LEIDEOLOGIE DTLMALE \ Gianfranco Morra I MORT I COMUNISMO PERAYEREUCO IALIBERTA Ilmeridionale Sturzo \ il pensiero conobbe di Man soprattutto leopere attraYerso di due studiosimeridionali:Labriolae Croce Pubblichiamo un capitolo importante del libro del Prof. Morra ("Sturzo profeta della seconda repubblica") edito dal C.I.S.S.. Secondo I'Autore, Luigi Sturzo non separò mai religione, filosofia e sociologia dalla politica. Con questo metodo capì subito che i[ comunismo ideato da Marx non poteva soprawivere ai suoi errori. Peccato che milioni di persone non lo abbiano capito per oltre un secolo! Il meridionale Sturzo conobbe il pensiero di Marx soprattutto attraverso le ooere di due studiosi meridioÀali: Labriola e alla Croce. Siamo nell'anno 1898, Sensibilissimo miseriadellemasse quando il socialismoeragià una meridionali(e già realtàassaiviva e ooerante.Foneproces- d a t o a G e n o v a n e l l ' a g o s t od e l denunciato nel 1897 sato per 1 8 9 2 , i l P a r t i t od e i l a v o r a r o r i ttsowersione"), italiani (poi Partito socialista Sturlavoratori italiani, infine zo non potevanon dei Partito socialistaitaliano) si diflevalide ferenziò nettamente dalle tenriconoscere ragionidella lotta denze anarchiche e sindacalisocialista controla ste, per assumerecon decisione liberale; borghesia e il marxismo come sfondo annonpoteva, tuttavia, tropologico e sociologico della le di- propria azione rivoluzionaria. cheprendere stanzedal sociali- Nonostante lo scioslimento decretato da FrancescóCrispi, nel smota causadella 1894, a seguitodelle reazioniai inaccettabile conce- moti sicilianidei "Fasci",il PSI zioneatea,delpro- nel 1895 avevagià 12 deputati getto utopisticoe in Parlamentoe, nel 1896, un dei meni di lotta giornale quotidiano, I' 'Auanr i l ' l S e n s i b i l i s s i maol l a m i s e r i a violenti. delle masse meridionali (e già denunciato e processato nel 1897 per "sor.versione"),Sturzo non poteva non riconoscere le valide ragioni della lotta socialista contro la borghesialiberaie; e non poteva, tuttavia, che prendere le distanze dal socialismo, a causadella inaccettabile concezione atea, del progetto utopistico e dei mezzi di lotta violenti. Il confronto col socialismo, dunque, awenne in primo luogo sul piano reale, dell'impegno sociale e politico, della organizzazione e della strategia; ma non poteva, tale confronto, non estendersi ai presupposti antropologici, dato che Sturzo non separò mai religione, filosofia e sociologia dalla politica. Tèmpra di attivista concreto, Sturzo non era certo un "marxologo". Il suo problema essenziale era la redenzione delle massepopolari contro I'illiberi- smo e in alternativa al socialismo. mediante un impegno m o r a l ee s o c i a l ed i t u t t i i c a t t o lici. Il discorso sul marxismo è stato sempre subordinato e finalizzato a tale progetto. Dire marxismo è dire lotta di classe.Per il marxismo la lotta di classeè, insieme,una realtàe un comoito. Il marxismo si dice socialismoscientifico in quanto come c o n s i d e r al a l o t t a d i c l a s s e l'unico strumento del progresso storico e vede nella rivoluzione classistadel proletariato la possibilità di mettere fine alla lotta di classe.Marx non è tanto lo scopritore della lotta di classe, quanto piuttosto il profeta della pace fra gli uomini ottenuta con I'ultima lotta di classe. Marx stessoce lo ha detto in u n a d e l l es u el e t r e r ep i ù i n t e r e s santi, auella scritta ll 5 marzo lB52 da Londra a Joseph'Weydemeyer,che fu il primo propa- RinascimentoPopoÌaren. 