Terzo trimestre 2010 – N. 3 PARROCCHIA CATTOLICA DI SAN QUIRICO IN BIOGNO-BREGANZONA Chiesa parrocchiale San Quirico: Via alla Chiesa di Biogno Chiesa comparrocchiale della Trasfigurazione del Signore: Via Polar 35 Oratorio San Sebastiano: Via Polar, di fronte alla posta Nuova casa parrocchiale (lato destro della nuova chiesa): Via Polar 35 Parroco don Fiorenzo Maritan telefono casa: 091 950 83 20 natel: 076 454 97 94 e-mail:[email protected] Sacerdote residente: don Ilario Bernasconi, Via alla Chiesa di Biogno 10 telefono: 091 966 13 82 Orario Sante Messe e Celebrazioni liturgiche Sabato e vigilia di feste: ore 17.30 Chiesa della Trasfigurazione del Signore (sono invitate le famiglie con i ragazzi e giovani) Domenica e giorni festivi: ore 09.00 Chiesa parrocchiale di San Quirico ore 10.30 Chiesa della Trasfigurazione del Signore Messe feriali: ore 08.30 (lunedì, martedì, giovedì e venerdì) Chiesa della Trasfigurazione del Signore ore 17.30 (mercoledì) Oratorio di San Sebastiano Confessioni: Chiesa della Trasfigurazione del Signore – sabato dalle ore 16.30 alle ore 17.15 – primo venerdì del mese dalle ore 18.00 alle ore 20.00 (durante l’Adorazione eucaristica) Adorazione eucaristica: Chiesa della Trasfigurazione del Signore: primo venerdì di ogni mese dalle ore 09.00 alle ore 11.00 dalle ore 18.00 alle ore 20.00 Adorazione eogni domenica e festività - Chiesa della Trasfigurazione lode vespertina: ore 17.00 Adorazione ore 17.30 Lode vespertina 2 Un saluto ed una stretta di mano a tutti voi! 1º settembre 2010 Carissimi, forse per voi può sembrare una cosa non importante, molti forse non se ne saranno nemmeno accorti, che il 1º settembre del 2009 io cominciavo il mio servizio pastorale come aiuto a don Ilario in Breganzona. Solo con il 1º marzo 2010 sono stato nominato amministratore parrocchiale da Mons. Grampa. La presente esce dopo che la comunità di Biogno-Breganzona è stata chiamata ad esprimersi con il voto sulla mia idoneità al titolo di Parroco. Qualunque siano stati i risultati, parroco o non parroco, vi posso assicurare che in questo primo anno di permanenza in mezzo a voi, con titoli o senza titoli, ho cercato di conoscere la realtà, il paese, la gente; essere prete vuol dire “stare con”, “vivere con”, anche se a volte questo non è facile, per tante cose, che ti portano magari a scoraggiarti e a non vedere con chiarezza quello che ti sta dinanzi. Ma se un bilancio può essere fatto, è senz’altro positivo, perché mi trovo bene e allora, continuiamo con la seconda tappa. Che cosa ci aspetta come comunità in questo nuovo anno pastorale? Da poco sono rientrato dopo una 4 giorni vissuta a Rona, con un bel gruppo di amici breganzonesi, persone impegnate e non nella vita parrocchiale e desiderose di scoprire nuove dimensioni per essere una comunità viva, capace di confrontarsi e di mettersi in discussione con le nuove realtà sociali ed ecclesiali che giorno per giorno si riscontrano. Sono nate delle iniziative, tra queste vorrei sottolinearne una in particolare che ritengo oltremodo importante per la conduzione stessa della vita comunitaria parrocchiale: si è costituito il Consiglio Pastorale Parrocchiale (CPP), da non confondere con il Consiglio Parrocchiale, organo quest’ultimo amministrativo. Il CPP affianca il parroco nella vita pastorale, catechesi, liturgia, iniziative di vario genere che abbracciano i vari campi e coinvolgono le diverse persone che fanno parte della comunità. Tale Consiglio, la cui composizione rimando ad altra pagina, rimarrà in carica per tre anni, rinnovabile. Sarà mio dovere avvalermi dell’aiuto del CPP per sentire il polso stesso della parrocchia e non essere una nota fuori coro. Con questo vorrei affidare allo Spirito Santo i fratelli e le sorelle che lo compongono e nel medesimo tempo pregare per tutti noi affinché possiamo lasciarci coinvolgere da quella luce che trasfigura e ci rende, nei nostri limiti, testimoni gioiosi e pieni di vita della fede che ci è stata data in dono. Spero che le novità organizzative che troverete nel calendario parrocchiale siano condivise e rese vive anche dalla vostra presenza. Da ultimo, una raccomandazione, se mi è permessa: fate tesoro di quanto vi verrà proposto per uscire da quell’anonimato che, pur partecipando anagraficamente alla parrocchia, non vi permette di conoscere e di amare la vostra comunità per crescere umanamente e spiritualmente insieme. L’augurio è che il Signore benedica tutti e di giorno in giorno accompagni il nostro cammino. don Fiorenzo Maritan 3 Preghiera e pellegrinaggio: Il pensiero di Benedetto XVI L’Angelus domenicale è, per il Papa, una felice occasione per potersi rivolgere direttamente ai fedeli di tutto il mondo. Il 25 luglio lo ha fatto esprimendo il proprio pensiero sul valore della preghiera e dicendo “Il Vangelo di questa domenica ci presenta Gesù raccolto in preghiera, un po’ appartato dai suoi discepoli. Quando ebbe finito, uno di loro gli disse: Signore, insegnaci a pregare. Gesù non fece obiezioni, non parlò di formule strane o esoteriche, ma con molta semplicità disse: Quando pregate, dite: Padre……, e insegnò il Padre Nostro, traendolo dalla sua stessa preghiera, con cui si rivolgeva a Dio, suo Padre. Siamo di fronte alle prime parole della Sacra Scrittura che apprendiamo fin da bambini. Esse si imprimono nella memoria, plasmano la nostra vita, ci accompagnano fino all’ ultimo respiro. Ogniqualvolta recitiamo il Padre Nostro, la nostra voce s’ intreccia con quella della Chiesa, perché chi prega non è mai solo.“ Chi prega non è mai solo: grandissima verità ! Chi prega, dice il Papa, “potrà trovare nella verità e ricchezza della preghiera cristiana, insegnata dalla Chiesa, la propria via, il proprio modo di preghiera … si lascerà quindi condurre … dallo Spirito Santo, il quale lo guida, attraverso Cristo, al Padre.” Chi prega incontra Dio. Chi prega si riscopre, ritrova la propria forza d’animo, la propria luce. Chi prega si sente pietra viva di una comunità che cerca la via verso la pace. La preghiera è, ad un tempo, momento di incontro individuale con Dio e testimonianza di appartenenza alla comunità dei cristiani. Chi prega è, nel medesimo tempo, solo con sè stesso e pietra viva della Chiesa. Di recente, in un villaggio della Leventina, il Cardinal Poletto – Arcivescovo di Torino – pregava, inginocchiato fra i fedeli. In quel momento era evidente la comunione fra la preghiera dell’individuo – che si rivolgeva al Padre con i propri pensieri – e la preghiera di ogni altro presente che incontrava individualmente Dio condividendo con il cardinale, con tutti, un unico anelito di luce. Il 25 luglio ricorreva la festa dell’apostolo San Giacomo. Disse il Papa: “... che lasciò il padre e il lavoro di pescatore per seguire Gesù e per Lui diede la vita, primo tra gli apostoli. Di cuore rivolgo uno speciale pensiero ai pellegrini ...” Tutti noi siamo pellegrini: percorriamo un cammino fatto di dolore e speranza verso la meta che ci attende. Cammino faticoso, impervio, durante il quale siamo sorretti dalla certezza che il presente ha senso solo se visto come passaggio verso la luce eterna. Sappiamo che, come nella preghiera, durante il nostro pellegrinaggio non siamo mai soli. Ci siamo soffermati sul pensiero del Papa relativamente a preghiera e pellegrinaggio perché sono due temi particolarmente importanti per la nostra vita parrocchiale e chiediamo al Signore di aiutarci affinché nei nostri cuori si radichi una certezza: non siamo mai soli! P. T. 4 Per non dimenticare! Omelia di Mons. Vescovo – Seconda parte Consacrazione della nuova chiesa Breganzona, 28 febbraio 2010 3.Da queste premesse derivano conseguenze che devono caratterizzare una spiritualità del quotidiano per ogni cristiano. Innanzitutto l’ascolto della parola di Dio. Ecco perché nella nuova chiesa trova posto ed abbiamo benedetto l’ambone, il luogo della parola, dove si proclama la parola di verità, di perdono, di pace, di misericordia, di giustizia e di libertà. È luogo fondamentale nell’economia della salvezza. In questo tempio santo è collocato il fonte battesimale dal quale sgorga l’acqua della nostra trasfigurazione, l’acqua che purifica, rinnova e dà la vita, fa risplendere di bellezza nuova il nostro animo. Il seggio