IL RIDOTTO ORGANO UFFICIALE DELLA COMPAGNIA DE CALZA I ANTICHI - BOLLETTINO MENSILE anno 3 numero 21 settembre 2009 S direttore Luca Colferai ♥ iamo molto tristi. Veo ramente. E anche un poco incazzati. CuginoMicheo le, al secolo Michele Busetto, è scomparso improvvisameno te, colpito da un cancro rapido feroce invincibile. Era un uoo mo buono gentile mite e geniao le. Era un grande compagno de Calza, in senso fisico umano e morale. Era anche giovane, alo meno nell’accezione che coloro che hanno superato i quaranta danno al termine «giovane». A CuginoMichele abbiamo idealmente dedicato la nostra Vendemmia del 2009, in una dionisiaca e scaramantica rio venezia san marco 2674 campo san maurizio – divertirsi divertendo – giunta alla seconda edizione e quest’anno verrà specialmeno te rappresentata una momao ria dedicata al santo; più ovo viamente una cena in campo e la tombola finale (con il bussoo lotto più rumoroso del mondo, usato – solo come minaccia – anche nei Piombi per i prigioo nieri eccessivamente reticenti). In questo numero articoli: di Michael Krondl (il nostro gao stronomo giramondo torna a raccontare dei dolci indiani); di Lucas Christ (l’infaticabio le melomane melologo e meo lografo) sulla Traviata; di Mao rilù (la nostra esperta d’arte) ♥ priore Roberto Bianchin in questo numero Addio a Michele Busetto Festa di San Maurizio Paralipomeni alla beata Contissa Tagliapietra Dal Mondo: dolci indiani seconda parte Il Marinaio Johnny: prede e cacciatori La Traviata – Glass Stress: il ritorno del vetro Storie di Parole Veneziane ¥ in programma in settembre µ martedì 1 settembre Vigna di Bottega a Godega di Sant’Urbano co’ fa scuro Una vendemmia del Settecento a seguire cena martedì 22 settembre Campo San Maurizio co’ fa scuro «Onor a San Mauritio» Festa in onore del santo eponimo del campo de I Antichi momaria – cena in campo – tombola domenica 27 settembre Basilica di San Giovanni e Paolo orario da destinarsi In ricordo di Michele Busetto cerimonia in costume cinquecentesco in onore del Compagno de Calza CuginoMichele ad un mese dalla scomparsa SanMaurizio raffigurato nel bassorilievo nella facciata della ex Scuola degli Albanesi, fianco della chiesa di San Maurizio bellione alla tristezza alla meo stizia e al dolore che se presi in dosi eccessive rendono la vita ancor peggiore di quel che è. A pagina 8 trovate una panoplia fotografica dell’evento tra le vio gne di Bottega in quel di Godeo ga di Sant’Urbano . Altro grandissimo appuno tamento la festa di San Mauo rizio, santo guerriero eponio mo del nostro campo: la festa è sulla grande mostra di vetro contemporaneo Glass Stress; di Enzo Rossi Ròiss (quest’estao te ha fatto grandi scoperte aro chivistiche di cui saprete in seo guito) che conclude la trilogia dedicata alla Beata Contissa Tagliapietra. In più inevitabilmente tante altre belle cosette che trovereo te sfogliando. Buona lettura.◉ leggete e diffondete « il ridotto » de i antichi è divertente e anche intelligente [email protected] – www.iantichi.org pagina 2 settembre 2009 anno 3 numero 21 IL RIDOTTO venezia san marco 2674 campo san maurizio Un tuffo nel passato. 15 settembre 1989: A cena con Paolo Veronese Una grande cena-spettacolo in onore del pittore Paolo Caliari detto Il Veronese, è stata organizzata dagli Antichi a Palazzo Giusti del Giardino, in Verona, la sera del 15 settembre, in occasione del centodecimo anniversario della fondazione dell’azienda orafa Carlo Weingrill. «Avendo preso come riferimento visivo le famose cene di Paolo Veronese – spiegava il Gran Priore Paolo Zancopè – abbiamo cercato di ricreare lo stesso ambiente, aggiungendovi quello che di nostro è più veneziano nell’onnicomprensività della Veneta Repubblica, per ritrovare quell’atmosfera cinquecentesca tanto favoleggiata ma difficile da riprodurre. Assai liberamente abbiamo messo a tavola dei personaggi che rispecchiassero i caratteri dell’epoca scegliendoli fra i nostri compagni e secondo l’indole di questi stessi abbiamo creato situazioni probabili, per allora, con un pizzico d’ironia. Abbiamo riprodotto le musiche e i balli. Abbiamo ricreato gli eventi spettacolari. Abbiamo riproposto gli antichi cibi, anche i vini sono gli stessi. Accanto ai Compagni de Calza abbiamo chiamato i migliori artisti possibili, come allora, e ci siamo inoltre ispirati alla letteratura e alla cultura di quel secolo. Abbiamo cercato infine di calarci nella forma mentis dell’uomo del ‘500. Tutto ciò per divertirvi divertendoci». Biba & Beba la storia e le spezie venezia - amsterdam - lisbona in cucina! passato e presente piùfantasiadivissanipiùstilediprada un libro di michael krondl inestimabili cene in inglese e in portoghese a prezzo e menu fisso 25€ soci 35€ soci futuri cene su ordinazione compleanni celebrazioni ricorrenze festeggiamenti di Enzo Rossi Ròiss numero XI – La notte per dormire, sognare e amare. Il giorno per pensare, progettare e realizzare. La disciplina alimentare per vivere sani. Innamoramenti condivisi come elisir di lunga vita. lo trovate su www.spicehistory.net venezia san marco 2674 campo san maurizio IL RIDOTTO settembre 2009 anno 3 numero 21 pagina 3 S i è spento nel sonno la notte tra il 26 e i 27 agoo sto scorso nell’ora più duo ra della notte (alle tre e mezo za) all’ospedale civile di Veneo zia dopo una breve malattia, stroncato da un tumore più che maligno nel giro di poche seto timane, il Compagno de Calo za Michele Busetto. Aveva soo lo 49 anni, che aveva compiuto proprio pochi giorni fa. I funeo rali si sono svolti sabato 29 alo le ore 9 nel Duomo di Carpeneo do. È il terzo grave lutto nel gio ro di un anno per gli Antichi, dopo la scomparsa dello stilio sta Pier Voltolina e del Conte Emile Targhetta d’Audiffret de Gréoux. Veneziano, ingegnere elettroo nico, Michele Busetto viveva da molti anni a Milano, dove lavorava come dirigente addeto to ai rapporti internazionali di una nota multinazionale di teo lefonia mobile. Il suo lavoro lo aveva portato spesso all’estero. Era da poco tornato da un sogo giorno di due anni a Dubai doo ve si occupava dell’installazio ne di reti di telefonia mobile nei paesi arabi. Nonostante i suoi molti impeo L’ultimo saluto a CuginoMichele nostro impareggiabile Gran Khan Il magnifico Compagno de Calza Michele Busetto, improvvisamente scomparso dopo breve e cruda malattia, verrà solennemente ricordato dagli Antichi nella basilica di San Giovanni e Paolo il 27 settembre di roberto bob r. white bianchin gran priore de i antichi In questa pagina e nella successiva alcune delle supreme interpretazioni di CuginoMichele. Sopra, accompagnato da Marco Polo (Maurice Agosti), sbarca in Piazza San Marco come Gran Khan, per insegnare il pechinese ai veneziani di garbo e ai turisti de sesto; a sinistra è uno dei campioni de I Antichi nella Festa de I Marìi, a destra un ineffabile serafico cardinale; a lla pagina quattro : in alto è il terribile Domatore di Uomini , in basso a sinistra il Grande Emiro Bianco. e in basso a destra è nei panni dell’Onfalomante (alias Michael von Bohrug) a Palazzo Merati d’Audiffret de Gréoux lo scorso carnevale, a fianco di Daniela Barovier. gni tornava spesso a Venezia e non mancava mai, prendendoo si qualche giorno di ferie, agli spettacoli e alle iniziative della Compagnia de Calza «I Antio chi» alla quale era molto legao to da profondi vincoli affettivi e artistici. Uomo buono, generoso, dio vertente, era un grande espero to in campo tecnologico, e cono temporaneamente un raffio nato umanista, appassionao to e studioso di musica e cineo ma, poesia e letteratura, circo e teatro. Le sue competenze le aveo va messe a disposizione della Compagnia, dov’era chiamato da tutti semplicemente «Cugio no Michele», essendo appunto cugino della moglie del Gran Priore, e dove il suo apporto nel corso degli ultimi dieci anni è stato spesso insostituibile. Per gli Antichi, proprio per le sue competenze specifiche, rio copriva l’incarico di «Direttoo re ai suoni e alle luci» e di reo sponsabile delle installazioni tecniche degli spettacoli, degli effetti speciali e delle immagio ni video. Si deve al suo lavoro, tra l’altro, il montaggio e la pagina 4 settembre 2009 anno 3 numero 21 IL RIDOTTO venezia san marco 2674 campo san maurizio raccolta in dvd degli spettacoo li del ciclo dedicato a Giacomo Casanova che gli Antichi hano no messo in scena ai Carnevao li di Venezia degli anni 2000, 2001 e 2002, e che nel 2006 sono stati trasmessi alle Sale Apollio nee del Gran Teatro La Fenice in occasione delle celebrazioni per i 25 anni della Compagnia. Ma non solo competenze teco niche. Michele Busetto era doo tato anche di un grande seno so artistico e moltissime volo te è andato in scena con i suoi personaggi, spesso stravagano ti, agli spettacoli degli Antio chi, sia in città italiane che euo ropee, da Venezia a Berlino, dal festival di Mantova a quello di Brisighella, fino alla Cavalchio na del Gran Teatro La Fenice. Il Gran Khan Kubilai, che parlao va solo a monosillabi «con aco centi abbaianti», è stato il suo personaggio più celebre, che ha portato in scena molte volte con successo, accanto al Maro co Polo interpretato da Maurio ce Agosti, negli spettacoli «Il ritorno di Marco Polo» e «La sorella segreta di Marco Polo», che sono stati rappresentati dao gli Antichi anche alla rassegna dedicata al grande viaggiatore veneziano dalla Biennale Teo atro diretta da Maurizio Scao parro nel 2006. Tra gli altri pero sonaggi che ha interpretato, Michele Busetto è stato anche un circense «domatore di uoo mini», un esuberante «mario to» alla «Festa dei Marìi», pao rodia