Imprese Emilia-Romagna TI - Riguarda fase II Progetto di ricerca-intervento per lo sviluppo delle competenze di guida degli autotrasportatori Soggetti Partner • INAIL Emilia Romagna • Regione Emilia Romagna • CITTALIA Fondazione Anci Ricerche • CNA FITA Emilia Romagna • CNA Benessere e Sanità Emilia Romagna • CONFARTIGINATO Trasporti Emilia Romagna 1 INDICE 1. I DATI DELL’ANALISI E L’IMPIANTO TEORICO DEL PERCORSO DI RICERCA-INTERVENTO 2. FINALITÀ GENERALI E OBIETTIVI SPECIFICI 3. STRUTTURA DEL PROGETTO E SOGGETTI DESTINATARI DEL PROGETTO 4. L’ÉQUIPE DI PROGETTO 2 1. I DATI DELL’ANALISI E L’IMPIANTO TEORICO DEL PERCORSO DI RICERCA-INTERVENTO La proposta progettuale qui presentata pone il focus d’attenzione sulla categoria professionale degli autotrasportatori, quale target che trascorre la maggior parte del proprio tempo lavorativo alla guida di un mezzo pesante, sia esso un furgone da 3,5 tonnellate, un autotreno o un autoarticolato. La proposta si inserisce nell’ambito degli interventi concreti che INAIL Emilia Romagna, Confartigianato Trasporti Emilia-Romagna e CNA FITA Emilia Romagna stanno attivando per raggiungere tale obiettivo1. Nello specifico, la proposta TI-Riguarda fase II vuole dare continuità al percorso di ricerca - intervento attivato nel 20082 sullo stesso territorio e che ha visto coinvolto un gruppo di circa 300 autotrasportatori, suddiviso per Provincia come da Fig. 1: Provincia Piacenza Modena Bologna Reggio Emilia Forlì Totale Percentuale sul totale 16% 28% 16% 20% 19% 100% Fig.1Distribuzione del campione TI-Riguarda Fase I La finalità generale del progetto (fase I) si è strutturata ponendo in luce la necessità di avere una visione integrata del comportamento alla guida, quale comportamento sociale, che mette in gioco le differenti dimensioni dell’identità dell’individuo, basandosi sulla teoria del Sé di Mead (1966)3 Partendo dai dati di ricerca4 per cui una buona percentuale delle cause degli incidenti stradali possono essere riferiti ai comportamenti scorretti da parte del conducente, nel progetto Fase I si sono posti in relazione i fattori di tipo psicologico e sensoriale (visivo-fisico) che maggiormente interagiscono con atteggiamenti errati alla guida, con elementi di tipo oggettivo (incidenti effettuati, Km annui percorsi, caratteristiche visive specifiche) che delineano lo stile di guida, fino ad indurre comportamenti pericolosi e a rischio. Si è correlato lo “stile di guida” del soggetto con un indice di propensione all’incidentalità (IPI), dato dall’insieme di fattori oggettivi connessi al chilometraggio compiuto e agli incidenti passati effettuati. Tale indice, infine, è stato posto in relazione con le caratteristiche visive del campione, per individuare i soggetti “a rischio” per i quali i deficit presenti nella visione potessero rendere particolarmente pericolosa la guida di un mezzo pesante. 1 Si sottolinea, a tal proposito, come i dati mostrino l’impegno attivo della Regione Emilia Romagna in termini di promozione della sicurezza stradale: grazie alle differenti e molteplici politiche regionali è stato favorito lo sviluppo di attività, piani programmatici e linee guida che prevedono percorsi di prevenzione, promozione ed educazione alla sicurezza stradale. Tra le principali attività vi è l’istituzione dell’Osservatorio per l´educazione stradale e la sicurezza che, oltre a svolgere un ruolo autonomo di ideazione, di progettazione e di produzione di programmi, di sussidi didattici e di attività varie, svolge un ruolo di consulenza e di collaborazione indirizzata verso vari soggetti sia pubblici che privati impegnati sul problema della sicurezza stradale. Inoltre, a fronte dell’emergenza segnalata in tutta la Regione, le politiche hanno inteso promuovere l’istituzione di un sistema a rete, attivato mediante varie forme di accordi e di intese (sia a livello nazionale, sia locale) con Province, Comuni, Prefetture, Ausl, ACI, Motoclub ed Imprese per rafforzare l´azione comune. 