r /.- BULLETTINO SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA ANNO QUATTORDICESIMO Trimestre I. (Gennaio, Febbraio, Marzo 1882) ^-"*"" 'FIRENZE TIPOGRAFIA CENNINIANA NELLE MURATE a spese deg'li Editori 1882. (Pubblicato il 20 Maggio 1882) INDICE DELLE MATERIE CONTENUTE Ai Vulture ed — Cayanna G. Parte — Fanzago — F. R. — Cavanna G. Baddi — — Piccioli F. 11 — F. e — Cavanna G. Coleoptora — Hyraenoptera Cavanna G. — Vertebrata) , » 31 » 48 » 50 v 54 » 54 » 62 » 68 » 81 » 85 Polimorfismo e la Partenogenesi in alcuni Acari (Gama» lit.) Note entomologiche - 1° Lchia punclahis Curò a. Lepidoptera C. (con tav. — — F., Piccioli (GiGLiOLi H. E. e sidi), Orthoptera Hemiptera Gribodo G. ed Emery Berlese a. — Neuroptera Mancini 0. Selve di raccolti al Vulture, al Pollino od in Myriopoda Mac Lachlan e Cavanna. TI. Arachnidae Targioni Tozzetti a. e Stefanelli P. Curò a. Vulture ed al C. Caroti e luoghi dell'Italia meridionale e centrale: altri Simon E. al Poìlino. 1880 da A. Biondi, - Catalogo dogli animali II". QUESTO FASCICOLO - Narrazione della escursione fatta I''. al Pollino nel luglio del Parte IN Saggio di tiirrica Fab. - 2" Penfodon - 3" Et iella Z'mclìenclla Treits Villers. un Catalogo dei Lepiilotteri 88 d'Italiii: » 141 aggiunte alle » 151 JPiralìdlnc e Torfricine LETTERATURA ENTOMOLOGICA ITALIANA. I. CiACcio. struttura degli occhi che nelle Calabrie p. 156. — p. 155. Cloe dìptera della Nuovi crostacei parassiti p. 155. — IV. — 111. p. 154. — II. Riciiiakdi. Costa." Ricerche entomologi- Reuter. Ilecgeria, nuovo emittero europeo V. Berlese. Anatomia del Gryllus campestrìs L. p. 156. BllLLETTINO SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA ANNO QUATTORDICESIMO FIRENZE TIPOGRAFIA CENNINIANA Via abibellin.1 1882 li" 8. AL VULTURE ED AL POLLINO Parte e. Cavanna. - Narrazione luglio del della escursione fatta al Vulture 1880 da A. Biondi, due Fissata la partenza pel dì ci di 0. Caroti e G. sol ed al Pollino nel Cavanna. prerK^emmo quel giorno luglio, d'un strada ferrata che doveva condarci dente felicissimo I. tratto costrinse a breve fermata sulle Ma un a Eoma. rive la inci- incantevoli dell'Ar- denza, che lasciammo nella notte. Sulla strada, ad Orbetello, a Palo, a Civitavecchia, ogni qualvolta il treno si arrestava per qualche minuto, scendevo a battere col retino sulle piante delle siepi e dei margini della via; nò quelle brevi ricerche, fatte in quel modo, riuscirono del tutto per lungo tratto di via entravano a 4 o 5 per volta nella nostra carrozza, e cessai dal raccoglierne vane. Presso Palo, e le cicale {Tettigia orni) quando ebbi pieni i recipienti che avevo meco. Rapide ricerche furono fatte poi a Roma nel Colosseo, nel parco di Ca- serta, al Vesuvio ed all'Osservatorio Vesuviano. Nella sera di raercoledi susseguente (7), lasciata le spaziose vie della vedemmo Napoli, Foggia moderna, stazione di Candela, piena dei bagagli e 6 del giorno dopo poche ore la piccola da noi direttamente spediti Qui comincia veramente la nostra escursione. Sotto Capitanata, accomodati alla meglio entro 11 antimeridiane in poi, per lunghe ore alle il il colà. sole ardente della gran carrozzone della Posta, dalle vedemmo spiegarsi innanzi a noi basse colline argillose ed estesi piani deserti, riarsi, dove solo il cerulescente Car- dopatum eorymhosum Pers. e poche altre carànaceQ {Cardims pycnocephalus L., Onopordon vìrens D. C.) migliaia di XeropJiila, sfidavano dalle foglie spinose e rubeste, abitate il sole. da poi fondi, si alaternus di Annibale o non sia troppo ponte quest'altezza Terehinthus Ilex aqnifolium L., condotta ora poi collina, ora por vallecole o por burroni mostrava timidamente qualche altra pianta, scaglie di Pistacia Il una fianchi d' — molte sinuosità della strada in tratto, per le Di tratto dorso 4 alzavano basso bo- si Palkirus australis Gaertn., Jìhamnus L., ed un L., soffio d'aria fresca veniva a ravvivarci. Santa Venere, suU' Ofanto di profondo, segna dalla parte di Nord-Ovest il poco pro- stagioni in corte che è assai sebbene a pericoloso, confino tra la Capitanata e la Basilicata, ed al di là di esso apresi la veduta stupenda del Vulture. « Questo monte sorge isolato noi mozzo di un vasto altipiano ondulato, costituito in gran parte dalle sue vazione di 500 a eoo metri larga circa 20 chilometri, e si tramontana. La cresta uno più elevato a destra Vulture (1329 m.) detto pure Pìssuto di Melfi; indi seguono che offrono un varco più agevole all'interno del cratere, denominato Monte Michele alto 1263 S. ra. è il e poi l'ultimo picco sul mare. Il Pizzuto di Melfi torreggia brullo, roccioso, nerastro su tutto Solo il Una serie di valli radiali e di speroni Monte dei coni più bassi, dosso da una lussureggiante vegetazione di querele e è tutto rivestito ele- base quanta restringe in alto a soli 2 chilometri, è poi suddivisa in sette vertici, dei quali monte sopra una maro. Si solleva è la distanza dal picco di S. Michele a quello verso sinistra una media dejezioni, e che presenta sul livello del il a del di faggi. recinto. di gole e di burroni si di- collinari, stende fino alle falde del monte nella direzione di Atella, di Rionero, di Melfi, rigirando tutto intorno il Alle 6 pom. oravamo gruppo vulcanico all' ombra presso città, Le ricerche riuscirono pressoché infruttuose gliati e si come bruciati; a qualcuno aprisse sotto cattivi auspici, stanzetta piccola ma all' tentrione ad ascendere e so ma il : i il si vecchio Castello. terreni percorsi erano spo- malumore presto il si un poco calda ma dileguò. In sole del venerdì, e De Giorgi set- da Rionoro, non agio di visitare le cime più settentrionali; raggiungere in questa prima escursione. La piacevole e fruttuosa, specialmoiite intorno alle fontane dette dei Giumentari e dei Piloni. Reduci alle 3 pom., alle 7 li) una prima una guida prendemmo da facile Vulture. Risoluti a salire poi volle poco Melfi, e parve la campagna zoologico-bota- orizzonte, coU'aiuto di avremmo avuto qualcuna almeno la breve gita fu di noi il abbastanza pulita aspettammo ancora che fosse tutto sapevamo bene campanile di dello storico dopo, impazienti, intorno alla piccola nica » (1). C. Note geologiche sulla Basilicata. Lecce, 1879, pap:. 34. i nu- merosi campanelli dei nostri cavalli suonavano per la bella via che toccando successivamente, dal Nord al Sud, Kapolla ed greco Barile, giunge a Rio- il nero in Vulture e di là continua per Potenza. Due amene campagne giorni furono spesi nelle ricche ed producono ottimi vini. di Rionero che Nella mattina del 12, un po' troppo tardi, per un largo tratturo, rimontati lentamente verso N-N-0, girato a mezzogiorno principale del Vulture, lasciammo tratturo stesso al il dove trovasi una miserabile capanna da carbonai. alla vetta si stacca di piccole querele ( Varco che sentiero Il cono il delle Neviere, conduce da quel punto, attraversa una fascia arborea discontinua Q. cerris) e si perde nelle alte erbe del cono, che è coro- nato dal segnale geodetico. Presso la cima ebbi la fortuna di predare una giovane Vipera (V. as2ìis L.) con e vidi un sfuggirmi dispiacere altro ofidio, una ed molto lucertola, probabilmente la comune variabilissima Podarcis muralis, alla quale inutil- mente detti la caccia. Sotto le pietre, anche prima di giungere le coccinelle 7-pnndata {Cocc'meììa L. vetta trovai comuuissime alla Semiadaìia li-notata L.) che al segnale erano raccolte in numero enorme, parte morte, apparentemente dall' anno prima, parte vive ed accoccolate l'una sopra non ne mancavano sulle piante ; ma 1' altra nel solito delle coccinelle e delle loro modo : agglomera- zioni avrò occasione di trattare in altra occasione. Dopo avere allegramente divorato un del fertile paese che si stendeva vetta, osservata la all' ombra pezzo di pane e bevuto alla felicità nostri piedi, staccato per la Collezione (Sede di Firenze) un pezzo della trachite che costituisce del Club Alpino ed ai e di molti metri che ci temperatura che risultò 39 c' Sud ed al alle 8 /< ani di 21 c° al percorremmo al Sole, con rapidi salti separavano dalla capanna dei carbonai. Da la Nord i non questo punto, ancor più rapidamente, per certe scorciatoie, sulla cenere vulcanica che pareva eruttata di gemmo jeri, della quale ritrovammo poi tutte coperte le nostre carni, giun- alla fontana dei Piloni, estremo limite raggiunto nella escursione fatta da Melfi. Colà, po' all' ombra incomodati sioni che in breve La fontana quali si dei dall' acre raccoglie faggi, (il termometro al odore delle carboniere, sole si die' 1' segnava 45 e'), un assalto alle provvi- tempo furono consumate. che prende V acqua) il nome è fresca e dai j;i/om (vasche parallellepipede nelle perenne ; all' intorno cresce una rigogliosa vegetazione e sopra alcune piante feci delle importanti catture entomologiche. —G— Dalla fontana sempre discendendo (per 700 m. circa), dapprima pel bosco campi poi per l' coltivati humus danno a patate, che ottimo prodotto, salutata 1' vulcanica cenere nella della Scimmia, clic si erge sulla destra, ecco apparire cima di S. Michele, che in ordine di altezza è la seconda sommità da faggi ricoperta fin presso alla all' innanzi da potenti sproni in si stendono due laghetti. Oggi il convento è abitato soltanto guardie forestali, quasi tutte native del piccolo paese albanese. capo delle guardie, già avvisato, Il laghi ed i 1 nostra dimora. lone Quando si {Bombinator igneus lante, i lunghi e luna che udiva il Laur.), godevamo tetri corridoi, le celle il romantica posizione della la silenzio deserte, penombra, il suo Cristo menti di dolce mestizia. Allora ai nostri passi, le ci . le accompagnava canzoni nate tenero dei nostri in santi avvolti suoi e pel secoli fa. sentimento modulati alla meglio dalla soave, voce e gli suono che con essa guardie, Le melodìe più malamente strappazzate da uno ritraevano dal luogo e dall'ora un incanto senti- indefinibili rimbombavano cupamente delle Albania parecchi maestri, sebbene rosseggiando scen- e coi note dei nostri canti una vecchia chitarra strimpellata da una dalla illuminate ispiravano antiche volte od echeggiavano per e l'ulu- suo canto squil- col loggie le nell'edifizio, agonizzante, giorno il pranzo, preparato il lontano piccolo latrato delle volpi rompeva deva all'orizzonte, la chiesa incastrata nella Durante tre notti. specchiava sulla queta superficie dei laghi si da poche Barile e di stirpe di loro dintorni; alla sera, dopo alla meglio dalle nostre stesse mani, ai suoi ; accolse cordialmente. ci L'Abbazia fu nostro quartiere generale per percorrevamo mu- mezzo per grandi muraglioni. Sovrastano a picco roccie pittoresche ed aspre piedi Pizzuto secolari. ratura, protetto superiormente dagli scoscendimenti e dalle frane di il del Vulture (1263 m.), convento è un grande ed antico fabbricato irregolare, addossato alla base del Pizzuto di S. Michele, sostenuto di al- antica Abbazia di 1' Monticchio, appoggiata alle trachiti die formano S. Michele, o di Il mescolata detta Pietra urlante, alta roccia stessi di noi, capricci del erano ascoltati con piacere e non senza commozione. Più tardi ci vamo richiamati accoglievano certi sacconi alle ripieni sui quali era- come si poteva aspettavamo conveniva proprio chiamare pietosissima Dall'Abbazia, oltreché alle immediate stessi, le paglia, dure realtà della vita da piccoli esseri che esercitavano sugli intrusi antichi diritti naturali: sonnecchiando l'alba, che di vicinanze nostro dcerche furono rivolte anche dei laghi ed ai laghi un poco più lontano. Di buon mattino, nel giorno susseguente a quello del nostro arrivo (13) seduto sopra il un buon muletto, basto di Ero rimasto poco contento come infatti avvenne, Vulture e ritornai sulla vetta. rifeci la via del delle raccolte fatte lassù speravo e aumentarle, nonostante un fortissimo levante che non lasciava piena libertà di manovra. La vegetazione era rigogliosa minuta ed elegante popolazione Mostravano mophila e al sole ad altri Imenotteri, ciate, la correva muovevano a stento e la mi limiterò a Phalangium longicornìs ed non comuni, la d' immensi faggi secolari Biondi trovò le solite maggior parte (3). nuove pel mez- l'erbe mentre ed intrec- d'Italia, e tra le moltissime far menzione di due nuovi Opilionidi, Pali, e la Solo steli, folte Platycleis sepium. Sotto le pietre il BhapMdia 14 il due Nevrotteri e di ophiopsis Linn. Pizzuto di S. Michele, il piccolo viventi, e tranne pochissime tutte Stai., molti ragni, BuUminus Psam- cocuzzolo è nudo e co- colà miriadi di coccinelle, {Semiadalia li-notata L.) per la Ritrovò pure altri artropodi: la rari esemplari di forse Dasylohus Cavannae, il Mantispa perla I compagni, dal canto loro, ascesero perto (2) tra Cryptops sylvaticus, nuovo per la fauna specie di Artropodi raccolte il Gladioìus. parecchi Lepidotteri, Pieris, Colias, Melithaea, Leptophyes pundatissima il dei aurieularia L.). stavano in aguato sugli piedi, che si i di alzavano sulla si Dianthus, delle Silene, dei un Adela ed una GrapJiolita forficule (i^. saltavano tra cardi, che tutti disturbati dal vento cercavano smarriti un riparo. d' Italia, Numerose lunghe spighe dalle loro colori, assieme alle splendide CJirysis, alle i Argijfinis, Satyrus, zogiorno I verbasci (1). Ferule dal vasto ombrello, ed alcuni fiori gialli, le solita ammucchiate Forficula, lo sotto le pietre. Ctyphippus coeruleus specialmente Licosidi e Tomisidi. Il malacologo trovò dei una Vitrina e deWHelix pygmaea e proprio sulla vetta il tridens. Dirò qualcosa dei Laghi, senza preoccuparmi di quanto ne fu scritto prima da antichi e recenti osservatori, che il farlo mi condurrebbe a trattare argo- menti estranei allo scopo che mi sono proposto con questa semplice narrativa della nostra escursione. Rinviando (1) il lettore alla bibliografia indicata Biondi ha riconosciuto sul Cono del Vulture, tra le altre, le nelle seguenti specie: Dian- thus longiraulis Ten., D. barbalus L., D. tullurius Guss., Silene. echinata D. Can., S.viridi- L Bunium ftora , De Cand., Ferula longifolium Sch., V. (2) (3) Eryngium dilalalum Lam., Bupleurum aristatum Bert., Barellieri Ten., F. communis Des Font., Verbascum floccosum Wild. Gladioìus dubius Guss., virescens Jdela fibulella Fab. e Grapholita foenella L. Fra le altre piante si notano: Campanula -persici[olia L. ed Atropa belladonna L. dirò note, quasi esclusivamente delle osservazioni chf ho potuto fare coi pochi mezzi dei quali disponevo. Laghi sono I situati ad Ovest del Pizzuto cima principale del Vulture, ed occupano del De Giorgi (1. e. p. prossimo al monte quasi tre il ellittico, col secondo 36) è quale si trovano forma più irregolare maggior diametro ha 600 metri i La navigazione da N. a diretto di diametro. Sono tra un antica sui laghi loro separati ni. 800; men- da una lingua sopra la e patate, chiesa, coperti d'ellera e di sterpi. compie si con imbarcazioni delle tronchi d'albero scavati, dette piloyii, mossi da il ed un area S. che mostrasi dell'altro, maggior parte a grano, granoturco ruderi di Sud Ovest della di S. Michele, a fondo di quello che nell'opinione secondo cratere dell'antico vulcano. Quello più il è più piccolo e di di terra, coltivata per la il un remo primitive, corto detto jjaìa, che rematore immerge alternativamente a destra ed a sinistra di quella specie di piroga, che mi rammentava prima avevo percorso il Lago le analoghe imbarcazioni sulle quali un anno del Matese in Terra di Lavoro. I venti impe- ma tuosi sollevano onde alte due palmi, È il pilone può essere messo in pericolo il non quei tronchi scavati, che un brusco movimento mal solo dalle improvvise folate. Dei xnloni ve ne erano tre sul prudenziale Lago grande contenere un troppo piccolo per uomo ; adulto, stivarsi in entro troppi calcolato può capovolgere. eravone sull'altro ed infracidito uno tanto solo, che la navigazione era poco sicura anche poi due piccoli pescatori albanesi, de' quali parlerò tra poco, che erano costretti a cessare mare per gettar II di in tratto tratto dal re- fuori l'acqua entrata dalle falle. lago piccolo è più profondo di quello grande; in ciò tutti gli osservatori e le genti del luogo sono concordi; lago grande lo scandaglio, non ho potuto prendere misure. Quanto al immerso prima nel luogo che mi fu indicato come più profondo, poi in altri, segnò misure molto inferiori a quelle diPalmieri e Scacchi (anno 1851^, e per conseguenza ancor più lontane da quelle del pa- dre Tata (1777). Ebbi nel lago grande appena 9 metri e 50, mentre Scacchi e Palmieri lo trovarono di 16 ed il Tata di 39,50. Sembrerebbe che i laghi venissero rapidamente colmandosi per le ghiaje e la terra trascinatevi entro vede dallo spec- dalle acque. Occorrono però altre osservazioni perchè, lo si chietto posto in nota (1), gli osservatori che (1) Profondità dei Laghi. Secondo Tata, Grande Vili. » Palmieri e Scacchi, » De Giorgi, 1879 Cavanna, 1880- » sono (?) 1851. tutt'altro :«),50 Piccolo d'accordo; 45. » 16,00 >.^ :n. » 15,00 » 47. » 9,Ó0 » un —9— iuterriraeiito tanto rapido di bacini cinti ancora da monti boscosi non e di considerevole elevazione, quale lascerebbero supporre le differenze tra le cifre mi pare di Tata, Palmieri-Scacchi e le mie, temperatura dell'acqua differisce nei nuto come un emissario dell'altro, col a spiegarsi. Anche difficile due laghi. la più grande è infatti rite- II quale comunica sotterraneamente, ed allo scoperto per mezzo di un canale che attraversa la lingua di terra che separa i due bacini: dalle fatte osservazioni risulta che temperatura delle sue la acque rimane di poco inferiore a quella dell'ambiente. Nel lago piccolo invece sembra rimanere costantemente 10 od 11 C. ai sgorgano acque che alimentano entrambi, sima parte dal Pizzuto dei piccoli pescatori di S. ha il e Dal fondo che devono provenire per la mas- Michele. Le acque del lago orientale, che a detta fondo nudo, non ricoperto da vegetazione come ho verificato nell'occidentale, raccolte alla profondità di pore stittico sensibilissimo, che le 30 a 40 palmi hanno sig. Pallottino di all'analisi, posso aggiungere in proposito. Del re- arrivò a Firenze rotta; nulla dunque il destinata sa- me guide qualificavano sotfigno, e che a parve ferruginoso. La bottiglia che conteneva l'acqua sto quest'ultimo di Rionero mi assicurò che erasi già occupato di altri questo fenomeno. Le bacini dei fanno bentosto : Laghi, forse essere addotte delle forze vulcaniche nel distretto. Dal mezzo della curva occidentale Corso si essere molto variabile notizie di grandi alterazioni avvenute in epoche storiche e ri- come prova della recente cessazione il i non sembra da Paulino Tortolella, alterazioni che potrebbero ferite • estese, che profondi. 