Terzo trimestre 2010 – N. 3
PARROCCHIA CATTOLICA
DI SAN QUIRICO
IN BIOGNO-BREGANZONA
Chiesa parrocchiale San Quirico: Via alla Chiesa di Biogno
Chiesa comparrocchiale della Trasfigurazione del Signore: Via Polar 35
Oratorio San Sebastiano: Via Polar, di fronte alla posta
Nuova casa parrocchiale (lato destro della nuova chiesa): Via Polar 35
Parroco don Fiorenzo Maritan
telefono casa: 091 950 83 20
natel:
076 454 97 94
e-mail:[email protected]
Sacerdote residente:
don Ilario Bernasconi, Via alla Chiesa di Biogno 10
telefono:
091 966 13 82
Orario Sante Messe e Celebrazioni liturgiche
Sabato e vigilia di feste:
ore 17.30 Chiesa della Trasfigurazione del Signore
(sono invitate le famiglie con i ragazzi e giovani)
Domenica e giorni festivi:
ore 09.00 Chiesa parrocchiale di San Quirico
ore 10.30 Chiesa della Trasfigurazione del Signore
Messe feriali:
ore 08.30 (lunedì, martedì, giovedì e venerdì)
Chiesa della Trasfigurazione del Signore
ore 17.30 (mercoledì) Oratorio di San Sebastiano
Confessioni:
Chiesa della Trasfigurazione del Signore
– sabato dalle ore 16.30 alle ore 17.15
– primo venerdì del mese dalle ore 18.00 alle ore 20.00
(durante l’Adorazione eucaristica)
Adorazione eucaristica:
Chiesa della Trasfigurazione del Signore:
primo venerdì di ogni mese
dalle ore 09.00 alle ore 11.00
dalle ore 18.00 alle ore 20.00
Adorazione eogni domenica e festività - Chiesa della Trasfigurazione
lode vespertina: ore 17.00 Adorazione
ore 17.30 Lode vespertina
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Un saluto ed una stretta di mano a tutti voi!
1º settembre 2010
Carissimi,
forse per voi può sembrare una cosa non importante, molti forse non se ne saranno nemmeno accorti,
che il 1º settembre del 2009 io cominciavo il mio servizio pastorale come aiuto a don Ilario in Breganzona. Solo con il 1º marzo 2010 sono stato nominato
amministratore parrocchiale da Mons. Grampa. La
presente esce dopo che la comunità di Biogno-Breganzona è stata chiamata ad esprimersi con il voto
sulla mia idoneità al titolo di Parroco. Qualunque
siano stati i risultati, parroco o non parroco, vi posso
assicurare che in questo primo anno di permanenza
in mezzo a voi, con titoli o senza titoli, ho cercato di
conoscere la realtà, il paese, la gente; essere prete
vuol dire “stare con”, “vivere con”, anche se a volte questo non è facile, per
tante cose, che ti portano magari a scoraggiarti e a non vedere con chiarezza
quello che ti sta dinanzi. Ma se un bilancio può essere fatto, è senz’altro positivo, perché mi trovo bene e allora, continuiamo con la seconda tappa.
Che cosa ci aspetta come comunità in questo nuovo anno pastorale?
Da poco sono rientrato dopo una 4 giorni vissuta a Rona, con un bel gruppo
di amici breganzonesi, persone impegnate e non nella vita parrocchiale e desiderose di scoprire nuove dimensioni per essere una comunità viva, capace di
confrontarsi e di mettersi in discussione con le nuove realtà sociali ed ecclesiali che giorno per giorno si riscontrano. Sono nate delle iniziative, tra queste
vorrei sottolinearne una in particolare che ritengo oltremodo importante per la
conduzione stessa della vita comunitaria parrocchiale: si è costituito il Consiglio Pastorale Parrocchiale (CPP), da non confondere con il Consiglio Parrocchiale, organo quest’ultimo amministrativo. Il CPP affianca il parroco nella vita
pastorale, catechesi, liturgia, iniziative di vario genere che abbracciano i vari
campi e coinvolgono le diverse persone che fanno parte della comunità. Tale
Consiglio, la cui composizione rimando ad altra pagina, rimarrà in carica per
tre anni, rinnovabile. Sarà mio dovere avvalermi dell’aiuto del CPP per sentire
il polso stesso della parrocchia e non essere una nota fuori coro. Con questo
vorrei affidare allo Spirito Santo i fratelli e le sorelle che lo compongono e nel
medesimo tempo pregare per tutti noi affinché possiamo lasciarci coinvolgere
da quella luce che trasfigura e ci rende, nei nostri limiti, testimoni gioiosi e pieni
di vita della fede che ci è stata data in dono.
Spero che le novità organizzative che troverete nel calendario parrocchiale
siano condivise e rese vive anche dalla vostra presenza.
Da ultimo, una raccomandazione, se mi è permessa: fate tesoro di quanto vi
verrà proposto per uscire da quell’anonimato che, pur partecipando anagraficamente alla parrocchia, non vi permette di conoscere e di amare la vostra comunità per crescere umanamente e spiritualmente insieme.
L’augurio è che il Signore benedica tutti e di giorno in giorno accompagni il
nostro cammino.
don Fiorenzo Maritan
3
Preghiera e
pellegrinaggio:
Il pensiero di Benedetto XVI
L’Angelus domenicale è, per il Papa, una felice
occasione per potersi rivolgere direttamente ai fedeli
di tutto il mondo. Il 25 luglio lo ha fatto esprimendo il proprio pensiero sul valore della preghiera e dicendo “Il Vangelo di questa domenica ci presenta Gesù raccolto in preghiera, un po’ appartato dai suoi
discepoli. Quando ebbe finito, uno di loro gli disse: Signore, insegnaci a pregare. Gesù non fece obiezioni, non parlò di formule strane o esoteriche, ma
con molta semplicità disse: Quando pregate, dite: Padre……, e insegnò il Padre
Nostro, traendolo dalla sua stessa preghiera, con cui si rivolgeva a Dio, suo
Padre. Siamo di fronte alle prime parole della Sacra Scrittura che apprendiamo
fin da bambini. Esse si imprimono nella memoria, plasmano la nostra vita, ci
accompagnano fino all’ ultimo respiro. Ogniqualvolta recitiamo il Padre Nostro,
la nostra voce s’ intreccia con quella della Chiesa, perché chi prega non è mai
solo.“
Chi prega non è mai solo: grandissima verità ! Chi prega, dice il Papa, “potrà
trovare nella verità e ricchezza della preghiera cristiana, insegnata dalla Chiesa,
la propria via, il proprio modo di preghiera … si lascerà quindi condurre … dallo
Spirito Santo, il quale lo guida, attraverso Cristo, al Padre.”
Chi prega incontra Dio. Chi prega si riscopre, ritrova la propria forza d’animo,
la propria luce. Chi prega si sente pietra viva di una comunità che cerca la via
verso la pace. La preghiera è, ad un tempo, momento di incontro individuale
con Dio e testimonianza di appartenenza alla comunità dei cristiani. Chi prega
è, nel medesimo tempo, solo con sè stesso e pietra viva della Chiesa.
Di recente, in un villaggio della Leventina, il Cardinal Poletto – Arcivescovo di
Torino – pregava, inginocchiato fra i fedeli. In quel momento era evidente la
comunione fra la preghiera dell’individuo – che si rivolgeva al Padre con i propri
pensieri – e la preghiera di ogni altro presente che incontrava individualmente
Dio condividendo con il cardinale, con tutti, un unico anelito di luce.
Il 25 luglio ricorreva la festa dell’apostolo San Giacomo. Disse il Papa: “... che
lasciò il padre e il lavoro di pescatore per seguire Gesù e per Lui diede la vita,
primo tra gli apostoli. Di cuore rivolgo uno speciale pensiero ai pellegrini ...”
Tutti noi siamo pellegrini: percorriamo un cammino fatto di dolore e speranza verso la meta che ci attende. Cammino faticoso, impervio, durante il quale
siamo sorretti dalla certezza che il presente ha senso solo se visto come passaggio verso la luce eterna. Sappiamo che, come nella preghiera, durante il
nostro pellegrinaggio non siamo mai soli.
Ci siamo soffermati sul pensiero del Papa relativamente a preghiera e pellegrinaggio perché sono due temi particolarmente importanti per la nostra vita
parrocchiale e chiediamo al Signore di aiutarci affinché nei nostri cuori si radichi
una certezza: non siamo mai soli!
P. T.
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Per non dimenticare!
Omelia di Mons. Vescovo – Seconda parte
Consacrazione della nuova chiesa
Breganzona, 28 febbraio 2010
3.Da queste premesse derivano conseguenze che devono caratterizzare una
spiritualità del quotidiano per ogni cristiano.
Innanzitutto l’ascolto della parola di Dio. Ecco perché nella nuova chiesa
trova posto ed abbiamo benedetto l’ambone, il luogo della parola, dove si
proclama la parola di verità, di perdono, di pace, di misericordia, di giustizia e
di libertà. È luogo fondamentale nell’economia della salvezza.
