Archivio Storico
NEWSLETTER N. 25
MAGGIO 2015
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EDITORIALE
Le carte Mattioli presentate al pubblico
EDITORIALE
Le carte Mattioli
Terminato l’inventario delle carte
1946-1972, presentato il 24 marzo
al pubblico
IN QUESTO NUMERO p. 1
IN PRIMO PIANO
Antonio Confalonieri
Studioso, banchiere, gentiluomo.
Un convegno a vent’anni
dalla scomparsa
p. 2
PUBBLICAZIONI
Bernardino Nogara
Il carteggio da Costantinopoli:
un’importante testimonianza negli
anni della prima Guerra Mondiale
p. 4
IN REDAZIONE
Direzione
Francesca Pino
Coordinamento
Barbara Costa
Realizzazione editoriale
Nexo, Milano
Hanno collaborato
a questo numero
Marta Boneschi
Francesco Cesarini
Giuseppe Recchia
Chiara Rinaldi
Newsletter a cura di
Archivio Storico Intesa Sanpaolo
Via Morone 3 - 20121 Milano
Francesca Pino
Si è conclusa con una vivace presentazione al pubblico l’opera (quasi ventennale) di acquisizione, riordinamento e inventariazione dell’insieme delle Carte Mattioli. Tra i presenti, accanto alla famiglia Mattioli, studiosi, cultori della memoria del banchiere e molti donatori di carte e fotografie, che sempre ringraziamo.
L’incontro del 24 marzo presso il Centro Congressi Cariplo ha offerto un approfondimento della valenza di questo
fondo archivistico per le ricerche di storia ‘globale’ del Novecento, scaturito dalle relazioni di Giovanni Bazoli e
Antonio Patuelli, di Maurizio Savoja, di Sandro Gerbi e Daniela Felisini, ai quali tutti va la nostra gratitudine.
L’introduzione alle Carte – sintetica guida ai Documenti e fotografie della maturità – è stata pubblicata da Ulrico Hoepli Editore ed è impreziosita da un apparato iconografico perlopiù inedito.
Così l’autrice dell’inventario, Francesca Gaido, sintetizza i risultati del lavoro inventariale.
A lavoro concluso si è confermata l’efficacia del
metodo di descrizione analitica, adottato per l’inventariazione delle Carte Mattioli – dall’individuazione di mittente e destinatario, alla sintesi dei contenuti, sino alla segnalazione delle annotazioni
manoscritte a margine dei testi – nonostante l’investimento di tempo e di energia che questa scelta ha
comportato. Scendere nei particolari era indispensabile a causa della generale
scarsità di testimonianze
dirette di Mattioli, data la sua
nota ritrosia ad apparire, a
scrivere e a rispondere alle
lettere ricevute. Tale metodologia, insieme ai rimandi
incrociati predisposti nell’inventario, ha permesso di far
emergere le linee guida del
pensiero e dell’azione di
Mattioli, sia in ambito economico, sia in ambito culturale,
che sono tratteggiate nell’introduzione all’inventario.
Grazie allo stabile quadro di
riferimento fornito dal volume, i singoli interventi di Mattioli possono essere correttamente ricostruiti, inserendoli
in una prospettiva più ampia,
senza scadere nel pittoresco o
nell’aneddotico. Ne abbiamo
avuta prova, insieme a Francesca Pino, nell’approfondire
alcuni casi specifici, come il Piccolo Teatro di Milano,
o l’Istituto Italiano per gli Studi Storici di Napoli, o il
sostegno fornito all’editore Giulio Einaudi.
Certamente colpisce sempre, anche me stessa che
ho toccato con mano tante sue carte, la scarsità
degli scritti di Mattioli rispetto alla totalità delle
carte qui inventariate. Chi si accinga a studiarlo
deve ‘armarsi’ di grande volontà e perseveranza;
non arrendersi di fronte ai
vuoti, ma collegare le sparse
tracce reperite in un insieme,
e farne un punto di partenza
per ricerche in altri fondi
archivistici.
Ma forse la presenza così
‘discreta’ e ‘defilata’ di Mattioli ha fatto sì che nelle sue
Carte risalti la documentazione di tante altre personalità
di valore del Novecento, e
quindi il fondo potrà – è questo il mio auspicio – essere di
valido supporto per studiosi
di più settori, che qui troveranno documentazione per
completare le proprie indagini. Data la capacità (e la
fama) del banchiere nel sapere indirizzare e consigliare, le
carte riflettono momenti
decisivi, di svolta, nella vita di
specifiche personalità, con
testi genuini.
Archivio Storico News
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2
IN PRIMO PIANO
Milano
Antonio Confalonieri
15-16 giugno 2015
Fondazione Pirelli, Auditorium
Via Bicocca degli Arcimboldi, 3
Studioso, banchiere, gentiluomo
Creating the Best Business
Archive – Achieving a Good
Return on Investment
Francesco Cesarini
Antonio Confalonieri ritratto il giorno
dell’insediamento alla Cariplo, 1981
Il 17 marzo scorso, a vent’anni dalla scomparsa, la
figura e l’opera di Antonio Confalonieri “Studioso, banchiere, gentiluomo” sono state commemorate all’Università Cattolica in un convegno
promosso dalla Facoltà di Economia e dagli organismi di ricerca storica intitolati a Mario Romani
della stessa Università con il coordinamento di
Aldo Carera e di Andrea M. Locatelli e la collaborazione dell’Archivio storico di Intesa Sanpaolo.
