Sped. in a.p., art. 2, comma 20/c, legge 662/96 - Filiale di Milano.
Anno VI, N.3 - Maggio/Giugno 2001
Può la scienza darci la vita eterna?
Come ebbe origine la vita? Qual è lo scopo dell’esistenza?
Speranza per i nostri morti non credenti
Anno VI, Numero 3
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Gli Editori.
Sommario:
Può la scienza darci la vita eterna?.............................3
Qual è lo scopo della vita?...............................................7
Il progetto sul genoma umano......................................10
Come ebbe origine la vita?.........................................................14
Speranza per i nostri morti non credenti.................................18
Maggio-Giugno 2001
Rivista bimestrale di cultura cristiana.
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2 La Buona Notizia
Può la scienza darci la
L’uomo ha compiuto grandi passi nel campo scientifico, innalzando la
speranza che l’immortalità umana sia ormai dietro l’angolo.
Quali implicazioni avranno questi progressi?
in dagli albori della storia l’uomo ha ricercato invano l’immortalità. Molti studiosi
hanno ricercato incessantemente la chiave
dell’eterna giovinezza, ma tutti hanno miseramente fallito.
Nella nostra generazione la scienza medica
però sembra promettere di riuscire ad eliminare
la mortalità. Può la scienza umana darci la vita
eterna? Alcuni credono che sia solo una questione di tempo.
re raggiunta dalla nostra generazione... I primi
immortali stanno già vivendo in mezzo a noi. Tu
potresti essere uno di loro.»
Quali sono le basi di una così speranzosa
previsione? È davvero vicina la possibilità di
vivere in un arco di vita fino a poco fa inimmaginabile? Se sì, quali sfide affronteranno le
generazioni future? La Bibbia ci indica come la
coscienza umana debba relazionarsi a questa
prospettiva?
I progressi della
battaglia contro l’invecchiamento
I progressi della biologia
F
Nel corso degli ultimi secoli le scoperte in
campo medico hanno aumentato le aspettative di
longevità negli esseri umani. Nel 1900 la durata
della vita era in media di soli 48 anni per gli
uomini e 51 anni per le donne. A metà degli anni
’50 la vita si è allungata a 66 per gli uomini e a
72 per le donne. Nel 1997 i dati erano saliti a 71
e 79 anni per uomini e donne rispettivamente.
La popolazione occidentale comprende più
di 50.000 individui che hanno vissuto oltre i 100
anni di vita ed il numero di persone che raggiunge questo traguardo raddoppia ogni dieci
anni. Le persone di età superiore agli 85 anni
costituiscono il segmento di popolazione a crescita più rapida. Dati simili sono riscontrati in
quasi tutti i paesi sviluppati. Ora, gli stessi studiosi che avevano pronosticato questo allungamento di vita nell’uomo, dichiarano, per la
prima volta, che presto si riuscirà ad arrestare il
processo d’invecchiamento.
Ben Bova, autore Nel libro intitolato
Immortalità, scritto nel 1998, il suo autore ha
fatto questa previsione: «…l’immortalità umana
non è più una fantasia o un sogno, ma potrà esseMaggio-Giugno 2001
Il continuo aumento della longevità umana
può in verità essere accreditato principalmente
ad un generale miglioramento nel campo sia dell’alimentazione che dell’igiene pubblica e personale. Inoltre, molte scoperte nel campo della
medicina hanno contribuito a migliorare la condizione dell’uomo. La scienza ha raggiunto sbalorditivi successi nel campo dei trapianti e della
realizzazione di protesi, al fine di sostituire organi malati o parti del corpo danneggiate e i medici possono oggi sostituire molti organi; e in futuro potrebbero essere disponibili nuovi tessuti
sostitutivi. Cio che sembrava fantasia un tempo
potrà forse divenire realtà.
Comprendere l’invecchiamento
La scienza dei trapianti è connessa ad operazioni chirurgiche relative ad incidenti, malattie
ed invecchiamento. Gli scienziati raccolgono
quotidianamente informazioni riguardo l’origine
e le manifestazioni dell’invecchiamento e delle
malattie con la speranza di poterle fermare. I
ricercatori hanno raggiunto ottimi risultati nella
conoscenza dei processi che portano all’invec3
• Determinare la predisposizione
chiamento. Due teorie sono emerse:
genetica
ed eliminare le malattie fin
quella entropica (morte per logoramento od usura) e quella telomerica dal concepimento.
• Rallentare o eliminare l’invec(morte per intenzione).
L’invecchiamento e la riprodu- chiamento, ripristinare le funzioni
zione sembrano essere universal- giovanili e forse prestabilire persino
mente coincidenti nelle diverse immortalità fisica.
Naturalmente ci vorrà tempo
forme di vita e la vitalità sembra ragaffinché
questi risultati possano rivegiungere l’apice nella fase della procreazione e successivamente tendere larsi raggiungibili o meno, e nel fratal declino.
Come i virus dei computer,
alcune sostanze all’interno del
nostro corpo attaccano e distruggono le cellule, determinandone
l’invecchiamento e l’eventuale
morte. Compito degli scienziati è
quello di identificare, localizzare, conoscere e possibilmente
spegnere questo programma
auto-limitante costituito geneticamente.
Esperimenti che utilizzano
ed indagano gli effetti della
melatonina, degli antiossidanti,
dei radicali liberi e della somatropina (l’ormone della crescita)
hanno prodotto interessanti ma
non definitivi risultati.
Nel 1986 fu dato l’avvio al
Progetto Genoma Umano, con
l’obiettivo di effettuare una
mappa completa dei geni del
corpo umano ed identificarne le
funzioni. I geni sono una sorta di
rappresentazione cianografica
delle nostre cellule. Essi rivelano
i codici che regolano tutte le funzioni vitali dell’uomo. Il
Genoma Umano è il termine
scientifico per indicare il composto materiale genetico del corpo
L’immortalità umana
umano. Circa 100.000 geni, fra
quelli finora conosciuti, devono
non sembra più una fantasia.
essere analizzati e descritti per
Potrà essere raggiunta dalla
completare questo intero studio.
nostra generazione?
Quando il progetto sarà completo si potrà definire come utilizzare le tempo queste insperate scoperte
conoscenze genetiche al fine di rag- hanno portato all’aumento della pragiungere benefici tanto impressio- tica dell’ibernazione, cioè il congenanti quanto sconcertanti. Secondo lamento del corpo con azoto liquido
nella speranza che in futuro ci siano
gli studiosi in futuro si potrà:
4 La Buona Notizia
i rimedi alle malattie e forse anche la
possibilità, alcuni sperano, di raggiungere l’immortalità. Ma tutto
questo fa allo stesso tempo prospettare gravi futuri problemi planetari.
I problemi di un
genere umano immortale
Persino con le più ottimistiche
previsioni riguardo gli attuali e
futuri sviluppi scientifici, la prospettiva dell’immortalità fisica o
quella di un aumento della longevità pone molti ostacoli.
• I limiti della scienza. A questo punto della ricerca, il massimo che la scienza medica può
sperare di realizzare è un rallentamento del processo di invecchiamento o la prevenzione
della morte per malattia. La
morte per incidente o per invecchiamento continuerà invece ad
incombere sull’umanità.
Una conoscenza parziale ed
imperfetta della sequenza genetica non significherà la capacità
di perfezionare la natura dell’essere umano, ma piuttosto quella
di scrivere una cianografia di
come risulterà ogni specifica
vita umana, se non sarà manipolata.
Gli scienziati devono ancora
analizzare le interazioni genetiche con la moltitudine di fattori
ambientali. Fino a che i ricercatori non avranno studiato a
fondo le cause delle malattie e
dell’invecchiamento, saranno
necessari periodici progressi
tecnologici, anche molto costosi. Le manomissioni sui vari
delicati intrecci delle interazioni
cellulari potrebbero produrre
mostri della medicina, una sorta
di Frankenstein, con crescite cellulari incontrollate, che non sono altro
che tumori.
• Considerazioni economiche. Il
costo di una vita fisica molto più
lunga potrebbe limitare i benefici
finanziari. Vivere a lungo significa
necessità di lavorare per un periodo
altrettanto lungo, privando di lavoro
le nuove generazioni. Le pensioni
dovranno essere posticipate o addirittura eliminate. Le assicurazioni, i piani pensionistici e i
programmi di previdenza privati dovranno essere aumentati, ridotti o bloccati.
Inoltre, la capacità di leggere il codice genetico di un
impiegato, o di un potenziale
impiegato, potrebbe causarne
il licenziamento o il rifiuto di
assunzione, e inoltre la negazione di una copertura assicurativa o, viceversa, l’aumento dei premi assicurativi.
Molti altri aspetti della vita,
anche di natura affettiva,
subirebbero cambiamenti
disastrosi.
scrisse tremila anni fa: «Per tutto c’è
una stagione... un tempo per nascere, ed un tempo per morire»
(Qohelet, o Ecclesiate 3:1-2).
Come userebbero il loro tempo
gli umani fisicamente immortali?
occuparsi più di scoprire il Creato
piuttosto che ricercare il Creatore,
l’unico che può dare la vita eterna.
Propsettive bibliche
sull’immortalità
Dio permetterà agli scienziati di manipolare il codice
genetico, affinché si raggiunga l’immortalità della carne?
I programmatori di computer
creano programmi che permettono una certa flessibilità, ma che allo stesso tempo
impediscono cambiamenti di
fondo del programma stesso.
Dio creò codici genetici che
non possono essere modificati? Oppure non esiste alcun
limite a ciò che Egli permetterà all’uomo di ottenere? In
realtà cercare la vita eterna
escludendo Dio si rivela un
fallimento.
Evitare la morte è un
• La sovrappopolazione. Se
la vita fisica dell’uomo fosse
desiderio che inizia con l’uoallungata all’infinito l’aumo stesso e il concetto di
mento di popolazione origiimmortalità ci riporta ai
nerebbe un maggior consutempi di Adamo ed Eva nel
Il primo trapianto di cuore
mo delle risorse naturali.
