Chiesa i 2 n f o r m a Gennaio 2014 Dossier sulle povertà: “Crisi formato famiglia” Il sacerdote pioniere della comunicazione pag. 3-6 Il 27 gennaio 2014 la giornata della memoria pag. 8-9 Cives, la lezione del prof. Luigi Fusco Girard pag. 11 pag. 13 Chiesa I n f o r m a Supplemento a Periodico di impegno religioso-socio-culturale Ufficio Comunicazioni Sociali - Benevento Direzione e Redazione: Piazza Orsini, 33 (Bn) Tel. 0824 323326 Fax 0824 323344 [email protected] www.diocesidibenevento.it Grafica e Impaginazione Stampa Via Provinciale - San Leucio del Sannio (Bn) www.stampamania.org - [email protected] Zona Ind.le 18/A - 82026 Morcone (Bn) Chiesa i n f o r m a Emergenze sociali 3 Gennaio 2014 CRISI FORMATO FAMIGLIA Presentato il dossier sulle povertà “Crisi formato famiglia” presso il Centro di Cultura “mons. Raffaele Calabrìa”. Il dossier, illustrato da don Nicola De Blasio, vicario episcopale per la Carità, e Maria Pia Mercaldo, operatrice Caritas diocesana, denuncia la grave condizione di indigenza di molte famiglie ed il progressivo impoverimento etico e morale che la città di Benevento sta vivendo. A livello locale si registra un’inversione di tendenza rispetto ai dati regionali, infatti l’accesso al Centro di ascolto è in gran parte di persone italiane: ben 87% contro il 13% dei cittadini stranieri. Ai 694 utenti del 2011 si sono aggiunti ben 727 nuovi utenti, molti con famiglia e figli. Si evidenzia la necessità di un cambio culturale, di un nuovo approccio al disagio, non solo assistenza, ma capacità di accompagnare gradualmente le persone verso il recupero dell’autonomia e tutto ciò nella rete della solidarietà sociale. In chiusura S.E. mons. Andrea Mugione ha posto alcuni interrogativi per le coscienze che non potranno restare sorde ed esimersi dal meditare, almeno in parte, sul da farsi. «Emerge un quadro drammatico e preoccupante di povertà assoluta. Non dobbiamo disattendere le attese, ma come possiamo riuscire a collegare la povertà con la giustizia sociale?». L’arcivescovo ha poi voluto evidenziare: «Noi abbiamo provato ad informare, a presentare la realtà, a leggerla ed interpretarla; una realtà che non possiamo trattare con superficialità. Dobbiamo superare le tentazioni, dove per tentazioni intendo il lagnarsi, il mugugnare, l’accusare tutto e tutti senza mai intervenire, senza scendere in campo. Noi cristiani siamo chiamati a vivere con coraggio e con maggior giustizia, a compiere la difesa dell’oppresso, a denunciare lo sfruttamento senza esserne complici. Aumenta il pericolo dello sfruttamento delle debolezze altrui, dobbiamo gridare di fronte a questi drammi, come ci suggerisce lo stesso Papa Francesco “il grido deve divenire ruggito”, non dobbiamo tacere di fronte alle ingiustizie, non dobbiamo rassegnarci alla crescita del male. Inoltre, è importante denunciare e smascherare le gravi violazioni dei diritti umani, la sfida è quella di trovare insieme nuove strade per il riscatto sociale». 4 Gennaio 2014 Chiesa i n f o r m a Emergenze sociali DOSSIER: POVERTÀ E RISORSE di Maria Pia Mercaldo I dati dell’ascolto Nel corso del 2012 le persone che per la prima volta si sono rivolte al Centro d’Ascolto della Caritas diocesana di Benevento sono state 727. A ciascuna di esse, bisogna aggiungere le loro famiglie ed i molti utenti già incontrati durante il 2011, che continuano ad affluire regolarmente al CdA per chiedere nuovamente aiuto. Il dato è allarmante e non accenna a migliorare. Del resto, come rileva l’ultimo rapporto sulle povertà in Campania, entrando in crisi lo Stato Sociale, “le istituzioni delegano alla Caritas l’assistenza sociale”, trasformandola “in una sorta di ammortizzatore” nel momento in cui invitano esplicitamente i poveri a rivolgersi ai Centri d’Ascolto per trovare risposte alle loro richieste. Inoltre la famiglia, da sempre investita di un ruolo vicario rispetto alle politiche pubbliche, si scopre impotente di fronte ad una crisi che investe ognuno dei suoi membri e per questo, accresce le richieste di aiuto. Eppure lo sviluppo sociale si lega indissolubilmente al benessere della famiglia, principale referente delle politiche di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale, nucleo primario di qualunque welfare. Di questa famiglia Chiesa i n f o r m a Emergenze sociali in crisi raccontiamo in questo studio, sottolineandone il dramma che si sta consumando giorno per giorno davanti ai nostri occhi. Distribuzione per cittadinanza e per genere L’87% degli utenti affluiti al Centro di Ascolto Diocesano nel 2012 è italiana, proveniente da Benevento nel 70,3% dei casi. Si rileva un aumento delle presenze maschili (51%), che va a contrapporsi a quella che è la generale tendenza alla prevalenza della percentuale femminile. Per lo più si tratta di padri di famiglia non più in grado di provvedere alle necessità essenziali del proprio nucleo. Rimane comunque sempre consistente il numero di donne pervenute (49%), spesso con bambini a carico, che si trovano costrette a fronteggiare le difficoltà quotidiane laddove i compagni, quando ci sono, si sottraggono,per vari motivi,alle loro responsabilità nei confronti dei figli. Distribuzione per Stato Civile e figli conviventi Gli utenti coniugati si confermano ancora i principali protagonisti del nostro studio: sono quasi la metà del totale (45%), senza differenze sostanziali tra i due sessi, spesso con più di un figlio a carico, vittime della disoccupazione dilagante e di lunga durata e dei tagli al settore socio-assistenziale. La presenza di figli coinvolge, in misura diversa, tutti gli utenti distribuiti in base allo stato civile, solo una minoranza, infatti, non ha figli conviventi (8,6%). Distribuzione per classi d’età Se la fascia giovanile fa registrare un lieve aumento di presenze rispetto al 2011, quella degli adultievidenzia una condizione di maggior disagio sia economico che lavorativo. Del resto i dati Istat indicano che la Campania è tra le regioni più colpite dalla disoccupazione con una percentuale del 19,3% ed un tasso di disoccupazione giovanile che nel primo trimestre del 2012, ha raggiunto il 48,3%. Livello di istruzione e condizione professionale Emerge