Ha introdotto l’incontro Domenico Bodega, preside della Facoltà di Economia, che ha illustrato l’iter
accademico, interamente svolto all’interno della
Facoltà stessa nella quale ha anche rivestito l’incarico di preside per due mandati.
Il primo dei relatori, Francesco Cesarini, ha messo
in luce la peculiarità della sua formazione: studente-lavoratore alla Bocconi, laurea in economia con
Giovanni Demaria, esperienze professionali diversificate in aziende industriali e bancarie e, in seguito, come capo dell’Ufficio Studi di Mediobanca,
l’incontro “felice”, come egli stesso dichiarava,
con Pasquale Saraceno di cui approfondisce le
ricerche sulla gestione bancaria estendendole al
credito industriale e al finanziamento delle imprese pubbliche. Egli ha poi testimoniato i tratti innovativi del suo insegnamento delle discipline bancarie, che da un lato sottolineava l’importanza del
contesto tecnico-istituzionale e dall’altro ricono-
sceva pienamente il ruolo svolto dalla banca centrale. Infine ha rintracciato nella preparazione
attenta di un lavoro a carattere occasionale la possibile genesi della vera e propria conversione agli
studi di storia della banca e della finanza che ha
caratterizzato in maniera pressoché esclusiva Confalonieri nella seconda parte della sua straordinaria attività di ricerca.
Confalonieri storico della banca italiana dall’Unificazione alla Grande Crisi è al centro delle analisi
offerte dai due successivi relatori.
Nel suo documentato intervento Nicola De Ianni
ha affermato di preferire alla qualifica di “storico
di complemento”, con cui Confalonieri talora si
autoqualificava, quella di seminatore generoso
che con la sua minuziosa indagine ha creato il presupposto perché ad altri studiosi venisse data la
possibilità di raccogliere una messe di documenti
e di informazioni utili a successive analisi. Egli ha
poi sottolineato di Confalonieri non solo il culto
per la precisione e i numeri, frutto dei suoi studi ed
esperienze aziendali, la prudenza nelle sintesi e il
suo rifuggire dalla ricerca di facili risposte, ma
anche la serena capacità di giudizio quando, non
raramente, nelle sue estese analisi gli capitava di
individuare colpevoli, spesso additati con nome e
cognome.
A sua volta, Giandomenico Piluso ha ricordato
come il metodo di Confalonieri sia stato nettamente innovativo, ma sia oggi difficilmente riproducibile, essendo basato su un’esperienza plurale
di economista e studioso di tecnica bancaria,
avviatosi alle ricerche di storia della banca grazie a
letture di eminenti specialisti e ad appassionate
ricerche d’archivio. Singolare è anche il suo stile
espositivo, non dissimile dallo “zoom” manzoniano, che passa dal generale al particolare, dalla
descrizione di fatti a brevi e pregnanti enunciazioni di principi e si può cogliere in modo particolare
nell’analisi di alcuni grandi temi della storia della
banca in Italia: la “caduta” del Credito Mobiliare;
le versioni di banca “mista” succedutesi nel
tempo; il ritorno all’oro e la Grande Crisi.
Riccardo Marchioro ha successivamente evidenziato, di Confalonieri, la figura di banchiere: in particolare la sua veste di presidente della Cariplo dal
1981 al 1987, su nomina dell’allora ministro del
Tesoro Beniamino Andreatta. Al riguardo i partecipanti al convegno hanno potuto visionare un breve
filmato conservato nella sezione multimediale
dell’Archivio storico Intesa Sanpaolo nel quale
Antonio Confalonieri, in occasione del suo insediamento ufficiale, proponeva alla Cariplo, in modo
molto semplice e sommesso, non già linee programmatiche – che, come egli sapeva, l’esperienza
L’Archivio storico di Intesa Sanpaolo è fra
i promotori dell’annuale conference del
Consiglio internazionale degli archivi,
sezione Business archives (ICA/SBA).
Archivisti provenienti da ogni parte del
mondo si confronteranno sulle problematiche legate alla creazione e gestione di
un archivio aziendale e sulle competenze
fondamentali richieste alla figura professionale dell’archivista d’impresa nel XXI
secolo.
