Voci dal Sud
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Anno IX° - n. 06/07 - Giugno-Luglio 2013
Anno IX° nr. 6/7 Giugno-Luglio 2013
OMAGG IO
Euro 1,55
foto libera da Internet
La “Passerella”, tipica imbarcazione nello Stretto di Messina
specialistica per la pesca del Pesce Spada. Un uomo che sta su una
torretta di legno posta sulla costa calabrese di Bagnara avvista il pesce
ed in gergo per non farsi capire dagli equipaggi concorrenti, trasmette
l’informazione alla barca e viene captata dall’uomo in cima al traliccio
che a sua volta la comunica all’equipaggio e la barca, equipaggiata
con un potente motore ( prima di muscolosi rematori ) di dirigge verso
la preda.
Qui giunta l’uomo sul traliccio a sbalzo di prora è pronto a fiocinare
l’animale.
Particolare commovente è che si deve fiocinare prima la femmina in
quanto il maschio tenta disperatamente di aiutare la sua compagna e
non si allontana, mentre fiocinando prima il maschio la femmina fugge
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Anno IX° nr. 6/7 Giugno-Luglio 2013
Voci dal Sud
... ai quattro venti
Periodico indipendente di Attualità, Storia
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Rassegna stampa dai mass media
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Voci dal Sud
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Anno IX° nr. 6/7 Giugno-Luglio 2013
Sommario
Editoriale:
di Franz Rodi Morabito
pag 5 - Siamo un popolo razzista o no?
pag 6 - Gioia Tauro : Rubata la corona della Madonna del Rosario
pag 6 - Gioia Tauro : Ritrovato il Rosario rubato al duomo
pag 7 - Laureana di Borrello : Il caso del Daga approda alla Camera dei
Deputati
pag 8 - Laureana di Borrello : Riscoprire la natura in sella alle bici
pag 9 - Rosarno : Horus è il nome della prima sonda lanciata da un pallone a
raggiungere 40000 metri di altitudine in un progetto studiato e realizzato da
una equipe di appassionati astrofili rosarnesi
pag 9 - Rosarno : I ragazzi “Diversamente Speciali” di Rosarno incontrano
il Papa
pag 10 - Politica estera : Il Movimento 5 Stelle dopo la Grecia sbarca in
Germania
pag 11 - Politica Interna : Bersani si tiene l’auto blu
pag 12 - Fisco: Ecco le “furberie” di Equitalia
pag 13 - Fisco: Slitta l’Imu per la Chiesa anche se si tratta di insediamenti
produttivi
pag 13 - Fisco: Intanto Radio Maria con una lettera agli ascoltatori anziani
invita : «Fate testamento per noi»
pag 14 - Fisco: Iresa, una nuova tassa per gli italiani che vanno in vacanza
pag 15 - Fisco: L’Agenzia avvisa il contribuente in caso di discordanze tra
entrate e uscite - Non è obbligatorio rispondere
pag 15 - Fisco: Arriva il “Decreto del fare” -
Mai più pignorate le
prime case
pag 16 - Fisco: Fisco ficcanaso: come difendere il conto corrente
pag 17 - Fisco: In Italia situazione critica , si torna ad emigrare !
... continua a pagina successiva
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Anno IX° nr. 6/7 Giugno-Luglio 2013
pag 17 - Fisco: ALLA FACCIA DELLA CRISI: la casta ordina 6450 Auto Blu.
costo 133 milioni di euro.
pag 18 - Giovanni D’Agata, Presidente dello Sportello dei Diritti, denuncia
una emergenza monete false
pag 19 - Violenza sulle donne L’autista fa scendere i viaggiatori e tenta di
abusare di una studentessa 16enne affidata alle sue cure dai genitori!
pag 20 - La nostra storia : Il territorio lametino segno’ l’inizio della fine
di Napoleone
pag 22 - Indagine Altro Consumo : Meglio bere acqua in bottiglia o di rubinetto? Ecco come fare una scelta consapevole
pag 23 - Energia alternativa dal mare dello Stretto : Da anni nello Stretto di
Messina si studia il sistema di produrre energia dalle correnti marine
pag 24 - Concetta Mallitti, giovane futura Mamma di Napoli, sceglie di far
nascere Benedetta !
pag 26 - Calabria trasporti : Treni a rischio soffocamento
pag 27 - Calabria trasporti : Quei treni calabresi lenti e sgangherati
pag 28 - Calabria trasporti : TAGLIO DEI TRENI. RISSA REGIONETRENITALIA: CHI IMBROGLIA DI PIU’ ?
pag 29 - Calabria trasporti : Senza collegamenti pubblici quale turismo?
pag 30 - Calabria turismo : Gli stranieri promuovo l’Italia ma pochi scelgono
il Sud
pag 31 - (in)Giustizia : Denuncia lo stupratore, ma ... viene arrestata!
pag 32 - Zootecnia e protezione della specie : Salviamo il “Pastore Calabrese”
Errata Corrige
Quanto pubblicato da noi
a pagina 28 del numero
scorso a firma Antonella
Tremon, in effetti ci è stato
solo inviato dalla signora
Tremon, che lo ha
prelevato da Internet , MA
non si conosce l’autore
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Editoriale
Anno IX° nr. 6/7 Giugno-Luglio 2013
di Franz Rodi-Morabito
Siamo un popolo razzista o no?
E’ successa la fine del mondo per una inopinata espressione del ministro Calderoli nei confronti
del Ministro africano del Governo Letta.A parte che l’episdio è di estrema gravità perchè si tratta di una sua collega di Governo, ambedue
in carica, a parte che il Borghesio è addirittura vice presidente del Senato (per cui è il vice del
Presidente che è la seconda carica dello Stato dopo il Presidente della Repubblica), a parte che
nessuno può insultare un essere umano SOLO per il colore della sua pelle o per appartenenza e
credi religiosi diversi, trovo una certa diseguaglianza di comportamento rispetto ad insulti rivlti ad
altre persone che sono passati ( e continuano a passare) lisci come l’olio.
Voglio solamente indicare qualche esmpio senza che sia una presa di posizione nei confronti degli
interessati.
Berlusconi è costantemente indicato come “il nano” ma nessuno ha mai rilevato nelle foto ufficiali
che anche il Presidente francese era basso, anzi anche più basso di Berlusconi.
Non parliamo poi di Brunetta che viene deriso in mille modi senza pudore riferendosi al suo
aspetto fisico ed ignorando la levatura del suo cervello.
Se poi vogliamo parlare delle Onorevoli siamo alla vergogna dal momento che l’equazione
donna-prostituta è ormai divenuto di uso comune.
Se parliamo di Vendola puntiamo sempre il dito al suo essere omosessuale (ma dimentichiamo
che ci siamo subìti Cicciolina senza nessuno l’abbia mai apostrofata).
Adesso Grillo non è altro che “il comico” come se un comico non possa avere un cervello
pensante e, magari, migliore del nostro. Abbiamo dimenticato che il miglior Presidente degli stati
Uniti dell’era moderna è stato Reagan che era poco più che una comparsa cinematografica.
Ma ... dimentichiamo poi gli insulti che subiamo noi meridionali rei di essere nati sotto una certa
ltitutine che parrebbe dover rappresentare il confine fra persone degne e persone indegne.
Ecco come si esprimo alcuni quando si parla di meridionali; leggete sotto il post su Facebook di
Andrea Mavilla e ... inorridite sopratutto per l’indifferenza di tutti nei confronti di una intera popolazione:
Facebook – Andrea Mavilla 17.7.2013
“gentili espressioni” nei confronti dei meridionali
- Matteo Salvini: “Senti che puzza, scappano anche i cani, sono arrivati i napoletani...”
- Mario Borghezio: “Buttiamo la Sicilia. Bisogna scappare da questo schifo. Noi vogliano
essere liberi da questa Sicilia che puzza di rifiuti e mafia...”
- Roberto Fiorentini: “Lavatevi la bocca prima di parlare del Nord che vi mantiene, unitevi all’Africa, non ne possiamo più. Arroganza meridionale, siete le solite merde...”
- Mauro Aicari: “Per liberarci degli immigrati, servirebbero i forni crematori...”
Non parliamo poi di ciò che ha sempre detto Bossi !
Ed allora? continuiamo a dire che non siamo razzisti? ma possiamo esserlo nei confronti degli
stranieri se lo siamo finanche on gli stessi italiani? di quegli italiani che non vengono presi in considerazione se non in momenti di tassazione e monti di preelezioni.
Ma perchè ci lamentiamo? in fondo la colpa non è di chi non ci rispetta, bensì di noi che non ci
facciamo rispettare!
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Anno IX° nr. 6/7 Giugno-Luglio 2013
Gioia Tauro
Ladri sacrileghi in Duomo
Rubata la corona della
Madonna del Rosario
Inquieto Notizie
Un grave gesto sacrilego è stato compiuto
nel Duomo di Gioia Tauro. I ladri hanno strappato dalla statua lignea della Madonna del
Rosario l’antica e preziosa corona sistemata
nella mano destra. Un furto compiuto in un
momento in cui nel tempio non si trovava nessuno, scoperto sabato sera poco prima dell’inizio delle funzioni religiose. Il fatto è stato
denunziato alla stazione dei carabinieri di via
Vittorio Emanuele che hanno avviato indagini
ma sullo stesso, fino a ieri, è stato mantenuto
il massimo riserbo. Sull’edizione di domani tutti
i particolari.
Ritrovato il Rosario rubato al duomo
Raffaella Caruso - Calabria Ora
La corona del Rosario trafugata sabato scorso dal Duomo di Gioia Tauro è stata ritrovata nella giornata di martedì.