ancora, come nel 2011, una netta prevalenza di persone (46%) che hanno conseguito la licenza media. Al secondo posto, in una percentuale non trascurabile 5 Gennaio 2014 6 Gennaio 2014 Chiesa i n f o r m a Emergenze sociali rispetto alla crescente richiesta di formazione proveniente dal mondo del lavoro, si collocano le persone che hanno conseguito solo la licenza elementare (17,3%). Di molto inferiori sono le percentuali di diplomati e laureati, rispettivamente 9,2% e 1,8%, che si sono rivolti al CdA. Incrociando il dato sul livello di istruzione con quello relativo alla condizione professionale delle persone che afferiscono agli uffici della Caritas Diocesana, si circoscrive ulteriormente la tipologia di utenza incontrata: il maggior numero di utenti che risultano disoccupati ha interrotto gli studi al conseguimento della licenza media, subito dopo si collocano quelli con sola licenza elementare (tabella 1) . Ne consegue che un più basso livello di istruzione conduce con maggiore probabilità alla disoccupazione o, nel migliore dei casi, all’ingresso nel mercato del lavoro nero, per necessità e senza garanzie. I disoccupati rappresentano la percentuale prevalente su tutti gli altri utenti pervenuti in Caritas nel 2012, senza differenze sostanziali tra i due sessi. Subito dopo si collocano coloro i quali riferiscono di svolgere lavori saltuari, il cui numero sarebbe molto più alto se si considerasse che tra le persone che hanno riferito di essere disoccupate, molte sono inserite nel sommerso. Il numero di disoccupati si concentra essenzialmente nella fascia di età che va dai 35 ai 64 anni, che rappresenta in percentuale il 47%, cioè quasi la metà degli utenti Caritas. Per lo più, dunque, siamo di fronte ad una crisi economica e lavorativa che investe in misura maggiore un’ampia porzione di adulti, uomini e donne indifferentemente, con livelli di istruzione piuttosto bassi, coniugati e con figli conviventi. La mancanza di lavoro in età adulta rappresenta un fenomeno sociale in continua crescita, che coinvolge migliaia di persone. Troppo spesso il mercato del lavoro preclude ai disoccupati adulti qualsiasi opportunità di reinserimento lavorativo, discriminandoli per motivi anagrafici. Eppure, se la disoccupazione giovanile impedisce ai ragazzi di costruire il proprio futuro, quella adulta si abbatte sulle persone annientando aspirazioni maturate negli anni e devastando intere famiglie. I bisogni L’analisi delle situazioni di bisogno rilevata in questo rapporto evidenzia che i bisogni emergenti sono quelli di tipo lavorativo (37,9%), seguiti dai problemi economici (36,4%). Essi si ripercuotono inevitabilmente sulla serenità familiare accentuandone i dissidi TABELLA 1 interni che sono all’ordine del giorno quando mancano i mezzi per affrontare la quotidianità (tabella 2). Richieste ed interventi Le richieste degli utenti riguardano principalmente il soddisfacimento dei bisogni elementari legati alla sopravvivenza (cibo e pagamento bollette) che, per certi versi, si collega alla tradizionale propensione, tipica del meridione, per gli interventi a carattere assistenziale e che spiega il motivo per cui il numero di persone che si reca al CdA in cerca di lavoro risulta piuttosto esiguo. Di conseguenza il 43% degli interventi,che nel 2012 si sono intensificati, ha riguardato ancora una volta il cibo, dato che esprime un chiaro sbilanciamento verso la domanda di beni essenziali, spia di un aggravamento dello stato di indigenza di una parte considerevole delle persone prese in carico. Come nel 2011, il pagamento delle utenze rappresenta un altro intervento tipico tra quelli offerti dal CdA diocesano. In uno scenario che l’aumento TABELLA 2 vede generalizzato di tutte le tipologie di intervento, un dato interessante riguarda l’Ascolto, che spesso esula dalla mera richiesta materiale in favore di una più profonda apertura al dialogo, volta ad approfondire in modo più consapevole le situazioni di bisogno al fine di offrire un sostegno psicologico prima ancora che tangibile. Chiesa i n f o r m a notizie UNA GUIDA PER GIOCHI ED ATTIVITÀ Gener’Azioni è il sussidio invernale dell’Anspi, una guida per giochi ed attività da proporre sia negli oratori che nei Circoli a noi affiliati. In questo sussidio il tema delle generazioni che nell’oratorio si confrontano e crescono insieme diventa la sperimentazione concreta per una educazione integrale dell’uomo e del cittadino di tutte le età. Il percorso intergenerazionale praticato attraverso giochi e laboratori, attività pratiche e riflessioni al Vangelo porta in primo piano il “ primato della relazione” per connettere età diverse, esperienze diverse, sogni e speranze diverse. Il sussidio è suddiviso in 24 puntate in relazione al calendario liturgico, ogni giornata-puntata pone particolare attenzione al tema educativo della “ casa per tutti”. Per ogni puntata c’è una prima riflessione sul brano del Vangelo domenicale, due attività-gioco che vengono proposte attraverso un linguaggio specifico come la danza, il teatro, lo sport, la musica e Social network, ecc. Tra le proposte educative formative per gli animatori, sono previste anche incontri di spiritualità per gli educatori del gruppo da proporre ed adattare ai momenti salienti di fede come l’Avvento e la Quaresima un appuntamento in cui dare spazio alla relazione con Dio, avendo come pilastro di riferimento un comandamento. Uno spazio educativo per tutti, dunque, che nell’incontro e nella relazione educativa secondo la via buona del Vangelo e della Cristianità praticata, giocata e vissuta. Chi desidera avere più dettagli può rivolgersi a Rosario De Nigris cell. 320/1479203. Carmelina D’Antonio Il ricordo di don Giovanni Merolillo Si è spento il 7 gennaio all’età di 49 anni il rev.do Giovanni Merolillo. Nato a Pastorano (CE) il 15 giugno 1964, è stato ordinato sacerdote da S.E. mons. Serafino Sprovieri il 25 luglio del 2000. Dopo essere stato Parroco di San Marco ai Monti e Monterocchetta, Vicario Parrocchiale di Santa Paolina (Av) e Parroco di “Maria Santissima Assunta” in Pietrastornina, a causa dello stato precario di salute, si è ritirato in famiglia nel paese d’origine. L’8 gennaio nella Chiesa di “San Pietro Apostolo” in Pastorano (CE), diocesi di Teano -Calvi, S.E. mons. Andrea Mugione, arcivescovo di Benevento, ha officiato il rito funebre. 