Spedizione
in Abbonamento postale
D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004 n° 46)
Art. 1 Comma i DCB PERUGIA
poste italiane s.p.a.
Primo numero il 14 Settembre 1937
Bollettino della Pro Foligno - Anno 12º NUMERO 6, Giugno 2012
EDITORIALE
Il Centro Storico della nostra Città è attualmente interessato, per iniziativa dell’Amministrazione Comunale, dai lavori per la
ripavimentazione di vie e piazze. E’ previsto che detti lavori debbano proseguire
fino al 2013. Al riguardo l’assessore alle
opere pubbliche, Salvatore Stella, ha recentemente ricordato che “fino a questo
momento i tempi sono stati rispettati per
le opere di pavimentazione e contiamo di
concludere tutto entro il dicembre 2013”.
Ha annunciato che saranno anticipati all’inizio di ottobre i lavori su via XX Settembre e nello stesso periodo partiranno in
via Mazzini. Durante l’estate partiranno
gli interventi nei pressi delle scuole (in
via Santa Caterina, via Piermarini e via
Gentile da Foligno) “per limitare i disagi”.
L’iniziativa della nostra Amministrazione ha lo scopo di migliorare l’immagine
della Città (basti considerare ad esempio
i vicoli del centro storico riportati all’antico splendore) e così rendere la Città stessa
più accogliente ed attraente agli occhi di
tutti ed in particolare di visitatori e turisti.
Ciò non deve far sottovalutare, e in questo
ritengo che si possa fare di più, la questione dei tempi (accelerare la tempistica di
esecuzione-ancora un anno e mezzo sembra troppo) ed il comportamento di chi gestisce ed effettua detti lavori nei confronti
dei cittadini e delle attività economiche
del nostro centro storico, sia per il fatto
che si aprono i sia pur previsti cantieri
senza alcun preavviso, sia per il fatto che
i cantieri rimangono in alcune zone della
Città fermi per lunghi periodi, creando
indubbi disagi, difficoltà nonché incidenti (cadute accidentali), ingenerando nello
stesso tempo un senso di precarietà senza
dubbio negativo. Non solo, manca anche
una efficace segnalazione in ordine ai percorsi pedonali nel centro storico ed infatti
accade sovente che ci si trovi senza alcun
preavviso dinanzi ad uno sbarramento a
causa di scavi, che costringono a deviazioni impreviste e snervanti, soprattutto
per chi lavora. Se si ovviasse a quanto
sopra nella maniera più efficace, ne conseguirebbe sicuramente una immagine più
positiva della Città non solo nei confronti
di visitatori e turisti ma e soprattutto nei
confronti della cittadinanza, che si sentirà
tutelata dalla Amministrazione e nel contempo si darà una segnale inequivocabile
che l’Amministrazione è sempre continuamente presente ed attiva per il bene della
Città, anche quale esempio di civismo per
le giovani generazioni.
Alfredo Ottaviani
www.profoligno.it
PRO FOLIGNO 1905
Intervista al presidente della Fondazione Carifo, Alberto Cianetti
“La fusione delle Casse darà nuovo
impulso all’attività della Fondazione”
A ottobre un convegno su storia e prospettive dell’ente che
in vent’anni ha riversato sul territorio oltre 22 milioni di euro
Ormai è certo: le quattro Casse di Risparmio
della regione verranno accorpate in un unico
istituto di credito chiamato “Casse di Risparmio dell’Umbria”, riconducibile al gruppo
Intesa Sanpaolo. È l’epilogo del processo di
aggregazione avviato negli anni Novanta, in
occasione della riforma del credito meglio
conosciuta come Legge Amato (legge di delega n. 218 del 30 luglio 1990 e i relativi decreti
applicativi), che portò a una profonda e radicale trasformazione delle originarie Casse di
Risparmio. In particolare, la riforma Amato
determinò la separazione dell’attività creditizia da quella filantropica. L’attività creditizia fu, infatti, scorporata e attribuita alle
Casse di Risparmio Spa ormai società profit,
commerciali private, disciplinate dal Codice
Civile e dalle norme in materia bancaria analogamente alle altre banche, mentre le attività finalizzate allo sviluppo sociale, culturale,
civile ed economico rimasero proprie delle
neonate Fondazioni. All’inizio le Fondazioni di origine bancaria furono pensate quasi
esclusivamente come depositarie dei patrimoni delle Casse da privatizzare. Ad esse fu,
dunque, data la proprietà delle azioni in cui
era stato ripartito il patrimonio delle Casse
ed ebbero l’obbligo di mantenerne la maggioranza fino al 1994, con l’entrata in vigore
della legge n. 474 che lo eliminava. Difatti
e successivamente, con la cosiddetta Legge
Ciampi, la n. 461 del 1998, e il relativo decreto applicativo n. 153 del 1999, alle Fondazioni fu imposto un obbligo opposto: quello di
rinunciare al controllo delle relative banche.
Cedendo il pacchetto di controllo della “Cassa”, si cercò di individuare un grande gruppo
bancario nazionale che riuscisse a soddisfare
non solo le istanze di un mercato ormai mutato ma anche a contemperare le peculiarità
di una banca locale. Nel 1999 la banca locale
cominciò un graduale distacco dal territorio
di riferimento entrando a far parte del gruppo Intesa Sanpaolo, beneficiando della specializzazione e della competenza tipiche di un
grande gruppo, pur mantenendo la sensibilità
e la vicinanza verso la realtà locale. L’attuale e prossima fusione delle singole “Casse”,
che vede la Carifo convergere nella “Cassa
di Risparmio dell’Umbria”, chiude definitivamente questo percorso di aggregazione, nella
consapevolezza per la Fondazione che l’evoluzione del loro ruolo, l’andamento economico-finanziario globale in uno con l’attuale
crisi del contesto bancario non permettono
più di percorrere ulteriori strade. Si tratta
di una vera e propria rivoluzione nel sistema
delle banche locali, che comporta cambiamenti significativi a livello patrimoniale anche per le Fondazioni. Ne abbiamo parlato
con il presidente della Fondazione Cassa di
Rispamio di Foligno, Alberto Cianetti.
A che punto è il processo di accorpamento
delle quattro Casse di risparmio dell’Umbria e che cosa comporta per il nostro territorio?
“L’accordo per l’accorpamento delle quattro
Casse è stato sottoscritto lo scorso mese di
marzo e, al momento, sono in corso le operazioni tecniche per giungere alla fusione delle
stesse entro il prossimo ottobre. Le aspettative di questa operazione sono quelle di creare
una banca regionale di dimensioni notevoli, a
maggior servizio delle famiglie e dell’imprenditoria”.
Ci saranno ripercussioni sul fronte occupazionale?
“Per quanto mi risulta, gli esodi volontari
risultano superiori alle esigenze della nuova
banca, per cui nel nostro territorio non dovrebbero esserci ripercussioni negative: l’aspettativa è, anzi, quella di assumere nuovo
personale”.
In questo contesto, che cosa cambierà per
la Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno?
continua a pag. 2
Bollettino della Pro Foligno - Anno 12º NUMERO 6, Giugno 2012
“La fusione delle Casse darà nuovo
impulso all’attività della Fondazione”
continua dalla prima pagina
“La decisione del gruppo Intesa Sanpaolo di
accorpare le quattro Casse umbre, rilevando
le quote possedute dalle rispettive Fondazioni, è stata accolta con grande soddisfazione
da quest’ultime perché viene loro consentito
di monetizzare una partecipazione di minoranza sostanzialmente illiquida e di poca, o
quasi nulla, remunerazione visti i problemi
che attanagliano tutte le banche e, in modo
particolare, le Casse di risparmio. Ne consegue, dunque, che il patrimonio delle quattro
Fondazioni risulterà notevolmente incrementato, con maggiori rendite a disposizione del
territorio. Sono particolarmente soddisfatto
dell’accordo raggiunto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, perché l’incassando corrispettivo del residuo 20 per cento delle
azioni possedute incrementerà notevolmente
il patrimonio e quindi le risorse”.
La Fondazione Carifo è nata nel 1992 e in
vent’anni ha dato molto alla nostra città e
al nostro territorio: quali sono stati gli interventi più significativi?
“Quest’anno la Fondazione celebrerà, con un
apposito convegno, i suoi primi venti anni:
sarà l’occasione per fare il punto della situazione sulla sua storia e sulle sue prospettive.
In ogni caso, è opportuno sottolineare che in
questo ventennio l’Ente ha riversato sul territorio oltre 22 milioni di euro, sostenendo
interventi legati a settori importanti come
l’istruzione, la cultura, la sanità, lo sviluppo
locale, il volontariato: credo che per un comprensorio come quello folignate non sia cosa
da poco.
Tra gli interventi più significativi vorrei ricordare: la costruzione asilo ‘Garibaldi’, dopo il
sisma del 1997 con il contributo di numerose altre Fondazioni italiane; l’adeguamento
e la sistemazione della pista aeroportuale di
Foligno; il progetto di fattibilità del versante
umbro della SS77 Val di Chienti; la dotazione al Laboratorio di Scienze Sperimentali di
Foligno di importanti strumenti didattici (Planetario e Aula di Saldatura); l’attivazione, in
collaborazione con l’Università degli Studi di
Perugia, del Laboratorio Strade presso l’Itis
di Foligno; l’imminente realizzazione di una
nuova palestra ad uso scolastico a Sterpete;
la donazione all’Asl 3 di strumenti diagnostici di grande importanza come la Pet-Tac, la
Gamma Camera, la Risonanza Magnetica e
un sofisticato angiografo; la costruzione del
Centro italiano di arte contemporanea; la riqualificazione e l’apertura al pubblico dell’ex
chiesa dell’Annunziata; la realizzazione del
monumento a Giuseppe Piermarini, nell’omonima piazza e la promozione di diversi eventi
culturali dedicati al celebre architetto folignate; il restauro dell’Oratorio della Nunziatella; l’attivazione di numerose mostra d’arte
contemporanea, le diverse esposizioni della
Calamita Cosmica in Italia e in Europa; l’edizione di numerose pubblicazioni di pregio
legate alla storia e alla cultura del territorio;
pagina 2
il sostegno alla formazione dei giovani, con
il finanziamento di borse di studio per i migliori neo diplomati, per studenti universitari
e per master universitari. Il costante sostegno
alle attività della Ass.ne di Pubblica Assistenza Croce Bianca, del Centro Studi Città
di Foligno, dell’Officina della memoria e di
Nemetria. Di particolare rilievo è stata ed è la
presenza della Fondazione nei settori dell’assistenza e del volontariato, basti pensare, tra
gli altri, agli interventi in favore della Caritas
regionale e diocesana, con azioni destinate a
implementare il fondo di solidarietà regionale
e locale a sostegno delle famiglie bisognose e
all’iniziativa promossa con il Comune di Foligno per consentire le agevolazioni tariffarie,
sempre a sostegno di situazioni svantaggiate.
Costante e puntuale è, inoltre, la vicinanza
della Fondazione al mondo dell’associazionismo del nostro territorio impegnato, a titolo
gratuito, in attività di filantropia e di assistenza ai soggetti deboli.
La Fondazione, infine, è sempre intervenuta
a favore di tutte le principali manifestazioni
del territorio, tra cui la Giostra della Quintana
di Foligno, le Infiorate di Spello, le Gaite di
Bevagna, la Settimana Enologica di Montefalco, Festivol di Trevi, Segni Barocchi, i Primi
d’Italia, le stagioni concertistiche promosse
dall’associazione Amici della Musica. Da ultimo, ma non per importanza, occorre ricordare il rapporto molto intenso con le Amministrazioni comunali del territorio di riferimento
dell’Ente, in primis con quella del Comune di
Foligno.
Qual è il progetto di cui lei, come presidente di lungo corso, si sente più orgoglioso?
