Sped. in a.p., art. 2, comma 20/c, legge 662/96 - Filiale di Milano. Anno VI, N.3 - Maggio/Giugno 2001 Può la scienza darci la vita eterna? Come ebbe origine la vita? Qual è lo scopo dell’esistenza? Speranza per i nostri morti non credenti Anno VI, Numero 3 Fatela leggere ai vostri amici. Anche loro possono abbonarsi. Gratuitamente! Caro lettore, gentile lettrice: E’ la prima volta che riceve La Buona Notizia? Le piacerebbe riceverla periodicamente in abbonamento gratuito? Bene! Se non l’ha ancora fatto, richieda oggi stesso il suo abbonamento gratuito, scrivendo al nostro recapito postale, specificato in basso nella colonna a destra, oppure può telefonare o inviare un fax (035.582140). (Lei può fare richiesta di abbonamento solo a nome suo.) Saremo lieti di inviare La Buona Notizia ogni due mesi senza alcuna spesa o impegno da parte Sua. La Buona Notizia è assolutamente gratuita. Essa vuole offrire a Lei e alla Sua famiglia una lettura sana ed edificante, che aiuta ad affrontare la vita con una conoscenza biblica più profonda, più lungimirante e quindi estremamente utile. Pubblicata in varie lingue - italiano, inglese, francese, olandese, spagnolo e tedesco - La Buona Notizia è inviata gratuitamente a coloro che ne fanno richiesta. Quest’opera editoriale promuove i valori della vita, della persona, della famiglia e della società. Si abboni oggi stesso a La Buona Notizia. E’ un’occasione da non perdere. Cordiali saluti. Gli Editori. Sommario: Può la scienza darci la vita eterna?.............................3 Qual è lo scopo della vita?...............................................7 Il progetto sul genoma umano......................................10 Come ebbe origine la vita?.........................................................14 Speranza per i nostri morti non credenti.................................18 Maggio-Giugno 2001 Rivista bimestrale di cultura cristiana. Diritti riservati © Vietata la riproduzione anche parziale. Sped. in a.p.,art. 2, Com.20/c, Legge 662/96 - Filiale di Milano Editrice: Chiesa di Dio Unita Direttore responsabile-Editore: Carmelo Anastasi Presidente onorario: Les McCullough Redattore capo all’estero: Scott Ashley Arte grafica: Shaun Venish In questo numero hanno collaborato: Carmelo Anastasi, Scott Ashley, Jerold Aust, John Bald, Howard Davis, Wayne Dunlap,Roger Foster, Bruce Gore, Don Hooser, Noel Hornor, Paul Kieffer, Graem me Marshall, Gary Petty, Joel Meeker, Melvin Rhodes, John Ross Schroeder, Mario Seiglie, Dale Shurter, Richard Thompson, David Treybig,Lyle Welty, Dean Wilson, Salvo Anastasi, Marco Tanzi, Giovanni Troisi. Consiglio Nazionale: Direzione pastorale: Carmelo Anastasi Consigliere pastorale: Angelo Di Vita. Consiglieri laici: Vincenzo Alfieri, Salvo Anastasi, Giacomo Pizzuti. Associazione internazionale: La Chiesa di Dio Unita è un Ente Ecclesiastico Italiano, associato alla United Church of God, an International Association. Box 541027, Cincinnati, OH 45254-1027, U.S.A. Consiglio Associazione Internazionale: Gary Antion, Aaron Dean, Robert Dick, Roy Holladay (chairman), John Jewel, Victor Kubik, Richard Thompson, Les McCullough (president), Burk McNair, Mario Seiglie, Leon Walker, Donald Ward. Sede legale e redazionale: Via Don Minzoni,15 - 24061 Albano S.A. (Bergamo), Italia Autorizzazione: Reg. n° 37 del 30 Settembre 1995 - Tribunale di Bergamo. Fotolito: AR Fotolito Grafica Elettronica - Milano Stampa: Cromografica Europea - Rho (Milano) Questa rivista non è in vendita, secondo l’istruzione di Gesù, il quale disse: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Matteo 10:8). Questa rivista è pubblicata in varie lingue e il suo scopo è quello di pubblicare il Vangelo del Regno di Dio proclamato da Gesù Cristo. 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Comunicare per tempo l’ eventuale cambio d’indirizzo. 2 La Buona Notizia Può la scienza darci la L’uomo ha compiuto grandi passi nel campo scientifico, innalzando la speranza che l’immortalità umana sia ormai dietro l’angolo. Quali implicazioni avranno questi progressi? in dagli albori della storia l’uomo ha ricercato invano l’immortalità. Molti studiosi hanno ricercato incessantemente la chiave dell’eterna giovinezza, ma tutti hanno miseramente fallito. Nella nostra generazione la scienza medica però sembra promettere di riuscire ad eliminare la mortalità. Può la scienza umana darci la vita eterna? Alcuni credono che sia solo una questione di tempo. re raggiunta dalla nostra generazione... I primi immortali stanno già vivendo in mezzo a noi. Tu potresti essere uno di loro.» Quali sono le basi di una così speranzosa previsione? È davvero vicina la possibilità di vivere in un arco di vita fino a poco fa inimmaginabile? Se sì, quali sfide affronteranno le generazioni future? La Bibbia ci indica come la coscienza umana debba relazionarsi a questa prospettiva? I progressi della battaglia contro l’invecchiamento I progressi della biologia F Nel corso degli ultimi secoli le scoperte in campo medico hanno aumentato le aspettative di longevità negli esseri umani. Nel 1900 la durata della vita era in media di soli 48 anni per gli uomini e 51 anni per le donne. A metà degli anni ’50 la vita si è allungata a 66 per gli uomini e a 72 per le donne. Nel 1997 i dati erano saliti a 71 e 79 anni per uomini e donne rispettivamente. La popolazione occidentale comprende più di 50.000 individui che hanno vissuto oltre i 100 anni di vita ed il numero di persone che raggiunge questo traguardo raddoppia ogni dieci anni. Le persone di età superiore agli 85 anni costituiscono il segmento di popolazione a crescita più rapida. Dati simili sono riscontrati in quasi tutti i paesi sviluppati. Ora, gli stessi studiosi che avevano pronosticato questo allungamento di vita nell’uomo, dichiarano, per la prima volta, che presto si riuscirà ad arrestare il processo d’invecchiamento. Ben Bova, autore Nel libro intitolato Immortalità, scritto nel 1998, il suo autore ha fatto questa previsione: «…l’immortalità umana non è più una fantasia o un sogno, ma potrà esseMaggio-Giugno 2001 Il continuo aumento della longevità umana può in verità essere accreditato principalmente ad un generale miglioramento nel campo sia dell’alimentazione che dell’igiene pubblica e personale. Inoltre, molte scoperte nel campo della medicina hanno contribuito a migliorare la condizione dell’uomo. La scienza ha raggiunto sbalorditivi successi nel campo dei trapianti e della realizzazione di protesi, al fine di sostituire organi malati o parti del corpo danneggiate e i medici possono oggi sostituire molti organi; e in futuro potrebbero essere disponibili nuovi tessuti sostitutivi. Cio che sembrava fantasia un tempo potrà forse divenire realtà. Comprendere l’invecchiamento La scienza dei trapianti è connessa ad operazioni chirurgiche relative ad incidenti, malattie ed invecchiamento. Gli scienziati raccolgono quotidianamente informazioni riguardo l’origine e le manifestazioni dell’invecchiamento e delle malattie con la speranza di poterle fermare. I ricercatori hanno raggiunto ottimi risultati nella conoscenza dei processi che portano all’invec3 • Determinare la predisposizione chiamento. Due teorie sono emerse: genetica ed eliminare le malattie fin quella entropica (morte per logoramento od usura) e quella telomerica dal concepimento. • Rallentare o eliminare l’invec(morte per intenzione). L’invecchiamento e la riprodu- chiamento, ripristinare le funzioni zione sembrano essere universal- giovanili e forse prestabilire persino mente coincidenti nelle diverse immortalità fisica. Naturalmente ci vorrà tempo forme di vita e la vitalità sembra ragaffinché questi risultati possano rivegiungere l’apice nella fase della procreazione e successivamente tendere larsi raggiungibili o meno, e nel fratal declino. Come i virus dei computer, alcune sostanze all’interno del nostro corpo attaccano e distruggono le cellule, determinandone l’invecchiamento e l’eventuale morte. Compito degli scienziati è quello di identificare, localizzare, conoscere e possibilmente spegnere questo programma auto-limitante costituito geneticamente. Esperimenti che utilizzano ed indagano gli effetti della melatonina, degli antiossidanti, dei radicali liberi e della somatropina (l’ormone della crescita) hanno prodotto interessanti ma non definitivi risultati. Nel 1986 fu dato l’avvio al Progetto Genoma Umano, con l’obiettivo di effettuare una mappa completa dei geni del corpo umano ed identificarne le funzioni. I geni sono una sorta di rappresentazione cianografica delle nostre cellule. Essi rivelano i codici che regolano tutte le funzioni vitali dell’uomo. Il Genoma Umano è il termine scientifico per indicare il composto materiale genetico del corpo L’immortalità umana umano. Circa 100.000 geni, fra quelli finora conosciuti, devono non sembra più una fantasia. essere analizzati e descritti per Potrà essere raggiunta dalla completare questo intero studio. nostra generazione? Quando il progetto sarà completo si potrà definire come utilizzare le tempo queste insperate scoperte conoscenze genetiche al fine di rag- hanno portato all’aumento della pragiungere benefici tanto impressio- tica dell’ibernazione, cioè il congenanti quanto sconcertanti. Secondo lamento del corpo con azoto liquido nella speranza che in futuro ci siano gli studiosi in futuro si potrà: 4 La Buona Notizia i rimedi alle malattie e forse anche la possibilità, alcuni sperano, di raggiungere l’immortalità. Ma tutto questo fa allo stesso tempo prospettare gravi futuri problemi planetari. I problemi di un genere umano immortale Persino con le più ottimistiche previsioni riguardo gli attuali e futuri sviluppi scientifici, la prospettiva dell’immortalità fisica o quella di un aumento della longevità pone molti ostacoli. • I limiti della scienza. A questo punto della ricerca, il