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CAPITOLO 7
Storia e metodi
di insegnamento
delle lingue altre
+
2
“Lo studio storico è il primo passo
verso la conquista di una scienza.”
R. Titone
+
3
Indice
L’insegnamento delle lingue nell’antichità
Sumeri
Egizi
Romani
+
4
Indice
L’insegnamento delle lingue dall’età
moderna al 1800
Erasmo da Rotterdam (1516-1568)
Michel de Montaigne (1533-1592)
Jan Amos Komensky (1592-1670)
John Locke (1632-1704)
+
5
Indice
L’insegnamento delle lingue nel XVIII
e nel XIX secolo
Henry Sweet (1845-1912)
Otto Jespersen (1860-1943)
Harold E. Palmer (1877-1949)
+
6
Le linee evolutive della
glottodidattica
n  Nell'accostarsi
allo studio di una scienza,
nel nostro caso la glottodidattica, è
importante conoscere le esperienze
passate.
n  Secondo
R. Titone “Lo studio storico è il
primo passo verso la conquista di una
scienza. (Titone 1986a).
n  Si
ritiene quindi utile presentare una
panoramica che parta dall’insegnamento
delle lingue nell’antichità.
+
7
L’insegnamento delle lingue
nell’Antichità
n 
Sumeri
n 
Egizi
n 
Romani
+
8
L’insegnamento delle lingue
nell’Antichità
n  Del
periodo di tempo che va dai Sumeri (2600
a.C.), al periodo carolingio (800 d.C.) si hanno
solo pochi frammenti che documentano forme
di didattica linguistica. Essi ci permettono,
tuttavia, di affermare che il metodo utilizzato
per l’insegnamento delle lingue era basato su
un approccio diretto, in quanto la necessità di
imparare le lingue era orientata verso scopi
comunicativi.
+
9
L’insegnamento delle lingue
nell’Antichità
n  Nell’antichità
infatti, i mercanti, i diplomatici e
i militari, avevano l’esigenza di possedere una
o più lingue straniere per scambiare
informazioni con le popolazioni con cui si
incontravano.
+
10
L’insegnamento delle lingue
nell’Antichità
n Prima
del IV sec A.C., periodo in cui
apparve la prima grammatica
sistematica compilata dall’indiano
Panini, le lingue non venivano apprese
attraverso lo studio teorico, ma tramite
un processo simile a quello che avviene
per l’acquisizione della lingua materna,
ossia attraverso il contatto con le
persone che le parlavano nel proprio
ambiente.
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11
L’insegnamento delle lingue
nell’Antichità
n  Panini
è stato un grammatico indiano che si pensa
sia vissuto attorno al 400 a.C. I suoi AshtAdhyAyI
[otto libri] (tr. 1891) sono uno dei più antichi lavori
di linguistica descrittiva e sono anche il primo
lavoro autorevole di Sanscrito. È nato in Shalatula
(vicino ad Attock), oggi Pakistan ed è morto in
India.
+
12
L’insegnamento delle lingue
nell’Antichità
n La grammatica di Panini consiste di
circa 4.000 regole divise in otto
capitoli. Offre una collezione di 2.000
radici lessicali. È stata composta con
la massima brevità possibile, questa
grammatica descrive la lingua
Sanscrita in tutti i dettagli della sua
struttura, con una unità che da
nessuna altra parte è stata uguagliata.
È, al tempo stesso, la grammatica più
breve e più dettagliata del mondo.
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13
L’insegnamento delle lingue
nell’Antichità
n 
Sumeri
Cfr le tavolette
+
14
L’insegnamento delle lingue
nell’Antichità
n 
Egizi
Tell-el-Amarna
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15
L’insegnamento delle lingue
nell’Antichità
n I
Romani affidavano i
propri figli alle cure di
una governante o di una
schiava greca, per cui fin
da piccoli erano bilingui e
soltanto in età scolare
cominciavano a leggere,
scrivere e far di conto sia
in latino che in greco per
poi intraprendere corsi
per le lingue latina e
greca.