della celebre «Festa delo le Marie», un bizzarro disc-joo ckey, «Cuginomicheledj», speo M a posso portare anche Cuginomichele?» La prima volta che ho sentito citare Michele Busetto è apparso così: tutto attaccato e con una maiuscola sola. E che maiuscola. Era Mobu che interrogava per un capodanno di chissà quanti anni fa. Ovvio che sì! «Cuginomichele è grandissssssimo!» aggiunse a conferma ulteriore Bob R. White. Non era facile abbracciare interamente CuginoMichele (con due maiuscole,ma sempre tutto attaccato) neanche per Colo de Fero che a braccia spalancate fa centonovantacentimetri misurati. Si potrebbero dire moltissime cose. Ma io ne dirò solo alcune. Stocastiche (che saria casuali) e inopinate (saria senza alcun criterio). La lavagna luminosa per proiettare i lucidi delle Tavole Bonigolate progettate per la disfida in campo (San Maurizio) dei dodici candidati alla carica di sindaco di Venezia, l’ultimo giorno di una campagna elettorale, il primo di aprile: «Mi sa che siamo gli ultimi ad averne comprata una, in tutta Europa». Le scarpe del settecento erano una delizia «solo dopo averle tolte». Il caldo «porco» di Mantova necessitava di uno stracotto di asino che fu memorabile. Gli spinotti dei cavi elettrici venivano infissi con forza sovrumana e precisione inflessibile nei loro alveoli, toglierli era più che disagevole: «No so’ miga ingegner par niente». La pensantissima borsa medica con i terribili strumenti dell’onfalomante. CuginoMichele girava il mondo, per lavoro e per diletto. «Credo che in Brasile la stoffa per i costumi da bagno sia preziosissima e costosissima. Li fanno così piccoli». CuginoMichele mangiava sempre, non tanto: sempre: «Penso che adesso ci starebbe bene anche un gelato». Quando arrivò, quel capodanno, aveva con sé un pacco di bottiglie di Moët Chandon, le bottiglie finirono e cominciò l’avventura. Finita troppo presto, però. Colo de Fero « cializzato in un improbabio le rock finlandese con tanto di cappello con le orecchie da reno na alle feste da ballo degli Ano tichi, e un raffinato e setteceno tesco «Onfalomante», che rio prendeva una storica tradizioo ne degli Antichi della previsioo ne del futuro attraverso la leto tura dell’ombelico. «Il nostro dolore è immeno so. Perdiamo un grande amio co e un grande artista. La sua scomparsa lascia un vuoto ino colmabile. Ci mancherà», ha dichiarato il Gran Priore deo gli Antichi Roberto Bianchin, che ha decretato il lutto per la Compagnia fino a martedì 1 settembre, giorno in cui gli Antichi sono andati in scena con gli abiti settecenteschi lio stati a lutto allo spettacolo delo la «Vendemmia in costume» a Bibano di Godega Sant’Urbao no (Treviso) presso le distillerie Bottega, in una doverosa libao gione bacchica alla memoria. Una delegazione degli Antichi ha preso parte ai funeralndoso sando i colori della Calza. Il «Gran Khan» Michele Buo setto verrà ricordato da tutta la Compagnia de Calza a un meo se dalla scomparsa, il 27 seto tembre prossimo, con una ceo lebrazione in costume che si terrà nella basilica veneziao na dei Santi Giovanni e Paolo. Gli Antichi si uniscono al doo lore dei suoi cari e si stringoo no accanto ai suoi familiari. ◉ venezia san marco 2674 campo san maurizio IL RIDOTTO settembre 2009 anno 3 numero 21 pagina 5 S econda edizione della Festa di San Maurio zio. Quest’anno i festego giamenti per il santo a cui è ino titolato il nostro campo, e che per questa ragione, ma anche moltissime altre, ci è particolaro mente caro si arricchiscono ano che di una Momaria, o Rappreo sentazione Iconica, dedicata al nostro eponimo, che aprirà i feo steggiamenti. A seguire la Cena in Campo in Onor de San Mauritio, cui farà seguito di stecca una Tombola de I Antichi (con tanto de tabeon, balote e cartele) per i partecipano ti; martedì 22 settembre co’ fa scuro. Piano piano, anno dopo anno, la cena e la tombola dio venteranno una Fiera di San Maurizio che nelle nostre fero vide e scatenate fantasie preveo de, in futuro, cortei in armi e coo stumi, sacre rappresentazioni, banchetti gastronomici e tuto to quanto pertiene ad una veo ra e propria festa in campo, sao gra e fiera. L’unica a San Maro co, ciàpa! San Maurizio San Maurizio, noto anche coo me Moritz, Morris, o Maurio tius, sarebbe stato un generale dell’impero romano attorno al 300, a capo della leggendaria leo gione Tebea (Tebe in Egitto non in Grecia) appunto egiziano-roo mana, prima in Mesopotamia e poi nell’Europa centrale, a Coo lonia ed a nord delle Alpi. Dopo aver sconfitto Quadi e Marcoo manni, furiosi barbari che dal fiume Reno premevano in Galo lia il console Massimiano decio se di usarli per una pulizia etnio ca contro i cristiani della zona. Per essersi ripetutamente rifiuo tati di farlo, nonostante ripetuo te flagellazioni e decimazioni, i legionari di Maurizio (in tuto to seimilaseicentosessantasei) sarebbero stati infine stermio nati per ordine dell’imperatoo re Diocleziano. Il luogo dell’eco cidio, Agaunum in Raetia, è ogo gi Saint Maurice-en-Valais, in Svizzera. Altre versioni raccono tano similmente che la legione si rifiutò di eseguire gli ordini dopo aver scoperto che un vilo laggio che avevano appena dio strutto era di poveri e innocenti contadini cristiani; oppure che l’imperatore aveva ordinato la loro esecuzione al rifiuto ripetuo to di offrire sacrifici agli dei pao gani. In ogni caso è quasi certo trattarsi di leggenda, ma ciò non ha importanza. Per complicate questioni geopolitiche, alcuni decenni prima dell’anno Milo Festa di San Maurizio, martedì 22 settembre CenainCampoeMomaria(RappresentazioneIconica) associazione culturale COMPAGNIA DE CALZA «I ANTICHI» fondata da zane cope venezia Festa di San Maurizio Campo San Maurizio martedì 22 settembre 2009 co’ fa scuro Cena in Campo Con Rappresentazione Iconica detta Momaria informazioni: Circolo de I Antichi Campo San Maurizio 2674 le, San Maurizio divenne patroo no del Sacro Romano Impero, e la sua spada e la sua lancia fuo rono per secoli considerate reo liquie potenti. La spada faceva parte del corredo degli imperao tori austroungarici fino alla fine (dell’Impero Austrungarico) e si voleva che la lancia con il suo nome scritto sopra fosse proprio quella che ferì il costato di Gesù sulla croce. Secondo l’etimoloo gia, e la leggenda, san Maurizio era moro: Mauritius (in copto Maurikios) deriva da Mau- pagina 6 settembre 2009 anno 3 numero 21 IL RIDOTTO venezia san marco 2674 campo san maurizio rus, originariamente «abitante della Mauretania», la regione dell’Africa che oggi va dall’Alo geria fino al Marocco e alla paro te settentrionale della Mauritao nia, perciò molto spesso è raffio gurato con tratti africani e qualo cuno suppone un’origine nubiao na, o di discendenza mista egio ziana e nubiana. Iconologicao mente è interessante sapere che la raffigurazione di San Maurio zio con tratti moreschi (egiziao ni) o negroidi (nubiani) appare e si diffonde a partire dal tardo medioevo (attorno al 1240), rago giungendo il vertice immaginio fico nel 1520 nell’opera L’incontro di Sant’Erasmo e San Maurizio del potentemente visionao rio pittore tedesco Mathis Goo thard Neithard detto Matthias Grünewald (Würzburg, ca. 1480 – Halle sul Saale, 31 agoo sto 1528). Abbiamo scelto questa versione afro di San Maurizio per il manifesto dell’edizione 2009 della festa, come richiamo grande tradizione di civiltà tolo leranza e apertura della cultuo ra veneziana, necessario in queo sti tempi intolleranti. San Mauo rizio ha dato, anche di sbieco, il nome a molte ridenti località del pianeta, che qui non ricordereo mo. Ecco alcune varianti: frano cese: Maurice; inglese: Maurice, Morris; olandese: Maurtiz; russo: Movr; spagnolo: Mauricio; tedesco: Moritz; popolare: Mòri(s); femminile: Maurizia. I Antichi e San Maurizio Per esempio, rapidi: il Principe Maurice Agosti incredibile ino terprete di Giacomina Casanoo va e Marchetta Polo, il grande amico e regista Maurizio Scao parro che ci ama sfrenatameno te ricambiato; e poi Maurizio Bastianetto che anche se non ci ama più ha pur sempre creo ato cose indimenticabili; e poi, tremenda, Maurizia Paradio so senza la quale non avremo mo con enorme soddisfazione litigato a mezzo stampa con la Zia Marina. E poi, la vicenda di San Maurizio, leggendaria o reo ale che sia, tocca uno dei puno ti fondamentali dell’etica de I Antichi: può lo Stato decidere la Morale dei suoi sudditi, ogo gi cittadini? Secondo noi, e seo condo San Maurizio, no. Fede, pensiero, sfera sessuale, orieno tamento politico sono affari prio vati. Ma di questo un’altra volo ta. Ricordiamo infine che mio glior santo non avrebbe potuto darsi come levatrice alla nascita della Compagnia, data la bellio cosissima e pugnace natura del nostro Priore Fondatore Paolo Emanuele Zane Cope Zancoo pè, uomo d’armi e di sogni. La chiesa di San Maurizio La geometrica e abbagliante facciata della chiesa, candego giata da un non più recente reo stauro che ha dimenticato da qualche parte santo e angeli soo prastanti il frontone, nasconde una storia interessantissima. Scrive Giulio Lecomte, ufficiao le di marina e scrittore franceo se, nel suo Venezia, colpo d’occhio letterario, artistico, storico, poetico e pittoresco sui monu- menti e curiosità di questa città del 1844: «È una chiesa nuova. Il patrizio Pietro Zaguri, morto nel 1806, proponendosi d’imitare la demolita chiesa di s. Geminiano del Sansovino, la quale sorgeva alcuni anni prima in piazza s. Marco ov’è adesso il nuovo Palazzo reale, diede il primo disegno di questa. Morto lo Zaguri, il nob. Antonio Diedo (segretario dell’Accademia delle Belle Arti) e l’architetto