico) o informale (incontri occasionali). Pagina 8 di 19 Linea Guida per la Gestione della Formazione e Informazione in un Sistema di Gestione per la Sicurezza e la Salute sui Luoghi di Lavoro 4.2. Formazione/addestramento (aspetti generali) Gli obblighi relativi alla formazione sono riportati all’interno dell’articolo 37, Titolo I, Capo III, sezione IV del D.Lgs 81/08. Tale articolo attribuisce al datore di lavoro l’obbligo di provvedere affinché ciascun lavoratore riceva formazione/addestramento sufficiente ed adeguata in materia di sicurezza e di salute, con particolare riferimento al proprio posto di lavoro e alle proprie mansioni. La formazione/addestramento deve avvenire almeno nelle occasioni sotto riportate: a) al momento dell'assunzione; b) a seguito del trasferimento o cambiamento di mansioni; c) a seguito dell'introduzione di nuove attrezzature di lavoro o di nuove tecnologie, di nuove sostanze e preparati pericolosi. Se eseguita efficacemente rappresenta uno strumento indispensabile per la comprensione: • • • del sistema organizzativo di sicurezza presente in azienda; dei rischi che l’attività lavorativa comporta; dei metodo per prevenire e proteggersi da infortuni e malattie professionali. Docenti Una fase particolarmente importante nella formazione/addestramento è la scelta dei Docenti, scelta che può rivolgersi all’interno (R.S.P.P., specialisti di Reparto o all’esterno dell’Azienda (Professionisti, Istituti, ecc.) ma comunque indirizzata verso persone con provata esperienza degli argomenti trattati e conoscenza dell’ambiente di lavoro e delle tipologia di attività del comparto. Per formazioni su rischi lavorativi con impatto sulla salute (es: movimenti ripetitivi, agenti cancerogeni, rumore, vibrazioni, ecc) il datore di lavoro si avvale della figura del Medico Competente. La formazione/addestramento in azienda, si rivolge infine a tipologie diverse di lavoratori: 9 9 9 nuovi assunti (incluso personale in stage); lavoratori già con esperienza; lavoratori stranieri. A seconda della tipologia formazione/addestramento diverse. di lavoratore, dovranno poi essere adottate tecniche di Neo assunto Particolare importanza nella formazione/addestramento del lavoratore neo assunto riveste la figura del tutor, persona con esperienza che attraverso il suo esempio trasferisce le conoscenze ed i comportamenti. Peculiarità del tutor devono essere una buona capacità relazionale ed autorevolezza, considerando che le persone giovani sono più portate ad apprendere e mettere in pratica i comportamenti di sicurezza acquisiti. Lavoratore con esperienza Il lavoratore già in forza, al quale deve essere somministrata formazione/addestramento per cambio mansione e/o acquisizione di nuovi impianti, forte dell’esperienza accumulata opporrà probabilmente più resistenza alle nuove proposte. In questo caso è fondamentale far percepire l’utilità della proposta ed i vantaggi in termini di sicurezza e salute che essa porta. Per facilitare tale obbiettivo la formazione/addestramento dovrà prevedere momenti di confronto e discussione dei partecipanti su eventuali casi o situazioni aziendali reali. Per tale motivo è preferibile utilizzare formatori interni all’azienda quali il responsabile o l’addetto del servizio prevenzione e protezione (RSPP-ASPP), il medico competente o il preposto. Lavoratori stranieri Alcune considerazioni a parte merita la categoria di lavoratori stranieri, per le difficoltà oggettive dovute alla scarsa o totale mancanza di conoscenza della lingua italiana, che dovrà essere sempre e comunque verificata (vedere D.Lgs 81/08, art 36, punto 4). Pagina 9 di 19 Linea Guida per la Gestione della Formazione e Informazione in un Sistema di Gestione per la Sicurezza e la Salute sui Luoghi di Lavoro In caso di conoscenza limitata della lingua italiana è opportuno avvalersi di mediatori culturali contattabili tramite le associazioni di categoria. In alternativa si può ricorrere a strumenti formativi/informativi in lingua straniera scaricabili da siti internet di settore oppure alla traduzione dei documenti comunemente utilizzati. 4.2.1. Progettazione del piano formativo Le attività di informazione, formazione e addestramento devono essere costruite sul documento di valutazione dei rischi, oltre che sulle indicazioni risultanti dall’analisi delle competenze (attese vs effettive) o sulle indicazioni che emergono dalla riunione periodica prevista dall’art. 35 del D.Lgs 81/08. La progettazione dell’informazione/formazione/addestramento inizia quindi con un'accurata analisi del documento di valutazione dei rischi per evidenziarne le tematiche che devono essere oggetto degli interventi formativi. Ne consegue la predisposizione del tipo di intervento formativo, i contenuti e le modalità di erogazione sulla popolazione aziendale. Per dare un senso logico e consequenziale alle attività di formazione e necessario definire un Piano Formativo riportante almeno le seguenti informazioni: ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ tema del corso di formazione; obiettivo/i del corso di formazione; destinatari della formazione; sede di erogazione (corso interno/esterno); referente interno per la specifica attività di formazione; per la formazioni esterna indicazioni sui docenti e relativi titoli; periodo/data addestramento; durata corso; numero previsto di partecipanti; modalità di verifica apprendimento. Il piano deve essere aggiornato su base annuale e reso noto a tutte le persone coinvolte. A seconda della complessità e differenziazione delle attività lavorative aziendali, nelle aziende i programmi di formazione/addestramento possono essere molto variabili. Si riconoscono tuttavia dei punti formativi costanti riportati di seguito. Un esempio di un piano formazione è riportato in: Allegato 4: esempio di piano formazione. Una rappresentazione schematica del processo di formazione indicante la sequenza delle attività di formazione e relativi momenti di verifica e dichiarazione di conclusione del periodo formativo è riportato in: Allegato 5: esempio di diagramma formativo. 4.2.2. Registrazione attività formative Tutte le attività formative in tema di sicurezza e salute sul luogo di lavoro devono essere registrate e controfirmate dal soggetto che ha usufruito della formazione. La registrazione deve essere sufficientemente semplice ma comprovante le tematiche affrontate e gli altri riferimenti che la descrivono. Un esempio di un modulo per la registrazione della partecipazione ai corsi di formazione è riportato in: Allegato 6: modulo registrazione partecipazione corso formazione. Pagina 10 di 19 Linea Guida per la Gestione della Formazione e Informazione in un Sistema di Gestione per la Sicurezza e la Salute sui Luoghi di Lavoro Un modulo per la registrazione dei corsi erogati in accordo al piano formativo, comprendente le informazioni necessarie per un quadro d’insieme è riportato in: Allegato 7: Modulo registrazione corsi erogati. 4.2.3. Verifica apprendimento formazione e dichiarazione conclusione percorso formativo La verifica dell’avvenuto apprendimento di un percorso formativo è di particolare importanza; in caso contrario sarà necessario ripetere la formazione e nel caso si trattasse di addestramento/formazione alla mansione, questa non potrà essere svolta finché l’esito non sarà positivo. Per poter eseguire un’efficace valutazione dell’apprendimento si consiglia di seguire un metodo che prevede la valutazione del grado di conoscenza iniziale e successivamente il grado della conoscenza acquisita. La comparazione tra i due livelli conoscitivi permette di valutare l’efficacia del processo formativo e lo stato delle conoscenze al termine della formazione. Per percorsi formativi di lunga durata è inoltre consigliato di eseguire delle verifiche periodiche che permettano di confermare lo stato di avanzamento corretto del percorso formativo. La verifica dell’apprendimento può essere fatta con vari metodi, ad esempio mediante l’osservazione del lavoratore e la constatazione del cambiamento prodotto, o mediante l’utilizzo di questionari di verifica. Un esempio di un questionario di verifica è riportato in: Allegato 8: Test d’ingresso per la verifica delle conoscenze di base di nuovi assunti. Un ultimo discorso merita la documentazione del completamento del percorso formativo ed in particolare, la dichiarazione di avvenuta formazione alla mansione. È consigliabile che tale dichiarazione o decisione ricada tra i compiti del Datore di lavoro o del Dirigente. (libretto formativo in accordo a DLgs 276/03 .) 