L’oggetto, la cui scomparsa era stata prontamente denunciata ai Carabinieri dal parroco monsignor Francesco Laruffa
nella serata di sabato, è stato rinvenuto in una strada di
Cinquefrondi, da un cittadino di Mammola, che l’ha portata nella stazione dei Carabinieri del suo paese. Don
Laruffa, subito avvisato del ritrovamento di una corona
del Rosario corrispondente alla descrizione di quello
trafugato a Gioia Tauro, si è quindi recato a Mammola e ha
effettivamente riconosciuto che la corona in argento ritrovata a Cinquefrondi era quella che si trovava nella mano
destra della statua della Madonna, esposta in Duomo per
l’adorazione del mese di maggio. L’oggetto è stato restituito ma al momento è ancora sotto sequestro. Don Laruffa
lo terrà quindi in custodia ancora per qualche giorno, poi
ritornerà al suo posto, nella mano della Madonna. Il furto
aveva scosso profondamente il parroco del Duomo e tutti
i fedeli, invitati da Don Francesco alla preghiera affinchè
l’oggetto potesse essere restituito o comunque essere
ritrovato per tornare in chiesa. I particolari del furto, come
e quando precisamente sia avvenuto, restano avvolti nel
mistero, oggetto di varie riflessioni e domande che non
hanno tuttora risposta. Grande commozione ha espresso
don Francesco, che aveva spiegato come l’oggetto in argento si trovasse custodito al Duomo di Gioia Tauro da
moltissimi anni.
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Anno IX° nr. 6/7 Giugno-Luglio 2013
Laureana di
Borrello
Il caso del Daga approda alla
Camera dei Deputati
Interrogazione Sel per la riaperturadel carcere modello inaugurato dal Ministro
Martelli con grande risonanza. - Longo: ritardo inspiegabile
Salvatore Larocca - Calabria Ora
Non sembra crederci molto il Consigliere
Provinciale di Rifondazione comunista, Giuseppe Longo, all’imminente riapertura della
casa di reclusione “L.Da-ga” che, sin dal primo giorno della sua chiusura, si rincorrono
verità, mezze verità e, forse, tante bugie, sia
sui motivi della chiusura che della mancata riapertura.
«Sono trascorsi sette mesi - dice Longoda quando è stato chiuso l’istituto penitenziario “Luigi Daga”.
Da allora, grazie soprattutto al comitato
cittadino, sono state intraprese diverse iniziative anche di natura istituzionale per
chiederne l’immediata riapertura.
Lo scorso aprile si sarebbe dovuto riaprire il Daga, ma il sospetto iniziale che la
sua chiusura sia stata frutto di un disegno
politico dettato da motivi oscuri e non certamente da carenze di organico, trova conferma nell’atteggiamento inaccettabile del
Provveditorato regionale che continua a
non voler procedere alla sua riapertura nonostante le disposizioni ufficiali del Dipartimento della Giustizia.
Non pensino a Catanzaro che potranno
r i m a n e re i n o s s e r v a t e l e d i s p o s i z i o n i
ministeriali senza che ci sia una levata di
scudi dal territorio che vuole sia onorare
la memoria di Paolo Quattrone e sia ridare
speranza ai tanti giovani detenuti che vedevano il L. Daga come una possibilità di
riscatto sociale».
Proprio su sollecitazione di Longo, è stata
presentata ieri alla Camera dei Deputati una
interrogazione parlamentare al Ministro Cancellieri a firma dei Deputati di Sel Ferdinando
Aiello, Celeste Costantino e Daniele Farina,
quest’ultimo componente della commissione
Giustizia, affinchè lo stesso Ministro provveda
a rendere esecutivo il provvedimento del Dipartimento della Giustizia che ne imponeva la
riapertura in aprile 2013.
Il Ministro Cancellieri, comunica Longo,
messa a conoscenza del problema ancora esistente dagli stessi deputati di Sel, ha provveduto ad informarli che la prossima settimana
si renderà disponibile a riceverli in delegazione per affrontare questa oramai antipatica vicenda che merita risposte esaustive e concrete.
«Nella speranza di riuscire nell’intento di
vedere r i apert o a breve il L. Dag a d i
Laureana - conclude Longo - ritengo doveroso da parte di tutti lavorare affinché in
futuro la struttura venga migliorata e ancor più valorizzata in modo che i detenuti,
in gran parte molto giovani, possano proseguire il percorso rieducativo che li stava
portando ad abbandonare definitivamente
il mondo delinquenziale».
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Laureana di
Borrello
Riscoprire la natura in sella alle bici
Una iniziativa dell’Avis che ha coinvolto decine di cicloamatori
Salvatore Larocca - Calabria Ora
Primo giorno di vera estate all’insegna dell’ecologia e della pratica sportiva amatoriale
all’aria aperta, con il gruppo Avis di Laureana
di Borrello che ha dato appuntamento ai tanti
appassionati, al quinto raduno per cicloamatori.
Un’iniziativa che ha il supporto dall’Amministrazione Comunale, della Pro-Loco e le
associazioni sportive del posto, con la
Polisportiva Laureana, il gruppo Fuoristrada e
l’Associazione Fabio.
L’incontro completamente aperto a tutti ed
in forma gratuita, richiama tanti amatori del pedalare, oltre ai tanti amatori, nonostante il percorso non semplicissimo, visti la morfologia del
territorio, ma il senso della passeggiata “appiana” il tutto.
Per questa edizione gli organizzatori hanno
scelto lo splendilo scenario del lussureggiante
pianoro di Prateria, con partenza in mattinata
da Laureana di Borrello, attraversando
Bellantone e la zona di Sant’Anna, prima di
arrivare alla frescura di Prateria, porta di accesso alle Serre.
Pranzo al sacco e sosta tipica da scampagnata, con giochi e animazioni varie a cura dei
ragazzi del gruppo Avis e dei tanti partecipanti.
Nel pomeriggio, dopo la salutare siesta, un
momento di preghiera con la celebrazione della santa messa in contrada “Cona”.
Il rientro ha visto la “carovana” scendere a
valle da Monsoreto, facendo tappa a Dinami,
San Pietro di Caridà, Serrata e Candidoni, prima di ritrovarsi tutti di nuovo alla sede Avis di
Laureana di Borrello.
Momenti di aggregazione disinteressata,
che sensibilizza, particolarmente i ragazzi, all’attività fisica all’aria aperta, con l’innegabile
duplice vantaggio, sia sotto l’aspetto delle relazioni sociali che per un salutare ritemprasi
psico-fisico.
Non nuovi i ragazzi del gruppo Avis
laureanese, in sinergia con le istituzioni, a proporre appuntamenti d’interesse collettivo sul
territorio, oltre alla costante presenza mensile
della loro più importante attività, vale a dire
quella della raccolta sangue.
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Rosarno
La Calabria vola alta!
Horus è il nome della prima sonda
lanciata da un pallone a raggiungere
40000 metri di altitudine in un progetto
studiato e realizzato da una equipe di
appassionati astrofili rosarnesi
La Repubblica - Facebook - Twitter
Horus, “il lontano”, è il nome della sonda che stamattina alle 8 è stata lanciata da un terreno in località
Capanna, a Castelforte. Mai nome fu più adatto, visti i
40.000 metri di altezza raggiunti dal pallone ad elio,
entrato nella stratosfera e nel record italiano. E’ stata
infatti la prima sonda lanciata con un pallone areostatico
ad arrivare a simili altezze; inoltre costituisce anche un
piccolo grande risultato tutto calabrese, essendo un
progetto ideato e realizzato da un team di astrofili di
Rosarno, composto da Antonino Brosio, astrofilo divulgatore e ricercatore astronomo amatoriale, Giuseppe D’Agostino che si è occupato della parte relativa
alle telecomunicazioni, Edoardo Gallucci progettista dei
sistemi elettronici della sonda e Gianluca D’Agostino,
che ha lavorato agli aspetti chimici.
Il team calabrese è stato aiutato dal GAM (gruppo
astrofili di Minturno) che ha fornito assistenza logistica
e tecnica.
(di
MARIO
LUONGO)
(Foto di Gabriele Altimari)
I ragazzi “Diversamente Speciali” di
Rosarno incontrano il Papa
do.ma. - Calabria Ora
La responsabile Ambra Miglioranzi ha sottolineaFede e voglia di stare insieme!
L’associazione rosarnese “Patto di Solidarietà to che «il viaggio per i ragazzi è stato possibile
Onlus - Gruppo Diversamente Speciali”, ha orga- grazie alla generosità di molti rosarnesi che in
nizzato un viaggio a Roma con i ragazzi diversamen- occasione della Pasqua hanno risposto positivamente ad una raccolta fondi organizzata dall’Assote abili e le loro famiglie.
Una tre giorni gestita in maniera attenta dai volon- ciazione tramite una riffa i cui premi sono stati antari dell’associazione guidata da Ambra Miglioranzi, ch’essi donati generosamente da alcune aziende ed
che è culminata con la visita nella Capitale e con artisti rosarnesi.
In queste ed in altre occasioni Rosarno e la sua
l’udienza in Vaticano.
Tanta fede ma non solo, considerato che i ragazzi gente hanno dato esempio di solidarietà, attenziohanno visitato la Basilica di San Pietro, la cappella ne e vicinanza ai ragazzi diversamente speciali ed
Sistina, il centro di Roma, tutti i più importanti monu- ai volontari.
Di questa esperienza non dimenticheremo mai le
menti capitolini, facendo un vero e proprio tour delle
emozioni, la gioia ed i sorrisi dei ragazzi e sicurazone più suggestive della “città eterna”.
Il momento più emozionante, com’è ovvio, è stata mente organizzeremo in futuro altre attività e viagl’udienza con Papa Francesco, mercoledì scorso, gi – ha concluso la Miglioranzi - secondo gli scopi
durante la quale i ragazzi, i volontari e le famiglie di solidarietà che l’Associazione si è prefissata».
hanno potuto ascoltare e vedere da vicino il Pontefice.
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Politica internazionale
Il Movimento 5 Stelle dopo la
Grecia sbarca in Germania
Andrea Signorelli | Yahoo! Notizie
Dopo la versione greca del Movimento 5
Stelle, il partito di Beppe Grillo ispira la nascita di un altro movimento “gemello”, questa
volta in terra di Germania.
A rivelarlo in anteprima è il quotidiano tedesco Handelsblatt: la nuova lista sarà fondata da Wolfgang van de Rydt e, come nel
caso greco, ricorderà molto da vicino l’M5S
per nome e obiettivi.
Già pronto un programma di 25 pagine, anche se l’ufficialità dovrebbe arrivare nei prossimi giorni.
Ma ancora prima della nascita si registrano
consensi molto positivi, anche perché van de
Rydt sta coinvolgendo in prima persona partiti anti-sistema che in Germania stanno riscuotendo un ottimo successo: i Pirati prima di
tutto, ma anche i Verdi.