Il programma prevede otto sessioni di
lavoro:
Lunedì 15 giugno
Overview of Italian Business
Archive Scene
Maria Guercio, president of ANAI – Association of Italian Archivists, Roma, Italy
Giuseppe Berta, Bocconi University, Milano, Italy
Antonella Bilotto, Center for Corporate
Culture, Milano, Italy
Alberto De Cristofaro and Primo Ferrari,
Fondazione Isec, Sesto San Giovanni,
Milano, Italy
Innovative Models
of Management
Jeannette Strickland, JS Archive and
Record Consultancy, formerly Head of
Art, Archives & Records Management,
Unilever PLC, London, UK
Adrian Steel and Vicky Parkinson, The British
Postal Museum & Archive, London, UK
Alexander Husebye, Center for Business
History in Stockholm, Sweden
Kiara King, Scottish Business Archive,
University of Glasgow, UK
Business Archives in Emerging
Markets
Vrunda Pathare, Chief Archivist, Godrej
Archives, Godrej & Boyce Mfg. Co. Ltd,
Mumbai, India
Yujue Wang, Wuhan University, China
Business Archives in China
Ashok Kapoor, Consultant, former Archivist and Records Manager, Reserve Bank
of India, India
Adam Reynolds, Archive Team Leader,
Saudi Aramco, Dhahran, Saudi Arabia
New Archive Services – New
Problems and Solutions
Andrea Hohmeyer, Director, Group Archive,
Evonik Industries AG, Essen, Germany
Jill Veitch, Heritage Archivist, GSK Brentford, Middlesex, UK
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3
Saverio Pialli, Hyperborea, Firenze
Francesca Ghersetti and Greta Gamba,
Fondazione Benetton & Benetton Group,
Treviso, Italy
Valerie Komor, Associated Press Corporate Archives, New York, USA
Martedì 16 giugno
Advocacy 1 – Internal
Roger Nougaret, Director, Group Archive,
BNP Paribas, Paris, France
Torkel Thime, Siobhan Convery and Kathy
Johnson, Oljearchivekt Norway, University
of Aberdeen, UK
Alexandra Mitchell, Archivist, Peel Group,
Manchester, UK
Dawn Sinclair, Archivist, HarperCollins
Publishers, Glasgow, UK
Gemma Torre, archivist freelance, PhD at
Lucca University, Italy
Chiara Guizzi, Pirelli Foundation, Milano,
Italy
Advocacy 2 External – Academic
and community
si sarebbe impietosamente incaricata di smentire o
Pasquale Saraceno. Numerosi e frequenti sono
di ribaltare – quanto tre ordini di questioni sulle
stati i suoi colloqui con Leo Valiani, incaricato di
quali le esigenze della Cariplo si annodavano stretseguire la collana dopo la scomparsa di Gino Luztamente con i suoi doveri verso la società, non solo
zatto; con lui, tra l’altro, nel 1968, discusse il titolombarda: il finanziamento dell’edilizia residenziale,
lo della sua prima trilogia storica: “Banca e indula formazione del personale, la politica culturale;
stria in Italia 1894-1906”. Le ricerche specifiche di
impegni alla cui realizzazione si dedicò con impeConfalonieri negli archivi della Comit hanno inizio
gno coscienzioso, da autentico civil servant, e non
nel 1962 ed a lui si deve il ritrovamento di cinque
senza qualche tangibile successo.
copialettere riferibili a Otto Joel e quindi al lungo
Nell’ultima parte del convegno si è fatto leva sulle
carteggio da questi intrattenuto con Edouard
ricerche e sulla documentazione raccolte dall’ArNoetzlin, della Banque de Paris et des Pays Bas: un
chivio storico di Intesa Sanpaolo per illustrare, da
documento di straordinario valore per chi voglia
un lato, alcuni aspetti meno noti del “reclutamenapprofondire le concezioni del ruolo della banca a
to” di Antonio Confalonieri per la collana di storia
fine Ottocento.
economica della Banca Commerciale Italiana –
E’ stato altresì sottolineato che, da documenti d’arcollana alla quale ha contribuito con sette podechivio risulta che Confalonieri propose a Mattioli la
rosi volumi, l’ultimo dei quali uscito postumo –
costituzione di un istituto di storia delle imprese per
dall’altro, nel contributo di Barbara Costa, i primi
consentire agli storici di meglio ascoltare, per così
risultati della sistemazione delle carte che docudire, “l’altra campana”, e non solo quella ricostruimentano la sua attività di presidente della Cariplo,
bile in base alle superstiti carte delle banche finanun prezioso archivio inteziatrici. Informazione che
gro che raccoglie in due
conferma l’opinione seconserie distinte gli interventi
do cui l’imponente e magisvolti da Confalonieri in
strale opera di Confalonieri,
diverse occasioni pubbliche
pur focalizzata sulle banche,
10-12 giugno 2015
e le pratiche di banca tratpossa essere al tempo stesUniversità degli Studi di Milano Bicocca
Dipartimento di Scienze Economico Aziendali
tate dalla presidenza.
so essere considerata un
e Diritto per l’Economia
Francesca Pino e Guido
testo fondamentale della
Via Bicocca degli Arcimboldi, 8
Montanari hanno docudisciplina di “Storia delle
mentato che il primo conimprese”, che ha anch’essa
Scuola di Metodologia della ricerca
storica. Terza edizione
tatto di Confalonieri con
conosciuto una fioritura di
Raffaele Mattioli – il suo
cultori e di opere.
secondo “felice incontro”,
Hanno concluso l’imporOrganizzata dalla Società Italiana di Storia della
quello in sostanza che pretante convegno la testimoRagioneria, in collaborazione con l’Università
degli Studi Milano Bicocca.
figurava il suo “reclutanianza di un altro allievo,
Francesca Pino, responsabile dell’Archivio storico
mento” per la collana – è
Sergio De Angeli, e il comIntesa Sanpaolo, terrà il 12 giugno una lezione sul
avvenuto nel marzo 1956
mosso ringraziamento dei
tema: Percorsi di ricerca nelle carte contabili azienanche su sollecitazione di
familiari.
dali: esempi dall’Archivio storico Intesa Sanpaolo.
