Notiziario del Gruppo Alpino ANGET - Anno 12° - N. 42 - luglio 2014 Sommario - La Tabella Puniti (di G. Pollini) 2-3 - La Festa dell’Arma delle Trasmissioni 4 - 7 - Cambio dell’Ispettore delle Trasmissioni 8 - 9 - Ennesima battaglia per i soci 2014 10 - Il Raduno 2014 del nostro Gruppo 11-21 - La Festa dell’Arma del Genio 22-25 - Cambio del Cte del Genio 25-27 - L’ultimo saluto ad un grande amico 28-31 - I consueti auguri di Buon Compleanno 32 Quanti siamo ? 1, nessuno, 100.000 ? NO Semplicemente 258 (a pag. 10) Io avevo piazzato la mia tenda, costruita con i classici teli tenda mimetici e paletti formati con i consueti clarinetti di alluminio, che condividevo con altri quattro Peones, vicino al tendone adibito a sala radio, sul limitare alto del bosco, vicino alla tenda infermeria del carissimo amico Fazzini. Una sera mi mandò a chiamare il Ten. Bogo (il mago del tritolo): <<Pollini, domani mattina mi dai un RT (radiofonista) che esco col plotone in marcia>>. <<Va bene Tenente>>. Ed io presi un nipote RT a caso e gli affidai l’incarico, fornendogli anche le necessarie istruzioni; al che il nipote accennò una timida protesta <<…ma perché proprio io…ma io ieri ho già fatto…e gli altri?...>> ; <<Muto! uomo at-tenti, dietro front, avanti marsc>>. Finito li. Mi rifaccio al commento del Capogruppo al bell’articolo dell’amico Beppe Bellomi “…un caffè a Vermiglio?” (è vero, a Passo Paradiso il rancio arrivava freddo!). Confermo e ribadisco che le punizioni alla CPO venivano rilasciate col contagocce e per gravi motivi; noi, a volte, forse ne approfittavamo, soprattutto per quanto riguardava il nostro rapporto con Artiglieri e Alpini, con i quali c’era rivalità feroce, tanto era forte il nostro spirito di Corpo; per fare un esempio banale: le loro ronde pretendevano il saluto anche da noi Peones!... Ma torniamo alla “tabella puniti” della CPO, che dicevo avara nel dispensare punizioni cretine; il racconto che propongo ne è prova. Giugno-luglio 1966: la CPO era accantonata per il campo estivo nel fitto di un boschetto sopra la casa cantoniera del Passo del Tonale nel versante della Val di Sole, cioè verso Vermiglio, ed era impegnata in vari lavori ed esercitazioni. Pag. 2 L’indomani mattina vidi arrivare un Peones trafelato: <<Pollini, ti vuole il Tenente Bogo>>. Scesi verso la sbarra all’ingresso del campo e vidi il plotone schierato pronto a partire ed il Ten. Bogo furioso che mi accolse con una sfuriata delle sue classiche, con il viso paonazzo: non si era presentato l’RT. La sfuriata terminò con <<…Pollini sei un fesso!>>. Il mio “status” di Vecio Peones a pochi giorni dal congedo, mi fece superare l’effetto ”onda d’urto” che avrebbe potuto scuotere la mia indole tranquilla e pacifica, per cui non mi scomposi più di tanto. La mia reazione istintiva ed immediata fu quella di assumere una posizione di “attenti” esagerata, (come usavano fare i “nonni” in alcuni momenti particolari mentre facevano “molleggiare” i “nipoti” e cioè: busto esageratamente piegato all’indietro, braccia piegate quanto bastava a far appoggiare le mani sulle chiappe) e, sempre esagerando, gridai a pieni polmoni: <<Signorsì Signor Tenente! Comandi Signor Tenente!>>, seguito da un repentino dietro-front e da una veloce ritirata mentre, dietro di me, sentivo dei sommessi nitriti e grugniti, segno di risate malamente trattenute dei Peones. Dopo aver lasciato un Ten. Bogo sorpreso e letteralmente senza parole ed i Peones divertiti, andai a prendere per la collottola il nipote recalcitrante (debbo dire che non era per nulla piacevole portare in marcia una SCR 300; pesava un iradiddio e ti rompeva la schiena!) e dopo averlo “alzato di peso”, e non solo a parole…, lo mandai al suo destino, da un Ten. Bogo nero! Dodici mesi di naia alla “Pionieri” mi avevano “indurito”, per cui trascorsi la giornata tranquillamente, tra tenda radio e varie zone dove avevo dislocato i miei RT, dimenticando l’episodio semicomico del mattino, perciò la mia sorpresa fu grande quando, la sera, dopo il rancio vidi comparire fuori dal tendone-sala radio la imponente figura del Ten. Bogo che mi disse: <<Pollini, vieni con me>>; <<Siorsì>>, e ci avviammo, lui davanti e io dietro, giù in discesa verso il centro del campo; “Ah madòna, mò ga sem…”, adesso ci siamo, pensai, e già mi vedevo la sontuosa lavata di capo e la tabella puniti col mio nome scritto col mio sangue, ma, giunti all’altezza della baracca-spaccio, il Tenente fece un perfetto “sinist-march” e si infilò nella baracca dove ci trovammo di fronte a due calici di rosso della “Vinicola del Piave” che Lui aveva già fatto preparare dal “barista”: un nipote che non poteva credere ai suoi occhi ed alle sue orecchie nel vedere e sentire un Tenente a due stelle, vice Comandante di Compagnia con la fama di “duro”, e un nonno, ridere di gusto e chiacchierare amabilmente e spiritosamente con accento veneto e comasco ricordando un “fattaccio” avvenuto al mattino! Debbo dire che, conoscendo il “caratterino” di Bogo, la cosa sorprese (piacevolmente) anche me; ma fu proprio così….! Dopo il congedo rividi il Ten. Alfonso Bogo nel 1972 in occasione dell’Adunata Nazionale ANA a Milano, in Piazza Duomo; era l’adunata del centenario delle Truppe Alpine e lui era lì, con un plotone di Peones assieme a numerosi altri reparti, in rappresentanza degli Alpini in armi. Lo riconobbi immediatamente e con grande piacere, ed anche lui mi riconobbe e si ricordò di me tanto è vero che ci abbracciammo commossi. Fui sinceramente dispiaciuto quando seppi che pochi anni dopo, il “Mago del tritolo” era “andato avanti”. Con questo aneddoto non voglio dire che la tabella puniti della CPO fosse sempre immacolata; io pure mi