REDAZIONALE Un nuovo numero del bollettino è nelle vostre mani. Frutto della fatica non più di pochi stakanovisti: qualcuno in più tra i soci, e le firme lo testimoniano a pieno, adesso offre la sua collaborazione e Acquariofilia Contemporanea comincia ad essere, come tutti noi volevamo, davvero la nostra voce. Non è tanto, perché il più resta ancora da fare, ma non è neppure poco, perché abbiamo cominciato un cammino importante. La nostra associazione è nata, ormai parecchi anni or sono, motivata soltanto dalla voglia di stare insieme e di confrontarsi tra persone accomunate da un hobby. Una passione che, stagione dopo stagione, ci ha spinto ad organizzare mostre, viaggi, dibattiti... Poi gli spazi si sono via via ridotti, ma non per un nostro calo di entusiasmo, tutt'altro. Le mostre hanno prima perso l'abituale ritmo annuale e sono state poi di fatto sospese perché nessuno è stato in grado di offrirci una sala degna (e gratuita o almeno poco costosa!) né a Chieti né a Pescara. I viaggi vengono riproposti, ma le mete di interesse comune nonson poi tante in Italia. Gli incontri pure continuano, anche qui con mille difficoltà per mancanza di spazi. Il bollettino, allora. E' stato soprattuto sul foglio di informazione che più si sono riversate negli ultimi tempi le nostre energie. Col risultato di una graduale crescita negli spazi e nei contenuti. Non produciamo una rivista: non abbiamo né i mezzi né la volontà, oggi, per farlo. Vogliamo invece solo raccontarci le nostre esperienze e migliorare insieme, leggendo e scrivendo. Perché noi tutti, i soci del club, siamo i destinatari e quindi i lettori di questa pubblicazione e insieme ne siamo potenzialmente gli autori. Pronti a raccontare e a mettersi in discussione. A leggere e e imparare. Poca roba, in fondo. A noi tuttavia non pare affatto un risultato di poco conto... Pescara 10 marzo 1998 Luciano Di Tizio IN QUESTO NUMERO Redazionale pag. 1 La posta pag. 2 Brevissime pag. 3 Una copia omaggio per ogni amico pag. 3 Nel prossimo numero pag. 3 Il neofita entra negozio (2a parte) pag. 4 in Parliamo del combattente: la riproduzione pag. 7 Cena sociale pag. 10 Trichogaster leeri: il "gourami perla" pag. 11 Dolce, marino, o... pag. 15 Pet Magazine pag. 18 Rassegna stampa AVVtIStinOo per chi Ultimnohbaopllreovveduto al no mento della quota paga sociale AC Bollettino A.A.A. n.40 Pag. 1 LA POSTA Ho visto il vostro bollettino in un negozio di acquariofilia e ho subito pensato di iscrivermi all’associazione (come il vostro segretario già sa): è una grande opportunità quella di svolgere in qualche modo attività insieme ad altre persone che condividono questa mia passione. Ritengo poi che un bollettino rappresenti una maniera ottimale per scambiarsi esperienze e per ricevere informazioni. Ed è quest’ultimo punto l’oggetto della mia r i c h i e s ta ad Acquariofilia Contemporenea: perché non consigliate qualche buon libro che dia le informazioni giuste a chi comincia? R.G. - Chieti La letteratura acquariofila è oggi abbastanza vasta, a differenza di quanto accadeva in passato. Per cui di libri “buoni” ce ne sono tanti. La più recente pubblicazione in lingua italiana è, a quanto ci risulta, I’ “Atlante di aquarium” Mergus della Primaris di Rozzano (Milano). Una sorta di enciclopedia che dice tutto quanto c’è da sapere sia genericamente sull’acquario sia su praticamente tutte le piante e i pesci Pag. 2 AC Bollettino A.A.A. n.40 normalmente allevati in cattività. Libro completo, ma pure ponderoso e di prezzo adeguato a quello che offre. Meno impegnativi, della stessa casa editrice, il classico “Tutto acquario”, giunto alla sua terza edizione, e il manuale “ll primo acquario”, in vendita - come tutti i testi della stessa collana - attualmente ad appena 16.000 lire. Cambiando casa editrice pure l’Olimpia di Firenze ha in catalogo diverse pubblicazioni del nostro settore. Della bolognese Aquaristica è invece “L’acquario ottimale” guida pratica al sistema Dupla, ma utilizzabile anche come testo di informazione generale. I testi citati, sia chiaro, non sono certo gli unici disponibili. Un negozio ben fornito potrà offrirle un panorama valido e completo. Per eventuali ulteriori informazioni circa la disponibilità di testi che la nostra associazione mette a disposizione dei soci, può invece consultare anche il nostro bibliotecaio Amedeo Pardi. Oltre ad alcuni dei testi su menzionati, la nostra biblioteca è fornita di riviste (italiane ed estere) anche degli anni passati. BREVISSIME 135 MILIONI PER CURARE LA TARTARUGA Londra-Donald Moss ha lasciato un'eredità di 50.000 sterline alla signora Caroline Williams perché accudisca la sua tartaruga "Big tibby" ed il suo coker spaniel. (Il tempo 28 novembre 1997) UNA COPIA OMAGGIO PER OGNI AMICO Acquariofilia Contemporanea rappresenta un ulteriore piccolo sforzo che la nostra Associazione -che in maggio compie 16 anni!