IL NOSTRO BAMBINO
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REGIONE LAZIO
DISTRETTO 9
Direttore Dott.ssa Maria Ferraresi
U.O.S.D. T.S.M.R.E.E.
Responsabile Dott.ssa Marina Sarli
Logopedista Dott.ssa Fiorella Annovi
hanno collaborato Claudia Chiapparelli e Claudia Procaccini
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UNA PREMESSA
Già dai primi istanti della loro vita, i bambini comunicano attraverso una serie di comportamenti quali ad esempio il pianto, i vocalizzi, la direzione dello sguardo, la postura. Progressivamente, i vocalizzi prodotti in modo sempre più raffinato, le azioni e i gesti usati per comunicare
esprimono in modo più efficace quali sono le intenzioni e
i bisogni del bambino. Intorno ad un anno di età il bambino è in grado di comprendere alcune parole e semplici
ordini, come ad esempio “fai ciao con la manina” e “prendi
la palla”, e i suoi vocalizzi diventano sempre più simili alle
parole. Attraverso la comunicazione e il linguaggio, il
bambino entra nella comunità di cui fa parte. Forse proprio per questo i genitori pongono tanta attenzione a
questo aspetto dello sviluppo ed aspettano con ansia e
particolare emozione che il bambino pronunci le prime
parole. Anche a distanza di anni molti genitori ricordano
quando il proprio figlio ha "fatto ciao" o ha detto la prima
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volta "mamma" o "pappa". Ma non tutti i bambini raggiungono gli stessi traguardi ad una stessa età: alcuni sono
più precoci di altri e talvolta il linguaggio tarda a comparire.
Quando
dobbiamo
preoccuparci?
Un
ritardo
nell’emergere del linguaggio è un sintomo di qualcosa che
non va? In alcuni casi no, si tratta solo di un ritardo che il
bambino recupererà rapidamente. In altre situazioni, invece, può essere il segnale di una difficoltà, a volte solo momentanea, ma che necessita comunque di più attenzione.
In tutti i casi è bene parlarne con un esperto che potrà
ascoltare i nostri dubbi e aiutarci a capire se possiamo fare
qualcosa ed eventualmente cosa. Questo libricino ha proprio lo scopo di introdurci alla conoscenza di alcuni aspetti
del primo sviluppo del linguaggio e di invitarci a rivolgerci
a chi può accogliere le nostre eventuali preoccupazioni.
Maria Cristina Caselli
Istituto di Scienze e Tecnologie
della Cognizione - C.N.R.
PERCHÉ QUESTA GUIDA
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Siete preoccupati perché il vostro bambino ha
iniziato tardi a parlare e, ora che ha superato i due
anni, possiede ancora poche parole, stenta a farsi
capire e non sapete bene se mischiare gesti e parole
significhi che stia producendo le sue prime frasi.
Avete così deciso di rivolgervi ad uno specialista,
per sapere se e quando parlerà come i suoi coetanei
Nel corso della consulenza vi vengono offerte
informazioni, consigli e raccomandazioni.
Al momento, vi sembra tutto chiaro, ma lungo
la via di ritorno a casa avete già iniziato a temere di
ricordare troppo poco.
Questa guida vi aiuterà a tenere a mente alcuni
concetti chiave, vi confronterà con stili comunicativi di vita quotidiana, vi fornirà suggerimenti di
base per sostenere la crescita comunicativa del vostro bambino.
CIO’ CHE E’ IMPORTANTE PER SOSTENERE LO SVILUPPO COMUNICATIVO E LINGUISTICO DI TUTTI I
BAMBINI DIVENTA INDISPENSABILE PER IL BAMBINO
“PARLATORE TARDIVO”
DA CONDIVIDERE
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Ciascun bambino è un individuo irripetibile, con
modi e tempi di maturazione completamente suoi.
Se non presenta deficit nelle aree uditiva, cognitiva e relazionale, ma ha tardato a parlare e sta sviluppando il linguaggio fra i 24 ed i 36 mesi, non è
detto che abbia un disturbo specifico del linguaggio. Per il momento può essere inquadrato nella
categoria dei così detti bambini “parlatori tardivi”.
Cosa fare nel frattempo?
In alcuni casi vi verrà proposto un controllo periodico del suo sviluppo, in altri un approfondimento valutativo, in altri ancora un ciclo di consulenze logopediche.
Sempre, comunque, sarà indispensabile predisporre un ambiente che sostenga il bambino nel
suo sviluppo comunicativo e linguistico.
E’ PER PRIMO L’AMBIENTE FAMILIARE A SOSTENERE,
GIORNO DOPO GIORNO, LO SVILUPPO COMUNICATIVO DEL BAMBINO
PER RIFLETTERE
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Diversi sono i modi con i quali si può rispondere
alle proposte di un bambino. In quale vi riconoscete di più?