feci dodici giorni di CPS all’Hotel “Bristol” in due occasioni diverse;… ma ero innocente, lo giuro!: dicevamo tutti così…! Germano Pollini In prima fila, da sinistra, Ten. Scaranari, Cap. Sciocchetti, Ten. Bogo. Nella seconda fila, Ten. Nderi, Ten. Mazza e S.Ten. Borri. Pag. 3 Devo dare atto, in questo caso, al Gen.C.A. Adriano Vieceli, Comandante delle Trasmissioni e Informazioni dell’Esercito (con sede ad Anzio) di aver dato una impostazione moderna ed interessante ai consueti festeggiamenti in occasione della Festa dell’Arma delle Trasmissioni, coincidente con il 96° anniversario della Battaglia del Piave del 20 giugno 1918. Qui a lato il biglietto di invito alla manifestazione (sarebbe estremamente riduttivo chiamarla “Cerimonia”) che potrà richiamare alla memoria bei ricordi a chi ha avuto l’occasione di frequentare corsi relativi all’impiego di apparati delle trasmissioni. La mattinata è iniziata presto - alle 08,30 dovevamo essere tutti in aula magna per gli onori alla Bandiera dell’Arma delle Trasmissioni ed al Medagliere dell’ANGETricordo per i più distratti dei nostri soci che prima del 1° giugno1953 Pag. 4 l’Arma del Genio aveva al suo interno la specializzazione delle comunicazioni e solo in tale data, ufficialmente, Genio e Trasmissioni diventarono due Armi separate ed auto- nome.ma in ambito ANGET sono ancora unite. La novità voluta dal Gen. Vieceli consiste nell’aver fatto coincidere con la Festa dell’Arma l’ultimo giorno di una importante esercitazione denominata “Marconi 2014” ed iniziata il 9 giugno nelle sedi di Roma Cecchi- gnola e Civitavecchia. Il Generale di Brigata Lorenzo Santella ha iniziato la cerimonia in aula magna facendo proiettare u n br e ve f i lm at o r e l at i vo all’impiego dei trasmettitori nella Grande Guerra, con immagini di marconisti, di squadre di stenditori guardiafili per i collegamenti in telegrafia. Tra l’altro, tra le varie immagini, ha fatto una breve apparizione una foto del 2° Reggimento Genio del 1937, allora di stanza a Casale Monferrato (AL);. In tale foto, dominata da una sorta di insegna a forma di aquila ad ali spiegate con la scritta del Reggimento, c’era anche mio padre, allora Sergente Maggiore in tale Reggimento. La massima autorità presente, il Gen.C.A. Roberto Bernardini, Comandante delle Forze Operative Terrestri con sede a Verona, ha preferito evitare un lungo discorso sicuramente preparato a tavolino ed ha optato per un breve ma significativo intervento “a braccio”. Dopo la consePag. 5 gna di alcuni riconoscimenti da parte del Gen.C.A. (Ris.) Maurizio Caporal Maggiore Matteo Barbieri Cicolin, Presidente Nazionale dell’ANGET, ai Comandanti di alcuni reparti o a personale che si era distinto in modo particolare, il Gen. Bernardini ha chiamato al tavolo delle autorità il Caporal Maggiore Matteo Barbieri, del 2° Reggimento Trasmissioni Alpine di Bolzano, al quale ha attribuito un encomio solenne per la sua attività appassionata ed intelligente in ambito protezione civile. Finita la parte iniziale della mattinata in aula, tutti fuori, nella Dalla sinistra, il Gen.C.A. Vieceli, il Gen.C.A. Bernardini ed il Gen.B. Santella. Di spalle il Caporal Maggiore Barbieri, del 2° Rgt. Trasmissioni alpine. Pag. 6 Piazza d’Armi della Scuola dove era in funzione dal 9 giugno un Posto Comando di Brigata. La visita è iniziata con un briefing nell’apposito tendone attrezzato con una infinità di apparati elettronici, schermi, proiettori, videocamere e tutto il necessario per garantire i collegamenti satellitari con l’unità schierata in campagna a Civitavecchia. La foto qui sopra per far vedere lo schermo centrale della sala briefing su cui si vedeva, in grande a sinistra, il dispositivo schierato alla Cecchignola ed a Civitavecchia, nel riquadro in alto a destra il Posto Comando in cui ci trovavamo noi stessi e nel riquadro in basso a destra il collegamento in tempo reale con un Ufficiale del Comando distaccato. Sono stati spiegati nel dettaglio tre attività, una relativa all’impiego del sistema di Comando e Controllo SIACCCON-2, una per noi non addetti ai lavori estremamente innovativa e relativa ad un intervento contro hacker che si erano inseriti nella rete operativa militare ed una con l’impiego di un mini-drone per l’individuazione di una minaccia portata da attivatori in zona vicina al Posto Comando di Civitavecchia, con trasmissione di immagini video dal mini-drone al Po.Cdo locale e di lì, via satellite, al Po.Cdo superiore a Roma. Non posso scendere in dettagli perché dovrei servirmi di una serie di acronimi difficili da spiegare e da comprendere nelle poche righe ancora disponibili. I nostri soci legati alle trasmissioni “vecchia maniera” (An-grc-9, R.300, ecc.) qui avrebbero strabuzzato gli occhi per il numero impressionante di computer di tutte le misure e caratteristiche a fronte di pochissimi apparati radio visibili (vds. Ultima foto qui sotto). R.S. Pag. 7 Lunedì 23 giugno 2014. Dopo la bellissima esercitazione “Marconi 2014” di venerdì 20 giugno è arrivato il momento del cambio del Comandante della Scuola e Ispettore dell’Arma delle Trasmissioni. Il Gen.B. Lorenzo Santella (a destra) nel suo discorso di commiato, ha tracciato un breve resoconto delle principali attività di cui è stato protagonista durante il suo periodo di comando di poco meno di un anno. Al termine, il momento più significativo e coinvolgente della cerimonia: il passaggio della Bandiera di Guerra dell’Arma delle Trasmissioni dal Comandante cedente al Gen,B, Antonello De Sio che, come aveva appena fatto il Gen. Santella, ha baciato il drappo prima di riconsegnarlo all’Alfiere. E’ stata poi la volta del Gen.C.A. APag. 8 vi sono di volta in volta