Paradiso Terrestre. Dio offrì
avvenne nel 1967. Oggi si riesce a
Drastiche misure sul controlla vita eterna attraverso l’allo delle nascite diventerebbe- trapiantare molti altri organi, anche bero della vita (Genesi 3:22).
ro parte legittimata della culLa morte sarebbe stata la
nello stesso tempo.
tura sociale. Se il genere
pena per aver mangiato il
umano raggiungesse l’immortalità
«frutto dell’albero della conoscenza
Sarà ugualmente indispensabile
fisica, in breve tempo la sovrappodel bene e del male». Quell’albero
avere uno scopo nella vita e trovare
polazione raggiungerebbe il punto
dal frutto proibito rappresenta l’audei significati alla propria esistenza
di saturazione. Per ragioni di spazio
torità di legiferare, specie sulle queper non annoiarsi e tentare di essere
alcuni si arrogherebbero il diritto di
stioni morali. Quell’autorità apparfelici. L’immortalità fisica rapprenegare la vita agli altri.
tiene a Dio. Ma l’uomo ha preteso di
senta una sfida soprattutto per le
appropriarsi di quell’autorità,
religioni. Un altro scrittore, Marvin
pagando le amare cosnseguenze
Problemi religiosi e morali
Cetron, ha scritto: «Le religioni
delle sue scelte sbagliate.
Se un giorno la scienza fosse in avranno ancora qualcosa da offrire
Tutto iniziò con la menzogna
grado di offrire l’immortalità fisica, alle persone che troveranno la saldell’arci nemico dell’umanità,
quale sarebbe l’atteggiamento della vezza nella farmacia del loro quarreligione in merito? Il significato tiere?» (Ingannare la morte, pag. Satana, il quale convinse i primi
esseri umani della falsa idea che, se
stesso della vita cambierebbe. I 15).
avessero
sfidato l’autorità divina
Le promesse della scienza medilimiti della vita fisica forniscono
infatti confini e parametri che defi- ca allontaneranno l’uomo ulterior- stabilendo loro stessi una propria
dal
Suo
Creatore? filosofia di vita, non sarebbero mai
niscono la vita come noi la cono- mente
sciamo adesso. Come Re Salomone L’Illuminismo ha portato l’uomo ad morti. (Genesi 3:1-5). Ancor oggi,
Maggio-Giugno 2001
5
così ingannata con conseguenze
disastrose, l’umanità fa guerre ed
uccide credendo di poter continuare
a vivere anche dopo la morte fisica.
Ma non avendo alcuna certezza
della sua eventuale sopravvivenza in
un aldilà, l’umanità sta disperatamente ricercando l’immortalità
della carne.
La verità biblica è che, a causa
del peccato, la morte è divenuta inevitabile per l’intera umanità
(Romani 5:12; Ebrei 9:27). La
morte poteva essere evitata, se l’umanità si fosse cibata solo del «frutto dell’albero della vita» (Genesi
2:9). Questo «frutto» rappresenta lo
Spirito generativo di Dio, che a suo
tempo trasforma l’intero essere
umano, sia il corpo che la sua
coscienza morale, in un essere totalmente spirituale, con un «corpo»
glorioso ed eterno. «...ciò che spirituale non viene prima; ma prima ciò
che è carnale; poi vien ciò che è spirituale...» perché «...carne e sangue
non possono ereditare il regno di
Dio» (1 Corinzi 15:44-50). La
Bibbia qui ci rivela che l’uomo non
può raggiungere la vita eterna o il
regno di Dio fisicamente.
Al tempo in cui l’umanità cercò
di immortalare il ricordo di se stessa, costruendo la famosa Torre di
Babele, la risposta di Dio fu: «...Ora
nulla li impedirà di condurre a termine ciò che disegnano di fare»
(Genesi 11:6). Anche una lunga vita
rimane costellata di problemi e alla
fine l’uomo non potrà comunque
sfuggire alla morte, se non per intervento miracoloso del suo Creatore.
Indipendentemente della longevità della vita umana, Gesù ci esorta
a temere «colui che può far perire
sia l’anima che il corpo...» (Matteo
10:28).
La fine di quest’èra è destinata
ad essere simile a quella del tempo
di Noè (Matteo 24: 37-39). A parte
coloro che si salvarono sull’arca,
6 La Buona Notizia
tutte le altre vite furono annientate
dal diluvio. Gesù Cristo ci avverte
che «vi sarà una grande afflizione;
tale, che non v’è stata l’uguale dal
principio del mondo fino ad ora, né
mai più vi sarà... ma, a cagione dei
Suoi fedeli, quei giorni saranno
abbreviati» (Matteo 24:21-22).
Il piano di Dio
La buona notizia è che Dio, non
la scienza, ci donerà l’immortalità
attraverso la resurrezione da questo
nostro corpo mortale (1Corinzi,
cap.15). La nostra esistenza fisica è
solo temporanea. Il destino finale
dell’umanità è la vita eterna nel
Regno di Dio Padre, «dal quale ogni
famiglia nei cieli e sulla terra prende
nome» (Efesini 3:15). Iddio ci rivela che la fisicità del nostro corpo
verrà trasformata da carne mortale a
spirito immortale (I Corinzi 15:2026, 33-54; Filippesi 3:20-21; I
Giovanni 3:1-3).
L’Apocalisse 21:4 ci assicura
che la morte, le malattie e persino il
dolore e la sofferenza svaniranno
come un brutto sogno. Il dono di
Dio della vita eterna verrà concesso
liberamente e sarà disponibile per
tutti coloro che avranno la buona
volontà di praticare i Suoi insegnamenti (Giovanni 4:9-10, 14; Atti
5:32; Apocalisse 21:6, 22:17).
L’industria farmaceutica o le
compagnie assicurative non avranno
più motivo di esistere. La vita sarà
radiosa e strapiena di significato.
Lavoreremo senza fatica e senza la
necessità di andare in pensione
(Giovanni 5:17). Non sarà necessario ricevere uno stipendio. La sicurezza sociale sarà sostituita dalla
sicurezza spirituale, omaggio di
Iddio onnipotente.
Tutti i problemi sociali, culturali, etici, morali e spirituali saranno
scomparsi (Apocalisse 21:27 e
22:14-15). La sovrappopolazione
non rappresenterà certo una preoc-
cupazione nel «nuovo cielo e nella
nuova terra». Dio può donare molto
più di quanto la farmacia locale
possa sperare di fornire ai propri
clienti.
La vita eterna sarebbe una vera e
propria dannazione, senza Dio e la
Sua meravigliosa via. Il concetto di
immortalità contempla infatti un’intima relazione con il Creatore della
vita e dell’amore perfetto (Giovanni
17:3).
Guardando nel futuro
Viviamo purtroppo nell’era buia
della spiritualità (Giovanni 1:5; 9:4).
Sebbene le conoscenze scientifiche
e tecnologiche abbondino, all’umanità manca la verità spirituale (II
Timoteo 3:7). Presto il ritorno di
Gesù Cristo sulla terra cambierà la
situazione migliorandola completamente. La parola di Dio ci dice che
«la Terra sarà piena della conoscenza del Signore così come le acque
coprono i mari» (Isaia 11:9). La vita
sulla terra assumerà nuovi eccitanti
significati con l’ubbidienza alla
«perfetta Legge di libertà» di Dio,
nella gioia della sua fede in noi e
delle Sue benedizioni (Isaia 2:1-4,
Giacomo 1:25). Tutti conosceranno
il buon proposito di Dio di voler
offrire la vita eterna nel Suo glorioso regno.
La scienza intanto darà il suo
prezioso contributo per migliorare la
condizione dell’uomo, ma tutto ciò
risulterà sbiadito ed insignificante in
confronto al progetto di Dio. BN
Il sentiero
che conduce alla vita
è il titolo del nostro
nuovo opuscolo gratuito.
Richiedi la tua copia
oggi stesso.
Nostro indirizzo a pag. 2.
Deve esserci una spiegazione
del perché il genio umano
è capace
sia di straordinari prodigi
sia di orrende atrocità.
Qual è il senso e lo scopo
della vostra vita?
C
osa chiedereste all’Essere
Supremo se foste certi di
riceverne una risposta diretta
ed immediata? Secondo un’indagine, la prima domanda che ogni persona vorrebbe fare a Dio è: «Qual è
lo scopo della mia esistenza?»
Nonostante i livelli raggiunti nei
campi tecnologici e nella scienza, il
mondo non ha ancora risposto alla
domanda fondamentale su quale sia
lo scopo della vita umana. Da dove
si può iniziare per comprendere lo
scopo della propria vita? Forse cercando nei libri di psicologia o di
filosofia? I vari test attitudinali possono aiutarvi ad individuare le
vostre capacità personali, ma nessuna scienza sociale è in grado di spiegarvi il vero scopo per cui Dio vi ha
fatto venire al mondo.
Da dove cominciare
La complessità della natura che
ci circonda ed il miracolo della vita
stessa svelano che esiste un
Creatore. Di conseguenza, non ha
alcun senso il credere che Egli abbia
Maggio-Giugno 2001
concesso la vita ad esseri intelligenti senza avere uno scopo. Qual è il
senso della vita umana? è una
domanda alla quale solo Lui può
rispondere.
La società occidentale fa risalire
le proprie origini alla cristianità
descritta nella sacra Bibbia, ma quest’ultima è, generalmente, l’ultimo
posto in cui la gente va a ricercare lo
scopo della propria vita. Eppure, fra
tutti i libri esistenti al mondo, solo la
Bibbia reclama di essere la rivelazione di Dio all’uomo. La Bibbia
parla di Genesi (Origini) e dello
scopo ultimo del genere umano.
In Genesi 2 :7 leggiamo che nel
«sesto giorno», dopo aver creato gli
animali, «l’Eterno Iddio formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale, e l’uomo divenne un’anima vivente».
Il fatto che l’uomo nutre il proprio corpo con prodotti biologici
significa forse che egli sia solo un
altro animale, differente nella forma
ma essenzialmente uguale ad uno
scimpanzé o ad un qualsiasi altro
mammifero come sostiene la teoria
dell’evoluzione? Come spiegare,
allora, le evidenti differenze, l’abilità umana nel creare musica ed arte,
nello scoprire ed usare la geometria,
nello sviluppare l’architettura o nell’inventare forme di comunicazione
molto complesse? Come spiegare la
capacità umana di pensare, di contemplare il passato ed il futuro, concetti come l’eternità e l’infinito,
nonché lo scopo della propria esistenza?
