il sistema ticonico La Vita Tycho Brahe (14 dicembre 1546 – 24 ottobre 1601), detto anche Ticone o Tyge, è stato un astronomo danese di nobili origini Iniziò dal 1559 a studiare filosofia e retorica a Copenhagen Nel 1565 entrò all'Università di Rostock e nel 1568 a quella di Basilea Nel giardino del console di Augsburg realizzò nel 1570 il suo primo grande quadrante astronomico Nel 1576 ricevette dal re Federico II di Danimarca l'incarico di realizzare un osservatorio sull'isola di Hveen Assertore dell'immobilità della Terra, rifiutava tuttavia il sistema copernicano Dopo una lunga peregrinazione nel nord Europa, Brahe fu chiamato a Praga nel 1599 dall'imperatore Rodolfo II (1552-1612) Nei due ultimi anni di vita, dedicati a cercare di definire il proprio sistema del Mondo, ebbe come assistente Johann Kepler (1571-1630) Osservatori Il re Federico II di Danimarca e Norvegia, impressionato dalle osservazioni di Brahe del 1572, finanziò la costruzione di due osservatori a Hveen: Uraniborg e Stjerneborg Uraniborg divenne uno dei primi istituti di ricerca. A scopo di pubblicazione, Brahe possedeva una pressa da stampa e una cartiera Progresso nella scienza astronomica non con l'occasionale osservazione casuale, ma solo con un osservazione sistematica e rigorosa, tramite l'uso di strumenti accurati Fu in grado di migliorare strumenti esistenti e di crearne di nuovi A causa di disaccordi con il nuovo re Cristiano IV di Danimarca, si spostò a Praga nel 1599. Sponsorizzato da Rodolfo II imperatore del Sacro Romano Impero, costruì un nuovo osservatorio (in un castello a Benátky) dove lavorò fino alla sua morte Cassiopea Nel novembre 1572 Brahe osservò una stella molto luminosa apparsa nella costellazione di Cassiopea Si riteneva fin dall'antichità che il mondo delle stelle fisse fosse eterno e immutabile il fenomeno era dovuto a qualcosa nell'atmosfera terrestre Brahe osservò che la parallasse non cambiavaoggetto molto distante (un oggetto vicino avrebbe dovuto cambiare la sua posizione relativamente allo sfondo) Pubblicò un piccolo libro, De Stella Nova (1573), coniando il termine nova per una "nuova" stella (oggi sappiamo che quella stella era una supernova) La relazione tra la distanza e la parallasse è data dalla formula: d = r / sen α nella quale d è la distanza della stella, r è la base di triangolazione (il semiasse maggiore dell'orbita terrestre) e α è l'angolo di parallasse La Cometa Durante i lavori di costruzione, comparve nel 1577 una grande cometa La ridotta parallasse diurna (come nel caso della nova) portò Brahe a stabilire che nemmeno la cometa era un fenomeno atmosferico, bensì un corpo celeste in moto attorno al Sole Nel suo moto circumsolare la cometa avrebbe dovuto attraversare le sfere cristalline di Mercurio, di Venere, del Sole e di Marte La conclusione incrinava il sistema tolemaico: provata l’inesistenza delle sfere cristalline dove i pianeti sarebbero stati incastonati Sarà il primo a trasformare il significato del termine latino 'orbis' Il Nuovo Sistema Duplice esigenza: mantenere la funzionalità del sistema copernicano, senza mettere in discussione le credenze religiose Inoltre non voleva andare contro la tradizione aristotelica, che voleva la Terra ferma al centro dell'universo finito Nasce un sistema ibrido (tra copernicanesimo e aristotelismo) La Terra sta ferma al centro dell’Universo e intorno a lei girano la Luna e anche il Sole Intorno al Sole girano tutti gli altri pianeti Opere De Nova Stella (1573) Trattato in cui contraddiceva la convinzione di origine aristotelica che i cieli e le stelle fossero fissi e immutabili De Mundi Aetherei Recentioribus Phaenomenis (1577) La Luna, il Sole e le stelle giravano intorno alla Terra immobile, mentre Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno giravano intorno al Sole che a sua volta li trascinava intorno alla Terra Astronomiae Instauratae Mechanica (1598) Costituisce una sorta di testamento spirituale dell'autore, che con essa ci tramanda la sua autobiografia e la descrizione accurata dei suoi strumenti. Si possono anche vedere lo stesso Tycho e la moglie, nei costumi dell'epoca, intenti alle osservazioni. Curosita’ Quando era ancora studente, durante una danza a casa di un professore, Brahe arrivò a sfidare a duello un compagno di studi che aveva osato mettere in dubbio le sue capacità matematiche. Il sussequente duello nel buio gli costò il setto nasale. Per il resto della sua vita dovette portare una piastra d'argento. (Per la verità, quando la tomba di Brahe venne aperta nel 1901 e i suoi resti furono esaminati da medici esperti, la cavità nasale del teschio era bordata di verde, segno di esposizione al rame). La megalomania di cui soffriva lo portò a tiranneggiare i poveri abitanti dell'isola di Hveen. Si circondò persino di una incredibile "corte" con tanto di "nano-buffone" che pranzava sotto la tavola Brahe morì nel 1601, molti giorni dopo lo scoppio della vescica durante un banchetto. Si disse che abbandonare il banchetto prima della conclusione sarebbe stato l'apice delle cattive maniere, quindi preferì rimanere. Recenti investigazioni fanno supporre che Brahe non morì direttamente per questa causa, ma potrebbe essersi avvelenato involontariamente, somministrandosi delle medicine contenenti mercurio (Brahe seguì degli studi di alchimia nella sua vita, comunque sembra che non ne abbia lasciato tracce o le abbia distrutte). Importanza Scientifica Benché la sua teoria non rappresentasse una grande passo in avanti per la definizione della geometria dell'universo, Brahe ebbe una grande importanza nell'ambito della scienza astronomica Rappresentò uno dei primi esempi di ricercatore capace di condurre un lavoro sperimentale serio e rigoroso. Infatti gli uomini di scienza dell’epoca si rifacevano ancora ai dati sperimentali tolemaici Capì l'importanza per la scienza moderna di effettuare un costante aggiornamento e perfezionamento non accontentandosi di una considerazione puramente teorica dei sistemi. Si dedicò a una raccolta sistematica di osservazioni astronomiche incluso un catalogo di circa 1000 elementi che fu pubblicato da Keplero nel 1603 L’accuratezza e la precisione delle osservazioni di Tycho fu di gran lunga superiore a quella dei migliori astronomi che lo precedettero, poiché grazie ai fondi di cui disponeva perfezionò gli strumenti di osservazione: aumentò le dimensioni, determinò i limiti di precisione e tarò ciascun strumento determinandone il relativo margine d’errore