Sette note
contro il palo
Tremate ! Il giornalino dell’Istituto…
È tornato !
A cura di
Tiziano Sandri
Maria Lucia Squillari
Simone Concas
Paolo Paglia
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Il super domandone
Ragazzi dell’Istituto Musicale “L. Rocca”,
immaginiamo che vogliate sapere da dove sia nata l’idea di questo giornalino, ma
soprattutto vi chiederete come funziona: a questo vi risponderemo nella sua seguente
lettera ai lettori.
Già da adesso però potete iniziare a riflettere sul primo “Super domandone”
dell’anno, un gioco che ha l’intento di coinvolgere in modo divertente tutti i nostri
lettori: ogni volta che uscirà una nuova pubblicazione di “Sette note contro il palo” vi
verrà posta una domanda (spesso complessa ed insensata) alla quale chi vorrà
(compresi i genitori) potrà provare a dare una risposta e comunicarla in segreteria ad
Ada o al vostro rappresentante d’istituto,anche utilizzando l’indirizzo e-mail
[email protected] . Naturalmente le proposte più esilaranti verranno pubblicate nel
numero seguente del giornalino, insieme alla risposta corretta.
Quindi arriviamo alla prima domanda di quest’anno!
Secondo voi, perché abbiamo scelto per il nostro giornalino il titolo di “ Sette
note contro il palo”?
Buon ragionare a tutti e aspettiamo le vostre risposte!
Cari lettori…
L’idea di scrivere questo giornalino è nata, in primo luogo, dall’intenzione di iniziare
un’attività interessante e divertente alla quale tutti possono partecipare, rendendo
l’ambiente della scuola più vivace e sereno; in secondo luogo il giornalino può
sicuramente essere un mezzo per informare, esprimere le proprie idee e, perché no,
fare pubblicità a concerti e spettacoli vari.
“Sette note contro il palo” vuole seguire la strada del precedente “Sarabanda”, che
ormai solo gli studenti più anziani possono ricordare, e questo significa che, come il
suo predecessore, anche questo sarà un “quando esce, esce”. Noi della redazione
(Tiziano, Simone e Lucia) faremo il possibile per farlo uscire sempre puntualmente,
ma naturalmente ci aspettiamo che tutti voi vogliate partecipare e fornirci articoli di
qualsiasi genere e argomento e, se non siete bravi scrittori, vanno benissimo anche
disegni, immagini o qualsiasi altra cosa che possa essere stampata.
Quindi non abbiate paura a partecipare, anche perché il giornalino è qui apposta
perché voi lo leggiate, lo usiate e, soprattutto, perché vi divertiate!
Buona lettura!
La redazione
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Questa fetta…ai professori!
Il lato oscuro della musica!
In... musica - Durante i molti, forse troppi, ormai, anni di insegnamento di materie
quali: teoria e solfeggio, armonia, composizione; ma soprattutto storia della musica,
mi sono trovato a dovermi confrontare con splendidi ragazzi e ragazze , volonterosi e
studiosi ( chi più, chi meno) e comunque dotati di una fantasia veramente invidiabile.
Se la fantasia, unita al rigore è dote fondamentale nella formazione di un musicista, o
artista in senso più lato, a volte può essere causa di piccoli e simpatici “incidenti” di
percorso.
Insomma per dirla semplice,”genio e sregolatezza” sono due elementi che molte volte
procedono a braccetto nella vita di un artista. A volte il troppo entusiasmo durante
l’esposizione o….. forse il poco e superficiale studio (ai posteri l’ardua sentenza!)
porta a scontrarsi con qualche “sciamannone” di galattiche dimensioni; ho così
pensato, senza l’intenzione di deridere nessuno, di proporvi quello (solo in piccola
parte) che ho ascoltato durante le lezioni o le sessioni prima degli esami in
conservatorio, nella mia attività più che ventennale di insegnamento di Storia della
Musica.
Ed è così che il compositore fiammingo G. Dufay compose la “Missa sine Nomade”,
invece della “Missa sine nomine”… che fosse un ... leghista ante litteram?
Alla sessa stregua il compositore Antonio Cesti scrisse l’opera “Il Pomodoro” invece
de: ”Il pomo d’oro”….probabilmente amava la “pummarola ‘n coppa”…
Non abbiamo finito siamo solo all’inizio.