11 livello dell'acqua hanno però si non sono molto rive dei laghi meno più che pel Varco Lago grande del della un esce attraversato Creta, Monticchio, sbocca nell'Ofanto quasi rimpetto al bosco di ed alla confluenza del Laosento, all'Isca dei Cappuccini, emissario, il Pietra per la bosco di Palomba destra del fiume. I Pesci che vivono nei Laghi sono tinche {Tinca vulgaris) i cui giovani sono chiamati cacciuotfoU ; una specie di Leuciscus {L. vuUurius) detto sardella e 1' Anguilla La pesca (-4. Barile, che abita con tra i vulgaris). per un tenue canone annuo due bacini. Durante trovavasi sul è conceduta ad un due suoi nipoti una miserabilissima il soggiorno all'Abbazia, nostro luogo; v'erano però i due il Lago grande: la il pescatore fanciulli dai grandi denti sempre e pieni di vita e di intelligenza. più volte pescatore Affidati ingenua franchezza, le di capanna situata a loro risposte non occhi, sorri- percorremmo giudiziose, la — — IO conosceuza che avevano dei laghetti, c'inspirarono manifestammo viva simpatia, che modo che per in quel qui quei noi amore sostenute sandoli cioè largamente delle fatiche con Si pesca collo nasse, per una fanciulli poteva, compen- si in prò nostro. dette mortivelli, ed anche all'amo, col quale prendoiisi pesci più grossi. Il prodotto, che conservasi nelle acque del bacino occidentale entro recipienti di zinco bucherellati, più abbondante Lago nel grande, di pesci di maggior volume nel piccolo, vien venduto con tenue gua- dagno a Aggiungerò che mentre Barile, a Rionero ed in altri vicini paesi. sardelle e le tinche si pescano tutto l'anno, le anguille maggio nei mesi di si e di giugno; i pescatori ci dissero che negli trattengono invisibili nel più profondo dell'acque. di essere trovano si le soltanto altri Questo asserto mesi merita meglio esaminato. Gracidano nelle acque miriadi di ranocchie (liana esciilenta L.), spesso la superficie nei piccoli seni s'increspa per le spire veloci della natrice [Tro- pidonotus natrix non mi fu tori L.). possibile averne, ed ignoro a quale specie appartengano. I pesca- ne trovano prese nelle nasse, ma lontre, e nella notte si ode talora presso lo rive, in traccia di preda. ricca. Sugli steli specie di ma Vi sono anche delle salamandre acquaiole (Triton) umidi delle tife, di rado. Sono abbastanza comuni le rumore che fanno guazzando nelle acque, il La fauna invertebrata delle canne, delle Molluschi (1) ed a centinaia brulicano è ben altrimenti IriSy vivono parecchie le larve dei Libellulidi che rotto poi l'ignobile involucro solcano l'aria coi loro corpicini snelli, le loro ali In una grossa specie, raccolta iridescenti. Lago grande, mentre volava sciuto VAnax formosus V. pieno mezzogiorno in mezzo al di ha instancabile, l'amico Prof. Stefanelli d. Lind.; altre specie, delle quali si ricono- potevano raccogliere la sera, immobili sulle piante, migliaia d'individui, vennero terminate dallo Stefanelli per PhUycnemis Agrìon tencUum Dev.; A. elcgans V. Pirotta, e VAnax formosus pennìj)es Pali. d. Lind.; sarebbero nuovi per quest'ultimo, il lista delle catture fatte, che ai quali questa verso nord fino a ritornare alla (1) Caroti un altro mi il Ma non farò qui una sono indicate al loro posto nei cataloghi narrativa serve di prefazione. I Laghi sono cinti ad oriente tui, secondo Napoletano. Mi riuscì di prendere anche una Crocothemis erythraea Brulle. lunga (= de- lacfeum Charp.); dal Pizzuto, come dissi; girando montagna nominata, dalla Serra Faraona indica Planorbis umbilicatus, Limnaea peregra e L. Aucijlus di là, da studiarsi, e la Succiiica meyalonixia. lagotif; Àncylus e ta- — dai- territori di Capo — 11 di Volpe coltivati, e dalla Mancusa dei Faggi, boscoso appunto coperto da faggi mescolati ad altre essenze : luogo oltre alle piante acquatiche, scendono alle rive, parlo del lago piccolo, alcuni castagni e nocciuoli che nascondono sotto le loro folte ombre piccoli seni ove l'acqua si im- paluda cupamente verdastra sopra una melma puzzolente, attorno •d'alberi marcescenti, e ricoperta tamogeton rauco e monotono zione, dalle rive nel mattino (2), dai Ninfee V'è pericolo di detriti di un certo periodo luglio il Sebbene e pesante. prendere di prime pioggie autunnali si che fanno udire spesso ingombri seni una nebbia grave corre tra gli ultimi il gli aironi e dei Po- i le febbri ed ma (3) ed ortiche, s'alza Laghi si trovino a 652 m. ma- miasmatiche nel breve tempo che primi dell'agosto ed i loro grido loro dintorni sono infetti dalla pericolo si dilegua. sono acclimatati; i il vegetali in decomposi- dove crescono lurido gigantesche cicute sul livello del mare, per l'Abbazia a tronchi (1). Dai canneti dove albergano laria. qua e là dalle foglie delle Ora i il settembre; alle guardiani che abitano più quali meno, tutti, quali hanno pagato loro tributo al clima. Presso al Convento fornisce si trovano due fontane; una più abbondante, acqua né molto fresca né molto buona, scarsa, che accenna a disseccarsi. vive il Ma Entro l'altra, assai ma migliore alle pozzanghere vicino le sue ombre foltissime, che ma alle fontane Bomhinator igneus Laur. il vero bosco di Monticchio, con impenetrabili era ancora un mito per noi, che le sue forre desideravamo vedere anche i famosi bagni di Padula o di Rionero. Prima di tornare a Rionero fu deciso profittare di un gentile invito del Il 15, nella un bravo lombardo lan- Sig. Avv. Tini, ciato con la sua famiglia nel mezzo ad un bosco della Basilicata. mattina assai per tempo, per una viottola che può conside- rarsi parallella al Corso dei Laghi, attraversammo buon tratto bosco. Giunti al Varco della Creta, nel qual punto il del celebre terreno vulcanico lascia (1) Coli i picciuoli fistolosi delle foglie di ninfea, lunghi fino 2 e 3 metri, le persone al nostro servizio improvvisavano dei tubi per le loro pipe. Il fumo, traversando le trabeccole del tessuto, giungeva freddo alla bocca del fumatore. (2) 11 14 riconobbi V Ardeola rallcides L. Nei laghi, sulle rive e nei dintorni, Biondi trovò: EpUobium hirsutum L , Scrophularia aquatica L., Alnus glutinosa Wild., Salix sp. ?, Alisma plantago var. lanceolata. Carex divulsa Good. Ceratophylluin deinersiim L. Polainagefon natans L., P. pectinatum L., (3) P. crispum L. Myriophyllum vcrticiUatuin L., Tipha latifolia L., Sparganium ramosum Huds., Cyperus longus L., Phragmitis communis L., Lysimachia vulgaris L., Conium maculalum L., Cnidium apioides Spreng. Castanea vesca L., Coryius avellana L., Fagus sylvalica L. — il posto ai terreni Sud por un salire il Tra quelle chio. — 12 marmi sedimonto, ed affiorano di bianchi, dumi muschi, e di un morale del malacologo, il rapidamente Bufo vulgaris (1), che godevano si il fresco L. ralloìdes L., raggiunto il botanico raccoglieva Lavatera mìcrantha var. il Laghi, sempre pel bosco Bagni rinomati, noti cer- profondamente se- Là un Anguis della varietà pantJierimis ed Rifatta la via, mentre lutea ma vennero alla luce Clausilie, Hyalinie, Campylaee, alle rovine polti nel terriccio protetto dalle pietre e dalla folta vegetazione. Digitaìis appena alto diapason. Tutte le carduaceo della vetta, alta ed altro specie di gasteropodi giovane sua e la 722 m., erano ricoperte dalla Helix variabìUs, specie comunissima; cando por entro verso Montic- colle incoronato dalle rovine dell' antico Castello di pietre coperto di po' depresso per la scarsità dello raccolte, si rialzò gioia raggiunse prendemmo Ten., D. ferrugìnea L.. ambìgua D. C, Euphorhìa Varco della Creta od attraversato fummo ai un raccolsi fragilis L. il co- Corso dei ai Bagni. Eoraani che avevano edificato uno stabilimento; vi Evo Medio, come da antichi scrit- tori; illustrati poi di recente, tra gli altri dal sig. Ballottino, di Eionero, che in notissimi anche ed adoperati nell' una nota ne ha volle farci tracciato la storia, la composizione e la efficacia. L'avv. Tini assaggiare tutte quelle acque. acidulo-ferruginose lottino (2). Non ; la Sono ferruginose od acidule od loro temperatura varia da 19 a ne mancano di ricchissime di sali eh' ratura assai più bassa della (1) risulta minima indicata 21^; io trovai secondo Bal- ad una tempe- dall'egregio chimico di Rionero. Helix planospira var. cnlabrica, Byalinia olivelorum var. iclcrica. Pcrrotti. Napoli 1876. Intorno al Vulture, alla sua regione, ai prodoUi, alle acque ec. si possono consultare con profìtto le seguenti opere, clic in parte mi sono state indicate dalla cortesia dell'egre(2) Pallottino F. Le acque minerali di Monticchio. Stab. gio sig. Pallottino. Tata. Lettera sul monte Vulture. Napoli, tip. di 1778. Melagrani G. Manuale geologico ec. Napoli, 1809 Fonseca. Peregrinazione geologica nella Lucania. Napoli, 1844. Osservazioni geognostiche sul Vulture, Napoli. 1846. Daubeny. Narrative of an escursion to the Lakes and to mount Vullur — Oxford, 1835. De Carlo. Il Vulture e Monticchio. Napoli, Montani. Descrizione fisica e etc in 1831. 18DI. geologica del Vulture. Napoli, 1844. Abich. Geologische Beobach. iiber die Vulkan. europ. Braunschweig, 1841. Tchichachcff. Coup d'oeil sur la coustitution geologique des proviuces meridionales du Royaunie de Naples. Berlin, 1842. Tenore e Oussone. Peregrinazioni. Omnibus, Gior. napoletano, 1 setteintire 1838. e seg. Paci. Relazione dei terremoti di Basilicata. Napoli, 1851. Palmieri e Scacchi. Il monte Vulture. Napoli, 1852. Terracciano. Florae Vulturis synopsis etc. Basile. Idroterapia ed acque mineriili di Monticchio in U.isilicata. Barletta, 1878. — anonima per la Società Sebbene 13 — la vendita dei beni demaniali abbia co- struito alcuni edifizi in legno e fatte molte migliorie, tuttavia sono piangersi gli ammalati costretti ad abitare il paese di Rionero, che ha mostrato florido resistemmo, a malavoglia, mal avere iniziativa ed energia non d' all' girato monte il al Sud, eravamo percorremmo a passo sbocco di Valle grande a Rionero, sopra famiglia del sig. ritorno di di carica il una strada che spesso piccoli ponti di travi e di fascine, burroni Tini, di prender parte ad una caccia invito fattoci ed al Capriolo, ed alle 5 pom. al Cinghiale là, da com- custoditi e (1). Ospitati al Casone, poco Itingi dai Bagni, dalla Di mal casotti un miglior avvenire, ed a questo dovrebbe pensare riparati. Il luogo merita comune in ed ai Laghi. tratto dallo con varca, enormi fessure che rendono tanto accidentati quei terreni. Monticchio appartiene oggi alla Società Anonima per la vendita dei Beni demaniali : venduto ad una delle tante Società che pullullarono ad un tratto come funghi nel nostro paese, e che per la maggior parte fallirono, tornò essa per inadempimento d' obblighi da parte del compratore L' essenza forestale più importanza economica è numero non Il (2). abbondante in Monticchio, V unica che cerro; il non mancano castagni, ad ma aceri, abbia il loro è molto rilevante (3). giorno susseguente fu destinato al riposo. Accomodare le raccolte, met- tere al corrente Pallottino F. e i giornali e la corrispondenza, rifare casse e bauli Tamburini N. Le acque minerali della Francesca, presso Rionero iu Vulture. Tip. fratelli Testa, Napoli, 1878. Pallottino F. Il Vulture e la sua regione vulcanica. Seconda edizione. Boll, della tipograI", 1880. Stampato in Rionero nello Stabilimento sezione alpina lucana, voi. Torquato Ercolani, fico di (1) Una Banca 1880. popolare da poco tempo creata in Rionero è già prosperosa e me- proposta a modello dai migliori nostri economisti. Potessero cosi sorgerne molte nel mezzogiorno, a combattere 1' usura che soflFoca in molti luoghi ogni germe di miglioramento! Molte altre istituzioni utili esistono in Rionero, e sono prova della concordia nel bene e della energia degli abitanti. Non aggiungo altro, che potrei essere tacciato di adulazione verso i principali del paese, che ci furono cortesissimi, i ritò d' essere quali ben sanno il molto fatto non essere che un arra di quel moltissimo che rimane a compiere. Debbo qui ringraziare specialmente il Sindaco cav. tino e Plasteuo le cui bontà non dimenticheremo. (21 Pierre ed i sigg. Pallot- La tenuta affitti etc. ci [ti detto che tra le fide di animali, diritti di allegnare a legno morto, rende circa 80000, che non bastano alle spese di Guardie, Amministrazione, mantenimento etc. (3) Ulmus campeslris L., Castanea vesca Gaertn., Fagus sylvalica L., Quercus cerris L., purpurea L., Q. robur L., var. sessiliflora Sai., Ostrija carpinefoUa Scop., Salix alba L-, S. Conjlus avellana L. — ecco il riposo. In tutto questo faccende, testa, braccia, un momento, quando, e fu giustificato 10 poro., alle rammenta forse — 11 i si un momento arrestò un vecchio Potenza. di in Atella per prendervi brontolando sparve subito nel suo antro, mentre i Al Carmine d'Avigliano fermò ad un casolare gambe il rattrappite. le al lettere conduttore e non ci quando la posta si parve vero mettere un notte era limpida, il luogo elevato la regione intorno a noi, in quella quiete solenne, appariva tanto bella ispirare il ma poeta Presso Avigliano il si tra noi poeti non ve di Avigliano hanno fama etnologica ed estetica rimase pienamente e da n'era. fece giorno, ed alla luce capo dagli sportelli per vedere la gente che Le donne a cavalli riprendevano la loro corsa. cavalli, La sveglio con un lumicino agoniz- fresco si faceva sentire, e cambio dei pel umano L'unico essere lurido, che sbucato zante dal fondo di una tana, porse le dette tutti tre dove nacque l'antica farsa nulla posso dire; bujo pesto vie, silenziose e deserte. quell'ora tarda era moto si un carrozzone blindato che nel fondo di tempi dello sventurato Murat, trascinati sulla via la posta: della città po' in gambo non ebbero tregua sospiro di sodisfazione che trovammo, ci Quella carrozza-mausoleo per quelle strette il si ancora incerta sporgevamo recava alla campagna. di bellissime; sodisfatta. la nostra curiosità Il carrozzone fermò si nel bel mezzo della Piazza, vicino ad una grandissima tone, dipinta a colori vivaci e piena d'immagini devano in piedi molte baracche, ed suolo all'intorno coperto da legni, canne, il edicola di legno e car- di santi. Per la piazza si ve- brani di carta annerita. Erano gli avanzi della festa, della fiera e dei fuochi artificiali del giorno antecedente. In mozzo a quel pittoresco disordino era un viavai di donno dallo linee purissime, il carnato di latto e rose, le curve delle spalle e del seno quasi scoperte, eleganti, gli occhi bellissimi, l'aspetto modesto. Eaccolte sotto il tempietto, inginocchiate, prostese innanzi alle im- magini mormoravano preghiere. Nel costume aviglianese testa ma purtroppo un decimetro, tura si fa modificare e torso fianchi spariscono sotto i cinto alla vita, o che sostiene le gonne, di dondolante e goffa. Ci fu detto di il con sono vestiti un ampio cerchio costume e delle abitudini. Ma e, che andarono falliti molta eleganza, orizzontale, modo che corti tentativi fatti in dinnanzi alla forza della tradizione abitudini e tradizioni forse Augurando Venere l'anda- paese per non si sosterranno a lungo contro l'opera livellatrice d'oggi, che tendo a far scomparire quanto singolare, di originale, così nei sentimenti largo come negli v'è di usi delle varie regioni. propizia agli Aviglianosi, che la bellezza è forza nella — vita, si riprese cammino per il curve brusche e repenti, per 15 mezzano dei nostri Myoxidi, (1), bellissime a vedersi sul verde in abetina bella presso la quale raccolsi Myoxus il una ed attraversare le spoglie Viene poscia una bella nitela. regione di colline coltivate a vigneti, sparse multicolori, casette di piccole piena vegetazione. Se ben ricordo, delle viti in poco più tardi, dopo 10 ore di carrozzone, alle 8 a brevi tratti la strada che scende tutta risalire poi proprietà del Principe di S. Antimo del — i cavalli battevano il sel- ciato di Potenza. Nome Potenza! piccoli del Kegno luoghi dove diventato uno spauracchio per tutti d'Italia, scrive rapidamente, come si modo per giudicare rettamente e non hanno ugual fama. Chi viaggia impressionista; non ha ne faceva noi, è grandi travet caro amico Fittipaldi (2). Eppure vi sono il sta assai peggio e che si i il paese, delle vere condizioni del tempo ne il ch'egli vede per così dire attraverso agli uomini coi quali per avventura s'incontra. Ap- pena potevamo sperare un prisma migliore che mostrava si e una metà sotto (3). tro di un confinante con della popolazione La sei provincie, abita sopra pendio. Gli abitanti che una provincia bagnata da ha appena 20,000 il livello del abitanti; circa suolo, metà l'altra da un capo all'al- 1000 metri, e da essa divergono piccole viuzze in vivono' nei infette nelle quali l'occhio si spinge parte, e per di strada principale, detta via Pretoria, corre colle per circa vere sotterranei, a malavoglia, buona fortuna loro passano i luridissime tane sono coltivatori nano e di pozzi neri, giorni all'aria aperta. Alle cattive provvede natura: fuori e fluitano le immondizie stituiscono così, almeno in parte, il ed la più condizioni igieniche prodotte dallo agglomerarsi della popolazione, dalla canza di fogne e rivelavano col loro vero colore. Potenza, centro amministrativo e politico due mari la sorte, luce rosea, anche quelle che erano una cose tutte sparse di le nere troppo e che sotto al roseo di quello che ci offrì i veuU accumulate o depositate nelle vie servizio di pulizia assai man- pioggie trasci- e le e so- manchevole. Ma chi voglia particolareggiata descrizione della città può trovarla nell'opuscolo e vi raccolsero parecchie specie ultime ricorderò: Inula BcUenium L., Physospermon acteaefolium Presi., Digilalis ferruginea L., Euphorbia coralloides L., Sesleria elongala L., PMomis erba-venti L. Caroti trovò, oltre una specie di Daudebardia, V Hclix nemoralts (1) Da Potenza i compagni visitarono quest'abetina di artropodi e di piante: di queste che avrebbe qui la sua stazione più meridionale. (2) E. Fittipaldi. Potenza e l'alto bacino del Basente. pina lucana n° 1. Potenza 1880. (3) Fittipaldi, 1. e. — Bollett. della Sezione al- — f,'ià citato. Alcune del ore nostro k; — tempo furono spese a visitare i locali delle scuole, e più che altri (luolli della Scuola tecnica, che è fornita di .suppellettile scientifica, so ai bisogni dell' non esuberante, per La insegnamento, ed in buonissimo stato. d'essere collocata in un edifizio più decente una certe materie almeno, sufficiente (1), e scuola meriterebbe dove potessero trovar posto e svilupparsi lo raccolte, relativamente gi;\ notevoli, di roccie e fossili della provincia, iniziate per cura del Fittipaldi, al quale si deve puri^ l'impianto o l'andamento regolare un Osservatorio meteorologico di di molta importanza, che trae materiali anche da parecchie stazioni secondarie, e fornisce notiiie Bradano, del- sulle vicende atmosferiche dei quattro bacini, del Basento, del l'Agri e del Sinni. Era nostra intenzione costituente mata che è bianca con nuclei di andò fumo in e ci silice; ma attaccammo ad un nordico della olissi fuoco di Fittipaldi, ci recammo prietà, dello stesso sig. Cortese, progetto, per varie cir- il altro. giorno seguente, verso sera, invitati dal compagnia il bacino del Basento, e che spinge a 1723 m. la sua cima for- di calcarea costanze, Il il salire l'Arioso, sig. Emanuele Cortese ed una casina ai piedi dei Foi, in i)i di pro- a godere un po' di fresco ed un ampia cor- dialissima ospitalità. Ora seguendo chi non è il letto del fiume, ora strade e viottoli poco piacevoli cavaliere, la cavalcata giunse, coll'oscurità, alla graziosa vil- buon letta, fuori della quale rimanemmo, aspettando la cena, monte che era un all'aria fresca del sollievo pei nostri polmoni, ascoltando dal anni devastò la provincia e le pascoli qua geodetico. Non e là popolati giungemmo dirò dell'ampio ospite Puglie limitrofe. Col sole, abbandonati a fatica ottimi porto a qualche lodoletta, nostro che per molti la narrazione di alcuni episodi di quell'orribile brigantaggio Sempre per a letti, da mandre col Fittipaldi di bovini, salimmo vidimando alla cima, ove trovasi un ai Foi. il passa- piccolo segnale panorama che avevamo dinnanzi e che si ri- solveva in nodi inestricabili di montagne, le quali coi loro profili tanto diversi rivelano la loro diversa natura e costituzione geologica e litologica. Fittipaldi (1) Conosco troppo poco la