del presidente che agisce in nome e con l’autorità di Cristo, luce e guida delle nostre anime; che custodisce la comunità. Poi l’altare, che è il simbolo di Cristo, che su di esso si rende presente nei segni del pane e del vino. Per questo l’altare deve essere imponente e saldo. I riti di consacrazione dell’altare saranno particolarmente ricchi e suggestivi. Dapprima invocheremo i santi, per prendere coscienza che nel cammino della vita e della storia non siamo soli. Siamo parte del popolo santo di Dio, la Chiesa, che compie il suo cammino terreno, spesso con fatica e sofferenze, ma luminoso di una grande speranza: al termine Lui ci attende. I santi ci sono di esempio in questo cammino. San Leopoldo Mandic, un cappuccino di Castelnuovo, che dedicò l’intera sua esistenza al ministero della confessione nel convento di Padova; San Luigi Orione, l’apostolo dei poveri e degli abbandonati, per i quali creò adeguate strutture di accoglienza, di ospitalità e di promozione; Santa Gianna Beretta Molla, una donna solare e coraggiosa, forte e fedele fino ad offrire la sua vita per una causa tanto nobile quale quella della maternità; di questi santi, dopo averli invocati, deporremo le reliquie ai piedi dell’altare. Poi pronunceremo la preghiera di dedicazione, ricordando che il nostro altare di pietra rimanda all’altare vivo, che è Cristo, da cui viene ogni grazia e ogni benedizione. Lo ungeremo quindi con l’olio santo – il crisma – perché Cristo è l’Unto del Signore. E poiché dall’altare dovrà elevarsi la nostra preghiera, vi bruceremo l’incenso. Il profumo ci ricorderà che, nel Cristo, le nostre preghiere salgono gradite a Dio Padre. Quindi, rivestito dalle tovaglie, l’altare verrà illuminato dalla luce, per ricordar5 ci che Cristo è luce e guida sul nostro cammino. Infine, sul nuovo altare, per la prima volta, faremo la festa dell’Eucarestia. Dio è davvero con noi. Come anticipo del convito eterno. Come invito alla comunione con Lui e tra di noi. Altare come simbolo che durerà nel tempo e come luogo privilegiato ove noi, oggi e lungo tutta la nostra vita, incontriamo il Signore della gloria. Poi ogni segno diverrà realtà, quando Dio sarà tutto in tutti. 4.Partecipare a questa celebrazione, ricca e suggestiva, significa rinnovare il nostro impegno di conversione; infatti il lavoro compiuto non deve essere considerato esaurito dopo la consacrazione della chiesa di sassi. E’ la chiesa di pietre vive che siamo noi, a dover diventare una comunità viva, dinamica, in cammino, capace di trasmettere le grazie della vita cristiana alle nuove generazioni. Questo vostro splendido edificio avrà senso, sarà conforme al sogno di Dio, se diventerà occasione per ridare dinamismo alla vostra comunità e farvi convinti che il nostro Dio è il Dio della tenda, il Dio nel succedersi delle generazioni, che resta vivo e presente dentro l’atto del generare non solo nuove vite, ma pure nuovi cristiani che portino in sé l’impronta e la consacrazione del volto del nostro Dio. Chiesa edificata per dei cristiani da edificare ogni giorno. Ve la consegno con gioia e trepidazione, con animo traboccante di gratitudine e di riconoscenza verso chi ha contribuito in modi vari e diversi alla sua realizzazione, con un rinnovato pensiero di ricordo verso chi oggi dal cielo partecipa a questa solenne liturgia. Comunità di Biogno-Breganzona divieni sempre più consapevole della responsabilità che ti viene affidata e del compito che ti aspetta di mantenere viva e trasmettere alle nuove generazioni la fede dei padri. 6 Presentazione di Mons. Vescovo della Lettera Pastorale per l’anno 2010-2011: “Come il Padre ha mandato me... Io mando voi” La lettera pastorale di quest’anno presenta la diocesi, e cioè la famiglia della Chiesa, servita dal vescovo e dal suo presbiterio, nei confini del nostro Ticino. La nostra popolazione è stata evangelizzata già nei primi secoli del cristianesimo, ed è giusto e doveroso ricordarne per sommi capi la sua storia variegata, che ci ha portati a vivere i due riti, romano e ambrosiano, e a sentirci così uniti alla vicina Italia e ai suoi santi: Ambrogio, Abbondio, Carlo. Le complesse vicende politiche hanno fatto sì che solo in epoca recente potessimo diventare diocesi a tutti gli effetti. Il nostro pensiero riconoscente va ai vescovi di Como e di Milano e poi agli amministratori apostolici e ai vescovi di Lugano, che ci hanno aiutato a sentirci oggi Chiesa viva nello spirito di Cristo Risorto. Alla luce del Nuovo Testamento e del Concilio Vaticano II, dobbiamo renderci conto che formiamo una sola famiglia, che ha per casa la cattedrale e per compito l’irradiazione sacerdotale, profetica e regale del Signore Gesù. Tutti sono attivi nella Chiesa con compiti diversi e complementari, che la rendono apostolica, irradiante. Siamo tutti sacerdoti, offrendo a Dio la nostra vita e la nostra preghiera; tutti profeti, annuncianti la parola che libera e divinizza; tutti re, lottando per la giustizia, la condivisione, la pace. Il vescovo e i suoi presbiteri sono ordinati al servizio di tutti, alla realizzazione dell’unica famiglia di Dio, riunita dalla Parola e dai Sacramenti. Noi gli esperimentiamo la presenza del Risorto in mezzo a noi, ma siamo in tensione verso la pienezza della vita nella città celeste. Abbiamo bisogno che il Seminario formi i nuovi presbiteri e che la Facoltà teologica offra a loro e ai laici che la desiderano una formazione solida e moderna nella costante maturazione della fede. Parrocchie, associazioni, segnatamente l’Azione Cattolica, movimenti, devono convergere nell’impegno di costruire l’unica famiglia di Dio nell’amore e nello scambio reciproci. Siamo chiamati ad assumere un linguaggio moderno, che ci permetta di essere capiti dall’uomo contemporaneo. Non possiamo non essere preoccupati per una Chiesa che appare a molti estranea ai loro problemi e ai loro bisogni. Sia ben chiaro che noi irradiamo nella misura nella quale ci apriamo all’irruzione dell’amore trinitario. Condizione indispensabile è la nostra povertà, senza della quale l’iniqua ricchezza ci soffoca e ci paralizza. Noi siamo come diocesi pienamente Chiesa, ma sempre in comunione con quella che presiede all’amore, con la Chiesa di Roma e il suo vescovo. Questo ce l’ha mirabilmente ricordato Giovanni Paolo II nella sua visita a Lugano. L’ampiezza della lettera implica il pericolo che venga sepolta in un cassetto. Sarebbe invece necessario che parrocchie, gruppi e movimenti dedicassero ad ogni capitolo un’attenzione particolare. Se così sarà, la nostra diocesi si sentirà maggiormente una, si sentirà famiglia e potrà dare un fattivo contributo a migliorare l’immagine della Chiesa nel mondo, aiutando l’intera umanità a scoprire il senso ultimo della sua esistenza: la sua immersione nell’amore infinito del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. 7 Un’intensa primavera Questa edizione del Bollettino pone l’accento sulla vita della Parrocchia nei prossimi mesi. Riteniamo comunque opportuno brevemente ricordare – anche con contributi particolari in altre pagine - quanto accaduto durante gli intensi mesi di maggio e giugno; mesi che hanno testimoniato la vitalità della comunità breganzonese. Il 24 maggio vi è stato il pellegrinaggio alla Madonna del Castelletto, a Melano, Madonna particolarmente cara al nostro Parroco che in quella comunità ha operato per lunghi anni. Il 30 maggio la chiesa della Trasfigurazione ha ospitato cavalieri e dame del Santo Sepolcro che hanno svolto a Lugano il loro annuale convegno. Si è trattato di una cerimonia particolarmente suggestiva che ci ha ricordato l’ impegno profuso dall’Ordine in Terra Santa a favore di una minoranza cattolica la cui vita è tutto fuorchè facile. Il mese mariano è stato chiuso il 31 maggio con la processione che si è snodata da Biogno fino alla nuova chiesa. Il forte vento non è stato d’intralcio, anzi. Siamo certi che ha portato in molte case l’eco delle preghiere e dei canti in lode a Maria. Anche la festa del Corpus Domini, il 3 giugno, è stata degnamente celebrata con una processione, conclusasi in centro paese, che ha visto la partecipazione di numerosi fedeli. Domenica 13 giugno, la festa patronale di San Quirico ha concluso un periodo particolarmente fecondo, durante il quale la comunità si è più volte raccolta in preghiera. 