Milano
INFO: www.sisronline.it
Alison Turton, Head of RBS Archives,
Edinburgh, UK
Yuko Matsuzaki, Resource Center for the
History of Entrepreneurship Shibusawa,
Tokyo, Japan
Martin Stuerzlinger, Archiversum, Wien,
Austria
Brown Cheryl, Business Archives Surveying Officer for Scotland, Glasgow, UK
Justin Cavernelis-Frost and Natalie Broad,
The Rothschild Archive, London, UK
Tosh Warwick, Middlesbrough
Council/University of Huddersfield, Middlesbrough UK
Exploiting photographic
and multimedia collections
Alex Bieri, Curator, The Roche Historical
Collection and Archive, Basel, Switzerland
Mattia Voltaggio, ENI SpA, Roma, Italy
Tracey Panek, Historian, Levi Strauss &
Co. San Francisco, USA
Tina Staples, Global Head of Archives,
HSBC Group, London, UK
Creating the perfect business
archive team
Paul Lasewicz, Archivist, McKinsey & Co.,
New York, USA
Francesca Pino, Intesa Sanpaolo Group
Archives, Milano, Italy
Carolina Lussana, Fondazione Dalmine,
Dalmine, Italy
Info e programma completo su: progettocultura.intesasanpaolo.com/it/visita/archivio-storico e www.ica.org > news and
events.
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PUBBLICAZIONI
PUBBLICAZIONI
Bernardino Nogara, lettere da Costantinopoli
Mary Buonanno
Schellembrid:
la Braidense negli
anni di guerra
Biografia di una
“monuments woman”
Un’importante testimonianza negli anni della Grande Guerra
Marta Boneschi
Bernardino Nogara, Costantinopoli, 1912 (Sebah &
Joaillier Photographers). Archivio Famiglia Nogara
Dal carteggio di Bernardino Nogara con la
moglie Ester Martelli, recentemente pubblicato,
traspira un senso di straordinaria freschezza e
insieme l'aura di un mondo lontano e perduto.
La freschezza viene soprattutto dalle considerazioni di Nogara sulla guerra appena cominciata:
il timore della sofferenze da affrontare e la speranza di un conflitto breve si alternano da una
pagina all'altra, ma colpisce anche l'osservazione critica dei nazionalismi e dell'islamismo in
armi, sullo sfondo dell'aggressività imperiale
tedesca e del disfacimento finale del dominio
ottomano. Si tratta di osservazioni che imprimono un tocco di attualità alle lettere, costringendo il lettore a qualche ragionata analogia
con il presente.
L'aura di un mondo lontano e perduto emana
invece dalla descrizione della vita quotidiana in
una Costantinopoli affascinante e cosmopolita,
chiave di volta di una convivenza operosa e diffidente tra Europa e Levante. Nogara vede tutto
e non trascura nulla, dai vizi degli occidentali e
degli orientali alle manovre militari delle parti in
gioco; considera ogni cosa nell'insieme e nel
dettaglio, dal cibo alle stagioni, e descrive la
metropoli battuta dai venti ma piena di fiori da
gennaio fino alle porte del Natale cristiano. Del
mondo lontano e perduto, dentro al quale conducono le lettere di Nogara, fanno parte anche
la confidenza affettuosa, la sincerità e l'abbandono che un secolo fa regnavano in una coppia
affiatata, come erano i coniugi, e fermamente
coinvolta nel progetto familiare e nell'impegno
civile, nonché nella comune fede religiosa.
Mentre Ester con i cinque figli parte per le
vacanze estive in Italia e non tornerà a Costantinopoli proprio a seguito dello scoppio del conflitto europeo, Bernardino Nogara rimane a
Costantinopoli a guerra inoltrata per tenere
fede agli impegni professionali: quello di rappresentante italiano nell'amministrazione del
Debito Pubblico ottomano e quello di direttore
della Comor, Società Commerciale d'Oriente,
che vede soci la Banca commerciale italiana e
Giuseppe Volpi, interessata allo sfruttamento
minerario in Anatolia. È dunque un dovere civico e professionale quello che induce Nogara,
visto che è costretto a protrarre il soggiorno
turco in condizioni sempre più incerte, a scrutare, giorno dopo giorno, l'intero orizzonte che lo
circonda, a elaborare le sue riflessioni e a trarne
auspici per il futuro.
Fortemente credente, impermeabile a qualsiasi
forma di fanatismo e immune all'indifferenza, il
marito rende conto alla moglie di quanto accade nella capitale ottomana, dalla vivace vita
sociale dell'estate 1914, come una sorta di ultimo sprazzo di Belle Epoque, fino alla solitudine
dell'estate 1915, prodromo di una fase sanguinosa, dopo che anche l'Italia è entrata nella
Grande guerra. In quei giorni, quando è esploso il rancore turco verso gli europei nemici
(sotto la prepotente influenza dei tedeschi,
impersonati in queste lettere dall'ambasciatore
von Wangenheim) e, cancellate tutte le insegne
in caratteri latini, sono permesse soltanto quelle tedesche in gotico, commenta Nogara che
forse entro breve tutti saranno obbligati a portare il fez.