7 Gennaio 2014 Festival della Fede 2014 Dal 26 aprile al 4 maggio 2014 ritorna Symbolum, il festival della fede. Individuato tra gli obiettivi strategici del nuovo anno pastorale il Festival, dopo la positiva esperienza dell’anno 2013, torna con tanti appuntamenti per dire e testimoniare la fede nella città. Quest’anno tema specifico del Festival sarà la famiglia ed infatti tema della manifestazione sarà “Il segreto dell’Amore”, felice espressione di Papa Francesco. Evangelizzazione, animazione,musica, cinema, teatro, spettacolo, arte, fotografia, sport, conversazioni, il Festival è un contenitore vario ma organico che offrirà a tutti momenti particolari di riflessione e divertimento, per far incontrare tutti, credenti e non credenti, entusiasti e stanchi della fede, lungo le vie del mondo. Il gruppo diocesano organizzativo sta chiudendo in questi giorni il ricco programma del Festival. L’anteprima del Festival della fede vedrà la presenza a Benevento di un’ospite d’eccezione che porterà una straordinaria testimonianza di fede, di amore e di gioia. Martedì 8 aprile alle ore 19.00 presso il Cinema Teatro San Marco di Benevento sarà accolta con entusiasmo Chiara Amirante, fondatrice della Comunità Nuovi Orizzonti e Consultore del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione. “E’ stata per me una incredibile scoperta, una rivelazione, una vera folgorazione e davvero sperimentavo che più ce la mettevo tutta per amare con l’amore che Gesù ci insegna più il mio cuore era traboccante di gioia; una gioia che resisteva anche alle prove più terribili della vita”. Queste le parole di Chiara che in questi giorni ha ricordato il 20 anniversario di fondazione di Nuovi Orizzonti. A 21 anni una terribile malattia le causa dolori atroci in tutto il corpo che nessun antidolorifico riesce a calmare. Anche gli occhi erano stati duramente colpiti, aveva già perso otto decimi di vista e, trattandosi di una malattia cronica incurabile con interessamento della retina, i medici le avevano detto che nel tempo sarebbe certamente diventata cieca. In questa situazione ha sperimentato la pienezza della gioia che Cristo dona tanto da sentire il prepotente desiderio di vivere il resto dei suoi giorni per portare, testimoniare questa gioia proprio ai più disperati, andare di notte alla Stazione Termini e nelle zone più ‘calde’ della città ad incontrare giovani nella devianza con problemi di droga, alcool, aids, prostituzione, carcere, emarginazione. Andata in ospedale per le iniezioni dentro gli occhi che doveva fare di frequente, arriva l’incredibile notizia della completa guarigione. Ha così iniziato a recarsi di notte in strada spinta da un semplice desiderio: condividere la gioia dell’incontro con Cristo Risorto proprio con quei fratelli che erano più disperati. Nel marzo del ’94, nel più completo abbandono alla Provvidenza, è nata la prima Comunità Nuovi Orizzonti. Oggi, dopo 20 anni, i centri di accoglienza, orientamento e formazione di Nuovi orizzonti sono 207 in diverse parti del Mondo e sono circa 30.000 i membri della Comunità, che annovera anche sacerdoti e religiosi. “Sono troppi i nostri fratelli disperati che continuano a morire ogni giorno nei deserti delle nostre città. Ciascuno di noi può fare ben poco ma insieme a Colui che è l’Amore possiamo inventarcene di tutti i colori per colorare di cielo gli inferni del mondo. Una cosa è certa: l’Amore fa miracoli!”. Per maggiori informazioni sul Festival della fede è possibile contattare il sito www.festivalfede.it o rivolgersi all’Ufficio pastorale diocesano. 8 Gennaio 2014 Chiesa i n f o r m a testimoni della fede IL SACERDOTE PIONIERE DELLA COMUNICAZIONE Il 5 gennaio 1989 moriva un sacerdote instancabile, pioniere della comunicazione: don Mario Pilla. Con un particolare sguardo rivolto al futuro seppe cogliere, anticipando i tempi, l’occasione offerta dalla tecnologia; in particolar modo vide nella radio uno speciale strumento di evangelizzazione e di diffusione del messaggio cristiano, infatti fu lui a volere fermamente nella diocesi beneventana l’acquisizione delle frequenze radiofoniche per l’apertura di Radio Speranza. A don Mario era particolarmente cara l’espressione del Vangelo: “Predicatelo dai tetti”, e non poteva essere altrimenti, ed anche in ciò fu un precursore, infatti la stessa esortazione che Gesù rivolse ai suoi primi discepoli è stata scelta, nel 2001, quale tema per la ‘Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali’. “Credeva veramente in Dio, nella sua bontà, provvidenza e grazia, da cui contraeva ottimismo cristiano per contrastare l’insuccesso e le minacce del male sempre in agguato,” queste parole, di Lamberto Ingaldi, tracciano brevemente il profilo di don Mario ed intrecciano gli aspetti di fede e di vita di un sacerdote che ha offerto con gioia tutta la sua esistenza al prossimo. A venticinque anni dalla sua scomparsa il ricordo è ancora vivo, specie in coloro i quali hanno avuto il privilegio di conoscerlo, ed ancora forte è l’affetto della gente verso questa figura straordinaria di sacerdote. Una vita vissuta “con gli altri e per gli altri”, che ancora oggi può offrire ispirazione e speranza. TESTIMONIANZE MONS. LAUREATO MAIO, Rettore Emerito del Seminario “Dal punto di vista umano e sacerdotale era esemplare. Buono, semplice si riconoscevano i buoni frutti dell’educazione ricevuta in famiglia. Rispettoso e molto volenteroso, si impegnava tanto, a scuola era tra i migliori. Era molto bravo in campo scientifico ed, infatti, insegnò matematica. Era un sacerdote molto preparato, aveva competenze speciali sia sul piano tecnico che scientifico. Divenne superiore del Seminario e vice-economo. La sua morte creò un vuoto in me e negli amici. Di lui la gente diceva: “Ci credeva veramente”, perché traspariva l’autenticità della sua vocazione dalle sue parole e dalle sue opere. Un bravo sacerdote ed una grave perdita per la diocesi, era giovane, aveva solo 50 anni”. S.E. MONS. FRANCESCO ZERRILLO, Vescovo emerito di