Selva (morto nel 1819) lo posero in esecuzione, facendovi quelle riforme ed aggiunte che parvero opportune. La facciata è di semplice ed elegante disegno del Selva, riformato dal Diedo. Le stature e i bassi rilievi furono scolpiti dal professore Zandomeneghi e da B. Ferrari. Tutte le scolture dell’interno sono buoni lavori del valente Domenico Fadiga veneziano, il quale si occupò altresì dell’esecuzione della facciata. [...] In mezzo alla chiesa è la tomba di Pietro Zaguri, autore del primo disegno». Accano to al patrizio (di cui parleremo venezia san marco 2674 campo san maurizio IL RIDOTTO settembre 2009 anno 3 numero 21 pagina 7 diffusamente un’altra volta) fu sepolto anche, nell’agosto del 1768, «senza pompa alcuna di stemmi, o iscrizioni» il titanio co Zorzi Alvise Baffo. Nelle pao gine seguenti un meraviglioso raffronto pittorico e fotografico tra il campo San Maurizio prio ma e dopo la costruzione della chiesa in stile sansoviniano. La Momaria Sferragliare d’armature e sguainare di lame: fedeli alo la tradizione veneziana dello spettacolo di piazza I Antichi mettono in scena una breve rafo figurazione animata del martio rio di San Maurizio, con partio colare attenzione all’insanabio le dissidio secolare tra fede e poo tere, pubblico e privato: Bob R. White è l’Imperatore, il Princio pe Maurice è ovviamente San Maurizio, i Giovani Antichi e I Antichi i soldati di entramo be le fazioni. Per i veterani delo le nostre feste è un curioso ritoro no alle abitudini marziali delo la Calza, da tempo giustameno te desuete. La tombola Parente povera e familiare del Lotto è comunque tecnicameno te un gioco d’azzardo anche se blando. Il Lotto a Venezia ha storia antica e appassionante, fu governativamente proibitiso simo e poi sfruttatissimo per la sua peculiarità di dilapidare pao trimoni, capacità in ogni temo po considerata legittima e sana quando esercitata dagli Stati per loro beneficio. Scrive Giovanni Grevembroch nel suo Gli abiti de’ Veneziani di quasi ogni età con diligenza raccolti e dipinti nel secolo xviii da cui è tratta la figura dell’Impressario del Lotto qui a fianco: «Sia come si voglia, il rischio di minuto esborso ridonda più della Grazia anelata negli antichi Lotti di Elagabalo, appresso cui (secondo il Detto di Lampridio) taluno guadagnava dieci famelici Camelli, alcuno dieci sfrenati Cavalli, altro dieci Grilli, o Mosche». San Maurizio oggi e ieri Concludiamo questa rapida scorribanda con un documeno to di piccola ma eccezionale imo portanza: il dipinto settecenteo sco di autore a noi ignoto che raffigura campo San Maurizio e la chiesa prima della ristruttuo razione di cui sopra, ed è consero vato nella sacrestia. In queste due pagine, per i raffronti del cao so, un’immagine attuale (di difo ficile realizzazione, dato che la frenesia lavorativa contempoo ranea apre continuamente cano tieri nel nostro campo, l’ultimo per dotare anche noi di idranti antincendio, indispensabili per contenere le fiamme in una cito tà d’acqua). Come potete ossero vare ad un’attenta e anche no contemplazione delle due imo magini, vi sono delle differeno ze e delle simiglianze, alcune macroscopiche, altre minime, in entrambi i casi. Il punto di vista è proprio all’ingresso del circolo, un po’ spostati sulla deo stra. Alcuni esempi di confrono to (non troppi per non togliero vi il gusto della ricerca). C’erao no due campanili: il superstite ha perso la cupola. C’erano ano che due pozzi: nel quadro il seo condo pozzo, che ora non esio ste più, è in basso a destra. ◉ pagina 8 settembre 2009 anno 3 numero 21 IL RIDOTTO venezia san marco 2674 campo san maurizio A Tavola con I Antichi: Vendemmia da Bottega! ♥ costringi i tuoi amici ad abbonarsi a il ridotto ♥ venezia san marco 2674 campo san maurizio IL RIDOTTO settembre 2009 anno 3 numero 21 pagina 9 S torica vendemmia settecentesca, e in dialetto per edito to priorale, de I Antichi nel vigneto di prosecco doc dei fratelo li Bottega, a Godega di Bibano di Sant’Urbano vicino a Coneo gliano. La vendemmia è stata triplicemente storica: non solo perché in costume, ma soprattutto perché è la prima con il nuovo disciplinao re per l’uva prosecco doc, a tutela da falsificazioni e garanzia di eco cezione; e perché si è tenuta nel ventesimo compleanno del celebre (e bevutissimo) prosecco «Vino dei Poeti». La spettacolare e caldissio ma dionisiaca festa ancestrale è stata seguita da un impareggiabile banchetto di deliziose leccornie, con profusione di vini e (alla fine) dio stillati della casa. Nella panoplia alcuni momenti in ordine cronoloo gico. Come spesso, nessuna didascalia per non far torto a nessuno. ◉ ♥ invia i tuoi deliri a [email protected] ♥ pagina 10 settembre 2009 anno 3 numero 21 IL RIDOTTO venezia san marco 2674 campo san maurizio C’ è una bellissima questione di storia di parole veneziane che sembra fatta apposta per cono fondere, ingannare, intrigare, disordinare; e che molti ha dio sordinato, intrigato, ingannao to e confuso. Ma andiamo con calma. Tanto tanto tanto tempo fa la Piazza San Marco non si chiao mava così, e non era neanche tanto una piazza. Ci scorreo va in mezzo il canale Batario. Al posto della Basilica c’era la chiesa di San Teodoro (el Todaro, che a quel tempo era pao trono cittadino) e di fronte la chiesa di San Geminiano (poi rifatta e infine abbattuta per far luogo all’Ala Napoleonio ca) erette entrambe dal generao le bizantino Narsete (478 – 574) che iniziò una vittoriosa caro riera militare a sessant’anni e con i veneziani sconfisse i Goti. La non piazza veniva chiao mata Morso, dalla durezza e tenacità del suolo, oppure Brolo (o bruolo e broilo e poi broglio) perché era erbosa e cinta d’alberi. Data la vicinanza con il Moo lo, il Brolo divenne da subito il luogo d’incontro dei mercanti e dei nobili, un po’ come il Foo ro dei Romani dei primi tempi (ma senza le mucche). Il termio ne brolo continuava il tardo lao tino brōgilu(m) di origine celtio ca (forse brog, sollevamento, rio gonfiamento) che indicava un orto recintato e più tardi anche un frutteto. Parenti latini erao no anche brollus e bruillus «boo sco selva luogo piantato d’albeo ri»; nell’antico tedesco brohel (brüchel brüchl brühl) «campo palustre, prato, da far pascolao re le bestie». La parola brolo con le sue varianti era molto diffusa nell’Italia settentrionale del medioevo, usata comunemeno te per indicare il luogo recintao to e poi la piazza centrale o ano che per estensione il palazzo destinati alle attività commero ciali, pubbliche e politiche. Il continuo tramestio d’affari che si faceva quotidianamente nel brolo apparve presto (già con Dante) una splendida metafora per indicare un gran daffare; e Storie di parole veneziane: quel maledetto imbroglio in Piazza San Marco di luca colo de fero colferai profesor de letere a riposo con il passare del tempo assuno se presto e forse inevitabilo mente il significato di «imbroglio, falsio ficazione, intrigo per ottenere cario che e simili» coo S me scrive l’umanista, scrittoo re e storico Benedetto Varo chi (1503 – 1565). Semo bra però che la suo premazia nella dio vulgazione dell’aco enza alcun riguardo si può dire compreso nel molto numero degli più infimi pubblici sallariati, anche il Scopatore del rispettabile Broglio. Questo è quel Luogo destinato al passeggio de soli Patrizj li quali ogni giorno vi si uniscono per trattare promiscuamente li loro affari, et affettare quelle cerimonie, e preghiere al caso d’essere invogliati d’alcun Magistrato, o Regimento, secondo usavano li Candidati in Roma. Convenendo però, che quel Sito sempre comparisca polito da ogni bruttura solita succedere nelle vaste Piazze fù anche in antichi tempi destinato un tale per questo uffizio, cura essendo degli Procuratoi di Supra lo eleggerlo, e stipendiarlo. Già alquanti anni, che era deputato a questa faccenda sapeva procacciarsi anche degl’utili straordinarj, poiché dottato di felice memoria conosceva tutta la Nobiltà, e riccercando cortesia chiamava cadauno col nome, e cognome. Più vantaggiosa era quella mattina, ch’un Giovane Nobile in veste faceva pompa della sua prima comparsa; poiche presentandosi avvanti costui, e rammentandole, che con più fina diligenza addempito haveva al proprio debito in riguardo della Funzione se le conveniva generosa la mancia. Con questo incontro innaugurava il Novizzo a primari honori della Repubblica, e le rappressagiva sino alla Ducea. Il Dottor Faustini Padovano, che non isdegnò di formalizarsi a sì fatta incombenza merita, che il di lui vero rittrato qui preserviamo». Da Giovanni Grevembroch «Gli abiti de Veneziani...» « cezione negativa del termine sia veneziana. Secondo il Boeo rio, Brogio o Piazza del Brogio chiamavasi sotto il Governo Veneto tutto il tratto della Piazzetta di San Marco, ch’è verso il palazzo ducale, dove concorreva la Nobiltà patrizia in vesta a brogliare pubblicamente, per ottener le cariche lucrose o d’onore che si disponevano dal Maggior Consiglio ed anche dal Senato. Quando i giovani patrizii indossavano per la prima volta la veste pubblica, facevano il loro solenne ingresso nel Foro, cioè nel luogo del broglio, passeggiando più volte, e dicevasi Entrar o Vegnir in brogio. Curiosamente, e qui scatta come di sovente la paretimoo logia o etimologia popolare o semplicemente sbagliata, imbroglio non c’entra né con i pao trizi veneziani, né con gli orti, e tanto meno con i frutteti. Per cui diffidate dai molti che prio ma o poi vi definiranno i pao trizi veneziani come imbroo glioni, mentre invece erano più astutamente adusi al broo glio. Imbroglio deriva direttao mente dal verbo