“Saremo un movimento completamente critico nei confronti del sistema, ha detto il fondatore del partito - a cui manca ancora un
nome ufficiale” riprendendo così la ricetta che
tanta fortuna ha dato a Grillo e Casaleggio.
Non solo, tra le altre parole d’ordine ci sono
anche: via i partiti tradizionali, stop ai professionisti della politica e largo ai semplici cittadini; nessuna collaborazione con Spd, Cdu e
gli altri raggruppamenti classici.
Non manca ovviamente un richiamo alla democrazia partecipativa: punto cardine del nuovo partito sarà l’utilizzo dello strumento dei
referendum su tutte le queste fondamentali:
politica interna, politica estera, politica economica.
Lotta anche ai costi della politica: gli stipendi dovranno essere equiparati alle retribu-
zioni medie tedesche e nessun eletto al Parlamento potrà continuare nel suo precedente lavoro.
Il programma del Movimento 5
Stelle sbandierato da Beppe Grillo
pare non lasciare dubbi, ma ... lo
realizzerà?
E se alle prossime elezioni, in programma per
settembre, il M5S di Germania dovesse ottenere un buon successo, quali sarebbero le prime battaglie?
Si parte con internet e copertura sanitaria
gratuiti per tutti, ma poi si passa ai pesi massimi: cancellazione immediata dei fondi di salvataggio per le banche e taglio dei debiti pubblici.
Il successo del Movimento 5 Stelle in Italia
sta contagiando tutta Europa, dove da tempo
si nota un’esplosione senza sosta di partiti critici nei confronti dell’Euro e che fanno della
democrazia diretta il loro punto forte.
Vedremo nelle prossime tornate elettorali se
riusciranno a ripetere l’exploit italiano, in buona parte dovuto al carisma di Beppe Grillo.
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... e politica nazionale
Fuoco amico de l’ Espresso contro l’ex segretario Pd
Bersani si tiene l’auto blu
Il settimanale di De Benedetti fa le pulci a Pier: ora è un “semplice” deputato,
perchè allora si tiene vettura e scorta pagate dai contribuenti?
(I.S)
Fuoco amico o fuoco “rosso” se preferite.
L’Espresso, il settimanale di casa De
Bendetti, vicino al centrosinistra fa le
pulci a Pier Luigi Bersani.
In un lungo articolo da titolo che sa
tanto di presa in giro, “Qualcuno ha
visto Bersani?”, c’è la cronaca del
Pier post catastrofe elettorale.
Bersani a quanto pare in largo de
Nazareno è una sorta di fantasma.
Non ha più il suo ufficio da segretario.
Insomma la sua scrivania non c’è più.
Ha un ufficio alla Camera solo come deputato.
Ma il dato più interessante riguarda l’auto blu di
Bersani.
Paghiamo noi - Il Pd ha un parco macchine a
noleggio per i dirigenti del partito.
Auto blu private a disposizione dei vari leader.
Ma Pier Luigi ha pure l’autoblu ma non privata;
la sua è pagata dai contribuenti.
A fare luce è proprio l’Espresso: “Girava con
l’auto blu, Bersani, quando era segretario del
Partito.
Ma questo continua a farlo.
Non usa una di quelle a noleggio con conducente messe a disposizione dal Pd, sia però chiaro, come un Fioroni qualsiasi.
No, Bersani ha la scorta, e la macchina è
pubblica.
Anche ora che non è più segretario? Che
c’entra - spiega Stefano Di Traglia, staff comunicazione Bersani - l’auto della scorta ce l’ha per
le minacce ricevute’”.
Le minacce - Già Bersani ha scorta e auto blu
per le minacce.
Quali?
Quelle ricevute circa tre anni fa con una lettera
anonima con tante minacce di morte, recapitata nella sede dell’Ansa di Bari.
Però a quanto pare ora che lui, Bersani, non è più
segretario del Pd, nè candidato premier, nè premier
incaricato, le minacce sono scomparse.
Ma l’auto blu resta.
Il presunto “rischio” a cui è esposto l’ex segretario del Pd è scomparso per sua stessa ammissione.
Finto anticasta - Già il 17 marzo del 2012 su
twitter Pier postava una foto in metro con questa
didascalia: “Verso l’incontro con Hollande in metropolitana, non in auto blu”.
Sempre nel 2012 al Corriere il Pd spiegava sotto il vento dell’anticasta che “per quanto riguarda
Bersani, il segretario del Pd ha ridotto tutto quel che
poteva, a cominciare dalla macchina blindata del
partito, con due militanti di scorta: soldi del Pd e
quindi pubblici.
Dismessa la vigilanza interna, Bersani a Roma viene
comunque seguito da una macchina della Finanza,
con a bordo un autista e un uomo della tutela”. Un
anno dopo Bersani fuori da tutti i giochi gira con
scorta e auto blu a spese nostre.
Per difendersi da chi?
Forse da chi lo ha ucciso dentro le mura del Pd.
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Anno IX° nr. 6/7 Giugno-Luglio 2013
F i s c o
Ecco le “furberie” di Equitalia
Cuoco: «Ora è difficile monitorare la tracciabilità della raccomandata»
la stessa, dalla quale deNonostante Equitalia
corrono i termini per
sia in dirittura d’arrivo,
l’eventuale opposizione, è
manca ormai poco più di
impossibilitato succesun mese alla scadenza
sivamente a poter risalidel 1 luglio 2013, a dere all’esatto giorno in cui
correre dalla quale diverè avvenuta la notifica,
ranno operative tutte le
perché sulle buste da panovità normative riguardanti la riscossione delle entrate degli enti locali che recchi anni ormai non compare più alcun timbro posono state definite e più volte modificate nel corso del stale sostituito per le raccomandate da un codice a
2011 e del 2012, continua a dare il meglio di se, met- barre, pertanto l’unica condizione per stabilire il giortendo in campo l’ennesima angheria a danno dei con- no di consegna rimaneva la tracciabilità attraverso il
servizio di Poste Italiane.
tribuenti, attraverso la
Adesso tutto ciò non è
non tracciabilità postale
Un’altra “furbata” è stata quella di imporre che
possibile
per le raccodelle cartelle esattoriali
l’erogazione delle pensioni, che sono non pignorabili
mandate inviate da
inviate a mezzo posta
come non lo sono i fondi comunitari di assistenza
Equitalia e contenenti
raccomandata.
per gli imprenditori, debbano essere
cartelle esattoriali.
A sostenerlo è Saverio
necessariamente versati su un conto corrente
Tale distrazione induce
Cuoco il quale precisa
in errore il contribuente
che dal primo luglio 2013
bancario o postale.
che non potendo stabiliEquitalia società posseQuesto escamotage ha potato a far perdere alle
re l’esatto giorno di notiduta al 51% dall’Agensomme la loro originaria classificazione che li
fica della cartella
zia delle Entrate e al
rendeva non pignorabili, ma una volta sul conto
esattoriale, rischia erro49% dall’Inps, dovrà abdivengono capitale della persona, quindi
neamente di fare decorbandonare i Comuni nel
pignorabile !
rere i termini di una
servizio di riscossione dei
eventuale opposizione
tributi, anche se non è da
escludere una nuova proroga del periodo transitorio, alla stessa o di inoltrare il ricorso oltre i termini consentiti, con la certezza di ottenere dai Giudici Tributari
sino alla fine del 2013.
«I Comuni dovranno gestire le attività di accer- una sentenza di inammissibilità per decorrenza dei tertamento e riscossione delle proprie entrate o di- mini previsti.
Pertanto nel richiamare l’attenzione dei contribuenti
rettamente o affidandole, a soggetti esterni, valutando anche l’opportunità di procedere alla ge- ad annotare immediatamente all’atto di ricevimento
stione diretta, con l’eventuale supporto di servizi di una raccomandata inviata da Equitalia, il giorno delesterni, sia delle attività di accertamento che di l’avvenuta consegna della stessa, in modo da essere
sicuri sulla data di inizio della decorrenza dei termini
quelle di riscossione volontaria e coattiva».
In alternativa, nel caso della mancanza di risorse di opposizione, «ci auguriamo - afferma Cuoco - che
interne, il Comune può valutare l’ipotesi di tale astuzia sia l’ultima messa in atto da Equitalia
esternalizzare in parte o in tutto le attività di ac- che ormai in dirittura d’arrivo sta per abbandocertamento e riscossione volontaria e coattiva delle nare i Comuni nel servizio di riscossione dei tributi.
proprie entrate.
Auspichiamo inoltre che il cambio di guardia nella
In questo contesto di imminente divorzio tra Comuni ed Equitalia, in conformità al famoso detto il “lupo riscossione dei tributi, faccia venir meno in modo
perde il pelo ma non il vizio”, improvvisamente per le definitivo tutte le nefandezze alle quali abbiamo assisole cartelle esattoriali è venuta meno per il con- stito negli anni durante la gestione Equitalia ed alle
tribuente la possibilità di poter monitorare e controlla- quali ci siamo opposti nelle sedi competenti, ovvero,
re attraverso il sito di Poste Italiane, la tracciabilità per citarne alcune: le no-tifiche degli atti avvenute in
maniera irregolare, il calcolo degli interessi errato, i
della suddetta raccomandata.
Tale circostanza assume notevole rilievo per il cit- pignoramenti immobiliari illegittimi, l’abuso dei fermi
tadino, soprattutto a seguito delle ultime pronunce della amministrativi agli autoveicoli, i pignoramenti sui conCorte di Cassazione che bocciando alcune sentenze ti correnti di stipendi e pensioni, le pretese a titolo di
dei Giudici Tributari, ha ritenuto legittime le notifiche aggio sulla riscossione di costi non giustificati ed esorper posta, da parte del concessionario della riscossio- bitanti la cui legittimità è sottoposta attualmente al
ne, tramite raccomandata con ricevuta di ritorno. vaglio della Corte Costituzionale, l’avvenuta prescriSuccede infatti che il contribuente che riceve una zione dei crediti vantati, more e interessi spropositati,
cartella esattoriale da Equitalia e non provveda im- il triste fenomeno delle “cartelle pazze” ed a
mediatamente ad annotare la data di ricevimento del- piacimento, chi più ne ha più ne metta.
