Ambasciata d’Italia Il Cairo IL PROGRAMMA ITALO-EGIZIANO DI COOPERAZIONE AMBIENTALE 28 Aprile 2010 MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo Ufficio di Cooperazione Direttore: Dott.ssa Ginevra Letizia L’iniziativa, che si avvia alla sua conclusione, rappresenta uno dei più importanti interventi bilaterali di sostegno al Programma di Sviluppo del Governo Egiziano in materia di tutela ambientale. L’obiettivo strategico stabilito dal Ministry of State for Environmental Affairs (MSEA)/ Egyptian Environmental Affairs Agency (EEAA) mira, infatti, a intro- 1079, Corniche El Nil - Garden City Il Cairo - Egitto Tel: +2 02 27920873/4 – 27958213 Fax: +2 02 27956904 www.utlcairo.org [email protected] durre, nei programmi politici nazionali, una dimensione ambientale, integrata alla salute umana ed alla gestione delle risorse naturali del Paese. In questo contesto, l’azione della Cooperazione Italiana, in linea con le priorità identificate, fornisce supporto al locale Ministero dell’Ambiente e agli enti esecutori partner, per affrontare le tematiche ambientali in maniera efficace, attraverso numerosi interventi specifici, adottando un approccio integrato. I molteplici campi d’azione del Programma Ambientale hanno consentito di acquisire nel Paese ed in ambito internazionale il giusto riconoscimento del valore apportato dall’Italia e delle posizioni di riferimento assunte. La valenza ambientale “trasversale”, che si esplicita attraverso il supporto alle aree protette e ai parchi naturali, sia con interventi specifici locali, sia a livello centrale nazionale, alla gestione delle risorse idriche, alla gestione dei rifiuti solidi, all’agricoltura sostenibile, alla legislazione ambientale, alla salvaguardia del patrimonio archeologico e culturale e alla promozione di un turismo sostenibile, ha naturalmente contribuito a creare interesse intorno al Programma. Da una parte, il Programma ha sostenuto il ruolo delle Istituzioni Centrali, fornendo supporto attraverso azioni di capacity building, dall’altra, ha privilegiato lo svolgimento di interventi mirati a livello locale, spesso collegati direttamente alle comunità di base. Il Programma, attraverso le sue 8 componenti progettuali, ha avuto un notevole impatto occupazionale. Al riguardo si menzionano, a titolo esemplificativo, le attività svolte per lo sviluppo e la diversificazione dell’ecoturismo a Wadi el Hitan (Valle delle Balene) e la conseguente creazione di nuove possibilità lavorative, soprattutto nel settore turistico, numerosi corsi di formazione per i Rangers, che operano nel deserto del Governatorato della Nuova Valle e per i giudici ambientali, così come la promozione dell’agricoltura eco-compatibile a Siwa e l’affiliazione di ONG locali siwane al circuito del Fair Trade. Tale canale di commercializzazione ha permesso una regolare esportazione di datteri in Europa ed in Italia. Fra i risultati conseguiti dal progetto relativo all’Oasi di Siwa, si menziona l'affiliazione della ONG SCDEC a Slow Food, la creazione di un Presidio Slow Food dei Datteri, la partecipazione nel 2006, assieme al Governatore di Matrouh, alla manifestazione "Terra Madre" e l'affiliazione al circuito del Fair Trade. Contemporaneamente, il progetto ha anche favorito la costituzione di un'associazione tra i giovani produttori siwani, beneficiari delle aree attrezzate con razionali tecniche di irrigazione. Esse contribuiranno alla sopravvivenza dell'oasi, oggi in pericolo per il dissennato consumo delle risorse idriche, dimostrando che le tecniche agronomiche adottate sono Cooperazione Italiana in Egitto Pagina 2 28 Aprile 2010 applicabili, replicabili e redditizie, nonostante gli alti investimenti iniziali richiesti. Tali tecniche sono altresì rispettose dell'ambiente, grazie anche all'adozione della coltivazione biologica, già introdotta da alcuni anni e certificata