Beethoven secondo un allievo che probabilmente sentiva i “richiami della primavera”
compose la terza sinfonia detta “erotica”…alla faccia di Napoleone!
Anche il coevo Haydn non è risultato immune da strafalcione. Come già ho trattato in
un articolo precedente, gli editori e a volte lo stesso Haydn erano abituati a dare un
soprannome, un titolo ad alcune sinfonie da lui composte.
Non poteva quindi, anche in questo caso, essere evitabile l’errore; infatti il grande
compositore scrisse la sinfonia soprannominata “dell’Orco”…peccato che fosse
intitolata al più simpatico, ma forse banale “Orso”.
Su Gioacchino Rossini si scatena, poi, un vero e proprio festival della “castroneria” e
così come ho appreso così riporto:
Rossini compose:
1. La ragazza ladra…
2. Il barbiere di Sicilia
3. Il Guglielmo Hotel originalmente tratto ..da un compito in classe!
4. la Semipiramide
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Dunque , che il grande compositore pesarese avesse vissuto in modo agiato è storia
nota, ma che avesse acquistato un Hotel in Svizzera e fosse un distratto architetto
egiziano ……beh! Questo proprio lo ignoravo!
Alla domanda poi, di chi fosse uno dei personaggi “più musicati” nell’epoca
romantica e post romantica, e tentando di imbeccare il virtuoso alunno con un
“Dottor”, mi sento rispondere:…dottor..dottor..ah! Dottor Zivago professore!
Peccato che si trattasse del Dottor Faust.
Terminerei questo mio sproloquiare con tre veri capolavori : due inerenti
specificatamente la storia della musica e uno la catalogazione degli
strumenti.(acustica)
Richard Wagner compose “l’Opuscolo degli Dei”, e la famosissima “Carmen” fu
composta da Gorge Bidet. L’apoteosi fu raggiunta da una allieva, tra l ‘altro anche
graziosissima,che affermò perentoriamente e durante un pre esame che oltre i
cordofoni e gli idrofoni,nella classificazione moderna degli strumenti esistevano i
“Membrofoni” (membranofoni in realtà)……. Accidenti come sono emancipate le
ragazze d’oggi!
Buona musica a tutti!
Paolo Paglia
E adesso…la parola ai sardi!
Ma cosa scrivere?!
In realtà il titolo originale che mi è stato comandato per questo articolo era “Non solo
classica”, ma, siccome non so cosa scriverci, ho deciso di farmi licenziare.
Io non sono capace a parlare né di musica classica né di musica moderna, quindi mi
limiterò a tediarvi con parole a voi incomprensibili (come ad esempio settima di
dominante o contrappunto) e con i miei giudizi incontestabili.
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Prima di tutto la musica, di tutti i tipi e generi, si può chiamare tale quando c’è
impegno e volontà: non crediate che basti avere la genialità di Mozart o di Bach per
scrivere musica. Quanti musicisti di oggi e di ieri a dir poco sconosciuti hanno speso,
per la musica, tutta la loro vita senza un apparente tornaconto personale. Non c’è
distinzione tra musica classica e musica contemporanea quando in entrambe è
presente la passione: se impariamo a leggere tra le righe anche nella musica che
diciamo scadente, forse capiremmo che non esiste il bello o il brutto, ma solamente il
valido e il non valido. Quando si ascolta una canzone non la si deve giudicare in base
ai propri gusti musicali; può piacere o no, ma mai screditarla senza avere conoscenza
del lavoro che può esserci dietro. Proprio come questo mio scritto: ore e ore davanti
ai libri per riuscire a scrivere questa meraviglia.
Se state leggendo questo “articolo” e siete di quelli che passano dalla musica
classica al rock, dal punk al jazz e via dicendo, probabilmente avrete già capito che
fossilizzarsi su di un genere o un gruppo oltre che noioso è anche improduttivo,
poiché è dal paragone che vengono fuori gli aspetti migliori della musica.
