Lavorazione de PLEXIGLAS® Direttive per la lavorazione Sommario Sommario Pagina 1 Note generali 3 1.1 Dati di fornitura 3 1.2 Variazioni dimensionali e tensioni interne 3 1.3 Film protettivi 4 1.4 Tracciare – marcare 4 1.5 Protezione superficiale complementare 4 1.6 Macchine utensili 5 1.7 Utensili 5 2 Separare 5 2.1 Seghe circolari 5 2.2 Seghe a nastro 7 2.3 Seghe a oscillazione e a svolgere 8 2.4 Foretti 8 2.5 Seghe a mano 8 2.6 Tranciare e tagliare 8 2.7 Scalfire e troncare 8 2.8 Tagliare a laser 9 2.9 Tagliare a getto d’acqua 10 3 Forare 10 3.1 Punte elicoidali 10 3.2 Punte speciali e allargatori 11 3.3 Fori di grande diametro 12 3.4 Filettare 13 4 Fresare 13 4.1 Frese a copiare 15 4.2 Incidere 15 5 Tornire 16 6 Limare – raschiettare – piallare 18 7 Rettificare e lucidare 19 7.1 Rettificare 19 7.2 Lucidare 19 8 Temperare 22 9 Pulizia e manutenzione 23 Note: Per i trasformatori professionali di PLEXIGLAS® sono stati pubblicati ulteriori stampati con i consigli per le seguenti lavorazioni: • Formatura de PLEXIGLAS® (No. 311-2), • Unire PLEXIGLAS® (No. 311-3) e • Trattamento superficiale de PLEXIGLAS® (No. 311-4). 2 Le persone dedite al “Fai da te” trovano preziosi consigli nel • Consigli per la lavorazione de PLEXIGLAS® (No. 311-5) Per le caratteristiche e la lavorazione di alcuni nostri prodotti e la loro applicazione, ad es. • Lastre alveolari e lastre ondulate, • Vetrature con lastre compatte, • Pareti antirumore, • Pubblicità luminosa e sim., esistono stampati separati che possono essere richiesti al distributore di PLEXIGLAS®. Per l’impiego dei nostri prodotti occorre inoltre tener presente • le prescrizioni edilizie locali e le leggi che regolano le emissioni, • la normativa vigente, ad es. DIN 1055, • le garanzie richieste dalle normative, • le direttive delle associazioni di categoria, • ecc. ecc. 1 Note generali 1 Note generali Di regola, i tipi di PLEXIGLAS® colorato sono colorati omogeneamente in massa. PLEXIGLAS®, il vetro acrilico (polimetilmetacrilato) da noi prodotto è annoverato tra i materiali più versatili anche in virtù della sua eccellente lavorabilità ad asportazione di trucioli. PLEXIGLAS® GS è un materiale colato, PLEXIGLAS® XT è un materiale estruso. Sia che si tratti di formati standard o di pezzi tagliati a misura, tutte le nostre forniture, imballate su pallet, sono contraddistinte da avvertimenti circa le modalità di magazzinaggio e movimentazione. In linea di massima è meglio depositare PLEXIGLAS® al coperto. Tutte le nostre lastre sono provviste di film di protezione in polietilene che si smaltisce senza problemi. In caso di deposito all’aperto bisogna assicurare un’ulteriore accurata copertura. Per entrambi questi materiali la lavorazione ad asportazione di trucioli si effettua con modalità pressoché uguali. Questo vale anche per prodotti PLEXIGLAS® specifici per determinate applicazioni, come ad es. SOUNDSTOP (protezione fonoisolante trasparente) o tipi con superfici modificate. Essi possono essere strutturato, metallizzato a specchio o come HEATSTOP (riflettente il calore solare), SATINICE (opacizzazione speciale) o NO DROP (che spande l’acqua). I punti in cui le modalità di lavorazione divergono, sono indicati nei relativi capitoli. Dal Suo distributore può ricevere lo stampato “Fascinating World of PLEXIGLAS®” aggiornato (No. 111-26) che La informerà esaurientemente su tipi, dimensioni, spessori e strutture superficiali ecc. 1.2 Variazioni dimensionali e tensioni interne La lavorazione ad asportazione di trucioli si ripercuote sul comportamento complessivo degli elementi in materia plastica. Sulle superfici lavorate possono crearsi tensioni che le successive lavorazioni – ad esempio l’incollaggio – potrebbero evidenziare. Queste tensioni – come quelle interne presenti nei pezzi formati – si possono abbattere sottoponendo a tempera (v. 8 Tempera) il materiale. Generalmente la termoformatura comporta un “ritiro da riscaldamento”, che può essere diverso nei due sensi del materiale e anche secondo il tipo di questo. Confidiamo che quest’opuscolo contribuirà al conseguimento di risultati ottimali. Qualora, nel corso della lettura o del lavoro dovessero emergere ulteriori esigenze, non esiti ad interpellare il Suo distributore o il nostro “Servizio tecnico”. Ringraziamo anticipatamente per qualsiasi suggerimento dovesse scaturire dall’esperienza dell’utilizzatore. 1.1 Dati di fornitura PLEXIGLAS® GS viene da noi prodotto in lastre compatte, blocchi, barre e tubi con superficie liscia o mattata cioè satinata (PLEXIGLAS SATINICE®). PLEXIGLAS® XT esiste nella versione tradizionale e modificata antiurto (PLEXIGLAS RESIST®) come lastre compatte lisce, strutturate o mattate cioè satinate (PLEXIGLAS SATINICE®), lastre ondulate, lastre alveolari, specchi, tubi e barre nonché film. Fig. 1: Panoramica della gamma di semilavorati 3 1 Note generali 1.4 Tracciare – marcare Di questo ritiro bisogna tenere conto nel calcolo della misura da tagliare. I valori di ritiro massimo da considerare si possono rilevare dall’attuale “Manuale di vendita” e Il film di polietilene – che non inquina dallo stampato “Consigli per la lavorazione, l’ambiente – applicato alle lastre di PLEXIGLAS® per proteggerle durante Formatura de PLEXIGLAS®”. il trasporto e l’immagazzinamento, deve essere lasciato sul materiale durante la Se viene lavorata ad asportazione di lavorazione ad asportazione di trucioli. trucioli una sola superficie della lastra, Meglio di tutto è conservare il film il pezzo può leggermente svergolarsi. protettivo fino al momento in cui si deve Questa deformazione viene eliminata con impiegare il pezzo finito. una post-tempera (v. punto 8 Tempera). Per escludere deformazioni in particolari tecnici piuttosto complicati, si ricorre ad un trattamento termico a temperatura superiore a quella di rammollimento, prima della lavorazione ad asportazione di trucioli (v. punto 8 Tempera). Come la maggior parte delle materie plastiche, anche il vetro acrilico ha un elevato coefficiente di dilatazione termica lineare. Nel PLEXIGLAS® GS e XT questo ammonta a 0,07 mm/mK. Anche l’umidità influisce – sebbene in misura inferiore del calore – sulla stabilità dimensionale. Esempio: Un elemento (parte di un apparecchio) in PLEXIGLAS® GS di 1000 mm di lunghezza, subisce da 10 a 30 °C una variazione di lunghezza di 1,4 mm (= 20 K • [0,07 mm/m • K] • 1 m). I segni di riferimento, ad es. prima di praticare fori, tranciare o tagliare a sagoma devono perciò essere tracciati sul film. Nel caso in cui questo fosse stato già tolto, marcare direttamente la superficie della lastra con matite speciali (ad es. All-Stabilo o a punta grassa). Punte per tracciare o bulini si devono usare soltanto quando esiste la certezza che la successiva lavorazione cancellerà gli intagli provocati da questi utensili. In caso contrario, se sottoposto a sollecitazione di Conseguentemente: eseguire i controlli dimensionali di pezzi uguali sempre alla stessa temperatura ambientale e di materiale! 1.3 Film protettivi Le lastre da noi fornite sono protette con un film in polietilene adesivo, autoadesivo o autoincollato, a seconda del materiale e dello spessore. Normalmente la protezione superficiale deve rimanere sul pezzo fino alla sua messa in opera. Per toglierla, ad esempio prima di determinate lavorazioni quali la termoformatura o l’incollaggio, afferrare saldamente la lastra per uno spigolo, sollevare un lembo del film e staccarlo con uno strappo deciso. 