2 Pocaterra R., Casiraghi J., Bonomi P. (a cura di), TI Riguarda! Un percorso di prevenzione al rischio stradale per gli autotrasportatori, Milano, Fondazione IARD, 2009 3 Questa teoria descrive come l’identità sociale dell’individuo sia l’espressione di una molteplicità di Sé di ruolo che il soggetto mette in atto, in relazione alla situazione nel “qui ed ora”. Poiché il comportamento di guida rappresenta un comportamento sociale, tale teoria permette la comprensione dei differenti comportamenti alla guida che lo stesso individuo mette in atto, a seconda della situazione su strada, dello stato fisico ed emotivo, della consapevolezza delle proprie competenze alla guida, nonché delle condizioni ambientali in cui il soggetto stesso si trova ad agire. Sulla base di tale visione integrata della personalità, l’efficacia del percorso messo in atto si è legata alla capacità da parte dell’autotrasportatore di monitorare e valutare il proprio comportamento, destrutturando quelle che sono le sue convinzioni errate e costruendo un nuovo sistema di credenze e valori in ordine al proprio agire. 4 AA.VV., Rapporto incidenti stradali 2010, ISTAT/ACI, Roma, 2011 3 La ricerca compiuta ha potuto dare una prima immagine di una categoria professionale complessa ed articolata dal punto di vista dei fattori coinvolti nel comportamento alla guida: il campione intervistato manifesta una personalità alla guida particolarmente forte, che tende a riconoscere con difficoltà i propri errori alla guida (88%), attribuendo all’esterno, agli altri, la responsabilità di comportamenti inadeguati e a rischio; i comportamenti alla guida in molti casi non seguono le norme del codice della strada (il 73% supera sempre o spesso i limiti di velocità) ed esiste una convinzione di fondo diffusa di essere più esperti e capaci degli altri veicoli su strada (il 10% sembra definirsi come soggetto predisposto al rischio); emergono atteggiamenti negativi nei confronti del proprio gruppo di appartenenza, nonché verso gli altri utenti della strada, accusando i colleghi e gli altri soggetti di non rispettare le regole del Codice della Strada. Le stratificazioni effettuate, inoltre (età, esperienza, stile di guida, nazionalità e Indice di Propensione all’Incidentalità- IPI), hanno permesso di comprendere in modo più accurato il campione intervistato e di confermare alcune interpretazioni che l’analisi descrittiva dei dati aveva consentito di ipotizzare. In particolare: gli intervistati “più anziani” (66%) effettuano in proporzione un numero maggiore di comportamenti inadeguati, legando l’esperienza ad atteggiamenti automatici anche scorretti e a rischio ed attribuendo le responsabilità agli altri utenti della strada; anche il valore dell’IPI medio alto è in correlazione con atteggiamenti di alta autostima alla guida e più frequenti comportamenti rischiosi messi in atto (superamento dei limiti di velocità, messa in atto di più azioni mentre si è alla guida…) la percentuale del campione straniero (circa il 30%) rileva una correlazione tra IPI medio alto e valori culturali che influenzano il comportamento su strada (si citano come esempio le abitudini alimentari e comportamentali che hanno diretta conseguenza sullo stato psico-fisico alla guida); il campione degli autotrasportatori stranieri, inoltre, si distingue anche per un IPI medio alto correlato a lacune nella conoscenza del Codice della Strada italiano e ad un’attribuzione di significato esclusivamente strumentale nell’uso di un veicolo. Da ultimo, l’aspetto visivo del campione preso in considerazione non è sembrato risultare appropriato ad una categoria professionale che trascorre molto tempo sulle strade: sulla base del dato visivo, un terzo del campione in analisi