Voci dal Sud
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Anno IX° nr. 6/7 Giugno-Luglio 2013
F i s c o
Slitta l’Imu per la Chiesa anche se
si tratta di insediamenti produttivi
Calabria Ora
La Chiesa cattolica non dovrà pagare quest’anno l’Imu 2013 relativa agli immobili ad uso misto, commerciale e non.
Lo rivela una circolare del Ministero delle Finanze.
In assenza, come al solito, di regole certe, come segnalato pochi giorni fa, il Ministero ha quindi deciso
di rinviare il tutto al 2014, contestualmente con il conguaglio della prima rata.
Questa data sempre che non si trovi un altro cavillo per rimandare ancora, cosa che, in fondo, sarebbe
coerente con il modo di fare della politica italiana.
La normativa, infatti, prevede che l’edificio ad uso misto debba essere suddiviso in base all’utilizzo a fine
di lucro, non solo sui metri quadrati relativi alla parte commerciale, ma pure al tempo in cui tale parte viene
utilizzata a tale scopo: l’Imu sarà poi pagata in modo proporzionale all’effettivo utilizzo commerciale.
Intanto Radio Maria con una lettera agli
ascoltatori anziani invita:
«Fate testamento per noi»
Calabria Ora
ROMA E’ polemica su una campagna lanciata dall’emit- testamenti?
2) Sai che ai tuoi cari resterà comunque una quota?
tente radiofonica “Radio Maria”.
3) Sai che per fare un testamento olografo basta un foSecondo quanto pubblicato dal quotidiano “Repubbliglio bianco e una firma di
ca”, molti ascoltatori, tra
proprio pugno?
quelli più anziani, hanno riPoichè la lettera si rivolge
4) Quali motivi ti trattencevuto una lettera firmata
prevalentemente agli anziani, a
gono ancora dal devolveda padre Livio Fanzaga, dinostro avviso si configura il reato di
re parte della tua eredità a
rettore della radio, nella
Radio Maria?
quale si invita a un «lasci“Circonvenzione di incapace”
5) Pensi che costi o non
to testamentario, anche
hai un notaio?
piccolo», un atto d’amore.
3)Possiamo inviarti un opuscolo che possa spiegarti come
La lettera, in sette punti, spiega poi come eseguire un
fare?
testamento olografo.
6) Vuoi che una persona di Radio Maria ti contatti diretL’episodio è stato reso noto dal figlio di un’anziana ascoltatrice dell’emittente vaticana, dopo che l’uomo aveva tro- tamente?
Per inviare la risposta all’emittente basta rispedire il quevato la madre intenta alla compilazione del questionario,
stionario, completo dei dati personali e i recapiti, utilizzanallegato alla lettera inviata da Radio Maria.
«Un lascito testamentario anche piccolo, è un atto do la busta allegata e preaffrancata.
E se qualcuno volesse anticipare un poco i tempi, può
d’amore».
Sono sette le domande che padre Fanzaga pone ai suoi già utilizzare il bollettino allegato per una donazione.
ascoltatori:
1) Condividi l’idea che Radio Maria ti informi su lasciti e
Voci dal Sud
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Anno IX° nr. 6/7 Giugno-Luglio 2013
F i s c o
Iresa, una nuova tassa per gli
italiani che vanno in vacanza
Fabrizio Arnhold | Yahoo! Finanza
Un’altra tassa! La Regione Lazio e la Regione
Lombardia hanno introdotto l’Iresa, l’Imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili.
Nei giorni scorsi lo ha reso noto Luca Patanè, presidente di Federviaggio che all’Ansa ha detto: “E’
un affondo per le compagnie aeree, un ulteriore
danno per tutto il turismo”.
L’imposta dovrebbe essere di scopo, ossia utile a
impiegare misure che abbassino i livelli di inquinamento acustico, ma il rischio che sia l’ennesimo
balzello che ricade sui viaggiatori è alto.
Secondo i calcoli resi noti da Assaereo, nel complesso, la nuova imposta avrà un impatto da 37 milioni di euro nel 2013 e di 55 milioni nel 2014.
Per l’Ufficio Studi di Federviaggio le compagnie
aeree che operano negli scali romani avranno un
impatto di circa 5 euro per passeggero per i viaggi
nel medio raggio e di oltre 2 euro per i viaggi nel
breve raggio. “Sono inaccettabili i livelli di Iresa
imposti dalla Regione Lazio nell’ultima Finanziaria (entrata in vigore dal primo maggio, ndr) e
che avranno un conseguente impatto negativo
sull’occupazione e sull’economia provocando,
inoltre, un aumento di costi per tutti i viaggiatori”, spiega Luca Paternè.
Biglietti più cari, alla fin fine, per chi deciderà di
volare partendo da Fiumicino.
Le compagnie aeree cercheranno di scaricare i
costi per evitare di finire strozzate dalle tasse.
E a pagare, come sempre, saranno gli utenti.
Un trend, tra l’altro, già avviato nei mesi scorsi
quando l’uscente governo Monti, con uno degli ultimi provvedimenti, aveva fatto crescere di 10 euro le
tasse per passeggero nello scalo romano per favorire il gestore aeroportuale.
Una misura che mette in difficoltà i vettori aerei
che avevano intenzione di incrementare la presenza
nell’aeroporto romano, ma ora rischiano di non riuscire a far quadrare i conti.
Il settore aereo è uno di quelli più colpiti dalla crisi
economica.
E introdurre una nuova tassa non sembra certo il
modo migliore per rilanciare il comparto.
Anzi !
Una tassa di scopo, inoltre, che in realtà non lo è.
La nuova Iresa approvata dalla giunta Zingaretti
prevede un introito per la Regione di oltre 90 milioni
di euro in due anni, ma di questi soldi solo il 10 per
cento sarà impiegato per lenire gli effetti ambientali,
secondo quanto previsto dalla stessa Regione.
E il resto del gettito? Sarà usato, evidentemente,
per far quadrare un bilancio che risente ancora dello
scandalo dei rimborsi elettorali.
A spese dei viaggiatori che transitano dallo scalo
romano.
“La crisi della finanza pubblica è un fattore di
grave preoccupazione, la creazione di nuove tasse, tariffe e imposte che pesano sul settore viaggi contribuiscono solo a peggiorare la già difficile situazione economica del Paese”, conclude il
presidente di Federviaggio, Patanè.
I dati prodotti dall’Associazione nazionale vettori
e operatori del trasporto aereo in effetti, confermano questa tesi: per un aeromobile di medio raggio,
come un Airbus 320, ci saranno dei costi aggiuntivi
di 267 euro. Per un velivolo a lungo raggio, come un
Boing 777, la perdita di competitività raggiunge la
cifra di 1.257 euro. Una tassa dai molteplici effetti
negativi, quindi.
Per prima cosa dilata la perdita di competitività di
tutto il settore viaggi e trasporti italiani nei confronti
di altri scali europei; amplia, invece che ridurre,
l’emorragia di posti di lavoro a causa dell’aumento
dei costi per le compagnie aeree; si abbatte come
una scure sulle tratte a lungo raggio, ossia quelle
intercontinentali di cui l’Italia ha più bisogno. Un altro balzello, tra i tanti, più o meno mascherato, che
graverà ulteriormente sulla collettività.
Voci dal Sud
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Anno IX° nr. 6/7 Giugno-Luglio 2013
il Fisco
L’Agenzia avvisa il contribuente in caso di discordanze tra
entrate e uscite - Non è obbligatorio rispondere
In caso di spese sospette, l’Agenzia delle Entrate invia le lettere di avviso
Yahoo Finanza
Ai contribuenti italiani sta arrivando una missiva impor- o ritoccare la dichiarazione, ma non è messo a conoscenza
tante e a inviarla è un mittente mai troppo amichevole: dell’ammontare delle spese, che non è precisato, per tutelal’Agenzia dell’Entrate.
re la riservatezza ma anche nella certezza che il contribuente
Ma cosa dicono le lettere?
sa quanto spende.
Invitano il contribuente a verificare la compatibilità di
In pratica l’Agenzia sa e il cittadino pure: resta da capire
quanto dichiarato per l’anno 2011 con le voci di spesa pre- chi deve fare il primo passo.
senti nel prospetto inviato in allegato, o con lo strumento
Per la serie: non dico che hai sbagliato, ma nemmeno ti
di autodiagnosi conosciuto come Redditest.
dico che hai fatto giusto, e vediamo chi cede per primo.
Un tema caldo la compatibilità tra spese e dichiarazione,
Ovvio che molti contribuenti si chiedano a chi spetti
ma nel caso in questione siamo innanzi a uno strumento di l’onere della prova, posto che è l’Agenzia a farsi viva.
compliance, e non davanti a un accertamento fiscale.
In ogni caso, sembra che la moral suasion funzioni se i
L’Agenzia fornisce informazioni generiche sulle spese redditi dichiarati lo scorso anno da circa 256mila soggetti
effettuate nel 2011 e note al Fisco; la congruità va verificata che si erano visti recapitare la missiva sono cresciuti di
con quanto dichiarato nel 730.
circa il 10%.
Il problema non si presenta se le spese, pur più alte del
Anche nel 2011 erano partite 50mila missive che si riferireddito, sono state effettuate con fonti legittime di finan- vano alle precedenti annualità e che avrebbero riportato
ziamento.
130 milioni di euro nelle casse dell’Erario, secondo quanto
C’è anche la seconda chance, quella di correggere la scrive Italia Oggi.
dichiarazione, avvalendosi del ravvedimento lungo, fino al
L’esperimento nei fatti funziona ma è giusto il modo in
30 settembre 2013, che prevede una sanzione del 3,75%.
cui è condotto?
Non è certo il primo caso di lettere informative che
Già lo scorso anno si parlava di una forma di bluff al
l’Agenzia invia: l’anno scorso è andato in scena lo stesso poker, dove a parole si tutela la privacy del contribuente,
copione, ovviamente per il reddito complessivo dichiarato ma nei fatti non gli si concede tutti gli strumenti per capire
nel 2010.
dove sbaglia e perché, posto che deve poi dimostrare quanIl panico per i contribuenti non manca mai, ma queste do e in che modo le spese non coincidono.
comunicazioni hanno perlopiù carattere informativo, o fiPiù complesso è invece l’altro tema, quello del rapporto
nalità preventive, quindi bisognerebbe capire perché si tra Fisco e cittadino, che, pur nel nome della lotta all’evascatena il panico ogni volta che l’Agenzia invia una missi- sione, ha raggiunto in Italia livelli emergenziali, e ribadisce
va, posto che non è obbligatorio rispondere e che non vi è sempre di più una forma di subalternità, dove il sospetto
un accertamento in corso.
vince pur per nobili fini, cioè recuperare gettito.
