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INDICE
Cap.1
Introduzione
Cap.2
La Società della Salute e il Piano Integrato di Salute
Cap.3
Il percorso di formazione del PIS e rapporto con le diverse
componenti coinvolte
Cap.4
La visione di sistema e le azioni strategiche
Cap.5
La regolamentazione unitaria dei 15 comuni della Valdera
Cap.6
Gli indirizzi di zona
Cap.7
La programmazione dei servizi territoriali
Cap.8
Il piano delle strutture socio-sanitarie
Cap.9
Il governo della domanda
Cap.10
La carta di cittadinanza
Cap.11
L’evoluzione della sperimentazione
Cap.12
Indice completo del PIS della Valdera 2006-2008
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1. INTRODUZIONE
Quando parliamo di salute ci riferiamo, secondo la definizione enunciata
dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ad uno stato di completo benessere
fisico, mentale e sociale e non alla semplice assenza dello stato di malattia e di
infermità.
Trattare di politiche per la salute, in base a questo assunto, significa
occuparsi di tutte le questioni che, in maniera diretta o indiretta, incidono sulla
qualità della vita. E’ infatti statisticamente verificabile che si vive meglio e ci si
ammala di meno in presenza di un contesto ambientale, economico, culturale e
sociale favorevole.
La Società della Salute rappresenta lo strumento per realizzare ed
interpretare questa nuova concezione della salute: è infatti un Consorzio di funzioni
costituito in via sperimentale tra l’Azienda sanitaria locale e i comuni della zona,
cui partecipano direttamente anche le organizzazioni del Terzo Settore ed i
rappresentanti dei medici e dei pediatri. Si tratta di un modo relativamente
innovativo di concepire il sistema locale: attraverso il senso di appartenenza alla
comunità e lo sviluppo di modelli di integrazione solidale al suo interno, si vuole
costituire un contrappeso alla deriva della globalizzazione, che genera processi nei
quali le persone sono sempre meno artefici del proprio destino.
Attraverso la SdS si è intrapreso un percorso per tendere ad una effettiva
integrazione delle politiche sociali, socio-sanitarie e sanitarie territoriali, con
l’obiettivo finale, difficile ma raggiungibile, di fare in modo che ogni cittadino possa
vedere affrontati i propri problemi di salute in forma unitaria. Il Piano Integrato di
Salute approntato in Valdera per il triennio 2006-2008, realizzato con il
coinvolgimento diretto di tutte le istituzioni e categorie attive in campo sociosanitario e di rappresentanze della comunità locale, va in questa direzione.
Questo breve opuscolo vuole fornire, per quanto possibile, una sintesi dei
principali contenuti del Piano Integrato di Salute della Valdera, nonché di alcuni
suoi sviluppi successivi, frutto di un lavoro che continua.
Il testo completo del Piano Integrato di Salute è contenuto nel CD ROM
fornito in allegato e scaricabile dal sito internet del Consorzio all’indirizzo
www.sdsvaldera.it dove sono reperibili tutte le principali informazioni (atti,
documenti, notizie) relative alla Società della Salute della Valdera.
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2.
LA SOCIETA’ DELLA SALUTE E IL PIANO INTEGRATO
DI SALUTE
La Società della Salute è un'organizzazione sperimentale, prevista dal Piano
Sanitario della Regione Toscana e poi recepita nella normativa di settore, che ha la
finalità fondamentale di sviluppare le politiche per la salute sul territorio,
perseguendo obiettivi (non nuovi peraltro) di efficacia, efficienza, qualità e
soddisfazione degli utenti.
La Società della Salute è in sostanza un nuovo contenitore, formato dai
comuni di un territorio dato (per noi i 15 comuni della Valdera) e dalla ASL, a cui
possono partecipare, in forma organiche, anche gli enti del settore no profit
(associazioni, cooperative, enti religiosi, etc.) .
L’inclusione in una comune organizzazione di tutti i principali attori locali
mira a creare relazioni più efficaci all’interno del sistema socio-sanitario, in
direzione di una maggiore integrazione coerenza dell’offerta di servizi sul territorio
Per realizzare la sua missione, la SdS Valdera persegue, in linea con le
indicazioni regionali, i seguenti macrobiettivi:
⇒ promuovere la salute, ovvero cercare di assicurare il più possibile le
condizioni perché ciascuno possa tendere ad uno stato di completo
benessere fisico, mentale e sociale;
⇒ prevenire i fattori o comportamenti a rischio per la salute stessa, di
carattere individuale e ambientale;
⇒ assicurare forme adeguate di cura e assistenza territoriale, funzione
questa che rappresenta la parte prevalente dell’attività;
In vista di tali macrobiettivi, l’azione della Società della Salute è caratterizzata
da quattro linee guida qualificanti, che sono in sintesi:
recupero di una forte responsabilità politica, soggetta quindi al controllo del
corpo elettorale, nell’organizzazione locale della sanità, entro le linee guida e
direttive emanate al livello regionale;
coinvolgimento del terzo settore, delle parti sociali e delle diverse espressioni
delle comunità locali nella individuazione dei bisogni di salute e nel processo
di programmazione dei servizi;
coordinamento ed integrazione delle politiche locali, in modo di sviluppare
un quadro d’azione coerente rispetto all’obiettivo “salute”;
integrazione dei servizi e delle competenze di tutti gli organismi e le strutture
attive in campo socio-sanitario;
Il percorso ha prodotto il Piano Integrato di Salute (PIS) per il triennio 20062008, strumento unitario e integrato di programmazione delle politiche per la salute
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dei cittadini della Valdera, che comprende al suo interno la programmazione dei
servizi sociali, socio-sanitari e sanitari territoriali (con esclusione quindi delle
strutture e dei servizi ospedalieri).
Il PIS relativo all’anno zero è composto dalle seguenti sezioni principali
(l’indice analitico è riportato alla fine di questo opuscolo):
pianificazione strategica
analisi del contesto e dei bisogni emergenti
programmazione
regole di funzionamento dei servizi e carta della cittadinanza
Vi sono inoltre allegati gli schemi degli atti amministrativi funzionali
all’attuazione delle previsioni del Piano, le osservazioni formulate dagli organismi
di consultazione e il profilo-immagine di salute della Valdera.
In sintesi il PIS rappresenta la mappa per orientare la rotta del sistema di
servizi socio-sanitari locali, a cui dovranno riferirsi tutti gli operatori ed enti
coinvolti.
Un tema che il PIS non affronta ancora in maniera adeguata, ma lo farà nei
prossimi aggiornamenti, è il sistema di coordinamento e collegamento tra l’attività
ospedaliera e quella territoriale.
La recente evoluzione del presidio ospedaliero in ospedale ad alta intensità
di cure, rende infatti centrale la sua connessione efficiente con i servizi territoriali.