8 24 maggio 2010: PELLEGRINAGGIO al Santuario MADONNA DEL CASTELLETTO Quando don Fiorenzo ci ha chiesto di scrivere un articolo sul bollettino per rendere partecipi tutti della bella esperienza vissuta il 24 maggio di quest’anno in occasione del pellegrinaggio alla Madonna del Castelletto di Melano, c’è stato un movimento di rivolta: non sappiamo cosa scrivere e neppure come, perché non è facile comunicare le proprie emozioni, ed una cronistoria del pellegrinaggio non avrebbe gran senso in questo spazio. C’è poi sempre una certa reticenza a professare pubblicamente la propria fede, come se ci si vergognasse di proclamarsi cristiani. Poi però continuava a risuonarci nel cuore l’invito del don durante la S. Messa domenicale: “per chi lo desidera ci troviamo domani sul piazzale, per stare insieme al cospetto della Vergine. Vi invito a stare con me, perché siete la mia famiglia.” Qualcosa era cambiato, non si trattava solo di un gesto di devozione, peraltro importantissimo per maturare nella fede, ma diventava un’esperienza di condivisione, un momento nel quale vivere concretamente l’appartenenza ad una comunità costituita da fratelli e sorelle nella fede. Ed è così che ci siamo sentiti: in famiglia, come don Fiorenzo aveva preannunciato. Ci siamo dapprima trovati nel parcheggio della chiesa della Trasfigurazione, come a sottolineare che questo momento di vita della comunità iniziava a Breganzona, poi siamo andati (eravamo una trentina di persone di tutte le età) a Melano ed insieme, chi con più fatica e chi meno perché la salita al santuario è piuttosto ripida, siamo ascesi 9 dalla Vergine del Castelletto, pregando insieme, ascoltando la storia della devozione e di alcuni miracoli operati in quel luogo. Anche la merenda è stata un bel momento, durante il quale abbiamo potuto chiacchierare con persone che incontriamo tutte le domeniche a Messa ma con le quali non si parlava mai. Abbiamo così toccato con mano quale ricchezza sia l’essere fratelli e sorelle nella fede, rendendoci conto che questi parrocchiani sono significativi per noi e noi per loro. Nel tardo pomeriggio siamo scesi alle macchine e rientrati a casa, con una gioia ed una serenità inusuali. Pensiamo che la Vergine del Castelletto o Maria ausiliatrice di cui si celebra il 24 la festa, ci sia stata proprio madre, ed abbia permesso di riconoscerci come figli. Il 31 maggio abbiamo concluso il mese mariano con la recita del Rosario per le strade di Breganzona, nella zona Vergiò, ed è stata un’altra esperienza forte, dove i sentimenti vissuti il 24 e la ricchezza ricevuta hanno potuto essere nuovamente espressi. Durante il cammino per quelle strade che frequentiamo raramente, il pensiero che riecheggiava era quello di poter portare la testimonianza della fede proprio attraverso quanto espresso da Gesù: “vedranno la vostra fede da quanto amore ci sarà tra di voi”. Tante persone presenti il 31 avevano infatti vissuto anche la festa del 24, e quel giorno lo sguardo che avevamo su di loro, brillava di una luce nuova. Grazie che ci aiutate ad essere una famiglia cristiana in parrocchia. Marco e Anna 10 27-28 maggio 2010 – GENOVA: Catechiste di Breganzona in ritiro spirituale con don Fiorenzo Giovedì 27 maggio, di buon mattino, diverse catechiste, con don Fiorenzo, sono partite alla volta di Genova-Nervi per un ritiro spirituale. Arrivati in mattinata alla CASA DI ACCOGLIENZA “Madre della Tenerezza” di Genova Quarto Castagna, siamo stati accolti dalla coppia di sposi Giorgio e Monica, che gestiscono la casa aiutati temporaneamente da uno studente albanese, Erli, loro ospite-collaboratore. Sin dall’inizio si è creato un ambiente cordiale, amichevole e sereno. Ci sono stati momenti di convivialità, di conoscenza reciproca, di riflessione e catechesi, ma anche di testimonianze da parte di persone conosciute sul posto, come per esempio don Aldo, 87enne, un missionario in Costa d’Avorio, che ha conosciuto personalmente San Luigi Orione. Nel pomeriggio, dopo una passeggiata per Genova-Nervi, si è celebrata la messa nel Piccolo Cottolengo, fondato da don Orione, vicino alla Casa di accoglienza. Dopo la messa c’è stata la visita dell’istituto. Anche qui gli incontri avvenuti sono stati toccanti. Attraverso questa esperienza il nostro gruppo ha avuto modo di conoscere meglio questa figura di Santo e sperimentare dal vivo la carità che ha generato. Il venerdì mattina vi è stata una visita a piedi del centro di Genova. Le numerose e stupende chiese hanno dato spunto a qualche riflessione catechistica facendo cosi la catechesi della strada. Infine, dopo la messa celebrata nella piccola cappella della Casa di accoglienza e dopo aver gustato un ottimo pranzo preparato da Monica e Giorgio, si è ripartiti per Breganzona carichi di gioia, entusiasmo, ma anche già di nostalgia per quei luoghi e quelle persone conosciute che sono l’icona della carità vissuta verso i più deboli. Marisa 11 30 maggio 2010: Santa Messa con le dame e i cavalieri del Santo Sepolcro Da venerdì 28 maggio e sino a domenica 30 maggio, Lugano è stato al centro di un avvenimento eccezionale e di grande fascino: il convegno annuale della Luogotenenza Svizzera dell’«Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme», culminato con la suggestiva Cerimonia di Investitura per 17 fra dame e cavalieri, fra i quali 5 provenienti dalla Svizzera italiana. Se un tempo l’Ordine (a partire dal 1100) era composto da nobili, cavalieri, dame di corte, ecclesiastici di grande fama, re e principi potenti e ricchi, conferendo a questa illustre associazione caratteristiche particolari di esclusività e di prestigio, oggigiorno l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme ha mutato il suo marchio di nobiltà in quello di carità, ponendosi quale scopo primario il sostegno (morale e finanziario) del Patriarcato Latino di Gerusalemme. Infatti, le 50 e più Luogotenenze presenti nel mondo (con 25.000 membri) si adoperano attivamente nel sostenere e finanziare ben 40 asili-nido, altrettante scuole elementari, 26 scuole medie e 7 licei, nonché un’università e un seminario, con complessivamente 900 docenti, un centinaio di religiose e oltre 19’000 alunni. Senza questo sostegno tangibile e costante nel campo dell’istruzione e della formazione, i bambini e i giovani non avrebbero alcuna possibilità di formazione scolastica e professionale, siccome i cristiani non sono autorizzati a frequentare le scuole (ebraiche o musulmane) tradizionalmente confessionali e quindi non aperte a tutti. Globalmente, un impegno che si aggira sui 15 milioni di franchi all’anno. Tre, sostanzialmente, le fasi principali di questo singolare evento cha ha ottenuto uno strepitoso successo di iscrizioni, dove si sono annunciate quasi 280 persone!: – innanzitutto, la cosiddetta Veglia delle armi e di preghiere di venerdì 28 maggio, alle 19.30, nella chiesa di Sant’Antonio. Nel ricordo di quando i cavalieri ricevevano la benedizione di armi ed armatura per recarsi in Terra Santa a combattere in difesa del Santo Sepolcro oltraggiato dagli infedeli, al cospetto del vescovo mons. Grampa (Gran Priore della Luogotenenza svizzera) i candidati/candidate alla carica di cavalieri e dame hanno prestato giuramento sulla Croce, e sono state benedette le insegne e i mantelli; – il giorno successivo, ovvero sabato 29 maggio, furono parecchi i momenti salienti, a cominciare dal Capitolo, ovvero al Palacongressi l’assemblea della Luogotenenza Svizzera con le nomine dei vertici dell’associazione – da notare la nomina alla guida della Luogotenenza Svizzera di Jean Pierre De Glutz (che sostituisce Giorgio Moroni-Stampa di Lugano) e quella alla guida della Sezione della Svizzera Italiana di Paolo Mondia di Bissone (che sostituisce Mario De Bernardis di Mendrisio) - l’accettazione nell’Ordine dei neo-cavalieri e neo12 dame (14 i postulanti fra i quali cinque provenienti dalla Svizzera italiana) e le promozioni di questo Ordine laico cavalleresco (da Commendatore a Grand’Ufficiale e a Cavaliere di Gran Croce per chi ha acquisito particolari meriti). Nel pomeriggio, in Cattedrale di San Lorenzo, S. Messa Pontificale con la cerimonia di Investitura dei nuovi membri, presieduta