4 Se il materiale rimane esposto agli agenti atmosferici, il film protettivo, indipendentemente dal tipo, subisce delle modifiche, diventando fragile o ancorandosi ancora più saldamente alla superficie: è quindi indispensabile toglierlo al massimo entro quattro settimane, trascorse le quali l’operazione potrebbe presentare difficoltà e comportare danni alla superficie della lastra. Fig. 2: Tracciare carico, tutti i materiali – anche PLEXIGLAS RESIST® che di per sé è molto resiliente – a causa dell’effetto intaglio potrebbero incrinarsi o spezzarsi. 1.5 Protezione superficiale complementare Per proteggere lastre e pezzi semifiniti o finiti, nonché elementi già montati in PLEXIGLAS® durante eventuali postlavorazioni, la giacenza in magazzino oppure – ad esempio quando si fanno lavori di ripristino – contro l’insudiciamento, gli agenti chimici ecc., si può scegliere una delle seguenti possibilità: • rivestimenti liquidi (→ vernici coprenti) che formano una pellicola in seguito asportabile (ad es. soluzioni acquose al 30 % di PVAL oppure → film coprenti) • nastri adesivi crespati, compatibili col materiale (nastri adesivi) 2 Separare • film adesivi in polietilene oppure • inserimento in buste di polietilene che poi si chiudono o si saldano. 1.6 Macchine utensili Gli utensili che si usano solitamente per la lavorazione del legno e dei metalli sono adatti anche per la lavorazione de PLEXIGLAS®. Macchine rapide, esenti da vibrazioni assicurano spigoli di taglio netti. Soprattutto le rettificatrici e le seghe circolari devono esser equipaggiate con dispositivi di aspirazione per l’allontanamento dei trucioli via via che si formano. Si usano anche attrezzi altamente sofisticati, con azionamento ad aria compressa. 1.7 Utensili Si lavora il PLEXIGLAS con utensili di acciaio extrarapido, metallo duro o diamante. L’esperienza h a dimostrato che gli utensili in metallo duro hanno una maggiore durata. È da tenere presente che i pigmenti usati per le tonalità più dense de PLEXIGLAS® possono abbreviare notevolmente la durata dell’utensile. ® Utensili consumati “impastano” gli spigoli di taglio, provocano incrinature ai margini, tensioni nel materiale ecc. I taglienti devono essere sempre accuratamente affilati, con particolare riguardo agli angoli di spoglia inferiore e superiore. Utensili usati in precedenza per la lavorazione dei metalli o del legno non devono essere utilizzati per le materie plastiche. Nella lavorazione ad asportazione di trucioli de PLEXIGLAS® è necessario usare esclusivamente utensili ben affilati e provvedere ad un sufficiente raffreddamento. Lubrificanti per raffreddamento esenti da olio possono essere usati per PLEXIGLAS®. Si consiglia una soluzione al 4 % in acqua. 2.1 Seghe circolari Mentre chi lavora materie plastiche usa di regola seghe circolari a banco, il rivenditore si serve prevalentemente di seghe circolari per taglio verticale di formati. Per sezionare grandi quantità sono in commercio anche macchine a comando computerizzato, che permettono di lavorare contemporaneamente pacchetti di lastre. L’avanzamento automatico migliora notevolmente la qualità del taglio; altri vantaggi sono l’uniforme sollecitazione e la maggiore durata dell’utensile nonché la superiore rapidità di lavoro. 2 Separare Quando si taglia PLEXIGLAS®, la lama della sega circolare a banco o manuale deve sporgere solo leggermente dalla lastra. Si sega in genere PLEXIGLAS® con seghe circolari o con seghe a nastro. Si possono usare anche seghe ad archetto o seghe a mano. L’impiego di mole per troncare dà risultati insoddisfacenti. I materiali resilienti, quali PLEXIGLAS RESIST® possono essere tranciati o tagliati, secondo lo spessore. Qualche regola in più: • servirsi sempre di una squadra di guida • iniziare l’operazione con precau-zione, con sega già funzionante • badare che l’utensile sia guidato con la massima esattezza • non spigolare • fissare le lastre per evitare vibrazioni • avanzamento medio. A partire da 3 mm di spessore, PLEXIGLAS® deve essere raffreddato con acqua, emulsione o aria compressa. diametro d 500 mm 400 320 300 vmax = 4500 m/min 200 vmin = 3000 m/min 150 intervallo dei diametri più comuni v = 4230 m/min 100 90 80 70 60 50 1000 4200 2000 4000 8000 10000 20000 min–1 numero giri del mandrino n Fig. 3: Velocità di taglio, diametro e numero giri consigliati per sezionare lastre di PLEXIGLAS® con seghe circolari. 5 2 Separare Per il taglio di PLEXIGLAS® XT in generale e PLEXIGLAS® GS in blocchi o lastre di metallo duro forte spessore, la sega circolare dovrebbe dentatura (per ca. 50 m/s) essere equipaggiata con un dispositivo di diritta angolo di spoglia inferiore spruzzo, applicabile anche in un secondo α = 10 a 156 ° tempo: l’aria compressa trascina con sé il liquido lubrificante o refrigerante, secondo α il principio della pompa a getto d’acqua, e lo nebulizza sulla lama rotante. La Fig. 5 mostra un tale dispositivo. γ Nella pratica, spesso questo raffreddaangolo di spoglia superiore γ = 0 a + 5 ° mento non viene fatto, perché ad es. sotto il tavolo di lavoro non c’è spazio per il Fig. 4a: Lame per seghe circolari montaggio o le associazioni professionali insistono sul mantenimento del cuneo, Nella figura 3 si vede l’interdipendenza alle lame in acciaio extrarapido. Lame non particolarmente se la sega viene impiegata fra velocità di taglio, diametro e numero di affilate o affilate in modo inadeguato proanche per altri materiali. Talvolta si verifigiri: ad es. la velocità di rotazione ottimale vocano frastagliature nella parte inferiore cano difficoltà dovute anche all’influenza con lame del diametro di 320 mm è di del pezzo. Rispetto alla sezione l’affilatura dell’emulsione. Per la stampa, l’incollaggio 4200 giri/minuto. La velocità di taglio dei denti può essere diritta o alternativaecc. successivi, si rende necessaria un’ulteammonta conseguentemente a mente obliqua (Fig. 4). riore pulitura. 4230 m/min. Dopo molti test abbiamo trovato una Le lame in metallo duro con denti diritti lama – appartenente al gruppo qui sopra Le lame (metallo duro) delle seghe lavorano in modo meno aggressivo se i consigliato – che con la sua divisione dei circolari devono avere le seguenti due angoli di ogni dente o di un dente su denti a 13 mm rappresenta un optimum caratteristiche: due sono affilati a smusso (= dente piatto per PLEXIGLAS® XT. Angolo di spoglia trapezoidale). Con questa lama anche lastre spesse o inferiore α da 10 a 15 ° L’avanzamento della sega deve essere pacchetti di lastre possono essere tagliati Angolo di spoglia regolato in modo che dagli spigoli di taglio senza ulteriore raffreddamento. Si possuperiore γ da 0 a 5 ° non si stacchi la minima scheggia. Un avan- sono tagliare senza problemi tutti gli spesVelocità di zamento troppo limitato può provocare sori di PLEXIGLAS® XT incluso i 25 mm taglio vc fino a 4500 m/min attrito e quindi un inutile riscaldamento e pacchetti ancora più consistenti. Inoltre degli spigoli di taglio. Passo dei denti da 9 a 15 mm il risultato del taglio è quasi indipendente dalla velocità di avanzamento. La tensione Lame di seghe circolari con forma Per sezionare PLEXIGLAS® con seghe sul bordo di taglio è così bassa