da San Girolamo alla Caneva de Mestre Seguiteci in questo breve viaggio dalla Chiesa di San Girolamo alla Caneva dove si vendeva il vino ‘a comodo dei poveri’: conosceremo la leggenda del Miracoloso Crocifisso che ‘volle fermarsi’ in questa chiesa, i Carlo Poggi - Il Canaletto e la Chiesa di S. Girolamo provvedimenti del Podestà contro lo spionaggio nel castello, scopriremo i riti le consuetudini delle quattro confraternite, l’inaspettata scoperta della mariegola dei barcaioli di Mestre presso la British Library di Londra. Alle spalle del Palazzo Alle spalle del Palazzo Municipale sorge la Chiesa di San Girolamo, la più antica di Mestre e la sola eretta all’interno della cinta muraria del Castelnuovo. Questi due edifici erano divisi, fino alla prima metà del ‘900, dal Canaletto di San Girolamo, poi interrato, che alcuni ritengono essere stato in origine uno dei rami naturali del Marzenego. In questo corso d’acqua accadde, molto tempo, fa un fatto prodigioso. Il Crocifisso Miracoloso Alcuni barcaioli, così vuole la tradizione, trasportavano un crocifisso che avrebbero dovuto portare dalla laguna di Venezia fino alla Chiesa di San Lorenzo. Giunti però al traghetto di Mestre allorchè decisero di riprendere il loro viaggio “per quanta forza adoperassero per rimuoverlo di là, o per far avanzare la loro barca, non vi riuscirono. Abbandonarono perciò l’impresa, e conobbero così essere la volontà del Crocifisso rimanere in quel luogo cioè nella Chiesa di S. Girolamo a quella riva adiacente”. Lo splendido crocifisso si trova attualmente in questa chiesa, a sinistra dell’altar maggiore; Scolpito in legno di cedro si è conservato fino ai nostri giorni immune dal tarlo. Il tipo di legno (cedro) e la fattura fanno pensare ad una provenienza orientale della scultura che, secondo alcuni, è opera del 1400. Al crocifisso furono attribuiti altri fatti miracolosi: nel 1879 si svolse una memorabile processione “per implorare la pioggia che si riversò abbondante ed improvvisa non appena il Sacro Simulacro, a processione finita, rientrò nella chiesa, nonostante che un sole infuocato qualche ora prima dardeggiasse la terra”. I numerosi ex-voto, che un tempo attorniavano la scultura, testimoniano inoltre le grazie ricevute dai fedeli. Marco Zorzi generale dei Serviti Nel cortile della chiesa si trovano alcune 'preziose' pietre tombali, presenti un tempo all'interno dell'edificio. Su una di queste lapidi viene ricordato Marco Zorzi (Georgio) generale dell’ordine dei Servi di Maria (THEOLOGIAE DOCTOR MAGISTER MARCVS GEORGIO). I Servi di Maria ressero questo luogo di culto dal 1349 al 1658 quando Papa Alessandro VII decise la soppressione dell’ordine. Dal 1658 al 1807, anno della soppressione napoleonica, la gestione fu affidata a quattro confraternite dette anche scuole o fraglie: B. V. del Rosario, San Marco, San Nicolo, San Biagio (fondate rispettivamente nel 1621, 1424, 1508, 1504). Le 4 Confraternite Il 27 maggio 1658 fu un giorno memorabile per le 4 Confraternite; lo dimostrano le annotazioni fatte sulle mariegole, “scritte in caratteri molto grandi, mai usate per altre note”. Cessava in questa data il governo della chiesa da parte dei Padri Seviti, durato per più di 300 anni, ed iniziava quello delle 4 confraternite che qui trasferirono i loro altari. I confratelli convenivano nella ‘giesa di San Jerolimo’ nelle feste di precetto ed in altre occasioni particolari. I loro scopi erano l’assistenza e la devozione, erano guidate da un gastaldo e i rapporti tra i confratelli erano regolati da rigide norme. I membri erano laici ma il sodalizio avveniva sotto la protezione di un santo patrono. Ognuna aveva un proprio vessillo, altare, posto nelle processioni, un