Spedizione in Abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) Art. 1 Comma i DCB PERUGIA poste italiane s.p.a. Primo numero il 14 Settembre 1937 Bollettino della Pro Foligno - Anno 12º NUMERO 6, Giugno 2012 EDITORIALE Il Centro Storico della nostra Città è attualmente interessato, per iniziativa dell’Amministrazione Comunale, dai lavori per la ripavimentazione di vie e piazze. E’ previsto che detti lavori debbano proseguire fino al 2013. Al riguardo l’assessore alle opere pubbliche, Salvatore Stella, ha recentemente ricordato che “fino a questo momento i tempi sono stati rispettati per le opere di pavimentazione e contiamo di concludere tutto entro il dicembre 2013”. Ha annunciato che saranno anticipati all’inizio di ottobre i lavori su via XX Settembre e nello stesso periodo partiranno in via Mazzini. Durante l’estate partiranno gli interventi nei pressi delle scuole (in via Santa Caterina, via Piermarini e via Gentile da Foligno) “per limitare i disagi”. L’iniziativa della nostra Amministrazione ha lo scopo di migliorare l’immagine della Città (basti considerare ad esempio i vicoli del centro storico riportati all’antico splendore) e così rendere la Città stessa più accogliente ed attraente agli occhi di tutti ed in particolare di visitatori e turisti. Ciò non deve far sottovalutare, e in questo ritengo che si possa fare di più, la questione dei tempi (accelerare la tempistica di esecuzione-ancora un anno e mezzo sembra troppo) ed il comportamento di chi gestisce ed effettua detti lavori nei confronti dei cittadini e delle attività economiche del nostro centro storico, sia per il fatto che si aprono i sia pur previsti cantieri senza alcun preavviso, sia per il fatto che i cantieri rimangono in alcune zone della Città fermi per lunghi periodi, creando indubbi disagi, difficoltà nonché incidenti (cadute accidentali), ingenerando nello stesso tempo un senso di precarietà senza dubbio negativo. Non solo, manca anche una efficace segnalazione in ordine ai percorsi pedonali nel centro storico ed infatti accade sovente che ci si trovi senza alcun preavviso dinanzi ad uno sbarramento a causa di scavi, che costringono a deviazioni impreviste e snervanti, soprattutto per chi lavora. Se si ovviasse a quanto sopra nella maniera più efficace, ne conseguirebbe sicuramente una immagine più positiva della Città non solo nei confronti di visitatori e turisti ma e soprattutto nei confronti della cittadinanza, che si sentirà tutelata dalla Amministrazione e nel contempo si darà una segnale inequivocabile che l’Amministrazione è sempre continuamente presente ed attiva per il bene della Città, anche quale esempio di civismo per le giovani generazioni. Alfredo Ottaviani www.profoligno.it PRO FOLIGNO 1905 Intervista al presidente della Fondazione Carifo, Alberto Cianetti “La fusione delle Casse darà nuovo impulso all’attività della Fondazione” A ottobre un convegno su storia e prospettive dell’ente che in vent’anni ha riversato sul territorio oltre 22 milioni di euro Ormai è certo: le quattro Casse di Risparmio della regione verranno accorpate in un unico istituto di credito chiamato “Casse di Risparmio dell’Umbria”, riconducibile al gruppo Intesa Sanpaolo. È l’epilogo del processo di aggregazione avviato negli anni Novanta, in occasione della riforma del credito meglio conosciuta come Legge Amato (legge di delega n. 218 del 30 luglio 1990 e i relativi decreti applicativi), che portò a una profonda e radicale trasformazione delle originarie Casse di Risparmio. In particolare, la riforma Amato determinò la separazione dell’attività creditizia da quella filantropica. L’attività creditizia fu, infatti, scorporata e attribuita alle Casse di Risparmio Spa ormai società profit, commerciali private, disciplinate dal Codice Civile e dalle norme in materia bancaria analogamente alle altre banche, mentre le attività finalizzate allo sviluppo sociale, culturale, civile ed economico rimasero proprie delle neonate Fondazioni. All’inizio le Fondazioni di origine bancaria furono pensate quasi esclusivamente come depositarie dei patrimoni delle Casse da privatizzare. Ad esse fu, dunque, data la proprietà delle azioni in cui era stato ripartito il patrimonio delle Casse ed ebbero l’obbligo di mantenerne la maggioranza fino al 1994, con l’entrata in vigore della legge n. 474 che lo eliminava. Difatti e successivamente, con la cosiddetta Legge Ciampi, la n. 461 del 1998, e il relativo decreto applicativo n. 153 del 1999, alle Fondazioni fu imposto un obbligo opposto: quello di rinunciare al controllo delle relative banche. Cedendo il pacchetto di controllo della “Cassa”, si cercò di individuare un grande gruppo bancario nazionale che riuscisse a soddisfare non solo le istanze di un mercato ormai mutato ma anche a contemperare le peculiarità di una banca locale. Nel 1999 la banca locale cominciò un graduale distacco dal territorio di riferimento entrando a far parte del gruppo Intesa Sanpaolo, beneficiando della specializzazione e della competenza tipiche di un grande gruppo, pur mantenendo la sensibilità e la vicinanza verso la realtà locale. L’attuale e prossima fusione delle singole “Casse”, che vede la Carifo convergere nella “Cassa di Risparmio dell’Umbria”, chiude definitivamente questo percorso di aggregazione, nella consapevolezza per la Fondazione che l’evoluzione del loro ruolo, l’andamento economico-finanziario globale in uno con l’attuale crisi del contesto bancario non permettono più di percorrere ulteriori strade. Si tratta di una vera e propria rivoluzione nel sistema delle banche locali, che comporta cambiamenti significativi a livello patrimoniale anche per le Fondazioni. Ne abbiamo parlato con il presidente della Fondazione Cassa di Rispamio di Foligno, Alberto Cianetti. A che punto è il processo di accorpamento delle quattro Casse di risparmio dell’Umbria e che cosa comporta per il nostro territorio? “L’accordo per l’accorpamento delle quattro Casse è stato sottoscritto lo scorso mese di marzo e, al momento, sono in corso le operazioni tecniche per giungere alla fusione delle stesse entro il prossimo ottobre. Le aspettative di questa operazione sono quelle di creare una banca regionale di dimensioni notevoli, a maggior servizio delle famiglie e dell’imprenditoria”. Ci saranno ripercussioni sul fronte occupazionale? “Per quanto mi risulta, gli esodi volontari risultano superiori alle esigenze della nuova banca, per cui nel nostro territorio non dovrebbero esserci ripercussioni negative: l’aspettativa è, anzi, quella di assumere nuovo personale”. In questo contesto, che cosa cambierà per la Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno? continua a pag. 2 Bollettino della Pro Foligno - Anno 12º NUMERO 6, Giugno 2012 “La fusione delle Casse darà nuovo impulso all’attività della Fondazione” continua dalla prima pagina “La decisione del gruppo Intesa Sanpaolo di accorpare le quattro Casse umbre, rilevando le quote possedute dalle rispettive Fondazioni, è stata accolta con grande soddisfazione da quest’ultime perché viene loro consentito di monetizzare una partecipazione di minoranza sostanzialmente illiquida e di poca, o quasi nulla, remunerazione visti i problemi che attanagliano tutte le banche e, in modo particolare, le Casse di risparmio. Ne consegue, dunque, che il patrimonio delle quattro Fondazioni risulterà notevolmente incrementato, con maggiori rendite a disposizione del territorio. Sono particolarmente soddisfatto dell’accordo raggiunto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, perché l’incassando corrispettivo del residuo 20 per cento delle azioni possedute incrementerà notevolmente il patrimonio e quindi le risorse”. La Fondazione Carifo è nata nel 1992 e in vent’anni ha dato molto alla nostra città e al nostro territorio: quali sono stati gli interventi più significativi? “Quest’anno la Fondazione celebrerà, con un apposito convegno, i suoi primi venti anni: sarà l’occasione per fare il punto della situazione sulla sua storia e sulle sue prospettive. In ogni caso, è opportuno sottolineare che in questo ventennio l’Ente ha riversato sul territorio oltre 22 milioni di euro, sostenendo interventi legati a settori importanti come l’istruzione, la cultura, la sanità, lo sviluppo locale, il volontariato: credo che per un comprensorio come quello folignate non sia cosa da poco. Tra gli interventi più significativi vorrei ricordare: la costruzione asilo ‘Garibaldi’, dopo il sisma del 1997 con il contributo di numerose altre Fondazioni italiane; l’adeguamento e la sistemazione della pista aeroportuale di Foligno; il progetto di fattibilità del versante umbro della SS77 Val di Chienti; la dotazione al Laboratorio di Scienze Sperimentali di Foligno di importanti strumenti didattici (Planetario e Aula di Saldatura); l’attivazione, in collaborazione con l’Università degli Studi di Perugia, del Laboratorio Strade presso l’Itis di Foligno; l’imminente realizzazione di una nuova palestra ad uso scolastico a Sterpete; la donazione all’Asl 3 di strumenti diagnostici di grande importanza come la Pet-Tac, la Gamma Camera, la Risonanza Magnetica e un sofisticato angiografo; la costruzione del Centro italiano di arte contemporanea; la riqualificazione e l’apertura al pubblico dell’ex chiesa dell’Annunziata; la realizzazione del monumento a Giuseppe Piermarini, nell’omonima piazza e la promozione di diversi eventi culturali dedicati al celebre architetto folignate; il restauro dell’Oratorio della Nunziatella; l’attivazione di numerose mostra d’arte contemporanea, le diverse esposizioni della Calamita Cosmica in Italia e in Europa; l’edizione di numerose pubblicazioni di pregio legate alla storia e alla cultura del territorio; pagina 2 il sostegno alla formazione dei giovani, con il finanziamento di borse di studio per i migliori neo diplomati, per studenti universitari e per master universitari. Il costante sostegno alle attività della Ass.ne di Pubblica Assistenza Croce Bianca, del Centro Studi Città di Foligno, dell’Officina della memoria e di Nemetria. Di particolare rilievo è stata ed è la presenza della Fondazione nei settori dell’assistenza e del volontariato, basti pensare, tra gli altri, agli interventi in favore della Caritas regionale e diocesana, con azioni destinate a implementare il fondo di solidarietà regionale e locale a sostegno delle famiglie bisognose e all’iniziativa promossa con il Comune di Foligno per consentire le agevolazioni tariffarie, sempre a sostegno di situazioni svantaggiate. Costante e puntuale è, inoltre, la vicinanza della Fondazione al mondo dell’associazionismo del nostro territorio impegnato, a titolo gratuito, in attività di filantropia e di assistenza ai soggetti deboli. La Fondazione, infine, è sempre intervenuta a favore di tutte le principali manifestazioni del territorio, tra cui la Giostra della Quintana di Foligno, le Infiorate di Spello, le Gaite di Bevagna, la Settimana