che il particolare dei fianchi dei denti (“Bomcircolari bisogna usare esclusivamente pericolo di formazione di fessurazione bastic”, “Spacecut”) danno bordi di taglio lame con denti non allicciati. Solo è minimo: un vantaggio che può essere lisci, senza rigature sul PLEXIGLAS®, queste garantiscono l’ottenimento di sfruttato per il successivo incollaggio. superfici di taglio nette e levigate. se vengono usate su di una sezionatrice tecnicamente avanzata che lavora tra l’altro Questa lama non può essere impiegata In linea di principio raccomandiamo di con una regolazione della frequenza e un soltanto per segare PLEXIGLAS® XT, ma si usare lame con riporti in metallo duro e il sistema di avanzamento. presta anche molto bene per PLEXIGLAS® massimo numero di denti possibile, anche GS di tutti gli spessori. perché queste hanno una durata superiore I suoi vantaggi risaltano particolarmente con spessori di materiali a partire da 3 mm. Si dovrebbe usarla quando non si può usare il raffreddamento nebulizzato. In generale è comunque da preferire il raffreddamento con lubrificazione se il suo impiego è possibile. 3,2 1/5 dimensioni in mm 0,4 10° 15° 6 Fig. 4b: Lama ottimizzata; forma dei denti: dente piatto trapezoidale, diametro: 300 mm, numero di denti: 72, divisione denti ~ 13 mm 45° 2 Separare 2.2 Seghe a nastro Bisogna prestare attenzione che durante l’operazione di taglio le lastre non saltellino né vibrino. Come si rileva dall’esempio illustrato nella Fig. 6, se la puleggia della sega ha il diametro di 380 mm e la velocità del mandrino è di 1400 giri/min., la velocità di taglio ottimale sarà di 1675 m/min. Fig. 5: Nebulizzazione su sega circolare diametro d (puleggia sega a nastro) Per tagli curvilinei e per rifilare pezzi termoformati di PLEXIGLAS®, si usano frequentemente le seghe a nastro utilizzate abitualmente per la lavorazione del legno e dei metalli. Le lame di queste seghe sono in genere leggermente allicciate, il che dà luogo – con tutti i materiali – a spigoli di taglio leggermente più ruvidi di quelli ottenuti con le seghe circolari. Di conseguenza, di solito bisogna ripassarli. La larghezza della lama, compresa fra 3 e 13 mm, è determinata dalla forma che si deve ricavare e dal tipo di macchina. Il numero di denti può variare fra 3 e 8 per ogni cm di lunghezza della lama. La velocità del nastro (= velocità di taglio) va da 1000 a 3000 m/min. – v. Fig. 6. Regola empirica: quanto minore è la velocità di taglio, tanto maggiore deve essere il numero dei denti. 500 mm 380 vmax= 300 m/min 300 v = 1675 m/min 200 vmin= 1000 m/min 100 50 40 400 800 1000 1400 2000 4000 8000 10000 numero giri mandrino n min–1 Fig. 6: Velocità di taglio, diametro e numero giri consigliati per sezionare lastre di PLEXIGLAS® con seghe a nastro Con le seghe a nastro orizzontali, usate per separare i bordi di pezzi termoformati, si ha una migliore conduzione della lama se la larghezza è superiore a 13 mm. Assicurarsi se fissando il pezzo su un supporto di sagoma analoga, sia escluso il pericolo di strappo improvviso. Fig. 7: Separazione con sega a nastro taglio orizzontale semplice taglio a collare taglia a flangia Fig. 8: Tagli possibili con la sega a nastro orizzontale 7 2 Separare 2.3 Seghe a oscillazione e a svolgere Per lavori di traforo in lastre sottili, con continua variazione della direzione di taglio, sono adatte le seghe a oscillazione e a svolgere con lame alternative oppure a filo elicoidale. I trucioli in formazione devono essere soffiati via mediante aria compressa o aspirati. Un lento avanzamento e una velocità di taglio inferiore a 1500 m/min. evitano un eccessivo riscaldamento del materiale. Risultano vantaggiose le macchine che, oltre al movimento verticale, hanno anche la possibilità di muoversi in direzione orizzontale. Fig. 9: Sega a oscillazione ritaglia la scritta PLEXIGLAS® 2.4 Foretti Sono adatti per lavori di rifinitura, adattamento o per praticare incavi. Gli spigoli risultano però piuttosto grezzi, quindi può essere necessario ripassarli. La lama del foretto deve avere dentatura fine, leggermente allicciata. La confezione deve portare l’indicazione che si tratta di lame adatte per la lavorazione di materie plastiche dure. Quando si usa un foretto bisogna tener presente quanto segue: • corsa a pendolo su “0” per lastre fino a 4 mm, per spessori supe- riori passare alla posizione 1 o 2; selezionare avanzamento medio, • impostare un’elevata velocità di taglio, • attaccare il pezzo soltanto con macchina in funzione, • porre il piede della sega salda-mente sul film protettivo, • PLEXIGLAS®, specialmente PLEXIGLAS® XT a partire da 3 mm, va raffreddato in genere con acqua o aria compressa. Per eseguire incavi bisogna innanzitutto praticare dei fori agli angoli degli spigoli di taglio, per evitare effetti di intaglio e quindi il pericolo di rottura del pezzo. 8 Fig. 10: Foro d’attacco, taglio col foretto 2.5 Seghe a mano 2.7 Scalfire e troncare Chi, praticando il “fai da te”, vuole usare – anche per lavori artistici – il PLEXIGLAS®, può servirsi di seghe a mano con dentatura fine, ad es. saracchi, seghetti, seghe da traforo. Se si procede con cura si possono ottenere buoni risultati. Fino allo spessore di 3 mm, le lastre in PLEXIGLAS® si possono troncare dopo averle incise con una lama a tracciare lungo una sagoma diritta o curvilinea a raggi non molto stretti. Questo procedimento è spesso usato da chi lavora questi materiali per hobby, ma viene utilizzato anche artigianalmente, in fase di montaggio, quando non è disponibile nessun altro attrezzo. Contrariamente ai lavori eseguiti con seghe e frese, le superfici di separazione presentano scarse tensioni e non richiedono perciò alcuna tempera. Gli spigoli delle superfici di separazione dovrebbero essere addolciti con una lama a petto. I materiali più resilienti, quali PLEXIGLAS RESIST® non sono adatti per questo sistema di taglio. 2.6 Tranciare e tagliare Prima di queste operazioni, bisogna riscaldare il PLEXIGLAS® XT a 100 – 140 °C, il PLEXIGLAS® GS a 150 °C. Per le lame della trancia e della taglierina, si consiglia una temperatura fra 120 e 130 °C. Lo spessore delle lastre non dovrebbe superare i 4 mm. Si ottengono spigoli praticamente ad angolo retto, se l’angolo di taglio dell’utensile misura 20 °C. Quando si trancia o si taglia materiale caldo bisogna tener presente il ritiro e la dilatazione termica del materiale. 