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3.
IL PERCORSO DI FORMAZIONE DEL PIS E RAPPORTO
CON LE DIVERSE COMPONENTI COINVOLTE
Il Piano Integrato di Salute della Valdera per il triennio 2006-2008 è stato
approvato in via definitiva dalla Giunta della Società della Salute della Valdera in
data 11 maggio 2006, dopo essere stato adottato in via preliminare nel mese di
gennaio 2006 e sottoposto nei mesi successivi ad ulteriori fasi di confronto nei
consigli comunali della zona e con gli organismi di partecipazione (Consulta del
Terzo Settore e Comitato di Partecipazione, per un totale di 97 organizzazioni
rappresentate).
Il nuovo strumento di pianificazione per la salute in Valdera è il prodotto di
un percorso fortemente partecipato, che ha visto il coinvolgimento diretto nelle
varie fasi di lavoro di tutte le istituzioni e categorie attive in campo socio-sanitario e
delle diverse rappresentanze della comunità locale: organizzazioni sindacali dei
lavoratori e dei pensionati, medici di medicina generale e pediatri di libera scelta,
rappresentanti del settore no-profit e di altre istituzioni pubbliche, operatori dei
servizi pubblici aziendali e comunali.
In questa prima fase, ciò che conta non è soltanto il prodotto, sicuramente
migliorabile sulla base dell’esperienza man mano acquisita, ma il metodo.
Aprire alla partecipazione le scelte locali in tema di salute significa
riconoscere che la salute è da un lato un tema aperto, a cui ciascuno può
legittimamente portare il proprio punto di vista, dall’altro una dimensione
complessa, per il cui effettivo governo è necessario il coinvolgimento responsabile
di più organizzazioni e figure professionali.
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4. LA VISIONE DI SISTEMA E LE AZIONI STRATEGICHE
Il socio-sanitario è sicuramente uno dei comparti più complessi della pubblica
amministrazione moderna. In esso sono presenti una vasta platea di attori pubblici
e privati con competenze spesso intersecate, elevatissimi volumi di spesa, forti
interessi economici, grande attenzione dei cittadini.
La complessità richiede, al di là dell’elencazione analitica di obiettivi,
programmi, procedure, metodi, strumenti e responsabili per le azioni richieste, il
riferimento a strategie e modelli che possano orientare l’azione dei diversi soggetti
coinvolti, cui rimane il compito di individuare volta in volta le soluzioni più adatte,
coerenti con l’impostazione adottata.
La visione che vogliamo condividere, in modo che tutti possano tendere ad
essa, è quella di una comunità locale solidale, in cui ciascuno trovi risposta alle
proprie necessità e valorizzazione delle proprie potenzialità.
In funzione di questa visione, sono stati individuati tre obiettivi di tipo
trasversale, da diffondere a tutti i livelli e tra tutti gli operatori, che rappresentano
un orientamento generale ma non generico per muovere i diversi pezzi del sistema
nella direzione desiderata.
Gli obiettivi individuati sono:
partecipazione
integrazione
comunicazione
a cui ci si è riferiti costantemente sia nella progettazione delle cose da fare, sia come
metro per valutare ogni fase del percorso realizzato.
Si tratta, ovviamente, di temi già presenti in tutto il quadro normativo e di
pianificazione più recente, posti ad obiettivo anche dalla Regione.
La partecipazione diffusa di tutte le componenti coinvolte ha perciò
caratterizzato l’intero percorso di programmazione in Valdera, mentre
l’integrazione (nelle sue diverse accezioni di cui si fa cenno più avanti) è stata
assunta come riferimento costante nell’analisi dei servizi e degli interventi, sia di
quelli in atto che in fase di progettazione.
La comunicazione, infine, seppure tema oggi molto comune e spesso
inflazionato, rappresenta un fattore di assoluta importanza in campo sanitario.
Poter conoscere agevolmente le abitudini ed i comportamenti corretti per
‘star bene’, le possibilità di cura esistenti, le opportunità di sostegno sul piano
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sociale, costituisce una condizione necessaria (anche se non sufficiente) per
mantenere o migliorare le proprie condizioni di salute.
In campo socio-sanitario, i cittadini, in linea prevalente, accedono alle
informazioni per via mediata; al di là dell’informazione di base (dove si trova un
servizio, come vi si accede, quanto costa), la conoscenza di ciò che ci serve ha
bisogno di essere veicolata da un addetto ai lavori, in grado di orientare le scelte da
compiere, collegare le informazioni interdipendenti, qualificare un dato di per sé
neutro.
La condizione più importante, allora, è mantenere informata la rete degli
operatori, anche oltre i rispettivi (e ristretti) campi d’azione, affinché qualsiasi nodo
della rete sia in grado di offrire un minimo di informazione efficace.
Ampliando il concetto, si può indicare come schema funzionale efficace la
centralizzazione delle funzioni specialistiche che debbono però, grazie all’impiego
dei moderni strumenti di comunicazione, essere disponibili su domanda nei punti
di accesso periferici della rete.
Dal punto di vista dell’utente finale, la possibilità di accedere ad
informazioni esaustive in tempi brevi costituisce indiscutibilmente un vero e
proprio determinante di salute.
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5.
LA REGOLAMENTAZIONE UNITARIA DEI 15 COMUNI
DELLA VALDERA
Pensare la programmazione territoriale in termini di integrazione (delle
politiche, degli attori, del territorio) significa dotarsi anche di strumenti normativi
adeguati, di strumenti che esplicitino una condivisione di intenti, finalità e percorsi.
La realizzazione di un Regolamento unitario dei servizi sociali e socio-sanitari
in Valdera parte proprio dalla necessità di attrezzarsi in modo coerente per tradurre
la programmazione integrata in una reale politica integrata dei servizi, superando
differenze e divaricazioni tra territori confinanti e organismi gestori poco
comprensibili agli utenti finali.
Il percorso, che ha visto la Società della Salute già impegnata nel 2005, è
iniziato con il coinvolgimento diretto di coloro che sono chiamati ad applicare il
regolamento, in primo luogo i responsabili delle Unità Funzionali dei servizi sociali
delle tre zone dell'ASL 5.
I numerosi incontri di lavoro hanno portato alla stesura di una prima versione
del regolamento generale, per passare poi, attraverso il lavoro di gruppi tematici,
all'elaborazione delle prime bozze dei singoli disciplinari settoriali.
I testi finali inseriti nel Piano Integrato di Salute sono stati presentati alla
Giunta della SdS Valdera per una visione preliminare, sono stati oggetto di
concertazione con le rappresentanze sindacali, di condivisione con gli organi
partecipativi della SdS. Valdera (Consulta del terzo settore e Comitato di
Partecipazione) e di approfondimento con i funzionari dei Comuni della Valdera.
