1
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
OGGETTO: CONSIGLIO COMUNALE APERTO SU SICUREZZA, ORDINE PUBBLICO E
CRIMINALITA’ A MACERATA: RISPOSTE CONCRETE AI CITTADINI.
------------------L’anno duemiladue il giorno TREDICI del mese di MAGGIO nella Sala Consiliare della Civica Residenza
alle ore 16,00 si è riunito il Consiglio Comunale in seduta ordinaria di PRIMA CONVOCAZIONE a
seguito di invito diramato dal Presidente con nota 06.05.2002, prot. 13151.
All’appello nominale, dei 41 Consiglieri sottoelencati, risultano ASSENTI i 17 evidenziati nella fincatura
riferita alla seduta (Inizio Seduta).
E’ presente il rappresentante degli immigrati Sig. Akonchong Johanes Ako.
Constatato il numero legale, la presidenza viene assunta dalla Presidente Prof. BARBARA POJAGHI la
quale dichiara aperta la seduta.
Alla seduta partecipa il Segretario Generale Sig. LUCIANO SALCICCIA. LA SEDUTA È PUBBLICA.
I Consiglieri PRESENTI ed ASSENTI durante la DISCUSSIONE del presente argomento sono riportati
all’interno della delibera.
NON È STATA EFFETTUATA NESSUNA VOTAZIONE
Inizio Iniz. Disc Votaz.
seduta arg. arg.
Antolini Arrigo
Babini Carlo
Benedetti Enrico
Berdini Irma
Bertazzoni Alessandro
Bertola Massimo
Blunno Marco
Borgiani Luciano
Calvigioni Silvana
Canesin Alferio
Carancini Romano
Carelli Luigi
Castiglioni Pierfrancesco
Ciaffi Adriano
Crucianelli Mario
Damiano Giampiero
Evangelisti Paolo
Fattori Maurizio
Fioretti Gabrio
Giustozzi Fabrizio
Mandrelli Bruno
a
a
a
a
a
a
a
a
a
a
a
a
a
a
a
a
a
a
a
a
Inizio
seduta
Mari Romano
Maulo Gian Mario
Menghi Anna
Meschini Daniela
Meschini Giorgio
Monaco Ovidio
Munafò Placido
Orazi Ulderico
Pantanetti Luciano
Picchio Giovanni
Pojaghi Barbara
Sacchi Riccardo
Salvatori Uliano
Salvucci Andrea
Savi Alessandro
Sgalla Luciano
Tacconi Ivano
Torregrossa Marco
Vitaletti Vitaliana
Zazzaretta Vittorio
Iniz. Disc Votaz.
arg. arg.
a
a
a
a
a
a
a
a
a
a
a
a
a
a
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
OGGETTO: CONSIGLIO COMUNALE APERTO SU SICUREZZA, ORDINE
PUBBLICO E CRIMINALITA’ A MACERATA: RISPOSTE CONCRETE AI
CITTADINI.
POJAGHI – PRESIDENTE
Io vorrei, prima di iniziare, salutare tutti i nostri ospiti, le persone che molto
gentilmente hanno aderito a questa nostra iniziativa e sono presenti per dare un
contributo molto importante a questo Consiglio, ed anche quelle persone che pur non
essendo presenti hanno contribuito ad elaborare tutti quei dati che ci servono per
comprendere qual è la situazione nella nostra città.
La finalità in due parole volevo ricordare a questo Consiglio, il Consiglio Comunale
aperto è un Consiglio Comunale particolare nel senso che si incentra su una tematica,
in questo caso sulla sicurezza, ordine pubblico e la criminalità a Macerata, ed ha la
caratteristica di aprirsi al contributo di tutti quei soggetti che in qualche maniera
possono offrire informazioni, opinioni, punti di vista che possono aiutare i
Consiglieri Comunali a capire, e quindi, anche a prendere delle decisioni.
Noi sappiamo che relativamente a questo argomento il Consiglio Comunale ha poche
funzioni, però è anche vero che il Consiglio Comunale è in contatto con i problemi, i
bisogni dei propri cittadini, e pur non avendo un ruolo, una funzione specifica è
importante che abbia una visione abbastanza realistica e documentata di qual è la
situazione in questo settore.
Il Consiglio Comunale che stiamo svolgendo ora nasce da una richiesta di Consigli
Comunali aperti di un gruppo di più soggetti della opposizione, una richiesta che
viene fatta semplicemente per conoscere.
Noi avremo degli interventi programmati, e sono tutte quelle persone che noi
abbiamo ritenuto opportuno non solo di invitare, ma opportuno chiedere che dessero
un contributo con il loro intervento.
Poi chiunque del pubblico può intervenire, vi pregherei di prenotarvi presso la
segretaria del Consiglio, ed una volta terminata questa fase in cui abbiamo avuto
comunicazioni, informazioni o richieste o domande, si passerà alla parte più
propriamente del Consiglio Comunale perché ci sarà il dibattito dei gruppi Consiliari.
2
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
Voglio anche darvi un primo quadro per avere un’idea di come proseguiranno i
lavori, avremo una presentazione del Sindaco, poi il Prefetto Dr. Piero Giulio
Marcellino farà un intervento che sarà sicuramente molto utile, poi l’intervento del
Questore, dopo di che avremo l’intervento del Dr. Vainer Merighi che è il Vice
Presidente del Forum Italiano per la sicurezza urbana, quindi potrà darci un
contributo sicuramente interessante come tutti; poi abbiamo un delegato della Giunta
Regionale Dr. Lucci Riccardo, ed un delegato del Presidente della Giunta Provinciale
che è l’Assessore Silvano Ramadori.
Dopo di che ci saranno gli interventi dei Presidenti dei Consigli di Circoscrizione per
offrirci un quadro delle problematiche da loro rilevate, e dopo di che il pubblico
volesse intervenire si prenota ed ha la possibilità di fare il suo intervento.
Vorrei invitare tutti quelli che interverranno di mantenersi all’interno dei 10, 15
minuti massimo, quindi passerei la parola a questo punto al Sindaco per la sua
relazione iniziale.
MESCHINI GIORGIO – SINDACO -
Buona sera a tutti un saluto innanzitutto a Sua Eccellenza il Prefetto, al Questore ed
al Vice Presidente del Forum nazionale per la sicurezza urbana, ed a tutti gli altri
ospiti ed ai cittadini presenti.
Pur non volendo definire macerata “un’isola felice” in quanto episodi di microcriminalità restano tanto ripetuti da produrre un senso di insicurezza che non è più
tollerato dalla gente, anche perché va ad aggiungersi ad un clima allarmistico,
tuttavia dobbiamo affermare che la nostra resta una realtà meno a rischio rispetto a
tante altre, soprattutto considerando che i reati più gravi contro la persona restano
comunque episodi che non vanno sottovalutati, ma neanche enfatizzati.
Potrebbe, quindi, davvero sembrare fuori luogo parlare di sicurezza nella nostra città
ed invece riteniamo importante riflettere su questa problematica.
Saranno poi le autorità preposte a fornire i dati più precisi, ma posso anticipare già
che rispetto al 2000 nell’ultimo anno si è registrata una significativa diminuzione del
totale dei reati, sia riguardo ai furti, sia rispetto agli altri generi di reati e di inflazioni.
La domanda di sicurezza è sempre più indirizzata alle istituzioni che in questo senso
sono in ogni modo ed in ogni momento perfettibili.
3
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
L’Amministrazione Comunale in particolare interlocutrice privilegiata, pur non
avendone competenze dirette e specifiche.
Sono i politici locali a doversi confrontare quotidianamente e direttamente con le
preoccupazioni dei cittadini, è a loro che si chiede di predisporre le condizioni per
una vita cittadina sicura ed allo stesso tempo dinamica e qualificata.
La sicurezza, infatti, è un bene comune essenziale, anche allo sviluppo
dell’economia. ma è una sfida per gli amministratori riuscire a coniugare la
tranquillità della vita cittadina con l’esigenza della crescita economica e
dell’esercizio delle attività che diano vita, soprattutto nel centro storico, nel rispetto
dell’esigenza dei residenti di avere una buona qualità della vita.
Non a caso in tutto questo quadro è stata prevista una presenza dei Sindaci, ed in
particolare del Sindaco del comune capoluogo di provincia, istituzionalizzata nel
Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, perché i Sindaci sono
considerati espressione delle istanze della comunità civica, anche in relazione alle
questioni di sicurezza e perché essi hanno una particolare conoscenza di situazioni
che possono compromettere l’ordine pubblico nel territorio di competenza.
Il Comune, quindi, ha assunto un ruolo determinante e strategico nel concorrere alla
costruzione degli indirizzi per le politiche di sicurezza.
Questo rinnovato contesto favorisce la possibilità di collaborazione più incisive ed
ampie all’ambito dei possibili interventi promossi ad intesa fra Prefettura, Comune e
Forze dell’Ordine per arginare fenomeni di criminalità diffusa che possono essere
contrastati solo attraverso il coordinamento organico dell’azione di tutte le parti
coinvolte.
Per eliminare le cause della percezione dell’insicurezza non basta saper garantire
l’ordine pubblico, il concetto di sicurezza deve essere inteso in senso più lato, e
comprende anche quello di legalità, di qualità della vita, di solidarietà e di sviluppo
economico.
In questo senso la sicurezza non è solo un’attività o un progetto, ma un processo che
permea tutte le componenti e le risorse della comunità cittadina e che si concretizza
in attività e servizi che possono migliorare la vivibilità ed il livello di percezione
della sicurezza da parte dei cittadini; ed è anche soprattutto un’opera educativa per lo
sviluppo dei valori, della tolleranza, dell’accoglienza, della legalità che in definitiva
è il modo migliore di fare prevenzione in una società sempre più articolata sul piano
dei valori, delle culture e delle etnie.
Una distinzione poi va fatta tra criminalità e quiete pubblica.
Per evitare atti vandalici, schiamazzi non basta reprimere con puntualità le singole
infrazioni, anche perché diventa estremamente complesso, occorre che tutti si
4
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
sentano responsabili di un’azione che è prima di tutto culturale per il recupero di quel
senso civico che fa considerare il bene comune, come il bene di tutti e di ciascuno.
Questo però significa porsi direttamente in contrasto con quella cultura che rischia di
divenire dominante nella nostra società e che punta all’individualismo, all’edonismo,
e che in definitiva sfocia nell’egoismo dei comportamenti e degli atteggiamenti;
basta vedere quello che succede nel traffico urbano in cui ciascuno ritiene di poter
essere padrone della strada sia nella sosta, sia nell’essere in moto, sia in tutti quei
comportamenti che spesso e volentieri sono di violazione a regole che esistono e che
vanno rispettate.
E’ sempre più necessario fare in modo che le regole siano il più possibile condivise e
mantenere come imprescindibile punto di riferimento quelle democraticamente
assunte, in modo da costruire coesione sociale, dirimere i conflitti, promuovere
solidarietà e tolleranza reciproca.
Questa è una sfida di tutti, nessuno può estraniarsi, ognuno a partire dal singolo
cittadino, la famiglia, dalla scuola contribuisce a creare una cultura che educa alla
valorizzazione o meno di quei beni che fanno parte della vita e della comunità
cittadina.
In questo compito sono egualmente coinvolte tutte le strutture comunali, dalla polizia
municipale, ai servizi sociali, fino ai singoli dipendenti comunali, ed alle associazioni
di volontariato, ma nella politica di sicurezza possono essere fatti rientrare anche gli
interventi di ripristino di illuminazione, dei marciapiedi, dell’arredo urbano, degli
spazi versi, ed ancora nell’organizzazione di occasioni e strutture di socializzazione.
Entrando nel merito dei progetti che hanno caratterizzato il lavoro della Polizia
Municipale in tema di sicurezza urbana, in attuazione del protocollo di intesa
sottoscritto con la Prefettura in data 28 ottobre 1998, ed oggi in fase di rivisitazione
per meglio adeguarlo alle problematiche, alle situazioni emerse al momento
dell’accordo, dobbiamo segnalare innanzitutto che è stato attuato il progetto
sperimentale presenza della Polizia Urbana sul territorio.
Tale progetto è finalizzato ad incentivare la presenza della Polizia Municipale sul
territorio al fine di creare un rapporto diretto tra la stessa e la popolazione residente;
in questo modo si aumenta la conoscenza della realtà locale con una immediata
rappresentazione dei problemi incontrati allo scopo di una loro pronta risoluzione.
Il progetto si basa sull’assunto che la polizia municipale è l’organo più vicino al
cittadino, e che una sua presenza capillare sul territorio può svolgere una importante
funzione preventiva relativamente a diverse problematiche, amministrative o non,
sentite dal cittadino come lesive della propria sicurezza.
5
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
Con questo progetto è stata privilegiata la presenza in quartieri periferici, ed in
particolare nelle frazioni di Sforzacosta e Villa Potenza dove l’intervento viene
assicurato quasi quotidianamente, tenuto conto dell’accresciuto stato di disagio
conseguente considerevole dell’aumento del traffico urbano che viene sopportato
dalle due frazioni.
Al riguardo si spera che vengano realizzate al più presto le opre programmate ed
attualmente ferme per legge a note vicende.
E’ stato poi attuato il progetto sicurezza, questo progetto è volto all’istituzione di un
servizio minimo bisettimanale da svolgersi in orario serale e notturno con obiettivi
molteplici tutti riconducibili ad un concetto lato di sicurezza; prima tra tutto
l’obiettivo di sicurezza stradale con l’espletamento di una attività preventiva e
repressiva in materia di norme di comportamento con particolare riferimento alla
velocità.
In secondo luogo di provvede ad un servizio infortunistico su tutto l’ambito
territoriale, e quindi anche fuori dei centri abitati finalizzato ad alleggerire del
relativo onere le altre forze di polizia presenti sul territorio, consentendo alle stesse
di porre maggiore attenzione riguardo a problematiche inerenti la sicurezza e l’ordine
pubblico, così come è stato richiesto a uso tempo dal signor Questore.
Si provvede inoltre ad una maggiore presenza notturna in zone periferiche della città
finalizzate ad una funzione preventiva contro atti vandalici, rumori molesti, ecc.
unitamente ad un incisivo intervento all’interno del centro storico ed alle vicinanze di
locali maggiormente frequentati allo scopo di contenere fenomeni di intralcio alla
circolazione di sosta in aree riservate o su luoghi interdetti dal parcheggio di tutela di
passi carrabili, contro attività rumorose, schiamazzi e danneggiamenti.
Infine si attua un controllo di attività commerciali, esercizi pubblici e locali di
pubblico spettacolo.
Sotto altri profili, richiamati anch’essi dal protocollo, il comune ha provveduto
innanzitutto a presidiare gli istituti scolastici elementari in orari di entrata ed uscita
tramite la presenza di cittadini appositamente selezionati o laddove ritenuto più
opportuno dal personale della stessa polizia municipale.
In secondo luogo sono stati attivati i corsi di educazione stradale nelle scuole,
organizzate dal Comando di Polizia Municipale; inoltre si è provveduto all’adozione
di programmi annuali di interventi a favore delle categorie deboli e più a rischio,
anziani, tossicodipendenti, minori e famiglie in condizioni di disagio economico e
sociale, immigrati e disabili.
Infine il Comune ha attivato una campagna di prevenzione per la sicurezza dei
cittadini effettuata attraverso la distribuzione di un deplian informativo, distribuito
gratuitamente alle famiglie cui principale obiettivo era quello di fornire al cittadino,
6
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
con particolare riferimento all’anziano, strumenti di autotutela a fronte di possibili
truffe perpetrate a suo danno.
Ma il Comune non opera solo attraverso la polizia municipale per garantire
sicurezza, un importante ruolo in questo senso è svolto anche dai servizi sociali le cui
attività oltre che al sostegno della povertà e dell’emarginazione hanno carattere
anche di prevenzione nei confronti della piccola criminalità e delle fasce a rischio, ad
esempio con la legge 309 del ‘90 a favore del recupero dei tossico dipendenti si
effettuano inserimenti lavorativi, anche in attività del comune, e sostegno familiare e
sociale in concertazione con il servizio dipendenze patologiche della ASL 9.
Lo stesso dicasi per interventi a favore degli immigrati in ottemperanza della legge
298, si cerca di agevolare il loro inserimento nella vita sociale, reperendo alloggi e
quando è possibile lavoro, garantendo accesso ai servizi e sostegno.