proprio simbolo. Nella chiesa di San Girolamo troviamo l’altare della Beata Vergine del Rosario (2.o da sinistra) vi è poi quello di San Marco (3.o) attualmente dedicato a Sant’Antonio da Padova, l’altar maggiore (4.o) della confraternita di San Nicolò. Vi è chi sostiene che l’altare di San Valentino (primo sulla destra) fosse dedicato in origine a San Biagio. Le vicende e i regolamenti che hanno caratterizzato nei secoli la vita delle confraternite ci sono state tramandate da dei libri particolari detti ‘mariegole’. La Scuola di San Marco L’ammissione di nuovi membri alla Scuola di San Marco, ad esempio, avveniva dopo che tutti i confratelli, con il Gastaldo, si erano recati all’altare dove promettevano “de observar tutto quello che comanda la nostra mariegola … et da poi el vardian die (deve) baxar quelli per la boca in segno de amor et carita et perfecta paxe “. L’assistenza ai bisognosi ed agli infermi era regolata da norme precise: “ volemo et ordinemo che se algun nostro fradello o sorella cadesse in alguna infirmitade et non avesse da sovvegnir del suo: El vardian et compagni soi siano obbligadi de visitar quello over quelle et sovegnirli di beni della schuola: Et se de quelli no ghe ne fusse: El vardian et compagni debiano domandar ali fradelli et sorelle et exortar quelli che metano man alle loro borse et sovegnir quello over quelli nela loro necessita et bisogno...”. Il Vessillo della Vergine Sotto il portico sposto sul lato nord vi è un cippo marmoreo con l’incisione della Vergine con il Bimbo e, più sotto, le lettere ‘S. R.’. E’ tradizione che questo cippo (della Scola del Rosario), fosse collocato anticamente fuori dalla porta maggiore della Chiesa e che su di esso venisse innalzato il “vessillo” della Vergine quando vi era la minaccia di paurosi temporali. Il “vessillo” era “formato da un largo motivo ornamentale con al centro una piccola statua della Vergine, tutto in legno intagliato e dipinto”. Le candele di San Biagio Della Scola di San Biagio o Fraglia dei Calzolai e venditori di pelli sappiamo poco perchè di essa purtroppo non possediamo la ‘mariegola’. Conosciamo soltanto il nome del Gastaldo (Vittor Vettorello), che ha sottoscritto nel 1658 la cessione della chiesa alle confraternite, e poche altre notizie contenute nelle mariegole delle altre scuole. Sappiamo però che il 3 febbraio (giorno di San Biagio) 1955 si è ripetuta un’antica cerimonia: “Con la consueta solennità si è celebrata la festa di S. Biagio. Dopo la messa si sono benedette le candele colle quali si son segnate le gole dei fedeli”. San Biagio, vescovo di Sebaste in Armenia, fu martirizzato sotto l’imperatore Licinio nel 316; studiò medicina e alleviò sofferenze fisiche e morali. Durante il tragitto verso il luogo del martirio guarì miracolosamente un bambino con una lisca conficcata nella gola. Da questo leggendario episodio nasce quindi la sua ’fama’ di protettore contro le malattie della gola. La Fraglia dei Barcajuoli Fino a pochi anni fa si conoscevano le mariegole di solo due delle quattro scuole della chiesa di San Girolamo (S. Marco e B. V. del Rosario). In seguito a fortunate coincidenze lo storico mestrino Luigi Brunello venne a conoscere l’esistenza dello statuto della fraglia dei barcaioli, conservata presso la British Library di Londra con il titolo di “Statutes of the Fraternity of St Nicholas of the Boat man of Mestre”. Nella mariegola si leggono molte notizie curiose tra le quali la tradizionale usanza di dispensare ai confratelli, nel giorno di San Nicolò (6 dicembre) “oltreche pane candela per la luminaria (anche) bussolai e malvasia” Vi sono inoltre una serie disposizioni tra le quali: Il Municipo- Palazzo del Podestà -che nisun possa de li fradeli tegnir concubina o mogier d’altri… -che caschadun barcharuol …che fara nollo a mestre over a mergera …debia pagare al busollo …soldi uno per cadauna volta -che tuti li fradeli de questa sancta schuola non vignerano al bastar de la terza campana chazi alla pena de soldi uno per chadauna volta…. adi 15 otubrio 1508 Venne costruito nel 1869, nel sito dove sorgeva il più antico Palazzo del Podestà, incorporandone probabilmente parte delle strutture; ricorda il Fapanni che esso “fu quasi tutto demolito, e ricostruito ad uso degli uffici del Municipio”. Il Palazzo del Podestà era una costruzione a due piani; su quello inferiore si apriva un loggiato che presentava tre archi sulla facciata. Oltre all’appartamento del Podestà vi erano una cappella, la cancelleria e le prigioni. Mestre dal 1337 al 1797 fu governato da un nobile veneto con il titolo di Podestà e Capitano, in rappresentanza del potere dogale, durava in carica sedici mesi, riuniva in se le funzioni amministrative, esecutive, giudiziarie. Castello di Mestre – B. Barcella 1832 Spie nel Castello Siamo nel 1382. Nel borgo di Mestre dentro la cinta muraria (burgus intra fortiliciam) vi erano osterie e taverne; proprio con la scusa di bere il vino molte persone entravano nella ‘fortilicia’ per curiosare, osservare munizioni e soldati. Il Podestà e Capitano di Mestre doveva far cessare questo andirivieni e obbligare gli osti a servire il vino solo ai soltati, ai residenti e a coloro che pernottavano nel borgo murato, vigilando inoltre sul numero di quest’ultimi. I ‘curiosi’ dovevano quindi accontentarsi delle taverne e delle locande situate al di fuori dell’area castellana. La strada delle Caneve Il Governo di Venezia, con decreto del 31 agosto 1475, concedeva alla ”Fedelissima Comunità Nostra Mestrina” la concessione per una cantina dove vendere il vino ai poveri a modico prezzo; la quantità annua non doveva superare i 50 carri e non poteva essere venduto a chi lo volesse portare a Venezia. Il locale sorgeva nella strada delle Caneve nel borgo omonimo. Questa strada, che appare nella famosa pianta del castello di Mestre del Barcella, collegava il Palazzo del Podestà al Ponte dei Molini che, riportato alla Vito Scatamburlo a Conegliano trasporta il luce pochi anni orsono, è ricordato da un disegno in vino per la propria osteria di Mestre mattoni sull’attuale pavimentazione in porfido. La via conserva ancor oggi l’antico nome. La Cantinetta (via Caneve, 83 Mestre-Ve; tel. 041.5352334) La Cantinetta è un locale aperto a Mestre nel 2005 nell’antica via Caneve. Il locale offre una buona varietà di vini sfusi bianchi (Prosecco, Verduzzo, Tocai, Manzoni, Chardonnay, …) e rossi (Merlot, Cabernet, Pinot Nero, Raboso, …) provenienti da Conegliano, che è possibile assaggiare prima dell’acquisto. Vi sono inoltre numerosi vini imbottigliati, di marche note e meno note, selezionate grazie alla paziente ricerca di un sommelier nelle aziende vinicole di varie regioni italiane. Tra i vini importanti troviamo il Chianti, il Brunello di Montalcino, il Ramandolo del Friuli, la Malvasia del Carso e molti altri ancora. Ottimo il rapporto qualità/prezzo. Consegne a domicilio. A la Cantineta vin bon con o senza eticheta! ASS. SANT'APOLLONIA-LE CHIESE DI MESTRE; BARCELLA B.-NOTIZIE STORICHE DEL CASTELLO DI MESTRE; BARIZZA-RESINI-MESTRE OLTRE LE CARTOLINE; LURENTIANUM-LA CHIESA DI SAN GEROLAMO IN MESTRE; BRUNELLO L. UNA CHIESA E UNA SCUOLA; B. L.-LA SCUOLA DI SAN NICOLO' DEI BARCAJUOLI; B. L.-UOMINI, COSE E FATTI DI MESTRE; CATTABIANI A.-SANTI D'ITALIA; GUSSO A.-MESTRE LE RADICI IDENTITA' DI UNA CITTA'; ZOCCOLETTO G.-LA REGIA STRADA IL PALAZZO E LE PRIGIONI DI MESTRE (SZ2006-1)