In questo tempio santo è collocato il fonte battesimale dal quale sgorga l’acqua della nostra trasfigurazione, l’acqua che purifica, rinnova e dà la vita, fa
risplendere di bellezza nuova il nostro animo.
Il seggio del presidente che agisce in nome e con l’autorità di Cristo, luce e
guida delle nostre anime; che custodisce la comunità.
Poi l’altare, che è il simbolo di Cristo, che su di esso si rende presente nei
segni del pane e del vino. Per questo l’altare deve essere imponente e saldo.
I riti di consacrazione dell’altare saranno particolarmente ricchi e suggestivi. Dapprima invocheremo i santi, per prendere coscienza che nel cammino
della vita e della storia non siamo soli.
Siamo parte del popolo santo di Dio, la Chiesa, che compie il suo cammino
terreno, spesso con fatica e sofferenze, ma luminoso di una grande speranza: al termine Lui ci attende.
I santi ci sono di esempio in questo cammino.
San Leopoldo Mandic, un cappuccino di Castelnuovo, che dedicò l’intera
sua esistenza al ministero della confessione nel convento di Padova; San
Luigi Orione, l’apostolo dei poveri e degli abbandonati, per i quali creò adeguate strutture di accoglienza, di ospitalità e di promozione; Santa Gianna
Beretta Molla, una donna solare e coraggiosa, forte e fedele fino ad offrire
la sua vita per una causa tanto nobile quale quella della maternità; di questi
santi, dopo averli invocati, deporremo le reliquie ai piedi dell’altare.
Poi pronunceremo la preghiera di dedicazione, ricordando che il nostro altare
di pietra rimanda all’altare vivo, che è Cristo, da cui viene ogni grazia e ogni
benedizione.
Lo ungeremo quindi con l’olio santo – il crisma – perché Cristo è l’Unto del
Signore. E poiché dall’altare dovrà elevarsi la nostra preghiera, vi bruceremo
l’incenso. Il profumo ci ricorderà che, nel Cristo, le nostre preghiere salgono
gradite a Dio Padre.
Quindi, rivestito dalle tovaglie, l’altare verrà illuminato dalla luce, per ricordar5
ci che Cristo è luce e guida sul nostro cammino. Infine, sul nuovo altare, per
la prima volta, faremo la festa dell’Eucarestia. Dio è davvero con noi. Come
anticipo del convito eterno. Come invito alla comunione con Lui e tra di noi.
Altare come simbolo che durerà nel tempo e come luogo privilegiato ove noi,
oggi e lungo tutta la nostra vita, incontriamo il Signore della gloria. Poi ogni
segno diverrà realtà, quando Dio sarà tutto in tutti.
4.Partecipare a questa celebrazione, ricca e suggestiva, significa rinnovare il
nostro impegno di conversione; infatti il lavoro compiuto non deve essere
considerato esaurito dopo la consacrazione della chiesa di sassi. E’ la chiesa
di pietre vive che siamo noi, a dover diventare una comunità viva, dinamica,
in cammino, capace di trasmettere le grazie della vita cristiana alle nuove
generazioni. Questo vostro splendido edificio avrà senso, sarà conforme al
sogno di Dio, se diventerà occasione per ridare dinamismo alla vostra comunità e farvi convinti che il nostro Dio è il Dio della tenda, il Dio nel succedersi
delle generazioni, che resta vivo e presente dentro l’atto del generare non
solo nuove vite, ma pure nuovi cristiani che portino in sé l’impronta e la consacrazione del volto del nostro Dio.
Chiesa edificata per dei cristiani da edificare ogni giorno.
Ve la consegno con gioia e trepidazione, con animo traboccante di gratitudine e di riconoscenza verso chi ha contribuito in modi vari e diversi alla sua
realizzazione, con un rinnovato pensiero di ricordo verso chi oggi dal cielo
partecipa a questa solenne liturgia.
Comunità di Biogno-Breganzona divieni sempre più consapevole della
responsabilità che ti viene affidata e del compito che ti aspetta di mantenere
viva e trasmettere alle nuove generazioni la fede dei padri.
6
Presentazione di Mons. Vescovo della Lettera
Pastorale per l’anno 2010-2011: “Come il
Padre ha mandato me... Io mando voi”
La lettera pastorale di quest’anno presenta la diocesi, e cioè la
famiglia della Chiesa, servita dal vescovo e dal suo presbiterio,
nei confini del nostro Ticino.
La nostra popolazione è stata evangelizzata già nei primi secoli
del cristianesimo, ed è giusto e doveroso ricordarne per sommi
capi la sua storia variegata, che ci ha portati a vivere i due riti,
romano e ambrosiano, e a sentirci così uniti alla vicina Italia e ai
suoi santi: Ambrogio, Abbondio, Carlo.
Le complesse vicende politiche hanno fatto sì che solo in epoca
recente potessimo diventare diocesi a tutti gli effetti. Il nostro pensiero riconoscente va ai vescovi di Como e di Milano e poi agli
amministratori apostolici e ai vescovi di Lugano, che ci hanno aiutato a sentirci oggi Chiesa viva nello spirito di Cristo Risorto.
Alla luce del Nuovo Testamento e del Concilio Vaticano II, dobbiamo renderci conto
che formiamo una sola famiglia, che ha per casa la cattedrale e per compito l’irradiazione sacerdotale, profetica e regale del Signore Gesù. Tutti sono attivi nella Chiesa
con compiti diversi e complementari, che la rendono apostolica, irradiante. Siamo tutti
sacerdoti, offrendo a Dio la nostra vita e la nostra preghiera; tutti profeti, annuncianti
la parola che libera e divinizza; tutti re, lottando per la giustizia, la condivisione, la
pace. Il vescovo e i suoi presbiteri sono ordinati al servizio di tutti, alla realizzazione
dell’unica famiglia di Dio, riunita dalla Parola e dai Sacramenti. Noi gli esperimentiamo
la presenza del Risorto in mezzo a noi, ma siamo in tensione verso la pienezza della
vita nella città celeste.
Abbiamo bisogno che il Seminario formi i nuovi presbiteri e che la Facoltà teologica
offra a loro e ai laici che la desiderano una formazione solida e moderna nella costante maturazione della fede.
Parrocchie, associazioni, segnatamente l’Azione Cattolica, movimenti, devono convergere nell’impegno di costruire l’unica famiglia di Dio nell’amore e nello scambio reciproci. Siamo chiamati ad assumere un linguaggio moderno, che ci permetta di essere capiti dall’uomo contemporaneo. Non possiamo non essere preoccupati per una
Chiesa che appare a molti estranea ai loro problemi e ai loro bisogni. Sia ben chiaro
che noi irradiamo nella misura nella quale ci apriamo all’irruzione dell’amore trinitario. Condizione indispensabile è la nostra povertà, senza della quale l’iniqua ricchezza
ci soffoca e ci paralizza. Noi siamo come diocesi pienamente Chiesa, ma sempre in
comunione con quella che presiede all’amore, con la Chiesa di Roma e il suo vescovo. Questo ce l’ha mirabilmente ricordato Giovanni Paolo II nella sua visita a Lugano.
L’ampiezza della lettera implica il pericolo che venga sepolta in un cassetto. Sarebbe
invece necessario che parrocchie, gruppi e movimenti dedicassero ad ogni capitolo
un’attenzione particolare. Se così sarà, la nostra diocesi si sentirà maggiormente una,
si sentirà famiglia e potrà dare un fattivo contributo a migliorare l’immagine della Chiesa nel mondo, aiutando l’intera umanità a scoprire il senso ultimo della sua esistenza:
la sua immersione nell’amore infinito del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
7
Un’intensa primavera
Questa edizione del Bollettino pone l’accento sulla vita della Parrocchia nei
prossimi mesi. Riteniamo comunque opportuno brevemente ricordare – anche
con contributi particolari in altre pagine - quanto accaduto durante gli intensi
mesi di maggio e giugno; mesi che hanno testimoniato la vitalità della comunità breganzonese.
Il 24 maggio vi è stato il pellegrinaggio alla Madonna del
Castelletto, a Melano, Madonna particolarmente cara al nostro
Parroco che in quella comunità ha operato per lunghi anni.
Il 30 maggio la chiesa della Trasfigurazione ha ospitato cavalieri e dame del
Santo Sepolcro che hanno svolto a Lugano il loro annuale convegno. Si è trattato
di una cerimonia particolarmente suggestiva che ci ha ricordato l’ impegno profuso dall’Ordine in Terra Santa a favore di
una minoranza cattolica la cui vita è tutto
fuorchè facile.
Il mese mariano è stato chiuso il 31 maggio con la processione che si è snodata da Biogno fino alla nuova chiesa. Il
forte vento non è stato d’intralcio, anzi. Siamo certi che ha
portato in molte case l’eco delle preghiere e dei canti in lode
a Maria.
Anche la festa del Corpus Domini, il 3 giugno, è
stata degnamente celebrata con una processione,
conclusasi in centro paese, che ha visto la partecipazione di numerosi fedeli.
Domenica 13 giugno, la festa patronale di San Quirico ha concluso un periodo particolarmente fecondo, durante il quale la
comunità si è più volte raccolta in preghiera.