“Quello ancora da fare! Credo che quelli realizzati finora, dai più piccoli ai più significativi, siano stati tutti importanti. Il consiglio di
amministrazione si è sempre sforzato di individuare le esigenze prioritarie del territorio, in
tutti i possibili campi di intervento della Fondazione e mi auguro che il progetto più importante debba ancora essere realizzato”.
Quali sono gli obiettivi futuri della Fondazione e quali i prossimi interventi?
“Gli importanti cambiamenti che stanno attraversando le Fondazioni bancarie comportano
una crescente evoluzione del loro ruolo: da
enti che si limitavano a erogare contributi si
stanno trasformando in potenziali catalizzatori di soggetti, competenze e risorse sempre
più in grado di generare sviluppo e innovazione. In questo contesto, l’obiettivo è quello di effettuare un salto di qualità riguardo la
presenza della nostra Fondazione sul territorio, rendendola ancora più protagonista dello
sviluppo economico e sociale della comunità.
In questo quadro, siamo coscienti che con la
notevole crescita del patrimonio si avranno
maggiori risorse, anche se al momento non
è possibile annunciare i prossimi interventi.
Posso dire però che avranno la precedenza i
progetti legati all’istruzione e alle situazioni
di indigenza delle famiglie”.
DATE
DA RICORDARE
22-23 giugno
Giuseppe Piermarini
e l’architettura del
buon governo
Milano - Palazzo Reale
Piazza Duomo
Sabato 23 giugno
Inaugurazione mostra di
Vincenzo Agnetti
l’OperAzione Concettuale
Centro Italiano
Arte Contemporanea
Foligno, via del Campanile, 13
Domenica 8 luglio
Piana fiorita di
Castelluccio di Norcia
Uto Ughi e
i Filarmonici
di Roma
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Bollettino della Pro Foligno - Anno 12º NUMERO 6, Giugno 2012
Sul tema del turismo a Foligno
Nel 1988, l’allora Assessore alla Cultura
Massimo Stefanetti in un testo pubblicato sul periodico Il Cittadino, traccia una
mappa delle attività da affrontare improrogabilmente al fine di far accedere Foligno al circuito turistico. A distanza di
oltre venti anni quanto indicato - restituire a Foligno la città romana, dei Trinci,
seicentesca, moderna e contemporanea - è
stato ampiamente realizzato, tuttavia il
balzo auspicato verso una capacità di accoglienza turistica consistente non è ancora avvenuto. Quella “città ricca di fascino
e ingiustamente dimenticata dal circuito
del turismo culturale” come dice Massimo
Stefanetti, deve ormai sapersi affemare.
Per una opportuna riflessione, aperta in
questa sede anche ai contributi di tutti i
folignati, ripubblichiamo il bell’articolo
per interno.
Occorre partire da una premessa che non
vuole introdurre elementi di drammaticità
della situazione, ma solamente constatare
una vicenda nazionale e locale incredibile di abbandono, di rapina, di consumo
distruttivo del patrimonio ambientale, architettonico, artistico e storico delle nostre città e dei nostri centri storici. Dalla
Commissione Parlamentare Franceschini
del 1967, all’istituzione delle Regioni,
alla costituzione dei Ministeri dei Beni
Culturali e dell’Ambiente, la situazione
viene analizzata, quantificata, denunciata,
ma aspettative e speranze vengono inevitabilmente e periodicamente disattese
dalla mancanza di adeguati strumenti per
fronteggiare la situazione. Chiusi all’interno del “villaggio globale” della casa
televisiva, dentro i ritmi della vita, con
le inquadrature della propria auto, non si
hanno più occhi per lo squallore urbanistico all’intorno, per la non-città che si è, in
pochi anni, ammassata ai margini dei vecchi centri storici. Nel migliore dei casi non
si tocca il palazzo patrizio, ricordato nei
libri di storia dell’arte, ammirato dai turisti, mentre si distrugge senza rimorso tutta
la sapiente architettura delle nostre campagne e si sottraggono all’ambiente che
li ha prodotti antichi strumenti di lavoro.
Certo, ogni epoca si è violentemente sovrapposta alla precedente. Possiamo però
e dobbiamo realizzare la nostra presenza,
la nostra cultura, conservando al tempo
stesso quella che ci ha preceduto, attraverso un giusto equilibrio tra due termini che
sembrano contraddittori In questa ricerca
va collocato l’impegno politico e civile
per riaffermare il diritto alla città, in modo
da consentire a tutti i cittadini di accedere alle nuove possibilità di sviluppo e di
diffusione della cultura, riaffermando la
natura policentrica della città, nella quale
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il centro storico continui a svolgere funzioni attive e generali come parte rilevante
dell’insieme e attribuendo nuova identità
alle periferie. Paradossalmente una moderna politica dei beni culturali, presenta oggi
dopo anni di incuria, nella città di Foligno,
in Umbria, tra Perugia, Assisi e Spoleto,
una ricchezza di stimoli che potrebbe determinare la riscoperta di un suo grande e
autorevole passato attraverso la rifunzionalizzazione e la riappropriazione di un
ricchissimo patrimonio, mortificato dalla
mentalità costitutiva di gerarchie artistiche, dalla mancanza di piani finanziari nei
settori del patrimonio culturale e dalle alterne e troppo spesso negative vicende della sua storia urbanistica. È nata in questi
anni comunque una coscienza e una matu-
rità nuova e si è affermato il principio che
non è più possibile costruire un futuro che
non tenga conto della globalità del passato
e della sua memoria culturale e materiale.
Si è affermato un metodo di lavoro interdisciplinare che ha imposto una diversa
gestione degli strumenti e degli istituti culturali e che ha creato nuove relazioni tra
promozione culturale, didattiche e ricerca. Conoscere quindi per conservare; capire perché bisogna conservare, che cosa
e dove conservare; esercitare comunque
una manutenzione ordinaria; predisporre
un piano pluriennale di priorità per gli interventi di grande rilevanza: questi sono i
presupposti per una politica attiva dei beni
culturali. Possediamo un ricco patrimonio
continua a pag. 4
In risposta all’assessore Piccolotti
Sono il Consigliere Comunale del PDL
Francesco Maria Mancia ed a seguito della lettura dell’ampia intervista
all’ass. Piccolotti pubblicata sul n. 5
del Maggio 2012 del Bollettino della Pro Foligno, mi permetto rimettere
in allegato il mio intervento sull’argomento, rivendicando altresì l’iniziativa
di creare a Foligno una Consulta per
il turismo aperta a tutti gli attori. Per
quanto concerne poi l’affermazione
che il turismo straniero è aumentato
del 20%, bisogna vedere il dato di partenza che certamente non si avvicina
minimamente a quello della vicina Assisi; sul dato poi dell’aumento del 12%
delle presenze mi sono già espresso ma
basta chiedere ai commercianti cosa ne
pensano di queste mezze verità.
pagina 3
Bollettino della Pro Foligno - Anno 12º NUMERO 6, Giugno 2012
Sul tema del turismo a Foligno Milites folignati
continua dalla terza pagina
che occorre rendere vivo e fruibile per attivare i meccanismi economici che vi sono
connessi: sviluppo dei servizi, dinamiche
occupazionali, sviluppo turistico. Troppi
palazzi, chiese, conventi e opifici, persa la
loro originaria funzione, sono oggi abbandonati e chiedono urgentemente una destinazione d’uso funzionale. Dentro la crescita del terziario avanzato è oggi possibile costruire un legame tra beni culturali ed
economia, è oggi possibile il recupero dei
centri storici. L’immagine di Foligno, città
commerciale e città ferroviaria, ha nascosto l’immagine della città culturale, che
pure esiste con i suoi ricchi sedimenti e le
sue forze attive. Superare nei fatti questo
pregiudizio e ristabilire una concordanza
di valori laddove è invece esistita una distratta sufficienza è nei nostri intenti e nel
nostro operare quotidiano. L’obiettivo di
sviluppare il terziario e di dare al problema residenziale una risoluzione qualitativa
si è tradotto negli orientamenti espressi nel
“Progetto centro storico” che rappresenta
un tracciato preciso per il recupero e per la
sua rivitalizzazione.
Un ruolo importante per la rivitalizzazione del centro storico possono e debbono
svolgere le sedi e le taverne dei rioni, sempreché la vita associativa e le attività non
siano destinate a svolgersi solo nel mese
di settembre, ma nell’intero arco dell’anno. Intanto per favorire l’acquisto di nuove sedi e il recupero di quelle esistenti,
l’Amministrazione comunale potrebbe intervenire partecipando al pagamento degli
interessi sui mutui, così come d’altra parte
già avviene in favore dei proprietari singoli. Pur con i limiti propri della attività, in
cui privato e pubblico debbono convivere,
sono già operativi un “piano del colore” e
un “piano delle affissioni e delle insegne”,
mentre è in fase di appalto il “progetto per
l’illuminazione” ed è allo studio un progetto per la pavimentazione dell’anello che
dovrà congiungere Piazza della Repubblica a Piazza S. Domenico attraverso le vie
Gramsci e Mazzini. In questo quadro si
inserisce il sistema di valorizzazione e recupero delle piazze, da Piazza Piermarini
a Piazzetta della Beata Angela, da Piazza
Matteotti a Piazza del Grano e la rifunzionalizzazione del Parco dei Canapè, dell’ex
Salvati, della Chiesa di S. Caterina e delle
case medioevali. L’urgenza di dare alla città più articolati e rispondenti servizi culturali coincide con prospettiva di recupero di
due nuclei edilizi fondamentali per la storia di Foligno: il Trinci - Deli destinato a
biblioteca, archivio e museo della città e il
S. Domenico destinato a teatro auditorium
e ai servizi della mediateca regionale. Pensiamo di restituire presto alla città due spapagina 4
zi verdi importanti, di origine seicentesca
quale gli orti ex Cerbini e gli orti Jacobilli,
i cui progetti sono stati recentemente presentati insieme al nuovo Campo dei Giochi o meglio al teatro della Giostra della
Quintana elaborato da Paolo Portoghesi.
Foligno, insomma; si avvia verso la “città
progetto”: vogliamo cioè fare riemergere
una città ricca di peculiarità e di fascino,
ingiustamente dimenticata dal circuito del
turismo culturale. Dalla città romana, alla
città dei Trinci alla città seicentesca, alla
città moderna e contemporanea vogliamo
cioè riorganizzare i beni le strutture e gli
istituti culturali in un sistema organico collegato a quello della istruzione ed esteso
al campo della scienza, della cultura materiale e delle tradizioni locali. Una strada
lunga, da percorrere di intesa con lo Stato,
la Regione, la Provincia, gli altri Enti Locali è con la collaborazione di associazioni
e soggetti privati. Dentro questo contesto
progettuale e culturale si colIocano il rinnovamento della Giostra della Quintana, il
potenziamento dei Segni Baracchi Festival
e la realizzazione del “Teatro della Giostra
della Quintana”.
Giostra della Quintana e Segni Barocchi
non solo interagiscono tra loro, ma finiscono per diventare di fatto strumenti per
il cambiamento della città. Il Festival funziona anche come provocatoria ipotesi di
ricerca generatrice di idee e progetti per
la nostra città. Emblematico a questo proposito è il progetto triennale di mostre sul
costume seicentesco che si è concluso con
la terza mostra “Giostre e Tornei nell’Italia
di antico Regime”. Partendo dalle ricerche
che si sono sviluppate, è ora possibile realizzare a Foligno un Museo del Costume
e delle Giostre, trasformando così un’iniziativa a carattere temporale in strutture e
attività permanenti. Per la sua sede pensiamo a due fasi: una sede temporanea in un
palazzo collocato nel centro storico e una
sede definitiva che dovrebbe, a nostro avviso, essere inserita all’interno del “Teatro
della Giostra della Quintana”.
