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IL BRACCIO OPERATIVO NON SOLO PER LE EMERGENZE
informa
CARITAS
QUANDO
PARTENZA • Destinazione Brasile. Sara Cacciatore ha raggiunto lo
scorso martedì 3 novembre,don Corrado Vitali e Paolo Finardi a Goiania: lì svolgerà il servizio civile volontario. Una scelta che ha richiesto preparazione, ma anche diversi stacchi, tra cui quello dal lavoro.
Anche Sara diventerà interlocutrice e nuova voce del diario di Vita
Nuova “Giorno per giorno”.
zoom
EDITORIALE
6 NOVEMBRE 2009
8
Grazie e auguri
di buona strada
G
eorge Catlet Marshall fu capo di stato maggiore dell’esercito americano dal 1939 al 1945, spesso i suoi generali sui vari fronti ne lamentarono l’assenza in quanto residente al
Pentagono, ma alla fine del conflitto gli riconobbero la capacità di
comando che risultò uno dei fattori determinanti della vittoria finale. Con questo editoriale, mi accingo a salutare e ringraziare tutti coloro che, negli undici anni in cui sono stato direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale della carità, a diverso titolo hanno
collaborato con me per fare sì che la nostra Diocesi rispondesse
con amore ed intelligenza alle sollecitazioni che le venivano dai bisogni del territorio e di coloro che vi abitano. In primo luogo ringrazio i vescovi che hanno avuto fiducia in me in questo delicato incarico, il compianto mons. Bonicelli e l’attuale nostro vescovo Enrico. Unitamente a loro anche i Vicari episcopali, da mons. Sacchi,
al compianto don Guiduzzi, a don Visioli e all’attuale don Valentini: con ognuno abbiamo realizzato un pezzo della Caritas che oggi
abbiamo. E’ nella collaborazione e nella stima che le cose crescono. In secondo luogo un caro saluto agli operatori dipendenti e volontari della Caritas con cui quotidianamente abbiamo collaborato e che considero, per parte mia, sinceri amici. In terzo luogo tutti i membri delle numerose Caritas parrocchiali che ho incontrato
in questi anni insieme a colei che è stata chiamata a succedermi nella guida dell’ufficio, Maria Cecilia Scaffardi, che ha condiviso l’attenzione formativa che proveniva dalle sollecitazioni di Caritas Italiana e ci ha aiutato con sapienza a decifrarle ed interpretarle. Vorrei ringraziare i missionari che seguono i bambini adottati a distanza da Caritas Children Onlus e chi opera dentro questa realtà
con professionalità ed intelligenza. Facendo un paragone, se la Caritas diocesana è come la Fiat (ha diverse branche che la compongono nella sua attività), mi sento di dire che la Children Onlus è un
po’ la Ferrari: i suoi 10.000 bambini adottati a distanza, in 18 Paesi
del mondo, dicono un alto livello di solidarietà — proveniente da
tutta Italia ed anche dall’estero — e di attenzione che mi sento in
dovere di segnalare. Un caro saluto lo rivolgo ai membri delle istituzioni con cui ho collaborato: in particolare a Maria Teresa Guarnieri e Tiziana Mozzoni, già assessore comunale e provinciale, e
l’assessore provinciale Gabriele Ferrari: con loro abbiamo vissuto un
lungo coincidente periodo di responsabilità che ci ha portati pur
nelle differenze dei ruoli e delle sensibilità politiche a collaborare e
a stimarci sinceramente. Sono tante le realtà che la direzione della
Caritas porta ad intercettare, ma la cosa più importante sono loro,
i poveri, i senza dimora, italiani ed extracomunitari, coloro che cercano un aiuto vero per sperare, hanno bisogno di trovare una parola, un gesto di amore che per noi deve venire dall’insegnamento
evangelico. Dirigere la Caritas è una grande fortuna ed una enorme
responsabilità, tutti i giorni si è in prima linea e le tensioni , le difficoltà spesso ci condizionano. Ringrazio anche quella parte di presbiterio che ha una visione diversa dalla mia del vissuto caritativo
della Chiesa perché, anche se non sempre si sarà sentito compreso
dalla nostra azione, ci ha stimolato con una grande coerenza di vita e di attenzione ai poveri. Nella chiesa c’è posto per tutti coloro che
con buona volontà vogliono amare sinceramente il prossimo.
George Catlet Marshall entrato in politica fu poi l’ideatore del famoso piano di aiuti che porta il suo nome e nel 1953 gli venne conferito il premio nobel per la pace L’unica cosa che ho in comune con
lui è l’anno 1959: io sono nato, lui è morto.