- per essere vicina ai propri soci e agli acquariofili in genere. Perché il bollettino possa essere via via più ricco e interessante ci occorre tuttavia partecipazione, anche da semplici lettori. A.C. è riservata ai soci, ma qualsiasi acquariofilo può diventare socio con una minima spesa annuale (35.000 lire). Facciamoci conoscere, allora: basta fare avere 1.000 lire in francobolii al segretario per poter spedire a un amico o a un conoscente acquariofilo IA! HU! HU! Al GALOPPO! una copia-saggio. Se ognuno di noi troverà due o tre PAPA ' A 150 ANNI amici cui fare questo regalo, chissà se A 150 anni, Cunegonda, la tartaruga il numero dei soci non potrà subire un maschio tanto cara al poeta Marino consistente aumento. Moretti, che gli dedicò anche un paio di liriche, è divenuta papà di quattro tartarughine. Conegonda, che vive nel cortine di casa Moretti sul porto canale La terza puntata sul Betta di Cesenatico, è stata fatta accoppiare per dare continuità all'albero splendens: L'allevamento genealogico. La destinazione dei selettivo quattro piccoli è regolata da un'apposita convenzione: due andranno al comune l'intervista al di Cesena, gli altri due a quello di Continua Cesenatico che li farà crescere nel negoziante per l'allestimento di cortile di casa Moretti accanto a papà una vasca Cunegonda. Marino Moretti, grande poeta e narratore, scomparve nel 1979 Consigli per le vacanze all'età di 94 anni. (Il Messaggero 5 ottobre 1997) Nel prossimo numero AC Bollettino A.A.A. n.40 Pag. 3 2a parte I L N E O F I TA E N T R A I N N E G O Z I O di Lorenzo Marcucci C o n t i n u i a m o l a s e r i e d i a r t i c o l i d e d i c a t i a l p r i n c i p i a n t e . P a r l a n d o q u e s ta v o l ta di equilibrio biologico, del ciclo dell’azoto, di filtraggio e di materiali filtranti. Pag. 4 AC Bollettino A.A.A. n.40 O2 +C C. Si parla spesso di equilibrio biologico o qualcosa di simile, ma cosa si intende di preciso? N. L’acquario è un ecosistema complesso e quindi occorre che si stabilizzi, appunto che raggiunga l’equilibrio tra i vari esseri viventi che lo occupano. In pratica le riassumo cosa avviene in natura e quindi cosa dovrebbe avvenire anche in acquario. Come ben sa, tutti gli esseri viventi si alimentano. Alcune parti del cibo sono utilizzate mentre altre vengono espulse tramite urina e feci. Questi prodotti di scarto vanno ad inquinare l’acqua in quanto dalla loro decomposizione si produce ammoniaca che per i pesci risulta molto tossica. Questa viene trasformata dai batteri in prodotti chimici meno tossici, precisamente in nitriti e nitrati, che in parte vengono assorbiti dalle piante come nutrimento ed in parte restano nell’acqua. Ma non sono solo feci ed urine ad inquinare. Anche le piante contribuiscono, ad esempio con le foglie che marciscono. Ma il più grande inquinatore di un acquario è l’acquariofilo. O meglio il cibo che spesso sommistra in dosi superiori a quelle necessarie, mettendo a dura prova l’equilibrio esistente. Il processo appena descritto si chiama CICLO DELL’AZOTO CE LU CLIENTE Buona sera! Ho visto il depliant che lei mi aveva gentilmente dato l’ultima volta, ma ho ancora alcuni dubbi. NEGOZIANTE Buona sera! Non si preoccupi è del tutto normale. Mi dica. CICLO DELL'AZOTO I residui organici vengono trasformati in nitrati dai batteri nitrificanti. Questi ultimi vengono assorbiti da piante ed alghe Tratto dall'opuscolo L'elemento acqua Tetra Il tempo necessario affinché questo equilibrio si instauri è variabile. Una volta si consigliava di attendere 4-5 settimane dall’allestimento della vasca prima di introdurre i pesci, in modo da dare il tempo ai batteri di colonizzare il filtro. Tale tempo può essere ridotto ricorrendo all’immissione nel filtro di materiali filtranti “usati” (e quindi colonizzati) provenienti da un’altra vasca oppure ricorrendo ad apposite colture di batteri selezionati in vendita nei negozi di acquariofilia. Occorre inoltre considerare che i pesci respirano e quindi assumono ossigeno ed emettono anidride carbonica, al contrario le piante (quando ricevono la luce e possono attivare la fotosintesi clorofiliana) assumono anidride carbonica e producono ossigeno. O2 Di giorno le piante assumoono anidride carbonica e producono ossigeno, mentre i pesci assumono ossigeno e emettono anidride carbonica Ecco qui che si spiega l’importanza delle piante (come “depuratrici”) e dell’illuminazione in acquario (che consente loro di vivere e prosperare). C. Quindi se sono le piante a produrre ossigeno, a cosa servono le bollicine che si vedono in molti acquari? N. Anche loro servono a facilitare la diffusione dell’ossigeno in acqua. Solo che la loro funzione è diversa da quella che normalmente si crede in quanto non sono le bollicine che danno direttamente ossigeno all’acqua (o per lo meno lo fanno solo in minima parte). L’ossigeno “penetra” nell’acqua principalmente a livello della superficie di contatto aria/acqua; quindi le bollicine, quando arrivano a galla ne la superficie che viene a contatto con l’aria atmosferica. In questo modo facilitano la penetrazione dell’ossigeno nell’acqua. Per ottenere le bollicine occorre un areatore, ovvero una specie di O2 Di notte sia i pesci che la piante assumono ossigeno ed emettono anidride carbonica Tratto dall'opuscolo L'elemento Acqua Tetra minicompressore in grado di creare una pressione dell’aria sufficiente ad azionare la pietra porosa che è quella che produce le bollicine. Lo stesso effetto si può ottenere anche con le pompe, quelle che normalmente azionano