Enologica di Montefalco, Festivol di Trevi, Segni Barocchi, i Primi d’Italia, le stagioni concertistiche promosse dall’associazione Amici della Musica. Da ultimo, ma non per importanza, occorre ricordare il rapporto molto intenso con le Amministrazioni comunali del territorio di riferimento dell’Ente, in primis con quella del Comune di Foligno. Qual è il progetto di cui lei, come presidente di lungo corso, si sente più orgoglioso? “Quello ancora da fare! Credo che quelli realizzati finora, dai più piccoli ai più significativi, siano stati tutti importanti. Il consiglio di amministrazione si è sempre sforzato di individuare le esigenze prioritarie del territorio, in tutti i possibili campi di intervento della Fondazione e mi auguro che il progetto più importante debba ancora essere realizzato”. Quali sono gli obiettivi futuri della Fondazione e quali i prossimi interventi? “Gli importanti cambiamenti che stanno attraversando le Fondazioni bancarie comportano una crescente evoluzione del loro ruolo: da enti che si limitavano a erogare contributi si stanno trasformando in potenziali catalizzatori di soggetti, competenze e risorse sempre più in grado di generare sviluppo e innovazione. In questo contesto, l’obiettivo è quello di effettuare un salto di qualità riguardo la presenza della nostra Fondazione sul territorio, rendendola ancora più protagonista dello sviluppo economico e sociale della comunità. In questo quadro, siamo coscienti che con la notevole crescita del patrimonio si avranno maggiori risorse, anche se al momento non è possibile annunciare i prossimi interventi. Posso dire però che avranno la precedenza i progetti legati all’istruzione e alle situazioni di indigenza delle famiglie”. DATE DA RICORDARE 22-23 giugno Giuseppe Piermarini e l’architettura del buon governo Milano - Palazzo Reale Piazza Duomo Sabato 23 giugno Inaugurazione mostra di Vincenzo Agnetti l’OperAzione Concettuale Centro Italiano Arte Contemporanea Foligno, via del Campanile, 13 Domenica 8 luglio Piana fiorita di Castelluccio di Norcia Uto Ughi e i Filarmonici di Roma www.profoligno.it Bollettino della Pro Foligno - Anno 12º NUMERO 6, Giugno 2012 Sul tema del turismo a Foligno Nel 1988, l’allora Assessore alla Cultura Massimo Stefanetti in un testo pubblicato sul periodico Il Cittadino, traccia una mappa delle attività da affrontare improrogabilmente al fine di far accedere Foligno al circuito turistico. A distanza di oltre venti anni quanto indicato - restituire a Foligno la città romana, dei Trinci, seicentesca, moderna e contemporanea - è stato ampiamente realizzato, tuttavia il balzo auspicato verso una capacità di accoglienza turistica consistente non è ancora avvenuto. Quella “città ricca di fascino e ingiustamente dimenticata dal circuito del turismo culturale” come dice Massimo Stefanetti, deve ormai sapersi affemare. Per una opportuna riflessione, aperta in questa sede anche ai contributi di tutti i folignati, ripubblichiamo il bell’articolo per interno. Occorre partire da una premessa che non vuole introdurre elementi di drammaticità della situazione, ma solamente constatare una vicenda nazionale e locale incredibile di abbandono, di rapina, di consumo distruttivo del patrimonio ambientale, architettonico, artistico e storico delle nostre città e dei nostri centri storici. Dalla Commissione Parlamentare Franceschini del 1967, all’istituzione delle Regioni, alla costituzione dei Ministeri dei Beni Culturali e dell’Ambiente, la situazione viene analizzata, quantificata, denunciata, ma aspettative e speranze vengono inevitabilmente e periodicamente disattese dalla mancanza di adeguati strumenti per fronteggiare la situazione. Chiusi all’interno del “villaggio globale” della casa televisiva, dentro i ritmi della vita, con le inquadrature della propria auto, non si hanno più occhi per lo squallore urbanistico all’intorno, per la non-città che si è, in pochi anni, ammassata ai margini dei vecchi centri storici. Nel migliore dei casi non si tocca il palazzo patrizio, ricordato nei libri di storia dell’arte, ammirato dai turisti, mentre si distrugge senza rimorso tutta la sapiente architettura delle nostre campagne e si sottraggono all’ambiente che li ha prodotti antichi strumenti di lavoro. Certo, ogni epoca si è violentemente sovrapposta alla precedente. Possiamo però e dobbiamo realizzare la nostra presenza, la nostra cultura, conservando al tempo stesso quella che ci ha preceduto, attraverso un giusto equilibrio tra due termini che sembrano contraddittori In questa ricerca va collocato l’impegno politico e civile per riaffermare il diritto alla città, in modo da consentire a tutti i cittadini di accedere alle nuove possibilità di sviluppo e di diffusione della cultura, riaffermando la natura policentrica della città, nella quale www.profoligno.it il centro storico continui a svolgere funzioni attive e generali come parte rilevante dell’insieme e attribuendo nuova identità alle periferie. Paradossalmente una moderna politica dei beni culturali, presenta oggi dopo anni di incuria, nella città di Foligno, in Umbria, tra Perugia, Assisi e Spoleto, una ricchezza di stimoli che potrebbe determinare la riscoperta di un suo grande e autorevole passato attraverso la rifunzionalizzazione e la riappropriazione di un ricchissimo patrimonio, mortificato dalla mentalità costitutiva di gerarchie artistiche, dalla mancanza di piani finanziari nei settori del patrimonio culturale e dalle alterne e troppo spesso negative vicende della sua storia urbanistica. È nata in questi anni comunque una coscienza e una matu- rità nuova e si è affermato il principio che non è più possibile costruire un futuro che non tenga conto della globalità del passato e della sua memoria culturale e materiale. Si è affermato un metodo di lavoro interdisciplinare che ha imposto una diversa gestione degli strumenti e degli istituti culturali e che ha creato nuove relazioni tra promozione culturale, didattiche e ricerca. Conoscere quindi per conservare; capire perché bisogna conservare, che cosa e dove conservare; esercitare comunque una manutenzione ordinaria; predisporre un piano pluriennale di priorità per gli interventi di grande rilevanza: questi sono i presupposti per una politica attiva dei beni culturali. Possediamo un ricco patrimonio continua a pag. 4 In risposta all’assessore Piccolotti Sono il Consigliere Comunale del PDL Francesco Maria Mancia ed a seguito della lettura dell’ampia intervista all’ass. Piccolotti pubblicata sul n. 5 del Maggio 2012 del Bollettino della Pro Foligno, mi permetto rimettere in allegato il mio intervento sull’argomento, rivendicando altresì l’iniziativa di creare a Foligno una Consulta per il turismo aperta a tutti gli attori. Per quanto concerne poi l’affermazione che il turismo straniero è aumentato del 20%, bisogna vedere il dato di partenza che certamente non si avvicina minimamente a quello della vicina Assisi; sul dato poi dell’aumento del 12% delle presenze mi sono già espresso ma basta chiedere ai commercianti cosa ne pensano di queste mezze verità. pagina 3 Bollettino della Pro Foligno - Anno 12º NUMERO 6, Giugno 2012 Sul tema del turismo a Foligno Milites folignati continua dalla terza pagina che occorre rendere vivo e fruibile per attivare i meccanismi economici che vi sono connessi: sviluppo dei servizi, dinamiche occupazionali, sviluppo turistico. Troppi palazzi, chiese, conventi e opifici, persa la loro originaria funzione, sono oggi abbandonati e chiedono urgentemente una destinazione d’uso funzionale. Dentro la crescita del terziario avanzato è oggi possibile costruire un legame tra beni culturali ed economia, è oggi possibile il recupero dei centri storici. L’immagine di Foligno, città commerciale e città ferroviaria, ha nascosto l’immagine della città culturale, che pure esiste con i suoi ricchi sedimenti e le sue forze attive. Superare nei fatti questo pregiudizio e ristabilire una concordanza di valori laddove è invece esistita una distratta sufficienza è nei nostri intenti e nel nostro operare quotidiano. L’obiettivo di sviluppare il terziario e di dare al problema residenziale una risoluzione qualitativa si è tradotto negli orientamenti espressi nel “Progetto centro storico” che rappresenta un tracciato preciso per il recupero e per la sua rivitalizzazione. Un ruolo importante per la rivitalizzazione del centro storico possono e debbono svolgere le sedi e le taverne dei rioni, sempreché la vita associativa e le attività non siano destinate a svolgersi solo nel mese di settembre, ma nell’intero arco dell’anno. Intanto per favorire l’acquisto di nuove sedi e il recupero di quelle esistenti, l’Amministrazione comunale potrebbe intervenire partecipando al pagamento degli interessi sui mutui, così come d’altra parte già avviene in favore dei proprietari singoli. Pur con i limiti propri della attività, in cui privato e pubblico debbono convivere, sono già operativi un “piano del colore” e un “piano delle affissioni e delle insegne”, mentre è in fase di appalto il “progetto per l’illuminazione” ed è allo studio un progetto per la pavimentazione dell’anello che dovrà congiungere Piazza della Repubblica a Piazza S. Domenico attraverso le vie Gramsci e Mazzini. In questo quadro si inserisce il sistema di valorizzazione e recupero delle piazze, da Piazza Piermarini a Piazzetta della Beata Angela, da Piazza Matteotti a Piazza del Grano e la rifunzionalizzazione del Parco dei Canapè, dell’ex Salvati, della Chiesa di S. Caterina e delle case medioevali. L’urgenza di dare alla città più articolati e rispondenti servizi culturali coincide con prospettiva di recupero di due nuclei edilizi fondamentali per la storia di Foligno: il Trinci - Deli destinato a biblioteca, archivio e museo della città e il S. Domenico destinato a teatro auditorium e ai servizi della mediateca regionale. Pensiamo di restituire presto alla città due spapagina 4 zi verdi importanti, di origine seicentesca quale gli orti ex Cerbini e gli orti Jacobilli, i cui progetti sono stati recentemente presentati insieme al nuovo Campo dei Giochi o meglio al teatro della Giostra della Quintana elaborato da Paolo Portoghesi. Foligno, insomma; si avvia verso la “città progetto”: vogliamo cioè fare riemergere una città ricca di peculiarità e di fascino, ingiustamente dimenticata dal circuito del turismo culturale. Dalla città romana, alla città dei Trinci alla città seicentesca, alla città moderna e contemporanea vogliamo cioè riorganizzare i beni le strutture e gli istituti culturali in un sistema organico collegato a quello della istruzione ed esteso al campo della scienza, della cultura materiale e delle tradizioni locali. Una strada lunga, da percorrere di intesa con lo Stato, la Regione, la Provincia, gli altri Enti Locali è con la collaborazione di associazioni e soggetti privati. Dentro questo contesto progettuale e culturale si colIocano il rinnovamento