Che uno abbia fatto la sua parte fino in fondo è quello che conta. In coscienza dico che potevo fare di più, ma sono anche sinceramente consapevole che senza l’aiuto di tanti non avrei realizzato niente. Dice S.Paolo nella prima lettera ai Corinzi che c’è chi semina e chi irriga, ma è il Signore che fa crescere. Ho fatto un pezzo di strada, auguro buon cammino a Maria Cecilia Scaffardi e agli amici che lavorano in Caritas, nella consapevolezza sperimentata che è il Signore che fa crescere. Grazie.
don Andrea Volta
da lunedì a venerdì:
ore 8.30-12.30 e 15-18
sabato:
8.30-12-30
a cura della Caritas Diocesana
La Chiesa e, in particolare, la Caritas di fronte alle sfide del nostro tempo:
alcune preziose indicazioni di don Vittorio Nozza, direttore nazionale
Dal campanile al territorio
L’importanza di attuare forme di discernimento comunitario
C
ambiamento. Parola ricorrente nel nostro parlare; che bene esprime il
tempo che stiamo vivendo, lo
stacco così netto tagliente con le
generazioni che ci hanno preceduto.
Cambiamento sociale: dalle migrazioni dei popoli, che portano
con sé, insieme al valore della
loro storia e tradizione, anche situazioni di precarietà e di miseria; alla crisi economica (e non
solo) che, come uno tzunami,
sta travolgendo diverse fasce
della popolazione, anche quelle
che si ritenevano intoccabili.
«C’è bisogno— scrive don Vittorio Nozza, direttore di caritas
italiana, nel documento programmatico dell’anno 20092010 — di organizzarci in tanti a
favore di tutti, a favore di una
convivenza corresponsabile,
partecipata, costruttiva, giusta,
fraterna e solidale».
Cambiamenti in atto, talvolta
anche difficili da intercettare e
da decifrare, ma anche cambiamenti da attuare; cambiamenti
di cui, a cominciare dal nostro
vissuto, si sente profondamente
il bisogno, quasi anelito a qualcosa di diverso, di più alto.
Cambiamento che non deve vederci estranei o semplicemente
spettatori, magari pronti a giudicare se qualcuno non ha recitato bene la sua parte.
«La Chiesa e in particolare la Caritas — precisa don Nozza— è
interpellata in modo diretto e radicale sul proprio stare tra gli
uomini, con gli altri e non contro gli altri, e sulla testimonianza che deve dare». Cambiamento che richiede la capacità di
abitare in modo consapevole e
responsabile i luoghi, i diversi
spazi di vita, nella consapevolezza, rimarca don Nozza, che
«se prima il territorio viveva all’ombra del campanile, oggi è la
comunità dei credenti a doversi
situare nei diversi territori di vita della gente, per coglierne e capirne i problemi e le possibilità».
Cambiamento che esige poi ca-
DISCERNIMENTO • Le riunioni delle Caritas parrocchiali sono sempre un’occasione
importante per aiutarsi a leggere i nuovi bisogni e le possibili risposte.
pacità di decidere insieme, attuando forme di “discernimento
comunitario” che, per essere un
vero servizio ecclesiale, deve essere fondato su alcune convinzioni: l’assunzione personale di
responsabilità di fronte alla vita,
alla storia, agli altri, a noi stessi;
l’impegno di ascolto e di obbedienza alla Parola di Dio, meditata e pregata; la consapevolezza di essere e di agire come chiesa. Discernimento che porta a
non agire impulsivamente per
risolvere situazioni o problemi,
ma rimanda ad un altro compito, che è dentro il dna della Caritas: quello educativo. «Emerge— sottolinea don Nozza— l’esigenza di costruire e offrire spazi liberi da ansie operative per
impastare saperi diversi, comporre visioni differenti e diversi
punti di vista sulla realtà, sulle
tematiche e problematiche del
nostro tempo». Ansia del fare, da
cui non è esente la Caritas, impegnata a promuovere opere e
servizi in risposta ai crescenti e
molteplici bisogni dei poveri e
che potrebbe offuscare lo sguardo per impedirci di cogliere alcuni rischi. E’ sempre don Nozza ad elencarli: il rischio di una
gestione pesante, oltre il dovuto, che finisce per mortificare e
impoverire la funzione della Caritas; il rischio di affievolire l’azione di sensibilizzazione e
coinvolgimento della chiesa locale; il rischio di dimenticare il
compito e il dovere della denun-
cia, perché «non sia dato per carità ciò che è dovuto per giustizia».
Cambiamento a livello ecclesiale: abbiamo già segnalato il passaggio di consegne proprio nell’Ufficio diocesano della Caritas;
passaggio che, nel prendere tra
le mani un’eredità così delicata e
preziosa, richiede ulteriori tempi di ascolto, di conoscenza reciproca, per comprendere, discernere, valutare e decidere.
Sapendo che, con le nostre scelte, ma anche col nostro atteggiamento, contribuiamo a tratteggiare il volto stesso della nostra Chiesa.