4.2.4. Formazione di base Per formazione di base si intende l’intervento formativo fatto sull’individuo all’inizio dell’attività lavorativa. Tale formazione ha lo scopo di trasferire le informazioni di base necessarie per la corretta comprensione degli aspetti di sicurezza, salute ed ambiente e le altre informazioni propedeutiche alla formazione alla mansione specifica. Argomenti Gli argomenti normalmente trattati nella formazione di base possono essere indicati nei seguenti punti: • • • • • • • • • • • • Informazione sull’organizzazione aziendale per la sicurezza, sulla politica aziendale di salute, sicurezza e ambiente, ecc. ll Servizio di Protezione e Prevenzione aziendale, le attività svolte, gli eventuali Addetti, ecc. Cenni sul D.Lgs 81/08 e (se del caso) sulle norme contrattuali. Esposizione dei ruoli richiamati dal D.Lgs 81/08 e relative responsabilità (Datore di Lavoro, Dirigente, Preposto, Lavoratore, ecc). Informazioni circa il Medico Competente e l’eventuale Responsabile dei Lavoratori per la Sicurezza. Differenza tra informazione, formazione e addestramento incluso la descrizione di tali attività nel contesto aziendale. Informazioni sul concetto di rischio e pericolo. Informazione sui rischi specifici aziendali (es: rumore, meccanico, chimico...). Informazioni su infortuni e malattie professionali. Le misure di tutela (preventive e protettive, organizzative, gestionali). Informazioni generali sull’uso dei Dispositivi di Protezione Individuale. Informazioni generali su macchine e attrezzature (marcature CE, manuali d’uso, precauzioni generali,...). Pagina 11 di 19 Linea Guida per la Gestione della Formazione e Informazione in un Sistema di Gestione per la Sicurezza e la Salute sui Luoghi di Lavoro • • • • Informazioni sulla gestione delle emergenze in azienda (comportamenti dei lavoratori in caso di emergenza, descrizione dei compiti e attività di eventuali squadre emergenza aziendale). Informazione sulla corretta gestione degli aspetti ambientali (comportamenti rispettosi dell’ambiente, contenimento dei consumi, riciclo rifiuti, ecc). Illustrazione del glossario per la comprensione della sicurezza. Illustrazione dei meccanismi esistenti di segnalazione di non conformità, mancato infortunio o altri simili. La formazione di base deve inoltre essere l’occasione per illustrare particolari misure di tutela quali ad esempio la tutele delle lavoratrici madri, dei minori e delle personale diversamente abile. Strumenti e metodi Affinché la formazione di base sia efficace si consiglia sia eseguita in locali dedicati (aule, sale riunioni o altri locali predisposti), facendo uso di supporti audiovisivi (foto, filmati, presentazioni su pc, lucidi proiettati ecc) Per aumentare l’incisività del messaggio formativo si raccomanda di preferire l’uso di immagini e filmati a supporto delle parole. Si dovrà inoltre mantenere e facilitare l’interattività tra i partecipanti ed il docente. È consigliata la distribuzione di materiali didattici (copia dei lucidi, commento alle presentazioni, riassunti, informazioni integrative, ecc). È necessario predisporre un test di verifica dell’apprendimento con successiva illustrazione delle risposte corrette, ove necessario. Si dovranno definire i criteri per considerare superata la verifica e predisporre dei momenti di formazione aggiuntiva per tutti i lavoratori che non avessero superato il test di verifica. È inoltre consigliata registrazione dell’avvenuta formazione mediante conservazione di un elenco di partecipazione firmato da ciascun partecipante e dal docente. È bene anche conservare questo documento unitamente ai materiali didattici utilizzati per successiva memoria o richiesta da parte di Autorità Ispettive. Un esempio di un possibile corso di formazione di base è riportato in: Allegato 9: presentazione norme generali per la sicurezza nell’ambiente di lavoro. Un esempio del relativo test di verifica dell’apprendimento è invece riportato in: Allegato 10: Test di verifica norme generali per la sicurezza nell’ambiente di lavoro. 4.2.5. Formazione alla mansione Per formazione alla mansione si intende l’intervento formativo fatto sull’individuo finalizzato all’insegnamento dell’attività lavorativa e renderlo edotto dei meccanismi e metodi di prevenzione e protezione specifici ai rischi della mansione. La formazione alla mansione ha sempre almeno due componenti che devono essere integrate: formazione teorica e/o addestramento eseguita spesso mediante l’affiancamento ad un tutor (caporeparto, collega esperto). Argomenti Gli argomenti normalmente trattati nella formazione alla mansione possono essere indicati nei seguenti punti: • • • • Dare una visione completa di come si inserisce la mansione nel processo globale del lavoro. Organizzazione del reparto in cui è inserita la persona. Procedure operative. Spiegazione dei rischi che comporta la mansione e dei meccanismi di tutela (prevenzione e protezione), incluso l’uso degli eventuali Dispositivi di Prevenzione Individuale da utilizzare (con Pagina 12 di 19 Linea Guida per la Gestione della Formazione e Informazione in un Sistema di Gestione per la Sicurezza e la Salute sui Luoghi di Lavoro • • • • particolari sezioni di addestramento per i DPI di categoria 3 (dispositivi salvavita, es.: anticaduta, …) Formazione sulle modalità operative della mansione. Formazione specifica sull’uso in sicurezza delle macchine, attrezzature e impianti. Formazione specifica sull’uso di agenti chimici pericolosi. Formazione specifica su eventuali rischi particolari (condizioni microclimatiche estreme, movimentazione manuale dei carichi e altri aspetti ergonomici, atmosfere esplosive, lavori in tensioni e fuori tensione, uso di carrelli elevatori, ecc). Strumenti e metodi Con riferimento all’esecuzione della formazione teorica alla mansione valgono tutti i principi già riportati per la formazione di base (uso di aule o locali predisposti, utilizzo di supporti visivi, distribuzione di materiali didattici, necessità di test di verifica apprendimento, registrazione formazione, ecc). A differenza della formazione di base che può richiedere solo un test di verifica compilativo, la formazione specifica alla mansione deve sempre prevedere delle verifiche di apprendimento pratiche (uso attrezzature, macchine, esecuzione corretta delle sequenze lavorative, ecc). Con riferimento invece agli aspetti formativi pratici si sottolinea l’importanza dell’assegnare il lavoratore in formazione ad un tutor esperto e capace di trasferire le conoscenze specifiche. La formazione alla mansione pratica sarà eseguita quasi esclusivamente sul posto di lavoro dove dovranno essere disponibili i manuali operativi, le procedure, le informazioni di sicurezza per una rapida consultazione. Da ricordare infine l’utilizzo di altre fonti informative quali: libretti di manutenzione, libretti d’uso, schede sicurezza, ecc. Un esempio di un possibile corso di formazione specifica è riportato in: Allegato 11: presentazione corso formazione per la guida dei carrelli elettrici a timone Un esempio del relativo test di verifica dell’apprendimento è invece riportato in: Allegato 12: Test di verifica apprendimento informazioni ai conduttori dei carrelli elettrici a timone. Un esempio infine della dispensa informativa distribuito a supporto del corso è riportata in: Allegato 13: Informazioni ai conduttori dei carrelli elettrici a timone. 4.2.6. Formazione specifica cambio mansione La formazione specifica per cambio mansione ripercorre quanto detto per la formazione alla mansione. Può richiedere un intervento formativo completo (per mansioni completamente nuove) o essere un’integrazione alla mansione esistente e richiedere quindi un programma di addestramento più limitato. Per le modalità di erogazione della formazione specifica per cambio mansione vale quanto già riportato per la formazione alla mansione. 4.2.7. Formazione per nuovi impianti, macchine, processi e sostanze L’attività di formazione dovuta a nuovi impianti, macchine, processi e all’introduzione di nuove sostanze rappresenta un momento importante del percorso formativo. Lo scopo di tale formazione consiste nel mettere l’operatore in condizione di utilizzare con cognizione di causa la modifica introdotta, a salvaguardia della salute e sicurezza personale e collettiva. Sebbene il processo di formazione possa variare nei modi e nella durata a seconda della complessità dell’impianto o macchina, dovrebbe percorrere le seguenti tematiche: • Rischi introdotti dall’impianto, attrezzatura o sostanze. Pagina 13 di 19 Linea Guida per la Gestione della Formazione e Informazione in un Sistema di Gestione per la Sicurezza e la Salute sui Luoghi di Lavoro • • • • • • Illustrazione del relativo funzionamento. Impatto sull’ambiente lavorativo. Spiegazione dei dispositivi di sicurezza presenti. DPI da utilizzare. Piano di manutenzione con indicazione delle manutenzioni eseguibili dall’operatore e manutenzioni eseguibili da personale specializzato. Risultati attesi dal nuovo impianto, macchina, processo o sostanza. A seconda della complessità del nuovi impianti, macchine, processi o pericolosità della sostanza, la formazione può richiedere momenti in aula o semplicemente essere condotta sul posto di lavoro. Si dovranno sempre prevedere dimostrazioni pratiche di uso e conduzione. Si dovranno inoltre mettere a disposizione i Manuali tecnici o le schede di sicurezza che dovranno essere spiegati. Infine si dovranno prevedere prove pratiche di apprendimento sull’operatività, sui comportamenti da tenere, sull’uso corretto dei DPI eventualmente previsti. 4.2.8. Corsi di aggiornamento I corsi di aggiornamento rappresentano una ripetizione della formazione o parte di essa. La necessità di eseguire corsi di aggiornamento nasce da: • • • • • • • • Programmazione interna Modifica macchine, procedure, processo, rischi Nuove normative o integrazioni Esiti anomali della sorveglianza sanitaria Evidenze di comportamenti anomali Analisi infortuni o mancati infortuni Se richiesto dal personale stesso perché non si sente preparato per il ruolo che sta svolgendo. Rischi per la salute Con riferimento all’esecuzione della formazione alla mansione teorica valgono tutti i principi già riportati in precedenza. Si consiglia inoltre di focalizzarsi sulle parti realmente necessarie (evitare di annoiare e rendere vana anche la parte di interesse). Si consiglia infine di focalizzare la formazione sulle azioni o comportamenti da modificare, mostrando esempi dei modi corretti anche con dimostrazioni pratiche. È richiesta la dimostrazione dell’avvenuta acquisizione della formazione mediante test teorici e pratici. 