Nel clima di tristezza che segna i suoi ultimi
mesi in città, vede il declino di ogni forma vitale, il languire delle attività produttive, la povertà
incombente. Tutto questo gli ricorda le letture
sulla decadenza dell'impero romano e, forte
delle sue convinzioni, si aspetta che nel buio
dell'avvenire trionferanno soltanto le virtù cristiane. Compatisce i feriti e assiste gli infermieri
negli ospedali sempre più affollati della capitale,
Barbara Costa
Insieme a Fernanda Wittgens, la ‘mitica’ direttrice della Pinacoteca di Brera
fra 1941 e 1944 e poi, dal 1950,
sovrintendente alle Gallerie della Lombardia, Mary Buonanno Schellembrid
(Cremona, 28 giugno 1887 – Varese, 6
ottobre 1983) è da annoverare fra le
persone che hanno dato un contributo
sostanziale al salvataggio del patrimonio culturale milanese negli anni che
seguirono l’entrata in guerra dell’Italia,
il 10 giugno 1940.
Ce lo ricorda, opportunamente, un
volume da poco pubblicato per i tipi di
Hoepli: Storia di Mary Buonanno
Schellembrid: la biblioteca Braidense
negli “anni di guerra” dal salvataggio
alla ricostruzione, scritto da Luigi
Zanzi, docente di Metodologia delle
scienze storiche prima all’Università di
Genova e poi all’Università di Pavia.
Un libro da leggere tutto d’un fiato,
apprezzabile anche per la qualità delle
bellissime immagini che accompagnano il testo, che ripercorre la biografia
della donna che fra 1942 e 1943 fece
portare all’abbazia benedettina di San
Giacomo in Pontida oltre 170.000
volumi della biblioteca Braidense, e fra
questi tutti i libri della sala teresiana.
Una parte dei cataloghi della stessa,
invece, era stata ricoverata nel caveau
della Cariplo, in via Verdi 8 (cfr. News
2, luglio 2009).
Una biografia atipica, quasi una ‘rievo-
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cazione’ nel senso etimologico del termine: si tratta infatti di una ricostruzione che ha attinto a piene mani dalle
tradizioni orali e dai ricordi delle persone che conobbero Mary, familiari (in
particolare la figlia Livia) e non: senza
queste testimonianze il libro sarebbe
stato molto più povero.
Bernardino Nogara ritratto con la moglie e i figli, Costantinopoli, 1910 (fotografo sconosciuto).
Archivio Famiglia Nogara
dove affluiscono decine di migliaia di soldati
reduci dal fronte di Gallipoli, dove 110 mila
combattenti delle due parti lasciano la vita nei
primi mesi del 1915.
Fin dal 29 luglio 1914 scrive a Ester il suo pronostico amaro: il conflitto «dilagherà in tutta
Europa e si verificherà un fenomeno di guerra
generale che da due secoli non si vede più» (ma
forse dimentica le guerra napoleoniche). Di
tanto in tanto però si augura che le battaglie
cessino in poche settimane, come nei conflitti
tradizionali, e deve ogni volta ricredersi perché
questa guerra è diversa e si segnala per la sua
modernità omicida.
Tecnico e uomo d'affari, possiede però talento
ed esperienza diplomatica: compie visite (anche
non troppo a lui gradite, ma utili), dialoga con
tutti, si tiene informato dai giornali e cerca di
indovinare che cosa nasconda la censura e che
cosa venga taciuto dalle fonti turche e tedesche. «Nell'impero ottomano avvengono fenomeni che sorpassano i limiti dell'umano» scrive
sul finire del soggiorno a Costantinopoli, quando riferisce a Ester che gli armeni del nord dell'Anatolia e del Mar Nero sono stati deportati in
Mesopotamia, che i loro conoscenti armeni
della capitale sono stati arrestati (e saranno
uccisi tutti e due, benché sostenitori del governo). Queste persone, questa popolazione così
indispensabile alla vita civile, ai commerci, alla
cultura, vengono cancellate con una determina-
zione spietata quanto stolta che non gli sfugge
e che gli ispira la previsione di altri e gravi mali.
Le osservazioni di Nogara sul tempo tormentoso
che attraversa e sul luogo cruciale nel quale si
trova non disgiungono mai le considerazioni politiche e diplomatiche da quelle umane e religiose.
In un solo caso entrano in conflitto: quando
Nogara riflette sulla possibile e auspicabile entrata in guerra dell'Italia, utile – a suo parere – per i
vantaggi che porta alla nazione nel consesso
delle potenze, ma crudele per la perdita di vite
che comporta. Eppure continua a sopportare la
precarietà della sua condizione (gli esponenti dei
paesi neutrali sono invisi all'uno e all'altro dei
contendenti), l'inerzia e la solitudine.
Questo carteggio porta con sé una lezione:
come conservare i buoni principi di umanità,
responsabilità e integrità personale nei frangenti più difficili. Se è una fortuna che nel corso del
Novecento le lettere coniugali si siano conservate, è invece merito dei parenti che le hanno
conservate e messe a disposizione, del curatore
e nipote Bernardino Osio e della studiosa Marta
Petricioli che ora siano pubblicate e lette da un
pubblico più vasto, e svelate con tutta la
gamma dei sentimenti che racchiudono e che
sanno trasmettere.
Lettere da Costantinopoli (1914-1915). Carteggio familiare di Bernardino Nogara, a cura di
Bernardino Osio, Firenze, Centro Di, 2014.