massimo che la scienza medica può sperare di realizzare è un rallentamento del processo di invecchiamento o la prevenzione della morte per malattia. La morte per incidente o per invecchiamento continuerà invece ad incombere sull’umanità. Una conoscenza parziale ed imperfetta della sequenza genetica non significherà la capacità di perfezionare la natura dell’essere umano, ma piuttosto quella di scrivere una cianografia di come risulterà ogni specifica vita umana, se non sarà manipolata. Gli scienziati devono ancora analizzare le interazioni genetiche con la moltitudine di fattori ambientali. Fino a che i ricercatori non avranno studiato a fondo le cause delle malattie e dell’invecchiamento, saranno necessari periodici progressi tecnologici, anche molto costosi. Le manomissioni sui vari delicati intrecci delle interazioni cellulari potrebbero produrre mostri della medicina, una sorta di Frankenstein, con crescite cellulari incontrollate, che non sono altro che tumori. • Considerazioni economiche. Il costo di una vita fisica molto più lunga potrebbe limitare i benefici finanziari. Vivere a lungo significa necessità di lavorare per un periodo altrettanto lungo, privando di lavoro le nuove generazioni. Le pensioni dovranno essere posticipate o addirittura eliminate. Le assicurazioni, i piani pensionistici e i programmi di previdenza privati dovranno essere aumentati, ridotti o bloccati. Inoltre, la capacità di leggere il codice genetico di un impiegato, o di un potenziale impiegato, potrebbe causarne il licenziamento o il rifiuto di assunzione, e inoltre la negazione di una copertura assicurativa o, viceversa, l’aumento dei premi assicurativi. Molti altri aspetti della vita, anche di natura affettiva, subirebbero cambiamenti disastrosi. scrisse tremila anni fa: «Per tutto c’è una stagione... un tempo per nascere, ed un tempo per morire» (Qohelet, o Ecclesiate 3:1-2). Come userebbero il loro tempo gli umani fisicamente immortali? occuparsi più di scoprire il Creato piuttosto che ricercare il Creatore, l’unico che può dare la vita eterna. Propsettive bibliche sull’immortalità Dio permetterà agli scienziati di manipolare il codice genetico, affinché si raggiunga l’immortalità della carne? I programmatori di computer creano programmi che permettono una certa flessibilità, ma che allo stesso tempo impediscono cambiamenti di fondo del programma stesso. Dio creò codici genetici che non possono essere modificati? Oppure non esiste alcun limite a ciò che Egli permetterà all’uomo di ottenere? In realtà cercare la vita eterna escludendo Dio si rivela un fallimento. Evitare la morte è un • La sovrappopolazione. Se la vita fisica dell’uomo fosse desiderio che inizia con l’uoallungata all’infinito l’aumo stesso e il concetto di mento di popolazione origiimmortalità ci riporta ai nerebbe un maggior consutempi di Adamo ed Eva nel Il primo trapianto di cuore mo delle risorse naturali. Paradiso Terrestre. Dio offrì avvenne nel 1967. Oggi si riesce a Drastiche misure sul controlla vita eterna attraverso l’allo delle nascite diventerebbe- trapiantare molti altri organi, anche bero della vita (Genesi 3:22). ro parte legittimata della culLa morte sarebbe stata la nello stesso tempo. tura sociale. Se il genere pena per aver mangiato il umano raggiungesse l’immortalità «frutto dell’albero della conoscenza Sarà ugualmente indispensabile fisica, in breve tempo la sovrappodel bene e del male». Quell’albero avere uno scopo nella vita e trovare polazione raggiungerebbe il punto dal frutto proibito rappresenta l’audei significati alla propria esistenza di saturazione. Per ragioni di spazio torità di legiferare, specie sulle queper non annoiarsi e tentare di essere alcuni si arrogherebbero il diritto di stioni morali. Quell’autorità apparfelici. L’immortalità fisica rapprenegare la vita agli altri. tiene a Dio. Ma l’uomo ha preteso di senta una sfida soprattutto per le appropriarsi di quell’autorità, religioni. Un altro scrittore, Marvin pagando le amare cosnseguenze Problemi religiosi e morali Cetron, ha scritto: «Le religioni delle sue scelte sbagliate. Se un giorno la scienza fosse in avranno ancora qualcosa da offrire Tutto iniziò con la menzogna grado di offrire l’immortalità fisica, alle persone che troveranno la saldell’arci nemico dell’umanità, quale sarebbe l’atteggiamento della vezza nella farmacia del loro quarreligione in merito? Il significato tiere?» (Ingannare la morte, pag. Satana, il quale convinse i primi esseri umani della falsa idea che, se stesso della vita cambierebbe. I 15). avessero sfidato l’autorità divina Le promesse della scienza medilimiti della vita fisica forniscono infatti confini e parametri che defi- ca allontaneranno l’uomo ulterior- stabilendo loro stessi una propria dal Suo Creatore? filosofia di vita, non sarebbero mai niscono la vita come noi la cono- mente sciamo adesso. Come Re Salomone L’Illuminismo ha portato l’uomo ad morti. (Genesi 3:1-5). Ancor oggi, Maggio-Giugno 2001 5 così ingannata con conseguenze disastrose, l’umanità fa guerre ed uccide credendo di poter continuare a vivere anche dopo la morte fisica. Ma non avendo alcuna certezza della sua eventuale sopravvivenza in un aldilà, l’umanità sta disperatamente ricercando l’immortalità della carne. La verità biblica è che, a causa del peccato, la morte è divenuta inevitabile per l’intera umanità (Romani 5:12; Ebrei 9:27). La morte poteva essere evitata, se l’umanità si fosse cibata solo del «frutto dell’albero della vita» (Genesi 2:9). Questo «frutto» rappresenta lo Spirito generativo di Dio, che a suo tempo trasforma l’intero essere umano, sia il corpo che la sua coscienza morale, in un essere totalmente spirituale, con un «corpo» glorioso ed eterno. «...ciò che spirituale non viene prima; ma prima ciò che è carnale; poi vien ciò che è spirituale...» perché «...carne e sangue non possono ereditare il regno di Dio» (1 Corinzi 15:44-50). La Bibbia qui ci rivela che l’uomo non può raggiungere la vita eterna o il regno di Dio fisicamente. Al tempo in cui l’umanità cercò di immortalare il ricordo di se stessa, costruendo la famosa Torre di Babele, la risposta di Dio fu: «...Ora nulla li impedirà di condurre a termine ciò che disegnano di fare» (Genesi 11:6). Anche una lunga vita rimane costellata di problemi e alla fine l’uomo non potrà comunque sfuggire alla morte, se non per intervento miracoloso del suo Creatore. Indipendentemente della longevità della vita umana, Gesù ci esorta a temere «colui che può far perire sia l’anima che il corpo...» (Matteo 10:28). La fine di quest’èra è destinata ad essere simile a quella del tempo di Noè (Matteo 24: 37-39). A parte coloro che si salvarono sull’arca, 6 La Buona Notizia tutte le altre vite furono annientate dal diluvio. Gesù Cristo ci avverte che «vi sarà una grande afflizione; tale, che non v’è stata l’uguale dal principio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà... ma, a cagione dei Suoi fedeli, quei giorni saranno abbreviati» (Matteo 24:21-22). Il piano di Dio La buona notizia è che Dio, non la scienza, ci donerà l’immortalità attraverso la resurrezione da questo nostro corpo mortale (1Corinzi, cap.15). La nostra esistenza fisica è solo temporanea. Il destino finale dell’umanità è la vita eterna nel Regno di Dio Padre, «dal quale ogni famiglia nei cieli e sulla terra prende nome» (Efesini 3:15). Iddio ci rivela che la fisicità del nostro corpo verrà trasformata da carne mortale a spirito immortale (I Corinzi 15:2026, 33-54; Filippesi 3:20-21; I Giovanni 3:1-3). L’Apocalisse 21:4 ci assicura che la morte, le malattie e persino il dolore e la sofferenza svaniranno come un brutto sogno. Il dono di Dio della vita eterna verrà concesso liberamente e sarà disponibile per tutti coloro che avranno la buona volontà di praticare i Suoi insegnamenti (Giovanni 4:9-10, 14; Atti 5:32; Apocalisse 21:6, 22:17). L’industria farmaceutica o le compagnie assicurative non avranno più motivo di esistere. La vita sarà radiosa e strapiena di significato. Lavoreremo senza fatica e senza la necessità di andare in pensione (Giovanni 5:17). Non sarà necessario ricevere uno stipendio. La sicurezza sociale sarà sostituita dalla sicurezza spirituale, omaggio di Iddio onnipotente. Tutti i problemi sociali, culturali, etici, morali e spirituali saranno scomparsi (Apocalisse 21:27 e 22:14-15). La sovrappopolazione non rappresenterà certo una preoc- cupazione nel «nuovo cielo e nella nuova terra». Dio può donare molto più di quanto la farmacia locale possa sperare di fornire ai propri clienti. La vita eterna sarebbe una vera e propria dannazione, senza Dio e la Sua meravigliosa via. Il concetto di immortalità contempla infatti un’intima relazione con il Creatore della vita e dell’amore perfetto (Giovanni 17:3). Guardando nel futuro Viviamo purtroppo nell’era buia della spiritualità (Giovanni 1:5; 9:4). Sebbene le conoscenze scientifiche e tecnologiche abbondino, all’umanità manca la verità spirituale (II Timoteo 3:7). Presto il ritorno di Gesù Cristo sulla terra cambierà la situazione migliorandola completamente. La parola di Dio ci dice che «la Terra sarà piena della conoscenza del Signore così come le acque coprono i mari» (Isaia 11:9). La vita sulla terra assumerà nuovi eccitanti significati con l’ubbidienza alla «perfetta Legge di libertà» di Dio, nella gioia della sua fede in noi e delle Sue benedizioni (Isaia 2:1-4, Giacomo 1:25). Tutti conosceranno il buon proposito di Dio di voler offrire la vita eterna nel Suo glorioso regno. La scienza intanto darà il suo prezioso contributo per migliorare la condizione dell’uomo, ma tutto ciò risulterà sbiadito ed insignificante in confronto al progetto di Dio. BN Il sentiero che conduce alla vita è il titolo del nostro nuovo opuscolo gratuito. Richiedi la tua copia oggi stesso. Nostro indirizzo a pag. 2. Deve