imbrogliare, che fin dal Trecento significa «intrigare, operare con malio zia o per ignoranza con altrui danno», e poi anche «mescoo lare disordinatamente più coo se» (1584) ovviamente con il fine di «dare ad intendere coo se non vere» (1531) «ingannao re qualcuno per il proprio ino teresse o vantaggio» (1887). L’origine di imbrogliare è dal francese brou, brodo (dal gero manico non attestato *brôd un tipo di cibo per niente usuao le nelle mense romane, introo dotto insieme alla zuppa) che diede origine anche al franceo se antico brouillier «sbrodoo lare». Altra parola appareno te parente di broglio è anche brogliaccio però più vicina a imbroglio: lo scartafaccio ino casinato diffusosi in italiano agli inizi dell’ottocento derio va dal francese brouiller «meo scolare», da cui si è sviluppao to poi il significato di «metteo re in disordine» e quindi «scrio vere malamente». Non c’è che dire: un bell’imbroglio. ◉ venezia san marco 2674 campo san maurizio IL RIDOTTO settembre 2009 anno 3 numero 21 pagina 11 S crivo per chi ha letto ciò che è stato pubblicao to da Il Ridotto dell’ano no III n. 18 e 19, con l’intenzioo ne di rievocare e ricordare ulo teriormente la Beata Contissa Tagliapietra venerata e festego giata a Venezia, la cui miracoo losità è stata invocata durante cinquecento anni (1300-1800) dalle mamme che hanno poo sto i loro infanti a sedere sulo la sua bara (prima cassa di leo gno, poi urna di marmo), espoo sta sopra l’Altare dei Calcineri (e di S. Antonio Abate) nell‘ano tica Chiesa di S. Vio demolio ta nel 1808. Compiendo una rio tualità propiziatoria foriera di salvezza (sopravvivenza) in ogni caso di caduta nell’acqua: «..coll’opinione certa che in cao so di naufragio debbano (doo vessero) rimanere sopra l’aco qua tanto tempo, quanto fosseo ro stati a sedere sopra la cassa, o sopra l’altare». Scrivendo ciò che scrivo doo po aver supposto che tra queo sti infanti possano essere ano noverati anche tre veneziani ilo lustri per aver compiuto prodio gi scrittòri: Ferrante Pallavicio no, scrittore seicentesco morto arso vivo ad Avignone all’età di 29 anni, per avere scritto e pubblicato un libro intitolao to «La retorica delle puttane», alludendo a poteri chiesastio ci esercitati puttanescameno te; Giorgio Baffo poeta erotio co settecentesco, morto inedio to over 70 dopo aver versificao to la mona a futura memoria delle sue imprese copulatorie; Giacomo Casanova scrittore e avventuriero libero-libertariolibertino, archetipo inimitabile per ogni amatore collezionista d’innamoramenti utili e futili finalizzati. La Beata Contissa Tagliao pietra, nacque borghese e beo nestante da Nicolò ed Elena nel 1288 a Venezia nell’attuao le Campo San Vio, dove morì il 1° novembre 1308. Successivao mente ebbe inizio «…l’uso di porre i bambini a sedere sul suo corpo conservato nella Chiesa di S.Vio, perchè in caso di nauo fragio potessero galleggiao re sull’acque»: come lei steso sa aveva galleggiato sull’aco Paralipomeni alla Beata Contissa Tagliapietra: breve panorama storico di cinquecento anni di culto veneziano di enzo rossi ròiss qua del Canal Grande (autoo miracolandosi) per traghettaro si sul suo velo navigante dalla riva di Campo San Vio alla rio va opposta, attesa nella Chieo sa di S. Maurizio da un Direto tore Spirituale per colloqui dio sapprovati e osteggiati dai suoi genitori. Non fu mai beatificao ta dall’Autorità Ecclesiale Vatio cana, però. Nel 1581 il suo culo to fu vanamente proibito, pero ché considerato «superstizioo so» da alcuni Visitatori Apoo stolici memori delle norme rio formatrici del Concilio di Treno to (1545-1563) e allarmati dalla diffusione del protestantesio L’unico ritratto esistente (postumo) della Beata Contissa Tagliapietra è attribuito al pittore graco veneziano Antonio Vassilacchi, Αντώνιος Βασιλάκης (Milos, 1556 – Venezia, 27 agosto 1629) detto l’ Aliense (vedi p. 10). Dichiarazione giurata di Tomaso Bernardi Pittor Consiglier, rilasciata «adì 19 Aprile 1765, Venezia»: «Attesto io sottoscritto con mio giuramento qualmente mi son conferito come Pittore nella Chiesa de R.R. Padri Monaci Cisterciensi della Madona dell’Orto di questa Città di Venezia per esaminare il Ritratto della Beata Contessa Tagliapietra Nob. Ven., qual da me ben considerato a mia opinione, è di mano dell’Aliense fatto nell’anno 1600 c., e in detto Ritratto vi è la sua Arma gentilizzia, e le seguenti parole B. Contessa Tagliapietra. Di più circondata la Testa da Raggi, cusicchè attesto, che tanto detti splendori, quanto detta Pittura è della stessa mano, e di detto secolo.» mo generato da Martin Luteo ro (1483-1546) affiggendo le sue 95 tesi sulla porta della chieo sa di Wittenberg il 31 ottobre 1517. Fu beatificata soltanto dalla opinione popolare cono divisa per convenienza (cono gruità) dall’Autorità Ecclesiao le Veneziana. Una formale rio chiesta di beatificazione inolo trata dall’Autorità Patriarcao le veneziana al Pontefice Cleo mente XIII nel 1765 fu ignorata. Fino al momento in cui il Caro dinale Jacopo Monico, Patriaro ca veneziano dal 1827 al 1851, al termine di una sua Santa Vio sita, non decretò la sospensioo ne del suo culto, promuoveno do un aprofondito chiarimeno to della questione riguardante la sua personalità. Una persoo nalità con proprietà taumaturo giche riferite oralmente «…per fama antica e costante e insistio ta tradizione…mai interrotta», e «…per averle sentite da tutti li vecchi della Parrocchia», e «… per aver trovato certi tratti di queste verità in carte vecchie» che non erano sopravvissute ai roghi disinfestanti durante ogni peste: col di più distrutto probabilmente dall’incendio delle scritture della Chiesa di S. Maurizio residenza del Dio rettore Spirituale della Tagliao pietra, il venerabile Antonio Del Corpo, citato da Leonaro do Carrara in una memoria reo gistrata nel 1632. Una personao lità descritta sommariamente e leggendarizzata di secolo in secolo da persone invecchiate, insomma, portavoci acritiche di antenati ancora più vecchi a cominciare dal 1300, anno meo dioevale durante il quale furoo no utilizzate (strumentalizzao te) reliquie generate e accredio tate a gogò per ogni uso chieo sastico, compresa la Sacra Sino done: viventi Dante Aligheri (1265-1321) già autore di molti libri impegnato a scrivere dal 1300 la Divina Commedia (nel supposto tempo «mezzo del cammin» di sua vita), e Frano cesco Petrarca (1304-1374) imo pegnato a scrivere i testi per il suo «Canzoniere». Il più antio co e unico documento tipograo fico consultabile è un opuscolo stampato nel 1765, illustrao pagina 12 settembre 2009 anno 3 numero 21 IL RIDOTTO venezia san marco 2674 campo san maurizio to con la riproduzione calcoo grafica di un dipinto agiografio co: quasi certamente un dipino to appartenuto ai Fratelli Luco chini, «…di mano antica e beo ne espresso, fatto al terminare del 1400, venendo il 1500», coo me si legge in un expertise dei pittori Giuseppe Angeli e Too maso Bernardi, sottoscritto il 10 settembre 1764. Il testo che segue si legge sul frontespizio: Alla Santità del Nostro Signoo re Clemente XIII Memoriao le di Monsig. Patriarca di Veo nezia e Vescovi Suffraganei per la conferma ed augmeno to del culto della Beata Cono tissa detta volgarmente Cono tessa Tagliapietra vergine noo bile veneta in Venezia MDCo CLV. La raffigura anche un dio pinto (cm.104x77) espertizzao to il 19 aprile 1765 dallo stesso pittore Bernardi come «…opeo ra di mano dell‘Aliense fatto dell’anno 1600», collocato dal 1620 con altri 27 (stesse dimeno sioni) raffiguranti altri Santi e Beati veneziani, nella Cappelo la della Natività di Gerusalemo me della Chiesa dei R.R. Pao dri Cistercensi della Madonna dell’Orto (sestiere Cannarego gio). Le sue spoglie superstio ti, con abbigliamento e acceso sori settecenteschi, sono cono servate (e visibili) nella sacreo stia dell’attuale Chiesa S. Mauo rizio che si affaccia sul Campo B. Iuliana con De Collalto – B. Euphemia Abatissa Sta – B. Paulus Iustinianus – B. Mato teus Fundator Capucino – B.Antonius Veneto – B. Ano na Michael – B. Comtissa Tao leapetra – B. Ursus Baduario Dux – B. Petrus Urseolus Dux – S. Titianus EPS Cenetensis – S. Magnus Episcopus – S. Lauo rentius Ustinianus Pat. – B. Bartolomeo Michael – B. Ano tonius Corarius Card. - Mao theus Contareno Patr. - - Ano tonius Bembo - .Hieron Miao ni Fundat. Somasch. - B. Ano tonius Pizzamano – B. Nicoo laus Iustiniano – B. Ghirardus Sagredo – B. Ioannes Mar Noo nus Cler Reg – B. Ioannes Plao ban S.Ioan. Decoll. - B- Jacoo bus Salamon Patr. Venet. - B. Leo Bembus Patritius Venet. B. Francis Querini – B. Petrus Acotanto – S. Dimitri Minoo to. (Complessivamente: 5 Sano ti, 18 Beati, 5 Beate. Compreno denti 3 Patriarchi, un Cardio nale, 1 vescovo, 2 Fondatori di ordini monastici, una Bao dessa, 2 Dogi, un patrizio) ◉ dra, ma morì giovane. Vassilaco chi ebbe anche due figlie una delo le quali diventò monaca nel monao stero di Santa Chiara, dove il pao dre aveva dipinto un’Annunciao zione. Sposò la sua seconda moglie, Giacomina, il 2 novembre 1609, ma questa morì sei giorni dopo. Ano che l’ultimo matrimonio fu sfortuo nato. Il suo allievo e biografo Caro lo Ridolfi racconta che Vassilacchi mostrava spesso agli amici un suo dipinto, in esso era ritratto lui steso so che trasportava sulla schiena la sua ultima moglie, la sua nutrio ce, suo zio, e suo figlio Stefano, poi commentava dicendo: «Questo è il peso che dovrò sopportare finché vivo». Fra i suoi allievi ebbe anche Tommaso Dollobella. Morì a settantatré anni il sabato di Pasqua del 1629, fu sepolto con grandi onori nella chiesa di San Vidal il giorno di