Riguardo i minori in difficoltà i servizi sociali hanno offerto collaborazione al
Tribunale per i minorenni ed alla Procura della Repubblica, svolgendo oltre alle
attività istituzionali previsti, anche assistenza e sostegno sia ai minori stessi che alle
famiglie in difficoltà.
La qualità della vita a Macerata ha un livello in genere abbastanza elevato anche
grazie all’attenzione che il Comune ha sempre avuto per tutti i servizi rivolti alla
cittadinanza, ed in particolare alle fasce più deboli come gli anziani ed i disabili.
Sarebbe troppo lungo elencare tutti i servizi sociali rivolte a queste categorie, basta
solo ricordare che nel bilancio dei servizi sociali del corrente anno si superano i 6
miliardi di lire di spesa.
Infine, non si può non accennare al fatto che il nuovo quadro normativo, il
mutamento della realtà sociale rendono indispensabile avvalersi dell’esperienza già
maturate altrove, per questo la nostra città ha aderito al Forum Europeo per la
sicurezza urbana, per instaurare rapporti con realtà operanti nel campo della
sicurezza per costruire una cultura comune, e per sviluppare la cooperazione tra le
nostre città, generalizzando l’uso di quelle ricerche azione e pratiche che hanno già
dato frutti. Grazie.
DOTT. PIERO GIULIO MARCELLINO – PREFETTO –
Ho accolto di buon grado l’invito della Professoressa Pojaghi di intervenire alla
seduta straordinaria del Consiglio Comunale dedicato alla sicurezza ed all’ordine
pubblico per un duplice ordine di ragione. Prima di tutto perché ritengo doveroso
7
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
che i rappresentato della comunità cittadina siano informati sulle problematiche che
sono fondamentali per la civile convivenza; e poi perché è stato stipulato tra il
Prefetto e il Comune un protocollo sulla sicurezza di cui è in corso l’aggiornamento
di alcuni punti che abbiamo concordato proprio qualche giorno fa con
l’amministrazione comunale.
Questo protocollo invita le parti ad una stretta collaborazione sul tema della
sicurezza.
Soggiungo che sin dal mio insediamento è stato intendimento precipuo quello di
interagire fortemente con gli enti locali in una visione aggiornata dell’attività del
Prefetto il quale deve svolgere una funzione di doppia rappresentanza, cioè quella di
incaricare il Governo sul territorio della provincia, e quella di riferimento delle realtà
istituzionali e sociali del territorio presso gli organi centrali.
Venendo allo specifico argomento in discussione debbo subito dire che dalla realtà
sociale e dai dati statistici emerge una situazione di pacifica convivenza civile che fa
onore ai cittadini maceratesi i quali con l’attaccamento ai valori positivi, derivanti da
una tradizione culturale, solida e concreta, sedimentata nel tempo, danno luogo ad
una società tranquilla ed omogenea, nonché alle forze dell’ordine che con la loro
silenziosa, ma attiva e costante presenza sul territorio assicurano la difesa della
popolazione.
Il monitoraggio della situazione è costante, infatti essa viene esaminata
bisettimanalmente nella riunione di coordinamento che teniamo nel mio ufficio con
la partecipazione di tutti i responsabili provinciali delle forze dell’ordine, oltre gli
altri incontri su specifici temi attinenti alla sicurezza ed all’ordine pubblico che si
tengono su problematiche di volta in volta emergenti.
Alle apposite riunioni del comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica,
come è noto, intervengono anche il Presidente della Provincia, il Sindaco del
Comune capoluogo, e dei Sindaci del Comune che lo richiedono come previsto dal
D.L. 279/99.
Innanzitutto c’è da dire che non risultano presenti nel territorio comunale fenomeni
che possono ascriversi alla criminalità organizzata, non sono stati individuati
associazioni criminali italiane o straniere riconducibili all’ipotesi delittuosa prevista
dall’art.416 Bis.
Alcuni episodi delittuosi, in particolare rapine di cui si è recentemente interessata la
Stampa, sono state compiute da elementi provenienti da zone geografiche di malavita
organizzata la quale trovano base logistiche nell’alto Maceratese, generalmente in
persone che ivi temporaneamente dimorano per esigenze connesse alla ricostruzione
post - terremoto.
8
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
Ma anche questo fenomeno viene attentamente seguito dalle forze dell’ordine la cui
proficua attività ha consentito recentemente l’individuazione di persone coinvolte in
tale contesto di azione criminale.
Risulta negativo anche il dato sull’usura, infatti non sono pervenite denuncie o
segnalazioni su questo reato, che però è giusto sottolineare, risulta subdolo in quanto
crea una necessaria complicità tra il soggetto attivo e passivo del particolare crimine.
Per quanto riguarda la generalità dei reati, dai dati trasmessi emerge una situazione
confortante, in quanto tra il 2000, 2001 ed i primi mesi del 2002 vi è una continua
diminuzione di tutti i tipi di reati, sintomo di un più oculato, incisivo controllo del
territorio.
Evidentemente tutto questo no deve indurci ad abbassare la guardia in quanto non
esistono isole felici, i malviventi sono sempre pronti ad adeguare il proprio sistema
di attacco all’apparato di difesa esistente, per cui l’azione di contrasto deve essere
sempre aggiornata per far fronte a nuovi agguati, insidie che possono essere operati
dalla mala vita.
In questa attività di controllo del territorio risulta molto utile anche la collaborazione
della polizia municipale che deve essere sempre più coinvolta in linea anche con la
nuova posizione istituzionale degli enti locali, nell’azione di prevenzione e
repressione dei reati, per la peculiare conoscenza della realtà territoriale, per cui è
auspicabile che la formazione professionale e la dotazione di mezzi e strumenti sia
sempre più incrementato.
Ho sentito con piacere da parte del Sindaco la elencazione degli interventi che si
fanno nei quartieri, a tutte quelle cose che rendono più sicuro il territorio.
Rivolgo anche un appello ai cittadini, ho detto che non esistono isole felici, ed
aggiungo che la società oggi è inevitabilmente più complessa e difficile, per cui
l’attenzione all’autodifesa è sempre più necessaria.
A volte sento persone che ritengono normale lasciare la chiave nella toppa della
serratura, oppure lasciare le serrande aperte in caso di assenza.
Ebbene io mi domando se così ragionando si potrebbero evitare le spese delle
serrature e degli infissi che con queste modalità risultano del tutto inutili.
A parte la battuta spero che tutti facciano tesoro degli opuscoli che sia
l’Amministrazione Comunale che la Questura ultimamente hanno distribuito per
comunicare questi messaggi di autodifesa al maggior numero di cittadini possibili.
Vorrei accennare poi alla questione degli stranieri, questo fatto è visto da alcuni
come una opportunità da latri come un problema.
La realtà è che si tratta di un fenomeno con il quale, volenti o non, tutti dobbiamo
misurarci, infatti l’evoluzione della società da la scarsa natalità al miglioramento del
9
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
tenore di vita che fa scartare agli italiani lavori particolarmente faticosi, nonché il
sempre crescente divario di benessere tra il nord e sud del mondo, rende inevitabile
lo spostamento di considerevole masse di persone verso i paesi più ricchi.
Insomma la realtà che noi vorremmo governare è ..e non quella che vorremmo fosse,
certamente pur nel rispetto della diversità di cultura, però è necessario che gli
stranieri osservino le nostre leggi, osservanza che deve prevalere anche sulle
diversità.
Nel territorio comunale dimorano 2.150 stranieri, circa il 14% dei presenti della
provincia, le etnie prevalenti sono Albanesi, Macedoni, Rumeni.
La quasi totalità degli stranieri presenti lavorano normalmente in aziende o famiglie,
per cui danno un contributo positivo all’economia cittadina e più in generale della
provincia che probabilmente non potrebbe essere così florida senza il loro apporto
lavorativo.
Evidentemente dobbiamo essere più drastici per i così detti regolari,. ed auspichiamo
che la nuova legge in discussione al Parlamento dia qualche strumento i più proprio
per scoraggiare quella che è la presenza irregolare.
Non posso però in chiusura non dire del percepito senso di insicurezza che molti
hanno o continuano ad avere, forse questo è opportuno studiare a fondo perché di
fronte a dei dati positivi, in generale in molte persone c’è questo senso di insicurezza.
Quindi è opportuno anche soffermarci su questo.
Quale può essere un altro motivo di questa insicurezza?
Innanzitutto la questione forse della effettività della pena; è evidente che chi subisce
un reato vede dopo due giorni il reo che va in giro come prima, effettivamente sente
rafforzarsi questo tipo di insicurezza.
Desidero ringraziare il Questore insieme ai comandanti provinciali delle forze
dell’ordine, Carabinieri e Guardia di Finanza, che garantiscono con risultati positivi
al sicurezza dei cittadini, consentendo il raggiungimento di quel bene comune che
deve essere lo scopo finale di tutte le istituzioni. Grazie.
DOTT. FILIPPO PIRITORE – QUESTORE –
La Prefettura ha diramato i signori Consiglieri Comunali sono in possesso dei dati
statistici che riguardano quasi tre anni, cioè due anni e qualcosa l’attuale trimestre.
10
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
Però i cittadini e gli ospiti non ce l’hanno e ritengo di doverne leggere alcune cose e
fare qualche piccolo commento.
Il totale dei reati nel 2000 era di 2.059 reati; nel 2001 1.583 e nell’attuale trimestre
(2002) 250, quindi in tendenza con l’anno 2001.
Poi visto che l’argomento è la sicurezza, mi debbo rifare ai dati che riguardano la
criminalità diffusa, o micro-criminalità.
Il dato che si avverte subito è l’enorme calo dei furti, nel 2000 883, nel 2001 709, nel
primo quadrimestre 168.
Naturalmente li abbiamo poi selezionati secondo la distinzione di scippi, furto i
negozi, appartamenti, borseggio, e su alcuni abbiamo avuto dei successi non
indifferenti, per esempio nei furti in negozi che nel 2000 erano 149, sono passati nel
2001 a 54, attualmente nel primo quadrimestre solo 10.
I furti in appartamenti nel 2000 erano 237, nel 2001 sono stati 110, attualmente
registriamo solo 17 furti.
I borseggi è un dato che non è calato nel 2001, perché mentre nel 2000 erano 82, nel
2001 sono stati 71, quindi è poco rilevante, però possiamo dire che nel primo
trimestre del 2002 siamo a solo 8 furti.
Le rapine erano 26 nel 2000, 16 2001, nel primo quadrimestre di quest’anno 0; alle
Banche sono state 2 nel 2000, 4 nel 2001, 0 attualmente; agli uffici postali 1 nel 2000
e 1 nel 2001.
E’ anche da registrare che vi è una voce che aumenta notevolmente la voce reati
complessivamente, la voce altri reati.
Per altri reati noi intendiamo reati alla circolazione stradale, quelli legati alle querele
di parte, ed altri di natura fiscale che fanno salire il numero dei reati che nel 2000
erano a 1012, nel 2001 748, nel 2002 250.
A questi dati non si arriva per una pura casualità, si arriva per un lavoro di analisi e
di assoluta disponibilità di sapere quali sono i mezzi che abbiamo in campo per
poterlo contrastare.
Naturalmente tutto sotto un coordinamento essenziale, quindi si è evitato per il 2001,
e si sta evitando per il 2002, sia le sovrapposizioni si varie forze di polizia, sia la
duplicazione nei servizi tutto sotto l’abile, autorevole coordinamento del signor
Prefetto che devo dire che nella seduta del Comitato con stile riesce a smorzare, far
nascere qualsiasi tipo di polemica che possa riguardare l’aspetto del coordinamento.
Devo dire anche che il Prefetto è sensibile a tutti gli aspetti della sicurezza in
generale.
Quindi io ritengo assolutamente un privilegio collaborare con il Prefetto.
11
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
Ci sono stati dei dati a cui abbiamo avuto difficoltà a estrapolare, riguardano i dati
del furto di autoveicoli e su autoveicoli.
Nel 2000 erano 43, nel 2001 56, attualmente 23; i furti totali di autoveicoli sono 15
nel 2000, 17 nel 2001, 2 attualmente.
L’altro dato riguarda la lotta all’immigrazione clandestina, le espulsioni nell’anno
2000 sono stati 240;
gli accompagnamenti alla Frontiera 17; i trattenimenti presso i centri di permanenza
temporanea 3.
Nell’anno 2001 le espulsioni sono salite a 307; gli accompagnamenti alla Frontiera
32; il trattenimento presso i centri di permanenza temporanea 15.
Nell’anno 2000 fino al 30 aprile 2002 le espulsioni sono 152; gli accompagnamenti
alla frontiera 22; i trattenimenti presso i centri di permanenza temporanea 2.
Naturalmente a questi dati, per altro positivi, va valutato che nel decorso anno 2001 e
nei primi mesi di questo, noi come Forze dell’Ordine in generale abbiamo avuto
moltissimi impegni, e ciò sta a sottolineare che nonostante i moltissimi impegni di
ordine pubblico, sicurezza, gli impegni delle forze dell’ordine sono stati si notevoli
ma non abbiamo sottratto uomini al territorio, anzi a questi risultati siamo arrivati ad
una attività di incremento del controllo del territorio, e non abbiamo perso di vista
l’ordine sulla sicurezza pubblica.
Io starò attento a cogliere aspetti su tutte le riflessioni che verranno per migliorare e
per cercare di insistere sull’abbattimento dei reati sperando che in questo modo il
prossimo anno possiamo dire che abbiamo avuto un risultato ancora più positivo di
questo. Grazie.
DOTT.VAINER MERIGHI – Vice Presidente Forum Italiano per la sicurezza
urbana –
Voglio ringraziare il Comune per averci rivolto questo invito e per presentare le
proposte politiche del Forum Italiano per la Sicurezza.
Io voglio partire da un apprezzamento della relazione che ho sentito ed anche delle
considerazioni che sono state svolte fino ad ora dal signor Prefetto, e signor
Questore.
Apprezzamento perché le cose che ho sentito vanno nella direzione della proposta
politica complessiva del Forum per la sicurezza e credo che occorra trarre una prima
12
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
considerazione, cioè che se è vero che il Comune non ha molte competenze per le
politiche di criminalità, gli enti locali in collaborazione con le forze dell’ordine
hanno molta competenza per una politica integrata di sicurezza.
Non bisogna confondere i due concetti anche perché se si confondono non si capisce
bene quali sono le politiche reali che possiamo mettere in campo su un problema
tanto importante.
Quindi io credo che anche la relazione del Sindaco sia partita da tre concetti
ispiratori della politica del Forum, che io voglio riassumere brevemente:
1. La sicurezza urbana ed il suo governo sono un oggetto assai più ampio che non la
sicurezza intesa in senso formale, e cioè il controllo della polizia, la repressione. Il
concetto della sicurezza urbana riprende infatti la qualità urbana, fisica e sociale,
lo star bene nella città e nelle relazioni sociali, non solo sicurezza intesa come
ordine pubblico in senso stretto, controllo di legalità e repressione dei reati.
2. La sicurezza non è un bene in se, lo è solo in quanto strumento di maggiore libertà
ed autonomia per tutti. Non si può fingere che non vi sia a questo proposito un
scontro politico anche aspro, la sicurezza da alcuni può essere anche intesa come
limitazione, cioè il contratto sociale potrebbe portare anche alla limitazione della
libertà se si avesse la percezione di raggiungere una maggiore sicurezza sociale.
Per questo, secondo me, rispetto alle problematiche della libertà occorre assumere
un idea limite, un obiettivo sottinteso ad ogni nostra azione pur affrontando le
problematiche della sicurezza, cioè quella di concepire la sicurezza come un
processo, un percorso che si misura sull’argomento della libertà di tutti, sulla
capacità di definire di volta in volta le condizioni per vivere insieme, per
convivere senza troppe paure ed incertezze, più sicurezza solo se c‘è rispetto di
regole condivise. Da questo punto di vista un grande ruolo spetta ai Sindaci ed
agli enti locali, in quanto i bisogni di sicurezza sono diversi e differenziati ed a
volte questi bisogni di sicurezza possono confliggere fra di loro. Non
sottovalutiamo anche le cose più minime, i conflitti a volte si verificano per gli
uomini e per le donne, basta pensare alla problematica degli stupri; per i giovani e
per gli anziani; per i residenti e per gli immigrati; per i poveri e per i ricchi; per
chi vive nella normalità e per chi vive nella marginalità. Ecco quindi che abbiamo
tutti di fronte il problema, secondo me, di una politica di insicurezza sia
incentrata sull’inclusione e non invece sull’esclusione.