esserci una spiegazione del perché il genio umano è capace sia di straordinari prodigi sia di orrende atrocità. Qual è il senso e lo scopo della vostra vita? C osa chiedereste all’Essere Supremo se foste certi di riceverne una risposta diretta ed immediata? Secondo un’indagine, la prima domanda che ogni persona vorrebbe fare a Dio è: «Qual è lo scopo della mia esistenza?» Nonostante i livelli raggiunti nei campi tecnologici e nella scienza, il mondo non ha ancora risposto alla domanda fondamentale su quale sia lo scopo della vita umana. Da dove si può iniziare per comprendere lo scopo della propria vita? Forse cercando nei libri di psicologia o di filosofia? I vari test attitudinali possono aiutarvi ad individuare le vostre capacità personali, ma nessuna scienza sociale è in grado di spiegarvi il vero scopo per cui Dio vi ha fatto venire al mondo. Da dove cominciare La complessità della natura che ci circonda ed il miracolo della vita stessa svelano che esiste un Creatore. Di conseguenza, non ha alcun senso il credere che Egli abbia Maggio-Giugno 2001 concesso la vita ad esseri intelligenti senza avere uno scopo. Qual è il senso della vita umana? è una domanda alla quale solo Lui può rispondere. La società occidentale fa risalire le proprie origini alla cristianità descritta nella sacra Bibbia, ma quest’ultima è, generalmente, l’ultimo posto in cui la gente va a ricercare lo scopo della propria vita. Eppure, fra tutti i libri esistenti al mondo, solo la Bibbia reclama di essere la rivelazione di Dio all’uomo. La Bibbia parla di Genesi (Origini) e dello scopo ultimo del genere umano. In Genesi 2 :7 leggiamo che nel «sesto giorno», dopo aver creato gli animali, «l’Eterno Iddio formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale, e l’uomo divenne un’anima vivente». Il fatto che l’uomo nutre il proprio corpo con prodotti biologici significa forse che egli sia solo un altro animale, differente nella forma ma essenzialmente uguale ad uno scimpanzé o ad un qualsiasi altro mammifero come sostiene la teoria dell’evoluzione? Come spiegare, allora, le evidenti differenze, l’abilità umana nel creare musica ed arte, nello scoprire ed usare la geometria, nello sviluppare l’architettura o nell’inventare forme di comunicazione molto complesse? Come spiegare la capacità umana di pensare, di contemplare il passato ed il futuro, concetti come l’eternità e l’infinito, nonché lo scopo della propria esistenza? L’istinto e l’intelletto Una lumaca, così come un ragno, è guidata esclusivamente dall’istinto. Quanto più complessa è la forma di vita, tanto più essa ha la capacità di apprendere. Tuttavia, i comportamenti delle forme animali apparentemente più intelligenti sono principalmente istintivi. Questo non riguarda però l’essere umano. Mortimer J. Adler, nel suo libro “Dieci errori filosofici”, nel paragonare altri animali all’uomo, nota una differenza radicale. Nel senso stretto del termine, la specie umana non 7 ha istinti comportamentali innati: un cane resta cane nella giungla come nella società civile. L’uomo ha invece un piccolissimo numero di riflessi innati, di cui solo alcuni risultano essere congeniti. Ma obbedendo a questi riflessi, gli appartenenti alla specie umana si comportano con una varietà incredibile di atteggiamenti. Non tutti manifestano un unico modello di comportamento, come accade invece per tutti gli appartenenti ad una specie particolare di ape, di formica, o di termite»(1985, pag.31). In altre parole, l’essere umano ha la capacità di apprendere i comportamenti: l’uomo della giungla si comporta diversamente da quello che cresce nella società civile. La capacità di ragionare, di prendere decisioni complesse e di scegliere un personale atteggiamento comportamentale rende l’uomo completamente diverso da qualsiasi altro animale. La differenza quantitativa e qualitativa tra la massa cerebrale umana e quella degli altri mammiferi non è sufficiente per spiegarne le ampie differenze funzionali; infatti, alcuni mammiferi hanno cervelli più grandi di quello umano. La differenza nell’uomo sta nella capacità di ragionare, creare, comunicare emozioni e riuscire ad immedesimarsi, tutti quegli aspetti che chiamiamo coscienza umana. Adler conclude: «...Il fatto che la mente umana possiede tali capacità non dipende dalla dimensione o dalla complessità del cervello umano. L’azione del cervello è solo una condizione necessaria, ma non sufficiente, per il funzionamento del pensiero concettuale» (pagg.52-53). Cos’è la mente umana? Prendiamo nuovamente in considerazione la Bibbia. Nel racconto della creazione, leggiamo che Dio ordinò alla terra di produrre «anima8 La Buona Notizia li viventi secondo la loro specie». Non così riguardo all’uomo, il quale fu invece tratto dalla terra personalmente da Dio, nonché fatto a «immagine» e «somiglianza» del suo Creatore (Genesi 1:24-28). La creatività, le emozioni positive, la logica, l’amore, il pensiero astratto, le capacità di comunicazione, questi sono aspetti che Dio ha creato a Sua somiglianza. Leggiamo ciò che è scritto in Giobbe 32:8: «...nell’uomo, quel che lo rende intelligente è lo spirito, è il soffio dell’Onnipotente». Uno dei profeti biblici dichiarò che Dio «ha formato lo spirito dell’uomo dentro di lui» (Zaccaria 12:1). L’uomo e gli animali sono entrambi «anime» (esseri viventi). Entrambi sono destinati a morire. La differenza è che il cervello dell’uomo possiede una componente non biologica, un’energia spirituale che gli permette di avere una mente simile a quella del suo Creatore. Essendo gli esseri umani così straordinariamente simili a Dio, perché non sono in grado di risolvere i problemi che assillano la loro esistenza? Creazione ancora in atto Se l’umanità è fatta ad immagine di Dio, rivelatosi pieno di amore, benevolenza, e misericordia, perché essa è, a volte, così piena di odio, violenza ed egoismo? La Genesi rivela la causa fondamentale del male dell’umanità. Ai progenitori del genere umano, Dio ha dato la possibilità di scegliere tra la via della vita (provare la via di Dio fidandosi di Lui) e la via della «conoscenza del bene e del male» (l’indipendenza da Dio e lo sperimentare da sé stessi ciò che è il bene e il male, e bruciandosi). Dio ci ha intenzionalmente dato la libertà di scelta e lasciato liberi di scegliere, affinché impariamo sulla nostra pelle la via del male che genera morte e la via del bene che produce la vita. I progenitori dell’umanità scelsero l’indipendenza da Dio e la via della morte, nonostante fossero stati preavvertiti di questa dolorosa conseguenza. Il male, che la Bibbia chiama «peccato», è la causa della morte. La storia è un resoconto di bene e di male, di potenzialità incredibili come di incredibili fallimenti. Ed è anche una storia di sofferenze e di morte. Per chi non riconosce Dio, sembra che l’umanità sia stata messa in esistenza solo per lottare, per soffrire e infine morire. Ma le cose non stanno così: l’umanità è stata creata per diventare parte della felice ed eterna «famiglia di Dio» (Efesini 2:19-22; IGiovanni 3:3)! Dio ha iniziato questa Sua creazione spirituale attraverso Gesù Cristo (Romani 8:11; 1°Corinzi 15:47-49), il cui sacrificio e resurrezione hanno reso possibile la discesa e l’infusione dello Spirito «consolatore» Dio nella mente dei ravveduti (Giovanni 14 :15-18). L’apostolo Paolo fu ispirato a scrivere che, come lo spirito dell’uomo investiga le cose umane, allo stesso modo lo Spirito divino rivela il vero scopo dell’esistenza umana sulla terra. Lo Spirito santo «rivela la sapienza divina, misteriosa ed occulta... innanzi i secoli predestinata a nostra gloria, e che nessuno dei principi di questo mondo ha conosciuta... Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito [Suo]» (I Corinzi 2 :7-11). La creatività, la razionalità e la stessa facoltà di scegliere, in bene o in male, sono possibili grazie allo «spirito dell’uomo» elargito in questo modo da Dio. Lo «Spirito santo di Dio», invece, è ciò che rende il nostro «sentimento» simile a quello di Dio, che ci consente di aver un rapporto con Lui e di percorrere la via della vita. Ciò vuol dire che, per risolvere tutti i nostri problemi, dobbiamo lasciare che lo Spirito di Dio «fecondi» il nostro spirito umano. In questo modo siamo generati come «figliuoli di Dio», destinati a «nascere» nel Regno di Dio, mediante una «resurrezione» simile a quella di Gesù Cristo (Romai 8:1617; Efesini 4:13). Lo Spirito di Dio è l’ingrediente, «il frutto dell’albero della vita», che è stato precluso al genere umano fin da quando quest’ultimo decise di diffidare del Suo Creatore e di mangiare del «frutto della conoscenza del bene e del male». Con quella loro scelta, i nostri progenitori avviarono l’intero genere umano a camminare lontani dal vero Dio. Il che si è tradotto in poche scelte giuste e molte scelte sbagliate: l’uomo è oggi un miscuglio di bene e di male, il cui progresso scientifico ricerca la vita nello spazio cosmico ma semina la morte sulla terra! Il processo di morte deve essere reso reversibile e in noi deve essere sviluppata una nuova natura. Pietro scrive, in maniera concisa, che dobbiamo diventare «partecipi della natura divina» (II Pietro 1:4). Uno scopo meraviglioso Senza lo Spirito di Dio il genere umano non possiede la saggezza che gli permetterebbe di discernere e scegliere sempre il bene. Ma Dio Padre, nella Sua misericordia, ha riaperto l’accesso all’albero della vita, il cui «frutto» è lo «Spirito santo». Il Padre Eterno ci dona così il Suo Spirito divino, attraverso il sacrificio espiatorio e riconciliatorio del Suo Figliolo Gesù Cristo. Lo scopo ultimo per cui Dio ci ha messi al mondo è questo: darci, in primo luogo, la possibilità di «credere» in quel sommo sacrificio, «ben preordinato prima della fondazione del mondo, ma manifestato negli ultimi tempi per voi, i quali