L’istinto e l’intelletto
Una lumaca, così come un
ragno, è guidata esclusivamente dall’istinto. Quanto più complessa è la
forma di vita, tanto più essa ha la
capacità di apprendere. Tuttavia, i
comportamenti delle forme animali
apparentemente più intelligenti sono
principalmente istintivi. Questo non
riguarda però l’essere umano.
Mortimer J. Adler, nel suo libro
“Dieci errori filosofici”, nel paragonare altri animali all’uomo, nota una
differenza radicale. Nel senso stretto del termine, la specie umana non
7
ha istinti comportamentali innati: un
cane resta cane nella giungla come
nella società civile. L’uomo ha invece un piccolissimo numero di riflessi innati, di cui solo alcuni risultano
essere congeniti. Ma obbedendo a
questi riflessi, gli appartenenti alla
specie umana si comportano con
una varietà incredibile di atteggiamenti. Non tutti manifestano un
unico modello di comportamento,
come accade invece per tutti gli
appartenenti ad una specie particolare di ape, di formica, o di termite»(1985, pag.31). In altre parole,
l’essere umano ha la capacità di
apprendere i comportamenti: l’uomo della giungla si comporta diversamente da quello che cresce nella
società civile.
La capacità di ragionare, di
prendere decisioni complesse e di
scegliere un personale atteggiamento comportamentale rende l’uomo
completamente diverso da qualsiasi
altro animale. La differenza quantitativa e qualitativa tra la massa cerebrale umana e quella degli altri
mammiferi non è sufficiente per
spiegarne le ampie differenze funzionali; infatti, alcuni mammiferi
hanno cervelli più grandi di quello
umano. La differenza nell’uomo sta
nella capacità di ragionare, creare,
comunicare emozioni e riuscire ad
immedesimarsi, tutti quegli aspetti
che chiamiamo coscienza umana.
Adler conclude: «...Il fatto che
la mente umana possiede tali capacità non dipende dalla dimensione o
dalla complessità del cervello
umano. L’azione del cervello è solo
una condizione necessaria, ma non
sufficiente, per il funzionamento del
pensiero concettuale» (pagg.52-53).
Cos’è la mente umana?
Prendiamo nuovamente in considerazione la Bibbia. Nel racconto
della creazione, leggiamo che Dio
ordinò alla terra di produrre «anima8 La Buona Notizia
li viventi secondo la loro specie».
Non così riguardo all’uomo, il quale
fu invece tratto dalla terra personalmente da Dio, nonché fatto a
«immagine» e «somiglianza» del
suo Creatore (Genesi 1:24-28).
La creatività, le emozioni positive, la logica, l’amore, il pensiero
astratto, le capacità di comunicazione, questi sono aspetti che Dio ha
creato a Sua somiglianza.
Leggiamo ciò che è scritto in
Giobbe 32:8: «...nell’uomo, quel
che lo rende intelligente è lo spirito,
è il soffio dell’Onnipotente». Uno
dei profeti biblici dichiarò che Dio
«ha formato lo spirito dell’uomo
dentro di lui» (Zaccaria 12:1).
L’uomo e gli animali sono
entrambi «anime» (esseri viventi).
Entrambi sono destinati a morire. La
differenza è che il cervello dell’uomo possiede una componente non
biologica, un’energia spirituale che
gli permette di avere una mente
simile a quella del suo Creatore.
Essendo gli esseri umani così
straordinariamente simili a Dio, perché non sono in grado di risolvere i
problemi che assillano la loro esistenza?
Creazione ancora in atto
Se l’umanità è fatta ad immagine di Dio, rivelatosi pieno di amore,
benevolenza, e misericordia, perché
essa è, a volte, così piena di odio,
violenza ed egoismo?
La Genesi rivela la causa fondamentale del male dell’umanità. Ai
progenitori del genere umano, Dio
ha dato la possibilità di scegliere tra
la via della vita (provare la via di
Dio fidandosi di Lui) e la via della
«conoscenza del bene e del male»
(l’indipendenza da Dio e lo sperimentare da sé stessi ciò che è il bene
e il male, e bruciandosi).
Dio ci ha intenzionalmente dato
la libertà di scelta e lasciato liberi di
scegliere, affinché impariamo sulla
nostra pelle la via del male che
genera morte e la via del bene che
produce la vita.
I progenitori dell’umanità scelsero l’indipendenza da Dio e la via
della morte, nonostante fossero stati
preavvertiti di questa dolorosa conseguenza. Il male, che la Bibbia
chiama «peccato», è la causa della
morte. La storia è un resoconto di
bene e di male, di potenzialità incredibili come di incredibili fallimenti.
Ed è anche una storia di sofferenze e
di morte. Per chi non riconosce Dio,
sembra che l’umanità sia stata
messa in esistenza solo per lottare,
per soffrire e infine morire. Ma le
cose non stanno così: l’umanità è
stata creata per diventare parte della
felice ed eterna «famiglia di Dio»
(Efesini 2:19-22; IGiovanni 3:3)!
Dio ha iniziato questa Sua creazione
spirituale attraverso Gesù Cristo
(Romani 8:11; 1°Corinzi 15:47-49),
il cui sacrificio e resurrezione hanno
reso possibile la discesa e l’infusione dello Spirito «consolatore» Dio
nella mente dei ravveduti (Giovanni
14 :15-18).
L’apostolo Paolo fu ispirato a
scrivere che, come lo spirito dell’uomo investiga le cose umane, allo
stesso modo lo Spirito divino rivela
il vero scopo dell’esistenza umana
sulla terra. Lo Spirito santo «rivela
la sapienza divina, misteriosa ed
occulta... innanzi i secoli predestinata a nostra gloria, e che nessuno dei
principi di questo mondo ha conosciuta... Ma a noi Dio le ha rivelate
per mezzo dello Spirito [Suo]» (I
Corinzi 2 :7-11).
La creatività, la razionalità e la
stessa facoltà di scegliere, in bene o
in male, sono possibili grazie allo
«spirito dell’uomo» elargito in questo modo da Dio. Lo «Spirito santo
di Dio», invece, è ciò che rende il
nostro «sentimento» simile a quello
di Dio, che ci consente di aver un
rapporto con Lui e di percorrere la
via della vita. Ciò vuol dire che, per
risolvere tutti i nostri problemi, dobbiamo lasciare che lo Spirito di Dio
«fecondi» il nostro spirito umano. In
questo modo siamo generati come
«figliuoli di Dio», destinati a
«nascere» nel Regno di Dio,
mediante una «resurrezione» simile
a quella di Gesù Cristo (Romai 8:1617; Efesini 4:13).
Lo Spirito di Dio è l’ingrediente,
«il frutto dell’albero della vita», che
è stato precluso al genere umano fin
da quando quest’ultimo decise di
diffidare del Suo Creatore e di mangiare del «frutto della conoscenza
del bene e del male». Con quella
loro scelta, i nostri progenitori
avviarono l’intero genere umano a
camminare lontani dal vero Dio. Il
che si è tradotto in poche scelte giuste e molte scelte sbagliate: l’uomo è
oggi un miscuglio di bene e di male,
il cui progresso scientifico ricerca la
vita nello spazio cosmico ma semina
la morte sulla terra!
Il processo di morte deve essere
reso reversibile e in noi deve essere
sviluppata una nuova natura. Pietro
scrive, in maniera concisa, che dobbiamo diventare «partecipi della
natura divina» (II Pietro 1:4).
Uno scopo meraviglioso
Senza lo Spirito di Dio il genere
umano non possiede la saggezza che
gli permetterebbe di discernere e
scegliere sempre il bene. Ma Dio
Padre, nella Sua misericordia, ha
riaperto l’accesso all’albero della
vita, il cui «frutto» è lo «Spirito
santo». Il Padre Eterno ci dona così
il Suo Spirito divino, attraverso il
sacrificio espiatorio e riconciliatorio
del Suo Figliolo Gesù Cristo.
Lo scopo ultimo per cui Dio ci
ha messi al mondo è questo: darci, in
primo luogo, la possibilità di «credere» in quel sommo sacrificio, «ben
preordinato prima della fondazione
del mondo, ma manifestato negli
ultimi tempi per voi, i quali per
Maggio-Giugno 2001
mezzo di Lui credete in Dio che l’ha
resuscitato dai morti e gli ha dato
gloria, onde la vostra fede e la vostra
speranza fossero in Dio» (1°Pietro
1:19-21). In secondo luogo, per
darci la possibilità di fare la scelta
giusta: quella di accedere «all’albero
della vita» (la fede nella rivelazione
di Dio) e cibarci del suo inestimabile «frutto», lo Spirito di saggezza, di
gioia e di vita eterna.
In questa vita, l’umanità «geme
ed è in travaglio, insieme a coloro
che ricevono lo Spirito divino. Ma
tutti i problemi attuali sono nulla al
confronto della gloria a cui gli esseri umani sono chiamati, ciascuno a
suo tempo (Romani 8:22-23).
«Poiché tutti quelli che son condotti dallo Spirito di Dio, son
figliuoli di Dio. Poiché voi non avete
ricevuto lo spirito di servitù per ricader nella paura; ma avete ricevuto lo
spirito d’adozione, per il quale gridiamo: Abba! (cioè Padre!) Lo
Spirito stesso attesta insieme col
nostro spirito, che siamo figliuoli di
Dio; e se siamo figliuoli, siamo
anche eredi; eredi di Dio e coeredi di
Cristo, se pur soffriamo con lui,
affinché siamo anche glorificati con
lui» (Romani 8:15-17).
Scopo dell’umanità è diventare
figli spirituali di Dio! Lo scopo della
nostra vita è molto più che guadagnare denaro, ottenere una posizione
sociale ed indossare abiti alla moda.
L’unione tra lo spirito dell’uomo e
quello di Dio rende possibile in
ognuno di noi il germoglio e la crescita del carattere divino e incorruttibile, destinato a conoscere la gioia e
l’immortalità, per tramite della
«risurrezione del corpo» nel Regno
di Dio.
Come veri e propri figli spirituali di Dio, saremo «eredi di Dio e coeredi di Cristo». Questo è il potenziale di ogni essere umano.