3. La sicurezza del vivere urbano deve essere pensata come un processo di
mediazioni continue favorite da un potere democraticamente individuato, da un
insieme di strumenti predefiniti in grado di produrre regole di convivenza e non
già come un insieme di comportamenti assunti legittimati una volta per tutte.
Naturalmente questo senza mettere in discussione il principio del rigoroso rispetto
della legalità. Il Forum Italiano per la Sicurezza da questi principi pur nella sua
breve esperienza ha prodotto molte proposte ed ha fornito molte indicazioni che
13
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
sarebbe utile riprendere, mi sembra che nelle proposte della relazione del Sindaco
molte di queste considerazioni siano contenute.
Io credo che per una politica di sicurezza in questo momento occorre partire per un
assunto, cioè la percezione di insicurezza nei cittadini è più diffusa di quanto
potrebbero far pensare i dati sulla criminalità e sulla quantità dei reati penali
denunciati.
Io credo che non vi siano delle isole felici, magari ci sono alcune più felici di altre
per i dati sulla criminalità, ma la percezione della insicurezza è un dato comune a
tutti i cittadini.
Negli ultimi 10 anni c’è un calo in tutta Europa dei reati. Sono stati messi a segno
risultati importanti nella lotta contro la criminalità e soprattutto contro la criminalità
organizzata nel nostro paese, nonostante questo cresce la percezione di insicurezza
nei nostri cittadini di tutta Europa.
Questa sensazione di insicurezza la diffonde la paura di perdere il benessere
acquisito, la paura di perdere un’identità rispetto ad un territorio, alla cultura, il ruolo
dell’informazione, ecco forse un po' di tutto questo.
Voglio affermare che se i cittadini comunque non si sentano sicuri tutto questo è
negativo per la società, e tutto questo non deve essere ignorato.
Dobbiamo avere chiaro un concetto, prevenire la sensazione di mancanza di
sicurezza è tutt’altra cosa che prevenire la criminalità.
Se ci rifacciamo ai fatti di concetto di sicurezza tra controllo formale (polizia) ed il
controllo informale (le politiche di solidarietà, del volontariato), non vi è dubbio che
solo una politica di sicurezza integrata (ordine pubblico, politico e sociale) tutto
questo, secondo me, potrà produrre risultati positivi e duraturi.
In ultima analisi occorre prestare attenzione all’esigenza dei cittadini e di avere
fiducia nelle istituzioni; se tali autorità non rispondono alle esigenze dei cittadini la
fiducia di questi ultimi da essa è seriamente incrinata; se si acquisisce la
consapevolezza che sul piano strutturale sono la criminalità e la delinquenza visibile
ad avere il maggiore impatto su livello di sicurezza percepita, e che gli elementi che
influiscono maggiormente sulla sensazione di insicurezza sono i crimini e gli atti di
delinquenza visibili nella città che possono colpire casualmente le persone (violenze
sessuali, scippi, furti in appartamento), ma oramai anche il rumore, le grida i
comportamenti aggressivi e le intimidazioni, gli atti di vandalismo, la convivenza
negli spazi pubblici e privati, ci si rende conto quanto è complesso produrre politiche
efficaci sulla sicurezza.
14
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
Allora rispetto alle politiche tolleranza zero o più Stato sociale inteso in modo
moderno, più polizia e ordine pubblico o più integrazioni fra diversi istituzioni
(Stato, Regioni, Enti locali, Magistratura), inclusione sociale o esclusione,
emarginazione, politiche verso le vittime oppure abbandono delle vittime.
La risposta del Forum Europeo - Italiano ,mi pare sia scontata anche con le cose
dette.
L’ultimo ragionamento che voglio fare per dare un contributo a questo dibattito è
quello che riguarda i soggetti istituzionali preposti alla politica della sicurezza.
Anche in Italia con un decennio di ritardo è iniziato un processo di trasformazione e
modernizzazione delle politiche di sicurezza.
Come negli altri paesi i fenomeni di criminalità ed i inciviltà diffusa, e i sentimenti di
insicurezza dei cittadini sono entrati a pieno titolo nelle politiche di pubblica
sicurezza, accanto al contrasto ed alla repressione dei reati più gravi e della
criminalità organizzata.
Questo ha reso più evidente lo scontro tra l’alto livello organizzativo professionale
raggiunto nel contrastare la criminalità organizzata, e l’inadeguatezza dell’azione di
prevenzione di contrasto della criminalità diffusa, della delinquenza e degli atti di
inciviltà.
Inoltre, mentre la prima è prioritariamente incentrata sulla repressione, la seconda è
prioritariamente incentrata sulle nuove strategie di prevenzione, ovvero sull’aspetto
fisico, sulla vita sociale e sulle forme diverse di controllo presenti nella città, in
modo da renderle meno vulnerabili rispetto al diffondersi dei reati predatori e degli
atti di inciviltà.
Ne consegue che la prima si svolge in una sfera di sostanziale autonomia rispetto al
governo della città; mentre la seconda si fonda sull’integrazione fra azioni dello Stato
e delle Amministrazioni locali, fra l’azione pubblica e l’azione comunitaria, che la
prima privilegia i moduli organizzativi verticali, la seconda costruisce la sua efficacia
sulla flessibilità, sul decentramento, sull’integrazione fra diverse forze di polizia, su
reciproca permeabilità rispetto al sistema locale dei servizi.
Nasce di qui quel lento movimento istituzionale e normativo volto a ridurre la grande
distanza che tradizionalmente separa in Italia le istituzioni responsabili dell’ordine
della sicurezza pubblica dalle istituzioni locali e regionali. Da questi riferimenti
programmatici che deve ripartire l’iniziativa dell’autonomia locali e del Forum per la
sicurezza nei confronti del governo e dell’Europa.
Come è apparso chiaro in questi ultimi anni i problemi dell’insicurezza in Europa
bloccano milioni di cittadini, poco importa se della sicurezza o della sensazione di
15
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
insicurezza, su questi temi si decidono le sorti dei governi nazionali ed anche
dell’Europa.
Manca infatti una politica di sostegno e di scambio rivolta direttamente alla città da
parte dell’Europa.
Il Forum Italiano da Napoli in poi assumendo la presidenza del Forum Europeo ha
lavorato in questo senso, ha cercato di far nascere dalle città un nuovo più efficace
protagonismo nei confronti dell’Europa.
Occorre insistere lavorare di più in questa direzione il programma Europeo Ipocrate,
e la rete Europea di prevenzione della criminalità rappresentano un primo passo nella
giusta direzione da utilizzare e per fare avanzare politiche di sicurezza urbana
coordinate a livello Europeo, di cui la città e gli stati membri siano entrambi
protagonisti.
Per quanto riguarda l’Italia noi scontiamo una seconda difficoltà rispetto a quello che
ho segnalato per l’Europa, non è mai decollato una politica nazionale volta alla
sperimentazione di nuove politiche di sicurezza urbana fondata sulla prossimità ai
problemi, sull’integrazione delle risposte, sul coinvolgimento da protagonisti dei
governi locali.
Il Forum ha contribuito in questi anni a far crescere questa coscienza attraverso
l’introduzione di sperimentazioni; i dati più importanti sono stati i protocolli di
insicurezza che sono stati citati anche nella vostra realtà tra il ministero degli Interni,
le Prefetture ed i Sindaci, ed in qualche caso la firma di veri e propri contratti,
sempre in forma ha contribuito allo sviluppo di una nuova fase di impegno delle
regioni, in questo ultimo periodo in molte regioni sono state adottate delle leggi
regionali sulla politica di sicurezza.
Credo che anche la regione Marche stia per adottare questa legge, anche qui
protagonismo e progettualità delle città, coordinamento, legificazione, finanziamenti
da parte delle regioni. Possiamo contare ora anche su un quadro legislativo nuovo a
livello nazionale, la recente riforma della Costituzione per la prima volta prevede due
orientamenti importantissimi:
1. la competenza esclusiva delle regioni in tema di Polizia Amministrativa e sulla
Polizia locale;
2. la realizzazione di una legislazione nazionale di coordinamento in tema di ordine
pubblico, sicurezza pubblica e Polizia Amministrativa.
Questi sono due principi molto importanti e due obiettivi sui quali il Forum per la
sicurezza intende sviluppare la propria azione attraverso due capisaldi fondamentali:
1. sostenere l’ANCI e la conferenza di precedenti delle regioni nella lavorazione di
una politica unitaria in materia della sicurezza urbana;
16
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
2. avviare il confronto con il governo per giungere ad un monitoraggio dei protocolli
che hanno dato dei risultati estremamente importanti, la presenza dei Sindaci nei
Comitati per la sicurezza è un fatto importante, però questi Comitati sono ancora
organi consuntivi e bisognerebbe che acquisissero maggiore potere rispetto alle
politiche locali; quindi monitoraggio dei protocolli e passaggio dai protocolli ai
veri contratti di sicurezza.
Ecco questo per me è un auspicio e credo che potrebbero essere alcune linee
direttrici sulla quale impegnarsi perché se attuate in questo modo molto
probabilmente le competenze delle amministrazioni pubbliche rispetto alle
problematiche della sicurezza diventano sicuramente più significative ed efficaci.
Grazie.
DOTT. RICCARDO BELLUCCI – Funzionario Regione Marche –
Io porto intanto il saluto del Presidente D’Ambrosio che non può essere qui questa
sera perché impegnato a Bruxelles per suoi impegni di carattere istituzionale, sarebbe
venuto sicuramente a questa vostra iniziativa perché la regione Marche ha dimostrato
da molto tempo un interesse molto forte sui temi delle politiche di sicurezza urbana.
Un’attenzione che viene da un lato da un impulso esterno, ovvero le nuove
competenze che le regioni italiane cominciano ad avere sui temi delle politiche di
sicurezza, in particolare la competenza esclusiva in materia di Polizia locale; siamo
in una fase nella quale ilo governo ha presentato il Ministro delle riforme istituzionali
ha presentato una ulteriore modifica al titolo 5° della Costituzione che lascia
presagire una nuova e più forte competenza delle regioni nella materia di cui stiamo
parlando.
La regione Marche è fortemente impegnata nell’associazionismo degli enti locali,
regioni, provincie, comuni in materia di sicurezza urbana, siamo soci del Forum
Italiano e con piacere abbiamo visto che nell’ultimo anno altre realtà istituzionali
marchigiane hanno aderito a questa iniziativa.
La regione Marche ha svolto nel novembre scorso una importante iniziativa, la prima
conferenza regionale sulle politiche di sicurezza e di educazione alla legalità che ha
rappresentato un momento molto importante, a nostro giudizio, sia per l’eco
fortemente positivo che essa ha avuto sia di partecipazione che di contributo al
dibattito, ma anche perché ci ha consentito di mettere a punto una proposta regionale
che è stata già presentata in Consiglio e che è all’esame della competente
17
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
commissione Consiliare insieme ad altre due proposte di legge presentate da un
gruppo di maggioranza ed uno di opposizione, il che consentirà entro la prima
quindicina di giugno di portare in Consiglio un testo unificato che segnerà l’avvio
delle nuove politiche di sicurezza e di educazione alla legalità che la regione Marche
intende promuovere.
Io parlerei non soltanto di sicurezza dei cittadini, ma di una esigenza di sicurezze dei
cittadini.
Quando parliamo di sicurezza si pensa in rimo luogo della sicurezza pubblica di
fronte ai fenomeni di criminalità, micro-criminalità, ma sicuramente c’è un problema
di sicurezze dei cittadini che riguardano per esempio il settore della sicurezza
stradale; oppure parlo anche della sicurezza alimentare, della sicurezza sui luoghi di
lavoro, della sicurezza ambientale, sono tutti tasselli di una politica complessiva,
integrata di sicurezza pubblica che la regione Marche anche attraverso la legge che si
sta esaminando in Consiglio regionale intende promuovere, intende portare avanti.
Io ho ricordato appunto la prima conferenza regionale del novembre scorso perché ha
consentito di fronte ad una platea fatta di amministratori locali, di responsabili delle
forze di Polizia, responsabili di tutti gli organi periferici dello stato, di esponenti del
mondo della scuola, di fronte una platea fatta di operatori del mondo economico
sociale marchigiano, il mondo del volontariato, abbiamo affrontato
complessivamente con l’ottica di questa impostazione delle politiche integrate di
sicurezza che cosa la regione Marche può fare in questi termini.
Lo abbiamo fatto però partendo dalla presentazione di un compendio statistico degli
eventi criminali nella regione Marche, ebbene in questa conferenza regionale
abbiamo pubblicato un corposo compendio statistico degli eventi criminali nella
nostra regione che ci ha consentito di poter dare una prima valutazione sullo stato
della sicurezza pubblica nella nostra regione.
Gli elementi che possono essere differiti in questa sede sono essenzialmente questi:
• dal ‘95 al 2000 la regione Marche ha conosciuto, in contro tendenza rispetto alla
media nazionale ed alla stragrande maggioranza delle regioni italiane, una crescita
anche abbastanza consistente dei fenomeni criminali, per esempio c’è un’assenza
totale della criminalità organizzata, c’è una valenza episodica di grandi fatti che
colpiscono l’opinione pubblica. Va anche detto che le Marche restano ancora ben
al di sotto della media nazionale, il che ci fa fare una prima considerazione di
carattere politico, ma anche operativo, ovvero le Marche non sono più quel
territorio immune, però sono ancora una regione sostanzialmente sana dal punto di
vista del tessuto economico, sociale, degli elementi che caratterizzano le società
nelle quali i valori di tolleranza, di solidarietà, di senso civile e civico dei cittadini
è ancora molto alto. Proprio per questo noi riteniamo che possiamo nelle Marche
impostare direttamente tutti insieme, istituzioni, province, comuni, organi
18
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
periferici dello stato ecc., quelle che noi chiamiamo le nuove politiche integrate di
sicurezza urbana.
Noi abbiamo evidenziato per esempio nella conferenza che la regione Marche a
fronte di un aumento di reati ha avuto dal ‘95 al ‘00 un calo dei presidi delle forze
dell’ordine, cioè i poliziotti sono diminuiti, il rapporto agenti - crimini si sta alzando,
mentre prima c’era un agente ogni 4,5 eventi criminosi, oggi siamo ad un agente ogni
8...
E’ evidente quindi che la regione è molto interessata come interlocutore forte nei
confronti del governo, perché questi dati che sono oggettivi, e da questi dati si parta
per correggere tendenze relative al presidio del territorio che oggi ci fanno ritenere
preoccupanti alcune situazioni. Le Marche sono un territorio nel quale non tutte le
realtà sono poste sullo stesso modo, abbiamo realtà lungo la costa che presentano
fenomeni più preoccupanti rispetto all’entroterra, abbiamo città in forte sviluppo
demografico ed altre sostanzialmente stabili, e quindi con meno problemi di
dinamicità sociale.
Ecco perché la nuova legge regionale, la nuova legge regionale nella proposta fatta
dalla Giunta regionale innanzitutto parte da un presidio che noi abbiamo chiamato
“osservatorio regionale sulla legalità” che per la prima volta avrà l’ambizione di
mettere allo stesso tavolo con periodicità i rappresentati degli enti locali, i
rappresentati degli organi periferici dello stato, i rappresentato più significativi della
società civile, i rappresentati del mondo della scuola proprio perché riteniamo che le
politiche di educazione alla legalità sono la premessa fondamentale per creare un
territorio fortemente attento ai valori sani di questa nostra società.
Ma la legge regionale ha tra gli altri obiettivi non soltanto mettere in una consulta
tutta una serie di soggetti, ma di finalizzare questa consulta alle politiche attive per la
sicurezza.
Di qui tre obiettivi fondamentali che ci siamo prefigurati:
• dare continuità di analisi ai dati che abbiamo cominciato a produrre nel 2001 nella
prima conferenza regionale, ogni anno quindi aggiorneremo questi dati
avvalendoci anche di un fatto positivo che tra uno o due anni il Ministero degli
interni sarà in grado di fornire non soltanto dati cartacei, ma anche una
digitalizzazione di questi dati, il che consentirà di avere una mappa territoriale
degli eventi addirittura strada per strada;
• quindi, osservatorio regionale ad altissimo qualificato a livello istituzionale;
• analisi e studi, proprio come dicevo prima la realtà nelle Marche è molto
diversificata, non abbiamo i fenomeni preoccupanti, devastanti delle aree
metropolitane, ma come dicevo prima i problemi della costa e delle città in forte
espansione presentano problemi che vanno continuamente monitorati ed
analizzati.