per Maggio-Giugno 2001 mezzo di Lui credete in Dio che l’ha resuscitato dai morti e gli ha dato gloria, onde la vostra fede e la vostra speranza fossero in Dio» (1°Pietro 1:19-21). In secondo luogo, per darci la possibilità di fare la scelta giusta: quella di accedere «all’albero della vita» (la fede nella rivelazione di Dio) e cibarci del suo inestimabile «frutto», lo Spirito di saggezza, di gioia e di vita eterna. In questa vita, l’umanità «geme ed è in travaglio, insieme a coloro che ricevono lo Spirito divino. Ma tutti i problemi attuali sono nulla al confronto della gloria a cui gli esseri umani sono chiamati, ciascuno a suo tempo (Romani 8:22-23). «Poiché tutti quelli che son condotti dallo Spirito di Dio, son figliuoli di Dio. Poiché voi non avete ricevuto lo spirito di servitù per ricader nella paura; ma avete ricevuto lo spirito d’adozione, per il quale gridiamo: Abba! (cioè Padre!) Lo Spirito stesso attesta insieme col nostro spirito, che siamo figliuoli di Dio; e se siamo figliuoli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo, se pur soffriamo con lui, affinché siamo anche glorificati con lui» (Romani 8:15-17). Scopo dell’umanità è diventare figli spirituali di Dio! Lo scopo della nostra vita è molto più che guadagnare denaro, ottenere una posizione sociale ed indossare abiti alla moda. L’unione tra lo spirito dell’uomo e quello di Dio rende possibile in ognuno di noi il germoglio e la crescita del carattere divino e incorruttibile, destinato a conoscere la gioia e l’immortalità, per tramite della «risurrezione del corpo» nel Regno di Dio. Come veri e propri figli spirituali di Dio, saremo «eredi di Dio e coeredi di Cristo». Questo è il potenziale di ogni essere umano. Può la vita d’ogni essere umano avere uno scopo più grande e meraviglioso di questo? BN COSA RENDE GLI UMANI DIVERSI? C osa ci rende umani? Consideriamo qui alcuni aspetti che differenziano l’umanità dal regno animale. • L’intelligenza e la coscienza. La mente umana ci dà la capacità di ragionare. Non è l’istinto, infatti, la forza trainante che determina il nostro comportamento. È al contrario il ragionamento che ci sprona a ricercare il significato della nostra vita individuale e della vita dell’umanità in generale. • La capacità di meditare e pianificare. Pensare al passato, al presente e al futuro è un aspetto sorprendente della mente umana. L’uomo aspira a raggiungere e a fissare degli obiettivi e ad organizzare la propria vita in relazione al tempo e allo spazio. Quando è stata l’ultima volta che avete visto un gorilla o uno scimpanzé aprire l’agenda per fissare un appuntamento? • La creatività. Gli esseri umani differiscono dalle altre creature per quanto concerne la concezione e lo sviluppo della scienza, dell’arte, della musica e della letteratura. I castori, grazie all’istinto animale, costruiscono sempre lo stesso tipo di diga, generazione dopo generazione. Per gli esseri umani, invece, non esiste fiume al mondo, per quanto impetuoso, che essi non sappiano arginare con una diga e utilizzare per ottenere elettricità. Le nostre capacità creative ci permettono di adattarci alle situazioni e di risolvere nuovi problemi. L’apprendimento si avvale dei cinque sensi, tuttavia la mente umana va al di là della mera sensorialità, comprendendo concetti astratti come la triconometria, l’infinito, la libertà, la bellezza, l’umorismo, ecc. • La capacità di creare linguaggi. L’essere umano comprende le connessioni tra grossi gruppi di parole, e ciò include la capacità di imparare le lingue, anche i cosiddetti linguaggi animali e perfino di creare il linguaggio dei computer. • La capacità di creare sistemi economici. Gli esseri umani desiderano lavorare ed essere produttivi e fare scambi di prodotti. • La capacità di pensiero scientifico. Questa capacità include la sperimentazione e lo sviluppo di teorie e delle tecnologie. • La capacità di cambiare il nostro ambiente, il carattere, le abitudini e persino l’aspetto fisico intenzionalmente. • La capacità di provare emozioni, quali la felicità, la gioia, il senso di pace o, viceversa, la depressione e la disperazione. • La capacità di concepire la moralità. Essendo gli esseri umani in grado di fare una scelta tra comportamento giusto e comportamento sbagliato, hanno la facoltà di instaurare un rapporto con Dio. BN 9 Il Progetto Genoma Umano Decodificando il mistero I n una sorta di competizione per giungere alla decodificazione dei segreti dei geni umani, l’Istituto Nazionale di Sanità (NIH), la più grossa istituzione mondiale che investe nella ricerca medica con sede negli Stati Uniti, ha di recente annunciato di avere appena raggiunto la “lettera” numero due miliardi del corredo genetico umano. In contemporanea con l’azienda biotecnologica Celera Genomics, l’Istituto Nazionale di Sanità ha dichiarato che quest’estate porterà a termine la bozza del progetto sul genoma umano. A volte paragonato alla gara per sbarcare per primi sulla luna, il decennale progetto per decifrare la genetica umana sforna dodicimila lettere di codice genetico al minuto, ogni giorno, infarcendo un elenco che ne conterrà più di tre miliardi. Più di mille persone tra biologi, esperti di computer ed analisti di laboratorio lavorano duramente nelle università di sei nazioni per completare ciò che alcuni chiamano la versione biologica del libro della vita. La gloria del vostro genoma Nei prossimi mesi leggerete e sentirete molto parlare del genoma umano. Ma cos’è esattamente e che significato ha per noi? Già dalle scuole elementari ci insegnano che tutto ciò che vediamo è composto da atomi che combinandosi tra loro formano le molecole. Ma in che modo si compongono le molecole per creare quell’essere unico, dotato di autodeterminazione, 10 La Buona Notizia che è l’essere umano? La risposta a questa domanda è forse la più importante nella storia della ricerca scientifica. L’intera vita biologica è costituita da una miscela straordinariamente complessa di molecole che dividendosi, combinandosi e ricombinandosi continuamente, in un susseguirsi di azioni e reazioni, originano quei processi che producono cibo, energia e mantenimento per i nostri corpi. Secondo quale progetto e quale insieme di istruzioni agiscono questi atomi e queste molecole? Il Progetto sul Genoma Umano lavora per raggiungere la risoluzione di questo mistero, imbattendosi in dettagli così eccitanti che persino il mondo scientifico ne è sgomentato. I processi di cui parliamo si basano su strutture molecolari chiamate, al punto iniziale della loro vita, cromosomi. I cromosomi funzionano nell’unità primaria del corpo, la cellula umana. Nei cromosomi umani è contenuto il documento genetico, un insieme di istruzioni composte in un codice chimico, che comunica al corpo come disporre, strutturare, assorbire ed eliminare gli atomi e le molecole. L’insieme delle istruzioni genetiche rappresenta il cosiddetto genoma. Ciascuno di noi ha un genoma unico, un personale codice di istruzioni chimiche genetiche ricevuto al momento del nostro concepimento. Nell’istante in cui lo sperma del padre, con i suoi ventitrè cromosomi, incontra i ventitre cromosomi dell’ovulo fertile della madre, qualcosa di assolutamente nuovo ed unico viene creato. La tua vita umana è cominciata come una nuova cellula che si è poi sviluppata fino a divenire un essere umano completo. Ogni struttura, stadio e processo di crescita del tuo corpo si è verificato puntuale come un orologio, dallo sviluppo del feto fino alla nascita, dall’infanzia alla fanciullezza, dall’adolescenza fino alla maturità. Aggiungendo ogni minuto mediamente cento milioni di nuove cellule al tuo corpo, a circa vent’anni sei diventato un essere adulto, con oltre cento trilioni (100.000.000.000.000) di cellule, che costituiscono cuore, milza, pelle, ossa, muscoli, fegato, stomaco, occhi, intestino e, soprattutto, cervello. Gli studiosi calcolano che il 40% del genoma umano è destinato unicamente allo sviluppo del cervello. Da cosa è originata una così stupefacente complessità? La struttura del DNA, dei geni e dei cromosomi La struttura della cellula umana è meravigliosa e la sua prestazione stupefacente. Il più incredibile quesito biologico, risolto negli ultimi cinquant’anni, è stato quello di capire come i geni possano guidare tutti gli sviluppi delle cellule umane a livello molecolare. Per comprendere ciò gli scienziati hanno analizzato le funzioni delle più piccole strutture cellulari: il nutrimento, la riparazione, l’eliminazione degli scarti, la divisione e persino la morte. Man mano che i metodi analitici della microbiologia si affinavano ed i microscopi diventavano più poten- o dell’uomo... ti, la struttura dei cromosomi veniva svelata. La svolta decisiva fu però la comprensione del DNA, ovvero acido deossiribonucleico. Sebbene sia un acido, il DNA è tutto fuorché distruttivo. Esso riveste la funzione di genitore chimico di tutte le cellule del corpo ed è presente in ogni nucleo cellulare, il centro di comando della cellula. Il DNA umano è l’epicentro della ricerca biotecnologica perché agisce nel cuore di tutti i sistemi del corpo a livello molecolare. È dunque una sostanza, ma soprattutto un programma di istruzioni per le cellule che compongono i tessuti del corpo umano, che dirige letteralmente ciascuna cellula in ogni istante. Il DNA ha una struttura a forma di scala; presenta infatti due filamenti e dei gradini che formano una doppia elica. La scala forma una molecola continua e gigante, chiamata cromosoma. Per comprendere meglio queste minuscole strutture, paragoniamo un cromosoma di DNA all’acqua. La molecola dell’acqua è formata da due atomi di idrogeno e uno di ossigeno (H2O) e ha peso molecolare 18. La molecola del cromosoma del DNA, invece, ha un peso molecolare di 80 miliardi. La molecola è incredibilmente lunga e stretta, sembra un