LuceraTroia “Cogliere lo stupore di un ricordo a distanza, individuare la forte personalità, che noi abbiamo conosciuto, di don Mario significa ricordare una vocazione alla popolarità ad essere con gli altri, a camminare con gli altri, saper portare i pesi gli uni con gli altri. Se noi lo ricordiamo significa che ha inciso, ha incontrato le persone lasciando un segno. […] Intelligenza e fede fanno nascere questa intraprendenza, dall’idea si genera l’atto, dalla fede lo zelo. […] Ho conosciuto don Mario negli anni del seminario, io ero il suo padre spirituale; don Mario, insieme ad altri studenti di allora poi divenuti sacerdoti, fa parte di quelli che potrei definire in termini primaverili ‘i primi fiori’. […] Era zelante e, come dice papa Francesco, ‘aveva l’odore delle pecore’ “La nostra vita sacerdotale con tutte le sue pene, le sue croci, i suoi problemi, le sue ansie e i suoi tormenti, diventa motivo di gioia perché tutto viene sublimato in quell’atto intimo di offerta accanto al Corpo e al Sangue del Signore”. Don Mario Pilla Chiesa i n f o r m a testimoni della fede perché era in mezzo alla sua gente e la conosceva. […] Non gli mancò l’intuizione, fu apostolo e buon lavoratore della vigna. Uomo perseverante, buon educatore, che spezzava il pane e che aveva anche lo sfavillio dell’intuizione. […] Quando fondò Radio Speranza, anche nella scelta del nome, vi fu l’intuizione di chi guardava avanti; un’intuizione meravigliosa nata dal desiderio di comunicare, di evangelizzare, con i mezzi a disposizione. Oggi non affievolisce la sua voce, ma prende dal ricordo maggior vigore. […] Quando morì don Mario, il giorno del suo funerale, mi si avvicinò una vecchietta che con rammarico disse: ‘Abbiamo perso anche don Mario’; l’anziana signora non conosceva di persona don Mario, ma ogni giorno ascoltava la sua voce in Radio e si sentiva confortata dalle parole di quel sacerdote, l’appuntamento radiofonico quotidiano aveva fatto divenire don Mario come uno di famiglia.” CARLO PETRIELLA, Sindaco di Circello “Ricordo l’attivismo, la dinamicità, di don Mario, riusciva ad essere davvero coinvolgente con i giovani. In una piccola comunità il parroco è il protagonista ed essere del luogo significa tanto; a tutt’oggi, i giovani conoscono la stoia di questo straordinario sacerdote, mentre gli adulti ricordano ancora i primi cineforum e le prime trasmissioni di Radio Speranza. […] Ricordare don Mario significa tramutare in parole pensieri, emozioni ed azioni. Andando indietro con la memoria mi piace ricordare don Mario come punto di riferimento alla Casa canonica, lo ricordo in particolare per la sua volontà di portare nelle case la parola di Dio, soprattutto agli ammalati. Don Mario è stato un prete moderno senza disattendere l’antico, dal punto di vista della fede, Don Mario è stato un grande uomo e un grande sacerdote e la nostra presenza oggi è indice dell’affetto e del ricordo di tutta la comunità di Circello”. Una cugina “Ho sempre caro il suo ricordo, per me è stato come un fratello maggiore. Sempre paziente e disponibile sia con i familiari che con le persone estranee, un carisma eccezionale che purtroppo abbiamo perso troppo presto. Attento alla comunità, visitava gli anziani, ma era molto capace anche con i giovani, viveva con entusiasmo e riusciva ad essere molto coinvolgere nei vari progetti”. 9 Gennaio 2014 MASCIA FONSINI, una fedele “Non vivo più a Circello, ma a Benevento, oggi sono qui presente per omaggiare la memoria di don Mario. Un sacerdote che amava i ragazzi, un punto fermo di riferimento e di aggregazione.” DON ANTONIO CERRONE, Parroco di Circello “È stato come un fratello,‘un amico maggiore’ […] Per lui avevo una stima profonda, lo ammiravo per intraprendenza e per l’iniziativa, un volto sempre sereno che sapeva trascinare e che sapeva entrare sempre in perfetta sintonia. Ogni sacerdote che vive la sua vita di padre e di amico lascia un segno nella vita delle persone che incontra. […] Ero presente all’inaugurazione di Radio Speranza nel lontano 1984, aveva un senso grande in quel momento, fu la voce della diocesi e segnò un periodo di grande respiro. La voce di don Mario è rimasta, ma non è più la voce di Circello, ma la voce della Chiesa di Benevento. […] Una vicenda di dono, con gli altri e per gli altri, insieme alla grazia, tanti dolori e tanta sofferenza, il ricordo più profondo rimane nel cuore, per me è stato un amico fraterno che mi ha preceduto nel servizio alla comunità.” MARIA LIBERA PILLA, una parente “La sua è stata una vita al servizio di Dio e della Chiesa, ora Pastore per l’eternità. Indimenticabile sacerdote, punto di riferimento per il mondo dei giovani di Circello, con un’intelligenza vivissima e una mansuetudine inconsueta. Incancellabile resta, nei cuori e nelle menti, il ricordo di un pastore buono e paziente; di un maestro saggio e paterno; di un amico grande e generoso; di un uomo di preghiera e di azione, aperto all’effervescenza del nuovo, della scienza, della tecnica e dell’organizzazione. Un prete vero con un meraviglioso progetto di vita e con programmi spesso temerari. La sua intuizione più bella, poi trasformata in realtà, è stata “Radio Speranza”, emittente religiosa, che eliminava la solitudine degli anziani e dei malati dell’Alto Sannio e del Fortore, un’opera che non lo faceva sentire ‘servo inutile’. Don Mario: una stella che risplenderà sempre in cielo. Ciao, Don Mario, non ti dimenticheremo mai… La famiglia Pilla esprime un pensiero di gratitudine per tutta la Comunità di Circello nella persona del parroco don Antonio Cerrone e del sindaco dr. Carlo Petriella e per l’operato della Pro Loco, nella persona del Presidente, il M° Vincenzo Del Grosso”. 