DOVE piazza Duomo 3, Parma telefono 0521.235928, 0521.234765; fax 0521.284111 e-mail: [email protected] IL BRACCIO OPERATIVO NON SOLO PER LE EMERGENZE informa CARITAS QUANDO PARTENZA • Destinazione Brasile. Sara Cacciatore ha raggiunto lo scorso martedì 3 novembre,don Corrado Vitali e Paolo Finardi a Goiania: lì svolgerà il servizio civile volontario. Una scelta che ha richiesto preparazione, ma anche diversi stacchi, tra cui quello dal lavoro. Anche Sara diventerà interlocutrice e nuova voce del diario di Vita Nuova “Giorno per giorno”. zoom EDITORIALE 6 NOVEMBRE 2009 8 Grazie e auguri di buona strada G eorge Catlet Marshall fu capo di stato maggiore dell’esercito americano dal 1939 al 1945, spesso i suoi generali sui vari fronti ne lamentarono l’assenza in quanto residente al Pentagono, ma alla fine del conflitto gli riconobbero la capacità di comando che risultò uno dei fattori determinanti della vittoria finale. Con questo editoriale, mi accingo a salutare e ringraziare tutti coloro che, negli undici anni in cui sono stato direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale della carità, a diverso titolo hanno collaborato con me per fare sì che la nostra Diocesi rispondesse con amore ed intelligenza alle sollecitazioni che le venivano dai bisogni del territorio e di coloro che vi abitano. In primo luogo ringrazio i vescovi che hanno avuto fiducia in me in questo delicato incarico, il compianto mons. Bonicelli e l’attuale nostro vescovo Enrico. Unitamente a loro anche i Vicari episcopali, da mons. Sacchi, al compianto don Guiduzzi, a don Visioli e all’attuale don Valentini: con ognuno abbiamo realizzato un pezzo della Caritas che oggi abbiamo. E’ nella collaborazione e nella stima che le cose crescono. In secondo luogo un caro saluto agli operatori dipendenti e volontari della Caritas con cui quotidianamente abbiamo collaborato e che considero, per parte mia, sinceri amici. In terzo luogo tutti i membri delle numerose Caritas parrocchiali che ho incontrato in questi anni insieme a colei che è stata chiamata a succedermi nella guida dell’ufficio, Maria Cecilia Scaffardi, che ha condiviso l’attenzione formativa che proveniva dalle sollecitazioni di Caritas Italiana e ci ha aiutato con sapienza a decifrarle ed interpretarle. Vorrei ringraziare i missionari che seguono i bambini adottati a distanza da Caritas Children Onlus e chi opera dentro questa realtà con professionalità ed intelligenza. Facendo un paragone, se la Caritas diocesana è come la Fiat (ha diverse branche che la compongono nella sua attività), mi sento di dire che la Children Onlus è un po’ la Ferrari: i suoi 10.000 bambini adottati a distanza, in 18 Paesi del mondo, dicono un alto livello di solidarietà — proveniente da tutta Italia ed anche dall’estero — e di attenzione che mi sento in dovere di segnalare. Un caro saluto lo rivolgo ai membri delle istituzioni con cui ho collaborato: in particolare a Maria Teresa Guarnieri e Tiziana Mozzoni, già assessore comunale e provinciale, e l’assessore provinciale Gabriele Ferrari: con loro abbiamo vissuto un lungo coincidente periodo di responsabilità che ci ha portati pur nelle differenze dei ruoli e delle sensibilità politiche a collaborare e a stimarci sinceramente. Sono tante le realtà che la direzione della Caritas porta ad intercettare, ma la cosa più importante sono loro, i poveri, i senza dimora, italiani ed extracomunitari, coloro che cercano un aiuto vero per sperare, hanno bisogno di trovare una parola, un gesto di amore che per noi deve venire dall’insegnamento evangelico. Dirigere la Caritas è una grande fortuna ed una enorme responsabilità, tutti i giorni si è in prima linea e le tensioni , le difficoltà spesso ci condizionano. Ringrazio anche quella parte di presbiterio che ha una visione diversa dalla mia del vissuto caritativo della Chiesa perché, anche se non sempre si sarà sentito compreso dalla nostra azione, ci ha stimolato con una grande coerenza di vita e di attenzione ai poveri. Nella chiesa c’è posto per tutti coloro che con buona volontà vogliono amare sinceramente il prossimo. George Catlet Marshall entrato in politica fu poi l’ideatore del famoso piano di aiuti che porta il suo nome e nel 1953 gli venne conferito il premio nobel per la pace L’unica cosa che ho in comune con lui è l’anno 1959: io sono nato, lui è morto. Che uno abbia fatto la sua parte fino in fondo è quello che conta. In coscienza dico