19
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
Quando si parla di insicurezza, abbiamo fatto anche un’altra ricerca di grande
interesse, si è visto anche quello che è il ruolo del sistema dei media sulla sicurezza
dei cittadini, in collaborazione con l’ordine regionale dei giornalisti abbiamo svolto
una indagine, una ricerca su come i giornali, la Stampa Marchigiana hanno trattato
fenomeni il modo di affrontare un problema con una titolazione di un tipo o un altro
incide fortemente nella sensazione di sicurezza o insicurezza del lettore di quel
giornale.
Un altro aspetto importante è la formazione e l’aggiornamento degli operatori della
sicurezza, e riteniamo importante anche procedere ed approfondire questo ruolo,
prevedere forme di aggiornamento integrato tra la scuola della polizia locale
regionale e la scuola di polizia operante in altre presenti sul territorio, ed anche la
promozione di nuove professionalità a livello locale.
Ormai molti comuni italiani hanno degli operatori esperti in politica di sicurezza che
sono figure sostanzialmente nuove che necessitano però di formazione.
Infine tra gli obiettivi della legge è quello anche della operatività, quindi non soltanto
studi, indagini, ricerche, analisi, monitoraggi, coordinamento dei fenomeni, ma anche
finanziamenti perché gli enti locali possano progettare e promuovere politiche
innovative sulla sicurezza pubblica.
La legge finanzia interventi per complessivi 250.000 Eu., che non è tantissimo, ma è
già il doppio di quello che una precedente legge regionale metteva a disposizione.
La novità di questa legge che comporta anche un modo diverso di lavorare
dell’amministrazione regionale ed in qualche modo degli enti locali è quella di
prevedere un riorientamento della spese regionale nei settori che incidono fortemente
sulla sicurezza, che la spesa venga orientata positivamente, venga mirata
progettualmente ad interventi che colgano le emergenze, i fabbisogni più importanti,
e noi chiediamo agli enti locali di darci un contributo sotto questo punto di vista.
Ecco quindi come le politiche regionali per la sicurezza presuppongono strumenti, un
ruolo della regione di attiva collaborazione agli enti locali perché si passi dalla fase
dei protocolli di intesa con le Prefetture a quelli che vengono chiamati i contratti per
la sicurezza.
Tutto questo per far si che la sicurezza dei nostri cittadini vada al di la dei dati
oggettivi.
DOTT. SILVANO
provinciale-
RAMADORI
–
Vice
Presidente
Amministrazione
20
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
Innanzitutto porto i saluto del Presidente dell’Amministrazione provinciale, di tutta
la Giunta, e debbo dire che questo tema ci interessa perché coinvolti nell’ambito del
Comitato provinciale Ordine e Sicurezza Pubblica dove partecipiamo alle riunioni.
Quindi sono qui anche per conoscere un po' le esigenze degli enti locali circa la
possibilità del miglioramento nei rapporti istituzionali fra Comuni, Province e
Regioni egli organi di sicurezza pubblica.
Noi in realtà ci siamo interessati direttamente di questa tematica circa due anni fa
quando insieme alla Prefettura abbiamo elaborato un opuscolo sulla sicurezza
pubblica che è stato distribuito a tutti i comuni della provincia, dove erano indicate le
norme basilari per migliorare la sicurezza pubblica delle abitazioni, dei luoghi di
lavoro ecc. Hanno avuto un buon riscontro anche se quell’iniziativa meritava di
essere consultata sulle scuole, sui Comuni con incontri come questo, quindi, un
plauso all’Amministrazione di Macerata che ha voluto con questo incontro fare il
punto con i cittadini.
Pochi giorni fa in Prefettura abbiamo discusso il protocollo con il comune di
Macerata, ed altri membri del Comitato Ordine e Sicurezza Pubblica, anche se non
era il primo, oltre a dire che trattasi del documento di concertazione fra istituzioni il
più completo per la presenza di istituzioni così importanti.
Ora noi miriamo sempre più ad una politica integrata dei sistemi di sicurezza e delle
competenze delle varie istituzioni. L’amministrazione provinciale ha alcune
competenze specifiche con la propria Polizia provinciale che in realtà cura alcuni
aspetti come la sicurezza negli ambienti del lavoro, la sicurezza sulla vigilanza per
l’ambiente ecc., noi attualmente rispetto alle nuove competenze attribuite alle
provincie non siamo pronti a livello organico, organizzativo per far fronte alle
esigenze della vigilanza presso le agenzie di viaggio, turismo, auto scuole, officine,
ambiente in genere, inquinamento acustico, elettromagnetico ecc., queste sono le
competenze dirette dove abbiamo 30 agenti che operano sul territorio, che dobbiamo
concentrare nei periodi della caccia su questo settore.
Oltre al problema relativo al numero, abbiamo un problema sulla formazione,
relativamente all formazione vorrei dire che la provincia avendo competenze sulla
programmazione della formazione professionale potremmo essere di aiuto alle
amministrazioni locali relativamente alla formazione anche della polizia municipale
di intesa con la regione offrendo le nostre risorse possibilità e le nostre risorse
finanziarie.
Altre competenze che questa volta non sono dirette, così come la formazione
professionale anche le scuole relativamente a tutti gli istituti superiori la provincia
cura l’organizzazione degli istituti, cura le strutture degli istituti su suggerimenti che
21
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
possono arrivare sia dai direttori di istituto, sia dagli enti locali, potremmo operare in
modo da alleviare e migliorare la sicurezza presso gli istituti scolastici superiori.
Relativamente alla viabilità, alle strade altra competenza istituzionale provinciale che
si trova ad affrontare notevoli spese anche a seguito del trasferimento di oltre 330
Km di tratte stradali già dell’ANAS, con risorse limitate sperando di venire incontro
a situazioni stradale più sicure e che diano più sicurezza ai cittadini.
Quindi intendiamo con questo conoscere quello che le Amministrazioni locali
intendono fare per migliorare la sicurezza dei cittadini, tutto questo per creare
quell’obiettivo comune di creare quel protocollo di intesa generale per tutte le
amministrazioni provinciali, sperando che questo si trasformi in contratto che
comunque impegni le amministrazioni con compiti distinti al coordinamento delle
proprie funzioni.
DOMENICO GENTILOZZI – delegato dalla Presidente della Circoscrizione
N. 1 –
Io sono un Consigliere della Circoscrizione n°1 e sono stato delegato dal Presidente
per esprimere il nostro parere in merito alla sicurezza dell’ordine pubblico.
Il Consiglio di Circoscrizione n°1 più volte ha messo in evidenza la necessità di un
maggiore controllo da parte delle autorità preposte in quanto i quartieri di Macerata
non sono più tranquilli come lo erano una volta, anzi molto spesso vengono segnalati
atti vandalici su auto in sosta, scritte sui muri, fioriere rovesciate, centraline elettriche
danneggiate, schiamazzi notturni, per arrivare fino a furti in appartamenti e raggiri a
persone anziane.
Pertanto il Consiglio di Circoscrizione n°1 a maggioranza dei Consiglieri del centro
sinistra torna a chiedere che venga istituito il vigile di quartiere, non solo per le ore
diurne, ma anche per quelle notturne.
Tale figura del vigile di quartiere dovrebbe avere lo scopo di prevenzione per tutti
quegli episodi di micro-criminalità perché siamo convinti che la sola presenza di un
tutore dell’ordine scoraggi chiunque a commettere reati.
Pertanto con il vigile di quartiere macerata tornerà ad essere l’isola felice che era
qualche tempo fa.
22
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
PAOLO PENNACCHIETTI – Presidente Circoscrizione N. 2 –
Ringrazio la Presidente del Consiglio, i capigruppo, i Consiglieri Comunali che
hanno previsto questo Consiglio aperto all’intervento delle Circoscrizioni in merito
all’ordine del giorno di questa seduta.
Premettendo che non si intende parlare di problemi di criminalità nel senso stretto
della parola, quanto piuttosto di grave mancanza del rispetto delle norme civiche, di
disturbo dell’ordine pubblico sotto diverse forme, atti di teppismo contro beni
pubblici e privati, frastuoni notturni ed altro come si può verificare dai vari esposti
presentati ripetutamente dai cittadini e dagli organi competenti, e come risulta anche
dal documento della sicurezza e quiete pubblica del 16 novembre 2000 sottoscritta
dai cittadini e già presentata a questa amministrazione dalla nostra Circoscrizione.
Questa circoscrizione comprende quartieri morfologicamente e demograficamente
piuttosto differenziati, pertanto mentre alcuni problemi sono comuni, quali la sosta
incontrollata di automezzi privati ed un diffuso atteggiamento di indifferenza di
scarso rispetto delle regole, altri problemi purtroppo si presentano comunque
aggravati per il centro storico.
Basterebbe riflettere sulla particolare struttura urbanistica del centro storico per
capire come certi problemi di inquinamento acustico, di quiete pubblica possono
risultare appesantiti al massimo.
Questo quartiere vive un enorme disagio per lo scompenso che si accentuato negli
anni per la presenza numerica di residenti stabili, di questi una netta percentuale
costituita da anziani, e la presenza di residenti occasionali per lo più studenti, senza
che queste due componenti abbiano avuto modo di integrarsi in una dimensione
civile e armonica.
I residenti che ancora resistono al centro storico e gli stessi operatori commerciali si
sono via via visti depauperati dei servizi essenziali, sono costretti a difendersi le
proprie cose (motorini, auto campanelli, fioriere, portoni, cassette della posta) da atti
vandalici di ogni tipo, non possono contare su un giusto e doveroso riposo perché le
vie del centro vengono percorse la notte da gruppi di giovani urlanti, spesso ubriachi
o comunque alterati nel comportamento, sordi di qualsiasi richiamo da parte dei
cittadini.
Vi sono continue segnalazioni e chiamate alla forza pubblica, ma chi è di
pattugliamento la notte raramente interviene e quasi sempre senza risultato.
23
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
Va sottolineato che la rilevanza numerica di esposti presentati agli organi competenti
è rimasta senza esito, può originare specie negli adolescenti l’illusoria convinzione
che tutto è lecito, che le ragioni ed i comportamenti di gruppo devono prevaricare sul
rispetto delle persone delle norme civili che sono l’espressione di ogni società libera,
ma non libertaria, aperta e non conservatrice ne discriminatoria.
Occorre pertanto una seria prevenzione contro l’assunzione da parte dei giovani di
alcool e di altre sostanze che causano l’alterazione del comportamento, non sta a noi
indicare le soluzioni a questi problemi, possiamo e dobbiamo però evidenziare
alcune contraddizioni da parte non solo di questa amministrazione, ma anche di
quelle che l’hanno preceduta.
Le concessioni ai locali senza una puntuale verifica della messa a norma degli stessi
per quanto riguarda l’inquinamento acustico e ambientale.
Il prolungamento degli orari di apertura dei locali pubblici al di fuori di qualsiasi
progetto di zonizzazione acustica; assenza totale di controlli notturni nelle ore nelle
zone critiche; mancanza di un progetto organico sulla vivibilità del centro storico;
assenza di una politica di integrazione fra università e città.
La situazione illustrata in linea generale costituisce un problema annoso che i
cittadini hanno più volte segnalato anche attraverso gli organi di informazione senza
però ottenere una risposta adeguata alle loro denunce.
Pertanto nei cittadini si è generato con il passare del tempo un grande senso di
sfiducia nei confronti delle istituzioni pubbliche che non hanno previsto adeguati
interventi risolutivi in merito.
Si può registrare da parte dei cittadini, oltre ad un atteggiamento di amara
rassegnazione, un senso di estraneità alla città nel suo complesso.
La Circoscrizione 2 nel documento sull’ordine pubblico sopra ricordato aveva
presentato dei suggerimenti che potevano essere accettabili o non, ma che erano di
certo propositivi. Ci è stato detto che dal punto di vista legislativo non esistono a
tutt’oggi elementi idonei per risolvere il problema.
Prendendo atto di questa situazione noi tuttavia siamo convinti che si possa fare
qualcosa, che si debbano prendere serie misure di prevenzione relativamente i fatti
ripetutamente denunciati, non ché di dissuasione di certi comportamenti non
tollerabili.
Ribadiamo le nostre proposte di istituire dei turni nelle ore notturne nelle zone
maggiormente a rischio; sperimentare nelle zone a rischio il vigile di quartiere;
dedicare maggiore risorse per la formazione della polizia municipale il cui ruolo non
deve essere solo repressivo, ma anche e soprattutto di prevenzione.
24
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
Il richiamo ed il rispetto delle regole inerenti la quiete pubblica e la sicurezza non
vuol significare un passo indietro nella rivitalizzazione del centro, ma al contrario
vuole essere un segnale di riqualificazione e vivibilità per il ripopolamento del centro
storico.
E’ inoltre necessario impegnarsi fattivamente per offrire ai giovani valide alternative
per trascorrere meglio il loro tempo libero, attivando anche alle seguenti offerte
culturali, rassegne cinematografiche con costi ridotti, aperture delle ludoteche e sale
multimediali dove i giovani possono avere accesso alla rete internet; diffusione di un
piccolo opuscolo su dove trascorrere il tempo libero in città; promuovere da parte
dell’Amministrazione Comunale un incontro con l’università, la rappresentanza degli
studenti delle scuole superiori per individuare insieme un ventaglio di servizi ed
iniziative da offrire agli studenti stessi.
Questo può essere l’inizio per costruire un’integrazione fra città ed Università.
Attivare una campagna di informazione capillare rivolta particolarmente alla
popolazione anziana sulle truffe; individuare situazioni familiari con problematiche a
rischio per poter intervenire.
Vogliamo chiarire in questa sede che:
1. il nostro non è assolutamente un atteggiamento di intolleranza nei confronti di chi
che sia, bensì un doveroso richiamo al principio che la libertà di ciascuno di noi
finisce la dove inizia la libertà dell’altro; ne si deve parlare di intolleranza quando
si richiede, a chi ne ha i poteri, di tutelare a chi si trova in difficoltà e non può
difendersi adeguatamente contro le prevaricazioni a cui è esposto;
2. il nostro non è un atteggiamento di conservatorismo o di isolazionismo a difesa di
privilegi particolari o comunque privati, noi infatti crediamo in una città che può
essere viva e vitale grazie alle componenti del suo tessuto sociale e ci adoperiamo
a questo scopo come testimoniano le iniziative finora attuate;
3. il nostro non è un atteggiamento di condanna e discriminazione nei confronti di
nessuno, tanto meno nei confronti dei giovani che si trovano a vivere in una
società che non sa permettere modelli di comportamento validi o comunque
allarga spaventosamente le sacche di disagio della solitudine, non muovere da
questa analisi “siamo consapevoli” significherebbe semplificare il problema;
4. la nostra non è una guerra santa contro certi locali pubblici di cui, secondo alcuni,
vorremmo la chiusura notturna, noi lo ribadiamo chiediamo il rispetto di tutte le
norme che garantiscono la possibilità di una civile convivenza tra gestori dei
locali, avventori e residenti, il problema è complesso implica un diverso e più
civile comportamento dei singoli, ma richiede anche un’attenzione più puntuale,
ed una più concreta vigilanza da parte dell’amministrazione nei confronti dei suoi
amministrati. Grazie.
25
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
PIERFRANCESCO TASSO – Presidente Circoscrizione N. 3 –
Porto a nome dell’intero Consiglio della III Circoscrizione i saluti a Sua eccellenza il
Prefetto, al signor Questore, al Sindaco, ai Consiglieri Comunali ed agli
Amministratori.
In questo mio intervento dovrò per forza calarmi nella realtà, realtà che è quella che
riguarda in particolar modo la mia Circoscrizione che è la più vasta a Macerata con
15.000 abitanti.
Il Consiglio della III Circoscrizione è stato sempre vicino alle problematiche inerenti
l’ordine pubblico e la sicurezza. Ricordo che un ordine del giorno in merito a ciò era
stato presentato nell’ottobre del 2000, un ordine del giorno che però non fu neanche
discusso proprio per volontà dell’allora maggioranza.
Fu successivamente convocata un’assemblea pubblica dove era invitato il Sindaco
che poi venne rappresentato dal Vice Sindaco Marconi, in quella seduta il
malcontento dei cittadini trapelò durante e dopo l’assemblea. tanti furono i
suggerimenti e le lamentele provenienti dalla platea, ma tutt’oggi a quelle parole no
sono seguiti i fatti.