filo infinito ed estremamente sottile, avvolto nel minuscolo nucleo della cellula. I due lunghi filamenti intrecciati del DNA appaiono come paletti fatti da un fosfato alternato ad uno zucchero. I bastoncini tra i filamenMaggio-Giugno 2001 ti sono costituiti da basi accoppiate di composti di azoto, identificati con le lettere G, C, A e T (cioè i quattro tipi di basi: guanina, citosina, adenina e timina). Il DNA, quindi il genoma, è costituito unicamente da questi quattro elementi, ma in sequenze apparentemente infinite. Questi composti indicano ad ogni cellula del corpo cosa fare. Essi comunicano attraverso determinate sequenze sul genoma; speciali sequenze di tali componenti rappresentano i nostri geni. I geni sono accoppiati su ciascun cromosoma con sequenze che determinano tratti specifici e caratteristiche fisiche. Ciascun tratto fisico richiede una o più coppie di geni. Caratteristiche come il colore degli occhi, la forma delle parti del corpo e la predisposizione alle malattie si trovano tutte all’interno delle coppie di geni del genoma. I ricercatori stanno inoltre scoprendo che persino alcune inclinazioni della personalità sembrano avere componenti genetiche (un concetto già affrontato nella Bibbia migliaia di anni fa). Il genoma umano contiene da ottantamila a centomila geni: scopo del Progetto sul Genoma Umano è decodificarli tutti. L’universo nascosto Benché siano le unità più piccole del nostro corpo, le cellule non sono le strutture più semplici. In ogni cellula, infatti, ci sono migliaia, a volte centinaia di migliaia, di componenti strutturali e 11 di processi controllati dai cromosomi nel nucleo. Anche se si ipotizza che nell’universo ci siano cento miliardi di galassie con circa duecento miliardi di stelle in ognuna di esse, alcuni studiosi ammettono che il corpo umano appare altrettanto complesso e straordinariamente progettato quanto l’universo stesso. L’uomo non è però consapevole dell’incomprensibile complessità della creazione, nessuno è cosciente di ciò che accade all’interno delle cellule nel momento in cui il genoma trasmette loro di assemblare gli aminoacidi in proteine, alle proteine di formare le pareti cellulari e alle pareti cellulari di dividersi. Viviamo le nostre vite inconsapevoli del costante flusso di miracoli virtuali che ci mantengono in vita, che ci rendono vigili ed attivi. Pezzi mancanti del puzzle Come ha avuto inizio un processo così straordinariamente complesso? Come hanno potuto miliardi di atomi sistemarsi perfettamente in ciascuna molecola di DNA, permettendo il perpetuarsi della vita? Uno dei maggiori problemi della genetica è che non esiste una struttura scientifica che possa comprendere e spiegare da dove hanno origine le particelle fondamentali della vita o quale potrebbe esserne lo scopo finale. Esiste un’unica spiegazione logica per l’intero ciclo di vita biologica. Ma la risposta non è il cieco, casuale ed irrazionale caso, che si riallaccia alla teoria evoluzionistica sostenuta da molti scienziati. Da cosa hanno avuto origine, dunque, le cellule, il DNA e i cromosomi? Forse la dimostrazione scientifica che l’uomo è stato progettato da una forza ed intelligenza superiori è proprio questa: il processo di un genoma che crea un organismo vivente e che si autoperpetua, 12 La Buona Notizia infatti, non può avvenire spontaneamente nel corso del tempo. Richiede miliardi di elementi pianificati, tutti al loro posto e perfettamente funzionanti, altrimenti la cellula non potrebbe esistere né riprodursi. La cellula esiste solo perché i suoi corrispondenti sistemi di intelligenza, ciascuno dei quali riguarda miliardi di funzioni, interagiscono perfettamente. Se così non fosse, la cellula morirebbe. Il cromosoma e la cellula sono talmente complessi che non avrebbero mai potuto svilupparsi dal nulla attraverso processi casuali. Gli evoluzionisti non riescono a spiegare, ad esempio, come e perché il tessuto del cuore, del fegato, della pelle e del sangue siano diversi tra loro e svolgano delle funzioni totalmente diverse. Eppure, sorprendentemente, ogni cellula contiene lo stesso DNA. Una cellula di DNA del fegato è identica ad una del cervello. Come ogni cellula conosca la propria identità, funzione e posizione nel corpo rimane un mistero. persona sono soltanto la base di ciò che la Bibbia descrive come «esseri creati ad immagine di Dio» (Genesi 1:26-27;9:6). In un’epoca di impressionante progresso tecnologico, l’attinenza degli insegnamenti di Dio e della Bibbia risultano essere strumenti criticamente importanti per scavare in una montagna di dati di linguaggio tecnico. Man mano che gli studiosi di genetica completano il loro nuovo piano della vita, il classico progetto biblico continua a rimanere attuale. Il disegno in esso contenuto non ha tempo, benché tenuto sempre meno in considerazione. La Bibbia va ben oltre il Progetto sul Genoma Umano, descrivendo in modo completo la natura dell’essere umano e facendo luce sulle più grandi verità. Nel ricordarci che Dio ci ha creati a Sua immagine, essa rivela che abbiamo un’eredità spirituale che suscita molto più stupore e rispetto che non l’eredità fisica rivelata dal Progetto sul Genoma Umano, per quanto incredibile essa sia. Molto più che molecole Le scoperte scientifiche da un lato possono farci stupire del piano intricato e perfetto che prova l’esistenza di un’intelligenza superiore alla nostra, dall’altro possono costringerci a concentrarci così tanto sui dettagli da farci perdere di vista il disegno supremo. Siamo attenti ossessivamente alle mutazioni fisiche dell’ingegneria genetica come possibili soluzioni ai problemi della vita e della morte, trascurando invece la ricerca dei pezzi mancanti di quel puzzle che ci fornirebbe soluzioni vere e definitive. L’essere umano è forse solo la somma del DNA precedentemente programmato dai propri cromosomi? Naturalmente no. Ciascuno di noi è molto più del proprio genoma. I milioni di geni unici per ciascuna Il “genoma” di Dio L’insegnamento principale della Bibbia è che l’uomo esiste per un progetto e uno scopo spirituali. Dio mandò Gesù Cristo come manifestazione del Suo disegno per l’umanità, per rivelare il nesso tra il regno dell’uomo e il Regno di Dio. Nel primo capitolo dell’Evangelo secondo Giovanni ci è rivelato che «la Parola [un’entità divina, v.1] è stata fatta carne [come figlio umano, attraverso la vergine Maria] ed ha abitato per un tempo fra noi, piena di grazia e di verità…Nessuno ha mai veduto Iddio; l’unigenito Figliuolo [Gesù Cristo], che è nel seno del Padre, è quel che l’ha fatto conoscere» (Versetti 14 e 18). Ciò che stupì i contemporanei di Gesù e venne respinto dai capi del mondo antico fu proprio il messaggio di Cristo, nel momento in cui annunciò che l’uomo poteva entrare nel Regno di Dio e quindi diventare «figlio di Dio». Essi respinsero totalmente quell’insegnamento, perché richiedeva degli obblighi nei confronti di Dio, un ravvedimento, una conversione radicale della natura dell’uomo, ormai divenuta avida, superba ed egoista. Il punto focale è che l’uomo deve ricevere l’essenza divina, che non si trova nel genoma umano. Gesù di Nazareth fu il perfetto modello di “genoma” divino. Nella Bibbia Egli è descritto come il riflesso perfetto di Dio Padre, reso visibile al mondo: «Iddio, dopo aver in molte volte e in molte maniere parlato anticamente ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi mediante il suo Figliuolo…Egli è lo splendore della sua gloria e l’impronta della sua essenza» (Ebrei 1:1-3), «...il Lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità» (Colossesi 2:9). Gesù definì se stesso il modello che Dio aveva mandato per una nuova vita: «Io sono la via, la verità e la vita» (Giovanni 14:6). Il mondo lo uccise, ma Egli fu risuscitato da morte e, divenne così il «precursore» per tutti coloro che rispondono alla chiamata di Dio e desiderano entrare nel Regno di Dio attraverso una resurrezione simile alla Sua (Romani 8:11). Nel giorno stabilito da Dio per la loro risurrezione, l’intero genoma dei redenti sarà miracolosamente risvegliato, ricomposto e reso incorruttibile, immortale. Lo scopo finale della vita dell’uomo, così come scrive la Bibbia, è entrare nel Regno di Dio, una diversa meravigliosa dimensione dell’esistenza che richiede un mutamento del nostro genoma (1°Corinzi 15:52). Durante tutta la Sua missione, Gesù si concentrò nel pubblicare questo messaggio, attuale proprio come lo era duemila anni fa. Il punto centrale del messaggio di Cristo è la storia di una famiglia, ma non la famiglia dell’uomo, alla quale noi tutti apparteniamo grazie all’incredibile eredità genetica, ma la «famiglia di Dio» (Efesini 2:19; 3:15-16), composta di «figli» il cui “genoma” sarà reso perfetto, incorruttibile ed immortale al momento della risurrezione (Romani 8:11; 1°Corinzi 15:35-36,42-44). L’apostolo Giovanni, nello scrivere la Sua prima epistola ( vedi capitolo 3°, versetti 1-3) fu divinamente ispirato a riassumere il piano finale di Dio con queste significative parole: «Vedete di quale amore ci è stato largo il Padre, dandoci d’essere chiamati figliuoli di Dio! E tali siamo…Diletti, ora siam figliuoli di Dio, e non è ancora reso manifesto quel che saremo ... Sappiamo però che quand’egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com’egli è. E chiunque ha questa speranza in lui, si purifica com’esso è puro.» BN Perché il Progetto sul Genoma Umano? C iò a cui la rivoluzione genetica mira principalmente è l’ottenimento della perfezione fisica della specie umana. Attraverso la decodificazione del genoma umano, gli scienziati sperano, tra le altre cose, di scoprire le cause di molte malattie, di mettere a punto nuove cure e trattamenti e di rallentare o rendere reversibile il processo di invecchiamento. I ricercatori del Progetto sul Genoma Umano hanno già identificato