Non so se avete mai provato ad ascoltare prima “speed king” dei Deep Purple e
subito dopo il concerto KV 467 per pianoforte ed orchestra di Mozart: a parte il
piccolo salto di quasi trecento anni, ho trovato qualcosa in comune: entrambe sono
canzoni scritte da uomini con l’intenzione e la voglia non solo di scrivere, ma di fare
musica.
Sono convinto inoltre che la musica sia una soddisfazione personale: riuscire a
fare una suite inglese di J. S. Bach mi riempie ogni volta di una insana sensazione di
onnipotenza.
Comunque la parabola di oggi di cui volevo rendervi partecipi è la seguente: la
musica sta all’uomo come l’universo sta agli occhi dell’uomo, infinito e sempre
diverso, che spinge ad essere reso noto in milioni di modi diversi e ugualmente validi.
Ora che le venti righe che il mio capo (di cui non dico il nome) mi ha costretto a
fare sono infinite, posso congedarmi.
Ma non disperate, poiché, prima che voi vi sentiate smarriti e senza guida, io
ritornerò a ricondurvi sulla diritta via!
Simone
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Le ricette di donna Lucia
Rondò alle zucchine
Non so che fare…
la vita è dura, parecchio, parecchio dura. Ti tira dei tranelli. pensi di far storia e ti
ritovi a riempire pagine di Word.
Mi hanno incastrata bellamente, mi hanno pizzicata. Non è che questa faccenda del
giornale mi vada troppo a genio, proprio no, ma ho dovuto cedere alle pressioni, che
giungevano da tutti i lati e si facevano di ora in ora più sfiancanti.
Da un lato il nostro venerabile rappresentante d’istituto, che se gli piglia, chi lo tiene
più; dall’altra nientepopodimeno che Paglia Paolo.
E il tutto dopo due ore di armonia in compagnia di Caruso. Si, Nino…. e chi lo
conosce mi capisce. Gran bravi ragazzi, tutti quanti loro… ho dovuto cedere.
Anche se ho un pochino da ridire sullo spirito dietro a questo giornale.
Ora come ora si assiste all’esecuzione di una piccola lezione concerto: l’opera buffa.
Sarà interessante?
Solo il tempo potrà dire.
Ammirevole l’intento. far capire a noialtri come funziona questo tipo di opera dal
vivo.
E poi mi dicono che questa scuola è morta.
Bah. Un fracco di lamentosi, a mio avviso.
Comunque ciò che mi sono proposta oggi è di parlare non della gran banda dell’aula
Giuseppe Verdi (la n. 6) ma della mia splendida ricetta per la pasta alle zucchine.
Allora…
Prendete due zucchine, lavatele.
Successivamente tagliatele a quadrettini piccoli, molto piccoli.
In una bella padella capiente fate scaldare dell’olio e soffriggete aglio, rosmarino,
peperoncino.
Se vi piace e se li avete potreste anche aggiungere un paio di pomodori secchi tagliati
sottili.
Mentre il tutto rosola per bene aggiungete le zucchine.
Da parte fate bollire l’acqua per la pasta e fatene cuocere a sufficienza per due o tre
persone. (da proporzionare al quantitativo di zucchine).
Quando le zucchine sono cotte per bene buttateci la pasta e fate rosolare per alcuni
minuti.
Mangiate.
Ovviamente non scordate di salare a dovere.
La ricetta è stata approvata dal benemerito sig. Paglia.
Fate un pò voi.
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Comunque.
Cercate di capire che veramente non avevo idee degne. E se manca l’ispirazione…
beh, e’ finita.
Chissà… farò meglio la prossima volta?
ps: la lezione concerto si rivelò un successo.
Lucia
La tana del rappresentante
Tutti folli appassionatamente
Cari colleghi e genitori,
tutti voi siete sicuramente passati più di una volta di fronte all’entrata dell’Istituto
Musicale “L. Rocca” e vi sarà sicuramente già bastato per capire quali sono le
condizioni nelle quali versano gli studenti della scuola: gente appiattita contro il
muro, con lo sguardo perso nel vuoto o con una sigaretta in mano, che sanno solo che
è da “tirare”, ma nessuno gli ha detto dove, altri, ormai in preda alla loro follia, che
scoppiano a ridere senza motivo o che si divertono a giocare a rugby con un
portapenne.