Scuola tecnica per proporla a modello; ma ne so quanto basta per au^jurare che altre scuole secondarie da me visitate, e che non nominerò, giungano a livello di (luesta. Ora ve ne ha di tali che fanno vergogna ai Municipi che crearono, agli Insegnanti che le reggono: maggior vergogna poi tocca al Governo che improvvidamente ha permesso sorgessero senza i mezzi necessari e che le sussidia sjirecando danaro ed autorità, e prestandosi a mistillcazioni che non lianno nome. le — ci indicava successivamente tutte vammo le la rupe di Sicignano, che sul paese dello stesso — 17 maggiori si alza, nostra tenda, mi misi attorno al segnale, mentre sua forza a perpendicolo sulla testa. Ampia due Platycìeis {montana quella vetta la momento all'ombra ma non si sotto e grisea) a muovevano un si romorosamente il ci i si e del Pro- Phalan- colonie quelle punteggiati di prendevano In poco tempo all'intorno. l'erba, alla lettera rosseggiavano. compiè per la stessa via, fini e ma in silenzio; il caldo toglieva gambe, aumentata dalla fame al pranzo, e sopratutto latticini ai leo- prodotti profumati dei Foi, e che mi ricordarono per la eccel- Monte Cairo, dell'Aspro- Matese. Le regioni del mezzogiorno contengono sotto quest'aspetto una sorgente di ricchezza considerevole, oggidì trascurata. freschi possono rivaleggiare coi migliori di altri luoghi, cati ì {Semiadalia li-no- disturbate, lenza loro quelli celebri del Catria, della Majella, di monte e la lunghe gambe piccoli corpicciuoli rosso gialli spandevano aiutò a far onore da quei pascoli loro insìdie su (1). ogni energia che non fosse quella delle nina che le istante gli uni sopra gli altri, poi tutti volo e le pietre, la tenda, Il ritorno si le loro migliaja, potrei dire a milioni: mettevano in movimento; nero, avevano : sassi erano raccolte le coccinelle i della sole batteva con tutta la Lycosa radiata, molto numerosa, VEpeira gigas g'mm {propinquum H. Lucas) tata), il fu la messe di Coleotteri; di Or- stheslma serotina; sulle erbe vagavano con Anche qui grigio, a picco nome. Desideroso di raccogliere, appena riposato un totteri ebbi lungo tempo osser- vette, e per immenso muragliene i Mentre i formaggi, latticini fabbri- ancora con gli stessi metodi adoperati nella più remota antichità, possono neppure, fatte pochissime eccezioni e di nessuna importanza mica, essere messi a confronto coi più mediocri ora in Purtroppo la pastorizia è accolti commercio. laggiù in decremento manifesto, e chi conosce condizioni dei luoghi, se può aver presenti tutti i non econo- le mali che tale diminuzione porta seco, mal può immaginare provvedimenti adatti per rimediare al triste dovuto a molteplici cause, non tutte provenienti dall'uomo stato, ste alla A sig. sera, con un fresco delizioso, fatta breve sosta Leonardo Cortese, fratello del nostro glio le migliorie fatte ai suoi beni e ci (1) o sottopo- sua volontà. Anche su questa Ann. XIV. vetta Caroti trovò il ospite, che in ci una proprietà del mostrava con orgo- esponeva futuri progetti, tornammo a Buliminus tridens. — Potenza, che 18 — nostro naso scoprì da lontano, dajjli eflluvi indefinibili che lo il colpivano Al 21 eccoci costretti ai soliti faticosi proparativi di partenza : alle 9 % della sera la Posta ci staccò dai nostri nuovi amici (1). Della via percorsa nella notte nulla dirò. Stanchi e sonnacchiosi ci pre- paravamo con un po' di riposo alla giornata, che doveva essere faticosa. % Alle 5 ci Nella piazza del paese erano colle Tricarico. apparve sul suo pronti muli e cavalli (2), che dovevano condarci lungo zione ferroviaria di Grassano. Caricate carrozza, Qui le bestie scendemmo subito nella vallo. Basento largo il è assai il Basento alla Sta- coi bagagli tolti dalla sue rive, rotte e frastagliate, scendono le ; da soma quasi sempre rapidamente nel letto di sabbia e di ghiaja; Grassano, Grottole ed altri paesi guardano che dominano questo tratto della dall' alto dei colli vallata, lo loro stazioni ferroviarie, spesso edificate sulla riva opposta del fiume, assai lontane: non strade buona stagione gione cattiva : fossi fangosi; rotabili, non ponti immaginare ò difficile . . . Percorrendo questi luoghi nella le difficoltà che s' incontrano nella sta- allora le strade, rotte dallo acquo, invase dalle frane, divengono il Basento corro minaccioso, largo massa liquida raccolta nel suo con la enorme e profondo, bacino esteso e labirintico superiore : spesso per parecchi giorni le comunicazioni sono interrotte. I pronostici paurosi che una persona incontrata pochi aveva elargiti con molta sicumera, sebbene apprezzati come inevitabili piccole sofferenze, ed avevano preparati a talune trare qualche difficoltà. che r aria appariva Ma laggiù solitudine di febbri; che il sabbie e dallo ghlaje che stringeva spesso i scottavano; che il affaticare il di queste tetra e fresco maligna come nelle corpo e lo spirito e conveniva, monotono .... ma ore ci ci anche ad incon- infatti è in è vero queir ampia mattutine), riflesso dalle notte non basta a raffreddare, co- della nostri occhi a chiudersi passo lento si prima ultime non c'è da discorrere: sole (e notisi il giorni ; che delle lo nostre vesti alla lettera cavalcature contribuiva ad era bello vedere la carovana pitto- la bontà che ebbero per noi il Comm. Lomonaco ed il primo, Vice-Presidente il secondo, del Club alpino Lucano; il nobile sig. Emanuele Cortese, ed il Capitano nob. De Bacci di Arezzo. Pochi giorni erano bastati a stringerci con vincoli di amicizia e stima sincera, frutti di una perfetta comunione di sentimenti, rafforzati dalla tanta cordialità adoperata a nostro ri(1) Non dimenticheremo mai Prof. Fittipaldi, Presidente il guardo, e che saranno, lo speriamo, saldi e duraturi. {2) Anche di questo dobbiamo ringraziare 11 Comm. Lomonaco; senza da lui date era inevitabile una considerevole perdita di tempo. le disposizioni — numerosissima perchè raggiunta successivamente da piccole brigate resca, fatta di cavalieri, di pedoni e di bestie meandri dei da soma, svolgersi come un serpente pei attraverso all'aria in vibrazione nudo trovare un istante belli acque oscillando e i dopo un lungo bello passando sotto l'ombra di alberi sterili sabbie, oasi di quella specie sebbene così compensati, la stazione di Grassano scendemmo migliore di quel che di fatto sia, quando che valle, una fornace, mostravano cielo rossastro; di ristoro che vegetano sopra plaghe verdi cinte da Ma di le dominanti la colli i come quella sfumavano nel loro profili che incerti di deserto. guado lentisci e dei tamarici, passare a rompendosi per riordinarsi poi subito; tratto — 19 ci apparve dalle nostre cavalcature sul piazzale. Qui arrestano si treni provenienti, per Metaponto, dalla linea dell'Ionio; i sempre la valle del Basento di qui la ferrovia, percorrendo in trincea, lungo le rive franose, superando enormi e spesso costruita difficoltà, raggiungerà Potenza, e da Potenza per Picerno la linea Salerno-Napoli. Il tratto da Pi- cerno a Potenza è già compiuto e doveva sembra a causa la festa fu rimandata, trice ed governo il in direzione di (1). Una essere volta in attività l' ; ma impresa costrut- intera linea, che presso a poco l' Nord Ovest a Sud Est traversa inaugurato nel luglio pendenti tra di liti la Basilicata toccandone poluogo, questa grande ed ubertosa provincia del Regno ne ritrarrà il ca- grande giovamento. Da Metaponto la strada ferrata si svolge lungo tarantino: correndo sopra terreni alluvionali, poi, successivamente che hanno sorgente il Gavone, l'Agri ed e foce il nella Basilicata. il lido dell'ampio Golfo riattraversa Sinni, tutti subito il come già Dappertutto paludi, Basento, dissi, fiumi acquitrini, canneti, dappertutto aria infetta da terribili miasmi. Ai fianchi della strada, ed in maggior numero presso Eucalipti. Nel letto dei loro bei fiori rosei; meno ma le Stazioni, fiumi, lungo le abbastanza crescono spiaggie, vegetano prosperi gli gli oleandri coi questa pianta meridionale è qui assai più piccola e bella che nella Calabria estrema; quei bassi cespugli appena mentavano quelli altissimi che assieme alle ginestre ed odorosi, ci arboree dai ci ram- fiori gialli facevano estatici nel 1877 all'ultima punta d'Italia, lungo il corso dell'Amendolea e della fiumara di Palizzi. A Buffaloria via; poco (1) La prima si stacca delle il tronco diretto a Cosenza, e 7 eccoci festa d'inaugurazione alla Stazione ha già avuto luogo. di volgemmo per quella Spezzano-Castrovillari, in — mezzo alla confusione ed tavano — 20 al gridio dei facchini e dei vetturini che si dispu- la preda. La Stazione è lontana da Castrovillari dove era nostro desiderio giun- gere al più presto: perciò contrattammo pel trasporto col primo automedonte che venne tra ci una carrozza degnissima piedi, possessore di i da due buoni locata in riposo, però tirata cavalli; i bagagli di essere col- avrebbero ci raggiunto sopra un carro. Compiute, in mezzo ad un gran baccano, cessarie operazioni, un cocchiere, il fior di birichino, sferzò i ne- le cavalli che con nostra soddisfazione partirono al gran trotto. L'aspetto della non era carrozza tale da rassicurarci sulla sorte delle nostre ossa; ad ogni sbalzo, cigolavano o scricchiolavano quei pezzi di legno e di ferro mal congiunti; pareva da un momento un poco in frantumi; dare rugginose, le cordo, esperimento di ci cento legaccioli, tenevano unite l'una parti di quel miserabile veicolo con sufficiente saldezza. colline di Castrovillari, minavano a passo quando lento, rico e da alcuni pedoni; che cavallo ne toccava il spesso appoggiando le la carrozza fu raggiunta char-d-hancs lo il mani da molte brutte del paese, e la testa coperta velluto nero; qualcuno era pra loro e faccie. indicato notte ci e fertili i da uno cliar-d-bancs carrozza pedoni ai sportelli, luco v'era cam- in nostri fianchi, camminavano sufficiente per Tutta quella gente portava il di- vederci costume cervone ornato di nastri di scure. Il vetturino ca- modo di pareva volgesse so- sopra noi sguardi sospettosi: insomma per circa un ora, che tanto non eravamo troppo ora prima della mezzanotte come il e scherzando dell'avventura, in fon .lo tranquilli. Ci dissero poi che quelle genti veni- vano da Cassano per testimoniare Un ma col tradizionale armato durò l'accompagnamento, pur ridendo al cuore diverse all'ai tija le Sulle belle accodò alla mantice o sugli scorrendo tra di loro. Era già notte, così circondati si mantice abbassato, sul di ferro le fascie cavalli, affannati dal continuo salire, i an- all'altro tutto dovesse provò che in una causa. giungemmo nella piccola città: all'albergo migliore, le stanze erano occupate quasi tutte, e por quella adattammo in un come un forno piccolo ed incomodo luogo, caldo Tre ore dopo mezzanotte (Domenica 25), con quattro mulattieri (1). e lo ri- Quest'albergo è condotto da uu piemontese, ex maresciallo dei R. Carabinieri. Le abitabili, relativamente, s'intende bene; ma i cibi, del resto non cattivi, Bono manipolati e si devono consumare in mezzo a tal sudiciume che non ò da descriti) camere sono vere. Oh! Se l'ex maresciallo avesse conservato soltanto la metà delle abitudini di nettezza del suo luogo nativo — rispettive bestie cariche dell'occorrente per una dimora non troppo breve montagna, con un taglialegna pratico dei luoghi ed un ragazzo sulla tolto dalle strade di Castrovillari e che sotto la direzione di Caroti s'era fatto buon raccoglitore di Molluschi (1), dopo aver perduto non ne dovevamo trovare per partimmo da Due sono tutto il tempo a procurarci acqua, perchè tragitto fino alla Piana di Pollino, Castrovillari. le vie che da Castrovillari conducono al monte; una, quella di Valle Piana, passa pel varco o sella formata dalle due maggiori vette; l'altra, quella di Valle di Gandolino, gira il monte ad occidente correndo ad di Serra del Prete; le due strade s'incontrano al Nord, nella lino; fu da noi preferita la prima per diverse ragioni e oriente Piana di Pol- sopratutto perchè era nostro desiderio passare pel varco menzionato. Le montagne che vanno sotto il nome di Pollino costituiscono ed irta catena che divide la Basilicata dalla Calabria da Oriente ad Occidente (De Giorgi, Le 1. e. citeriore, una lunga ed è diretta p. 17). vette centrali e più alte sono, procedendo da Est Prete (2186 m.), Pollino (2248 m.), Dolcedorme (2271 ad Ovest, Serra del Manfriana la ra.), e (1980 m.); nelle varie direzioni la catena va digradando con alcune sommità di minor rilievo. prima metà I vertici, che biancheggiano per le nevi spesso del giugno, sono la più parte di calcare; partiene al Cretaceo. sì fino di Valle Piana con parte nude, grigiastre, ruinose; dalla parte meno aspra, più di la catena in delle costiere gran Nord, cioè rimpetto a Chia- pianeggiante. monte, almeno per quella parte da noi visitata, nella intera formazione ap- Dalla parte Sud, che guarda Castrovillari, alza rapidamente dal termine romonte, è in generale l' si Ma dell'aspetto del troverà qualche partico- lare nel seguito di questa narrazione. Valle Piana è un vasto piano appena leggermente ondulato, che scende con vario pendio verso Castrovillari. La parte prossima al paese e pei campi dove trovammo frequente V Euphorbia myrsinites ma in sole od in gruppi pittoreschi, vegetano bellissime querele; cedono luogo a pascoli estesissimi, che al momento della nostra il bruciati' com'erano, davano apparenza di terre sterili è coltivata, L., qua seguito i e là, campi visita, secchi, e deserte. La strada interminabile, spesso tracciata sulla roccia calcarea nuda, corre dirittp, mo- notona verso settentrione. Ai piedi della costa s'inalza con forte pendenza Castrovillari é una buona località per ricerche malacologiche, in stagione proVi abbondano: Belix ligala, variabilis, aperta, vermiculala ; una nuova forma di Claust7io(del gruppo Papillifera), il Buliminus pupa ec. (1) pizia. — formata da da massi detriti o modo saremmo — 22 e di calcari. di scisti Non vedevamo a sorpassare la costa dirupata che riusciti ci in qual stava dinnanzi, tanto la viottola, che volge per poco verso occidente, ò alla sommità della salita nascosta a chi guarda dal basso, da mirare le dominano Morano, rupi che strovillari si alza in stendeva a Sud, forma di un cespugli. Intanto, col pretesto di folti monte il di S. cono regolare, alto am- Angelo che presso a Cae tutto bel paese che si il arrestammo un momento intorno a cespi giganteschi della Ca- ci lamagrostis argentea De Cand. Per la via da noi percorsa scendeva allora una muli della neve. Che forza ed agilità prodigiose hanno quelle bestie! fila di Cariche di toccassero un peso considerevolissimo appena nei punti salti seguivano La givi difficili, che mobili ciottoli i grande rumore sdrucciolando l' uno sopra sempre, a rotta di muli, e ben presto i si precipitavano al basso, sotto vedemmo li Lo meno di 2000 m., tra il monte Il sole sorgeva di gente, a robusta lontani. sale per un faticoso varco al desiderato questo persone; pareva il esserci Pollino dorme, coi suoi si nome ed il faceva più viva sentiero di Pollino, Dolcedorme. le a misura masse nereggianti degli alberi affacciati profili maestosi, la detriti, sinistra a destra la Serra base coperta dal bosco, alla vetta verdi per pascoli, interrotti che e le nostre A ad un grande incendio. biancheggiante pei illumi- da una tenue nebbia dorata. la sella circonfuso attraverso cono luminoso investiva varco, si urtavano con si istante di esitazione spettacolo al varco era maraviglioso. Dietro a noi la foresta nata da una luce quieta ed uniforme che il non un dopo averla superata, sempre salendo pel bosco, do- minato ad Ovest dal PoUinello, giungemmo alto poco loro passi collo. I nevajoli, costa, coperta di querce e di faggi, a zig-zag, tutto detriti; i l'altro; pareva e i del Dolce- di fianchi fino quasi da rupi che simulavano rovine di torri, di cortine, e di castelli. Il teatro, varco mette subito in un area piana, cinta da rupi a guisa occupata in parte da conserve di neve. Era ancora assai l'appetito, specie in montagna, non si primo assalto presto ma piega al corso del cronometro. Sul prail vento era assai freddo, fu dato alle provvigioni. Sodisfatta la fame, prendemmo a discendere tello bellissimo, avvolti nelle coperte il di anfi- perchè verso la piana di Pollino, bassa sotto noi circa 200 m., che zandosi, verso Nord. si stendeva, al- Via facendo, per quell'aspra discesa, cominciammo le ricerche zoologiche e botaniche I pascoli della piana, costituiti principalmente dal erano già quasi tutti consumati, e sull' Meum athanianflcum erba rasa saltavano miriadi di Gom- phoceros Gentiana lutea, sibiricus. L'occhio era rallegrato solo dai fiori della Cerinthe maculata, Banimculus brutiiis spesso qua ; vegetava e là chicum parvulum Ten. Le ricerche zoologiche dettero buoni thóbius sembravano essersi riuniti a convegno sotto vano tra ed il i talli dei GeopJdlus i coi loro corpicini muschi, che ospitavano anche Li- lineari, striscia- gialli, due lulus, il nemorensis Trichius fasciatus copriva alcune carduacee, ed una quantità boleti. Il d'altri coleotteri, specie Stafilinidi e Carabici, tissimo lo Pterosthlcus Xatarti Dej., godeva radure, alberi all' orlo dei prati e delle od erbacee già menzionate: nominerò solo lo il i : corteccie le pietre e le communis, lucifugus, gros- degli alberi; ne ritrovai cinque specie {òonensis, sipes, meridionalis); resultati Col- il Mecaspis emargìnatus tra i umido quali Zabrus ultimi abbondan- sotto le folte sole, il Chrysomele dai tre e l' all' ombre degli aperto, sulle piante Calathus Orsinii, alcuni glo- colori (fastuosa, vivi riosa, cacaliae). Non pochi Tomisidi; anche Opilionidi, il Araneidi, gli qui, come e più degli Phalangium longlcornis ed phoceros non erano i altri numerosi, comunissime Vulture, al i correvano la Forficula piante soli ortotteri; sotto le psammobia alla e i Basylobus Cavannae. I Gom- il una Tachytes, Orsinii e V albipennis. D' Imenotteri uno solo degno dinota, affine ed Licosidi due nuove specie di come nuova da ritenersi forse L'unico specie. rappresentante della fauna vertebrata fu un piccolo insettivoro, probabilmente un Sorex, dici di al quale detti la caccia per lungo tempo, e che si un bagno gioie di un nell' alcool sottrasse alle nascondendosi nel labirinto delle intricate ra- faggio, serpeggianti a fior di terra. Nella piana sorge la fonte degli vedemmo schifi, e volentieri la « tenue vena » che passa successivamente da un tronco d'albero scavato ad un piti vallone: anche basso, limpida, fredda, e finisce per perdersi nel altro qui le raccolte furono abbondanti. Al di là della Piana, sotto Serra Crispo, ricerche ed incertezze, le l'estremo di una bella Mandre trovammo di proprietà del capanne; invece, vicino l'uno di altri all'altro, monti, stavano tuguri, che parevano destinati a dei pigmei; in un panuccie avvi dormono altro quello delle il Toscano: massaro tre credevo piccoli uno abitava e pastori; manipola erano e il al- Come trovare pecore; nella parte anteriore focolare, ed è in essa che si la notte sig. e pittoresca spianata, sparsa di alti faggi. Stazzi del Matese, della Majella e vacche, in finalmente, dopo molte mal agli ampie costrutti massaro delle di queste di giorno il ca- latte e dietro quest'area stanno, in luogo ripo- — sto, i formaggi od i latticini, elio 24 — aspettano di essere inviati, per mezzo del Batterò, al padrone. Solo uno dei massari era alla niandra, per la montagna. Era un buon vecchio che stesso ed