i disordini genetici responsabili, tra le altre malattie, della cistofibrosi e di alcuni tipi di cancro cervicale, dello stomaco e dei testicoli. Con regolarità la scienza ci comunica ormai scoperte di tale rilevanza, man mano che si indaga nel nostro corredo genetico. Ma il Progetto sul Genoma Umano produrrà solo buoni frutti? Cosa succederà quando uomini e donne cercheranno di raggiungere la perfezione esclusivamente fisica come scopo ultimo della loro esistenza? La decifrazione dei geni ha già portato ad innumerevoli casi di aborto di feti che presentano profili genetici anormali. In una società nella quale ogni anno ci sono più di un milione di aborti, gli aborti per motivazioni genetiche aumentano di continuo. Persino quando non esiste un provato difetto fisico, ma solo la potenzialità che un Maggio-Giugno 2001 bambino non sia geneticamente perfetto, si preferisce non portare a termine la gravidanza. Al contrario, cresce la tendenza nel “progettare bambini”, modificando a proprio piacimento tratti genetici che ne determinano l’aspetto, le capacità, l’altezza, l’intelligenza, il colore degli occhi e dei capelli. Un intraprendente uomo d’affari americano ha creato un sito web nel quale offriva, ad un prezzo che non tutti potrebbero permettersi, ovuli di attraenti modelle, le cui foto venivano mostrate sul sito. Si rischia di arrivare ad una discriminazione genetica. Le aziende selezioneranno i potenziali impiegati, rifiutando chi è geneticamente predisposto verso alcune malattie; i bambini verranno vincolati ad intraprendere determinate professioni a seconda del loro potenziale. Sebbene il Progetto sul Genoma Umano sia potenzialmente formidabile, ci appare come un vaso di Pandora, pieno di preoccupanti questioni etiche e morali. Nel suo libro intitolato Ricostruendo l’Eden: Come l’ingegneria genetica e la clonazione trasformerà la famiglia, pubblicato dalla Princeton University, il professor Lee M. Silver afferma che «l’uso delle tecnologie reprogeniche è inevitabile. Nel bene e nel male, ci aspetta una nuova era». BN 13 La scienza ha da millenni cercato di rispondere a tale quesito. Ma non è analizzando una provetta che si può avere una risposta. M ilioni di specie popolano il nostro pianeta, ma solo l’uomo ha provato a comprenderne l’immensità e la complessità. Solo l’uomo è alla continua ricerca delle origini e del significato della vita. Ciò che distingue l’uomo dalle altre forme di vita presenti sulla terra è l’abilità e la capacità della mente umana, che ci spinge a voler comprendere ogni cosa. C’è chi ricerca il significato della vita nella religione, altri, invece, lo cercano nella scienza. La storia ha mostrato che, sia nelle religioni che nella scienza, la curiosità principale dell’uomo si è rivolta ai principi che stanno alla base della vita, quali il significato della vita stessa, il suo inizio e le origini della terra. Gli evolozionisti e la creazione Quando prendiamo in considerazione la ricerca della comprensione dell’universo e della vita al suo interno, diventa attuale il pensiero di una delle più grandi menti del XX secolo, Albert Einstein. Sebbene abbia studiato fisica e non biologia, Einstein fu sempre affascinato dalla domanda relativa all’origine dell’uomo e all’esistenza dell’universo. Egli riconobbe l’evidenza di un’intelligenza dietro il funzionamento del cosmo e delle forme di vita in esso esistenti. Dopo anni di studio della struttura e delle origini dell’universo, 14 La Buona Notizia egli constatò e riconobbe che «l’armoniosa coesistenza delle leggi naturali o della fisica rivela un’intelligenza di una superiorità tale, che, se confrontato con essa, tutto il pensiero sistematico e le azioni dell’uomo ne sono solo un piccolo riflesso» (Il citabile Einstein, Alice Calaprice editore, 1996, pag.151). Alcuni direbbero che Albert Einstein, nonostante tale profonda ammissione, parlando di intelligenza superiore non pensava ad un Dio biblico. Einstein, però, non ha avuto l’opportunità di considerare i molti aspetti rivelati dalla recente cosmologia. Gli scienziati che credono nel “disegno intelligente” Secondo il modello evolutivo di Darwin, le responsabili dell’origine e dello sviluppo della vita sono state delle cause accidentali. Dato che la teoria evoluzionistica, nell’accezione darwiniana, si basa puramente su mutazioni genetiche casuali, essa preclude la possibilità che esista un Creatore soprannaturale o un’intelligenza che abbia giocato un ruolo determinante nello sviluppo della vita. Nonostante l’incredibile consenso ottenuto dalle teorie di Darwin e dello sviluppo che il concetto di evoluzione ha avuto negli ultimi decenni, c’è comunque chi dissente e contrasta l’affermazione di Charles Darwin, secondo la quale cause naturali indirette non solo avrebbero prodotto la vita, ma sarebbero responsabili dell’elevato numero di specie e forme di vita che oggi popolano il pianeta. Fino a metà degli anni ottanta gli scienziati che dissentivano da Darwin erano per lo più casi isolati e sporadici. E proprio recentemente queste voci, classificate come “gli scienziati del disegno intelligente”, hanno focalizzato i propri interessi nel criticare il concetto darwiniano di evoluzione. Molti hanno provato, riuniti in circoli sociali ed accademici, a sovvertire il predominio delle teorie di Darwin. Senza utilizzare la Bibbia come testo scientifico, molti scienziati e studenti appartenenti al movimento del «disegno intelligente» sono riusciti a trovare dei grossi buchi nelle teorie di Darwin a livello sia scientifico che filosofico. Tra questi troviamo studiosi quali Phillip Johnson, Michael Behe, Chrales Thaxton, Michael Denton e Stephen Meyer. Ma esattamente, cos’è il «disegno intelligente»? E’ la teoria in base alla quale le nostre origini vengono indagate a partire dall’osservazione di cause intelligenti, in grado di dare vita a cose che cause naturali indirette non potrebbero fare. Consideriamo come esempio il gioco di parole Scarabeo. Partiamo dal presupposto che il tabellone e le lettere esistano. Provate a lanciare in aria le lettere e ad osservare come cadono. Certamente non vi aspette- Il tentativo degli evoluzionisti di spiegare la vita Teorie moderne dell’evoluzione chimica suggeriscono che il nostro pianeta fosse coperto da un oceano A dispetto dell’entusiasmo verso tiepido e leggermente alcalino. le proprie teorie, gli evoluzionisti Ipotizzano che i raggi ultravioletti dovrebbero proporre una spiegazioprovenienti dal sole, l’energia geone credibile riguardo la spontanea termica dei vulcani, le onde d’urto generazione della vita da una matedei tuoni e le radiazioni cosmiche ria non vivente. Dopotutto, perché forse agirono sui gas della primitiva abbia inizio il processo di evoluzioatmosfera causando la formazione di aminoacidi, zuccheri, proteine, acidi nucleici e Le ricerche membrane cellusull’origine lari. Secondo della vita questa teoria, dei Il concetto in composti chimici base al quale esiprivi di vita si ste una fondaritrovarono insiementale differenme nella prima za tra presunte protocellula e cause accidentali divennero semda un lato, e pre più complescause intelligenti si, fino a causare dall’altro, è servila nascita della to come punto di prima cellula partenza per gli vivente. Le ricerche dello scienziato francese Louis Pasteur studiosi che creNel 1953, il condussero alla realizzazione che soltanto gli organismi dono all’idea di lavoro di Stanley viventi possono generare altri organismi viventi. un disegno. Miller e del premio L’uomo ha da tempo riconosciuNo b el Haro l d Urey, fu acclamato ne, è necessario avere del materiale to la significativa differenza fra le come il tassello che fino ad allora era di partenza, sostanze cioè che il promancato alla comprensione di come sia “cose” viventi e le non viventi. A cesso casuale dell’evoluzione possa potuta iniziare la vita. Sintetizzarono amipartire dai primi giorni in cui l’uomo utilizzare per originare la vita. noacidi e proteine in quella che definirosi è reso conto della rarità della vita, La necessità di dare una spiegahanno proliferato le teorie per spie- zione scientifica dell’origine della no la simulazione dell’ambiente terrestre gare la presenza di vita sulla terra. vita ha portato al concetto di «evolu- primitivo. Il lavoro di Miller fu il pilastro Oggi, nonostante secoli di ricerche e zione chimica». Quando le attuali su cui l’odierna evoluzione chimica centinaia di pareri, indagare l’origi- teorie dell’evoluzione chimica (rapha basato la propria teoria. Oggi, tutne della vita rimane una delle più presentata da una serie di processi tavia, molti scienziati hanno concluimportanti sfide della scienza. naturali che avrebbero originato la so che l’atmosfera primordiale era L’immensa distanza concettuale fra prima forma di vita in una Terra pre- enormemente diversa da quella utila vita e la non vita è raramente rico- biotica) furono formulate negli anni lizzata negli esperimenti di Miller e nosciuta ed ammessa da molti teori- venti da Alexander Oparin e J.B.S. che lo stesso Miller operò sulla base Haldane, si conosceva molto poco ci dell’evoluzione. Persino Darwin di assunzioni completamente errate. dei dettagliati processi biochimici cercò di aggirare l’argomento, Inoltre, negli ultimi quarantacinche avvengono negli esseri viventi. dicendo che «è praticamente una Ed è per questo che le nuove teorie que anni, pochissimi progressi sono sciocchezza pensare oggi alle origi- hanno oggi un terreno vastissimo a stati fatti per dimostrare che l’oceani della vita, uno potrebbe pensare disposizione, per presupporre pro- no primordiale simulato o altre spealle origini delle cose» (Enciclopedia cessi e meccanismi da cui gli organi- rimentali zuppe organiche abbiano realmente prodotto qualcosa di più Britannica, vol. 10, pag. 900). smi avrebbero preso vita. rete