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24 maggio 2010: PELLEGRINAGGIO al
Santuario MADONNA DEL CASTELLETTO
Quando don Fiorenzo ci ha chiesto di scrivere un articolo sul bollettino per rendere partecipi tutti della bella esperienza vissuta il 24 maggio di quest’anno in
occasione del pellegrinaggio alla Madonna del Castelletto di Melano, c’è stato
un movimento di rivolta: non sappiamo cosa scrivere e neppure come, perché
non è facile comunicare le proprie emozioni, ed una cronistoria del pellegrinaggio non avrebbe gran senso in questo spazio. C’è poi sempre una certa reticenza a professare pubblicamente la propria fede, come se ci si vergognasse di
proclamarsi cristiani.
Poi però continuava a risuonarci nel cuore l’invito del don durante la S. Messa
domenicale: “per chi lo desidera ci troviamo domani sul piazzale, per stare
insieme al cospetto della Vergine. Vi invito a stare con me, perché siete la mia
famiglia.”
Qualcosa era cambiato, non si trattava solo di
un gesto di devozione,
peraltro importantissimo
per maturare nella fede,
ma diventava un’esperienza di condivisione, un
momento nel quale vivere
concretamente l’appartenenza ad una comunità costituita da fratelli e
sorelle nella fede.
Ed è così che ci siamo
sentiti: in famiglia, come
don Fiorenzo aveva preannunciato.
Ci siamo dapprima trovati nel
parcheggio della chiesa della
Trasfigurazione, come a sottolineare che questo momento di vita della comunità
iniziava a Breganzona, poi
siamo andati (eravamo una
trentina di persone di tutte
le età) a Melano ed insieme,
chi con più fatica e chi meno
perché la salita al santuario è
piuttosto ripida, siamo ascesi
9
dalla Vergine del Castelletto, pregando insieme, ascoltando la storia della devozione e di alcuni miracoli operati in quel luogo.
Anche la merenda è stata un bel momento, durante il quale abbiamo potuto
chiacchierare con persone che incontriamo tutte le domeniche a Messa ma con
le quali non si parlava mai. Abbiamo così toccato con mano quale ricchezza
sia l’essere fratelli e sorelle nella fede, rendendoci conto che questi parrocchiani
sono significativi per noi e noi per loro.
Nel tardo pomeriggio siamo scesi alle macchine e rientrati a casa, con una gioia
ed una serenità inusuali.
Pensiamo che la Vergine del Castelletto o Maria ausiliatrice di cui si celebra il 24
la festa, ci sia stata proprio madre, ed abbia permesso di riconoscerci come figli.
Il 31 maggio abbiamo concluso il mese mariano con la recita del Rosario per
le strade di Breganzona, nella zona Vergiò, ed è stata un’altra esperienza forte,
dove i sentimenti vissuti il 24 e la ricchezza ricevuta hanno potuto essere nuovamente espressi.
Durante il cammino per quelle strade che frequentiamo raramente, il pensiero
che riecheggiava era quello di poter portare la testimonianza della fede proprio
attraverso quanto espresso da Gesù: “vedranno la vostra fede da quanto amore
ci sarà tra di voi”.
Tante persone presenti il 31 avevano infatti vissuto anche la festa del 24, e quel
giorno lo sguardo che avevamo su di loro, brillava di una luce nuova.
Grazie che ci aiutate ad essere una famiglia cristiana in parrocchia.
Marco e Anna
10
27-28 maggio 2010 – GENOVA:
Catechiste di Breganzona in ritiro
spirituale con don Fiorenzo
Giovedì 27 maggio, di buon mattino, diverse catechiste, con don Fiorenzo, sono
partite alla volta di Genova-Nervi per un ritiro spirituale.
Arrivati in mattinata alla CASA DI ACCOGLIENZA “Madre della Tenerezza” di
Genova Quarto Castagna, siamo stati accolti dalla coppia di sposi Giorgio e Monica, che gestiscono la casa aiutati temporaneamente da uno studente albanese,
Erli, loro ospite-collaboratore.
Sin dall’inizio si è creato un ambiente cordiale, amichevole e sereno.
Ci sono stati momenti di convivialità, di conoscenza reciproca, di riflessione e catechesi, ma anche di testimonianze da parte di persone conosciute sul posto, come
per esempio don Aldo, 87enne, un missionario in Costa d’Avorio, che ha conosciuto personalmente San Luigi Orione.
Nel pomeriggio, dopo una passeggiata per Genova-Nervi, si è celebrata la messa
nel Piccolo Cottolengo, fondato da don Orione, vicino alla Casa di accoglienza.
Dopo la messa c’è stata la visita dell’istituto. Anche qui gli incontri avvenuti sono
stati toccanti.
Attraverso questa esperienza il nostro gruppo ha avuto modo di conoscere meglio
questa figura di Santo e sperimentare dal vivo la carità che ha generato.
Il venerdì mattina vi è stata una visita a piedi del centro di Genova. Le numerose e
stupende chiese hanno dato spunto a qualche riflessione catechistica facendo cosi
la catechesi della strada.
Infine, dopo la messa celebrata nella piccola cappella della Casa di accoglienza e
dopo aver gustato un ottimo pranzo preparato da Monica e Giorgio, si è ripartiti per
Breganzona carichi di gioia, entusiasmo, ma anche già di nostalgia per quei luoghi
e quelle persone conosciute che sono l’icona della carità vissuta verso i più deboli.
Marisa
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30 maggio 2010: Santa Messa con le
dame e i cavalieri del Santo Sepolcro
Da venerdì 28 maggio e sino a domenica 30 maggio, Lugano
è stato al centro di un avvenimento eccezionale e di grande
fascino: il convegno annuale della Luogotenenza Svizzera
dell’«Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme», culminato con la suggestiva Cerimonia di Investitura per
17 fra dame e cavalieri, fra i quali 5 provenienti dalla Svizzera
italiana.
Se un tempo l’Ordine (a partire dal 1100) era composto da nobili, cavalieri,
dame di corte, ecclesiastici di grande fama, re e principi potenti e ricchi, conferendo a questa illustre associazione caratteristiche particolari di esclusività e
di prestigio, oggigiorno l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme
ha mutato il suo marchio di nobiltà in quello di carità, ponendosi quale scopo
primario il sostegno (morale e finanziario) del Patriarcato Latino di Gerusalemme. Infatti, le 50 e più Luogotenenze presenti nel mondo (con 25.000 membri) si
adoperano attivamente nel sostenere e finanziare ben 40 asili-nido, altrettante
scuole elementari, 26 scuole medie e 7 licei, nonché un’università e un seminario, con complessivamente 900 docenti, un centinaio di religiose e oltre 19’000
alunni. Senza questo sostegno tangibile e costante nel campo dell’istruzione e
della formazione, i bambini e i giovani non avrebbero alcuna possibilità di formazione scolastica e professionale, siccome i cristiani non sono autorizzati a
frequentare le scuole (ebraiche o musulmane) tradizionalmente confessionali e
quindi non aperte a tutti. Globalmente, un impegno che si aggira sui 15 milioni
di franchi all’anno.
Tre, sostanzialmente, le fasi principali di questo singolare evento cha ha ottenuto uno strepitoso successo di iscrizioni, dove si sono annunciate quasi 280
persone!:
– innanzitutto, la cosiddetta Veglia delle armi e di preghiere di venerdì 28
maggio, alle 19.30, nella chiesa di Sant’Antonio. Nel ricordo di quando i cavalieri ricevevano la benedizione di armi ed armatura per recarsi in Terra Santa a
combattere in difesa del Santo Sepolcro oltraggiato dagli infedeli, al cospetto
del vescovo mons. Grampa (Gran Priore della Luogotenenza svizzera) i candidati/candidate alla carica di cavalieri e dame hanno prestato giuramento sulla
Croce, e sono state benedette le insegne e i mantelli;
– il giorno successivo, ovvero sabato 29 maggio, furono parecchi i momenti
salienti, a cominciare dal Capitolo, ovvero al Palacongressi l’assemblea della
Luogotenenza Svizzera con le nomine dei vertici dell’associazione – da notare
la nomina alla guida della Luogotenenza Svizzera di Jean Pierre De Glutz (che
sostituisce Giorgio Moroni-Stampa di Lugano) e quella alla guida della Sezione della Svizzera Italiana di Paolo Mondia di Bissone (che sostituisce Mario
De Bernardis di Mendrisio) - l’accettazione nell’Ordine dei neo-cavalieri e neo12
dame (14 i postulanti fra i quali cinque provenienti dalla Svizzera italiana) e le
promozioni di questo Ordine laico cavalleresco (da Commendatore a Grand’Ufficiale e a Cavaliere di Gran Croce per chi ha acquisito particolari meriti).