E se è doverosa la gratitudine
per chi ha lavorato in questo
pezzo della diocesi (penso al
bell’album dei 30 anni di vita di
Caritas diocesana, ai riconoscimenti espressi e a quelli serbati
nel silenzio), è altrettanto indispensabile non adagiarsi nel già
fatto, o nell’andare avanti come
un’abitudine ormai consolidata.
Anche qui va messo in gioco il
discernimento, insieme alla pazienza dei piccoli passi e alla tenacia del contadino, che non si
accontenta solo di seminare, ma
prepara il terreno, lo lavora, pur
sapendo che un imprevisto può
far andare a male il raccolto.
Parlando di cambiamenti, mi
viene in mente questo aneddoto raccontato da un saggio, che
racconta così la sua vita: «Quando ero giovane, mi sentivo pieno
di forze e di energie tali da scaravoltare il mondo, perciò chiedevo nella preghiera: aiutami a
cambiare il mondo. Poi nell’età
adulta, quando ho iniziato a
sperimentare le difficoltà e l’impossibilità di questa impresa, ho
ridotto lo spazio di azione e pregavo così: Signore, aiutami almeno a cambiare quelli vicino a
me. Arrivato all’età anziana, falliti tutti i tentativi di cambiamenti, capii una cosa fondamentale: che a cambiare dovevo essere io. Così iniziai a pregare: signore, aiutami a cambiare
me stesso».
Gruppo di intervento della Caritas
N
on solo emergenze
straordinarie. Potrebbe essere questo uno degli slogan del Gic,
gruppo intervento caritas,
che è nato proprio in seguito ad una emergenza, quella del terremoto in Umbria
di alcuni anni fa, e che è
continuato nel tempo.
«Abbiamo condiviso il servizio nelle frazioni di Nocera Umbra, che erano state
affidate col gemellaggio.
Tornati a casa, abbiamo
pensato di continuare l’avventura, senza chiudere
questa esperienza subito,
ma tenendola aperta e legata al mondo Caritas. Così abbiamo dato vita ad un’associazione, regolarmente registrata». E se il
campo delle attività è vario: «partecipiamo a tutte le iniziative in cui il Comitato della Protezione civile ci chiede di intervenire», non meno importante, secondo Micheli, è il capitolo formazione. «Nello Statuto è prevista sia la formazione che l’infor-
mazione, anche per far conoscere chi siamo
e cosa facciamo alla gente». Tra gli obiettivi a breve termine c’è proprio quello di rendere accessibili le previsioni e allarmi meteo della Protezione civile a tutti. Il gruppo
è formato da circa una trentina di persone,
con disponibilità di tempo diverse. Tra gli
obiettivi a lungo termine: il coinvolgimento dei giovani. «Vorremmo far conoscere il
Gic nelle parrocchie, proponendo non solo l’impegno
nelle situazioni di emergenza, ma anche la possibilità
di servizi in ambito locale»,
per far fronte alle piccole,
grandi emergenze quotidiane. «Per questo cerchiamo di
crescere, non solo di numero. Ci sentiamo un po’ il
braccio operativo della Caritas diocesana, di cui condividiamo valori e idealità.
Questa realtà può essere una
opportunità, anche per la
Caritas, di attirare forze
nuove». La proposta si colloca proprio nel momento
in cui sono stati chiusi i campi volontari in
Abruzzo, a testimoniare la possibilità feriale di mettersi in gioco e di servire al bene di tutti. In Abruzzo, come a Parma, o in
qualsiasi luogo è messa a repentaglio la vita delle persone e la loro dignità.
Info:
Andrea Micheli 348/3388390
[email protected]
AVVENTO E NATALE
A
nche quest’anno Caritas
italiana, in collaborazione
con Città Nuova editrice, ha
predisposto per il tempo di Avvento e di Natale alcuni sussidi: un opuscolo dedicato alle
famiglie, un album per i bambini, un poster, un salvadanaio, una scheda per l’animazione pastorale. E’ la frase di
sant’Agostino, proposta dagli
Uffici Cei, a fare da filo conduttore delle diverse proposte:
“Rialzati: per te Dio si è fatto
uomo”. Messaggio, questo, rivolto ad ogni persona, in qualsiasi situazione si trovi, e che
diventa motivo di forza e di
speranza in particolare per coloro che, a causa delle difficoltà
che vivono o della esclusione
che subiscono, rischiano di
metterlo in dubbio e di sentirsi esclusi anche dall’amore
stesso di Dio.
Ogni sussidio presenta poi caratteristiche particolari, ben
sintetizzate nella scelta delle
immagini.
L’opuscolo per le famiglie propone un itinerario di ascolto
della Parola di Dio, cui attingere la spinta al rinnovamento.
Testimonianze, riflessioni e
preghiere di alcuni protagonisti della carità aiutano ad inventare azioni per una vita
nuova.