polite suo tugurio a nostra disposiziono il ma piccole ed incomode assai permetteva di servirci In poco men di di un riparo all' forse greggi si' Le capanne erano abbastanza (1). parto d'altra le accolse molto bene e mise meno tempo bellissimo il ma saldo, ci comodo. certo più mezz'ora fu alzata la tenda, che feci addossare ad un albero: sostenuta da grossi pali conficcati poste ; vagavano con pastori i ci ingiro sui da grandi pietre obbligata nel terreno, poteva proteggere e suoi lembi, ci ci protesse infatti ottimamente. Nel resto della giornata accumulare il da intirizzire. le pietre, i i nostri uomini provvidero alle loro bestie e ad legname necessario Mentre Caroti tronchi d'albero (2) ed io andavamo frugando per ogni infraciditi, le foglie Biondi raccoglieva altre specie di piante beri, un freddo era da aspettarsi pel ])ivacco; e dava e (3) verso sotto corteccie le sesto degli a al- quelle raccolte nella mattina. Ad una certa altezza le tenebre succedono alla luce quasi senza transi- zione; la nostra stazione era a 1900 m., ed il buio ed una leggiera nebbia ci avvolsero improvvisi, mentre le greggi ritornavano dal pascolo, le pecore tutte riunite in truppe serrate ed a passo affrettato, tamente dondolando Dopo cena, date lo i bovini l' un dopo le disposizioni opportune ai nostri uomini già accomo- dati intorno al fuoco che doveva riscaldarli e tener lontani nelle coperte, sopra un l'altro, len- campanelle. alto strato di foglio secche addormentammo, ne mai sonno i lupi, sotto la steso ravvolti tenda, ci fu più tranquillo del nostro. Ai primi albori fu tenuto consiglio. Trattavasi di decidere se fosse o no opportuno portare la nostra sede al Varco, per potere il dere con minor tempo e fatica sulla vetta del monte. giorno appresso ascen- In verità la distanza I signori Toscano, avvisati dal Comm. Lomonnco, della nostra escursione al Polavevano già mandato ai loro dipendenti ordine di prestarsi alle nostre richieste. È per noi un dovere di ringraziare quei cortesi signori. (2) Anche la regione del Pollino è ricca in Molluschi. Caroti mi indica come abbondanti: Daudehardia, Vitrina, Hyalina del gruppo vitrea; una specie di Uelix del gruppo Pomalias non molto Patula forse nuova. Rare assai trovò lo Clausiiie gli Iberus ed (Ij lino, ; (3) Blijxmus compresfus Panz., Ranunculus brutius Ten., lum magellcmc Ten. Seseli montamim i (Caroti in frequenti attaccati alle rupi. L., var. glaucus D. C., litleris). Arabis albida L., Chaeropkyl- Lastrpitium siculum Spr. — che il ci — 25 separava dalla vetta del Dolcedorme non avrebbe spaventato neppure ma più debole degli Alpinisti; qui giova notare che per darsi con profitto alle ricerche, specie dei piccoli animali, il non stanchi, perciò corpo pronti, vigore. convien aver l'occhio, la mano, tutto giungere alla meta in pieno è necessario Desideravamo esplorare minutameute la cima; lassù dunque sarebbe cominciata per noi la fatica. Al Varco non mancati e ci sarebbero d'acqua era comodi certi avremmo avuta trasportandone un poco facile provvedere^ altra dalla neve delle Neviere; quanto ai piccoli fare a meno. Fu dunque stabilito di partire alle Eccoci di nuovo a raccogliere nei dintorni; Serra delle Ciavole, ammirando Crispa e i bei boschi di ficcando nel Vascolo tre specie di glomerata flexuosum e con noi e traendone comodi se ne poteva anche 2 del pomeriggio. il botanico spinse fino alla si Pinus lancio Campanula Poir. Mandre un dere vicino alle vano ora nelle Collezioni italiane del E. vertebrata ci è il Lamiiim piccolo topo campagnolo, V Arvicola glareolus ec. mammiferi assieme piccoli Serra la fortuna di pren- ed un insettivoro nel quale l'amico Prof. Giglioli ha riconosciuto gmaeus. Questi di {tricJiocalycina Ten., Teucrium montanum. Io ebbi e l'acqua, mancanza alla Scheutzeri Wild.), la Slderitis sìcula var. hrutia L., longiflorum vicina Mandre; ma offerti dalle apparsa scarsissima vedere neppure una lucertola; agli altri Museo da me il Pur troppo di Firenze. non al Pollino; in quattro giorni altri, in (S'orea;^?/- raccolti, si tro- la vita ci riesci stagion diversa, sarà probabilmente più fortunato. Giunta l'ora prefissa, congedammo ci dai Massari. Islon è il caso di descrivere la breve gita; perchè le ricerche fossero più fruttuose fu compiuta riunimmo alla spicciolata; e ci una fermata Al varco ai piedi della salita che mette al varco. sotìiava un vento impetuoso del quale la direzione; la corrente attraverso alle vicine gole non ci terreno scosceso, un luogo adatto non troppo sotto la sella dal lato di mezzogiorno, alti faggi. echeggiava alle bestie nel fosse terreno, scoperto. Scegliemmo, al fracasso dei tronchi d'albero giù da soma, rami a sostegno bene assicurata. rotolati di faggio, le cui foglie ai colpi della dati sui tenda, e le raffiche per trovare, grossi pali il sul appena una piccola plaga pianeggiante, Quivi con febbrile attività fu posto ai colpi delle scuri sui riusciva scoprire mulinava, potenti non avevano direzione costante. Ci volle del tempo mezzo ad In agli Schifi misurai la temperatura dell'acqua, che era a 12° C. in campo. La foresta dai nostri dovevano servire profondamente che per reggere al uomini, di cibo confitti vento occorreva — selli breve a tutto fu dato ordine: dopo aver lautamente conato, ed esserci convenientemente arrostiti ed affumicati al bivacco, nostro piccolo Il accampamento presentava una scena pira ciclopica formata con 10 o 12 grossi tronchi liamme e di bagagli, le si fantastica. Da una sprigionavano nembi di fumo; la luce rossastra, che illuminava vivamente la tenda ed nostro genti distese che parevano di bronzo, si foresta. Il vento scuoteva le ritirammo. ci all' iuturno, muli aggruppati ed immobili i illanguidiva a distanza e spegnevasi nel bujo della con violenza il nostro riparo, fischiava tra gli albori cui fronde romoreggiavano, sconvolgeva dal suolo ed alzava fiamme che foglie secche; ogni railica piegava le lontano nembi di denso fumo e di faville; gli si effetti rami ondeggianti variavano terreno, sullo fronde, sui i ammassi di allungavano, e lanciava di luce e di ombra sul all' infinito. Noli' interno della tenda, a seconda della direzione delle raffiche, passa- vamo dalla luce abbagliante alla completa oscurità; il fumo e lo faville pe- netravano talvolta nel nostro ricovero. Paurosi di un incendio vegliammo, per poco; mentre il di fuori fuoco, ci vinse il Poco prima : si vento e ma ad ardere alcuni nevajoli e taglialegna passarono curiosando chissà cosa pensava di noi quella gente (1). delle 6 prendemmo a salire verso oriente, attraversata una fascia della Serra, il sonno, più forte della paura. Sul far del giorno vicino al bivacco continuava a romoreggiaro il Dolcedorme. Dal varco girando boscosa, fino alla crosta frastagliata stendevano pascoli rasi presso terra dal dente delle greggi; dal verde unito di quel fine tappeto emergeva in più punti la sottoposta roccia calcarea, e qua era un pulpito che sembrava aspettasse 1' oratore, là erano simulacri di piramidi, di torri, di castelli. L' ascensione, sebbene in qualche punto il prato scenda a valle con pendìo rapidissimo per parecchie centinaia di metri, non offre difficoltà di sorta al- cuna ; è una piacevole passeggiata, nulla noi senza alto, ma li) A il più. E tale sarebbe stata vento fortissimo di 0. S. 0. che avevamo in poppa o che però quando rinforzava ci ci anche per spingeva in costringeva a piantare nel terreno so- il nostro fuoco aveva messo le autorità ed i paese è tranquillo più assai di quanto si crede avviene qualche volta che la campag'na sia infestata da qualche pic- Castrovillari ci fu detto poi che cittadini in qualche sospetto. comunemente; ma Infatti il malviventi, formata all'improvviso per tentare qualche ricatto; del forma, e non sempre meno iniqua, ciò accade per tutto il mondo, e sarebbe ornai tempo che, noi italiani almeno, si finisse dal considerare le Calabrie come un covo di brig'anti, mentre la verità é che si può viagg^iare con sicurezza in queste come nelle altro Provincie del Regno. cola brifjata di resto, sott'altra — lidamente bastoni, attaccarci a loro con la persona curva e rimpiccolita per i non essere — 27 investiti e gettati a terra. Per qualche tempo tutti ma pensammo, nessuno disse che forse non sarebbe stato possibile pervenire alla vetta; due uomini presi con noi mostravano fiacchi corsa carponi, fatica il e (gli altri piìi violento prima), di i si con una breve poco volenterosi. Afferrata la cresta, vento era (il erano rimasti a guardia dei bivacco), raggiunto con poca fu punto culminante, alto 2271 metri sul mare. Qui sarebbe proprio al suo posto una delle solite descrizioni: ne faccio a meno. Chi, presa ad esaminare sopra una carta d'Italia la posizione del evochi Pollino, alla tra nostri piedi, il coste scosceso che si innanzi e l' memoria seno di le vicende bagnano nel Mediterraneo inestricabile labirinto delle si alla destra, i montagne Lucane a possa paragonare al miglior passato, tergo, rifletta poi giusta idea dei sentimenti da noi provati, e di quel che per la testa mentre, accoccolati e stretti l' gloria della patria, e quando, in seguito, un contro ristorati di un futuro ma una lontana avere potrà ai sinistra, le monti Calabri animi alla speranza alle condizioni odierne di quei paesi e si che avevamo che regioni delle Taranto dolcemente incurvato alla andava mulinando ci bevevamo l'altro, alquanto, alla demmo ad ci esplorare ogni pietra, ogni frustulo d'erba. Sebbene la stagione fosse inoltrata ed tuto i pascoli, il DiantJms deUoides frequenti tra deva le i il mandre avesse bat- I bei fiorellini del piede delle botanico fece non spregevole raccolta. e di una varietà pigmea del Dianthus Carduus, Allium non che alcune specie propriamente vetta (1) passarono della ma sfidavano la bufera, vento lasciarono e si viatica che ho trovato su Ecco i nomi thus deUoides L., lì. nel facilmente Fabr., alcuni Imenotteri, |1) erano sten- sue fronde eleganti la piccola Cystopteris fragilis; parecchie Scabiose la flora forti syìvestris cespi della Silene multicaulis; dalle fessure delle rupi cioè: alpestri costituenti dal terreno e dalle rocce, di dove buio Volavano del vascolo. prendere, assieme Polisfes higlumis, non poche vette e alla umili stordite dal Polla flavicincta l'alpestre PsccmmopJdla V Ichneunion insidiosus. Tra delle piante raccolte sulla vetta e nelle immediate vicinanze. Diansylveslris Wulf. var pygmaeus, Silene multicaulis Guss., Arenaria sa- xifraga Bert., Ceraslium tomentosum D. Can. var viridescens Rigo e Porta, Paronychia Kappala Auct., Trinia vulgaris D. Can., Meum carvifolium Bert., Asperula longifloru W., Gallium Olympicum Boiss., Scabiosa holosericea Bert., S. crenata Cyr. var hirsuta Guss., Centaurea deusta, forma nana, Allium (lavum L., A. tenutfolium Ten., Thymus zygis L., T. serpillum L., Armeria alpina Wild., Cystopteris fragilis Bernh. lo correva la ficus; i Myrmica soliti scabrinoclis. I Coleotteri pochi: Calatims secondo Baudi deve Tetramorium coespitum, comunissimo pietre che ospitavano colonie del citerò Notiojìhilus aqiia- {[ilahricollis e cistdoides), ed nxi' attribuirsi al OtiorrhyncJms che jpnemosws. La faunula aracnologica mostrò quanto ancora rimanga a conoscere forme alpestri nelle nostre montagne: di oltre alcuni individui troppo giovani per potere essere determinati con sicu- rezza, trovai, in compagnia del comune Oligolophus alpimis, duo specie che Si- mon descrive come nuove atricapillus (1) e la Gomphoceros nelle Gnaphosa sìbiricus, che pagine dei Cataloghi che seguono; sembra abitare, dal Nord VAitiis anche saltava basilicata. Sull'erba qui al Sud, tutte le il mag- sommità appenniniche. giori Discendemmo al Uvaceo e tutto resto del giorno fu impiegato a rac- il cogliere animali e piante nei dintorni. da salire sulla cima più piccola, quella propriamente detta del Pollino, e da valente cam- La mattina seguente 28, per tempo. Biondi, solo, volle minatore qual'è, ritornò presto e con discreto bottino. Allora, levate le tende, caricati muli, non senza dispiacere i ci fu forza lasciare quei luoghi alpestri e scendere a Castrovillari. A Valle piana, Caroti, nel raccogliere delle una Scolopenda hìspanica New. Provò sicata da HcUx, ebbe la destra mor- dolore locale urente, lo scos- da un leggero sero forti brividi per tutta la persona, fa preso movimento febbrile: per fortuna le sofferenze presto cessarono e solo rimase, per qualche giorno, un senso di torpore alla parte lesa. È questo l' unico incidente degno di menzione. Dato stazione sesto, di in Castrovillari, agli Spezzano-Castrovillari, e di affari ed al materiale, là, colla ferrovia, per fummo alla Buffalorea e Metaponto a Taranto od alla linea Jonico-adriatica, che gli amici continua- rono per restituirsi a Firenze, via di Bologna, mentre dopo breve fermata io, a Trani, giungevo in piene Marche, alla Marotta, e di là per S. Lorenzo o Pergola al Catria, dove trovai riposo nella tanto lieta dell'amico conte Vincenzo Cresci di Ancona, o potei e cordiale ospitalità raccogliere sulla cima del monto, già in altri tempi più volte visitata, e nei dintorni dell'Avellana, altri artropodi, anch'essi indicati nella seconda parte di questa pubblicazione. Dogli Albanesi, vestiti col loro pittoresco costume, trovati alla stazione di Spezzano-Castrovillari, delle (1) campagne Per errore niyricornis nei Resoconti. desolate di Metaponto, del Favonio 29 che investiva in quei giorni terribile le vie di Trani, di tante sensazioni pro- vate ed osservazioni fatte lungo la via, direi volentieri se già questo racconto non lungo pel poco interesse fosse troppo Quanto al Catria, ai cui piedi è lo l'Avellana, dove ancora Poeta che vi fu ospite si storico che potrà destare Monastero aggira l'ombra ed è di nei Colleghi. Santa Croce del- viva la tradizione del Divino qualche tempo, tratterò probabilmente in altra occa- sione. Ho nell'uggia della meno perchè è dolce nei lunghi giorni dell'inverno, scritto questo racconto città, interrompere studi più gravi, trovar riposo da fatiche grate, richiamando alla memoria vati durante simili gite: si riunuova Lo pubblico perchè serva intenso. il le idee acquistate, di prefazione ai sentimenti pro- i piacere, che così più lungamente dura Cataloghi ed Elenchi che seguono, e più ancora perchè giovi a mostrare con quanta facilità e soddisfazione compiono si gite in regioni che dal volgo sono ritenute poco meno che inaccessibili. Vada la gioventù italiana, senza timore, ovunque per la penisola, a re- spirare l'aria vivificante dei monti; disseti si con le acque limpide che sca- turiscono dalle rupi delle Alpi e degli Appennini; veda, dalle vette scoscese, stendersi ai suoi piedi quando sorge sorridente, l'antica il sole Magna pa- rens frugum Quando i giovani, nei bei campi d'Italia, avranno dell'idillio italico; quando li avrà del mezzogiorno, un'onda di lirica calda ed appassionata gli alberi secolari mezzo alla natura epico, dplle nostre foreste, nella quiete forte e selvaggia, uscirà loro matureranno nel cuore un amore desiderio e sia e sentito ; quando, tutta, dolcezza solenne sempre ritti mare sotto della sera, in spontaneo dal petto un inno infinito per la patria ed ch'Ella ritorni quale fu un tempo, grande anclie rimanga nostra la investiti, innanzi ai vulcani, in riva al e per nostra virtù. un profondo per gli uomini, — ELENCO dei lìioghi dove furono — 30 raccolti gii Artropodi indicati nei se- guenti cataloghi. — Pbov. Toscane « EoMANE « « Livorno-Roma, 3 Palo, Id. Roma, LI. « — Caserta, nel Parco reale, 4 luglio. — Vesuvio, intorno, Cratere ed all'Osservatorio 6 luglio. « Meridionali — Foggia, in Capitanata 8 luglio. — Melfi Rionero, in Basilicata, intorno sul » e alle città e Monte Vulture, 8-16 » » — » — » ed al Monte Poi, 18-20 luglio. Castrovillari, nei dintorni della città ed alla Dirupata di — delle Marche — » luglio. Potenza, Capoluogo della prov. di Basilicata; nel territorio » 3 luglio. noi Colosseo 3 luglio. al Pbov. » luglio. Meridionali « » — — Orbetello, alla stazione sulla via M. Morano, 24 luglio. Pollino, tra la Basilicata e le Calabrie, Monastero di S. Croce Monte Catria 7-15 dell'Avellana e 25-28 luglio. suoi dintorni; agosto. Vette visitate. Vesuvio - Vulture 6, VIL (Basilicata) - Cono principale 22-14, VII; 14, Monte Poi Dirupata di — Pizzuto di S. Michele VII. (Basilicata) - 20, VII. Morano (Calabrie, prov. di Cosenza) 24, VII. Pollino (Basilicata-Calabria) - Vetta principale detta Dolcedorme e Catria (Marche, prov. di Pesaro) 11, Vetta del Pollino 28, VII. VIIL 27, VII 31 — Parte II. — Catalogo degli animali raccolti Vulture, al Pollino al ed in altri luoghi dell'Italia — Arachnidae Simon — Myriopoda Fanzago — — Orthoplitera Mac — Hemipfera Cavanna — Diptera — Lepidopfera Bandi Cavanna — Mancini — Coleopfera meridionale e E. centrale A. Targioni Tozzetti, P. Hymenoptera 6. R. Curò, A. 0. G. JSfeiirojJtera Stefanelli G. Lachlan glioli, P. F. Gribodo, 0. di Emery Selve, F. Piccioli, — Molliisca — G. Vertebrata E. H. 6i- Cavanna. ARTHROPODA CRUSTACEA 1. Telphusa fluviatilis L. (1), Nelle acque, dappertutto. ARACHNIDAE Ordo ARANE AE Fara. ATTIDAE 1. Hyctia Canestrinii 2. Hasarius jucundus Lucas, Expl. Canestr. et Pav., Aran. Ital. (1869) (sub Marpissa). Vulture (Laghi del Vulture). Alg., Ar., p. 146, pi. IV, Attus mitratus L. Koch., Verhand. Wien, p. <S'aZ^ia«so6m>msBlaclvW.,Limi.Soc.J.Zool.,t.X,p.414, pi. Hasarius jucundus E. Simon, Ar. Z. B. Ges. ì. 8 (1842). 21 (1867). XV, f. 6 (1869). Fr., ITI, p. 82. Vulture (Rionero). 3. Attus atricapillus cf) Long. 4, sp. nov. 5 ""• (1) Furono raccolte uon poche specie di Isopodi, specialmente terrestri; ma non si poterono determinare. Ora sono unite alla ricca collezione di Crostacei del Museo e saranno poi studiate dal prof. Targioni Tozzetti. — :i2 Ccphalothonu nigcrrimus, niyro — lon(je puhescens, hand albo margina- tus, parte cephalica utrinque lìnea longitudinali pilis flavis albisque compo- sita ornata: pilis oculorum ac clypei nigris pilis alhis paucis brevibus et intermi.rtis. 4.bdomcn breve ovatum, antice obtuse truncatum, postice panilo acu- minatum, stipra nigerrimum nigro pubescens, postice supra mamillas paullo dilatata vitta marginali lata integra in medio maculis atque duabus magnis ovalibus albo-nìveis ornatum. Stermim ventcrque nigra albo pubescentia — Pedes sat Ungi 4, 1, 2, 3 {yel 3, 2) femoribus fere nigris, reliquis articulis fusco-piceis, longe albo pubescentibus nigri, femore supra ad apicem, patella tibiaque — Pedes maxillares totis, tarso ad basin albo dense pubescentibus; tibiae apophysa sat longa, recta et acuta antice directa, bulbo reniformi, stylo valido marginato. ?) Long. 6. Cephalothorax abdomenque nigra, pube cinereo-fulva omnino vestita, concolorìa. Facies pilis alhis ornata. Pedes rufo-brunnei albido pubescente. A. floricola C. Kocn. differt cephalothorace Jiaud albo marginato, pilis faciei nigris Jiaud albis nec rufis. A. cingulatns E. cephalica nigra nigro puhescente nec flavo Simon, differt aurea atque apophysa parte tibiali marìs antice dircela haud divaricata. Cima 4. del Dolcedorme. (Pollino). iElurops insìgnitus Clerck, Sv. Sp., p, 121, pi. v. (1757) (sub Araneus). Vulture (Cima del Vulture). 5. Heliophanus Havipes Hahn, Vulture (Pizzuto di 6. S. Ar., L, p. 06, f. 50 (1834) (sub Salticus). Michele). Heliophanus Cambridgei E. Simon, Monog. Att., p. 229 (1869). Osservatorio del Vesuvio. Fam. OXYOPIDAE. 