10 Gennaio 2014 Chiesa i n f o r m a iniziative “PROGETTO VITA”: CONSULENZA GRATUITA PER LE PATOLOGIE LEGATE AL DECLINO COGNITIVO Presentato, presso il Palazzo arcivescovile, il “Progetto Vita”. volte, può in parte essere alleviato dalla condivisone di inforS.E. mons. Andrea Mugione e le dottoresse Maria Giovanna mazioni, di piccoli suggerimenti che possono rivelarsi di Pagliarulo e Maria Carla Di Gioia, responsabili socio-sanitari grande utilità per le famiglie. La dottoressa Pagliarulo, a tal proposito, evidenzia: “[…] del progetto, hanno illustrato alcuni comportamenti, quali alla stampa i contenuti della le allucinazioni, di cui sofdelicata iniziativa; l’obiettifrono diversi pazienti affetti vo è quello di offrire sosteda degenerazione senile, gno alle famiglie che vivono diminuiscono drasticamente i disagi e le problematiche togliendo dagli ambienti legate al declino cognitivo domestici gli specchi; un dei propri cari. Medici e psipiccolo accorgimento che cologi saranno a disposizioperò contrasta con la diffusa ne, due volte a settimana, tendenza, tra molti familiari, presso la Caritas di di collocare appositamente Benevento, per la valutazioin giro per la casa degli specne di alcune gravi patologie chi, ritenendoli erroneamensenili. Saranno effettuate te un aiuto atto ad aumentare visite e consulenze gratuite per la valutazione dell’Alzheimer, ma anche formazione ad la consapevolezza di sé del malato. ”Lo sportello con profeshoc per familiari, badanti, operatori che lavorano a stretto sionalità e a costo zero offrirà informazioni, aiuto e sostegno: contatto con anziani affetti da tali patologie. “La società sta prevenzione, con una iniziale identificazione dei sintomi di vivendo un’epoca di ‘globalizzazione dell’indifferenza’, demenza; una quantificazione dell’eventuale danno, attraverso una valutazione cognitiva; come ha recentemente ricordato ed una formazione specifica anche Papa Francesco […] rivolta a tutti coloro i quali si L’attività di formazione, pretrovano a condividere la provenzione e di educazione pria quotidianità con quella di all’assistenza resta il segno di quel bagno di amore di cui la Il direttore dell’ufficio diocesano migrantes dell’arcidiocesi di un malato. Attualmente è allo società ha estremamente biso- Benevento, don Sergio Rossetti, promuove due iniziative di for- studio la realizzazione di un gno.” Sono queste alcune paro- mazione linguistica: un corso base di lingua araba ed un corso di opuscolo informativo con la le dell’intervento dell’arcive- approfondimento, presso i locali del Centro di Cultura finalità di fornire alcune linee scovo, che ha voluto porre l’at- dell’Università Cattolica. Il nuovo corso base lingua araba inizie- guida utili per un approccio tenzione sull’importanza del rà il 4 febbraio; mentre il corso intermedio di lingua araba inizie- corretto a tali patologie di volontariato, sul concetto della rà il 13 febbraio. Le iscrizioni sono aperte a partire da lunedì 13 degenerazione cognitiva. compassione intesa in senso gennaio al 31.01.2014, dal lunedì al venerdì dalle ore 9.30 alle Si auspica, inoltre, l’attivateologico e sul superamento ore 12.30. La quota di iscrizione al corso è fissata in euro 15 zione di una buona rete sociadello smarrimento, frutto della comprensive del materiale didattico e dell’attestato di frequenza le capace di mettere in comunegazione dell’amore, tipico al corso. Per ulteriori informazioni rivolgersi presso la segreteria nicazione i vari soggetti predella chiusura nel proprio egoi- dell’ufficio migrantes dell’Arcidiocesi di Benevento: telefono senti sul territorio per raggiungere quanti si trovano smo. Il peso del cammino diffi- 0824-323306. nella necessità. cile di malati e di assistenti, a Corsi di arabo Chiesa i n f o r m a ricorrenze 11 Gennaio 2014 LA GIORNATA DELLA MEMORIA, PER NON DIMENTICARE LE VITTIME DEI LAGER DEL SECOLO BREVE di Nicola Mastrocinque Il 27 gennaio di ogni anno cade una ricorrenza internazionale, il Giorno della Memoria, in commemorazione delle vittime del nazismo, dell'Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati. Alle soglie del terzo millennio la “Giornata della Memoria”, racchiude ancora un elevato significato simbolico per l’umanità e per le future generazioni? L’interrogativo non appare anacronistico, ma getta un sasso nell’immenso “Mare della Storia”, per far riemergere dalla sua profondità l’eco accorato di innocenti, di innumerevoli ebrei, di tanti zingari deceduti nei lagar nazisti, affinchè le loro voci strazianti risunino nelle coscienze assopite dal torpore subdolo della modernità, annebbiate dalla devastante cultura dell’effimero enucleata da concezioni aberranti nel contesto contemporaneo. Una cittadina situata nel sud della Polonia, denominata Auschwitz, nome tedesco di Oswiecin, dal 1940, diventa un orribile campo di sterminio, luogo prescelto per la cosiddetta “soluzione finale del problema ebraico”. La strategia di morte, di annientamento della razza non ariana, di un disegno sinistro alberga nelle menti di uomini e viene pianificato con sofisticati strumenti. Dai rastrellamenti agli arresti, dalla carrozze dei treni merci alla “Rampa dei Giudei”, detta “Judennamp”, dalla selezione alle baracche, dalle “docce”, note come camere a gas alla vita di stenti, si compie l’epilogo di un indicibile genocidio, di un evento senza precedenti da non dimenticare. La riapertura dei cancelli di Auschwitz al termine della secondo conflitto mondiale svela un mondo sconosciuto ed emerge così uno spaccato atroce di uomini, di donne e di bambini, recisi da carnefici senza scrupoli, per una mania persecutoria nazista esasperata, finalizzata alla diffusione dell’odio che annienta il fratello. L’antisemitismo ha attraversato il mondo occidentale si è cristallizzato nelle Leggi Razziali, approvate anche dal regime fascista. Le eminenti riflessioni degli studiosi, i convegni monotematici, incentrati sulla Shoah; sapere che alcuni eventi, legati al nefasto ricordo degli orrori, possano cadere nel dimenticatoio, di cancellare un piano scientifico meditato nei minimi dettagli nello spazio e nel tempo dai tedeschi, per distruggere il popolo ebraico non è affatto infondato. Le tracce lasciate dagli innocenti vengono ripercorse dai testimoni di un eccidio incomprensibile, i testi, le pubblicazioni, gli editoriali e le interviste, sono date alle stampe, in occasione del “Giorno della Memoria”, per essere da monito ai posteri. Gli atteggiamenti xenofobi, i pregiudizi razziali, le sconcertanti denigrazioni della dignità della persona, hanno segnato gli accadimenti del secolo breve. La legge istitutiva n. 211 del 20 luglio 