Fa più rumore invece il fatto che il cittadino può spiegare
Arriva il “Decreto del fare” Mai più pignorate le prime case
r.r. - Calabria Ora
ROMA Più credito alle imprese per investire.
Bollette meno care per tutti. Multe ai funzionari pubblici
per ogni giorno di ritardo in atti e procedure.
Addio ai certificati di sana e robusta costituzione.
E infine divieto di pignoramento della prima casa (per
debiti inferiori ai 120 mila euro) escluse quelle di lusso.
Il “decreto del fare”, che ieri pomeriggio è arrivato in
Consiglio dei Ministri - il primo del governo Letta per
rilanciare crescita e sviluppo e allo stesso tempo alleggerire un po’ di burocrazia - si preannuncia corposo, anche 60
articoli.
Sarà accompagnato da un disegno di legge con semplificazioni vecchie (recuperate dall’era Monti) e nuove (come
facilitare la cittadinanza ai ragazzi nati in Italia).
Ma non dall’altro provvedimento, il piano carceri della
Cancellieri per sfoltire il sovraffollamento, atteso e discus-
so, ma saltato all’ultimo minuto.
La prima buona notizia è il taglio da 500 milioni all’anno
per le bollette elettriche di cittadini e aziende, riducendo
oneri impropri e rendite (250 milioni dalla riformulazione delle
tariffe Cipe in base al prezzo del gas, più basso, e altri 250
dal taglio degli incentivi al biocombustibile).
La seconda, un pacchetto dedicato alle piccole e medie
imprese, per “allentare le difficili condizioni di accesso al
credito” e «riattivare un canale di finanza agevolata.
In pratica, il fondo centrale di garanzia sarà potenziato e
«consentirà di attivare credito aggiuntivo per circa 50 miliardi in tre anni.
Mentre ci saranno 5 miliardi di risorse disponibili, grazie
alla provvista della Cassa depositi e prestiti, ad un tasso
dimezzatorispetto a quello di mercato.
Voci dal Sud
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Anno IX° nr. 6/7 Giugno-Luglio 2013
il Fisco
Fisco ficcanaso: come difendere
il conto corrente
Rossana Prezioso - Yhaoo Finanze
Al via l’anagrafe dei conti correnti.
Parte oggi (26 Giugno 2013) la possibilità, da
parte dello stato italiano, di ricevere informazioni sui
conti correnti privati da parte direttamente degli
operatori bancari, così come anche di tutte le realtà
destinate a maneggiare soldi e risparmi.
Coinvolti quindi anche Poste e Sim. E, per essere
più precisi, sotto controllo saranno anche conti deposito, titoli, cassette di sicurezza, movimentazione
da carta di credito, versamenti vari e tutte le operazioni extra conto.
In altre parole, tutti i movimenti che saranno, al
contempo, prova di eventuale condanna e di salvezza.
Infatti se è vero che ad essere segnalate saranno
solo le anomalie fra le cifre dichiarate e quelle presenti e circolanti sul nostro conto, è anche vero che
saranno proprio i documenti che permetteranno la
tracciabilità di tutto il denaro transitato che ci darà
modo di mettere in chiaro la nostra posizione in caso
di richieste o verifiche.
Per questo motivo la prima cosa da fare è di evitare il contante e tutti i movimenti extra bancari.
Paradossale che, perciò, ogni regalo di una certa
entità o qualsiasi versamento anche da parte di parenti, potrebbe essere un motivo di controllo.
Purtroppo, a dispetto del buon gusto e dell’educazione, sembra proprio che saremo costretti a
chiedere a chiunque ci dia soldi, di rilasciarci
regolare ricevuta.
Non solo ma altra buona prassi (un virtuosismo
che dovrebbe essere sempre presente nelle nostre
abitudini, e adesso ancora di più), sarebbe quella di
conservare tutta la documentazione bancaria (comprese le famose ricevute dei bancomat che spesso si
gettano via incautamente al momento del ritiro del
contante).
Ma anche e soprattutto in caso di riscossione di
affitti, bonifici, assegni, rendite di qualsiasi tipo sarà
necessario fare in modo di renderle sempre tracciabili.
Un obbligo, da parte dell’utente, che solo in parte
viene ripagato con la “delicatezza” di dati forniti alle
autorità in maniera criptata in nome di una privacy
che, di fatto, tende ad essere soggetta sempre più
agli attacchi del Fisco che tra redditometro e divieto
di contante per i pagamenti superiori ai 1000 euro,
vorrebbe contrastare in maniera efficace l’evasione,
Per questo motivo l’accesso, in teoria, dovrebbe
essere permesso anche alle autorità preposte ad
eventuali indagini.
Peccato che per farlo ci siano dei problemi tecnici
non indifferenti.
Prima di tutto un accesso immediato per ovvi motivi
di tempo (trasferire i capitali all’stero è questione di
secondi con l’online) cosa non possibile per diverse
procure che si trovano a non avere la convenzione e
a dover chiedere collaborazione della polizia
giudiziaria che accerta attraverso la richiesta specifica dei Pm.
Allungamento abnorme dei tempi e soprattutto
della cerchia di persone che verrebbero a sapere di
operazioni di accertamento delicate.
Quindi a rischio di nuovo privacy e, ancora di più,
la riuscita dell’operazione stessa.
Poi non bisogna dimenticare un elemento di primaria importanza e che torna sempre in ballo: i veri
evasori, di certo, non hanno conti correnti in Italia,
se non altro perchè sono i meno convenienti; ... in
tutti i sensi !
Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito
di Trend Online
Voci dal Sud
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Anno IX° nr. 6/7 Giugno-Luglio 2013
La Crisi
In Italia situazione critica , si
torna ad emigrare !
ROMA Disoccupazione ed emigrazione. Due fenomeni che vanno a braccetto, soprattutto nel Nord
Italia, specialmente in Emilia Romagna e Lombardia.
È il fenomeno che emerge da un’indagine del centro
studi Data-giovani, incrociando i dati Aire, l’anagrafe degli italiani residenti all’estero, con quelli Istat
sulla disoccupazione degli ultimi cinque anni, quelli
della crisi. In particolare sul fronte disoccupazione
si è preso in considerazione l’incremento percentuale, regione per regione, provincia per provincia. Ebbene, le sofferenze maggiori si sono avute in Emilia
Romagna -dove i disoccupati sono più che raddoppiati passando da circa 65mila a 150mila - e in Lombardia, dove da 168mi-la disoccupati del 2008 si è
passati a oltre 346mila nel 2012. Si parla di aumenti
che superano il 100% (il 122 in Emilia-Romagna),
quando la media nazionale è poco al di sotto del 59%.
Gli incrementi minori si sono avuti proprio al Sud,
con un picco massimo della Calabria (59%). La ma-
glia nera delle province spetta al capoluogo emiliano:
a Bologna il numero dei disoccupati si è triplicato. A
Piacenza c’è stata addirittura la moltiplicazione per
4, mentre si va oltre il raddoppio a Belluno e La Spezia. «Parlando di emigrazione il fenomeno si è manifestato un po’ in tutta Italia, ma è al Nord ancora una
volta che è più accentuato», spiegano i ricercatori di
Datagiova-ni. «Alla fine del 2012 gli italiani che
risiedono all’estero erano 4 milioni e 300mila, 500mila
in più rispetto al 2008». «Per mettere in relazione i
due fenomeni abbiamo calcolato un punteggio, in
base alle variazioni percentuali osservate per l’emigrazione e la disoccupazione, scalando via via il valore al diminuire dell’intensità del legame tra i due
trend. All’Italia abbiamo dato valore 100», spiegano.
«Numeri superiori a 100 indicano una forte correlazione tra i due fenomeni». In questa classifica l’Emilia
Romagna si conferma ancora una volta in testa con
un dato pari a 233, seguita dalla Lombardia, a 211.
ALLA FACCIA DELLA CRISI: la casta ordina
6450 Auto Blu. costo 133 milioni di euro.
Andrea Mavilla - Facebook
Cari amici,
entro il 18 luglio, si rinnoverà l’intero parco di auto blu,
auto destinate alla nostra casta. In tutto saranno acquistate 6.450 auto per la modesta cifra di 133.294.819 di euro, Iva
esclusa. Un’enormità. Per macchine e quindi privilegi spesso inutili. Pagati da noi, per l’ennesima volta.
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante il discorso di fine anno, affermava quanto segue: “Per
evitare che la crisi degeneri siamo TUTTI chiamati a fare
SACRIFICI. Non è più accettabile usufruire di vecchi privilegi, da protezionismi a senso unico. Queste
disuguaglianze incidono negativamente anche sulla
capacitá di sviluppo del paese”
Illustri Parlamentari, Onorevoli e Senatori, la domanda
sorge spontanea:
Ma con tutti i problemi che l’Italia ha in questo momento
e che i cittadini vivono sulla loro pelle ogni giorno, era così
necessario e urgente acquistare 6450 auto blu?
Come può essere prioritaria un’azione come quella di
spendere 133.294.819 di euro, per l’acquisto di 6450 auto
blu, quando in Italia la gente si suicida per l’assenza di
lavoro. Rispetto ai bisogni impellenti della popolazione, alla
situazione economica grave del Paese, ai sacrifici chiesti,
non trovate incoerente oltre che indecente, usare ancora
una volta i NOSTRI soldi, per spostare i vostri costosissimi
“culi”, da una città all’altra?
·
Avete tagliato sulla sicurezza pubblica, dove la polizia/carabinieri non hanno nemmeno i soldi per pagare il
carburante delle autovetture di servizio.
·
Avete tagliato la sanità pubblica, dove un comune
cittadino per poter effettuare un semplice elettrocardiogramma, deve aspettare 6 mesi.
·
Avete tagliato la scuola pubblica, dove milioni di
italiani, oggi, si sono trovati a fare i precari.
