Periodico d’informazione gratuito della Parrocchia SS. Addolorata Alla Stadera Stampato ad uso interno MIO FIGIO SACERDOTE Finalmente dopo due anni dall’ordinazione sacerdotale di mio figlio, faccio la mia testimonianza, così penso di aiutare anche un giovane che sta pensando di entrare in seminario. Quando mio figlio all’età di 9 anni mi disse: <<Mamma desidero farmi sacerdote!>>. Io a quell’epoca rimasi meravigliata, pensavo che crescendo avrebbe cambiato idea, anche perché la cosa al dire il vero … non mi faceva tanto piacere. Pian piano però il Signore ha messo dentro di me la gioia di vedere un domani mio figlio sacerdote e da quel momento la difficoltà di scegliere l’ordine, perché prima di entrare nell’ordine dei francescani ha dovuto fare esperienze in altri ordini. Dopo che il Signore ha aperto le porte dell’ordine dei francescani la strada è stata tutta in salita. Io ho tre figli, due sono sposati e quando si sono sposati per me è stato un giorno pieno di emozione, eppure l’emozione più grande è stato vedere mio figlio sacerdote, in quel momento si pensa che non c’è dono più bello di aver dato a Dio un figlio sacerdote … certo si deve sempre pregare affinché il Signore ponga la sua mano sul suo capo affinché sia un Santo sacerdote, perché un padre lo è solo della sua famiglia, ma un sacerdote è padre di tutti, perché è il pastore che deve condurre le anime a Dio. Io prego sempre Dio per tutti, ma soprattutto per i sacerdoti, perché con la loro e la nostra preghiera supereranno gli ostacoli che il demonio gli frappone durante il cammino. Che il Signore mandi tanti sacerdoti nella sua messa, perché la chiesa ha bisogno dei suoi pastori. Titina Settangelo PASQUA PROCIDANA Mi chiamo Maria e da qualche anno sono operatore pastorale della parrocchia S.S. Addolorata, nata a Procida e vissuta lì fino al matrimonio, ritorno sulla mia isola per la Santa Pasqua, ma soprattutto per vivere la settimana santa, perché molto particolare. A Procida si svolge ogni anno la processione del Venerdì Santo, rito che nasce nel 1588 presso l’abazia si San Michele Arcangelo con la congregazione dell’Immacolata detta dei turchini per il colore della mozzetta che indossano i confratelli). Questo pio sodalizio organizza un corteo penitenziale durante il quale i partecipanti si auto flagellavano anche in modo cruento ma già dal ‘700 fu abolita la flagellazione e furono introdotti i simboli e i misteri della passione. I simboli: tromba e tamburo. La notte tra il Giovedì e il Venerdì Santo uno starno suono di tromba accompagnato da un colpo di tamburo chiama a raccolta tutti i partecipanti al corteo: ragazzi, giovani e adulti. I misteri: sono plastici realizzati su basamenti di legno e portati a mano o a spalla nonostante il peso e rappresentano scene dalla sacra scrittura con particolare attenzione agli ultimi giorni della vita di Gesù. Oggi sono presenti 40 gruppi di giovani che lavorano per queste realizzazioni e si fanno carico con le famiglie di tutte le spese. Dopo i misteri dei ragazzi ci sono i misteri storici: 11 rappresentazioni della passione di Cristo e il calvario (con tre crocifissioni). Gli angioletti, bambini fino ai due anni che indossano un vestito di raso nero arricchito da ricami in oro e da gioielli e con un cappellino piumato, precedono l’Addolorata e il Cristo morto; la statua di Maria è ITINERARI DI VITA COMUNITARIA del XIX sec. mentre Gesù è una statua lignea realizzata nel 1728 da Carmine Lantriceni e raffigura il Cristo deposto e avvolto nel sudario. Questo lungo e suggestivo corteo parte dall’abazia e arriva al porto, per tutte le stradine incontra procidani e turisti che con curiosità, ma anche con tanta fede rivivono quelle scene suggestive. Da sei anni vivo in modo più intenso