Questa ultima ipotesi non solo attribuirebbe al progetto Portoghesi un valore aggiunto derivante dalla quotidianità
dell’utilizzo della struttura, ma può generare altre idee che, nell’ambito dell’istituto museale, potrebbero coniugare con
coerenza promozione culturale, didattica e
spettacolo. In questa direzione si colloca
la ripresa delle attività espositive di Segni
Barocchi Festival che quest’anno concentrerà la sua attenzione intorno al barocco
popolare proponendo, oltre a spettacoli
musicali e teatrali, la mostra “Costume e
società nei giochi a stampa di Giuseppe
Maria Mitelli”.
Massimo Stefanetti
sul calvario
Non erano dei curiosi o dei viaggiatori
occasionali e neanche turisti al seguito di
una gita organizzata i due folignati che,
quel drammatico venerdì pomeriggio di
duemila anni fa in cui il cielo si oscurò e
la terra fu scossa da un violento terremoto,
videro morire sul monte Calvario Gesù,
crocifisso tra i due ladroni. I due “spettatori” di così tragico e storico evento, la cui
origine folignate, così come la loro presenza alla crocifissione di Gesù Cristo è ben
documentata, erano invece due “milites”
appartenenti ad una delle quattro coorti
(denominata “Italica”) mandate in Siria
dall’Impero Romano. Di questa coorte
era centurione quel Cornelio che allora
si trovava in Gerusalemme e che con i
suoi soldati assistette alla crocifissione di
Gesù. Un testo epigrafico, un frammento
del quale si trova al numero 2375 del sesto
volume del “Corpus Inscriptionum Latinarum” (iscrizione di cui si conservano tre
brani: uno a Londra,uno a Firenze e uno a
Roma), pubblicato anni or sono da ricercatori e studiosi illustri come il Bianchi e
il Prosperi conteneva l’elenco completo
dei pretoriani della coorte “Italica” del
centurione Cornelio. L’iscrizione, però,
non riporta soltanto i nomi dei soldati
della coorte, ma anche quelli delle città
italiane da cui essi provenivano. Due di
questi “milites”, come l’iscrizione attesta, erano d Foligno: uno si chiamava
Calpurnius, Maximus Fulginii e l’altro
Seneca Fulginiis. La storia di questi due
“remoti” concittadini è stata raccontata da
monsignor Faloci Pulignani, indimenticata
figura di religioso e di storico folignate,
nella “Fiamma”, periodico di Foligno,
del 19 aprile 1935 ed è riportata anche nei
“Frammenti storici di Foligno” dello stesso Faloci Pulignani. Si legge nei Vangeli
– annota il Faloci – che alla crocifissione
di Gesù era presente Cornelio Centurione
con i suoi soldati, allora destinati a Gerusalemme. Essi perciò videro tutta quella
scena, ascoltarono le ultime parole di
Gesù, assistettero alla sua morte, videro la
Madonna, le Marie, San Giovanni Evangelista … Si spaventarono poi per il terremoto e per le tenebre impreviste e scesero
dal monte, mentre Cornelio Centurione
diceva: “Vere hic homo filius Dei erat”
(Questo uomo era davvero il figlio di Dio)
e glorificava affermando: “Vere hic homo
iuxtus erat” (Questo uomo era veramente
giusto). E’ poi naturale ed ovvio - annota
ancora il Faloci – supporre che tanto Cornelio quanto i suoi soldati dovettero essere
informati della Resurrezione del Signore
e di tutto quanto accadde poi.
Lanfranco Cesari
www.profoligno.it
Bollettino della Pro Foligno - Anno 12º NUMERO 6, Giugno 2012
Emergenza per la chiusura
delle sedi giudiziarie di Foligno
Nelle edicole del territorio è in uscita in
questi giorni la Gazzetta di Foligno con un
titolo allarmante “Il Tribunale di Foligno
chiude”. Sul piatto c’è ancora quindi dopo
circa tre mesi di allarmi lanciati sulla stampa locale, un’importantissima emergenza
a cui rispondere immediatamente ora - ed
è l’ultima chiamata - con concrete azioni,
soluzioni, e con serrata determinazione: il
futuro delle nostre due sedi giudiziarie di
Foligno, la sezione distaccata del Tribunale di Perugia, in Piazza San Francesco, e
l’ufficio del Giudice di Pace di Foligno. Le
stesse sarebbero a rischio sopravvivenza pur se si conosce la volontà del Sindaco di
accollare la spesa del Giudice di Pace - in
quanto la delega al Governo per la riorganizzazione della distribuzione sul territorio
degli Uffici Giudiziari contenuta nel DL
138 del 13 agosto 2011, all’art.1 impegna
il Governo ad adottare, entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore della legge - e
quindi entro il prossimo luglio - decreti legislativi per riorganizzare la distribuzione
sul territorio degli uffici giudiziari al fine
di realizzare risparmi di spesa e incremento
di efficienza, con l’osservanza dei seguenti
principi e criteri direttivi:
a) ridurre gli uffici giudiziari di primo grado; b) ridefinire anche mediante attribuzione di posizioni di territori a circondari limitrofi, l’assetto territoriale degli uffici giudiziari secondo criteri oggettivi e omogenei
che tengano conto dell’ESTENSIONE del
territorio, del NUMERO degli abitanti,
dei CARICHI di lavoro; c) procedere alla
soppressione ovvero riduzione delle sezioni distaccate di tribunale,anche mediante
accorpamento di tribunali limitrofi; d) prevedere la riduzione degli uffici dei giudici
di pace dislocati in sede diversa da quella
circondariale; f) prevedere che gli enti locali interessati, anche consorziati tra loro,
possano richiedere il mantenimento degli
uffici del giudice di pace con competenza
sui rispettivi territori, anche tramite eventuale accorpamento, facendosi integralmente carico delle spese di funzionamento
e di erogazione del servizio giustizia nelle
relative sedi, ivi incluso il fabbisogno di
personale amministrativo che sarà messo a
disposizione dagli enti medesimi, restando
a carico dell’amministrazione giudiziaria
unicamente la determinazione del personale di magistratura onoraria di tali sedi entro
i limiti della dotazione nazionale complessiva, nonché la formazione del personale
amministrativo.
E’ indubbio che sull’attuazione dei predetti
criteri debbano definitivamente pronunciarwww.profoligno.it
si sia l’amministrazione comunale che le
Categorie professionali interessate, che la
città intera, perché si profilerebbe un gravissimo danno sia per i cittadini che per l’economia di Foligno.
Sappiamo che, da una parte la riorganizzazione interessa tutte le Sezioni distaccate
del Tribunale di Perugia (Foligno- GubbioTodi- Città di Castello-Assisi) nonché numerose sedi del Giudice di Pace, tantoché
è stato istituito un tavolo permanente in
SEDE REGIONALE per la valutazione di
tali problematiche e per definire una comune proposta, ma di tali riunioni o determinazioni nulla trapela ancora.
A questo punto si impone per Foligno e per
tutti noi un intervento massiccio e coordinato di tutte le categorie professionali, le
Associazioni e le Istituzioni, nonché gli Ordini Professionali, con in testa il Sindaco di
Foligno e l’ordine degli Avvocati, per far si
che sia mantenuta la Sezione distaccata del
Tribunale e la sede del Giudice di Pace: e
ciò sulla base sia dell’estensione territoriale, sia del numero degli utenti e dei cittadini
interessati che fanno capo ai predetti uffici,
sia dell’elevato carico pendente presso gli
Uffici stessi:il tutto in base ai principi costituzionalmente garantiti dalla rappresentatività e della maggioranza, oltre che dell’importanza dell’ estensione del territorio.
Per far ciò, nel ribadire che la pur necessaria
riorganizzazione degli uffici giudiziari, se
effettuata con la semplice logica dei “tagli lineari”, possa determinare lo smantellamento di sedi ed uffici giudiziari, senza alcun
criterio e con conseguente penalizzazione
dei territori interessati, E NEL RICORDA-
RE CHE FOLIGNO E’ LA TERZA CITTA’
DELL’UMBRIA, per importanza e per numero di abitanti (il doppio almeno rispetto
a quelli gravitanti altri Tribunali) che non
può essere spogliata di tali istituzioni giudiziarie presenti in città fin dalla loro prima
istituzione, occorre far ricorso ad una mobilitazione generale per sopperire alla grave
crisi che attanaglia la città; e ciò anche attraverso l’istituzione di una già prospettata
Commissione Comunale permanente affinché, insieme ai rappresentanti degli ordini
professionali ed alle associazioni sindacali
e di categoria, si possano formulare proposte di riorganizzazione che, pur nel rispetto
dei principi e delle direttive contenute nella
legge delega, portino ad un rafforzamento
degli uffici giudiziari folignati piuttosto che
ad una dannosissima soppressione; il tutto
coordinandosi poi con il tavolo regionale
permanente regionale, già istituito e con il
Ministero competente: sedi ove far presenti
e far valere tutte le ragioni della nostra città.
A questo punto si invitano il Sindaco e la
Giunta intera ad indire un incontro urgente
con tutti i soggetti istituzionali, le Associazioni e gli ordini Professionali di categoria
interessati in argomento, per coordinare
eventuali azioni comuni, indicendo immediata riunione programmatica con gli Ordini professionali interessati,ed in particolare
con gli Avvocati di Foligno per avviare le
soluzioni e le azioni idonee, ed evitare il
peggio auspicando sin d’ora da parte di tutti
azioni immediate, concrete, risolutive e soprattutto concordanti, nell’interesse supremo della città.
Maria.Giovanna Galligari
pagina 5
Bollettino della Pro Foligno - Anno 12º NUMERO 6, Giugno 2012
Palazzo Trinci - Domenica 3 giugno 2012
Premio nazionale di poesia in lingua e in vernacolo
Con l’ausilio dell’Associazione AIDO
ed AVIS, con l’aiuto di volontari, con il
prezioso supporto di conoscenza della
professoressa Anna Maria Rodante, con
l’assessore Zampolini, sempre sollecita
e presente ai vari convegni che interessano la nostra città, con i Presidenti delle due Associazioni che con delicatezza
hanno richiesto l’attenzione del popolo
di Foligno, già per altro numeroso come
donatore, ad iscriversi per donare e aiutare le tante persone bisognose di cure
e anche per noi stessi se ne avessimo la
necessità. La mattinata è proseguita con
un piacevole corto metraggio, realizzato
dal bravo gionalista-scrittore Giovanni
Bosi, che ci ha fatto vedere uno dei tanti palazzi antichi di Foligno, iniziando
con il palazzo Jacobilli e suoi affreschi.
Di seguito ha proiettato la realizzazione
di un filmato della nostra Città ripresa
dall’aereo, da qui il titolo “FOLIGNO
VISTA DALL’ALTO”. Molto gradevo-
le il sottofondo musicale, molto delicato, romantico e teneramente triste quando la proiezione si è soffermata sulle
case distrutte dal terremoto del 1997 e
la relativa ricostruzione. Il tutto preparato con bravura e amore per la propria
città. I riferimenti al terremoto passato,
ma mai dimenticato, ha fatto sí che il
pensiero, l’affetto della nostra gente e
di tutti i presenti venuti da diverse località italiane, volasse a coloro che
oggi si trovano nelle stesse condizioni
disperate in cui ci trovammo noi. La
paura è sempre presente. Il rimpianto
di persone e cose legate alla nostra vita,
al patrimonio artistico delle città vicine
che distrutte non saranno più come le
abbiamo sempre ammirate e conosciute. Il ricordo è andato anche a colui che
fondò questo premio di poesia il Signor
Oliviero Martelli. Siamo giunti alla premiazione. I partecipanti erano tanti, ragazzi e adulti. I premiati moltissimi. La
sorpresa è stato vedere che ogni anno ci
sono sempre più giovani che con i loro
pensieri, i loro sentimenti, le loro sensazioni, le loro speranze, cercano di farsi
conoscere con le loro belle liriche. Tra
i premiati adulti ricordiamo la nostra
socia e cara amica Concettina Palma
in Benincampi che iniziò a partecipare
al concorso nel 2010-2011 e 2012, con
poesie in lingua e quest’anno anche con
una poesia in vernacolo.