ha dimostrato di non essere idoneo al rinnovo della patente (acutezza visiva e percezione dei colori) con la necessità di un intervento mirato al ripristino di competenze visive di base. Il numero dei soggetti non totalmente adeguati va aumentando se vengono considerate ulteriori variabili (per altro prescritte dalla nuova normativa5): oltre la metà dei soggetti analizzati presentava infatti almeno una competenza visiva alterata. Infine, come ipotizzabile, la correlazione fra il segmento degli intervistati con problemi percettivi e l’Indice di Propensione all’Incidentalità è risultato particolarmente forte (come detto la totalità dei soggetti con problemi alla vista ha un IPI medio alto). Se, da un lato, i dati emersi dalla ricerca rappresentano una continuità con quanto già iniziato ad esplorare negli anni, il dato di rottura importante è rappresentato dal target in oggetto, le cui abilità di guida rientrano necessariamente in quelle che sono le skills professionali (di base e trasversali): la conduzione di un veicolo pesante per circa 8/9 ore al giorno non può prescindere dalla consapevolezza di dover adottare comportamenti adeguati, nonché 5 DECRETO MINISTERIALE del 30 novembre 2010 (G.U. n. 301 del 27.12.2010), Recepimento della direttiva 2009/112/CE della Commissione del 25 agosto 2009, recante modifica della direttiva 91/439/CEE del Consiglio concernente la patente di guida. 4 strutturare un Sé professionale di ruolo che si fondi su atteggiamenti orientati ad una “cultura della prevenzione e della sicurezza” su strada. Gli studi evidenziano che i dati relativi all’incidentalità del sistema di autotrasporti sono soprattutto legati a comportamenti a rischio messi in atto dal conducente6: - la significativa quota di incidenti è tra le 22.00 e le 7.00 del mattino (circa il 18% del totale); - vi è un’elevata incidenza di scontri frontali e front-laterali (43% circa); - la fuoriuscita di strada è la causa principale, ed in crescita, degli incidenti in marcia senza urto, con una prevalenza degli incidenti su rettilineo (48% dei casi). L’altro aspetto a cui si pone attenzione è legato ai limiti percettivi: la maggior parte delle anomalie rilevate sono facilmente risolvibili con controlli periodici più adeguati e con la forniture di ausili idonei7. Alla luce di questi primi dati di analisi, la metodologia della ricerca-intervento, sottostante la proposta progettuale qui presentata, ha portato a compiere considerazioni di tipo prospettico, contestualizzando questa prima lettura del fenomeno con le riflessioni legate al cambiamento delle caratteristiche del gruppo professionale degli autotrasportatori, nonché allo sviluppo del ruolo stesso dell’autotrasportatore, sulla base dell’evoluzione normativa e degli aggiornamenti del settore professionale. Tali considerazioni partono dall’evidenza relativa ad una crescita continua della domanda di trasporto merci su strada, in quanto mezzo più flessibile e adattabile alle esigenze di qualità del servizio; i fattori che determinano il vantaggio competitivo dell’autotrasporto in Italia sono di carattere strutturale e non sembra possano significativamente modificarsi nell’immediato futuro. Un intervento di aggiornamento professionale di tale categoria, non può prescindere da tali evidenze, che legano la sicurezza su strada anche alla quantità di veicoli in circolazione. Partendo da tale dato, il modello proposto pone anche l’attenzione sulle modifiche che sta attraversando la categoria professionale degli autotrasportatori, in relazione alla presenza sempre più massiccia di autotrasportatori stranieri, che negli ultimi anni sono entrati a far parte del target di riferimento, connotandone anche il gruppo con caratteri nuovi. Alla luce dei primi dati emersi dall’indagine del 2008, la necessità di testare le abilità tecniche, le conoscenze del Codice