Mi è venuto da sorridere quando l’altro giorno ho letto su un quotidiano locale che
Napoli vedendo l’ordine del giorno di questo Consiglio comunale aperto si sarebbe
messo a ridere, credo che nessuno di noi qui questa sera sia venuto per dire che la
nostra città sia diventata per episodi criminosi Napoli, Milano o Roma, questo però
no toglie che prevenzione debba esser fatta e potenziata.
Ogni città ha proprie esigenze e peculiarità, che senso ha fare simili
generalizzazioni?
Di certo non si deve arrivare ad una strage o omicidio per parlarne (mi riferisco alla
prevenzione).
Il mio personale ringraziamento e la mia stima vanno a tutte le forze dell’ordine che
alcuni cercano di demonizzarle, il mio ringraziamento perché stando ai dati della
Prefettura hanno fatto si che fenomeni criminosi (furti, scippi, spacci di sostanze
stupefacenti) sono diminuiti in questi ultimi anni.
Al mio modo di vedere le cose l’amministrazione comunale questa carrellata di dati
positivi deve essere un inizio e non un alibi per frenarsi o per frenare la propria
azione, è negabile infatti che episodi allarmanti anche in questi ultimi mesi ci siano
stati, il più grave credo nella Circoscrizione che rappresento, e mi riferisco al tentato
di violenza sessuale ai danni di una ragazza quindicenne nella via più trafficata della
26
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
città, Via Roma. Dubito che si possa ancora parlare di micro-criminalità in episodi
come questo.
Poi Sindaco, mi scusi, ma lei ha detto che il rifacimento di strade, di illuminazione e
marciapiedi rientrano nella prevenzione di fenomeni criminosi, io non credo centri
molto anche perché nei quartieri noi abbiamo visto poco o niente.
La sperimentazione a cui si riferiva il Sindaco a Collevario e S.Croce non c’è stata.
Nell’ultimo ordine del giorno proprio sulla criminalità approvato dal Consiglio della
Circoscrizione III all’unanimità, si chiede l’istituzione del vigile di quartiere o di
prossimità, una persona assunta non per fare multe o per far attraversare i bambini
sulle strisce pedonali, ma che perlustri da cima a fondo tutto il quartiere di giorno e
di notte, a piedi e in automobile, una figura che scoraggi i potenziali malviventi con
la sola presenza e che reprime eventuali illeciti, e soprattutto che possano sgravare il
già consistente carico del lavoro delle forze dell’ordine.
Non vogliamo più sentire scuse, credo che uno sforzo i questo senso possa essere
fatto in futuro.
Come allora non spendere qualche parola per il progetto comunale sulla sicurezza,
quello che aveva come slogan “la migliore guardia del corpo sei tu”, o qualcosa di
simile che aveva la pretesa di insegnare che non si deve aprire la porta agli
sconosciuti.
Lo stesso si concretizzava con la distribuzione nelle famiglie di libricini colorati
contenti utili consigli su come poter riconoscere un malvivente in base a come si
presentava alla porta di casa.
Il costo di questo progetto non è a me noto nei dettagli, però credo che qualcosa di
più sensato si sarebbe potuto fare, tenuto presente che poco tempo prima la polizia in
collaborazione con la provincia aveva già diffuso una cosa simile sulla sicurezza,
perciò quello comunale si è rilevato, a mio parere, una inutile e dispendiosa
ripetizione.
In conclusione sono ad auspicare che per il futuro le richieste delle Circoscrizioni
non rimangono inascoltate o peggio ancora cestinate per pura opportunità politica.
Il consiglio che mi sento di dare è di istituire finalmente questa figura di vigile di
quartiere almeno nei quartieri più densamente popolati.
Macerata è ancora una città relativamente tranquilla ma tale deve essere preservata,
senza una seria politica ai cittadini in tema di prevenzione dubito che fra tre anni si
possa dire altrettanto, e soprattutto non vorrei essere di nuovo qui a dire le stesse
cose di oggi. Grazie.
27
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
MARCO FOGLIA – Presidente Circoscrizione N. 4 –
Il problema di Villa Potenza a livello di piccoli furti nelle abitazioni non dico che si
ferma, ma viene accentuato solamente quando lì al Foro Boario vengono
parcheggiate delle carovane di zingari.
Io sono qui per dire che il vero problema di Villa Potenza è quello della circolazione.
Non va dimenticato che Villa Potenza è l’incrocio di tre statali ora passate alla
provincia.
Queste tre ex statali portano il flusso di persone da diversi comuni e questo ci porta
veramente una dose di traffico che impedisce veramente ai cittadini di Villa Potenza
di vivere.
Quindi io ritengo che la sicurezza del cittadino sia anche questo, un modo di vivere
in maniera decente.
Quindi la richiesta che faccio io è quella che vada realizzata la famosa bretella che
riuscirà a togliere il traffico da B.go Peranzoni e che in questo Consiglio stesso
abbiamo parlato qualche giorno fa.
Ritengo che non sia solo questa la soluzione ai problemi di Villa Potenza, chiunque
la percorri si accorgono che al di la del ponte la situazione è diventata insostenibile
perché quello è un triangolo dove circolano dei mezzi pesanti in maniera sostenuta.
Allora la richiesta che faccio io a nome di tutto il Consiglio, visto che sono presenti
dei responsabili della provincia, in quanto appunto la provincia ha avuto in eredità
dall’ANAS queste tre statali occorre fare uno studio e realizzare quello che è già in
progetto, altrimenti a Villa Potenza rischiamo i cittadini a non vivere più e gli altri a
non riuscire a passare.
Chiaramente collegato al problema della circolazione c’è il problema dei parcheggi.
Mi rivolgo all’amministrazione e l’invito è quello di accelerare i temi per poter
acquisire questo parcheggio e perché anche a Villa Potenza si riesca a togliere le
macchine da questa benedetta strada.
Riguardo al vigile di quartiere io voglio dire che secondo me è utile per tante cose,
capisco che è difficile richiedere una presenza 24 ore su 24, però a seconda del
motivo per cui lo vogliamo sfruttare vanno basati gli orari in base all’esigenza della
circoscrizione.
Secondo noi è una figura importante anche dal lato dell’educazione dei cittadini nella
posa dell’immondizia, è necessario perché standoci un punto di controllo io ritengo
che i cittadini siano un po' più attenti per una educazione migliore. Grazie.
28
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
SAURO CAMILLETTI – Presidente Circoscrizione N. 5 –
Io sono il Presidente della Circoscrizione di Sforzacosta.
Per chi non la conosce Sforzacosta è una delle tre frazioni della città e dagli abitanti è
sempre stata considerata la Cenerentola delle tre frazioni.
Innanzitutto gli stessi problemi dei presidenti delle Circoscrizioni che mi hanno
preceduto sono gli stessi di Sforzacosta, l’ordine pubblico, la viabilità, però vorrei
fare alcune note sui dati forniti dal Questore, sarebbe stato utile ad esempio secondo
me che i dati fossero stati localizzati per aree, perché il Questore ha detto per
esempio che i furti nelle case sono diminuiti, ma da quando io so invece negli ultimi
due anni a Sforzacosta sono aumentati.
La dislocazione di questi furti sarebbe stata utile per tutti per capire perché nelle
frazioni alcuni reati sono aumentati rispetto al centro storico, probabilmente per il
discorso che si faceva della vigilanza, forse sempre di più si tiene a vigilare nel
centro storico e si lasciano un po' le periferie allo sbando.
Questo però è un dato che i cittadini vedono perché molto spesso lamentano il fatto
che le pattuglie a Sforzacosta sono quasi inesistenti, ci sono giorni che non passano
nemmeno.
Io sono certo, anche per esperienza personale perché nel giro di 6 mesi il Consiglio
di Circoscrizione a Sforzacosta è stato visitato una sola volta ed una volta abbiamo
subito anche un furto.
La scuola materna nel giro di 6 mesi è stata visitata 2 volte, la scuola elementare per
bene due volte in un anno è stata oggetto di furto.
Quindi ripeto è vero che i furti sono diminuiti come numero, ma sono convinto che
nelle frazioni il numero di furti sia aumentato.
L’altra nota è riguardo la droga di cui nessuno fino adesso ne ha parlato,
probabilmente perché a parte i quantitativi di sequestro che sono stati fatti, per il
resto è difficile stabilire quanti assuntori ci siano.
Questo secondo me è invece molto importante, perché i cittadini mi riferiscono che
sono sempre di più di notte i punti di ritrovo per gli assuntori di droga e spesso penso
anche per lo spaccio, come sono aumentati negli ultimi due anni gli assuntori di
droga residenti nella frazione.
Questo è un dato preoccupante non soltanto per il problema della droga, ma perché la
droga può portare con se tanti altri piccoli reati.
29
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
Per quanto riguarda il resto è già stato detto tutto, anche a Sforzacosta c’è il
problema della viabilità, quindi della sosta vietata, sui marciapiedi che impediscono i
disabili di camminare, poi atti vandalici ce ne sono anche a Sforzacosta.
Invece un punto che il Consiglio di Circoscrizione intende a sottoporre
all’amministrazione è quella del disagio sociale.
Sforzacosta 10, 15 anni fa contava 800 residenti, nel giro di 10 anni siamo arrivati a
2.000 residenti, questo ha portato ad unno squilibrio tra i residenti e l’aspetto
urbanistico della frazione, per cui a Sforzacosta mancano totalmente luoghi di
ritrovo, spazi verdi attrezzati, spazi dove la gente possa discutere e conoscersi.
Sforzacosta è diventata una frazione dormitorio dove la gente viene, dorme e se ne
va.
Questo è preoccupante perché i residenti non si conoscono tra di loro, non possono
rispettarsi tra di loro se non possono neppure conoscersi.
L’assetto urbanistico di Sforzacosta ha visto un aumento indiscriminato dell’edilizia
senza che questa fosse regolamentata.
Mi auguro che questa amministrazione faccia qualcosa per questo, un assetto
urbanistico dove case con 40 abitazioni sorgono nel giro di qualche anno però non ci
sono parcheggi, per cui la gente litiga tra di loro per trovare un posto auto.
Non ci sono posti dove possono ritrovarsi, ci sono spazi verdi mal posizionati e poco
attrezzati, per cui la gente evita di portare i propri bambini.
Riguardo la viabilità non c’è giorno che a Sforzacosta no ci sia un incidente, questo
dovuto ad un traffico, ed una viabilità inesistente.
Quindi vorrei che il Consiglio su questi tre punti possa riflettere il primo sulla
localizzazione dei reati che ci sono; il secondo la droga, e su questo premo di più
perché sapere che Sforzacosta negli ultimi tre anni ha visto aumentare punti dove si
ritrovano per assumere e credo anche spacciare la droga; e terzo l’assetto urbanistico
perché secondo me porta dietro di se tantissimi disagi il primo sociale, il secondo
culturale che poi necessariamente sfociano in piccoli reati, abusi che invece i
cittadini non dovrebbero commettere. Grazie a tutti.
ANDREA BLARASIN – Delegato dal Presidente della Circoscrizione N. 6 –
30
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
Io sono il delegato del Presidente Canesin per discutere l’argomento di questa
assemblea.
Innanzitutto un saluto a Sua Eccellenza il Prefetto, il Sindaco, Consiglieri Comunali,
al Presidente del Consiglio e a tutti i cittadini che sono intervenuti.
Non potrei, visti i dati fornitici dalla Prefettura, che non essere soddisfatto dei
miglioramenti relativi a questi, e comunque non possono esimermi dal fatto e dal
ringraziare le forze dell’ordine che con i pochi mezzi a disposizione hanno
comunque sempre cercato di offrire la maggiore sicurezza possibile, tutelando i
cittadini.
E non posso essere solidale con loro, quando a Macerata in alcune occasioni si è
cercato di legittimarne le azioni.
Altro è il discorso per quanto riguarda l’amministrazione comunale che fino ad oggi
non ha mai dato un segnale politico forte della volontà di prevenzione di episodi di
criminalità o micro-criminalità che sono presenti nella nostra città, anche se
Macerata non è Napoli.
Il Consiglio di Circoscrizione di Piediripa si è sempre battuto con ordini del giorno
per una maggiore incisività anche da parte dell’amministrazione comunale per la
presenza sul territorio del vigile di quartiere.
Fin il 2000 e 2001 il primo bilancio preventivo del 2001 c’era la possibilità di nuove
assunzioni per quanto riguarda i vigili urbani, e chiaramente no c’era una volontà
politica di adottare questa soluzione visto che c’era la possibilità.
Senza poi parlare dell’opuscolo di cui ha parlato già il Presidente della
Circoscrizione III, il quale opuscolo del costo di circa 20 milioni con il quale si è
pensato di poter risolvere il problema criminalità.
Come deterrente si consigliava non lasciare le chiavi sulla porta e di non aprire agli
sconosciuti, credo che sia molto poco.
Inoltre il messaggio “la tua guardia del corpo sei tu” è un lavarsi le mani da parte del
Sindaco che dovrebbe tutelare la sicurezza dei cittadini comunque prevenire.
Anche la Circoscrizione di Piediripa ha più volte richiesto la figura del vigile di
quartiere, l’appello al Sindaco non è mai stato considerato ed i cittadini pretendono
più protezione.
Un ultimo ordine del giorno presentato da AN nel febbraio di questo anno chiedeva
una maggiore attività da parte dell’Amministrazione comunale, e questo ordine del
giorno è stato approvato all’unanimità.
Considerato che dopo il suo insediamento la Giunta Meschini aveva negato
l’aumento dell’organico della Polizia Municipale, che a tutt’oggi no è stata attuata da
parte di questa Giunta e del Sindaco una serie politica locale di prevenzione del
31
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
controllo del territorio; che questo Consiglio di Circoscrizione aveva più volte
sostenuto l’esigenza della presenza costante della figura del vigile di quartiere; che
fosse al servizio dei cittadini della zona in stretto contatto con le problematiche
relative alla sicurezza dell’ordine pubblico di ogni singolo quartiere e non che
venisse nel quartiere 4 ore a settimana.., chiedeva a questa amministrazione di
disporre misure di prevenzione e di istituire la figura del vigile di quartiere in
pattugliamento continuo in tutte le sue circoscrizioni, segnale concreto di una volontà
politica che non c’è stata fin dall’insediamento di questa Amministrazione, di
intervenire effettivamente nella salvaguardia del diritto della pubblica sicurezza da
parte dei cittadini. Grazie.
DOTT. FORMIGONI – Procuratore della Repubblica –
Io mi preoccupo non di prevenzione, ma di repressione. Sono qui a Macerata dall’89
e mi sono sempre occupato di repressione come Procuratore della Repubblica prima
presso la Pretura Circondariale, ed attualmente presso il Tribunale.
Il primo incontro con Macerata è stato un po' particolare, io venivo da un’esperienza
di circa 20 anni di Giudice istruttore nel Fermano e mi sono subito preoccupato di
sapere dove stava il carcere, e mi sentii rispondere dal Sindaco del tempo “noi non
abbiamo bisogno del carcere”, quindi non solo non sentiva la necessità di questa
struttura, ma diceva che tutto sommato i carceri significa avere i parenti dei carcerati
che inquinano la città.
Io ho sempre avuto un pallino fisso che la figura del vigile di quartiere fosse calibrata
sullo Sceriffo ed il Bobby Inglese, sarebbe una cosa fantastica soprattutto per i
piccoli e medi centri.
Quindi questo richiamo a questa figura è molto importante perché per le città che
hanno ancora un tessuto umano è facile avere notizie, è facile il contatto con il
rappresentate della forza pubblica, e quindi, la confidenza con costui. Non si chiede
di usare il pistolone, si chiede di poter conoscere la vita che si fa nella frazione in
modo poi da poter suggerire alle forze di repressione quello che devono fare.
Questo secondo me non è difficile, e servirebbe soprattutto alla prevenzione ed alla
predisposizione di strumenti, di procedure che possano prevenire, perché significa
eliminare il fatto. Per quanto riguarda le sostanze stupefacenti è vero che Macerata
non è una città di grande spaccio, ma è vero che è una città di grande consumo
perché una città medio piccola che ha però una popolazione giovanile molto intensa.
32
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
Quindi bisognerebbe cercare di rompere questo passaggio dalla costa all’entroterra
perché la costa ormai sta entrando sotto il tipo di criminalità dello spaccio degli
stupefacenti.
La cosa che a me pare molto importante è proprio questa figura del vigile di quartiere
intesa come la figura di colui che cerca di sapere, conoscere per fornire le forze
dell’ordine la dritta di chi in una zona ha un po' in mano le redini di questa attività.