impiegate. Gen.B. Antonello De Sio driano Vieceli, Comandante delle Trasmissioni e Informazioni dell’Esercito, a pronunciare un breve discorso nel quale ha evitato di ripetere quanto già detto dal Comandante cedente e si è soffermato invece sui continui progressi dell’Arma delle Trasmissioni sia per quanto riguarda i materiali in continua rapidissima evoluzione, sia per quanto attiene alle procedure ed alle attività operative in cui i reparti dell’Arma sono stati ripetutamente sul territorio nazionale ma, soprattutto, nei teatri più lontani, in supporto alle unità che Non poteva mancare, infine, un caloroso saluto di benvenuto al nuovo Comandante, Gen.B. Antonello De Sio, rientrato in Italia dopo una esaltante esperienza come Addetto Militare per la Difesa a Oslo. L’esperienza all’estero avrà certamente offerto al Gen. De Sio l’opportunità di approfondire le Gen.C.A. Adriano Vieceli proprie conoscenze su materiali e procedure di altre Forze Armate, da travasare, per quanto utile e di interesse, nella Scuola delle Trasmissioni. Un “Buon Lavoro” quindi al Gen. De Sio da parte di tutto il Gruppo Alpino ANGET e, in particolare, da parte dei tanti soci trasmettitori ma anche di quelli che, pur portando le mostrine del Genio, hanno avuto incarichi connessi con le trasmissioni, sia pure, ovviamente, con i materiali del tempo. Pag. 9 Purtroppo, fatti un po’ di conti, siamo sempre meno. Lo so che state dicendo o pensando “Meglio pochi ma buoni”, ma lo pensavo anch’io l’anno scorso e poi, anche questa volta, c’è stato un discreto numero di abbandoni. Andiamo con calma. Nello scorso numero avevo giurato a me stesso che quest’anno non avrei mosso un dito per cercare di ricordare ai ritardatari che dovevano rinnovare l’iscrizione entro il 31 dicembre, ma dell’anno scorso e non di questo, o per cercare di convincere qualcuno propenso a lasciarci a restare con noi, e invece ho usato telefono cellulare, telefono fisso, e-mail, segreterie telefoniche ed ogni possibile diavoleria per contattare i soci di cui si erano perse le tracce. So di essere stato noioso ed invadente ma lo smuovere le acque è servito moltissimo per una serie di motivi che vi elenco: PRIMO: ho trovato tre soci che avevano pagato regolarmente da qualche mese ma a me non era arrivata dalle Poste Italiane la comunicazione dell’avvenuto accredito e l’esame periodico dei tabulati su internet non porta a niente perché non ci sono i nomi di chi ha versato ma solo il CUAS (una sorta di “Centro interregionale”) di Pag. 10 di Roberto Scaranari provenienza. Solo che un CUAS abbraccia almeno 3 o 4 regioni e cioè, per quelle del nord, almeno un centinaio di soci. SECONDO: ho trovato più di un socio che era onestamente convinto di aver fatto il versamento e invece se ne era dimenticato, ma voleva restare a tutti i costi nel Gruppo ed ha rimediato in pochi giorni. TERZO: ho scoperto che nel Gruppo c’erano un certo numero di soci che erano tali solo perché avevano pagato la quota l’anno prima (forse pensavano di pagare il gas ed invece era il Gruppo Alpino) ma che con i “soci veri” non avevano nulla in comune: né gli ideali, né la voglia di collaborare, né idee da esprimere, né ricordi da mettere in comune con tanti altri. Purtroppo questi soci non potranno leggere queste parole perché ci hanno lasciato e non gli manderò questo notiziario; peccato. In conclusione, siamo rimasti in 258 (di cui 199 soci ordinari, 39 simpatizzanti e 20 aderenti). Ci hanno lasciato, nel 2014, 16 soci ordinari a fronte di 3 nuovi soci ordinari e 3 simpatizzanti. Diciamo un’altra volta “Meglio pochi ma buoni” ? ...e diciamolo (finché ne resta uno). R.S, Non ci crederete, ma nonostante la decisione presa già da qualche anno di non organizzare più raduni indirizzati a tutto il nostro Gruppo Alpino, questa volta ci vogliamo riprovare e sto parlando al plurale perché, come vedete appena sotto il titolo, senza l’aiuto concretissimo di Guido Buonomini non sarei mai riuscito a mettere insieme quello che vedrete proseguendo nella lettura di questo articolo. Per i soci di più recente acquisizione è necessario che io dia una breve spiegazione del mio approccio “dubbioso” al problema. Gli ultimi tentativi di vedere tutto il Gruppo riunito in almeno una giornata di festa in comune sono stati, tutto sommato, una delusione ed ho ovviamente cercato di capirne le motivazioni. Probabilmente il motivo principale risiede nell’età media dei soci del Gruppo che, inesorabilmente (ma è tutta colpa dell’anagrafe) sta continuando a crescere (come l’Entropia, che cresce sempre), per cui alcuni momenti dei programmi, ritenuti un po’ troppo “alpinistici”, possono aver distolto l’attenzione di un certo numero di soci, ma certamente ha influito negativamente la tendenza, che sembra si sia radicata sempre di più, a non allontanarsi “troppo” dalla porta di casa. Converrete con me che organizzare un incontro che soddisfi tutti di Guido Buonomini e Roberto Scaranari in egual misura, considerata la nostra distribuzione sul territorio nazionale, è proprio impossibile e allora, prima di gettare definitivamente la spugna, ho pensato, nell’organizzazione di questo incontro, di far leva su quattro componenti che dovrebbero riuscire a smuovere anche i più sedentari. 1. 2. 