questo rito partecipando alla veglia notturna, all’accompagnamento e al rientro di Cristo morto. Una esperienza ancora più bella è quella vissuta da me quest’anno, uno dei miei due figli ha espresso il desiderio di aiutare a costruire e portare un mistero intitolato: “Gesù nell’orto”, sembrava non realizzabile in quanto non aveva l’abito, ma mia madre procidana doc, subito ha messo a disposizione l’abito di mio padre che usava per rappresentare l’ultima cena e poiché mancava il mozzetto turchese l’ha cucito orgogliosa per suo nipote, vederlo sfilare con l’abito di mio padre (venuto a mancare proprio il giovedì Santo nel 2008) è stato emozionante ma ha reso ancora più vero il legame tra la mia famiglia d’origine e la mia famiglia napoletana. Maria Esposito Se vuoi dare voce ai tuoi pensieri o darci anche solo qualche consiglio, chiama o manda un sms al numero: 349.39.63.342, Dora, o invia una e-mail a: [email protected] Dal 14 Febbraio presenti anche su www.addoloratallastadera.it - 1 - Stampato ad uso interno Le Poesie di Padre Antonio ‘O VESTITO È A VERITÀ Siente ‘e dì: “Mo tutto cagna”. Sarrà proprio ‘a verità? Sti pparole nun so’ nnove… Saie che me fanno penzà? ‘A nu fatto, a nu sistema Che s’ausava atiempo antico Ma c’ancora ce po’ stà… E te spiego. Si tu tiene nu vestito Ca s’è fatto sculurato, viecchio, miezu cunzumato, ma che ancora vuò purtà, vaie add’ ‘o sarto pe’ vvedé si ‘o può ssalvà… Beh, vulenne – dice ‘o sarto‘o putessemo smerzà… IL VESTITO E LA VERITÀ Senti affermare: “Ora tutto cambia”. Sarà proprio la verità? Queste parole non sono nuove… Sai a cosa mi fanno pensare? Ad un fatto, un rimedio che era in uso in epoca passata ma che tuttora può essere praticato… E te spiego. Se tu possiedi un vestito divenuto scolorito, vecchio, in parte consumato ma che ancora vuoi indossare, vai dal sarto per tentare di salvarlo… Beh, volendo – dice il sarto – Lo si potrebbe rivoltare… E accussì (nu ditto ‘nfatto) Chello ‘e dinto ‘o ppassa ‘a fore. ‘O vestito è sempre chillo, ma smerzato pare nuovo, Vene ch’è ‘na nuvità. E così (dalle parole ai fatti) quel che è all’interno lo passa all’esterno. Il vestito rimane quello, ma rivoltato sembra nuovo, il prodotto finale dà questa impressione. Accussì cierti pparole… Songo nove ma so’…antiche, pecché una è ‘a verità: chella nun ‘a può ccagnà. Proprio comm’ a nu vestito: tu pe’ quanto ‘o può smerzà, uno era e uno resta. ‘A sustanza è chella llà. Così certe parole… Sono nuove ma sono..antiche, perché una è la verità: quella non puoi cambiarla. Proprio come un vestito: per quanto lo puoi rivoltare, uno era ed una resta. La sostanza è quella. Maggio!! Maggio, com’è noto, è, per tradizione, il mese dedicato al culto della Madonna. L’origine di questa devozione è incerta: fin dal Medioevo a Mantova e a Parigi i primi giorni di maggio venivano consacrati alla Vergine. San Filippo Neri era solito raccogliere in tale mese intorno ad un’immagine della Madonna gruppi di giovani, invitandoli a onorarla con atti di virtù, o fioretti. Tuttavia, la pratica del mese di maggio nelle sue forme attuali risale al gesuita Annibale Dionisi che, nel suo opuscolo Il mese di Maria o sia il mese di maggio consegrato a Maria coll’esercizio di vari fiori di virtù (1726), ne fissò la prassi devozionale. Più tardi il padre gesuita Alfonso Muzzarelli, che pubblicò un Mese di Maria (1786), fece opera d’intercessione presso i più autorevoli membri dell’episcopato italiano perchè introducessero nelle loro diocesi il mese di maggio, rendendolo così una pratica diffusa. Di tradizione quindi nel mese di Maggio si offrono i fioretti alla Madonna. Ma cosa sono i fioretti ? il fioretto è un piccolo sacrificio: la rinuncia a un dolce, a un giornale, a un oggetto, lo si offre alla