Può la vita d’ogni essere umano
avere uno scopo più grande e meraviglioso di questo? BN
COSA RENDE
GLI UMANI
DIVERSI?
C
osa ci rende umani? Consideriamo qui
alcuni aspetti che differenziano l’umanità dal regno animale.
• L’intelligenza e la coscienza. La mente
umana ci dà la capacità di ragionare. Non è
l’istinto, infatti, la forza trainante che determina il nostro comportamento. È al contrario
il ragionamento che ci sprona a ricercare il
significato della nostra vita individuale e della
vita dell’umanità in generale.
• La capacità di meditare e pianificare.
Pensare al passato, al presente e al futuro è
un aspetto sorprendente della mente
umana. L’uomo aspira a raggiungere e a fissare degli obiettivi e ad organizzare la propria
vita in relazione al tempo e allo spazio.
Quando è stata l’ultima volta che avete visto
un gorilla o uno scimpanzé aprire l’agenda
per fissare un appuntamento?
• La creatività. Gli esseri umani differiscono
dalle altre creature per quanto concerne la
concezione e lo sviluppo della scienza, dell’arte, della musica e della letteratura. I castori, grazie all’istinto animale, costruiscono
sempre lo stesso tipo di diga, generazione
dopo generazione.
Per gli esseri umani, invece, non esiste
fiume al mondo, per quanto impetuoso, che
essi non sappiano arginare con una diga e
utilizzare per ottenere elettricità. Le nostre
capacità creative ci permettono di adattarci
alle situazioni e di risolvere nuovi problemi.
L’apprendimento si avvale dei cinque sensi,
tuttavia la mente umana va al di là della
mera sensorialità, comprendendo concetti
astratti come la triconometria, l’infinito, la
libertà, la bellezza, l’umorismo, ecc.
• La capacità di creare linguaggi. L’essere
umano comprende le connessioni tra grossi
gruppi di parole, e ciò include la capacità di
imparare le lingue, anche i cosiddetti linguaggi animali e perfino di creare il linguaggio dei computer.
• La capacità di creare sistemi economici.
Gli esseri umani desiderano lavorare ed essere produttivi e fare scambi di prodotti.
• La capacità di pensiero scientifico.
Questa capacità include la sperimentazione e
lo sviluppo di teorie e delle tecnologie.
• La capacità di cambiare il nostro ambiente, il carattere, le abitudini e persino l’aspetto fisico intenzionalmente.
• La capacità di provare emozioni, quali la
felicità, la gioia, il senso di pace o, viceversa,
la depressione e la disperazione.
• La capacità di concepire la moralità.
Essendo gli esseri umani in grado di fare una
scelta tra comportamento giusto e comportamento sbagliato, hanno la facoltà di
instaurare un rapporto con Dio. BN
9
Il Progetto Genoma Umano
Decodificando il mistero
I
n una sorta di competizione per
giungere alla decodificazione dei
segreti dei geni umani, l’Istituto
Nazionale di Sanità (NIH), la più
grossa istituzione mondiale che
investe nella ricerca medica con
sede negli Stati Uniti, ha di recente
annunciato di avere appena raggiunto la “lettera” numero due miliardi
del corredo genetico umano. In contemporanea con l’azienda biotecnologica Celera Genomics, l’Istituto
Nazionale di Sanità ha dichiarato
che quest’estate porterà a termine la
bozza del progetto sul genoma
umano.
A volte paragonato alla gara per
sbarcare per primi sulla luna, il
decennale progetto per decifrare la
genetica umana sforna dodicimila
lettere di codice genetico al minuto,
ogni giorno, infarcendo un elenco
che ne conterrà più di tre miliardi.
Più di mille persone tra biologi,
esperti di computer ed analisti di
laboratorio lavorano duramente
nelle università di sei nazioni per
completare ciò che alcuni chiamano
la versione biologica del libro della
vita.
La gloria del vostro genoma
Nei prossimi mesi leggerete e
sentirete molto parlare del genoma
umano. Ma cos’è esattamente e che
significato ha per noi?
Già dalle scuole elementari ci
insegnano che tutto ciò che vediamo
è composto da atomi che combinandosi tra loro formano le molecole.
Ma in che modo si compongono le
molecole per creare quell’essere
unico, dotato di autodeterminazione,
10 La Buona Notizia
che è l’essere umano? La risposta a
questa domanda è forse la più
importante nella storia della ricerca
scientifica.
L’intera vita biologica è costituita da una miscela straordinariamente
complessa di molecole che dividendosi, combinandosi e ricombinandosi continuamente, in un susseguirsi
di azioni e reazioni, originano quei
processi che producono cibo, energia e mantenimento per i nostri
corpi. Secondo quale progetto e
quale insieme di istruzioni agiscono
questi atomi e queste molecole? Il
Progetto sul Genoma Umano lavora
per raggiungere la risoluzione di
questo mistero, imbattendosi in dettagli così eccitanti che persino il
mondo scientifico ne è sgomentato.
I processi di cui parliamo si
basano su strutture molecolari chiamate, al punto iniziale della loro
vita, cromosomi. I cromosomi funzionano nell’unità primaria del
corpo, la cellula umana. Nei cromosomi umani è contenuto il documento genetico, un insieme di istruzioni
composte in un codice chimico, che
comunica al corpo come disporre,
strutturare, assorbire ed eliminare
gli atomi e le molecole.
L’insieme delle istruzioni genetiche rappresenta il cosiddetto genoma. Ciascuno di noi ha un genoma
unico, un personale codice di istruzioni chimiche genetiche ricevuto al
momento del nostro concepimento.
Nell’istante in cui lo sperma del
padre, con i suoi ventitrè cromosomi, incontra i ventitre cromosomi
dell’ovulo fertile della madre, qualcosa di assolutamente nuovo ed
unico viene creato.
La tua vita umana è cominciata
come una nuova cellula che si è poi
sviluppata fino a divenire un essere
umano completo. Ogni struttura, stadio e processo di crescita del tuo
corpo si è verificato puntuale come
un orologio, dallo sviluppo del feto
fino alla nascita, dall’infanzia alla
fanciullezza, dall’adolescenza fino
alla maturità. Aggiungendo ogni
minuto mediamente cento milioni di
nuove cellule al tuo corpo, a circa
vent’anni sei diventato un essere
adulto, con oltre cento trilioni
(100.000.000.000.000) di cellule,
che costituiscono cuore, milza,
pelle, ossa, muscoli, fegato, stomaco, occhi, intestino e, soprattutto,
cervello. Gli studiosi calcolano che
il 40% del genoma umano è destinato unicamente allo sviluppo del cervello. Da cosa è originata una così
stupefacente complessità?
La struttura del DNA,
dei geni e dei cromosomi
La struttura della cellula umana
è meravigliosa e la sua prestazione
stupefacente. Il più incredibile quesito biologico, risolto negli ultimi
cinquant’anni, è stato quello di capire come i geni possano guidare tutti
gli sviluppi delle cellule umane a
livello molecolare. Per comprendere
ciò gli scienziati hanno analizzato le
funzioni delle più piccole strutture
cellulari: il nutrimento, la riparazione, l’eliminazione degli scarti, la
divisione e persino la morte.
Man mano che i metodi analitici
della microbiologia si affinavano ed
i microscopi diventavano più poten-
o dell’uomo...
ti, la struttura dei cromosomi veniva
svelata. La svolta decisiva fu però la
comprensione del DNA, ovvero
acido deossiribonucleico. Sebbene
sia un acido, il DNA è tutto fuorché
distruttivo. Esso riveste la funzione
di genitore chimico di tutte le cellule del corpo ed è presente in ogni
nucleo cellulare, il centro di comando della cellula.
Il DNA umano è l’epicentro
della ricerca biotecnologica perché
agisce nel cuore di tutti i sistemi del
corpo a livello molecolare. È dunque una sostanza, ma soprattutto un
programma di istruzioni per le cellule che compongono i tessuti del
corpo umano, che dirige letteralmente ciascuna cellula in ogni
istante.
Il DNA ha una struttura a forma
di scala; presenta infatti due filamenti e dei gradini che formano una
doppia elica. La scala forma una
molecola continua e gigante, chiamata cromosoma.
Per comprendere meglio queste
minuscole strutture, paragoniamo
un cromosoma di DNA all’acqua.
La molecola dell’acqua è formata
da due atomi di idrogeno e uno di
ossigeno (H2O) e ha peso molecolare 18. La molecola del cromosoma del DNA, invece, ha un peso
molecolare di 80 miliardi. La molecola è incredibilmente lunga e stretta, sembra un filo infinito ed estremamente sottile, avvolto nel minuscolo nucleo della cellula.
I due lunghi filamenti intrecciati del DNA appaiono come paletti
fatti da un fosfato alternato ad uno
zucchero. I bastoncini tra i filamenMaggio-Giugno 2001
ti sono costituiti da basi accoppiate
di composti di azoto, identificati
con le lettere G, C, A e T (cioè i
quattro tipi di basi: guanina, citosina, adenina e timina). Il DNA, quindi il genoma, è costituito unicamente da questi quattro elementi, ma in
sequenze apparentemente infinite.
Questi composti indicano ad
ogni cellula del corpo cosa fare.
Essi comunicano attraverso determinate sequenze sul genoma; speciali sequenze di tali componenti
rappresentano i nostri geni. I geni
sono accoppiati su ciascun cromosoma con sequenze che determinano tratti specifici e caratteristiche
fisiche. Ciascun tratto fisico richiede una o più coppie di geni.
Caratteristiche come il colore degli
occhi, la forma delle parti del corpo
e la predisposizione alle malattie si
trovano tutte all’interno delle coppie di geni del genoma. I ricercatori stanno inoltre scoprendo che persino alcune inclinazioni della personalità sembrano avere componenti genetiche (un concetto già affrontato nella Bibbia migliaia di anni
fa).
Il genoma umano contiene da
ottantamila a centomila geni: scopo
del Progetto sul Genoma Umano è
decodificarli tutti.
L’universo nascosto
Benché siano le unità più piccole del nostro corpo, le cellule non
sono le strutture più semplici. In
ogni cellula, infatti, ci sono
migliaia, a volte centinaia di
migliaia, di componenti strutturali e
11
di processi controllati dai cromosomi nel nucleo.
