F. Tasselli, S. Morandi, P. Rigliano,, A. Zanobio Ospedale San Carlo, Milano 27 febbraio 2015 “Non è ammissibile ipotizzare una inadeguatezza del genitore solo perché “malato”. Il fatto che un paziente sia “malato” a causa di un disturbo psichiatrico non è elemento sufficiente per escluderlo dalla responsabilità genitoriale.” Trib. Milano, sez. IX civ., ordinanza 27 novembre 2013 (G. Buffone) Francesca Tasselli, Milano - 27 febbraio 2015 “Una certa diagnosi non e’ mai di per sé una variabile indipendente o un predittore per un certo tipo di fragilità genitoriale.” Daphna Oyserman, 2002 University of Michigan Francesca Tasselli, Milano - 27 febbraio 2015 La sfida per un genitore con patologia psichica è di essere capace e motivato a gestire la propria malattia e nello stesso tempo a mantenere le capacità genitoriali Francesca Tasselli, Milano - 27 febbraio 2015 ”…vivono con i sintomi, i comportamenti e le espressioni della malattia mentale. La vedono e la sentono.” (Falkov, 2004) Si stima che circa il 21-23% dei bambini vivano in una casa dove almeno un genitore soffre di disturbo psichico (Maybery et al., 2005) Questi bambini hanno un rischio maggiore di sviluppare problematiche sociali, psicologiche e fisiche rispetto a coloro che vivono in famiglie senza malattia mentale. Inoltre gestire un genitore malato può essere causa di isolamento. I figli possono non sviluppare sane relazioni con i coetanei, non coltivare i propri interessi o hobbies o non sapere cosa dire agli altri di quello che sta accadendo loro. Cercare aiuto rompendo il silenzio è spesso il primo passo per interrompere l’isolamento. Francesca Tasselli, Milano - 27 febbraio 2015 è spesso assorto nei suoi pensieri ed emozioni è distratto: “non so cosa fare con il bambino”, “non ho voglia di fare niente” si sente inadeguato: “sono un cattivo genitore”, “è colpa mia se ogni cosa va storta”, “non so cosa dire” è ipocritico o ipercritico: “non c’è alcun problema”, “va tutto male” Francesca Tasselli, Milano - 27 febbraio 2015 si autocolpevolizza: “la mamma non si occupa di me perché sono cattivo?” “ho fatto qualcosa di sbagliato?” si sente impotente o onnipotente: “non so che fare”, “ce la faccio da solo” si responsabilizza eccessivamente: “devo fare il bravo”, aiuta in casa, si occupa del fratellino, si preoccupa che il genitore prenda i farmaci si preoccupa del giudizio degli altri: “mi prenderanno in giro” Francesca Tasselli, Milano - 27 febbraio 2015 “non è compito mio” “non ho competenze, non ho la formazione” “non voglio tormentare i miei pazienti con altri problemi” “potrebbe risentirne la fiducia che il paziente nutre nei miei confronti e compromettere la relazione terapeutica” “non voglio avere problemi con gli altri servizi, il TM, etc…” “è così delicato il rapporto con gli altri servizi, meglio evitarlo” Francesca Tasselli, Milano - 27 febbraio 2015 Francesca Tasselli, Milano - 27 febbraio 2015 Francesca Tasselli, Milano - 27 febbraio 2015 Francesca Tasselli, Milano - 27 febbraio 2015 Francesca Tasselli, Milano - 27 febbraio 2015 Chi può aiutare Jesper? • perché Jesper è triste? • come possono migliorare le cose per Jesper? • chi può aiutare Jesper? Francesca Tasselli, Milano - 27 febbraio 2015 Un programma a carattere psicoeducativo rivolto ai genitori e ai minori conviventi quando in famiglia è presente un adulto con disturbo psichiatrico finanziato dal Comune di Milano per il biennio 2013/2014 una partnership tra Ass. Contatto e Ass. La Tartavela è stato proposto a (quasi) tutte le persone in prima visita al CPS con figli tra i 6 e i 14 anni (Centri Psicosociali delle A.O. Niguarda e San Carlo di Milano) Francesca Tasselli, Milano - 27 febbraio 2015 • Let’s Talk Intervention 3 incontri con