della Strada italiano, nonché la capacità dei soggetti stranieri di “stare sulla strada” cogliendo le regole non scritte del contesto, rappresenta sempre più una priorità nella misura in cui essi assumono sempre più un ruolo rilevante all’interno delle aziende del territorio 8. La riflessione considera anche le evoluzioni normative che incidono sui caratteri di ruolo dell’autotrasportatore: si fa riferimento in particolare alla “Carta di qualificazione del Conducente” (CQC)9, attraverso la quale i conducenti dei veicoli che eseguono professionalmente l’autotrasporto di persone o cose, per i quali è necessaria una patente di categoria C/CE/D/DE, oggi possono esercitare la loro attività solo se in possesso della stessa. 6 Studi CSST, commissionati da IVECO-INAIL, nell’ambito di una collaborazione con il Comitato Centrale per l’Albo degli Autotrasportatori. 7 I dati evidenziano che tutti i soggetti aventi limiti visivi fanno parte della categoria con un Indice di Propensione all’Incidentalità medio alto, ossia hanno commesso nella loro esperienza di guida un numero di incidenti e di infrazioni superiori alla media dei colleghi ritenuti idonei da un punto di vista visivo. 8 Dal punto di vista psicosociale l’inserimento nel gruppo di nuovi soggetti porta inevitabilmente alla modifica delle dinamiche interne del gruppo stesso, in particolare in riferimento al senso di appartenenza personale all’in-group; al cambiamento dei processi di comunicazione tra i pari e dei codici di comportamento su strada: la “contaminazione” dei differenti stili di guida che tipo di influenza ha sulla percezione individuale dei comportamenti di guida a rischio e sul significato che ogni soggetto attribuisce al concetto di guida sicura? 9 Riferimenti normativi: Direttiva europea 2003/59/CE, recepita con D.L. n. 286 del 21/11/2005, entrata in vigore il 24/1/2006 Decreti attuativi 07.02.2007 pubblicati 05.04.2007 Circolare prot. 29092 del 27.03.2007 Circolare prot. 77898/8.3 del 10.08.07 5 In tutte le fasi del progetto si porrà particolare attenzione al target degli autotrasportatori stranieri, quale nuova variabile che interviene nella modifica delle dinamiche del gruppo dei pari10. 2. FINALITÀ GENERALI E OBIETTIVI SPECIFICI Alla luce dei presupposti sintetizzati, il progetto TI-Riguarda Fase II si pone la finalità generale di sperimentare un percorso di ricerca-intervento per l’elaborazione di un modello di formazione e aggiornamento permanente per la categoria degli autotrasportatori. Il modello consentirà ai destinatari di sviluppare quelle abilità di autovalutazione del Sé nell’ambiente della strada, trasferendo e sostenendo nel gruppo target una cultura della prevenzione e del rischio, fondata sulla modifica dei comportamenti alla guida. Nello specifico, il progetto intende attivare un modello integrato di ricerca-intervento che pone accanto alla rilevazione, all’analisi e al monitoraggio dei comportamenti di guida degli autotrasportatori, l’intervento formativo mirato sul bisogno emerso dalla categoria target: il percorso di riflessione/autovalutazione delle competenze e conoscenze alla guida da parte dei soggetti, si affianca a momenti di formazione specifici, che vanno a colmare le lacune evidenziate. Tale modello circolare di sviluppo e valorizzazione del Sé professionale di ruolo si propone di avere ricadute concrete anche in termini di prevenzione del rischio su strada, grazie all’interiorizzazione di comportamenti e atteggiamenti virtuosi alla guida. L’azione di analisi dei comportamenti avverrà attraverso l’implementazione di una seconda parte della ricerca già realizzata nel 2008, attraverso un questionario al fine di: • rilevare il bisogno di formazione del target di riferimento attraverso l’analisi delle competenze e di individuazione delle criticità; • monitorare il processo di formazione e la ricaduta