Dai rappresentanti di ciascuna istituzione è arrivato un contributo importante,
sia in termini di stimolo che di suggerimenti e proposte; il lavoro congiunto ha
permesso di valutare attentamente le tematiche affrontate attraverso angoli visuali
differenti legati all’esperienza ed alla realtà operativa di ciascuno.
La Valdera dispone ora di una regolamentazione unitaria che uniforma le
procedure relative ai servizi sociali e socio-sanitari erogati dall’Azienda sanitaria
locale e dai 15 comuni della Zona.
Il nuovo regolamento verrà sottoposto ad attenta valutazione di impatto nei
prossimi mesi, per verificarne la funzionalità ed efficacia e proporre eventuali
aggiustamenti.
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6.
GLI INDIRIZZI DI ZONA
Oltre a recepire pienamente le indicazioni del Piano Sanitario Regionale, per
quanto compete al governo dei servizi territoriali e sociali di zona, la SdS Valdera
ha voluto rimarcare nel Piano Integrato di Salute alcune (in parte ulteriori) linee di
indirizzo da porre a riferimento della programmazione operativa. Esse devono
andare a costituire un punto di riferimento per i responsabili della pianificazione
operativa delle attività e dei servizi.
I temi-obiettivo individuati dalla Giunta della SdS sono stati i seguenti:
a. Fare della salute un tema politico, che riguarda tutti
Attivare il livello locale, anche in virtù della sua potenziale efficacia
relazionale ed operativa, implica investire il livello politico zonale di una precisa
responsabilità di governo del sistema socio-sanitario territoriale, anche in
termini economici.
L’introduzione della SdS non nasce con lo scopo di creare un ulteriore
livello decisionale in un contesto in cui esiste già un elevato riparto di
competenze, ma dalla necessità di rafforzare la zona (Valdera) come ambito e
sistema di programmazione territoriale, integrando in unico contenitore
organizzativo i molteplici interessi in gioco.
Occorre allora favorire ed accrescere la partecipazione alla definizione dei
programmi di tutti gli attori coinvolti nell’erogazione delle prestazioni,
individuando quale attuatore degli interventi il soggetto o ente più prossimo agli
utenti che sia in condizione di operare con maggiore efficacia ed efficienza
(principio di sussidiarietà orizzontale).
Il sistema sanitario, sulla base delle tendenze attuali, sarà presto chiamato ad
effettuare delle scelte in termini di costi-benefici; è importante che la società
civile sia coinvolta nelle decisioni, in modo che possa dare il proprio contributo
anche in termini di maggiore partecipazione attiva ai servizi.
Questa impostazione, per essere effettiva, deve essere sostenuta da un
sistema di comunicazione e di relazioni strutturato e ad accesso diffuso.
b. Riduzione delle disuguaglianze nella salute
La salute e le malattie presentano una distribuzione diseguale sulla
popolazione, che vede avvantaggiate le classi sociali più elevate, sia che si
utilizzi come parametro di vantaggio il reddito, l’occupazione, il livello di
istruzione o altri indicatori dello status socioeconomico.
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Anche in Europa esiste un gap compreso tra 9 e 12 anni (in base ai
parametri di calcolo utilizzati) nell’aspettativa di vita senza disabilità tra le
persone ricche e quelle povere.
Questo dato deve spingere alla elaborazione di strategie di prevenzione e
promozione della salute che consentano di raggiungere le categorie di
popolazione più fragili, per non generare un ampliamento del divario esistente.
In particolare, si ritiene di dover sviluppare le cosiddette life skills, cioè quelle
competenze cognitive, sociali e relazionali che consentono di affrontare in
modo efficace le esigenze della vita quotidiana, rapportandosi con fiducia a sé
stessi, agli altri ed alla comunità.
In questo senso, l’azione per la tutela della salute si estende a tutto il settore
della educazione-istruzione-formazione, riconducendoci di nuovo alla necessità
di un approccio multi-disciplinare.
c. Promozione dei processi di integrazione
E’ necessario promuovere e sostenere azioni coordinate ed integrate sul
territorio, coinvolgendo gli operatori pubblici e privati e realizzando percorsi
assistenziali unificati, ponendo attenzione a salvaguardare la flessibilità e la
ricchezza che deriva dalla diversità.
L’integrazione deve realizzarsi dai punti di vista:
territoriale, (cioè la definizione di politiche e programmi che
afferiscano ad un’area sovra-comunale, in modo da assicurare
un’allocazione efficiente delle risorse ed una distribuzione razionale
dell’offerta di servizi),
settoriale, (cioè lo stretto raccordo e coordinamento delle politiche
specifiche di settore , per generare sinergie, percorsi integrati di
sviluppo della persona, condivisione di risorse)
pubblico-privato, (cioè il ricorso alle competenze e potenzialità della
società civile per una maggiore incisività all’azione pubblica)
professionale (cioè l’integrazione sinergica delle competenze degli
operatori).
La crescente complessità e frammentazione della società moderna ha richiesto
una progressiva specializzazione dei servizi e della Pubblica Amministrazione, con
separazione di competenze sia su base territoriale che funzionale, fino al punto di
generare difficoltà di ricomposizione di quadri di intervento unitari.
d. Sostegno della famiglia
Sebbene l’attuale modello di welfare sia fondato su una base di attori allargata,
la famiglia rimane uno dei pilastri del sistema; se la famiglia non svolge il proprio
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ruolo educativo e di sostegno rispetto ai propri membri, è a rischio la stessa natura
pubblica del servizio sanitario e sociale, che non può essere mantenuto dalla sola
Pubblica Amministrazione.
E’ indispensabile sostenere la famiglia nelle sue varie fasi di evoluzione e
cambiamento, ordinarie o patologiche, tenendo presente l’indebolimento dei valori
etici e solidali di riferimento e l’aumento sensibile di nuclei mono-parentali e senza
prole.
In concreto, si prevede di
rafforzare i consultori e realizzare (o potenziare laddove esistono)
progetti di sostegno alle problematiche familiari (soprattutto abitazione e
lavoro);
sostenere attivamente le famiglie in cui sono presenti persone e situazioni
che richiedono risorse specifiche e impegno costante (disabili, anziani
non autosufficienti, malati gravi), con i progetti di assistenza domiciliare
e regolarizzazione della badanti (vedi oltre);
sviluppare una rete solidale di prossimità in favore dei nuclei in cui sono
presenti anziani soli privi di sostegno parentale (questa linea di
intervento è già stata promossa dalla regione con il progetto “Estate
Anziani”, con il quale le associazioni di volontariato di prendono carico
nei mesi estivi delle necessità degli anziani soli).
e. Sviluppo di un approccio multi-disciplinare alla salute
Si tratta della necessità, gia enunciata in precedenza, di far sì che concorrano
al governo della salute una serie di politiche, sociali, culturali, formative, del
lavoro etc., che influenzano nel loro insieme il benessere psico-fisico delle
persone.