Per il resto i dati che abbiamo visto, anche se si pensa che siano fatti in modo di farci
tranquillizzare, io invece penso che siano dei dati attendibili perché no vi è
assolutamente criminalità nel nostro paese se non questa piccola criminalità. Una
raccomandazione che potrei fare agli amministratori approfondite questo tipo di
discorso e questa figura del vigile di quartiere.
NADA VENANZETTI – cittadina residente nel centro storico -
Sono una residente del centro storico, sono pienamente d’accordo con la relazione
fatta dal Presidente Pennacchietti.
Sono qui a riproporre un problema che per noi sta diventando di importanza vitale in
quanto questo problema non è ancora risolto.
Non dormiamo minimo per tre notti alla settimana, martedì, giovedì, sabato, ma
adesso la situazione è ulteriormente peggiorata e quindi le nostre notti sono passate
alla finestra a vedere macchine rotte, rumori continui provenienti dai locali,
schiamazzi notturni in cui spaccano vetrine con delle sbranghe di ferro con denuncia
regolare ai carabinieri, dopo la quarta chiamata finalmente...
Io sono stata contenta questa sera, tutti gli interventi che dicono che le cose vanno
bene, ma per noi questo problema che va avanti da più di 6 anni.
Non possiamo subire ricatto morale che se noi prendiamo provvedimenti i locali
vengono chiusi, ma ci saranno delle regole da rispettare. Poi non riesco a capire il
riscontro economico di tutte queste persone che parcheggiano in modo selvaggio
all’1 di notte e ci lasciano svegli fino alle 5 del mattino.
Questa è una situazione che vengo a riproporre perché credetemi siamo
all’esasperazione, siringhe, vomiti, urine, vetrine rotte ecc., non ce la facciamo più.
33
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
DOTT. FABIO PISTARELLI – Consigliere regionale –
Ringrazio la presidenza del Consiglio che ha voluto questo incontro.
Questo dibattito di oggi ci sembra molto positivo, abbiamo ascoltato le istituzioni,
abbiamo ascoltato i cittadini attraverso i quartieri, abbiamo ascoltato anche i cittadini
direttamente. Al di la delle questioni personali quello che si evince è che non vi è
solamente una percezione di insicurezza, vi è un’insicurezza manifestata sotto
diverse forme perché se si guarda al fenomeno nella sua complessità e se si guarda
che vi sono dei dati e delle valutazioni incontrovertibili, ecco tutti questi dati portano
ad una sintesi che effettivamente non vi è solo percezione, ma vi è un aspetto quello
dell’ordine pubblico e della sicurezza che è un problema.
Faccio brevissimamente degli spunti di valutazione:
1. se si guarda in generale il problema dell’ordine pubblico si vede che per quanto
concerne l’attenzione alle forze dell’ordine lì in questi anni abbiamo vissuto delle
stagioni di depauperamento quantitativo e qualitativo che non ha dato certo dei
segnali positivi;
2. secondo aspetto l’attività di prevenzione è essenziale, in realtà si fa poca
prevenzione purtroppo quando si riesce repressione, perché si vive il fenomeno
nella sua emergenza e non nella sua nascita;
3. terzo aspetto le vittime del reato, quanta poca attenzione nel presente per le
vittime dei reati, e quanta invece estrema attenzione per quanto concerne le così
dette “misure alternative” che hanno fatto si che la pena poi non sia effettivamente
erogata.
Allora da una parte trascuratezza per le vittime del reato, dall’altra molto lassismo
nella fase della esecuzione della pena.
Allora tutto questo fa si che l’insicurezza sia un dato effettivamente vissuto.
Le proposte, dobbiamo approfittare di questo momento, la modifica dell’art.5° della
Costituzione è l’occasione più opportuna per un raccordo più stretto con tutte le forze
di Polizia, in un ottica non si sovrapposizione, ma di distinzione di ambiti operativi.
Ecco il vigile di quartiere che è una figura che potrebbe essere positiva, se però
anche il vigile urbano stesso non deve essere considerato alla stregua di un Poliziotto
di serie B, ma responsabilizzato in ambito territoriale con competenze determinate,
perché poi si mettono in difficoltà le forze dell’ordine preposte istituzionalmente a
dei ruoli dei compiti.
Allora queste sono le considerazioni che faranno parte di iniziative sia a livello
territoriale regionale che a livello nazionale che porteranno grande attenzione alla
prevenzione, perché una comunità locale deve prima di tutto basarsi sulla possibilità
34
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
di un vivere nella sicurezza soprattutto del rispetto delle leggi perché questo può dare
un futuro e sviluppo alle comunità locali e nazionali. Vi Ringrazio.
FRANCO PATRIGNANI – Segretario provinciale CISL –
Ringrazio del gentile invito rivoltoci, ed anche se mi sono posto la domanda se fosse
più o meno opportuno che un rappresentante dei lavoratori fosse deputato a
partecipare ad un incontro di questo genere.
Credo che la ricchezza degli incontri che fino ad ora ci sono stati sottolineano come
il problema della sicurezza e la lotta alla criminalità non possa essere preso come un
tema a se, ma coinvolge necessariamente una serie di aspetti che riguardano
l’insieme della vita sociale e civile della nostra comunità.
Aggiungerei un altro elemento che vada sottolineato, fino a poco tempo fa insieme al
SIULP lanciavamo come organizzazioni sindacali il mese della sicurezza, ed era
un’occasione per riflettere insieme alle istituzioni, i cittadini ed anche con gli
studenti sui problemi che riguardano appunto la questione della devianza, della
prevenzione quindi della criminalità.
Io vorrei sottolineare tre aspetti:
Il primo è di carattere generale, nella fase dei grandi cambiamenti occorre una grande
capacità di coinvolgere le diverse forze sociali, le diverse forme di rappresentanza
dei cittadini e della popolazione in progetti positivi.
L’alternativa a questo è di esercitare esclusivamente o un ruolo di critica o in
definitiva un ruolo di repressione, ma che non da nessuna garanzia che il crimine non
venga più consumato.
La …………….. dovrebbe essere ispirata alla coesione sociale perché
sostanzialmente è fondamentale riconoscere ai cittadini che contribuiscono alla
costruzione della ricchezza ed al permanere della democrazia nel nostro paese,
garanzie appunto che non incrinino questo rapporto fiduciario.
Allora se da una parte abbiamo questo fatto, dall’altra va riconosciuto agli enti locali
un ampio margine di progettualità delle politiche sociali, cioè siamo in fase di
applicazione della legge nazionale ed anche della legge regionale sulle politiche
sociali e quindi la questione prevenzione e lotta alla criminalità riteniamo che faccia
parte di questi aspetti.
35
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
Ciò vuol dire che nel momento in cui si accinge a riflettere sugli interventi in ambito
di politiche sociali, occorre la capacità di coinvolgere tutte le forze che sono presenti
sul territorio.
In sostanza occorre lavorare nella direzione della coesione sociale ed in un clima di
solidarietà tra generazioni, tra strati sociali, tra condizioni diverse ed anche tra etnie.
Occorre veramente sollecitare uno sforzo comune per lo sviluppo economico e
sociale.
Il problema di una applicazione intelligente della legge non dovrebbe stare nel
momento in cui si rileva l’inflazione, ma dovrebbe risiedere proprio nel momento in
cui si applica la giustizia, perché la tolleranza zero rischia di essere uno slogan che
colpisce, ma che lascia da parte l’applicazione della legge.
Applicare la legge vuol dire anche sapere riconoscere quali sono le origini del
crimine e concedere l’applicazione intera dei diritti al criminale che è imputato del
fatto.
Questo lo sottolineo perché siccome oggi è molto facile fare il legame diretto per
esempio tra criminale ed immigrato, io credo che non sfugga a nessuno il fatto che se
pur esistono degli immigrati che si macchiano di crimini, è del tutto illegittimo fare
questo paragone.
Allora sottolineare questi aspetti, evitare di fare di tutta un’erba un fascio, e
soprattutto essere attenti a garantire i diritti di chi vivendo in un paese diverso non ha
tutte le possibilità di esercitare la difesa e di essere parte effettiva all’interno di un
processo.
Vado verso la conclusione dicendo che noi continuiamo insieme ai rappresentati
della Polizia a fare un lavoro strettamente confederale, cioè non ci si preoccupa
esclusivamente, ci si preoccupa anche delle condizioni contrattuali normative per
quanto riguarda i lavoratori della polizia, ma insieme riflettiamo con loro su quali
sono gli elementi che all’interno del settore possono garantire maggiore sicurezza dei
cittadini.
Allora c’è il problema dell’integrazione e dell’azione coordinata delle forze
dell’ordine, c’è il problema della qualificazione degli uomini che si occupano della
sicurezza, e direi anche quella della stabilità dei dirigenti perché serve un maggiore
monitoraggio sul territorio...(REGISTRAZIONE INTERROTTA per fine tempo).
PASQUALE TORCHIA – Rappresentante SIULP –
36
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
Mi sembra un po' riduttivo parlare di sicurezza in questo ambito, mi sembra come se
io a casa mia mi blindo e poi fuori non vedo quando vado a lavoro, non vedo quando
i miei figli vanno a scuola.
Sono da valutare due aspetti globali sulla sicurezza:
prima quello nazionale in cui, come abbiamo già detto nei nostri congressi, abbiamo
forza sufficiente per fronteggiare la criminalità.
Basta, coordinare realmente le forze di Polizia sul territorio, dobbiamo sfatare chi
ancora fa l’americano o l’indiano su chi deve avere il ruolo preminente sulla
sicurezza, di chi è deputato per legge nella figura del Questore, perché non è
possibile dopo enunciare quando ci sono episodi buoni solo da una parte, e poi
quando c’è da tagliare la testa al Questore assistiamo a sindaci che vogliono fare
sceriffi.
Dobbiamo chiarire in modo definitivo chi deve gestire l’ordine, la sicurezza
pubblica, perché i comitati d’ordine e sicurezza pubblica in cui partecipano i Sindaci
sono consultivi, cioè danno degli indirizzi come giustamente deve essere; ma dopo
deve essere demandato al questore perché è il coordinatore tecnico delle forze di
Polizia, ed è l’unico responsabile sulla sicurezza pubblica del territorio provinciale.
Noi rappresentiamo in Europa il rapporto del PIN nazionale di investimenti del
13,3% contro il 7, 8% della Francia e dell’Inghilterra, ciò significa recuperare il 4,
5% del Pin nazionale di investimenti che potrebbero essere investiti in
aggiornamento professionale più mirato verso gli operatori delle forze di polizia in
genere; in potenziamento di mezzi.
Sul territorio oltre ad organizzare è la presenza sul territorio che abbiamo perso, il
monitoraggio costante del territorio.
Sul territorio una maggiore coesione, una migliore sinergia delle forze, però ognuno
deve avere il compito ben stabilito.
Sul territorio come abbiamo già effettuato a Modena bisogna avere veramente un
controllo effettivo sul territorio in senso che la polizia municipale essendo locale,
quindi radicata sul territorio deve essere di monitoraggio, una raccolta di dati
individuati in ogni circoscrizione in modo da fornire delle risposte.
Dobbiamo pensare ad una maggiore tutela delle persone, basta pensare che la
maggior parte dei reati rimangono ignoti quelli denunciati, ma la maggioranza dei
casi non vengono nemmeno denunciati.
Si a una maggiore tutela dell’indagato, ma anche una maggiore garanzia per la
vittima. Grazie.
37
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
WALTER LUCCI – Rappresentante Sindacato Autonomo di Polizia –
Buona sera tutti quanti, ringrazio il Presidente per l’invito, il signor Sindaco e tutto il
Consiglio.
Il problema pare che sia stato ampliamente sviscerato anche da persone autorevoli,
per cui mi limiterò a fare un intervento stretto su alcune cose che ritengo debbano
essere più precisate.
Rimanendo nel nostro comune non si può non essere in linea con quelle che sono le
statistiche, però bisogna considerare un aspetto delle statistiche che la loro
compilazione risente di alcune variabili che spesso non vengono precisate, ad
esempio si è parlato prima del problema degli stupefacenti, nelle statistiche appare
solo l’aspetto repressivo, perché il problema ha due aspetti 1° prettamente
amministrativo che investe i consumatori; 2° penale che investe i reati connessi.
Succede che questo non ci da la misura di fondo o non ci fa sostanzialmente capire
l’incidenza sul territorio del fenomeno.
Si è parlato poi di razionalizzare le risorse, la nostra amministrazione ha fatto un
punto che è quello del fatto che a fronte di una pianta organica abbiamo ancora
tutt’oggi una carenza che supera le 10, 15 unità.
Sotto questo aspetto, in una realtà come quella Maceratese, credo che possano
comunque influenzare quelle che sono le nostre necessità.
Di questo, oltre la nostra amministrazione, anche le forze politiche, il comune, la
provincia, la regione dovrebbero farsi carico di questo tipo di problematica.
Abbiamo avuto un grande impegno profuso nell’attività di prevenzione, questo ci
porta a sottolineare altri sforzi, cioè laddove si va a spendere molto per presenza si
corre il rischio di andare a sottrarre ad un altro aspetto della polizia, che è quello più
strettamente repressivo. I due tipi di attività debbono per forza camminare affianco
perché altrimenti rischiamo di avere una grande utenza di dati che poi hanno
difficoltà ad essere sviluppati perché gli impegni sono tanti e molteplici.
In questo discorso delle risorse non posso non essere concorde a quello che ha detto
il Dr. Formigoni, rispetto alla figura del vigile.
Chiaramente il vigile urbano non può fare il poliziotto, come il poliziotto non può
fare il vigile urbano, ma un diretto interagire è legato a quelle che sono le
acquisizioni di dati su cui poi la polizia può lavorare, è secondo me indispensabile
38
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
sia perché in un centro come il nostro spesso la polizia municipale ha un approccio
differente con la popolazione che per certi versi è più incline a parlare che la polizia.
Sotto questo aspetto un impegno da parte dei vigili nell’arco della giornata sarebbe
auspicabile in questo senso.
Vi ringrazio e buon lavoro.
On. GIULIO CONTI –
Io apprezzo molto il lavoro che ha fatto il Comune, però devo far notare alcuni
rilievi.
Ritengo che sia una analisi poco obiettiva questa perché fatta solo per la città di
Macerata, relativa a reati compiuti nell’ambito del comune di Macerata, che però i
maceratesi compiono anche fuori come abbiamo visto in questi giorni dalle cronache
dei giornali, quindi è una cosa un po' falsata nella sua realtà delinquenziale della
città.
Secondo aspetto molto importante è il discorso di tutti questi zero che ci sono,
rifacendomi anche a quello che ha detto prima il rappresentante della Polizia, se noi
mandiamo questa relazione a Roma, ritengo che la Questura di Macerata verrebbe
chiusa per inutilità nella sua funzione perché non ci sono reati associazione a
delinquere, zero stampo mafioso, zero attentati, zero estorsioni e questo non è
assolutamente vero...(intervento di fondo non comprensibile)...totale rapine uguale a
zero, banche zero, uffici postali zero, sequestrati di persona zero, sfruttamento alla
prostituzione zero, violenze sessuali zero ecc., io ritengo che questa sia una indagine
un po' pericolosa per il futuro della nostra città, perché mentre rappresentanti della
polizia chiedono un aumento degli agenti, se mandiamo questa relazione a Roma li
diminuirebbero.
Non credo che sia un buon modo di operare questo, veramente sembra di vivere in
una città santa.
Rilevo anche delle contraddizioni sulla statistica, persone arrestate quest’anno per
droga in quattro mesi 6, cocaina sequestrata in grammi 171, l’anno scorso 161, cioè
già 171 in quattro mesi rispetto ai 12 mesi dello scorso anno con una diminuzione
degli arrestati comunque, quindi questo è un dato molto impreciso, i numeri se
valgono per i quattro mesi valgono anche per i dodici, questo significa che la polizia
riesce ad arrestare meno spacciatori di cocaina rispetto a quanti ne ha arrestati l’anno
scorso.
Quindi perché?
39
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
Forse perché sono molto meno gli agenti o perché gli spacciatori ed i trafficanti sono
diventati molto più intelligenti?
Se andiamo al CMAS????? e rapportiamo questi dati vediamo tutto il contrario,
questo bisogna che valutiamo questa cosa, altrimenti falseremo un po' tutto.
Poi hascish 1.122 gm. in quattro mesi, già molti di più dello scorso anno; poi
andiamo alla mariuana a 13 gm., 13 gm. se manda un poliziotto in fondo al corso li
realizza subito, quindi anche questo dato indica qualcosa che non c’è, o c’è perché lo
spinello se lo fanno tutti.