Ha vinto tre anni di seguito, ricevendo
il premio della critica con bellissime
pergamene ed altri doni.
Quest’anno la vittoria è andata a due
Poesie in lingua e in vernacolo.
Complimenti da tutti noi della Pro Foligno per il piacere di annoverare tra i
soci una brava e sensibile poetessa.
I titoli delle due poesie sono
“TERRA MIA” in italiano “FOLIGNO”
in vernacolo. Grazie a Concettina.
R.N.
Associazione Amici della Musica - Foligno
Omaggio a Domenico Mustafà
nel centenario della morte con il Coro della Cappella “Sistina”
Si muove tra Foligno, Montefalco e Sellano il
triplo evento nato da un’importante sinergia
tra i Comuni delle tre città, l’Associazione
MontefalcoinArte e il cartellone degli Amici
della Musica che di tutta la manifestazione
ha il coordinamento e la direzione artistica.
Un appuntamento di rilievo che vuol celebrare il centenario della morte di un grandìssimo
personaggio, Domenico Mustafà, che a Sellano è nato nel 1829 e a Montefalco è morto
nel 1912. Ma perché e chi era? Nato in un’umilissima famiglia umbra, Domenico Mustafà fu fatto evirare quando era ancora bambino così da poter intraprendere la carriera
di cantante. La sua vicenda umana, segnata
da questa impietosa pratica, ebbe il riscatto
della fama e della celebrità grazie alla sua
voce dalle qualità ineguagliabili. Entrato a
far parte giovanissimo del Coro dei Cappellani Cantori Pontifici (la secolare Cappella
Sistina) come soprano, ne divenne ben presto
compositore ufficiale fino ad esserne nominato Direttore Perpetuo nel 1881. E l’omaggio
a questo illustre concittadino avrà luogo con
un triplo evento nei giorni 2 e 3 giugno con
avvio a Foligno dove l’Auditorium San Domenico ospiterà sabato 2 giugno, alle ore 17,
la tavola rotonda “Domenico Mustafà: nel
canto saceo e nel comporre Maestro grande”
pagina 6
che prenderà le mosse dall’interessantissima
tesi di laurea “Domenico Mustafà, una voce
di passaggio”, condotta su documenti inediti
da Maura Menghini, soprano folignate, che
sarà relatrice insieme ad ospiti illustri quali Biancamaria Brumana docente di Storia
della Muisca Università di Perugia, Marco
Buonocore direttore della Sezione Archivi
Biblioteca Apostolica Vaticana, Luciano Luciani curatore della Cappella Musicale Pontificia “Sistina”. Un incontro quindi da non
perdere, anche perché arricchito da una prima esecuzione assoluta di Preghiera e Quinta
Parola di Domenico Mustafà, eseguita dalla
stessa Menghini, dal baritono Carlo Riccioli
e da Marco Scolastra al pianoforte. Si prosegue con un doppio appuntamento, domenica
3 giugno, con l’inaugurazione a Sellano della
mostra dedicata a Mustafà, ore 11, presso il
Plesso Polifunzionale, per poi spostarsi nel
pomeriggio a Montefalco per un evento di
straordinaria levatura con il concerto alle
ore 18, nel Museo Civico di San Francesco,
della Cappella Musicale Pontificia “Sistina”
diretta da Mons. Massimo Palombella. Una
delle più note e prestigiose compagini corali al mondo che sarà in Umbria grazie alla
decisiva collaborazione di MontefalcoinArte
e che eseguirà un programma intenso con
musiche di Palestrina, Allegri, Baini, Mustafà, Perosi, Bartolucci, Liberto, Palombella.
Per il concerto ci sarà prevendita il 2 giugno
presso la sede dell’Associazione Amici della Musica di Foligno dalle 10.30 alle 12.30
(Piazza Don Minzoni), e il giorno del concerto, dalle 15.00, al Museo di Montefalco (ingresso unico Euro 10). I biglietti si possono
acquistare anche online sul sito www.amicimusicafoligno.it.
Maria Pia Fanciulli
www.profoligno.it
Bollettino della Pro Foligno - Anno 12º NUMERO 6, Giugno 2012
Il Nuovo Teatro Giuseppe Piermarini
Foligno potrà avere il suo teatro civico?
Il suo teatro fu distrutto nel maggio 1943
dai bombardamenti durante la seconda
guerra mondiale; era intitolato all’illustre concittadino Giuseppe Piermarini,
uno tra i più autorevoli rappresentanti
del neoclassicismo in architettura. La
struttura perduta era un piccolo teatro
di circa 480 posti. In questi lunghi anni
la città è cresciuta e lo storico spazio si
è rivelato inadeguato per restituire alla
città il suo teatro. In tutti i comuni della
nostra regione, e si può dire del Centro Italia, sono presenti strutture teatrali
pregevoli e tutte splendidamente restaurate, ma capaci di contenere spettacoli
tradizionali e di piccole dimensioni o
costretti a ridimensionamenti scenografici che ne alterano le esigenze artistiche. Il loro limitato numero di posti,
che poteva soddisfare una popolazione
esistente nel periodo in cui venivano
realizzati e di conseguenza gli incassi
che non contribuivano in modo soddisfacente ad ammortizzare i costi, ora
è insufficiente. Per questo il gruppo di
lavoro coordinato dal direttore generale
del Comune di Foligno ,Architetto Alfiero Moretti e composto da: dr. Piero
Lai, dr. Massimo Stefanetti, dr. Simone Mattioli, arch. Franco Folignoli e
arch. Luciano Piermarini, ha pensato
di realizzare un teatro che non sia soltanto della città, ma anche il teatro che,
programmato con spettacoli di grande
richiamo, possa servire un pubblico
più vasto, proveniente non solo dalla
regione Umbria, ma anche dai territori
limitrofi delle Marche e Toscana, vista
la centralità di Foligno. Dunque la commissione ha pensato ad una struttura
teatrale che possa contenere due sale:
una di 1500 posti per il grande spettacolo ed una di 700 posti per le esigenze
culturali della città. Due foyer, uno al
piano terra ed uno ai piani superiori,
con annesse caffetterie, sala mostre,
“disco shop”, “video shop”, “internetcaffè”, due guardaroba, una biglietteria,
isolamento termico ed acustico elevati
alla più alta capacità. Insomma un teatro misurato alle esigenze dello spettacolo moderno, aperto ad ogni espressione culturale dal “musical al balletto
all’opera lirica”. Un teatro moderno,
rappresentativo contenente funzioni ed
attività di dialogo continuo e quotidiano
con la città ed il tessuto urbano; un teatro rappresentativo delle più moderne
espressioni tecnologiche. Questo dovrà
essere, per sommi capi il “Nuovo Teatro Piermarini” che sorgerà nell’area
dell’ex Zuccherificio. Un progetto piuttosto ambizioso che deve trovare attuazione attraverso una serie di finanziamenti recepiti sul mercato nazionale ed
europeo. E qui entrano in gioco anche i
privati che potrebbero creare una cordata tale da rendere attuabile il progetto.
Questo non è un sogno, ma un desiderio di noi folignati, un invito a chiunque
voglia investire a sostegno della cultura
e del turismo!
Mario Lai
Nuovo consiglio direttivo all’Associazione
Convegni Culturali Maria Cristina
Franca Trubbianelli Scarabattieri presidente del Convegno Maria Cristina
dal 2007, passa il testimone a Rita Mary
Pieracci Coresi, eletta dall’Assemblea
delle Associate il 30 aprile scorso. Il
nuovo consiglio avrà come vice presidente Eugenia Pasquini Peppoloni,
come segretaria Emma Papi Ugoccioni, come tesoreria Ivana Felicetti Pazzaglia e come assistente spirituale don
Diego Casini; durerà in carica tre anni,
come disposto dal Consiglio Nazionale
nell’ottobre 2010. Al nuovo consiglio
l’augurio di proseguire nel lavoro di
arricchimento culturale e spirituale
che ha caratterizzato nell’arco di ben
trenta anni l’attività dell’Associazione,
in realtà fondata nel 1965, ripresa con
impegno nel 1982 dopo una momentanea interruzione tra gli anni Settanta e
gli anni Ottanta.
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Bollettino della Pro Foligno - Anno 12º NUMERO 6, Giugno 2012
Brevi di vit
ti artisti contemporanei hanno prestato
la loro opera a favore della Quintana,
tanto che ormai i vari pali costituiscono
una vera e propria collezione, specchio
delle tendenze dell’arte contemporanea.
Il dipinto del maestro Ubaldo Bartolini,
fondatore della corrente ipermanierista,
propone una immagine tra sogno e realtà: un cavaliere emerge e scompare
in una visione sfumata tra sapienti passaggi di grigi delicati e luminosi e scuri
profondi. Un cavaliere solitario, forse
proprio come nel momento della massima concentrazione, isolato dal mondo
e da tutti, prima di affrontare la corsa,
l’anello, forse la vittoria.
Vincenzo Agnetti
al Centro Italiano
di Arte contemporanea
Sabato 23 giugno alle ore 18 viene
inaugurata al CIAC la mostra dedicata
all’opera di Vincenzo Agnetti, uno dei
massimi esponenti dell’Arte Concettuale. La mostra curata da Bruno Corà
e Italo Tomassoni, propone una cinquantina di opere tra le quali la famosa
MACCHINA DROGATA, L’APOCALISSE, IL LIBRO DIMENTICATO A
MEMORIA. Le opere di Agnetti sono
presenti in numerose gallerie, in collezioni private e nei musei di vari paesi
del mondo e sono state esposte ripetutamente alla Biennale di Venezia. Dal
1967 al 1981 – circa quindici anni –
Vincenzo Agnetti ha realizzato dipinti,
sculture, scritti, azioni. Il primo settembre 1981 improvvisamente muore a Milano dove era nato nel 1926. In occasione di questa importante esposizione
è stato realizzato un catalogo con saggi
critici dei curatori di mostra e un testo
biografico redatto da Germana Agnetti,
figlia dell’artista.
Il palio della Quintana
della Sfida – Ubaldo Bartolini
Durante la Cena Grande, che ha segnato l’apertura della Quintana della Sfida,
domenica 27 maggio è stato presentato
il Palio, “simulacro di vittoria” così definito dal prof. Italo Tomassoni che ha
creato il contatto con l’artista aprendo,
ancora una volta alla Giostra, l’opportunità di avere un palio d’autore. Negli
ultimi anni infatti numerosi e qualificapagina 8
Progetto
“Omaggio all’Umbria”
Con l’alto Patronato del Presidente
della Repubblica, del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati,
della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero dei Beni Culturali,
si sta svolgendo il progetto “Omaggio
all’Umbria”. Iniziato il 3 aprile nel
Duomo di Orvieto, con l’orchestra del
Maggio Musicale Fiorentino diretta da
Zubin Meta, il progetto prevede una
serie di concerti nei tanti luoghi più
suggestivi e carichi di storia e di spiritualità dell’Umbria come Assisi, Montefalco, Amelia, Abbazia di Sassovivo a
Foligno, Piana Fiorita di Castelluccio di
Norcia, Terni, La Spella sul Monte Subasio. L’idea di portare la grande musica anche nella magnificenza della natura si è rivelata assolutamente vincente
già dallo scorso anno avendo registrato
un afflusso di pubblico di gran lunga
superiore alle disponibilità dei posti.