Nel pomeriggio, in Cattedrale di San Lorenzo, S. Messa Pontificale con la cerimonia di Investitura dei nuovi membri, presieduta S.Em. Card. John Patrick
Foley (Gran Maestro) e concelebrata da mons. Pier Giacomo Grampa (Gran
Priore della Luogotenenza Svizzera): una manifestazione toccante e di grande
presa sul pubblico, anche perché comporta fra l’altro la consegna delle insegne
a chi è appena stato ammesso nell’Ordine, oltre a chi viene promosso nella
gerarchia dell’Ordine. La sera, alle 19.30, al Palacongressi la Cena di gala,
festa in onore dei nuovi membri e la raccolta di fondi per la Terra Santa, presenti molte autorità a livello comunale, cantonale, nazionale ed internazionale,
come pure del Vaticano e della Terra Santa, per degnamente sottolineare l’impegno assunto dalle nuove dame e dai cavalieri nell’aiuto ai fratelli cristiani che
soffrono nella Terra di Gesù;
– nel terzo ed ultimo giorno di questo importante raduno, quello del 30 maggio, è da segnalare la S. Messa domenicale, celebrata da S. Em. Card. John
Patrick Foley, iniziata alle ore 11.00, che si è tenuta nella Chiesa della Trasfigurazione del Signore a Breganzona. Molti sono stati i partecipanti fra Dame
Cavalieri svizzeri e stranieri fra i quali il Vescovo di Lugano SE Mons Pier Giacomo Grampa, il nuovo Luogotenente Jean Pierre De Glutz e il Luogotenente
emerito Giorgio Moroni Stampa, il nuovo Preside della Sezione della Svizzera
Italiana Paolo Mondia e l’ex Preside Mario De Bernardis, nonché rappresentanti
di Luogotenenze estere. Alla fine della toccante celebrazione i presenti sono
stati accolti da don Fiorenzo Maritan e dalla comunità parrocchiale di Breganzona in un familiare incontro conviviale, molto apprezzato da tutti. Un grazie di
cuore a coloro che si sono impegnati in questo gradito e simpatico incontro.
Cav. di Gran Croce Mario De Bernardis
13
Domenica 6 giugno 2010:
Tutta la vita racchiusa in poche ore
Osvaldo Fusi era particolarmente legato a Lourdes.
A Lourdes, davanti alla grotta, scorre il Gave. Un
fiume tranquillo, eterno, che, in fondo al parco,
forma un’ ansa e scompare alla vista per proseguire il suo viaggio verso il mare portando con se l’immagine dell’eterno fiume di pellegrini che nelle sue
acque specchiano l’incessante scorrere della propria vita.
Chissà quante volte Osvaldo ha paragonato lo scorrere dell’acqua allo scorrere, pure incessante, delle
opere di bene che, giorno dopo giorno, donava alla
sua famiglia, alla comunità di Breganzona.
La festa della Comunità, domenica 6 giugno, ha portato nella nostra
Chiesa lo scorrere della vita di tutta
la nostra comunità. I piccoli battezzati, i bambini della prima Comunione, i Confermati, le coppie che
celebravano la continuità del loro
essere sposi, tutte le persone che
erano in chiesa e pensavano al loro
pellegrinaggio, non di rado faticoso,
sempre mosso dalla certezza della meta donataci dal Signore con la sua morte e
la sua resurrezione.
Una cerimonia intensa, commovente, durante la quale ognuno si è reso conto
di non essere solo nel gran scorrere della vita; di un tempo per tutti segnato
dalle scadenze ricordate, dalla possibilità di condividere ansie, affanni, speranze
e gioie in vista del gran momento che Osvaldo aveva appena vissuto.
Nessuno è solo, anche se a volte par di precipitare in un infinito vuoto di disperazione. Sempre, basta poco, basta aprire il proprio cuore e lasciare che insospettate solidarietà vengano manifestate, anche dallo sconosciuto che siede accanto
a te, magari con un semplice sguardo. E Osvaldo non era, non è solo. Il Rosario
recitato in fin di pomeriggio è stata una grande testimonianza di affetto e di riconoscenza per chi, come tutti noi, è stato pellegrino lungo il fiume della vita ed è
giunto all’agognata meta.
A Lourdes vi è una via crucis piuttosto lunga ed erta da salire. Osvaldo l’ha certamente salita partendo sul finire della notte, al buio. Man mano che saliva, il cielo
rischiarava e, giunto in cima alla collina, Osvaldo vedeva il sole sorgere a nuova
vita. Domenica, alla fine del Rosario, si sentiva un neonato che, fuori, sul piazzale, sommessamente reclamava la sua pappa. Quel bambino è come il sole che
sorge. Il nostro pellegrinaggio continua, verso la gioia della meta che ci attende.
Pierenrico Tagliabue
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Domenica 6 giugno 2010:
Festa degli Anniversari di Matrimonio
presso la Chiesa della Trasfigurazione
Con grande gioia di otto coppie e di tutta la comunità, nella messa domenicale
del 6 giugno 2010 sono stati celebrati gli anniversari di matrimonio di:
50° – Nozze d’oro:
Silvio e Rosetta Fumagalli,
Armando e Dora Dall’Ara.
45° – Nozze di rubino:
Carlo e Sarah Bucher,
Bruno e Graziella Moor.
30° – Nozze di perle:
Luigi e Claudia Tettamanti.
25° – Nozze d’argento:
Lorenzo e Rosanna Colombo,
Giuseppe e Marisa Schilleci.
10° – Nozze di stagno: Mauro e Petra Ferella Falda.
In questa bellissima esperienza comunitaria abbiamo sperimentato e visto con
i nostri occhi, i frutti e la bellezza del dono prezioso del matrimonio, soprattutto del matrimonio come sacramento che riesce ad andare oltre la dimensione
materiale umana. Questi frutti son stati rappresentati dai nostri festeggiati con
la loro vita coniugale vissuta nel tempo. Nei loro occhi si leggeva la gioia del
tempo trascorso insieme. Questa gioia scaturisce dall’accettazione e dall’invito
della Chiesa a comprendere cosa significhi l’amore responsabile e maturo della
comunità di vita e di amore quale sarà la loro famiglia, vera chiesa domestica.
Il nostro rinnovato augurio per i festeggiati e per tutti gli sposati, è che possano
continuare ad amarsi senza limiti, accettando amorevolmente le loro specifiche
dimensioni con coraggio, senza tralasciare nella loro realtà di coppia la presenza di Cristo, perché tramite Lui che ha amato fino alla morte, i limiti umani e
morali della coppia non diventino un’occasione per interrompere un cammino
di unità, ma per crescere nella gioia e serenità. L’autentico amore è un amore
che perfeziona chi ci è accanto e non chiede la sua perfezione.
Il sacramento del matrimonio è chiamato a dire che la Chiesa è luogo di riconciliazione e proprio questa capacità di riconciliare rende la coppia costantemente rinnovabile. Per questo dobbiamo ricordarci di frequentare la Chiesa e
amarla. Ringraziamo il Signore per tutti i doni che la sua sapienza elargisce.
Piccola curiosità: A seconda delle regioni o del paese di appartenenza, vi sono
una serie di modi di denominare, in base al numero di anni, gli anniversari di matrimonio che sono tutte più o meno in linea con le canoniche “nozze d’argento,
d’oro, di diamante, ecc..”. Tali denominazioni, in realtà, venivano usate per indicare il regalo che era d’uso farsi reciprocamente in tali ricorrenze.
Giuseppe
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Maria, Porta del cielo
Noi del coro conosciamo una scala che porta verso il Cielo.
È angusta e sale a chiocciola, e arrivando in cima bisogna inchinarsi prima di
godere della cantoria, poichè è della cantoria di san Quirico che sto parlando.
Lì, raccolti dal poco spazio e dal desiderio di contribuire alla bellezza della celebrazione eucaristica, abbiamo provato e cantato tante volte.
Lì, nelle fredde sere d’inverno, abbiamo trovato la chiesa aperta, le luci e i
riscaldamenti accesi, le mappette e la tastiera al loro posto.
Qualcuno di premuroso ci ha sempre preceduti: era l’Osvaldo.
Osvaldo era abile nel scendere e risalire; complice la
sua figura fine e il suo fare
discreto si muoveva con
abilità tra gli spazi angusti
della vecchia chiesa.
Si piazzava dietro noi contralti, ma un momento dopo
lo vedevo confabulare col
Don nella navata centrale.
Lo credevamo al suo posto
tra i bassi per il canto finale e invece era giù ad aprire
la porta grande, a prendere
il crocifisso, o a preparare il
rinfresco…
Ma era soprattutto nella
notte di Pasqua che mi sorprendeva con i suoi spostamenti.
Io lo ricorderò così, uscire furtivo dalla sacrestia con lo sguardo attraversato da
una gioia fanciullesca: di lì a poco le campane iniziavano a suonare, ad annunciare la Resurrezione!
Ora che c’è la nuova chiesa e noi del coro stiamo cercando il nostro giusto
posto, l’Osva non è più con noi: silenziosamente aveva iniziato a salire un’altra
ripida scala, quella per il Cielo Infinito.
Affidandosi a Maria, vera Porta del Cielo, l’ha percorsa in breve tempo e giunto
in cima si sarà inchinato prima di prendere posto tra le schiere dei cori angelici:
di sicuro qualche basso serve anche lassù!
Grazie Osva per i tanti servigi resi al coro.