i due genitori. L’opuscolo e altri strumenti sono usati come base per la discussione. • Family Talk Intervention 5/6 incontri (2 con i genitori; 1 con ogni figlio; 1 con i genitori; 1 con l’intera famiglia; 1 follow-up) Francesca Tasselli, Milano - 27 febbraio 2015 Progetto Semola - Flow chart procedurale in CPS Primo contatto infermieristico Rilevazione della presenza di minori conviventi Prima visita Medico affiancato dal CW che alla fine del colloquio offre al paziente un incontro per spiegare il progetto e fornisce materiale informativo Let’s Talk! – Parliamone! (1-3 incontri) CW e OP incontrano il paziente ed eventualmente il coniuge per valutare insieme la situazione del minore, la relazione genitori/figlio, la presenza di eventuali difficoltà, il clima familiare; descrivono il progetto e propongono il prosieguo. Family talk Intervention Nessun altro intervento Francesca Tasselli, Milano - 27 febbraio 2015 Invio altro Sevizio “Prevede la presenza di due esperti: da una parte i genitori che sono esperti dei propri figli e della vita familiare, dall'altra l'operatore che è esperto dei disturbi mentali. Quando questi esperti si incontrano possono contribuire entrambi alla discussione. L'operatore non è l'insegnante e i genitori non sono gli allievi, ma il professionista offre la propria competenza e i genitori decideranno quali suggerimenti applicare alla propria situazione attuale.” (Tytti Solantaus) Francesca Tasselli, Milano - 27 febbraio 2015 capire la situazione in famiglia (preoccupazioni dell'adulto rispetto ai figli/famiglia; comportamenti e condizione emotiva dei figli) favorire la comunicazione dei problemi aiutare il bambino ad esplicitare interrogativi/preoccupazioni ridurre il senso di colpa del bambino promuovere i fattori protettivi nella famiglia e nella rete sociale esterna avvicinare i minori e le loro famiglie ai servizi addizionali di cui necessitano Francesca Tasselli, Milano - 27 febbraio 2015 Dati di 2 CPS da gennaio 2013 a dicembre 2014 •897 tot pz con figli minorenni •21% n=182 tot I visite Francesca Tasselli, Milano - 27 febbraio 2015 •105 tot pz con figli 6-14 anni Coinvolti: - circa 75 adulti - circa 35 minori 3 GV 16 FTI 54 LTI Francesca Tasselli, Milano - 27 febbraio 2015 Campione: 101 utenti (di cui 19 in Semola) Raccolta di: anamnesi familiare, diagnosi, eventi di vita significativi ultimi 6 mesi, ipotesi di crisi, intervento terapeutico proposto e partecipazione a Semola Formulare/verificare ipotesi su aspetti clinici/socioassistenziali che hanno reso possibile la partecipazione a Semola Francesca Tasselli, Milano - 27 febbraio 2015 D 1 D 2 D 3 D 4 D 5 D 6 D 7 D 8 D 9 D 10 D 11 D 12 D 13 D 14 6,4 6,3 6,2 6,9 6,5 6,5 6,6 6,2 6,4 5,6 6,8 6,3 5,8 6,2 D 15 23 no D 16 D 17 D 18 D 19 6,3 4,7 4,9 5,00 3,8 • Scala Likert da 1 a 7 • Età media 42 anni • Scolarità (8 s. media, 11 s. sup., 4 diploma spec., 1 laurea) • 18 F e 6 M Francesca Tasselli, Milano - 27 febbraio 2015 D 20 estensione in altri ambiti di sensibilità e competenze (servizi sociali, istituti scolastici, cure primarie e pediatriche, NPIA, consultori) miglioramenti legislativi (es. privacy) e procedurali (es. rilevazione dei casi nei servizi) informazione non stigmatizzante alla cittadinanza anche attraverso i networks virtuali collegamento tra operatori e servizi impegnati in questa area di prevenzione Francesca Tasselli, Milano - 27 febbraio 2015 le équipes dei due CPS e l’équipe del Progetto Semola (Teresa Baggi, I.P Corinna Biancorosso, E.P. Isabella Brusa, psicologa Annalisa Cerri, psicologa Omar Mattia, I.P. Edoardo Re, psichiatra) Francesca Tasselli, Milano - 27 febbraio 2015 www.retisocialinaturali.it [email protected] Francesca Tasselli, Milano - 27 febbraio 2015