3. Ve li elenco: Il desiderio di voler ricordare tutti coloro che hanno dato la vita nella prima Guerra Mondiale, di cui, in questo periodo si parla tanto perché ricorre il centesimo anniversario del suo inizio. La voglia di vedere “dal vivo” panorami bellissimi percorrendo una strada militare realizzata dai genieri di un tempo. La possibilità di realizzare un programma su due giornate nelle quali solo un’ora scarsa della seconda prevede una camminata (meglio chiamarla “passeggiata”) sicuramente adatta a tutti ma, per chi lo desiderasse, evitabile senza dover rinunciare al resto del programma. Pag. 11 4. Il contenimento massimo delle spese, come vedrete nella spiegazione dettagliata del programma che trovate qui sotto. ONORI AI CADUTI DELLA GRANDE GUERRA RADUNO AL MONTE CENGIO - ZONA SACRA ALLA PATRIA 20—21 SETTEMBRE 2014 PROGRAMMA Sabato 20 settembre - ore 12.00 arrivo a Cesuna (VI) Albergo Belvedere Via Armistizio, 19 - Incontro con il Gruppo - ore 13.00 Pranzo - ore 15,00 Trasferimento con le proprie auto a Canove (4,5 Km) e visita al Museo della Grande Guerra - ore 17,00 A disposizione dei soci fino all’ora di cena - ore 19,30 Cena in albergo - ore 21,00 Serata “Alpina” presso il Palatenda di Cesuna con banda musicale e/o coro (potrete anche sonnecchiare mentre il Capo Gruppo vi presenterà foto e filmati negli intervalli tra i brani musicali). - ore 23,00 Contrappello e silenzio (non ci saranno controlli notturni) Domenica 21 settembre - ore 08,00 Colazione in albergo e carico bagagli sulle proprie autovetture - ore 09,00 Partenza per il Piazzale del Granatiere, vicino al Rif. Granatiere - ore 09,30 Lasciate le auto, si procede a piedi per la facile e panoramica carrareccia verso la vetta del Monte Cengio (massimo 45’ comprese le soste per fare film, foto, selfie, ecc….) - ore 10,30 Deposizione di una corona di alloro sulla cima del Monte Cengio - ore 11,00 Ritorno al Piazzale del Granatiere per una via facile e breve - ore 11,30 Santa Messa nella Chiesetta vicina al Rifugio del Granatiere - ore 12,30 Pranzo al Rif. Granatiere (cucina di montagna, costo 15 Euro) - ore 14,30 Trasferimento con le proprie auto al Forte (privato) di Punta Corbin e visita al forte ed al piccolo Museo (biglietto di ingresso 3 Euro, salvo sconti promozionali). - ore 17,00 Termine del raduno con saluto finale, “Rompete le righe” e rientro alle proprie sedi. Pag. 12 E adesso che avete visto il programma, ecco alcune indicazioni per “centrare” meglio l’obiettivo. Con riferimento alla A/4 Milano/Venezia a partire da Verona, pochi Km dopo Vicenza si prende lo svincolo per la A/31 verso Valdastico e la si percorre fino all’uscita di Piovene R. Chiuppano, A questo punto è meglio cambiare riferimento con una carta a scala più adeguata. Nello stralcio qui sotto si può vedere il tratto dopo l’uscita dall’autostrada a Piovene RocchettaChiuppano fino a Cesuna per un totale di circa 20 Km con una decina di tornanti in salita. Una volta arrivati a Cesuna, basterà individuare una delle vie di questo stralcio di map- pa per trovare facilmente l’Albergo Belvedere, dove abbiamo il punto di incontro. Se però avete un navigatore, impostate l’indirizzo dell’Albergo e vi ci porterà lui, senza guardare tutte queste carte. Pag. 13 Non vi aggiungo altri dettagli circa le sedi in cui avranno luogo gli altri eventi programmati perché poi saremo insieme e non dovrete fare altro che seguire il capo. In merito al programma di sabato, devo almeno farvi vedere il Museo che andremo a visitare. Devo però invogliarvi a partecipare a questo raduno e per questo aggiungo questa specie di mappa in prospettiva. Domenica mattina, per andare alla vetta del Cengio, percorreremo la strada gialla da Tresche Conca fino ad imboccare (sulla destra rispetto al senso di marcia) la strada verso il Cengio e ci fermeremo con le auto al piazzale del Rif. del Granatiere percorrendo il tratto verde sulla destra. Dal Rif. Granatiere, chi dovesse avere problemi di deambulazione Pag. 14 potrà proseguire in auto fino ad una cinquantina di metri dalla croce di vetta. Quest’ultimo tratto, ancorché breve, è una scalinata a larghi gradoni di cui potete vedere la parte terminale nella foto a destra. Saremo pronti a dare aiuto a chi ne dovesse avere bisogno. E adesso qualche altra immagine che vi farà capire il mio desiderio di vedere questa vetta e questi panorami, senza pensare, per ora, alle motivazioni di carattere storico, di cui scriverò più avanti. Qui a sinistra un tratto della carrareccia che sale dolcemente verso la vetta attraversando un certo numero di gallerie ed offrendo panorami eccezionali. Come si vede nella targa qui sotto, potremo ammirare il lavoro fatto dalla 93^ compagnia del 1° Reggimento Genio. Pag. 15 Questa immagine non ha bisogno di commenti e neppure questa qui sotto; in entrambe si può vedere chiaramente la limitata pendenza, abbordabile anche da chi, come me, è senza particolare allenamento, a fronte, tuttavia di panorami eccezionali. Pag. 16 Qui sopra, la croce di vetta del Monte Cengio vista da una diversa angolazione e sotto la “Chiesetta dei Granatieri” sul cui piazzale potremo ascoltare la Santa Messa che sarà officiata dal Cappellano Militare Don Daniele Ambrosini. Pag. 17 Nel pomeriggio di domenica il programma prevede la visita al Forte privato di Punta Corbin che oltre alla struttura del forte vero e proprio ci consentirà di visitare un piccolo museo. Ecco qui sotto una immagine del forte nella sua eccezionale posizione. E dopo aver cercato di invogliarvi con gli aspetti paesaggistici e culturali (visite ai musei e serata musicale), adesso è il momento di ricordare i momenti di guerra che hanno interessato questi luoghi. La battaglia del Monte Cengio L’episodio si inquadra in quel momento della Grande Guerra conosciuto come “Strafexpedition” austriaca e cioè “spedizione punitiva” organizzata e condotta al fine di sboccare nella Pianura Padana e accerchiare l’Esercito Italiano che si era attestato a difesa sul Carso. In un paio di settimane di durissimi combattimenti, le truppe austriache riuscirono ad arrivare ad Asiago ma si dovettero arrestare di fronte