2 Separare 2.8 Tagliare a laser In genere, le lastre di PLEXIGLAS® si tagliano in modo soddisfacente con laser a CO2. Gli spigoli di taglio che si ottengono possono presentare gradi diversi di brillantezza secondo il tipo, spessore e colore del vetro acrilico. Bisogna eseguire prove preliminari ed eventualmente regolare il laser in modo consono al singolo caso. La potenza del laser dovrebbe essere compresa tra 250 e 1000 W. Sulla maggior parte degli impianti vengono lavorati con il laser anche altri materiali. È quindi difficile dare consigli per la prestazione del laser nei singoli casi, poiché questi dipendono da molti fattori, come purezza, contenuto d’acqua del gas di laser, penetrazione del gas, stato dell’ottica IR ecc. Sperimentazioni proprie sono state eseguite con diversi spessori di lastra e differenti gradi di lucentezza del bordo tagliato con prestazione di laser tra i 300 e i 700 W. A secondo della capacità del laser è da regolare la velocità di avanzamento sullo spessore della lastra per ottenere i bordi di taglio lucidi: lastre sottili più alta, lastre spesse più bassa. Se l’avanzamento è troppo lento, i bordi diventano opachi, se è troppo veloce, si formano delle rigature. Si possono formare delle rigature anche con un’imprecisa guida del laser. Fig. 11: Tracciare e troncare 9 2 Forare Nelle lastre di un certo spessore gli spigoli di taglio risultano sempre leggermente obliqui. Il raggio del laser è da focalizzare sul centro dello spessore della lastra. Se viene regolato più alto o più basso, i bordi tagliati presentano formazione a forma di V, o in caso di lastre più spesse, concave. Per ottenere bordi il più possibile ad angolo retto, si consiglia di utilizzare le seguenti larghezze di fuoco delle lenti sui laser (fonte: ditta Messer Griesheim): • fino a 6 mm spessore lastra: lente 2 1⁄2” • da 6 a 15 mm spessore lastra: lente 5” • oltre 15 mm spessore lastra: lente 10” L’ottica del laser tra 5” e 10” larghezza di fuoco non ha nessun’influenza sull’estetica del bordo tagliato, ma assieme alla posizione del focus e dello spessore di lastra sull’angolatura del taglio. Per evitare un ritorno del fumo di gas sulla lente, generalmente è sufficiente un lavaggio minimo con aria compressa (con separatore dell’olio e dell’acqua) sulla testa del laser. Nello stesso tempo devono essere asportati in modo idoneo i vapori che si formano all’uscita del raggio, ad es. con leggera aspirazione oppure lavaggio con aria. Oltre al lavaggio con aria o aspirazione dei vapori descritti, alcuni impianti dispongono di ugelli sulla testa tagliente per il lavaggio con gas inerte, ad es. azoto. Per tagli separatori normali, ciò non è necessario, però per manufatti di precisione può essere vantaggioso. 2.9 Tagliare a getto d’acqua Il taglio di lastre di materia plastica con impianti per taglio a getto d’acqua è simile al taglio con laser. Il costo è un po’ inferiore, ma il lavoro è meno veloce e gli spigoli risultano meno brillanti. Questa tecnica consente due procedimenti: • taglio con getto d’acqua pura e • taglio con aggiunta di abrasivi all’acqua. Il taglio con getto d’acqua pura non dà buoni risultati con il vetro acrilico, con aggiunte di abrasivi è possibile per PLEXIGLAS®. La superficie di taglio appare smerigliata. La velocità di avanzamento dipende dallo spessore del materiale, dalle esigenze circa la qualità del taglio e dalla granulometria dell’abrasivo. Esempio: per PLEXIGLAS® GS in spessore 10 mm, la velocità di taglio arriva a circa 100 mm/min. 3 Forare Attenzione: le punte elicoidali in commercio (per metallo) quando sono usate per il vetro acrilico, devono avere l’affilatura adatta al materiale (vedi anche 1.7 Utensili). 3.1 Punte elicoidali Il corretto impiego di punte elicoidali per PLEXIGLAS® richiede che l’angolo al vertice sia ridotto, dai normali 120° a Eventuali ritorni del raggio del laser a 60° a 90°. L’angolo di spoglia superiore causa del materiale di supporto piano per deve essere portato ad un valore com® le lastre in PLEXIGLAS possono danpreso tra 4° e 0°. Soltanto così la punta neggiarle otticamente e sporcare la lente. di trapano lavorerà nel modo dovuto: Supporti a costole lo escludono alquanto. rasare invece di tagliare, per evitare scheggiature quando la punta viene La velocità o la prestazione di un raggio estratta dal foro (vedi Fig. 12). L’angolo di laser regolato ad es. negli angoli, punte di spoglia inferiore deve ammontare ad ecc., può migliorare il risultato del taglio. almeno 3°. Nel caso di fori di diametro piuttosto grande – a partire da 8 mm Il raggio laser, comandato da computer, taglia anche le forme più complicate. I rela- circa – è opportuno appuntire il tagliente tivi impianti possono addirittura tagliare ad trasversale, per ridurre la pressione di contatto all’inizio del lavoro. Per escludere es. parti imbutite tridimensionali. effetti d‘intaglio, i fori vanno leggermente Le tensioni che si creano nelle immediate vicinanze dello spigolo di taglio si possono smussati ovvero svasati. eliminare con una successiva tempera, evitando così il pericolo di microfessurazioni (vedi punto 8, Tempera). 10 Le punte con angolo di spira piccolo (b = 12 ° bis 16 °) facilitano l’allontanamento dei trucioli, ma – come indicato – devono avere un’affilatura adatta. Dati su affilatura e lavoro PLEXIGLAS® GS e XT Angolo di spoglia inferiore α 3° a 8° Angolo di spoglia superiore γ 0° a 4° Angolo al vertice σ 60° a 90° Angolo di spira β 12° a 16°, spesso 30° Velocità di taglio vc 10 a 60 m/min Avanzamento f 0,1 a 0,3 mm/giro A partire da spessori superiori a 5 mm si dovrebbe provvedere a raffreddamento o lubrificazione con un lubrificante raffreddante o un olio per trapani (emulsione in acqua) compatibile con il vetro acrilico. Nel caso di fori profondi può essere vantaggioso usare soltanto olio per trapani. Il grafico della Fig. 13 illustra le condizioni di lavoro ottimali: con un avanzamento fra 0,1 e 0,3 mm/giro e un diametro dell’utensile di 25 mm, il numero ottimale di giri è di 510 al minuto. Se si osservano queste condizioni e si usa olio per trapani, si ottengono pareti satinate quasi trasparenti. È possibile migliorare ulteriormente la qualità della superficie impiegando gli alesatori in uso per la lavorazione dei metalli. 60–90 ° 3–8 ° 12–16 ° 0–4 ° Fig. 12: Affilatura corretta delle punte in acciaio extrarapido per PLEXIGLAS® (gli spigoli di taglio devono rasare e non tagliare!). 3 Forare 3.2 Punte speciali e allargatori diametro d 100 mm 50 40 vmin = 10 m/min 25 vmax = 60 m/min 20 v = 40 m/min 10 5 100 200 400 510 800 1000 2000 numero di giri del mandrino n Fig. 13: Velocità di taglio, diametro e numero di giri consigliati per forare PLEXIGLAS® min–1 4000 Se oltre ai normali lavori di officina vi sono lavori da eseguire col trapano a mano in fase di montaggio o su pezzi già messi in opera, bisogna usare per PLEXIGLAS® utensili speciali. Le loro caratteristiche costruttive contribuiscono ad evitare vibrazioni o strappi nel materiale. Le punte speciali e gli allargatori più usati sono: a) Punte elicoidali a gradini Questa punta monotagliente non lascia segni di vibrazioni o “tremature” e garantisce un foro netto, senza rigature, perfettamente cilindrico. Passando via via al gradino superiore, il foro viene contemporaneamente smussato. Questo sistema risulta anche economico. Le foto della Fig. 14 illustrano l’influenza del numero di giri e quindi della velocità di taglio nonché dell’avanzamento sulla qualità del foro, nel caso illustrato praticato in PLEXIGLAS® GS: in alto: numero di giri troppo alto e/o avanzamento troppo rapido: truciolo friabile, foro non netto in centro: numero di giri troppo basso e/o avanzamento troppo limitato: surriscaldamento, fenomeni di decomposizione nel foro, truciolo molle in basso: numero di giri ottimale e avanzamento corretto: superficie del foro liscia, truciolo continuo e uniforme. Se si devono forare lastre sottili è vantaggioso fissarle a un solido supporto piano, per evitare scheggiature lungo lo spigolo inferiore del foro. All’inizio del lavoro la punta deve essere inserita lentamente e con cautela. Appena i taglienti hanno completamente ingranato nel materiale, si può aumentare l’avanzamento. Immediatamente prima di perforare il