Quest’anno i concerti di domenica 8 luglio e di venerdì 10 agosto saranno appunto nella Piana di Castelluccio e sul
Monte Subasio. Il concerto di Castelluccio sarà tenuto dal grande violinista
Uto Ughi e dai Filarmonici di Roma.
Un momento quindi, come lo è stato il
13 maggio all’Abbazia di Sassovivo,
straordinario al quale, se possibile, non
si dovrebbe mancare.
I 91 anni dell’ANMIG
Domenica 3 giugno nella sede di via
Piermarini, si è tenuta l’Assemblea
dell’Associazione Nazionale Mutilati e
Invalidi di Guera sez. di Foligno, alla
presenza di autorità civili e militari e
dei rappresentanti delle diverse associazioni del settore. L’incontro ha fornito l’occasione per celebrare i 91 anni
dell’Associazione folignate, sorta nel
1921, mentre a Milano, luogo di fondazione, ha già celebrato i suoi 95 anni
di vita essendo nata nel 1917. A conclusione della celebrazione si è auspicata
una sempre più stretta intesa fra le varie
associazioni presenti con proprie sezioni a Foligno – ANED, ex deportati;
ANPI, ex Partigiani; ANPPIA, Persegitati Politici; ANFDI, Dispersi e Reduci;
Confederazione Nazionale Associazione Combattentistiche e Partigiane, Associazione Famiglie Caduti e Dispersi
in Guerra; Associazione Nazionale dei
Campi di Concentramento – anche per
offrire alla città momenti di riflessione
sulla storia del Novecento attravero “Incontri con la Storia”, da tenere proprio
nella storica sala del palazzetto di via
Piermarini costruito nel 1937 dall’Ing.
Caterino Trampetti e perfettamente
conservato nella struttura e negli arredi.
I tesoretti monetali
Il 18 maggio 2012 sono stati presentati i due tesoretti monetali di epoca romana trovati a Foligno nel 1962 e nel
1998. Si tratta di monete d’argento di
epoca repubblicana scoperte nel 1962
casualmente durante i lavori per la costruzione del quartiere INA Casa e nel
1998 durante i lavori di scavo della
Soprintendenza ai Beni Archeologici
dell’Umbria, in piazza Risorgimento.
Con probabilità i due tesoretti sono stati nascosti tra il 41 e il 40 a.C. durante
le vicende del Bellum Perusinum e mai
più recuperati. Oggi sono in palazzo
Trinci con un allestimento tecnicamente all’avanguardia, voluto dall’ispettrice di zona della Soprintendenza ai Beni
Archeologici dott.ssa Laura Manca, che
ha fermamente voluto esporli nella città di provenienza. Per realizzare questo
progetto è stato determinante il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno.
Zuccarini consegue un nuovo
brevetto aeronautico
“Presso l’aviosuperficie di Trevi, giovedì
10 maggio , si è svolta la conviviale del
Rotary di Foligno, in cui si è parlato di
volo e disabilità. Ospiti d’onore presentati dal Presidente Silvestro Parziani,
www.profoligno.it
Bollettino della Pro Foligno - Anno 12º NUMERO 6, Giugno 2012
ta cittadina
sono stati l’istruttore di volo, nonchè
noto progettista e costruttore di ultraleggeri, Pino Cirimele, e l’Avv. Stefano
Zuccarini, pilota acrobatico di aliante,
primo disabile a conseguire un brevetto
aeronautico in Italia.
Gli ospiti hanno intrattenuto i soci con i
racconti delle loro esperienze di volo,
in particolare, Cirimele, ha illustrato
l’iniziativa di cui si è fatto promotore
che mira ad allestire presso l’aviosuperficie di Trevi una scuola di volo su ultraleggeri per piloti disabili che consenta
agli stessi di conseguire l’attestato di
Volo da Diporto Sportivo in maniera
completamente gratuita.
L’Avv. Zuccarini ha invece raccontato le
difficoltà superate per il conseguimento
del brevetto aeronautico e la sua esperienza nelle competizioni acrobatiche di
livello nazionale, soffermandosi sulla
grande valenza educativa del volo in
generale ed in particolare sui rilevanti
benefici riflessi di questa attività per le
persone disabili, “libere di ritrovare se
stesse quando siedono ai comandi di un
aereo”.
Quelli di Via Umberto I
E’ da tempo che i commercianti del
centro storico di Foligno organizzano
eventi per rianimare la vita economica
e sociale della città e attirare cittadini e
turisti. Quelli di Via Umberto I sono tra
i più attivi.
L’ultima festa si è svolta domenica 3
giugno con stand i giochi per i bambini e
un complesso rock. Il pubblico è accorso
numeroso.Ci è stato assicurato che altre
iniziative sono allo studio e verranno
realizzate tra breve.
A Foligno meno ricchi
e più’ benestanti
Sono stati pubblicati i dati che emergono dalle analisi del Dipartimento delle
Finanze del Ministero dell’Economia
sui redditi imponibili ai fini delle addizionali Irpef. Questi i dati relativi alle
dichiarazioni 2011: Foligno è una delle
città che scende, peraltro lo scorso anno
aveva visto crescere di 19 unità il gruppo
delle persone che hanno dichiarato oltre
100mila euro.
Con le dichiarazioni 2011 ne perde 20,
il risultato in assoluto peggiore. Ricco è
chi denuncia oltre 100mila euro di reddito annuo. Benestante è chi denuncia
www.profoligno.it
tra 70mila e 100mila euro di reddito
annuo. Nella città della Quintana, d’altro
canto, si assiste ad una buona crescita
di coloro che rientrano tra i 70mila e i
100mila euro di reddito (+39) e questo
potrebbe voler dire, ma è solo una chiave
di lettura, che si è verificato un parziale
scivolamento in una fascia di reddito più
bassa. Restando ai benestanti, tra i dati
più significativi, in termine di crescita,
oltre a quello di Perugia e Foligno, ci
sono quelli di Todi, Corciano e Montefalco con +12.
Fonte: Ministero dell’Economia e delle
Finanze
Rivoluzione
degli uffici giudiziari
Ritorna il taglia-spese a falciare sprechi
e ridurre servizi. Sono delineate e definitive le questioni relative agli uffici
giudiziari. Tre tribunali, in Umbria, per
evitare che si debba cancellare la Corte
d’Appello. Restano perciò: Perugia,
Terni e Spoleto.
Viene cancellato Orvieto dove forse,
questa è una novità, nascerebbe una
sede distaccata. Sarebbe questo il punto
di caduta trovato tra Governo e rappresentanti dei tre partiti che lo sostengono
in Parlamento. Va da sé che vengano
tagliate le altre sedi distaccate umbre, a
cominciare da Gubbio e Foligno.
Anche la partita dei giudici di pace sembra andare verso la conclusione; qualora
il Comune sia in grado di garantire personale, uffici e relative spese, il Ministero
potrebbe decidere di lasciare il giudice
di pace al suo posto.
Nonno Valentino
Cento anni ed un cuore buono.
Uno di questi cuori che vengono da
lontano e che ne hanno viste tante, ma
che non si sono fatti indurire dalla vita
e così riescono ancora ad essere generosi. Valentino Ciurnelli, di Foligno, al
compimento dei suoi 100 anni, ha fatto
un gesto di solidarietà: ha pensato bene,
insieme alla sua famiglia, di chiedere a
parenti ed amici, invitati alla sua festa di
compleanno, di evitare i doni personali
e di fare invece offerte all’Associazione
Chianelli, che si occupa della ricerca e
cura della leucemia, dei linfomi e dei
tumori.
Un bel gesto, davvero!
Complimenti a nonno Valentino!
Piermarini e l’architettura
del buon governo
Milano-Monza 22-23 giugno 2012
Un convegno di studi di elevato prestigio
conclude le celebrazioni piermariniane
realizzate a partire dal 2008 dal Comitato
Nazionale, istituito dal Ministero per
i Beni Culturali. Il bicentenario della
morte di Giuseppe Piermarini ha visto
realizzarsi una serie di iniziative tra Foligno e Milano e si conclude con questo
convegno che già dal pieghevole d’invito
esprime l’auspicio del “ritorno a Milano”
di Giuseppe Piermarini. Un dialogo tra le
due città in nome del grande architetto è
certo quanto di più auspicabile.
L’UNESCO e Camminare Liberi
alla Madonna del Riparo
La violinista Monica Pontini ha reso
intensa e carica di emozioni l’escursione
al Santuario Terapeutico della Madonna
del Riparo, la cui antica denominazione
è Sant’Angelo in Gruttis.
Il luogo è fin dal lontano passato - Ludovico Jacobilli cita il 1050 come anno
di fondazione - un punto di sosta e di
preghiera per i pellegrini devoti a San
Michele Arcangelo. E’ infatti una delle
tante tappe del percorso micaelico che
collega Monte Sant’Angelo al Gargano,
santuario già inserito dall’UNESCO
nella lista del Patrimonio Mondiale
dell’Umanità, con Mont-saint-Michel
in Francia.
E’ quindi un luogo da conoscere e valorizzare, riscoprendo un cammino della
fede che ha dato vita e significato alla
nostra terra.
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Bollettino della Pro Foligno - Anno 12º NUMERO 6, Giugno 2012
Tre Dee, lamine e cippi
con il loro nome
Agli inizi compaiono tre Dee la cui
memoria è trasmessa attraverso supporti materiali, lamine o cippi, incisi
con il loro nome. Non si tratta di elementi statici, immobili. Ognuno vive
in un’azione che si ripete ogni volta
che le leggiamo. Intorno indoviniamo i primi attori: i nostri lontani antenati. Nel 1962 vengono ritrovate
in un deposito votivo nel Santuario
della Dea Cupra a Colfiorito, quattro
lamine bronzee di forma rettangolare. Ognuna riporta lo stesso testo
frammentario, così, collazionando
le lettere supersiti, è possibile ricostruire l’intera frase: CUPRAS MATRES PLETINAS SACRU ESU. Si
tratta di un’iscrizione parlante, il cui
testo può essere tradotto con “sono
sacro a Cupra madre dei Plestini”,
oppure “questo è sacro a Cupra madre dei Plestini”. Risalgono al IV
secolo avanti Cristo. Dopo essere
state arrotolate, per nascondere il
nome della dea, venivano fissate su
offerte votive, come farebbe pensare
un foro che presenta una di esse, o
più semplicemente erano appese o
depositate. Di probabile origine sabina, il culto della Dea Cupra risulta
diffuso in ambiente italico. Assimi-
Iscrizione di Supunna, III-II sec. a.c.
(Foligno, Museo Archeologico)
pagina 10
labile alla Bona Dea, protettrice della pastorizia e della fecondità, il suo
nome è spesso associato alla presenza di fontane, cisterne o comunque
di acque, come attesterebbe lo stesso
Santuario di Colfiorito eretto tra due
laghi. Da Santa Maria in Campis
presso Foligno proviene un cippo
con iscrizione dedicatoria, donato
dalla famiglia Pizzoni alla città. Reca
la scritta SUPUNNE SACR, cioè “ è
sacro a Supunna”. Delimitava quindi uno spazio sacro. Forse indicava
la sacralità di un fiume, forse era la
dea protettrice del sonno, forse proteggeva l’atto di gettare il cibo nella
pentola. La suggestione del nome e
le sue radici rendono possibile queste interpretazioni. Supunna è ricordata da Varrone quale persistenza
locale di un culto italico. Il cippo
risale al III-II secolo avanti Cristo.
La Dea Fulginia, le sacerdotesse del
suo Collegio e Tutilia Laudica, che
tra queste ebbe, nella sfortuna della
morte, il privilegio di vedere immortalato il suo nome, hanno lasciato un
ricordo indelebile in un’iscrizione
funebre ritrovata nel 1671 nei terreni dei Marchesi Carlo e Francesco
Elisei che l’anno successivo ne fecero dono al Municipio con un’epigrafe celebrativa. Risale al II secolo
dopo Cristo. Di singolare eleganza
nella forma, chiaramente incisa, e
nel contenuto sobrio e pudico. Perché il sangue uscisse senza mostrare
la ferita: D. M. TUTILIAE / LAUDICAE / CULTRICES / COLLEGI
/ FULGINIAE. Dei Mani. A Tutilia
Laudica. Senza un aggettivo che tol-
Iscrizione di Tutilia Laudica, I sec. d.c.