Pasqua. In quelo la chiesa, che si trovava nello steso so campo dove lui abitava, aveva dipinto una Resurrezione ed una Ascensione. Le sue opere nel Palazzo Ducao le, probabilmente superano quelle di qualsiasi altro singolo artista, in quanto egli dipinse in tutte le prino cipali sale del Palazzo, come la Sala del Maggior Consiglio, la Sala delo lo Scrutinio, la Sala del Senato, la Sala del Consiglio dei Dieci e la Sao la della Bussola. Nel 1586 gli fu chiesto di dipingeo re uno dei suoi quadri più grandi, la Resurrezione, nel coro di San Mio chele. Fornì il disegno preliminare, in chiaroscuro, della Crocifissioo ne al pittore Domenico Cresti, che poi lo realizzò nella stessa chiesa. I due dipinti, restaurati nel 1958, soo no ancora appesi nello stesso luogo, uno di fronte all’altro, ai lati dell’alo tare maggiore della chiesa. Nel 1591, dalla Scuola dei como mercianti gli fu commissionato un dipinto nella chiesa di San Giovano ni Elemosinario, a pochi metri dal centro commerciale di Venezia, il Ponte di Rialto. Nel 1588 dipino se la piaga dei serpenti nella Chieo sa dell’Arcangelo Raffaele. All’ino terno della facciata della chiesa di San Zaccaria sono conservate altre quattro opere dell’Aliense. Nel 1559 i monaci benedettini di San Giorgio Maggiore decisero di rinnovare il loro refettorio e diedeo ro l’incarico al Palladio di eseguio re il lavoro, dopo nel 1565, lo incao ricarono di restaurare la Basilica, questi preparò un bellissimo proo getto, ma riuscì a seguire i lavori solo fino al 1568, per cui al momeno to della sua morte, dodici anni doo po, nel 1580, l’opera era ancora ino compiuta. L’abate quindi convoo cò Vassilacchi per selezionare i mio gliori, a suo parere, per la progettao zione preliminare dell’altare mago giore della chiesa. Modesto e gentio le com’era, per sua natura, l’Alieno se ebbe da dire una buona parola su tutti i bozzetti, questo complicò le cose e rese difficile la scelta. Alo la fine, gli fu chiesto di presentare un progetto lui stesso. Questo fu immediatamente accolto e da esso nacque il grande bronzo del grupo po dei Quattro Evangelisti che soo stengono il mondo e Dio. Nel 1594, l’Aliense, raccomandao to dai Benedettini di San Giorgio Maggiore, si impegnò a dipingeo re il ciclo della vita di Cristo per la chiesa di chiesa di San Pietro a Peo rugia, che apparteneva allo stesso Ordine. I suoi dipinti ancora oggi sopravvivono nella loro configuo razione originale. Nel 1602 iniziò la decorazione del duomo di Salò, mentre altri lavori soprattutto decorativi - si possono ammirare nella villa del senatore Giovanni Barbarigo a Noventa Vio centina, vicino Montagnana, e soo no veramente pregevoli. Un’oltremodo deliziosa stampa che lo ritrae, eseguita dall’incisore Giovanni Domenico Campiglia (1692-1768) su disegno di Antonio Pietro Pazzi (1706-1770), è conservata nella Galleria Tadini di Lovere (BG) e potete ammirarla, seppure francobollata, qui. ◉ A ntonio Vassilacchi, Αντώνιος Βασιλάκης (Milos, 1556 – Venezia, 27 agosto 1629) detto l’ Aliense (el foresto) fu un celebre pittore di orio gine greca che operò soprattuto to a Venezia e nel Veneto. Occhio: ciò che segue è copiato di stecca da wikipedia. Nato nell’isola greca di Milos, ancora bambino si spostò con la famiglia a Venezia. I genitori, vio ste le sue spiccate tendenze artistio che, lo mandarono a bottega a seo dici anni dal Veronese. Presto Ano tonio diventò il suo pupillo e collao borò con lui per una serie di affreo schi nel palazzo vescovile di Treo viso, poi nella chiesa di Sant’Agao ta a Padova, a Montecchia di Croo sara e in varie chiese a Venezia. Ebo be la sua grande occasione quando un incendio, nel dicembre 1577 dio strusse il Palazzo Ducale a Veneo zia, e lui fu uno dei pittori incaricao ti di eseguire degli affreschi nel pao lazzo ricostruito. Nel 1584 divenne membro della Fraglia dei pittori veneziani, e fu lì che gli venne affibbiato il soprano nome di Aliense, dal latino alienus, straniero, perché non era né veneo ziano, né italiano. Nel 1600 entrò a far parte della Scuola di San Nicoo lò dei Greci, una confraternita di stranieri fra le più vivaci culturalo mente a Venezia. Ebbe tre mogli, dalla prima naco que il figlio Stefano, che divenne un bravo pittore e collaborò con lui per delle opere da eseguire per l’ino coronazione di Baldovino di Fiano omonimo. Elenco delle scritte in calce ai 28 dipinti raffiguranti santi e beati veneziani collocati ato tualmente nella chiesa della Madonna dell’Orto in Cannao reggio - cappella di san Mauro. venezia san marco 2674 campo san maurizio IL RIDOTTO settembre 2009 anno 3 numero 21 pagina 13 Sono arrivato a Kolkata alo la vigilia di Kali Puja, quando i negozi abbassano le saracineo sche e la città degli Indù si preo para per la rumorosa festa dedio cata a Kali, le nera dea della dio struzione, con fiamme e strepio ti. La festa inizia quando il cieo lo della sera passa da un leggeo ro rosa ad un intenso viola. La notte si riempie dei fischi e delo le raffiche dei razzi che si alo zano nell’aria e con i botti, gli scoppi e i rimbombi dei fuochi d’artificio che esplodono ovuno que. L’atmosfera è via via semo pre più greve dell’acre fumo che si sparge tra i vicoli illuminati da festoni di luci multicolori e fiamme tremolanti. Sugli altari allestiti ovunque in città, la dea sorride approvando nell’aria densa di fumo. I pandal, così sono chiamati i templi, sono dappertutto, ereto ti da privati abbienti, o da assoo ciazioni commerciali, o di vio cinato. I più modesti sono illuo minati con luci natalizie, altri hanno elaborati effetti di luce e persino caratteristiche istalo lazioni sonore. Ogni anno si tengono concorsi per stabilio re il miglior pandal di ciascuo na zona. Ma comunque siano le decorazioni, modesto o strabio lianti, la dea deve essere nutrio ta. Ci sono sempre cesti di fruto ta e di verdura, ma soprattuto to un vassoio di dolci. Perché, come la maggior parte degli dei indiani, anche a Kali piacciono i dolci. Il suo tempio più importano te è un relativamente modesto apparato nel quartiere di Kao lighat, nella parte sud di Kolo kata. Ghat è un molo o un apo prodo, per cui il toponimo suoo nerebbe come il Molo di Kao li. Per arrivare al tempio dalla stazione del metrò di Kalighat passate un’ampia strada fiano cheggiata da decine di botteo gucce zeppe di santini e chiaso sosa paccottiglia da turisti. Avo vicinandosi al tempio, però, le botteghe cominciano a speo cializzarsi in oggeto ti devozionali, specialmeno te nelle ofo ferte che ogni devoo Dal mondo: a Kolkata, dolci e divinità indiane da New York michael krondl i fiori rosso sangue e per i dolo ci zuccherosi. Potete osservao re i bottegai mentre trasformao no grandi masse di pasta dolo ce in dischi della dimensione Il tempio della dea Kali a Kalighat e, sotto, idolo di Kali con in bocca un’offerta (foto Michael Krondl) to in pellegrinaggio deo ve offrire alla dea. La maggior parte di queo sti consiste in piccoo li dolci fatti di latte condensato e zuco chero, chiamao ti pedha – alcuni aromatizo zati con pochi grani di cardamomo – e ghiro lande di ibisco. Semo bra proprio che la dea vada pazza per di una moneta da due euro. I dio schi vengono poi impacchettao ti in una foglia arrotolata a coo no, con un po’ di fiori per decoo rare l’offerta. All’interno del tempio una lunga fila di devoti scalzi si snoo da sinuosa tra le botteghe riemo pite degli stessi dolci, e degli oco casionali miserevoli capretti appesi alle ringhiere (un’offerta all’altra faccia della dea, quella più carnivora e sano guinaria). La folla arriva alla celeo brazione al suo meglio: le donne indossano sari coloratissimi coo me ali di farfalla, le fronti decorate da bindi rossi o arancio, gli uoo mini e i bambio ni lavati e peto tinati. Qualche famiglia arriva con ceste di cio bi, ma la mago gior parte sembra portare i coo pagina 14 settembre 2009 anno 3 numero 21 IL RIDOTTO venezia san marco 2674 campo san maurizio ni di prasad, l’offerta, di fiori e dolci di latte. Il giorno di Kali Puja aspettano per ore per cono templare le spaventose fattezze della dea. Certamente Kali non è l’unio e in certe parti dell’India viene ritualmente consumata dalle donne incinte. Proprio come gli esseri umao ni, anche gli dei hanno i loo ro dolci preferiti. Un migliaio zati nella produzione di dolci per devoti e divinità, in ugual maniera. Il tempio di Tirupao ti, nell’India del sud, consuma ogni giorno tre tonnellate di fao rina di fagioli neri, sei tonnelo tole di dolci. E anche se il Kali Puja finisce e gli idoli vengono gettati nel Gange, un’altra festa è pronta. Due giorni dopo i beno galesi festeggiano Bhai Phonta, o il giorno dei fratelli. Questo, late di zucchero e due tonnelo late e mezza di ghee, più alcune montagnole di uva passa, anao cardi e baccelli di cardamomo, per sfornare quotidianameno te settantamila laddus. Il lado dus può essere preparato in vao ri modi ma uno dei metodi più comuni è preparare una leggeo ra pastella di farina di fagioli, friggerla in gocce nel ghee (è il ghee, ovviamente, che rende il laddus accettabile agli dei); le gocce vengono poi inzuppate nello sciroppo di zucchero e fio nalmente impastate in palline un poco più grandi di quelle da ping-pong. Tornando a Kolkata, la festa di Kali è solo una delle tre festio vità in fila che tengono in pieo di i pasticceri della città fino all’alba. Prima del Kali Puja c’è il Durga Puja, un’altra festa deo dicata ad un’altra divinità. Nao turalmente il l’infilata festiva è rispettata portando in giro scao mi hanno confermato molti pao sticcieri, è il giorno più indaffao rato