Maria Lodovica Barbara Buonanno era
figlia di Gennaro, un bibliotecario chiamato nel 1886 a dirigere la Biblioteca
statale di Cremona, e di Fanny Niedermeyer, originaria della Baviera; nel 1915
sposò il napoletano Giuseppe Schellembrid, volontario nella Grande Guerra,
che morì nel 1934; fu direttrice della
Braidense e sovrintendente bibliografico della Lombardia dal 1° marzo 1942
fino al marzo 1955, quando fu ‘costretta’ al pensionamento per il compimento dei sessantacinque anni.
Fra gli episodi raccontati con grande
partecipazione emotiva, l’improvviso e
rocambolesco rientro della Schellembrid da Courmayeur a Milano sabato 7
agosto 1943, quasi presaga del disastro
che sarebbe poi accaduto nella notte,
quando alcuni spezzoni incendiari sfondarono il tetto di un’ala della Pinacoteca (i dipinti erano già stati posti al sicuro) e innescarono un terribile incendio
nella Biblioteca; si narra la corsa di Mary
verso il comando supremo di via Brera
10 dove, approfittando della sua perfetta conoscenza del tedesco, riuscì ad
arrivare fino al cospetto del generale
Vittorio Ruggiero e a convincerlo a
mandare i pochi soldati dell’ufficio dello
Stato Maggiore preposto all’Ordine
Pubblico a spegnere l’incendio che
stava devastando la Braidense.
Molto bello è anche il racconto del
padre benedettino Paolo Lunardon
che, quando Mary si recò a Pontida
per la prima volta, era un semplice
“converso” di soli sedici anni: il monaco ricorda le precise disposizioni in
materia di sicurezza che Mary aveva
impartito per il ricovero di quelli che
definiva i “suoi libri in clausura”.
Nell’immediato dopoguerra, tutte le
energie furono impiegate per il rientro
dei volumi a Milano, fra 1945 e 1946,
e poi per il restauro della sala manzoniana che il 5 novembre 1951 – data
non casuale dal momento che lo stesso giorno di sessantacinque anni prima
il re Umberto I aveva inaugurato la
prima sala dedicata al grande letterato
– fu riaperta con una mostra allestita
nella grande sala di Maria Teresa alla
presenza del presidente della Repubblica Luigi Einaudi.
Nel patrimonio archivistico Cariplo si
conservano alcune lettere fra la Schellembrid e Stefano Jacini, allora presidente della Cariplo: “Ella ha avuto una
così gran parte nell’attuazione di questa opera – scriveva la Schellembrid a
Jacini il 22 settembre 1951 con riferimento al nuovo allestimento – che la
Sua assenza sarebbe vivamente rammaricata”.
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INVENTARI
Il riordino del fondo Tommaso Gallarati Scotti
Le carte rivelano la personalità del celebre diplomatico e letterato
Chiara Rinaldi
Documento d’identità di Tommaso Gallarati Scotti
mentre era rifugiato in Svizzera.
Milano, Biblioteca Ambrosiana
E’ stato portato a termine il riordino delle carte
del Fondo Duca Tommaso Gallarati Scotti conservato alla Biblioteca Ambrosiana e il relativo completamento dell’inventario redatto da Nicola
Raponi all’epoca del versamento all’istituzione
milanese, per volere del Duca stesso.
Il Fondo è composto da quattro serie e ognuna
ha come argomento un aspetto della personalità
di Tommaso Gallarati Scotti: quello diplomatico e
pubblico, quello letterario, quello più privato degli
epistolari e degli ambienti culturali.
La prima serie comprende documentazione
riguardante i primi anni della sua vita, arrivando a
toccare la sua partecipazione volontaria alla Prima
guerra mondiale; e poi i terribili anni del Fascismo
e del suo esilio in Svizzera; la Resistenza e la Liberazione; il suo contributo come ambasciatore –
prima a Madrid, poi a Londra – nella delicata fase
di ricostruzione dell’Italia devastata dal secondo
conflitto mondiale. Durante il suo lavoro di ambasciatore, Tommaso Gallarati Scotti ebbe modo di
giocare importanti ruoli che ebbero conseguenze
durature negli anni a venire.
Al suo rientro in Italia, nel 1951, divenne prima presidente del Banco Ambrosiano, poi consigliere Edison
ed infine presidente dell’Ente Fiera Milano, nel 1954.
Il suo prestigio toccò vette così alte che il senatore Giovan Battista Boeri lo ritenne fra i candidati
alla Presidenza della Repubblica in una lettera a
lui indirizzata il 9 aprile 1955, esattamente venti
giorni prima che fosse eletto Giovanni Gronchi.
La seconda serie è invece dedicata alla sua vita di
letterato: nella sottoserie “Scritti di Tommaso Gallarati Scotti” sono contenuti i testi a stampa –
saggi e romanzi – e gli articoli di giornale; le corrispondenze con i lettori, alcuni dei quali veri e
propri ammiratori fedeli, che instaurano con lui
un rapporto quasi di amicizia. Accanto a queste
piccole corrispondenze, l’epistolario con Eleonora
Duse, che fu interprete di “Così sia” (1922) e
musa de “La moglie di Pilato” (1958). Sempre
all’interno della sua produzione letteraria, gli
scritti e i medaglioni in onore di personaggi della
politica e della cultura Italiana a lui vicini – Giulio
Salvadori, Alessandro Casati e Bortolo Belotti – e
gli scritti di carattere storico su Comando Supremo, Mazzini e Milano nel 1859. La sottoserie si
conclude con una vera e propria rassegna stampa che percorre tutta la vita di Tommaso Gallarati Scotti, 347 articoli di giornale a lui dedicati sia
dalla stampa Italiana sia da quella estera e una
raccolta minuziosa di documentazione riguardante i primi anni del Novecento: il suo impegno
durante il terremoto di Messina del 1908 e l’Associazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno d’Italia (ANIMI), l’esperienza de “Il Rinnovamento” (1907) e delle Letture Fogazzaro.