+
16
L’insegnamento delle lingue
dall’età moderna al 1800
Fu soltanto nel Medioevo che
nacque il problema di stabilire un
metodo per l’insegnamento delle
lingue.
+
17
L’insegnamento delle lingue
dall’età moderna al 1800
Risale propriamente alla divisione
dell’Europa, quando alcune lingue
volgari divennero lingue nazionali
(fino a quel momento la lingua di
comunicazione era stata il latino).
+
18
L’insegnamento delle lingue
dall’età moderna al 1800
Per un gentiluomo, imparare una
lingua diversa da quella madre, era
considerato molto importante per la
propria istruzione.
Anno Accademico 2010-2011
+
19
L’insegnamento delle lingue
dall’età moderna al 1800
Lo scopo dell’apprendimento delle
lingue era prettamente pratico per
cui non venivano insegnate né la
letteratura né la grammatica, ma
solo ciò che era utile nei rapporti
sociali.
Anno Accademico 2010-2011
+
20
L’insegnamento delle lingue
dall’età moderna al 1800
Le lingue straniere venivano
imparate attraverso il contatto con
‘native speakers’ (maggiordomi o
insegnanti); questo faceva sì che
l’apprendente venisse a contatto non
solo con la lingua, ma anche con la
cultura del paese straniero.
Anno Accademico 2010-2011
+
21
L’insegnamento delle lingue
dall’età moderna al 1800
Fra il XVI e il XVIII secolo il modo in
cui si insegnava il latino divenne il
modello di insegnamento della
lingua straniera. In generale fra gli
educatori ci fu la tendenza a
privilegiare i metodi diretti.
+
22
L’insegnamento delle lingue dall’età
moderna al 1800
Molti studiosi illustri si sono
interessati di cercare un metodo
adatto all’insegnamento delle
lingue. Fra questi: Erasmo da
Rotterdam, Michel De Montaigne,
Jan Amos Komensky e John Locke
più di altri hanno dato un forte
contributo alla glottodidattica.
+
23
Dall’età moderna al 1800
Erasmo da Rotterdam (1516 - 1568)
Michel de Montaigne (1533 - 1592)
Jan Amos Komensky (1592 - 1670)
John Locke
+
24
Dall’età moderna al 1800
n  Erasmo
da Rotterdam
(1516 - 1568)
Secondo l’umanista le lingue
classiche dovevano essere
insegnate ai bambini, fra le
pareti domestiche, come lingua
viva (metodo naturale o
diretto). Inoltre egli
raccomandava l’insegnamento
di almeno una lingua straniera
entro i primi dieci anni
d’età[1], utilizzando la lingua
straniera nello studio di altre
materie di insegnamento[2].
[1] Plasticità cerebrale
[2] CLIL
+
25
Dall’età moderna al 1800
n Erasmo
da Rotterdam
(1516 - 1568)
Grande importanza fu data
da Erasmo alla motivazione.
Egli cercava di destarla
presentando giochi[3],
sceneggiature[4] e
illustrazioni.
[3] Metodologia ludica
[4] Semiotica teatrale
+
26
Dall’età moderna al 1800
n  Michel
de Montaigne
(1533 - 1592)
Sperimenta
personalmente
l’educazione linguistica
impartita in quegli anni, e
allo stesso tempo sviluppa
una teoria
dell’insegnamento
linguistico coerente con la
metodologia del
tempo.” (Titone 1980)
+
27
Dall’età moderna al 1800
Da bambino fu affidato dal
padre a un tedesco che
non conosceva il francese,
ma che aveva un’ottima
conoscenza del latino.
Così chiunque lo
circondasse (genitori,
camerieri...), si rivolgeva
al piccolo Michel in
latino, in modo da non
fargli avvertire nulla di
artificiale nell’utilizzo di
una lingua diversa dal
francese.
+
28
Dall’età moderna al 1800
n  Michel
de Montaigne
(1533 - 1592)
Così “senza mezzi
artificiali, senza libri,
senza grammatica o
regole, senza sferza o
lacrime” (de Montaigne
edizione del 1991) de
Montaigne imparò alla
perfezione il latino.