Il breve questionario che vi viene qui di seguito
proposto è solo un’occasione per riflettere. Non
deve essere riconsegnato, né valutato dallo specialista al quale vi siete rivolti.
Una sola raccomandazione: compilatelo prima di
procedere alla lettura delle pagine seguenti.
Paola trascorre una giornata con la zia Elvira
1)MENTRE SFOGLIANO UN LIBRICINO, L’ATTENZIONE
DI PAOLA VIENE CATTURATA DALL’IMMAGINE DI UNA TARTARUGHINA. LA ZIA:
1a. Sillaba la parola “tartaruga” e le chiede di ripeterla
1b. Le indica tutti gli animali presenti nella stessa pagina
1c. Commenta: “Questa tartaruga è piccola piccola.
La tartaruga, che abbiamo visto al laghetto, era grande
grande”
2) PAOLA SI ARRABBIA, PERCHÉ NON RIESCE AD INFILARE IL FAZZOLETTINO DI CARTA NELLA TASCA
DEI JEANS. LA ZIA:
2a. Le dice che ha ragione di arrabbiarsi e le dimostra che
anche per un adulto è difficile infilare il fazzolettino
nella tasca, perché è veramente troppo stretta
2b. Le fa vedere come si fa e poi le dà istruzioni, passo
per passo, per infilare il fazzolettino da sola
2c. Le propone di infilarlo nella tasca di dietro, che è
meno stretta
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3) PAOLA PORGE UNA BAMBOLA ALLA ZIA, DICENDO
“NINNA” . LA ZIA:
3a. Commenta: “è tutta sporca, laviamola”
3b. Riformula: “fa la ninna”
3c. Corregge: “si dice dorme”
4) ENTRANO IN GELATERIA E LA ZIA DOMANDA A PAOLA
QUALI GUSTI DESIDERI, MA NON CAPISCE LA RISPOSTA. LA
ZIA:
4a Le ordina crema e cioccolato, perché si sa che
piacciono a tutti i bambini
4b Le chiede di ripetere “bene” ciò che ha detto
4c La prende in braccio, nomina i vari gusti e la incoraggia a
scegliere
5) PAOLA È CONQUISTATA DAI CUCCIOLI ESPOSTI NELLA VETRINA DEL NEGOZIO D’ANIMALI E FA IL VERSO DI CIASCUNO
DI LORO. LA ZIA:
5a Aggiunge al verso di Paola il nome dell’animale
5b Per ogni verso, chiede a Paola anche il nome dell’animale
5c Le regala il suo portachiavi a gattino
Le risposte al questionario vengono qui di seguito ricondotte a tre principali stili comunicativi, messi variamente in atto dall’adulto nei confronti dei bisogni espressi dal bambino.
Uno stile che sostiene interessi ed azioni del bambino: dà un nome ad
oggetti, azioni, caratteristiche ed emozioni, arricchisce di contenuti e
di riferimenti, …
(1c, 2a, 3b, 4c, 5a)
Uno stile che dirige interessi ed azioni del bambino: dà istruzioni, verifica conoscenze, corregge gli errori, …
(1a, 2b, 3c, 4b, 5b)
Uno stile che modifica interessi ed azioni del bambino: propone un
nuovo centro di interesse da condividere, ignora l’intenzione e/o il
comportamento comunicativo, …
(1b, 2c, 3a, 4a, 5c)
DA DOVE INIZIARE
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Quando parlate
con il vostro bambino:
STABILITE UN CONTATTO VISIVO METTENDOVI ALLA SUA ALTEZZA
PARLATE SENZA FRETTA
DATEGLI IL TEMPO DI RISPONDERE
FATEGLI SAPERE DI AVERLO
CAPITO
ARTICOLATE IL LINGUAGGIO IN MODO
CHIARO
COMMENTATE QUELLO CHE FA
DATE UN NOME ALLE SUE EMOZIONI
DATE UN NOME ALLE AZIONI, OLTRE
CHE AGLI OGGETTI
RIFORMULATE IN MODO CORRETTO
QUELLO CHE DICE
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AMPLIATE
QUELLO
CHE
DICE,
CON
L’AGGIUNTA DI NUOVE INFORMAZIONI
LASCIATE CHE ANCHE IL VOSTRO CORPO
PARLI ATTRAVERSO ESPRESSIONI FACCIALI,
GESTI, MOVIMENTI
NON FATE FINTA DI AVERLO CAPITO, MA INCORAGGIATELO A FARSI CAPIRE ANCHE ATTRAVERSO ESPRESSIONI FACCIALI, GESTI, MOVIMENTI
EVITATE DI RIVOLGERGLI DOMANDE CHE
PREVEDONO SOLO UN SI O UN NO
Ricordate che è inutile
SILLABARE LE PAROLE E FARGLIELE RIPETERE
FARGLI IMPARARE L’ALFABETO
FAR FINTA DI NON AVERLO CAPITO
METTERLO SOTTO ESAME CHIEDENDOGLI DI
DENOMINARE PERSONE (CHI È?), OGGETTI
(COS’È?) ED AZIONI (COSA FA?)