Poi ho visto ecstasy zero questa è una cosa non vera; il fatto di decessi per overdose
magari decessi no, ma in overdose quanti ce ne vanno basta andare al pronto
soccorso in ospedale.
Poi al comune il vigile di quartiere non vedo perché debba essere una cosa così
sbagliata da respingere, io la vedo una cosa giusta i quartieri li vogliono tutti perché
tutto ruota nel principio della sicurezza, la sicurezza è quella che da tranquillità alla
persona per cui è disposta a sacrificarsi economicamente per stare a casa tranquilli.
Ritengo che sia comunque un deterrente il vigile di quartiere, ed anche una
tranquillità per il cittadino che abita in periferia, questo serve anche per aiutare la
polizia perché fa da informatore e prevenire altri reati.
Quindi in questo senso come comune uno sforzo lo farei.
Poi la mancanza dell’insufficiente numero di polizia, io ritengo che non sia un fatto
tanto grave, certo che se mancano unità di polizia non è un dato positivo, così come
non è positivo che il sottosegretario scorso Brutti sia venuto a Civitanova garantendo
il passaggio del Commissariato da seria A, cioè portantolo da 40 a 60 unità di polizia,
e poi questo non sia stato fatto.
Anche questo, secondo me, è una spiegazione di questa diminuzione enorme delle
denunce di reati nei primi quattro mesi di quest’anno.
Nel valutare positivamente la situazione nella nostra città, che è anche un vanto per
tutti poi, credo che agire anche in quest’altro senso sia doveroso e molto positivo,
perché riflettere su questi dati, fare un passo indietro per andare più avanti mi pare
che sia positivo per tutti. Grazie.
PLACIDO MUNAFO’ - Consigliere comunale del Comitato Anna Menghi –
40
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
Faccio subito una premessa polemica di rimprovero ai Consiglieri comunali, ci sono
le autorità, siamo ben pochi ad essere presenti in Consiglio comunale anche per
rispetto del pubblico dopo che si chiede un Consiglio comunale aperto.
Detto questo io ho ascoltato con attenzione gli interventi e vorrei modificare un po'
l’oggetto dell’intervento, qui si è parlato di ordine pubblico in termini molto ristretti,
io vorrei parlare di cosa la gente comune dice, cioè della richiesta della legalità che è
cosa ben diversa e che non riguarda il furtarello, non riguarda il furto dell’autoradio o
il furto nell’appartamento, che comunque esige la presenza dell’ordine pubblico, io
vorrei parlare dei perché a macerata non sono state fatte alcune cose ed altre si.
Mi ricollego al concetto di cosa dice la gente perché ci viviamo con la gente, si dice
che “se si ruba una mela vai in galera, se rubi un sacco di miliardi in galera non ci
vai”, questo è lo spunto del mio intervento.
Al di la delle parole che si sono spese sul fatto che a macerata i reati sono in
diminuzione, ricordiamo cosa il procuratore antimafia Vigna scrive sul giornale 7
accusando pesantemente alte istituzioni di questa provincia.
Cominciamo da qui a chiedere perché a Macerata i piani di ricostruzione non sono
stati fatti, con procedimento penale in corso da anni dove gli stessi soggetti per
prescrizione dei termini non subiscono alcuna condanna.
Cominciamo a parlare di come è stato realizzato il CON.SMA.RI., leggetevi la
sentenza di archiviazione per decorrenza dei termini della procura di Ancona,
nessuno ha pagato.
Cominciamo a parlare del CEMACO del perché politici lo hanno voluto ed oggi
dicono che non funziona e succhia denaro pubblico.
Cominciamo a parlare dell’ospedale di Macerata, 30 anni per costruirlo, e ricordo
che per realizzare il tunnel opera più complessa in tre anni lo hanno realizzato.
Parliamo di rifiuti?
Cerchiamo alcune connessioni tra tutti questo?
Allora mi riconduco a dei fatti, qui hanno detto belle parole, ci hanno rassicurato che
a Macerata i furti sono in calo, ma cominciamo a parlare dei reati commessi dai
colletti bianchi.
Io non voglio parlare di quello che per necessità va a rubare, ma parliamo di qualcosa
un po' più consistente. Noi abbiamo presentato una mozione in questo Consiglio
comunale che mi auguro venga discussa quanto prima in cui chiediamo che qualora
ci sia una condanna penale almeno che il comune di Macerata chieda i danni
all’Adriatica costruzioni per 40 anni di strade post-belliche non realizzate.
41
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
Ma con la stessa logica io chiederei a molti politici che siedono qui chiederei “il
CEMACO che doveva mattare 20, 30 mila capi, miliardi di denaro pubblico, oggi
vive alla soglia della bancarotta”, c’è una responsabilità chiara dei politici e dei così
detti “colletti bianchi”.
Parliamo del CONSMARI che è stato realizzato in un posto dove non doveva essere
realizzato; parliamo della sentenza di archiviazione per decorrenza dei termini del
CONSMARI, dove il sostituto procuratore dice cose pesantissime su come sono stati
gestiti gli appalti in quel caso, però ci sentiamo tranquilli che i furtarelli stanno
calando.
Parliamo dell’assenza del carcere? ma allora parliamo pure del perché non sono state
realizzate le industrie a Macerata, è la stessa solfa, sono le stesse cose, e caro
pubblico la cosa agghiacciante è che di quello che sto dicendo io qui non c’è
un’istituzione e pochissimi Consiglieri comunali però c’è molto pubblico, allora mi
rivolgo a loro.
Assenza del carcere, Sindaco di Area democristiana, non l’ha voluto il carcere, le
stesse persone che a Macerata per paura non so di quale forza politiche non hanno
voluto le industrie.
Allora con che faccia andiamo a parlare di furtarelli quando a Macerata sappiamo
benissimo che c’è un processo importante pendente per i piani di ricostruzione postbellici, mi rifiuto; o un ospedale che aspetta da 30 anni di essere completato, mi
rifiuto di parlare dei furtarelli.
Ci vogliamo illudere che è un’isola felice, che abbiamo quel 70% di abitazioni di
nostra proprietà?
Allora io alludo a quel 30% che non ha le case di proprietà e non commette i furti,
perché è facile non rubare quando si hanno i soldi.
In questo Consiglio comunale abbiamo votato più volte che la Regione stanzi più
soldi per finire l’ospedale, ma non è una vergogna dopo 30 anni? Tutti questi soldi
che abbiamo buttato fino adesso?
Mi auguro che questo processo abbia una fine e se ci sono eventualmente delle
condanne che non cadano in prescrizione pure quelle, perché altrimenti come si può
pretendere dal cittadino di non andare a rubare...(Registrazione interrotta).
IVANO TACCONI – Capogruppo consiliare del PPE –
42
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
Ringrazio la Presidente, colleghi consiglieri e ringrazio il gruppo An che ha
promosso questo dibattito.
Le istituzioni non hanno resistito a questo dibattito, comunque una buona volontà
come prima volta c’è.
Abbiamo ascoltato ed ho selezionato gli interventi e la cittadina che ha lamentato che
vuole riposare tranquilli, noi politici dobbiamo essere bravi nel dire all’operatore
economico “investi nel tuo esercizio”, però noi Consiglieri comunali dobbiamo
garantire il dopo esercizio, cioè le vie, la vita questo ci ha chiesto la cittadina e non
punire chi investe milioni, dobbiamo mettere le pattuglie non a reprimere, ma al
dialogo.
Però questo non è stato ancora fatto, il Sindacato ci ha detto che a Modena vigili
urbani e polizia sono riusciti ad un certo coordinamento, ed è giusto perché in certe
zone il vigile di quartiere è necessario, mentre noi non lo abbiamo fatto mai o lo
abbiamo sperimentato male.
Queste imperfezioni in una città dove si dice tutto zero non devono esistere.
E poi per il progetto del carcere caro Dr. Formigoni è sopra la scrivania.
Perché il carcere?
Il carcere è l’anello dell’industria del palazzo di Giustizia, quella per noi che non
abbiamo fabbriche è un’industria di buste paghe che girano, e qualche forza politica
allora non lo volle.
Io ho presentato in tempi non sospetti una mozione per il carcere e mi è stata
bocciata.
Io non lo vedo come le tute, come penitenziario, lo vedo come un anello di
congiunzione per l’indotto della giurisprudenza del palazzo di giustizia, perché
l’avvocato deve andare a Camerino, in Ancona, oppure il tratto di portare i detenuti
sull’autostrada, siamo capoluogo di provincia dobbiamo averlo il carcere.
Non porta tutta questa criminalità il carcere, la criminalità è un’altra, questi
muraglioni che nascono alti nelle fabbriche di Piediripa che ce ne accorgiamo solo
quando vanno a fuoco, di questo dobbiamo preoccuparci di cosa succede li dentro, il
resto i furti ci sono, ma credo che sia il prezzo del progresso.
Per i vigili di quartiere io ci credo...(registrazione interrotta).
GIAN MARIO MAULO – Capogruppo consiliare de I Democratici –
43
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
Un contributo molto marginale bassa voce, nel senso che non voglio fare grandi
interventi anche perché il fatto che la relazione del Questore parli abbastanza chiaro.
mi sembra che il tema sia stato trattato con una preoccupazione troppo eccessiva
sulla sicurezza soggettiva, troppo sulle difensive, troppo interessato alla garanzia
della proprietà privata.
I dati ci dicono che non c’è un’associazione criminale in città, che sono presenti in
forme ridotte l’usura, c’è però molta micro-criminalità.
Certo c’è una tendenza positiva in questa città e nel territorio dovuta al fatto che il
tessuto familiare ancora tiene, che le relazioni micro-sociali sono ancora positive.
Io però il mio intervento lo vorrei centrare sulla prevenzione:
1. Sostegno ed orientamento del fenomeno migratorio, su questo presenteremo
presto un testo per una mozione in Consiglio Comunale per sostenere corsi di
formazione linguistica, professionale e giuridica degli immigrati; Un sostegno ed
orientamento alle organizzazioni di cooperative per offerte di servizi familiari, di
persona e per la organizzazione del piccolo commercio di prodotti tipici in modo
da prevenire forme di criminalità degli immigrati, no tanto al di la delle
manifestazioni occasionali di simpatia, di accoglienza caritatevole, cui siamo
grati, ma che non bastano. Noi come ente locale dobbiamo favorire forme di
cooperazione, di orientamento, di formazione alla legalità, valorizzando le
differenze e le disponibilità di queste persone a nuovi servizi alla persona.
2. Un secondo tipo di proposta occorre che la nostra prevenzione di fenomeni di
micro-criminalità si rivolga anche ad altri settori tipo la criminalità nel settore
fiscale?....(intervento fuori campo non comprensibile). Nel settore dei falsi in
bilancio..., ma nel settore dei fallimenti guidati, truccati con relative fregature alle
vittime? Nel settore della 626 e della sicurezza sul lavoro? Nel settore del lavoro
in nero? Dell’inquinamento, nelle frodi alimentari? Nel settore del traffico?
Nell’agibilità delle nostre strade? E qui come politici di tutte le razze e di tutte le
epoche forse dovremmo fare un Mea Culpa perché la nostra provincia su questo
settore è in enorme ritardo e non per niente le compagnie assicuratrici ci mettono
tra i primi posti per il rischio.
Io credo che la proposta che è venuta da molte parti, principalmente dal Procuratore
della Repubblica, del vigile di quartiere nelle forme più adeguate di turno, orario nei
momenti più a rischio sarà indispensabile che lo studiamo ed organizziamo con tutti i
compiti di prevenzione, di orientamento, di informazione, di ascolto ed anche di
garanzia soggettiva. Bisognerà che la figura più familiare del vigile di quartiere
garantisca più di quanto può garantire l’informazione. Grazie.
44
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
PIERFRANCESCO CASTIGLIONI – Capogruppo consiliare di AN –
Come primo firmatario della richiesta di questo Consiglio comunale aperto
sull’ordine pubblico e la sicurezza non posso che dichiararmi contento dell’allora
decisione presa insieme agli amici di FI e del CCD CDU di tenere questo Consiglio,
perché da ciò che è stato detto questa sera è emerso che a Macerata sicuramente non
è un paese del Bengodi?????? per la criminalità, è altrettanto vero che dagli stessi
interventi è emerso che non esistono isole felici, che una società più complessa come
quella attuale necessita una situazione di contrasto sempre aggiornata, e che non si
può in fin dei conti abbassare la guardia, quindi sicuramente l’aver posto
all’attenzione dei cittadini questo problema non è stato tempo perso.
Noi avanzammo questa richiesta circa un anno e mezzo fa quando i furti negli
appartamenti avevano raggiunto quasi quota 400, quando sono state sequestrate
quantità rilevanti di droghe, quando ci sono state circa 25 rapine ed 80 borseggi, mi
si permetta di dire che mi sembra una logica un po' perversa quella che porta a dire
che poiché non si sono raggiunti certi eccessi allora si può stare tranquilli.
Occorre dire ad onor del vero che tranquilla a suo tempo non erano stati nemmeno i
Consiglieri di maggioranza quando noi presentammo quell’ordine del giorno, e
quando avete approvato insieme a noi quell’ordine del giorno in cui si diceva
testualmente “...che la questione ordine pubblico e sicurezza incide più che nel
passato sulla vita quotidiana, che appare utile predisporre misure di organizzazione
delle forze dell’ordine.....”
Ecco, senza arrivare ad allarmismi non mi sembra che si ossa dire di stare tranquilli
quando in quel momento si aveva un furto al giorno, più di 6 borseggi al mese, più di
due rapine al mese, e se poi guardiamo i dati aggiornati al 2002 arriviamo alla
conclusione che non si può dire che le cose sono migliorate, e lo stesso questore ha
spesso fatto riferimento a conferme dei dati preesistenti.
Questi dati, anche se no paragonabili alle grandi città, non sono sicuramente da
sottovalutare, non faranno certo notizia a Roma, ma a Macerata si.
Quindi la sensazione che il disagio si avverte fra la gente sia un qualcosa che deve
andare al di la della percezione.
Probabilmente c’è una sorta di rassegnazione che porta le persone a non denunciare i
reati, così come a volte nelle scuole si preferisce non dire quello che succede perché
l’immagine della scuola ne risentirebbe.
Io dico che i dati probabilmente non sono realistici perché non tengono conto di
alcune variabili, ad esempio i dati dei primi mesi del 2002 non tengono conto che la
maggior parte delle rapine avvengono in estate, quando le città si spopolano.
45
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
Ecco tutto questo mi fa ritenere che possa essere una giustificazione a portare avanti
ancora quell’istanza che non vorrei fosse giudicata come una pedante insistenza,
perché ripeto il fatto che le Circoscrizioni abbiano portato avanti questo problema
significa che chi è più vicino alla gente chiede questo.
Allora la figura del vigile di quartiere per noi è molto importante per molti aspetti
anche per il fatto che se noi distogliamo le forze di polizia ed i carabinieri da quelle
incombenze, ma teniamo un qualcuno che possa pensare a questo e faccia destinare
le altre forze di pubblica sicurezza a compiti a loro più consoni, ce ne guadagneremo
tutti.
Il vigile di quartiere deve essere inteso come lo ha dipinto il Procuratore della
Repubblica, non come un repressore, ma come un amico dei cittadini che conosce
tutto di quel quartiere.
Allora io faccio questo appello “Sindaco non sia sordo alle istanze dei cittadini”,
sono i suoi cittadini che lo chiedono.
ROMANO CARANCINI – Capogruppo consiliare dei DS –
Si è letto in questi giorni sulla stampa che utilizzare lo strumento del Consiglio
comunale aperto in materia di sicurezza dei cittadini maceratesi rispetto ai reati è
forse cosa esagerata “discussione inutile e superflua” si dice per i l basso tasso di
delinquenza nella nostra città.
Noi DS crediamo fortemente, invece, che la scelta di discutere questo argomento
condiviso da tutte le forze politiche di questo Consiglio Comunale fosse preciso
dovere di noi Consiglieri Comunali e direi atto di sensibilità verso un problema che
deve comunque essere monitorato di continuo per cogliere qualsiasi segnale che
faccia pensare ad un innalzamento qualitativo della delinquenza, e per quanto
possibile migliorato attraverso qualsiasi azione, iniziativa ed occasione che permetta
poi in concreto di tenere sempre alta la guardia.
In questa ottica plaudiamo la presidente del Consiglio che ha ritenuto la sicurezza dei
cittadini argomento meritevole di discussione approfondimento prioritario.
