api, elefanti, scimmie, maiali: filosofia del simbolo nella cultura latina Ciclo di incontri per l’approfondimento BESTIARIO scuola “Alessandro Manzoni” Uboldo novembre 2012 1 Premessa 1 “animali” nella letteratura latina: FAVOLA, con intento pedagogico moraleggiante satirico STORIA NATURALE, con intento scientifico “tecnico” 2 PREMESSA 2 FILO-SOFIA φιλός—σοφία amico-sapere definizione da dizionario: “ricerca delle verità, dei fondamenti della realtà, dei modi della conoscenza e dei valori legati all’agire umano” 3 PREMESSA 2 Marco Tullio Cicerone uomo politico scrittore “opere filosofiche” 4 animale = paradigma dell’uomo specchio ? antitesi 5 Uomini, animali = ANIMANTES, cioè esseri ANIMATI ANIMANTES DEI (razionalità e virtù perfette) HOMINES (razionalità e virtù) ANIMALIA (sensibilità e movimento) INANIMA ARBORES (vita nutritiva e riproduttiva) … ut glaebam aut fragmentum lapidis (solo coesione) 6 ANIMANTES: uomini = animali perché entrambi posseggono un CORPO esteriore con parti “utili”: membra parti “ornamentali”: colore degli occhi… entrambi sono dotati di organi interni funzioni primarie 7 … ma … animale SUPERIORE dotato dalla nascita d’istinto che acuisce pelo/artigli/denti… forza/agilità/vista… NATURA MATER uomo INFERIORE non è in grado di badare a sé deve apprendere tutto ciò che gli serve nudo e privo di difese naturali NATURA NOVERCA 8 “Pianto rivelatore” 9 ancora: uomini = animali perché entrambi hanno coscienza di sé e delle proprie caratteristiche naturali “natura ad vivendum dux est” provano benevolenza per sé istinto di conservazione avversione per la morte impulso alla procreazione 10 … ma … solo all’uomo appartiene CARITAS CIVITAS comunicazione “HOMINES LOQUENTES” 11 ANIMANTES: uomini ≠ animali per RATIO et VIRTUS animale hic et nunc (quindi solo associazioni) nessun legame con il divino POSIZIONE PRONA uomo quare, quatenus, quemadmodum (3 categorie temporali) partecipe della natura divina STATUS RECTUS 12 animale terra … ad pastum et ad procreandi voluptatem (pura soddisfazione dei bisogni primari) 13 uomo cielo … ad intellegendum et agendum (contemplazione/ragionamento e azione) 14 STATUS RECTUS è τόπος letterario molto antico letteratura greca, latina, cristiana 15 QUINDI UOMO ANIMALE razionale non razionale virtuoso estraneo alla virtù “divino” non “divino” 16 animali “notevoli”: API + “fingunt favos”, animali costruttori ... ma anche i ragni…. “congregabilia natura sunt” , vivono in società organizzate … ma anche le formiche… allora “notevoli” per τόπος dell’origine divina simbolo dell’anima simbolo di purezza 17 Platone re Mida 18 animali “notevoli”: MAIALE - ruolo indiscusso nella VILLA romana ma livello infimo scala animale, perché condizioni (fango/sporcizia) inerzia impulso cibo/sessualità dominio degli istinti più bassi … e non solo… 19 animali “notevoli”: MAIALE - “sus Minervam in proverbio est, ubi quis id docet alterum, cuis ipse inscius est!” “sus Minervam docet” “sus Minervam” “συς πρός Αθηναν” “συς τήν Αθηναν” errore / stoltezza …. e ancora… 20 animali “notevoli”: MAIALE - religioni monoteiste: maiale = impurità/ peccato ebraismo / islam: prescrizioni alimentari cristianesimo: iconografia demoniaca paganesimo (no “peccato”): animale più adatto ai sacrifici 21 animali “notevoli”: ELEFANTE + è il più distante dall’uomo, perché “vastior”, impareggiabile per “magnitudo” si distingue “acutissimis sensibus” ma “… esse quandam illi belvae cum genere humano societatem” … infatti… 22 animali “notevoli”: ELEFANTE + impara facilmente comprende il linguaggio umano può tracciare lettere nella sabbia è docile ha senso del dovere ricorda rispetta il capo è monogamo … e infine… 23 animali “notevoli”: ELEFANTE + “MANUS” stesso termine per proboscide mano dell’uomo 24 altre culture 25 animali “notevoli”: SCIMMIA - “simia quam similis turpissima bestia nobis” SIMILIS per somiglianza fisica TURPISSIMA perché “mores in utroque dispares!”: è μιμώ è κακοηθέστατον τών ζώων = improbus malvagità cfr. “scimiottare” 26 ... e per finire: uomini come animali 27 … e noi? “fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza” Dante, If. XXVI 28