Anche se si ipotizza che nell’universo ci siano cento miliardi di
galassie con circa duecento miliardi
di stelle in ognuna di esse, alcuni
studiosi ammettono che il corpo
umano appare altrettanto complesso
e straordinariamente progettato
quanto l’universo stesso.
L’uomo non è però consapevole
dell’incomprensibile complessità
della creazione, nessuno è cosciente
di ciò che accade all’interno delle
cellule nel momento in cui il genoma trasmette loro di assemblare gli
aminoacidi in proteine, alle proteine
di formare le pareti cellulari e alle
pareti cellulari di dividersi. Viviamo
le nostre vite inconsapevoli del
costante flusso di miracoli virtuali
che ci mantengono in vita, che ci
rendono vigili ed attivi.
Pezzi mancanti del puzzle
Come ha avuto inizio un processo così straordinariamente complesso? Come hanno potuto miliardi di
atomi sistemarsi perfettamente in
ciascuna molecola di DNA, permettendo il perpetuarsi della vita?
Uno dei maggiori problemi della
genetica è che non esiste una struttura scientifica che possa comprendere e spiegare da dove hanno origine
le particelle fondamentali della vita
o quale potrebbe esserne lo scopo
finale. Esiste un’unica spiegazione
logica per l’intero ciclo di vita biologica. Ma la risposta non è il cieco,
casuale ed irrazionale caso, che si
riallaccia alla teoria evoluzionistica
sostenuta da molti scienziati.
Da cosa hanno avuto origine,
dunque, le cellule, il DNA e i cromosomi? Forse la dimostrazione
scientifica che l’uomo è stato progettato da una forza ed intelligenza
superiori è proprio questa: il processo di un genoma che crea un organismo vivente e che si autoperpetua,
12 La Buona Notizia
infatti, non può avvenire spontaneamente nel corso del tempo. Richiede
miliardi di elementi pianificati, tutti
al loro posto e perfettamente funzionanti, altrimenti la cellula non
potrebbe esistere né riprodursi. La
cellula esiste solo perché i suoi corrispondenti sistemi di intelligenza,
ciascuno dei quali riguarda miliardi
di funzioni, interagiscono perfettamente. Se così non fosse, la cellula
morirebbe.
Il cromosoma e la cellula sono
talmente complessi che non avrebbero mai potuto svilupparsi dal nulla
attraverso processi casuali. Gli evoluzionisti non riescono a spiegare,
ad esempio, come e perché il tessuto del cuore, del fegato, della pelle e
del sangue siano diversi tra loro e
svolgano delle funzioni totalmente
diverse. Eppure, sorprendentemente,
ogni cellula contiene lo stesso DNA.
Una cellula di DNA del fegato è
identica ad una del cervello. Come
ogni cellula conosca la propria identità, funzione e posizione nel corpo
rimane un mistero.
persona sono soltanto la base di ciò
che la Bibbia descrive come «esseri
creati ad immagine di Dio» (Genesi
1:26-27;9:6). In un’epoca di impressionante progresso tecnologico, l’attinenza degli insegnamenti di Dio e
della Bibbia risultano essere strumenti criticamente importanti per
scavare in una montagna di dati di
linguaggio tecnico. Man mano che
gli studiosi di genetica completano
il loro nuovo piano della vita, il classico progetto biblico continua a
rimanere attuale. Il disegno in esso
contenuto non ha tempo, benché
tenuto sempre meno in considerazione.
La Bibbia va ben oltre il
Progetto sul Genoma Umano,
descrivendo in modo completo la
natura dell’essere umano e facendo
luce sulle più grandi verità. Nel
ricordarci che Dio ci ha creati a Sua
immagine, essa rivela che abbiamo
un’eredità spirituale che suscita
molto più stupore e rispetto che non
l’eredità fisica rivelata dal Progetto
sul Genoma Umano, per quanto
incredibile essa sia.
Molto più che molecole
Le scoperte scientifiche da un
lato possono farci stupire del piano
intricato e perfetto che prova l’esistenza di un’intelligenza superiore
alla nostra, dall’altro possono
costringerci a concentrarci così
tanto sui dettagli da farci perdere di
vista il disegno supremo. Siamo
attenti ossessivamente alle mutazioni fisiche dell’ingegneria genetica
come possibili soluzioni ai problemi
della vita e della morte, trascurando
invece la ricerca dei pezzi mancanti
di quel puzzle che ci fornirebbe
soluzioni vere e definitive.
L’essere umano è forse solo la
somma del DNA precedentemente
programmato dai propri cromosomi? Naturalmente no. Ciascuno di
noi è molto più del proprio genoma.
I milioni di geni unici per ciascuna
Il “genoma” di Dio
L’insegnamento principale della
Bibbia è che l’uomo esiste per un
progetto e uno scopo spirituali.
Dio mandò Gesù Cristo come
manifestazione del Suo disegno per
l’umanità, per rivelare il nesso tra il
regno dell’uomo e il Regno di Dio.
Nel primo capitolo dell’Evangelo
secondo Giovanni ci è rivelato che
«la Parola [un’entità divina, v.1] è
stata fatta carne [come figlio
umano, attraverso la vergine
Maria] ed ha abitato per un tempo
fra noi, piena di grazia e di
verità…Nessuno ha mai veduto
Iddio; l’unigenito Figliuolo [Gesù
Cristo], che è nel seno del Padre, è
quel che l’ha fatto conoscere»
(Versetti 14 e 18).
Ciò che stupì i contemporanei di
Gesù e venne respinto dai capi del
mondo antico fu proprio il messaggio di Cristo, nel momento in cui
annunciò che l’uomo poteva entrare
nel Regno di Dio e quindi diventare
«figlio di Dio». Essi respinsero
totalmente quell’insegnamento, perché richiedeva degli obblighi nei
confronti di Dio, un ravvedimento,
una conversione radicale della natura dell’uomo, ormai divenuta avida,
superba ed egoista.
Il punto focale è che l’uomo
deve ricevere l’essenza divina, che
non si trova nel genoma umano.
Gesù di Nazareth fu il perfetto
modello di “genoma” divino. Nella
Bibbia Egli è descritto come il
riflesso perfetto di Dio Padre, reso
visibile al mondo: «Iddio, dopo aver
in molte volte e in molte maniere
parlato anticamente ai padri per
mezzo dei profeti, in questi ultimi
giorni ha parlato a noi mediante il
suo Figliuolo…Egli è lo splendore
della sua gloria e l’impronta della
sua essenza» (Ebrei 1:1-3), «...il Lui
abita corporalmente tutta la pienezza della Deità» (Colossesi 2:9).
Gesù definì se stesso il modello
che Dio aveva mandato per una
nuova vita: «Io sono la via, la verità
e la vita» (Giovanni 14:6). Il mondo
lo uccise, ma Egli fu risuscitato da
morte e, divenne così il «precursore» per tutti coloro che rispondono
alla chiamata di Dio e desiderano
entrare nel Regno di Dio attraverso
una resurrezione simile alla Sua
(Romani 8:11). Nel giorno stabilito
da Dio per la loro risurrezione, l’intero genoma dei redenti sarà miracolosamente risvegliato, ricomposto e
reso incorruttibile, immortale.
Lo scopo finale della vita dell’uomo, così come scrive la Bibbia,
è entrare nel Regno di Dio, una
diversa meravigliosa dimensione
dell’esistenza che richiede un mutamento del nostro genoma (1°Corinzi
15:52). Durante tutta la Sua missione, Gesù si concentrò nel pubblicare
questo messaggio, attuale proprio
come lo era duemila anni fa.
Il punto centrale del messaggio
di Cristo è la storia di una famiglia,
ma non la famiglia dell’uomo, alla
quale noi tutti apparteniamo grazie
all’incredibile eredità genetica, ma
la «famiglia di Dio» (Efesini 2:19;
3:15-16), composta di «figli» il cui
“genoma” sarà reso perfetto, incorruttibile ed immortale al momento
della risurrezione (Romani 8:11;
1°Corinzi 15:35-36,42-44).
L’apostolo Giovanni, nello scrivere la Sua prima epistola ( vedi
capitolo 3°, versetti 1-3) fu divinamente ispirato a riassumere il piano
finale di Dio con queste significative
parole: «Vedete di quale amore ci è
stato largo il Padre, dandoci d’essere chiamati figliuoli di Dio! E tali
siamo…Diletti, ora siam figliuoli di
Dio, e non è ancora reso manifesto
quel che saremo ... Sappiamo però
che quand’egli sarà manifestato
saremo simili a lui, perché lo vedremo com’egli è. E chiunque ha questa speranza in lui, si purifica
com’esso è puro.» BN
Perché il Progetto sul Genoma Umano?
C
iò a cui la rivoluzione genetica mira principalmente è l’ottenimento della perfezione fisica
della specie umana. Attraverso la decodificazione del genoma umano, gli scienziati sperano, tra le
altre cose, di scoprire le cause di molte malattie, di mettere a punto nuove cure e trattamenti e di rallentare o
rendere reversibile il processo di invecchiamento.
I ricercatori del Progetto sul Genoma Umano hanno
già identificato i disordini genetici responsabili, tra le
altre malattie, della cistofibrosi e di alcuni tipi di cancro
cervicale, dello stomaco e dei testicoli. Con regolarità la
scienza ci comunica ormai scoperte di tale rilevanza,
man mano che si indaga nel nostro corredo genetico.
Ma il Progetto sul Genoma Umano produrrà solo buoni
frutti?
Cosa succederà quando uomini e donne cercheranno di raggiungere la perfezione esclusivamente fisica come scopo ultimo della loro esistenza? La decifrazione dei geni ha già portato ad innumerevoli casi di
aborto di feti che presentano profili genetici anormali.
In una società nella quale ogni anno ci sono più di un
milione di aborti, gli aborti per motivazioni genetiche
aumentano di continuo. Persino quando non esiste un
provato difetto fisico, ma solo la potenzialità che un
Maggio-Giugno 2001
bambino non sia geneticamente perfetto, si preferisce
non portare a termine la gravidanza.