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7. LA PROGRAMMAZIONE DEI SERVIZI TERRITORIALI
La ri-valutazione del sistema dei servizi sociali, socio-sanitari e sanitari
territoriali costituisce il cuore della sperimentazione della Società della Salute.
La SdS della Valdera si è posta l’obiettivo di sperimentare tale azione
programmatoria sviluppando una riflessione a trecentosessanta gradi su tutto il
sistema dei servizi presenti sul territorio, a partire da alcuni indirizzi fondamentali
che determinano il senso e la significatività stessa della SdS:
La contestualizzazione dei problemi di salute - la valutazione di quali
problemi di salute sono prioritari in Valdera e quali determinanti
incidono in questo specifico contesto. Tale scelta si è concretizzata
attraverso le analisi sviluppate nel Profilo e nell’Immagine di Salute della
Valdera.
L’integrazione – è una delle scelte di fondamentali che motivano la SdS:
integrazione di visioni, competenze, professionalità, risorse, ambiti
d’intervento, strutture organizzative, e costituisce un obiettivo specifico
della programmazione.
La partecipazione – segue all’integrazione e consente l’effettiva
valorizzazione di tutte le risorse, il coinvolgimento e la
responsabilizzazione dell’intera comunità locale in tutte le sue
componenti rispetto ai problemi di salute.
L’appropriatezza, l’efficacia e l’efficienza – sono obiettivi fondamentali per la
tenuta del sistema dei servizi, che è chiamato a rispondere a bisogni
nuovi e sempre più complessi.
L’uniformità e l’omogeneità – ovvero la distribuzione dei servizi su tutto il
territorio, con le stesse modalità di erogazione e di accesso.
In questa prospettiva è stato elaborato un modello di programmazione
articolato principalmente per aree di intervento in base ai principali destinatari delle
azioni.
Riportiamo di seguito, in estrema sintesi, i risultati più significativi della
programmazione per ciascuna area.
a. Minori 0-3 anni e Responsabilità familiari
Nell’area dello 0-3 anni la programmazione del PIS si è focalizzata
essenzialmente sulla riorganizzazione delle Attività Consultoriali,
individuate come baricentro logistico e funzionale degli interventi di
sostegno alla famiglia.
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b. Minori 3-14 anni, Adolescenti e Giovani
Per quest’area di lavoro la programmazione del PIS ha messo in
evidenza la necessità di:
avviare un progetto di Spazio Neutro, per la realizzazione di incontri
protetti tra minori e i loro genitori, per i quali un’ingiunzione del
tribunale prevede la necessità di una presenza educativa di mediazione e
protezione nel momento dell’incontro
estendere l’esperienza dei punti Azimut, attraverso l’apertura di almeno
un altro punto per la gestione del servizio di assistenza educativa
sviluppare progetti per la fascia d’età dell’Arco Medie (oggi pressoché
inesistenti);
monitorare ed estendere le buone prassi delle esperienze di sostegno ai
compiti scolastici realizzate sul territorio, anche in maniera informale
riorganizzare l’attività dei Centri di Aggregazione Giovanile e del
Lavoro di Strada, collegando strettamente le due attività e realizzando
almeno cinque centri di aggregazione con un forte indirizzo anche
all’autogestione
riorganizzare l’attività dell’Informagiovani, collegandovi anche quella
dei Centri di Aggregazione Giovanile e creando quattro centri principali
sul territorio, magari differentemente specializzati
c. Anziani
Nell’area di lavoro anziani sono emerse come aree prioritarie di
programmazione:
La promozione della socializzazione come strumento per il
mantenimento dell’autosufficienza; a questo proposito la scelta è quella
di promuovere su tutto il territorio l’esperienza dei Centri Sociali per
Anziani, essenzialmente autogestiti, con l’obiettivo di realizzarne uno in
ogni Comune nell’arco dei tre anni
Il sostegno alle persone anziane e alle loro famiglie attraverso la
riorganizzazione dei servizi di assistenza domiciliare; tale scelta si è
esplicata nei progetti per la sperimentazione dei buoni servizio e la
costruzione di un albo zonale di assistenti familiari, formate attraverso
specifico corso di formazione, che risponda in parte anche
all’organizzazione dei servizi attualmente offerti dalle badanti
Il potenziamento delle opportunità di ricovero in RSA, attraverso un
incremento di circa 100 posti nei prossimi tre anni
d. Disabili
Per l’area della disabilità, oltre ad una revisione complessiva
dell’intero sistema dei servizi, la proposta è quella di una riorganizzazione
dei servizi semiresidenziali nella direzione di una maggiore flessibilità degli
accessi e della creazione di un nuovo spazio per persone disabili medio-lievi,
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aperto all’interazione con i Centri di Aggregazione Giovanile e con le altre
proposte per l temo libero del territorio, con laboratori occupazionali,
creativi ed espressivi modulari e flessibili, con proposte di attività motoria e
sportiva.
e. Salute Mentale
La riprogrammazione dei servizi nell’area della Salute Mentale ha posto
in evidenza:
le proposte socio-riabilitative per il tempo libero, anche in collegamento
con le attività dei Circoli di Studio e con l’attività ordinaria delle
Associazioni sportive, culturali e sociali del territorio
l’offerta di servizi residenziali, soprattutto nella direzione delle
esperienze di convivenza guidata, sperimentate anche in altri settori di
intervento
le esperienze di inserimento lavorativo in ambiente agricolo attualmente
in atto
la riorganizzazione dei servizi territoriali di diagnosi e cura con
l’apertura della nuova sede di Fornacette, rivolta agli utenti in età
evolutiva.
f. Dipendenze
Per l’area delle dipendenze, oltre alla messa a punto del progetto di
costruzione della nuova struttura residenziale che sorgerà nel territorio della
Valdera, il lavoro maggiormente significativo è stato quello di
coordinamento della programmazione e della regolamentazione degli
accessi ai servizi residenziali con le altre Società della Salute dell’Azienda
USL 5.
g. Immigrazione
Nell’area dell’immigrazione la programmazione ha visto emergere la
necessità da un lato di confermare, potenziandoli – ove già presenti - e
sviluppare, dall’altro servizi di
sportelli di orientamento e consulenza decentrati sul territorio, orientati
anche verso la risoluzione della conflittualità interetnica nelle aree a
maggior concentrazione di immigrazione;
servizi di accoglienza e mediazione linguistica nella scuola con i bambini
e le famiglie
progetti che mirano all’integrazione in particolare delle donne
progetti per la tutela della salute (comunicazione sui servizi, mediazione
interculturale degli stessi)
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è stata inoltre accolta la proposta del Comune di Bientina di passare ad una
gestione di zona della struttura di accoglienza di secondo livello presente
all’interno del proprio territorio.
h. Povertà
Nell’area delle povertà emergono innanzi tutto i progetti, che poi
afferiscono anche all’area dei minori, di accompagnamento all’inserimento
sociale attraverso le esperienze di convivenza guidata per giovani donne,
giovani uomini e madri con bambini.