4.2.9. Formazione per Dirigenti e Preposti La formazione in materia di sicurezza deve coinvolgere anche figure professionali quali i dirigenti e preposti per permettere la comprensione delle responsabilità loro attribuite all’interno dell’azienda. Per queste figure è infatti importante l’organizzazione di un percorso formativo che affronti, oltre che le tematiche specifiche delle responsabilità calate dal D.Lgs 81/08, anche aspetti di comunicazione e interazione con le parti interessate. Alcuni argomenti possono essere indicati in: • • • • Aspetti normativi del D.Lgs 81/08 relativi al ruolo di dirigente e preposto. Responsabilità riferibili a tali figure. Definizione e individuazione dei fattori di rischio Valutazione dei rischi Pagina 14 di 19 Linea Guida per la Gestione della Formazione e Informazione in un Sistema di Gestione per la Sicurezza e la Salute sui Luoghi di Lavoro • • • • • • Identificazione delle misure tecniche, organizzative e procedurali di prevenzione e protezione Regime sanzionatorio. Interazioni con SPP. Relazioni con il Medico Competente, ove previsto. Relazioni con RLS. Relazioni con il datore di lavoro. Ovviamente la formazione appena riportata deve essere considerata come parte integrante alla formazione specifica sui rischi lavorativi delle aree di loro competenza. 4.2.10. Formazione obbligatoria per RLS, squadre addetti al primo soccorso, lotta agli incendi, evacuazione emergenza, RSPP e ASPP. RLS: il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza ha diritto ad un percorso formativo di minimo 32 ore, di cui 12 sui rischi specifici presenti in azienda. Per le effettive modalità, durata e contenuti specifici si rimanda all’art 37, punto 11 del D.Lgs 81/07. RSPP e ASPP: la formazione del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione e degli Addetti è definita nei modi e nei contenuti dall’articolo 32 D.Lgs 81/08 a cui si rimanda per maggiori informazioni. Squadre lotta agli incendi e gestione emergenze: la formazione per gli addetti a queste squadre specialistiche è definita nei modi e nei contenuti da specifiche norme di legge (DM 10.03.98) a cui si rimanda per maggiori dettagli. Primo Soccorso: la formazione dei lavoratori designati è stabilita dal decreto del 15 luglio 2003 n. 388, che definisce i requisiti dei docenti, gli obiettivi didattici, i contenuti minimi e la temporalità con cui la formazione deve essere ripetuta. Una tabella riassuntiva è riportata di seguito Tabella riassuntiva corsi formazione obbligatori. Per maggiori informazioni si rimanda alla linea guida per la politica e l’organizzazione di un sistema di gestione per la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro (Linea Guida n. 1) Pagina 15 di 19 Linea Guida per la Gestione della Formazione e Informazione in un Sistema di Gestione per la Sicurezza e la Salute sui Luoghi di Lavoro SOGGETTO RIF. NORMATIVO ORE FORMAZIONE Art 34 D.Lgs 81/08 da 16 ore a 48 ore adeguato alla natura dei rischi RSPP Modulo A ** Art 32 D.Lgs 81/08 Provvedimento nazionale del 26/01/2006 1 28 ore RSPP Modulo B ** “ da 12 a 68 ore RSPP Modulo C ** “ 24 ore Art 37 D.Lgs 81/08 Minimo 32 ore ASPP Modulo A ** Art 32 D.Lgs 81/08 Provvedimento nazionale del 26/01/2006 26 ore ASPP Modulo B ** “ da 12 a 68 ore Addetto al pronto soccorso Gruppo A All. nr. 3 del DM nr. 388 dd. 15.07.2003 16 ore Addetto al pronto soccorso Gruppo B „ 12 ore Addetto al pronto soccorso Gruppo C „ 12 ore Addetto alla prevenzione incendi Rischio incendio BASSO Art. 7 + All. IX del DM 10.03.1998 4 ore Addetto alla prevenzione incendi Rischio incendio MEDIO “ 8 ore Addetto alla prevenzione incendi Rischio incendio ALTO “ 16 ore RSPP * Datore di Lavoro RLS * Solo nel caso che il Datore di lavoro possa svolgere direttamente i compiti propri del responsabile del servizio di prevenzione e protezione (vedere art 34 del D.Lgs 81/08) ** Per maggiori dettagli in merito ai moduli A – B – C ed alle forme ed i modi di erogazione della formazione in funzione dei crediti professionali acquisiti dal soggetto, si rimanda al testo del provvedimento di riferimento 1 (vedi nota a piè pagina) 1 Accordo tra il Governo e le regioni e province autonome, attuativo dell'articolo 2 - commi 2, 3, 4 e 5, del decreto legislativo 23 giugno 2003, n. 195. Pagina 16 di 19 Linea Guida per la Gestione della Formazione e Informazione in un Sistema di Gestione per la Sicurezza e la Salute sui Luoghi di Lavoro 5. DEFINIZIONI Abilità: si intende una attitudine, una destrezza o una capacità innata o acquisita nel tempo con l'esperienza o per mezzo di altre forme di apprendimento. È la capacità di svolgere mansioni complesse in modo ben finalizzato, organizzato, razionale ed usando l'esperienza per adattarsi a circostanze specifiche. Addestramento: È una particolare attività educativa rivolta a soddisfare il bisogno di apprendere il corretto uso pratico (specifico) di attrezzature di lavoro (meccaniche, elettriche ecc.) o di dispositivi di protezione o nell’attivazione di una procedura. Ambiente: l’ambiente è il risultato di una pluralità di fattori in rapporto dinamico e costante tra di loro. Da una parte alla definizione complessiva di un ambiente concorrono gli elementi naturali, siano essi chimici, fisici o biologici. Dall’altra possono essere invece identificati elementi psicologici, filosofici o sociali. Apprendimento: è il processo di acquisizione di conoscenza o di una particolare capacità attraverso lo studio, l'esperienza o l'insegnamento. Si tratta di un processo basato sull'esperienza che comporta un cambiamento sul lungo termine del potenziale comportamentale. Comunicazione: la comunicazione è intesa come il trasferimento d'informazioni codificata da un emittente ad un ricevente attraverso un canale atto a diffondere le informazioni. Conoscenza: è la consapevolezza e la comprensione di fatti, verità o informazioni ottenuti attraverso l'esperienza o l'apprendimento (a posteriori), ovvero tramite l'introspezione (a priori). La conoscenza è l'autocoscienza del possesso di informazioni connesse tra di loro, le quali, prese singolarmente, hanno un valore e un'utilità inferiori Formazione: per formazione intendiamo l’ attività finalizzata a favorire i processi di apprendimento nell’area cognitiva (il “sapere”), operativa (il “saper fare”), e comportamentale (il “saper essere”) Formazione continua: è la formazione volta allo sviluppo, al mantenimento, alla riqualificazione, all'aggiornamento e alla specializzazione delle competenze di lavoratori e imprese. Informazione: processo di trasmissione di messaggi ad un target determinato o con l’obiettivo di informare sui rischi relativi all’ambiente di lavori e diffondere altri messaggi di interesse azienda. Infortunio: Evento lesivo avvenuto per causa violenta, in occasione di lavoro, da cui sia derivata la morte od un’inabilità permanente al lavoro assoluta o parziale ovvero un’inabilità temporanea assoluta per un tempo maggiore della rimanente parte della giornata o del turno nel quale si è verificato (Uni 7249) Mancato Infortunio: il verificarsi di un incidente senza l'evento lesivo alla persona e rappresenta un campanello d’allarme che ci deve spingere ad approfondire la dinamica dei fatti affinché tale rischio non si ripeta in avvenire. Pagina 17 di 19 Linea Guida per la Gestione della Formazione e Informazione in un Sistema di Gestione per la Sicurezza e la Salute sui Luoghi di Lavoro Prevenzione: il complesso delle disposizioni o misure adottate o previste in tutte le fasi dell'attività lavorativa per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispetto della salute e dell’integrità dell'ambiente. Risorse: insieme delle persone, sistemi e mezzi esterni o interni all'azienda finalizzati all'attività aziendale Risorse umane: insieme di tutte le persone che svolgono un’attività per conto dell’azienda. Si possono individuare nelle seguenti categorie: Lavoratore dipendente di ogni ordine e grado: - con contratto a tempo indeterminato; - con contratto a tempo indeterminato che svolge la sua attività presso sedi esterne dell’azienda o presso terzi; - con contratto a termine; - in apprendistato. Lavoratore in somministrazione; Lavoratore autonomo con contratto in appalto; Lavoratore dipendente di una ditta esterna con contratto in appalto; Lavoratore a progetto (nei termini previsti dalla legge); Personale in stage/tirocinio; Consulenti. Salute: stato di completo benessere fisico, mentale e sociale (non solo assenza di malattia o infermità) – tratta da un enunciato dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità. È uno stato che permette agli individui di svolgere il proprio ruolo sociale. È un “benessere” dal punto di vista : - oggettivo Æ stare bene; - soggettivo Æ sentirsi bene; - psicologico e sociale Æ avere la coscienza di stare bene e di sentirsi bene con se stessi e con gli altri. Sicurezza: Situazione in cui il rischio residuo è reso accettabile, cioè controllato in modo tale da garantire lo svolgimento di qualsiasi attività senza che si possano verificare eventi dannosi. La sicurezza si ottiene con un’insieme di mezzi azioni e/o comportamenti atti ad evitare il verificarsi di eventi dannosi, mediante l’adozione di sistemi, dispositivi, procedure che impediscano, neutralizzino, riducano ogni minaccia all’integrità psico-fisica. Per SICURO si intende: - ambiente: luogo protetto dai pericoli - macchina: che non presenta caratteristiche di pericolosità incontrollate - persona: consapevole delle proprie conoscenze, capacíta'. L’effetto della sicurezza è la possibilità di gestire ogni situazione con estrema fiducia senza timore di incorrere in eventuali eventi dannosi. Strumenti: sistemi, dispositivi, procedure