C’è poi chi ha il coraggio di passare al di là di quella porta, naturalmente con
l’aiuto di un culturista, e addentrarsi nell’atmosfera mistica del corridoio. Qui saranno
sicuramente passati i Pink Floid, infatti avranno preso spunto da qui per il film “The
Wall”: alunni seduti ai tavoli o sulle panche che fanno finta di studiare o che si
guardano i piedi senza sapere cosa dirsi, altri che tentano di spiegare al prof.
Benedicti come funziona il distributore di snack e bibite e non si possono non notare
le urla di disperazione del prof. Allione, quando interroga i suoi allievi di solfeggio
cantato.
Non parliamo poi del martedì e del venerdì, quando giunge nel nostro istituto una
delle 7 trombe dell’Apocalisse, un ragazzino che, finita lezione di tromba, scende per
la lezione di solfeggio ed emette con il suo strumento un suono inquietante ed
intimatore, che vuole richiamare tutti gli allievi del prof. Allione al loro triste destino
(anch’io fino a qualche anno fa ero una di quelle 7 trombe!).
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Ma perché ritroviamo nei ragazzi del “L. Rocca” questo strano comportamento?
Non è difficile spiegarlo: le materie complementari; proprio così, solfeggio, armonia
e storia della musica.
La prima di queste materie che viene affrontata dagli studenti è, appunto,
solfeggio: 4 anni (preparatorio, primo, secondo e terzo anno) di noia assoluta, a tal
punto che molti studenti, me compreso, hanno tentato il suicidio più di una volta,
cercando di affogarsi nel lavandino del bagno e uscendone non solo illesi, ma
addirittura con la faccia lavata! L’unico momento divertente era quando suonava il
telefono al prof. Allione, che, non sapendolo usare, chiedeva a noi aiuto; purtroppo
per i suoi nuovi allievi, il professore ha capito finalmente come ricevere o staccare le
chiamate, ma “solfeggisti” non disperate!...c’è ancora bisogno di voi per gli SMS,
senza parlare dell’inglese.
Alla fine di questi 4 anni di depressione si passa alla classe del prof. Paglia
(comunemente detto Paolone, soprannome tuttora dalla motivazione sconosciuta),
proprio quella che, sempre durante gli anni di solfeggio, la si paragona al paradiso,
naturalmente solo perché segna la fine del terribile corso dei professori Allione e
Riccardi.
Qui la situazione cambia: alla depressione ed alla monotonia si sostituisce la totale
pazzia: proprio gli stessi ragazzi, che all’entrata scoppiavano a ridere senza motivo e
che giocavano a lanciare in aria i propri portapenne, durante le lezioni di armonia
girano per la classe con cappelli da vichinghi in testa o componendo armonie che
anche il prof. Bellone riuscirebbe a fare meglio.
Mentre qualcosa di terribile per gli studenti dell’Istituto è il corso di storia della
musica: 2 ore a lezione, 4 a settimana, di teoria,che va dalle musiche dei popoli
primitivi fino ai compositori più recenti, ma provate voi a farvi una lezione di ascolto
del “combattimento di Tancredi e Clorinda” di Monteverdi e vedrete che saranno
21.12 minuti che non potranno non lasciarvi…scioccati!
Ecco quindi spiegato il perché di questo comportamento adottato dagli
allievi dell’Istituto Musicale “L. Rocca”.
La situazione è grave, ma alcuni studenti hanno già trovato la “diritta via” da
seguire: essendo impossibile diplomarsi ed uscire da questa scuola completamente
sani, se è necessario scegliere tra depressione e pazzia, io vi consiglio la seconda:
ragazzi, iniziate anche voi a scoppiare a ridere senza un motivo preciso o a parlare
con le piante del corridoio…scoprirete che sono degli ottimi interlocutori e vi
aiuteranno a superare la Allionifobia! Contattate me o gli altri studenti che sono già
da un po’ di anni qui dentro, abbiamo ormai imparato a sopravvivere e, insieme al
prof. Paglia e al prof. Bellone, possiamo aiutarvi a superare la “depressione post
materie complementari”! Rendi più allegra la tua scuola!
Tutti folli appassionatamente!
Tiziano
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