Sono inoltre previsti interventi relativamente a pronta accoglienza
abitativa, mensa, docce e banco alimentare.
i. Progetti Trasversali
Sono stati inoltre elaborati alcuni importanti programmi trasversali,
finalizzati ad affrontare problematiche che interessano diverse aree di
programmazione:
Trasporti sociali e sanitari – per una gestione associata a livello di zona dei
servizi di trasporto e una loro riorganizzazione complessiva a partire da
una regolamentazione unitaria
Occupazione – per la gestione integrata tra servizi (in particolare sociale,
salute mentale e dipendenze) degli inserimenti lavorativi
Housing Sociale – per la realizzazione di politiche abitative che tutelino le
categorie più deboli.
Reti Solidali – per la promozione di reti informali di sostegno a livello di
quartiere
Stili di vita sani – per la realizzazione di interventi di prevenzione
Un importante contributo allo sviluppo della programmazione nelle varie
aree considerate è stato offerto dai Medici di Medicina Generale e dai Pediatri di
Libera Scelta, che in virtù della loro particolare posizione di contatto con i cittadini
sono stati coinvolti nel lavoro dei vari gruppi sin dalla fase della rilevazione dei
bisogni e con i quali sarà mantenuto un sistema di relazioni costanti.
SEGUITO, RIPORTIAMO LE SCHEDE SINTETICHE DI ALCUNI PROGETTI OPERATIVI DI
MAGGIORE SIGNIFICATIVITÀ, IN RELAZIONE ALLA LORO PORTATA RELATIVAMENTE
INNOVATIVA PER IL NOSTRO TERRITORIO:
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ATTIVITÀ CONSULTORIALI
A quale problema risponde il servizio:
Le attività consultoriali costituiscono un esempio significativo di risposta al
problema dell’integrazione dei servizi. Si propongono infatti di costituire un punto
di riferimento per i servizi finalizzati alla tutela della salute delle madri e dei loro
bambini nel percorso nascita e nell’età infantile, delle donne nelle varie fasi del ciclo
di vita, i servizi a sostegno della procreazione responsabile e dell’assistenza
all’interruzione volontaria della gravidanza, il sostegno alle responsabilità familiari
e la cura del benessere dell’intero sistema familiare, per la prevenzione dell’abuso e
del maltrattamento, l’educazione all’affettività e alla salute e la consulenza
psicologica e sociale per gli adolescenti.
Il servizio intende inoltre riqualificarsi anche attraverso la connotazione
interculturale delle attività che vi si realizzano, offrendosi come uno strumento
importante per il diritto alla salute e l’integrazione delle persone straniere.
Che cosa offre il servizio:
-
percorso nascita e post-nascita (screening sanitari, corso di preparazione alla
nascita, sostegno all’allattamento al seno, etc.)
-
ambulatorio ostetrico-ginecologico e percorso per l’Interruzione Volontaria
di Gavidanza
-
screening per la prevenzione dei tumori femminili
-
consulenza per la procreazione responsabile, la contraccezione e la sterilità
-
consulenza e formazione per le problematiche familiari e di coppia, per il
sostegno alla genitorialità
-
consulenza per le problematiche legate all’età adolescenziale
-
educazione all’affettività e alla salute, prevenzione del disagio con
adolescenti e giovani
-
consulenza per operatori, educatori dei servizi sociali e educativi
ed inoltre stretta collaborazione con il Centro Affidi e il Servizio Sociale per le
tematiche legate alla tutela del bambino, la prevenzione dell’abuso e del
maltrattamento, il diritto alla famiglia.
A chi si rivolge: il servizio si rivolge a tutte le persone italiane e straniere del
territorio, con particolare riferimento alle donne, ai giovani e agli adolescenti, alle
coppie e alle famiglie, ma anche agli operatori dei servizi educativi.
Come vi si accede: Il Consultorio Principale si trova presso il presidio di Via
Fleming a Pontedera; l’accesso al servizio avviene direttamente negli orari di
apertura e le prestazioni sono gratuite.
Operatività: da gennaio 2007
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UNITÀ DI CURE PRIMARIE
A quale problema risponde il servizio:
Il servizio risponde al bisogno di garantire una maggior continuità nell’assistenza
sanitaria di base per i cittadini e di sviluppare un sistema di coordinamento e
comunicazione realmente efficace tra tutti gli operatori coinvolti nelle cure
primarie. Promuove inoltre, per tale livello di assistenza, la costruzione di un punto
di riferimento territoriale aperto 24h/24h per 365 giorni all’anno, che contribuisca
alla riduzione dell’uso improprio di altri servizi (prontosoccorso, trasporti sanitari,
specialistica, etc.) e introduca nuovi e più funzionali modelli organizzativi nel
sistema delle cure di base.
Costituiscono obiettivi ulteriori:
la promozione di iniziative di prevenzione per patologie ad alta rilevanza
sociale (anche con ambulatori dedicati) e di percorsi assistenziali condivisi
(con appropriato utilizzo della specialistica ambulatoriale distrettuale);
l’adozione di linee guida terapeutiche redatte in base a prove di efficacia
(EBM).
il consolidamento e lo sviluppo dell'assistenza domiciliare integrata (ADI);
lo snellimento delle procedure burocratiche in favore degli assistiti.
Che cosa offre il servizio:
E’ peculiarità del servizio la presenza e reperibilità del personale medico 24h/24h
per 365 giorni all’anno. Pertanto il personale medico dell’UPC sarà sempre
reperibile e svolgerà prestazioni di cura e primo soccorso che non richiedono
l’invio al pronto soccorso (larga parte degli attuali codici bianchi).
A chi si rivolge: a tutti i residenti della zona del presidio de La Rosa, con
possibilità di accesso per primo soccorso anche di residenti in altre aree.
Come vi si accede: l’Unità di Cure Primarie si trova presso il presidio sociosanitario de La Rosa; l’accesso al servizio avviene direttamente o a mezzo telefono,
attraverso una linea dedicata.