Nella sottoserie “Carte Fogazzaro” invece, sono
conservati documenti utili alla ricerca del Gallarati
Scotti biografo dello scrittore. Prima con una
“Vita”, pubblicata subito dopo la fine del conflitto, nel 1920 e altrettanto velocemente finita all’In-
dice, proprio per il suo stampo modernista. Come
accaduto anni prima (1907 e 1911) per “Il Rinnovamento” e “Storie dell’Amore Sacro e dell’Amore Profano”, il Gallarati Scotti fece autodafé, epurando l’opera e ridandola alle stampe in successive edizioni. Nel 2009 il Centro Studi Tommaso
Gallarati Scotti ci ha infine restituito con un’edizione Morcelliana la prima stesura del 1920. In
queste sei cartelle sono contenuti quindi, oltre a
vari carteggi, alcuni manoscritti delle opere di
Fogazzaro: uno su tutti, quello del “Daniele Cortis”. Sono presenti anche epistolari fra Tommaso
Gallarati Scotti e i parenti del Fogazzaro, come
Irene e Gina Roi, o altri estimatori e amici dello
scrittore vicentino, come il marchese Crispolti.
La terza serie ci restituisce la corrispondenza privata del Duca con amici di vecchia data o conosciuti nel corso della sua vita: Alessandro Casati,
Antonio Aiace Alfieri, Stefano Jacini; compagni di
trincea; Ernesta – vedova di Cesare Battisti – che
con lui condivise l’esperienza dell’esilio elvetico;
Einaudi, Sforza, De Gasperi, Churchill e Bevin e
tanti altri esponenti del mondo culturale e politico, italiano ed internazionale.
L’interminabile elenco di personaggi degni di una
collezione di autografi continua con la quarta serie,
“Opuscoli”, per la quale Tommaso Gallarati Scotti
aveva selezionato di persona i “pezzi” da conservare. Divisi per argomento – produzioni letterarie, d’arte, di storia, di politica, di economia e di molto altro
– la maggior parte riporta la dedica dell’autore.
Gli opuscoli della raccolta “Brignole-Sale” costituiscono il nucleo più antico: questi scritti sono
giunti al Duca perché ereditati dalla nonna, Josephine Melzi Barbò.
Milano
28 maggio 2015
Museo del Risorgimento,
Via Borgonuovo, 23
Presentazione del volume Memorie riservate di un
ambasciatore. Il Diario di Tommaso Gallarati Scotti
(1943-1951), a cura di Alfredo Canavero (Milano, Franco Angeli, 2015)
Ne discute con il curatore lo storico e giornalista Sergio
Romano. Introduce Maria Luisa Betri, docente di Storia del
Risorgimento all’Università degli Studi di Milano.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti disponibili.
Info:[email protected]
Archivio Storico News
N.
25
MAGGIO
2015
7
INVENTARI
EVENTI
Confédération internationale du crédit agricole (CICA)
“Niente fu più
come prima”
La Grande Guerra
ricordata in un convegno
della Fondazione
Biblioteche della Cassa
di Risparmio di Firenze
I documenti conservati dal Credito Agrario Cariplo
Giuseppe Recchia
La Confédération internationale du crédit agricole – CICA nacque il 13 maggio 1950 (ma i prodromi dell’istituzione si possono far risalire ai
primi anni Trenta) come centro interdisciplinare
internazionale, non governativo, di collegamento, documentazione e informazione per il Credito Agrario. Nei suoi organismi statutari erano
inseriti rappresentanti di diversi Paesi, delegati
dai maggiori istituti di credito che si occupavano,
tra l’altro, anche di finanziamento all’agricoltura.
La storia di questa istituzione può ora essere
approfondita con l’aiuto dell’inventario che
descrive il nucleo documentario Confédération
internationale du crédit agricole – CICA conservato nelle carte della sezione Credito Agrario
della Cariplo: 8 faldoni, contenenti 31 fascicoli,
che coprono circa quarantacinque anni (19471992) di rapporti tra la Sezione e l’istituzione
internazionale sopra menzionata, che ancora
oggi ha sede a Zurigo (sito web: CICA.ws).
Il merito della conservazione dei documenti va
alla segreteria di direzione del Credito Agrario.
Con scrupolosa metodicità, essa ha elencato e
protocollato ogni documento, rendendo più
semplice l’attuale lavoro dell’archivista. In effetti, quest’ultimo si è ritagliato soprattutto il compito di individuare le varie tipologie – programmi, verbali, relazioni, corrispondenza, note
spesa ecc. – che caratterizzavano le carte, tra
loro un po' mischiate e confuse, a causa del criterio solo cronologico del sedimento in seno
alla Segreteria, e renderle più omogenee per
argomento, con il fine di agevolare la consultazione del mezzo di corredo.