5 Scnenbre- Onobre 1004 LEIDEOLOCIE DEL MALE gandista del marxismo negli Stati Uniti. ScrjveMarx: "Perquottto uti riguardd, non spettaa me i/ merito di auer sczperto /'esistenzade/le classinella societàmoderna, né /a lotta chesi combattefra loro. Storici borgbesittueullnl espostomolto prima di me I'euoluzìonesÍorica di questa lotta delle classi, ed economisti borghesi ne Aueultno descritto I'anatomin ecunomicn. Quello che io ho agiunto di nuouo è la dimostrazione: 1) cheI'esistenza delle classi è legata a delle fasi storichedeterminate dello suiluppo della produzione; 2) che la lotta delle classiconduceilecessariamente dlla dittatura del proletariato; 3) che questa dittatura stesstnon raPPresentd che un passagio uersol'abolizione di tutte le c/assie uersouna societàsenza classi". Qual è I'atteggiamento di Sturzo di fronte a questa scoperra "scientifica' del marxismoi È l" distinzione tra la verità storica e il mito messianico.Che vi siano le classi,che vi sia la lotta di classe,è un fatto difficilmente negabile. La lotta è la legge stessa dell'esistenza, dato che I'uomo vive in un ambiente, naturale e sociale, cosparso di ostacoli da superare.Se Marx si limitassead asserire la realtàdella lotta e la necessità. di servirsi della lotta per un reale progresso sociale, Sturzo sarebbe un marxista. E marxista potrebbe anche sembrare uno dei primi lavori di Sturzo, la conferenza (poi opuscolo)dell'anno 1902, il cui titolo "sol-versivo"suonava: Lotta di classelegge di progresso.Titolo piuttosto equivoco, come si accorseSturzo stesso, il quale, anche dietro il suggerimento di Romolo Murri, - Ouobre2004 Rinascimento I'opoÌare n. i Scncmhrc modificò il titolo della conferenza,quando la ripubblicò nella raccolta delle Sintesi sociali: La lotta sociale legge di progresso. Il mutamento del titolo, dunque, non riflette solo una opportunità. pratica, ma anche una consapevolezza teorica: che la storia è veramente lotta in ogni suo momento e che nell' epoca industriale è soprattutto lotta di classe;che, tuttavia, il cattolico non può considerarla pbsitivamente, neppure come strumento di liberazione. Lutopia marxista della fine della lotta di classeattraversola radicalizzazronedella lotta di classe viene rifiutata da Sturzt-,,scnza con ciò accoglierele teorie del d a r w i n i s m os o c i a l ec, h e c o n s i derainevitabilee persinosalutare il trionfo del più "dotato". sfruttamento di classe.In ciò la loro funzione storica,che Sturzo è ben lontano dalnegare: "La Diremarxismo èdire lottadi classe. Peril critica, qultntunque uni/aterale, marxismo la lottadi è profondamente reale; è la criticlasse è,insieme, una ca al liberalismo atomistico, al realtàe un compito. cdpitdlismo prepotente,al centraIl manismosi dice lismo di statz, lt/la tlisonestà delle socialismo scientifiammi nistrazioni, al ptuperismo co in consiquanto opprimente: è /a nitica alle conla lotta dera di classe dizioni anomdle e precarie del come l'unico strupro/etdriato, all' auuilimento del mento delprogresso /duoro-merce, alla concorrenzd sfenata. alla poliica egoisrica storicoe vedenella militarista e dilapidatrice, al lirivoluzione classisa beralismo monopo/ista". la del proletariato possibilità dimettere Opporsi al socialismo marxista è, per il cattolico, un dovere; fineallalottadi clasma dovere non minore è, per il se. cattolico, combattere per eliminare quelle reali ingiustizie, che il marxismo e il socialismo hanno denunciato. Lodio di classenon si vince con la rassema con la solidarietà gnazione, Latteggiamento del cattolico la per Sarà, questo, il giustizia. nei confronti della lotta di clasPartito Popolare compito del s eè a m b i v a l e n t ee: s s or i c o n o s c e Italiano, come scriveva Sturzo che la lotta socialeesiste,cerca "Forse. nel 1925: dalle mie parodi renderla meno srave e di farle, qualcuno penserà che non bila servire al progre-ssodell'uman i t à . C i ò c h e i l c a t t o l i c oc e r c a sognacombattereil socia/ismoe il comunismo. Ma sì che bisogna non è la iotta di classe,ma il becombatterli, per quel che hanno ne comune oltre la lotta di clasdi antisociale e di antireligioso, se, per mezzodell'agitazionelema sul terreno della libertà, non gale e deli' organizzazione polisu quel/o della reazione,contfttptica: né lotta di classe,né sfrutt a m e n t od i c l a s s em , a i m p e g n o ponendo propaganda. associazione, stamplt, ed eliminando o faper la giustizia. La lotta di clasuorendola eliminazione di quelle se, che certo esiste,non può escltusemorrtli ed economiche,che sere valida