dell’anno, perché non sono solo i fratelli ad essere omago giati con un regalo, ma praticao mente ogni uomo del vicinato. Ero seduto nella scalcagnao ta sala d’attesa della televisioo ne di Kolkata il Giorno dei Frao telli quando una delle giovani star della stazione tivù è apparo sa fluttuando verso di me avo volta in un sari screziato d’oro tenendo nelle mani una scatoo la di laddus. Si è inchinata, mi ha sorriso un beatifico timido sorriso, segnato la fronte con un bindi arancione e mi ha ofo ferto i dolci color di zafferano. Mi sono inchinato in risposta e ho subito addentato una delo le dolci sciroppose palline. Siao no benedetti gli dei indiani. ◉ www.spicehistory.net I dolci e i fiori di ibisco sacri a Kali (foto Michael Krondl) ca divinità indiana ad avere una passione per i dolci e altri dei ricevono offerte ben più elao borate. Tipicamente i dolci sono fatti da qualche tipo di latte. Le mucche per gli Indù ovviameno te sono sacre, e in qualche grao do anche tutto ciò che esse proo ducono, come il latte e quindi lo yogurt, il ghee (burro chiario ficato), e anche lo sterco. Anche se il latte e i suoi derivati sono gli ingredienti più sacri nei deso sert Indù, senza zucchero non ci sarebbero i dolci sacri. E ino fatti il miele e lo zucchero veno gono considerati come una speo cie di soci minori della triade latte yogurt e ghee. Questi cino que elementi o liquidi sacri (la forma primaria dello zucchero è liquida) formano una mistura chiamata panchamrita. Queo sta poltiglia benedetta è offero ta in sacrificio ma anche usata per lavare gli idoli (presumibilo mente sufficientemente diluita) di chilometri ad ovest di Kolo kata, i seguaci di Krishna celeo brano la sua nascita con tre tipi di latte condensato dolce. Ci soo no gli stessi dischetti di morbio do pedha che trovate a Kalighat ma c’è anche un budino di lato te condensato chiamato bhog kheer (bhog significa offero ta, ma anche piacere e delizia; kheer è il latte condensato) e una specie di crostata di yogurt (strizzato per renderlo più solio do). Ma è sicuramente Ganesh, il dio elefante, ad essere famoso per la sua ossessione per i dolci. Comunque sia raffigurato, ino variabilmente tiene un modak in uno dei suoi palmi. Davanti a lui, c’è sempre una pila torrego giante della sua offerta preferio ta. Il modak è una focaccia coto ta al vapore o anche fritta, fatta di farina di riso e riempita con un composto di zucchero grezo zo e cocco. Molti templi sono specializo traduzione e adattamento luca colferai venezia san marco 2674 campo san maurizio IL RIDOTTO settembre 2009 anno 3 numero 21 pagina 15 Traviata, una storia che sconvolge ancora di lucas christ con rudolf stainer & professor hainz quest’opera del geniale Giuo seppe Verdi si stabilizzò come una pietra miliare del teatro d’opera. La Traviata, una stoo ria di una donna, di una prostio tuta dal nome di Violetta, che all’improvviso si innamora di un uomo, rispettabile, di Alfreo do, un amore vero che si discoo sta da quello che è stato fino ad allora la sua esperienza lavoo C arissimi! Bentornati! Rieccoci! Che meravio glia! Hainz! Dopo queo sta estate tormentata da milo le avventure, viaggi, scopero te, emozioni, eccoci qua! Siamo qua! E siamo di nuovo in due! Professor Hainz e Rudolf Staio ner di nuovo qui con voi e per voi! Abbiamo deciso dopo una lunga e articolata conversazioo ne (svoltasi sulla nona diga dei murazzi) che questo per questo settembre vi vogliamo parlare di una cosa in particolare, sveo larvi la nostra passione vulcao nica per un’opera d’arte straoro dinaria, rendervi partecipi di una storia sublime, al di fuori e al di sopra dei tre banali meo tri sopra il cielo! Una storia che lascia l’amaro in bocca e allo stesso tempo fa sognare le volo te celesti! Ebbene, come dicevo per queo sto mese meraviglioso che ci attende vorremo, anzi, sentiao mo quasi il bisogno di parlavi della “Traviata”! Vi riportiamo qui un breve sunto della nostra amabile conversazione (chi voo lesse approfondire non esiti a contattarci). Ebbene, tutti la conoscono di fama ma pochi la conoscono veramente! Un’opera che racconta la stoo ria di una donna, una storia che sconvolge e stravolge! Ma perché la Traviata vi chiedereo te! Primo perché è l’opera che andrà in scena al Gran Teatro la Fenice dal 6 al 19 settembre, secondo perché vero rà diretta da un direttore mao stodontico , niente meno che Myung-Whun Chung (qualo cuno degli amabili lettori si rio corderà la sua grande interpreo tazione della settima sinfonia di Bruckner proprio alla fenice) e interpretata (nel ruolo di Vioo A fianco: «A l’Elysée-Montmartre) dipinto di Henri Toulouse Lautrec (1888); sotto, locandina per la prima assoluta alla Fenice (prezzo dell’ingresso tre lire austriache , «pei piccoli fanciulli» una lira austriaca e mezza) . letta) dalla grande Patr io zia Ciofo fi, che ino terpretò lo stesso ruoo lo alla «prio ma» per la storica riao pertura del Teo atro dopo il trio stissimo inceno dio del 1996. Poi, il motivo vero del perché vi vogliamo introduro re alla Traviata è per l’opera stessa: un cao polavoro senza pari, sia musicalmente che come soggetto, come libretto. Non è un caso che questa opera sia molto legata a queo sto storico Teatro veneziano: infatti fu proprio qui a Venezia, in questo teao tro che venne inaugurato queo sto capolavoro nel 1853. La prio ma fu un disastro assurdo (si da la colpa anche al cast di alo lora molto scadente) ma poi rativa nel campo del sesso. Una prostituta che si innamora! Un tema delicao to oggi, figuriamoci centocino quanta anni fa! Ma la cosa più sconvolgente non è questo fato to, bensì Violetta stessa. In poche opere una figura femminile viene descritta e reo sa così profondamente coo pagina 16 settembre 2009 anno 3 numero 21 IL RIDOTTO venezia san marco 2674 campo san maurizio me in questa. Ci appare una donna solida, una donna mao tura, che sa quello che fa (anche con gli uomini) ma ci rivela ano che il suo mondo interiore, che da quando conosce Alfredo travolge non solo lei, ma anche noi, che ad un certo punto ci sembra di assistere senza poter far nulla allo strazio e alla fine di questa Donna. Una donna che lotta, che possiede una forza disumana, ma che non le basta per vincere le cono venzioni sociali che non le permettono un’unione con l’amato Alfredo, ne le bao sta per vincere la malattia che la sta lentamente portano do via, la tisi. In più deve rego gere le più grandi umiliazioni frutto di sue scelte (forzate) che fa per il bene del suo amato: al pubblico piange il cuore quano do Alfredo indiavolato, non sao pendo come sono andate verao mente le cose, le sbatte in faco cia dei soldi davanti a tutti peno sando che Lei è stata con lui soo lo come prostituta. Un’umiliao Continua il delirio sessuale sui mezzid’informazionenazionale. Anche agosto, mese rovente soto to molti punti di vista, ha regalao toperledeliziosechesenzavergoo gna vi riproponiamo, certi di alo lietarvi con un rapido panorama. Prima di tutto il sondaggio, pero ché i sondaggi sono fondameno tali nel terzo millennio. So che vi annoierete con tutti ‘sti nuo meri, ma se leggete con pazieno za, noterete delle amene diffeo renze degne di commenti autoo nomi. Quante volte fate sesso? Più volte alla settimana uomio ni 32,0 donne 25,0; una volta alo la settimana uomini 28,0 donne 29,0; due tre volte al mese: uomini 18,0 donne 14,5; meno spesso: uoo mini 9,0 donne 12,0; nessuno uoo mini 10,0 donne 15,5; non sa uoo mini 3,0 donne 4,0. Ve ne suggerio sco un paio: o qualcuno ha meno tito, o molti fanno sesso tra di loo ro. Come ritenete la vostra vita sessuale? Serena e appagano te: uomini 50,0 donne 53,5; soddio sfacente ma potrebbe migliorare: uomini 42,0 donne 35,0; insoddio sfacente: uomini 7,0 donne 10,5; non sa 1,0 (sia uomini che dono zione terrificante alla quale Lei non ribatte, avendo promesso al padre di lui che avrebbe rio è l’abbandono di Alfredo che ce la sta portando via e alla fine è come se aspettasse il ritorno di nunciato ad Alfredo per il bene di tutti, primo per l’onore della famiglia di Alfredo. Lentamente, quando nell’ulo timo atto Violetta è segnata dalla tisi, ci mancano le parole, vedendo che più che la malattia lui per poter andarsene serenao mente da questo mondo. Lui arriva, e tutti capiscono come sono andate le cose, ma come dice lei: «..