il filtro, sistamendone l’uscita nei pressi della superficie dell’acqua. C. A proposito di filtro, ho letto che ne esistono diversi tipi, ma quale conviene utilizzare. N. Innanzitutto diciamo a cosa serve il filtro. Le funzioni principali sono due: AC Bollettino A.A.A. n.40 Pag. 5 modificare le caratteristiche chimiche dell’acqua come fa il carbone che assorbimento i prodotti disciolti oppure la torba che rilascia sostanze acidificanti, eccetera. Quindi sostanzialmente abbiamo due tipi di filtro: meccanico e biologico. Veramente filtri interamente meccanici non esistono in quanto qualsisasi filtro, dopo alcuni giorni di funzionamento, viene colonizzato dai batteri e quindi diventa anche biologico. In ogni caso la distinzione serve per capire la differenza esistente tra quei filtri relativamente piccoli e dotati di pompe che in proporzione sono molto potenti (meccanici) e quelli relativamente grandi e dotati di pompe meno potenti (biologici). I primi vanno puliti molto frequentemente mentre nei secondi la pulizia ordinaria si limita al solo prefiltro. Infatti in questi ultimi i materiali filtranti vanno toccati il meno possibile per evitare di danneggiare la colonia di batteri che li rendono “filtri vivi”. Gli scambi gassosi avvengono a livello di superficie di contatto aria/acqua. Una leggera areazione o comunque un movimento di tale superficie agevola questi processi Tratto dall'opuscolo L'elemento acqua Tetra trattenere lo sporco grossolano per consentire la sua eliminazione dall'acquario (azione meccanica) e favorire l’insediamento dei batteri che come abbiamo visto hanno il compito di trasformare i prodotti tossici che si producono (azione biologica). A queste funzioni se ne aggiungono altre come: far circolare l’acqua in modo da non avere zone in cui resti acqua stagnante, quindi migliorare lo scambio dei gas movimentando la superficie dell’acqua, Pag. 6 AC Bollettino A.A.A. n.40 C. E come materiali filtranti quali si devono usare? N. Anche in questo caso occorre distinguere quella che deve essere la loro funzione. Quindi abbiamo materiali più adatti a svolgere funzioni meccaniche (fibra di perlon), altri che svolgono funzioni meccanico-adsorbenti (carbone), altri deputati a modificare le caratteristiche chimiche dell’acqua (torba, resine), altri ottimi per l’insediamento dei batteri (cannolicchi di ceramica, palline di plastica, spugna sintetica). C. Una bella confusione, non le pare? N. Potrebbe sembrare, ma finché non ha le idee ben chiare, può affidarsi ai consigli del negoziante o ... di un buon libro. In ogni caso non si preoccupi eccessivamente. L’importante è far uso solo di materiali per uso specifico per acquariofilia in quanto A.A.A. foto tratta dalla Enciclopedia dei pesci d'acqua dolce Primaris PARLIAMO DEL COMBATTENTE La riproduzione 2a parte di Luciano Di Tizio Dimorfismo sessuale Tra i Betta il dimorfismo sessuale è evidente: il maschio, semmai ci fosse bisogno di ricordarlo, ha pinne meglio sviluppate e colorazione più appariscente. Distinguere in negozio o presso un altro acquariofilo un bel maschio da riproduzione non è dunque un problema. Semmai qualche attenzione va consigliara per le femmine: è possibile che in presenza di un maschio dominante altri giovani maschi costretti a vivere nella stessa vasca non assumano la livrea tipica del loro sesso stanno decisamente dimessi: con la livrea delle femmine. In tal caso, ovviamente, anziché accoppiamenti ci saranno botte! E non è il caso di fare confusione... Se nella vasca ci sono soltanto femmine ogni rischio è scongiurato: nessun maschio senza rivali dominanti resterebbe senza il suo bel corredo di pinne. Se invece abbiamo dubbi basterà lasciare la “presunta femmina” da sola per un paio di settimane e ogni dubbio sarà chiarito: se il sesso è quello giusto non cambierà livrea e le pinne resteranno di modesta estensione; se è un maschio “in incognito”, senza la scomoda coesistenza con un dominante, si rivelerà per quello AC Bollettino A.A.A. n.40 Pag. 7 IL LABIRINTO Parlando del combattente e degli Anabantidi in genere sentiremo certo parlare del “labirinto”. Occorre capire allora di che cosa si tratta. Questo organo è semplicemente una cavità sovrastante le camere branchiali che contiene formazioni ossee a rosetta rivestite di una membrana riccamente vascolarizzata e collegata con la cavità orale attraverso una piccola fessura. Quando il pesce “abbocca” in superficie inala una certa quantità di aria che viene spinta dentro la camera del labirinto (camera epibranchiale, cioè “al di sopra delle branchie”) dove la membrana, grazie ai numerosissimi capillari assorbe l’ossigeno. L’aria già sfruttata viene quindi espulsa attraverso le branchie, appena dopo un nuovo atto respiratorio. In tal modo la camera del labirinto è costantemente piena d’aria. lì sistema di respirazione attraverso il labirinto può in ogni modo variare da specie a specie e non per tutte è stato dettagliatamente studiato. Nel caso del Betta splendens integra la respirazione branchiale e consente alla specie di resistere anche in acque estremamente Pag. 8 AC Bollettino A.A.A. n.40 che è e noi non commetteremo errori. Escluso ogni eventuale errore nella scelta dei