Madonna o al Signore senza altra ragione che l'amore. Proprio come un fiore (da cui il nome "fioretto"): quando lo doniamo non abbiamo altro scopo di far piacere a chi lo riceve. Santa Teresina aveva una stima immensa dei fioretti e sul finire della vita diceva che avrebbe voluto insegnare a tutte le anime questi piccoli mezzi che con me si sono rivelati tanto utili. Fermati e pensa: che cosa ti suggerisce il tuo cuore? Una cosa che ti costa? Ma proprio per quello sarà preziosissima agli occhi di Dio! Salvatore D’Angelo ITINERARI DI VITA COMUNITARIA - 2 - Stampato ad uso interno Rubrica Musica e Spettacolo Solo il meglio della musica Canzone da ascoltare “Knockin on heaven's door ”-Bob Dylan Testo originale Mama, take this badge off of me I can't use it anymore. It's gettin' dark, too dark for me to see I feel like I'm knockin' on heaven's door. Knock, knock, knockin' on heaven's door Mama, put my guns in the ground I can't shoot them anymore. That long black cloud is comin' down I feel like I'm knockin' on heaven's door. Testo Tradotto Mamma, toglimi questo distintivo che non posso più usare. Sta diventando buio, troppo buio per vedere. Mi sento come se stessi bussando alle porte del paradiso Bussando bussando alle porte del paradiso Mamma, ho messo a terra le mie armi. Non sparerò più. Quella lunga nube nera sta scendendo Mi sento come se stessi bussando alle porte del paradiso Bussando bussando alle porte del paradiso Biografia Bob Dylan, nome d'arte di Robert Allen Zimmerman (Duluth Minnesota , 24 maggio 1941), è un cantautore, compositore e chitarrista statunitense. Nella sua lunga vita artistica è stato ed è uno scrittore, poeta, pittore, attore e conduttore radiofonico e rappresenta una delle più importanti figure nella musica degli ultimi cinquant'anni.La canzone Knockin on heaven's door è stata scritta nel 1973, colonna sonora dell film "Pat Garrett and Billy the Kid" che tratta poeticamente la morte di uno sceriffo, con i riferimenti al distintivo ed alle pistole da sotterrare (erroneamente molti la associano al tema della guerra e alla morte di un soldato) Che dire di Knockin'On Heaven's Door? E un classico, non bisognerebbe aggiungere parole, è stata fonte di ispirazione per molti artisti infatti e stata soggetta a moltissime cover tra gli artisti vediamo Mark Knopfler, Eric Clapton, Roger Waters, Aerosmith, Seether, Guns N' Roses ecc. E' stata scelta tra le mie preferite perchè è una canzone molto significativa e lancia un segno di pace al mondo, proprio quello di cui avremmo bisogno oggi, un segno di pace . Gennaro D’Angelo Esperienze Quando ho sposato mio marito avevo 21 anni, la nostra vita sembrava procedere felicemente, ma vari vicissitudini hanno fatto barcollare la mia fide in Dio. Prima la perdita di lavoro di mio marito, poi, l’aborto. Uscì incinta ancora e nacque l’ultima delle mie tre figlie – pesava solo un chilo e 700 grammi, e per farla nascere dovettero anestetizzarmi. Mi dovettero operare d’urgenza – in sala operatoria pregai mio padre e a padre Pio – che vidi proprio lì. I medici mi stettero vicini, furono molto bravi. Ma mi rammarico ogni giorno di non poter avere più figli. Le mie tre piccole donne stanno bene, sono cresciute forti e belle amate da amici e parenti, che in ogni momento ci sono stati vicini e ci hanno supportati. Ora, però il mio matrimonio non va … e mi domando il perché di tutte queste sofferenze. Solo Dio sa la verità, le mie figlie mi amano molto perché mi sacrifico ogni volta che le circostanze lo richiedono. Questa è la mia vita. Anonimo L’ASCOLTO Una ragazza delle scuole medie torna a casa e dice alla madre: <<Ma tu e papà vi volete bene?>> . La mamma sorpresa le risponde: <<Certo!!>> e continua <<Ma perché mi fai questa domanda?