Mentre gli italiani si suicidano giornalmente per l’assenza di lavoro, voi vi prendete il lusso di spendere e spandere
i nostri soldi, per soddisfare i vostri porci comodi.
Mi rivolgo a voi illustri Signori, ma non vi fate un pochino
ribrezzo?
Vi ricordate di NOI Italiani 3 mesi prima delle elezioni, vi
ricordate che esiste un Popolo, una Nazione; peccato che il
giorno dopo le elezioni tutte le vostre buone intenzioni,
svaniscono in una bolla di sapone.
Vi sforzate a divulgare i vostri programmi elettorali, raccontando sempre le solite “cazzate”, in verità, nessuna delle vostre promesse ha un senso logico, se prima non produce un tornaconto per voi stessi.
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Anno IX° nr. 6/7 Giugno-Luglio 2013
Giovanni D’Agata, Presidente dello
Sportello dei Diritti, denuncia una
emergenza monete false
Quando riceviamo una carta da 500 Euro prendiamo tutte le precauzioni possibili
per controllare che non sia falsa, ma quando riceviamo una monetina da 1 o 2
Euro chi vi pone attenzione e come fare per controllarle?
Icriminali starebbero infatti prendendo di mira prin- gli.
cipalmente le monete da due euro. Essa resta di gran
Prese di mira in particolare le macchinette di vario
lunga la moneta
genere, dai distri-
più ambìta per
butori di bibite o
questa attività
di biglietti ai par-
criminosa (quasi
chimetri, anche se
due monete su tre
sono tarate in
tra quelle rilevate).
modo tale da ri-
Il numero di euro
conoscere peso e
metallici falsi ritirati
dimensioni delle
dalla circolazione
monete.
è aumentato del
Per Giovanni
17%, da 157.000
D’Agata “è ne-
nel 2011 a 184.000 nel 2012. A fronte dei 16,5 mi- cessaria un’azione più incisiva contro i contraffattori
liardi di monete attualmente in circolazione, il tasso in Europa. Inoltre è importante per i consumatori
di falsificazione è pari a 1 su 100.000 monete auten- sapere che la legge prevede che appena si scopre
tiche.
un falso questo deve essere consegnato a uno dei
Intanto in Italia numerosi infatti sarebbero i soldi soggetti indicati dalla legge, tra i quali ci sono le banin metallo contraffatti che circolano in bar, negozi, che, gli uffici postali, le società di investimento e di
supermercati. Un fenomeno che se non assume an- gestione del risparmio, gli agenti di cambio e le imcora i caratteri dell’emergenza, poco ci manca e che prese di assicurazioni. Spetterà poi a questi soggetti
riguarda soprattutto le monete più di valore, tanto consegnare tempestivamente i soldi sospetti al Cenche le denunce da parte di negozianti sono sempre tro nazionale di analisi della Zecca dello Stato. Se
di più. Per i negozianti non è sempre facile ricono- questi dovessero risultare legittimi, verranno rimborscere le copie: spesso sono molto simili agli originali sati i soldi equivalenti, se invece dovessero risultare
e differiscono da questi solo per piccolissimi detta- falsi, nulla sarà dovuto
Voci dal Sud
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Anno IX° nr. 6/7 Giugno-Luglio 2013
Le donne e le violenze
Chi custodisce ... il custode?
L’autista fa scendere i viaggiatori
e tenta di abusare di una 16enne!
“Il fattaccio” è avvenuto sull’autobus che da San Giovanni in Fiore
porta verso Cosenza
Alessia Truzzolillo - Calabria Ora
COSENZA - Lui ha 44 anni e fa l’autista dell’
autobus che ogni giorno percorre la tratta San
Giovanni in Fiore/Cosenza.
Lei ha 16 anni, è figlia di amici, persone che
si fidano così tanto di lui da avergli raccomandato, in più occasioni, di prendersi cura della
ragazza in caso di pericoli.
Invece il pericolo era proprio l’autista che il
29 maggio scorso ha cercato di abusare della
giovane.
Ieri Salvatore Angotti è finito in manette con l’accusa di violenza sessuale per aver costretto
la sedicenne, con l’inganno e le minacce, a subire atti sessuali, con l’aggravante di aver commesso il fatto ricoprendo la qualifica di persona incaricata di pubblico servizio.
Come ogni mattina, quel giorno il conducente parte da San Giovanni col suo carico di pendolari e si dirige alla volta di Cosenza.
Arrivato, però, a Spezzano all’altezza del ristorante “Il fungo”, il conducente ferma all’improvviso il mezzo e fa scendere tutti: “C’è un guasto”, ma è la scusa.
Scendono tutti, compresa la ragazza che è diretta a scuola.
Ma Angotti la ferma, ammantandosi delle responsabilità che gli hanno conferito i genitori, la
invita a restare sull’autobus, che l’avrebbe condotta al sicuro.
Il mezzo procede ma la giovane si sente sempre più agitata, sente che qualcosa non va e
prega l’uomo di farla scendere.
Lui obbedisce ma non la fa scendere.
Al contrario, si avvicina a lei e comincia a toccarla, le mette le mani fra le gambe e intanto la
bacia sul collo e sulla guancia, le rivela, anche a parole, quanto sia attratto da lei.
A salvare la sedicenne sarà lo squillo del cellulare, la chiamata provvidenziale di una compagna di classe che non la vedeva arrivare.
A questo punto, finalmente, si aprono le portiere del pullman e la studentessa può scendere.
Non prima però, di avere ricevuto l’avvertimento di non dire nulla.
Ma lei si confida, prima a scuola e poi in famiglia.
Il passo che la porterà in Procura, nello studio del pm Antonio Bruno Tridico, sarà breve.
Scattano prima le indagini da parte di Digos e Ufficio minori divisione anticrimine della Questura e poi le manette per Angotti.
Ieri il gip, Salvatore Carpino, ha disposto per l’uomo i domiciliari.
Voci dal Sud
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Anno IX° nr. 6/7 Giugno-Luglio 2013
La storia della Calabria
Il territorio lametino segno’ l’inizio della
fine di Napoleone
La Battaglia di Maida, o come la chiamarono i francesi Battaglia di Sant’Eufemia,
fu un piccolo evento bellico che ebbe luogo il 4 luglio 1806 nella piana lametina e
che segnò l’inizio della disfatta del Generale francese.
Danilo Greco - Giovani delle Acli
Protagonisti dello scontro furono da un lato gli inglesi, che il 30
giugno 1806 sbarcarono nel Golfo
di Sant’Eufemia e si accamparono
nei pressi del Bastione di Malta e
dall’altro i francesi, che avevano
già occupato il territorio calabrese
e che vedendo sbarcare un importante contingente militare inglese
prepararono le loro truppe sulle alture della vicina Maida.
Le operazioni militari si svilupparono nel corridoio compreso tra gli
antichi corsi fluviali del Sant’Ippolito e dell’Amato, cioè nell’aerea meno praticabile per
la presenza di acquitrini.
Tutto finì in poche ore e per i francesi fu una
disfatta, la prima.
Abbiamo chiesto al Colonnello Moschella,
studioso di storia militare e autore del libro
“Anatomia di una disfatta, la battaglia di
Maida del 4 luglio 1806” di raccontarci meglio cosa rappresentò questa battaglia.
Colonnello, perché la battaglia di Maida fu
tanto importante?
“Una battaglia di poche ore, avvenuta nell’estrema periferia continentale, che coinvolge poche migliaia di uomini, non dovrebbe avere nemmeno la dignità di essere chia-
- Facebook
mata battaglia, sarebbe quasi un fatto
folcloristico locale.
Invece questa battaglia acquistò un’importanza straordinaria nell’evoluzione della storia militare e nell’arte della guerra.
Perché oltre ad essere stata la prima vittoria degli inglesi contro i francesi sul territorio continentale, furono per la prima volta utilizzate delle innovazioni tecniche e organiche che dopo il “collaudo” positivo vennero poi utilizzate nella guerra Peninsulare
che avvenne sul territorio della Penisola
Iberica e che insieme alla Campagna di Russia e alla Campagna di Germania determinò la caduta di Napoleone”.
Come mai fu scelta proprio la Piana
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lametina?
“L’obiettivo degli inglesi non era quello
di invadere e conquistare il Regno di Napoli, ma era quello di proteggere la Sicilia e
allo stesso tempo creare danni al nemico interrompendo le vie di comunicazione.
Questo si poteva fare solo nella piana
lametina vista la sua posizione baricentrica
in Calabria”.
Il territorio venne coinvolto in qualche modo
nello scontro?
“Anche se i francesi avevano tirato la
Calabria fuori dal Medioevo, l’occupazione
era mal vista dai locali sia per le razzie che
i soldati francesi facevano per sostentarsi,
sia per i costumi che questi portarono in
Calabria, che erano visti come contrari alla
religione e alla morale.
Dopo la sconfitta di Maida esplose in tutto il territorio calabrese l’insorgenza.
I nicastresi si fecero forza e si ribellarono
alle poche truppe francesi che erano di presidio a Nicastro visto che il grosso delle
truppe erano concentrate a Reggio.
Gli insorgenti fecero delle cose terribili,
uccisero il comandante delle guardie civili,
gli cavarono gli occhi e lo crocifissero, e
dopo trucidarono tutti i soldati francesi fer i t i , r i c o v e r a t i n e l C on v e nt o d i S a n
Domenico”.
Ma questa battaglia che lei definisce così importante come mai in Calabria è sconosciuta?
“Questo è un problema dell’Italia e della
Calabria in particolare.
E’ in sostanza un fatto culturale.
Le altre nazioni vanno fiere della loro storia”.
Questa battaglia si studia sui libri di storia
inglesi e ad essa è addirittura dedicata una stazione della metropolitana di Londra.
Invece, in Calabria nessuno la conosce e
Anno IX° nr. 6/7 Giugno-Luglio 2013
quando arrivano i turisti inglesi o francesi e
chiedono di visitare il luogo ove avvenne la storica battaglia nessuno sa nemmeno di cosa stiano parlando.
Questo fatto storico così rilevante potrebbe
essere per il comprensorio lametino una vera
risorsa.
Avete presente quando si dice che con la
cultura non si mangia? beh non è vero, questo
è un esempio pratico di come la cultura possa
rappresentare concretamente un modo per far
girare l’economia di una Città.