S.Em. Card. John Patrick Foley (Gran Maestro) e concelebrata da mons. Pier Giacomo Grampa (Gran Priore della Luogotenenza Svizzera): una manifestazione toccante e di grande presa sul pubblico, anche perché comporta fra l’altro la consegna delle insegne a chi è appena stato ammesso nell’Ordine, oltre a chi viene promosso nella gerarchia dell’Ordine. La sera, alle 19.30, al Palacongressi la Cena di gala, festa in onore dei nuovi membri e la raccolta di fondi per la Terra Santa, presenti molte autorità a livello comunale, cantonale, nazionale ed internazionale, come pure del Vaticano e della Terra Santa, per degnamente sottolineare l’impegno assunto dalle nuove dame e dai cavalieri nell’aiuto ai fratelli cristiani che soffrono nella Terra di Gesù; – nel terzo ed ultimo giorno di questo importante raduno, quello del 30 maggio, è da segnalare la S. Messa domenicale, celebrata da S. Em. Card. John Patrick Foley, iniziata alle ore 11.00, che si è tenuta nella Chiesa della Trasfigurazione del Signore a Breganzona. Molti sono stati i partecipanti fra Dame Cavalieri svizzeri e stranieri fra i quali il Vescovo di Lugano SE Mons Pier Giacomo Grampa, il nuovo Luogotenente Jean Pierre De Glutz e il Luogotenente emerito Giorgio Moroni Stampa, il nuovo Preside della Sezione della Svizzera Italiana Paolo Mondia e l’ex Preside Mario De Bernardis, nonché rappresentanti di Luogotenenze estere. Alla fine della toccante celebrazione i presenti sono stati accolti da don Fiorenzo Maritan e dalla comunità parrocchiale di Breganzona in un familiare incontro conviviale, molto apprezzato da tutti. Un grazie di cuore a coloro che si sono impegnati in questo gradito e simpatico incontro. Cav. di Gran Croce Mario De Bernardis 13 Domenica 6 giugno 2010: Tutta la vita racchiusa in poche ore Osvaldo Fusi era particolarmente legato a Lourdes. A Lourdes, davanti alla grotta, scorre il Gave. Un fiume tranquillo, eterno, che, in fondo al parco, forma un’ ansa e scompare alla vista per proseguire il suo viaggio verso il mare portando con se l’immagine dell’eterno fiume di pellegrini che nelle sue acque specchiano l’incessante scorrere della propria vita. Chissà quante volte Osvaldo ha paragonato lo scorrere dell’acqua allo scorrere, pure incessante, delle opere di bene che, giorno dopo giorno, donava alla sua famiglia, alla comunità di Breganzona. La festa della Comunità, domenica 6 giugno, ha portato nella nostra Chiesa lo scorrere della vita di tutta la nostra comunità. I piccoli battezzati, i bambini della prima Comunione, i Confermati, le coppie che celebravano la continuità del loro essere sposi, tutte le persone che erano in chiesa e pensavano al loro pellegrinaggio, non di rado faticoso, sempre mosso dalla certezza della meta donataci dal Signore con la sua morte e la sua resurrezione. Una cerimonia intensa, commovente, durante la quale ognuno si è reso conto di non essere solo nel gran scorrere della vita; di un tempo per tutti segnato dalle scadenze ricordate, dalla possibilità di condividere ansie, affanni, speranze e gioie in vista del gran momento che Osvaldo aveva appena vissuto. Nessuno è solo, anche se a volte par di precipitare in un infinito vuoto di disperazione. Sempre, basta poco, basta aprire il proprio cuore e lasciare che insospettate solidarietà vengano manifestate, anche dallo sconosciuto che siede accanto a te, magari con un semplice sguardo. E Osvaldo non era, non è solo. Il Rosario recitato in fin di pomeriggio è stata una grande testimonianza di affetto e di riconoscenza per chi, come tutti noi, è stato pellegrino lungo il fiume della vita ed è giunto all’agognata meta. A Lourdes vi è una via crucis piuttosto lunga ed erta da salire. Osvaldo l’ha certamente salita partendo sul finire della notte, al buio. Man mano che saliva, il cielo rischiarava e, giunto in cima alla collina, Osvaldo vedeva il sole sorgere a nuova vita. Domenica, alla fine del Rosario, si sentiva un neonato che, fuori, sul piazzale, sommessamente reclamava la sua pappa. Quel bambino è come il sole che sorge. Il nostro pellegrinaggio continua, verso la gioia della meta che ci attende. Pierenrico Tagliabue 14 Domenica 6 giugno 2010: Festa degli Anniversari di Matrimonio presso la Chiesa della Trasfigurazione Con grande gioia di otto coppie e di tutta la comunità, nella messa domenicale del 6 giugno 2010 sono stati celebrati gli anniversari di matrimonio di: 50° – Nozze d’oro: Silvio e Rosetta Fumagalli, Armando e Dora Dall’Ara. 45° – Nozze di rubino: Carlo e Sarah Bucher, Bruno e Graziella Moor. 30° – Nozze di perle: Luigi e Claudia Tettamanti. 25° – Nozze d’argento: Lorenzo e Rosanna Colombo, Giuseppe e Marisa Schilleci. 10° – Nozze di stagno: Mauro e Petra Ferella Falda. In questa bellissima esperienza comunitaria abbiamo sperimentato e visto con i nostri occhi, i frutti e la bellezza del dono prezioso del matrimonio, soprattutto del matrimonio come sacramento che riesce ad andare oltre la dimensione materiale umana. Questi frutti son stati rappresentati dai nostri festeggiati con la loro vita coniugale vissuta nel tempo. Nei loro occhi si leggeva la gioia del tempo trascorso insieme. Questa gioia scaturisce dall’accettazione e dall’invito della Chiesa a comprendere cosa significhi l’amore responsabile e maturo della comunità di vita e di amore quale sarà la loro famiglia, vera chiesa domestica. Il nostro rinnovato augurio per i festeggiati e per tutti gli sposati, è che possano continuare ad amarsi senza limiti, accettando amorevolmente le loro specifiche dimensioni con coraggio, senza tralasciare nella loro realtà di coppia la presenza di Cristo, perché tramite Lui che ha amato fino alla morte, i limiti umani e morali della coppia non diventino un’occasione per interrompere un cammino di unità, ma per crescere nella gioia e serenità. L’autentico amore è un amore che perfeziona chi ci è accanto e non chiede la sua perfezione. Il sacramento del matrimonio è chiamato a dire che la Chiesa è luogo di riconciliazione e proprio questa capacità di riconciliare rende la coppia costantemente rinnovabile. Per questo dobbiamo ricordarci di frequentare la Chiesa e amarla. Ringraziamo il Signore per tutti i doni che la sua sapienza elargisce. Piccola curiosità: A seconda delle regioni o del paese di appartenenza, vi sono una serie di modi di denominare, in base al numero di anni, gli anniversari di matrimonio che sono tutte più o meno in linea con le canoniche “nozze d’argento, d’oro, di diamante, ecc..”. Tali denominazioni, in realtà, venivano usate per indicare il regalo che era d’uso farsi reciprocamente in tali ricorrenze. Giuseppe 15 Maria, Porta del cielo Noi del coro conosciamo una scala che porta verso il Cielo. È angusta e sale a chiocciola, e arrivando in cima bisogna inchinarsi prima di godere della cantoria, poichè è della cantoria di san Quirico che sto parlando. Lì, raccolti dal poco spazio e dal desiderio di contribuire alla bellezza della celebrazione eucaristica, abbiamo provato e cantato tante volte. Lì, nelle fredde sere d’inverno, abbiamo trovato la chiesa aperta, le luci e i riscaldamenti accesi, le mappette e la tastiera al loro posto. Qualcuno di premuroso ci ha sempre preceduti: era l’Osvaldo. Osvaldo era abile nel scendere e risalire; complice la sua figura fine e il suo fare discreto si muoveva con abilità tra gli spazi angusti della vecchia chiesa. Si piazzava dietro noi contralti, ma un momento dopo lo vedevo confabulare col Don nella navata centrale. Lo credevamo al suo posto tra i bassi per il canto finale e invece era giù ad aprire la porta grande, a prendere il crocifisso, o a preparare il rinfresco… Ma era soprattutto nella notte di Pasqua che mi sorprendeva con i suoi spostamenti. Io lo ricorderò così, uscire furtivo dalla sacrestia con lo sguardo attraversato da una gioia fanciullesca: di lì a poco le campane iniziavano a suonare, ad annunciare la Resurrezione! Ora che c’è la nuova chiesa e noi del coro stiamo cercando il nostro giusto posto, l’Osva non è più con noi: silenziosamente aveva iniziato a salire un’altra ripida scala, quella per il Cielo Infinito. Affidandosi a Maria, vera Porta del Cielo, l’ha percorsa in breve tempo e giunto in cima si sarà inchinato prima di prendere posto tra le