alla forte posizione del Monte Cengio che sovrastava l’Altopiano sulla destra dell’attaccante. Lo Stato Maggiore Italiano doveva avere bene individuato il pericolo, tanto è vero che proprio mentre gli austriaci entravano in Asiago, alla fine di maggio 2016, la Brigata Granatieri di Sardegna, comandata dal Generale Pennella, si schierava sull’Altopiano Una vedetta sullo sperone che domina la dei Sette Comuni per bloccare gli auVal d’Astico (foto originale del 1916) Pag. 18 strici prima che riuscissero a superare anche le ultime quote per poi sbucare a valle. Nei pochi giorni tra il 28 maggio ed il 2 giugno i nostri soldati combatterono sulle posizioni di Monte Barco, Monte Belmonte e nei pressi di Cesuna con il solo armamento leggero ed in ristrettezze di munizioni, viveri ed acqua. Poi, il 3 giugno, i Granatieri, che si erano arroccati sulle posizioni trincerate del Cengio, vennero circondati e sopraffatti, dopo che erano stati praticamente isolati da tutte le fonti di alimentazione logistica. Osservatorio e batterie sul Cengio (Foto originale del 1916 tratta dall’archivio fotografico Le perdite dei Granatieri, ma anche quelle degli austriaci, furono ingenti ma l’avanzata nemica era stata fermata prima di riuscire a sboccare in pianura e, anzi, era iniziata un’azione contraria italiana che riuscì a ricacciare il nemico verso nord ed il 24 giugno il Monte Cengio era di nuovo nelle mani italiane che iniziarono subito a darsi da fare per realizzare più linee difensive formate da vere fortificazioni e non da trincee improvvisate come fatto in precedenza. Ci sarebbero tanti episodi di grande valore da citare ma non possiamo pensare di essere esaustivi in poche pagine di questo notiziario. E’ tuttavia assolutamente doveroso ricordare i caduti. Tra il personale della brigata Granatieri di Sardegna, di altri 5 reggimenti di fanteria ed i militari di altre armi, fra il 29 maggio ed il 3 giugno ci furono 51 ufficiali morti, 112 feriti e 77 dispersi. Tra Sottufficiali e militari di truppa i morti furono 1098, i feriti 2482 ed i dispersi 6444. Si tratta, in totale, di oltre 10.000 uomini. E il Monte Cengio è stato giustamente dichiarato “Zona Sacra”. Pag. 19 E il Genio che cosa ha fatto “La Granatiera” La mulattiera fu realizzata negli anni 1917-1918 sulla traccia di un vecchio sentiero che era in posizione totalmente defilata rispetto ad un avversario proveniente da nord. Doveva essere utilizzata per permettere, in totale sicurezza, i rifornimenti di viveri e munizioni e la sostituzione del personale. Venne costruita dalla 93ª Compagnia Zappatori del I Reggimento Genio. La mulattiera venne comunemente denominata “Granatiera”, in onore dei "Granatieri di Sardegna" che si immolarono nella zona nel 1916. Nella costruzione si sono sfruttate finché possibile le cenge naturali tipiche di quel tipo di roccia, ed in alcuni tratti sono state scavate gallerie che oltre a migliorare il percorso offrivano anche riparo al personale dai sempre possibili scoppi di granate. La galleria più importante è lunga 187 m. ed ha una sezione di 3 metri x 4. Al suo interno venne costruito un grande serbatoio in cemento capace di contenere ben 150 metri cubi d'acqua. IL 1° Reggimento Genio realizzò qui una importante opera idrica in quanto l’assenza di acqua sul Monte Cengio rese indispensabile prelevare l’acqua nella pianura sottostante, dal fiume Astico, e farle superare quasi 1200 metri di dislivello passando attraverso due stazioni di sollevamento. L’importanza di questo impianto idrico fu grande non solo per i soldati schierati sul M. Cengio ma anche per le truppe italiane dislocate nella zona sud-occidentale dell'Altopiano. Qualche chiarimento di carattere logistico e qualche suggerimento A Cesuna c’è l’Albergo Ristorante “Belvedere” in Via Armistizio n. 19 ma, a seconda del numero di partecipanti al raduno, potremo servirci anche di due altri alberghi in località Tresché-Conca (2,7 Km di distanza). Si tratta di alberghi a 3 o 2 stelle, decorosi (chi volesse a tutti i costi un Hotel 5 stelle superiore deve andare all’Hotel Danieli a Venezia o all’Hotel de Paris a Montecarlo, ma sono entrambi lontani dal Monte Cengio). Suggerisco di prenotare un giorno di pensione completa (costi che potranno oscillare tra i 55 ed i 65 euro) perché nella giornata di sabato il programma prevede che ognuno mangi al proprio albergo a pranzo, appena arrivati, ed a cena. Domenica si farà la colazione del mattino presso il proprio albergo mentre il pranzo si farà tutti insieme al Rifugio del Granatiere. Continua a pag. 21 Pag. 20 Poiché questi alberghi hanno pochissime camere singole ed al fine di coordinare al meglio le prenotazioni, vi do le seguenti indicazioni: 1. dovete scegliere possibilmente camere matrimoniali o a due letti: chi dovesse venire con moglie e/o figli non avrà problemi. Chi invece avesse deciso di venire da solo, dovrebbe trovare un amico con cui dividere la camera. 2. E’ meglio che lasciate a me il compito di raccogliere le prenotazioni e di travasarle ad uno o più alberghi della zona. Garantisco che terrò conto di amicizie, di appartenenze alle stesse città o agli stessi gruppi (ad esempio i residenti a Trento o a Bolzano, oppure i soci ex della CPO, e così via). 3. Dovete comunicarmi la vostra intenzione di partecipare al più presto possibile e comunque non oltre il 31 agosto. Potrete contattarmi come vi sarà più comodo (e-mail di posta elettronica: [email protected] - Tel. cellulare 348.7924800 - Tel. fisso 06.77206968 Lettere di posta ordinaria). 4. Non servono anticipi o pagamenti immediati perché ciascuno pagherà direttamente all’albergo o al Rif. del Granatiere o ai Musei (vi prego, però, di essere corretti e non farmi prenotare una montagna di camere per poi trovarmi a Cesuna da solo insieme al Gen. Buonomini ed ai soliti 4 o 5 amici fidati). 