né come mezzo né come fine; ad essa il cattolico fdnno suilupparei germi dell'odio di classe". sostituisce la solidarietà fra le classi che tiene conto della lotNello scritto del 1901 su L'orgata di classee non si schiera mai nizzazione di classee le unioni per la classe privilegiata, di professionalì. Sturzo esprime quella che lo è oggi e di quella con efficaciail comoiro anrireriche vorrebbe esserlodomani. co dei cattolico: egli deve ricoCerto, il marxismo e il socialinoscerela validità della denunsmo hanno avuto il merito di cia marxista e rifiutare ogni apsottolineare l'immoralità dello poggio alle classi privilegiate; Man nonè tantolo scopritore dellalotta di classe, quanto piuttostoil profeta della fragjiuominiotpace tenutacon I'ultima lottadi classe. Ciò cheil cattolico nonè la lotta cerca mail bene di classe. comune oltrelalotta di classe, permezzo legadell'agituione le e dell' orgxnizzazione politica:né lotta di classe, né sfruttamento di classe,maimPegno per lagiustizia. LEIDEOLOCIE MALT DE,L ma deve anche, insieme, orga- Lottare significa cen nizzarsicontro il socialismo e il caredi oltrepassarem a r x i s m o , c h e c o s t i t u i s c o n o unlimite.Ilfinedel- una rovina peggiore di quella la lotta,questaco- da essigiustamente deplorata: stantecuatteristica "11 mrtlc di qucsto mouimcnto dellavitaindividua- rton consistenel/e giuste riuendileecollettiva, èil su- caziot'ti popo/ari, sia ne/ c(tmpo peramento dellimi- economico,sia ne/ socialee polite.Lalottaè il pas- tit'o; rtrtzi essoè irt pdrte ult m0uimento che corrispondeai prosaggio, animato dalgressietico-sociali dell'umanità e I'ideale, dal relativo nllt snnrt idt,rlirà drl úsrianesiversoI'Assoluto, un mo. ll ntale.ittuctt',ì ptoptio nei fusolutoirraggiun- Jìni a cui i/ materia/isntoeconoseogni mico e socidlee /a /otta di classe, gibile,anche superamento del li- carc/ini de/ socia/ismo,porterdnmiterappresenta un no tuttll la classeoperaìa, la quaIluomoè le non so/onon arriuerà al/d giuprogresso, sta, int iern, razit,ttnf,' e organic,t trascendenza, Il progresso. unico nones$teies$t€un processo, all'interno delqualevi sonoale alcuniprogressi cuil fegressl. riuendicazione dei sttoi diritti, m,t. nclla dctnorolizzrtziottecrescente,segneràun nuouo e peggiore r/ecatlimento, ulut nuou(t e l,iì, l,rofondn 6isi dci ral,potri etico-socidli - economi ci dell'umanità intiera. E la uita religiosa dei popo/i sdrà conttutstdt(te turbata da Lrn nuouo e piii intenso peruertimento de/le anime e da und dpostasia sociale della religione da parte del nttouoelemento ricostitutiuo r/e/lrt società: i/ p ro/etdriato u n iuersale". Marx vale, dunque, solo per la la profezia In realtà, critica, ch egli ha saputo fare, delpro- del falso assoluto della società "scientifica" gressototaleverso b o r g h e s el;a s u r c r i t i c a .n o n e s i una soclemsenza ta ad affermarc Stu.rzo,'toglied/ classi èunmitopoli- fro7rcsso sociale qucgli oirncoli ticodi grande effica- che i cattolici non durebberopocia,Essoè untenta- tLtto toglieremai". Ma I'aspetto tivo di darefiducia logico del marxismo appare a Sturzo del tutto inconciliabile allemasse sfruttate, con il cristianesimo: "il socidlilaloro smo è l'oooostoe I'antitesi del catprospettando vittoriasulmaleco- rolitcsitno sociale o dcmotrazia me voluta dalla cristiana". Prowidenza storica. L a c o n o s c e n z ad e l m a r x i s m o ha consentito a Sturzo di defi- nire concetti, che costituiranno poi due leggi fondamentali della sua costruzione sociologica. Si tratta di due concetti, che traggono spunto dalla costruz i o n e r e a l i s t i c ad i M a r x , m a s i oppongono radicalmente al "senso" del marxismo: sono le due feggi sociologiche dell'immrtnenza-trascendenza e del moto aersola razionalità. Lottare sisnifica cercaredi olt..o"rr"r..-,-r. limite. Il fine del1alotta. ouestacostantecaratteristica della vita individuale e collettiva.