(Foligno, Museo Archeologico)
ga a quel nome il grumo di ricordi
per chi l’ha conosciuta. Le sacerdotesse del Collegio della Dea Fulginia. La nuda firma, che pure rimanda
alla cordialità distinta di pratiche ed
abitudini comuni. Sullo sfondo, per
noi, secoli e secoli dopo, una città,
Foligno, il cui nome, con molta probabilità, deriva, appunto, da quello
della Dea.
Piero Lai
Iscrizione della Dea Cupra, IV sec. a.c. (Colfiorito, Museo Archeologico)
www.profoligno.it
Bollettino della Pro Foligno - Anno 12º NUMERO 6, Giugno 2012
I giovedì per la storia nel nome di Colomba
Giovedì 7 giugno nella Sala Consiliare si
è concluso il ciclo di incontri “Foligno
nell’età del Risorgimento 1796-1860”,
voluti dalla Pro Foligno nell’ambito delle
celebrazioni per i 150 anni dell’Italia Unita, con il patrocinio dell’apposito Comitato
Comunale. Il ciclo, siglato come “I giovedì per la Storia” e che ci si augura possa
avere un seguito, è iniziato nel novembre
2010 con un primo passaggio fino al maggio 2011, legato alla “dimensione locale”.
Dopo la pausa estiva gli incontri sono ripresi nel settembre 2011 e si sono ripetuti
con cadenza mensile. Gli incontri del 2012
hanno focalizzato l’attenzione sulle personalità più rappresentative nei diversi settori
della realtà folignate. Ne è uscito un quadro
ricco e approfondito che ha offerto l’opportunità di conoscere personaggi ed eventi ai
più sconosciuti. Tutto il ciclo è stato ideato,
nelle tematiche e nella scelta dei relatori,
dal prof. Fabio Bettoni. E proprio il prof.
Bettoni ha condotto l’ultimo incontro e,
insieme alla prof.ssa Alessandra Migliorati, ha presentato gli eventi storici legati ai
tre grandi dipinti presenti nella Sala Consiliare. E’ sicuramente un privilegio avere
contemporaneamente il contributo di due
esperti come i nostri relatori, che si sono
integrati a vicenda offrendo una particola-
re occasione di approfondimento dei tanti
contenuti espressi nel complesso programma iconografico della Sala Consiliare. I tre
momenti storici rappresentati dal pittore
Mariano Piervittori oscillano tra realtà e
finzione scenica, legata anche alla moda
del tempo nell’ambito della pittura storica
e alle specifiche esigenze della committenza. Le particolarità di ogni dipinto sono
state lette alla luce della documentazione
storica, evidenziando gli aspetti derivati dalla tradizione e quindi meno rigorosi
storicamente, come ad esempio la scelta di
presentare Colomba Antonietti, combattente sotto le mura di Roma nel 1848, in abiti
maschili, immagine forse derivata da una
memoria scritta da Giuseppe Garibaldi in
tarda età, ma non confermata da altre fonti. Anche l’episodio del conte Robbacastelli
che respinge l’esercito di Federico Barbarossa a Cassano d’Adda, non avrebbe un
vero e proprio riscontro nella documentazione storica; e infine l’arrivo di Federi-
Al Canzi dining room
Non c’è dubbio che la gastronomia abbia valore culturale notevole perché attraverso essa si possono valutare meglio
certe situazioni economiche-sociali. Il
mangiare è un’operazione quotidiana assolutamente indispensabile e perciò primaria per la conservazione della specie.
Non è affatto l’enorme quantità di portate, l’abbondanza di stufati e di intrugli, il
numero delle carni, l’ammasso di arrosti,
il ripetuto cambiamento dei piatti a costituire la buona cucina, ma è soprattutto la
scelta raffinata delle carni, la squisitezza
dei condimenti, l’armonia dei sapori, la
gentilezza e il decoro del servizio che costituiscono e formano la bontà del posto.
Tutto ciò si rispecchia nel giovane Flavio Canzi, uno chef che ha fatto tanta
esperienza nei migliori ristoranti della
Sardegna, della Svizzera, allo “Sheraton
Golf” di Roma, in Francia e…, insomma
Dott.
Giampiero
Albertacci
Partner Azimut
AZIMUT CONSULENZA SpA - Società di Intermediazione Mobiliare
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co II bambino a Foligno ambientato in un
contesto prevalentemente ecclesiastico proprio avanti alla Cattedrale, potrebbe essere
ancora una forzatura. La qualità eccellente
di tutta la decorazione - ha detto Alessandra Migliorati, docente di storia dell’arte
moderna e contemporanea all’Università
di Perugia - ne fa comunque un documento
di valore nella pittura dell’Ottocento e in
particolare di quel filone legato agli eventi
dell’Unità d’Italia e al desiderio di offrire
alla nuova realtà politica uno spazio rappresentativo e autorevole. Per questo ogni
città ha voluto far riflettere sè stessa, le proprie tradizioni, la propria storia, i propri illustri personaggio nella Sala del Consiglio
Comunale e si è affidata all’opera di un artista stimato come Mariano Piervittori che
ha diffusamente operato in tutta l’Umbria
e che a Foligno nel 1887 ha lasciato la sua
ultima grande testimonianza (muore a Orvieto nel 1888).
Rita Fanelli Marini
un curriculum di tutto rispetto. Ed ora è a
Foligno nel suo piccolo ristorante, oserei
dire nella sua bomboniera, ha un motto
“Mangiare con stile… Da noi la qualità
fa parte del servizio”.
Sono molti i piatti che propone, ma nei
suoi menù non può mancare il “risotto”,
di cui è un appassionato e ama crearne
diversi.
Attualmente ha inserito un risotto Carnaroli allo zafferano con rucola, mantecato al gorgonzola dolce D.O.P. e di cui
ci ha regalato la ricetta. La preparazione
comincia nel preparare un buon brodo
vegetale con verdure fresche e di cottura
non troppo prolungata e una spolverata di
zafferano. Tostare il riso nel tegame con
poco olio extra vergine di oliva e scalogno tritato, sfumare con un vino bianco
secco e non troppo alcolico; cominciare a
bagnare con il brodo bollente.
A 3 minuti dalla fine della cottura aggiungere la rucola tagliata a Julienne e lasciare riposare per pochi secondi; mantecare
velocemente col parmigiano reggiano,
una macinata di pepe nero e un filo d’olio
extra vergine d’oliva.
Tenere il risotto morbido, in gergo “cucinarlo all’onda”! A questo piatto Flavio
Canzi abbina un buon vino , una “Passerina” della provincia di Chieti, che con la
sua leggera acidità ben si accosta all’amaro della rucola e al sapido del gorgonzola. Ed allora BUON APPETITO e un
grande in bocca al lupo a Flavio e al suo
Dining Room!
Mario Lai
pagina 11
Bollettino della Pro Foligno - Anno 12º NUMERO 6, Giugno 2012
La testimonianza di Giulia Gabrieli a Foligno
La straordinaria storia di Giulia Gabrieli, la
ragazza di quattordici anni malata di tumore
morta a Bergamo la sera del 19 agosto 2011,
che ha saputo trasformare i suoi due anni di
malattia in un inno alla vita, in un crescendo
spirituale, è stata raccontata nel pomeriggio
di sabato 12 maggio 2012 presso il Seminario
Vescovile di Foligno dai genitori Antonio
e Sara. L’incontro è stato voluto della professoressa Anna Rita Adriani, legata da un
rapporto di amicizia con la famiglia di Giulia,
e organizzato dall’Ufficio Diocesano per la
Pastorale della Sanità.
Dopo l’intervento di Don Dante Cesarini, che
ha citato il pensiero di Blaise Pascal riguardo all’accettazione della malattia espresso
nell’opuscolo scritto nel 1648 “La Preghiera
per chiedere a Dio il buon uso delle malattie”,
nel quale il filosofo chiede di unire le sue
sofferenze con quelle di Cristo, la parola è
passata al papà e alla mamma di Giulia.
“Giulia non solo ha accettato la malattia,
ma l’ha accolta”, dice il papà. Giulia era
una ragazza normale, bella, solare, amava
viaggiare, vestirsi bene e adorava lo shopping. Aveva anche un grande talento per
la scrittura (era stata premiata due volte al
concorso letterario I racconti del Parco) ed
è riuscita a realizzare il suo sogno di scri-
A Firenze in visita al card. Betori
Un nutrito gruppo di soci della Pro Foligno, ma anche alcuni amici d’infanzia
dell’alto prelato sono stati ricevuti da S.
E. il card. Giuseppe Betori . Firenze invita, con il suo immenso patrimonio artistico,
a fare una visita ad almeno uno dei suoi
preziosi monumenti. Lo scorso 30 maggio
è stato scelto Palazzo Davanzati, stupenda
dimora più volte riarredata che, sotto la
sapiente guida di Rita Marini, abbiamo potuto godere in tutta la sua bellezza. Dopo
un veloce pasto consumato nei più disparati
locali che la città offre, alle 15.30 l’incontro con S. E. il cardinal Giuseppe Betori.
Dapprima la Santa Messa, concelebrata
con il suo assistente personale, don Paolo,
ed una riflessione sulle scritture del giorno:
riflessione sulle difficoltà dei credenti ma
anche sulle problematiche che affliggono
il Santo Padre. Nonostante tutto la Chiesa
sopravviverà anche a questo momento terribile perché le sue fondamenta sono solide
alla stessa maniera della cappella in cui
è stata celebrata la funzione religiosa. Il
card. Betori infatti ci ha accolto nella chiepagina 12
sa di san Salvatore al Vescovo, all’interno
dell’Arcivescovado. E’ una chiesa che è
stata rimaneggiata più volte nel corso dei
secoli; alcuni muri sembrano farla risalire
addirittura all’anno Mille. Su quelle prime fondamenta si è formata e sviluppata
la chiesa fiorentina anche se sembra che i
primi predicatori venissero dalla Siria ed
ebbero la loro prima sede oltrarno. Dopo la
Santa Messa un colloquio molto cordiale e
affettuoso sulla scia dei ricordi folignati ma
anche sulle “presenze folignati” che a Firenze ricordano all’alto prelato la sua città
natale: dall’Educatorio de Fuligno, legato
al Monastero di Sant’Anna agli stemmi dei
due Trinci, conservati al Bargello, che furono governatori della città toscana. Infine
il dono della pubblicazione sulla Madonna
di Foligno, edito dalla Pro Foligno, la stupenda opera sul Monastero di Sant’Anna e
l’ultima fatica di Franco Bosi, in dialetto
folignate, con una dedica di buon augurio
per il futuro carico di responsabilità che attende il sempre nostro caro “don Peppino”.
Franca Scarabattieri
vere un libro sulla sua esperienza grazie al
giornalista Fabio Finazzi, caporedattore de
L’Eco di Bergamo e papà della sua migliore
amica Chiara. Il libro si intitola “Un gancio
in mezzo al cielo” (Paoline, 2012) e deriva
da una frase della canzone “Strada facendo”
di Claudio Baglioni, che Giulia amava ascoltare nella versione di Laura Pausini. “Strada
facendo vedrai che non sei più da sola / …dai
che ce la fai! / Strada facendo troverai anche
tu un gancio in mezzo al cielo... / Sì, mi dà
leggerezza, una grande speranza…”, scrive
Giulia. Attraverso questo diario racconta la
sua lotta per affrontare la malattia e la sua
speranza di guarire ma anche l’abbandono
alla volontà di Dio. Giulia sentiva che doveva
fare qualcosa per i giovani.