Operatività: da ottobre 2006
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HOUSING SOCIALE
A quale problema risponde il servizio:
Il problema dell’emergenza abitativa è stato segnalato in maniera unanime dagli
operatori e dai cittadini che hanno collaborato alla stesura dell’immagine di salute
del territorio. Le difficoltà economiche che si collegano alla possibilità di garantirsi
un alloggio adeguato, tanto di proprietà, che in locazione, riguardano fasce sempre
più ampie di popolazione, dalle giovani coppie, agli anziani, dalle persone
straniere, dai giovani lavoratori, alle famiglie numerose.
Tali difficoltà aprono la strada a percorsi di impoverimento e disagi che
coinvolgono e si ripercuotono sulla salute delle persone.
Che cosa offre il servizio:
Viene costituita una vera e propria agenzia immobiliare con finalità sociali
(Agenzia Sociale per la Casa) che da un alto si occuperà di reperire offerta di alloggi
attraverso tutti i circuiti attivabili a livello locale dai partecipanti, dall’altro di
sostenere le relazioni proprietario-inquilino attraverso azioni di accompagnamento,
mediazione, risoluzione dei conflitti. Sarà anche deputata ad attivare, in stretta
connessione con gli enti locali, tutti gli strumenti di agevolazione e sostegno
economico, diretto ed indiretto, per le fasce deboli.
A chi si rivolge:
Il servizio si rivolge a tutte le persone italiane e straniere del territorio, che hanno
difficoltà ad accedere al mercato locativo.
Come vi si accede:
L’accesso sarà diretto senza formalità specifiche iniziali.
E’ in fase di
individuazione la sede dell’Agenzia Sociale, che avrà sede principale a Pontedera e
sezioni distaccate in alcuni comuni
Operatività: da gennaio 2007
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BUONI SERVIZIO PER ASSISTENZA DOMICILIARE
A quale problema risponde il servizio:
Il bisogno di assistenza domiciliare emerge dall’immagine di salute e da tutte le
analisi degli operatori, in quanto costituisce la forma di assistenza più efficace per
consentire di mantenere al proprio domicilio la persona anziana il più a lungo
possibile. Tale è il bisogno di assistenza domiciliare da esprimersi in una domanda
molto differenziata per tipologia e durata dell’intervento: da poche ore settimanali
di semplice compagnia e prossimità, per gli anziani soli ma ancora autosufficienti,
fino ad una permanenza ventiquattro ore su ventiquattro di una badante.
Quest’ultimo fenomeno, in particolare, si è diffuso capillarmente tra le famiglie, e
viene gestito in maniera assolutamente informale, per lo più con persone straniere,
procurando situazioni di disagio tanto per le famiglie che richiedono il servizio, che
per le persone che attualmente si prestano a svolgerlo.
Che cosa offre il servizio:
Il servizio si propone di sperimentare la modalità dei buoni servizio per individuare
una modalità di gestione unitaria che si integri da un lato con l’Assistenza
Domiciliare Integrata svolta da professionisti del settore ed erogata direttamente dal
Servizio Sociale, dall’altro, l’assistenza domiciliare leggera, offerta dalle
associazioni del territorio. Per il cittadino sarà possibile costruire in maniera
personale un progetto di assistenza integrato da vari servizi, all’interno del quale è
prevista la possibilità di “spendere” un buono servizio per usufruire di personale
formato iscritto ad un albo a valenza zonale e disponibile ad un’assistenza familiare
ad ore o continuata (24h/24h), per persone autosufficienti e non. Il progetto
prevede inoltre un corso di formazione di base specificatamente destinato alle
badanti, che alla fine potranno iscriversi all’albo zonale, con una maggior tutela
complessiva del lavoro e delle famiglie.
A chi si rivolge:
Ai cittadini anziani in condizioni di autosufficienza e non, e alle loro famiglie.
Come vi si accede:
Attraverso il servizio sociale.
Operatività: da gennaio 2007
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SPAZIO PERSONE DISABILI MEDIO-LIEVI
A quale problema risponde il servizio:
Un problema fortemente segnalato dalle famiglie delle persone disabili del territorio
della Valdera è quello dell’implementazione e diversificazione dei servizi per i
giovani con disabilità medio-lieve, che terminato il percorso scolastico rivelano
difficoltà significative nei tradizionali percorsi di inserimento lavorativo. D’altra
parte la tipologia di disabilità presentata da queste persone non richiede un
intervento assistenziale della tipologia offerta dai Centri Diurni, ma necessiterebbe
di attività diverse, maggiormente diversificate e flessibili, più orientate alla terapia
occupazionale e maggiormente integrate con le offerte del tempo libero del
territorio.
Che cosa offre il servizio:
Laboratori di terapia occupazionale, laboratori espressivi ed artistici, attività
motoria e sportiva, percorsi formativi e di interazione con le aziende e con le
associazioni del territorio. Le varie opportunità saranno proposte in maniera
modulare e ciclica, in modo da consentire ai giovani e alle loro famiglie di
usufruirne in maniera flessibile, secondo progetti costruiti sugli specifici bisogni
individuali.
A chi si rivolge:
Persone giovani e adulti con disabilità medio-lieve.
Come vi si accede:
Direttamente e su invio del servizio sociale, in seguito alla costruzione di un
progetto individuale
Operatività: da settembre 2007
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8. IL PIANO DELLE STRUTTURE SOCIO-SANITARIE
Nell’ambito del PIS è stata aggiornata l’analisi sullo stato e il fabbisogno di
strutture socio-sanitarie territoriali della Zona Valdera nei vari settori d’intervento,
da cui è risultato il quadro di interventi sintetizzato di seguito.
a. Settore Anziani
Si prevede un marcato ampliamento nel triennio della disponibilità di posti
in RSA per le persone non autosufficienti (attualmente il numero di posti in
Valdera è inferiore alla media regionale), andando a completamento i lavori
delle strutture pubbliche di Casciana Terme (attiva da settembre 2006), Bientina
(2007), Ponsacco (2008) e della nuova struttura convenzionata Villa Margherita
di Pontedera (2007) e ampliando i posti in convenzione nelle strutture private.
Parallelamente, sarà potenziata la disponibilità di posti nei centri diurni,
tenuto conto che l’intervento semi-residenziale rimane prioritario (nella misura
in cui è possibile) rispetto ai ricoveri definitivi in strutture a carattere
residenziale.
b. Area Disabilità
Completamento e potenziamento di spazi di socializzazione rivolti a ragazzi
con disabilità medio-lieve localizzati a Pontedera e Cascine di Buti.
La realizzazione della Casa Famiglia per disabili adulti nella struttura in
costruzione a Fornacette garantirà inoltre una ulteriore risposta a sostegno delle
problematiche più gravi anche dal punto di vista socio-familiare.
c. Salute Mentale
Trasferimento della Casa famiglia di Bientina in locali più ampi e
confortevoli e attivazione di un progetto di convivenza guidata attraverso il
reperimento di un idoneo appartamento.
d. Minori e giovani donne/madri
Costruzione di una nuova struttura per minori a Pontedera , in sostituzione
di quella esistente.