2000, concernente il “Giorno della Memoria”, approvata ad unanimità dal Parlamento, all’articolo 1 è riportato: ... Sono organizzate cerimonie, iniziative, incontri momenti di narrazioni di fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia del nostro Paese ed in Europa, e affinchè simili eventi non possano mai più accadere”. Tra i sopravvissuti alle nefandezze dei tedeschi nei diversi lagar ricordiamo Elisa Springer, austrieca, naturalizzata italiana, nata a Vienna il 18-02-1918, deceduta in Matera, il 20-09-2004. Figlia di commercianti ebrei, provenienti dall’Ungheria, racconta nel testo “Il silenzio dei vivi”, il dramma infinito vissuto nei reticolati, nelle fabbriche, negli sguardi inespressivi dei gendarmi. Ha celato per molti anni sul braccio il marchio A-24020, impresso con un ago arroventato simile ad un pennino, coperto da un cerotto. Il 1° novembre 1995, ritorna ad Auschwitz. Nella conclusione della sua pubblicazione scriveva:” Tanti sopravvissuti, come me, hanno fatto ritorno in quei campi di dolore, in quei cimiteri di silenzio, per ricordare agli altri, che quel dolore è vivo, vero, vissuto, e che i segni sono impressi nella nostra carne”. La superstite ancora sottolineava:” Noi sopravvissuti abbiamo «dovuto» ricordare, per la memoria degli uomini, cose, luoghi e momenti, che avemmo preferito dimenticare. Ma soprattutto, abbiamo «voluto» testimoniare a noi stessi, il miracolo della vita, nata dalle macerie della morte!”. 12 Chiesa i Gennaio 2014 n f o r m a convegni “ACCIUFFIAMO LA LUNA” PARTENDO DALLA TERRA di Marianna Tomei L’Italia è in ginocchio a causa della crisi! Questo è il chiodo fisso che assila la maggior parte degli italiani e ancor di più le persone con un lavoro precario. La disperazione si legge giornalmete sul volto della generazione del domani che tristemente vede un’ Italia che si sfalda giorno dopo giorno. Dall’Italia fuggono cervelli, capitali e multinazionali. Negli ultimi due anni venti grandi colossi internazionali hanno battuto la ritirata dai nostri confini, altri sette potrebbero presto fare lo stesso. La situazione in cui ci siamo catapultati non è delle migliori, ma questo non deve demotivarci, bisogna ripartire da quello che si ha ricreando il giusto mezzo che possa far risorgere il nostro bel paese. Ma cosa resta all’ Italia? Cosa può far rigenerare l’economia carente del popolo Italiano? La risposta l’abbiamo sempre avuta sotto al naso e forse non l’abbiamo mai notata perchè era la più semplice e ovvia : la terra, la nostra terra. Celebri viaggiatori e grandi pensatori hanno definito l’Italia come “il giardino d’Europa”, da Dante Alighieri a Goethe a Stendhal fino a Carlo d’Inghilterra hanno usato questa espressione apprezzando appieno le bellezze artistiche e paesaggistiche che possediamo. Questo è qualcosa di straordinario, vuol dire che il nostro clima, la nostra terra e il nostro mare rappresentano un patrimonio da sfruttare, naturalmente senza danneggiarlo. L’Italia grazie alla sua posizione geografica ha un’eccellete fioritura di piante di ogni genere, sia autoctone che importate, che si adattano perfettamente al nostro clima. Analizzando tutto ciò il Consorzio Mediterraneo Sociale in collaborazione con Regione Campania, con l’ Università degli Studi del Sannio, con Legambiente Campania, con la Caritas di Benevento e la Caritas di Avellino ha promosso un ciclo di conferenze magistrali sulla teoria e la pratica del rapporto fra Economia Civile, Finanza Etica e Welfare di Comunità, intitolate “Acciuffare la luna”. L’idea nasce dalla necessità di avviare un processo di sistematizzazione teorica e scientifica delle buone pratiche territoriali di Agricoltura Sociale e di Imprese Etologiche. L’iniziativa vede protagonisti diversi operatori e operatrici delle fattorie sociali, degli Orti sociali urbani, dei Parchi etologici, affinchè il territorio possa rinascere. Una delle conferenze, tenutesi presso la facoltà SEA dell’unisannio, ha visto protagonisti due grandi esperti di economia: Luigino Bruni - Economista Università LUMSA di Roma nonché Direttore scientifico della S.E.C. e Mario Crosta - Direttore Generale della Banca Popolare Etica, accompagnati da Giuseppe Marotta- Direttore del DEMM , Salvatore Esposito- Presidente del Mediterranio sociale, e Rosanna Romano -Direttore Generale delle politiche Sociali della regione Campania. Ad aprire la tavola rotonda è stato Giuseppe Marotta ammettendo, senza indugio , lo stato di crisi in cui in cui l’ Italia riversa, e che ha causato inevitabilmete diversi fallimenti economici. Ha continuato affermando che nel nostro paese è presente un’economia di mercato centrata sul profitto, la quale ha creato una serie di squilibri sia sul piano sociale che su quello territoriale. Lo Stato cerca di rispondere a questi squilibri evidenti con politiche di welfare state, ma oggi anche queste politiche sono insufficienti e falliscono per vincoli che derivano da pareggi di bilancio, o da vincoli che sono al di sopra del nostro paese. Gli altri relatori presenti in aula hanno appoggiato appieno il pensiero di Marotta e, dopo un’ attenta analisi della sutuazione, hanno fatto nascere l’idea di creare un progetto di Master del bacino mediterraneo a carattere internazionale, così da formare nuove idee e teorie da mettere in pratica nei riguardi del bene comune e della creazione sostenibile di valore sui territori. Il Master è rivolto a tutti i laureati in materie economiche e si svolgerà nelle aule dell’ateneo Unisannio con l’appoggio di Banca Popolare Etica e Mediterraneo Sociale. Un Master che formerà i futuri progettisti dell’economia del territorio, non solo per l’Italia ma anche per l’Europa, i quali avranno diverse competenze, come ad esempio potranno assumere il ruolo di direttori delle fattorie sociali, o dei parchi ecologici, o ancora di centri sportivi o di centri polifunzionali integrati. Secondo il Professore Bruni questo Master deve essere pensiero e vita, infatti si augura che la teoria racchiusa in sé si trasformi rapidamente in pratica di vita. Bisogna creare un Master che serva agli studenti come strumento per far rifiorire l’economia ripartendo dall’utilizzo giusto