partner, possiamo occuparci più concretamente della riproduzione. Riproduzione Il Betta è certamente da questo punto di vista un pesce “facile”: non ha infatti esigenze per quel che riguarda la qualità dell’acqua ed è sufficiente uno spazio ristretto. In più è maturo dal punto di vista sessuale già a 8-10 mesi, il che riduce i tempi di attesa tra una generazione e l’altra. IL NIDO In natura in epoca riproduttiva ciascun maschio comincia, tra la vegetazione di superficie, la costruzione di un “nido” di schiuma: un insieme di bolle d’aria non troppo esteso (mediamente 2 o 3 cmq) e invece di un certo spessore (3-4 cm.). Una realizzazione che impegna il maschio a lungo, anche per più giorni, con la successiva aggregazione di nuove bollicine sin d’ora strenuamente difese da qualsiasi altro conspecifico: a nessuno sarà permesso di avvicinarsi e in questa fase neppure alla femmine. IL CORTEGGIAMENTO A lavori conclusi invece il maschio avvierà la ricerca di una femmina già pregna di uova che verrà invitata all’accoppiamento attraverso una seducente “danza di corteggiamento”. Diverse le reazione delle femmine “invitate”: quelle già pronte e quindi disponili all’accoppiamento si avvicinano in posizione appena un po’ obliqua, con la testa verso il basso e spesso con due bande orizzontali ben visibili su ciascun fianco. Quelle non ancora pronte invece ignorano la danza e si allontanano rapidamente. La coppia appena formata si sposta a questo punto sotto le bolle e qui avviene l’accoppiamento. PICCOLI TRUCCHI In acquario tutto quello che è stato sin qui sommariamente descritto avviene unicamente se la vasca è grande e ospita soltanto un maschio e qualche femmina più qualche altro pesce tranquillo. Nella gran parte dei casi invece la situazione è ben diversa, con i betta maschi tenuti in vasche a scomparti, le “bettiere” appunto, oppure in barattoli, mini contenitori e quant’altro. Si tratta allora di offrire a ciascun maschio la possibilità di riprodursi ospitandolo in solitudine in una vasca, anche piccola (non meno però di 10 litri), con una o più piante che arrivino sino alla superficie dell’acqua e divisa in due da un vetro. L’ideale maschio comincerà presto a costruire il suo nido. A nido ultimato si dovrà osservare con attenzione il comportamento della coppia. Il maschio si avvicinerà al vetro divisorio a pinne spiegate con crescente frequenza: se la femmina tende a fuggire vuol dire che non è ancora pronta; se invece dà l’impressione di voler seguire il compagno, allora è il momento di sollevare il vetro divisorio - con grande attenzione per non danneggiare il nido - quel tanto che basta perché la femmina traslochi nel settore del maschio. A questo punto se tutto “funziona” al meglio ci sarà l’accoppiamento, con i partner Femmina di Betta splendens Foto tratta dalla Enciclopedia dei pesci d'acqua dolce Primaris “abbracciati” sotto al nido, e la deposizione delle uova che cadranno in parte verso il tondo, ma saranno puntualmente raccolte dal maschio e “sputate” nel nido. A questo punto. con una operazione inversa a quella fatta per unire i partner, si dovrà fare in modo che la femmina possa tornare nella sua zona, al sicuro dalle “attenzioni” del focoso compagno. Dopo qualche giorno le uova schiuderanno e dal nido emergeranno in gran numero le microscopiche codine dei nuovi nati: infusori, nauplii di Artemia appena schiusi e microvermi sono il cibo migliore, via via, nei primi giorni di vita. Ci possiamo fermare qui: le prime due parti di questa chiacchierata tra amici sul Betta splendens ci hanno consentito di ripassare tutti insieme le informazioni generali sull’allevamento della specie (sul numero scorso) e sulla sua riproduzione (ciò che avete appena letto). Dal prossimo numero entreremo più specificatamente nel discorso che più ci interessa: il Betta come pesce da esposizione: informazioni, consigli e piccoli e grandi “trucchi” per avere successo. E se nel frattempo A.A.A. qualche socio vorrà farsi vivo con AC Bollettino A.A.A. n.40 Pag. 9 CENA SOCIALE Cena sociale di buon successo per il nostro club. Rinnovando la tradizione, che da tempo era stata in verità un po' troppo trascurata, il Direttivo ha invitato utttii soci, vecchi e nuovi, a mangiare una pizza insieme. Buona la partecipazione e gradevole l'atmosfera che si è respirata. Unico problema: la musica (nel locale era in funzione un piano bar ed erano al lavoro degli animatori con tanto di balli e giochi vari) ha reso non semplici le comunicazioni verbali. Ma la qualità della pizza (il pizzaiolo proprio in questi giorni ha vinto un premio a livello interregionale per la qualità del suo prodotto) ha largamente compensato il fastidio. Del resto non erano previsti come è giusto in queste occasioni- né discorsi né altro del genere: solo la presentazione ufficiale del nuovo bollettino che ha riscosso un meritato successo tra tutti i presenti. Oltre questo era solo un'occasione Pag. 10 AC Bollettino A.A.A. n.40 per stare insieme tra amici, per mangiare bene e, perché no?, scambiarsi le impressioni sulle ultime novità acquariofile. Solo tra vicini, però, perché parlare a tutti era, l'abbiamo già detto, fisicamente impossibile. Hanno partecipato una trentina