con parametri europei. L'intervento pilota, effettuato nel Governatorato rurale di Minia, volto alla realizzazione di un modello efficiente per la gestione dei rifiuti solidi ha fornito un importante contributo al Governo egiziano in tale settore prioritario. L’iniziativa Il Visitor Centre in Wadi El Rayan ha innanzitutto dimostrato che per poter programmare una corretta gestione dei rifiuti solidi, operazione semplice quando svolta razionalmente, è necessario disporre di tutte le informazioni riguardanti il territorio, la quantità e qualità dei rifiuti prodotti e il tipo di gestione finanziaria che si vuole applicare. Si ritiene che le numerose conferenze, le riunioni e i diversi seminari nazionali condotti a livello locale, le varie campagne di sensibilizzazione ed il coinvolgimento delle amministrazioni e delle comunità locali, abbiano contribuito in modo rilevante a diffondere la metodologia di lavoro adottata dal progetto. Dotazione di strumenti a supporto delle scelte politiche per l’utilizzo e gestione delle risorse idriche. Attraverso la componente “Decision Support System Based on Environmental Balance”, i policy makers nazionali sono stati dotati di uno strumento atto a facilitare le scelte politiche ed i processi decisionali nell’ambito dell’utilizzo delle risorse idriche, perseguendo, nel contempo, un miglioramento dell’indice di qualità della vita. Siwa Risultati di assoluto rilievo, inoltre, sono stati raggiunti nell’ambito del Legal Institutional Framework Project (LIFP). Il 1° marzo 2009 il Presidente egiziano Hosni Moubarak ha promulgato la Legge n. 9/2009 sulla protezione dell’ambiente, che modifica la Legge n. 4/ 1994. Il contenuto della riforma riguarda, da un lato, l’ambito d’applicazione della Legge, esteso ad una nozione ampia di “ambiente” e, dall’altro lato, aspetti specifici di carattere sostanziale, come l’introduzione della strategia per la gestione integrata delle zone costiere (ICZM), in linea con le esigenze europee, i limiti di ammissibilità delle emissioni inquinanti, l’inquinamento acustico, la procedura di valutazione d’impatto ambientale, la protezione della fauna e della flora, la gestione dei rifiuti. Inoltre la legge di riforma impone termini più stretti per la trattazione, da parte dei giudici, dei casi giudiziari concernenti l’applicazione della normativa ambientale. Importo complessivo: € 9.134.127 Canale di finanziamento: Multi Bilaterale – dono e Conversione del Debito (Debt Swap) Settore di intervento: Sostenibilità ambientale, valorizzazione risorse naturali e culturali Ente esecutore: DGCS (attraverso la Programme Coordination Unit) e UNDP La proverbiale accoglienza egiziana favorisce il turismo “alternativo” Il progetto interviene su quattro tematiche principali, interagendo in modo sinergico con le attività del Programma: gestione dei rifiuti solidi, ambiente marino, aree protette e formazione rivolta a funzionari e giudici ambientali. Nel quadro della Dichiarazione congiunta, firmata a Sharm El Sheikh in occasione del summit italo-egiziano del 12 maggio u.s., il settore ambientale e la gestione delle aree protette figurano tra i settori prioritari del Programma di Cooperazione bilaterale per il triennio 20102012. Cooperazione Italiana in Egitto Cooperazione Italiana in Egitto Pagina 3 28 Aprile 2010 LE AREE PROTETTE: L’IMPEGNO DEL PROGRAMMA AMBIENTALE Le Aree Protette hanno un ruolo fondamentale e strategico nella conservazione delle diversità biologiche, in quanto preservano il patrimonio naturale, promuovendo contestualmente lo sviluppo socio-economico locale. La Cooperazione Italiana ha fornito un supporto costante al Ministero dell’Ambiente Egiziano, favorendo una corretta gestione delle Aree Protette in Egitto, sia a livello centrale che locale, con l'obiettivo di custodire e preservare le risorse naturali e culturali del paese, su base