L’album per i bambini, che ha
come titolo: “Per te Dio si è fatto bambino”, propone una filastrocca composta su una parola molto breve, ma importante
per la storia della salvezza: sì.
Il salvadanaio aiuta a rendere
visibile l’impegno di solidarietà, in famiglia, a scuola, nei
gruppi.
I sussidi sono da richiedere,
con prenotazione presso l’Ufficio Caritas diocesano.
zoom
Ecco come
ci puoi incontrare
Eletto il nuovo consiglio e il presidente, che è don Matteo Visioli
Caritas children: i numeri e le storie
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Il progetto delle adozioni a distanza,ma non solo
N
ei giorni scorsi si è riunita la prima assemblea elettiva della Caritas Children
onlus, ente che si è costituito nel dicembre del 2004: il nuovo consiglio di amministrazione ha eletto presidente don Matteo Visioli e
vice presidente Flavia Lonardi; gli altri membri
sono don Andrea Volta e Monica Bossich.
Questa elezione è l’occasione per fare il punto
sullo stato di fatto dell’associazione e su alcune
scelte operate. 40 Missioni in 18 Paesi, dalla Thalilandia al Brasile; ultime Missioni “gemellate”:
Betlemme (con la congregazione delle Figlie della Carità) e Perù (con la congregazione delle Piccole Figlie) e Georgia (con Caritas Georgia).
La finalità dell’associazione: offrire aiuto in particolare a bambini e ragazzi, soprattutto a chi vive in condizioni di particolare disagio e povertà.
Si colloca in questa prospettiva il progetto delle
adozioni a distanza, che precisa don Visioli:
«non è l’unico progetto finanziato. Col risultato
della gestione del bilancio, ad esempio, abbiamo
finanziato a Goiania il Centro sociale; mentre
con i fondi del 5 per mille è stato realizzato un
centro sociale a Juinia». Centri che rispondono
non solo a bisogni di aggregazione, ma anche a
bisogni primari, quali l’istruzione, educazione
sanitaria. «Il settore delle adozioni, prosegue don
Visioli, è un settore che non è
mai fermo, statico, non solo a
livello di numeri, ma soprattutto a livello di necessità, di
esigenze. Questo richiede non
tanto e non solo un’attenzione gestionale dei numeri o un
lavoro puramente burocratico, ma ci obbliga piuttosto a
prendere in mano il vissuto
delle singole persone, costruendo ponti lunghi migliaia di chilometri». Una
delle scelte operate dall’associzione è quella dell’adozione personale del bambi-
no; «Scelta, sottolinea Lonardi, che insieme ad
una contabilità seria, ad un bilancio certificato,
garantisce più trasparenza». Non a caso, infatti,
l’Agenzia delle onlus che nel mese di novembre
presenterà le linee guida per le adozioni a distanza e pubblicherà le associazioni che vi aderiscono, ha messo tra i punti, quello dell’adozione personale. «Scelta qualificante per il nostro operare (che non significa non riconoscere la
validità delle altre forme di adozione), prosegue
Lonardi, che ci ha portato anche a rinunciare a
certi progetti che non andavano in questa direzione». Anche i missionari cercano di tenere
contatti personalizzati, non solo aggiornando la
situazione dei bambini, ma tenendo contatti
con le famiglie stesse. In fondo, ribadisce don
Visioli, «una delle nostre finalità è quella di creare relazioni. Dietro un aiuto, quello di sfamare, c’è
un prendersi a cuore dei diritti dell’infanzia. Sollecitiamo le persone a prendersi cura non solo di
un evento di beneficenza. Le parole solidarietà o
beneficenza non sono sufficienti per illustrare
questo progetto. Come associazione di ispirazione cristiana, siamo espressione della vita e della
attività della Chiesa stessa, formando le persone
ad una carità evangelica, che si esprime anche in
un’attenzione ai diritti negati dell’infanzia».
INCONTRI • a
fianco: il vescovo
di Juina, in Brasile,
di passaggio a
Parma, con Maria
Cecilia Scaffardi,
Flavia Lonardi e
don Andrea Volta;
in alto, insieme a
don Matteo Visioli,
il gruppo di lavoro
della Caritas
children onlus.
6 NOVEMBRE 2009
AGENDA
Sabato 7 novembre, alle ore 15
presso la sala conferenze dell’Istituto dei missionari saveriani,
viale san Martino 8, incontro
diocesano delle Caritas parrocchiali. L’incontro, inizierà con
la preghiera guidata dal vescovo monsignor Enrico Solmi,
che presenterà poi le linee portanti della lettera pastorale.
Nell’occasione verrà rivolto un
saluto di ringraziamento a don
Andrea Volta, per il prezioso
servizio svolto in questi 11 anni, alla guida dell’Ufficio pastorale della Caritas.
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