schiere dei cori angelici: di sicuro qualche basso serve anche lassù! Grazie Osva per i tanti servigi resi al coro. 16 Un contralto Ciao, Osva Caro Osva, Sei tornato alla casa del Padre. Te ne sei andato in punta di piedi, ma ci hai lasciato qualcosa di grande. Abbiamo sicuramente sentito tutti di grandi personaggi che hanno marcato la loro presenza, si sono distinti per il loro lavoro e hanno anche ricevuto premi per questo. Tu non hai mai voluto brillare, il tuo piccolo lume non faceva tanta luce, ma c’era sempre. E hai lasciato il segno. Facciamo ancora attività nella sede costruita 44 anni fa, il colore del foulard che portiamo al collo è sempre vivo e acceso, ma soprattutto siamo cresciuti grazie anche alla Sezione nata 43 anni fa. Ci volevano spirito di iniziativa, tanto coraggio ed entusiasmo, il sostegno delle persone che ci hanno creduto con te e lo spirito di servizio caratteristico dello scout per lanciare questo progetto. Ed ora siamo qui, abbiamo una muta, un reparto, un posto, un clan, tanti capi motivati che portano avanti un messaggio immutato negli anni. Tutto questo, che sicuramente non è poco, lo dobbiamo anche a te. Sei per noi un grande esempio. Anche quando hai passato il testimone di capo sezione al tuo successore, non hai appeso il foulard al classico chiodo, anzi, hai portato avanti con impegno e dedizione il tuo servizio a favore della sezione. Non ti vedevamo spesso in prima linea con i ragazzi, anche se la visita al campeggio estivo con una bottiglia di nostrano e i prodotti freschi dell’orto era sempre gradita. Il tuo lavoro dietro le quinte come Quartier Mastro, vicino alla sede ma un po’ nascosto, non è passato inosservato. Insomma per noi, c’eri. Ai festeggiamenti per il 40° della Sezione hai partecipato con entusiasmo all’organizzazione e alla realizzazione. Quando abbiamo formalizzato il clan Rover, pochi anni fa, con il tuo esempio personale e senza troppe chiacchiere, hai dimostrato di avere ancora qualcosa da dare allo scoutismo. Forte di un nuovo slancio non hai avuto paura di metterti in gioco ancora una volta. Hai partecipato attivamente alle attività della comunità capi di Breganzona ma anche, per esempio, agli incontri di spiritualità proposti negli ultimi due anni dall’associazione cantonale, malgrado la maggior parte di capi presenti potessero quasi essere tuoi nipoti. Grazie Osva! Grazie a te, nel nostro zaino possiamo portare un esempio di servizio e dedizione che cercheremo di trasmettere ai nostri ragazzi. Buon viaggio, caro Osva, ci rivedremo ancor, nel porto del Signor. La tua Sezione Scout 17 18-31 luglio 2010 - PINADEE: Resoconto campeggio esploratori San Sebastiano Quest’anno il campeggio esploratori della nostra sezione ha avuto luogo in valle di Blenio a Pinadee, una frazione di Ponto Aquilesco. Tutto è iniziato domenica 18 luglio. In questa avventura abbiamo seguito le imprese di Robin Hood che ci hanno guidato in due settimane di campeggio. Preso posto sul nostro furgone, ci siamo diretti verso la valle di Blenio fermandoci nei pressi di Malvaglia dove nelle vicinanze c’è un castello diroccato (castello di Serravalle) e ci siamo affrettati ad andare ad esplorarlo. Ad aspettarci, guarda un po’, c’erano Robin Hood in persona con il suo fedele amico Little John, il suo compare Azim e un povero cieco, che malgrado tutto aveva un bello sguardo. Quest’incontro al castello ci ha fatto conoscere quello che stava succedendo in tutta la valle e ciò che avremmo dovuto fare per sconfiggere l’odiato sceriffo. La prima cosa che il nostro Robin e i suoi amici ci hanno svelato, era la direzione da prendere per raggiungere la foresta in cui avremmo montato il campo. Guardando in quella direzione noi esplo non vedevamo che bosco, quindi siamo risaliti sul nostro mezzo di trasporto e abbiamo percorso l’ultimo pezzo di strada alla volta della prima meta della giornata: Blenio Sherwood. Dopo molte curve finalmente eccoci arrivati. Il posto era immerso nel verde e nella tranquillità, un pezzo di paradiso in terra nella grande foresta di Sherwood; sfidavamo chiunque a trovarci. Subito abbiamo montato due palafitte per le tende e nel pomeriggio abbiamo cominciato con le altre costruzioni: la cucina, sempre più innovativa per le nostre cuoche Alessia, Terry e Paola; la palafitta per il refettorio, per gustare ancora meglio i loro manicaretti; la doccia riscaldata; il lavabo per l’igiene personale; il WC e tanti altri abbellimenti che nei giorni seguenti avremmo completato dando come sempre il solito tocco di classe e ingegnosità ai nostri campi. Durante la prima settimana non sono mancate le attività di svago come lavoretti, escursioni, passeggiate, giochi. Per citarne alcuni: la costruzione di veri quanto efficienti archi sotto l’attenta direzione dei nostri maestri arcieri Isabella e Michelangelo che hanno spiegato come costruire in modo corretto l’arco, dalla scelta del legno, a come bisogna impugnarlo perché il peso sia bilanciato e altre sottigliezze molto importanti per rendere il tiro più preciso; il gioco notturno per districarsi nella foresta intorno a noi cercando il tesoro che due loschi individui avevano rubato; l’escursione che dalla diga del Luzzone, costeggiando il monte Sosto, ci ha portati sino a Olivone ed in fine al campo. 18 Tutte queste attività ci hanno permesso di arrivare pronti ad accogliere i lupetti che sabato ci hanno raggiunti per iniziare il campeggio accompagnati dai loro genitori. Con il loro arrivo è iniziata ufficialmente la caccia allo sceriffo. Per saggiare i garretti dei lupetti lunedì abbiamo fatto un escursione dalla Val di Campo al pizzo Rossetto. Da lassù si godeva, malgrado il freddo, una vista su tutta la valle di Blenio e anche sul paesino dove sorgeva il nostro campo. Nel fiume del Brenno (fiume che percorre tutta la valle di Blenio) non è mancato un tuffo nelle sue acque “calorose”. Solitamente durante la settimana i lupetti facevano le loro attività nel villaggio di Torre, gli esploratori invece hanno girato in lungo e in largo la Val di Campo conoscendone un po’ di più le sue particolarità, grazie al raid di pattuglia. In ogni campo sezionale che si rispetti, stare tutti quanti insieme era d’obbligo. Per questo, sotto la diga del Luzzone, i rover capitanati da Terry, Monica, Michi, Mary, Alessia, Paola e Ricky, ci hanno preparato la polenta con latte e stracchino, piatto gustato da tutti quanti. Già che eravamo lì, ne abbiamo approfittato per una visita guidata all’interno della diga con la spiegazione da parte di un tecnico che ci lavorava. Due settimane di campeggio trascorrono veloci, soprattutto facendo tante attività straordinarie che durante l’anno non si possono o non si riescono a fare. Per questo l’aver partecipato al campeggio, lascia ad ogni partecipante tanti ricordi che ti danno la carica per affrontare nuove sfide. Durante questo campo i lupetti e gli esploratori hanno avuto l’opportunità di recitare la promessa intorno al fuoco, davanti alla fiamma sezionale, ma soprattutto con gli altri scout che erano intorno a loro con le fiaccole accese. Questo momento è sempre molto speciale nella vita di ogni scout. Un altro campo si è concluso ma rimane la consapevolezza di aver vissuto come sempre qualcosa di unico e magico portando a casa ai nostri genitori, oltre al tipico odore di campeggio e a tante cose da lavare, molte esperienze di vita. Un amico di Robin Hood 19 Campeggio pionieri 2010: Ai confini della realtà 4 luglio 2010: quattro baldi giovani, e due un po’ meno, sono pronti per la nuova avventura, dopo mesi di preparazione sommersi da cartine, riservazioni di campeggi, liste materiale, menu, cartelloni riassuntivi, programmi giornalieri, opuscoli di attività interessanti. In forma e motivati saliamo a bordo del nostro furgone a destinazione della Germania, e più precisamente a Freiburg i. B. Da qui ha inizio il nostro viaggio in sella alle nostre fidate bici attraverso la Foresta Nera (che, abbiamo scoperto, non è solo un bosco un po’ più scuro degli altri, ma un’intera regione, come noi parliamo di Malcantone), lungo il corso del Danubio, sulle coste del lago di Costanza e attraverso le alpi austriache per raggiungere il castello di Neuschwanstein, obiettivo del nostro peregrinare. Partenza