Al di là dell’importanza di recuperare la memoria storica di un fatto così importante e molto
conosciuto all’estero, valorizzare questo evento potrebbe portare importanti flussi di turisti
(inglesi, francesi e più in generale appassionati
di epopea napoleonica) all’interno della Città.
Ogni anno migliaia di turisti inglesi e francesi
atterrano all’Aeroporto di Lamezia e si dirigono direttamente nei grandi Resort di Pizzo o
Tropea, mentre apponendo semplicemente delle targhe commemorative e preparando delle
brochure turistiche si potrebbe fare in modo di
far entrare questi turisti in città, per visitare i
luoghi interessati dalla vicenda (ad es. Bastione di Malta, Chiesa di San Domenico) e di conseguenza spendere sul territorio.
Insomma un piccolo impegno per un grande
risultato.
https//www.facebook.com/pages/La-Battaglia-diM a i d a - T h e - B a t t l e - o f - M a i d a /
446734458752264?fref=ts
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La ricerca di Altroconsumo
Meglio bere acqua in bottiglia o di
rubinetto? Ecco come fare una scelta
consapevole
Elisabetta Gatto - L’Italia Corrente
Attingere l’acqua al pozzo, riempire le brocche
alla fontana o sorseggiare direttamente da una sorgente sembrano usi di un tempo e di luoghi lontani,
abituati come siamo a bere l’acqua in bottiglia.
Liscia o gassata.
Ma nonostante gli slogan pubblicitari, l’acqua
imbottigliata nella maggior parte dei casi ha le
stesse caratteristiche di quella del rubinetto.
Da un test di Altroconsumo condotto nelle principali città italiane su 40 campioni di acque minerali,
tra le più diffuse sul mercato, è emerso che si tratta
di prodotti di buona qualità, ma anche che non c’è
ragione di credere che siano più salutari della cosiddetta “acqua del sindaco”.
Anzi, l’acqua pubblica è sottoposta a controlli
ancora più rigorosi.
Quali caratteristiche hanno le acque potabili che
sgorgano dalle fontanelle?
Sono tutte oligominerali, cioè con un basso residuo di sali.
Da una zona all’altra varia il contenuto di sodio
(sempre sotto i limiti di guardia) e di calcare.
La presenza di metalli come alluminio, cromo e
arsenico che potrebbe inquietare è pur sempre ben
al di sotto della soglia minima consentita.
Negli ultimi anni molti italiani si sono “riconvertiti”
all’acqua dell’acquedotto: ben 7 milioni, secondo
un’indagine Nielsen.
Bere l’acqua del rubinetto conviene eccome.
La differenza con quella in bottiglia in termini di
costi è enorme: nonostante l’aumento delle tariffe
dell’acqua potabile, per una famiglia costa 500
volte in meno di quella imbottigliata, di cui gli
italiani sono i primi consumatori in Europa.
Più sicura ancora di quella del rubinetto è quella
delle “case dell’acqua” disseminate in molti luoghi
delle nostre città: grazie a sistemi di filtrazione e a
lampade UV, infatti, subisce ulteriori trattamenti, che
ne migliorano la qualità.
L’acqua naturale è quasi ovunque gratuita, quella gassata, addizionata di anidride carbonica, in certi
casi è a pagamento, ma si tratta di una cifra modesta: in media 5 centesimi al litro.
Ed è conveniente anche in termini di costi ambientali: l’erogazione media di un impianto di una “casa
dell’acqua” è di circa 2.500 litri giornalieri, che si
traducono in 1.700 bottiglie di plastica in meno,
ovvero 20 tonnellate di Pet all’anno in meno da
produrre, trasportare e smaltire.
Il fatto che l’acqua potabile di Milano sia stata
scelta come bevanda ufficiale all’Expo 2015 è un
bel segno del rinnovarsi di una tendenza.
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Fonti di energia alternativa
Da anni nello Stretto di Messina si studia il sistema di
produrre energia dalle correnti marine
ENERGIA - http://greenreport.it/web/archivio/show/id/1223
Messina è prima città al mondo a produrre energia dal mare
Dopo anni di sperimentazione è stata allacciata
alla rete Enel la
turbina Kobold
installata nello
Stretto dalla società Ponte di
Archimede, che
NEL 2006 ha firmato un accordo
con l’Indonesia
per portare le sue
piattaforme nei
mari asiatici
Le correnti marine dello Stretto di Messina stanno producendo da anni energia elettrica, pulita e
rinnovabile.
E dopo anni di ricerche e sperimentazioni è arrivato anche lo sdoganamento dell’Enel, che ha allacciato alla rete nazionale la turbina ad asse verticale Kobold, brevettata dalla Ponte di Archimede
Spa, società presieduta dall’armatore Elio
Matacena.
E proprio mentre si concludeva la sperimentazione
che di fatto trasforma il prototipo Kobold in una
centrale produttiva a tutti gli effetti, in grado oggi di
fornire all’Enel un flusso costante di energia della
potenza di 40 Kw, la Ponte di Archimede Spa ha
messo a segno un altro importante colpo.
Infatti Elio Matacena ha firmato un protocollo d’intesa con il governo indonesiano per esportare la tecnologia delle proprie turbine nei mari asiatici.
«L’Unido, united nations industrial development
organization – spiega il presidente di Ponte di
Archimende – ha adottato la nostra tecnologia, unica al mondo e brevettata per dotare di energia elettrica tutte le piccole isole dell’immenso arcipelago
indonesiano che
ancora non sono
raggiunti dall’elettricità: hanno
17mila isole e
10mila stretti con
correnti fortissime, l’ideale per le
nostre turbine».
Per quanto riguarda la turbina a tre pale installata
a largo di Ganzirri, la Ponte di Archimede ha comunque diverse prospettive di sviluppo.
«Il nostro progetto prevede di aumentare il diametro della piattaforma e di allungare di alcuni metri
le pale della turbina. In questo modo saremo in grado di raggiungere una potenza di 150 kw, inoltre per
incrementare ulteriormente il rendimento della piattaforma sul tetto sono stati posizionati 39 pannelli
solari, che la rendono una vera e propria icona dello
sviluppo sostenibile in campo energetico.
«Si tratta di un progetto che offre un lusinghiero
primato all´Italia - conclude Elio Matacena, - e sono
lieto che Messina sia diventata la prima città del pianeta la cui rete elettrica riceve energia dal mare.
Le correnti marine dello Stretto che, nell´antichità,
seminavano terrore e pericolo fra i naviganti, oggi
costituiscono un giacimento inesauribile di energia».
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Riceviamo e pubblichiamo
Concetta Mallitti, giovane futura Mamma di
Napoli, sceglie di far nascere Benedetta !
La lettera che è giunta al post Facebook di Marcella Reni e che noi rileviamo e
pubblichiamo, indica il percorso tormentato di una futura mamma che sceglie di
far nascere la sua Benedetta pur sapendo che l’avrebbe persa subito dopo!
Io, nella stanza dell’aborto. L’ipocrita routine della 194 e
i medici che non volevano far nascere Benedetta
La scelta dell’intervento, poi il rifiuto «perché sono un
essere umano». La sciatteria dei medici, la compagnia degli
amici. Fino al funerale con centinaia di persone. Lettera di
una giovane mamma
«…perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia
piena», (Gv15). Credo di aver sentito questo passo centinaia di volte, ma mai mi sono soffermata ad ascoltarlo con
il cuore e così Dio ha visitato la nostra casa proprio per
sigillare questa certezza nella nostra vita, la certezza della
Gioia Piena.
La nostra storia è una storia ordinaria, che trova la sua straordinarietà in questa certezza. È la storia di una famiglia
normale, ancora in cammino, verso la conversione nella certezza della vita eterna.
Appena un anno dopo la prima gravidanza ecco che si affaccia alla vita la nostra seconda figlia, io e Michele eravamo
felicissimi. Lei era già lì con noi: erano in programma i biscottini a forma di cuore da regalare alla sua nascita, il lenzuolino
ricamato dalla nonna, le coccole di tutti noi, per lei avevamo fatto mille progetti.
Ma tutta questa gioia si trasformò in tristezza, dolore e solitudine. Alla 22esima settimana di gravidanza arrivò la
diagnosi: displasia tanatofora incompatibile con la vita. Per i medici era già morta: «Signora, è necessario l’aborto
terapeutico», questo mi disse il ginecologo che fece l’ecografia. Nessuna parola in merito alla “comfort care”, alla
depressione post-aborto, alla possibilità di portare avanti la gravidanza. Niente, solo il bigliettino con su scritto Dott.ssa
x, Policlinico x, edificio 9, ore 8.00: «Le dica pure che l’ho mandata io».
Non riesco a spiegare la morte che era in me, non ci sono parole per spiegare il dolore, ricordo solo me, piegata in due,
che urlavo: «Dio, consolami, voglio essere consolata». Ma Dio mi sembrava lontano. Il giorno dopo, io e Michele
andammo ad aprire la pratica per l’aborto terapeutico. Seguì un iter di tre giorni, in cui mi trovai immersa in un mondo
totalmente estraneo a me e che di umano non ha nulla: pareva un “mercato” di donne che andavano a uccidere i propri
figli. Quante mamme, quante in una sola mattina! Contai più di 10 bambini che non sarebbero mai nati.
Le scritte sui muri di chi vi era passato erano terribili. Una diceva: «Dio qui è morto». Pensai ad Auschwitz…
Non c’era niente di umano nei discorsi che, allegramente, quelle donne si scambiavano tra di loro; senza vergogna
raccontavano perché erano lì. C’era la quarantenne esperta già al suo secondo aborto e la ragazzina (credo minorenne)
impaurita che chiedeva consigli. L’esperta le diceva di non preoccuparsi e di prendere la Ru468. Una trentenne con già
due figli diceva: «Questo sarebbe il terzo, ma da poco ho ripreso la palestra e riconquistato un po’ la mia vita». E poi c’era
una donna, con la mia stessa panciona. Mi feci forza e le chiesi: «E tu?». Mi rispose: «Ha la sindrome di Down». Li capii
e pensai: «Ma perché se il mio è un aborto terapeutico inevitabile, viene considerato come quello di chi un figlio Down?
Non si fa solo per i bimbi incompatibili con la vita?».