e dalla cura del proprio territorio. “Ci auguriamo che sia un Master che veda testimone delle persone che lavorano, e che ci siano dei validi imprenditori a far lezione -ha dichiarato Bruni- questo Master deve essere un Master diverso, deve ripartire da radici di questa terra e immaginare un futuro più sostenibile”. Questa è una giusta teoria per far sì che la società riemerga dalla profonda crisi in cui è impantanata. Il professor Bruni ha concluso dicendo che, per poter risorgere effettivamente dalla crisi, bisogna ritornare ad interrogarci su quelle grandi domande che si sono posti i grandi autori del passato come Vico, Smith e Marx, per poi trovare le risposte negli autori contemporanei, come ad esempio Martha Nussbaum. “Leggete, informatevi, soprattutto i giovani, non pensate che la cultura si faccia con i talk show televisivi, andate nelle biblioteche, rispolverate i vecchi autori e attraverso le loro grandi domande cercate le giuste soluzioni ai problemi presenti”. Chiesa i n f o r m a sociale CIVES: “IL NUOVO PARADIGMA DELLA CITTÀ RIGENERATIVA DI RELAZIONI” Si è tenuta il 10 Gennaio presso il Centro di Cultura “Raffaele Calabria” la quarta lezione di “CIVES - Laboratorio di Formazione al Bene Comune” che questa volta ha ospitato il professore Luigi Fusco Girard (docente di Economia ambientale presso l’Università di Napoli “Federico II”). L’incontro, dedicato alle risorse possibili delle nostre periferie urbane, è stato introdotto da Ettore Rossi (Direttore dell’Ufficio per i Problemi Sociali e il Lavoro della diocesi di Benevento) il quale ha anticipato il possibile (e diverso rispetto all’ordinario) cambio di prospettiva nell’analisi dello stesso concetto di periferia: “Le periferie non hanno necessariamente una valenza negativa. Esse, al contrario, ci consentono di leggere in maniera più precisa la realtà rispetto al centro. Tutto ciò senza dimenticare che il protagonismo giovanile, ad esempio, è più marcato proprio all’interno degli stessi contesti periferici. Attraverso il nostro Laboratorio intendiamo far passare il messaggio che è importante costruire bellezza nei luoghi marginali, che inneschi meccanismi emulativi di altra bellezza, perché altrimenti il degrado richiamerà altro degrado”. Subito dopo è intervenuto Antonio De Luca, da diversi anni membro scout dell’AGESCI di Benevento, il quale ha raccontato l’impegno della sua associazione, fortemente radicata nelle periferie della nostra città: “Lo scoutismo del nostro territorio – ha esordito De Luca – è stato da sempre proiettato sui nostri quartieri periferici, con la consapevolezza di dover raccogliere due sfide: quella, semplicemente, di stare in questi luoghi e quella di occuparci di educazione, cercando di dare un’opportunità differente a contesti giovanili che di solito vedono ben poco. In questi luoghi cerchiamo di educare i ragazzi ad una cittadinanza attiva, alla conoscenza e all’amore del proprio territorio, al servizio per il prossimo, al bisogno di comunità, e alla conseguente condivisione di tutto questo con i loro coetanei: abbiamo imparato con i nostri giovani che fare rete è l’unico modo per uscire positivamente dalle periferie”. Illustrando poi, nel concreto, alcuni esempi di attività e impegni presi sul territorio (primo tra tutti quello di contrasto alle criminalità locali), De Luca ha concluso sull’importanza del valore formativo derivante da tale esperienza: “Sognare non è un reato, e i giovani delle periferie, più degli altri, devono immaginare luoghi più vivibili e fare la loro parte: nel processo democratico ciascuno di noi deve fare la propria parte.” Successivamente la parola è passata al prof. Girard, il quale ha introdotto la sua lezione attraverso alcuni esempi di esperienze positive nate in contesti fortemente problematici come quelli periferici del South Bronx e di Nairobi. In essi è stato possibile ricostruire una speranza di riscatto grazie alla quale si è andati oltre il sogno e sperimentata la possibilità di poter cambiare effettivamente qualcosa: “La speranza è intimamente connessa 13 Gennaio 2014 al concetto di comunità – ha dichiarato, - e casi di sviluppo eccezionale come quello della Silicon Valley dimostrano quanto siano importanti fattori come il rispetto delle regole, la fiducia reciproca e un contesto in cui ci si sente realmente liberi di poter ipotizzare idee innovative: non si tratta, dunque, di avere esclusivamente risorse economiche favorevoli di partenza.” Fusco Girard ha poi sottolineato l’ambiguità contemporanea rispetto ad alcuni concetti quali centro e periferia, centralità e marginalità, dovuta alla configurazione di nuove geografie che determinano in maniera diversa tali entità e le possibili risorse che queste possono offrire: “Noi solitamente quando parliamo di periferie urbane ci poniamo il problema di come rigenerarle, dimenticando che spesso queste aree hanno molta più vitalità di certi quartieri appartenenti al centro; al loro interno si possono intravedere, infatti, rapporti personali nei quali ci si riconosce davvero come persone e non come individui: sono dunque le periferie a rigenerare a loro volta tutto il tessuto cittadino. Le periferie delle realtà metropolitane sono ancora oggi portatrici di una cultura diversa, che riesce a legare le componenti, a riutilizzare. Si tratta di una cultura della ri-circolarizzazione che è fondamentale nel processo rigenerativo.” Contrapponendo tale modello a quello del centro, dedito all’opposto all’usa e getta, il docente ha identificato nel capitale immateriale la vera risorsa di cui dispongono le città e nella quale investire: “Capitale umano e capitale sociale sono fertilissimi nelle nostre periferie e devono essere messe a disposizione della città tutta per la sua ricivilizzazione. Il nuovo paradigma al quale tendere è quello di una città rigenerativa di relazioni (umane, ecologiche, sociali…) all’interno della quale i processi sono circolari, e fondati su sinergie o, meglio ancora, su simbiosi.” 