e arrivo hanno caratteristiche fiabesche, ma non è un caso. Il tema del nostro campeggio era infatti “Ai confini della realtà”, attraverso il quale ci siamo confrontati con sogni, paranormale, magia, fantasy, vite alternative, alieni,… Abbiamo passato due settimane all’insegna della sfida fisica, dell’ arrangiarsi all’interno del nostro piccolo gruppo e anche un po’ del divertimento. Ognuno era responsabile di una giornata e ha organizzato le attività da svolgere, ha gestito i momenti salienti e ha guidato il gruppo lungo il percorso preparato. Ovviamente la parte importante della giornata era la pedalata per spostarci da una tappa all’altra, sotto un sole rovente (abbiamo toccato anche i 38°C con il 90% di umidità) e lungo le fantastiche piste ciclabili. In totale abbiamo percorso circa 250 km in sella, ma anche alcuni chilometri in battello e furgone, ed è stata un’esperienza senza precedenti. Dai paesaggi montagnosi e tranquilli, siamo passati alle rive del lago affollate, per poi tornare nelle montagne silenziose e finire sull’altipiano super turistico di Füssen. Tanto tempo era però anche dedicato ad attività giornaliere che ci hanno permesso di sopravvivere e dare un tocco scout al campo: cucinare, lavare e lavarci, fare il bucato, la spesa, riflessioni, preparazione promessa, attività a tema, scrivere il diario, ritirare le chiavi delle sedi o i posti tenda del campeggio. Siamo anche riusciti a cantare al fuoco di alcune candele e sotto le stelle. Ci siamo anche permessi delle giornate di pausa in alcune tappe, che abbiamo sfruttato per visitare il luogo, riposare dalle fatiche del giorno precedente e svolgere attività particolari. Così abbiamo visto la sorgente ufficiale del fiume Danubio, preparato il Raid (due giorni senza capi), visitato Sigmaringen, preparato delle decorazioni per le nostre possenti compagne di viaggio a due ruote, svolto attività acquatiche sul lago di Immenstadt, pronunciato la nostra promessa scout e naturalmente visitato il castello di Neuschwanstein. 20 Sul nostro percorso abbiamo anche avuto l’occasione di conoscere scout di tre sezioni diverse, due tedesche e una austriaca, presso i quali abbiamo anche pernottato: la sezione di Freiburg, la sezione di Leiblachtal in Austria e la sezione di Füssen. Siamo rimasti positivamente impressionati dalla loro ospitalità e cordialità. I primi, in cambio di una cena a base di pasta al sugo, ci hanno invitati ad un bivacco in comune, con tanto di pane cotto al fuoco, nel quale abbiamo sopperito alla barriera linguistica con canti mimati e gesti improvvisati. I secondi, sempre in cambio di una cena, ci hanno ospitati in una sede spaziosa e confortevole (aveva anche la doccia), portato i “Semme” per colazione e raccontato alcuni segreti della vita dei giovani austriaci. Agli ultimi non siamo riusciti ad offrire la cena, ma ci hanno ospitati lo stesso e ci hanno pure lasciati fare la doccia a casa loro. Per fortuna abbiamo almeno potuto sdebitarci trasportando una vecchia caldaia da 200 kg dalla cantina alla strada. Naturalmente a tutti abbiamo lasciato il nostro foulard quale segno di amicizia e condivisione e ci siamo scambiati gli indirizzi. Forse un giorno ci incontreremo ancora. Con la meteo siamo stati davvero fortunati. Tranne la pioggia che ci ha accolto a Freiburg e costretti a rintanarci nell’atrio della cattedrale, e una giornata uggiosa, che ci ha imposto di infilare le giacche a vento fino a quel momento rimaste in fondo allo zaino, abbiamo sempre avuto bel tempo. Siamo anche riusciti ad avere un temporale notturno che ha rinfrescato l’ambiente al punto giusto! Abbiamo anche approfittato del viaggio all’esterno per provare specialità locali. Ovviamente in foresta nera non potevamo non mangiare una fetta di Schwarzwald, anche se trovarla non è stato così facile. Abbiamo cucinato anche i Knödel e provato il famoso prosciutto crudo affumicato. Abbiamo infine organizzato la cena di chiusura in un ristorante medievale dove abbiamo mangiato stinco di maiale grosso come un pallone da pallavolo e bevuto birra in calici di terra cotta. Cosa portiamo a casa nostra? Sicuramente tanti ricordi positivi, come la sensazione di un bagno al lago dopo una pedalata di 10 ore, o l’emozione di una cerimonia della Promessa all’alba sulle rive del lago ai piedi del castello; alcuni ricordi negativi, come il signore anziano che ci ha sbraitato addosso perché ci affiancavamo con le barche sul lago o i ragazzi che ci hanno insultati gratuitamente. Abbiamo vissuto alcuni fatti strani, come la volpe che veniva a frugare nel nostro sacco della spazzatura. Questo campeggio, come anche tutti gli altri fatti finora, ci ha anche e soprattutto permesso di fare grandi e piccole esperienze. Abbiamo scoperto che chi mette un piede nei canaletti di Freiburg deve sposare una ragazza del posto, che prima di visitare una fabbrica bisogna informarsi bene sugli orari e le condizioni di apertura, che in Germania i pionieri non esistono, che se noi non laviamo i piatti a fine pasto non lo fa nessuno (e non si può sempre e solo asciugare), che se fai lo stupido con il carretto attaccato alla bici prima o poi cadi, che non sempre il posto dove si paga di più offre anche la qualità migliore… insomma, uno zaino pieno di pozione per crescere! 21 23-27 agosto 2010 – UN ANNUNCIO DA RONA: Tutta la Comunità si fa missionaria Rona, piccolo villaggio grigionese sulla via del Julier ha ospitato a fine agosto più di cinquanta parrocchiani invitati lassù da Don Fiorenzo per impostare l’ attività nell’ anno pastorale che si sta iniziando. Filo conduttore delle giornate è stata la parabola del buon samaritano e, in particolare, il comandamento che ne è il cuore: amatevi l’un l’altro come io ho amato voi. Se questo potrebbe essere il motto caratterizzante l’anno pastorale, risulta evidente la necessità del coinvolgimento di tutti i credenti che sono chiamati a farsi missionari affinchè in tutta Breganzona venga di nuovo proclamato il Primo Annuncio: Gesù Cristo morì per i nostri peccati secondo le scritture e, con la potenza dello Spirito Santo, è risorto. Farsi, tutti, missionari; proclamando la propria fede e traducendola in opere ispirate dall’amore di e in Gesù. Questo il filo conduttore nel nuovo anno liturgico. Il seminario di Rona si prefiggeva quindi di ribadire i motivi del nostro essere credenti attivi e di dare all’attività pastorale un quadro organizzativo e programmatico tale da renderla il più efficace possibile. Tre i grandi ambiti di discussione: catechesi e lectio divina; liturgia e pastorale vera e propria. Relativamente alla catechesi, è emersa la necessità di abbinare l’approfondimento delle conoscenze storiche e culturali sul cristianesimo con una lectio divina volta ad adeguatamente preparare, attraverso la liturgia della parola, l’Eucarestia domenicale. È per questo motivo che il programma – che sarà sempre aggiornato agli albi parrocchiali – prevede l’alternarsi dei due momenti che si terranno, nel salone parrocchiale, ogni mercoledì sera secondo il calendario scolastico. 22 Come sempre, grande attenzione sarà dedicata alla formazione dei bambini che si accosteranno per la prima volta all’Eucarestia e ai ragazzi che si avvicinano alla cresima. Le attivissime catechiste sono pronte! Per quanto concerne la liturgia, si sono esaminati diversi aspetti connessi con le celebrazioni (ad esempio funzione e modalità del canto, attività del coro, impiego e formazione dei lettori) e si è giunti alla decisione di dedicare alle famiglie e ai giovani la messa del sabato. Particolarmente interessante la discussione sull’ attività pastorale. Ribadito che non può essere esercitata unicamente dal parroco, è stato costituito il Consiglio pastorale; una ventina di persone che avranno il compito di aiutare Don Fiorenzo per realizzare una vita comunitaria più animata, anche grazie alle proposte che chi non ha potuto essere a Rona gli inoltrerà. Ciò sarà possibile applicando il comandamento citato all’inizio di questo scritto con l’obiettivo di servire e farsi dono verso l’altro con umiltà e dedizione. Su ogni tema, le discussioni sono state vivaci e ricche di spunti; il che fa pensare che l’esperienza possa essere ripetuta; anche perché nella casa parrocchiale di Rona tutti si sono attivati – anche in cucina – per un soggiorno sicuramente all’altezza delle aspettative. Il calendario delle attività decise è riportato in altra parte del bollettino. 