della Giostra della Quintana, il potenziamento dei Segni Baracchi Festival e la realizzazione del “Teatro della Giostra della Quintana”. Giostra della Quintana e Segni Barocchi non solo interagiscono tra loro, ma finiscono per diventare di fatto strumenti per il cambiamento della città. Il Festival funziona anche come provocatoria ipotesi di ricerca generatrice di idee e progetti per la nostra città. Emblematico a questo proposito è il progetto triennale di mostre sul costume seicentesco che si è concluso con la terza mostra “Giostre e Tornei nell’Italia di antico Regime”. Partendo dalle ricerche che si sono sviluppate, è ora possibile realizzare a Foligno un Museo del Costume e delle Giostre, trasformando così un’iniziativa a carattere temporale in strutture e attività permanenti. Per la sua sede pensiamo a due fasi: una sede temporanea in un palazzo collocato nel centro storico e una sede definitiva che dovrebbe, a nostro avviso, essere inserita all’interno del “Teatro della Giostra della Quintana”. Questa ultima ipotesi non solo attribuirebbe al progetto Portoghesi un valore aggiunto derivante dalla quotidianità dell’utilizzo della struttura, ma può generare altre idee che, nell’ambito dell’istituto museale, potrebbero coniugare con coerenza promozione culturale, didattica e spettacolo. In questa direzione si colloca la ripresa delle attività espositive di Segni Barocchi Festival che quest’anno concentrerà la sua attenzione intorno al barocco popolare proponendo, oltre a spettacoli musicali e teatrali, la mostra “Costume e società nei giochi a stampa di Giuseppe Maria Mitelli”. Massimo Stefanetti sul calvario Non erano dei curiosi o dei viaggiatori occasionali e neanche turisti al seguito di una gita organizzata i due folignati che, quel drammatico venerdì pomeriggio di duemila anni fa in cui il cielo si oscurò e la terra fu scossa da un violento terremoto, videro morire sul monte Calvario Gesù, crocifisso tra i due ladroni. I due “spettatori” di così tragico e storico evento, la cui origine folignate, così come la loro presenza alla crocifissione di Gesù Cristo è ben documentata, erano invece due “milites” appartenenti ad una delle quattro coorti (denominata “Italica”) mandate in Siria dall’Impero Romano. Di questa coorte era centurione quel Cornelio che allora si trovava in Gerusalemme e che con i suoi soldati assistette alla crocifissione di Gesù. Un testo epigrafico, un frammento del quale si trova al numero 2375 del sesto volume del “Corpus Inscriptionum Latinarum” (iscrizione di cui si conservano tre brani: uno a Londra,uno a Firenze e uno a Roma), pubblicato anni or sono da ricercatori e studiosi illustri come il Bianchi e il Prosperi conteneva l’elenco completo dei pretoriani della coorte “Italica” del centurione Cornelio. L’iscrizione, però, non riporta soltanto i nomi dei soldati della coorte, ma anche quelli delle città italiane da cui essi provenivano. Due di questi “milites”, come l’iscrizione attesta, erano d Foligno: uno si chiamava Calpurnius, Maximus Fulginii e l’altro Seneca Fulginiis. La storia di questi due “remoti” concittadini è stata raccontata da monsignor Faloci Pulignani, indimenticata figura di religioso e di storico folignate, nella “Fiamma”, periodico di Foligno, del 19 aprile 1935 ed è riportata anche nei “Frammenti storici di Foligno” dello stesso Faloci Pulignani. Si legge nei Vangeli – annota il Faloci – che alla crocifissione di Gesù era presente Cornelio Centurione con i suoi soldati, allora destinati a Gerusalemme. Essi perciò videro tutta quella scena, ascoltarono le ultime parole di Gesù, assistettero alla sua morte, videro la Madonna, le Marie, San Giovanni Evangelista … Si spaventarono poi per il terremoto e per le tenebre impreviste e scesero dal monte, mentre Cornelio Centurione diceva: “Vere hic homo filius Dei erat” (Questo uomo era davvero il figlio di Dio) e glorificava affermando: “Vere hic homo iuxtus erat” (Questo uomo era veramente giusto). E’ poi naturale ed ovvio - annota ancora il Faloci – supporre che tanto Cornelio quanto i suoi soldati dovettero essere informati della Resurrezione del Signore e di tutto quanto accadde poi. Lanfranco Cesari www.profoligno.it Bollettino della Pro Foligno - Anno 12º NUMERO 6, Giugno 2012 Emergenza per la chiusura delle sedi giudiziarie di Foligno Nelle edicole del territorio è in uscita in questi giorni la Gazzetta di Foligno con un titolo allarmante “Il Tribunale di Foligno chiude”. Sul piatto c’è ancora quindi dopo circa tre mesi di allarmi lanciati sulla stampa locale, un’importantissima emergenza a cui rispondere immediatamente ora - ed è l’ultima chiamata - con concrete azioni, soluzioni, e con serrata determinazione: il futuro delle nostre due sedi giudiziarie di Foligno, la sezione distaccata del Tribunale di Perugia, in Piazza San Francesco, e l’ufficio del Giudice di Pace di Foligno. Le stesse sarebbero a rischio sopravvivenza pur se si conosce la volontà del Sindaco di accollare la spesa del Giudice di Pace - in quanto la delega al Governo per la riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli Uffici Giudiziari contenuta nel DL 138 del 13 agosto 2011, all’art.1 impegna il Governo ad adottare, entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore della legge - e quindi entro il prossimo luglio - decreti legislativi per riorganizzare la distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari al fine di realizzare risparmi di spesa e incremento di efficienza, con l’osservanza dei seguenti principi e criteri direttivi: a) ridurre gli uffici giudiziari di primo grado; b) ridefinire anche mediante attribuzione di posizioni di territori a circondari limitrofi, l’assetto territoriale degli uffici giudiziari secondo criteri oggettivi e omogenei che tengano conto dell’ESTENSIONE del territorio, del NUMERO degli abitanti, dei CARICHI di lavoro; c) procedere alla soppressione ovvero riduzione delle sezioni distaccate di tribunale,anche mediante accorpamento di tribunali limitrofi; d) prevedere la riduzione degli uffici dei giudici di pace dislocati in sede diversa da quella circondariale; f) prevedere che gli enti locali interessati, anche consorziati tra loro, possano richiedere il mantenimento degli uffici del giudice di pace con competenza sui rispettivi territori, anche tramite eventuale accorpamento, facendosi integralmente carico delle spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia nelle relative sedi, ivi incluso il fabbisogno di personale amministrativo che sarà messo a disposizione dagli enti medesimi, restando a carico dell’amministrazione giudiziaria unicamente la determinazione del personale di magistratura onoraria di tali sedi entro i limiti della dotazione nazionale complessiva, nonché la formazione del personale amministrativo. E’ indubbio che sull’attuazione dei predetti criteri debbano definitivamente pronunciarwww.profoligno.it si sia l’amministrazione comunale che le Categorie professionali interessate, che la città intera, perché si profilerebbe un gravissimo danno sia per i cittadini che per l’economia di Foligno. Sappiamo che, da una parte la riorganizzazione interessa tutte le Sezioni distaccate del Tribunale di Perugia (Foligno- GubbioTodi- Città di Castello-Assisi) nonché numerose sedi del Giudice di Pace, tantoché è stato istituito un tavolo permanente in SEDE REGIONALE per la valutazione di tali problematiche e per definire una comune proposta, ma di tali riunioni o determinazioni nulla trapela ancora. A questo punto si impone per Foligno e per tutti noi un intervento massiccio e coordinato di tutte le categorie professionali, le Associazioni e le Istituzioni, nonché gli Ordini Professionali, con in testa il Sindaco di Foligno e l’ordine degli Avvocati, per far si che sia mantenuta la Sezione distaccata del Tribunale e la sede del Giudice di Pace: e ciò sulla base sia dell’estensione territoriale, sia del numero degli utenti e dei cittadini interessati che fanno capo ai predetti uffici, sia dell’elevato carico pendente presso gli Uffici stessi:il tutto in base ai principi costituzionalmente garantiti dalla rappresentatività e della maggioranza, oltre che dell’importanza dell’ estensione del territorio. Per far ciò, nel ribadire che la pur necessaria riorganizzazione degli uffici giudiziari, se effettuata con la semplice logica dei “tagli lineari”, possa determinare lo smantellamento di sedi ed uffici giudiziari, senza alcun criterio e con conseguente penalizzazione dei territori interessati, E NEL RICORDA- RE CHE FOLIGNO E’ LA TERZA CITTA’ DELL’UMBRIA, per importanza e per numero di abitanti (il doppio almeno rispetto a quelli gravitanti altri Tribunali) che non può essere spogliata di tali istituzioni giudiziarie presenti in città fin dalla loro prima istituzione, occorre far ricorso ad una mobilitazione generale per sopperire alla grave crisi che attanaglia la città; e ciò anche attraverso l’istituzione di una già prospettata Commissione Comunale permanente affinché, insieme ai rappresentanti degli ordini professionali ed alle associazioni sindacali e di categoria, si possano formulare proposte di riorganizzazione che, pur nel rispetto dei principi e delle direttive contenute nella legge delega, portino ad un rafforzamento degli uffici giudiziari folignati piuttosto che ad una dannosissima soppressione; il tutto coordinandosi poi con il tavolo regionale permanente regionale, già istituito e con il Ministero competente: sedi ove far presenti e far valere tutte le ragioni della nostra città. A questo punto si invitano il Sindaco e la Giunta intera ad indire un incontro urgente con tutti i soggetti istituzionali, le Associazioni e gli ordini Professionali di categoria interessati in argomento, per coordinare eventuali azioni comuni, indicendo immediata riunione programmatica con gli Ordini professionali interessati,ed in particolare con gli Avvocati di Foligno per avviare le soluzioni e le azioni idonee, ed evitare il peggio auspicando sin d’ora da parte di tutti azioni immediate, concrete, risolutive e soprattutto concordanti, nell’interesse supremo della città. Maria.Giovanna Galligari pagina 5 Bollettino della Pro Foligno - Anno 12º NUMERO 6, Giugno 2012 Palazzo Trinci - Domenica 3 giugno 2012 Premio nazionale di poesia in lingua e in vernacolo Con l’ausilio dell’Associazione AIDO ed AVIS, con l’aiuto di volontari, con il prezioso supporto di conoscenza della professoressa Anna Maria Rodante, con l’assessore Zampolini, sempre sollecita e presente ai vari convegni che interessano la nostra città, con i Presidenti delle due Associazioni che con delicatezza hanno richiesto l’attenzione del popolo di Foligno, già per altro numeroso come donatore, ad iscriversi per donare e aiutare le tante persone bisognose di cure e anche per noi stessi se ne avessimo la necessità. La mattinata è proseguita con un piacevole corto metraggio, realizzato dal bravo gionalista-scrittore