di persone. Niente male per un incontro organizzato in pochi giorni, attraverso un semplice giro di telefonate che ha comunque raggiunto tutti gli iscritti (se è sfuggito qualcuno ce ne scusiamo). L'ultimo incontro del genere c'era stato ormai parecchio tempo fa. Quello appena svolto è, nelle intenzioni del Direttivo, il primo di una nuova serie che dovrebbe prevedere non meno di un paio di appuntamenti annuali che vanno ad aggiungersi agli incontri istituzionali (assemblee conferenze), per completare e migliorare la vita del club. Una pizza o magari una pasta asciutta e altro ancora: in fondo mica si vive di solo foto tratta dalla Enciclopedia dei pesci d'acqua dolce Primaris TRICHOGASTER LEERI IL “GOURAMI PERLA” di Renato Di Loreto Questa volta vorrei parlarvi di un pesce che non è allevato spesso da parte degli acquariofili, malgrado i negozi del settore lo espongano nelle loro vasche quasi regolarmente: non sapete cosa vi perdete! Il leeri è per i Trichogaster quello che il lalia è per i Colisa: la più bella specie del gruppo. MORFOLOGIA E ADATTAMENTO ALL’AMBIENTE Questo pesce appartiene alla famiglia dei Belontiidi (un tempo veniva classificato nella famiglia Anabantidae) ed ha l’apparato respiratorio a forma di “labirinto” (cfr “Colisa chuna” su Bollettino AAA n. 37 di set/ott 97) che gli consente di assumere ossigeno atmosferico in aggiunta o in sostituzione a quello presente nell’acqua. La risposta al perchè di questa strana e stupefacente caratteristica sta nel loro habitat naturale (Borneo, Sumatra, Thailandia) costituito da ambienti acquatici molto poveri di ossigeno coincidenti con zone con scarsa corrente d’acqua o in veri AC Bollettino A.A.A. n.40 Pag. 11 acquario in cui vi siano alcuni T. leeri da diverso tempo: subito qualcuno di essi si precipita a fare la conoscenza del nuovo arrivato “assaggiandolo” con le sue pinne ventrali (questo atteggiamento tra l’altro lo si osserva in particolare modo nei Colisa lalia, molto più che negli altri Labirintidi). Trichigaster trichopterus, un parente prossimo del nostro T.leeri tratto da Enciclopedia dei pesci d'acqua dolce Primaris e propri bacini di acqua stagnante molto calda, torbida e ricca di vegetazione in parte marcescente. Condizioni del tutto proibitive per le altre specie di pesci ma non per il nostro T. leeri e possiamo verificare questa loro adattabilità (e quindi in definitiva la loro robustezza) anche nei nostri acquari allorquando persista un inquinamento a causa di acqua sporca (detriti di vario tipo) o molto vecchia. In tali condizioni uno Pterophyllum scalare (per dire di un pesce generalmente robusto) dopo alcuni giorni comincerebbe a soffrirne. Inoltre l’altra caratteristica che si riscontra nei luoghi di origine dei T. leeri, e cioè a volte la scarsa visibilità, sembra che sia alla base della trasformazione delle pinne ventrali in due lunghi raggi filiformi aventi funzioni tattili e gustative costituendo pertanto la risposta del loro organismo alle avverse condizioni ambientali naturali in cui vivono: insomma bisogna proprio avere due “braccia” lunghe per orientarsi e cibarsi in quei luoghi. A questo proposito possiamo notare un uso caratteristico di questi raggi pettorali allorquando immettiamo un pesce in un Pag. 12 AC Bollettino A.A.A. n.40 UNA MAGNIFICA COLORAZIONE Allevare il “Gourami perla” è un qualcosa di veramente particolare a causa della sua sfrontata bellezza: è difficile descrivere la sua livrea, bisognerebbe acquistarlo per gustare appieno i suoi colori. Dirò solamente che i maschi in età adulta, i quali si differenziano dalle femmine anche per la pinna dorsale più lunga, hanno un sottogola così rosso e un pinnaggio così ampio da farli assomigliare a delle vere e proprie “perle”. Inoltre le macchioline tonde e bianche, che gli hanno reso il suo soprannome e di cui è punteggiato tutto il corpo, diventano Colisa fasciata un altro anabantide proveniente dalle stesse zonedel T.leeri tratto da Enciclopedia dei pesci d'acqua dolce Primaris sempre più evidenti con l’aumentare dell’età. L’ACQUARIO IDEALE L’allevamento dei Trichogaster leeri, per altro molto facile e interessante, è condizionato per gli appassionati del Genere dalla nota clausola principale, data la loro attitudine a respirare ossigeno atmosferico, e cioè quella di assicurare che sopra la superficie dell’acqua di un acquario che li ospiti vi sia uno strato di aria sempre caldo e umido. Ricordo che ciò si realizza semplicemente tenendo ben chiuso il o i relativi coperchi, soprattutto nelle giornate più fredde. I Trichogaster leeri non sono affatto esigenti per quanto riguarda i valori chimici dell’acqua, comunque gli si consente di vivere in buona salute se lo si alleva in un liquido avente un pH neutro, una durezza media e una temperatura che si aggiri sui 25°26°C (temperature un poco più alte se si intende riprodurli). Alcune volte esemplari acquistati adulti, a causa della loro innata timidezza, possono avere dei problemi nella fase di ambientamento (un breve periodo di digiuno unitamente ad una certa facilità a spaventarsi), ma ciò è risolvibile ospitandoli innanzitutto in acque con i suddetti valori chimici, somministrando per i primi giorni alcune