7. Oxyopes lineatus Latr., Gen. Cr. etc, var. gentilis C. Koch. Vulture. T., p. 117, pi. V, f. 5, (1806). — 33 — Fam. LYCOSIDAE. 8. Ocyale mirabilis Laghi 9. CI., Sv. Spindl., p. 108, pi. V, f. 10 (1757) (sub Araneus). del Vulture. Lycosa tarentula 132 (1790). Rossi, Fn. Etr., II, p. Dirupata di Morano. 10. Lycosa radiata Latr., Nouv. Dict. etc, XVIII, t. p. 292 (1817). Vulture (Fontana dei Piloni, Bosco Monticchio, Pizzuto di S. Michele) Cima 11. di Foi — Avellana. Lycosa albofasciata Brulle, Expéd. Mor., Zool. II, p. 54, pi. 28, f. 7. (1842). Laghi del Vulture. 12. Lycosa trabalis Cima 13. Lycosa terricola Rionero 14. CI., Sv. Spindl., p. 97, pi. — Pardosa cursoria 16. C. Koch, Ar., XV, — (1757) (sub Araneus). p. 49, Cima f. 1458 (1848). del Catria e Bosco rotondo. p. 91, pi. IV, f, 5 (1757) (sub Araneus). del Catria. Pardosa proxima C. Koch, Ar., Vulture (Rionero, Pizzuto di 17. 9, Thorell, Ree. Crit. Aran., p. 62, (1856). PardosamonticolaCl.,Sv.Spindl., Cima f. Avellana. Piano e Varco del Pollino 15. IV, del Vulture. Pirata latitans Blackw., Tr. XV, p. 53, f. 1453-54 (1848). Michele). S. Linn. Soc. Lond., XVIII, p. 612 (1841) (sub Lycosa). Presso i Laghi del Vulture. Fam. SPARASSIDAE. 18. Olios spongìtarsis L. Duf., Ann. se. phys., IV, p. 12 (1820). Avellana. Fara. 19. Thanatus arenarius Vulture (Pizzuto dì Ann. XIV. THOMISIDAE. Thorell, S. Rem. Syn. etc, p. 269 (1871). Michele). 3 — 20. — 34 E. Simon, Ar. Fr., II. Philodromus lividus 285 (1875). p. Osservatorio vosiiviano. 21. Philodromus constellatus Piano 22. E. Simon, Ar. Fr., II, p. 298 (1875). Varco del Pollino. e Philodromus bistigma E. Simon, Ar. nouv, etc, I, p. Liége (1871). 72, Vulture (Rionero). 23. XysticuscristatusCl.jSv.Spindl., p. 136, pi. 6.f. VI, (1757) (sub Cima 24. del Catria. Xysticus Ninnii Thorell, Rem. on X defectus 0. P. Cambr. X jucimdus E. Simon, Ann. X Ninnii E. Ar. Syn. etc, 26. 246 (1871). Soc. Ent. Fr. 1873, p. 328, pi. X, Vulture (Fontana dei Piloni, Pizzuto Xysticus bifasciatus Cima p. f. 2. Fr., II, p. 180. S., 25. Araneus). C. di S. Koch, Ueb. Ar. Syst. Michele). 1, p. 26 (1837). del Vulture. Heriaeus Savignyi E. Simon, Ar, Fr., II, p. 205 (1875). Avellana, nel Castagneto. 27. Heriaeus hirsutus Walck., Fn. Vulture (Melfi, Pizzuto di Fr. Ar., p. 85, (1825) (sub Thomisus). S. Michele). Beaucoup moins commun dans lo midi de l'Europe et particulièrement en Italie que l'espèce précédente. 28. Misumena vatia Avellana, 29. CI., Cima Sv. Spindl., p. 128, pi. VI, Runcinia lateralis C. Vulture (Pizzuto di 30. Badia 31. Koch, Ar. IV, p.43, di del i Tabi. Ar., Vesuvio Monticchio) Synaema globosum Presso 5 (1757) (sub Araneus). f. 277 (1838) (sub Thomisus). S. Michele). Thomisus onustus Walck., Osservatorio f. del Catria. — p. 32 (1805). Vulture (Rionero, Fontana dei Piloni, — Piano e Varco del Pollino — Avellana. Fabr., Syst. Ent., p. 432 (1775) (sub Laghi del Vulture — Avellana. Aranea). — — 35 Fam. EPEIRIDAE. Argiope Bruennichi 32. Scop., Obs. zool, in Ann. v. Hist. Nat. p. 125 (1772) (sub Aranea). Presso Laghi del Vulture. i Epeira angulata 33. Laghi Sv. Spindl., p. 22, pi. CI., Epeira gigasC.Koch, 34. Epeira grossa in. f. 1, (1757) (sub Araneus). H.Schaeff.Deuts. Ins., H., 129, Id. Ar. XI, p. 82. — Vulture 35. I, del Vulture. Monte Foi Epeira dalmatica — — Piano Id. E. p. Simon, Ar. Fr. 21-22 (1834\ p. 56. Varco del Pollino. e Wien Dolesch., Sitz. Akad, Wiss. t. IX, (1852). Rionero in Vulture. 36. Epeira diademata CI., Sv. Spindl., p. 25, pi. L f. 4 (1757) (sub Araneus). Avellana. 37. Epeira cornuta Caserta 38. — CI., 1. e, p. 39, pi. I, f. 11 (1757) (sub Araneus). Vulture (Rionero e Laghi del Vulture). Epeira cucurbitina CI, 1. e, p. 44, pi. II, f. 4 (1757) (sub Araneus). Avellana. 39. Epeira adìanta Walck., Fn. Caserta — Par. 11, p. 199 (1802) (sub Aranea). Osservatorio Vesuviano Piloni, Bosco di Monticchio) 40. Epeira acalypha Walck., Caserta 41. — 1. e. Vulture (Rionero) Epeira dioidia Walck., 1. e. — — Vulture (Rionero, Fontana dei Avellana. 11, p. 199. — Avellana. 11, p. 200. Avellana, nel Castagneto. 42. Singa albovittata Westr., Goth., K. Vet. etc. (1851). Caserta. 43. Zilla atrica C. Koch, in H. Schaeff., Deuts. Ins., p. 123 (1834). Vulture (Rionero). 44. Zilla Kochi Avellana. Thorell., Rem. on Syn. etc, p. 33 (1871). — 45. 36 — Meta segmentata CI, Sv. Spindl., p.45 , pi. Il, f. (snb Aranciis). 6, (17.57) Avellana. 46. Meta Merianae Cam., Scopi., Eut. p. 395 (1763) (sub Araneiis). Caserta. 47. Tetragnatha extensa L., Syst. nat. ed. Caserta (var. innicola L. Koch). 48. Pachygnatha De Geeri — X, I, p. 621 (1758) (sub Aranea). Laghi del Vulture. Sundv., Vet. Akad. Handl. 1829, p. 211. f. Caserta. Fam. 49. Episinus truncatus Caserta 50. Latr., Geu. Cr. etc, IV, p. — 371 (1809). Avellana. Episinus lugubris E. Simon., Ar. nouv. Caserta 51. — THERIDIONIDAE Lióge (1873.) etc. II, p. 123, Vulture (Rionero). Theridion sisyphium Sv. Spindl., p. 54, pi. CI., Ili, f. 5 (1757) (sub Araneus). Eoma, nel Colosseo 52. Theridion lìneatum — Bosco CI., p. 58, pi. Ili, e. 1. di Monticchio. Vulture (Rionero, Fontana dei Filoni, 8 (1757). f. Badia di Monticchio) — Cima del Catria. 53. Linyphia frutetorum C. Koch, in H. Schaoff., Deuts. Ins., p. 127 (1834). Caserta. 54. Epigone romana f. 0. P. Cambr., Proceed. Zool. S. Lond., p. 752, pi. LXV, 6 (1872). Caserta. Fam. 55. Holocnemus rivulatus PHOLCIDAE Fórsk., Descr. Anim., p. 86 (1775) (sub Araneus). Caserta. Fam. 56. Agelena labyrinthica Araneus). Vulture (Rionero). CI., AGELENIDAE Sv. Spindl., p. 79, pi. II, f. 8 (1757) (sub — Textrix denticulata 57. Oliv., 37 — Enc. Méth., IV, p. 213 (1789) (sub Aranea). Avellana. DICTYNIDAE Fara. Amaurobius 58. fenestralis Sfcrcem., Det. Trondh. Selsk. Skr., IV, p. 362 (1768) (sub Aranea). Piano e Varco del Pollino — Bosco rotondo. Pam. DRASSIDAE Micaria romana 59. L. Koch, Arach. Pam. Drass., p. 67 (1866). Pizzuto di S. Michele. Micaria smaragdula 60. E. Simon, Ar. Fr., IV, p. 14 (1878). Melfi. Prosthesima serotina 61. L. Koch, Arach. Fam-Drass. 185 p. (1867) (sub MelanopJiora). Cima di Poi. Prosthesima 62. p. del Catria. Prostliesima callida E. Simon, Badia Prosthesima vernalis 65. Drassus troglodytes Roma, nel 66. Long. 8 parum verticali, tis L. Koch, Apterol. Frànkisch. Jura, p. 140 (1872). Colosseo. C. Koch, Ar. VI, p. 35, f. 455 (1839). basilicata. sp. nov. """. CephalotJiorax patella lica e, IV, p. 91 (1878). del Catria. Gnaphosa ?) 1. di Monticchio. 64. Cima Kennt. Arach.-faun. Galiziens, 26 (1870) (sub Melanophora). Cima 63. clivicola L. Koch., Beit. cum tibia IV evidenter hrevior, in parte cepha- convexus, margine exili postice Jiaiid incrassata extus haud supra ohscure rufò-hrunneus fere niger,pilis fulvis brevibus nigris parce vestitus. mediis multo minoribus — Oculi et Inter se antici magis et se- lineam procurvam formantes quam a lateralihus separatis. Oculi postici lineam sat recurvam formantes mediis majoribus suhtriangularìbus. Clypeus oculis anticis multo latior. Ahdomen nigrum obscure — — 38 Stcrnum nìgrum, suUilc pundatum flavo-pubesccns. Pedcs robusti, obscure rufo brunnel, tibia unica siibtus ad apicem intus armata. — medium foveae haud Cima di (Cf. E. et arrondie Dolcedorme (Pollino) Clubiona phragmitis Lagbi 68. II spina Vulvae processu anteriore obtuso lata, Ar. Fr. IV, p. 174) eu differt S., rebord du cóplialothorax 6troit dans toute sa longueur et par la pièce mediane de l'épigyne atténuée 67. subtiis inerme, tibia — rotundata. et Voisin de G. lugubris U. Kocn. le pilosum. plaga postica fere aeque longa ac attingente, sub-cordiformi, apice attenuata par I nicjro C. Kocb, e en arrière nulleinent tronqaóe. Cima del Pollino. Ar. X, p. 134, f. 846-7 (1843); del Vulture. Clubiona corticalis Walck.. Pn. Par. 11, p. 429 (1802) (sub Aranea) Bosco rotondo nel Catria. 69. Chiracanthium pelasgicum C. Kocb, Ar. Ueb. Syst. I. p. 9 (1837) (sub Bohjphantcs). Osservatorio Vesuviano. Pam. SCYTODIDAE 70. Scytodes thoracica Nouv. Dict. etc, Latr., XXIV p. 134 (1804). Melfi. Pam. 71. Segestria senoculata DYSDEKIDAE L., Syst. nat., ed. X, I, p. 622 (1758) (sub Aranea). Bosco rotondo. 72. Dysdera KoUari Doblika, Vorh. z. b. Ges. Wien, t. Ili (1853). Laghi del Vulture. 73. Dysdera crocota C. Koch, Ar. V, p. 81, f. 392 (1839). Melfi. Ordo OPILIONES Sub-Ordo O. Fara. 74. Astrobunus Kochi Avellana. Thorell, PLAGIOSTETHI PHALANGIIDAE Ann. Mus. Gen., VIII, p. 499 (1876). — 75. Liobunum Doriae Canestr., 39 — Ann. Soc. Nat. Mocl, VI, 6 (1872). p. Vulture (Fontana dei Piloni, Laghi del Vulture, Bosco di Monticchio.) 76. Liobunum silvaticum E. Simon, Ar. Fr., VII, p. 187 (1879). Avellana. Varieté du male avec l'abdomen concolore. 77. Phalangium opilio L., Fn. Suec, p. 485 (1761). Vulture (Rionero) 78. — Avellana. Phalangium longicorne. (f ) Long. 6 —7 sp. nov. "'". Corpus cinereo nìgrìcans obsciire testaceo punctatum, vitta media ohscuoculorum riore latissima albomarginata valde hidilatata ornatum, tuherculo alto, canaliculato, fere aeque ìongo ac lato, utrinque denticulis 6 fere aequis armato, margine antico mutico arcuato, ahdomine fere inermi subtiliter rugoso, denticidorum minutissimorum seriebus transversis chelis flavis, articulo primo notato, antice cylindrico supra irregulariter denticulato, art. secundo supra longe producto attenuato fere recto corpore longiore, pedibus maxillaribus obscure fuscis, longissimis, gracillimis, inermibus, pedibus femoribus nigris albo denticulatis, reliquis articulis cunctis fuscis, femorihus subangulatis denticulorum validoriim seriebus regulariter tibiis I subangulatis subtus (praéserttm tibiis anticis) denticulatis, armatis, metatarso subtus spinoso. P. opilioni affine sed processu chelanmi longissimo, recto pedum <f) ad vel apicem vix antice curvato, femore pedum mapllarium semper inermi^ tibiis subtus denticulatis. Long. 6 à 7 '"". Gris noiràtre ponctué de testacé obscur avec une large bande longitudinale plus foncée fiuement bordée de blanc, presentant vers élargissement anguleux suivi d'un second plus faible. — le milieu un fort Bords latéraux du céphalothorax presentant quelqaes petits deuticules aigus et sur l'angle antérieur un groupe de 6 a 10 denticules semblables mutique, fortement arqué; espace antérieur au mediane un ou deux denticules, et irréguliers; bord antérieur mamelon presentant deux groupes latéraux de 4 ou sur la ligne 5, sur le co- tés quolques petits denticules espacés disposés eu ligne oblique, enfin en arrière une ligne transverse de denticules semblables plus serrés. — Espace mem- — braneux de la base des chélicères pourvu de 2 petits tubercules géminés. Mamelon canaliculé, chacune de ses ca- oculaire aussi large qua long, élevé et — — 40 rènes formóe de 6 tubercules aigas et rapproclu'S, dont point do tubercules sur sa face postérieure, mais de l'ooil, ticulos — un lo premier plus petit lateral au dessous Abdoinen présentant des lignes transverses de très-petits den- espacós, bien visibles seulemont sur les premiers sogments res fauve petit, — Chélicè- premier article cylindrique, peu convexe, ponrvu en clair testacé; dessus de quelques petits denticules irréguliors; second article lisse ou inerme, articulé a angle droit sur le premier, prolongé eu dessus en pointe très longue, presque aussi longue que le corps entier, ótroite, graduelemont attenuée de la base a l'extrémité, droite ou un peu recourbóe en avant seulemont à la pointe. — Patte-màchoire très grèle, trois fois plus longue que le corps, avec l'extrémité des articles, sourtout du tarso, ólaircie; drique à peine sans élargi pres l'extrómité, gami brun-foncé fémur grOle, cylin- de crins très courts et espacés spicules ni denticules; les autros articles également inermes, tous — longs, sans saillie ni brosse interne. Hanches inermes, blanc trós testacé; f6- raurs noirs avec les denticules blancs; les autros articles brun foncé; fémurs sub-anguleux garnis de très réguliers; patellas séries de forts denticules presque égaux, serrós et pourvues de séries de spicules, plus forts en dessous; tibias anguleux, pourvus, sur les arétes inférieures seulemont, de séries de denticules, très forts à la première paire, plus faibles aux sui vani es, presque nuls à la 4™^ paire; metatarso 1 pourvu en dessous au bord interno d'une sèrie de petites spicules. Cima 79. del Vulture — e Phalangium propinquum H. f. Cotte Varco del Pollino. Lucas, Expl. Alg., Ar., p. 286, pi. XX, 4 (1845). 0. luridiis C. Koch, Ar. Mr Piano syiionymie XVI, p. 50, f. 1534 (1848). contestée est établie sur la comparaison des types de H. Lncas, faisant partie des collections du Muséum de Paris, et des indi- vidus typiques de la collection L. Koch. Vulture (Bosco di Monticchio, Laghi del Vulture) tenza) 80. — Piano e — Monte Poi (Po- Varco del Pollino. Phalangium segmeniatum E. Simon, Ar. Fr., VII, p. 206 (1879). Avellana, nel Castagneto. 81. Dasylobus Cavannae. (/) Long. 5 —8 sp. nov. """. Nigerrimus, opacus, vitta, suhmarr/inaU cepJialothoracis, iubere ocu- lorum postice, digitis chelarum, metatarsis tarsisque pediim ohscure testa- — ceo-fuscis, 41 — abdominis segmentis ventralibus cinereo-testaceis. Cephalothorax pane ante tuber oculorum valde et irregulariter, Abdomen inerme rugosum. Tuber oculorum aìtum, canalicula- subtiliter lateribus tum, utrinque 7 vel 8 tuberculìs parvis (praesertim Chelae magnae, articulo 1° lato extus convexo denticulatus. munitum. anticis) et laevi, ad apicem infus denticulato, articulo 2° late ovato, supra conico producto, antice dense ru- ad apicem goso. Pedes maxillares femore crasso, patito arcuato ducto infra ad basin convexo et granuloso, ad apicem depresso vix proet piloso; patella tibiaque inermibus, intus pilosis, patella ad apicem intus conica; tarso gracili subtus subtile rugoso. — Pedes parum longi, femoribus iibiis- que compressis hatid angulatis, femore 1 supra denticuUs minutissimis sparsis, tibia 1 subtus denticulorum parvorum et acutorum seriebus dua- et bus instructis, metatarso 1 subtus subtiUssime granuloso ; articulis reliquis cunctis inermibus et laevibus. ?) Corpus obscure fuscum sublineati — et pitnctati. tibiaque supra nigro lineatis <f) Long. testaceo ; — punctatum. Pedes maxillares fulvi, Pedes fulvi fusco femore late nigro,p)ateUa patella ad apicem valde produda. 5, 8. Noir profond et mat avec une ligne sub-marginale peu distincte au ce- phalothorax, la face postérieure du mainelon oculaire, les doigts des chélicères, les métatarses et tarses brun fauve très obscur, dessous de l'abdomen le gris testacé. Bords antérieur et latéraux du cephalothorax mutiques, ses angles antérieurs saillants et garnis de petits denticules irréguliers; au maraelon gamie de forts denticules aigus, serrés, antérieure partie avec irréguliers, bande mediane inerme, de chaque coté des denticules plus une espacés, petits, au bord postérieur une ligne de très petits denticules espa- irréguliers, enfìn cés punctiformes. — Abdomen mutique, très finement rugueux. — Mamelon grand, élevé, aussi long que large et canaliculé: chacune de ses carènes formée de 7 ou 8 petits denticules presque effacés en avant. — Espace membraneux de la base des chélicères pourvu au milieu de 2 tubercules obtus séparés. Chélicères très et en dcssus, de l'extrémité grand, ovale, robustes; lisse d" 1« brillant un groupe large. article large, très au coté externe, au coté externe, gami au coté interne irrégulier prolongé et de conique denticules; en antérieure de fortes granulations, plus denses choire: fémur robuste, un convexe peu courbe, dessus, vers à peine le second gami milieu. saillant — près article trés sa face sur — Patte-ma- à l'angle interne — sans brosso interne, en dessous — 42 assez convexe mière moitié, marqué dans la seconde d'une gamie de il et forte granuleux dans dépression longitudinale la avancée crins; patella faiblement élargie à l'extrémitó, conique et gami l'angle supero-interne, inerme, son cùtù interno mant brosse; tibia inerme, presque parallèle, k brosse gréle, un pea courbe, gami en dessous de inermes, les antérieures un peu rugueuses. de crins serrés for- tarse interne faible; très fines granulations. pre- — Hanches — Pattes peu longues, assez robustes; fémurs et tibias compriraés non anguleux; fèmur 1 pourvu en dessus et latéralement do sèries de trés petits denticules espacés n'atteignant pas met de l'article; tibia 1 pourvu eu dessous de 2 aigus plus serrés; metatarso 1 très finement séries granuleux des trois paires postérieures entiArement inermes et de petits en le £om- denticules dessous; pattes lisses. Se rapproche un peu de JX echinifrons E. S. par l'armature du céphalothorax; s'en distingue par sa coloration noire, ses pattes non anguleuses et presque inermes, enfin par sa patte-màchoire sans spicules en dessus, à féraur marqué eu dessous, dans la seconde moitié, d' une grande dépression Vulture (Fontana dei Piloni e Cima del Vulture) — Piano piligòre. e Varco del Pollino. 82. Dasylobus fulvaster. (f) Long. 4 — sp. nov. 3. Cinereo- fiilvus plus minus albo-testaceo variegatus et pundatus, pe- dibus, pedibus maxillaribus chelisqiie fulvo rufescentibus cum pedum ma- xillarium patella inius atque tibia supra ad basin fuseo maculatis. late Cephalotliorax ante tuher oculorum modice et irregulariter denticulatus. Abdonien inerme laeve. Tuber oculorum altum, canal iculatum, utrinque tuberculis 8 sat parvis, aequis instructum. Chelae modicae, articulo rallelo, supra breve et irregulariter denticulato, articulo 2° ovato, P pa- ad basin rotundato haud producto, fere inermi, ad apicem extus paulo convexo. — Pedes maxillares femore robusto, fere parallelo, supra ad apicem spiculis 7ninutissimis paucis armato, infra longitudinaliter depresso et dense piloso ; patella ad basin attenuata, extus leviter convexa, intus recta losa, ad apicem recta liaudproducta; gracili subtus suòtile rugoso. pra parcissime I et — tibia parallela, intus vix pilosa; tarso Pedes sat subtus minutissime denticulata, reliquis — dense pi- longi, femoribus cyllndricis, su- breve denticulatis, tibiis compressis subangulatis; haud granuloso. ?) Long. 5 et 6. tibiis inermibus, tarso I tibia subtus — 43 — Cinereo albida, albo nigroque pimdata, vltta nigricanti latìssima, versus medium dilatata et angulosa supra ornata. Pedum maxillarium pa- tella intus convexa atque ad apicem conico producta, tibia intus convexa sat dense pilosa. et Long. 4 <f) — leviter 3. Gris-fauve obscur; céphalothorax largement varie de blanchàtre marge sur les cotés et à antórieure blanc jaunàtre, présentant avant du mamelon, une bande longitudinale brun-rouge groupe ponctué de méme teinte; testacé de plus, en et sur ses còtés abdomen ponctué de blanc testacé et un mar- qué d'une très large bande longitudinale obscure peu distincte; chélicères, pattes et pattes-màchoires fauve rougeàtre avec la patella de choire au coté interne et le tibia en dessus brun. Bord antérieur du céphalothorax la patte-mà- à la base largement tachés de mutique ; latéraux pourvus de bords 2 très petits denticules espacés; angles antérieurs saillants et portant chacun un groupe de 3 ou 4 denticules; partie antérieuro au mamelon gamìe, sauf sur la bande mediane, de très petits denticules espacés (6 ou 7 de chaque coté) s'étendant et un peu sur les parties latérales; bord postérieur du céphalothorax abdomen entièrement mutiques, nullement rugueux. élevé, — Mamelon grand, au raoins aussi long que large, canaliculé, chacune de ses carènes formée de 8 denticules très petits égaux. Espace membraneux de la base des chélicères pourvu au milieu de 2 tubercules géminés. 