+
29
Dall’età moderna al 1800
n Jan
Amos Komensky
(1592 - 1670)
Comunemente conosciuto
come Comenio, il grande
pedagogista dell’età
moderna è considerato da
R. Titone come il pioniere
del ‘metodo
diretto’ (Titone 1980).
+
30
Dall’età moderna al 1800
Egli affermava che le
lingue “si possono
imparare [...] con la
pratica, associata alle
regole più semplici, che si
riferiscono solamente ai
punti di differenza con la
lingua già conosciuta, e
mediante esercizi relativi
a qualche oggetto
familiare.” (Komensky in
Calò 1951).
+
31
Dall’età moderna al 1800
Comenio sottolineò
l’importanza di
presentare agli allievi
figure in quanto sono
“ciò che più facilmente si
imprime nella mente di
un bambino, e vi
rimangono a
lungo” (Komensky in
Fattori 1974).
+
32
Dall’età moderna al 1800
n Jan
Amos Komensky
(1592 - 1670)
Nel 1654 pubblicò Orbis
sensualium pictus, nel quale
introdusse le illustrazioni non a
scopo prettamente decorativo
ma al fine di suscitare la
percezione sensoriale. In esso
ogni sezione è contrassegnata
da una figura; inoltre sono
presenti quattro diverse
lingue: Latino, Tedesco,
Ungherese e Ceco.
+
33
Dall’età moderna al 1800
Orbis
sensualium
pictus
quadrilinguis
(1658)
+
34
Dall’età moderna al 1800
Orbis Sensualium
Pictus
Facsimile of 1672
English edition
+
35
Dall’età moderna al 1800
+
36
+
37
Dall’età moderna al 1800
n John
Locke
(1632-1704)
In J. Locke, pedagogista e
filosofo illuminista, vi è la
convinzione che la mente
infantile è come una ‘tabula
rasa’ caratterizzata da una
certa plasticità, ragion per cui
è bene cominciare
l’apprendimento di una
seconda lingua prima
possibile[1].
[1] Plasticità cerebrale
+
38
Dall’età moderna al 1800
n John
Locke
(1632-1704)
In Some thoughts concerning
education (1639) egli afferma
che appena il bambino sarà in
grado di parlare la propria
lingua nativa, bisognerà
cominciare l’insegnamento di
un’altra, non attraverso la
grammatica, bensì grazie a
una costante conversazione
nella lingua da apprendere.
+
39
Dall’età moderna al 1800
n John
Locke
(1632-1704)
Secondo Locke, quindi, le
lingue vanno apprese
mediante l’uso e non
utilizzando la ripetizione e la
memoria, in quanto “si
parleranno con maggiore
perfezione quando tutte le
regole della grammatica siano
interamente dimenticate”.
(Locke edizione 1966)
+ L’insegnamento delle lingue nel
XVIII e nel XIX secolo
Nell’insegnamento linguistico fra l’età
moderna ed il 1800, R. Titone (Titone
1980) individua due correnti opposte: la
prima caratterizzata dalla consuetudine a
insegnare le lingue tramite il contatto
vivo, la seconda caratterizzata da un
insegnamento sistematico della
grammatica (incentrato fortemente sulle
declinazioni, i paradigmi, le
coniugazioni...).
40
+ L’insegnamento delle lingue nel
XVIII e nel XIX secolo
Secondo V. Mallison (Titone 1980) la
causa di tale scissione è nata nel
momento in cui il latino ha cessato di
essere utilizzato come lingua di
comunicazione, e con il conseguente
inizio di uno studio sistematico di tale
lingua.
41
+ L’insegnamento delle lingue nel
XVIII e nel XIX secolo
contatto vivo
con la lingua
da apprendere
insegnamento
della
grammatica
42
+
43
L’insegnamento delle lingue nel
XVIII e nel XIX secolo
Così nel 1800 nacquero molti testi in cui
la lingua straniera era codificata in
regole di morfologia e sintassi, che gli
alunni erano costretti ad imparare a
memoria. Il risultato di un tale studio
era una grande conoscenza della
grammatica, ma una totale incapacità
di conversare nella lingua che si
studiava in quanto il lavoro orale era
ridotto al minimo.