che facilitano il coinvolgimento delle “risorse umane”, su obiettivi comuni e condivisi di miglioramento della salute, della sicurezza e dell’ambiente, rendendole parti attive e pensanti del proprio lavoro. Pagina 18 di 19 Linea Guida per la Gestione della Formazione e Informazione in un Sistema di Gestione per la Sicurezza e la Salute sui Luoghi di Lavoro 6. ALLEGATI Allegato 1: Esempio di poster per sensibilizzazione uso dei DPI. Allegato 2: Esempio di poster per sensibilizzazione sui pericoli Allegato 3: Esempio di opuscolo informativo sui rischi derivanti da macchine. Allegato 4: Esempio di piano formazione. Allegato 5: Esempio di diagramma formativo. Allegato 6: Modulo registrazione partecipazione corso formazione. Allegato 7: Modulo registrazione corsi erogati. Allegato 8: Test d’ingresso per la verifica delle conoscenze di base di nuovi assunti. Allegato 9: Presentazione norme generali per la sicurezza nell’ambiente di lavoro. Allegato 10: Test di verifica norme generali per la sicurezza nell’ambiente di lavoro. Allegato 11: Presentazione corso formazione per la guida dei carrelli elettrici a timone. Allegato 12: Test di verifica apprendimento informazioni ai conduttori dei carrelli elettrici a timone. Allegato 13: Informazioni ai conduttori dei carrelli elettrici a timone. : Pagina 19 di 19 I D.P.I. SE RESTANO NELL’ARMADIETTO AL MOMENTO DEL BISOGNO NON SERVONO ! ! ! Occhiali: Per proteggersi dal rischio di proiezione oggetti liquidi e uso aria Compressa alla Guanti : Per proteggere le tue mani da lame , oggetti taglienti , scottature ecc… Otoprotettori: per proteggere il tuo udito PORTA CON TE I TUOI D.P.I. A INIZIO TURNO e riponili nel Box personale fine turno. LINEA GUIDA PER LA GESTIONE DELLA FORMAZIONE E INFORMAZIONE LINEA GUIDA PER LA GESTIONE DELLA Li Linea guida Allegato 1 LINEA GUIDA PER LA GESTIONE DELLA FORMAZIONE E INFORMAZIONE IN UN SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUI LUOGHI DI LAVORO alla Quanti pericoli puoi identificare? Non è certo facile! Ora vai e cercali per davvero! Allegato 2 LINEA GUIDA PER LA GESTIONE DELLA FORMAZIONE E INFORMAZIONEIN UN SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUI LUOGHI DI LAVORO SICUREZZA PER LA MACCHINA. Controlli Protezioni Macchina Completa tutti i controlli alle protezioni per salvaguardare la tua salute e il lavoro dei tuoi colleghi. Sii sicuro che tutti gli E-Stops (Arresti di Emergenza) stiano funzionando. Riporta tutti i difetti per le protezioni e per gli E-stop della macchina. SII ATTENTO AI TUOI AMBIENTI LAVORATIVI CIRCOSTANTI. Mentre lavori o imballi su una macchina, stai sempre attento all’area in cui stai lavorando, prendi nota degli ambienti circostanti e dei colleghi che stanno lavorando vicino a te o nell’area: non mettere mai né te né i tuoi colleghi in una situazione pericolosa. Cerca di non distrarti mentre lavori su una macchina, sii sempre concentrato su quello che sei in procinto di fare. Tieni sempre un occhio vigile su quello che le altre persone stanno facendo e sii sicuro che le loro azioni non causino un incidente a te. Non correre mai rischi o non giocare mai con il tuo benessere e quello delle altre persone. Non ne vale la pena. Non rischiare. P.M. E T.P.M. AIUTANO A MANTENERE UN AMBIENTE PULITO E SICURO Una regolare manutenzione pianificata (P.M.) e una T.P.M. (manutenzione pianificata continua) sono una parte essenziale per la sicurezza della macchina. Allo stesso modo, mantenere le macchine in uno stato lavorativo buono, ti aiuta per la pulizia dello sporco, della polvere e dei detriti in generale che si potrebbero accumulare dentro o attorno alle macchine. T.P.M. è anche uno strumento utile per aiutare a rendere sicure le macchine nel bloccare un’eventuale contaminazione durante la rimozione e la pulizia di inquinanti, come lo sfrido, l’olio e i corpi estranei, che potrebbero causare danni fisici gravi qualora entrassero negli occhi di qualcuno. MANTIENI LE TUE MACCHINE IN UNO STATO LAVORATIVO SICURO. Allegato 3 LINEA GUIDA PER LA GESTIONE DELLA FORMAZIONE E INFORMAZIONE IN UN SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUI LUOGHI DI LAVORO SICUREZZA PER LA MACCHINA. ELETTRICITA’ E SICUREZZA DELLA MACCHINA Stai attento durante la Manutenzione Pianificata (P.M.), la T.P.M. e la manutenzione generale: la macchina potrebbe sembrare spenta, ma se così non fosse, ci potrebbero essere delle scosse elettriche. Controlla che tutti i sezionatori siano nella posizione corretta e chiusi: sii sicuro che tutte le porte e gli armadietti elettrici siano sempre chiusi e sicuri. Il pericolo derivante dall’elettricità, che fa funzionare la macchina e le prese ausiliarie di vari tipi, non può essere preso alla leggera. Non provare a collegare all’alimentatore interruttori o morsetti difettosi. Fai sempre presente dell’eventuale esistenza di morsetti elettrici e prese difettose e danneggiate, di fili/cablaggi allentati o tirati. LA MANCANZA NEL SEGUIRE QUESTI COMPORTAMENTI, POTREBBE AVERE DELLE CONSEGUENZE SCIOCCANTI UNA BUONA PULIZIA GENERALE AIUTA A MANTENERE LA TUA AREA LAVORATIVA VICINO ALLA MACCHINA SICURA E PULITA. ggrrg Sicurezza Generale per la Macchina. IMPARA A CONOSCERE I TUOI AMBIENTI LAVORATIVI CIRCOSTANTI STAI ATTENTO AI CAVI E AI TUBI CHE CI POTREBBERO ESSERE ATTORNO ALLA TUA MACCHINA: ESSI POSSONO ESSERE UN PERICOLO NASCOSTO. STAI INOLTRE ATTENTO ALLE PERDITE DI ACQUA E OLIO CHE POSSONO VERIFICARSI NEL TEMPO. PULISCI TUTTE LE PERDITE QUANDO ACCADONO. NON LASCIARE IN GIRO I TUOI STRUMENTI: METTI IN ORDINE! FERMA E RISOLVI. SE LA TUA MACCHINA HA UN DIFETTO, QUESTO POTREBBE CAUSARE UN INCIDENTE: FERMA LA MACCHINA E CHIEDI AIUTO PER RISOLVERE IL PROBLEMA! QUALIFICA PERSONALE Personale generico stabilimento Formazione ai preposti Formazione per personale operante negli uffici Formazione sulla sicurezza per gli addetti al laboratorio chimico Pag 1 Formazione per conduttori di transpallet elettrici Formazione per conduttori di carrelli elettrici Formazione su procedure di manutenzione elettrica Formazione su procedure di manutenzione Formazione di base Matrice formazione/mansione FORMAZIONE TIPO Piano formazione SI Manutentore SI SI SI SI SI SI SI SI SI SI Manutentore elettricista Conduttore carrello elettrico SI Conduttore transpallet elettrico SI Addetto al laboratorio chimico SI SI SI Impiegati uffici SI SI Preposto SI SI Allegato 4 LINEA GUIDA PER LA GESTIONE DELLA FORMAZIONE E INFORMAZIONE IN UN SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUI LUOGHI DI LAVORO Piano formazione Descrizione Tipo corsi Pag 2 1) Corso Formazione di base Contenuti del corso: Corso base su tematiche di sicurezza, salute e ambiente Argomenti trattati: Durata corso Struttura e compiti del Servizio di Prevenzione e Protezione, igiene e sicurezza del lavoro, emergenza incendio, emergen sanitaria, aspetti ambientali 4 ore Obiettivi del corso di formazione: Trasferire le informazioni di base necessarie per la corretta comprensione degli aspetti di sicurezza, salute ed ambiente e altre informazioni propedeutiche alla formazione alla mansione specifica. Destinatari della formazione: Sede di erogazione: Neoassunti, stagisti, lavoratori interinali. Referente interno Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione Periodo/data addestramento Corso erogato su base trimestrale Modalità di verifica apprendimento. Test di valutazione apprendimento Numero previsto di partecipanti Variabile in base al turnover del personale. Corso interno. 2) Corso formazione procedure di manutenzione. Eccetera. Diagramma formativo PIANO FORMATIVO INGRESSO NUOVO ASSUNTO CAMBIO MANSIONE AGGIORNAMENTO INFORMAZIONE SPECIFICA INFORMAZIONE SPECIFICA VISITA AZIENDALE INFORMAZIONE SPECIFICA FORMAZIONE BASE TEST VERIFICA FORMAZIONE SPECIFICA TEST VERIFICA DICHIARAZIONE DI CONCLUSIONE DEL PERCORSO FORMATIVO TEST VERIFICA FORMAZIONE SPECIFICA TEST VERIFICA DICHIARAZIONE DI CONCLUSIONE DEL PERCORSO FORMATIVO TEST VERIFICA FORMAZIONE SPECIFICA TEST VERIFICA DICHIARAZIONE DI CONCLUSIONE DEL PERCORSO FORMATIVO Allegato 5 LINEA GUIDA PER LA GESTIONE DELLA FORMAZIONE E INFORMAZIONE IN UN SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUI LUOGHI DI LAVORO Servizio Prevenzione e Protezione CORSO DI BASE SICUREZZA, SALUTE E AMBIENTE DATA: TRAINER: Argomenti trattati: • • • • • • • • • Struttura e compiti del Servizio di Prevenzione Protezione Ruolo del Medico Competente Il Dlgs 626/94 Igiene e sicurezza del lavoro Infortuni e malattie professionali: prevenzione e tutela dai rischi Uso dei DPI Emergenza incendio Emergenza sanitaria Aspetti ambientali Cognome Nome partecipante in Stampatello Firma 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. Allegato 6 LINEA GUIDA PER LA GESTIONE DELLA FORMAZIONE E INFORMAZIONE IN UN SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUI LUOGHI DI LAVORO Modulo registrazione corsi erogati Anno 2006 P=previsto FREQUENZA esito VERIFICA PARTECIPANTI corso S1-A carrello Verdi Franco Rossi Mario Bianvchi Franco X=effettuato DATA VERIFICA OK=verifica positiva FREQUENZA R=ripetere corso/approfondire esito VERIFICA DATA VERIFICA corso S2-A carroponte NP non prevista partecipazione FREQUENZA esito VERIFICA DATA VERIFICA corso S3-A service stradale P X OK Nov-06 p X OK Nov-06 P X OK Ott-06 Allegato 7 LINEA GUIDA PER LA GESTIONE DELLA FORMAZIONE E INFORMAZIONE IN UN SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUI LUOGHI DI LAVORO 1 QUESTIONARIO in SICUREZZA SUL LAVORO Nome e cognome…………………………………………………………… Luogo e data……………………………………………………………….. Azienda…………………………………………………………………….. Firma ……………………………………………………………………….. ISTRUZIONI PER LA COMPILAZIONE: cerchiare od indicare con la penna la lettera corrispondente alla risposta prescelta. Alcune domande possono avere più risposte. 