bordo inferiore rallentare l’avanzamento. Fig. 14: Trucioli di diversa conformazione 11 3 Forare b) Punte coniche I fori presentano una certa conicità, ma si evita la scheggiatura al bordo inferiore. Versione a tre taglienti. c) Allargatore speciale È adatto particolarmente per sbavare fori preesistenti, buona conduzione del truciolo per minl’obliquità del foro, nessun segno di vibrazioni, un tagliente. d) Punta a fresare Per eseguire in modo semplice anche fori longitudinali. e) Allargatore Quest’allargatore a più taglienti è adatto per sbavare, smussare e allargare. Particolarmente in questo tipo di lavoro è importante che la velocità di taglio sia adeguata al singolo caso. Si usano utensili di tipo normalmente in commercio, come quelli impiegati per la lavorazione dei metalli. Se si lavora PLEXIGLAS® XT con seghe a tazza o da traforo, è opportuno raffreddare con acqua. Con la sega a tazza o sega da traforo si possono praticare fori fino al diametro di 60 mm. Rispetto alla taglierina circolare hanno il vantaggio di poter essere usate anche abbinate ad un trapano a mano. Il centro del disco viene normalmente preforato con una punta da centri, che determina la regolarità del foro. Fig. 16: Taglierina circolare Fig. 17: Sega a tazza con punta centrale e sega da traforo Le taglierine circolari devono avere l’angolo di spoglia superiore di 0° per lavorare PLEXIGLAS®. Come nell’esecuzione di fori piccoli, anche per quelli di grande diametro è vantaggioso fissare le lastre sottili a un supporto solido e piano, per assicurare la buona riuscita anche dello spigolo inferiore. Il taglio di circonferenze con una fresa a gambo si effettua su macchine ad alto numero di giri (a partire da 10.000 al minuto) o con dispositivi più semplici, provvisti di motore per fresatrice (anche manuale). Nel materiale piano si possono fresare con quest’attrezzo grandi fori oppure – poiché non è necessario praticare un foro centrale – ricavare dischi. Condizione essenziale è che le macchine siano equipaggiate con tavoli rotanti. Il fissaggio delle lastre è meccanico oppure sotto vuoto. In ogni caso bisogna che sia ben saldo, al fine di prevenire vibrazioni o strappi nel materiale. Per tutti gli utensili speciali bisogna assicurarsi che la punta abbia le dovute caratteristiche. Il numero di giri di questi utensili in genere differisce nettamente da quello delle punte elicoidali. Gli utensili a), b), c), e) devono lavorare lentamente, in modo adeguato ai singoli materiali e al caso specifico. Con il tipo d) è invece normale – come nella fresatura – una velocità di rotazione superiore a 10.000 giri/min. 3.3 Fori di grande diametro Per praticare fori di grande diametro in lastre sottili di PLEXIGLAS® occorrono i seguenti utensili: • taglierina circolare (Fig. 16), • sega a tazza con punta centrale e sega da traforo (Fig. 17), • frese a gambo su fresatrici o macchine analoghe con piastre di fissaggio rotanti (Fig. 18). d) b) e) c) a) 12 Fig. 15: Diverse punte speciali da trapano (descrizione nel testo) Fig. 18: Frese a gambo 4 Fresare 3.4 Filettare 4 Fresare La filettatura interna ed esterna de PLEXIGLAS® si esegue con le filiere ed i maschi a filettare comunemente in commercio. Al PLEXIGLAS® sono adatti lubrificanti per raffreddamento compatibili col vetro acrilico. Questo vale ad es. anche per le viti metalliche che poi si utilizzano: accertarsi che non siano protette da un velo d’olio o che questo sia compatibile col materiale. Per PLEXIGLAS® si usa la tecnica della fresatura per rifinire gli spigoli in pezzi segati, tranciati o troncati, per ottenere arrotondamenti e linee curve, per rifilare pezzi sagomati. Rispetto al lavoro a sega, questo procedimento si distingue particolarmente per due vantaggi: dal materiale in lastre si può ricavare in pratica qualsiasi contorno, con la massima precisione e senza pericolo di incrinature lungo lo spigolo inferiore. La qualità notevolmente migliore del taglio riduce inoltre in dispendio per il lavoro di rifinitura. Per questo lavoro si possono usare in linea di massima tutti i tipi normalmente in commercio di fresatrici. La gamma va dalla semplice fresa manuale agli impianti automatici a comando numerico. Per quanto riguarda gli utensili, si possono usare abitualmenteanche frese cilindriche a più taglienti, ma per i piccoli diametri è preferibile impiegare frese a gambo a uno o due taglienti, con buona asportazione del truciolo, per ottenere con un’alta velocità di taglio superfici di qualità elevata. Con frese a più taglienti, se la velocità di taglio è alta, esiste il pericolo che i denti s’impastino. Ad ogni modo, con frese a un tagliente bisogna bilanciare esattamente il mandrino agendo sulle viti di registrazione. In caso contrario, lo squilibrio può provocare segni di vibrazioni sul pezzo e/o causare danni alla macchina. Per i filetti interni è vantaggioso impiegare → viti in materia plastica, ad es. poliammide. In linea di massima l’operazione di filettatura comporta per tutte le materie plastiche il pericolo di rottura per l’effetto d’intaglio. Ciò vale particolarmente per il vetro acrilico estruso; perciò meglio evitarlo per PLEXIGLAS® XT. Bisognerebbe ricorrere a questo sistema di fissaggio soltanto se le altre possibilità – ad es. incollaggio, incastro, collegamento a vite con foro passante – non sono applicabili. Per il foro del nocciolo si deve calcolare una maggiorazione di circa 0,1 mm rispetto all’acciaio. Per limitare l’usura del filetto o per ripristinarlo, oppure per aumentare la stabilità di un elemento montato su un apparecchio, è vantaggioso rinforzare il filetto interno con un inserto filettato in metallo, che può essere inserito con procedimenti diversi. Dati di affilatura e lavoro PLEXIGLAS® GS e XT Angolo di spoglia inferiore α 2 ° a 10 ° Angolo di spoglia superiore γ 0 ° a 5 ° Velocità di taglio vc 200 a 4500 m/min Avanzamento f fino 0,5 mm/giri Profondità passata a fino 6 mm Come nel segare anche nel fresare il risultato dipende dalla giusta geometria di taglio. Con i seguenti tipi di fresa si ottengono bordi di fresatura impeccabili sia rifilando che scanalando PLEXIGLAS® XT. Lo stesso vale per PLEXIGLAS® GS. Queste frese a due taglienti in metallo duro pieno (Fig. 22, a) + b)) hanno per la rifilatura: • un grande angolo di spoglia superiore per una buona asporta- zione dei trucioli e per la scanalatura: • un tagliente fino alla metà della fresa che facilita “l’entrata nel materiale”. Per la rifilatura di pacchetti di lastre (con il film di protezione della superficie in PE lasciato sulle lastre) le frese senza spirale si sono dimostrate ottimali, ad es. PLECUT (Fig. 22c). Con questo tipo di fresa si evita il divaricarsi delle singole lastre. 200 mm diametro fresa d La Fig. 19 dimostra che si ottengono buoni risultati, ad es. con una fresa a rifilare di 8 mm di diametro e 11.000 giri/min. di velocità o con una fresa diamantata di 90 mm di diametro che lavora a 15.000 giri/ min. poiché le due velocità di taglio si trovano ancora nel campo raccomandato. La fresa da usare dipende dal lavoro da eseguire, in tutti i casi bisogna accertarsi che possegga le seguenti caratteristiche: vmax = 4500 m/min 100 90 Normalmente la fresatura di vetro acrilico non richiede raffreddamento. Se si impiegano utensili a più taglienti di un certo diametro, raffreddare è vantaggioso e, con le frese cilindriche, è spesso necessario. Bisogna usare lubrificanti per raffreddamento, compati bili col vetro acrilico. 