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Un contralto
Ciao, Osva
Caro Osva,
Sei tornato alla casa del Padre.
Te ne sei andato in punta di piedi, ma ci
hai lasciato qualcosa di grande. Abbiamo sicuramente sentito tutti di grandi
personaggi che hanno marcato la loro
presenza, si sono distinti per il loro lavoro e hanno anche ricevuto premi per
questo. Tu non hai mai voluto brillare, il
tuo piccolo lume non faceva tanta luce,
ma c’era sempre.
E hai lasciato il segno.
Facciamo ancora attività nella sede
costruita 44 anni fa, il colore del foulard
che portiamo al collo è sempre vivo e acceso, ma soprattutto siamo cresciuti
grazie anche alla Sezione nata 43 anni fa. Ci volevano spirito di iniziativa, tanto
coraggio ed entusiasmo, il sostegno delle persone che ci hanno creduto con
te e lo spirito di servizio caratteristico dello scout per lanciare questo progetto.
Ed ora siamo qui, abbiamo una muta, un reparto, un posto, un clan, tanti capi
motivati che portano avanti un messaggio immutato negli anni. Tutto questo,
che sicuramente non è poco, lo dobbiamo anche a te.
Sei per noi un grande esempio. Anche quando hai passato il testimone di capo
sezione al tuo successore, non hai appeso il foulard al classico chiodo, anzi,
hai portato avanti con impegno e dedizione il tuo servizio a favore della sezione. Non ti vedevamo spesso in prima linea con i ragazzi, anche se la visita al
campeggio estivo con una bottiglia di nostrano e i prodotti freschi dell’orto era
sempre gradita.
Il tuo lavoro dietro le quinte come Quartier Mastro, vicino alla sede ma un po’
nascosto, non è passato inosservato. Insomma per noi, c’eri.
Ai festeggiamenti per il 40° della Sezione hai partecipato con entusiasmo all’organizzazione e alla realizzazione. Quando abbiamo formalizzato il clan Rover,
pochi anni fa, con il tuo esempio personale e senza troppe chiacchiere, hai
dimostrato di avere ancora qualcosa da dare allo scoutismo.
Forte di un nuovo slancio non hai avuto paura di metterti in gioco ancora una
volta. Hai partecipato attivamente alle attività della comunità capi di Breganzona ma anche, per esempio, agli incontri di spiritualità proposti negli ultimi due
anni dall’associazione cantonale, malgrado la maggior parte di capi presenti
potessero quasi essere tuoi nipoti.
Grazie Osva! Grazie a te, nel nostro zaino possiamo portare un esempio di servizio e dedizione che cercheremo di trasmettere ai nostri ragazzi.
Buon viaggio, caro Osva, ci rivedremo ancor, nel porto del Signor.
La tua Sezione Scout
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18-31 luglio 2010 - PINADEE: Resoconto
campeggio esploratori San Sebastiano
Quest’anno il campeggio esploratori della nostra sezione ha avuto luogo in valle
di Blenio a Pinadee, una frazione di Ponto Aquilesco.
Tutto è iniziato domenica 18 luglio. In questa avventura abbiamo seguito le
imprese di Robin Hood che ci hanno guidato in due settimane di campeggio.
Preso posto sul nostro furgone, ci siamo diretti verso la valle di Blenio fermandoci
nei pressi di Malvaglia dove nelle vicinanze c’è un castello diroccato (castello di
Serravalle) e ci siamo affrettati ad andare ad esplorarlo. Ad aspettarci, guarda un
po’, c’erano Robin Hood in persona con il suo fedele amico Little John, il suo
compare Azim e un povero cieco, che malgrado tutto aveva un bello sguardo.
Quest’incontro al castello ci ha fatto conoscere quello che stava succedendo
in tutta la valle e ciò che avremmo dovuto fare per sconfiggere l’odiato sceriffo.
La prima cosa che il nostro Robin e i suoi amici ci hanno svelato, era la direzione da prendere per raggiungere la foresta in cui avremmo montato il campo.
Guardando in quella direzione noi esplo non vedevamo che bosco, quindi siamo
risaliti sul nostro mezzo di trasporto e abbiamo percorso l’ultimo pezzo di strada
alla volta della prima meta della giornata: Blenio Sherwood. Dopo molte curve
finalmente eccoci arrivati. Il posto era immerso nel verde e nella tranquillità, un
pezzo di paradiso in terra nella grande foresta di Sherwood; sfidavamo chiunque
a trovarci.
Subito abbiamo montato due
palafitte per le tende e nel pomeriggio abbiamo cominciato con le
altre costruzioni: la cucina, sempre più innovativa per le nostre
cuoche Alessia, Terry e Paola; la
palafitta per il refettorio, per gustare ancora meglio i loro manicaretti; la doccia riscaldata; il lavabo per l’igiene personale; il WC e
tanti altri abbellimenti che nei giorni seguenti avremmo completato
dando come sempre il solito tocco di classe e ingegnosità ai nostri campi.
Durante la prima settimana non sono mancate le attività di svago come lavoretti,
escursioni, passeggiate, giochi. Per citarne alcuni: la costruzione di veri quanto
efficienti archi sotto l’attenta direzione dei nostri maestri arcieri Isabella e Michelangelo che hanno spiegato come costruire in modo corretto l’arco, dalla scelta
del legno, a come bisogna impugnarlo perché il peso sia bilanciato e altre sottigliezze molto importanti per rendere il tiro più preciso; il gioco notturno per districarsi nella foresta intorno a noi cercando il tesoro che due loschi individui avevano rubato; l’escursione che dalla diga del Luzzone, costeggiando il monte Sosto,
ci ha portati sino a Olivone ed in fine al campo.
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Tutte queste attività ci hanno permesso di arrivare pronti ad accogliere i lupetti
che sabato ci hanno raggiunti per iniziare il campeggio accompagnati dai loro
genitori.
Con il loro arrivo è iniziata ufficialmente la caccia allo sceriffo. Per saggiare i
garretti dei lupetti lunedì abbiamo fatto un escursione dalla Val di Campo al pizzo
Rossetto. Da lassù si godeva, malgrado il freddo, una vista su tutta la valle di Blenio e anche sul paesino dove sorgeva il nostro campo.
Nel fiume del Brenno (fiume che percorre tutta la valle di Blenio) non è mancato
un tuffo nelle sue acque “calorose”.
Solitamente durante la settimana i lupetti facevano le loro attività nel villaggio
di Torre, gli esploratori invece hanno girato in lungo e in largo la Val di Campo
conoscendone un po’ di più le sue particolarità, grazie al raid di pattuglia.
In ogni campo sezionale che si rispetti, stare tutti quanti insieme era d’obbligo.
Per questo, sotto la diga del Luzzone, i rover capitanati da Terry, Monica, Michi,
Mary, Alessia, Paola e Ricky, ci hanno preparato la polenta con latte e stracchino,
piatto gustato da tutti quanti. Già che eravamo lì, ne abbiamo approfittato per
una visita guidata all’interno della diga con la spiegazione da parte di un tecnico
che ci lavorava.
Due settimane di campeggio trascorrono veloci, soprattutto facendo tante attività straordinarie che durante l’anno non si possono o non si riescono a fare. Per
questo l’aver partecipato al campeggio, lascia ad ogni partecipante tanti ricordi
che ti danno la carica per affrontare nuove sfide.
Durante questo campo i lupetti e gli esploratori hanno avuto l’opportunità di
recitare la promessa intorno al fuoco, davanti alla fiamma sezionale, ma soprattutto con gli altri scout che erano intorno a loro con le fiaccole accese. Questo
momento è sempre molto speciale nella vita di ogni scout.
Un altro campo si è concluso ma rimane la consapevolezza di aver vissuto come
sempre qualcosa di unico e magico portando a casa ai nostri genitori, oltre al
tipico odore di campeggio e a tante cose da lavare, molte esperienze di vita.
Un amico di Robin Hood
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Campeggio pionieri 2010:
Ai confini della realtà
4 luglio 2010: quattro baldi giovani, e due un po’ meno, sono pronti per la nuova
avventura, dopo mesi di preparazione sommersi da cartine, riservazioni di campeggi, liste materiale, menu, cartelloni riassuntivi, programmi giornalieri, opuscoli
di attività interessanti. In forma e motivati saliamo a bordo del nostro furgone a
destinazione della Germania, e più precisamente a Freiburg i. B.
Da qui ha inizio il nostro viaggio in sella alle nostre fidate bici attraverso la Foresta Nera (che, abbiamo scoperto, non è solo un bosco un po’ più scuro degli
altri, ma un’intera regione, come noi parliamo di Malcantone), lungo il corso del
Danubio, sulle coste del lago di Costanza e attraverso le alpi austriache per
raggiungere il castello di Neuschwanstein, obiettivo del nostro peregrinare.
Partenza e arrivo hanno caratteristiche fiabesche, ma non è un caso. Il tema del
nostro campeggio era infatti “Ai confini della realtà”, attraverso il quale ci siamo
confrontati con sogni, paranormale, magia, fantasy, vite alternative, alieni,…
Abbiamo passato due settimane all’insegna della sfida fisica, dell’ arrangiarsi
all’interno del nostro piccolo gruppo e anche un po’ del divertimento.