COME CONTINUARE
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Ora che ha compiuto i due anni, il vostro
bambino non si accontenta più di utilizzare
gli oggetti (carrozzina + orsetto = mettere a
ninna), ma inizia ad avere un suo piano
d’azione più complesso (trovare cuscino e
copertina per l’orsetto da mettere a ninna
nella carrozzina). Si racconta e vi racconta
storie di vita quotidiana sempre più complesse (prima della ninna si fa il bagnetto:
lavare, asciugare, incremare, pettinare).
Entrate nel suo gioco:
ASSECONDATE CIÒ CHE LO INTERESSA
DATE UN NOME AL TEMA DEL SUO
GIOCO: PAOLA PREPARA LA CENA , LA
PARTITA DI CALCIO, ORSETTO SI FA
BELLO, LA GARA DI AUTOMOBILI, . . .
ARRICCHITE LA SUA ATTIVITÀ DI GIOCO PREFERITA: SCONTRO D’AUTO +
ARRIVO DEL CARRO ATTREZZI, COSTRUZIONE DI TORRE + SCALA PER SALIRVI IN CIMA, . . .
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AIUTATELO AD AMPLIARE IL SUO GIOCO
SPONTANEO, CREANDO PICCOLE STORIE
DI VITA QUOTIDIANA
PONETE ATTENZIONE NON SOLO ALLE
SUE PROPOSTE, MA ANCHE ALLE SUE INTENZIONI
COMMENTATE IN DIRETTA CIÒ CHE ACCADE O POTREBBE ACCADERE
OFFRITE SUGGERIMENTI
SOTTOLINEATE I RAPPORTI FRA CAUSA
ED EFFETTO
SOTTOLINEATE IL TEMPO DELLE AZIONI:
PRIMA, DURANTE, DOPO
TROVATE PAROLE PER DESCRIVERE LE
SUE EMOZIONI E QUELLE DEI PROTAGONISTI DEI SUOI GIOCHI
DIALOGATE ATTRAVERSO I PERSONAGGI
COME CONTINUARE
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Approfittate anche del suo naturale interesse per il racconto di storie in immagini.
Non preoccupatevi se vi chiede lo stesso
racconto anche per un lungo periodo e pretende che usiate sempre le stesse parole ed
espressioni: lo fanno tutti i bambini.
Sfogliate insieme i libricini che gli avete
comprato, ma permettetegli pure di interessarsi ai vostri libri ed alle vostre riviste.
Anche da poche immagini o da un testo
solo scritto può nascere, con un po’ di fantasia, una storia.
LASCIATE CHE SI SOFFERMI SULLE IMMAGINI CHE PREFERISCE E DESCRIVETELE PER LUI:
CHI, COSA, DOVE,
QUANDO, PERCHÉ, . . .
RIORGANIZZATE I SUOI COMMENTI,
RESTITUENDOGLI FRASI GRAMMATICALMENTE CORRETTE E DI SENSO
COMPIUTO: “PUPA BUA” →”LA PUPA SI
È FATTA MALE ALLA GAMBA”
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UTILIZZATE UN LINGUAGGIO RICCO E VARIO
NELLE INTONAZIONI
ARRICCHITE I SUOI CONTENUTI CON RIFERIMENTI A SITUAZIONI DI VITA VISSUTA:
“GATTO BISCOTTO” → “ANCHE IL GATTO DI
NONNA TI HA RUBATO UNA VOLTA IL BISCOTTO”
SEMPLIFICATE E DATE COERENZA AL TESTO
DELLA SUA STORIA PREFERITA, SE TRAMA E
LINGUAGGIO SONO TROPPO COMPLESSI E DISPERSIVI
RICORDATE CHE È ANCHE DIVERTENTE METTERE “IN SCENA” UNA STORIA LETTA, INTRODUCENDO PERSONAGGI ED OGGETTI GIOCATTOLO
SPOSTATE PROGRESSIVAMENTE LA SUA ATTENZIONE SULL’ASCOLTO DI STORIE SOLO
NARRATE, SENZA IMMAGINI
ANNOTAZIONI
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E se il vostro bambino ha superato i
tre anni, dice e comprende tutto, ma
lo capite ancora solo voi?
Chiedete informazioni e suggerimenti al logopedista.
Non sempre avrà una risposta, ma
spesso potrà aiutarvi a trovarne una.
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progetto realizzato nell’ambito del
Programma delle Attività Territoriali 2008-2010
Distretto Sanitario 9
Direttore Dott.ssa Maria Ferraresi
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