1. Il decreto legislativo 626/94 si occupa di: a) Tutela dei diritti dei lavoratori. b) Sicurezza sui luoghi di lavoro. c) Equità nei trattamenti retributivi. d) Riduzione delle discriminazioni sui luoghi di lavoro. 2. Con il termine “ rischio “ si intende: a) Il difetto di una attrezzatura. b) La possibilità di una determinata attrezzatura di causare un danno. c) La probabilità che utilizzando una determinata attrezzatura si verifichi un danno. d) La mancanza di una attrezzatura. 3. A chi va fatta una denuncia in caso di infortunio sul lavoro o di malattia professionale? a) All’INAIL. b) Al datore di lavoro. c) Al responsabile del servizio prevenzione e protezione dai rischi. d) Al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. 4. Perché si parli di “ infortunio “ sul lavoro è necessario che tale infortunio: a) Sia stato determinato da causa violenta occorso in occasione di lavoro. b) Sia stato determinato da un insieme di cause che si sono sviluppate nel corso della vita lavorativa. c) Sia stato determinato dall’evoluzione di una malattia professionale. d) Sia riconducibile esclusivamente alla responsabilità del lavoratore. 5. I D.P.I. (Dispositivi di Protezione Individuale) sono: Allegato 8 LINEA GUIDA PER LA GESTIONE DELLA FORMAZIONE E INFORMAZIONE IN UN SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUI LUOGHI DI LAVORO 2 a) b) c) d) Gli indumenti di lavoro ordinari. Gli apparecchi portatili per individuare e segnalare rischi e fattori nocivi. Le attrezzature dei servizi di soccorso e di salvataggio. Gli indumenti di lavoro obbligatori come guanti, elmetti, occhiali, ecc. 6. Chi è tenuto a mantenere in efficienza i D.P.I. (Dispositivi di Protezione Individuale)? a) Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. b) Il datore di lavoro. c) Il singolo lavoratore. d) Il responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi. 7. Il lavoratore esposto all’inalazione di una sostanza nociva: a) Ha diritto ad un impianto di aspirazione. b) Deve acquistare una maschera idonea. c) Deve potersi ruotare con un collega. 8. Per valutare la pericolosità di un prodotto chimico in uso è opportuno: a) Verificare il simbolo di pericolo sull’etichetta. b) Annusare il prodotto per verificare la presenza di odore. c) Versare una piccolissima quantità del prodotto sulla mano e verificare se è irritante. 9. L’impiegata che deve riporre su un piano alto un fascicolo sale su una sedia. La sedia, a 4 razze e con ruote, scivola in avanti provocando la caduta. L’infortunio è attribuibile a: a) Non utilizzo di una scaletta. b) Pavimento scivoloso. c) Sedia non conforme alla normativa. Allegato 8 LINEA GUIDA PER LA GESTIONE DELLA FORMAZIONE E INFORMAZIONE IN UN SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUI LUOGHI DI LAVORO SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE NORME GENERALI PER LA SICUREZZA NELL’AMBIENTE DI LAVORO Allegato 9 LINEA GUIDA PER LA GESTIONE DELLA FORMAZIONE E INFORMAZIONE IN UN SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUI LUOGHI DI LAVORO NOTA ALLA LETTURA Questo opuscolo contiene delle indicazioni generali importanti per la vostra salute e sicurezza. Alcune indicazioni possono apparire eccessive. Si tratta in ogni caso di principi generali utili se non essenziali per la vostra attuale attività o per il vostro futuro Leggete con attenzione queste poche pagine e chiedete chiarimenti se alcuni argomenti vi appaiono oscuri LE FONTI NORMATIVE DELLA SICUREZZA Normativa Italiana antecedente al 1994, ad es.: Direttive CEE • 89/391/CEE • 89/654/CEE • 89/655/CEE •…………….. •…………….. e Dir • D.P.R. 547/55 • D.P.R. 303/56 • ……….. • ……….. er ttiv ep ec ite Decreto Legislativo 626/94 Con l’introduzione del D. Lgs. 626/94 non si è prodotta alcuna cesura con la disciplina precedente ma si sono ampliati e potenziati gli obblighi precedenti in una mutata impostazione del modo con cui affrontare le tematiche della sicurezza e della prevenzione sul lavoro Cass. Pen. Sez. III 21 nov. 1997 L’ APPROCCIO ALLA SICUREZZA . . . Servizio di Prevenzione e Protezione (S.P.P.) Valutazione dei Rischi DATORE DI LAVORO DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI Figura Tecnica RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE INFORMAZIONE DEI LAVORATORI Figura Sindacale FORMAZIONE DEI LAVORATORI RAPPRESENTA NTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA PIANO DI EMERGENZA MEDICO COMPETENTE OBIETTIVO Istituire nell’azienda un sistema di gestione permanente e organico per la valutazione, riduzione e controllo dei fattori di rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori Miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro Servizio di Prevenzione e Protezione (S.P.P.) FIGURE COINVOLTE IL LAVORATORE IL DATORE DI LAVORO, DIRIGENTE O PREPOSTO IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE IL RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA IL MEDICO COMPETENTE IL LAVORATORE Lavoratore inteso in senso lato • Lavoratore dipendente • Soci lavoratori di società e cooperative Obblighi dei lavoratori • Prendersi cura della propria sicurezza • Osservare le istruzioni impartite • Utilizzare correttamente i macchinari • Sottoporsi ai controlli sanitari obbligatori (se necessari) IL DATORE DI LAVORO, DIRIGENTE O PREPOSTO Il datore di lavoro Chiunque sia titolare di un rapporto di lavoro con il lavoratore ovvero chi abbia la responsabilità dell’impresa o dell’unità produttiva titolare dei poteri decisionali e di spesa Obblighi del datore di lavoro • Organizzare il servizio di prevenzione e protezione • Redigere il documento relativo alla sicurezza • Organizzare le misure di prevenzione incendi, di evacuazione e di pronto soccorso • Predisporre l’informazione e la formazione ai lavoratori Obblighi del datore di lavoro, dei dirigenti e dei preposti • Aggiornare le misure di prevenzione e protezione • Nell’affidare i compiti ai lavoratori tiene conto delle capacità e della loro formazione in relazione all’igiene e alla sicurezza • Fornire gli adeguati Dispositivi di Protezione Individuali (DPI) • Richiedere ai lavoratori l’osservanza delle norme e dei regolamenti aziendali IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE Il RSPP Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione • Designato dal datore di lavoro • In possesso di attitudini e capacità adeguate • “Aiuta”il datore di lavoro nella valutazione del rischio IL RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA Il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza • È eletto dai lavoratori • Rappresenta i lavoratori per quanto concerne gli aspetti della salute e della sicurezza • Il numero minimo degli RLS è il seguente: - n. 1 in aziende fino a 200 dipendenti - n. 3 in aziende da 201 a 1000 dipendenti - n. 6 nelle altre aziende IL MEDICO COMPETENTE Il Medico Competente • Solo quando necessario • È designato dal datore di lavoro • Predispone il piano di controllo sanitario PRINCIPI GENERALI Il D.Lgs. 626/94 obbliga comunque TUTTI ad essere parte attiva dell’igiene e della sicurezza sul lavoro OSSERVATE le norme e le misure predisposte dal vostro datore di lavoro USATE con cura i dispositivi di sicurezza e gli altri mezzi predisposti forniti dal vostro datore di lavoro SEGNALATE immediatamente al vostro responsabile le deficienze dei mezzi di sicurezza o dei dispositivi di protezione NON RIMUOVETE e non modificate i dispositivi di protezione e di sicurezza IN GENERALE ... La pulizia e l’ordine del posto di lavoro sono importanti ai fini della sicurezza NO! Coca NON travasate MAI liquidi tossici o corrosivi in contenitori privi della adeguata etichetta Rispettate la segnaletica e le indicazioni (cartelli) NON ingombrate le uscite di sicurezza ANCHE MOMENTANEAMENTE ! ILE AG FR SPOSTANDOVI IN AZIENDA Camminate, non correte ! Attraversate con prudenza le vie di transito degli autoveicoli Usate sempre i passaggi pedonali NO! Non passate o sostate sotto i carichi sospesi IL RISCHIO ELETTRICO L’energia elettrica se mal utilizzata può essere fonte di gravi pericoli • NON eseguite riparazioni su parti elettriche • NON utilizzate le “triple” una sull’altra, preferite le prese multiple • NON calpestate i cavi elettrici • PRIMA di inserire la spina assicuratevi che l’apparecchiatura sia spenta MACCHINE E ATTREZZATURE Le macchine e le attrezzature se non correttamente utilizzate, possono essere fonte di gravi rischi E’ importante conservare sempre le istruzioni Le istruzioni sono importanti per: • l’utilizzo • la manutenzione • il trasporto • lo smaltimento i Istruzion Seguite sempre le istruzioni In caso di dubbi chiedete al vostro responsabile • • NON apportate modifiche NON rimuovete i dispositivi di protezione NON utilizzate le macchine in modo improprio NON oliate o registrate parti in movimento Utilizzando le macchine NON distraetevi e tenete un contegno serio evitando scherzi NON eseguite mai lavori per i quali non siete stati addestrati NON utilizzate macchinari e apparecchiature e veicoli se non siete stati espressamente autorizzati • • NO NO • • • SÌ SÌ • • Usate SOLO ricambi originali Quando necessario... usate SEMPRE i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) MARCATURA CE E’ OBBLIGATORIA per le macchine NUOVE MARCHIO DI SICUREZZA Un ente di certificazione GARANTISCE la conformità alle norme (in genere di sicurezza) per esempio: E’ FACOLTATIVO IMQ (ITALIA) GS (GERMANIA) I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI) .... ovvero • • • • • • • • • • • occhiali di protezione scarpe guanti mascherine caschetti ecc. Utilizzateli in modo idoneo Abbiatene cura Non modificateli Controllate sempre la loro efficienza In caso di rottura chiedete al vostro responsabile la loro sostituzione CARTELLI E SEGNALAZIONI Osservate con attenzione ogni cartello o segnale all’interno della zona di lavoro, non sono mai messi a caso, e vanno rispettati anche quando vi sembrano troppo limitativi Forma e colore dei cartelli hanno un preciso significato COLORE e FORMA GEOMETRICA COLORE e FORMA GEOMETRICA ESEMPI DI APPLICAZIONE GIALLO ROSSO • SEGNALE DI PERICOLO (incendio, esplosione, radioattivitá, sostanze corrosive, passaggio veicolo, ...) SIGNIFICATO • ATTENZIONE • PERICOLO LATENTE ESEMPI DI APPLICAZIONE • SEGNALI DI DIVIETO • DISPOSITIVI DI ARRESTO • SEGNALI ANTINCENDIO COLORE e FORMA GEOMETRICA AZZURRO SIGNIFICATO SIGNIFICATO • DIVIETO • ARRESTO • ANTINCENDIO • SEGNALE DI PRESCRIZIONE • INFORMAZIONE ESEMPI DI APPLICAZIONE • OBBLIGO di portare un Dispositivo di Protezione Individuale • INFORMAZIONI • ISTRUZIONI COLORE e FORMA GEOMETRICA VERDE SIGNIFICATO ESEMPI DI APPLICAZIONE • SITUAZIONI DI SICUREZZA • PRONTO SOCCORSO • PASSAGGI E USCITE DI SICUREZZA • POSTO DI PRONTO SOCCORSO CARTELLI E SEGNALAZIONI SEGNALIO DI DIVIETO NON USARE FIAMME LIBERE VIETATO FUMARE DIVIETO DI ACCESSO AI CARRELLI ELEVATORI VIETATO L’ACCESSO AI NON AUTORIZZATI DIVIETO DI ACCESSO AI PEDONI VIETATO ARRAMPICARSI SULLE SCAFFALATURE CARTELLI E SEGNALAZIONI SEGNALI DI SALVATAGGIO USCITA DI EMERGENZA USCITA DI EMERGENZA SEGNALI ANTINCENDIO IDRANTE ESTINTORE NASPO PULSANTE D’ALLARME PRONTO SOCCORSO CARTELLI E SEGNALAZIONI SEGNALI DI AVVERTIMENTO ! PERICOLO GENERICO SOSTANZE INFIAMMABILI SOSTANZE IRRITANTI SOSTANZE RADIOATTIVE SOSTANZE CORROSIVE SOSTANZE VELENOSE CARTELLI E SEGNALAZIONI SEGNALI DI AVVERTIMENTO ATTENZIONE PARTI IN MOVIMENTO PERICOLO DI ESPLOSIONE ATTENZIONE AI CARRELLI ELEVATORI PERICOLO DI CADUTA O INCIAMPO TENSIONE ELETTRICA PERICOLOSA ATTENZIONE A PARTI SPORGENTI CARTELLI E SEGNALAZIONI SEGNALI DI PRESCRIZIONE/OBBLIGO CASCO DI PROTEZIONE SCARPE DI SICUREZZA PROTEZIONE DEGLI OCCHI GUANTI DI PROTEZIONE PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE PROTEZIONE DELL’UDITO INCIDENTI IN AZIENDA Nonostante i dispositivi di sicurezza e le precauzioni possono comunque accadere incidenti E’ interesse di tutti che gli incidenti siano rari e il meno gravi possibile IN CASO DI INCIDENTE… cosa fare? ? DANNO ALLE PERSONE SÌ PRESTARE SOCCORSO ALLE PERSONE COINVOLTE NO VOI il vostro Responsabile RSPP INFORMARE IL PROPRIO RESPONSABILE INFORMA IL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE E UFFICIO DEL PERSONALE ANALISI DELL’ACCADUTO E EVENTUALE ADOZIONE DI MISURE PREVENTIVE PER EVITARE IL RIPETERSI DELL’ACCADUTO SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE TEST DI VERIFICA Norme generali per la sicurezza nell’ambiente di lavoro Edizione del: Nome del partecipante: N° Domande 1 3 Il D.lgs 626/94 ha abrogato tutte le leggi precedenti in tema di sicurezza ed igiene sul lavoro? La nomina del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione è a cura della rappresentanza sindacale? La valutazione dei rischi è un compito del RSPP? 4 Il numero degli RLS in azienda è deciso dal Datore di Lavoro? 5 Gli RLS possono partecipare alla valutazione dei rischi ed avanzare proposte in materia di sicurezza? Il documento di valutazione dei rischi deve riportare l’elenco dei rischi presenti in azienda ma non le misure di prevenzione da porre in atto? Il Medico competente è sempre obbligatorio indipendentemente dai rischi presenti? I lavoratori sono solo soggetti passivi del sistema sicurezza e non sono tenuti a segnalare eventuali situazioni di pericolo di cui vengono a conoscenza? Secondo il D.lgs 6262/94 i lavoratori devono essere informati e formati sui rischi a cui sono esposti? E’ facoltà del lavoratore partecipare alla formazione in tema di sicurezza organizzata dal datore di lavoro? In caso di necessità posso utilizzare un attrezzatura/macchinario anche se non ho ricevuto adeguata formazione? Per alimentare una apparecchiatura elettrica se non trovo prese libere disponibili posso utilizzare “triple” a piacere anche una sull’altra? E’ facoltà del produttore apporre la marchiatura CE sui dispositivi e/o macchine? E’ facoltà del lavoratore utilizzare i Dispositivi di Protezione Individuale messi a disposizione? Per la mia mansione è previsto l’uso dei guanti, posso indossare qualsiasi tipo di guanto? I cartelli relativi alla segnaletica di sicurezza sono scelti per forma, colore e dimensioni in funzione dell’immagine dell’azienda? In caso di incidente sul luogo di lavoro è importante segnalare l’accaduto solo in caso di infortunio? Esiste in azienda una procedura che definisce cosa fare in caso di incidente? Il piano di emergenza definisce i compiti e comportamenti da adottare in caso di emergenza? Chiunque rileva un incendio deve darne avviso anche utilizzando i pulsanti ai piani? 2 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 Pagina: 1/2 SI NO Allegato 10 LINEA GUIDA PER LA GESTIONE DELLA FORMAZIONE E INFORMAZIONE IN UN SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUI LUOGHI DI LAVORO SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE TEST DI VERIFICA Norme generali per la sicurezza nell’ambiente di lavoro Edizione del: Nome del partecipante: Pagina: 2/2 21 Tutti i dispositivi antincendio quali idranti, estintori, sono segnalati da apposita cartellonistica, è compito di tutti segnalare eventuali danneggiamenti e o mancanze? 22 L’ordine di evacuazione viene deciso dal datore di lavoro? 23 L’allarme di evacuazione viene comunicata attraverso il proprio responsabile? 24 Quando viene dato l’ordine di evacuazione dall’edificio per essere più veloce posso prendere il primo ascensore libero? 25 E’ possibile depositare materiali davanti alle uscite di emergenza solo per un breve periodo? 26 E’ obbligatorio in caso di evacuazione raggiungere al più presto il punto di raccolta prestabilito? 27 All’interno dei presidi di primo soccorso oltre ai medicamenti posso trovare anche farmaci? 28 All’interno dell’azienda è presente una squadra di Primo Soccorso, in caso di infortunio/malore deve sempre essere immediatamente chiamato il componente della squadra più vicino? Allegato 10 LINEA GUIDA PER LA GESTIONE DELLA FORMAZIONE E INFORMAZIONE IN UN SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUI LUOGHI DI LAVORO CONSIGLI RELATIVI ALLA SICUREZZA PER I CONDUTTORI DI CARRELLI ELEVATORI A FORCHE ED I TRANSPALLET ELETTRICI Allegato 11 LINEA GUIDA PER LA GESTIONE DELLA FORMAZIONE E INFORMAZIONE IN UN SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUI LUOGHI DI LAVORO PERCHE’ FORMARE ED INFORMARE NEL 2001 SI SONO VERIFICATI NEL SOLO SETTORE ALIMENTARE 2480 INFORTUNI CAUSATI DA SISTEMI DI SOLLEVAMENTO E TRASPORTO Su un campione casuale di 200 infortuni causati da carrelli elevatori, rilevati nel periodo Gennaio - Settembre 2002 si riporta la seguente casistica: SEDE LESIONE Piede Mano Gamba 52% 10% 6% Caviglia 6% Altro 24% Su un campione casuale di 200 infortuni causati da carrelli elevatori, rilevati nel periodo Gennaio - Settembre 2002 si riporta la seguente casistica: CAUSE INFORTUNIO condizioni costruttive del mezzo difettose o inadeguate mancanza od insufficienza di protezioni o dispositivi di sicurezza sul mezzo cattiva manutenzione del mezzo scarsa illuminazione del luogo, ristrettezza di spazio fondo stradale molle, scarsa aderenza delle ruote alla strada comportamento non corretto durante la guida inadempienza a norme di sicurezza COS’E’ UN CARRELLO ELEVATORE A FORCHE “ MULETTO “ COS’E’ UN TRANSPALLET ELETTRICO A TIMONE TRANSPALLET ELETTRICO A TIMONE UOMO A TERRA TRANSPALLET ELETTRICO A TIMONE CON GUIDA A BORDO QUALI SONO I RISCHI SPECIFICI LEGATI ALL’UTILIZZO DEI MEZZI DI MOVIMENTAZIONE Incidenti Tipici La tabella seguente contiene una selezione di incidenti tipici dei carrelli elevatori frontali, classificati in base alla causa principale dell'incidente. Tipo di Incidente Incidente a causa della forza centrifuga Causa Principale Il carrello elevatore si ribalta a causa della marcia in curva troppo veloce (senza carico con la forca di sollevamento abbassata) o variazione troppo rapida di traiettoria. Incidente a causa del terreno Durante la marcia in avanti o in curva, una parte del veicolo entra in una buca, passa su un dislivello o affonda nel terreno non consolidato e si ribalta. In curva il carrello elevatore si trova in pendenza e si ribalta. Incidente causati dal carico Con la forca sollevata (con/senza carico) il carrello elevatore entra in una curva e si ribalta a causa del baricentro (complessivo) troppo alto. Durante i lavori di caricamento il carrello elevatore si allontana con una velocità troppo elevata in retromarcia dagli scaffali e si ribalta. Incidente di rampa e di buca Il carrello elevatore precipita superando il bordo di una rampa o di un pozzo. Incidente statico Il carrello elevatore è investito da un altro carrello e si ribalta. Non è possibile parlare di sicurezza assoluta contro il pericolo della perdita di stabilità e delle sue conseguenze (rovesciamento, ribaltamento, rotolamento). E’ sempre possibile, per un veicolo non fissato permanentemente e rigidamente al suolo, trovare o indurre situazioni (statiche, dinamiche o statiche e dinamiche insieme) che ne possano determinare il ribaltamento. Rimane significativo per ogni veicolo/carrello un pericolo residuo di perdita di stabilità, quando questo venga utilizzato o si venga a trovare al di fuori delle