23 Calendario Liturgico e varie Ottobre sabato 02 venerdì 08ore 20.15 sabato 09ore 15.30 ore 17.30 domenica 10ore 10.00 ore 14.30 ore 15.00 Pellegrinaggio parrocchiale ad Oropa Tombola – sala nuovo centro parrocchiale Castagnata, nei pressi del posteggio S. Quirico Festa Madonna del Rosario – Eucaristia – S. Quirico Festa Madonna del Rosario – unica Eucaristia – Trasfigurazione inizio anno pastorale – segue aperitivo per tutti Momento di preghiera – S. Quirico, segue la processione con la statua della Madonna che passerà in Via alla Chiesa, Via Bolio, Via Polar fino alla Chiesa della Trasfigurazione e benedizione eucaristica sabato 23 Giornata di ritiro conoscenza per i ragazzi della Cresima e loro presentazione durante l’Eucaristia delle ore 17.30 domenica24ore 10.30 Festa missionaria mondiale dopo l’Eucaristia banco dolce e banco del gomitolo per le missioni Novembre lunedì 1 ore 15.00 dal 2 al 5 ore 15.00 Solennità di Tutti i Santi – orario festivo 09.00, 10.30 Eucaristia per tutti i defunti – S. Quirico e visita al cimitero Ottavario dei defunti - Rosario in cimitero e Eucaristia – S. Quirico (in questi giorni non ci sarà la Messa delle ore 08.30 e delle ore 17.30 del mercoledì) sabato 6ore 17.00 Rosario in cimitero e ore 17.30 Eucaristia – a chiusura ottavario dei defunti – S. Quirico (non ci sarà la Messa delle 17.30 – Trasfigurazione) sabato 27ore 17.30 Eucaristia e presentazione dei bambini del catechismo di IIIª elementare – Trasfigurazione domenica 28 Prima domenica di Avvento lunedì 29 inizio novena dell’Immacolata – durante le messe feriali verrà proposto un pensiero inerente la solennità Dicembre martedì 07ore17.30 Eucaristia festiva dell’Immacolata mercoledì 08 Solennità dell’Immacolata Concezione durante la Messa delle ore 10.30 presentazione dei chierichetti e consegna della croce 24 Note pastorali particolari Consiglio Pastorale Parrocchiale Composizione: Don Fiorenzo Maritan – Carla Guadagnini (cresima) – Marisa Schilleci, Annie Vitali (prima Comunione) – Marta Siboni, Adriana Avalle Ciocco (insegnamento religioso SE) – Giampiero Bombardieri (liturgia) – Marco Monti, Sandra Wiesner (coro) – Pierenrico Tagliabue (bollettino parrocchiale) – Alessandra Shadlou (proposte culturali) – Patrizia Berger e Marco Schiavi (consulenze sociali) – Xavier de Roquemaurel (famiglie) – Cosma Bonoli e Verena Cattaneo (scout) – Antonietta Betti, Annamaria Martucci (anziani) – Dora Dall’Ara (Rona) – Terry Fusi (centro parrocchiale) – Maria Pampena (Rinnovamento nello Spirito) – Rosanna Colombo (Focolarini) – Dario Guadagnini (Neocatecumenali) – Umberto Siboni (Comunione e Liberazione) – Teresa Cadei (cura della chiesa). Battesimo Con settembre, verrà proposto a chi chiede il battesimo per i loro figli, quanto segue: •la prima domenica del mese in chiesa parrocchiale San Quirico - Biogno, alle ore 15.00 •la terza domenica del mese nella nuova chiesa della Trasfigurazione del Signore, alle ore 15.00 •la seconda domenica del mese per chi lo desiderasse, durante la celebrazione della S. Messa delle ore 10.30 nella chiesa della Trasfigurazione del Signore Casi particolari sono da concordare con il Parroco, con il quale si raccomanda di prendere contatto con largo anticipo. Verrà richiesto un incontro comunitario di preparazione, il mercoledì precedente il battesimo, alle ore 18.30, presso la sala del nuovo centro parrocchiale. Qualora fosse possibile, sarebbe auspicabile la presenza a detto incontro anche dei padrini e delle madrine. Per questi ultimi, quando vengono scelti per tale funzione, si tenga presente che devono essere battezzati e cresimati, oltre ad essere testimoni di una fede coerente con il Vangelo. Prima Comunione Seguendo una linea comune in tutta la Diocesi, le Prime Comunioni verranno spostate alla fine della IVª elementare. La preparazione, della durata di 2 anni, inizierà a partire dalla IIIª elementare e, durante questo anno, ai bambini che si iscriveranno verrà richiesta la presenza alle lezioni di catechismo al mercoledì, unicamente nei momenti forti dell’anno liturgico (Avvento e Quaresima). Cresima (Confermazione) Ai ragazzi di IIª media che frequenteranno il prossimo anno la IIIª, è già pervenuta una lettera di invito alla preparazione della Cresima. Tale preparazione avrà 25 inizio il prossimo settembre 2010 e il conferimento del sacramento è previsto per il mese di ottobre 2011. Gli incontri di catechesi, quindicinali, saranno tenuti al mercoledì pomeriggio con orari diversi, a dipendenza delle esigenze dei ragazzi. Post Comunione e Post Cresima Non per calcare la mano, ma per una continuità educativa nel campo della fede, verranno tenuti degli incontri quindicinali al sabato mattina, presso il nuovo centro parrocchiale, per quei ragazzi che desiderano continuare la loro formazione cristiana, seguendo un cammino di riscoperta del loro battesimo. Catechesi e Lectio divina per adulti Seguendo il calendario scolastico, ogni mercoledì sera alle ore 20.15, nella sala del nuovo centro parrocchiale. A settimane alterne verrà proposta la catechesi o la Lectio Divina sulle letture della domenica successiva. Lettori Viene costituito un gruppo lettori per le celebrazioni eucaristiche, creando dei momenti di preparazione ed un calendario mensile per ovviare alla ricerca all’ultimo momento di chi dovrà leggere la Parola di Dio. Chierichetti Con il mese di ottobre, diamo corpo anche al gruppo chierichetti, per rendere le nostre liturgie più solenni, con la possibilità di un servizio fatto dai nostri ragazzi. Per loro ci saranno dei momenti di formazione e verranno presentati alla comunità l’8 dicembre 2010, solennità dell’Immacolata, durante la S.Messa delle ore 10.30, dove verrà consegnata loro la tunica bianca con la croce. Eucaristia domenicale per famiglie, ragazzi e giovani Da ottobre, in accordo con il Consiglio pastorale, si è pensato di proporre la messa del sabato in particolar modo alle famiglie, ai bambini, ai ragazzi e ai giovani. Coscienti del fatto che la domenica molti sono impegnati ad esempio con lo sport, a messa celebrata il sabato dà la possibilità di non tralasciare un appuntamento così importante come l’Eucaristia domenicale. La celebrazione sarà impostata con canti ed animazione pensati per i ragazzi stessi. Sarebbe bello poter creare in futuro un coro di bambini e ragazzi che animi la celebrazione. Visita agli ammalati Chi desidera la visita del sacerdote in casa, negli ospedali, cliniche o case di riposo, è pregato di informare il Parroco. 26 L’ora di religione nella scuola elementare Perché scegliere di iscrivere i vostri figli alla lezione di religione? Prima di cercare di dare ragione a questa scelta (effettuata anche da famiglie non praticanti o addirittura non credenti) è necessario chiarire alcuni punti. I docenti di istruzione religiosa sono persone alle quali si richiede di aver frequentato i corsi specifici organizzati dalla Diocesi con relativo conseguimento di un diploma in catechesi; sono pure previsti corsi periodici di aggiornamento. L’istruzione religiosa a scuola non è il catechismo, cioè la preparazione ai Sacramenti, per il quale sono previsti momenti particolari organizzati dalla parrocchia. L’insegnamento religioso è un momento importante nella crescita del bambino, che inizia a confrontarsi con il senso della vita ponendosi quelle domande che ogni uomo sente emergere dal profondo del suo essere: da dove vengo? dove vado? perché sono nato? L’insegnamento religioso svolge un altro importante compito culturale: quello di aiutare i bambini a capire la tradizione cristiana in cui sono nati e che ha impregnato la storia e la cultura europea. Non è possibile comprendere i capolavori dell’arte occidentale (musica, pittura, architettura) né il significato dei simboli religiosi nelle loro varie forme (tradizioni, linguaggio,…) senza la cultura cristiana. Dopo tanti anni di presenza nella scuola elementare, Flavia Torreggiani lascia l’insegnamento. La ringraziamo di cuore per la sua dedizione e il suo impegno. I bambini la ricordano con