14 Chiesa i Gennaio 2014 n f o r m a diocesi VENUTE ALL A LUCE DUE ORIGINALI E RARE RELIQUIE DI PAPA BENEDETTO XIII Venute alla luce due originali e rare reliquie di Papa Benedetto XIII “Viaggio nella storia tra le pietre vive della memoria”, la ricerca storicoiconografica sul cardinale, arcivescovo e Papa Orsini, intrapresa oltre 15 anni fa, non finisce di stupire, perché si arricchisce sempre di nuovi elementi, di nuovi spunti e di nuove scoperte. Infatti, mi è capitato di scoprire, quasi per caso, due reliquie. La prima, è un osso del cranio, (foto 1), con ogni probabilità, conservata, da qualche mese, presso il neonato museo dei papi di Padova, diretto e curato da Ivan Marsura, il quale dichiara d’averla ricevuta in dono da un prete di Venezia, città in cui non sono mancate e non mancano testimonianze riferite all’Orsini. Egli, tra l’altro, apparteneva alla nobiltà veneta. Oltre questo dato biografico, c’è quello più interessante che lega il giovane Pierfrancesco Orsini a Venezia, soprattutto, riferito all’episodio che lo vide direttamente coinvolto, quando, all’età di 17 anni, volle compiere, nascondendo alla madre le sue reali intenzioni, un viaggio d’istruzione, per l’Italia, facendo sosta e tappa, soprattutto a Venezia, recandosi presso il convento San Domenico di Castello, dove chiese e venne accolto come frate domenicano, vestendo le bianche lane di san Domenico. Venezia, successivamente, torna nella vita di colui che, nel frattempo, era diventato pontefice e si rivela, ancora una volta, città orsiniana, perchè, presso la Chiesa Santa Maria dei Gesuati si conserva nella volta un dipinto del Tiepolo che riproduce il papa di origini pugliesi. Inoltre, sempre presso la stessa chiesa è conservata una copia della medaglia coniata per la costruzione dell’edificio sacro, avvenuta durante il pontificato del papa domenicano. Medaglia che fu incastonata all’interno della prima pietra, benedetta dal patriarca di Venezia, Marco Gradenigo, il 17 maggio 1726. “Nel recto, la medaglia conteneva le chiavi papali con scudo al di sotto, entro il quale una corona, con stelle, era sovrapposta a due palme. Sul lato inferiore a destra, stava una torre ed a sinistra, una spada con la scritta in onore del papa domenicano Benedetto XIII, allora regnante. Sul lato sinistro della medaglia c’era lo stemma del doge Alvise Mocenigo, allora ducante, ed a destra quello del patriarca Marco Gradenigo. Al di sotto, veniva effigiato lo stemma del convento dei Gesuati. Nel verso, la scritta in latino, ricordava l’avvenimento e la dedica del nuovo tempio alla Vergine del Rosario”. Fin qui i legami tra la città lagunare , l’Orsini personalmente e direttamente e il suo casato. Per queste valide e supportate ragioni storiche, magari con qualche interpretazione, non si può, quindi, escludere che la reliquia di papa Benedetto XIII possa essere stata portata a Venezia, in occasione del primo processo per la Beatificazione del pontefice, celebrato a Tortona il 1755, per il quale fu, certamente fatta una ricognizione dei resti mortali nella sua tomba custodita e conservata nella basilica romana di santa Maria Sopra Minerva, e, quindi, non è da escludere che in quella occasione sia stato trafugato un pezzo di corpo, una testimonianza, consistente in un osso del cranio, da conservare nel luogo dove egli aveva fatto ingresso per seguire la sua vocazione di religioso. Per correttezza ed onestà intellettuale, c’è da dire che la reliquia ritrovata, come la maggior parte di quelle esistenti, è priva del certificato di autenticità, perché o è andato distrutto o perché si è perso. In compenso, però, della nostra, si conserva il cartiglio originale allegato al sacro reperto. Comunque, per gli indizi a cui ho fatto riferimento, la reliquia è da ritenere veritiera e verosimile, perchè al di là della scomparsa, nel frattempo, del convento di san Domenico a Castello, pur resta la testimonianza della presenza domenicana costituita dalla chiesa dei Gesuati, dedicata alla Vergine del Rosario, icona molto cara e legata alla storia dei padri domenicani. L’altro reperto orsiniano rinvenuto è il polsino di una camicia usata da papa Benedetto XIII (foto 2 e 3). Di seguito, la descrizione: antica reliquia di papa Benedetto XIII consistente in un polsino staccato da una camicia. Il polsino ha un sigillo di ceralacca, che se anche un poco rovinato, corrisponde a quello apposto sulla lettera accompagnotoria, inviata da un prelato romano ad una famiglia genovese. “Gradisca il qui accluso polsino della camicia portata da Sua Santità staccatosi sudicio tale e quale è sigillato con mio piccolo sigillo acciò non fosse mai dubbio che sia cambiato”. La reliquia si trova a Messina. Giuseppe Massari 15 Diario Arcivescovo 1 gennaio - 31 gennaio 2014 1 Cattedrale 11.30 Santa Messa Lunedì 6 Par. “San Modesto” - BN 11.30 Santa Messa Martedì 7 Episcopio 9.30 Collegio Vicari Foranei Mercoledì 8 Seminario 7.00 Santa Messa Episcopio 9.30 Udienze Pastorano (CE) 15.30 Esequie Rev.do G. Merolillo Seminario 9.30 Ritiro del Clero Diario Mercoledì Giovedì 9 Par. “S.Nicola” e “S. Maria” CERVINARA (Av) 17.30 VISITA PASTORALE Venerdì 10 Par. “S.Nicola” e “S. Maria” CERVINARA (Av) 9.30 VISITA PASTORALE Sabato 11 Par. “S.Nicola” e “S. Maria” CERVINARA (Av) 9.30 VISITA PASTORALE Domenica 12 Par. “S.Nicola” e “S. Maria” CERVINARA (Av) 11.00 VISITA PASTORALE Par. “San Modesto” BN 18.30 Santa Messa Lunedì 13 Episcopio 9.30 Udienze Martedì 14 Episcopio 9.30 Udienze Seminario 19.15 Santa Messa Seminario 7.00 Santa Messa Episcopio 9.30 Udienze Mercoledì 15 Giovedì 16 Episcopio 9.30 Udienze Venerdì 17 Rettoria di San Domenico in BN 9.30 Santa Messa Lunedì 20 Cattedrale 11.00 S. Messa festa Vigili Urbani Martedì 21 Episcopio 9.30 Udienze Mercoledì 22 Episcopio 9.30 Udienze Giovedì 23 Par. “S. Potito” e “S. Marciano” CERVINARA (Av)17.30 VISITA PASTORALE Venerdì 24 Par. “S. Potito” e “S. Marciano” CERVINARA (Av)9.30 VISITA PASTORALE Sabato 25 Par. “S. Potito” e “S. Marciano” CERVINARA (Av) 9.30 VISITA PASTORALE Domenica 26 Par. “S. Potito” e “S. Marciano” CERVINARA (Av)11.00 VISITA PASTORALE Cattedrale 17.30 Santa Messa Lunedì 27 Pompei 9.30 Comm. CEC Missioni Martedì 28 Episcopio 9.30 Udienze Mercoledì 29 Episcopio 9.30 Udienze Giovedì 30 Seminario 9.30 Aggiornamento del Clero Venerdì 31 Paolisi 9.30 VISITA PASTORALE Chiesa i n f o r m a