gocce di vitamine sul cibo o nell’acqua e ovviamente cercando per i primi giorni di sostare dinanzi alla loro vasca il meno possibile. Pertanto è senz’altro meglio acquistare dei giovani non solo per la loro maggiore adattabilità ma anche per avere un piccolo gruppo di questi pesci che risulta essere più corretto sia esteticamente che soprattutto da un punto di vista biologico, in quanto essi sono molto più “pesci di gruppo” rispetto ad esempio agli esemplari appartenenti al genere Colisa e ciò lo si può notare allorquando i T. leeri si spaventano perchè, nuotando in maniera precipitosa, assumono una formazione compatta al contrario delle Colisa che in genere fuggono in maniera disordinata. L’ambiente più idoneo per i Trichogaster leeri (considerando che in questa specie una lunghezza di 15 cm raggiunta in acquario non è una rarità) è un contenitore molto spazioso, più largo che alto (sono pesci di superficie e quindi propensi a stabilire territori in quella parte della vasca), ben erborato, con vegetazione galleggiante ed una buona illuminazione la quale, con l’aiuto delle piante, ci consentirà di realizzare un biotopo molto vicino a quelle naturale cioè con zone più illuminate rispetto ad altre più in ombra. I Trichogaster leeri sono pesci veramente molto socievoli con esemplari di altre specie e non sono neanche pericolosi nella difesa del loro territorio o comunque non così aggressivi, specie durante la riproduzione, quanto le Colisa o i Trichogaster trichopterus. La convivenza con pesci più grandi o fortemente territoriali (quindi potenzialmente aggressivi) va a tutto svantaggio dei nostri leeri, è quindi raccomandabile allevarli da soli o in presenza di specie pacifiche (è molto bella AC Bollettino A.A.A. n.40 Pag. 13 la coabitazione con piccoli pesci di origine asiatica come le Rasbore, un pesce che si fa sempre e comunque gli affari suoi). Il Trichogaster leeri avrebbe bisogno, se si volessero rispettare in pieno le sue esigenze, di una vasca avente un’altezza d’acqua non superiore ai 25-30 cm. Ora, per essere sinceri, è certamente possibile allevarlo in un acquario normalmente più alto e la mia esperienza sta a dimostrare che questi pesci vivono bene e a lungo (il mio gruppo principale di tre coppie di riproduttori, escludendo altri quattro giovani esemplari, ha quasi 5 anni d’età) anche con livelli di acqua intorno ai 40 cm, sempre che ovviamente si garantisca la presenza di un abbondante vegetazione. LA RIPRODUZIONE, UN EVENTO SEMPRE AUSPICABILE Diverso è il discorso per quanto riguarda la loro riproduzione. In questo caso un livello dell’acqua basso favorisce enormemente l’accoppiamento di questi pesci e addirittura alcuni Autori consigliano di abbassare l’acqua anche fino a 20 o 15 cm, se si dovessero incontrare problemi nella loro riproduzione. A questo proposito gli stessi esperti aggiungono che in un ambiente acquatico così basso i Trichogaster leeri giungerebbero a scavare nel materiale di fondo, immediatamente sotto il caratteristico nido di schiuma, una piccola buca: quali siano le ragioni di un simile atteggiamento purtroppo non è dato saperlo. L’accoppiamento in questi pesci ha le stesse modalità di quello degli altri Labirintidi ad eccezzione delle Colisa lalia e del Trichogaster microlepis, i quali aggiungono alla schiuma prodotta da loro vari detriti vegetali raccolti in ogni angolo Pag. 14 AC Bollettino A.A.A. n.40 della vasca. Un nido di schiuma di leeri è molto grande e alto ed è formato da varie ed intense emissioni di bollicine molto fini. Dopo il caratteristico abbraccio sotto di esso da parte della coppia vi è la deposizione di numerose uova in una quantità comunque inferiore rispetto ad esempio al Trichogaster trichopterus. Le larve sono molto sensibili alle condizioni dell’acqua nonchè alla sua più o meno limpidità ed una volta assorbito il sacco vitellino vanno alimentate con un cibo vivo di ridottissime dimensioni (infusori da preparare in casa) per passare successivamente ai classici naupli di artemia badando a sifonare i resti durante ogni cambio dell’acqua (se gli avannotti sono allevati in una piccola vasca a parte i cambi d’acqua dovranno essere quotidiani cioè dopo ogni somministraziore di cibo) che deve avvenire spesso a causa della scarsa resistenza che hanno gli avannotti dei T. leeri nei confronti di un liquido anche solo leggermente inquinato. Esiste inoltre un problema generale nello svezzamento di avannotti di Labirintidi e il nostro pesce non ne è certo immune e consiste nella facilità di contrarre pericolosi raffreddamenti a carico dell’apparato branchiale allorquando essi, dopo circa un mese di vita, cominciano ad abboccare aria in superficie: in questo caso vale la raccomandazione iniziale di assicurarsi sulla buona chiusura dei coperchi del A.A.A. proprio acquario. CONCLUSIONI Il Trichogaster leeri è in definitiva un pesce che può dare molta soddisfazione all’acquariofilo medio ma anche al più esperto se solo la smettesse di pensare ACQUARI SPECIALI DOLCE, MARINO, O... Vorremmo presentare su queste pagine degli acquari "speciali" che anche se non unici risultino almeno rari nel loro genere. Una particolare attenzione andrà posta alle vasche che si