+
44
L’insegnamento delle lingue nel
XVIII e nel XIX secolo
Fra i testi più rappresentativi di
questa tendenza formalistica, vi
sono certamente quelli scritti da K.
Plotz.
+
45
L’insegnamento delle lingue nel
XVIII e nel XIX secolo
Al fine di esporre le regole, K. Plotz
presentava frasi sconnesse ed
isolate, puntando su un
insegnamento che consisteva sulla
traduzione meccanica.
+
46
L’insegnamento delle lingue nel
XVIII e nel XIX secolo
Da quanto riporta R. Titone (Titone
1980), come K. Plotz, anche altri
autori fra i quali J. H. Seidenstucker,
J. F. Ahn e H. S. Ollendorff, scrissero
testi in cui venivano presentate frasi
artificiose allo scopo di illustrare
una regola
+
47
L’insegnamento delle lingue nel
XVIII e nel XIX secolo
Ci furono però altri autori che
continuavano ad insegnare le lingue
in modo vivo:
G. Ticknor che formulò delle
interessanti teorie
sull’insegnamento
G. Heness e L. Sauveur, che
istituirono corsi estivi di lingue
moderne
+
48
L’insegnamento delle lingue nel
XVIII e nel XIX secolo
C. Marcel secondo il quale
conoscere una lingua significava
anche ‘pensare’ nella lingua
F. Gouin che sostenne che
l’apprendimento delle lingue poteva
essere attivizzato drammatizzando
le frasi
+
49
L’insegnamento delle lingue nel
XVIII e nel XIX secolo
Vietor il quale sosteneva che alla
base dell’istruzione doveva esserci
la lingua parlata in quanto i bambini
acquisiscono la madrelingua
attraverso l’orecchio.
+
50
L’insegnamento delle lingue nel
XVIII e nel XIX secolo
Fra tutti coloro che si sono dedicati
alla didattica delle lingue fra il
XVIII e il XIX secolo, H. Sweet, O.
Jespersen e H. E. Palmer hanno dato
un maggiore contributo alla
glottodidattica in quanto hanno il
“merito dell’ulteriore affinamento
del metodo diretto”. (Titone 1980)
+
51
L’insegnamento delle lingue nel
XVIII e nel XIX secolo
n Henry
Sweet(1845-1912)
Secondo H. Sweet lo
studio delle lingue
straniere (da
iniziare all’età di 10
anni) doveva
basarsi sulla lingua
parlata.
+
52
L’insegnamento delle lingue nel
XVIII e nel XIX secolo
Il metodo del filologo inglese è
caratterizzato da alcuni
‘principi generali’ (ricavati
dall’analisi delle lingue):
+
53
L’insegnamento delle lingue nel
XVIII e nel XIX secolo
-  esiste
una separazione tra
grammatica e dizionario che
li porta ad essere studiati
separatamente;
+
54
L’insegnamento delle lingue nel
XVIII e nel XIX secolo
-“il processo di acquisizione
della lingua materna avviene in
condizioni particolarmente
favorevoli, che non possono
essere riprodotte neppure
approssimativamente nello
studio successivo delle lingue
straniere” (Sweet edizione del
1964);
+
L’insegnamento delle lingue nel
XVIII e nel XIX secolo
Oltre ad avere principi
generali, il metodo di H. Sweet
ha anche alcuni ‘principi
specifici’ (che riguardano le
singole lingue):
55
+
L’insegnamento delle lingue nel
XVIII e nel XIX secolo
“L’intero processo di
apprendimento di una lingua
consiste nel formare
associazioni: quando
impariamo la nostra lingua
associamo parole e frasi a
pensieri, idee, azioni,
eventi.” (Sweet edizione del
1964);
56
+
L’insegnamento delle lingue nel
XVIII e nel XIX secolo
“La ripetizione è
fondamentale sia per la
formazione delle associazioni
che per la loro fissazione nella
memoria.” (Sweet edizione del
1964);
57
+
L’insegnamento delle lingue nel
XVIII e nel XIX secolo
La memoria dipende anche
dall’attenzione, e questa a sua
volta dipende in parte
dall’interesse
all’argomento.” (Sweet
edizione del 1964)
58
+
L’insegnamento delle lingue nel
XVIII e nel XIX secolo
Testi linguistici, grammatica e
dizionario devono essere ben
correlati.”(Titone 1980);
La grammatica può essere
insegnata in modo formale
solo dopo che sia stata
assorbita in modo intuitivo
attraverso i testi.