che potevo fare di più, ma sono anche sinceramente consapevole che senza l’aiuto di tanti non avrei realizzato niente. Dice S.Paolo nella prima lettera ai Corinzi che c’è chi semina e chi irriga, ma è il Signore che fa crescere. Ho fatto un pezzo di strada, auguro buon cammino a Maria Cecilia Scaffardi e agli amici che lavorano in Caritas, nella consapevolezza sperimentata che è il Signore che fa crescere. Grazie. don Andrea Volta da lunedì a venerdì: ore 8.30-12.30 e 15-18 sabato: 8.30-12-30 a cura della Caritas Diocesana La Chiesa e, in particolare, la Caritas di fronte alle sfide del nostro tempo: alcune preziose indicazioni di don Vittorio Nozza, direttore nazionale Dal campanile al territorio L’importanza di attuare forme di discernimento comunitario C ambiamento. Parola ricorrente nel nostro parlare; che bene esprime il tempo che stiamo vivendo, lo stacco così netto tagliente con le generazioni che ci hanno preceduto. Cambiamento sociale: dalle migrazioni dei popoli, che portano con sé, insieme al valore della loro storia e tradizione, anche situazioni di precarietà e di miseria; alla crisi economica (e non solo) che, come uno tzunami, sta travolgendo diverse fasce della popolazione, anche quelle che si ritenevano intoccabili. «C’è bisogno— scrive don Vittorio Nozza, direttore di caritas italiana, nel documento programmatico dell’anno 20092010 — di organizzarci in tanti a favore di tutti, a favore di una convivenza corresponsabile, partecipata, costruttiva, giusta, fraterna e solidale». Cambiamenti in atto, talvolta anche difficili da intercettare e da decifrare, ma anche cambiamenti da attuare; cambiamenti di cui, a cominciare dal nostro vissuto, si sente profondamente il bisogno, quasi anelito a qualcosa di diverso, di più alto. Cambiamento che non deve vederci estranei o semplicemente spettatori, magari pronti a giudicare se qualcuno non ha recitato bene la sua parte. «La Chiesa e in particolare la Caritas — precisa don Nozza— è interpellata in modo diretto e radicale sul proprio stare tra gli uomini, con gli altri e non contro gli altri, e sulla testimonianza che deve dare». Cambiamento che richiede la capacità di abitare in modo consapevole e responsabile i luoghi, i diversi spazi di vita, nella consapevolezza, rimarca don Nozza, che «se prima il territorio viveva all’ombra del campanile, oggi è la comunità dei credenti a doversi situare nei diversi territori di vita della gente, per coglierne e capirne i problemi e le possibilità». Cambiamento che esige poi ca- DISCERNIMENTO • Le riunioni delle Caritas parrocchiali sono sempre un’occasione importante per aiutarsi a leggere i nuovi bisogni e le possibili risposte. pacità di decidere insieme, attuando forme di “discernimento comunitario” che, per essere un vero servizio ecclesiale, deve essere fondato su alcune convinzioni: l’assunzione personale di responsabilità di fronte alla vita, alla storia, agli altri, a noi stessi; l’impegno di ascolto e di obbedienza alla Parola di Dio, meditata e pregata; la consapevolezza di essere e di agire come chiesa. Discernimento che porta a non agire impulsivamente per risolvere situazioni o problemi, ma rimanda ad un altro compito, che è dentro il dna della Caritas: quello educativo. «Emerge— sottolinea don Nozza— l’esigenza di costruire e offrire spazi liberi da ansie operative per impastare saperi diversi, comporre visioni differenti e diversi punti di vista sulla realtà, sulle tematiche e problematiche del nostro tempo». Ansia del fare, da cui non è esente la Caritas, impegnata a promuovere opere e servizi in risposta ai crescenti e molteplici bisogni dei poveri e che potrebbe offuscare lo sguardo per impedirci di cogliere alcuni rischi. E’ sempre don Nozza ad elencarli: il rischio di una gestione pesante, oltre il dovuto, che finisce per mortificare e impoverire la funzione della Caritas; il rischio di affievolire l’azione di sensibilizzazione e coinvolgimento della chiesa locale; il rischio di dimenticare il compito e il dovere della denun- cia, perché «non sia dato per carità ciò che è dovuto per giustizia». Cambiamento a livello ecclesiale: abbiamo già segnalato il passaggio di consegne proprio nell’Ufficio diocesano della Caritas; passaggio che, nel prendere tra le mani un’eredità così delicata e preziosa, richiede ulteriori tempi di ascolto, di conoscenza reciproca, per comprendere, discernere, valutare e decidere. Sapendo che, con le