sostenibile. Nel quadro del Programma Italo-Egiziano di Cooperazione Ambientale, gli interventi si concentrano soprattutto su Wadi El Rayan/Wadi El Hitan, Siwa, il Parco Nazionale del Deserto Bianco, il Parco Nazionale di Gilf el Kebir, e il Protettorato di Gabel Elba. Le aree protette devono essere considerate un "unicum", in cui tutti gli elementi - ambientali, naturali, sociali, economici e culturali - interagiscono costantemente e, se gestiti in modo sostenibile, creano nuove opportunità per le generazioni presenti e future. Degno di menzione è l'intervento effettuato dalla cooperazione italiana sull'area protetta di Wadi El Rayan, che beneficia da 10 anni della presenza italiana e che costituisce oggi, per questo Ministero dell'Ambiente, il principale riferimento per ciò che concerne il modello gestionale di un'area protetta terrestre, in ragione delle risorse umane, tecniche, infrastrutturali di cui è stata dotata. Sempre nella stessa area, nel Governatorato del Fayoum, interviene il progetto Institutional Support to the Supreme Council of Antiquities for Environmental and Management of Cultural Heritage Sites (ISSEMM). L’intervento è volto a promuovere l’integrazione del sito archeologico di Medinet Madi nella strategia generale dell’Area Protetta di Wadi el Rayan, con l’obiettivo di sviluppare un percorso di turismo culturale e ambientale. Di notevole importanza sono le attività di formazione rivolte al personale che opera nel Parco Nazionale del Deserto Bianco e del Gilf el Kibir, nonché la realizzazione dei Centri per i Visitatori, per far conoscere la storia naturale, ed il patrimonio archeologico delle Aree Protette. Nell’oasi di Siwa, il programma ha contribuito alla valorizzazione dell'area protetta, ad una migliore gestione dei rifiuti solidi e allo sviluppo di tecniche agricole innovative eco-compatibili. In Egitto, le Aree Protette mirano a preservare importanti habitat e biodiversità dall’impatto delle attività umane. Tali aree includono, per esempio, El Hassana Dome e la grotta di Wadi Sannur, una magnifica grotta di 700 metri di lunghezza piena di stalattiti e stalagmiti. Il Deserto Bianco è stato dichiarato Cooperazione Italiana in Egitto Cooperazione Italiana in Egitto Pagina 4 28 Aprile 2010 Area Protetta per i suoi paesaggi magnifici e la sua unica conformazione geologica. Wadi El Hitan, (Valle delle Balene) è un museo di fossili a cielo aperto ed è stato dichiarato Patrimonio Mondiale dell'Umanità, anche grazie al nostro impegno. L’Area Protetta di Gebel Elba è l'area più importante per la sua biodiversità: in questa Fossile nummulites in zona sono state trovate piante e animali unici in Egitto. Wadi el Rayan L’Area Protetta di Zaranik e le zone umide della costa mediterranea sono di grande importanza per gli uccelli migratori e per la fauna selvatica in via di estinzione. “… promuovere lo sviluppo socioeconomico locale.” Le Aree Protette mirano anche a conservare e sostenere la cultura locale come, per esempio, Santa Caterina e l’Oasi di Siwa. In tali aree sono ospitate, infatti, le culture millenarie dei popoli del deserto e delle montagne, che hanno contribuito alla ricchezza culturale dell'Egitto. Insieme all’Egitto, condividiamo la responsabilità di preservare il patrimonio naturale, archeologico e culturale delle Aree Protette, e di promuovere lo sviluppo socio-economico locale. Oasi di Siwa WADI HITAN NELLA LISTA DEI SITI PATRIMONIO DELL’UMANITÀ La candidatura ufficiale di Wadi Hitan a Patrimonio dell’Umanità fu ufficializzata nell’Aprile 2004 dal World Heritage Center dell’UNESCO. A tale primo parziale successo contribuì in maniera sostanziale la lettera di impegno che S.E. L’Ambasciatore Antonio Badini inviò alla Commissione Nazionale dell’UNESCO nell’Ottobre 2003 con la quale si ribadiva il contributo italiano allo sviluppo dell’Area Protetta di Wadi El Rayan ed in