Completamento del progetto di convivenza guidata per giovani o future
madri in un appartamento a Pontedera che potrà ospitare fino a 4 donne con
figli.
Assunzione in carico alla zona della gestione del Centro di seconda
accoglienza per immigrati di Bientina.
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e. Immigrati
Assunzione in carico alla zona della gestione del Centro di seconda
accoglienza per immigrati di Bientina.
f. Povertà
Individuazione di n. 2 punti di accoglienza di carattere temporaneo di cui
uno riservato a giovani uomini in situazione di disagio e l'altro come servizio di
pronta accoglienza per situazioni di emergenza.
g. Dipendenze
E' stato appena avviato il procedimento per la realizzazione della nuova
struttura in sostituzione di quella che attualmente
h. Settore riabilitazione
I servizi di riabilitazione dell'età evolutiva e degli adulti saranno trasferiti
nelle nuove strutture in corso di ultimazione a Fornacette costruite grazie al
coinvolgimento diretto della Misericordia e della Pubblica Assistenza.
i. Presidi territoriali
E' previsto l'ampliamento del distretto socio-sanitario di Ponsacco.
In conseguenza dei trasferimenti indicati ai punti precedenti i servizi
territoriali localizzati a Pontedera saranno oggetto di riorganizzazione e
razionalizzazione generale.
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9.
IL GOVERNO DELLA DOMANDA
Il Piano Sanitario Regionale 2005-2007 indica che i sistemi socio-sanitari a
carattere universalistico, nella loro generalità, stanno andando incontro a sfide di
sostenibilità economica per l’effetto congiunto di tre fattori principali:
•
l’aumento dei consumi sanitari dovuto all’invecchiamento progressivo della
popolazione, dato che gli anziani sono i maggiori consumatori di farmaci e
prestazioni;
•
la tendenza a medicalizzare tutte le problematiche di salute, che potrebbero
talvolta trovare migliori risposte di ordine diverso;
•
l’utilizzazione crescente di tecnologie sofisticate (ed onerose) nelle pratiche
mediche.
Per mantenere l’universalità del sistema con moderati livelli di
compartecipazione, in linea con il modello di welfare europeo, occorre allora
approntare metodi e strategie di governo del sistema che garantiscano
l’appropriatezza ed il controllo delle prestazioni erogate, effettuando le scelte
necessarie in termini di costi-benefici, dato che il mercato non è in grado di
garantire da solo un’allocazione efficiente, efficace, etica e sostenibile delle risorse.
Il ‘governo’ della domanda di prestazioni (farmaceutiche, specialistiche,
diagnostiche, ricoveri..) rappresenta quindi un elemento centrale dell’attività di
governo demandata alla Società della Salute.
Una corretta valutazione del bisogno di salute del territorio dovrebbe tendere a
far emergere l’espressione di domande correlate in maniera abbastanza coerente
all’effettiva incidenza/prevalenza delle diverse patologie, disincentivando domande
inappropriate che spesso celano un bisogno diverso da quello che esprimono e che
possono trovare risposte più efficaci ed efficienti in ambiti diversi.
Tenuto conto che le azioni maggiormente significative in questo campo devono
principalmente essere adottate a livello nazionale e regionale, laddove sono
disponibili gli strumenti di intervento relativi, è possibile tuttavia adottare alcune
buone prassi che contribuiscano ad una maggiore appropriatezza nel contesto
locale.
Nella zona Valdera è stata prevista l’attivazione di un apposito gruppo di
lavoro che integri i vari operatori sanitari prescrittori – medici di medicina generale,
specialisti territoriali e ospedalieri - per la definizione di procedure e strumenti
sistemici che consentano una efficace regolamentazione della domanda stessa.
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10. LA CARTA DI CITTADINANZA
Il progetto Carta della Cittadinanza Sociale, promosso dalla Regione Toscana
prima della sperimentazione della Società della Salute, si pone l’obiettivo di
realizzare un percorso partecipato che definisca gli orientamenti del sistema sociale
e sanitario locale, i livelli essenziali di assistenza e le forme di partecipazione, tutela
e corresponsabilità dei cittadini. A seguito della sperimentazione della SdS Valdera
il progetto Carta di Cittadinanza è naturalmente confluito all’interno del percorso
di elaborazione del Piano Integrato di Salute, secondo le modalità descritte
nell’apposito documento fornito in allegato al Piano.
Nel mese di dicembre 2005 il lavoro del Gruppo Tecnico Operativo della
Carta di Cittadinanza, a cui ha partecipato anche il Comitato di Partecipazione
della SdS Valdera, ha portato all’elaborazione e condivisione di due importanti
elementi per la tutela degli utenti del sistema dei servizi:
La nuova Procedura unitaria per la gestione dei reclami relativi ai servizi
afferenti alla SDS Valdera
La creazione di una Mappa dei Servizi afferenti alla SdS Valdera.
La nuova Procedura per la gestione dei reclami SdS Valdera, che garantisce
risposta scritta all’utente in 30gg (estendibili a 60 gg per i casi di particolare
complessità in ambito sanitario) e il ricorso ad una Commissione mista conciliativa
nei casi di mancata risposta entro i termini e/o di insoddisfazione dell’utente per la
risposta ricevuta, è entrata in vigore il 15 settembre 2006 contestualmente al nuovo
Regolamento unitario dei servizi. Per la presentazione del reclamo l’utente potrà
essere supportato dal Comitato di Partecipazione della SdS Valdera, organismo di
partecipazione statutariamente previsto per la tutela degli utenti.
Sempre nel mese di settembre 2006 è stato attivato il nuovo sito internet
all’indirizzo www.valderasociale.it contenente la Mappa dei servizi sociali e sanitari
afferenti alla SdS Valdera. All’interno del sito, che vuole rappresentare una sorta di
guida ai servizi in ambito sociale e sanitario, sono riportate le principali
informazioni utili (descrizione del servizio, orari, riferimenti...) per i vari servizi
disponibili nella zona Valdera. Le informazioni contenute nella mappa saranno
utili in primo luogo per fornire una visibilità generale ai vari e numerosi operatori
dei servizi, ma sono disponibili anche per i cittadini che possono accedervi per via
diretta o per via mediata. Per avere informazioni sui servizi del sistema
sociosanitario della Valdera i cittadini possono infatti consultare direttamente il
sito, rivolgersi ad un operatore mediante chiamata al numero verde di segretariato
sociale Valdera Sociale 800.30.13.30 (attivo dal lunedi al sabato con orari 15.0019.00) oppure richiederle direttamente agli operatori presso uno dei 15 comuni
della zona Valdera.