1" article presque parallèle, irréguliers, arrendi, inerme non et lisse gami en — Chélicères robustes; dessus jusqu'à la base de petits denticules au borde exteme; saillant à la base, garni dans le second article ovale, petits spicules, présentant à l'extrémité, à l'angle externe près la base mobile une faible lèle, saillie obtuse. atteuué, haut seulement de quelques très du doigt Patte-màchoire fémur robuste, presque paral: nullement saillant à l'angle interne, pourvu en dessus à l'extrémité de quel- ques trés petits spicules, marqué eu dessous d'une dépression longitudinale gamie de crins noirs serrés; patella un peu atténuée à la base, légèrement convexe au coté externe, droite et gamie d'une brosse serrée saillante à l'angle; tibia un peu plus court que la patella, parallèle, à brosse interne très-peu serrée; tarse grèle deux ligues granuleuses. — au coté interne non un peu plus étroit, pourvu en dessous de Pattes assez longues; fémurs cylindriques pourvus en dessus de quelques très petits spicules très espacés; tibias comprimés, sensiblement anguleux surtout aux paires postérieures, inermes; tibia I pré- sentant Seul en dessous au coté interne une fine ligne granuleuse et au coté — extorne nno do liixne trùs petits Il — metatarso I non spicules; granuleux en dessous. 9) Long. 5, 6. Gris testacó ponctuó de blanc et de noir avoc uno très-largo bando dor- lógèrement ponctuóo de testacó obscnr et bordóe de blanc, sale noiràtre nette, un peu attenuée ólargle et anguleuse vers le milieu de l'abdomen, n'atteignant pas son extrémitó. — Patte-màchoire ólargie de la base à rex'trómité, convexo au ensuite, testacee; patella fortement cót6 interne, avec l'angle périeur courtement prolongé conique; tibia sensiblement elargì l'extrémité et légèrement convexe au coté interne; brosses de la patella et tibia su- de la base à du presque également serrées. Kappelle un peu le B. nivìcola E. S. mais s'en distingue par ses raurs cylindriques à peine patte-miìclioire sans aucuno màchoire plus robuste avec denticulés; chez saillie male par la le fé- patella de la à l'angle interne, chez la femollo par la patte le tibia convexe pourvu d'une brosse au cOté et interne. Cima 83. del Catria. Egaenus crista. Brulle 1832. (sub Expód. se. Phalangium). de Morée. Articulós. Zacheus morcìax C. Koch -+- Z. trinotatus C. Kocli. (non E. crista E. Simon, C. E. Soc. Ent. Bolg. 1879.) "^ ?) Long. 10 Corpus magnum, crassiim, supra nigrum, rufo-hrunnea parum distincta, linea vitla media flava marginali lata óbscure exili atqiie postice ritta transversa arquata flava ornatum, supra suhtiUter et dense rugosum. Ce- phalothorax ante tuher oculorum denticulis sai validis inaequalibus et irregulariter dispositis, postice tuherculis minutis seriem transversam for- mantibiis instructus, margine antico recto haud arcuato nec convexo. Ab- donien antice instructum tuberculoruni minidissimorum serie transversa, dein inerme vel tuberculatum parcissime luni, longius ticis quam latius, et irregulariter. Ttiber oculorum al- canaliculatum tUrinque tuberculis 4 vel duohus minutis reliquis magnis conicis et acutis fere 5, an- confluentibus supra armatum. Chelae robustue-, articulo primo nigro supra valde denticulaio, articulo 2° late ovali, laevi, nitido, fulvo. — Pedes maxillares obscure atlenuaio suptra serie denticiilorum fusci, ad basin nigro ad apicem obscure femore robusto ad basin 2)aulo parvorum afque ad apicem denticulis — paucis majorìbus femoribus obscure longi, Uneatis et ad basin Coxae nigrae, fiiscis, patellis IV mibus compressis Jiaud angulatis; IV basin valde angulata et metatarso cum à j'ai supra fuscis serie sparsis; setis tibia III leviter tibiis I et II ìner- angulata inermi; ti- metatarso III ad spicuUs minutìs armatis. le véritable j'ai E. crista Brulle ou Zacheus mordax refu dernlèrement des environs d'Athènes. — L'espèce parie dans un mémoire précedent (C. K. Soc. Ent. Belg. 3 mai 1879) quatre paires également fortement anguleux mes. Je propose d'appeler cotte dernière espéce aux environs de Constantinople en et par toutes E. diadema E. memo temps que des tibias les les pattes S. Elle se iner- trouve E. sinister les et S. Laghi del Vulture. Se trouve également enSicile en en Grece 84. late fulvo haud angulatis ; femore III sous le noni à'E. crista en est distiucte principalement par Clairi E. re- entièrement a la description de C. Koch et est semblable elio reponci un individu que dont denticulato, Pedes robusti parum carinis breve denticulatis; IV supra Getto espèce est, je pense, Koch; C. tibiisque obtuse — seriebus denticulatis duabus subtus armatis supra denticulis minutissimis vel atqiie et nìtidae. punctatis, metatarsis tarsisque obscure fulvis ; femoribus crassis attenuatis paulo compressis, denticulata unica, femore bia — armato, infra breve et acutis liquis articulis ìnermibus. 45 Oligolophus alpinus Herbst, Ungefl. Ins., Ili, p. 3, pi. (coli. VI, f. E. Simon). 2 (1799) (sub Opilio). Les 0. alpinus de Basilicata sont de Alpes ; chez l'^ paire est périeures l''^ de le male plus grande que ceux des taille les pattes antérieures sont plus épineuses, le tibia de la pourvu, non seulement en dessous, mais aussi sur les arétes suséries denticulées seulement plus faibles; paire présente en dessous des denticules plus metatarso de la le nombreux mèlés a des gra- nulations; au fémur de la 4« paire les denticules sont au contraire plus petits et moins denses. Très 85. commun sur toutes les montagnes de Basilicata. Acantholophus spinosus Bosc, Soc. phil., 1, p. 18 (1792) (sub Michele) — Avellana. Bull. Phalangium). Vulture (Sul Vulture e sul Pizzuto di 86. S. Acantholophus horridus Panzer, Fn. Germ., 17, langium). Vulture (Cima del Vulture, Fontana dei Piloni). 21 (1794) (sub Pha- — 87. Acantholophus lemniscatus. 46 — sp. nov. ?) Long. 5 "". Corpus subparallehim, postìce rotunclatum, supra cinereo fuscum taceo pundatum, etpostice fulvo-tcsfaceum, Abdomen canti sai angusto et postice truncato ornaium. transversas dispositis instructum, anficis ìongiorihus gracilihus et conìcis. et acutìs, — tnherciilis series et rotundatis, posticis lineam fere recfam in dispositis, marginihus pone spinas front ales spinis minor ihits armatiis. Tuher oculorum longius quam longis quatuor minimis Cephalothorax spìnis trìhus marginis antici longis, aequis, lateralibus et in medio tes- parte fusca ephìppio nìgrì- iyi ufrinque tuherculis gracilibus latius, armatum. — Pedes parum longi, testacei et plus minus fusco variegati, femorihum, patelUs, tibiisque valde angulatis ciim carinis dense et valde denticulatis, denticiilis femorum longis et inaequis, reliquie brevioribus et densioribus, metatarsis subangulatis, supra et lateralibus breve denticula- tis.— Pedes maxillares testacei fusco variegati, femore subtus seriebus duabus denticulatis tis. armato, patella supra tibia extus irregulariter Coxae pedum grosse granulosae, trochanteri longe et denticuladenticu- gracile culatì. Corps épais, presque parallèle, arrendi en arriére, gris brunàtre ponctué de tcstacé obscur, avoc les deus derniers segments abdominaux fauve testacé; en dessus une bande longitudinale noiràtre, relativement assez un peu resserrée vers la base de l'abdomen et tronquée en arrière. clair étroite, — Bord autérieur du cephalothorax droit, pourvu au milieu de 3 poiutes, gréles, lon- gucs aigufls, égales, placées sur la memo ligne; bords lateraux pourvus de quelques denticules, les deux principaux- aux angles du porelatéral,.dilatcsà la base; en dessus frontales. — un groupe irrógulier de denticules en arrière des Abdomen pourvu sur chaque segment d'une de denticules, petits arrondis et peu serrós sur et serrés sur les derniers. — Mamelon un peu de ses carènes formée de 4 tubercules grèles, égaax. avec le — Chélicères fauves, fémur, la patella, et lisses le tibia pourvu on dessous de 2 lignes de nombreux gami et un peu plus et inermes. forts, les ligne pointes transverse premiers, longs, coniques plus long que large; chacuno longs — et très presque aigus, Patte-màchoire testacee, plus ou moins maculós do brun; fémur petits tubercules dont les externes moins son angle supóro-interne un pou saillant et do crins; patella et tibia garnis d'une brosso de crins au coté interne; patella en dessus et tibia au coté externe denticules; tarso inerme. — Pattes fauve testacé plus ou moins ponctuées et variées de brun, peu longues; fé- — 47 — murs, patellas et tibias fortement anguleux avec de fortes séries denticulées sur les arétes; denticules des fémurs très longs et inégaux, ceux plus courts, egaux, trés-réguliers et serrés; métatarses pourvus d'une ligne dorsale petits et assez serrés. ters — et de des légérement tibias anguleux deux lignes latérales de denticules plus Hanches des pattes fortement granuleuses; trochan- pourvus d'épines très longues et grèles. Voisin de A. horridus Panz. s'en distingue par les denticules des tibias plus petits, beaucoup plus réguliers et plus serrés, et par les pattes de la seconde paire relativement moins longues. Presso i laghi del Vulture. Pam. 88. NEMASTOMATIDAE Nemastoma argenteo-lunulatum E. Simon, Ar. Fr., VII, p. 283 (1879). Avellana. Pam. 89. TROGULIDAE Trogulus aquaticus E. Simon, 1. e, VII, p. 306 (1879). Avellana. Ordo Pam. 90. ISCHNURIDAE (1) Euscprpius flavicaudis De Géer, (1778) (sub Scotyio). Eoma, nel Pu Colosseo. già trovato nell'Agro nata Durazzo 91. SGORPIONES romano dalla Avendo in corso Laura Doria Limi., (1767) (sub Scorpìo). Vulture; Rionero, Bosco di Monticchio (1) march. (2). Euscorpius carpathicus del Pollino sig. — — Dirupata di Morano — Salita Castro villari. un lavoro sugli scorpioui italiani ho unito il materiale raccolto prima possedevo. Mi limito qui a dare i nomi delle Cavanna. nella gita a quello amplissimo che specie. (2) V. Pavesi e Pirotta. - Brevi notizie intorno ad Aracnidi e Miriapodi dell'Agro romano, in Ann. Mus. civ. Stor. nat. Genova, voi. XII. pag. 554. Genova, 1878. — 48 — Eccettuati 2 dei quattro esemplari raccolti in Monticcbio e quelli di Castrovillari, che presentano appartengono tutti gli altri forme vicine al al tergestimis, earpathicus sicanus ec. tipico. MYRIOPODA GflILOPODA Orcio Fam. 1. Scutigera coleoptrata SCUTIGERIDAE Liiin. Riouero in Vulture. Fam. LITHOBIIDAE 2. Lithobius Bonensis Meinert. Varco del Pollino. 3. Li. communis Fontana 4. — Varco del Pollino. L. foriìcatus Linné. Presso 5. L. Koch. dei Piloni i Laghi Monticchio di — Bosco rotondo (Catria). L. lapidicola Meinert, Cima del Catria. 6. L. tricuspis Meinert. 7. L. mutabilis Koch. 8. L. lucìfugus L. Koch. Bosco rotondo (Catria). Cono del Vulture. Varco del Pollino. 9. li. grossipes Koch. C. Varco del Pollino. 10. li. meridionalis Varco del 11. — Avellana. Fedrizzi. Pollino. L. brachycephalus Lamina stica sulco n. sp. cephalica subcìreuìaris, latéribus suòrectis, parte po- profundiore (V) notata. Antennae breves, articulis 28, — 49 — tertiam partem longitudinalis coìporis vix superantes. Oculi ocel16. in 4 series longitudìnales (5-4-4-3) digestìs. lis maxiìlarium seciindi vestita. paris dentibus 7-7 armatae. Sciita dorsua- 13 angulis posticis productls. Scuta ventralia lia 6, 7, 9, 11, non Pori coxales subovales, (in pedum parihus 15) 8-^-8-^-9+8. Pedes primi paris calcaribus 4-4-2. les Coxae peduni 12, 13, 14, Pedes ana- calcaribus 1-4-3-2 armati. Color testaceiis - briinneus. Long. 30. mill. Hàb. Avellana (Marche). SCOLOPENDRIDAE Fam. 12. Scolopendra hispanica Newp. 13. Cryptops silvaticus Koch. Valle Piana (Castrovillari). Cono del Vulture. Nuovo per la fauna italiana. Fam. 14. Geophilus bistrìatus Varco GEOPHILIDAE Koch. del Pollino. 15. G. palustris C. Koch. 16. G. laevipes Cima C. del Catria. C. Koch. Avellana. 17. G. linearis C. Koch. Avellana. 18. G. flavidus C. Fontana dei Piloni Koch. — Ordo Varco del Pollino. DIPLOPODA Fam. 19. Glomeris guttata GLOMERIDAE Risso. Basilicata. Ann. XIV. setis 4 — — P0LYDE3MIDAE Pam. 20. 50 Polydesmus complanatus Liiinó. Basilicata. Fani. 21. Lysiopetalum carinatum Cono 22. lulus lULlDAE JJrandt. del Vulture. nemorensis C. Koch. Varco del Pollino. 23. I. boleti C. Koch. Varco 24. del Pollino. I. pusillus Meinert. I. fuscipes Koch. Bosco rotondo (Catria) 25. Bosco di Monticchio e cima del Vulture. 26. I. nemorensis Koch. 27. londinensis Koch. Rionero, nella Villa Granata. I. Avellana. 28. I. terrestris Koch. Avellana. 29. I. sabulosus Linné. 30. nigripes Koch. Avellana. I. Parco di Caserta. — Presso i Laghi di Monticchio. EXAPODA ORTHOPTERA Ordo. Fam. 1. FORPICULTDAE Forflcula auricularia Limié. Badia di Monticchio Vetta del Pizzuto lana — — di S. Basco Rotondo Cima del Michele — Catria — Rionero Cima — — Vetta di del monte Vulture Fui Parco di Caserta. — — Avel- — 51 — 2. Forficula marginella Costa. 3. Forficula decipiens Gène. Presso il cono del Vesuvio, sotto le lave. Varco del Pollino. 4. Forficula albipennis Meg". 5. Forficula Orsini! Gène. Piana Cima del Pollino. del Catria. Pam. 6. Ectobia vittiventris A. BLATTIDAE Costa. Avellana. 7. Ectobia livida Fabr. 8. Periplaneta orieatalis Linné. Cima del Vulture. Pergola. Pam. MANTIDAE Mantis religiosa Linné. 0. Badia di Monticchio — Avellana. Pam. ACRIDIDAE 10. Caloptenus italicus Linné. Avellana. IL Pezottetis alpina Cima 12. Piseli. del Catria. Gompliocerus sibiricus Linn. Varco del Pollino 13. — Cima del Dolcedormo Stenobothrus melanopterus Borck. Avellana. 14. S. lineatus Panz. var. nigromaculatus. Avellana. — Cima del Catria. — 15. Stenobothrus viridulus Linné. — 52 var. virescens. Avellana. 16. S. biguttulus Linné. Avellana. 17. S. pratorum Fiob. Pergola. 18. S. rufiis Fisch. Avellana. 19. Ctyphippus coerulescens Linné. Cima dol Pizzuto di S. Michele Avellana — Cima della Dirupata di Morano — (var. alis miniaceis). Fam. LOCUSTIDAE 20. Ephyppigera perforata — Monte Fui 21. Rossi. Avellana. Ephyppigera Cavannae Targ. Vedasi la descrizione di questa nuova specie nel Bullettino, anno XIII, p. 181. Vulture (Cima del Vulture; Fontana dei Piloni). Fabr. 22. Tylopsis 23. Leptophies laticauda Badia lìliifolia Monticchio. di Frjvk. Avellana. 24. L. punctatissima Bosc. 25. Poecilimon 4-vittatum Targ. 26. P. incertus Targ. Cima del Vulture. Vulture — Avellana. Vulture. 27. Conocephalus tuberculatus Stài. Caserta. 28. Decticus verrucivorus Linné. 20. Platycleis tessellata Cliarp. Avellana Avellana. — Bosco Rotondo — Cima del Catria. — 30. 53 — Platycleis grìseus Fabr. Melfi (var. flavìdus) di Morano. brachypterus Fischer. Dirupata 31. P. — Monticchio — Vulture — Cima di Foi — Avellana. 32. P. strictus Zeli. Badia 33. P. sepium Cima 34. P. — del Vulture montana Cima 35. di Monticchio. di Cima del Catria. Koll. monte Foi. Pterolepis spellata Kamb. Avellana. 36. P. spinibrachia Fisch. Fr. Avellana. 37. P. pedestris Fischer. Eionero in Vulture 38. — Rhacocleis discrepans Avellana. Fieb. Vulture. 39. Thamnotrizon cinereus Badia Fisch. di Monticchio. 40. Xyphidium fuscum 41. Locusta virìdissima Linn. Badia Fab. di Monticchio. Vulture (Fontana dei Piloni) 42. L. cantans — Pergola Fuessl. Avellana. Fani. 43. Gryllomorpha dalmatina GRYLLTDAE Ocsk. Avellana. 44. Liogryllus campestris Linn. 45. Gryllotalpa vulgaris Latr. Avellana. Vulture (Rionero) — Avellana. — Avellana. Cima della — 54 — Fam. LIBELLULIDAE 46. Crocothemis erythraea BruUr. (snb TAhcUuìa). (— Lihelluìa ferruginea Y. Laghi 47. Anax formosus Van 48. Platycnemis pennipes Laghi di {— Agrion Laghi 49. d. Linci.) di Monticchio. der Lind. (sub. Aeslina). Monticchio. Palhis. (sub Libellula). lactcum Charp.). di Monticchio. Agrion tenellum Devillers (sub Libellula). Laghi di Monticchio. 50. A. elegans Van Laghi der. Lind. di Monticchio. Ordo NEUROPTERA Fam. 1. Mantispa perla 2. Raphidia ophiopsis Cima Cima HEMEROBIIDAE Pallas. del Vulture. Linné. del Vulture. Il dotto entomologo E. Mac Lachlan, queste due da un solo esemplare femminile specie, di Londra, che ha determinato scrivo che essendo la uon si Raplùdia rappresentata può essere del tutto appartenga alla ophiopsis. Ordo HEMIPTERA Sub-ordo HETEROPTERA Fam. CORISAE 1. Corisa Geoffroy Leach. Eioniro (Villa Granata). 2. C. hieroglyphica L. Duf. Eionero (Villa Granata). / sicuri — Notonecta glauca — NOTONECTAE Fam. 3. 55 L. — Kionero (Villa Granata) Monte Foi (Potenza). Fam. PLEAE Plea minutissima Fabr. 4. Kionero (Villa Granata). Fam. Nepa cinerea 5. NEPAE L. Kionero. Ranatra 6. linearis L. Laghi di Monticchio. Fam. Naucoris cimicoides 7. Lago L. piccolo di Monticchio. Fara. Limnobates stagnorum 8. Nella fontana presso LIMNOBATIDAE L. Michele S. Fam. 9. NAUCORIDAE al Vulture. HYDROESSAE Velia rivulorum Fabr. Parco 10. di Caserta. V. currens Fabr. Monte Foi (Potenza). Fam. 11. HYDROMETRAE Limnotrechus gibbifer Schml. Fontana dei Piloni (Vulture) S. Niccola (Castrovillari). — Monte Foi (Potenza) — Fontana — 56 — Fam. TINGIDIDAE r2. Agramma laeta Fall. Potenza. 13. Monanthia cardui L. Rionoro. 14. Tingis pyri Geoff. Rionero. Fam. 15. Acanthia lectularia Castrovillari e un L. po' dapertutto. Fam. IG. ACANTHIADAE Lyctocoris domesticus ANTHOCORIDAE Sellili. Rionoro. Fam. 17. Reduvius personatus REDUVIDAE L. Avellana. Fam. 18. Nabis ericetorum Rionero 19. Scliolz. — Potenza. — Potenza N. ferus L. Riouero 20. NABIDAE — Castrovillari. N. longipennis Costa. Kionero. Fam. 21. Pyrrhocorls marginatus PYRRHOCORIDAE Kol. Dirupata di Morano (Castrovillari). — Lygaeus apuans Rossi. Eionero (Villa Granata) 23. L. — LYGAEDAE Fani. 22. 57 — Michele al Vulture. S. equestris L. — Melfl Michele al Vulture. S. 24. Lygaeosoma 25. Scolopostethus afiìnis 26. Microtoma carbonaria reticulata H. S. Eionero (Villa Granata). Roma Schill. (nel Colosseo). Eossi. Castello di Monticchio. 27. Rhyparochromus Melfi — S. pini L. Michele al Vulture. 28. Beosus luscus Fabr. 29. Pachymerus quadratus — Rionero S. Michele al Vulture. Panz. Monte Vulture. 30. Cymus claviculus Fall. Presso i Laghi di Monticchio. Fam. 31. Neides aduncus BERYTIDAE Fieb. Rionero (Villa Granata). COREIDAE Fam, 32. Phyllomorpha laciniata Vili. Monte Vulture. 33. Pseudophloeus auriculatus Cima 34. Fieb. del Vulture. Coreus hirticornis Fabr. Vulture (Fontana dei Piloni e presso i Laghi di Monticchio). — 35. Mycrelitra fossularum Fontana dei 30. 58 — Eossi. Piloni. Alydus calcaratus L. Kionero. 37. Chorosoma 38. Syromastes marginatus Schillingi Sellini. Melfi, presso la città. Rionero — Fontana L. dei Piloni — Presso i Laghi od al Castello di Monticcliio. 39. Verlusia rhombea 40. Ceotrocarenus spiniger Fabr. Fontana S. L. dei Piloni e Bosco di Monticcliio. Michele al Vulture. Fani. il. Miris laevigatus 42. Brachytropis calcarata PHYTOCORIDAE L. Rionero. Rionero 43. — Presso Notostira erratica Monte Vulture i Fall. Laghi di Monticchio. L. e presso i Laghi 44. Camptobrochis punctulata 45. Brachycoleus scriptus Fabr. Stazione di Palo (Roma) di Monticchio. Fall. — Osserv. Vesuviano. Monte Vulture. 46. Calocoris bipunctatus Fabr. Osservatorio del Vesuvio — Melfi — Monto Vulture dei Piloni e .sulla vetta). 47. C. vandalicus Rossi. Stazione di Orbetello. 48. Capsus olivaceus Fabr. Osservatorio del Vesuvio — Fontana dei Piloni. 49. C. capillarls Fabr. Fontana 50. dei Piloni e Lopus albomarginatus Bosco di Monticchio. Klg. Sul Monto Vulture, a 723 ra. (alla Fontana — 51. Liocoris trìpustulatus Fabr. 52. Polymerus holosericeus — 59 Eionero, Halin. Rionero. 