Allegate ai fascicoli, sono state rinvenute tre
serie di pubblicazioni, dello stesso periodo,
edite dalla CICA o da sue emanazioni, ricche
di articoli, relazioni e studi, con numerosi contributi fotografici, ora catalogate e anch’esse
consultabili presso l’Archivio storico di Intesa
Sanpaolo.
L’attività della CICA è scandita, nel corso degli
anni, da eventi associativi quali l’annuale
Assemblea generale, partecipata da tutti i
membri, crogiuolo di studi e proposte. Più frequente è il Comitato centrale, l’organo deliberativo, che approva gli statuti e i bilanci, programma i contenuti delle Assemblee e progetta i Congressi mondiali, veri momenti di promozione globale, stabilendo per ogni avvenimento una sede diversa, che nel tempo è
migrata dall’Europa agli altri continenti.
A questi eventi partecipano esponenti della Cariplo e della Sezione di Credito Agrario, la cui pre-
senza è testimoniata dalla corrispondenza, le brochure, i programmi delle riunioni e delle escursioni turistiche. Curiose attualità d’altri tempi.
Anche se con gli anni le riunioni della CICA tendono a svolgersi in varie parti del mondo, gli
eventi di cui si conserva la più copiosa ed esaustiva documentazione sono quelli europei:
Milano, Parigi, Zurigo, L’Aia ecc. A Milano, nel
1971, si tiene un convegno sull’argomento dei
Paesi africani in via di sviluppo, con l’apporto
fondamentale di Giordano Dell’Amore, all’apice della propria carriera di economista e di banchiere, che, con lo spirito di un Maritain di Le
paysan de la Garonne, enuncia le sue riflessioni
su una vita di studi e di ideali, adattandoli alle
esigenze di un continente che stava allora compiendo i primi passi dopo l’esperienza coloniale. Un seme gettato, che darà il suo frutto nella
creazione del Finafrica.
Copiosa è la documentazione del Congresso di
Varsavia, tenutosi nel 1981, ancora nel contesto politico del “blocco sovietico”, ma già in un
clima inconsueto di apertura e trasparenza, con
studi sulla situazione dell’agricoltura, delle
“imprese agricole”, con le loro particolari esigenze di finanziamento, relazionati da studiosi
ed esponenti politici di quasi tutti i Paesi dell’Europa dell’Est.
Nel sottofondo degli eventi di questi decenni
c’è il percorso dell’Unione Europea, ben scandito dalla partecipazione e dai ricorrenti interventi degli esponenti comunitari, anche ai massimi
livelli di responsabilità, che testimoniano il
grado di coinvolgimento sia della politica sia
delle istituzioni creditizie nella costruzione di un
settore agricolo stabile, equilibrato e moderno.
Non a caso, infatti, fin dalle origini fondamentale è il rapporto con gli organismi europei. Già
nella I Assemblea generale del 1950, la CICA
decide di "faire des communications au Conseil
de l'Europe – Assemblée de l'Europe - OECE
(Organizzazione per la Cooperazione Economica Europea), ECA (Amministrazione per la Cooperazione Economica), CEA (Comunità Europea
dell'energia Atomica) –, pour souligner l'importance de l'agriculture, ses besoins actuels de
crédit et la nécessité de consacrer dans tous les
pays d'Europe occidentale une part importante
des fonds de contrepartie de l'ECA (Plan Marshall) au financement des investissements productifs en agriculture conformément aux initiatives de la CICA concernants la création d'un
établissement international ou européen de
crédit agricole."
Cartolina filatelica edita in occasione del
convegno e distribuita ai partecipanti. Il Servizio filatelia di Poste Italiane ha predisposto
per l’evento uno speciale annullo filatelico.
Il 13 e il 14 marzo scorso si è svolto a Firenze, organizzato dalla Fondazione Biblioteche Cassa di Risparmio di Firenze e sotto
l’alto patronato del Presidente della Repubblica, il convegno “Niente fu più come
prima. La Grande Guerra e l’Italia cento
anni dopo”.
Nel corso delle due giornate di studio ben
diciotto illustri studiosi di diversa estrazione
culturale (docenti universitari – storici di
diverse provenienze e discipline, economisti - ma anche ex ambasciatori come Sergio
Romano e Maurizio Serra – hanno analizzato, in un’ottica di lungo periodo, le grandi trasformazioni prodotte dalla Grande
Guerra e ne hanno individuato le caratteristiche salienti, concentrandosi per lo più
sul caso italiano.
Un focus particolare è stato dedicato
all’impatto della Prima guerra mondiale
sulla società e sull’economia toscana e fiorentina, con attenzione alle vicende della
Cassa di Risparmio di Firenze che ebbe poi,
fra i suoi presidenti, anche uno dei protagonisti del conflitto, il maresciallo d’Italia
Guglielmo Pecori Giraldi.
La Fondazione Biblioteche della Cassa di
Risparmio di Firenze (vedi News 6, luglio
2010) è stata costituita nel 2012 da Banca
CR Firenze e da Ente Cassa di Risparmio di
Firenze. Nella sede di via Bufalini sono conservati fondi librari per circa 80.000 volumi
dal XV al XX secolo.
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