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11. L’EVOLUZIONE DELLA SPERIMENTAZIONE
L’evoluzione della sperimentazione promossa dalla regione Toscana volge
ormai verso l’epilogo.
E’ largamente condiviso l’orientamento di stabilizzare nel sistema la nuova
istituzione consortile Società della Salute, mentre è ancora aperto il dibattito e il
confronto su quale debba essere il modello funzionale più adeguato.
La zona Valdera ha scelto fin dall’inizio un modello leggero, nell’intento di
evitare dispersione di risorse verso apparati burocratici e sovrastrutture tecniche
che, pur motivate nella loro origine da situazioni di relativa inefficienza dell’attuale
organizzazione, rischiano di duplicare o deresponsabilizzare i centri di
responsabilità.
Abbiamo pensato alla Società della Salute, nei suoi confini estesi alle
organizzazioni del Terzo Settore, come ad un sistema cooperativo anziché
competitivo, che deve tendere a sfruttare le competenze di ciascuno in vista di un
comune obiettivo.
Le componenti pubbliche della SdS, ASL e comuni, vanno a costituire insieme
nel Consorzio una sorta di holding anche finanziaria: a livello locale, è nel
Consorzio che vengono decise le strategie, programmati gli interventi e allocate in
modo coerente le risorse finanziarie.
Si discute tuttora sulla possibilità che la SdS assuma la titolarità delle gestioni
sociali e sanitarie; da parte nostra confermiamo l’idea che mantenere il Consorzio
nella sfera della programmazione e del controllo, senza assumere la gestione dei
servizi, permette di:
mantenere focalizzata l’attenzione sull’attività di governo, considerato
anche che una pianificazione corretta e dettagliata delle azioni riconduce la
gestione entro vincoli e margini discrezionali ben definiti;
ridurre la complessità della nuova organizzazione, altrimenti chiamata a
confrontarsi con problematiche di ordine contrattuale, di relazionalità
gerarchica interna (tra Direttore Generale ASL e Direttore SdS, tra
quest’ultimo e i dirigenti comunali e aziendali), di intreccio con le gestioni
proprie degli enti consorziati, che rimarrebbero comunque attive in vari
ambiti;
rafforzare l’integrazione tra ospedale e territorio, grazie all’unicità del
soggetto gestore delle funzioni di ordine sanitario e socio-sanitario;
mantenere su uno stesso piano tutte le componenti e gli organismi che
influiscono sulla salute-benessere della collettività locale, non creando cesure
tra i servizi di cui viene assunta la gestione diretta e quelli esclusi;
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non attribuire competenze generali di gestione ad un organismo in cui è
volutamente rilevante il ruolo della parte politica, visto che l’assetto
normativo mantiene una chiara distinzione di ruoli e di responsabilità tra la
parte politica (funzioni di indirizzo, programmazione e controllo) e quella
tecnica (compiti di gestione), valorizzando invece le competenze specifiche
degli attuali gestori dei servizi.
La sperimentazione regionale volge ormai al termine e pare altamente probabile
che le Società della Salute vengano confermate come strumento di governo della
salute a livello locale.
Se così sarà, riteniamo che in Valdera vi siano le basi per realizzare una nuova
organizzazione di sistema più funzionale ed efficace, dove ciascuna componente e
ciascun operatore sono chiamati a svolgere un ruolo attivo e responsabile.
27
12. -
INDICE COMPLETO DEL PIS DELLA VALDERA
TRIENNIO 2006-2008
Piano Integrato di Salute della Zona Valdera -Triennio 2006-2008
INTRODUZIONE
Sezione I - PIANIFICAZIONE STRATEGICA
1. Scenari di riferimento
2. Visione e finalità strategica del sistema locale
3. Modello organizzativo in chiave evolutiva
4. Sistema di relazioni con gli stakeholders
Sezione II - ANALISI DEL CONTESTO E DEI BISOGNI EMERGENTI
5. Profilo e immagine di salute
6. Flussi informativi per l’implementazione del profilo di salute
Sezione III - PROGRAMMAZIONE
7. Indirizzo politico di zona
8. Schemi di programmazione:programmi d’intervento e linee di progettazione
9. Bilancio virtuale del Consorzio
10. Indirizzo per il governo e l’appropriatezza della domanda
11. Raccordo con altre programmazioni settoriali influenti sulla salute
12. Ricognizione e piano di utilizzazione delle strutture socio-sanitarie
13. Indirizzo per lo sviluppo della qualità dei servizi
14. Indirizzo per la redazione dei piani formativi
15. Piano di comunicazione del Consorzio per l’anno 2006
Sezione IV - REGOLE DI FUNZIONAMENTO DEI SERVIZI E CARTA DELLA CITTADINANZA
16. Regolamento unitario dei servizi sociali e socio-sanitari
17. Disciplinari di funzionamento dei servizi
a. Servizi di assistenza domiciliare e di sostegno alle responsabilità familiari
b. Servizi residenziali e semi-residenziali
c. Servizi per i minori
d. Sostegno economico alle persone in stato di bisogno
e. Servizi per la disabilità
18. Carta della Cittadinanza
a. Carta dei Valori
b. Struttura e funzionamento della mappa dei servizi
c. Tutela e partecipazione nel sistema
d. Schema per la determinazione dei livelli essenziali di assistenza sociale
ALLEGATO A – Prospetto riassuntivo della programmazione integrata zonale
ALLEGATO B – Resoconto del percorso di confluenza nel PIS della Carta di Cittadinanza
ALLEGATO C – Accordo di programma per l’attuazione del Piano Integrato di Salute
ALLEGATO D – Patto per la Salute da sottoscrivere dalla SdS Valdera e dalle organizzazioni che partecipano
alla realizzazione del PIS
ALLEGATO E – Convenzione per la delega all’azienda Usl di attività e servizi sociali e socio-sanitari
ALLEGATO F – Osservazioni degli organismi di consultazione al testo preliminare del PIS Valdera 2006-08
Volume
“Profilo e Immagine di Salute della Valdera – Una rappresentazione della salute a livello
territoriale”
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IL TERRITORIO DELLA SOCIETA’ DELLA SALUTE DELLA VALDERA
Comuni di Bientina, Buti, Calcinaia, Capannoli, Casciana Terme, Chianni , Crespina, Lajatico,
Lari, Palaia, Peccioli, Ponsacco, Pontedera, S. Maria a Monte, Terricciola e Azienda USL n.5
CONSORZIO PUBBLICO DI FUNZIONI
internet http://www.sdsvaldera.it
Sede legale: via Fantozzi, 14 – 56025 – Pontedera (PI) – tel. centralino 0587.273.111 – fax 0587.273.519
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