53. Lygus exoloetus S. Auct. Michele al Vulture. MACEOPELTIDAE Fam. 54. Rhapigaster griseus 55. Eusarcoris biuotatus Hahn. Fabr. Rionero. — Caserta Fontana dei Piloni. 56. Holcostethus sphacelatus Fabr. 57. Mormidea 58. M. verbasci Fabr. Roma, Melfi nel Colosseo — nigricoruis — Melfi. Fabi*. Monte Vulture presso ; Stazione di Palo (Roma) — i Laghi Rionero — e nel Presso Bosco di Monticchio. i Laghi e nel di Monticchio. 59. Strachia ornata Melfi 60. S. S. L. Michele al Vulture. oleracea L, Presso 61. — i Laghi del Vulture e nel Aelia acuminata L. S. Michele al Vulture e sulla vetta del Fam. 62. Bracbypelta aterrima Roma, nel Colosseo 63. Pizzuto di S. Michele. CYDNTDAE Forst. — Ochetostethus nanus H. Fontana Fontana dei Piloni. S. dei Piloni. Fara. 64. Bosco di Monticchio. TETYRAE Eurygaster hottentotus Fabr. Caserta, nel Parco — Fontana dei Piloni. Bosco — G5. E. maurus rifs.so — Fabr. Laghi i Bosco e nel GG. Graphosoma lineata 67. Ancyrosoma albolineata Kionero e presso Fontana 68. 00 i di Monticchio. L. Laghi del Vulture. Fabr. dei Piloni (Vulture). Odontotarsus grammicus L. StazAone di Orbetello. Sub-ordo HOMOPTERA. Fam. CICADIDAE 69. Tettigia orni L. Campagne di Palo. Fam. 70. Cixius nervosus L. 71. Hypotmetus 72. Pseudophana europaea Osservatorio del Vesuvio FULGORIDAE — Cima del Vulturi sp. Parco di Caserta. L. S. ]\lichele al Vulture. 73. Issus coleoptratus Fabr. 74. Tettigometra virescens Orbetello. Vulture — Pan/,. Bosco Rotondo, Fam. al Catria. CEKCOPIDAE 75. Triecpiiora snnguinolenta Linné. 76. Lepyronia coleoptrata Basilicata. L. Orbetello. 77. Aphrophora alni Fall. Osservatorio Vesuviano. — 78. 61 — Philaenus spumarius Linn. Orbetello (var. lateralis) dei Piloni — Avellana Fam. 79. Centrotus cornutus Linn. 80. Gargara genistae — Caserta — Cima del — Vetta del Catria. Vulture MEMBRACIDAE Orbetello. Lungo Fabr. Basento, sotto Potenza. il Fam. JASSIDAE 81. Ulopa trivia Germ. Avellana. 82. Macropsis lanio. Avellana. 83. Resomus venosus Germ. — Caserta 84. Rionero. Tettigonia viridis Presso i Laghi L. di Monticchio. 85. Penthimia atra Germ. 86. Acocephalus costatus Panz. 87. A. striatus Fabr. Eionero (Villa Granata) — Avellana Vulture, alla Fontana dei Piloni. Avellana. 88. Cicadula X-notata Panz. 89. Athysanus variegatas Kbm. Riooero (Villa Granata). Orbetello. 90. AUygus atomarius Germ. Avellana. 91. A. mixtus Fabr. 92. Chlorita flavescens Fabr. Piana di Pollino. Bosco rotondo, nel Catria. (var. thoracica). e Fontana — Ordo — 02 DIPTERA (Ilo raccolto pochissime specie di Ditteri, e neppure nomo, non essendo ancora studiate). LEPIDOPTERA Ordo 1. Pieris rapae L. 2. Anthocaris belia 3. Leucophasia sinapis Cima del Vulture. = Ilb. Ausonia Cr. Monticchio. L. Monticchio 4. Golias myrmidone — Monticchio 5. Esper. Cima Rhodocera rhamni del Vulture. L. Monticchio. 6. Melitaea didyma Cima 7. 0. del ^'ulture. Argynnis Aglaja Cima 8. A. niobe L. 9. A. paphia Cima L. del Vulture. del Vulture. L. Monticchio. 10. A. pandora Schifi". = cìjnara Fab. Monticchio. 11. Melanargia galathea 12. Satyrus hermione Cima Cima 13. L. del Vulture. del L. \'ulture. Pararge janira L. Monticchio. \\. Polia flavicincta Fab. Cima del Dolcedorine. posso danie il — — 15. Adela 16. Grapholita foenella L, fibulella Fab. Cima 63 — latreiUela Stph. del Vulture. Cima del Vulture. VAdcìa e la Grapholita sarebbero, secondo babilmente nuove per Ordo le il Curò {in lift.), provinole meridionali. GOLEOPTERA Fam. 1. Notiophilus aquaticus L. 2. N. palustris Dufts. 3. N. bigutta tus Fabr. CARABIDAE Vetta del Pollino. Vulture (Fontana dei Piloni). Bosco rotondo (Catria). 4. Nebria brevicollis Fabr. Cima del Vulture. * Abbondantissima. 5. N. Gillenhalli Schon. 6. N. Krateri Kollar Bosco rotondo (Catria). Dejean = violacea Costa. Vulture (Fontana dei Piloni) — Piano sp. e varco del Pollino. Abbondantissima. Forse V Heydenii Dej. e questa specie devono essere indentifìcate. 7. Carabus Germari 8. Brachinus explodens 9. Cymiudis humeralis Fabr. Presso Cima Cima 10. di Lag'bi del Vulture. Dufts. Foi (Potenza). del Vulture. Blechrus glabratus Dufts. Cono Due 11. i * Dejean. del Vulture. ind. della var maurus Sturm, Lebia cyanocephala Linn. Avellana. l'altro glahrafus tipo Dufts. pro- 12. Licinus agricola Varco 13. Oliv. = 64 - Carabiis sUpItoides Rossi. del rollino. Ophonus azureus Fabr. Avellana. 14. O. puncticollis Payk. 15. Harpalus pubescens A'ulture (presso Laghi od alla Fontana dei i "Vulture (presso IG. Piloni. Miiller. Laghi). i H. sulphuripes Germar, Avellana. 17. H. aeneus Fabr. Vulture (Fontana dei Piloni). 18. Avellana. H. rubripes Dufts. Vulture (presso 19. — i Laghi) — Avellana. H. serripes Quens. Vulture (Bosco di Monticchio). 20. H. anxius Dufts. 21. H. tenebrosus Dojean. Vulture (Cono del Vulture). Cima 22. del Vulture. H. quadripunctatus Cima Dej. Varietà a piedi neri. del Catria. 23. Argutor subsinuatus Dejean. 24. Omaseus melas Varco del Pollino. Vulture 25. Kreutzer. (Bosco di Monticchio). Platysma picimanum Dufts. Catria (Vetta del Catria e Bosco rotondo). 26. Pterostichus Xatarti Dej. Varco e Piano di Pollino. Comunissimo. 27. Abax contractus Heer. Vulture (Fontana dei Piloni). 28. Percus PaykuUi 29. P. strictus Dej. Rossi. Catria (Vetta del Catria e Bosco rotondo). Avellana. — Sono d'avviso collo Chaiuioir Oberleitneri, il cui torace — 65 che questa sia una specie distinta dalla ha ben diversa forma gradatamente allargandosi sino ai tre terzi e le cui elitre vanno mentre nello strictus esse ; sono paralelle. L'essersi trovata nell'Italia continentale è per lisce l'anello fra 30. Zabrus Orsinii Piano 31. Varco e Grecia e me fatto nuovo: stabi- Sardegna boreale. Baudi. Dej. di Pollino. Bradytus apricarius Payk. Piano del Pollino. 32. Amara trivialis Gyll. Catria (Avellana e Bosco rotondo). 33. A. familiaris Dufts. Bosco di Monticchio 34. — Catria. A. plebeja Gyllh. Cima di Foi (Potenza). 35. A. lucida Dufts. 36. Calathus glabricoUis Dej. Avellana. Vulture (Cima del Vulture) — Varco e vetta del Pollino — Catria (Vetta del Catria e Bosco rotondo). 37. C. cisteloides IH. var. Vulture (presso i laghi, Monte Foi (Potenza) Fontana — dei Piloni, Pollino (Varco cima del Vulture. e vetta del — Cima Dolcedorme) di — Catria (Avellana e Bosco rotondo). 38. C. punctipennìs Germ. Vulture (Cima del Vulture) 39. C. — Catria (Avellana e Bosco rotondo). moUis Marsh. Vulture (Vetta del Vulture). 40. C. melanocephalus Linn. Cima di Foi (Potenza) — Varco del Pollino — Catria (vetta rotondo). 41. C. micropterus Dufts. Vulture (Rionero e fontana dei Piloni). 42. Platynus (Agomim) viduus Panz. Catria (Avellana). ' Ann. XIV. 5 e Bosco — 43. ()0 — Trechus minutus Fabr. Vulture (Fontana dei Piloni) — Abetina Antimo (Potenza) S. — Varco del Pollino. 44. Tachypus flavipes Koma, 45. Bembicidium Parco Linn. nel Colosseo. di {Peryplius) nitidulum ilarsb. Caserta — Vulture (presso i Laghi) — Varco del Pollino — Catria (Avellana). Fam. DYTISCIDAE 46. Haliplus lineatocollis Marsh. 47. Laccophilus minutus Linn. 48. Agabus dydimus Vulture (Rionero). Vulture (Rionero). Oliv. Catria (Avellana). 49. A. nitidus Fabr. Catria (Avellana). 50. A. bipustulatus Linn. Vulture (Rionero) — Monte Foi, presso Potenza della Vornosa, Avellana), 51. Dytiscus marginalis Linn. Vulture (Rionero). Fam. 52. Gyrinus natator Lin. Vulture (Rionero) — Catria (Avellana). Fam. 53. Philhydrus dilutus Erich. 54. Laccobius minutus Linn. Caserta, nel Parco Vulture (Rionero) GYRINIDAE — HYDROPHILIDAE Vulture (Riouero). — Catria (Fontana — 55. Helochares lividus Baudi {in 67 — Forst. Ut.) considera i due individui raccolti come una varietà od di questa specie: in essi la anomalia è piìi forte e più punteggiatura profonda. L'egregio entomologo torinese ne ha trovato degli esemplari simili, assieme al genuino ìividus, nei dintorni di Torino, e ne possiede anche, proveniente dall'Ungheria, una sola femmina. 56. Limnebius sìmilis Baudi. Parco di Caserta. Mancando trovato il il maschio non si può determinare con sicurezza. Baudi ha sìmilis anche in Abruzzo. 57. Helophorus granularìs Linn. 58. Hydraena producta — Foi (presso Potenza) Catria (Avellana). Muls. Catria (Avellana). Fam. 59. Tachyporus hypnorum 60. Quedius STAPHYLINIDAE Fabr. Vulture (Rionero), tristis Gravenh. Vulture (Fontana dei Piloni) 61. — — Q. picipes Mannerh. Varco del Pollino — Catria (Avellana). impressus Panz. 62. Q. Vulture (Fontana dei Piloni) — ochropterus Erichs. 63. Q. Varco del Pollino. 64. Q. ochripennis Ménétr. Vulture (Fontana dei Piloni). 65. Q. fulgidus Fab. Varco del Pollino. 66. Staphylinus stercorarius 67. Ocypus cupreus Oliv. Catria (Bosco rotondo). Rossi. Vulture (Fontana dei Piloni). 68. Varco del Pollino O. morio Gravenh. Varco del Pollino. Varco del Pollino. Catria (Avellana). — 69. O. brachypterua Brulle. 70. 0. italicus 68 — Vulture (Castello di Mouticchio). Munto 71. A rag. Potenza Foi, presso — Varco Philonthus aeneus (Staphilinus) Varco 72. P. del Pollino Rossi. del Pollino. ebeninus Gravenh. Varco del Pollino. 73. P. nigrìtulus Gravenh. Vulture (Presso i Laghi). 74. Xantholinus longiventris Heer. 75. Baptolinus afflnìs Payk. Vulture (Fontana dei Piloni). Varco del Pollino. 76. Stilicus subtilis Erichs. Parco di Caserta. 77. Paederus Baudii Fairm. 78. P. litoralis Gravenh. Catria (Avellana) Parco di Caserta. Fam. SILPHIDAE 79. Silpha reticulata Fabr. Cima di Monte Foi — Catria (sulla vetta). Fam. 80. HISTERIDAE Saprinus subnitidus De Mars. Vesuvio (presso il Cratere). Fam. 81. Phalacrus corruscus. 82. Olibrus liquidus Erichs. PHALACRIDAE Vulture (Melfi; fontana dei Piloni). Stazione di Orbetello. — Catria (.\vellana.) — 83. O. 69 — helveticus Tourn. Abetina S. Antimo presso Potenza. 84. O. millefolii Payk. Vulture (Cono del Vulture). NITIDULIDAE Fara. 85. Brachypterus gravidus lUig. Catria (Avellana). 86. Meligethes coracinus Sturili. Parco di Caserta. 87. M. egenus 88. M. ovatus Sturm. Erichs. Vulture (Rionero). Vulture (Rionero). 89. Rhyzophagus dispar Payk. Varco del Pollino. Pam. TROGOSITIDAE 90. Thymallus limbatus Fab. Varco del Pollino. Fara. 91. DERMESTIDAE Dermestes Fritschi Kugel. Vesuvio (presso Cratere). il Fani. 92. Syncalypta setigera BYRRHIDAE lUlg. Vetta della Dirupata di Morano. 93. Byrrhus dorsalis Fabr. Catria (sulla vetta) Fam. 94. LUCANIDAE Dorcus paralellopipedus Linn. Vulture (presso i Laghi ed al Bosco di Monticchio). — 95. 70 — Sinodendron cylindricum Linn. Varco dol rullino. Fam. 96. SCARABAEIDAE Aphodius {Coprimorphus) scrutator llerbst. Catria (sulla vetta). 97. A. obscurus Fabr. 98. A. thermicola Sclim. — Varco del Pollino Catria (sulla vetta). var. elyt. nigris Sturm. Catria (Bosco rotondo). 99. A. {Acì-ossì(s) discus Schmidt. — Varco del Pollino Catria (Avellana). 100. Geotrupes sylvaticus Panz. 101. G. pillularius Linn. Catria (Avellana). Vulture (Bosco di Monticchio). 102. Anomala lunii Dufts. Vulture (presso Laghi; a Rionoro la var. DoubUeri Muls.; Fontana i dei Piloni). 103. Phyllognathus silenus Fabr. Foggia. 104. Oxythyrhea stictica Linn. Vulture (presso 105. i Laghi ed a Rionero). Cetonia floralis Fabr. Vulture (Bosco lOG. C, opaca di Monticchio). Fabr. Avellana. 107. C. aurata Linné. Vulture (presso una i Laghi; Fontana dei Piloni; varietà, cuprea, da bella var. cerulea). 108. Trichìus fasciatus Linn. Piano 109. e Varco del Pollino. T. abdominalis Ménét. Catria (Avellana). al attribuirsi alla hicìdida Bosco di — Catria Monticchio (Avellana, — Tino, Valgus hemipterus Liun. Vulture (sulla vetta). Fara. 111. BUPRESTIDAE Antaxia ìnculta Germ. Vulture (Melfi). 112. Agrilus viridis Linn. Catria (Avellana; a Bosco rotondo la var. fagì Hat/,.) ELATERIDAE Fam. 113. Cardiophorus rufipes {Elater) Fourc. Vulture, presso 114. C. i Laghi. rubripes Germ. Sul Vulture, a m. 723. 115. Melanotus tenebrosus Erichs. Sul Vulture, a m. 723; Bosco di Monticchlo; Fontana dei Piloni. 116. M. castanipes 117. Limonius lythrodes Germar. Payk., var. pedibus nigropiceis. Varco del Pollino. Osservatorio Vesuviano. 118. Athous niger L. Vulture (Fontana dei Piloni). 119. Agriotes corsicus Candèze. Stazione di Orbetello. Fam. 120. Lampyris noctiluca Parco di Caserta — 121. Luciola italica L. 122. Ragonica fulva MALACODEEMIDAE Linn. Vulture (Bosco di Monticchio). Monte Foi (Potenza). Vulture (Rionero Potenza. Scopol. = e presso melanura i Laghi) Oliv. — Abetina di S. Antimo presso — 123. Telephorus bicolor Herbst. 124. Malachius bipustulatus Vulture (presso 72 — Laghi). i A'ulturo (Kionero e presso 125. M. viridis Fab. 126. M. 127. Ebaeus taeniatus Lin. i Laghi). Vulture (Melfi, Fontana dei Piloni). ruficollis Oliv. Vulture (presso Laghi). i Muls. Osservatorio Vesuviano. 128. Henicopus pilosus Scop. Varco del Pollino. 129. Dasytes bipustulatus Fab. Vulture (presso Laghi; i Castello e bosco di (Avellana). 130. Dolichosoma nobile 131. Danacaea IlL Staziono di Orbetello. pallipes Panz. Vulture (Rionero). = 132. D. nlgritarsis Kust. tomentosa Muls. Osservatorio Vesuviano. Fam. 183. Stenosis Cima intermedia TENEBRIONIDAE Solier. del Vulture. 134. S. pilifera Solier. Cono del Vulture. 185. Akis italica Sol. Roma, 136. Roma, 137. nel Colosseo. Blaps glbba Castel. noi Colosseo Asida Pirazzolii — Vulture (Melfi) Allard. Vetta del Catria. 138. Pimelia rugulosa Gorrn. Osservatorio Vesuviano. Monticchio) — Catria — 139. 73 — Pedinus meridianus Muls. Vulture (Cono del Vulture e vetta del Pizzuto di S. Michele) della Dirupata di Morano. 140. Colpotus strigicoUis Muls. Catria (Avellana). 141. Opatrum alternatum Cima ? Ktìst. della Dirupata di Morano. Sembra un' esemplare male 142. O. nigrum Cima sviluppato. Kiist. della Dirupata di Morano — 143. Tenebrio molitor Linn. 144. Acanthopus caraboides Petagna. Vulture (presso Catria (Avellana). Vulture (Bosco Monticchio) 145. Cistela umbellatarum — Catria (Avellana). Kies. Vulture (sulla vetta ed a m. 728). 146. C. semiflava Kiist. Vulture (vetta del Pizzuto di 147. Podonta Abetina 148. S. Michele). italica Bandi. di S. Antimo Omophlus plcipes e Monte Foi (Potenza). Fab. Vulture (Fontana dei Piloni). Fam. LAGKIIDAE 149. Lagrla hirta Linn. Vulture (Bosco di Monticchio). Fam. PEDILIDAE 150. Scraptia dubia Oliv. =r f^tsca Latr. Parco di Caserta. Fam. ANTHICIDAE 151. Notoxus cornutus Fabr. Osservatorio del Vesuvio. i Laghi). — Cima — 74 — 152. Aatliicus ruGcollis Schmidt. i— sanguinicoìiis Lafertó. Staziono di OrbetcUo. MORDELLIDAE Fam. 153. Mordellistena pumila Gyll. Vulture, sulla vetta. 154. Anaspis varians Muls. Osservatorio Vesuviano. CANTHARIDAE Fam. 155. Cerocoma Schaefferi Vulture (Fontana dei Giumentari o Cono del Vulture). 156. Mylabris flexuosa Varco 157. Oliv, del Pollino, M. 10-punctata Fab. Vulture (Melfi; fontana dei Piloni; Badia di Monticchio). OEDEMEPJDAE Fam. 158. Oedemera nobilis Scop. Vulture (Fontana dei Piloni) — Catria (Avellana). 159. O. flavipes Fabr. — Osservatorio del Vesuvio Vulture (Rionero; presso tria (Avellana). 160. O. lurida Marsb. Vulture (Fontana dei Piloni). Fam. 161. Barynotus pyrenaeus Cima 162. CURCULIONIDAE Brissout. del Catria. Sitones gressorius Fabr Vesuvio (presso il cratere). i Laghi) — Ca- — 75 — 163. S. tibialis Herbst. Cima della Dirupata di Morano. 164. S. lineatus Limi. Vulture (presso i Laghi) — Cima della Dirupata di Morano. 165. S. sulcifrons Thun. Vulture (Fontana dei Piloni). 166. Polydrosus amplicollis Baudi. Catria (Avellana). 167. P. sericeus Schaller. Vulture (Fontana dei Piloni). 168. Otiorrhynchus romanus Boll, var armatus Boli. Vulture (Rionero: danneggianti 169. O. belve ticus Varco 170. O. i vigneti). Bull. del Pollino. pruinosus ? Germ. Vetta del Dolcedorme. Individuo deteriorato dal Baudi attribuito 171. O. aterrimus al pruinosus Germ. Bull. Vetta del Catria. 172. Peritelus Cima 173. parvulus Seidl. del Vulture. Phyllobius maculicornìs Germ. var femorihus concolorihus. Cima 174. P. di Monte Foi. sinuatus Fabr. Parco di Caserta. 175. Hypera punctata 176. H. variabilis Herbst. Cima Fabr. della Dirupata di Morano. Catria (Avellana). 177. H. Pollux Fab. 178. Mecaspis emarginatus Fabr. 179. Larinus latus Herbst. Vulture (Rionero). Vetta Cima 180. L. e varco del Pollino. = Curculio eardui Rossi. del Vulture. scolymì Oliv. Vulture (Fontana dei Piloni e cima del Pizzuto di S. Michele). — 181. Larinus carinirostris 76 — Gyll. Sul Volture. 182. L. jaceae Fabr. — Abetina S. Antimo presso Potenza. Vulture (Fontana dei Piloni) — Cima Cima 183. L. 184. L. del Vulture turbinatus obtusus Gyll. della Dirupata di Morano. Gyll. Catria (Avellana). 185. Lixus umbellatarum Fabr. Vulture (presso 186. L. Laghi). i Ascanli Linn. var albo margìnatus Schall. Vulture (presso Laghi). i 187. L. junci Poh. Cono 188. del Vulture. Apion pomonae Fab. Catria (Avellana). 189. A. subulatum Kirby. Vulture (presso Laghi). i 190. A. ochropus Germ. 191. A. Catria (Avellana). cyaneum Do Geer. = carduorwn Kirby. Vulture (Rionero). 192. A. urticarium Ilerbst. = vernale Payk. Vulture (Rionero). 193. A. radiolus Kirby. Vulture (presso 194. i Laghi). A. seriesetosum Wenk. Catria (Avellana). 195. A. laevicolle Kirby. Parco 196. A. di Caserta. apricans Herbst. var ononidis Gyll. Stazione di Orbetollo. 197. A. virens Herbst. Vulture (Rionero). 198. Rhynchites planirostris [Attdahus) Fabr. Catria (Avellana). — 199. Anthonomus rubi — Herbst. — Vulture (Rionero) 77 Avellana, 200. Orchestes fagi Linn. 201. Tychius cuprifer Panz* Catria (Avellana e Bosco Rotondo). Parco 202. di Caserta. Sybines attalicus Gyll, Vulture (Fontana dei Piloni), 203. Cionus ungulatus Germ, 204. Gymnetron beccabungae Catria (Avellana), Cima Linn, var veronicae vel nignim Germ, del Vulture. 205. Miarus distinctus Bob. 206. Ceuthorrhynchus pleurostigma Marsh, 207. Ceuthorrhynchidius terminatus Herbst. 208. Trachyphloeus sp ? Vulture (presso i Laghi). Vulture (Fontana dei Piloni). Vulture (Rionero). Cono del Vulture. Specie affine 209. ^iìV aristatus Calandra oryzae ed allo spinitnanus', ma certamente diversa, Linn. Catria (Avellana). Fam. CERAMBYCIDAE 210. Pachyta cerambyciformis Schrank 211. Leptura cordigera — octomamlata Schall. Vulture (Fontana dei Piloni). Fùssel =: hastata Sulz. Avellana. 212. L. bifasciata Miill. Vulture (Rionero; fontana dei Piloni). 213. Clytus Bobelayei Vulture (presso i Brulle, var grancUs. Laghi), 214. C. massiliensis Linn. Parco 215. di Caserta. Parmena balteus Linné = Lamia unifasciata Rossi. — 21G. Morimus asper 217. Calamobius gracilis = Schultz. 78 — higiibrìs Fabr. Avellana. Cono 218. Kreutz. del Vulture. Agapanthia lineatocoUis lìonovan = Saperda Vulture (Fontana dei Piloni). 219 A. suturalis Fabr. Vulture (presso cyanea 220. A. Laghi). i = micans Herbst. Panz. Cono del Vulture. Fam. 221. Spermophagus cardui BRUCHIDAE Boli. Stazione di Orbetello. euphorbiae 222. S. Kiist. Monte Foi (Potenza). Bruchus marginalis 223. Fabr. Avellana. 224. B. nanus Germ. Vulture (Ixionero). 225. B. pubescens Gerni. Melfi. Fam. 226. Donacia bidens 227. Lema melanopa A^ilture (presso Parco 228. di Oliv. i Caserta CHRYSOMELIDAE = verskoìorca Laghi). Linn. — Vulture (Rionero). Labidostomìs lucida Gerra. Monto Foi (Potenza). 220. L. longimana Linn. Vulture (Fontana dei Piloni). 230. Tituboea sexpunctata Parco di Caserta. Brahni. Oliv. cardili Fabr. — 231. 79 — Cryptocephalus cristatus Duf. Parco — di Caserta Vulture (Fontana dei Piloni; presso i Laghi; cono del Vulture). 232. C. hypochoeridis Linn. Abetina 233. C. Antimo (Potenza). S. Moraei Linn. Parco di Caserta. 234. C. labìatus Lin. Avellana. 235. C. amoenus Parco di = Drap. — Caserta vHHila Vulture (Rionero). = minutus 236. C. fulvus Goeze. Suffr. Fabr. Osservatorio del Vesuvio. 