differenziano per le caratteristiche tecniche, ma non saranno tralasciate quelle "spettacolari" solo da un punto di vista di arredamento. Anzi se qualcuno dei lettori è in grado di segnalarcene qualcuno.... La serie inizia con una vasca senza dubbio unica. E' stata realizzata dall'Ing. Gianfranco Gallo, che gentilmente ci ha concesso di fotografarla e ci ha fornito tutte le informazioni che ci hanno consentito di realizzare queste note, circa dieci anni fa (e questo ne conferma la validità anche da un punto di vista tecnico). L'IDEA L'inventore voleva un acquario marino, ma non si accontentava di una vasca spoglia, priva di piante. Così è maturata l'idea. Perché non realizzare una vasca marina incastonata in una vasca d'acqua dolce ricca di piante? In questo modo la parte marina avrebbe fruito esteticamente del verde fornito dalla parte dulcacquicola che la avrebbe circondata su tre lati. LA VASCA Detto fatto. In breve è stata realizzata una vasca lunga 130 cm, larga 50 cm ed alta 55 cm. Al suo interno sono stati incollati i vetri che ne hanno isolato una parte e quindi realizzato una seconda vasca delle seguenti dimensioni: lunghezza 80 cm, larghezza 30 cm, altezza 55 cm. In pratica dei circa 350 litri lordi ne sono stati dedicati 130 al marino ed i restanti 220 all'acqua dolce. AC Bollettino A.A.A. n.40 Pag. 15 (Nota: nel disegno soprastante si può vedere la pianta della realizzazione) Tutta la realizzazione è stata a sua volta incastonata nello spazio esistente tra un muro divisorio e una colonna portante e collocata su un apposto mobile che da un lato è bianco come le pareti, dall'altro è in legno come il resto dell'arredamento. La visione, come si può facilmente intuire, è garantita da ambedue i lati: il lato esclusivamente "dolce" è rivolto alla porta di ingresso all'appartamento, mentre quello in parte "marino" ed in parte "dolce" è stato rivolto verso il salotto. LE SOLUZIONI TECNICHE Ma queste vasche si distinguono anche per le soluzioni tecniche adottate. inserite delle vasche di vetro strette e lunghe divise in scomparti. In queste l'acqua viene portata da una pompa centrifuga che ne garantisce una preventiva ossigenazione; poi per tracimazione la stessa torna in vasca ossigenandosi ulteriormente. Ovviamente le pompe sono munite di una griglietta che impedisce ai pesci di venire risucchiati. I materiali filtranti utilizzati sono tipicamente biologici: cannolicchi di ceramica. A questo tipo di filtraggio che ho definito principale si affianca un secondo sistema differente nelle due vasche. Nella marina c'è un classico sottosabbia. In quella d'acqua dolce invece si trovano due filtri interni autocostruiti in plexiglass e alluminio anodizzato. Ognuno è formato da due scomparti riempiti con cannolicchi e fibra di perlon. I due filtri vengono puliti alternativamente per evitare di rovinare tutta la flora batterica in occasione della manutenzione ordinaria. Contrariamente a quanto credevo l'utilizzo di alluminio anodizzato non ha provocato problemi di sorta. ILLUMINAZIONE COPERCHI I coperchi sono stati realizzati in alluminio anziché in vetro. FILTRAGGIO Il filtraggio principale è affidato ad un sistema oramai quasi in disuso, ma che all'epoca andava molto in voga. In pratica nello spazio che si trova tra il pelo dell'acqua ed il coperchio sono state Pag. 16 AC Bollettino A.A.A. n.40 L'illuminazione delle due vasche è garantita in totale da quattro lampade fluorescenti da 20 W cadauna sistemate sopra il livello dell'acqua nei pressi delle vaschette di filtraggio principale. PARTICOLARITÀ L'ingegner Gallo ha inoltre provveduto personalmente alla realizzazione delle pietre, o meglio dei legni porosi Si nota chiaramente la convivenza di arredi tipici dulcacquicoli piante ed anforette e marini (scheletri di coralli). Ma non è una brutta accozzaglia fatta da un principiante. All'estrema destra si riconosce un Amphi-prion mentre subito a sinistra ci sono utilizzando del legno di tiglio tornito ed inserito sui tappi di gomma che normalmente si utilizzano per le sedie di casa. In questo modo ha ottenuto il tipico effetto che si ottiene con le "pietre" porose in legno di rosa comunemente in vendita (ovvero delle bollicine minutissime che salgono verso la superficie dell'acqua quasi ondeggiando), ma senza dover ricorrere agli areatori molto potenti che di solito occorrono. Prima di concludere con gli aspetti tecnici, voglio di nuovo ricordare che questo acquario è in funzione Il vetro divisorio tra vasca marina e dolce è chiaramente visibile e divide i due mondi: uno ricco di piante, l'altro spoglio ed arredato con coralli. Nel corso del tempo purtroppo sono state l a m e n t a t e microperdite che hanno co-stretto a "ripassare" il silicone sulle AC Bollettino A.A.A. n.40 Pag. 17 ininterrottamente da circa 10 anni. Questa è la riprova che tutto è stato ben calcolato e ben realizzato. L'ASPETTO ESTETICO Oramai sono oltre venti anni che mi interesso di acquari e devo sinceramente dire che sono rimasto sbalordito dalla vasca che sto descrivendo. Ne avevo viste alcune con base triangolare, esagonale, circolare, a elle, con vetri curvi, ma mai una così particolare. L'effetto ottico d'insieme è veramente unico. Quando