5. Nella comunicazione, anche se per telefono, mi dovrete fornire i seguenti dati: - Nome e Cognome e numero di telefono cellulare - se venite con moglie o in compagnia di un amico (darmi nome e cognome dell’amico) - eventuali altre esigenze particolari 6. La o le corone di alloro che deporremo in vetta ed eventualmente ad una lapide dei caduti in paese saranno a carico delle spese generali del Gruppo Alpino 7. Ricordatevi di portare con voi il Cappello Alpino. I soci “simpatizzanti” o “aderenti” che parteciperanno al raduno possono non mettere alcun copricapo se non hanno prestato servizio militare, oppure il loro copricapo usato quando erano in servizio. 8. Ricordatevi macchine fotografiche e/o videocamere con i relativi caricabatterie ed un equipaggiamento adatto sia a camminare anche su tratti in pendenza potenzialmente bagnati sia a proteggervi quanto basta in caso di tempo piovoso. Roberto Scaranari Pag. 21 25 giugno 2014 - Poligono del Genio alla Cecchignola. deve essere estremamente flessibile, modulare ed altamente specializzato ed in tale contesto il Comando Genio sta sviluppando nuove capacità in settori di particolare rilevanza in funzione delle attività in atto e di quelle prevedibili in futuro. L’esercitazione si è sviluppata nel poligono intitolato al S.Ten. M.O.V.M. Gigli dove è stato possibile presentare agli ospiti tecniche, procedure d’impiego e tecnologie disponibili nei settori della “Protezione delle forze”, “bonifica degli itinerari”, “individuazione ed eliminazione di ordigni esplosivi e minacce chimiche, biologiche e radiologiche” e, per finire, “la di- Anche il Gen.D. Antonio Li Gobbi, Comandante del Genio e Ispettore dell’Arma del Genio, ha preferito festeggiare l’Arma non con una semplice cerimonia ma, in modo più concreto, con una bella esercitazione chiamata “SMART SAPPER 2014” titolo che potrebbe essere tradotto in “brillante geniere 2014” anche se, come avviene spesso, il termine “Smart” può avere una molteplicità di significati mentre “Sapper” è certamente “Zappatore” e cioè “Geniere”. Con questa esercitazione il Gen. Li Gobbi ha voluto sostenere la tesi che il ruolo del Genio risulta sempre più essenziale nelle moderne operazioni, caratterizzate da un ambiente operativo in continua evoluzio- Due genieri con tute pressurizzate stanno intervenendo per ne. Per questo verificare se un ordigno esplosivo segnalato in una casa ha motivo il Genio componenti chimiche, biologiche o radiologiche. Pag. 22 struzione e realizzazione di costruzioni”. E’ stata poi la volta di nuovi mezzi ancora in fase sperimentale, dotati di una resistenza contro mine e altri ordigni esplosivi, molto maggiore rispetto ai mezzi attuali. Il Gen.C.A. Maurizio Cicolin premia il Col. Domenico d’Ortenzi, Cte dell’8° Rgt. Genio Guastatori Nella foto qui sopra, uno di tali mezzi,approntato con una veste mimetica per l’ambiente desertico. Tutte le attività sono state seguite da una videocamera installata su una sorta di drone, praticamente un minielicottero elettrico e quindi particolarmente silenzioso che si può vedere nella foto qui sotto. Il Gen.C.A. Vittorio Bernard premia il Col. Rocco Capuano, Cte del 2° Rgt. Genio Pontieri Le attività si sono concluse con lo schieramento di personale e mezzi esercitati. Prima di lasciare la tribuna, si è proceduto alla consegna di tre targhe di benemerenza ad altrettanti comandanti di unità Genio. Il Gen.C.A. Roberto Scaranari premia il Ten.Col. Stefano Martinelli del 7° Reparto Infrastrutture di Firenze Pag. 23 E’ stato il Cte delle Forze Operative Terrestri, Gen.C.A, Roberto Bernardini, a decorare con una Croce d’Argento ed una di Bronzo al Merito dell’Esercito il personale che si è guadagnato tali decorazioni nelle ultime attività operative. E’ stato poi il momento di lasciare la tribuna per andare a visitare una moltitudine di stands allestiti dalle società che producono materiali per la Forza Armata ed in particolare per il Genio. Non è possibile far vedere qui tutti i materiali altamente tecnologici che erano esposti per cui ne citerò soltanto due. Tra i più significativi, in particolare per i genieri che devono intervenire contro trappole esplosive o comunque in situazioni ad alto rischio c’è il “Leobardo-B”. Croce d’Argento al Col. Maurizio Mascarino, Cte del Centro d’Eccellenza CIED del Comando del Genio Croce di Bronzo al 1° Maresciallo Gianluca Rinaldi del Rgt. Genio Ferrovieri Pag. 24 Si tratta di una base cingolata (ma può anche essere ruotata) delle dimensioni di 70 cm di lunghezza per 60 di larghezza e 28 di altezza, alimentata a batteria con una autonomia tra le 2 e 4 ore, e quindi assolutamente silenziosa, su cui possono essere installati vari apparati a seconda delle specifiche esigenze e comunque una videocamera con visione notturna all’infrarosso termico ed un braccio snodato su cui si possono inserire vari utensili che vanno dal manipolatore a pinza, un piccolo escavatore, un specie di canna di pistola per distruggere un piccolo obiettivo, un sensore per offese chimiche, biologiche e radiologiche, un metaldetector, una videocamera endoscopica flessibile. Ed eccone qui una diversa immagine in cui si può vedere meglio la forma del braccio snodabile telescopico. Concludo con un cenno ad un sistema che afferisce più alla Guerra Elettronica che al Genio ma che potrebbe servire a salvare molte vite. Si tratta di un apparato utilizzabile da bordo di un mezzo tipo “Lince” o similare, capace di analizzare le emissioni radio presenti in zona ed oscurarle o disturbarle rendendo così impossibile l’attivazione a distanza di cariche esplosive con accenditori elettrici radiocomandati. Genieri sempre più utilizzatori di tecnologia e meno “zappatori”. R.S. 26 giugno 2014 La mattinata è iniziata con l’inaugurazione da parte del Co- mandante delle Forze Operative Terrestri - Gen.C.A. Roberto Bernardini - di una mostra di reperti e modellini avuti temporaneamente in prestito dall’Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio. Erano con lui al taglio del nastro l’Ambasciatore Alessandro Cortese de Bosis ed il Presidente Nazionale ANGET Gen.C.A. Maurizio Cicolin. Eccellente il lavoro di scelta e prepaPag. 