50 20 vmin = 200 m/min 10 8 5 2000 11000 4000 8000 15000 10000 20000 m numero giri del mandrino n Fig. 19: Velocità di taglio, diametro e numero giri consigliati nella fresatura di PLEXIGLAS® min–1 40000 13 4 Fresare Numerosi procedimenti, ad es. l’incollaggio con colle a polimerizzazione, richiedono la smussatura degli spigoli delle lastre. La fresa dà spesso risultati migliori della sega circolare a pendolo. Con la fresa è possibile eseguire anche la smussatura di tubi (Fig. 20). Dopo l’incollaggio o la formatura è talvolta necessario livellare o totalmente asportare cordoni o flange. Anche in questo caso sono adatte frese con corrispondenti distanziatori a rullo, ad es. cuscinetti a sfere, lungo i quali il pezzo viene condotto (v. Fig. 21). È consigliabile la fresatura con utensili a diamante, se si devono ottenere – come con la lucidatur a – superfici molto brillanti (v. cap. 7.2 Lucidare). 1 2 1 3 2 3 3 2 1 1 = fresa 2 = distanziatore a rullo 3 = pezzo da lavorare Fig. 20: Smussatura di spigoli di lastre Fig. 21: Asportazione a fresa di cordoni di colla a) DIXI 7202 c) b) DK 421 (K 10) b) c) DK 30 - PLECUT a) Fig. 22: Frese ottimali per rifilare e scanalare 14 Fig. 24: Fresatrice cilindrica frontale; diversi tipi di frese: a) a due taglienti, b) cilindrica, c) a diamante Fig. 23: Mandrino portafresa ad azionamento pneumatico 4 Fresare Fig. 25: Rifilatura di un pezzo sagomato mediante fresa a copiare 4.1 Frese a copiare Per arrotondare angoli, ritagliare circonferenze, lettere o superfici variamente sagomate si usano frese a copiare. Con le fresatrici verticali la sagoma viene collocata in genere sotto il pezzo da lavorare, dove si trovano anche i dispositivi di fissaggio (arresto, foro di aspirazione per il vuoto ecc.). Il fissaggio della sagoma permette alla stessa un movimento rotatorio o la conduzione contro un perno guida. 3 3 6 5 1 2 1 7 4 8 2 Fig. 26: Schema di fresatura a copiare con fresa verticale (arrotondamento di angoli: 1 = pezzo da lavorare, 2 = portapezzo, 3 = arresto, 4 = maschera, 5 = punta di guida, 6 = fresa, 7 = ambito di lavoro della fresa, 8 = avanzamento) 4.2 Incidere Per lavori d’incisione, industriali o artigianali si usano prevalentemente frese per incidere, frese verticali o frese a copiare con utensile a un tagliente, che – a comando elettronico o manuale – viene guidato ad es. nella maschera di una scritta. Per incisioni artistiche sono adatti alberi flessibili ad azionamento elettrico e punte a diamante elettroniche ad alto numero di giri. Fig. 27: Incisione con una macchina per incidere a comando CNC, bulino per incidere ad un tagliente 15 5 Tornire 5 Tornire 500 mm Come nella foratura, anche nella tornitura un truciolo continuo indica che affilatura, avanzamento e velocità di taglio sono corretti e fra loro correlati. 300 diametro pezzo da tornire d Per PLEXIGLAS® si impiegano i medesimi torni usati per la lavorazione dei metalli. Le velocità di taglio dovrebbero essere le massime possibili, in funzione del pezzo da lavorare e del tipo di tornio. Dato orientativo: velocità di taglio dieci volte superiore a quella usata per l’acciaio. Presupposto essenziale per un buon risultato è la perfetta affilatura dell’utensile. 200 vmax = 300 m/min vmin = 20 m/min 100 50 40 30 20 10 224 In tutti i casi, il raggio al vertice dell’utensile deve essere di almeno 0,5 mm. Con un ferro da tornio ad affilatura circolare, elevata velocità di taglio, lento avanzamento e minima profondità di passata si ottengono superfici microfinite, che possono poi essere lucidate senza preventiva rettifica. La Fig. 28 dimostra che per un pezzo da tornire di diametro di 40 mm si hanno buone condizioni di lavoro se si sceglie una velocità di taglio che rientra nel tipico intervallo compreso tra 224 e 1250 giri/ min. di un normale tornio. Utensili in metallo duro sono particolarmente adatti per la sgrossatura, se non si supera una profondità di passata di 6 mm. Per la successiva microfinitura si usano normalmente attrezzi in acciaio extrarapido. La qualità del pezzo è tuttavia determinata non solo dagli utensili, ma anche dalla velocità di taglio e dall’avanzamento. Per il raffreddamento si può usare un‘emulsione per trapani compatibile col vetro acrilico. Se si usano utensili a diamante, accuratamente lucidati, con torni funzionanti senza vibrazioni, si ottengono superfici ineccepibili, estremamente brillanti. La velocità di taglio può essere superiore di quella consentita da altri tipi di utensili. Questo lavoro di precisione non permette però il raffreddamento (raccomandato in tutti gli altri casi), che potrebbe dar luogo a anomalie ottiche. Al tornio si possono ricavare, dal materiale in lastre (Fig. 29a e Fig. 30) dischi in modo economico: i pezzi da lavorare, 16 5 100 200 1250 400 800 1000 2000 4000 8000 1000 numero giri del mandrino n Fig. 28: Velocità di taglio, diametro e numero giri consigliati nella tornitura di PLEXIGLAS® Dati di affilatura e lavoro PLEXIGLAS® GS e XT Angolo di spoglia inferiore α 5 ° a 10 ° Angolo di spoglia superiore γ 0 ° a -4 ° Angolo di registrazione κ ca. 45 ° Velocitàdi taglio vc 20 a 300 m/min Avanzamento f 0,1 a 0,5 mm/giri Profondità passata a fino 6 mm γ κ α a) raggruppati in pacchetti, vengono fissati fra punta e contropunta e portati al diametro desiderato con ripetuti passaggi. γ La larghezza dell’utensile e la misura dell’angolo di registrazione dipendono dallo spessore della lastra. Per dischi sottili si devono usare ferri larghi con piccolo angolo di registrazione. La tornitura è particolarmente adatta anche per bordi sagomati (v. Fig. 34). α b) κ Fig. 29: Definizioni degli angoli di utensili da tornio min–1 5 Tornire Fig. 30: Dischi fra punta e contropuntak Fig. 31: Tornitura in piano di un blocco di PLEXIGLAS® GS Fig. 32: Tornitura di una sfera da una barra tonda di PLEXIGLAS® GS con un dispositivo per tornire sfere Fig. 34: Troncatura del bordo di un pezzo formato Fig. 33: Pezzo prelavorato con utensile in acciaio extrarapido, lucidato a diamante 17 6 Limare – Raschiettare – Piallare Fig. 35: Rifinitura di PLEXIGLAS® con lama a petto 6 Limare – Raschiettare – Piallare PLEXIGLAS® si può lavorare con le normali lime e con raspe non troppo ruvide. Questi utensili non devono essere stati usati precedentemente per la lavorazione di metalli. La scelta dell’utensile dipende dal lavoro che si deve eseguire, ad es. sgrossatura o levigatura. Per sbavare pezzi segati, fresati o torniti si usano anche raschietti triangolari e coltelli a petto, specialmente se si devono rifinire spigoli sottili. PLEXIGLAS® si lavora anche con le piallatrici a filo, in uso per la lavorazione del legno. 18 Fig. 36: Levigatura degli spigoli con pialla a filo 7 Rettificare e lucidare 7 Rettificare e lucidare Con la rettifica e la successiva lucidatura del PLEXIGLAS® gli spigoli, che dopo la lavorazione ad asportazione di trucioli appaiono ruvidi e quindi opachi, ritornano brillanti e trasparenti. Con questo sistema si possono ripristinare anche le superfici molto rigate o graffiate. Una lucidatura parziale, specie se in punti precedentemente rettificati, modifica – a causa della conseguente asportazione di materiale – la superficie e la differenzia nettamente dal resto. Anche i semilavorati con superficie rivestita, ad es. ‘NO DROP’, ‘ALLTOP’, ‘HEATSTOP’ o ‘SPECCHIO’ non devono essere né rettificati né lucidati, per non danneggiare lo strato superficiale. 