237. C. geminus ocellatns Drap. Gj^il. Vulture (Rionero). = 238. C. strigosus Germ. strigatus 111.. Avellana. 239. Melasoma populi Al Vesuvio, lave 240. il Linn. — Parco di Caserta Vesuvio. dì 7 luglio 1880, presso il cono. Chrysomela Heeri Kùst. Cima 241. C. fin questa specie era numerosissima sulle del Vulture. haemoptera Linn. varietas. Avellana. 242. C. menthastri Parco 243. C. Suff. di Caserta. viridana Kiist. — = Vulture (Rionero; presso paltistris Suff. Vulture (Rionero). 244. C. fastuosa Linn. A^arco del Pollino. 245. C. cerealis Lin. var violacea Schaller. Avellana. 246. C. polita Linn. Vulture (Laghi del Vulture). 247. C. gloriosa Fabr. Varco del Pollino. = sjìcciosa Panz. i Laghi) — Avellana. — 80 — J4S. C. cacaliae Srhrank, var scnccionis Schuui. Varco del Pollino. 249. Podagrica malvae 250. Graptodera oleracea Illig^. Melfi. Limi. Vulture (Rionoro). 2.51. Longitarsus niger Kuch. 252. Li. Staziono di Orbotello. pratensis Panz. Avellana. 253. Chaetocnema chiorophana Dufts. Stazione di Orbetello. 254. Psylliodes attenuata IH. Osservatorio Vesuviano Gli esemplari presi — Vulture (Fontana dei Piloni). all'Osservatorio Vesuviano appartengono ad una varietà con punteggiatura alquanto più superficiale, che 255. Galeruca sicana 256. G. tanaceti Linn. Cima Eeiche. della Dirupata di Morano. Varco del Pollino. 257. G. littoralis Fab. Cima 258. della Dirupata di Morano. Cassida vibex Vulture (presso 259. C. = i margaritacea viridis Fab. Laghi). Schall. Vulture (Fontana dei Piloni). 260. C. nebulosa Linn. Parco di Caserta. 261. C. virldis Linn. == equestris Fabr. Vulture (Rionero; presso Fam. 262. si trova an- (Baudi in che in Piemonte. Endomychus coccineus Catria (Bosco rotondo). i Laghi. ENDOMYCHIDAE var major Linn, litf.). — COCCINELLIDAE Fani. = 2G3. Hypodamia mutabilis 264. Adalia bipunctata Linn. 2(35. Coccinella 14-pustulata Linn. Goeze, — Osservatorio del Vesuvio — 81 mutabilis Scriba. Vulture (Melfi; cono del Vulture). Vetta del Vulture. Vulture (Fontana dei Piloni). 266. C. 10-punctata Linn. Roma 287. C nel Colosseo — = variabilis Fabr. Abetina S. Antimo presso Potenza. 7-puuctata Linné. Vulture (Cono e vetta del Vulture; piccola cima del Vulture a 723 m; fontana dei Piloni) — Varco del Pollino e vetta del Dolcedorme — Catria (Avellana: Bosco rotondo e vetta del Catria). 268. Semiadalia li-notata (Coccinella) Schneid, Vulture (Fontana dei Piloni; piccola vetta del Vulture a m. 723; cono del Vulture, vetta del Pizzuto di S. Michele). 269. Scymnus nigrìnus Kugel. Parco dì Caserta. 270. S. = Apetzì Muls. frontalis Rossi. Stazione di Orbetello. 271. S. capitatus Fab. Stazione di Palo. 272. Rizobius litura Fab. var pallidulus Muls. Vulture (Rionero). 273. Subcoccinella 24-punctata Linn. = C. globosa Schn. Vulture, sul cono ed alla Fontana dei Piloni). Ordo HYMENOPTERA 1. Bombus 2. Psithyrus saltuum Panz. 3. Psithyrus. Cima Cima lapidarius Linn. ^cf. del Catria. n. sp. (f. ? vel saltuum var. ? (f. del Catria. Ann. XIV. 6 — mi Aloltu (Juulo clie di 82 questa specio plare, inoltre guasto assai per È di cettuata testa la alquanto il iioii siasi raccolto lungo soggiorno che un solo useui- nell'alcool. statura mediocre, intieramente coperto di peli fulvo-grigiastri ec- torace, le tibie od è il — tutta, i una dorsale fascia tarsi, nello quali parti clipeo sono totalmente piti trasversale lisci, meso- sul sono neri. La testa peli allungata al basso che nel P. saìtimm\ piti le guancie ed senza punteggiatura. Le antenne sono foggiate corno quello del P. saltumn, alquanto i ma un poco mono robuste, od lunghe. Finalmente la punteggiatura dell'addome è la medesima che nell'or citata ma specie, la valvola anale quasi del tutto piana, e solo all'estremità ha una ventrale è lievissima traccia di rigonfiatura. Io credo assai probabile che insistenti ricerche sui monti dell'Italia meridionale condurrebbero alla scoperta di ma poco numeroso esaminato non permette ancora 4. Nomada una nuova specie interessante genere di Melliferi; distinguenda Moraw. di dare una il di questo solo esemplare sicura affermazione. cf. Vulture. 5. Halictus quadristrigatus Latr. Dirupata di 6. H. quadricinctus Kirby. 7. Polistes biglumis Linn. ^. Cima Cima 8. 9. ?. del Catria. Dolcedorme. del Psammophila viatica Cima cf'. Morano. del Vulture P. affinis Kirby. — Linn. ?. — Cima Dolcedorme Vetta del Catria. d'- Vetta del Catria. 10. Tachytes n. sp. tf. Varco del La Pollino. singolare scultura del metatorace serve a distinguere questa specie assai facilmente dallo congeneri europee: la parto dorsale, cioè tanoto, ò striata longitudinalmente; rose, rugose, sono leggermente incurvate volta all'esterno, per cui formano molto appiattiti; per questo affini le striature T. nigrìpennis a quasi carattere larghe, poco il mo- nume- ad arco con la convessità una serie diversifica pompili formìs: ho avuto di concentrici, ampiamente il dalle dubbio che fosse T. la psammobia ma Kohl., esemplare (?) che posseggo la scultura metanolo nell'unico del di quest'ultima, e che ricevetti dall'autore, ma bensì vicina a quella dell'esemplare del Pollino, è pur tuttavia ancora diversa, ed inoltre non presenta questo la forma del clipeo indicata nella descrizione. Negli altri caratteri l'insetto in questione si avvicina alle specie sopra nominate. ancora un confronto con un Siccome intendo di (f tipico della T. psammobia, istituire e siccome devo ancora fare l'esame delle specie esotiche (cosa indispensabile negli Imenotteri non se vogliono commettere si solenni nella errori determinazione delle specie), così non posso ancora pronunciarmi defi- nitivamente sull'argomento. 11. Chrysis succinctula Spin. Cima ?. del Vulture. Questo esemplare presenta una varietà singolarissima tanto che senza un diligente esame narlo con esattezza; difficilmente si di colorazione, nomi- saprebbe a primo aspetto credetti di aver sott'occhio io esemplare della C. basalis Dahl., poiché race di colore azzurro-verdognolo, vi trovavo la testa ed appena lumeggiato di verde primo segmento addominale il dorato, assai scuro, quasi azzurro cupo un cessivi di bel rosso di forma della testa non si alla base; si e della valvola anale subito trattava punto della basalis. Devo teri eccettua r il colorito, to- più è dì color verde due segmenti suc- rame; la punteggiatura però del corpo, la solo con qualche fatica riuscii a trovarle Se i un ancora chiaro sulle due aree laterali del dorsulo, e più leggermente sullo scudetto; inoltre il come si per il mi dimostrarono che altro confessare che vero nome. vede molto diverso, in tutti insetto in questione è identico alle C ì carat- succinctula tipiche, di cui posseggo molte altre varietà, nessuna però così spiccata come questa. 12. Chalcis femorata Dalm. Vulture Il cf — ? ? Bosco Monticchio. presenta una varietà colle tibie posteriori gialle. 13. Bracon terrefactor 14. Aleiodes sp Rossi ?. Sul Vulture. ? ?. Vulture. 15. Ichneumon insidiosus Wesm. Cima Dolcedorme. ?. — FORMICIDAE Fam. Ili. Camponotus ligniperdus — 84 Latr. (Catria Bosco rotondo). 17. C. aethiops Latr. Melfi — Monticchio- 18. C. lateralis Oliv. Caserta. 19. Formica sanguinea Ciiua del Vulture 20. F. cinerea Mayer. 21. F. rufibarbis Fabr. — Orbetello Cono 22. 23. L. Cima Sul Vulture del Catria. — Cima del Catria. del Vulture. Lasius alienus Cono Latr. — Foerst. del Vulture. emarginatus Oliv. Bosco rotondo. 24. Tapinoma erraticum 25. T. nigerrimuia Nyls. Latr. Foggia. l'alo. 26. Tetramorium coespitum Melfi 27. — Cima Linn. del Pollino (Dolcedorme) Leptothorax Rottembergiì Questa specie è C. — Cima del Catria. Emery. alquanto interessante; fu trovata finora solo nel mez- zogiorno d'Italia ed in Africa. Cono del Vulture. 28. Myrmica Cima scabrinodis Nyls. della Dirupata di 29. Aphaenogaster barbara 30. A. structor Latr. Caserta — Orbetello 31. Melfi — — Caserta Morano Bosco — — Cima di Melfi Monticchio. — Cima della Dirupata di A. testaceo-pilosa Lucas. var. spinosa Era. Orbetello. del Pollino. Linn. Morano. — 32. A, testaceo pilosa Lncas. 33. Pheidole pallidula Nyl. Cima var. della Dirupata di 85 — Campana Em. Morano. Caserta. 34. Cremastogaster scutellaris Oliv. Caserta. MOLLUSCA Caroti ha fatto un ampia raccolta di Molluschi, per conto della signora marchesa Marianna Paulucci, nella collocati, per esser poi a suo cui ricchissima collezione sono ora tempo dalla stessa signora studiati pubblicati. VERTEBRATA PISCES 1. Barbus plebejus 2. Tinca vulgaris Cuv. Fiume Laghi Val. Oliventa, presso Kionero. di Monticchio. 3. Leuciscus cephalus Linné. 4. Alburnus fracchia Hechel. 5. A. vulturius Costa. Fiume Oliventa, presso Rionero. — Leuciscus alhklus Costa. Fiume Basente, presso Potenza. Laghi 6. di Monticchio. Anguilla vulgaris Fleram. Laghi di Monticchio. AMPHIBIA 1. Rana esculenta L. Laghi di Monticchio. e — 2. R. temporaria 86 — L. Bo.-co di Moiiticchio. 3. Bombinator igneus Badia — 4. di Laiir. — Nelle Monticchio di Monticchio! Bufo vulgaris Laur. var amethistina. Nei ruderi del Castello 5. acque ferruginose termali Monte Poi (Potenza). di Monticchio. B. variabilis Fall. Caserta, nel Parco. REPTILIA 1. Testudo graeca L. Rionero. 2. Hemidactylus verruculatus Cuv. Roma, nel Colosseo. 3. Podarcis muralìs Laur. 4. Anguis 5. Tropidonotus natrix Linnò. 6. Vipera aspis Linné. Rionero in A'ulture — Castrovillari Nei ruderi del Castello Laghi — Dirupata di Morano. fragilis L. df'l di Monticchio. Vulture. Cono del Vulture. AVES Gyps fulvus Briss. Può avere qualche talora si interesse trovaruno il individui fatto che di questa specie, qua e là sull'Appennino, della fu quale proso un bello esemplare maschio in Calabria presso Tarsia, attualmente pos- seduto dai sigg. Rende. I pastori del Pollino mi assicurarono veder- sene non troppo raramente qualcuno sulla montagna. — 87 — MAMMALIA Erinaceus europaeus 1. L. Rionero, nelle vigne. Talpa europaea 2. Rionero, negli L. orti. Sorex pygmaeus 3. Pali. Serra Crispo, al Pollino. 4. Meles taxus Schr. 5. Foetorius putorius Keys Monticcliio. Badia (li Lutra vulgaris 6. et Blas. Monticcliio. Erxl. Laghi del Vulture. 7. Vulpes vulgaris Bosco di Monticchio Canis lupus 8. Bosco di Briss. — Pollino. — Pollino. L. Monticchio Sciurus vulgaris L. 9. Bosco di Monticchio. 10. Myoxus quercinus 11. Arvicola glareolus Schreb. L. Avigliano. Serra Crispo, al Pollino. 12. Lepus timidus L. Monticchio. 13. Cervus capreolus L. Bosco di Monticchio. 14. Sus scrofa ferus Bosco di L. Monticchio POLIMORFISMO E LA PARTENOGENESI ir. DI ALCUNI ACARI (GAMASIDI) MEMORIA ANTONIO BERLESE GENERALITÀ ANATOMICHE I gamasidi costituiscono una famiglia ricca che presenta specie, II i generi di e di seguenti caratteri. capotorace non è separato dall'addome che in alcune formo giovani. La pelle che copre questi animali è dura; solo nei gio- negli esemplari che vani hanno appena subita la muta, essa apparisce assai sottile e spesso ialina. Di questi esemplari appunto è necessario valersi, allorché vogliano esaminare il gli organi interni, come il tubo digerente; sistema nervoso, tracheale, muscolare ecc. Le specie del genere Dermanyssus, hanno il tegumento molle anche si solo allo stato perfetto. Spesse volte l'epidermide del corpo è e viene cosi a costituire delle vere in alcuni punti indurita, placche chitinose. Queste placche sono un carattere eccellente per la classificazione dei generi e delle specie. Cosi nei Notaspìs, la placca ventrale combacia perfettamente colla dorsale. Nei Gamasus quelle dorsali. vi hanno molte placche sul ventre, separate da — In questo ultimo genere si — 89 possono notare al ventre tre plac- che principali che sono: Il piastrone sternale, collocato tra paia, confinante al disopra col mento le e zampe due prime delle placca al disotto le due ultime paia colla successiva. ìnastrone mediano, collocato tra Il zampe; Il fa di parte nella femmina dell'apertura genitale. piastrone anale collocato dietro le zampe, porta ^ scolpita l'apertura anale. Nei maschi però mancano affatto tutte codeste placche, e noi vediamo mento in quella vece l'epidermide dura e continua, correre dal all'estremità anale ed unirsi Sul dorso infatti, si anche colle placche dorsali. osservano in alcune specie due placche, separate tra loro, talora da una striscia di epidermide talora semplicemente da marsi del capotorace, e un la solco. La placca molle, e anteriore può chia- seconda dell'addome, attesoché coprono due regioni che nelle larve e ninfe, rappresentano appunto il capotorace e l'addome, e sono separate da un solco. Però, giova ripeterlo, non in tutte le specie, la placca dorsale è suddivisa. Nei Notaspis in quella vece, sempre in- questa os- piastrella discoidale od ellittica, che la placca dorsale è tera (negli adulti), e cosi pure la ventrale servasi in ambi i una sessi ; però su è l'opercolo che protegge l'apparato esterno della riproduzione. Il tessuto cellulare pavimentoso di queste regioni riesce di- stintissimo. L'apparato boccale menti dal basso si compone all'alto e viceversa, grado, dairinnanzi all' un rostro capace di movi- come anche, sebbene in minor di indietro, e dall' indietro all' innanzi. Quali pezzi inservienti alla présa degli alimenti ed alla masticazione esistono: guetta, appoggiata / i palpi, le mandibole, le mascelle e la lin- al labbro inferiore. palpi sono pezzi articolati, divisi in sei segmenti, dei quali quasi sempre il primo e l'ultimo sono assai corti, e il secondo — — «)0 assai lungo, inseriti ai lati del rostro, e cilindrici o leggermente fusiformi. Allo stato di riposo sono piegati ad arco verso penultimo articolo esiste un appendice lato interno del a forchetta e diretta verso opposto. lato il non di rado, biforcate e acute. dei peli che ornano i foggiata anche volte Sono tutte metamorfosi palpi e che spesseggiano verso l'apice libero. queste appendici Sull'ufficio di Spesse al consimili, allargate a mo' di sul terzo articolo esistono appendici coltello 0, basso: il Mailer, che Dottor il os- le servò, opina che le forchette servano ad afferrare la preda, ed coltelli a tagliarla. Questa immaginosa spiegazione, ha i svan- lo taggio di non essere punto verosimile, e la struttura, e posizione degli organi lo dimostrano. la Per trattenere, afferrare preda servono magnificamente dentelli e margini mandibole fornite le taglienti, e dotate movimento del lacerare e aguzzi di protra- di zione e retrazione. Queste appendici servono unicamente per paio di zampe e più raramente pettine. L'acaro stringe mandibole, le l'estremità ripulire tra tarsale primo il come farebbe un i palpi, indi la solleva. Le mandWole sono due lunghi cheliferi. calcarate Le dita della chela sono quasi alcuni (in Trachynotus, la pezzi chitinosi triarticolati e ec.) maschi) o sempre dentellate a foggiate coltello. e spesso {Noiaspis, Possono questi organi raggiungere perfino tutta lunghezza dell'animale, e quel che riesce più singolare possono essere completamente nascoste nel suo corpo, si o è che quasi totalmente protratte. Le mascelle mancano in questi animali, o per sono trasformate in un tubo che avvolge feriormente si le meglio dire, mandibole, e che in- salda al labbro inferiore che lo completa. Sopra mandibole questo tubo assume dei dentelli, delle spine ecc. le le quali costituiscono un carattere utile per la distinzione delle specie. Nei Noiaspis e nei Trachynotus, spina cigliata. Nei Gamasus è il tubo orale è foggiato a variamente conformato. In alcune — specie riesce facilissimo lo - 91 scorgerlo, mentre in altre cosa è malagevole. un pezzo impari, che nel centro, Il labbro inferiore è lato interno, porta la linguetta (conica, cigliata, esile) e mente compongono Si cammino, meno quelle tutte atte al Gamasus Notaspis paio in alcune specie dei generi lateral- di aderenza, ma Le zampe lunghe le zampe generalmente più funzionano spesso da organi del secondo paio, delle altre sono nei sottili e più di tatto. Gamasus costante- nei Notaspis la differenza riesce : sensibile. Sproni variamente foggiati, nascono in quasi tutte Gamasus Mancano alle zampe del le specie secondo paio nei maschi. gli occhi. Esistono due stigmi Ora tibia, uncini. primo paio non portano organo sono anteriori, mente più ingrossate appena del da due e solo lunghi peli tattili. delle altre e Le zampe primo e Polyaspìs. anca, trocantere, coscia^ : Sono terminate da una ventosa lobata In qualche forma del deisoliti cinque segmenti (notiamo solo quelli mobili, ossia articolati), che sono di suo due cornetti (Palpi labiali). Le zampe sono tarso. al ai lati del corpo. cito gli autori principali LiNNÈ. Sì/stema Naturac, Editio che trattarono decima tertia di questa famiglia. cura Io. Frid. Graelin, Lugduni, 1789. Latreille. Précis des caractéres gencrìques des Ins. ecc. Brive 1797. Hermann. Mémoires a^ìtérologìques. Strassbonrg. 1804. KocH. Crustaceen, Miriaj^oden nnd Araclmiden Deutscldands. Kramer. Gamasiden. Archiv fiir Natii rgeschichte, herausg. von doct. F. H. Troscbel. 1873. Mégkin. Memoire sur V organisation et la distrUmtion zoólogxque des Acarlens de la fani. des Gamasides. Journal de l'Anatomie et do Physiologie, de M. Robin. 1876. Canestrini e Fanzago. Intorno agli Acari italiani. Atti del Veneto Voi. IV. Ser. V. Come si dei Gamasidi. vede nessuno prima di me tratto del R. Istituto polimorfismo — 92 — Quest'anno ebbi occasione di considerare alcuni Gamasus che io stesso avevo raccolti e che continuavo a raccorre. Lo studio accurato di questi animali mi fece notare alcune forme, che mi impressionarono singolarmente. Notai alcuni individui tra loro somigliantissimi nei particolari del tubo orale, delle zampe ecc. differenti tra loro solo nella grandezza naturale, e qualche altro carattere secondario, tutti poi presentano gli bene sviluppati, uova nel ventre, e tutti i renze di forme adulte. Così per esempio, organi riproduttori caratteri e le appa- una forma di stercorarius Kram. da cui differiva Gamasus, molto simile al G. più del corpo allungato. Tali solo per le dimensioni e la forma caratteri staccano anche lo stesso G. stercorarius dal G. fardus Koch. Il primo dei tre gamasi citati, che fu accuratamente studiato dal Prof. G. Canestrini in mia compagnia, ci indusse a credere che fosse una forma giovane pedogenica del G. stercorarius. A questa forma si riferiscono appunto cenni di partenogenesi notai i Osservazioni intorno al Genere Gamasus (Atti del R. Istituto Veneto Voi. VII. Ser V.) dati dallo stesso Professore pag. 6 e pag. nelle sue 9. Durante l'autunno di questo anno, mercè un'eccellente miAndrea croscopio, statomi affidato dalla gentilezza del Prof. Pier Saccardo, che di nuovo pubblicamente ringrazio, ebbi agio di ripassare gli esemplari studiati ed approfondirmi in un argomento, a parer mio, cotanto interessante. Le ripetute e molteplici osservazioni mi condussero a risultati soddisfacenti, e tali che non erano stati previsti dal Prof. G. Canestrini e da me nelle nostre anteriori comuni ricerche. numerosi preparati microscopici, che anche ora posseggo, accurate esperienze, colle quali cercai di indagare la verità, I e le un po'diflicile per dir vero a scoprirsi in questo punto, mi permettono di dichiarare con tutta sicurezza che nei Gamasus esiste un deciso polimorfismo, ed una ben marcata partenogenesi. II genere Gamasus, istituito da Latreille, non contava ai tempi del Linneo che due sole specie, V Acarus coleoptralorum e VA. crassipes. Ora, mercè le indagini di Hermann, Koch, Kramer, Mégnin ecc.