25 razione dei materiali e reperti fatta dal Gen.D. Antonio Li Gobbi come pure l’opuscolo dell’immagine qui a destra che sarà oggetto di pubblicazione nei prossimi numeri di questo notiziario. La mattinata è continuata poi nella Sala Cinema della Scuola del Genio. Nel suo discorso, originale come sua abitudine, ha precisato che non intendeva fare un elenco delle cose che lui stesso, con il suo comando, aveva fatto, bensì voleva parlare dell’eredità di cose ancora da fare che lasciava al suo successore, Gen.B. Francesco Bindi. Il Medagliere dell’ANGET La Bandiera dell’Arma del Genio La cerimonia di cambio al vertice dell’Arma del Genio si è svolta, secondo i canoni tradizionali, con il discorso di commiato da parte del Gen.D. Antonio Li Gobbi che lascia il Comando del Genio per assumere quello della Regione Militare Esercito “Emilia-Romagna” con sede a Bologna. Pag. 26 Gen.D. Antonio Li Gobbi cero elogio al Gen. Li Gobbi per la sua attività appassionata e capace, oltre che innovativa, svolta alla g u i d a dell’Arma derl Genio. Come ci aveva oramai abituati in questa fitta sequenza di cerimonie, il Gen. Bernardini ha parlato ancora una volta “a braccio” con l’apprezzamento di tutti i presenti. Gen.B. Francesco Bindi Dopo un brevissimo cenno di saluto da parte del nuovo Comandante del Genio - Gen.B. Francesco Bindi - è stato il Comandante delle Forze Operative Terrestri Gen.C.A. Roberto Bernardini - a concludere la cerimonia con un sin- Il Gen.C.A. Roberto Bernardini Cte delle Foreze Operative Terrestri R.S. Pag. 27 Girolamo Scozzaro (Mimmo) ha scelto la Domenica delle Palme (13 aprile 2014) per “andare avanti” Non vi meravigliate se dedicherò al ricordo di “Mimmo” Scozzaro un po’ di spazio in più rispetto a quanto sono solito fare in queste tristi occasioni ma Mimmo, oltre ad essere socio simpatizzante del nostro Gruppo Alpino Anget, era un “Amico” nel vero e più esteso senso della parola. Ma prima di scrivere di questa amicizia, vediamo chi era e che cosa ha fatto il Gen.D.(Ris.) Girolamo Scozzaro. Nato a Novara nel 1945, dopo i normali studi scolastici ha abbracciato la carriera militare iniziando dall’Accademia di Modena, proseguendo con la Scuola di Applicazione di Torino e completando successivamente la sua formazione professionale con la Scuola di Guerra di Civitavecchia. Nella sua vita militare da Alpino ha effettuato tutti i corsi formativi della specialità: sci ed alpinismo, Ha prestato servizio nel Btg. Alp. ”Bolzano” a Bressanone e nel Btg. Logistico “Tridentina” a Varna iniziando così il suo attaccamento a questa valorosa Brigata Alpina che gli resterà nel cuore fino ai suoi ultimi giorni. Ha comandato il Btg. Alp. Pag. 28 ”Pieve di Cadore” della Brigata Alp. Cadore negli anni 1987-1988 e successivamente, rientrato nella sua Brigata Alpina “Tridentina”, ne è stato prima il Vice Comandante dal 1992 al 1993 e poi il Comandante dal 2000 al 2002, vivendo l’emozione ma soprattutto il dispiacere di doverla sopprimere nell’ambito del programma di riordinamento in senso riduttivo della nostra Forza Armata. La sua vita presso i reparti e le unità alpine ha avuto notevoli ed importanti diversivi in campo nazionale ed internazionale. Ha prestato servizio presso l'Ufficio Operazioni dello Stato Maggiore dell'Esercito a Roma dal 1984 al 1987 ed ha ricoperto l'incarico di Capo Ufficio Informazioni presso il Comando della Regione Militare Nord-Ovest di Torino dal 1988 al 1989. Per nove anni ha prestato servizio in ambito NATO: presso il Comando Supremo delle Potenze Alleate in Europa (SHAPE) a Mons (Belgio) dal 1989 al 1992; presso il Comando delle Forze Alleate del Sud Europa a Bagnoli (NA) dal 1993 al 1995 e presso il Comando delle Forze Terrestri Alleate del Sud Europa a Verona (FTASE) dal 1998 al 2000 come Sottocapo di Stato Maggiore Operativo . Dal 1995 al 1998 è stato Addetto Militare, Navale ed Aeronautico presso l'Ambasciata d'Italia a Sofia (Bulgaria), con accreditamento anche nella ex Repubblica Yugoslava di Macedonia (FYROM). Non cito le sue onorificenze e decorazioni perché non è certo grazie a qualche medaglia che Mimmo ha dimostrato di essere un “Grande”. Mimmo ci ha dato prova della sua grande amicizia e disponibilità in numerose occasioni che spaziano dal settore escursionistico ed alpinistico a quello artistico per toccare l’ambiente delle Asso- ciazioni d’Arma e comunque, in ogni situazione, con grande entusiasmo. Così, nella foto di questa pagina, lo vediamo sulle facili placc he i ni zi a l i d e l la F er r at a “Tridentina” insieme a quattro amici tra i quali mi inserisco, immodestamente ma con grande piacere ed orgoglio, anch’io. Quando ha saputo del mio impegno in qualità di Capo Gruppo Alpino dell’ANGET, ha voluto a tutti i costi farne parte e nel 2005 si è iscritto come Socio Simpatizzante. A differenza di tanti Soci Ordinari che avrebbero, in teoria, maggiori titoli, ha partecipato attivamente alla vita del Gruppo, partecipando, ad esempio, nel 2005, Pag. 29 alla cerimonia di gemellaggio tra il nostro Gruppo ed il Museo degli Alpini di Darfo-Boario