7.1 Rettificare Per evitare la formazione di tensioni dovute al calore e l’impastarsi delle superfici d’attrito bisogna che la rettifica sia eseguita a umido. La granulometria dell’abrasivo da utilizzare allo scopo è determinata dai segni o graffi presenti sul pezzo: quanto più profondi sono questi, tanto maggiore deve essere la granulometria. Il procedimento di rettifica si svolge di regola in fasi diverse, con grana sempre più fine. Si è dimostrato opportuno procedere in tre fasi: 1. grossolana, grana 60 2. media, grana 220 3. fine, grana da 400 a 600. In linea di massima ogni fase deve eliminare totalmente le tracce del precedente passaggio. La rettifica può essere eseguita a mano con carta smeriglio o con blocco smeriglio rivestito. Sono consigliabili movimenti circolari. Nella rettifica meccanica, ad es. con dischi abrasivi rotanti, microfinitori o rettificatrici a nastro (velocità del nastro ca. 10 m/sec.) il pezzo dovrebbe essere mosso leggermente senza premere eccessivamente e troppo a lungo (anche se l’operazione di rettifica si svolge a umido) perché il calore d’attrito può provocare la formazione di tensioni e danni superficiali. Specialmente nel caso di pezzi torniti o di superfici non piane si può anche usare lana d’acciaio fine, ad es. tipo 00, lavorando a umido. Fig. 37: Smerigliatura dello spigolo di un pacchetto di lastrine con rettificatrice oscillante Fig. 38: Rettifica a umido con rettificatrice a nastro Le superfici sottoposte a operazioni di rettifica meccanica (prima della lucidatura) o di opacizzazione mediante sabbiatura, diventano ruvide e conseguentemente più sporchevoli e più soggette a sollecitazioni d’intaglio. (Informazioni dettagliate nell’opuscolo “Trattamento superficiale del PLEXIGLAS®”, cap. 5). Poiché per la lucidatura si usano stoffe molto morbide – nastro di feltro, dischi di tessuto oppure stoffa uso guanti – , la superficie da lucidare deve essere microfinita. Se manca questo presupposto, potrà anche diventare brillante, ma graffi e segni lasciati dalle precedenti lavorazioni non scompariranno. Per la lavorazione degli spigoli basta un raschietto o un coltello a petto (‘spianare’) se poi si effettua una lucidatura con nastro di feltro. 7.2 Lucidare Gli spigoli di taglio di PLEXIGLAS® GS e PLEXIGLAS® XT si lucidano senza problemi. La lucidatura della superficie – come già menzionato – è meno consigliabile. Per PLEXIGLAS® GS e XT esistono tre possibili procedimenti: • lucidatura a nastro, disco rotante o panno, • lucidatura alla fiamma e • lucidatura a diamante. Come nella rettifica, anche in questo caso vale: non premere il materiale troppo a lungo e troppo fortemente contro l’attrezzo per lucidare. Soltanto così si evita il surriscaldamento della superficie conseguente all’attrito, e quindi un danno termico e la formazione di tensioni superficiali (e quindi fessurazioni). Dopo la lucidatura può essere utile sottoporre il materiale a tempera per abbattere le tensioni (v. 8, Tempera). Per lucidare si usano comunemente cere e paste è però adatto anche un normale lucidante per auto. Subito dopo il trattamento bisogna togliere accuratamente ogni traccia del lucidante usato, eventualmente risciacquando con acqua. È perciò utile impiegare paste idrosolubili, ad es. la pasta lucidante per vetro acrilico “Acrylglas POLIER & REPAIR Paste” della Burnus. 19 7 Rettificare e lucidare fiamma. La lucidatura alla fiamma, che risulta nettamente più economica di quella a disco, può quindi essere utilizzata soltanto se non si hanno eccessive esigenze, specialmente nel caso dei materiali incolori e sottili che sono i più usati. Le tensioni superficiali che si formano con la lucidatura alla fiamma e che possono essere troppo marcate, non permettono di solito l’utilizzo di questo procedimento per lastre di forte spessore. Altrettanto vale per il materiale colorato, i cui pigmenti spesso riducono ulteriormente la brillantezza. Se non si procede con la massima cura, può avvenire anche che la fiamma ‘investa’ la superficie del pezzo oltre lo spigolo e quindi provochi nel materiale, a causa del calore, la formazione di tensioni che, nel corso di ulteriori lavorazioni o del successivo impiego daranno luogo, al contatto con colle, solventi di vernici o detergenti, a microfessurazioni. In certi casi quest’inconveniente può essere evitato solo con la tempera dei pezzi (v. 8 Tempera). Fig. 39: Lucidatura con nastro in feltro Fig. 40: Lucidatura con disco in stoffa In genere la lucidatura si effettua su un nastro scorrevole in feltro o su pulitrice a disco rotante in stoffa, impiegando apposite cere. La brillantezza della superficie può essere ulteriormente aumentata se si ripassa poi a mano con un materiale particolarmente morbido, che non lascia filamenti (stoffa uso guanti) o con ovatta e latte per lucidare. Gli spigoli e i pezzi di piccole dimensioni si lucidano preferibilmente con nastri di feltro, sui quali possono essere tenuti e condotti meglio che sui grandi dischi rotanti in stoffa. Durante la lucidatura, il pezzo deve essere costantemente mosso in senso circolare, in modo da escludere possibili danni dovuti ad eventuali irregolarità del nastro o del disco. La velocità del nastro in feltro dovrebbe aggirarsi intorno a 20 m/sec., essere cioè doppia di quella della rettifica. Gli impianti di lucidatura automatici sono consigliabili per grandi serie di pezzi, che presentano angoli e spigoli vivi, come quelli dei cubi portafotografie. 20 I dischi in stoffa sono particolarmente adatti per superfici piuttosto grandi e anche curve. Sono costituiti da teli diversi in tessuto d’ortica e/o flanella, e i singoli strati non devono essere compressi, per permettere l’aerazione e quindi lo smaltimento del calore d’attrito. Prima di lucidare distribuire un po’ di cera sul disco, che deve essere esente da residui di cera precedentemente usata e indurita. Per ‘spianare’ si può usare una vecchia lama di sega a mano. La velocità periferica del disco di stoffa deve essere fra 20 e 40 m/sec. Per la rifinitura degli spigoli di taglio di PLEXIGLAS® GS e PLEXIGLAS® XT un’ulteriore possibilità è rappresentata dalla lucidatura alla fiamma. Si può eliminare l’operazione di microfinitura, purché non vi sia sullo spigolo alcun frammento di truciolo e nemmeno tracce di sudore della mano. Normalmente, i segni della sega o della fresa usate precedentemente sono ancora visibili dopo la lucidatura alla Per gli spigoli diritti di lastre piane esistono apparecchiature semiautomatiche di lucidatura alla fiamma adatte a misure diverse. La fiamma è alimentata da una miscela di acetilene/ossigeno. Miscele di acetilene/ aria compressa non danno altrettanti buoni risultati di lucidatura. L’esecuzione del bruciatore e del becco deve essere adattata di volta in volta al caso specifico, eventualmente attraverso prove preliminari. Per la lucidatura manuale alla fiamma, ad es. nel caso di pezzi finiti i cui spigoli hanno segni di vibrazioni, o delle pareti interne di fori, si usano apparecchi a banco, la cui fiamma è prodotto da una miscela di idrogeno/ossigeno. 