è tardi!» E noi ci chiediamo perché! Perché un’anima come quella Echi massmediatici maschili, o femminili? di luca colo de fero colferai ne). Più curiosi i dati sulle stravao ganze erotiche, degni di analio si attenta: sesso anale, un uomo su 3, ma solo il 15 per cento delle donne; relazioni sessuali con più partner, l’11,5 per cento dei maschi contro il 4,5 delle donne; sessoorale: loriceveil71perceno to degli uomini, ma solo il 50 per cento delle donne. I più simpatici di tutti sono naturalmente coloo ro che rispondono «non so», coo sa che in argomento sessuale pao re almeno encomiabile. Ha regalato brividi di saspens invece il giallo sessuale atletico della diciottenne vincitrice deo gli ottocento metri (di corsa soo no tanti) Caster Semenya, sudao fricana alla dodicesima edizine dei Campionati mondiali di ato letica leggera. Atterriti dall’esteo riorità dell’atleta gli spacciatori di informazione sportiva, forse anche per ripicca nazionalistica, hanno ventilato l’ipotesi che la ragazza in realtà fosse un uomo. Sorvoliamo sui dettagli, inutili, e diciamo di sfuggita che appao re (almeno a noi) normale che ci sianodonnechesembranouomio ni, come ci sono pure uomini che sembrano donne, ed è anche veo ro (sfidiamo a smentire) che ci soo no uomini che sembrano uomini ma che invece sono donne, e dono ne che sembrano donne ma ino vece sono uomini. Ci soffermiao mo invece sulla serafica risposta del portavoce della Federazioo ne internazionale di atletica, tao le Nick Davies che così ha spiegao to prima delle gare: «Si tratta di un test estremamente difficile e complesso.Almomentosiamoin una situazione tale da non avere prove sufficienti per non conseno tirle di correre». Sembra che stiao no ancora studiando il caso, pero ché del sesso dell’atleta non si è più parlato. Negli stessi giorni, malaccoro di Violetta pura ha dovuto sofo frire così, agendo sempre per il bene degli altri e mai per il suo, anche se avrebbe voluto e lo avrebbe anche fatto se non foso se sempre stata persuasa dagli altri. È un personaggio che poi ci ricompare nei sogni, non possiamo fare a meno di peno sarci anche giorni dopo che abbiamo visto l’opera: pero ché ci sembra di aver perso un’amica che conoscevao mo talmente bene che non ci sembra possibile che l’abo biamo conosciuta solo quelo la sera su un palcoscenico. E in più c’è la musica! E che musica! Una musica che non ci uscirà più dalla testa, che ci verrà in mente continuameno te, fischiettandola e cantico chiandola per strada o a letto. Un’esperienza indimenticabio le! Alla fine ci appare il parao dosso: ma lei è traviata perché è una prostituta o, perché eso sendo prostituta, si innamora e viene così traviata da quelo la che è la sua vocazione? ◉ ti compilatori di testi sono incapo pati nella bizzarra leggenda meo tropolitana della lavanda gastrio ca e se la sono (è il caso di dirlo) bevuta tutta d’un fiato: «Regao la sesso orale agli invitati del paro ty: la 18enne festeggiata finisce in ospedale». Sarebbe accaduto a San Remo dove, durante il suo dio ciottesimocompleanno,unafano ciulla su di giri «ha perso totalo mente il controllo e, dopo dicioto to rapporti orali continui, ha coo minciato a sentirsi male ed è stao ta accompagnata all’ospedale per una lavanda gastrica». Dato che l’eiaculato medio si aggira tra i 1,5-5 ml, tenendo conto di vari fattori, ma dando per buona una quantità massima si ottengono 90 ml di liquido, facciamo cento e non se parli più, pari litri zero viro gola uno (0,1) ovverossia un tero zo scarso di una bibita in lattina o anche quasi sette cucchiai rasi. Un po’ pochino per sentirsi male. Una settimana dopo, invece, uno sceicco saudita avrebbe speo so trentacinquemila euro per un dildo in oro diamanti. Alla doo manda «ma perché?» sembra continua a pagina 18 venezia san marco 2674 campo san maurizio IL RIDOTTO settembre 2009 anno 3 numero 21 pagina 17 L asciamo da parte il sior Pinault, il magnao te francese che l ‘ha fatta da padrone in questa Biennale d’Arte di Venezia, che chiudeo rà i battenti a novembre. Avrò modo e tempo di parlare proso simamente della sua ingomo brante presenza sia a Palazo zo Grassi che alla Punta della Dogana che più che esposizioo ni d’arte sono diventati conteo nitori della immensa, confusa, irrazionale collezione del ricco sior sopraddetto. Quando uscirò dal sudario di questa afa monsonica forse avrò le idee più chiare e spero più fresche. Arte da vedere:il ritorno del vetro alla Biennale di Venezia di maria luisa marilù pavanini zennaro Vorrei invece consigliarvi di andare a vedere a Palazzo Franchetti in campo San Stefano la mostra: «Glaso stress», organizzata da Adriano Berengo con la collaborazione di Laura Mattioli Rossi e Rosa Bao rovier Mentasti. In alto: Jean Arp, Collage n. 2 (glass object), 1964, vetro blu da lastra opaca, 50x34.7x3 cm, Berengo collezione privata, Venezia. A sinistra, sopra: Marya Kazoun, Self Portrait, 2003 ; sotto: immagine dell’allestimento di Glassstress a Palazzo Franchetti (foto Francesco Allegretto). A fianco: Koen Vanmechelen, The Accident, 2005, Murano glass, pollo Mechelse Bresse imbalsamato, ferro, corda, legno, 60x35x45 cm, Concessione Moss collezione privata, Miami, un allestimento personale dell’artista si trova anche nella Scuola di San Teodoro (a cura di Enzo Rossi Ròiss). pagina 18 settembre 2009 anno 3 numero 21 IL RIDOTTO venezia san marco 2674 campo san maurizio L’Esposizione si rifà al tema della Biennale: «La costruzioo ne di nuovi mondi», per proo porre, grazie alla presenza di molti artisti intero nazionali le vao rie potenzialio tà espressive del vetro, con risulo tati originali ed innovativi. Naturalmeno te non mancao no i grandi del novecento coo me Josef Albers con un’opera del 1923, una como posizione di veo tri uniti dal piombo con la tecnica delle antiche veo trate gotiche, ma con effetti moderni e non figurativi. Aro man assembla in una cornice di appena trentatre centimeo tri un numero considerevole di lampadine. Jean Arp con il suo collage di vetro blu dà prova della sua grande versatilità nell’uso dei materiali, mentre Cesar non trova di meglio che comprimeo re le bottiglie della Coca Cola. Tra i grandi del passato spicca Lucio Fontana, maestro dello spazialismo che con i suoi tagli e buchi ci ha indicato un altro spazio oltre il limite della tela e della cornice che la racchiude. Il suo pannello del 1965 è ciro colare e i fori ,sapientemente disposti, sono riempiti di bolo le trasparenti di vetro rosso. Le bolle ora più ampie ora più ristrette danno ritmo e movio mento alla superficie dorata che sembra respirare. che lo sceicco o chi per esso abbia risposto: «Sono allergico all’aco ciaio!» Il che non risolve i dubbi sull’uso finale dello strumento di piacere. A fine mese, vicino a Lecco (da qualche parte in Brianza, nel nord della Lombardia) un quao rantanovenne assatanato si fino geva capitano del Raggruppao mento operativo speciale dell’Aro madeiCarabinieri(Ros)perpoter gestire due tresche amorose con altrettante donne (che non soo no quindi quattro, ma solo due). Particolare e misteriosa, dio rei magica, l’installazione di Marya Kazoun dal titolo: «Hao bitat» (2009). Fili sottili di bolo le trasparenti cadono su un tessuto bianco con piume variamente mosse. L’insieme crea un magico mono do di elementi trasparenti e soo spesi, un paesago gio irreale, soo gnato, illusorio e impalpabile. Il fascino del veo tro blu zampillante in miriadi di sottio li elementi caratteo rizza l’opera di Soo yeon Cho dal titoo lo: «In Bloom», ma guardatela rigorosameno te da lontano perchè da vicino gli elementi fluttuanti e misteo riosi diventano solo forchette di plastica. Tutti gli artisti presenti in mostra danno prova di come il vetro possa essere un materiao le non solo legato alle arti apo plicate e decorative, ma proprio della scultura come il bronzo,il marmo, il legno, ma con in più il fascino della traspao renza e dei riflessi colorati. ◉ Sopra: Hye Rim Lee, Crystal City Spun, 2008, 3D proiezione animata in tre dimensioni, con suono surround, Kukje Gallery, Seoul Corea. A fianco, un’altra immagine dell’allestimento (foto Francesco Allegretto). Il dongiovanni di provincia raco contava ora all’una ora all’altra di essere impegnato in continue e rischiose missioni da infiltrato per conto dei servizi segreti e aveo va anche quattro tessere, false; e una scacciacani, vera, nella fono dina ascellare. In realtà lavorava come cuoco in provincia di Coo mo. Nella sua candida ingenuità aveva messo i suoi veri dati anao grafici sui tesserini falsi, ma coo me foto quella di Enrico Monteo sano in divisa. Chissà, forse non aveva il cappello da carabiniere, solo quello da cuoco (che non è la stessa cosa): denunciato per sostio tuzione di persona, porto di armi o oggetti atti ad offendere e poso sesso di distintivi contraffatti in uso ai corpi di polizia, rischia una condanna fino a 4 anni e ingenti richieste di danni. Chiudiamo con un brivido chio rurgico. Per contrastare l’epideo mia di Aids (che c’è sempre, soo lo che non se ne parla più perché adesso fa più paura l’influenza suina) l’orientamento del Ceno tro per i controlli e la prevenzioo ne delle malattie degli Stati Unio ti d’America sembra intenzionao to a rendere obbligatoria la ciro concisione per tutti i maschieto ti appena nati, basandosi sul fato tochel’eliminazionedelprepuzio riduce della metà il pericolo d’ino fezione, almeno nei rapporti eteo rosessuali. Fin qui niente di male (se ve lo fanno da piccoli e se soro volate sul fatto che non sembra una grande misura preventiva) ma ci sono già degli infervorati chevoglionoestenderelosprepuo ziamento anche agli adulti (ahia). venezia san marco 2674 campo san maurizio IL RIDOTTO settembre 2009 anno 3 numero 21 pagina 19 S ul cassero dell’Inaffondabile, l’infrociatore al comando della squadrio glia di ricognizione della Como pagnia di don Antonio de Jaroo la, il suo braccio destro (di don Antonio, non della Compagnia Commerciale) Francisco D’Ano drea detto il Torturatore di Mao racas sta guardando il tramono to tropicale che infiamma l’oceo ano in un tripudio di rosso, vioo la e oro, più una fascia rosa là dietro in fondo, dove il giorno lascia il posto alla notte. Una lao crima gli scorre sul volto rude. Accanto a lui, cogitabondo, sta il più spietato cacciatore di teo ste (e anche di altre parti anatoo miche) che si possa trovare sul Mercato della Morte dei Seto te Mari: l’infaticabile, inesorao bile, inarrestabile, implacabile, invincibile, Console Inconsolao bile. Davanti a loro su un tavoo lo all’uopo allestito, è disposto in un ordine inconoscibile ciò che i marinai dell’Inaffondabio le hanno recuperato tra i flutti. Apparenti rottami di quella che sembra a tutti la fine inglorioo sa del sommergibile del Mario naio Johnny con dentro anche il Corsaro Rosa e forse (ma soo lo forse, perché a bordo dell’ino