Terme c o m e si può vedere nella foto qui sotto, in cui il Museo si presentava ancora con la vecchia livrea (Il Gen. Scozzaro è ben riconoscibile come quarto da sinistra) La sua partecipazione alla vita associativa del Gruppo non si è limitata a garantire la sua presenza nelle occasioni più significative ma è stato sempre immediatamen- te disponibile a fornire la sua verve di artista quando gli chiedevo delle vignette per rallegrare le pagine di questo notiziario. Ve ne ricordo alcune che possono essere viste a Pag. 30 colori nel nostro sito www,gruppalpanget.it Ma l’estro artistico di Mimmo andava ben oltre queste semplici vignette: suonava la chitarra con cui rallegrava gli incontri con gli amici trovando ulteriori spunti per dar sfogo al suo spirito; dipingeva quadri veri e non solo le caricature di cui avete visto qualche esempio. Per evitare un lungo elenco vorrei solo esprimere la mia convinzione e cioè che le sue mani non facessero in tempo ad eseguire tutto quello che la sua mente partoriva. In un biglietto da visita che mi aveva dato anni fa, vicino al disegno di una tavolozza con i colori e due pennelli si leggeva: “Artista, pittore, decoratore, restauratore, imbianchino, idraulico, elettricista, falegname, magut (chiuso il lunedì)” e questo la dice lunga sul suo spirito. Il suo impegno nei confronti della Brigata Alpina “Tridentina”, di cui - ricordo - è stato l’ultimo Comandante, ha raggiunto il livello più alto proprio in quest’ultimo periodo della sua vita. Sabato 12 maggio 2012, la vigilia dell’Adunata Nazionale ANA di Bolzano, ha ospitato a casa sua, a Bressanone, un incontro tra il Gen. Rigon ed il sottoscritto per la registrazione del commento sonoro del DVD sull’epopea della Divisione Tridentina in Russia, realizzato con le foto che lo stesso Rigon aveva raccolto e catalogato presso il Comando della Brigata. Ma l’ultima battaglia di Mimmo, prima di affrontare quella ben più grave contro “la bestia”, è stata la lotta contro il Comune di Bressanone per avere una via della città intitolata alla Brigata Alpina “Tridentina”. Mi telefonò una domenica mattina dicendomi che con alcuni amici, anche loro ex della “Tridentina”, aveva piazzato un gazebo in un punto centrale di Bressanone per raccogliere firme a favore del suo progetto. Non potevo andare fino a Bressanone per mettere la mia firma ma suggerii di diffondere sul web la notizia della raccolta firme ed in breve riuscimmo ad avere buoni risultati. Ciò nonostante, il Comune di Bressanone si offrì di modificare soltanto l’intitolazione di una parte di “Via Vittorio Veneto” in “Via degli Alpini”, cosa che a Mimmo non andava assolutamente bene perché non erano genericamente gli “Alpini” a dover essere ricordati ma più specificamente la “sua” Brigata. Per quanto ne so io, Mimmo ha lasciato aperta questa battaglia e sarebbe bello che qualcuno raccogliesse il suo testimone per ottenere il risultato che lui tanto aveva voluto. Alla moglie Valentina ed ai suoi figli Alberto e Andrea va la vicinanza e l’affetto di noi tutti. Ciao Mimmo Roberto Scaranari Pag. 31 D'Aurelio Salvino Ferrarini Carlo Savoldelli Antonio Fedon Giovanni Liaci Carmelo Ravani Martino Biciotti Mario Viezzoli Lucio Papa Lorenzo Colavero Giorgio Bottaro Mario Zerboni Alberto Provenzano Luigi Villa Adriano Treachi Giovanni Di Monaco Massimo Spampinato Antonino Bellomi Giuseppe Montagna Gianfranco Carlino Giuseppe Di Giambattista Cesare Salerno Luciano 02 02 12 08 14 15 16 17 20 23 24 24 25 25 26 26 27 27 27 29 30 30 Chi non si trova negli elenchi dei vari mesi, mi mandi la sua data di nascita……..e si troverà. Franci Roberto Morella Alfio Casotto Armando Penasa Alberto Panzeri Alberto Bottazzi Carlo Rivis Aldo Guido Casellato Angelo F. Guaccio Alberto Moricca ndrea Polloni Osvaldo Raneri Assunto Chiodelli Renato Nencini Eros Evangelista Michele Medolago Antonio Colavero Sergio Resce Ivan Ferlice Rajola Michele 02 03 05 06 09 10 11 11 11 11 13 15 19 19 25 25 27 30 31 Questo notiziario è visibile a colori, in formato PDF, sul nostro sito www.gruppalpan get.it. Martinelli Giancarlo 03 Zedda Ranieri 05 Holzer Virginio 06 Travaini Tarcisio 06 Vadacca Enrico 07 Cicolin Maurizio 08 Vecchione Antonio 11 Sciocchetti Gian Piero 11 Mattelig Giuseppe 11 Micaletto Aldo 11 Formenti Orlando 13 Camerini Giorgio 13 De Monti Giovan B. 16 Di Dato Cesare 19 Olivotto Gianfranco 19 Marangon Sergio 20 Serra Angelo 21 Ronda Renzo 23 Donada Marino 24 Storti Remo 25 Paganin Giuseppe 27 Scaranari Leandro 27 Carlino Massimo 28 Entrade Dario 28 Civetta Pasquale 29 Stefanelli Vincenzo 01 Pedretti Ignazio 01 Marchi Cesare 02 Manella Silvano 04 Colaceci Massimo 04 Pastori Gabriella 08 Vieceli Adriano 08 Nicolussi Piero 11 Balliana Fabrizio 16 Vezzoli Giacomo 17 Chiarini Enrico 17 Gismondo Salvatore 18 Baldisserotto Ferruccio 19 Villa Luigi 20 Duiella Matteo 21 Spagnoli Giovanni 23 Pagano Renato 24 Pavesi Don Angelo 25 Fiore Gaetano 30 Diamo il benvenuto al nuovo socio simpatizzante: Sergio Gaggiani, da Milano, Alpino del 5°, ma radiotelegrafista BENVENUTO A: e radiomontatore. (80 anni lo scorso 26 maggio: Auguri) Anno 12° - n. 42 - luglio 2014 DIREZIONE E REDAZIONE ISCRIZIONI 2014 (Euro 21.00) Via di S.Erasmo, 15 C.C. Postale n. 43041086 intestato a 00184 Roma Scaranari Roberto-Gruppo Alpino ANGET Tel. 348.7924800 e 06.77206968 Via di S.Erasmo, 15 - 00184 Roma e-mail: [email protected] Per bonifici bancari, il codice IBAN è: DIRETTORE: Roberto Scaranari IT12Z0760103200000043041086 Collaboratori per questo numero: Germano Pollini Guido Buonomini www.gruppalpanget.it - www.angetitalia.it - www.pionieriorobica.it www.iscag.it - www.museoalpinidarfo.it - www.centrostudimilitari.it