>> La bambina le spiega che una ragazza a scuola le ha detto di non fidarsi dei genitori, i suoi si erano separati e che la madre per darle tutto il necessario ha iniziato a prostituirsi. Questo messaggio sconvolge la coscienza di una famiglia. Ma cosa bisogna fare? I danni di una separazione lasciano segni indelebili, e come aiutare chi ha lanciato un s.o.s come nel caso della ragazza vittima del divorzio dei suoi genitori? Il volto sereno di una amica l’ha portato a dirle quelle parole di non fidarsi dei suoi genitori, ma in realtà chiedeva aiuto. Oggi Dio ci chiama a sé per curare la coppia umana. Adele Testa De Miccoli ITINERARI DI VITA COMUNITARIA - 3 - Stampato ad uso interno Parrocchia della SS. Addolorata alla Stadera - Napoli Agli Operatori Pastorali Parrocchiali Carissimi, L’anno pastorale2008-2009 volge ormai al termine. Il suo svilupparsi non poteva tener conto dello speciale Anno Giubilare che papa Benedetto XVI ha voluto dedicare (dal 28 giugno 2008 al 29 giugno 2009) all’apostolo Paolo per il bi millenario della sua nascita. Tale straordinario evento ci ha dato occasione di riscoprire la sua figura, di approfondire la ricchezza del suo insegnamento, di verificare il nostro modo di essere oggi testimoni della fede, uomini della speranza e operatori di carità. Anche la nostra Comunità parrocchiale ha colto il prezioso richiamo dell’Anno Paolino, traendone rinnovato slancio nel perseguire i suoi obiettivi pastorali di fondo che (in linea con il Piano Pastorale Diocesano della Chiesa di Napoli presentato lo scorso ottobre) sono essenzialmente tre: comunicare la fede, educare alla fede, vivere la fede. Intorno a questi tre punti fermi dell’azione pastorale si gioca la credibilità non soltanto della nostra Comunità locale ma dell’intera Chiesa universale, di fronte alle tante sfide dell’odierna società in così rapida trasformazione e sempre più secolarizzata. Su questi tre fondamentali pilastri dell’agire ecclesiale dovrà realizzarsi nel tempo, con l’assistenza dello Spirito, il progetto (tanto caro ai padri sinodali) di una pastorale parrocchiale capace veramente di “incarnarsi” nel territorio, luogo di missione permanente e spazio privilegiato per concrete esperienze di comunione fraterna in Cristo È stato e continuerà ad essere un impegno difficile e complesso, che richiede perseveranza di fede e intelligenza in ogni ambito parrocchiale per il quale si è chiamati ad offrire il proprio servizio: dall’accoglienza al primo annuncio; dalla catechesi all’animazione liturgica; dalla preparazione ai sacramenti ai percorsi di formazione permanente; fino all’attenzione per i poveri, per le famiglie, per i giovani e per gli anziani presenti sul nostro territorio. È un impegno difficile, ma dovuto. L’anno pastorale che sta per concludersi non è stato esente da difficoltà per la nostra comunità in cammino, tuttavia non sono mancati segnali incoraggianti di crescita, che sono di buon auspicio per un prossimo futuro. Per quanto detto fin qui si rende necessario un momento di verifica e di confronto tra tutti gli operatori pastorali parrocchiali. L’appuntamento è fissato per Lunedì 22 giugno alle ore 19,00 nei locali della Parrocchia. Non mancate. Vi aspetto. Pace e gloria Battesimo Defunti Novembre 2008: Novembre 2008: •De Crescenzo Annachiara •Pierno Marek •Ciccone Raffaele • • • Dicembre 2008: • Dicembre 2008: •Pascale Francesco Lucia •Maresca Francesco •Caliendo Mattia •Mammano Emanuela •Napolano Antonio •Monsurro • • • • • • • • • ITINERARI DI VITA COMUNITARIA Russo Rosa Vennea Frida Cafiero Salvarore Guazzo Gennaro - 4 - Russo Alfredo Incoronato Giuseppe Gesuele Angelina Fiengo Ciro Granata Luigi Sollo Maruio Caemine Gaetano Gennaro Geremia Concetta Caiazzo Paolo Stampato ad uso interno