Giovanni Bosi, che ci ha fatto vedere uno dei tanti palazzi antichi di Foligno, iniziando con il palazzo Jacobilli e suoi affreschi. Di seguito ha proiettato la realizzazione di un filmato della nostra Città ripresa dall’aereo, da qui il titolo “FOLIGNO VISTA DALL’ALTO”. Molto gradevo- le il sottofondo musicale, molto delicato, romantico e teneramente triste quando la proiezione si è soffermata sulle case distrutte dal terremoto del 1997 e la relativa ricostruzione. Il tutto preparato con bravura e amore per la propria città. I riferimenti al terremoto passato, ma mai dimenticato, ha fatto sí che il pensiero, l’affetto della nostra gente e di tutti i presenti venuti da diverse località italiane, volasse a coloro che oggi si trovano nelle stesse condizioni disperate in cui ci trovammo noi. La paura è sempre presente. Il rimpianto di persone e cose legate alla nostra vita, al patrimonio artistico delle città vicine che distrutte non saranno più come le abbiamo sempre ammirate e conosciute. Il ricordo è andato anche a colui che fondò questo premio di poesia il Signor Oliviero Martelli. Siamo giunti alla premiazione. I partecipanti erano tanti, ragazzi e adulti. I premiati moltissimi. La sorpresa è stato vedere che ogni anno ci sono sempre più giovani che con i loro pensieri, i loro sentimenti, le loro sensazioni, le loro speranze, cercano di farsi conoscere con le loro belle liriche. Tra i premiati adulti ricordiamo la nostra socia e cara amica Concettina Palma in Benincampi che iniziò a partecipare al concorso nel 2010-2011 e 2012, con poesie in lingua e quest’anno anche con una poesia in vernacolo. Ha vinto tre anni di seguito, ricevendo il premio della critica con bellissime pergamene ed altri doni. Quest’anno la vittoria è andata a due Poesie in lingua e in vernacolo. Complimenti da tutti noi della Pro Foligno per il piacere di annoverare tra i soci una brava e sensibile poetessa. I titoli delle due poesie sono “TERRA MIA” in italiano “FOLIGNO” in vernacolo. Grazie a Concettina. R.N. Associazione Amici della Musica - Foligno Omaggio a Domenico Mustafà nel centenario della morte con il Coro della Cappella “Sistina” Si muove tra Foligno, Montefalco e Sellano il triplo evento nato da un’importante sinergia tra i Comuni delle tre città, l’Associazione MontefalcoinArte e il cartellone degli Amici della Musica che di tutta la manifestazione ha il coordinamento e la direzione artistica. Un appuntamento di rilievo che vuol celebrare il centenario della morte di un grandìssimo personaggio, Domenico Mustafà, che a Sellano è nato nel 1829 e a Montefalco è morto nel 1912. Ma perché e chi era? Nato in un’umilissima famiglia umbra, Domenico Mustafà fu fatto evirare quando era ancora bambino così da poter intraprendere la carriera di cantante. La sua vicenda umana, segnata da questa impietosa pratica, ebbe il riscatto della fama e della celebrità grazie alla sua voce dalle qualità ineguagliabili. Entrato a far parte giovanissimo del Coro dei Cappellani Cantori Pontifici (la secolare Cappella Sistina) come soprano, ne divenne ben presto compositore ufficiale fino ad esserne nominato Direttore Perpetuo nel 1881. E l’omaggio a questo illustre concittadino avrà luogo con un triplo evento nei giorni 2 e 3 giugno con avvio a Foligno dove l’Auditorium San Domenico ospiterà sabato 2 giugno, alle ore 17, la tavola rotonda “Domenico Mustafà: nel canto saceo e nel comporre Maestro grande” pagina 6 che prenderà le mosse dall’interessantissima tesi di laurea “Domenico Mustafà, una voce di passaggio”, condotta su documenti inediti da Maura Menghini, soprano folignate, che sarà relatrice insieme ad ospiti illustri quali Biancamaria Brumana docente di Storia della Muisca Università di Perugia, Marco Buonocore direttore della Sezione Archivi Biblioteca Apostolica Vaticana, Luciano Luciani curatore della Cappella Musicale Pontificia “Sistina”. Un incontro quindi da non perdere, anche perché arricchito da una prima esecuzione assoluta di Preghiera e Quinta Parola di Domenico Mustafà, eseguita dalla stessa Menghini, dal baritono Carlo Riccioli e da Marco Scolastra al pianoforte. Si prosegue con un doppio appuntamento, domenica 3 giugno, con l’inaugurazione a Sellano della mostra dedicata a Mustafà, ore 11, presso il Plesso Polifunzionale, per poi spostarsi nel pomeriggio a Montefalco per un evento di straordinaria levatura con il concerto alle ore 18, nel Museo Civico di San Francesco, della Cappella Musicale Pontificia “Sistina” diretta da Mons. Massimo Palombella. Una delle più note e prestigiose compagini corali al mondo che sarà in Umbria grazie alla decisiva collaborazione di MontefalcoinArte e che eseguirà un programma intenso con musiche di Palestrina, Allegri, Baini, Mustafà, Perosi, Bartolucci, Liberto, Palombella. Per il concerto ci sarà prevendita il 2 giugno presso la sede dell’Associazione Amici della Musica di Foligno dalle 10.30 alle 12.30 (Piazza Don Minzoni), e il giorno del concerto, dalle 15.00, al Museo di Montefalco (ingresso unico Euro 10). I biglietti si possono acquistare anche online sul sito www.amicimusicafoligno.it. Maria Pia Fanciulli www.profoligno.it Bollettino della Pro Foligno - Anno 12º NUMERO 6, Giugno 2012 Il Nuovo Teatro Giuseppe Piermarini Foligno potrà avere il suo teatro civico? Il suo teatro fu distrutto nel maggio 1943 dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale; era intitolato all’illustre concittadino Giuseppe Piermarini, uno tra i più autorevoli rappresentanti del neoclassicismo in architettura. La struttura perduta era un piccolo teatro di circa 480 posti. In questi lunghi anni la città è cresciuta e lo storico spazio si è rivelato inadeguato per restituire alla città il suo teatro. In tutti i comuni della nostra regione, e si può dire del Centro Italia, sono presenti strutture teatrali pregevoli e tutte splendidamente restaurate, ma capaci di contenere spettacoli tradizionali e di piccole dimensioni o costretti a ridimensionamenti scenografici che ne alterano le esigenze artistiche. Il loro limitato numero di posti, che poteva soddisfare una popolazione esistente nel periodo in cui venivano realizzati e di conseguenza gli incassi che non contribuivano in modo soddisfacente ad ammortizzare i costi, ora è insufficiente. Per questo il gruppo di lavoro coordinato dal direttore generale del Comune di Foligno ,Architetto Alfiero Moretti e composto da: dr. Piero Lai, dr. Massimo Stefanetti, dr. Simone Mattioli, arch. Franco Folignoli e arch. Luciano Piermarini, ha pensato di realizzare un teatro che non sia soltanto della città, ma anche il teatro che, programmato con spettacoli di grande richiamo, possa servire un pubblico più vasto, proveniente non solo dalla regione Umbria, ma anche dai territori limitrofi delle Marche e Toscana, vista la centralità di Foligno. Dunque la commissione ha pensato ad una struttura teatrale che possa contenere due sale: una di 1500 posti per il grande spettacolo ed una di 700 posti per le esigenze culturali della città. Due foyer, uno al piano terra ed uno ai piani superiori, con annesse caffetterie, sala mostre, “disco shop”, “video shop”, “internetcaffè”, due guardaroba, una biglietteria, isolamento termico ed acustico elevati alla più alta capacità. Insomma un teatro misurato alle esigenze dello spettacolo moderno, aperto ad ogni espressione culturale dal “musical al balletto all’opera lirica”. Un teatro moderno, rappresentativo contenente funzioni ed attività di dialogo continuo e quotidiano con la città ed il tessuto urbano; un teatro rappresentativo delle più moderne espressioni tecnologiche. Questo dovrà essere, per sommi capi il “Nuovo Teatro Piermarini” che sorgerà nell’area dell’ex Zuccherificio. Un progetto piuttosto ambizioso che deve trovare attuazione attraverso una serie di finanziamenti recepiti sul mercato nazionale ed europeo. E qui entrano in gioco anche i privati che potrebbero creare una cordata tale da rendere attuabile il progetto. Questo non è un sogno, ma un desiderio di noi folignati, un invito a chiunque voglia investire a sostegno della cultura e del turismo! Mario Lai Nuovo consiglio direttivo all’Associazione Convegni Culturali Maria Cristina Franca Trubbianelli Scarabattieri presidente del Convegno Maria Cristina dal 2007, passa il testimone a Rita Mary Pieracci Coresi, eletta dall’Assemblea delle Associate il 30 aprile scorso. Il nuovo consiglio avrà come vice presidente Eugenia Pasquini Peppoloni, come segretaria Emma Papi Ugoccioni, come tesoreria Ivana Felicetti Pazzaglia e come assistente spirituale don Diego Casini; durerà in carica tre anni, come disposto dal Consiglio Nazionale nell’ottobre 2010. Al nuovo consiglio l’augurio di proseguire nel lavoro di arricchimento culturale e spirituale che ha caratterizzato nell’arco di ben trenta anni l’attività dell’Associazione, in realtà fondata nel 1965, ripresa con impegno nel 1982 dopo una momentanea interruzione tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta. VIA DEL FORNO RISTORANTE (Hotel Italia) Piazza Matteotti, 12 FOLIGNO tel. 0742.350412 0742.344964 fax 0742.352258 www.hotelitaliafoligno.com [email protected] www.profoligno.it pagina 7 Bollettino della Pro Foligno - Anno 12º NUMERO 6, Giugno 2012 Brevi di vit ti artisti contemporanei hanno prestato la loro opera a favore della Quintana, tanto che ormai i vari pali costituiscono una vera e propria collezione, specchio delle tendenze dell’arte contemporanea. Il dipinto del maestro Ubaldo Bartolini, fondatore della corrente ipermanierista, propone una immagine tra sogno e realtà: un cavaliere emerge e scompare in una visione sfumata tra sapienti passaggi di grigi delicati e luminosi e scuri profondi. Un cavaliere solitario, forse proprio come nel momento della massima concentrazione, isolato dal mondo e da tutti, prima di affrontare la corsa, l’anello, forse la vittoria. Vincenzo Agnetti al Centro Italiano di Arte contemporanea Sabato 23 giugno alle ore 18 viene inaugurata al CIAC la mostra dedicata all’opera di Vincenzo Agnetti, uno dei massimi esponenti dell’Arte Concettuale. La mostra curata da Bruno Corà e Italo Tomassoni, propone una cinquantina di opere tra le quali la famosa MACCHINA DROGATA, L’APOCALISSE, IL LIBRO DIMENTICATO A MEMORIA. Le opere di Agnetti sono presenti in numerose gallerie, in collezioni private e nei musei di vari paesi del mondo e sono state esposte ripetutamente alla Biennale di Venezia. Dal 1967 al 1981 – circa quindici anni – Vincenzo Agnetti ha realizzato dipinti, sculture, scritti, azioni. Il primo settembre 1981 improvvisamente muore a Milano dove era nato nel 1926. In occasione di questa importante esposizione è stato realizzato un catalogo con saggi critici dei curatori di mostra e un testo biografico redatto da Germana Agnetti, figlia dell’artista. Il palio della Quintana della Sfida – Ubaldo Bartolini Durante la Cena Grande, che ha segnato l’apertura della Quintana della