particolare di Wadi Hitan, grazie alla seconda fase del Programma Ambientale. Ufficialmente, il sito è entrato nella lista a seguito della decisione presa nel corso della 29a sessione del World Heritage Committee tenuta a Durban, SudAfrica, nel luglio 2005. Wadi Hitan è il più importante sito al mondo in grado di mostrare uno dei cambiamenti simbolici che segnano il corso della vita sulla terra: l'evoluzione delle balene. Tale sito ritrae in maniera brillante il modo di vivere di queste ultime durante la transizione da animali di terra ad un'esistenza marina. Il sito di Wadi Hitan non ha paragoni con nessun altro in termini di numero, concentrazione e qualità dei fossili. Unici sono anche la loro accessibilità e disposizione in un paesaggio suggestivo e protetto. Ciò è conforme ai principi cardine dello studio condotto dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura e delle Risorse Naturali (IUCN) sui siti fossili da considerare patrimonio storico mondiale, e rappresenta un valore aggiunto al momento ancora assente dalla World Heritage List. Siamo sicuri che tale evento porterà benefici in maniera sostanziale al turismo internazionale, sicuramente attratto da questa nuova destinazione promossa in tutto il mondo. Cooperazione Italiana in Egitto Cooperazione Italiana in Egitto 28 Aprile 2010 Pagina 5 Le 27 Aree Protette d’Egitto 1 - El Omayed Protectorate 2 - Lake Burullus Protectorate 3 - Ashtum El Gamil Protectorate 4 - Zaranik Protectorate 5 - Alahrash Protectorate 6 - Siwa Oasis Protectorate (presenza Cooperazione italiana, attraverso il Programma Ambientale) 7 - The White Desert Protectorate (presenza Cooperazione italiana, attraverso il Programma Ambientale) 8 - Wadi El Rayan Protectorate (presenza Cooperazione italiana, attraverso il Programma Ambientale) 9 - Lake Qarun Protectorate 10 - El Hassana Dome Protectorate 11 - Maadi Petrified Forest Protectorate 12 - Wadi Digla Protectorate 13 - Wadi Sannur Cave Protectorate 14 - Taba Protectorate 15 - Abu Galum Protectorate 16 - St Katherine Protectorate 17 - Nabq Protectorate 18 - Ras Mohamed Protectorate 19 - Wadi El Asyuti Protectorate 20 - The Nile River Islands Protectorate 21 - Saluga-Ghazal Protectorate 22 - Wadi Gemal Protectorate 23 – Gebel Elba Protectorate (presenza Cooperazione italiana, attraverso il Programma Ambientale) Visitor Centre di Farafra, nell’Area Protetta del De24 - Wadi El Alaqi Protectorate 25 - Gilf Kebir National Park (presenza Cooperazione italia- serto Bianco na, attraverso il Programma Ambientale) 26 - The Northern Red Sea Islands 27 – Umm El-Dabadib Protectorate Cooperazione Italiana in Egitto Cooperazione Italiana in Egitto Pagina 6 28 Aprile 2010 Attività di sensibilizzazione ambientale del Programma italo-egiziano di Cooperazione Ambientale Le attività di sensibilizzazione ambientale svolte dal Programma di Cooperazione Italo – Egiziana in materia di Aree Protette hanno anche portato alla pubblicazione di una serie di opuscoli, mappe, guide, atlanti, libri scientifici, VHS e supporti audiovisivi DVD volti alla diffusione dell’argomento. Di seguito è riportato un elenco delle principali pubblicazioni: • SEAP Siwa Environmental Amelioration Project, Siwa an oasis in the heart of the Western desert of Egypt (Progetto di Miglioramento Ambientale di Siwa, Siwa un’oasi nel cuore del Deserto Occidentale Egiziano), DCGS, EIECP, SEAP, IUCN, Multimedia East Production, 2001. • WRPA Wadi el Rayan Protected Area Project, Wadi El-Rayan. Gateway to the Western Desert (Wadi-el-Rayan. La porta d’accesso al Deserto Occidentale), DCGS, EIECP, WRPA, IUCN, Multimedia East Production, 2001. • Wadi el Rayan Protected Area Project, Wadi El-Rayan. Gateway to the Western Desert (Wadi-el-Rayan. La porta d’accesso al Deserto Occidentale) DCGS, EIECP, WRPA, IUCN, 2002. • Alberto Siliotti, Il Fayum e Wadi El-Rayan, Egypt Pocket