di questo in termini di buone prassi; • valutare l’apprendimento delle competenze nel lungo periodo e la modifica dei comportamenti alla guida. Il percorso di formazione intende lavorare sulla consapevolezza del ruolo professionale, attivando un processo di: • riflessione sulle competenze/conoscenze necessarie per l’efficacia dell’attività professionale; • trasferimento di nuove conoscenze per migliorare la professionalità del target di riferimento; • aggiornamento delle competenze professionali per garantire la sicurezza su strada; • attivazione della motivazione intrinseca per dare valore alla necessità di un automonitoraggio continuo del Sé. E’ necessario che l’analisi e la formazione siano supportate dalla realizzazione di iniziative di comunicazione per: • far conoscere il progetto TI Riguarda – fase II e a questo fine verrà organizzato un seminario di presentazione che coinvolgerà le aziende del settore; • diffondere la conoscenza delle principali regole di comportamento alla guida e per questo si prevede la redazione di un opuscolo informativo multilingue. I modelli teorici su cui si fonda il progetto qui presentato sono mutuati dalla Psicologia sociale e offrono le chiavi di lettura per comprendere la relazione che il soggetto ha con il proprio contesto di riferimento, in un processo dinamico di messa in gioco del Sé. Partendo dal presupposto secondo il quale il comportamento alla guida è prima di tutto un comportamento sociale, è necessario porre attenzione ai processi psicologici e sociali che sostengono tale relazione; in particolare si fa riferimento: alle teorie del Sé (da Markus, 1977); alle dinamiche di gruppo e alle interazioni intra-gruppo ed inter-gruppo Brown, 1990; Sherif, 1972; Tajfel, 1985); alla teoria del campo sociale (proposta da K. Lewin (1951) e successivamente ripresa dalle teorie psicosociali più accreditate). 10 6 3. STRUTTURA DEL PROGETTO E SOGGETTI DESTINATARI DEL PROGETTO La proposta progettuale si struttura nelle seguenti fasi: Fase 1 – Elaborazione e diffusione di un questionario di ricerca L’implementazione della ricerca intende: fotografare la realtà della categoria professionale degli autotrasportatori nel loro contesto di riferimento (azienda, territorio, gruppo dei pari), attraverso dimensioni e variabili che aggiornano la prima ricerca realizzata quattro anni fa (ricerca quantitativa); attivare un processo di autovalutazione del Sé, da parte di ogni fruitore, quale strumento per iniziare il processo di modifica del sistema di credenze consolidato (intervento qualitativo). Fase 2 – Coinvolgimento delle aziende regionali di autotrasporto su strada attraverso un seminario di metà percorso Durante il percorso, un’attenzione particolare sarà data ai datori di lavoro delle imprese coinvolte, attenzione finalizzata al coinvolgimento attivo della categoria, alla condivisione dei risultati e alla presa in carico degli obiettivi di progetto. Fase 3 – Realizzazione dell’intervento di formazione Il percorso di formazione si innesta sull’analisi dei dati emersi dalla ricerca quali/quantitativa: l’intervento intende lavorare sulla consapevolezza del ruolo professionale, attivando un processo di: • riflessione sulle competenze/conoscenze necessarie per l’efficacia dell’attività professionale; • trasferimento di nuove conoscenze per migliorare la professionalità del target di riferimento; • aggiornamento delle competenze professionali per garantire la sicurezza su strada; • attivazione della motivazione intrinseca per dare valore alla necessità di un automonitoraggio continuo del Sé. Fase 4 – Diffusione delle informazioni relative a comportamenti corretti alla guida attraverso un opuscolo multilingua La realizzazione di un opuscolo multilingue che presenta informazioni necessarie per corretti comportamenti alla guida dovrà diventare un libretto di istruzioni