Sfida, domenica 27 maggio è stato presentato il Palio, “simulacro di vittoria” così definito dal prof. Italo Tomassoni che ha creato il contatto con l’artista aprendo, ancora una volta alla Giostra, l’opportunità di avere un palio d’autore. Negli ultimi anni infatti numerosi e qualificapagina 8 Progetto “Omaggio all’Umbria” Con l’alto Patronato del Presidente della Repubblica, del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero dei Beni Culturali, si sta svolgendo il progetto “Omaggio all’Umbria”. Iniziato il 3 aprile nel Duomo di Orvieto, con l’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino diretta da Zubin Meta, il progetto prevede una serie di concerti nei tanti luoghi più suggestivi e carichi di storia e di spiritualità dell’Umbria come Assisi, Montefalco, Amelia, Abbazia di Sassovivo a Foligno, Piana Fiorita di Castelluccio di Norcia, Terni, La Spella sul Monte Subasio. L’idea di portare la grande musica anche nella magnificenza della natura si è rivelata assolutamente vincente già dallo scorso anno avendo registrato un afflusso di pubblico di gran lunga superiore alle disponibilità dei posti. Quest’anno i concerti di domenica 8 luglio e di venerdì 10 agosto saranno appunto nella Piana di Castelluccio e sul Monte Subasio. Il concerto di Castelluccio sarà tenuto dal grande violinista Uto Ughi e dai Filarmonici di Roma. Un momento quindi, come lo è stato il 13 maggio all’Abbazia di Sassovivo, straordinario al quale, se possibile, non si dovrebbe mancare. I 91 anni dell’ANMIG Domenica 3 giugno nella sede di via Piermarini, si è tenuta l’Assemblea dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guera sez. di Foligno, alla presenza di autorità civili e militari e dei rappresentanti delle diverse associazioni del settore. L’incontro ha fornito l’occasione per celebrare i 91 anni dell’Associazione folignate, sorta nel 1921, mentre a Milano, luogo di fondazione, ha già celebrato i suoi 95 anni di vita essendo nata nel 1917. A conclusione della celebrazione si è auspicata una sempre più stretta intesa fra le varie associazioni presenti con proprie sezioni a Foligno – ANED, ex deportati; ANPI, ex Partigiani; ANPPIA, Persegitati Politici; ANFDI, Dispersi e Reduci; Confederazione Nazionale Associazione Combattentistiche e Partigiane, Associazione Famiglie Caduti e Dispersi in Guerra; Associazione Nazionale dei Campi di Concentramento – anche per offrire alla città momenti di riflessione sulla storia del Novecento attravero “Incontri con la Storia”, da tenere proprio nella storica sala del palazzetto di via Piermarini costruito nel 1937 dall’Ing. Caterino Trampetti e perfettamente conservato nella struttura e negli arredi. I tesoretti monetali Il 18 maggio 2012 sono stati presentati i due tesoretti monetali di epoca romana trovati a Foligno nel 1962 e nel 1998. Si tratta di monete d’argento di epoca repubblicana scoperte nel 1962 casualmente durante i lavori per la costruzione del quartiere INA Casa e nel 1998 durante i lavori di scavo della Soprintendenza ai Beni Archeologici dell’Umbria, in piazza Risorgimento. Con probabilità i due tesoretti sono stati nascosti tra il 41 e il 40 a.C. durante le vicende del Bellum Perusinum e mai più recuperati. Oggi sono in palazzo Trinci con un allestimento tecnicamente all’avanguardia, voluto dall’ispettrice di zona della Soprintendenza ai Beni Archeologici dott.ssa Laura Manca, che ha fermamente voluto esporli nella città di provenienza. Per realizzare questo progetto è stato determinante il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno. Zuccarini consegue un nuovo brevetto aeronautico “Presso l’aviosuperficie di Trevi, giovedì 10 maggio , si è svolta la conviviale del Rotary di Foligno, in cui si è parlato di volo e disabilità. Ospiti d’onore presentati dal Presidente Silvestro Parziani, www.profoligno.it Bollettino della Pro Foligno - Anno 12º NUMERO 6, Giugno 2012 ta cittadina sono stati l’istruttore di volo, nonchè noto progettista e costruttore di ultraleggeri, Pino Cirimele, e l’Avv. Stefano Zuccarini, pilota acrobatico di aliante, primo disabile a conseguire un brevetto aeronautico in Italia. Gli ospiti hanno intrattenuto i soci con i racconti delle loro esperienze di volo, in particolare, Cirimele, ha illustrato l’iniziativa di cui si è fatto promotore che mira ad allestire presso l’aviosuperficie di Trevi una scuola di volo su ultraleggeri per piloti disabili che consenta agli stessi di conseguire l’attestato di Volo da Diporto Sportivo in maniera completamente gratuita. L’Avv. Zuccarini ha invece raccontato le difficoltà superate per il conseguimento del brevetto aeronautico e la sua esperienza nelle competizioni acrobatiche di livello nazionale, soffermandosi sulla grande valenza educativa del volo in generale ed in particolare sui rilevanti benefici riflessi di questa attività per le persone disabili, “libere di ritrovare se stesse quando siedono ai comandi di un aereo”. Quelli di Via Umberto I E’ da tempo che i commercianti del centro storico di Foligno organizzano eventi per rianimare la vita economica e sociale della città e attirare cittadini e turisti. Quelli di Via Umberto I sono tra i più attivi. L’ultima festa si è svolta domenica 3 giugno con stand i giochi per i bambini e un complesso rock. Il pubblico è accorso numeroso.Ci è stato assicurato che altre iniziative sono allo studio e verranno realizzate tra breve. A Foligno meno ricchi e più’ benestanti Sono stati pubblicati i dati che emergono dalle analisi del Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia sui redditi imponibili ai fini delle addizionali Irpef. Questi i dati relativi alle dichiarazioni 2011: Foligno è una delle città che scende, peraltro lo scorso anno aveva visto crescere di 19 unità il gruppo delle persone che hanno dichiarato oltre 100mila euro. Con le dichiarazioni 2011 ne perde 20, il risultato in assoluto peggiore. Ricco è chi denuncia oltre 100mila euro di reddito annuo. Benestante è chi denuncia www.profoligno.it tra 70mila e 100mila euro di reddito annuo. Nella città della Quintana, d’altro canto, si assiste ad una buona crescita di coloro che rientrano tra i 70mila e i 100mila euro di reddito (+39) e questo potrebbe voler dire, ma è solo una chiave di lettura, che si è verificato un parziale scivolamento in una fascia di reddito più bassa. Restando ai benestanti, tra i dati più significativi, in termine di crescita, oltre a quello di Perugia e Foligno, ci sono quelli di Todi, Corciano e Montefalco con +12. Fonte: Ministero dell’Economia e delle Finanze Rivoluzione degli uffici giudiziari Ritorna il taglia-spese a falciare sprechi e ridurre servizi. Sono delineate e definitive le questioni relative agli uffici giudiziari. Tre tribunali, in Umbria, per evitare che si debba cancellare la Corte d’Appello. Restano perciò: Perugia, Terni e Spoleto. Viene cancellato Orvieto dove forse, questa è una novità, nascerebbe una sede distaccata. Sarebbe questo il punto di caduta trovato tra Governo e rappresentanti dei tre partiti che lo sostengono in Parlamento. Va da sé che vengano tagliate le altre sedi distaccate umbre, a cominciare da Gubbio e Foligno. Anche la partita dei giudici di pace sembra andare verso la conclusione; qualora il Comune sia in grado di garantire personale, uffici e relative spese, il Ministero potrebbe decidere di lasciare il giudice di pace al suo posto. Nonno Valentino Cento anni ed un cuore buono. Uno di questi cuori che vengono da lontano e che ne hanno viste tante, ma che non si sono fatti indurire dalla vita e così riescono ancora ad essere generosi. Valentino Ciurnelli, di Foligno, al compimento dei suoi 100 anni, ha fatto un gesto di solidarietà: ha pensato bene, insieme alla sua famiglia, di chiedere a parenti ed amici, invitati alla sua festa di compleanno, di evitare i doni personali e di fare invece offerte all’Associazione Chianelli, che si occupa della ricerca e cura della leucemia, dei linfomi e dei tumori. Un bel gesto, davvero! Complimenti a nonno Valentino! Piermarini e l’architettura del buon governo Milano-Monza 22-23 giugno 2012 Un convegno di studi di elevato prestigio conclude le celebrazioni piermariniane realizzate a partire dal 2008 dal Comitato Nazionale, istituito dal Ministero per i Beni Culturali. Il bicentenario della morte di Giuseppe Piermarini ha visto realizzarsi una serie di iniziative tra Foligno e Milano e si conclude con questo convegno che già dal pieghevole d’invito esprime l’auspicio del “ritorno a Milano” di Giuseppe Piermarini. Un dialogo tra le due città in nome del grande architetto è certo quanto di più auspicabile. L’UNESCO e Camminare Liberi alla Madonna del Riparo La violinista Monica Pontini ha reso intensa e carica di emozioni l’escursione al Santuario Terapeutico della Madonna del Riparo, la cui antica denominazione è Sant’Angelo in Gruttis. Il luogo è fin dal lontano passato - Ludovico Jacobilli cita il 1050 come anno di fondazione - un punto di sosta e di preghiera per i pellegrini devoti a San Michele Arcangelo. E’ infatti una delle tante tappe del percorso micaelico che collega Monte Sant’Angelo al Gargano, santuario già inserito dall’UNESCO nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità, con Mont-saint-Michel in Francia. E’ quindi un luogo da conoscere e valorizzare, riscoprendo un cammino della fede che ha dato vita e significato alla nostra terra. pagina 9 Bollettino della Pro Foligno - Anno 12º NUMERO 6, Giugno 2012 Tre Dee, lamine e cippi con il loro nome Agli inizi compaiono tre Dee la cui memoria è trasmessa attraverso supporti materiali, lamine o cippi, incisi con il loro nome. Non si tratta di elementi statici, immobili. Ognuno vive in un’azione che si ripete ogni volta che le leggiamo. Intorno indoviniamo i primi attori: i nostri lontani antenati. Nel 1962 vengono ritrovate in un deposito votivo nel Santuario della Dea Cupra a Colfiorito, quattro lamine bronzee di forma rettangolare. Ognuna riporta lo stesso testo frammentario, così, collazionando le lettere supersiti, è possibile ricostruire l’intera frase: CUPRAS MATRES PLETINAS SACRU ESU. Si tratta di un’iscrizione parlante, il cui testo può essere tradotto con “sono sacro a Cupra madre dei Plestini”, oppure “questo è sacro a Cupra madre dei Plestini”. Risalgono al IV secolo avanti Cristo. Dopo essere state arrotolate, per nascondere il nome della dea, venivano fissate su offerte votive, come farebbe pensare un foro che presenta una di esse, o più semplicemente erano appese o depositate. Di probabile origine sabina, il culto della Dea Cupra risulta diffuso in ambiente italico. Assimi- Iscrizione di Supunna, III-II sec. a.c. (Foligno, Museo Archeologico) pagina 10 labile alla Bona Dea, protettrice della pastorizia e della fecondità, il suo nome è spesso associato alla presenza di fontane, cisterne o comunque di acque, come attesterebbe lo stesso Santuario di Colfiorito eretto tra due laghi. Da Santa Maria