nostre scelte, ma anche col nostro atteggiamento, contribuiamo a tratteggiare il volto stesso della nostra Chiesa. E se è doverosa la gratitudine per chi ha lavorato in questo pezzo della diocesi (penso al bell’album dei 30 anni di vita di Caritas diocesana, ai riconoscimenti espressi e a quelli serbati nel silenzio), è altrettanto indispensabile non adagiarsi nel già fatto, o nell’andare avanti come un’abitudine ormai consolidata. Anche qui va messo in gioco il discernimento, insieme alla pazienza dei piccoli passi e alla tenacia del contadino, che non si accontenta solo di seminare, ma prepara il terreno, lo lavora, pur sapendo che un imprevisto può far andare a male il raccolto. Parlando di cambiamenti, mi viene in mente questo aneddoto raccontato da un saggio, che racconta così la sua vita: «Quando ero giovane, mi sentivo pieno di forze e di energie tali da scaravoltare il mondo, perciò chiedevo nella preghiera: aiutami a cambiare il mondo. Poi nell’età adulta, quando ho iniziato a sperimentare le difficoltà e l’impossibilità di questa impresa, ho ridotto lo spazio di azione e pregavo così: Signore, aiutami almeno a cambiare quelli vicino a me. Arrivato all’età anziana, falliti tutti i tentativi di cambiamenti, capii una cosa fondamentale: che a cambiare dovevo essere io. Così iniziai a pregare: signore, aiutami a cambiare me stesso». Gruppo di intervento della Caritas N on solo emergenze straordinarie. Potrebbe essere questo uno degli slogan del Gic, gruppo intervento caritas, che è nato proprio in seguito ad una emergenza, quella del terremoto in Umbria di alcuni anni fa, e che è continuato nel tempo. «Abbiamo condiviso il servizio nelle frazioni di Nocera Umbra, che erano state affidate col gemellaggio. Tornati a casa, abbiamo pensato di continuare l’avventura, senza chiudere questa esperienza subito, ma tenendola aperta e legata al mondo Caritas. Così abbiamo dato vita ad un’associazione, regolarmente registrata». E se il campo delle attività è vario: «partecipiamo a tutte le iniziative in cui il Comitato della Protezione civile ci chiede di intervenire», non meno importante, secondo Micheli, è il capitolo formazione. «Nello Statuto è prevista sia la formazione che l’infor- mazione, anche per far conoscere chi siamo e cosa facciamo alla gente». Tra gli obiettivi a breve termine c’è proprio quello di rendere accessibili le previsioni e allarmi meteo della Protezione civile a tutti. Il gruppo è formato da circa una trentina di persone, con disponibilità di tempo diverse. Tra gli obiettivi a lungo termine: il coinvolgimento dei giovani. «Vorremmo far conoscere il Gic nelle parrocchie, proponendo non solo l’impegno nelle situazioni di emergenza, ma anche la possibilità di servizi in ambito locale», per far fronte alle piccole, grandi emergenze quotidiane. «Per questo cerchiamo di crescere, non solo di numero. Ci sentiamo un po’ il braccio operativo della Caritas diocesana, di cui condividiamo valori e idealità. Questa realtà può essere una opportunità, anche per la Caritas, di attirare forze nuove». La proposta si colloca proprio nel momento in cui sono stati chiusi i campi volontari in Abruzzo, a testimoniare la possibilità feriale di mettersi in gioco e di servire al bene di tutti. In Abruzzo, come a Parma, o in qualsiasi luogo è messa a repentaglio la vita delle persone e la loro dignità. Info: Andrea Micheli 348/3388390 [email protected] AVVENTO E NATALE A nche quest’anno Caritas italiana, in collaborazione con Città Nuova editrice, ha predisposto per il tempo di Avvento e di Natale alcuni sussidi: un opuscolo dedicato alle famiglie, un album per i bambini, un poster, un salvadanaio, una scheda per l’animazione pastorale. E’ la frase di sant’Agostino, proposta dagli Uffici Cei, a fare da filo conduttore delle diverse proposte: “Rialzati: per te Dio si è fatto uomo”. Messaggio, questo, rivolto ad ogni persona, in qualsiasi situazione si trovi, e che diventa motivo di forza e di speranza in particolare per coloro che, a causa delle difficoltà che vivono o della esclusione che subiscono, rischiano di metterlo in dubbio e di sentirsi esclusi anche dall’amore stesso di Dio. Ogni sussidio presenta poi caratteristiche particolari, ben sintetizzate nella scelta delle immagini. L’opuscolo per le famiglie propone un itinerario di ascolto della Parola di Dio, cui attingere la spinta al rinnovamento. Testimonianze, riflessioni e preghiere di alcuni