che tutte le lettere cadano ordinate sul tabellone formando delle frasi corrette. Ma la teoria evoluzionistica vuole farci credere tale assurdità. Per raggiungere un ordine di più lettere che abbia un senso compiuto è necessaria la presenza di una causa intelligente, in questo caso il giocatore. Una causa esterna deve quindi selezionare e ordinare i pezzi in ordine logico. Maggio-Giugno 2001 15 che inanimati proteine o aminoacidi. Mancano tutte le più importanti macromolecole di informazione esistenti in ogni forma di vita, le molecole che trasportano le informazioni vitali. Alcuni evoluzionisti riconobbero le difficoltà di spiegare l’inizio spontaneo della formazione dei composti chimici indispensabili alla vita. Osservando l’elevato grado di complessità delle forme di vita attuali, ammisero l’impossibilità di offrire una plausibile spiegazione. Tuttavia, dato che la vita esiste sulla Terra e che la scienza chiede una spiegazione meccanicistica dell’esistenza della vita, gli scienziati continuano a ricercare nuove teorie che soddisfino il metodo scientifico. Il «quinto» miracolo Nel 1999, il fisico Paul Davies dell’Università di Adelaide parlò di “Quinto Miracolo” per dare una definizione dell’origine della vita. Nel suo libro, il professor Davies cita nuove ricerche secondo le quali la vita avrebbe avuto origine nella profondità della Terra, nella bollente crosta terrestre, dunque, e non nel tiepido stagno suggerito da Darwin. Il titolo “quinto miracolo” di Davies fa riferimento alla Genesi, in cui è scritto che la vegetazione fu «prodotta dalla terra.» Sebbene Davies disconosca l’idea secondo cui la vita sarebbe il risultato della creazione del Creatore, egli finì con l’ammettere che l’origine della vita è attualmente un mistero scientifico non risolvibile. Il professor Davies ricorda che il lavoro di Louis Pasteur nel 1860 portò alla rivelazione scientifica secondo la quale solo organismi viventi possono generare altri organismi viventi. La ricerca e le scoperte di Pasteur ridimensionano il concetto di generazione spontanea, che 16 La Buona Notizia la vita cioè possa originarsi spontaneamente a partire da materia non vivente. Davies afferma: «L’aspetto importante di questa dimostrazione è il fatto che la conclusione di Pasteur entra in conflitto diretto con la teoria dell’evoluzione di Darwin. Il rinomato volume di Darwin Alle origini delle specie, che fu pubblicato solo tre anni prima degli esperimenti di Pasteur, cerca di discreditare l’intervento di Dio nella creazione di specie viventi, mostrando come alcune specie possano mutare in altre. Ma la conclusione di Darwin lasciava aperto il problema di come avesse avuto origine la prima forma di vita» (1999, p.83). Così si è preso atto che, a meno che la vita organica non sia sempre esistita, almeno una specie – la prima – non può essere stata generata dalla trasformazione di un’altra specie, ma da una causa primaria. Lo stesso Darwin scrisse qualche anno dopo: «Non ho incontrato nessuna evidenza attendibile in favore di quella che viene chiamata generazione spontanea» (ibid.). Da parte sua Davies aggiunge che «entrambe le teorie, quella di Darwin sull’evoluzione accidentale e quella di Pasteur, sul principio che solo la vita può generare la vita, non possono entrambe essere completamente esatte» (ibid.). L’uomo non sa spiegarlo Il libro di Davies, sebbene citi la maggior parte delle attuali ricerche sulle origini delle prime forme di vita e si sforzi di offrire spiegazioni di come la vita si possa essere originata, è carico di ammissioni di come la scienza non abbia risposte plausibili, supportata cioè da serie dimostrazioni. «La scienza rifiuta i veri miracoli», egli scrisse. Una delle più grandi sfide per gli scienziati, oggetto di molte delle moderne ricerche sull’origine della vita, è il problema chiave dell’informazione. Perché si abbia vita, l’informazione doveva esistere in quelle proteine e aminoacidi iniziali. Questo è ciò che gli scienziati non possono in sostanza spiegare e ciò che la selezione casuale non può riprodurre. Il professor Davies ammette che «il problema dell’origine della vita si riduce a comprendere come un software (informazione) non codificato possa emergere spontaneamente da un hardware (materia). Come può essere successo?» Chiaramente, le argomentazioni che Davies ed altri rappresentanti della scienza moderna sembrano portare sono la necessità di scoprire e comprendere alcune fondamentali nuove variabili che vanno aldilà del caso e delle leggi conosciute. Benché siano scarse le risposte della fisica, della matematica e della biochimica sull’origine della vita, l’umanità sembra considerare esclusivamente le ipotesi scientifiche, ipotesi che non prevedono l’esistenza di un Creatore. Il concetto di una forza intelligente è vista dal materialismo scientifico come una sorta di improbabile magia cosmica. I limiti della scienza moderna La scienza dell’uomo moderno, con tutte le sue conquiste, continua ad evolvere i propri metodi di ricerca e le proprie definizioni. La scienza moderna si identifica anche con la filosofia conosciuta come materialismo o naturalismo scientifico. Questa definizione si basa sulla certezza che la natura, ovvero il cosmo fisico, è la sola cosa che possiamo provare a comprendere. La conclusione che ne deriva è che la natura ha creato se stessa, volendo con ciò significare che nel processo di creazione non vi è stato alcun Creatore. La ragione per cui il neo-darwinismo e la teoria della selezione naturale nell’evoluzione sono così ciecamente accettati dal mondo accademico è perché rappresentano i principali atteggiamenti del naturalismo scientifico. Allo stesso modo, quando viene affermato con sicurezza che tutte le forme viventi sono il prodotto di forze materiali quali le leggi chimiche, la selezione naturale e la variabilità casuale, Dio risulta escluso da qualsiasi disegno originario. Gli uomini, e tutte le altre forme di vita, sarebbero quindi il prodotto accidentale di un universo senza scopo. La sola alternativa Molti dicono di notare un’enorme differenza fra le rivelazioni della Bibbia e le scoperte della scienza. E ciò ha provocato un certo disinteresse nei confronti della Bibbia in merito alla ricerca della comprensione delle origini della vita e del suo significato. La scienza umana, con le sue teorie ed ipotesi, è presa come vangelo ed è diventata una nuova religione. Da questa tendenza umana la Bibbia mette in guardia da secoli. Duemila anni fa l’apostolo Paolo disse che Dio fornisce le prove della propria esistenza agli uomini: «Infatti quel che si può conoscere di Dio è manifesto in loro, avendolo Iddio loro manifestato» (Romani 1:19). In queste righe Paolo racchiuse una profonda verità, che l’umanità ha impiegato migliaia di anni per raggiungere attraverso secolari ricerche scientifiche: tutta la realtà riguardo Dio e la sua opera nella creazione della vita e dell’universo dovrebbe essere ed è evidente per coloro che vogliono vederla. Egli ci dice che, per quanto gli uomini si sforzeranno di comprendere come la vita possa essersi origiMaggio-Giugno 2001 nata, le prove di un Creatore sono davanti ai nostri occhi sin dal principio, «poiché le perfezioni invisibili di lui, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente sin dalla creazione del mondo, essendo intese per delle opere sue, così che nessuno potrà avere scuse» (vv. 20-21). Così ciò che era vero nel primo secolo è vero oggi: gran parte dell’umanità semplicemente rifiuta di riconoscere l’esistenza del Creatore. Della raffinata rappresentanza eletta del suo tempo l’apostolo Paolo notò che «...siccome non si sono curati di ritenere la conoscenza di Dio, Iddio li ha abbandonati ad una mente reproba...» (v. 28). L’apostolo Paolo, in una sua epistola al suo allievo Timoteo, profetizzò che l’uomo moderno si sarebbe allontanato dal riconoscere ed accettare Dio come Creatore: «Or sappi questo, che negli ultimi giorni verranno dei tempi difficili; perché gli uomini saranno egoisti … amanti del piacere anziché di Dio, aventi le forme della pietà, ma avendone rinnegata la potenza» (II Timoteo 3:1,5). Mentre la scienza umana continua ad arrovellarsi sull’interrogativo “cosa è la vita e da dove ha origine”, Dio ci rivela che Egli non solo conosce la risposta a tale domanda, ma rivela altresì lo scopo supremo della vita. Sia che comprendiamo lo scopo della vita oppure no, un giorno «la gloria del Signore sarà rivelata a tutta l’umanità; ed essa lo vedrà. Poiché la bocca del Signore ha parlato» (Isaia 40:5). La Bibbia non parla dell’aspetto scientifico, chimico o biologico delle origini della vita, ma afferma chiaramente che tutte le forme di vita furono create da Dio. La maggior parte delle persone rifiuta questa risposta, ma verrà il giorno in cui tutti comprenderanno. BN Chi c’è dietro La Buona Notizia? M olti nostri lettori e lettrici si domandano chi siamo e come possiamo inviare questa rivista gratuitamente a così tante persone. La risposta spiega un miracolo. La Buona Notizia è resa possibile dalla gente - gente d’ogni esperienza di vita, d’ogni razza e lingua, da ogni parte della terra. Ma è gente che condivide un obiettivo: proclamare il vangelo del Regno di Dio in tutto il mondo, onde ne sia resa testimonianza a tutte le genti ed insegnare loro ad osservare tutte le cose che Cristo ha comandato (Matteo 24:14; 28:19-20). Il messaggio di Gesù è davvero una buona notizia: la risposta a tutti i problemi dell’umanità! La letteratura di questa rivista gratuita e di vari opuscoli supplementari (anch’essi gratuiti) fornisce le risposte bibliche ai dilemmi che eludono ogni umana soluzione e che minacciano perfino la sopravvivenza del genere umano. La Buona Notizia è impegnata a portare quel messaggio in tutto il mondo, per far conoscere la verità concernente lo scopo e il piano di Dio per ogni essere umano. Ai Suoi seguaci Gesù ha detto: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Matteo 10:8). Gratuitamente Egli ha condiviso il Suo Vangelo con noi, gratuitamente noi lo condividiamo con tutti coloro che desiderano riceverlo. Inoltre, Gesù ha dato alla Sua Chiesa la responsabilità di pascere il gregge di Dio e di aiutare quelli che lo cercano (Giovanni 21:1517). Per adempire questa missione, la Chiesa di Dio Unita, editrice di questa rivista, ha pastori ordinati e congregazioni in Italia e in varie parti del mondo. Per avere maggiori informazioni, scrivere alla nostra redazione. Indirizzo a pagina 2. 