in Campis presso Foligno proviene un cippo con iscrizione dedicatoria, donato dalla famiglia Pizzoni alla città. Reca la scritta SUPUNNE SACR, cioè “ è sacro a Supunna”. Delimitava quindi uno spazio sacro. Forse indicava la sacralità di un fiume, forse era la dea protettrice del sonno, forse proteggeva l’atto di gettare il cibo nella pentola. La suggestione del nome e le sue radici rendono possibile queste interpretazioni. Supunna è ricordata da Varrone quale persistenza locale di un culto italico. Il cippo risale al III-II secolo avanti Cristo. La Dea Fulginia, le sacerdotesse del suo Collegio e Tutilia Laudica, che tra queste ebbe, nella sfortuna della morte, il privilegio di vedere immortalato il suo nome, hanno lasciato un ricordo indelebile in un’iscrizione funebre ritrovata nel 1671 nei terreni dei Marchesi Carlo e Francesco Elisei che l’anno successivo ne fecero dono al Municipio con un’epigrafe celebrativa. Risale al II secolo dopo Cristo. Di singolare eleganza nella forma, chiaramente incisa, e nel contenuto sobrio e pudico. Perché il sangue uscisse senza mostrare la ferita: D. M. TUTILIAE / LAUDICAE / CULTRICES / COLLEGI / FULGINIAE. Dei Mani. A Tutilia Laudica. Senza un aggettivo che tol- Iscrizione di Tutilia Laudica, I sec. d.c. (Foligno, Museo Archeologico) ga a quel nome il grumo di ricordi per chi l’ha conosciuta. Le sacerdotesse del Collegio della Dea Fulginia. La nuda firma, che pure rimanda alla cordialità distinta di pratiche ed abitudini comuni. Sullo sfondo, per noi, secoli e secoli dopo, una città, Foligno, il cui nome, con molta probabilità, deriva, appunto, da quello della Dea. Piero Lai Iscrizione della Dea Cupra, IV sec. a.c. (Colfiorito, Museo Archeologico) www.profoligno.it Bollettino della Pro Foligno - Anno 12º NUMERO 6, Giugno 2012 I giovedì per la storia nel nome di Colomba Giovedì 7 giugno nella Sala Consiliare si è concluso il ciclo di incontri “Foligno nell’età del Risorgimento 1796-1860”, voluti dalla Pro Foligno nell’ambito delle celebrazioni per i 150 anni dell’Italia Unita, con il patrocinio dell’apposito Comitato Comunale. Il ciclo, siglato come “I giovedì per la Storia” e che ci si augura possa avere un seguito, è iniziato nel novembre 2010 con un primo passaggio fino al maggio 2011, legato alla “dimensione locale”. Dopo la pausa estiva gli incontri sono ripresi nel settembre 2011 e si sono ripetuti con cadenza mensile. Gli incontri del 2012 hanno focalizzato l’attenzione sulle personalità più rappresentative nei diversi settori della realtà folignate. Ne è uscito un quadro ricco e approfondito che ha offerto l’opportunità di conoscere personaggi ed eventi ai più sconosciuti. Tutto il ciclo è stato ideato, nelle tematiche e nella scelta dei relatori, dal prof. Fabio Bettoni. E proprio il prof. Bettoni ha condotto l’ultimo incontro e, insieme alla prof.ssa Alessandra Migliorati, ha presentato gli eventi storici legati ai tre grandi dipinti presenti nella Sala Consiliare. E’ sicuramente un privilegio avere contemporaneamente il contributo di due esperti come i nostri relatori, che si sono integrati a vicenda offrendo una particola- re occasione di approfondimento dei tanti contenuti espressi nel complesso programma iconografico della Sala Consiliare. I tre momenti storici rappresentati dal pittore Mariano Piervittori oscillano tra realtà e finzione scenica, legata anche alla moda del tempo nell’ambito della pittura storica e alle specifiche esigenze della committenza. Le particolarità di ogni dipinto sono state lette alla luce della documentazione storica, evidenziando gli aspetti derivati dalla tradizione e quindi meno rigorosi storicamente, come ad esempio la scelta di presentare Colomba Antonietti, combattente sotto le mura di Roma nel 1848, in abiti maschili, immagine forse derivata da una memoria scritta da Giuseppe Garibaldi in tarda età, ma non confermata da altre fonti. Anche l’episodio del conte Robbacastelli che respinge l’esercito di Federico Barbarossa a Cassano d’Adda, non avrebbe un vero e proprio riscontro nella documentazione storica; e infine l’arrivo di Federi- Al Canzi dining room Non c’è dubbio che la gastronomia abbia valore culturale notevole perché attraverso essa si possono valutare meglio certe situazioni economiche-sociali. Il mangiare è un’operazione quotidiana assolutamente indispensabile e perciò primaria per la conservazione della specie. Non è affatto l’enorme quantità di portate, l’abbondanza di stufati e di intrugli, il numero delle carni, l’ammasso di arrosti, il ripetuto cambiamento dei piatti a costituire la buona cucina, ma è soprattutto la scelta raffinata delle carni, la squisitezza dei condimenti, l’armonia dei sapori, la gentilezza e il decoro del servizio che costituiscono e formano la bontà del posto. Tutto ciò si rispecchia nel giovane Flavio Canzi, uno chef che ha fatto tanta esperienza nei migliori ristoranti della Sardegna, della Svizzera, allo “Sheraton Golf” di Roma, in Francia e…, insomma Dott. Giampiero Albertacci Partner Azimut AZIMUT CONSULENZA SpA - Società di Intermediazione Mobiliare 06034 Foligno (Pg) - Via Cesare Battisti, 24 - Cell. 335.7032341 Tel./Fax 0742.342120 - e-mail: [email protected] 06127 Perugia - Zona Pian di Massiano (Strada Trasimeno Ovest) Tel. 075.5008732 - Fax 075.5055395 www.profoligno.it co II bambino a Foligno ambientato in un contesto prevalentemente ecclesiastico proprio avanti alla Cattedrale, potrebbe essere ancora una forzatura. La qualità eccellente di tutta la decorazione - ha detto Alessandra Migliorati, docente di storia dell’arte moderna e contemporanea all’Università di Perugia - ne fa comunque un documento di valore nella pittura dell’Ottocento e in particolare di quel filone legato agli eventi dell’Unità d’Italia e al desiderio di offrire alla nuova realtà politica uno spazio rappresentativo e autorevole. Per questo ogni città ha voluto far riflettere sè stessa, le proprie tradizioni, la propria storia, i propri illustri personaggio nella Sala del Consiglio Comunale e si è affidata all’opera di un artista stimato come Mariano Piervittori che ha diffusamente operato in tutta l’Umbria e che a Foligno nel 1887 ha lasciato la sua ultima grande testimonianza (muore a Orvieto nel 1888). Rita Fanelli Marini un curriculum di tutto rispetto. Ed ora è a Foligno nel suo piccolo ristorante, oserei dire nella sua bomboniera, ha un motto “Mangiare con stile… Da noi la qualità fa parte del servizio”. Sono molti i piatti che propone, ma nei suoi menù non può mancare il “risotto”, di cui è un appassionato e ama crearne diversi. Attualmente ha inserito un risotto Carnaroli allo zafferano con rucola, mantecato al gorgonzola dolce D.O.P. e di cui ci ha regalato la ricetta. La preparazione comincia nel preparare un buon brodo vegetale con verdure fresche e di cottura non troppo prolungata e una spolverata di zafferano. Tostare il riso nel tegame con poco olio extra vergine di oliva e scalogno tritato, sfumare con un vino bianco secco e non troppo alcolico; cominciare a bagnare con il brodo bollente. A 3 minuti dalla fine della cottura aggiungere la rucola tagliata a Julienne e lasciare riposare per pochi secondi; mantecare velocemente col parmigiano reggiano, una macinata di pepe nero e un filo d’olio extra vergine d’oliva. Tenere il risotto morbido, in gergo “cucinarlo all’onda”! A questo piatto Flavio Canzi abbina un buon vino , una “Passerina” della provincia di Chieti, che con la sua leggera acidità ben si accosta all’amaro della rucola e al sapido del gorgonzola. Ed allora BUON APPETITO e un grande in bocca al lupo a Flavio e al suo Dining Room! Mario Lai pagina 11 Bollettino della Pro Foligno - Anno 12º NUMERO 6, Giugno 2012 La testimonianza di Giulia Gabrieli a Foligno La straordinaria storia di Giulia Gabrieli, la ragazza di quattordici anni malata di tumore morta a Bergamo la sera del 19 agosto 2011, che ha saputo trasformare i suoi due anni di malattia in un inno alla vita, in un crescendo spirituale, è stata raccontata nel pomeriggio di sabato 12 maggio 2012 presso il Seminario Vescovile di Foligno dai genitori Antonio e Sara. L’incontro è stato voluto della professoressa Anna Rita Adriani, legata da un rapporto di amicizia con la famiglia di Giulia, e organizzato dall’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Sanità. Dopo l’intervento di Don Dante Cesarini, che ha citato il pensiero di Blaise Pascal riguardo all’accettazione della malattia espresso nell’opuscolo scritto nel 1648 “La Preghiera per chiedere a Dio il buon uso delle malattie”, nel quale il filosofo chiede di unire le sue sofferenze con quelle di Cristo, la parola è passata al papà e alla mamma di Giulia. “Giulia non solo ha accettato la malattia, ma l’ha accolta”, dice il papà. Giulia era una ragazza normale, bella, solare, amava viaggiare, vestirsi bene e adorava lo shopping. Aveva anche un grande talento per la scrittura (era stata premiata due volte al concorso letterario I racconti del Parco) ed è riuscita a realizzare il suo sogno di scri- A Firenze in visita al card. Betori Un nutrito gruppo di soci della Pro Foligno, ma anche alcuni amici d’infanzia dell’alto prelato sono stati ricevuti da S. E. il card. Giuseppe Betori . Firenze invita, con il suo immenso patrimonio artistico, a fare una visita ad almeno uno dei suoi preziosi monumenti. Lo scorso 30 maggio è stato scelto Palazzo Davanzati, stupenda dimora più volte riarredata che, sotto la sapiente guida di Rita Marini, abbiamo potuto godere in tutta la sua bellezza. Dopo un veloce pasto consumato nei più disparati locali che la città offre, alle 15.30 l’incontro con S. E. il cardinal Giuseppe Betori. Dapprima la Santa Messa, concelebrata con il suo assistente personale, don Paolo, ed una riflessione sulle scritture del giorno: riflessione sulle difficoltà dei credenti ma anche sulle problematiche che affliggono il Santo Padre. Nonostante tutto la Chiesa sopravviverà anche a questo momento terribile perché le sue fondamenta sono solide alla stessa maniera della cappella in cui è stata celebrata la funzione religiosa. Il card. Betori infatti ci ha accolto nella chiepagina 12 sa di san Salvatore al Vescovo, all’interno dell’Arcivescovado. E’ una chiesa che è stata rimaneggiata più volte nel corso dei secoli; alcuni muri sembrano farla risalire addirittura all’anno Mille. Su quelle prime fondamenta si è formata e sviluppata la chiesa fiorentina anche se sembra che i primi predicatori venissero dalla Siria ed ebbero la loro prima sede oltrarno. Dopo la Santa Messa un colloquio molto cordiale e affettuoso sulla scia dei ricordi folignati ma anche sulle “presenze folignati” che a Firenze ricordano all’alto prelato la sua città natale: dall’Educatorio de Fuligno, legato al Monastero di Sant’Anna agli stemmi dei due Trinci, conservati al Bargello, che furono governatori della città toscana. Infine il dono della pubblicazione sulla Madonna di Foligno, edito dalla Pro