protagonisti della carità aiutano ad inventare azioni per una vita nuova. L’album per i bambini, che ha come titolo: “Per te Dio si è fatto bambino”, propone una filastrocca composta su una parola molto breve, ma importante per la storia della salvezza: sì. Il salvadanaio aiuta a rendere visibile l’impegno di solidarietà, in famiglia, a scuola, nei gruppi. I sussidi sono da richiedere, con prenotazione presso l’Ufficio Caritas diocesano. zoom Ecco come ci puoi incontrare Eletto il nuovo consiglio e il presidente, che è don Matteo Visioli Caritas children: i numeri e le storie 9 Il progetto delle adozioni a distanza,ma non solo N ei giorni scorsi si è riunita la prima assemblea elettiva della Caritas Children onlus, ente che si è costituito nel dicembre del 2004: il nuovo consiglio di amministrazione ha eletto presidente don Matteo Visioli e vice presidente Flavia Lonardi; gli altri membri sono don Andrea Volta e Monica Bossich. Questa elezione è l’occasione per fare il punto sullo stato di fatto dell’associazione e su alcune scelte operate. 40 Missioni in 18 Paesi, dalla Thalilandia al Brasile; ultime Missioni “gemellate”: Betlemme (con la congregazione delle Figlie della Carità) e Perù (con la congregazione delle Piccole Figlie) e Georgia (con Caritas Georgia). La finalità dell’associazione: offrire aiuto in particolare a bambini e ragazzi, soprattutto a chi vive in condizioni di particolare disagio e povertà. Si colloca in questa prospettiva il progetto delle adozioni a distanza, che precisa don Visioli: «non è l’unico progetto finanziato. Col risultato della gestione del bilancio, ad esempio, abbiamo finanziato a Goiania il Centro sociale; mentre con i fondi del 5 per mille è stato realizzato un centro sociale a Juinia». Centri che rispondono non solo a bisogni di aggregazione, ma anche a bisogni primari, quali l’istruzione, educazione sanitaria. «Il settore delle adozioni, prosegue don Visioli, è un settore che non è mai fermo, statico, non solo a livello di numeri, ma soprattutto a livello di necessità, di esigenze. Questo richiede non tanto e non solo un’attenzione gestionale dei numeri o un lavoro puramente burocratico, ma ci obbliga piuttosto a prendere in mano il vissuto delle singole persone, costruendo ponti lunghi migliaia di chilometri». Una delle scelte operate dall’associzione è quella dell’adozione personale del bambi- no; «Scelta, sottolinea Lonardi, che insieme ad una contabilità seria, ad un bilancio certificato, garantisce più trasparenza». Non a caso, infatti, l’Agenzia delle onlus che nel mese di novembre presenterà le linee guida per le adozioni a distanza e pubblicherà le associazioni che vi aderiscono, ha messo tra i punti, quello dell’adozione personale. «Scelta qualificante per il nostro operare (che non significa non riconoscere la validità delle altre forme di adozione), prosegue Lonardi, che ci ha portato anche a rinunciare a certi progetti che non andavano in questa direzione». Anche i missionari cercano di tenere contatti personalizzati, non solo aggiornando la situazione dei bambini, ma tenendo contatti con le famiglie stesse. In fondo, ribadisce don Visioli, «una delle nostre finalità è quella di creare relazioni. Dietro un aiuto, quello di sfamare, c’è un prendersi a cuore dei diritti dell’infanzia. Sollecitiamo le persone a prendersi cura non solo di un evento di beneficenza. Le parole solidarietà o beneficenza non sono sufficienti per illustrare questo progetto. Come associazione di ispirazione cristiana, siamo espressione della vita e della attività della Chiesa stessa, formando le persone ad una carità evangelica, che si esprime anche in un’attenzione ai diritti negati dell’infanzia». INCONTRI • a fianco: il vescovo di Juina, in Brasile, di passaggio a Parma, con Maria Cecilia Scaffardi, Flavia Lonardi e don Andrea Volta; in alto, insieme a don Matteo Visioli, il gruppo di lavoro della Caritas children onlus. 6 NOVEMBRE 2009 AGENDA Sabato 7 novembre, alle ore 15 presso la sala conferenze dell’Istituto dei missionari saveriani, viale san Martino 8, incontro diocesano delle Caritas parrocchiali. L’incontro, inizierà con la preghiera guidata dal vescovo monsignor Enrico Solmi, che presenterà poi le linee portanti della lettera pastorale. Nell’occasione verrà rivolto un saluto di ringraziamento a don Andrea Volta, per il prezioso servizio svolto in questi 11 anni, alla guida dell’Ufficio pastorale della Caritas.