Durante la malattia parlava della sua esperienza in numerose testimonianze pubbliche
rivolte ai giovani. Oggi sono i suoi genitori a
raccontare la forza straordinaria che animava
Giulia, un grande esempio per tutti coloro
che nel dolore cercano il proprio “gancio in
mezzo al cielo”.
Infine, di fronte ad un pubblico commosso
ed emozionato, il papà Antonio e la mamma
Sara hanno presentato una video testimonianza in cui Giulia si racconta, parlando in
maniera semplice e spontanea della sua vita,
prima della malattia e durante la sofferenza.
È sorridente e serena.
I medici sono i suoi amici, i suoi “supereroi”;
i genitori, il fratellino Davide, le amiche e gli
insegnanti i suoi angeli custodi, coloro che la
sostengono e la incoraggiano. Come la figura
della beata Chiara Luce Badano, per lei come
una sorella e un esempio da seguire.
Il ricavato dei diritti d’autore del libro sarà
destinato in parte all’AIRC, Associazione
italiana per la Ricerca sul Cancro, e in parte
a sostenere progetti di solidarietà a favore
di giovani e bambini malati.
Inoltre è attivo il blog www.congiulia.it.
Chi volesse inviare messaggi ai familiari e
amici di Giulia può scrivere alla casella di
posta: [email protected].
Elisabetta Marchionni
www.profoligno.it
Bollettino della Pro Foligno - Anno 12º NUMERO 6, Giugno 2012
I “Carmina Burana” all’Auditorium San Domenico
Il Medioevo
“in
casa”
(e
nel
cuore)
e per “Amici della Musica” grande successo organizzativo
Quando – ormai tanti anni fa – ebbi per
la prima volta la fortuna di ascoltare i
“Carmina Burana” di Carl Orff mi
domandai, ampollosamente (e – va da
sé – in modo scherzoso): “Ma fino a ieri
sono vissuto invano?!”. Questo per significare l’impatto di natura “estetica”
– ma anche psicologica – che questo capolavoro ebbe su di me: in definitiva, la
cantata scenica del musicista tedesco mi
“sintetizzò” nell’animo e mi fece “vivere” – con una perfetta simbiosi tra la sua
componente musicale ed i testi letterari
ad essa abbinati – il Medioevo; e questa
profonda ed incancellabile sensazione
mi torna nella mente, e nel cuore, ogni
volta che ho l’occasione di ascoltare la
composizione.
Questa occasione si è ripresentata lo
scorso 1° aprile per merito della Associazione “Amici della Musica” di Foligno, che ci ha dunque riportato, oltre
che nel cuore, “in casa” – e cioè non solo
a Foligno, ma addirittura in un contesto
architettonico e storico, quale l’Auditorium S. Domenico, che “più… predestinato” non avrebbe potuto essere – quello
che, nonostante alcune incomprensibili
valutazioni di segno diverso, ed anche
opposto, è un capolavoro assoluto ed immortale. Ho detto che la cantata è stata
“riportata” a Foligno; infatti, i “Carmina
Burana” erano già stati eseguiti in precedenza – sempre presso l’Auditorium – il
23 gennaio 2000: si trattava allora della
versione per “soli, cori e orchestra di fiati” proposta e diretta – con eccellente esito – da Marco Pontini per il “Complesso
di Fiati e Percussioni della Filarmonica
di Belfiore”, e che vide tra i vari brillanti protagonisti anche Maura Menghini
(soprano, nostra concittadina); quella
eseguita lo scorso 1° aprile (e spostata a
tale data a causa del maltempo, che non
ne ha permesso l’esecuzione alla data
originaria del precedente 4 febbraio) è la
versione – scritta da Carl Orff nel 1956,
mentre l’altra, quella originaria, risale al
1937 – per “soli, coro, due pianoforti e
percussioni”; protagonisti in questa occasione ne sono stati, sotto la direzione
di Aldo Cicconofri: Tiziana Guaglianone, soprano; Vincenzo Di Donato, tenore; Maurizio Leoni, baritono; il Coro
“Città di Camerano”, la Corale “Angelico Rosati”, il Coro Polifonico “Città di Tolentino”, Angelo Biancamano,
maestro del coro; Marco Scolastra,
pianoforte; Sebastiano Brusco, pianoforte; “Circopercussion Ensemble (Domenico Cellini, Marco Eugeni, Marco
www.profoligno.it
Germani, Samuele Raparo, Luca Ventura). Potrebbe sembrare quanto meno
azzardato affermare che il lavoro di
Carl Orff (mi) “sintetizzi” il Medioevo;
come è possibile che alcuni brani poetici
quantitativamente assai limitati (anche
“semplicemente” rispetto alla mole dei
testi letterari che compongono i “Carmina Burana”), ed una partitura costituita da una “musica nuova” – cioè creata
originariamente dall’Autore (a quanto
pare senza vere e proprie e consistenti
“tracce” di brani originali medioevali,
comunque di molto problematica e forse
impossibile “riproduzione”) – possano
“ricostruire” e “sintetizzare” il Medio
Evo? Ma proprio nella realizzazione di
questa “impossibile” sintesi consistono
il genio dell’Autore e la grandezza e la
“magia” (della quale non sono il solo a
parlare) di questa opera. Già il prologo
con i riferimenti alla Fortuna (Imperatrix
Mundi) ed alla sua volubilità puntualizza
e “certifica” la futilità delle cose umane, e della stessa vita, e dunque innesca
una visione disincantata, se non proprio
pessimistica, della esistenza; ed allora
di questa occorre “catturare” – finché si
può – i lati positivi; ecco dunque “Primo vere”: la Primavera con il suo volto
lieto (Veris laeta facies), le promesse di
Cupido, il sole che tutto riscalda (Omnia
sol temperat), il rifiorire delle foreste
(Floret silva nobilis); ecco l’osteria (In
taberna), dove studenti squattrinati (“goliardi” delle università medievali) e reli-
giosi mancati (“clerici vagantes”, ribaldi
e gaudenti) si danno al vino, alle donne
ed al gioco, perdendo anche i vestiti e
maledicendo l’oste esoso e chiunque altro “sì in basso li sprofonda”; e ancora i
canti d’amore (Cour d’amours) e, infine
(Ave formosissima), le lodi e l’esaltazione di Venere e della sua incomparabile
bellezza e sensualità (mundi luminar,
mundi rosa).
Ma – direi “inevitabilmente” – torna ancora, in chiusura, il richiamo alla Fortuna Imperatrix mundi: la sorte umana
incerta e capricciosa, assai spesso dura
e malvagia. Il “sound“ che caratterizza
l’intera cantata – e nel quale, anche nelle
fasi gioiose e giocose, appare sempre e
comunque sospesa e percepibile un’eco
di fondo pensosa, malinconica e fatalista – riprende allora l’iniziale maggior
vigore, e riconduce apertamente alla durezza, alle incertezze, al “buio” e – appunto – al “fatalismo” dei tempi; ed alla
consapevolezza di tutto ciò. Mi sembra
indiscutibile, pertanto, che la cantata di
Carl Orff abbia focalizzato come meglio
non si potrebbe uno degli aspetti fondamentali dello spirito del Medioevo. Ed
allora grazie a tutti i protagonisti dell’evento – e naturalmente agli “Amici della Musica” che l’hanno brillantemente
organizzato (per un pubblico foltissimo
ed entusiasta) – per averci “riportato”
il Medioevo “in casa” (e soprattutto nel
cuore).
Fulvio Cirocchi
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pagina 13
Bollettino della Pro Foligno - Anno 12º NUMERO 6, Giugno 2012
“Devoti e boscherecci”
L’aggettivo “boscherecci” rivolto ad alcuni
pittori dell’Ottocento ci è stato tramandato
dallo storico Bragazzi il quale così definì
quegli artisti che si rivolsero alla natura
nella maggior parte delle loro opere. Questo ha spiegato il professor Fabio Bettoni
ai molti che avevano chiesto “lumi” su
questo termine. Poi il professore è passato
a presentare la sua “pupilla”, la relatrice
della conferenza professoressa Emanuela
Cecconelli che nonostante la sua giovane età
sta mietendo lodi a iosa per la sua competenza in Storia dell’Arte. E’ una giovane di
valore – ci ha detto Fabio Bettoni - , modula
i suoi interventi basandosi su rigorosa ricerca
d’archivio, quindi su documenti di difficile
interpretazione, pubblicando e divulgando
le sue deduzioni. Emanuela fa “scorribande” anche tra gli artisti meno conosciuti
della nostra storia cittadina; è la “mascotte”
della nostra storia dell’arte che dà maggiori
garanzie. La professoressa Cecconelli ha
premesso che il tema assegnatole è davvero
complesso perché parlare di tre pittori durante lo stesso intervento richiede ricerche
laboriose, quindi si è avvalsa anche della
collaborazione della giovane neolaureata
Federica Ragni con la quale ha condiviso
il compito. Francesco nasce a Foligno nel
1762 e muore nel 1830, ha undici figli tra cui
Benedetto che coltiverà la sua amicizia con
il Corvi, accademico dell’Arcadia, creando
uno stretto legame tra la pittura folignate e
quella romana. Francesco e Benedetto sono
figli del Risorgimento, Francesco dipinge
paesaggi presso l’Accademia di Belle Arti a
Perugia e all’interno del Palazzo Candiotti
di piazza San Vito. Per la nostra cattedrale
esegue “San Francesco che riceve le stimmate” e per Spello “San Francesco di Paola”.
E’ accademico della Fulginia quindi anche
poeta. Il figlio Benedetto, secondo di undici
rampolli, si forma con il padre, infatti le
sue opere (più modeste) si ispirano proprio
a lui. Egli dipinge nella nostra città per
l’altare della chiesa di San Salvatore e, per
quella d San Giacomo, un quadro che ha per
tema la vicenda di Tobiolo. Ma l’opera più
interessante è quella di soggetto patriottico.
Nell’Ottocento emerge questo tipo di pittura
che volge lo sguardo alle vicende locali come
ci insegna il Piervittori. Benedetto Pizzoni
sintetizza i valori patriottici e religiosi; un
suo dipinto presenta il nostro tricolore, San
Feliciano che benedice l’evento di Colle
San Lorenzo, quando un gruppo di volontari
lasciarono la loro terra per unirsi ai patrioti
del Lombardo-Veneto (1858). Di quella
spedizione, formata da centotre soldati e
diversi ufficiali, Antonio Rutili fu il capitano;
ci è pervenuta una lettera con la quale egli
chiede le divise. L’evento ebbe il conforto ed
il sostegno di famiglie, conventi, diocesi. Il
dipinto di Benedetto Pizzoni è un’opera di
grande vivacità, con donne piangenti, San
pagina 14
Feliciano benedicente, la banda musicale:
l’intesa tra religione e amor di patria è
molto evidente. Il quadro venne inviato a
Torino nell’aprile del 1884, fu nel palazzo
del Comune di Foligno dal 1904 al 1925, ora
appartiene ad una collezione privata. Forse fu
la stessa famiglia Pizzoni a commissionare
l’opera. Federica Ragni ci ha parlato di Decio
Trabalza premettendo che la ricerca le è stata
suggerita per la tesi dalla sua professoressa
Alessandra Migliorati.