59
+
60
L’insegnamento delle lingue nel
XVIII e nel XIX secolo
Otto Jespersen
(1860-1943)
Grande linguista
teorico, O. Jespersen
fu fra i primi
riformatori della
metodologia
dell’insegnamento
delle lingue.
+
61
L’insegnamento delle lingue nel
XVIII e nel XIX secolo
Il suo metodo, non
limitato ad un singolo
approccio, è
caratterizzato da più
aspetti: teoria
linguistica, fonetica,
psicologia e didattica.
+
62
L’insegnamento delle lingue nel
XVIII e nel XIX secolo
Egli riteneva che
l’insegnamento linguistico
non doveva essere fatto in
modo rigido perché il metodo
per insegnare le lingue vive,
“deve essere elastico ed
adattabile” (Jespersen 1947).
+
63
L’insegnamento delle lingue nel
XVIII e nel XIX secolo
Nel libro How to teach a foreign
language (1947) O. Jespersen
parla di ‘principi speciali; essi
si basano su due concetti: la
lingua viva (che non è solo
quella parlata, ma anche quella
che si trova in raccolte di facile
lettura) ed il ‘contatto diretto’
con essa (“una sorta di
immersione diretta dell’allievo
nella lingua” (Titone 1980).
+
64
L’insegnamento delle lingue nel
XVIII e nel XIX secolo
Harold E. Palmer
(1877-1949)
+
65
L’insegnamento delle lingue nel
XVIII e nel XIX secolo
Dr Harold Palmer è riconosciuto oggi
come l’autore di numerosi lavori di ELT
(English Language Teaching) che hanno
superato il test del tempo.
+
66
L’insegnamento delle lingue nel
XVIII e nel XIX secolo
Palmer non fu un professionista né un
teorico sofisticato; fu un “amateur”
dedito alla sua passione che, per tutta
la sua vita, ha “giocherellato” per
cercare risposte allo spinoso problema
dell’apprendimento delle lingue.
+
67
L’insegnamento delle lingue nel
XVIII e nel XIX secolo
Due cose emergono dalla sua vita: il
suo impegno nei confronti della classe,
dove trovò illuminazione che lo guidò e
lo formò molto del suo lavoro, e la sua
volontà di seguire e praticare idee
nuove.
+
68
L’insegnamento delle lingue nel
XVIII e nel XIX secolo
A differenza degli ultimi due autori
descritti, H. Sweet e O. Jespersen,
che erano soprattutto linguisti,
Palmer fu, oltre che linguista,
insegnante (insegnò all’estero per
decenni).
+
69
L’insegnamento delle lingue nel
XVIII e nel XIX secolo
Scrisse oltre un centinaio di libri,
articoli e opuscoli, alcuni
riguardanti la lingua e i metodi con
cui insegnarla, altri prettamente
scolastici.
+
70
L’insegnamento delle lingue nel
XVIII e nel XIX secolo
H. E. Palmer basò il suo metodo di
insegnamento delle lingue altre su
tre aspetti: la linguistica (base
scientifica del suo metodo), la
psicologia (utile per analizzare il
processo di apprendimento) e la
pedagogia (per tener presenti gli
obiettivi da raggiungere e i fattori
sia soggettivi che oggettivi).
+
71
L’insegnamento delle lingue nel
XVIII e nel XIX secolo
Secondo H. E. Palmer lo studio delle
lingue non poteva essere né
prettamente teorico, né tantomeno
prettamente pratico. Egli lo
considerava, infatti, qualcosa di
complesso che richiede un’analisi
da più punti di vista.
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L`insegnamento delle lingue nel XVIII e nel XIX secolo