Ognuno era responsabile di
una giornata e ha organizzato le attività da svolgere,
ha gestito i momenti salienti e ha guidato il gruppo
lungo il percorso preparato.
Ovviamente la parte importante della giornata era la
pedalata per spostarci da
una tappa all’altra, sotto un
sole rovente (abbiamo toccato anche i 38°C con il 90% di umidità) e lungo le fantastiche piste ciclabili.
In totale abbiamo percorso circa 250 km in sella, ma anche alcuni chilometri in
battello e furgone, ed è stata un’esperienza senza precedenti. Dai paesaggi montagnosi e tranquilli, siamo passati alle rive del lago affollate, per poi tornare nelle
montagne silenziose e finire sull’altipiano super turistico di Füssen. Tanto tempo
era però anche dedicato ad attività giornaliere che ci hanno permesso di sopravvivere e dare un tocco scout al campo: cucinare, lavare e lavarci, fare il bucato, la
spesa, riflessioni, preparazione promessa, attività a tema, scrivere il diario, ritirare
le chiavi delle sedi o i posti tenda del campeggio. Siamo anche riusciti a cantare
al fuoco di alcune candele e sotto le stelle. Ci siamo anche permessi delle giornate di pausa in alcune tappe, che abbiamo sfruttato per visitare il luogo, riposare
dalle fatiche del giorno precedente e svolgere attività particolari. Così abbiamo
visto la sorgente ufficiale del fiume Danubio, preparato il Raid (due giorni senza
capi), visitato Sigmaringen, preparato delle decorazioni per le nostre possenti
compagne di viaggio a due ruote, svolto attività acquatiche sul lago di Immenstadt, pronunciato la nostra promessa scout e naturalmente visitato il castello di
Neuschwanstein.
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Sul nostro percorso abbiamo anche avuto l’occasione di conoscere scout di tre
sezioni diverse, due tedesche e una austriaca, presso i quali abbiamo anche pernottato: la sezione di Freiburg, la sezione di Leiblachtal in Austria e la sezione
di Füssen. Siamo rimasti positivamente impressionati dalla loro ospitalità e cordialità. I primi, in cambio di una cena a base di pasta al sugo, ci hanno invitati
ad un bivacco in comune, con tanto di pane cotto al fuoco, nel quale abbiamo
sopperito alla barriera linguistica con canti mimati e gesti improvvisati. I secondi,
sempre in cambio di una cena, ci hanno ospitati in una sede spaziosa e confortevole (aveva anche la doccia), portato i “Semme” per colazione e raccontato alcuni segreti della vita dei giovani austriaci. Agli ultimi non siamo riusciti ad offrire la
cena, ma ci hanno ospitati lo stesso e ci hanno pure lasciati fare la doccia a casa
loro. Per fortuna abbiamo almeno potuto
sdebitarci trasportando una vecchia caldaia da 200 kg dalla cantina alla strada.
Naturalmente a tutti abbiamo lasciato il
nostro foulard quale segno di amicizia
e condivisione e ci siamo scambiati gli
indirizzi. Forse un giorno ci incontreremo
ancora.
Con la meteo siamo stati davvero fortunati. Tranne la pioggia che ci ha accolto a Freiburg e costretti a rintanarci
nell’atrio della cattedrale, e una giornata uggiosa, che ci ha imposto di infilare
le giacche a vento fino a quel momento rimaste in fondo allo zaino, abbiamo sempre avuto bel tempo. Siamo anche
riusciti ad avere un temporale notturno che ha rinfrescato l’ambiente al punto
giusto! Abbiamo anche approfittato del viaggio all’esterno per provare specialità
locali. Ovviamente in foresta nera non potevamo non mangiare una fetta di Schwarzwald, anche se trovarla non è stato così facile. Abbiamo cucinato anche i
Knödel e provato il famoso prosciutto crudo affumicato. Abbiamo infine organizzato la cena di chiusura in un ristorante medievale dove abbiamo mangiato
stinco di maiale grosso come un pallone da pallavolo e bevuto birra in calici di
terra cotta.
Cosa portiamo a casa nostra? Sicuramente tanti ricordi positivi, come la sensazione di un bagno al lago dopo una pedalata di 10 ore, o l’emozione di una
cerimonia della Promessa all’alba sulle rive del lago ai piedi del castello; alcuni
ricordi negativi, come il signore anziano che ci ha sbraitato addosso perché ci
affiancavamo con le barche sul lago o i ragazzi che ci hanno insultati gratuitamente. Abbiamo vissuto alcuni fatti strani, come la volpe che veniva a frugare nel
nostro sacco della spazzatura. Questo campeggio, come anche tutti gli altri fatti
finora, ci ha anche e soprattutto permesso di fare grandi e piccole esperienze.
Abbiamo scoperto che chi mette un piede nei canaletti di Freiburg deve sposare
una ragazza del posto, che prima di visitare una fabbrica bisogna informarsi bene
sugli orari e le condizioni di apertura, che in Germania i pionieri non esistono, che
se noi non laviamo i piatti a fine pasto non lo fa nessuno (e non si può sempre e
solo asciugare), che se fai lo stupido con il carretto attaccato alla bici prima o poi
cadi, che non sempre il posto dove si paga di più offre anche la qualità migliore…
insomma, uno zaino pieno di pozione per crescere!
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23-27 agosto 2010 – UN ANNUNCIO DA
RONA: Tutta la Comunità si fa missionaria
Rona, piccolo villaggio grigionese sulla via del Julier ha ospitato a fine agosto
più di cinquanta parrocchiani invitati lassù da Don Fiorenzo per impostare l’
attività nell’ anno pastorale che si sta iniziando. Filo conduttore delle giornate
è stata la parabola del buon samaritano e, in particolare, il comandamento che
ne è il cuore: amatevi l’un l’altro come io ho amato voi.
Se questo potrebbe essere il motto caratterizzante l’anno pastorale, risulta evidente la necessità del coinvolgimento di tutti i credenti che sono chiamati a
farsi missionari affinchè in tutta Breganzona venga di nuovo proclamato il Primo
Annuncio: Gesù Cristo morì per i nostri peccati secondo le scritture e, con
la potenza dello Spirito Santo, è risorto.
Farsi, tutti, missionari; proclamando la propria fede e traducendola in opere ispirate dall’amore di e in Gesù. Questo il filo conduttore nel nuovo anno liturgico.
Il seminario di Rona si prefiggeva quindi di ribadire i motivi del nostro essere
credenti attivi e di dare all’attività pastorale un quadro organizzativo e programmatico tale da renderla il più efficace possibile.
Tre i grandi ambiti di discussione: catechesi e lectio divina; liturgia e pastorale vera e propria.
Relativamente alla catechesi, è emersa la necessità di abbinare l’approfondimento delle conoscenze storiche e culturali sul cristianesimo con una lectio divina volta ad adeguatamente preparare, attraverso la liturgia della parola, l’Eucarestia domenicale. È per questo motivo che il programma – che sarà
sempre aggiornato agli albi parrocchiali – prevede l’alternarsi dei due momenti
che si terranno, nel salone parrocchiale, ogni mercoledì sera secondo il calendario scolastico.
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Come sempre, grande attenzione sarà dedicata alla formazione dei bambini che si
accosteranno per la prima volta all’Eucarestia e ai ragazzi che si avvicinano alla cresima. Le attivissime catechiste sono pronte!
Per quanto concerne la liturgia, si sono
esaminati diversi aspetti connessi con le
celebrazioni (ad esempio funzione e modalità del canto, attività del coro, impiego e
formazione dei lettori) e si è giunti alla decisione di dedicare alle famiglie e ai giovani la
messa del sabato.
Particolarmente interessante la discussione sull’ attività pastorale. Ribadito che
non può essere esercitata unicamente
dal parroco, è stato costituito il Consiglio
pastorale; una ventina di persone che
avranno il compito di aiutare Don Fiorenzo
per realizzare una vita comunitaria più animata, anche grazie alle proposte che chi
non ha potuto essere a Rona gli inoltrerà.
Ciò sarà possibile applicando il comandamento citato all’inizio di questo scritto con
l’obiettivo di servire e farsi dono verso l’altro con umiltà e dedizione.
Su ogni tema, le discussioni sono state
vivaci e ricche di spunti; il che fa pensare che l’esperienza possa essere ripetuta;
anche perché nella casa parrocchiale di
Rona tutti si sono attivati – anche in cucina – per un soggiorno sicuramente all’altezza delle aspettative.
Il calendario delle attività decise è riportato in altra parte del bollettino.