Guide (Guida tascabile), GEODIA Edizioni, AUC, 2003. • Ali Matrash, Mohamed Soliman, Iacopo Sinibaldi, Siwa Protected Area (L’Area Protetta di Siwa), brochure, EIECP, SEAP, 2003. • Cooperazione Italiana – UTL, Calendario 2005 Wadi El-Rayan Protected Area (L’Area Protetta di Wadi El-Rayan), 2004. • Mike James, Mustafa Fouda, Samy Zalat, Climate Change and Biodiversity Conservation in Egypt (Variazioni climatiche e Conservazione della Biodiversita’ in Egitto), 2005 • Mary Megalli, Protected Areas of Egypt: Towards the Future (Le Aree Protette in Egitto: uno sguardo al futuro), NCS, 2006 • Gabriel Mikhail/ Image House, Whales of the Desert (Le balene del Deserto), film DVD, 2007 • Samy Zalat , Francis Gilbert, Gabriel Mikhail, 2007. BioMap website. Vincitore del World Summit Award 2009. • Guide to the Open Air Museum - Wadi El-Rayan Protected Area (Guida al Museo all’Aria Aperta – Area Protetta di Wadi El-Rayan), BBC, 2007. • Alberto Siliotti, White Desert National Park (Il Parco Nazionale del Deserto Bianco), brochure map, GEODIA Edizioni, 2008. • Alberto Siliotti, Gilf el Kebir National Park (Il Parco Nazionale di Gilf el Kebir), brochure map, GEODIA Edizioni, 2008. • Alberto Siliotti, Gilf Gebir National Park (Il Parco Nazionale di Gilf el Kebir), Egypt Pocket Guide (Guida Tascabile), GEODIA Edizioni, IN PRESS, 2009. • Benedetta Gianangeli, The Fauna of the White Desert National Park (La Fauna del Parco Cooperazione Italiana in Egitto Cooperazione Italiana in Egitto Pagina 7 28 Aprile 2010 Nazionale del Deserto Bianco), GEODIA Edizioni, 2008. • Benedetta Gianangeli, The Flora of the White Desert National Park (La Flora del Parco Nazionale del Deserto Bianco), GEODIA Edizioni, 2009. Per ulteriori informazioni sul Programma di Cooperazione Italo-Egiziana per l'Ambiente (Egyptian Italian Environmental Cooperation Programme - EIECP): Unità di Coordinamento del Programma (Programme Coordination Unit - PCU) 1081 Corniche el Nil, Belmont Building Garden City, Cairo, Egitto Tel: 002 02 27920871 Fax: 002 02 27952629 E-mail: [email protected] http://www.eiecop.org Turisti a Wadi el Hitan, la “Valle delle balene fossili” La nostra prima Agenda sulle Aree Protette, realizzata anche in occasione dell’Anno Internazionale della Biodiversità 2010, vuole essere una testimonianza del nostro impegno, oltre che uno strumento per far conoscere al pubblico l’immenso patrimonio ambientale dell’Egitto. Cooperazione Italiana in Egitto Cooperazione Italiana in Egitto Pagina 8 28 Aprile 2010 Valorizzazione del patrimonio archeologico di Fayoum e Saqqara Egyptian-Italian Environmental-Cooperation Program (EIECP) Phase II Institutional Support to Supreme Council of Antiquities for Environmental Monitoring and Management of Cultural Heritage Sites: applications to Fayoum Oasis and North Saqqara Necropolis (ISSEMM) Il Progetto ISSEMM - Institutional Support to Supreme Council of Antiquities for Environmental Monitoring and Management of Cultural Heritage Sites: Applications to Fayoum Oasis and North Saqqara Necropolis è un programma multidisciplinare, finanziato dal Ministero Italiano per gli Affari Esteri – Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo. Il progetto, patrocinato da Zahi Hawass, segretario generale dello SCA (Supreme Council of Antiquities) ha una direzione scientifica e tecnica affidata all’Università di Pisa - Dipartimento di Scienze Storiche del Mondo Antico, prof.ssa Edda Bresciani, ed allo SCA, prof. Ali Radwan. La Direzione Scientifica è assistita un Direzione Tecnica costituita da due esperti Egiziani e due esperti Italiani. Il programma coinvolge circa 15 tecnici italiani, 35 tecnici egiziani ed oltre 200 operai egiziani. Gli obiettivi principali del Progetto sono tre: 1. Inserimento dell’antica città di Medinet Madi nell’Area Protetta di Wadi El Rayan al fine di realizzare il primo Parco Archeologico-Naturalistico dell’Egitto. 