7 Rettificare e lucidare Per la lucidatura a diamante de PLEXIGLAS® non occorre la microfinitura della superficie. La spianatura e la lucidatura avvengono in un unico passaggio. Si usano frese a denti riportati, con almeno due taglienti a diamante, oppure utensili da tornio con riporti diamante. Bisogna curare l’allontanamento dei trucioli. Ogni utensile deve essere riservato ad una sola specie di materiale, ad es. PLEXIGLAS®. È necessario usare utensili di precisione e macchine di elevata qualità, sulle quali il pezzo viene fissato mantenendo la possibilità di movimento. L’affilatura e la riaffilatura, nonché la registrazione dei taglienti a diamante devono essere eseguite dal produttore. La macchina deve lavorare senza vibrazioni, per evitare la formazione di linee di risonanza sul pezzo. Queste condizioni sono soddisfatte dalle frese per la lucidatura di spigoli che si trovano in commercio. Gli utensili a diamante hanno una lunga durata, sono quindi particolarmente consigliabili per produzioni di serie. Gli spigoli vivi creati dalle frese per lucidatura a diamante possono essere levigati con una lama a petto. Per pezzi piccoli ottenuti con una lavorazione meccanica in PLEXIGLAS® è adatta la lucidatura in bottale: i pezzi vengono posti in un impianto di lucidatura in bottale, nel quale oltre alla polvere abrasiva s’introducono quale riempitivo dei pezzi di legno di determinata geometria. Normalmente dopo tre cicli di lavoro – rettifica fine (da 6 a 24 ore) – lucidatura (circa 16 ore – finish – (circa 12 ore) i pezzi di materia plastica risultano estremamente brillanti. La lucidatura di PLEXIGLAS® Procedimento ‘classico’: rettifica a umido e disco/nastro in feltro alla fiamma fresa a diamante manutenzione (pasta per lucidare) Qualità della superficie ottima discreta buona o ottima ottima Stato tensionale medio molto elevato medio basso Tempo occorrente molto o moltissimo poco poco poco o tanto Investimento medio alto molto alto basso Fig. 41: Lucidatura a diamante 21 8 Temperare 8 Temperare Temperare significa: riscaldare pezzi in materia plastica e lasciarli lentamente raffreddare. Le materie plastiche resistono a sollecitazioni di trazione anche piuttosto elevate purché non vi sia contemporaneamente l’azione di sostanze corrosive. Causa di tensioni a trazione sono ad esempio: • lavorazione ad asportazione di trucioli, quali segare, fresare, tor-nire e rettificare, • termoformatura, specialmente piegare ad angolo, • riscaldamento non uniforme, • ritiro delle colle usate, • deformazioni dovute ai fissaggi (graffe, fori, viti), • ritiro per surriscaldamento locale a causa di non corretta affilatura dell’utensile o della lucidatura, • dilatazione termica ostacolata, • tensioni interne nel PLEXIGLAS® XT, in modo particolare nei tubi, • sollecitazioni esterne. 22 Se a queste possibili cause si aggiunge l’azione di sostanze corrosive – ad es. solventi e diluenti usati nell’incollaggio, nella stampa o nella verniciatura, vapori di monomeri del taglio con laser o la lucidatura alla fiamma , plastificanti contenuti negli isolamenti e nelle guarnizioni di PVC, film e detergenti aggressivi, si può arrivare alla formazione di microfessurazioni che rendono i pezzi inutilizzabili, anche se le stesse sostanze non provocano alcun danno in pezzi esenti da tensioni. Si deve perciò evitare la concomitanza di tensioni per trazione e di sostanze corrosive. Le condizioni alle quali deve essere e seguita la tempera sono le seguenti: Temperature: • PLEXIGLAS® GS 80 °C (100 °C massimo per pezzi non termoformati) • PLEXIGLAS® XT: da 70 a 80 °C (85 °C massimo per pezzi non ter moformati) Durata della tempera: • PLEXIGLAS® GS e PLEXIGLAS® XT: lo spessore del materiale in mm diviso per 3 corrisponde alla durata in ore, comunque non deve essere inferiore a 2 ore. Poiché non si può escludere in partenza l’impiego di sostanze dannose nel corso Raffreddamento: dell’uso, occorre eliminare le tensioni • Il tempo di raffreddamento nel forno in a trazione attraverso una ‘tempera di ore corrisponde per PLEXIGLAS® allo distensione’: si pongono i pezzi di spessore del materiale in mm diviso PLEXIGLAS® in appositi forni per un per 4, la diminuzione della temperatura non deve comunque essere superiore tempo più o meno lungo a secondo lo a 15 °C all’ora. spessore, la temperatura al disotto della • I pezzi possono essere tolti dal forno temperatura di rammollimento e quindi non prima che la tempe ratura sia scesa si lasciano lentamente raffreddare. Un sotto i 60 °C. raffreddamento troppo rapido crea una “pelle” esterna fredda e rigida e, poiché all’interno prosegue il lento processo di raffreddamento, il materiale continua a contrarsi e si formano nuovamente tensioni a trazione. 9 Pulizia e manutenzione 9 Pulizia e manutenzione La pulizia e la manutenzione di PLEXIGLAS® richiedono soltanto acqua pulita. Se i pezzi sono molto sporchi, è bene usare acqua calda con un’aggiunta di un detersivo domestico non abrasivo. Non strofinare mai a secco. Prima dell’asciugatura finale, da eseguire per es. con una spugna, con pelle di daino o stoffa uso guanti, fare attenzione che siano state tolte tutte le particelle di sporco. Fig. 42: Prodotti di manutenzione Le materie plastiche generalmente formano cariche elettrostatiche – specialmente dopo intenso sfregamento e quindi attirano la polvere. Per lo sporco leggero si spruzza direttamente (o dopo accurata prepulizia) un detergente antistatico, ad es. Antistatischer KunststoffReiniger und Pfleger, di Burnus, spolverando con un tessuto morbido, ma senza asciugare sfregando. L’effetto antistatico dura così più a lungo. Finestre e vetrature possono ev. essere pulite con un apparecchio nebulizzatore ad alta pressione, ev. aggiungendo un detergente. 23 ® = Marchio depositato PLEXIGLAS, PLEXIGLAS ALLTOP, PLEXIGLAS FREE FLOW, PLEXIGLAS HEATSTOP, PLEXIGLAS RESIST, PLEXIGLAS SATINICE, PLEXIGLAS SOUNDSTOP, ACRIFIX, EUROPLEX è un marchio depositato della Evonik Röhm GmbH, Darmstadt, Germania. Certificato sec. DIN EN ISO 9001 (qualità) e DIN EN ISO 14001 (ambiente) Headline Le presenti informazioni ed ogni altro consiglio tecnico da noi fornito corrispondono allo stato attuale delle nostre conoscenze ed esperienze. Esse non comportano l’assunzione di alcun impegno e/o responsabilità da parte nostra, anche in presenza di eventuali diritti di proprietà intellettuale di terzi e, in particolare, di diritti di brevetto. In particolare, esse non comportano alcuna responsabilità e/o garanzia, espressa o tacita, sulle qualità e caratteristiche dei prodotti. La nostra Società si riserva il diritto di apportare ai prodotti qualsiasi modifica derivante dal progresso tecnologico o da ulteriori attività di sviluppo. Il cliente avrà in ogni caso l’onere di ispezionare e verificare la idoneità e conformità della merce in arrivo. Eventuali analisi o prove riguardanti le prestazioni dei prodotti potranno essere eseguite unicamente da personale qualificato e sotto la esclusiva responsabilità del cliente. Ogni riferimento a nomi commerciali usati da altre società non vuol dire che noi li raccomandiamo né che simili prodotti non possano essere utilizzati. n° 311-1 marzo 2008 XX/0308/09561 (it) Divisione Performance Polymers Evonik Röhm GmbH Kirschenallee 64293 Darmstadt Germania [email protected] www.plexiglas.net www.evonik.com