Foligno, la stupenda opera sul Monastero di Sant’Anna e l’ultima fatica di Franco Bosi, in dialetto folignate, con una dedica di buon augurio per il futuro carico di responsabilità che attende il sempre nostro caro “don Peppino”. Franca Scarabattieri vere un libro sulla sua esperienza grazie al giornalista Fabio Finazzi, caporedattore de L’Eco di Bergamo e papà della sua migliore amica Chiara. Il libro si intitola “Un gancio in mezzo al cielo” (Paoline, 2012) e deriva da una frase della canzone “Strada facendo” di Claudio Baglioni, che Giulia amava ascoltare nella versione di Laura Pausini. “Strada facendo vedrai che non sei più da sola / …dai che ce la fai! / Strada facendo troverai anche tu un gancio in mezzo al cielo... / Sì, mi dà leggerezza, una grande speranza…”, scrive Giulia. Attraverso questo diario racconta la sua lotta per affrontare la malattia e la sua speranza di guarire ma anche l’abbandono alla volontà di Dio. Giulia sentiva che doveva fare qualcosa per i giovani. Durante la malattia parlava della sua esperienza in numerose testimonianze pubbliche rivolte ai giovani. Oggi sono i suoi genitori a raccontare la forza straordinaria che animava Giulia, un grande esempio per tutti coloro che nel dolore cercano il proprio “gancio in mezzo al cielo”. Infine, di fronte ad un pubblico commosso ed emozionato, il papà Antonio e la mamma Sara hanno presentato una video testimonianza in cui Giulia si racconta, parlando in maniera semplice e spontanea della sua vita, prima della malattia e durante la sofferenza. È sorridente e serena. I medici sono i suoi amici, i suoi “supereroi”; i genitori, il fratellino Davide, le amiche e gli insegnanti i suoi angeli custodi, coloro che la sostengono e la incoraggiano. Come la figura della beata Chiara Luce Badano, per lei come una sorella e un esempio da seguire. Il ricavato dei diritti d’autore del libro sarà destinato in parte all’AIRC, Associazione italiana per la Ricerca sul Cancro, e in parte a sostenere progetti di solidarietà a favore di giovani e bambini malati. Inoltre è attivo il blog www.congiulia.it. Chi volesse inviare messaggi ai familiari e amici di Giulia può scrivere alla casella di posta: [email protected]. Elisabetta Marchionni www.profoligno.it Bollettino della Pro Foligno - Anno 12º NUMERO 6, Giugno 2012 I “Carmina Burana” all’Auditorium San Domenico Il Medioevo “in casa” (e nel cuore) e per “Amici della Musica” grande successo organizzativo Quando – ormai tanti anni fa – ebbi per la prima volta la fortuna di ascoltare i “Carmina Burana” di Carl Orff mi domandai, ampollosamente (e – va da sé – in modo scherzoso): “Ma fino a ieri sono vissuto invano?!”. Questo per significare l’impatto di natura “estetica” – ma anche psicologica – che questo capolavoro ebbe su di me: in definitiva, la cantata scenica del musicista tedesco mi “sintetizzò” nell’animo e mi fece “vivere” – con una perfetta simbiosi tra la sua componente musicale ed i testi letterari ad essa abbinati – il Medioevo; e questa profonda ed incancellabile sensazione mi torna nella mente, e nel cuore, ogni volta che ho l’occasione di ascoltare la composizione. Questa occasione si è ripresentata lo scorso 1° aprile per merito della Associazione “Amici della Musica” di Foligno, che ci ha dunque riportato, oltre che nel cuore, “in casa” – e cioè non solo a Foligno, ma addirittura in un contesto architettonico e storico, quale l’Auditorium S. Domenico, che “più… predestinato” non avrebbe potuto essere – quello che, nonostante alcune incomprensibili valutazioni di segno diverso, ed anche opposto, è un capolavoro assoluto ed immortale. Ho detto che la cantata è stata “riportata” a Foligno; infatti, i “Carmina Burana” erano già stati eseguiti in precedenza – sempre presso l’Auditorium – il 23 gennaio 2000: si trattava allora della versione per “soli, cori e orchestra di fiati” proposta e diretta – con eccellente esito – da Marco Pontini per il “Complesso di Fiati e Percussioni della Filarmonica di Belfiore”, e che vide tra i vari brillanti protagonisti anche Maura Menghini (soprano, nostra concittadina); quella eseguita lo scorso 1° aprile (e spostata a tale data a causa del maltempo, che non ne ha permesso l’esecuzione alla data originaria del precedente 4 febbraio) è la versione – scritta da Carl Orff nel 1956, mentre l’altra, quella originaria, risale al 1937 – per “soli, coro, due pianoforti e percussioni”; protagonisti in questa occasione ne sono stati, sotto la direzione di Aldo Cicconofri: Tiziana Guaglianone, soprano; Vincenzo Di Donato, tenore; Maurizio Leoni, baritono; il Coro “Città di Camerano”, la Corale “Angelico Rosati”, il Coro Polifonico “Città di Tolentino”, Angelo Biancamano, maestro del coro; Marco Scolastra, pianoforte; Sebastiano Brusco, pianoforte; “Circopercussion Ensemble (Domenico Cellini, Marco Eugeni, Marco www.profoligno.it Germani, Samuele Raparo, Luca Ventura). Potrebbe sembrare quanto meno azzardato affermare che il lavoro di Carl Orff (mi) “sintetizzi” il Medioevo; come è possibile che alcuni brani poetici quantitativamente assai limitati (anche “semplicemente” rispetto alla mole dei testi letterari che compongono i “Carmina Burana”), ed una partitura costituita da una “musica nuova” – cioè creata originariamente dall’Autore (a quanto pare senza vere e proprie e consistenti “tracce” di brani originali medioevali, comunque di molto problematica e forse impossibile “riproduzione”) – possano “ricostruire” e “sintetizzare” il Medio Evo? Ma proprio nella realizzazione di questa “impossibile” sintesi consistono il genio dell’Autore e la grandezza e la “magia” (della quale non sono il solo a parlare) di questa opera. Già il prologo con i riferimenti alla Fortuna (Imperatrix Mundi) ed alla sua volubilità puntualizza e “certifica” la futilità delle cose umane, e della stessa vita, e dunque innesca una visione disincantata, se non proprio pessimistica, della esistenza; ed allora di questa occorre “catturare” – finché si può – i lati positivi; ecco dunque “Primo vere”: la Primavera con il suo volto lieto (Veris laeta facies), le promesse di Cupido, il sole che tutto riscalda (Omnia sol temperat), il rifiorire delle foreste (Floret silva nobilis); ecco l’osteria (In taberna), dove studenti squattrinati (“goliardi” delle università medievali) e reli- giosi mancati (“clerici vagantes”, ribaldi e gaudenti) si danno al vino, alle donne ed al gioco, perdendo anche i vestiti e maledicendo l’oste esoso e chiunque altro “sì in basso li sprofonda”; e ancora i canti d’amore (Cour d’amours) e, infine (Ave formosissima), le lodi e l’esaltazione di Venere e della sua incomparabile bellezza e sensualità (mundi luminar, mundi rosa). Ma – direi “inevitabilmente” – torna ancora, in chiusura, il richiamo alla Fortuna Imperatrix mundi: la sorte umana incerta e capricciosa, assai spesso dura e malvagia. Il “sound“ che caratterizza l’intera cantata – e nel quale, anche nelle fasi gioiose e giocose, appare sempre e comunque sospesa e percepibile un’eco di fondo pensosa, malinconica e fatalista – riprende allora l’iniziale maggior vigore, e riconduce apertamente alla durezza, alle incertezze, al “buio” e – appunto – al “fatalismo” dei tempi; ed alla consapevolezza di tutto ciò. Mi sembra indiscutibile, pertanto, che la cantata di Carl Orff abbia focalizzato come meglio non si potrebbe uno degli aspetti fondamentali dello spirito del Medioevo. Ed allora grazie a tutti i protagonisti dell’evento – e naturalmente agli “Amici della Musica” che l’hanno brillantemente organizzato (per un pubblico foltissimo ed entusiasta) – per averci “riportato” il Medioevo “in casa” (e soprattutto nel cuore). Fulvio Cirocchi Uffici e Produzione Via Roma, 38 - telefono 0742.340380 FOLIGNO Pasticcerie in FOLIGNO Via Mazzini, 7 - telefono 0742.352243 Via Garibaldi, 61- telefono 0742.351539 pagina 13 Bollettino della Pro Foligno - Anno 12º NUMERO 6, Giugno 2012 “Devoti e boscherecci” L’aggettivo “boscherecci” rivolto ad alcuni pittori dell’Ottocento ci è stato tramandato dallo storico Bragazzi il quale così definì quegli artisti che si rivolsero alla natura nella maggior parte delle loro opere. Questo ha spiegato il professor Fabio Bettoni ai molti che avevano chiesto “lumi” su questo termine. Poi il professore è passato a presentare la sua “pupilla”, la relatrice della conferenza professoressa Emanuela Cecconelli che nonostante la sua giovane età sta mietendo lodi a iosa per la sua competenza in Storia dell’Arte. E’ una giovane di valore – ci ha detto Fabio Bettoni - , modula i suoi interventi basandosi su rigorosa ricerca d’archivio, quindi su documenti di difficile interpretazione, pubblicando e divulgando le sue deduzioni. Emanuela fa “scorribande” anche tra gli artisti meno conosciuti della nostra storia cittadina; è la “mascotte” della nostra storia dell’arte che dà maggiori garanzie. La professoressa Cecconelli ha premesso che il tema assegnatole è davvero complesso perché parlare di tre pittori durante lo stesso intervento richiede ricerche laboriose, quindi si è avvalsa anche della collaborazione della giovane neolaureata Federica Ragni con la quale ha condiviso il compito. Francesco nasce a Foligno nel 1762 e muore nel 1830, ha undici figli tra cui Benedetto che coltiverà la sua amicizia con il Corvi, accademico dell’Arcadia, creando uno stretto legame tra la pittura folignate e quella romana. Francesco e Benedetto sono figli del Risorgimento, Francesco dipinge paesaggi presso l’Accademia di Belle Arti a Perugia e all’interno del Palazzo Candiotti di piazza San Vito. Per la nostra cattedrale esegue “San Francesco che riceve le stimmate” e per Spello “San Francesco di Paola”. E’ accademico della Fulginia quindi anche poeta. Il figlio Benedetto, secondo di undici rampolli, si forma con il padre, infatti le sue opere (più modeste) si ispirano proprio a lui. Egli dipinge nella nostra città per l’altare della chiesa di San Salvatore e, per quella d San Giacomo, un quadro che ha per tema la vicenda di Tobiolo. Ma l’opera più interessante è quella di soggetto patriottico. Nell’Ottocento emerge questo tipo di pittura che volge lo sguardo alle vicende locali come ci insegna il Piervittori. Benedetto Pizzoni sintetizza i valori patriottici e religiosi; un suo dipinto presenta il nostro tricolore, San Feliciano che benedice l’evento di Colle San Lorenzo, quando un gruppo di volontari lasciarono la loro terra per unirsi ai patrioti del Lombardo-Veneto (1858). Di quella spedizione, formata da centotre soldati e diversi ufficiali, Antonio Rutili fu il capitano; ci è pervenuta una lettera con la quale egli chiede le divise. L’evento ebbe il conforto ed il sostegno di famiglie, conventi, diocesi. Il dipinto di Benedetto Pizzoni è un’opera di grande vivacità, con donne piangenti, San pagina 14 Feliciano benedicente, la banda musicale: l’intesa tra religione e amor di patria è molto evidente. Il quadro venne inviato a Torino nell’aprile