2. Creazione di una piattaforma GIS (Geographic Information System) di tipo archeologico, naturalistico e paesaggistico del Fayoum. 3. Realizzazione di un sistema di monitoraggio all’interno delle principali tombe della necropoli nord di Saqqara. Fra gli obiettivi c’è anche quello di contribuire allo sviluppo socio – economico del Fayum, compatibilmente con la sua protezione ambientale; lo sviluppo del turismo culturale è considerato un importante volano per lo sviluppo dell’oasi che sin dal III millennio a.C. è stato un importante polo agricolo dell’Egitto. In questa prospettiva il Progetto sta recuperando tutta l’area templare dell’antica città di Gia - Narmouthis Medinet Madi allestendo un Parco Archeologico attrezzato, collegato con l’area naturalistica protetta di Wadi El Rayan. Ceramiche nelle botteghe di Tunis, Fayoum Dal Novembre 2008 sono state riprese le attività dopo una sospensione durata circa un anno, sicché alla fine di Ottobre 2009 si potevano ormai elencare realizzate le operazioni fondamentali: • la rimozione della sabbia da tutta l’area templare scoperta da Achille Vogliano negli anni ’30, che dopo 70 anni era completamente ricoperta; • la rimozione della sabbia nell’area a Sud del chiosco scoperto dal Vogliano fino alla fine della nuova sezione del dromos; • il rilievo architettonico topografico e di dettaglio che, iniziato dalla missione archeologica pisana negli anni ’90, è stato portato a compimento. Cooperazione Italiana in Egitto Cooperazione Italiana in Egitto Pagina 9 28 Aprile 2010 E’ in corso il consolidamento ed il restauro delle strutture architettoniche che, a causa della pessima qualità del calcare usato dagli antichi costruttori, richiede interventi urgenti. E’ stato anche elaborato il progetto del Visitor Center, dell’eco-lodge ,del nuovo ingresso da Ovest all’area archeologica ed il progetto della pista panoramica che attraversando 22 Km di deserto metterà in comunicazione Medinet Madi con l’area protetta di Wadi El Rayan. Le attività finali, compresa la copertura GIS del Fayum, culmineranno con la presentazione ufficiale dei risultati del Progetto nei primi mesi del 2011. La rimozione della sabbia nell’area templare (che ha una lunghezza Sud-Nord di oltre 400 metri) ha ottenuto la liberazione di un’ampia zona al centro dell’antica città che misura ben 20.000 mq; i lavori di liberazione dalla sabbia dell’area Sud del santuario hanno riportato alla luce, oltre alla parte del dromos già nota che terminava con il chiosco scavato dal Vogliano e le case situate sul lato Ovest, la zona dell’ingresso meridionale al santuario, archeologicamente del tutto nuova, confermando peraltro l’ipotesi già avanzata dal Vogliano sulla presenza di un secondo chiosco (in simmetria con quanto si sapeva per Tebtynis); ma così come si presenta, questa parte è del tutto inattesa e eccezionale per la ricchezza e le novità dei dati archeologici. Un’equipe di restauratori dello SCA si occupa del consolidamento e restauro dei dipinti e delle strutture architettoniche trovate all’interno dell’area liberata dalla sabbia, tramite l’utilizzo di materiali locali quali pietre calcaree, mattoni crudi e malta costituita da fango e paglia. L’innalzamento dell’antico Temenos, sul fronte ovest, e la costruzione di un muro di contenimento in pietra a secco, sul lato est, proteggeranno il sito archeologico dalle continue infiltrazioni di sabbia trasportata dal vento . Oltre alle attività in corso a Medinet Madi il progetto ISSEMM sta realizzando Sistema Informativo, tramite la compilazione e messa in rete di un geodatabase adeguato, riguardante le aree di maggiore interesse archeologico, culturale e paesaggistico delle oasi del Fayum. Il GIS, costituito da documenti testuali, cartografie, fotografie e grafici, faciliterà la pianificazione turistica, culturale ed ambientale