Direi innanzitutto di sottolineare alcuni dati oggettivi che ci vengono da accertamenti
non confutabili, innanzitutto la riduzione dei così detti reati di minore importanza, ed
io in questa sede non posso che dare atto alle forze dell’ordine di aver posto i essere
atti significativi di azione preventiva al servizio della città.
46
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
Però come ha anche sottolineato il signor Questore non credo non si possa dare atto a
questa amministrazione di un contributo importante perché attraverso le proprie
politiche hanno cercato di diminuire alla radice tutte le questioni di microcriminalità, quindi sotto questo aspetto venga valorizzato il lavoro coordinato fra le
istituzioni, quindi fra Comune e Prefettura in primo luogo.
E’ stato introdotto per latro un argomento interessante in questo utile dibattito il
rapporto fra il dato che segnala minori reati, ed il fatto che i cittadini si sentano
maggiormente insicuri; è un elemento di assoluta importanza che a mio parere non va
cavalcato da nessuno, va esaminato e studiato.
Io credo che alcune risposte che ci ha dato il presidente del Forum nazionale siano
assolutamente meritevoli di riflessione.
Ci si deve chiedere come si coordina questa problematica, questa discresia del rischio
di sopravvalutazione della situazione, e cioè il rapporto con il dato che tende ad
affermare una minore micro-crimnalità con il rischio di abbassare la guardia, qual è il
punto di equilibrio?
E sotto questo aspetto qual è l’atteggiamento più giusto rispetto alle grandi questioni
che incidono sull’ordine, sulla sicurezza, prima fra tutte la questione
dell’immigrazione, ed i rischi che questo esodo porta perché ci possono essere delle
conseguenze anche negative.
Io penso che le istituzioni, primi fra tutti noi Consiglieri Comunali, oltre al compito
di occuparci di sicurezza abbiamo anche il compito di governare responsabilmente i
dati, e soprattutto non utilizzarli per fini strumentali.
Io credo che l’ordine pubblico e la sicurezza non debbano avere casacche da nessuna
parte la si veda, e quindi sotto questo aspetto alcuni interventi che si sono susseguiti
in Consiglio comunale mi sono sembrati veramente fuori luogo.
Noi istituzioni di ordine pubblico in materia di sicurezza dobbiamo assumere
comportamenti responsabili che servono da un lato a dare atto della che è la
situazione esistente, e dall’altro di tenere alta la guardia rispetto a fenomeni di
criminalità.
Faccio qualche considerazione sugli interventi dei Consiglieri di Circoscrizione,
credo che uno dei dati essenziali che sia venuto da questo dibattito sia la
segnalazione dell’esigenza di questa presenza del vigile di quartiere.
Io non posso non dare atto che questa amministrazione su questo tema ha già fatto
dei passi, non so quanto importanti o decisivi, ma certamente un passo significativo
verso le istanze dei cittadini; ma credo anche che confondere il concetto, l’iniziativa
del vigile di quartiere con il problema dell’ordine della sicurezza sia sicuramente un
47
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
falso problema perché il vigile di quartiere si può avere una funzione bene precisa,
ma certo non è il soggetto, la persona, l’istituzione, l’organo che per legge deve avere
questo dovere.
Debbo dire che i due interventi dei due rappresentati di AN sono stati interventi di
pura propaganda politica perché sono venuti a magnificare solo le loro iniziative di
ordine pubblico, dimenticando che le iniziative di ordine pubblico per questa città
sono state prese da tutto questo Consiglio comunale, quindi a sostenere solo la loro
posizione con palese contraddizione con i dati che qui erano venuti.
Faccio anche una ulteriore considerazione rispetto all’intervento di Pistarelli che allo
stesso modo è venuto a raccontarci delle questioni nazionali e no dei dati effettivi, e
quindi sotto questo aspetto mi è sembrato improprio. Aggiungo che l’intervento
dell’Onorevole Conti mi ha davvero sorpreso perché da un lato ci si fa artefice e
difensore delle forze dell’ordine e delle istituzioni, e dall’altro si delegittima in
maniera clamorosa e sconcertante il Questore ed il Prefetto allora quando si mettono
in discussione dati concreti.
Io credo che questi non siano gli atteggiamenti giusti, ma credo che siano quelli
giusti suggeriti dal rappresentante del Forum il quale parla di perfetta integrazione, di
politiche di rodine pubblico, politiche sociali, e politiche di inclusione dirette in
contrapposizione a quelle di esclusione ed emarginazione.
Invito in questo senso all’amministrazione di andare avanti sempre in maniera più
netta sulla stessa politica fin qui portata avanti. Grazie.
ADRIANO CIAFFI – Capogruppo consiliare de I Popolari –
Anche io sono molto soddisfatto di questa riunione soprattutto per il contributo che è
venuto sia dalle autorità istituzionali di pubblica sicurezza, sia in particolare dai
rappresentati di quartiere anche quando vi sono state valutazioni diverse a fronte
dell’obiettività dei dati, quindi la posizione politica ha fatto agio su quella che è la
stringatezza inglese del dato che è una qualità politica che si raggiunge con difficoltà,
ma che pure deve essere il nostro obiettivo.
In questo senso io potrei concludere il mio intervento augurando al Sindaco, grazie
ad una azione quotidiana di iniziative e di coordinamento, di poter presentare alla
fine dei 5 anni un decrescendo della delinquenza, della insicurezza della poca
criminalità che c’è del tipo di quella che si è realizzata in questi anni.
48
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
Poi ci saranno anche quelli che diranno che nonostante questo decremento la
delinquenza c’è, anche perché l’Hostess è la condizione senza la quale non c’è
dibattito politico nelle democrazie poco evolute, è necessario sempre crearsi il
nemico perché se il nemico non c’è non c’è la passione politica.
Quindi sarebbe impensabile che una opposizione non cercasse perfino di d’orzare i
dati, e se la delinquenza non c’è qui bisogna scoprire, bisogna inventare e catalogare
quanti maceratesi delinquono fuori perché anche quelli vanno portati nel conto, ed
una analisi che sembra ottimistica è carente perché non mi dice quanti maceratesi
delinquono fuori.
Pensate a che punto di stravaganza e di perversità quasi politica si arriva per dire
“guardate la delinquenza qui c’è”.
Allora per non cadere nella tentazione umana di difendere il mezzo bicchiere pieno
ed il mezzo bicchiere vuoto cerchiamo di fare uno sforzo che questo mezzo bicchiere
a che livello è.
Mi pare che al di la del fatto che non siamo un’isola felice, al di la del fatto che non
siamo un paese siciliano della criminalità, è chiaro che siamo una città dove quel pò
di delinquenza c’è dobbiamo ancora lavorare per estirparla.
Ricordo che nell’86, quando ero relatore sulla legge della riforma della Polizia
Municipale, si discusse e si votò sul vigile di quartiere e non passò per tre obiezioni:
1. Costituzionale, tanto che la Lega a distanza di 16 anni ripropone la modifica della
Costituzione dove la Polizia Municipale non sia solo competente per la Polizia
Urbana e Rurale di cui l’art.18 della Costituzione, ma anche per l’ordine pubblico.
Quella che veniva dalla destra che non voleva il vigile urbano perché le
amministrazioni erano tutte di sinistra o centro sinistra e quindi i poliziotti
sarebbero stati reclutati dalla sinistra, e quindi con pericolo di rivolta Rossa, e la
sinistra era contraria perché i vigili urbani attraverso i loro sindacati non volevano
il porto d’arma; Oggi le cose sono così anche se le posizioni politiche sono
cambiate, ritorna di attualità il vigile di quartiere, quei partiti che oggi a livello
governativo portano avanti l’istituzione sono quelli che in sostanza ripropongono
nei Consigli Comunali questa realtà. Quindi è chiaro che una dimensione ottimale
bisogna trovarla ed allora io penso la costruzione vada messa mattone su mattone
su ogni realtà comunale, allora voglio essere l’unico a parlare i due aspetti a mio
parere importanti e che sono stati toccati da pochi. Noi dobbiamo far crescere il
progetto di polizia urbana sul territorio, ed il progetto di sicurezza che si articola
in quella stradale. Lavoriamo su queste due direzioni, è stato detto da Castiglioni
si al vigile di quartiere ma non lo mettiamo a tempo pieno ecc., i vigili urbani li
conosciamo tutti complessivamente diamo un giudizio estremamente positivo,
vanno sempre tenuti aggiornati su strada il più possibile. Sono stati già articolati
con le pattuglie motorizzate nei vari quartieri, radichiamoli sempre di più in un
contatto anche organico, credo che possiamo tentarla questa operazione;
49
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
2.Il Monitoraggio del territorio, è qui che c’è il punto di incontro quando le leggi
verranno con l’ausilio alle forze di sicurezza. Queste osservazioni ci sono venute
soprattutto dalle frazioni....(intervento fuori campo non comprensibile). Questo va
affrontato con grande decisione, ciascuno deve fare la sua parte, bisogna che noi
garantiamo la quiete pubblica ai cittadini.
LUCIANO PANTANETTI – Consigliere comunale di Rifondazione ComunistaMi dispiace di vedere l’aula Consiliare così poco frequentata.
Per quanto riguarda la questione oggetto di questo Consiglio Comunale, noi come
gruppo di Rifondazione Comunista stiamo per il rispetto delle regole, e per valutare
le competenze che vanno da questo Consiglio Comunale a tutti gli altri organismo
collegiali dei vari enti locali fino ad arrivare allo Stato.
Ebbene detto questo lasciamo che per tutto ciò che riguarda l’ordine pubblico se ne
occupino gli organismi a ciò deputati, quindi Polizia, Carabinieri, Guardia di
Finanza, ma non certo questo Consiglio Comunale tramite i vigili urbani.
Personalmente, anche come gruppo, siamo rimasti esterrefatti da alcuni interventi
che ci sono stati i questa Assise Consiliare, non voglio elencarli, ma tuttavia siamo
rimasti colpiti in modo negativo da alcuni interventi che sono stati fatti da alcuni
rappresentanti di Presidenti di alcune Circoscrizioni, siamo rimasti invece colpiti in
positivo dall’intervento che è stato fatt0o dal presidente della Circoscrizione di Villa
Potenza dove tra le varie richieste e le varie istanze che sono state portate in questa
assise una è di nostra competenza, e cioè quella che riguarda il traffico.
Io mi auguro che questa volta in qualche modo qualcosa si sblocchi.
Detto questo per quanto riguarda la questione della sicurezza ed in che modo questa
amministrazione si è orientata ed ha iniziato a lavorare.
L’intervento introduttivo fatto dal Sindaco ha messo in risalto che quando parliamo
di sicurezza dobbiamo intendere la sicurezza in senso lato.
Noi personalmente siamo quelli che ritengono che le poche risorse di una
amministrazione locale devono essere investite, dirottate ed orientate su ciò che
riguarda il Welfare.
Bene ha fatto questa amministrazione a stanziare una fetta più consistente rispetto
alle altre per tutto ciò che riguarda i servizi sociali, e le politiche che sono state
adottate su questa realtà per quanto riguarda gli immigrati.
50
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
Finisco per fare una valutazione, più di una persona ha parlato del problema di droga
associandola alla criminalità.
I dati che ci sono stati offerti ci mettono in evidenza che quando si parla di droga
bisogna fare differenziazioni, non tutte le droghe sono la stessa cosa, oltre a questo
l’uso di sostanze stupefacenti nel nostro sistema legislativo non è considerato reato.
Allora mi domando com’è possibile rapportare consumo e criminalità?
Se noi leggiamo il tabulato attentamente la sostanza che viene più utilizzata a
Macerata, tolta la marijuana, è la cocaina.
Allora mi domando com’è possibile dire che i reati inerenti all’uso degli stupefacenti
possono essere collegati alla criminalità?
Se vogliamo parlare di questo problema non possiamo associarlo alla criminalità.
ULIANO SALVATORI – Capogruppo consiliare di Forza Italia
Intanto chiariamo una questione, che questo Consiglio Comunale aperto è stato
richiesto dai partiti della casa della Libertà, dico questo perché ci tengo precisare che
fa parte del nostro progetto, del nostro programma politico in comune.
Come ritengo sia giusto sottolineare che questo Consiglio Comunale aperto era stato
richiesto nell’autunno del 2000, quando la situazione in questa città era
preoccupante, che aveva comunque dei segnali di pericolosità.
Io ringrazio il Prefetto, il Questore, il Procuratore della Repubblica che sono stati
presenti ai lavori di questo Consiglio, intendo ringraziare tutti i rappresentati di
associazioni di categoria presenti ed i cittadini perché comunque è stata una grande
giornata di democrazia.
E’ stata un’occasione in cui siamo stati capaci di affrontare una questione che ci
interessa, approfondirla e tentare delle soluzioni.
E’ vero che Macerata no ha i problemi di tante città, ma è anche vero che comunque
per la percezione che ha il cittadino Maceratese il problema esiste, e non va
sottovalutato.
Io sono convinto che i dati che ci sono stati forniti siano dei dati certi, siano
confortanti, ma sappiamo bene che le statistiche non riescono mai a comprendere la
realtà, in più c’è questo dato certo che a fronte di una diminuzione di reati c’è
comunque un diffuso senso di insicurezza dei cittadini.
51
46 del 13 MAGGIO 2002 PROT. N. 13150
Questo è un dato che noi non possiamo sottovalutare, la necessità di sicurezza che i
cittadini esprimono rischia di far nascere e crescere le risposte tipo “LE PEN” di
Francia.
Come è chiaro che c’è una maggiore collaborazione tra le forze dell’ordine , però
sicuramente si può far meglio da parte delle forze dell’ordine un impegno maggiore
sul coordinamento nella presenza sul territorio.
Un altro dato che ci preoccupa è questa difficoltà a percepire il fenomeno, sappiamo
che questo fenomeno quindi che ci sia anche nelle scuole una richiesta di attenzione
maggiore nel non deflettere sul continuo tentativo di tener sotto controllo la
situazione, però è un problema che esiste.
Tutta la partita del vigile di quartiere è una partita che noi abbiamo cominciato a
porre sul tavolo nella discussione del primo bilancio di questa amministrazione.
Bisogna dire che il corpo dei Vigili Urbani attualmente con le forze che ha non è
sufficiente, bisogna dire che ha necessità di maggior strumenti di lavoro ecc.
Quindi per fare questo tipo di lavoro bisogna ragionarne a fondo e dire che
comunque è una necessità.
Noi siamo amministratori di questa città, dobbiamo essere soddisfatti dei dati che ci
sono stati presentati, ma dobbiamo anche essere attenti a controllare continuamente
quello che succede perché ci sia questa attenzione a tutelare i cittadini.
Concludo invitando il Sindaco ad iniziare insieme a questo Consiglio un
ragionamento serio sull’istituzione del vigile di quartiere sapendo che dobbiamo
pensare seriamente a trovare delle risorse.
Quindi invito il Sindaco insieme alle altre forze politiche di maggioranza e
minoranza a ritrovarci a ragionare di questo e dare una prospettiva seria e concreta al
lavoro che insieme abbiamo fatto oggi. Grazie.
Alle ore 21,00 terminano i lavori del Consiglio comunale
Ditta La Rapida - MC
f:\segrcons\anno2002\delibere\delcc46.rtf
52
Il Segretario Generale
(firma all’originale)
DIVENUTA ESECUTIVA
La Presidente
(firma all’originale)
Si attesta che copia della presente viene
pubblicata all’Albo Pretorio per gg. 15
consecutivi
IL
18 GIUGNO 2002
IL SEGRETARIO GENERALE
(firma all’originale)
dal
07 GIUGNO 2002
al
22 GIUGNO 2002
Art. 134 – 4° comma – T.U.E.L. n. 267/2000 IL SEGRETARIO GENERALE
DICHIARATA IMMEDIATAMENTE
ESEGUIBILE IL
(firma all’originale)
IL SEGRETARIO GENERALE
(firma all’originale)
La presente copia, in carta libera per uso amministrativo e d’ufficio, è conforme all’originale.
Macerata, lì 07 giugno 2002
Il Segretario Generale
TRASMETTERE
ALLA SEGRETERIA DEL CONSIGLIO
per l’esecuzione
Avvertenze e Direttive _____________________________________________
Data 07 giugno 2002
Il Segretario Generale
(firma all’originale)
\\nw_macerata\vol1\segrcons\anno2002\delibere\reccc17.rtf
Scarica

Testo atto - Comune di Macerata