del 1884, fu nel palazzo del Comune di Foligno dal 1904 al 1925, ora appartiene ad una collezione privata. Forse fu la stessa famiglia Pizzoni a commissionare l’opera. Federica Ragni ci ha parlato di Decio Trabalza premettendo che la ricerca le è stata suggerita per la tesi dalla sua professoressa Alessandra Migliorati. Il pittore nasce a Foligno nel 1804, lavora a Roma per l’Accademia di San Luca e invia una lettera a Foligno per essere sostenuto economicamente negli studi; spedisce in quella occasione anche una tela, purtroppo perduta. Il Capitolo della Cattedrale di Foligno aveva commissionato per 600 scudi al pittore Wicar di Roma un dipinto, il Battesimo di Gesù, il pittore però si ammalò gravemente quando il quadro era ancora incompiuto, lasciò per testamento che il suo lavoro doveva essere completato da Decio Trabalza. Dopo qualche reticenza la Chiesa accettò, l’opera fu terminata e il Trabalza ebbe gli scudi restanti (300). L’artista dipinse anche la Madonna con San Domenico da Cucullo e il Beato Crisci, opera molto lodata dal Faloci ma della quale esistono poche notizie d’archivio. Decio Trabalza lavorò per diversi soggetti come ad esempio per una tela di Pio VIII, ora in deposito insieme al ritratto di Leone XII, entrambe in attesa di restauro. Pittore di buon livello, Decio Trabalza muore purtroppo a soli trentotto anni nel 1842, dopo aver lavorato anche a Villa Torlonia, a Roma, realizzando affreschi sul tema allegorico dell’Aurora, del Giorno e della Notte, dipinti ricoperti durante il ventennio fascista. La Pro Foligno è sempre soddisfatta quando può ascoltare e incoraggiare le giovani leve; Emanuela Cecconelli, come ha caldamente affermato il professor Bettoni, nonostante la sua giovane età, ha fatto e sta facendo un ottimo percorso, Federica Ragni promette proprio bene; è disinvolta, preparata,si esprime con chiarezza. Noi se entrambe avranno un po’ di tempo da dedicarci le accoglieremo a braccia aperte. Auguri e rallegramenti di cuore. Isella Remoli XVI giugno 1944 Gli Anglo- Americani dopo lo sbarco sulle coste dell’Italia meridionale, stavano risalendo la penisola e si approssimava il giorno della “liberazione”. A Bevagna, dove ci eravamo rifugiati per sfuggire alle bombe che cadevano su Foligno, si cominciava a sentire in lontananza il rombo cupo del cannone. Un pomeriggio, non ricordo esattamente il giorno, ma si era in prossimità della Pasqua perché la mamma e le zie erano impegnate nella preparazione delle tradizionali pizze, arrivò una squadriglia di aerei che scesero in picchiata e cominciarono a mitragliare. L’obiettivo era un deposito di benzina nascosto nel “Campo dei frati”, a Bevagna appunto. Fu un fuggi fuggi sulla strada, tutti correvano a ripararsi mentre i bossoli fischiavano e rotolavano in terra. Io feci appena in tempo a rifugiarmi sotto l’androne della casa colonica dello zio Richetto; la mamma mi chiamava disperata perché temeva che stessi giocando all’aperto. I tedeschi battevano in ritirata, si sentivano passare soprattutto di notte i mezzi motorizzati con cui fuggivano. Ma prima di allontanarsi minavano i ponti per rallentare l’avanzata dell’esercito nemico. Tutti i ponti sul Teverone erano minati (anche con l’aiuto di qualcuno del paese, purtroppo); il vecchio ponte delle Tavole invece era stato cosparso di benzina. Un uomo che abitava nei pressi ebbe la prontezza di azionare una pompa con cui innaffiava e riuscì a “salvare” il ponte. Naturalmente era stato minato anche il ponte a pochi metri da casa nostra, presso la porta di Sant’Agostino. Uscimmo di casa e ci acquattammo sotto il ponticello di un vecchio maceratoio, in un campo vicino. L’esplosione fu molto violenta e sentimmo volare i sassi sopra le nostre teste; quando tornò il silenzio e uscimmo fuori, tremanti ma incolumi, il ponte non c’era più, ridotto a un cumulo di macerie. L’acqua del fiume si divideva in tanti rigagnoli che stentavano a farsi strada tra le grosse pietre che ora occupavano l’alveo. Più tardi quei grossi massi divennero altrettanti “lavatoi” dove le donne lavavano i panni, mentre noi bambini ci divertivamo a guadare il fiume saltando dall’uno all’altro. Verso la metà di giugno (il 16 per la precisione), in una giornata serena e calda, gli Alleati arrivarono a Bevagna, fu qui che li vidi per la prima volta. Vedemmo giungere quasi improvvisamente i possenti carri armati che avanzavano lungo la strada bianca che costeggiava il fiume. Attraversavano il Teverone sul Ponte delle Tavole, l’unico rimasto in piedi e si dirigevano verso Foligno. Intanto altri soldati, in prevalenza “truppe di colore” occupavano il paese; sbucavano da ogni angolo, da ogni vicolo, rasentavano le vecchie mura, silenziosi e guardinghi con il mitra spianato. La gente era scesa tutta in strada per accogliere i liberatori e applaudiva quei soldati che ponevano fine al lungo incubo della guerra. Ma uno di essi, forse un marocchino piccolo e nero, si fermò proprio davanti al grosso portone di legno della casa dello zio. C’eravamo tutti davanti al portone, era venuto anche lo zio Augusto che abitava all’altro capo del paese. Mio padre era al centro del gruppo; aveva in bella mostra sul panciotto una bella catena d’oro cui era appeso un orologio da taschino, un meraviglioso Zenith piatto, anch’esso d’oro. Il soldato si fermò, adocchiò l’orologio, allungò la mano per prenderlo; mio padre fece il gesto di fermarlo. Allora quello, con atteggiamento deciso, minaccioso indicò a tutti di allontanarsi e puntò il mitra contro papà. Questi era indeciso, non se la sentiva di continua a pag. 15 www.profoligno.it Bollettino della Pro Foligno - Anno 12º NUMERO 6, Giugno 2012 XVI giugno 1944 continua dalla pagina 14 fargli quel regalo. Intervennero i miei zii che lo consigliarono di usare la prudenza, perché quel brutto ceffo non avrebbe esitato a sparargli addosso. Allora egli mise la catena e l’orologio nella mano nera del “liberatore” il quale prese l’orologio e, stranamente, rifiutò la catena; lo vedemmo correre lungo la strada mentre tentava di raggiungere i compagni. Ritornammo presto a Foligno e fummo tra i fortunati che poterono rientrare nella casa, ma questo non significò vivere nella normalità di una volta. Mancavano l’acqua potabile e la luce elettrica; fortunatamente tutta la zona ai lati di viale Firenze era allora occupata da fertili campi, c’erano le case coloniche e accanto alle case i pozzi. Ricordo che via Mameli era squarciata da enormi buche scavate dalle bombe; si avanzava con cautela lungo i bordi di questi crateri che nei giorni di pioggia si trasformavano in piccoli laghi. Per le vie della città passavano ininterrottamente i soldati con camion e camionette, mentre le strade fuori porta erano percorse giorno e notte dai carri armati: un traffico “pesante” che non conosceva “stop” e passaggi pedonali; era rischioso attraversare la strada e spesso bisognava aspettare diversi minuti. Durante la notte lo sferragliare continuo dei cingoli dei mezzi corazzati giungeva fino a noi e ci disturbava il sonno. Poco lontano da casa nostra in una bella villa padronale si era insediato il “Comando Alleato”. Noi bambini andavamo a curiosare lì intorno e spesso i soldati ci regalavano tavolette di cioccolata, thè, caffè. Guardavamo meravigliati quegli uomini strani; c’erano anche le soldatesse, le ausiliarie in divisa kaki; passavano volti chiari, lentigginosi, di inglesi, quelli bruni degli indiani incorniciati dai turbanti, quelli neri come la pece degli africani … La presenza e il transito di quell’esercito arrecava disturbo e disagio, ma la gente non se ne lamentava, forse solo qualcuno pensava che quelli erano gli stessi soldati che pochi mesi prima sganciavano le bombe sulla nostra città. Episodi di quelli di cui era stato vittima mio padre si ripetevano spesso nonostante le dure punizioni che il Comando Alleato infliggeva ai “colpevoli”, quasi tutti soldati africani. Purtroppo la guerra fornisce agli uomini l’occasione per manifestare la loro parte peggiore. Orrori e violenze, ben più gravi del furto di un orologio, si verificarono sull’uno e l’altro fronte, come ci è stato ricordato mirabilmente da due grandi capolavori del cinema italiano: “Roma città aperta” di Roberto Rossellini e “La ciociara” di Vittorio De Sica. Elena Bertoni Quintana fantastica Elezioni alla Pro Foligno Vince il Rione Croce Bianca è il suo 20º palio di Giostra Consiglio biennio 2012/14 Il Rione Croce Bianca, con Daniele Scarponi in sella ad Agresti, ha vinto la Giostra della Sfida 2012, con un tempo complessivo di 2’45” e 49 centesimi. Il Palio del maestro Ubaldo Bartolini è il 20º per la contrada del giovane priore Andrea Ponti. Una grande Quintana che ha tenuto con il fiato sospeso sino all’ultimo momento. Il Rione Giotti, ultimo a scendere in campo, si è classificato al secondo posto per una manciata di centesimi (2’45” 91 centesimi). Questa la classifica finale: Croce Bianca, Giotti, La Mora, Pugilli, Spada, Contrastanga, Cassero, Morlupo, Ammanniti, Badia. Risultato votazioni Sabato 8 giugno 2012 nella Sala Convegni della Biblioteca Jacobilli si è tenuta l’Assemblea Annuale con la relazione del Presidente, avvocato Alfredo Ottaviani, sull’attività dell’Associazione e del Tesoriere Silvio D’Aurizio, sulla situazione economica. Si è poi proceduto alla votazione, come da Statuto, con la costituzione della Commissione Elettorale, presieduta dall’avvocato Luciano Cicioni. Dallo scrutinio delle schede sono risultati eletti: Rita Fanelli Marini, Alfredo Ottaviani, Mario Lai, Luca Radi, Silvio D’Aurizio, Elvira Luisa Remoli, Franca Maria Buttaro, Maria Giovanna Galligari, Paolo Battaglini, Sandra Remoli. Periodico della Pro Foligno Aut. trib. Pg n° 505 del 12/01/1989 Resp. Giovanni Bosi Sede Redazione: FOLIGNO - Piazza G. Piermarini tel e fax 0742 355722 e-mail: [email protected] - www.profoligno.it Comitato di Redazione RINNOVATE L’ADESIONE ALLA PRO FOLIGNO PER L’ANNO 2012!!!! La quota di € 30,00 può essere versata in sede o con bonifico bancario alle seguenti coordinate: IT 72 Q 06165 21700 000000 30283 Giuseppe Tardocchi Coordinatore responsabile Alfredo Ottaviani Presidente Adua Bartolini Ilaria Coresi Rita Fanelli Marini Mario Lai Luca Radi Elvira Luisa Remoli Franca Scarabattieri Hanno collaborato a questo numero Adua Bartolini, Elena Bertoni, Giovanni Bianchini, Lanfranco Cesari, Fulvio Cirocchi, Maria Pia Fanciulli, Rita Fanelli Marini, Maria Giovanna Galligari, Fabiola Gentili, Mario Lai, Piero Lai, Elena Laureti, Francesco Maria Mancia, Elisabetta Marchionni, Renata Nocchi, Alfredo Ottaviani, Isella Remoli, Sandra Remoli, Massimo Stefanetti, Franca Scarabattieri. Segreteria di Redazione: Silvio D’Aurizio - Francesco Di Salvo Impaginazione e Stampa tipolitografia Mancini & Valeri - Foligno Chiuso in tipografia il 18 giugno 2012 www.profoligno.it pagina 15 Bollettino della Pro Foligno - Anno 12º NUMERO 4, Aprile 2012 pagina 16 www.profoligno.it