sostenibile nella regione del Fayum, essendo questa un’area caratterizzata da importanti e molteplici risorse artigianali, e culturali. Il GIS è composto da tematismi differenti, di carattere naturalistico e paesaggistico, ma anche incentrati sulle attività turistiche, culturali e sui servizi e le infrastrutture disponibili, al fine dell’elaborazione finale di percorsi turistici differenziati che permettano una fruizione adeguata delle risorse dell’area da parte dei visitatori ed uno sviluppo sostenibile. Cooperazione Italiana in Egitto Cooperazione Italiana in Egitto Pagina 10 28 Aprile 2010 Il sistema informativo è costruito raccogliendo i dati pregressi disponibili per il territorio integrati con sopralluoghi diretti per raccogliere informazioni aggiornate, tramite scede tematiche specifiche, raccolta di documentazione fotografica e di dati spaziali tramite GPS. Il geodatabase è integrato anche mediante la foto interpretazione di immagini satellitari aggiornate e ad alta definizione. Lo strumento è quindi inteso alla pianificazione delle attività di turismo e di sviluppo utilizzando una banca dati spaziale che riproduce in vari aspetti il territorio nello stato attuale. La sezione del GIS dedicata a Saqqara sarà aggiornata con le nuove scoperte avvenute dal 2000 sino ad oggi; ed una proposta di percorsi turistici cercherà di contenere il degrado antropico nelle tombe aperte al pubblico. Il sistema GIS sarà anche collegato ad un nuovo sistema di monitoraggio di 12 tombe per avere sempre sotto controllo i fattori di rischio causati dall’aumento dell’umidità relativa e della CO2. Questo sistema di monitoraggio trasmetterà i dati in tempo reale agli uffici dell’area informando la direzione se, e quando, venisse superata la soglia massima ammissibile di umidità relativa e di anidride carbonica interna alle tombe. I direttori del Sito potranno decidere così di chiudere una determinata tomba sino a quando i fattori di rischio saranno rientrati nella norma. Cooperazione Italiana in Egitto Cooperazione Italiana in Egitto Pagina 11 28 Aprile 2010 Iniziativa per il Rafforzamento delle Aree Protette Le pitture rupestri di Wadi Sura nel Gilf Kebir Nell’ambito del Programma italo-egiziano di Cooperazione Ambientale, sta per essere avviata l’iniziativa “Enhancement of the Egyptian Protected Areas” (EEPA) della durata di sei mesi. L’iniziativa si propone di supportare il rafforzamento del sistema delle Aree Protette egiziane e della sua sostenibilità, con particolare riferimento alle quattro Aree Protette del Deserto Occidentale (White Desert National Park, Gilf Kebir National Park, Siwa Protected Area, Wadi Rayan Protected Area), già oggetto di intervento, come sopra illustrato, da parte della Cooperazione Italiana. “… promuovere il coinvolgimento attivo delle comunità locali...” In particolare, EEPA intende supportare lo sviluppo socio-economico delle suddette Aree Protette attraverso un approccio integrato ed in un’ottica di sostenibilità. Tale approccio che caratterizza l’azione della Cooperazione Italiana di settore, prevede la costante integrazione delle considerazioni ambientali, naturalistiche, socio-economiche e culturali, al fine di contribuire ad una gestione più efficace delle Aree Protette e all’affermazione di un turismo sostenibile che permetta la protezione e alla conservazione sia della biodiversità che del patrimonio archeologico nonché promuova lo sviluppo socio-economico delle comunità locali. Al fine di garantire una maggiore fruibilità del patrimonio ambientale e culturale delle aree protette, nonché assicurare adeguata protezione dello stesso attraverso una gestione più efficace dei flussi turistici - il progetto si propone tra l’altro di i) rafforzare le capacità delle Unità di Gestione delle Aree Protette; ii) consolidare la rete di Centri Visitatori nelle aree in questione e di