che indichi come ci si comporta alla guida e quali sono gli obblighi previsti dalla legge. Sarà uno strumento di supporto alla definizione del ruolo professionale e utili al rafforzamento del Sé. Di seguito si descrivono nel dettaglio le fasi del percorso progettuale. FASE 1 – ELABORAZIONE E DIFFUSIONE DI UN QUESTIONARIO DI RICERCA Obiettivi Obiettivo della ricerca è, da una parte, la comprensione dei bisogni di formazione del target di riferimento a partire dall’analisi delle competenze e, dall’altra parte, il monitoraggio del processo di formazione e la ricaduta di questo in termini di buone prassi. Il questionario, infine, è finalizzato alla valutazione dell’apprendimento delle competenze in un periodo medio-lungo e delle modifiche dei comportamenti alla guida. Strumento di rilevazione è un questionario cartaceo per la valutazione degli atteggiamenti alla guida dei soggetti target. L’uso del questionario si configura con il duplice intento di essere Azioni/Metodi contemporaneamente strumento di ricerca e di intervento, articolandosi su un doppio livello di analisi. Da un lato, vi è il livello di indagine conoscitiva, attraverso il quale è possibile effettuare una mappatura ed una lettura del fenomeno in oggetto, trattando 7 e gestendo un campione con elevate numerosità: si prevede la somministrazione alla totalità del campione delle aziende di autotrasporto presenti sul territorio regionale e la diffusione a livello nazionale dell’iniziativa. Dall’altro lato, vi è il livello di intervento, attraverso il quale predisporre spazi e tempi di interazione e confronto per la messa in gioco del Sé: il questionario è pensato come uno strumento di formazione al ruolo professionale, nella misura in cui prevede la restituzione - in tempo reale - dei risultati della compilazione, attraverso un profilo di analisi delle risposte date. Tale approccio metodologico consente l’attivazione del processo di autovalutazione del Sé, necessario al cambiamento dei comportamenti. In tal senso, ogni azienda non solo avrà la possibilità di avere un fotografia del proprio gruppo di professionisti, in relazione ai comportamenti su strada, ma potrà cogliere l’occasione per attivare un processo di riflessione e valutazione al proprio interno, in riferimento a quanto emerso dalla compilazione del questionario. Inoltre, la finalità delle informazioni di feedback è quella di favorire il processo di autovalutazione, grazie alla destabilizzazione del sistema di credenze in ordine al tema del comportamento alla guida. Il questionario si riferisce alle seguenti aree di analisi: • le conoscenze del Codice della Strada • le competenze tecniche alla guida • le conoscenze del veicolo • il monitoraggio del proprio stato psico-fisico alla guida • le abitudini comportamentali dei guidatori stranieri/italiani • Le abitudini alimentari • il numero delle contravvenzioni e dell’indice di incidentalità Il questionario sarà diffuso tra: 1. le aziende di autotrasporto del territorio iscritte a CNA e Confartigianato 2. i partecipanti del progetto TI Riguarda fase I per la valutazione dell’efficacia a distanza di 4 anni. Si prevede la collaborazione attività delle Confederazioni degli artigiani regionali e locali per la distribuzione e la raccolta dei questionari. Tempi In seguito alla raccolta dei dati si procederà alla loro elaborazione e verrà prodotto un Report conclusivo. 