Al contrario, cresce la tendenza nel “progettare
bambini”, modificando a proprio piacimento tratti
genetici che ne determinano l’aspetto, le capacità, l’altezza, l’intelligenza, il colore degli occhi e dei capelli.
Un intraprendente uomo d’affari americano ha creato
un sito web nel quale offriva, ad un prezzo che non
tutti potrebbero permettersi, ovuli di attraenti modelle,
le cui foto venivano mostrate sul sito. Si rischia di arrivare ad una discriminazione genetica. Le aziende selezioneranno i potenziali impiegati, rifiutando chi è geneticamente predisposto verso alcune malattie; i bambini
verranno vincolati ad intraprendere determinate professioni a seconda del loro potenziale.
Sebbene il Progetto sul Genoma Umano sia potenzialmente formidabile, ci appare come un vaso di
Pandora, pieno di preoccupanti questioni etiche e
morali. Nel suo libro intitolato Ricostruendo l’Eden:
Come l’ingegneria genetica e la clonazione trasformerà
la famiglia, pubblicato dalla Princeton University, il professor Lee M. Silver afferma che «l’uso delle tecnologie
reprogeniche è inevitabile. Nel bene e nel male, ci
aspetta una nuova era». BN
13
La scienza ha da millenni cercato di rispondere a tale quesito.
Ma non è analizzando una provetta che si può avere una risposta.
M
ilioni di specie popolano il
nostro pianeta, ma solo
l’uomo ha provato a comprenderne l’immensità e la complessità. Solo l’uomo è alla continua
ricerca delle origini e del significato
della vita.
Ciò che distingue l’uomo dalle
altre forme di vita presenti sulla
terra è l’abilità e la capacità della
mente umana, che ci spinge a voler
comprendere ogni cosa. C’è chi
ricerca il significato della vita nella
religione, altri, invece, lo cercano
nella scienza. La storia ha mostrato
che, sia nelle religioni che nella
scienza, la curiosità principale dell’uomo si è rivolta ai principi che
stanno alla base della vita, quali il
significato della vita stessa, il suo
inizio e le origini della terra.
Gli evolozionisti e la creazione
Quando prendiamo in considerazione la ricerca della comprensione
dell’universo e della vita al suo
interno, diventa attuale il pensiero di
una delle più grandi menti del XX
secolo, Albert Einstein.
Sebbene abbia studiato fisica e
non biologia, Einstein fu sempre
affascinato dalla domanda relativa
all’origine dell’uomo e all’esistenza
dell’universo. Egli riconobbe l’evidenza di un’intelligenza dietro il
funzionamento del cosmo e delle
forme di vita in esso esistenti.
Dopo anni di studio della struttura e delle origini dell’universo,
14 La Buona Notizia
egli constatò e riconobbe che «l’armoniosa coesistenza delle leggi
naturali o della fisica rivela un’intelligenza di una superiorità tale, che,
se confrontato con essa, tutto il pensiero sistematico e le azioni dell’uomo ne sono solo un piccolo riflesso»
(Il citabile Einstein, Alice Calaprice
editore, 1996, pag.151).
Alcuni direbbero che Albert
Einstein, nonostante tale profonda
ammissione, parlando di intelligenza superiore non pensava ad un Dio
biblico. Einstein, però, non ha avuto
l’opportunità di considerare i molti
aspetti rivelati dalla recente cosmologia.
Gli scienziati che credono nel
“disegno intelligente”
Secondo il modello evolutivo di
Darwin, le responsabili dell’origine
e dello sviluppo della vita sono state
delle cause accidentali. Dato che la
teoria evoluzionistica, nell’accezione darwiniana, si basa puramente su
mutazioni genetiche casuali, essa
preclude la possibilità che esista un
Creatore soprannaturale o un’intelligenza che abbia giocato un ruolo
determinante nello sviluppo della
vita.
Nonostante l’incredibile consenso ottenuto dalle teorie di Darwin e
dello sviluppo che il concetto di evoluzione ha avuto negli ultimi decenni, c’è comunque chi dissente e contrasta l’affermazione di Charles
Darwin, secondo la quale cause
naturali indirette non solo avrebbero
prodotto la vita, ma sarebbero
responsabili dell’elevato numero di
specie e forme di vita che oggi
popolano il pianeta. Fino a metà
degli anni ottanta gli scienziati che
dissentivano da Darwin erano per lo
più casi isolati e sporadici. E proprio
recentemente queste voci, classificate come “gli scienziati del disegno
intelligente”, hanno focalizzato i
propri interessi nel criticare il concetto darwiniano di evoluzione.
Molti hanno provato, riuniti in
circoli sociali ed accademici, a sovvertire il predominio delle teorie di
Darwin. Senza utilizzare la Bibbia
come testo scientifico, molti scienziati e studenti appartenenti al movimento del «disegno intelligente»
sono riusciti a trovare dei grossi
buchi nelle teorie di Darwin a livello
sia scientifico che filosofico. Tra
questi troviamo studiosi quali
Phillip Johnson, Michael Behe,
Chrales Thaxton, Michael Denton e
Stephen Meyer.
Ma esattamente, cos’è il «disegno intelligente»? E’ la teoria in
base alla quale le nostre origini vengono indagate a partire dall’osservazione di cause intelligenti, in grado
di dare vita a cose che cause naturali indirette non potrebbero fare.
Consideriamo come esempio il
gioco di parole Scarabeo. Partiamo
dal presupposto che il tabellone e le
lettere esistano. Provate a lanciare in
aria le lettere e ad osservare come
cadono. Certamente non vi aspette-
Il tentativo degli evoluzionisti
di spiegare la vita
Teorie moderne dell’evoluzione
chimica suggeriscono che il nostro
pianeta fosse coperto da un oceano
A dispetto dell’entusiasmo verso
tiepido e leggermente alcalino.
le proprie teorie, gli evoluzionisti
Ipotizzano che i raggi ultravioletti
dovrebbero proporre una spiegazioprovenienti dal sole, l’energia geone credibile riguardo la spontanea
termica dei vulcani, le onde d’urto
generazione della vita da una matedei tuoni e le radiazioni cosmiche
ria non vivente. Dopotutto, perché
forse agirono sui gas della primitiva
abbia inizio il processo di evoluzioatmosfera causando la formazione di
aminoacidi, zuccheri, proteine,
acidi nucleici e
Le ricerche
membrane cellusull’origine
lari.
Secondo
della vita
questa teoria, dei
Il concetto in
composti chimici
base al quale esiprivi di vita si
ste una fondaritrovarono insiementale differenme nella prima
za tra presunte
protocellula e
cause accidentali
divennero semda un lato, e
pre più complescause intelligenti
si, fino a causare
dall’altro, è servila nascita della
to come punto di
prima
cellula
partenza per gli
vivente.
Le ricerche dello scienziato francese Louis Pasteur
studiosi che creNel 1953, il
condussero alla realizzazione che soltanto gli organismi
dono all’idea di
lavoro di Stanley
viventi possono generare altri organismi viventi.
un disegno.
Miller e del premio
L’uomo ha da tempo riconosciuNo b el Haro l d Urey, fu acclamato
ne, è necessario avere del materiale
to la significativa differenza fra le
come il tassello che fino ad allora era
di partenza, sostanze cioè che il promancato alla comprensione di come sia
“cose” viventi e le non viventi. A
cesso casuale dell’evoluzione possa
potuta iniziare la vita. Sintetizzarono amipartire dai primi giorni in cui l’uomo
utilizzare per originare la vita.
noacidi e proteine in quella che definirosi è reso conto della rarità della vita,
La necessità di dare una spiegahanno proliferato le teorie per spie- zione scientifica dell’origine della no la simulazione dell’ambiente terrestre
gare la presenza di vita sulla terra. vita ha portato al concetto di «evolu- primitivo.
Il lavoro di Miller fu il pilastro
Oggi, nonostante secoli di ricerche e zione chimica». Quando le attuali
su cui l’odierna evoluzione chimica
centinaia di pareri, indagare l’origi- teorie dell’evoluzione chimica (rapha basato la propria teoria. Oggi, tutne della vita rimane una delle più presentata da una serie di processi
tavia, molti scienziati hanno concluimportanti sfide della scienza. naturali che avrebbero originato la so che l’atmosfera primordiale era
L’immensa distanza concettuale fra prima forma di vita in una Terra pre- enormemente diversa da quella utila vita e la non vita è raramente rico- biotica) furono formulate negli anni lizzata negli esperimenti di Miller e
nosciuta ed ammessa da molti teori- venti da Alexander Oparin e J.B.S. che lo stesso Miller operò sulla base
Haldane, si conosceva molto poco
ci dell’evoluzione. Persino Darwin
di assunzioni completamente errate.
dei dettagliati processi biochimici
cercò di aggirare l’argomento,
Inoltre, negli ultimi quarantacinche avvengono negli esseri viventi.
dicendo che «è praticamente una Ed è per questo che le nuove teorie que anni, pochissimi progressi sono
sciocchezza pensare oggi alle origi- hanno oggi un terreno vastissimo a stati fatti per dimostrare che l’oceani della vita, uno potrebbe pensare disposizione, per presupporre pro- no primordiale simulato o altre spealle origini delle cose» (Enciclopedia cessi e meccanismi da cui gli organi- rimentali zuppe organiche abbiano
realmente prodotto qualcosa di più
Britannica, vol. 10, pag. 900).
smi avrebbero preso vita.
rete che tutte le lettere cadano ordinate sul tabellone formando delle
frasi corrette. Ma la teoria evoluzionistica vuole farci credere tale assurdità. Per raggiungere un ordine di
più lettere che abbia un senso compiuto è necessaria la presenza di una
causa intelligente, in questo caso il
giocatore. Una causa esterna deve
quindi selezionare e ordinare i pezzi
in ordine logico.
Maggio-Giugno 2001
15
che inanimati proteine o aminoacidi.
Mancano tutte le più importanti
macromolecole di informazione esistenti in ogni forma di vita, le molecole che trasportano le informazioni
vitali.
Alcuni evoluzionisti riconobbero le difficoltà di spiegare l’inizio
spontaneo della formazione dei
composti chimici indispensabili alla
vita. Osservando l’elevato grado di
complessità delle forme di vita
attuali, ammisero l’impossibilità di
offrire una plausibile spiegazione.