definirne un piano di attività e di gestione; iii) sviluppare e potenziare il sistema di segnaletica dei principali siti; iv) migliorare il sistema di raccolta e vendita dei biglietti per l’ingresso ai Parchi. Per i Centri Visita di Siwa, Wadi Rayan, quello del Parco Nazionale del Deserto Bianco nonché per il Centro Informativo del Parco Nazionale del Gilf el Kebir, si prevede di migliorare le infrastrutture ed il loro ambiente circostante, promuovere il coinvolgimento attivo delle comunità locali in particolar modo per lo sviluppo di attività generatrici di reddito (vedi attività di artigianato tradizionale), a supporto dei negozi previsti negli stessi Centri Visita. Inoltre, con riferimento al Parco Nazionale del Gilf Kebir, sono previste attività dedicate alla conservazione e alla protezione del patrimonio archeologico e culturale nell’area di Wadi Sura, nello specifico della “Grotta dei Nuotatori” e della “Grotta Foggini-Mistikawi” (vedi sito http://www.grottafoggini.com/home.html) o “Grotta degli Animali”, quest’ultima scoperta nel 2002 dai due esploratori, Massimo e Jacopo Foggini. L’intervento prevede una prima missione ricognitiva finalizzata all’analisi dello stato di conservazione delle eccezionali pitture rupestri ritrovate in tali grotte ed all’elaborazione di un piano operativo di restauro, da realizzare nel corso di una seconda missione. La missione ricognitiva, che avrà una durata di dieci giorni, prevede la partecipazione di un qualificato team di esperti quali la prof.ssa Barbara Barich dell’Università La Sapienza di Roma, l’archeologo Giulio Lucarini, la restauratrice Maria Cristina Tomassetti, il fotografo Carlos Alberto De La Fuente, il paleonto-geologo egiziano Mohammad Hamdan, due rappresentanti del Consiglio Supremo delle Antichità (SCA) egiziano nonché l’esploratore Massimo Foggini, protagonista, nel 2002, della scoperta moderna dell’omonima sopra citata grotta. Il restauro delle grotte, nonché l’addestramento “on the job”, offerto al personale dello SCA dagli specialisti italiani, contribuirà a dotare il Parco Nazionale di ulteriori aree di interesse culturale e naturalistico, espandendo l’offerta per un turismo sostenibile, che rimane l’obiettivo primario dell’area ai fini di uno sviluppo socio-economico, altrimenti improponibile. L’altopiano del Gilf Kebir è la più grande Area Protetta tra le ventisette presenti in Egitto. Esso si trova nella parte sud- occidentale del deserto libico nella zona a confine fra Egitto-Libia-Sudan. L'Area ha un eccezionale rilievo in termini di caratteristiche geologiche: basti pensare che qui si trova il cratere Kebira, di 31 chilometri di diametro e formatosi oltre cinquanta milioni di anni fa in seguito alla caduta di un meteorite. Gli studi condotti nel Gilf Kebir hanno rilevato la presenza umana a partire da 9.000 anni fa con comunità di cacciatori, in seguito trasformatesi in comunità pastorali che ci hanno lasciato in eredità straordinarie testimonianze artistiche rappresentate da graffiti rupestri e da pitture parietali che documentano uno sviluppato sistema sociale. Il sito più famoso è quello di Wadi Sura (la Valle dei Disegni), nell’area nordoccidentale del Gilf Kebir. È qui che, nel 1933, fu scoperta, dall’etnografo Leo Frobenius e dall’archeologo Hans Rhotert, la ‘Grotta dei nuotatori’ poi resa celebre dal film ’Il paziente inglese', i cui disegni raffigurano personaggi con postura orizzontale e braccia protese in avanti che danno l’immagine di figure intente a nuotare. E sempre nella stessa area, nel 2002 è stata scoperta dagli esploratori Massimo e Jacopo Foggini la ‘Grotta degli animali’, ribattezzata Grotta Foggini-Mistikawi, all’interno della quale sono state rinvenute rappresentazioni di cacciatori e animali selvatici. Web site del Programma Ambientale italo-egiziano, http://www.eiecop.org Cooperazione Italiana in Egitto