frociatore non possono mica sao perlo) anche il Principe Maurio ce. Il Console Inconsolabile tieo ne in mano un paio di mutano dine rosa di pizzo, con bordi di merletto di Bruges, confezionao te a Parigi (c’è anche l’eticheto ta di una boutique pour hom di place Vendôme) Il Console Inconsolabile dio ce: – Lei sa, vero, il dolore doo lorosissimo ed inestinguibile che porto nel profondo del mio cuore... Il Torturatore di Maracas non lo sa, quale sia il dolore che egli porta inconsolabilmente nel proprio cuore. La lacrima che gli scende sulla rude gota ino cuoiata dal salso e dal sole del sud, dal sudore dal rhum e dalo le stelle del nord, è una lacrima che gli scende sempre, quando per sbaglio inghiotte un pezo zo di cordite, cosa che gli capita spesso perché confonde la treco cia del tabacco con le micce dei cannoni. romanzo d’appendice: decima puntata Le avventure del Marinaio Johnny: ancora più terrore sul fondo di luca colo de fero colferai Riassunto delle puntate precedenti Intercettati da una squadriglia di infrociatori di ricognizione avanzata della Compagnia Commerciale delle Indie e delle Americhe (di proprietà del bieco don Antonio de Jarola) dopo esser stati tempestati di bombe di profondità, per evitare di rimanere morti il Marinaio Johnny e il Corsaro Rosa (ma più il Marinaio Johnny che il Corsaro Rosa) hanno inabissato il sommergibile Rapido ed Invisibile fin sul fondo del mare, e a macchine ferme dalle camere di lancio dei siluri uno e due, tre e quattro, e cinque (il cinque è il siluro di dietro) hanno lanciato fuori coperte tarmate, mutande usate, una latta di gasolio annacquato, fondi di sentina e una scatola di carne in scatola avariata... cachaça bebedera per l’uomo che deve chiedere sempre, di più! Francisco D’Andrea dice: – Uh! Uh uh! UH! Il quarto hu! è più forte dei prio mi tre, e viene accompagnao to da uno spasmo violentissio mo che lo scuote tutto, parteno do dai piedi e sviluppandosi telo luricamente su per tutto il coro po, scuotendogli furiosameno te la testa avanti e indietro molo te volte e poi riscendendo con aumentata violenza fino alo le estremità inferiori. Nell’apio ce del parossismo, con l’ultio mo singulto incontrollabile il Torturatore di Maracas mano da il piede destro a colpire duo ramente la culatta di un pezzo da quarantacinque, caricato a mitraglia. Il cannone fa: – Bum! Una nuvola di gas di scoppio offusca il tramonto, mentre la mitraglia esplode sul ponte roo vinando irrimediabilmente il legno lucidato. Il Console Ino consolabile dice: – Ecco! Adeso so voglio vedere come farete a dare la cera... Il Torturatore di Maracas guarda fisso negli occhi il Cono sole Inconsolabile, gli carezza la guancia sinistra con la mao no destra e gli afferra tra le dita l’estremità di un baffo, tirando dolcemente. Poi guarda di nuoo vo il tramonto. E inizia a cano tare, a voce spiegata. Una voce dolcissima e bianca, da evirao to cantore: – Plaisir d’amour ne dure qu’un moment / chagrin d’amour dure toute la vie. / J’ai tout quitté pour l’ingrate Sylo vie. / Elle me quitte et prend un autre aimant. / Plaisir d’amour ne dure qu’un moment. / chao grin d’amour dure toute la vie. / Tant que cette eau coulera douo cement / vers ce ruisseau qui borde la prairie, / Je t’aimerai me répétait Sylvie. / L’eau coule encore. Elle a changé pourtant. / Plaisir d’amour ne dure qu’un moment. / chagrin d’amour duo re toute la vie. Uh! Uh uh! UH! Quando Francisco D’Andrea detto il Torturatore di Maracas ha finito di cantare e anche di agitarsi in preda ad una nuova crisi pseudoepilettica, il Cono sole Inconsolabile dice: – Ma queste mutande sono fatte in continua ... Cina!!! pagina 20 settembre 2009 anno 3 numero 21 IL RIDOTTO venezia san marco 2674 campo san maurizio Gli «Spermolini» divagazione educativa sessuale per le scuole sono offerti da Laura Dolcetta effetti de «il ridotto»sul lettore Calembouroso Oso o non oso ...oso oso. ...in un dì afOSO e piovOSO, un famOSO mafiOSO impetuOSO, libidinOSO e focOSO tOSO, geOSO morbOSO del fascinOSO e facoltOSO morOSO de S.FruttuOSO, dal cOSO maestOSO, peOSO e cicciOSO, carnOSO ma slimegOSO, nodOSO e rugOSO, el ga bevuo golOSO, del generOSO vin rabOSO , gassOSO gustOSO e.. costOSO. OSOppo 27 agosto L’inconsolabile Console contatori geiger per ogni evenienza non puoi fare senza i antichi sono moderni navigano su internet iantichi.org & iantichieditori.it e anche su youtube youtube.com/IAntichiVenezia Il Ridotto è l’Organo Ufficiale della Compagnia de Calza «I Antichi» Fondata da Zane Cope Bollettino Riservato ai Membri Tiratura fisica limitata 100 copie Panoplia in Distribuzione Gratuita in Campo San Maurizio e per Internet Stampa per meravigliosa armonia di pazienza fatica intelletto luci e pigmenti: Luca Colferai Direttore irResponsabile: Luca Colo de Fero Colferai Hanno collaborato, chi più e chi meno: Judith Jurubeba Souza Bomfim Zancopè, Michael Krondl, Maria Lusia Pavanini Zennaro, Lucas Christ, Leonardo Mello, Enzo Rossi-Ròiss, Ilze Jaunberga, Andrea Merola, Roberto Bianchin, Carlo Bullo, Sebastiano Casellati, Bruno Dolcetta. Ove non diversamente indicato le immagini sono tratte da: wikipedia.org; wga.hu; gutenberg.org; archivio privato de I Antichi. telefoni: 041 5234567 o 041 5265131 e-mail: [email protected] – www.iantichi.org Il Ridotto esce quando è pronto. quando la scienza è potenza rivenditore unico autorizzato zanzorzi compagnia de calza «i antichi» venezia IL RIDOTTO – CALENDARIO 30124 san marco 2674 campo san maurizio setembre mmix f Vergine 24 agosto 23 settembre Bilancia 23 settembre 22 ottobre Ettore Tito (1859-1941) La pescheria vecchia a Rialto, 1887, olio su tela, 131x200. Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna. luni 31 marti 1 S. EGIDIO ABATE a. 5.43– t. 18.59 04:16 -23 11:11 +54 7 S. REGINA a. 5.52– t. 18.47 00:27 +55 06:27 -20 g 12:51 +72 19:11 -14 16:39 +16 21:55 +51 8 NATIV. B.V. MARIA a. 5.53– t. 18.44 00:59 +50 06:49 -14 13:15 +70 19:47 -13 mercore 2 zioba 3 S. ELPIDIOVESCOVO a. 5.44– t. 18.56 S. GREGORIO M. S. MARINO a. 5.46– t. 18.55 04:38 -27 11:22 +58 04:59 -29 11:35 +63 16:59 +08 22:27 +56 9 S. SERGIO PAPA a. 5.55– t. 18.43 01:35 +42 07:12 -06 13:42 +66 20:30 -09 17:21 +01 22:57 +59 venere 4 S. ROSALIA a. 5.47– t. 18.53 05:21 -29 11:50 +66 17:45 -05 23:26 +60 sabo 5 S.VITTORINOVESCOVO a. 5.49– t. 18.50 05:42 -28 12:08 +70 18:11 -10 23:56 +59 domenega 6 S. PETRONIO, S. UMBERTO a. 5.50– t. 18.49 06:04 -25 12:29 +71 18:39 -13 10 11 12 13 S. NICOLA, S. PULCHERIA a. 5.56– t. 18.40 S. DIOMEDE MARTIRE a. 5.58– t. 18.38 02:19 +33 07:31 +04 03:30 +23 07:40 +14 14:12 +60 21:29 -04 14:49 +52 23:17 -01 SS. NOME DI MARIA, S. GUIDO S. MAURILIO, S. GIOVANNI CRIS. a. 6.00– t. 18.37 a. 6.01– t. 18.34 16:05 +43 01:35 -06 09:52 +38 14:18 +30 19:05 +41 14 15 16 17 18 19 20 ESALTAZ. S. CROCE a. 6.03– t. 18.32 B.V. ADDOLORATA a. 6.05– t. 18.30 02:42 -15 09:55 +48 03:25 -23 10:15 +57 15:21 +20 20:34 +47 15:59 +09 21:28 +53 S. CORNELIO E CIPRIANO a. 6.06– t. 18.28 04:00 -28 10:39 +65 16:31 -01 22:10 +59 S. ROBERTO B. a. 6.08– t. 18.26 04:32 -31 11:03 +70 17:02 -09 22:47 +62 S. SOFIA M. a. 6.10– t. 18.24 05:02 -31 11:27 +74 17:33 -15 23:22 +62 S. GENNAROVESCOVO a. 6.11– t. 18.22 05:30 -28 11:51 +75 18:03 -18 23:56 +60 S. EUSTACHIO, S. CANDIDA a. 6.13– t. 18.20 05:55 -22 12:14 +74 18:32 -19 21 22 23 24 25 26 27 S. MATTEO APOSTOLO S. MAURIZIO MARTIRE a. 6.14– t. 18.18 6.16– t. 18.16 00:28 +55 06:19 -15 12:36 +71 19:03 -18 06:39 -06 12:56 +67 19:34 -15 S. LINO PAPA a. 6.17– t. 18.14 01:34 +40 06:53 +03 13:13 +62 20:09 -10 28 29 30 S.VENCESLAO MARTIRE a. 6.26– t. 18.04 02:31 -05 10:13 +47 16:06 +23 20:18 +33 SS. MICHELE, GABRIELE E RAFFAELE a. 6.27– t. 18.01 03:05 -10 10:10 +52 16:04 +15 21:07 +40 S. GIROLAMO DOTTORE a. 6.29– t. 17.59 03:32 -14 10:17 +57 16:16 +06 21:42 +46 S. PACIFICO CONF. a. 6.19– t. 18.11 02:12 +30 06:56 +12 13:26 +55 20:51 -04 1 S. AURELIA a. 6.21– t. 18.10 03:14 +22 06:18 +19 13:29 +49 22:10 +02 2 SS. COSIMO E DAMIANO a. 6.22– t. 18.07 12:51 +43 3 S.VINCENZO DE P. a. 6.24– t. 18.05 01:26 +01 10:50 +42 4 compagnia de calza «i antichi» venezia IL RIDOTTO DE I ANTICHI 30124 san marco 2674 campo san maurizio CARNEVAL DE VENETIA 2011 – MMXI Trentesimo de I Antichi In occasione delle celebrazioni del 150.esimo anniversario dell’Unità d’Italia la Associazione Culturale Compagnia de Calza «I Antichi» presenta: I Gemellini Garibaldi paStiChe StoRiCo CoMiCo aCRoBatiCo eRotiCo d’aNtaN iN CaMpo SaN MauRizio Co’ Fa SCuRo iNGresso liBero e Gratuito – iNfo www.iaNtiCHi.orG pRiNCipe MauRiCe aGoSti Nella paRte di aNita! BoB R. White & Colo de FeRo Bepi e NiNo GariBaldi aldo NiCotiNa ColFeRai il GeNerale radetski Judith BoMFiM la streGa Juru BeBa luiGiNa alleGRaNzi, Nedda luCCheSe patRia e liBeRtà NiCe CleoNiCe SilveStRi la MaMMa di tutti i GariBaldi viRGiNia CiaNChiNi la GioviNe italia aleSSaNdRo BuRBaNk pio uNo iCs MaRNey tayloR GiaNNi «oBBediSCo» MatteuCCi il CoNte di teaNo RoBeRto dei FoGolaRi Beppe «viva» verdi NiColetta luCeRNa la Bella otero CaRlo RaGazzo Bullo CaMillo «peNso» CoNte di Cavour zaNzoRzi zaNCopè daNiele MaNiN Claudia BiaNChiN la priMa BalleriNa doNNa luCRezia viGaRaNi Maria teresa d’austria iMperatriCe BRuNo dolCetta vittorio eMaNuele SeBaStiaNo SeBaSex CaSellati NapoleoNe terzo luCaS ChRiSt il GiovaNe Cadetto prussiaNo liSa SCalCo la Bella rosiN Giulia ReNieR Mata Hari MuSiChe di Nel Ruolo di NiNo Bixio e le sue CaMiCie rosse eNzo RoSSi RòiSS Nell’apoloGo BarBa Ci Cova idealizzazioNe luCa ColFeRai ReGia RoBeRto BiaNChiN & aNtoNio GiaRola © luca colferai 2009 CoN la paRteCipazioNe StRaoRdiNaRia del