Tuttavia, dato che la vita esiste sulla
Terra e che la scienza chiede una
spiegazione meccanicistica dell’esistenza della vita, gli scienziati continuano a ricercare nuove teorie che
soddisfino il metodo scientifico.
Il «quinto» miracolo
Nel 1999, il fisico Paul Davies
dell’Università di Adelaide parlò di
“Quinto Miracolo” per dare una
definizione dell’origine della vita.
Nel suo libro, il professor Davies
cita nuove ricerche secondo le quali
la vita avrebbe avuto origine nella
profondità della Terra, nella bollente
crosta terrestre, dunque, e non nel
tiepido stagno suggerito da Darwin.
Il titolo “quinto miracolo” di Davies
fa riferimento alla Genesi, in cui è
scritto che la vegetazione fu «prodotta dalla terra.» Sebbene Davies
disconosca l’idea secondo cui la vita
sarebbe il risultato della creazione
del Creatore, egli finì con l’ammettere che l’origine della vita è attualmente un mistero scientifico non
risolvibile.
Il professor Davies ricorda che il
lavoro di Louis Pasteur nel 1860
portò alla rivelazione scientifica
secondo la quale solo organismi
viventi possono generare altri organismi viventi. La ricerca e le scoperte di Pasteur ridimensionano il concetto di generazione spontanea, che
16 La Buona Notizia
la vita cioè possa originarsi spontaneamente a partire da materia non
vivente.
Davies afferma: «L’aspetto importante di questa dimostrazione è il
fatto che la conclusione di Pasteur
entra in conflitto diretto con la teoria
dell’evoluzione di Darwin. Il rinomato volume di Darwin Alle origini
delle specie, che fu pubblicato solo
tre anni prima degli esperimenti di
Pasteur, cerca di discreditare l’intervento di Dio nella creazione di specie viventi, mostrando come alcune
specie possano mutare in altre.
Ma la conclusione di Darwin
lasciava aperto il problema di come
avesse avuto origine la prima forma
di vita» (1999, p.83). Così si è preso
atto che, a meno che la vita organica
non sia sempre esistita, almeno una
specie – la prima – non può essere
stata generata dalla trasformazione
di un’altra specie, ma da una causa
primaria. Lo stesso Darwin scrisse
qualche anno dopo: «Non ho incontrato nessuna evidenza attendibile in
favore di quella che viene chiamata
generazione spontanea» (ibid.). Da
parte sua Davies aggiunge che
«entrambe le teorie, quella di
Darwin sull’evoluzione accidentale
e quella di Pasteur, sul principio che
solo la vita può generare la vita, non
possono entrambe essere completamente esatte» (ibid.).
L’uomo non sa spiegarlo
Il libro di Davies, sebbene citi la
maggior parte delle attuali ricerche
sulle origini delle prime forme di
vita e si sforzi di offrire spiegazioni
di come la vita si possa essere originata, è carico di ammissioni di come
la scienza non abbia risposte plausibili, supportata cioè da serie dimostrazioni. «La scienza rifiuta i veri
miracoli», egli scrisse.
Una delle più grandi sfide per gli
scienziati, oggetto di molte delle
moderne ricerche sull’origine della
vita, è il problema chiave dell’informazione. Perché si abbia vita,
l’informazione doveva esistere in
quelle proteine e aminoacidi iniziali.
Questo è ciò che gli scienziati
non possono in sostanza spiegare e
ciò che la selezione casuale non può
riprodurre.
Il professor Davies ammette che
«il problema dell’origine della vita
si riduce a comprendere come un
software (informazione) non codificato possa emergere spontaneamente da un hardware (materia). Come
può essere successo?»
Chiaramente, le argomentazioni
che Davies ed altri rappresentanti
della scienza moderna sembrano
portare sono la necessità di scoprire
e comprendere alcune fondamentali
nuove variabili che vanno aldilà del
caso e delle leggi conosciute.
Benché siano scarse le risposte
della fisica, della matematica e della
biochimica sull’origine della vita,
l’umanità sembra considerare esclusivamente le ipotesi scientifiche,
ipotesi che non prevedono l’esistenza di un Creatore. Il concetto di una
forza intelligente è vista dal materialismo scientifico come una sorta di
improbabile magia cosmica.
I limiti della scienza moderna
La scienza dell’uomo moderno,
con tutte le sue conquiste, continua
ad evolvere i propri metodi di ricerca e le proprie definizioni.
La scienza moderna si identifica
anche con la filosofia conosciuta
come materialismo o naturalismo
scientifico. Questa definizione si
basa sulla certezza che la natura,
ovvero il cosmo fisico, è la sola cosa
che possiamo provare a comprendere. La conclusione che ne deriva è
che la natura ha creato se stessa,
volendo con ciò significare che nel
processo di creazione non vi è stato
alcun Creatore.
La ragione per cui il neo-darwinismo e la teoria della selezione
naturale nell’evoluzione sono così
ciecamente accettati dal mondo
accademico è perché rappresentano i
principali atteggiamenti del naturalismo scientifico.
Allo stesso modo, quando viene
affermato con sicurezza che tutte le
forme viventi sono il prodotto di
forze materiali quali le leggi chimiche, la selezione naturale e la variabilità casuale, Dio risulta escluso da
qualsiasi disegno originario. Gli
uomini, e tutte le altre forme di vita,
sarebbero quindi il prodotto accidentale di un universo senza scopo.
La sola alternativa
Molti dicono di notare un’enorme differenza fra le rivelazioni della
Bibbia e le scoperte della scienza. E
ciò ha provocato un certo disinteresse nei confronti della Bibbia in merito alla ricerca della comprensione
delle origini della vita e del suo
significato. La scienza umana, con le
sue teorie ed ipotesi, è presa come
vangelo ed è diventata una nuova
religione. Da questa tendenza umana
la Bibbia mette in guardia da secoli.
Duemila anni fa l’apostolo Paolo
disse che Dio fornisce le prove della
propria esistenza agli uomini:
«Infatti quel che si può conoscere di
Dio è manifesto in loro, avendolo
Iddio loro manifestato» (Romani
1:19). In queste righe Paolo racchiuse una profonda verità, che l’umanità ha impiegato migliaia di anni
per raggiungere attraverso secolari
ricerche scientifiche: tutta la realtà
riguardo Dio e la sua opera nella
creazione della vita e dell’universo
dovrebbe essere ed è evidente per
coloro che vogliono vederla.
Egli ci dice che, per quanto gli
uomini si sforzeranno di comprendere come la vita possa essersi origiMaggio-Giugno 2001
nata, le prove di un Creatore sono
davanti ai nostri occhi sin dal principio, «poiché le perfezioni invisibili
di lui, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente sin dalla
creazione del mondo, essendo intese
per delle opere sue, così che nessuno
potrà avere scuse» (vv. 20-21).
Così ciò che era vero nel primo
secolo è vero oggi: gran parte dell’umanità semplicemente rifiuta di
riconoscere l’esistenza del Creatore.
Della raffinata rappresentanza eletta
del suo tempo l’apostolo Paolo notò
che «...siccome non si sono curati di
ritenere la conoscenza di Dio, Iddio
li ha abbandonati ad una mente
reproba...» (v. 28).
L’apostolo Paolo, in una sua epistola al suo allievo Timoteo, profetizzò che l’uomo moderno si sarebbe
allontanato dal riconoscere ed accettare Dio come Creatore: «Or sappi
questo, che negli ultimi giorni verranno dei tempi difficili; perché gli
uomini saranno egoisti … amanti del
piacere anziché di Dio, aventi le
forme della pietà, ma avendone rinnegata la potenza» (II Timoteo
3:1,5).
Mentre la scienza umana continua ad arrovellarsi sull’interrogativo
“cosa è la vita e da dove ha origine”,
Dio ci rivela che Egli non solo conosce la risposta a tale domanda, ma
rivela altresì lo scopo supremo della
vita.
Sia che comprendiamo lo scopo
della vita oppure no, un giorno «la
gloria del Signore sarà rivelata a
tutta l’umanità; ed essa lo vedrà.
Poiché la bocca del Signore ha parlato» (Isaia 40:5).
La Bibbia non parla dell’aspetto
scientifico, chimico o biologico
delle origini della vita, ma afferma
chiaramente che tutte le forme di
vita furono create da Dio. La maggior parte delle persone rifiuta questa risposta, ma verrà il giorno in cui
tutti comprenderanno. BN
Chi c’è dietro
La Buona Notizia?
M
olti nostri lettori e lettrici
si domandano chi siamo
e come possiamo inviare
questa rivista gratuitamente a così
tante persone.
La risposta spiega un miracolo.
La Buona Notizia è resa possibile
dalla gente - gente d’ogni esperienza di vita, d’ogni razza e lingua, da ogni parte della terra.
Ma è gente che condivide un
obiettivo: proclamare il vangelo
del Regno di Dio in tutto il
mondo, onde ne sia resa testimonianza a tutte le genti ed insegnare loro ad osservare tutte le cose
che Cristo ha comandato (Matteo
24:14; 28:19-20).
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La Buona Notizia è impegnata
a portare quel messaggio in tutto
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verità concernente lo scopo e il
piano di Dio per ogni essere
umano.
Ai Suoi seguaci Gesù ha detto:
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10:8). Gratuitamente Egli ha condiviso il Suo Vangelo con noi, gratuitamente noi lo condividiamo
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riceverlo.
Inoltre, Gesù ha dato alla Sua
Chiesa la responsabilità di pascere
il gregge di Dio e di aiutare quelli
che lo cercano (Giovanni 21:1517). Per adempire questa missione, la Chiesa di Dio Unita, editrice
di questa rivista, ha pastori ordinati e congregazioni in Italia e in
varie parti del mondo.
Per avere maggiori informazioni, scrivere alla nostra redazione.
Indirizzo a pagina 2.
17
Cosa dire ai funerali di una persona atea?
E se la persona che è deceduta fosse il proprio genitore?
io padre non era mai stato cosa ci aspetta dopo questa vita. religione, dal suo punto di vista, era
un credente, ma contrario Avevo a disposizione solo venti solo un sostegno per i deboli, qualcosa a cui essi si appoggiassero.
a qualsiasi religione, spe- minuti per il mio messaggio.