affetto! Al suo posto, per le prime e le seconde, ci sarà la signora Adriana Avalle Ciocco, che già insegna in altre sedi del luganese. Il parroco, don Fiorenzo, seguirà come l’anno scorso i bambini di terza, mentre Marta Siboni continuerà a essere presente in quarta e quinta. Gli insegnanti di religione restano volentieri a fianco delle famiglie nel compito educativo e formativo della scuola. Marta ed Adriana 27 Inizia l’attività del nuovo Centro Parrocchiale Con l’accordo del Consiglio Parrocchiale, si è costituito un comitato incaricato di coordinare le attività che si svolgeranno nel nuovo centro parrocchiale. I membri del comitato sono: don Fiorenzo Maritan, Terry Fusi, Dario Guadagnini, Italo Giovanola e Umberto Siboni. È inoltre stato assunto a metà tempo, Hermann Berger, quale responsabile della manutenzione degli interni ed esterni del Centro, dell’Oratorio di San Sebastiano e della chiesa di San Quirico. Nelle prossime settimane, il comitato stabilirà le regole per l’utilizzazione degli spazi del nuovo centro parrocchiale, tenuto conto che la priorità verrà data alle attività organizzate nell’ambito parrocchiale. Il Centro potrà anche essere affittato da enti o associazioni esterne alla Parrocchia. Esse dovranno prenotarsi al Parroco, tramite lettera, almeno un mese prima della data prevista per la manifestazione. Non appena elaborato, il regolamento verrà affisso all’albo parrocchiale e potrà essere richiesto a don Fiorenzo. 28 Un’avventura speciale Certo che in questi due anni, nella nostra famiglia, non sono mancate le emozioni. Sarebbe stato troppo facile testimoniare la fede solo nella gioia. Essere cristiani! Ci hanno insegnato che significa abbracciare la croce. A voce siamo sempre pronti, ma quando il suo peso diventa realtà, le difficoltà aumentano. Siamo una bella famiglia con 5 figli. Due dei quali sposati. Diventare nonni è un’esperienza stupenda. La gioia che provai quando mio figlio mi annunciò che aspettavano un bimbo fu enorme. Alla nascita di José Manuel, partimmo tutti per Loppiano, in Toscana, dove vivono, per condividere questa felicità. Un bimbo bellissimo. Un mese dopo arrivò una telefonata da nostro figlio, tra le lacrime ci diceva che José era stato trasportato d’urgenza all’ospedale. Da allora per sei mesi fu un susseguirsi di viaggi in treno da Lugano a Firenze. Ad ogni richiesta da parte loro, prendevo il sacco in spalla e salivo sul treno per portare assieme questo dolore che ci preparava alla partenza di José dopo sei mesi. Non fu facile abbracciare una simile croce, ma con l’aiuto e le preghiere di tutta la comunità rimasi in piedi. Mettere in comunione gioie e dolori penso sia la medicina migliore. Non mi sono mai sentita sola. Poco tempo dopo ecco l’annuncio della nascita di Nicolas. In parrocchia iniziano le preghiere per questo bimbo che poi sembra essere nato sano. Tutti esultiamo di gioia. Rivedo il sorriso nei miei figli! Poi, dopo due mesi, ecco la diagnosi: pure Nicolas è portatore della SMA, una malattia genetica che al suo livello non da speranza di guarigione. In parrocchia continuano le preghiere alla Madonna per questo bimbo che ormai è nel cuore di tutti. Ognuno lo sente un poco suo. Nicolas è un bimbo sempre allegro, coccolato dai sui genitori che gli trasmettono tanto amore pur avendo nel cuore tanto dolore. Ora Nicolas ha quasi 7 mesi e la sua forza muscolare inizia a diminuire. Due settimane fa Matteo e Candi (sua moglie) ci telefonano e mi chiedono se posso accompagnarli a Lourdes. “Vogliamo portarlo alla Madonna prima di iniziare ad usare le macchine di aiuto. Ci accompagni?” Come rispondere di no? 29 Settimana scorsa eravamo in volo per Lourdes. Pensavamo ad un viaggio da vivere da soli. Appena sull’aereo ecco un sacerdote che prende il microfono e ci invita a pregare. Subito pensiamo che forse era l’accompagnatore di un gruppo che si trovava in volo con noi. Ci rendiamo conto che invece facevamo parte di un pellegrinaggio di 3 giorni. Che grazia! Condividiamo con il sacerdote e con il gruppo il nostro dolore. Ogni visita alla grotta, ogni processione, diventa così una richiesta accorata per il miracolo della salute di Nicolas e per dare forza ai suoi genitori. Era la terza volta che andavo Lourdes. Ho sempre visto tanti malati in carrozzella. Questa volta è diverso. Nella prima carrozzella davanti a tutti i malati ci troviamo noi con Nicolas. Al bagno all’acqua benedetta c’è Nicolas. Non avevo mai voluto fare il bagno alle piscine. È stata la prima volta. Questo lasciarsi immergere nell’acqua gelida, abbandonandoti alle braccia delle due inservienti che ti dicevano: lasciati andare, ti teniamo noi. E ti immergevano completamente. L’ho vissuto con forte emozione ma rendendomi conto che questo “lasciati andare” è un metterti nelle mani di Dio. Abbandonarti a Lui con tutti i tuoi dolori, sapendo che Lui ha già portato tutto anche per te. Durante la liturgia eucaristica Matteo e Candi con Nicolas sono al primo posto davanti all’altare e ricevono la benedizione dei malati. Non certo un primo posto per mettersi in mostra. Sono solo le lacrime al primo posto. Senti che il Divino con sua Madre ti sono accanto. Respiri un’aria di Paradiso che non puoi spiegare se non la vivi. Ora siamo tornati a casa, ognuno con i propri impegni ma anche in questo aereo, tutti siamo rientrati con Nicolas parte di ognuno, tenendo vivo l’impegno di continuare a pregare per lui, per Candy e Matteo. La Chiesa è davvero viva ovunque ti trovi. Senza mura che ti circondano, ma aperta. Aperta ad accoglierti sempre anche quando tu non ci credi più. A volte sembra di crollare, di non farcela a sopportare altre croci, ma so che non sono sola. Tutti assieme però continuiamo a chiedere il miracolo per Nicolas e ancora di più a chiedere di accettare la volontà di Dio. Grazie a tutti. 30 Marina Abbiamo celebrato “Io ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” Riva Isabel Jane, di Tomas e Mary Jane Zanetti Lara, di Massimiliano e Claudia Rezzonico Leonardo, di Sacha e Marie-Pierre Hernandez Gia Sofia, di Alex e Ira Prisco Matilde, di Virginio e Oriana Cereghetti Lucia, di Igino e Anna Scariolo Giacomo, di Francesco e Sara Morosoli Martina, di Giordano e Linda Petracca Jonas Daniel,di Mick e Carla Schipani Diego, di Francesco e Cinzia Vassalli Eloise, di Sebastiano e Lara Zanolari Eric, di Marco e Raffaella Prati Oliver, di Andrea e Michela 23 maggio 30 maggio 5 giugno 13 giugno 13 giugno 20 giugno 20 giugno 20 giugno 27 giugno 11 luglio 8 agosto 5 settembre 5 settembre “Ti accolgo come mia sposa... mio sposo” Finardi Marco e Ferranti Davide e Esposito Francesco e Pasqualino Alain Thierrye Neri Andrea e Bianchini Davide e Sproccati Laura Quadri Flaviana Lurati-Grano Marianna Schamberger Federica Bendotti Silvia Fersini Debora 29 maggio 26 giugno 3 luglio 10 luglio 31 luglio 11 settembre “Chi crede in me, anche se muore vivrà!” Pezzani Maria Milani Rosina Fusi Osvaldo Gaggini Giovanna Colombi Angela Corti Beatrice Giannini Franco Pozzi Sara Crivelli Bruno 14 maggio 28 maggio 4 giugno 5 giugno 11 giugno 13 giugno 24 luglio 24 luglio 27 agosto 31 G.A.B. 6932 BREGANZONA Ritorni Parroco di 6932 Breganzona «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Vangelo secondo Giovanni 15,13) La forma più fondamentale d’amore è l’amore fraterno. Con questo intendo senso di responsabilità, premure, rispetto, comprensione per il prossimo; esso è caratterizzato dall’assenza di esclusività. Se io ho sviluppato la capacità di amare non posso fare a meno di voler bene ai miei fratelli. Nell’amore fraterno c’è il desiderio di fusione con tutti gli uomini, c’è il bisogno di solidarietà umana. L’amore fraterno si fonda sul principio dell’unione con i nostri simili. Le differenze di talento, d’intelligenza, di comprensione, sono trascurabili in confronto a quello che c’è in comune tra tutti gli uomini. Per sentire questa uguaglianza è necessario penetrare dalla superficie in profondità. Se io percepisco un altro essere solo in superficie, sento le differenze che ci separano. Se penetro in profondità, percepisco la nostra uguaglianza, ciò che ci fa fratelli. Questa è comunicazione profonda anziché superficiale. Erich Fromm TBS, La Buona Stampa sa, Pregassona (Lugano)