è il suoeramentodel limite. La lotta è il passaggio, animato dall'ideale, dal relativo verso I'Assoluto, un Assoluto irraggiungibile, anche se ogni superamento del limite rappresenta un progresso. Luomo è trascendenza:"lVoi usiamo (scriverà Sturzo nella sua maggiore opera sociologica\ ld oaro/a trascendenzaad indicarí il superamento dei limiti rli uno stadìo per passaread un dltro". Bene ha fatto, dunque, il marxismo a parlare di lotta. Solo, infatti, chi crede nella lotta crede anche nel progresso. Ma il progresso, in cui Sturzo crede, non è il mito romantico di Hegel e di Marx. Proprio la categoria di progressomostra I' elemcnto uropistico del mrrxismo, la sua contraddizione di capiresino in fondo la iotta e di oredirne la fine in una futura iocietà antagonistica.I socialisti vosliono una societàsenzaclas,i à senza lota: "l'orgtnismosocidle uerrà clstituito dallo stato economicoproduttore e distributore del/e ricchezze.A/lora cesserà la lotta, mezzo e non fne, e nel/'armonia dell'assoluta eguítglianza economica ridotta ad unità nello stdto, si trouerà un elemento, che chidmo statico di progresso(sembra un controsenso), cioè lo suiluppo delle energie sociali nella ragione assoluta di benessere, a cui collettiuítmentee p er principio insito indisnutti biIe tendeI'umdnità". Ma tale profezia sembra a Sturzo "anriflosofca e ridicola". E l'utopia di una società perfetta, che non tiene conto della fondam e n t a l ee i n s u p e r a b i laen t i n o micità di ogni (passatapresenre futura) societàumana: "L'equilibrio e il disquilibrio degli organismi socia/i è la uicendaperpetua dell'umanità; mai equilibrio perferto, mai disquilibrio inriero, -uniuersale; prrlha la società nei suoi organismi non è slatica, ma dindmica, si euolue,lott(1,Progredisce".Ognilotta ha un fine, ma la lotta non può averefine. Già nei suoi saggi giovanili Sturzo enuncia i contenuti di quella leggedel progressorelativ o . c h e v c r r àd e f i n i r ac o m p i u r a mente nell' opera sociologica m a r u r r . l l m o v i m e n r os r o r i c oe s o c i a l ec, h e d e v ea w e n i r e a t r r a verso la lotta, realizza sempre qualche progresso,particolare e relatlvo, sempreaccompagnato, però, e talvolta anche superato, da quaiche regresso;ma questo moto non è né rettilineo, né continuo. Frequenti ricadute ne limitano le conquiste; ogni progressoverso la razionalità è pur sempre un progresso finito, dato che sempre rimangono o sorgono dei residui irrazional i . .I l p r o g r e s s u on i c o n o n e s i s t e l eslste un processo.alf interno alcuni prodel quale ui .rono gressle alcunl regressl. In realtà, la profezia "scientificd' del progresso totale verso una società senza classi è un n.5 Sencnbre- Omobre2001 Iììnascìmcnro Popolarc LEIDEOLOCIE DTLMALE mito politico di grande efficadoppio totalitarismo, econocia. Esso è un tentativo di dare mico e pofitico: "il comunismo fiducia alle masse sfruttate, stcsso. dal punto di uistaeconomiprospettando la loro vittoria co e politico, non è a/tro che l'alsul male come voluta dalla tra faccia del capitalismo, di cui Prowidenza storica. La reorizsembra essere antdgonista". zazione"scientifica' del sociaiiNé vale, per Sturzo, il sofisma smo operata da Marx (osserva c o n s o l a r o i idoe i m a r x i s riin c r i Sturzo in Chiesa e Stato) fu in si di coscienza.i ouali attribui'fìlosoJia realtà una de/la storia", s c o n o i l t o t a I i t a r i s m os o v i e t i c o un "profetismo" volto all'ar,.vealla perversitàdi un solo uomo, nire utopico. Purtroppo, la stoStalin, o alla situazioneeconoria si incaricherà di mostrare il mica e socialeasiatica.Il totalifallimento dell'utopia, dato .tarismo,secondoSturzo, è imche ogni socialismo realizzato p l i c i r on e i F o n d a m e n t e i orerici darà tutto il contrario di quand e l m a r x i s m o ,n e l s u o a t e i s m o , to pfomesso. o, meglio, nel suo panteismodi Lrnnata concrefezza sturziana derivazionehegeliana.La negad i i f i d a d i o g n i s o l u z i o n eu r o p i zione di Dio, mistificata come s t i c a .O p e r a r ep e r l i m i t a r ei m a "umanesimo positiuo", ha coli della società e oer realizzare me conseguenza la divinizzavalidi