7 mesi FASE 2 – COINVOLGIMENTO DELLE AZIENDE REGIONALI DI AUTOTRASPORTO SU STRADA ATTRAVERSO UN SEMINARIO DI META’ PERCORSO Obiettivi Il coinvolgimento attivo delle aziende rappresenta un pre-requisito fondamentale per il successo del progetto e per l’efficacia nel lungo periodo dell’intervento formativo. La sensibilizzazione dell’azienda agli obiettivi del percorso è condizione necessaria per una messa in gioco personale da parte dei soggetti coinvolti: il sostegno e la partecipazione dell’azienda sono determinanti per la modifica dell’ambiente nel quale il professionista lavora, contribuendo ad aumentare le motivazioni estrinseche. La partnership delle aziende diviene strumento di diffusione sul territorio regionale del modello di intervento, quale modalità di costruzione di una “cultura della sicurezza” tra i pari. 8 Dal punto di vista della composizione del campione, si darà priorità alla partecipazione delle imprese strutturate (40% delle aziende associate CNA FITA). Le azioni di coinvolgimento prevedono un processo di informazione attraverso un Seminario di metà percorso. Il seminario è funzionale alla condivisione: dei dati della ricerca realizzata nella prima e nella seconda parte del progetto TIR Riguarda; dei moduli formativi ovvero l’intervento di aggiornamento professionale che Azioni/Metodi verrà sperimentato anche con il gruppo dei datori di lavoro; dei supporti informativi ovvero delle principali informazioni da diffondere attraverso la realizzazione di opuscoli multilingue. Si prevede il coinvolgimento dei partner INAIL, Regione Emilia Romagna, Cittalia. L’organizzazione del seminario sarà curata da Confartigianato Tempi Tra novembre e dicembre. FASE 3 – L’INTERVENTO FORMATIVO Obiettivi L’intervento formativo è strutturato alla luce dei dati emersi dall’analisi quantitativa (somministrazione del questionario) e, oltre a trasferire nuove conoscenze e competenze tecniche, il percorso intende attivare uno spazio di confronto tra pari per lavorare sulla percezione di ruolo, da parte degli autotrasportatori. Dal punto di vista metodologico, il percorso prevede il coinvolgimento di un campione di autotrasportatori del territorio, selezionati tra i dipendenti delle aziende che hanno effettuato la compilazione del questionario ed organizzati in gruppi di formazione sulla base dei criteri di rappresentatività dell’universo di riferimento: età, esperienza professionale, nazionalità, territorialità, stile di guida. Il percorso formativo è composto da 3 moduli di 8 ore ciascuno e si prevede di realizzare almeno 3 percorsi completi. I tre moduli formativi si dividono in tre aree di intervento: area visiva, area tecnica e area delle capacità trasversali. Il primo modulo (area visiva) si basa su quanto è emerso nel precedente progetto che Azioni/Metodi mostra una significativa relazione tra scarsa visione e incidentalità. A tal proposito il campione verrà sottoposto ad un percorso di valutazione delle competenze visive necessarie alla guida, indagando modalità correttive a supporto di deficit nelle performance visive. Il secondo modulo (area tecnica) fa riferimento a quelle dimensioni legate alle conoscenze/competenze tecniche per l’aggiornamento professionale dell’autotrasportatore: - Aggiornamento sui cambiamenti del Codice della Strada - Aggiornamento sulle conoscenze relative al veicolo - Autovalutazione dello stile di guida (guida ecologica) Il terzo modulo (area delle capacità trasversali) prevede di attivare i gruppi in formazione in ordine a: 9 - motivazione intrinseca, quale attivazione della consapevolezza di ruolo professionale; automonitoraggio del Sé in relazione allo stato psicofisico e allo stile di guida; relazione tra ruolo professionale e differenza di etnia. Per quanto riguarda il target degli autotrasportatori stranieri, ogni area pone un’attenzione particolare alle specificità culturali: si citano come esempio la correlazione tra abitudini alimentari, assunzione di sostanze psicoattive e lo stato psicofisico alla guida. Dal punto di vista metodologico il percorso prevede l’attivazione del gruppo dei pari - peer education – attraverso role playing, simulazioni, focus group. Dal punto di vista della composizione dei gruppi in formazione, la metodologia prevede la strutturazione in piccolo gruppo (da 15 a 20 soggetti) composti – in presenza di autotrasportatori stranieri- da gruppi omogenei per etnia. Tempi 4 mesi FASE 4 – DIFFUSIONE DELLE INFORMAZIONI RELATIVE A COMPORTAMENTI CORRETTI ALLA GUIDA ATTRAVERSO UN OPUSCOLO MULTILINGUA Obiettivi L'azione di diffusione delle informazioni minime relative ai comportamenti corretti alla guida è pensata come strumento di supporto alla consapevolezza del proprio ruolo professionale per: offrire indicazioni precise su come si deve guidare; diffondere le Regole di comportamento che sono un obbligo contrattuale preciso degli autisti; fornire un memorandum relativo ai contenuti principali delle normative. Verrà redatto un opuscolo informativo multilingue, a partire dai dati emersi nella precedente edizione della ricerca. In particolare l’opuscolo dovrà contenere: • un “libretto di istruzione” di come si guida; • un’elaborazione delle “Regole di comportamento” che gli autisti debbono sottoscrivere al momento dell’assunzione; • le principali leggi, i comportamenti, i divieti e i contenuti del Reg.to Azioni/Metodi n.561/CE del 2006. L’opuscolo verrà redatto in diverse lingue a cura di CNA – Confartigianato. Per la distribuzione saranno utilizzati molteplici canali a partire dalla distribuzione gratuita on line. Una particolare attenzione verrà posta alle norme comportamentali e al tema della prevenzione degli abusi di alcool e sostanze psicotrope Tempi 7 mesi 10 Il progetto si propone di raggiungere i seguenti risultati: - definizione di un modello di ricerca e formazione per una guida sicura per gli autotrasportatori, con la standardizzazione di metodi e strumenti; - modifica del comportamento alla guida del target coinvolto, nonché delle relazioni aziendali (con particolare attenzione rivolta verso i partecipanti alla precedente fase progettuale); - introduzione di nuovi atteggiamenti di ruolo professionale degli autotrasportatori coinvolti. I soggetti destinatari del progetto sono i seguenti: CATEGORIA Aziende associate CNA FITA Emilia Romagna e Confartigianato Trasporti Emilia-Romagna RUOLO Destinatari diretti della ricerca, del seminario di presentazione, dell’opuscolo multilingue e destinatari indiretti dell’intervento Autotrasportatori delle aziende associate CNA FITA Emilia Romagna e Confartigianato Trasporti Emilia-Romagna Destinatari diretti della ricerca, dell’opuscolo multilingue, dell’intervento formativo e destinatari indiretti del seminario di presentazione Categoria degli autotrasportatori delle aziende associate CNA FITA Emilia Romagna e Confartigianato Trasporti Emilia-Romagna Destinatari diretti della ricerca, dell’opuscolo multilingue e destinatari indiretti del seminario di presentazione e dell’intervento formativo Aziende del territorio regionale e nazionale Destinatari diretti della ricerca, del seminario di presentazione, dell’opuscolo multilingue e indiretti della ricerca 11 4. L’ÉQUIPE DI PROGETTO CITTALIA - Centro europeo di studi e ricerche per i comuni e le città, la struttura dell’Anci dedicata agli studi e alle ricerche. La sua missione è accompagnare le città e i comuni italiani nel confronto con le sfide poste dalla trasformazione della società e dell’economia e nel progetto intende fornire il contributo degli esperti nell’ambito della ricerca e della formazione. Inoltre, la diretta relazione con le amministrazioni comunali di tutto il territorio nazionale rappresenta un valore aggiunto nella promozione del progetto, nel coinvolgimento delle aziende di autotrasporto a livello nazionale, nonché nella possibilità di trasferire il modello in altri contesti regionali, in sinergia con le politiche di sviluppo del territorio. L’équipe del progetto di ricerca-intervento verrà costruita prestando particolare riguardo alla multidisciplinarietà delle competenze, in relazione all’approccio metodologico che richiede l’integrazione di differenti expertise. 12