condizioni di corretta o prevista utilizzazione. Non potendosi quindi del tutto eliminare tale pericolo, nasce la necessità di ridurre al massimo le conseguenze del suo eventuale verificarsi (ripetiamo dovuto al superamento delle condizioni previste). Pericolo di Rovesciamento Accidentale Il pericolo di rovesciamento accidentale è maggiore quando: •si affrontano le curve ad una velocità troppo sostenuta; •si effettuano svolte repentine viaggiando in velocità; ci si sposta con il carico sollevato; •si curva e/o ci si sposta in direzione obliqua su tratti in pendenza o in salita/discesa; •si trasportano carichi oscillanti o con il baricentro sensibilmente spostato rispetto al piano mediano longitudinale del carrello; •si percorrono le salite/discese con il carico rivolto a valle; •si inclina in avanti il gruppo di sollevamento con il carico sollevato; •si percorrono pavimenti irregolari (superfici non uniformi o in pendenza o terreno morbido); •si sovraccarica il carrello; •si urta con strutture fisse e/o mobili; •si valuta in modo errato il baricentro del carico. COSA FARE PER EVITARLO •RIDURRE LA VELOCITA’ •ABBASSARE IL CARICO PRIMA DI SPOSTARSI •NON PERCORRERE SALITE O DISCESE CON CARICO A VALLE •NON SOVRACCARICARE IL CARRELLO •VALUTARE BENE IL CARICO DA TRASPORTARE •VALUTARE BENE GLI SPAZI DA PERCORRERE Pericolo di Investimento Accidentale Il pericolo di investimento accidentale è maggiore quando: •si opera in ambienti congestionati con pochi spazi a disposizione •si opera in ambienti con alto numero di carrelli e/o persone in movimento •si attraversano porte e/o passaggi •si viaggia in retromarcia senza guardare •si viaggia ad una velocità troppo sostenuta COSA FARE PER EVITARLO •RIDURRE LA VELOCITA’ •PRESTARE LA MASSIMA ATTENZIONE MENTRE SI OPERA IN AREE CONGESTIONATE •PRESTARE LA MASSIMA ATTENZIONE PERCORRENDO ZONE POCO ILLUMINATE, AREE CIECHE (ANGOLI, AREE DI STIVAGGIO) •PRESTARE LA MASSIMA ATTENZIONE QUANDO SI VIAGGIA IN RETROMARCIA UTILIZZARE IL CLACSON PER AVVISARE DELL’IMMINENETE ARRIVO LE REGOLE DEL BUON USO 1a regola IL CARRELLISTA È RESPONSABILE DEL RISPETTO DELLE NORME DI SICUREZZA Ogni volta che infrangi una norma, se succede qualcosa sei responsabile dei danni che procuri, perciò: OCCHI APERTI 2a regola VERIFICARE AD OGNI INIZIO TURNO LO STATO DEL CARRELLO Controlla che: • le gomme siano in buono stato,così come freni e clacson; • verifica anche che le batterie siano cariche e in ordine • prova i comandi 3a regola NON SOVRACCARICARE IL CARRELLO Sollevare un peso superiore a quello progettato comporta come minimo il rischio di DANNI PERMANENTI, anche se non sempre visibili, per il carrello. Se c'è bisogno di spostare 30 quintali, non si distrugge un carrello da 20, si fanno due viaggi da 15. 4a regola SEGUIRE I PERCORSI STABILITI Investire una persona o scontrarsi con un altro carrello non è così difficile. Per ogni incidente grave vi sono circa 200 mancati incidenti: ogni volta perciò che ti capita di rischiare uno scontro od un investimento, comunicalo al preposto. Potrebbe essere necessario modificare i percorsi di lavoro. Se tu stesso pensi di avere una idea migliore di come "far girare la merce" in azienda, parlane con il preposto o con il responsabile del servizio prevenzione e protezione: sono lì anche per questo. Sa regola NON SPORGERSI Sei tu il vaso di coccio tra i vasi di ferro, ricordalo : braccia e gambe sono tenere E NON RICRESCONO 6a. Regola NON FIDARSI SE NON SI VEDE BENE LA STRADA Piuttosto vai a retromarcia, fai due viaggi, ma non guidare senza vedere cosa hai davanti 7a regola SE CARICO, GUIDARE IN SALITA IN AVANTI, IN DISCESA A RETROMARCIA Si ribalta il carico se marci in avanti in discesa, e il carico caduto rischia di investire qualcuno. Ricordati: carico sempre rivolto verso la cima 8a regola FORCHE BASSE, CARICO STABILE Il baricentro alto, anche se scarichi, facilita il ribaltamento 9a regola NO AUTOSTOP Camminare fa bene, cadere da un carrello fa male. Non è ammesso nemmeno dare passaggi a chi ti sta antipatico per poi farlo cadere apposta. 1Oa regola NON LASCIARE IL CARRELLO INCUSTODITO SENZA TOGLIERE LA CHIAVE Sembra facile guidare un carrello per chi lo fa da anni, ma un inesperto può causare seri danni a sé ed agli altri. Se devi lasciare il carrello incustodito, elimina la possibilità che venga utilizzato. Cosa fare durante la marcia • • • • • Tieni presente l'ingombro del carrello: non è sempre uguale, dipende dal carico, dall'altezza delle forche, perciò STAI IN CAMPANA, non urtare portali o traverse. Non curvare in modo troppo brusco. Avvicinandoti alle porte segnala la tua presenza. ATTENZIONE AGLI ANGOLI CIECHI, guarda nelle parabole (se ci sono), suona sempre il clacson. Devi sempre essere sicuro che la strada sia libera prima di passare. Come trasportare un carico •Vai a marcia avanti in salita e quando hai visibilità •Vai a retromarcia in discesa e se non hai visibilità frontale •Sulle ranpe di carico fai attenzione! Come caricare un camion AAssicurati che il camion sia frenato FFai attenzione alle sporgenze fuori sagoma (ruote,paraurti, respingenti) NNon fermarti MAI su un ponte di giunzione EEvita le manovre brusche NNon sporgerti MAI fuori dalla sagoma delle protezioni del tuo carrello Locali batteria e carica batterie Le batterie dei carrelli liberano idrogeno quando sono in carica. L'idrogeno è esplosivo: non fumare vicino ad un carica batteria. Il locale carica batteria deve avere un buon ricambio d'aria, con aperture al pelo del soffitto, per evitare sacche di gas. Avvisa il preposto se il locale carica batteria non ti sembra idoneo. Transpallet elettrici Transpallet elettrici con uomo a bordo • Fai attenzione a non cadere dal posto di guida durante la marcia • Non manovrare se non sei a bordo. • Rallenta se carico e prima delle curve. • Allarga le curve • Attenzione a non investire i colleghi: considera bene l'ingombro del mezzo. •Non scendere mai dal mezzo fino a quando questo non è ben fermo Transpallet elettrici senza uomo a bordo • Fai attenzione a non schiacciarti i piedi con la ruota posteriore. • Quando carichi in un camion fai attenzione a non rimanere schiacciato con le mani tra il manico del transpallet e la sponda del camion • Attento a non investire i colleghi . • A pieno carico, riduci la velocità • Attenzione a movimenti bruschi del transpallet quando ruoti il timone. Quali sono le zone a rischio in stabilimento PLANIMETRIA AZIENDA CON PUNTI DI RISCHIO TEST DI VERIFICA APPRENDIMENTO INFORMAZIONI AI CONDUTTORI DEI CARRELLI ELETTRICI A TIMONE Corso di formazione e informazione professionale di sicurezza sul lavoro Pag. 1 di 2 Nome e Cognome: Data: Rispondere alle seguenti domande barrando la risposta ritenuta esatta 1) Ad inizio turno prima di utilizzare il mezzo devo: a) Controllare se il mezzo ha subito danni durante il turno precedente b) Controllo gomme, freni e clacson e provare i comandi c) Verificare il programma di produzione 2) Serve urgentemente del materiale nei reparti di produzione. Per trasferire il carico a) Scelgo la via più breve b) Valuto attentamente la situazione e poi decido che via percorrere c) Percorro le vie indicate anche se questo comporta l’ impiego di più tempo 3) Transito nella zona riservata al mio passaggio, incrociando zone buie, angoli ciechi, porte od attraversando aree dove è possibile che vi sia anche passaggio pedonale a) Controllo che non vi sia nessuno b) Passo tranquillamente, sto percorrendo la zona a me riservata c) Suono il clacson rallentando l’andatura e prestando la massima attenzione 4) Un mio collega deve spostarsi rapidamente da un reparto ad un altro a) I mezzi di movimentazione con guida a bordo sono progettati per trasportare una sola persona b) Lo invito a salire accanto a me tanto fa il mio stesso percorso c) Inforco un bancale quindi lo faccio salire sopra e prestando la massima attenzione lo trasporto. Come porto il carico così posso portare una persona 5) Nel locale di carica batteria è presente uno strano odore a) Controllo se il locale è sufficientemente arieggiato b) Avviso immediatamente il preposto c) Stacco il morsetto di carica dalle batterie e poi ritorno a lavorare 6) Sto scendendo dal carrello elettrico a timone Allegato 12 LINEA GUIDA PER LA GESTIONE DELLA FORMAZIONE E INFORMAZIONE IN UN SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUI LUOGHI DI LAVORO TEST DI VERIFICA APPRENDIMENTO INFORMAZIONI AI CONDUTTORI DEI CARRELLI ELETTRICI A TIMONE Corso di formazione e informazione professionale di sicurezza sul lavoro Pag. 2 di 2 a) Attendo di completare la manovra quindi arresto il mezzo e solo a carrello completamente fermo scendo b) Scendo al volo, tanto sul mezzo è montato il dispositivo “uomo morto” 7) Procedendo a velocità non elevata durante il carico di un camion a quale rischio sono esposto manovrando un transpallet elettrico con guida a terra ? a) Allo schiacciamento degli arti b) Al rovesciamento del carico 8) Trasportando un carico con peso notevole a) Aumento la velocità altrimenti il transpallet elettrico procedendo a bassa velocità non riesce a spostare il carico e va sotto sforzo b) Rallento per evitare nel caso di brusche frenate il rovesciamento del carico 9) Trasporto un carico in discesa a) Avanzo frontalmente, devo vedere bene dove vado b) Procedo in retromarcia per evitare lo sbilanciamento del carico ed il suo eventuale rovesciamento 10) Devo caricare un camion quale tra queste operazioni è scorretta a) b) c) d) e) f) Nessuna Verificare che il camion sia frenato Fare attenzione alle sporgenze fuori sagoma Transitare senza sostare sul ponte di giunzione Evitare dall’ effettuare manovre brusche Manovrare senza sporgermi fuori dall’ingombro del carrello Firma lavoratore……………………………………… Firma docente……………………… Votazione…………./10 Allegato 12 LINEA GUIDA PER LA GESTIONE DELLA FORMAZIONE E INFORMAZIONE IN UN SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUI LUOGHI DI LAVORO INFORMAZIONI AI CONDUTTORI DEI CARRELLI ELETTRICI A TIMONE Pagina 1 di 9 CORSO DI FORMAZIONE PER LA GUIDA DEI CARRELLI ELETTRICI A TIMONE Allegato 13 LINEA GUIDA PER LA GESTIONE DELLA FORMAZIONE E INFORMAZIONE IN UN SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUI LUOGHI DI LAVORO INFORMAZIONI AI CONDUTTORI DEI CARRELLI ELETTRICI A TIMONE Pagina 2 di 9 INDICE Le regole del buon uso ........................................................................................ pag. 3 I 7 peccati mortali .........................................................................………….. pag. 5 Durante la marcia .…………………………………………………………............pag. 6 Come trasportare un carico .............................................…………………………………..pag. 6 Come caricare un camion ……......................................………………………………….pag. 6 Locali batteria e carica batteria ...............................……………………………………pag. 7 Transpallet elettrici con uomo a bordo ........................................................................... pag. 8 Transpallet elettrici senza uomo a bordo........................................................................ pag. 8 Carrelli a timone manuali............................................................................................... pag. 9 Allegato 13 LINEA GUIDA PER LA GESTIONE DELLA FORMAZIONE E INFORMAZIONE IN UN SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUI LUOGHI DI LAVORO INFORMAZIONI AI CONDUTTORI DEI CARRELLI ELETTRICI A TIMONE Pagina 3 di 9 LE REGOLE DEL BUON USO L'uso di un carrello elevatore è indispensabile in azienda, per risparmiare tempo, fatica, denaro. Tuttavia, come per tutte le macchine, occorre ricordare delle cautele fondamentali per evitare incidenti MORTALI e non mettere a repentaglio la propria e l'altrui vita. 1 a regola IL CARRELLISTA È RESPONSABILE DEL RISPETTO DELLE NORME DI SICUREZZA Ogni volta che infrangi una norma, se succede qualcosa sei responsabile dei danni che procuri, perciò: OCCHI APERTI 2a regola VERIFICARE AD OGNI INIZIO TURNO LO STATO DEL CARRELLO Controlla che: • le gomme siano in buono stato,così come freni e clacson; • verifica anche che le batterie siano cariche e in ordine • prova i comandi 3a regola NON SOVRACCARICARE IL CARRELLO Sollevare un peso superiore a quello progettato comporta come minimo il rischio di DANNI PERMANENTI, anche se non sempre visibili, per il carrello. Se c'è bisogno di spostare 30 quintali, non si distrugge un carrello da 20, si fanno due viaggi da 15. Allegato 13 LINEA GUIDA PER LA GESTIONE DELLA FORMAZIONE E INFORMAZIONE IN UN SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUI LUOGHI DI LAVORO INFORMAZIONI AI CONDUTTORI DEI CARRELLI ELETTRICI A TIMONE Pagina 4 di 9 4a regola SEGUIRE I PERCORSI STABILITI Investire una persona o scontrarsi con un altro carrello non è così difficile. Per ogni incidente grave vi sono circa 200 mancati incidenti: ogni volta perciò che ti capita di rischiare uno scontro od un investimento, comunicalo al preposto. Potrebbe essere necessario modificare i percorsi di lavoro. Se tu stesso pensi di avere una idea migliore di come "far girare la merce" in azienda, parlane con il preposto o con il responsabile del servizio prevenzione e protezione: sono lì anche per questo. Sa regola NON SPORGERSI Sei tu il vaso di coccio tra i vasi di ferro, ricordalo : braccia e gambe sono tenere E NON RICRESCONO 6a. regola NON FIDARSI SE NON SI VEDE BENE LA STRADA Piuttosto vai a retromarcia, fai due viaggi, ma non guidare senza vedere cosa hai davanti 7-a regola SE CARICO, GUIDARE IN SALITA IN AVANTI, IN DISCESA A RETROMARCIA Si ribalta il carico se marci in avanti in discesa, e il carico caduto rischia di investire qualcuno. Ricordati: carico sempre rivolto verso la cima 8a regola FORCHE BASSE, CARICO STABILE Il baricentro alto, anche se scarichi, facilita il ribaltamento Allegato 13 LINEA GUIDA PER LA GESTIONE DELLA FORMAZIONE E INFORMAZIONE IN UN SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUI LUOGHI DI LAVORO INFORMAZIONI AI CONDUTTORI DEI CARRELLI ELETTRICI A TIMONE Pagina 5 di 9 9a regola NO AUTOSTOP Calnminare fa bene, cadere da un '~arrello fa male. Non è ammesso nelnmeno dare passaggi a chi ti sta antipatico per poi farlo cadere apposta. lO regola NON LASCIARE IL CARRELLO INCUSTODITO SENZA TOGLIERE LA CHIAVE Sembra facile guidare un carrello per chi lo fa da anni, ma un inesperto può causare seri danni a sé ed agli altri. Se devi lasciare il carrello incustodito, elimina la possibilità che venga utilizzato. Le regole precedenti sono la base di una buona formazione. Alcune situazioni sono però note in modo particolare a chi si occupa di prevenzione, in quanto determinano MORTI ogni anno. Si possono considerare I 7 PECCATI MORTALI 1 ° Viaggiare a forche sollevate 2 ° Lasciare il carico instabile 3 ° Marciare sulle rampe in modo scorretto 4 ° Non fare attenzione alle zone cieche 5° Non fare attenzione sulle banchine di carico 6° Trasportare passeggeri 7° Sporgersi dal carrello Allegato 13 LINEA GUIDA PER LA GESTIONE DELLA FORMAZIONE E INFORMAZIONE IN UN SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUI LUOGHI DI LAVORO INFORMAZIONI AI CONDUTTORI DEI CARRELLI ELETTRICI A TIMONE Pagina 6 di 9 DURANTE LA MARCIA • Tieni presente l'ingombro del carrello: non è sempre uguale, dipende dal carico, dall'altezza delle forche, perciò STAI IN CAMPANA, non urtare portali o traverse. • Non curvare in modo troppo brusco. • • • A vvicinandoti alle porte segnala la tua presenza. ATTENZIONE AGLI ANGOLI CIECHI, guarda nelle parabole (se ci sono), suona sempre il clacson. Devi sempre essere sicuro che la 'strada sia libera prima di passare. • Per curvare, mantieniti vicino all'angolo di sterzata, non allargare la curva • Per manovrare in una corsia stretta, tieniti largo rispetto allo scaffale su cui vuoi portarti. COME TRASPORTARE UN CARICO • Vai a marcia avanti in salita e quando hai visibilità • Vai a retrolnarcia in discesa e se non hai visibilità frontale • Sulle ranpe di carico fai attenzione! COME CARICARE UN CAMION • Assicurati che il camion sia frenato • Fai attenzione alle sporgenze fuori sagoma (ruote,paraurti, respingenti) • Non fermarti MAI su un ponte di giunzione • Evita le manovre brusche • Non sporgerti MAI fuori dalla sagoma delleprotezioni del tuo carrello • Entra in diagonale nei vagoni Allegato 13 LINEA GUIDA PER LA GESTIONE DELLA FORMAZIONE E INFORMAZIONE IN UN SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUI LUOGHI DI LAVORO INFORMAZIONI AI CONDUTTORI DEI CARRELLI ELETTRICI A TIMONE Pagina 7 di 9 LOCALI BATTERIA E CARICA BATTERIE Le batterie dei carrelli liberano idrogeno quando sono in carica. L'idrogeno è esplosivo: non fumare vicino ad un carica batteria. Il locale carica batteria deve avere un buon ricambio d'aria, con aperture al pelo del soffitto, per evitare sacche di gas. Avvisa il preposto se il locale carica batteria non ti sembra idoneo. Oltre alle raccomandazioni sopra esposte, valide anche per i carrelli elevatori, l'uso di carrelli a timone comporta le seguenti attenzioni. Allegato 13 LINEA GUIDA PER LA GESTIONE DELLA FORMAZIONE E INFORMAZIONE IN UN SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUI LUOGHI DI LAVORO INFORMAZIONI AI CONDUTTORI DEI CARRELLI ELETTRICI A TIMONE Pagina 8 di 9 TRANSPALLET ELETTRICI CON UOMO A BORDO • Fai attenzione a non cadere dal posto di guida durante la marcia • Non manovrare se non,sei a bordo. • Rallenta se carico e prima delle curve. • Allarga le curve • Attenzione a non investire i colleghi: considera bene l'ingombro del mezzo. TRANSPALLET ELETTRICI SENZA UOMO A BORDO • Fai attenzione a non schiacciarti i piedi con la ruota posteriore. • Quando carichi in un camion fai attenzione a non rimanere schiacciato con le mani tra il manico del transpallet e la sponda del camion • Attento a non investire i colleghi . • A pieno carico, riduci la velocità • Attenzione a movimenti bruschi del transpallet quando ruoti il timone. Ulteriori raccomandazioni prima di inforcare la merce • Verifica che le forche siano abbassate prima di inforcare i pallet (possono essere rimaste alzate dal carico precedente) • Non prendere i pallet dal lato lungo, si possono sfilare dalle forche • Verifica il baricentro del carico prima di sollevarlo, si può ribaltare con tutto il transpallet CARRELLI A TIMONE MANUALI Per evitare di venire schiacciato, fai come detto seguito. Non camminareall'indietro e non stare esattamente di fronte al timone Se sei in difficoltà lascia andare il timone: entrerà subito in funzione il dispositivo detto "uomo Allegato 13 LINEA GUIDA PER LA GESTIONE DELLA FORMAZIONE E INFORMAZIONE IN UN SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUI LUOGHI DI LAVORO INFORMAZIONI AI CONDUTTORI DEI CARRELLI ELETTRICI A TIMONE Pagina 9 di 9 morto" Attento ai piedi: la figura ti mostra le zone dove puoi rimanere schiacciato Come sollevare carichi con un carrello a timone manuale Mettiti di fronte alla catasta • Solleva le forche sino all'altezza del pallet che vuoi prelevare e trasla il carrello sino al completo inforcamento del carico • Solleva il carico • Arretra lentamente ed abbassa il carico Allegato 13 LINEA GUIDA PER LA GESTIONE DELLA FORMAZIONE E INFORMAZIONE IN UN SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUI LUOGHI DI LAVORO