17 Cosa dire ai funerali di una persona atea? E se la persona che è deceduta fosse il proprio genitore? io padre non era mai stato cosa ci aspetta dopo questa vita. religione, dal suo punto di vista, era un credente, ma contrario Avevo a disposizione solo venti solo un sostegno per i deboli, qualcosa a cui essi si appoggiassero. a qualsiasi religione, spe- minuti per il mio messaggio. Così iniziai il servizio funebre cialmente quella cristiana. Per tutta Cosa si può dire del proprio dicendo che nostro padre non era la vita era stato un ateo e anche lui, padre in venti minuti? come tutti gli altri atei, considerava stato credente e aveva sempre ridicolizzato l’idea di andare in cielo. la religione l’oppio dei popoli. Fatta eccezione per uno dei miei Proseguii poi dimostrando che Essendo un pastore di Chiesa mi fratelli, nessun altro dei miei parenti egli non aveva tutti i torti, in quanto offrii per officiare ai funerali di mio padre, con il consenso di mia madre. ha salde convinzioni religiose e nes- anche nella Bibbia, e precisamente Mi offrii perché non potevo soppor- suno del resto ha mai letto una nel Vangelo secondo Giovanni, (cap. 3, vers. 13) è scritto tare l’idea che qualcuno che, dopo la morte, parlasse di mio padre l’uomo non va in senza conoscerlo, che cielo. «[N]essuno è dicesse che adesso era in salito in cielo, se non cielo, quando in realtà colui che è disceso mio padre non credeva dal cielo: il Figliuolo affatto che i morti vanno dell’uomo che è nel in cielo. cielo». Quando arrivai a Nei minuti che casa dei miei, mi misi in mi restavano feci contatto con chi si stava una lettura dagli Atti occupando dei funerali 2:34, in cui l’apostoper discutere dei prepalo Pietro dice alla rativi. Mia madre aveva folla che persino il deciso che mio padre giusto re Davide non venisse cremato, pratica Non potevo sopportare l’idea che qualcuno era andato in cielo. molto più diffusa in parlasse di mio padre senza conoscerlo, Lessi anche le paroInghilterra che in molti che dicesse che sarebbe andato in cielo, le di Ecclesiaste (o altri paesi. A differenza quando in realtà mio padre non credeva Qoelet) 9:5 nonché dei funerali con sepoltuquelle di Gesù in che i morti vanno in cielo. ra, un crematorio in Giovanni 11:11, le Inghilterra normalmente quali rivelano, mette a disposizione solo venti Bibbia. I miei quattro fratelli sanno rispettivamente, che «i morti non minuti per il servizio funebre. che sono un pastore e conoscono In un crematorio, quindi, c’è un alcuni dei valori in cui credo. Decisi sanno nulla» e che il loro spirito funerale ogni venti minuti. La velo- di essere onesto e schietto a proposi- «dorme». Ma alla fine chiesi: «Ciò significità con cui le famiglie devono dire to di papà, come lui ha sempre voluca forse che non rivedremo papà?» addio ai loro cari lascia poco tempo to che fossero le persone. Non proCitai allora un brano tratto dalla a chiunque per riflettere sulla vita di vava vergogna o imbarazzo per il quella persona, e ancora meno per fatto di non avere un credo religioso, Prima Lettera dell’apostolo Paolo ai pensare al significato della morte e a al contrario, ne era orgoglioso. La Corinzi (15:19-23): «Se abbiamo M 18 La Buona Notizia sperato in Cristo per questa vita soltanto, noi siamo i più miserabili di tutti gli uomini. Ma ora Cristo è risuscitato dai morti, primizia di quelli che dormono… poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saran tutti vivificati; ma ciascuno nel suo proprio ordine: Cristo, la primizia; poi quelli che son di Cristo, alla sua venuta». «Quelli che son di Cristo»[i credenti] risorgeranno al Suo ritorno, scrisse Paolo. Ma che ne sarà di tutti gli altri, di tutte quelle persone che, come mio padre, non hanno mai creduto in Cristo? Che ne sarà di loro? L’apostolo Pietro scrisse che Dio «non vuole che alcuni periscano, ma che tutti giungano a ravvedersi» (II Pietro 3:9). Sono parole davvero incoraggianti per chi ha perduto persone care che non credevano in Dio. Infatti, la Bibbia rivela che Iddio darà a tutti miscredenti la possibilità di ricredersi e ravvedersi mediante una loro resurrezione a vita fisica. La Bibbia rivela quando accadrà tutto ciò. Alla fine i miscredenti avranno la loro opportunità di salvezza Il passo contenuto in Apocalisse 20:4-6 ci porta avanti nel tempo, ai «mille anni» di regno di Cristo che seguiranno il Suo ritorno sulla Terra. All’inizio di quel millennio, tutti coloro che «sono di Cristo» (I Corinzi 15:23) saranno risuscitati da Dio per regnare con Cristo sulla Terra (Apocalisse 20:4). La loro sarà una risurrezione gloriosa, alla vita immortale dentro il Regno di Dio che, finalmente, eserciterà il Suo governo perfetto in modo diretto e tangibile sulla Terra. I loro corpi saranno composti di energia spirituale, quindi eterna (ICorinzi 15:35, 42-44). Perciò la morte non avrà più alcun potere su di loro. Maggio-Giugno 2001 Nel versetto 6 leggiamo: «Beato e santo è colui che partecipa alla prima risurrezione. Su loro non ha potestà la morte seconda, ma saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui quei mille anni». Avete notato? Dio ci informa che, a differenza di coloro che saranno risuscitati alla vita immortale, altri saranno soggetti a morire una «seconda» volta! Ciò significa che deve esserci per questi altri una seconda vita, un’altra vita fisica simile alla prima. Infatti, non può esserci una seconda morte, se non ci sarà una seconda vita. Il versetto 5 ci aiuta a capire questa confortante volonta divina: «Il rimanente dei morti», così come Giovanni vide nella visione apocalittica, «non tornò in vita prima che fosser compiti i mille anni». Chi sono questi altri morti? Secondo la definizione precedente, essi fanno parte di coloro che per ora «non sono di Cristo», che sono morti senza aver mai sentito parlare «dell’unico nome [Cristo Gesù] che dà salvezza» (Atti 412), o che, pur avendone conosciuto il nome, sono stati fuorviati e allontanati dalla fede (Apoc. 12:9) e non hanno mai capito la Sua buona novella, né praticato i comandamenti di Dio, né hanno ancora ricevuto lo Spirito Santo «che Dio ha donato a quelli che gli ubbidiscono» (Atti 5:32). Alcuni insegnano che Dio farà risuscitare gli esseri umani di tutte le generazioni all’inizio dei mille anni. Tale insegnamento non è biblico. Il versetto 5, definisce chiaramente la resurrezione alla vita eterna di coloro che sono in Cristo, chiamandola «prima risurrezione». Questo dimostra che esiste una resurrezione successiva, differente, per coloro che ancora non sono in Cristo. Ed è su queste persone che la seconda morte avrà di nuovo potere. Ciò significa altresì che quella risurrezione sarà alla vita mortale, quindi fisica (I Corinzi 15:50). La resurrezione fisica di coloro che ancora non sono di Cristo è descritta in modo dettagliato nel libro di Ezechiele (cap. 37), dove il profeta descrive la sua visione di questo evento futuro. Egli vede una valle piena di ossa, gli scheletri di persone decedute da molto tempo. Nei versetti 5 e 6 leggiamo: «Così dice il Signore, l’Eterno, a queste ossa: Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito, e voi rivivrete; e metterò su voi dei muscoli, farò nascere su voi della carne, vi coprirò di pelle, metterò in voi la spirito, e rivivrete; e conoscerete che io sono l’Eterno». Nulla di più chiaro. Qui viene profetizzata una resurrezione ad una seconda esistenza fisica. Se non fosse fisica, non ci sarebbe bisogno di muscoli, pelle e spirito animante. Ma per quale motivo Dio li riporterà in vita? Per dare loro l’opportunità di conoscere il vero Dio per la prima volta. Finalmente «...conoscerete che io sono l’Eterno»! Sarà la loro opportunità di salvezza, un’opportunità che non hanno mai avuto prima. Questa è l’opportunità che mio padre e «il rimanente dei morti» avranno di essere salvati e di entrare anche loro nella vita eterna del Regno di Dio, se scegliere di vivere la via di Dio. Vorrei essere già lì quando mio padre sarà svegliato per essere instradato nella via di Dio da coloro che saranno stati risuscitati a vita eterna mille anni prima. Ciò è motivo di speranza, sia per mio padre sia per «il rimanente dei morti». Mille anni passano presto quando si è esseri spirituale e parte della famiglia di Dio (II Pietro 3:8). Il tempo volerà per coloro che lavoreranno con Gesù per la salvezza eterna di milioni di esseri umani. Quale stupenda speranza ci dona Dio per coloro che ancora non l’hanno conosciuto! BN 19 Il sentiero invisibile dell’immortalità L'essere umano è sempre stato alla ricerca della felicità e dell’eterna giovinezza. La scoperta del suo genoma e la possibilità di clonare all’infinito il proprio codice genetico, ha acceso la speranza di raggiungere l’immortalità senza percorrere l’unico sentiero che conduce alla fonte della vita eterna. Quale sentiero? Gli opuscoli IL SENTIERO CHE CONDUCE ALLA VITA ETERNA e QUALE SARA’ IL TUO DESTINO? vi faranno scoprire le tracce bibliche da seguire per giungere a quella gloriosa, meravigliosa meta! Questi opuscoli sono gratis. Richiedeteli oggi stesso, scrivendo a: Quale sarà il tuo destino? La Buona Notizia Casella Postale 187 24100 Bergamo, Italia. www.LaBuonaNotizia.org