Il pittore nasce a Foligno nel 1804, lavora a
Roma per l’Accademia di San Luca e invia
una lettera a Foligno per essere sostenuto
economicamente negli studi; spedisce in
quella occasione anche una tela, purtroppo perduta. Il Capitolo della Cattedrale
di Foligno aveva commissionato per 600
scudi al pittore Wicar di Roma un dipinto, il
Battesimo di Gesù, il pittore però si ammalò
gravemente quando il quadro era ancora
incompiuto, lasciò per testamento che il suo
lavoro doveva essere completato da Decio
Trabalza. Dopo qualche reticenza la Chiesa
accettò, l’opera fu terminata e il Trabalza
ebbe gli scudi restanti (300). L’artista dipinse
anche la Madonna con San Domenico da Cucullo e il Beato Crisci, opera molto lodata dal
Faloci ma della quale esistono poche notizie
d’archivio. Decio Trabalza lavorò per diversi
soggetti come ad esempio per una tela di
Pio VIII, ora in deposito insieme al ritratto
di Leone XII, entrambe in attesa di restauro.
Pittore di buon livello, Decio Trabalza muore
purtroppo a soli trentotto anni nel 1842, dopo
aver lavorato anche a Villa Torlonia, a Roma,
realizzando affreschi sul tema allegorico
dell’Aurora, del Giorno e della Notte, dipinti
ricoperti durante il ventennio fascista. La Pro
Foligno è sempre soddisfatta quando può
ascoltare e incoraggiare le giovani leve; Emanuela Cecconelli, come ha caldamente affermato il professor Bettoni, nonostante la sua
giovane età, ha fatto e sta facendo un ottimo
percorso, Federica Ragni promette proprio
bene; è disinvolta, preparata,si esprime con
chiarezza. Noi se entrambe avranno un po’ di
tempo da dedicarci le accoglieremo a braccia
aperte. Auguri e rallegramenti di cuore.
Isella Remoli
XVI giugno 1944
Gli Anglo- Americani dopo lo sbarco sulle coste
dell’Italia meridionale, stavano risalendo la penisola e si approssimava il giorno della “liberazione”. A Bevagna, dove ci eravamo rifugiati per
sfuggire alle bombe che cadevano su Foligno,
si cominciava a sentire in lontananza il rombo
cupo del cannone. Un pomeriggio, non ricordo
esattamente il giorno, ma si era in prossimità
della Pasqua perché la mamma e le zie erano
impegnate nella preparazione delle tradizionali
pizze, arrivò una squadriglia di aerei che scesero
in picchiata e cominciarono a mitragliare. L’obiettivo era un deposito di benzina nascosto nel
“Campo dei frati”, a Bevagna appunto. Fu un
fuggi fuggi sulla strada, tutti correvano a ripararsi mentre i bossoli fischiavano e rotolavano
in terra. Io feci appena in tempo a rifugiarmi
sotto l’androne della casa colonica dello zio
Richetto; la mamma mi chiamava disperata
perché temeva che stessi giocando all’aperto. I
tedeschi battevano in ritirata, si sentivano passare soprattutto di notte i mezzi motorizzati con cui
fuggivano. Ma prima di allontanarsi minavano
i ponti per rallentare l’avanzata dell’esercito
nemico. Tutti i ponti sul Teverone erano minati
(anche con l’aiuto di qualcuno del paese, purtroppo); il vecchio ponte delle Tavole invece era
stato cosparso di benzina. Un uomo che abitava
nei pressi ebbe la prontezza di azionare una
pompa con cui innaffiava e riuscì a “salvare”
il ponte. Naturalmente era stato minato anche
il ponte a pochi metri da casa nostra, presso la
porta di Sant’Agostino. Uscimmo di casa e ci
acquattammo sotto il ponticello di un vecchio
maceratoio, in un campo vicino. L’esplosione
fu molto violenta e sentimmo volare i sassi
sopra le nostre teste; quando tornò il silenzio e
uscimmo fuori, tremanti ma incolumi, il ponte
non c’era più, ridotto a un cumulo di macerie.
L’acqua del fiume si divideva in tanti rigagnoli
che stentavano a farsi strada tra le grosse pietre
che ora occupavano l’alveo. Più tardi quei grossi
massi divennero altrettanti “lavatoi” dove le
donne lavavano i panni, mentre noi bambini ci
divertivamo a guadare il fiume saltando dall’uno
all’altro. Verso la metà di giugno (il 16 per la
precisione), in una giornata serena e calda, gli
Alleati arrivarono a Bevagna, fu qui che li vidi
per la prima volta. Vedemmo giungere quasi
improvvisamente i possenti carri armati che
avanzavano lungo la strada bianca che costeggiava il fiume. Attraversavano il Teverone sul
Ponte delle Tavole, l’unico rimasto in piedi e si
dirigevano verso Foligno. Intanto altri soldati,
in prevalenza “truppe di colore” occupavano
il paese; sbucavano da ogni angolo, da ogni
vicolo, rasentavano le vecchie mura, silenziosi
e guardinghi con il mitra spianato. La gente era
scesa tutta in strada per accogliere i liberatori
e applaudiva quei soldati che ponevano fine al
lungo incubo della guerra. Ma uno di essi, forse
un marocchino piccolo e nero, si fermò proprio
davanti al grosso portone di legno della casa
dello zio. C’eravamo tutti davanti al portone,
era venuto anche lo zio Augusto che abitava
all’altro capo del paese. Mio padre era al centro
del gruppo; aveva in bella mostra sul panciotto
una bella catena d’oro cui era appeso un orologio da taschino, un meraviglioso Zenith piatto,
anch’esso d’oro. Il soldato si fermò, adocchiò
l’orologio, allungò la mano per prenderlo; mio
padre fece il gesto di fermarlo. Allora quello,
con atteggiamento deciso, minaccioso indicò
a tutti di allontanarsi e puntò il mitra contro
papà. Questi era indeciso, non se la sentiva di
continua a pag. 15
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Bollettino della Pro Foligno - Anno 12º NUMERO 6, Giugno 2012
XVI giugno 1944
continua dalla pagina 14
fargli quel regalo. Intervennero i miei zii che
lo consigliarono di usare la prudenza, perché
quel brutto ceffo non avrebbe esitato a sparargli
addosso. Allora egli mise la catena e l’orologio
nella mano nera del “liberatore” il quale prese
l’orologio e, stranamente, rifiutò la catena; lo
vedemmo correre lungo la strada mentre tentava
di raggiungere i compagni. Ritornammo presto
a Foligno e fummo tra i fortunati che poterono
rientrare nella casa, ma questo non significò
vivere nella normalità di una volta. Mancavano
l’acqua potabile e la luce elettrica; fortunatamente tutta la zona ai lati di viale Firenze era
allora occupata da fertili campi, c’erano le case
coloniche e accanto alle case i pozzi. Ricordo che
via Mameli era squarciata da enormi buche scavate dalle bombe; si avanzava con cautela lungo
i bordi di questi crateri che nei giorni di pioggia
si trasformavano in piccoli laghi. Per le vie della
città passavano ininterrottamente i soldati con
camion e camionette, mentre le strade fuori porta
erano percorse giorno e notte dai carri armati:
un traffico “pesante” che non conosceva “stop”
e passaggi pedonali; era rischioso attraversare
la strada e spesso bisognava aspettare diversi
minuti. Durante la notte lo sferragliare continuo
dei cingoli dei mezzi corazzati giungeva fino a
noi e ci disturbava il sonno. Poco lontano da
casa nostra in una bella villa padronale si era
insediato il “Comando Alleato”. Noi bambini
andavamo a curiosare lì intorno e spesso i soldati ci regalavano tavolette di cioccolata, thè, caffè.
Guardavamo meravigliati quegli uomini strani;
c’erano anche le soldatesse, le ausiliarie in divisa kaki; passavano volti chiari, lentigginosi, di
inglesi, quelli bruni degli indiani incorniciati dai
turbanti, quelli neri come la pece degli africani
… La presenza e il transito di quell’esercito
arrecava disturbo e disagio, ma la gente non se
ne lamentava, forse solo qualcuno pensava che
quelli erano gli stessi soldati che pochi mesi
prima sganciavano le bombe sulla nostra città.
Episodi di quelli di cui era stato vittima mio
padre si ripetevano spesso nonostante le dure
punizioni che il Comando Alleato infliggeva ai
“colpevoli”, quasi tutti soldati africani. Purtroppo la guerra fornisce agli uomini l’occasione
per manifestare la loro parte peggiore. Orrori e
violenze, ben più gravi del furto di un orologio,
si verificarono sull’uno e l’altro fronte, come ci
è stato ricordato mirabilmente da due grandi
capolavori del cinema italiano: “Roma città
aperta” di Roberto Rossellini e “La ciociara”
di Vittorio De Sica.
Elena Bertoni
Quintana
fantastica
Elezioni alla Pro Foligno
Vince il Rione Croce Bianca
è il suo 20º palio di Giostra
Consiglio biennio 2012/14
Il Rione Croce Bianca, con Daniele
Scarponi in sella ad Agresti, ha vinto la
Giostra della Sfida 2012, con un tempo
complessivo di 2’45” e 49 centesimi. Il
Palio del maestro Ubaldo Bartolini è il
20º per la contrada del giovane priore
Andrea Ponti. Una grande Quintana che
ha tenuto con il fiato sospeso sino all’ultimo momento. Il Rione Giotti, ultimo a
scendere in campo, si è classificato al
secondo posto per una manciata di centesimi (2’45” 91 centesimi). Questa la
classifica finale: Croce Bianca, Giotti,
La Mora, Pugilli, Spada, Contrastanga,
Cassero, Morlupo, Ammanniti, Badia.
Risultato
votazioni
Sabato 8 giugno 2012 nella Sala
Convegni della Biblioteca Jacobilli
si è tenuta l’Assemblea Annuale con
la relazione del Presidente, avvocato Alfredo Ottaviani, sull’attività
dell’Associazione e del Tesoriere
Silvio D’Aurizio, sulla situazione
economica. Si è poi proceduto alla
votazione, come da Statuto, con la
costituzione della Commissione
Elettorale, presieduta dall’avvocato Luciano Cicioni. Dallo scrutinio
delle schede sono risultati eletti:
Rita Fanelli Marini, Alfredo Ottaviani, Mario Lai, Luca Radi, Silvio
D’Aurizio, Elvira Luisa Remoli,
Franca Maria Buttaro, Maria Giovanna Galligari, Paolo Battaglini,
Sandra Remoli.
Periodico della Pro Foligno
Aut. trib. Pg n° 505 del 12/01/1989
Resp. Giovanni Bosi
Sede Redazione:
FOLIGNO - Piazza G. Piermarini
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Comitato di Redazione
RINNOVATE L’ADESIONE
ALLA PRO FOLIGNO
PER L’ANNO 2012!!!!
La quota di € 30,00 può essere versata
in sede o con bonifico bancario alle
seguenti coordinate:
IT 72 Q 06165 21700 000000 30283
Giuseppe Tardocchi Coordinatore responsabile
Alfredo Ottaviani Presidente
Adua Bartolini
Ilaria Coresi
Rita Fanelli Marini
Mario Lai
Luca Radi
Elvira Luisa Remoli
Franca Scarabattieri
Hanno collaborato a questo numero
Adua Bartolini, Elena Bertoni, Giovanni
Bianchini, Lanfranco Cesari, Fulvio Cirocchi, Maria Pia Fanciulli, Rita Fanelli Marini,
Maria Giovanna Galligari, Fabiola Gentili,
Mario Lai, Piero Lai, Elena Laureti, Francesco Maria Mancia, Elisabetta Marchionni,
Renata Nocchi, Alfredo Ottaviani, Isella
Remoli, Sandra Remoli, Massimo Stefanetti,
Franca Scarabattieri.
Segreteria di Redazione:
Silvio D’Aurizio - Francesco Di Salvo
Impaginazione e Stampa
tipolitografia Mancini & Valeri - Foligno
Chiuso in tipografia il 18 giugno 2012
www.profoligno.it
pagina 15
Bollettino della Pro Foligno - Anno 12º NUMERO 4, Aprile 2012
pagina 16
www.profoligno.it
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Pro Foligno giugno 2012 (1)