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Calendario Liturgico e varie
Ottobre
sabato
02
venerdì
08ore 20.15
sabato
09ore 15.30
ore 17.30
domenica 10ore 10.00
ore 14.30
ore 15.00
Pellegrinaggio parrocchiale ad Oropa
Tombola – sala nuovo centro parrocchiale
Castagnata, nei pressi del posteggio S. Quirico
Festa Madonna del Rosario – Eucaristia – S. Quirico
Festa Madonna del Rosario – unica Eucaristia –
Trasfigurazione
inizio anno pastorale – segue aperitivo per tutti
Momento di preghiera – S. Quirico,
segue la processione con la statua della Madonna che
passerà in Via alla Chiesa, Via Bolio, Via Polar fino alla
Chiesa della Trasfigurazione e benedizione eucaristica
sabato 23
Giornata di ritiro conoscenza per i ragazzi della
Cresima e loro presentazione durante l’Eucaristia
delle ore 17.30
domenica24ore 10.30 Festa missionaria mondiale
dopo l’Eucaristia banco dolce e banco del gomitolo
per le missioni
Novembre
lunedì
1 ore 15.00
dal 2 al 5 ore 15.00
Solennità di Tutti i Santi – orario festivo 09.00, 10.30
Eucaristia per tutti i defunti – S. Quirico
e visita al cimitero
Ottavario dei defunti - Rosario in cimitero e Eucaristia – S. Quirico
(in questi giorni non ci sarà la Messa delle ore 08.30 e
delle ore 17.30 del mercoledì)
sabato
6ore 17.00 Rosario in cimitero e
ore 17.30 Eucaristia – a chiusura ottavario dei defunti – S. Quirico
(non ci sarà la Messa delle 17.30 – Trasfigurazione)
sabato
27ore 17.30 Eucaristia e presentazione dei bambini del catechismo di IIIª elementare – Trasfigurazione
domenica 28
Prima domenica di Avvento
lunedì
29
inizio novena dell’Immacolata – durante le messe
feriali verrà proposto un pensiero inerente la solennità
Dicembre
martedì
07ore17.30 Eucaristia festiva dell’Immacolata
mercoledì 08
Solennità dell’Immacolata Concezione
durante la Messa delle ore 10.30 presentazione dei
chierichetti e consegna della croce
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Note pastorali particolari
Consiglio Pastorale Parrocchiale
Composizione: Don Fiorenzo Maritan – Carla Guadagnini
(cresima) – Marisa Schilleci, Annie Vitali (prima Comunione) –
Marta Siboni, Adriana Avalle Ciocco (insegnamento religioso
SE) – Giampiero Bombardieri (liturgia) – Marco Monti, Sandra
Wiesner (coro) – Pierenrico Tagliabue (bollettino parrocchiale) – Alessandra Shadlou (proposte culturali) – Patrizia Berger e Marco Schiavi
(consulenze sociali) – Xavier de Roquemaurel (famiglie) – Cosma Bonoli e Verena
Cattaneo (scout) – Antonietta Betti, Annamaria Martucci (anziani) – Dora Dall’Ara
(Rona) – Terry Fusi (centro parrocchiale) – Maria Pampena (Rinnovamento nello
Spirito) – Rosanna Colombo (Focolarini) – Dario Guadagnini (Neocatecumenali)
– Umberto Siboni (Comunione e Liberazione) – Teresa Cadei (cura della chiesa).
Battesimo
Con settembre, verrà proposto a chi chiede il battesimo
per i loro figli, quanto segue:
•la prima domenica del mese
in chiesa parrocchiale San Quirico - Biogno, alle ore 15.00
•la terza domenica del mese
nella nuova chiesa della Trasfigurazione del Signore, alle ore 15.00
•la seconda domenica del mese
per chi lo desiderasse, durante la celebrazione della S. Messa delle ore
10.30 nella chiesa della Trasfigurazione del Signore
Casi particolari sono da concordare con il Parroco, con il quale si raccomanda di prendere contatto con largo anticipo. Verrà richiesto un incontro comunitario di preparazione, il mercoledì precedente il battesimo, alle ore 18.30,
presso la sala del nuovo centro parrocchiale. Qualora fosse possibile, sarebbe auspicabile la presenza a detto incontro anche dei padrini e delle madrine.
Per questi ultimi, quando vengono scelti per tale funzione, si tenga presente
che devono essere battezzati e cresimati, oltre ad essere testimoni di una
fede coerente con il Vangelo.
Prima Comunione
Seguendo una linea comune in tutta la Diocesi, le Prime Comunioni verranno spostate alla fine della IVª elementare. La preparazione, della durata di 2 anni, inizierà a partire dalla IIIª elementare e,
durante questo anno, ai bambini che si iscriveranno verrà richiesta
la presenza alle lezioni di catechismo al mercoledì, unicamente
nei momenti forti dell’anno liturgico (Avvento e Quaresima).
Cresima (Confermazione)
Ai ragazzi di IIª media che frequenteranno il prossimo anno la IIIª, è già pervenuta una lettera di invito alla preparazione della Cresima. Tale preparazione avrà
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inizio il prossimo settembre 2010 e il conferimento del sacramento è
previsto per il mese di ottobre 2011. Gli incontri di catechesi, quindicinali, saranno tenuti al mercoledì pomeriggio con orari diversi, a
dipendenza delle esigenze dei ragazzi.
Post Comunione e Post Cresima
Non per calcare la mano, ma per una continuità educativa nel
campo della fede, verranno tenuti degli incontri quindicinali al sabato mattina, presso il nuovo centro parrocchiale, per quei
ragazzi che desiderano continuare la loro formazione cristiana,
seguendo un cammino di riscoperta del loro battesimo.
Catechesi e Lectio divina per adulti
Seguendo il calendario scolastico, ogni mercoledì sera alle ore
20.15, nella sala del nuovo centro parrocchiale. A settimane alterne verrà proposta la catechesi o la Lectio Divina sulle letture della
domenica successiva.
Lettori
Viene costituito un gruppo lettori per le celebrazioni eucaristiche,
creando dei momenti di preparazione ed un calendario mensile
per ovviare alla ricerca all’ultimo momento di chi dovrà leggere la
Parola di Dio.
Chierichetti
Con il mese di ottobre, diamo corpo anche al gruppo chierichetti,
per rendere le nostre liturgie più solenni, con la possibilità di un
servizio fatto dai nostri ragazzi. Per loro ci saranno dei momenti di
formazione e verranno presentati alla comunità l’8 dicembre 2010,
solennità dell’Immacolata, durante la S.Messa delle ore 10.30,
dove verrà consegnata loro la tunica bianca con la croce.
Eucaristia domenicale per famiglie, ragazzi e giovani
Da ottobre, in accordo con il Consiglio pastorale, si è pensato di
proporre la messa del sabato in particolar modo alle famiglie, ai
bambini, ai ragazzi e ai giovani. Coscienti del fatto che la domenica molti sono impegnati ad esempio con lo sport, a messa celebrata il sabato dà la possibilità di non tralasciare un appuntamento così importante come l’Eucaristia domenicale. La celebrazione
sarà impostata con canti ed animazione pensati per i ragazzi
stessi. Sarebbe bello poter creare in futuro un coro di bambini e ragazzi che
animi la celebrazione.
Visita agli ammalati
Chi desidera la visita del sacerdote in casa, negli ospedali, cliniche
o case di riposo, è pregato di informare il Parroco.
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L’ora di religione
nella scuola elementare
Perché scegliere di iscrivere i vostri figli alla lezione di religione?
Prima di cercare di dare ragione a questa scelta (effettuata anche da famiglie
non praticanti o addirittura non credenti) è necessario chiarire alcuni punti.
I docenti di istruzione religiosa sono persone alle quali si richiede di aver frequentato i corsi specifici organizzati dalla Diocesi con relativo conseguimento
di un diploma in catechesi; sono pure previsti corsi periodici di aggiornamento.
L’istruzione religiosa a scuola non è il catechismo, cioè la preparazione ai
Sacramenti, per il quale sono previsti momenti particolari organizzati dalla parrocchia.
L’insegnamento religioso è un
momento importante nella crescita del bambino, che inizia a
confrontarsi con il senso della vita
ponendosi quelle domande che
ogni uomo sente emergere dal
profondo del suo essere: da dove
vengo? dove vado? perché sono
nato?
L’insegnamento religioso svolge un altro importante compito culturale: quello di
aiutare i bambini a capire la tradizione cristiana in cui sono nati e che ha impregnato la storia e la cultura europea.
Non è possibile comprendere i capolavori dell’arte occidentale (musica, pittura,
architettura) né il significato dei simboli religiosi nelle loro varie forme (tradizioni,
linguaggio,…) senza la cultura cristiana.
Dopo tanti anni di presenza nella scuola elementare, Flavia Torreggiani lascia
l’insegnamento. La ringraziamo di cuore per la sua dedizione e il suo impegno.
I bambini la ricordano con affetto!
Al suo posto, per le prime e le seconde, ci sarà la signora Adriana Avalle Ciocco, che già insegna in altre sedi del luganese.
Il parroco, don Fiorenzo, seguirà come l’anno scorso i bambini di terza, mentre
Marta Siboni continuerà a essere presente in quarta e quinta.
Gli insegnanti di religione restano volentieri a fianco delle famiglie nel compito
educativo e formativo della scuola.
Marta ed Adriana
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Inizia l’attività del nuovo
Centro Parrocchiale
Con l’accordo del Consiglio Parrocchiale, si è costituito un comitato incaricato
di coordinare le attività che si svolgeranno nel nuovo centro parrocchiale.