progressi,è ùn dovere per zione dello Stato-Partito, coni l c r i s t i a n o d, a t o c h e o g n i s o c i e - siderato come unica origine tà, per il fatto che è imperfetta, etica di tutti i valori. è anche perfettibile. Lutopia Non diversamentedallo stato d e l l a s o c i e r àp e r l e t t a .i n v e c e ,s i etico di Gentile e Mussolini, la nel suo traduce necessariamente dittatura del oroletariato di contrario. Marx, Lenin e Stalin afferma Il comunismo, dunque, non che tutto è dallo Stato. oer lo può costituire una alternativa al S t a t oe n e l l o S t a r o ( " p e ri p s u m '?. capitalismo, ma ne è piuttosto et cum ipso et in ipso Assai un peggioramento.Nei regimi acutamente Gramsci, scolaro democratici il pluralismo ecoin ciò oiù di Gentile che di nomico, socialee politico garanC r o c e , d i s r i n g u e r aF a s c i s m oe . tisce spazi ampi di libertà; nel comunlsmo come clue geneft regime panteistico dello Statod i v e r s i e a n t i r e r i c id e l m i d e s i Partito nessunmarsine di libermo fenomeno totalitario, defità è possibile niro nel primo caso "reaziona". ria " e neiìec ondo "progressista Il totalitarismo comunista pare a Sturzo non solo più negativo Il totalitarismo di Marx è tutrispetto ai regimi paternalistit'uno col suo ateismo. Marx ci, autoritari o dittatoriali, conon è ateo perché totalitario. me quelli di Salazan Franco o Egli è totalitario perché ateo. Il Dollfuss; ma ancora piùr totalirifiuto della religione come "optario dei regimi fascisti, dato pio del popola" intende divinizche in questi regimi permanezare la storia e identificare movano ancora tracce di libertà rale, politica e religione (onde il economica. In tal senso, il cototalitarismo della reocrazia munismo è unicamente un caatea). Sturzo osservache la relipitalismo di Stato, cioè un gione, per converso, lungi dall' n. 5 Settenbre Onobre2004 RinascinenmPopolarc essereuna struttura alienante, non u n o s t a c o l o a l l a r e a l i z z a z i o n e Il comunismo dell'uomo, costituisceil piìi va- può costituireuna lido fondamento della libertà, alternativa al capitadato che distrugge ogni "assolu- lismo,maneè piutto terrestre". Il confronto tra Sturzo e Marx, dunque, non è meramentepolitico e sociale. È ttn confronto L'uomo antropologico. di Marx è radicalmente diverso dall'uomo di Sturzo, che è quello della tradizione cristiana. È la soluzione del rapporto tra individuo e società che differenzia, anzi contrappone I'antropologia sociale di Sturzo a quella di Marx. È noto che la soluzionesturzianariconoscela compresen2a nell'uomo delle due dimensioni, quella individ u a l ee q u e l l as o c i a l ee; s s as i i n seriscenella linea del personalismo sociale,che Sturzo indicò nella tradizione cristiana di quattro autori (senzaesciuderne altri):Agostino, Vico, Leibniz e Blondel. tosto un peffiioramento.Nei regimi il pludemocratici ralismoeconomico, sociale e politicogarantiscesp^ziampi di libertà;nel regimepanteistico dello nCIsun Stato-Partito margine di libertàè possibile. ,{ssai acutamente Gramsci, scolaro in ciò piùrdi Gentile chedi Croce, distinfascismo e coguerà munismo comedue "generi"diversie antiteticidel medesimofenomeno totalitario,definitonel primocaso"reazioTàle linea si contrapposenettanario,enelsecondo mente al marxismo: "ld concessionespiritualistica uistiana contro quella materialistica di lvlltrx . E quel lonclamentoPersonalistico,che troviamo espresso in termini precisiin una delie piìi importanti leggi sociologiche sturziane,quella di risoluzione, per la quaie tutti gli elementi della società.vengono "risolti" nella persona,.ossianelI'individuo-sociale: "E solola coscienza indiuiduale, cioè I'uomo razionale,colui cbeeffettiudmente riso/uein séogniforma sociale, e chenella sult ltutonomia unifica tutti i uari elementi clella socialità umana". D ì - "progrusista", t î il confronto tra Sturzo eMan nonè meramente politico e sociale. E un confronto antropologico.L'uomodi Man è radicalmente diversodalluomodi cheè quello Sturzo, cridellatradizione stiana.