i vetri divisori tra vasca marina e dolce sono perfettamente puliti non si ha la percezione di dove finisce una vasca e dove inizia l'altra e quindi si possono vedere nuotare "insieme" Amphiprion e Rasbore oppure Dascillus e Velifere o ancora Abudefduf e Scalari.sazione indescrivibile. L'effetto è in parte visibile anche nelle foto, anche se obiettivamente occorre "toccare con mano" per poter apprezzare a pieno la realizzazione. L'unico appunto che mi sento di fare è che forse poteva essere evitato il Pag. 18 AC Bollettino A.A.A. n.40 PET MAGAZINE Da questo mese anche Pet Magazine entra a far parte della nostra emeroteca. La rivista riservata agli operatori del settore (il significativo il sottotitolo è: "Il mensile per i professionisti degli animali domestici") viene inviata in omaggio alla nostra Associazione grazie alla cortesia dell'editore T&T - Te a m & T h i n k s r l e d e i responsabili giornalistici che ringraziamo. Nel numero di marzo-aprile (anno 4, n.2/3), il primo che ci è appena pervenuto, di particolare interesse per il nostro settore un servizio sui pesci arcobaleno australiani dei generi Melanotenia, Glossolepis e altri, firmato da Giampiero Nieddu, acquariologo veterinario. Per quanto riguarda la terrariofilia Giuseppe Visigalli si occupa del coloratissimo Phelsuma, mentre si parla delle tartarughe per una iniziativa Sera rivolta in particolare fastidioso effetto che creano i due vetri RASSEGNA STAMPA dalla rivista: aquarium gen/98 -------------------------------------Gasteropelecus sternicia:non volano, ma saltano ... -Fotocronaca di una riproduzione di Aphyosemion -Piante ed alghe in acqua dolce -Verminosi in acquario -Ottimizzare l'allevamento di organismi marini -Arredare l'acquario con le pietre -Esperienze con i cagnetti del lago di Garda dalla rivista francese: Aquarium magazine feb/98 ------------------------------------Kryptopterus bicirrhis:un sognodi vetro -Corydoras panda -I Corydoras -piante:Bacopa amplexicaulis -I Guppy: un'alchimia riuscita -I Gastromyzonidi:dei pesci ventosa -Le Razze d'acqua dolce -marino:Unite l'utile al bello -marino:I cervelli di Nettuno -Steatocranus tinanti -Dalla passione al Club -marino:Calappa calappa: un grande timido dalla rivista : HobbyZoo gen/98 ------------------------------------Muschi d'acqua -Acquariofilia in mostra a Volterra -Interzoo 98 dalla rivista americana: Tropical Fish hobbyist: nov/97 ---------------------------------Vivipari della Florida (2a parte) -marino:Paracanthurus hepatus -marino: Tridacne: giganti delicati per acquari di barriera. -Razze elettriche -Coltelli affilati -Pangasius sutchi:'pescecane' iridescente -Nuovi ciclidi dal SudAmerica -Imparare dalla natura (Amano) -Giardinaggio con acqua -Il mondo dei vivipari -Pescando nella "rete" -Problemi di sistematica nei Tetra rosa dalla rivista americana: Tropical Fish hobbyist: dic/97 ---------------------------------Betta arcobaleno -marino:Gasteropodi vita nella corsia lenta -Monitoraggio nel marino -La bocca è questa! -Archocentrus:un bel pesce in un piccolo involucro -Il senso del "comunitario" -Al di là della ghiaia -Il mondo dei vivipari -Acquaterrari da copiare -Iniziando con i ciclidi africani -Laghetti -malattie: Come ti senti? AC Bollettino A.A.A. n.40 Pag. 19 dalla rivista francese: Aquarium magazine gen/98 -------------------------------------Platy: dei grandi seduttori -Leporacanthicus galaxias:in codice L007 -I Pseudacanthicus -piante:Ceratopteris Thalictroides -marino:Signatidi:pesci straordinari -Mbunas:pesci di carattere -marino:La simbiosi gamberi-gobidi -marino:Gli ospiti delle pietre viventi -marino:Le Caulerpa -Animaqua 97 -marino:Acanthurus leucosternon -Crenicichla saxatilis:una forza della natura dalla rivista inglese: Aquarist & Pondkeeper feb/98 ---------------------------------marino:Quale clown tira il grilletto? -I miei sbagli nell'allevamento dei pesci -Hoplosternum thoracatum:Soffiando per sempre le bolle -Ciclidi del Malawi -Inserto sui pesci tropicali: -Pesci comunitari per principianti -Killi caleidoscopici -Scoprendo i Discus -Pesci marini "difficili" -marino:Magnifiche Gorgonie -Progetto di un piccolo lagetto da giardino -Piante con radici e loro cura ------------------------------------In allegato: 101 consigli tropicali Pag. 20 AC Bollettino A.A.A. n.40 dalla rivista inglese: Aquarist & Pondkeeper gen/98 ---------------------------------Piante con radici e loro cura -Un nuovo acquario:evitare i trabocchetti -marino:Brillanti pesci di fondo -Cobitidi -Riccia fluitans -marino:Frutta e verdura la diversità delle specie -Alimentazione in tampone per blackout -Due nuove specie di Corydoras -Un tocco di sole:Lepomis gibbosus -marino:Erba e schiuma -Acquario pubblico a New Orleans -Neolamprologus sp. "Cygnus" dalla rivista: AquaGeographia n.5 ---------------------------------------Il regno dei serpenti marini -Yamur -Cheju-do dalla rivista : HobbyZoo feb/98 ------------------------------------Nuovi cibi dalla JBL -Pesci colorati, troppo colorati -Immunità aspecifica nei pesci -Notizie di acquariofilia internazionale Allevamento in cattività:priorità massima Indagine degli importatori europei OFI Carenza di artemie dallo Utah -Le Bacopa