Così iniziai il servizio funebre
cialmente quella cristiana. Per tutta
Cosa si può dire del proprio
dicendo che nostro padre non era
la vita era stato un ateo e anche lui,
padre in venti minuti?
come tutti gli altri atei, considerava
stato credente e aveva sempre ridicolizzato l’idea di andare in cielo.
la religione l’oppio dei popoli.
Fatta eccezione per uno dei miei
Proseguii poi dimostrando che
Essendo un pastore di Chiesa mi
fratelli, nessun altro dei miei parenti egli non aveva tutti i torti, in quanto
offrii per officiare ai funerali di mio
padre, con il consenso di mia madre. ha salde convinzioni religiose e nes- anche nella Bibbia, e precisamente
Mi offrii perché non potevo soppor- suno del resto ha mai letto una nel Vangelo secondo Giovanni, (cap.
3, vers. 13) è scritto
tare l’idea che qualcuno
che, dopo la morte,
parlasse di mio padre
l’uomo non va in
senza conoscerlo, che
cielo. «[N]essuno è
dicesse che adesso era in
salito in cielo, se non
cielo, quando in realtà
colui che è disceso
mio padre non credeva
dal cielo: il Figliuolo
affatto che i morti vanno
dell’uomo che è nel
in cielo.
cielo».
Quando arrivai a
Nei minuti che
casa dei miei, mi misi in
mi
restavano feci
contatto con chi si stava
una lettura dagli Atti
occupando dei funerali
2:34, in cui l’apostoper discutere dei prepalo Pietro dice alla
rativi. Mia madre aveva
folla che persino il
deciso che mio padre
giusto re Davide non
venisse cremato, pratica
Non potevo sopportare l’idea che qualcuno
era andato in cielo.
molto più diffusa in
parlasse di mio padre senza conoscerlo,
Lessi anche le paroInghilterra che in molti
che dicesse che sarebbe andato in cielo,
le di Ecclesiaste (o
altri paesi. A differenza
quando
in
realtà
mio
padre
non
credeva
Qoelet) 9:5 nonché
dei funerali con sepoltuquelle
di Gesù in
che i morti vanno in cielo.
ra, un crematorio in
Giovanni 11:11, le
Inghilterra normalmente
quali
rivelano,
mette a disposizione solo venti Bibbia. I miei quattro fratelli sanno
rispettivamente,
che
«i
morti
non
minuti per il servizio funebre.
che sono un pastore e conoscono
In un crematorio, quindi, c’è un alcuni dei valori in cui credo. Decisi sanno nulla» e che il loro spirito
funerale ogni venti minuti. La velo- di essere onesto e schietto a proposi- «dorme».
Ma alla fine chiesi: «Ciò significità con cui le famiglie devono dire to di papà, come lui ha sempre voluca
forse
che non rivedremo papà?»
addio ai loro cari lascia poco tempo to che fossero le persone. Non proCitai allora un brano tratto dalla
a chiunque per riflettere sulla vita di vava vergogna o imbarazzo per il
quella persona, e ancora meno per fatto di non avere un credo religioso, Prima Lettera dell’apostolo Paolo ai
pensare al significato della morte e a al contrario, ne era orgoglioso. La Corinzi (15:19-23): «Se abbiamo
M
18 La Buona Notizia
sperato in Cristo per questa vita soltanto, noi siamo i più miserabili di
tutti gli uomini. Ma ora Cristo è risuscitato dai morti, primizia di quelli
che dormono… poiché, come tutti
muoiono in Adamo, così anche in
Cristo saran tutti vivificati; ma ciascuno nel suo proprio ordine: Cristo,
la primizia; poi quelli che son di
Cristo, alla sua venuta».
«Quelli che son di Cristo»[i credenti] risorgeranno al Suo ritorno,
scrisse Paolo. Ma che ne sarà di tutti
gli altri, di tutte quelle persone che,
come mio padre, non hanno mai creduto in Cristo? Che ne sarà di loro?
L’apostolo Pietro scrisse che
Dio «non vuole che alcuni periscano, ma che tutti giungano a ravvedersi» (II Pietro 3:9). Sono parole
davvero incoraggianti per chi ha
perduto persone care che non credevano in Dio. Infatti, la Bibbia rivela
che Iddio darà a tutti miscredenti la
possibilità di ricredersi e ravvedersi
mediante una loro resurrezione a
vita fisica. La Bibbia rivela quando
accadrà tutto ciò.
Alla fine i miscredenti
avranno la loro opportunità
di salvezza
Il passo contenuto in Apocalisse
20:4-6 ci porta avanti nel tempo, ai
«mille anni» di regno di Cristo che
seguiranno il Suo ritorno sulla Terra.
All’inizio di quel millennio, tutti
coloro che «sono di Cristo» (I
Corinzi 15:23) saranno risuscitati da
Dio per regnare con Cristo sulla
Terra (Apocalisse 20:4). La loro sarà
una risurrezione gloriosa, alla vita
immortale dentro il Regno di Dio
che, finalmente, eserciterà il Suo
governo perfetto in modo diretto e
tangibile sulla Terra. I loro corpi
saranno composti di energia spirituale, quindi eterna (ICorinzi 15:35,
42-44). Perciò la morte non avrà più
alcun potere su di loro.
Maggio-Giugno 2001
Nel versetto 6 leggiamo: «Beato
e santo è colui che partecipa alla
prima risurrezione. Su loro non ha
potestà la morte seconda, ma
saranno sacerdoti di Dio e di Cristo
e regneranno con lui quei mille
anni».
Avete notato? Dio ci informa
che, a differenza di coloro che saranno risuscitati alla vita immortale,
altri saranno soggetti a morire una
«seconda» volta! Ciò significa che
deve esserci per questi altri una
seconda vita, un’altra vita fisica
simile alla prima. Infatti, non può
esserci una seconda morte, se non ci
sarà una seconda vita.
Il versetto 5 ci aiuta a capire
questa confortante volonta divina:
«Il rimanente dei morti», così come
Giovanni vide nella visione apocalittica, «non tornò in vita prima che
fosser compiti i mille anni». Chi
sono questi altri morti? Secondo la
definizione precedente, essi fanno
parte di coloro che per ora «non
sono di Cristo», che sono morti
senza aver mai sentito parlare «dell’unico nome [Cristo Gesù] che dà
salvezza» (Atti 412), o che, pur
avendone conosciuto il nome, sono
stati fuorviati e allontanati dalla fede
(Apoc. 12:9) e non hanno mai capito la Sua buona novella, né praticato i comandamenti di Dio, né hanno
ancora ricevuto lo Spirito Santo
«che Dio ha donato a quelli che gli
ubbidiscono» (Atti 5:32).
Alcuni insegnano che Dio farà
risuscitare gli esseri umani di tutte le
generazioni all’inizio dei mille anni.
Tale insegnamento non è biblico. Il
versetto 5, definisce chiaramente la
resurrezione alla vita eterna di coloro che sono in Cristo, chiamandola
«prima risurrezione». Questo dimostra che esiste una resurrezione successiva, differente, per coloro che
ancora non sono in Cristo. Ed è su
queste persone che la seconda morte
avrà di nuovo potere. Ciò significa
altresì che quella risurrezione sarà
alla vita mortale, quindi fisica (I
Corinzi 15:50).
La resurrezione fisica di coloro
che ancora non sono di Cristo è
descritta in modo dettagliato nel
libro di Ezechiele (cap. 37), dove il
profeta descrive la sua visione di
questo evento futuro. Egli vede una
valle piena di ossa, gli scheletri di
persone decedute da molto tempo.
Nei versetti 5 e 6 leggiamo: «Così
dice il Signore, l’Eterno, a queste
ossa: Ecco, io faccio entrare in voi lo
spirito, e voi rivivrete; e metterò su
voi dei muscoli, farò nascere su voi
della carne, vi coprirò di pelle, metterò in voi la spirito, e rivivrete; e
conoscerete che io sono l’Eterno».
Nulla di più chiaro. Qui viene
profetizzata una resurrezione ad una
seconda esistenza fisica. Se non
fosse fisica, non ci sarebbe bisogno
di muscoli, pelle e spirito animante.
Ma per quale motivo Dio li riporterà
in vita? Per dare loro l’opportunità
di conoscere il vero Dio per la prima
volta. Finalmente «...conoscerete
che io sono l’Eterno»! Sarà la loro
opportunità di salvezza, un’opportunità che non hanno mai avuto prima.
Questa è l’opportunità che mio
padre e «il rimanente dei morti»
avranno di essere salvati e di entrare
anche loro nella vita eterna del
Regno di Dio, se scegliere di vivere
la via di Dio.
Vorrei essere già lì quando mio
padre sarà svegliato per essere
instradato nella via di Dio da coloro
che saranno stati risuscitati a vita
eterna mille anni prima. Ciò è motivo di speranza, sia per mio padre sia
per «il rimanente dei morti». Mille
anni passano presto quando si è
esseri spirituale e parte della famiglia di Dio (II Pietro 3:8). Il tempo
volerà per coloro che lavoreranno
con Gesù per la salvezza eterna di
milioni di esseri umani.
Quale stupenda speranza ci dona
Dio per coloro che ancora non l’hanno conosciuto! BN
19
Il sentiero invisibile dell’immortalità
L'essere umano è sempre stato
alla ricerca della felicità
e dell’eterna giovinezza.
La scoperta
del suo genoma e
la possibilità
di clonare
all’infinito
il proprio
codice genetico,
ha acceso la
speranza di
raggiungere
l’immortalità
senza percorrere
l’unico sentiero che
conduce alla fonte
della vita eterna.
Quale sentiero?
Gli opuscoli
IL SENTIERO CHE
CONDUCE ALLA
VITA ETERNA
e
QUALE SARA’
IL TUO DESTINO?
vi faranno scoprire
le tracce bibliche
da seguire
per giungere
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meravigliosa meta!
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scrivendo a:
Quale
sarà
il tuo
destino?
La Buona Notizia
Casella Postale 187
24100 Bergamo, Italia.
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Può la scienza darci la vita eterna? Come ebbe origine la vita? Qual