I membri del comitato sono: don Fiorenzo Maritan, Terry Fusi, Dario Guadagnini, Italo Giovanola e Umberto Siboni.
È inoltre stato assunto a metà tempo, Hermann Berger, quale responsabile
della manutenzione degli interni ed esterni del Centro, dell’Oratorio di San
Sebastiano e della chiesa di San Quirico.
Nelle prossime settimane, il comitato stabilirà le regole per l’utilizzazione degli
spazi del nuovo centro parrocchiale, tenuto conto che la priorità verrà data alle
attività organizzate nell’ambito parrocchiale.
Il Centro potrà anche essere affittato da enti o associazioni esterne alla Parrocchia. Esse dovranno prenotarsi al Parroco, tramite lettera, almeno un mese
prima della data prevista per la manifestazione.
Non appena elaborato, il regolamento verrà affisso all’albo
parrocchiale e potrà essere
richiesto a don Fiorenzo.
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Un’avventura speciale
Certo che in questi due anni, nella nostra famiglia, non sono mancate le emozioni.
Sarebbe stato troppo facile testimoniare la fede solo nella gioia.
Essere cristiani! Ci hanno insegnato che significa abbracciare la croce. A voce
siamo sempre pronti, ma quando il suo peso diventa realtà, le difficoltà aumentano.
Siamo una bella famiglia con 5 figli. Due dei quali sposati.
Diventare nonni è un’esperienza stupenda.
La gioia che provai quando mio figlio mi annunciò che aspettavano un bimbo fu
enorme. Alla nascita di José Manuel, partimmo tutti per Loppiano, in Toscana,
dove vivono, per condividere questa felicità. Un bimbo bellissimo.
Un mese dopo arrivò una telefonata da nostro figlio, tra le lacrime ci diceva che
José era stato trasportato d’urgenza all’ospedale.
Da allora per sei mesi fu un susseguirsi di viaggi in treno da Lugano a Firenze. Ad
ogni richiesta da parte loro, prendevo il sacco in spalla e salivo sul treno per portare
assieme questo dolore che ci preparava alla partenza di José dopo sei mesi.
Non fu facile abbracciare una simile croce, ma con l’aiuto e le preghiere di tutta la
comunità rimasi in piedi.
Mettere in comunione gioie e dolori penso sia la medicina migliore. Non mi sono
mai sentita sola.
Poco tempo dopo ecco l’annuncio della nascita di Nicolas.
In parrocchia iniziano le preghiere per questo bimbo che poi sembra essere nato
sano.
Tutti esultiamo di gioia.
Rivedo il sorriso nei miei figli! Poi, dopo due mesi, ecco la diagnosi: pure Nicolas
è portatore della SMA, una malattia genetica che al suo livello non da speranza di
guarigione. In parrocchia continuano le preghiere alla
Madonna per questo bimbo che ormai
è nel cuore di tutti. Ognuno lo sente un
poco suo.
Nicolas è un bimbo sempre allegro, coccolato dai sui genitori che gli trasmettono
tanto amore pur avendo nel cuore tanto
dolore.
Ora Nicolas ha quasi 7 mesi e la sua forza
muscolare inizia a diminuire. Due settimane fa Matteo e Candi (sua
moglie) ci telefonano e mi chiedono se
posso accompagnarli a Lourdes.
“Vogliamo portarlo alla Madonna prima di
iniziare ad usare le macchine di aiuto. Ci
accompagni?” Come rispondere di no?
29
Settimana scorsa eravamo in volo per Lourdes. Pensavamo ad un viaggio da vivere
da soli. Appena sull’aereo ecco un sacerdote che prende il microfono e ci invita a
pregare.
Subito pensiamo che forse era l’accompagnatore di un gruppo che si trovava in
volo con noi.
Ci rendiamo conto che invece facevamo parte di un pellegrinaggio di 3 giorni.
Che grazia! Condividiamo con il sacerdote e con il gruppo il nostro dolore.
Ogni visita alla grotta, ogni processione, diventa così una richiesta accorata per il
miracolo della salute di Nicolas e per dare forza ai suoi genitori.
Era la terza volta che andavo Lourdes. Ho sempre visto tanti malati in carrozzella.
Questa volta è diverso. Nella prima carrozzella davanti a tutti i malati ci troviamo
noi con Nicolas.
Al bagno all’acqua benedetta c’è Nicolas. Non avevo mai voluto fare il bagno
alle piscine. È stata la prima volta. Questo lasciarsi immergere nell’acqua gelida, abbandonandoti alle braccia delle
due inservienti che ti dicevano: lasciati
andare, ti teniamo noi. E ti immergevano
completamente.
L’ho vissuto con forte emozione ma
rendendomi conto che questo “lasciati
andare” è un metterti nelle mani di Dio.
Abbandonarti a Lui con tutti i tuoi dolori, sapendo che Lui ha già portato tutto
anche per te.
Durante la liturgia eucaristica Matteo e
Candi con Nicolas sono al primo posto
davanti all’altare e ricevono la benedizione dei malati.
Non certo un primo posto per mettersi in
mostra. Sono solo le lacrime al primo posto.
Senti che il Divino con sua Madre ti sono accanto. Respiri un’aria di Paradiso che non puoi spiegare se non la vivi.
Ora siamo tornati a casa, ognuno con i propri impegni ma anche in questo aereo,
tutti siamo rientrati con Nicolas parte di ognuno, tenendo vivo l’impegno di continuare a pregare per lui, per Candy e Matteo.
La Chiesa è davvero viva ovunque ti trovi.
Senza mura che ti circondano, ma aperta. Aperta ad accoglierti sempre anche
quando tu non ci credi più.
A volte sembra di crollare, di non farcela a sopportare altre croci, ma so che non
sono sola. Tutti assieme però continuiamo a chiedere il miracolo per Nicolas e
ancora di più a chiedere di accettare la volontà di Dio.
Grazie a tutti.
30
Marina
Abbiamo celebrato
“Io ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”
Riva Isabel Jane,
di Tomas e Mary Jane
Zanetti Lara,
di Massimiliano e Claudia
Rezzonico Leonardo, di Sacha e Marie-Pierre
Hernandez Gia Sofia, di Alex e Ira
Prisco Matilde,
di Virginio e Oriana
Cereghetti Lucia,
di Igino e Anna
Scariolo Giacomo,
di Francesco e Sara
Morosoli Martina, di Giordano e Linda
Petracca Jonas Daniel,di Mick e Carla
Schipani Diego,
di Francesco e Cinzia
Vassalli Eloise,
di Sebastiano e Lara
Zanolari Eric,
di Marco e Raffaella
Prati Oliver,
di Andrea e Michela
23 maggio
30 maggio
5 giugno
13 giugno
13 giugno
20 giugno
20 giugno
20 giugno
27 giugno
11 luglio
8 agosto
5 settembre
5 settembre
“Ti accolgo come mia sposa... mio sposo”
Finardi Marco
e
Ferranti Davide
e
Esposito Francesco
e
Pasqualino Alain Thierrye
Neri Andrea
e
Bianchini Davide
e
Sproccati Laura
Quadri Flaviana
Lurati-Grano Marianna
Schamberger Federica
Bendotti Silvia
Fersini Debora
29 maggio
26 giugno
3 luglio
10 luglio
31 luglio
11 settembre
“Chi crede in me, anche se muore vivrà!”
Pezzani Maria
Milani Rosina
Fusi Osvaldo
Gaggini Giovanna
Colombi Angela
Corti Beatrice
Giannini Franco Pozzi Sara
Crivelli Bruno
14 maggio
28 maggio
4 giugno
5 giugno
11 giugno
13 giugno
24 luglio
24 luglio
27 agosto
31
G.A.B. 6932 BREGANZONA
Ritorni
Parroco di
6932 Breganzona
«Nessuno ha un amore più grande di questo:
dare la vita per i propri amici»
(Vangelo secondo Giovanni 15,13)
La forma più fondamentale d’amore è l’amore fraterno.
Con questo intendo senso di responsabilità,
premure, rispetto, comprensione per il prossimo;
esso è caratterizzato dall’assenza di esclusività.
Se io ho sviluppato la capacità di amare
non posso fare a meno di voler bene ai miei fratelli.
Nell’amore fraterno c’è il desiderio di fusione con tutti gli uomini,
c’è il bisogno di solidarietà umana.
L’amore fraterno si fonda sul principio dell’unione con i nostri simili.
Le differenze di talento, d’intelligenza, di comprensione,
sono trascurabili in confronto a quello che c’è in comune
tra tutti gli uomini.
Per sentire questa uguaglianza
è necessario penetrare dalla superficie in profondità.
Se io percepisco un altro essere solo in superficie,
sento le differenze che ci separano.
Se penetro in profondità, percepisco la nostra uguaglianza,
ciò che ci fa fratelli.
Questa è comunicazione profonda anziché superficiale.
Erich Fromm
TBS, La Buona Stampa sa, Pregassona (Lugano)
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Terzo trimestre 2010 – N. 3 - Parrocchia San Quirico Biogno