La prima luce si accese. Toccava a me, era il mio turno. Ecco la Dott.ssa X, alta, bionda, occhi azzurri, pensai che fosse
la donna più bella che avessi mai visto. Mi invitò a sedermi. Mi spiegò che lei avrebbe effettuato l’aborto: «Ti indurrò un
parto con le prostaglandine». Ora i sui occhi erano vicini, li osservai, erano azzurri ma vuoti. «Partorirai il feto vivo o
morto!», mi disse. Le chiesi: «Vivo?». E lei: «Sì e se capita purtroppo la legge ci impone di rianimarlo». Guardai mio marito
e gli dissi: «Io non lo farò mai, e non perché sono cristiana, ma perché sono un essere umano». La Dott.ssa X mi invitò
a terminare la pratica e a fare la visita dallo psichiatra, ci andai pensando di tranquillizzare me e mio marito, ma avevo già
deciso.
Invece lì conobbi l’ipocrisia più grande. Eccolo lo psichiatra, la superbia in persona, a suo seguito una laureanda
inesperta, trattata come un cane. C’era anche la donna con il bimbo Down. Lui aveva le gambe accavallate, disteso come
se stesse in poltrona: «Secondo la legge 194 l’aborto terapeutico è permesso per salvaguardare la salute fisica e psichica
della donna, inoltre anche la Chiesa non si espone su questi tipi di aborto. Siete d’accordo? Firmate?». «Tutto qui?»,
pensai. Poi la laureanda ci passò il foglio, l’altra donna firmò e lo passò a me in silenzio.
«Mi scusi – dissi sobbalzando sulla poltrona – io voglio una visita». E lui esterrefatto: «Cosa?». Risposi che ero venuta
a fare una visita psichiatrica. Poi continuai: «Lei ha detto che per la legge 194 l’aborto è permesso per la salvaguardia
della salute psichica della donna, ma siamo sicuri che non la peggiori? Secondo lei non è più traumatizzante per una
donna uccidere il proprio figlio?».
A questo punto fece uscire dalla stanza la laureanda e mi disse: «Ma lei lo vuole fare o no questo aborto?».
«No!» risposi, mi alzai e lo salutai. Mi lasciò di ghiaccio quando, con un sorriso cinico e sarcastico, mi rispose: «Tanto
fra due giorni tornerà qui e firmerà».
Credo che mi pensi spesso, perché era davvero certo che sarei tornata.
Con troppa leggerezza si
pensa all’aborto non
considerando che è un
vero omicidio
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Invece il giorno dopo ero felice. Andai in ospedale e
spiegai all’infermiera che ero andata lì a ritirare la pratica.
Lei era incredula. Alzò la mia cartella clinica e chiamò le altre
infermiere «Mallitti è venuta a ritirare la pratica! Avete capito, Mallitti ritira la pratica», poi a me: «Brava fai fare alla
natura!». Non osò nominare Dio… come parlare di Dio in
quel posto? Ma io ero davvero felice, lasciandomi il reparto
alle spalle. Mi voltai solo un momento e vidi la madre del
bimbo Down che mi disse: «Ti ammiro, io non avrei avuto la
tua stessa forza». La salutai. Avrei voluto dirle: «Vieni via
con me». Ma mi mancò la voce e il coraggio che lei mi
attribuiva. Ora penso a lei tutti i giorni, penso spesso che
per lei non ho fatto niente. Vorrei sapere come sta e che
cosa mi direbbe se le chiedessi se sta meglio ora che ha
ucciso
suo
figlio.
Come desiderava mio marito, decidemmo che nostra figlia
si sarebbe chiamata Benedetta, perché per la nostra famiglia era una benedizione. I mesi successivi non furono facili, ricevemmo critiche da familiari e medici. Mi sentii dire di
tutto: «Come fai a tenere in pancia una bimba che morirà?»;
«devi abortire per il bene della tua famiglia»; «il problema
te lo devi togliere adesso»; «è un sacrificio inutile, tanto
deve comunque morire»; «metti al mondo un essere per
farlo
soffrire».
Queste sono solo alcune delle parole che mi sentii dire,
come se uccidere un figlio avrebbe fatto stare meglio me e
lui. Ma insieme arrivarono anche mille fratelli in aiuto, e
molte grazie: la prima fu mio marito, uno sposo fedele che
mi ha sempre sostenuta, poi l’amicizia di don Antonio e i
miei fratelli della comunità Neocatecumenale di Pomigliano
d’Arco. Anche mia Madre, mia sorella, mia cugina Teresa e
il mio ginecologo di fiducia mi appoggiarono. E come la
vedova molesta chiesi preghiere a tutti: «O la guarigione o
la grazia di portare una croce insopportabile».
Così il 26 ottobre del 2012 alle 11.08 nacque Benedetta.
Mi fecero un cesareo che fu molto doloroso, ma solo fisicamente. Conosco la mia debolezza, per questo in quei mesi
di gravidanza cercai di fortificarmi più che potevo con la
preghiere. Sentii che mentre entravo nella sala operatoria
con me c’erano anche le preghiere delle suore e dei
carmelitani e dei loro 150 conventi di clausura, che ad uno
ad uno avevo chiamato chiedendo di pregare. Entrò con
me l’Eucarestia presa tutti i giorni, le preghiere dei fratelli
della mia comunità, di mia madre, dei Servi di Cristo Vivo, di
quell’estraneo che mi regalò la sua medaglia miracolosa
dicendomi: «Questa me l’hanno regalata per la mia guarigione, io rinuncio alla mia guarigione per tua figlia!!!».
C’era anche la preghiera di quel funzionario del Comune,
che pianse con me dopo che mi avevano comunicato che
per Benedetta avevano preparato un loculo e che non c’era
una culla ad aspettarla. Entrai in sala operatoria più ricca
che mai. Alla nascita Benedetta piangeva e respirava da
sola. Fu una sorpresa per i medici che dicevano che sarebbe potuta morire subito. Benedetta poi era bella, non un
mostro come mi avevano detto i dottori. «Quando ti ho
operata e ho preso il viso di tua figlia tra le mani, ho pensato che non avevo mai visto una bimba così bella», queste
furono le parole piene di commozione del mio ginecologo.
Nel pomeriggio Benedetta ricevette il Battesimo. Don Antonio fu felicissimo di battezzarla e con lei c’erano la sua
madrina, il suo papà e tutti i medici e gli infermieri del reparto.
Michele per due giorni le ha cantato instancabilmente i
salmi tenendola per mano. E il 28 ottobre, alle ore 20.30,
Benedetta è nata in cielo, l’abbiamo accompagnata con i
salmi. Non so perché, ma l’unico che usciva dalla mia bocca era: «Esultate giusti nel Signore, ai retti si addice la lode».
Alle ore 20.00 i medici mi dissero che Benedetta sarebbe
vissuta ancora per 12 ore. In quel momento mia figlia era fra
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le mie braccia e le sussurrai: «Benedetta, amore di mamma,
se vuoi andare vai. Noi non ti tratteniamo, vai da Gesù e
digli che siamo felici di aver messo al mondo una bimba
speciale come te, che ci ha insegnato cos’è l’Amore».
Appena le ho detto questo, lei è spirata tra le mia braccia.
Ho la certezza della vita eterna ed ho la certezza che l’anima
è matura già quando una vita nasce in noi mamme. E che
l’anima di Benedetta era pronta, pregustava già la Gioia
Piena verso cui non ha esitato un attimo ad andare. Aspettava solo che fossi pronta io: voleva andarsene, ma voleva
che la salutassi amandola veramente.
Porto in me il dolore di aver perso una figlia che con i
seni pieni di latte non potevo allattare, ma questa non è
paragonabile alla felicità piena. Così quando penso a mia
figlia mi assale una gioia immensa e so che non viene da
me, è una una Gioia Donata. Ringrazio Dio che, come ha
combattuto con noi la “buona battaglia”, restandomi fedele nonostante le mie infedeltà. Spesso ci dicono: «Siete
stati coraggiosi», ma non è così, noi non siamo gli eroi di
una tragedia. Io sono un’indecisa, una debole. Per questo
di fronte a una Croce troppo pensante ci siamo aggrappati
con tutte le forze a Dio.
Il 30 ottobre, poi, fu celebrato il funerale. La chiesa era
stracolma di persone. Erano a centinaia e sembrava tutto
fuorché un funerale. Fu una festa con canti, cembali, bonghi,
chitarre, perché quando una persona cara muore si è umanamente tristi ma nella Gioia cristiana. Per questo quando
la piccola bara bianca entrò in chiesa cantammo un passo
del Cantico de Cantici: «Cercai l’amore dell’anima mia, lo
cercai senza trovarlo, trovai l’amore dell’anima mia l’ho
abbracciato e non lo lascerò mai». Benedetta aveva abbracciato il suo Sposo.
Ciò che mi fece più felice fu vedere alla fine della celebrazione le persone presenti dirci «grazie». Al funerale di mia
figlia nessuno mi aveva fatto le condoglianze. Un collega
di mio marito pianse dicendo che noi eravamo fortunati,
perché avevamo una cosa bellissima che lui non aveva.
Se mi pento di aver anche solo pensato di aprire la procedura per l’aborto, ora capisco che dovevo passare dal vedere quella realtà. Per dire a tutti che non esiste aborto che
sia terapeutico e che Benedetta poteva non nascere. Il nostro è stato un “NO” all’aborto, scandaloso per coloro che
dicevano che mia figlia doveva morire, perché non conforme alla “normalità”. Ma è proprio attraverso la “stoltezza
della Croce”, quella più assurda, che l’uomo può vedere la
resurrezione e dire «grazie» a Dio.
Benedetta ha fatto della sua vita una lode a Dio ed io come
madre non posso che provare gioia, perché un figlio si fa
per ricondurlo a Colui che lo ha creato. Al funerale abbiamo
regalato centinaia di segnalibri.
Dicevano così: «Mettere alla luce un bimbo, pur sapendo che deve morire ha un senso, abortire, anche quando ci
sono tutti i presupposti medici e legali per farlo, non impedisce al feto di morire come un “rifiuto”, senza nome e buttato chissà dove. Partorirlo significa donargli la dignità di
essere umano, con un nome e un’identità, anche se per
poche ore, significa battezzarlo e donargli la dignità di cristiano, significa farlo morire nell’amore dei genitori, dei
nonni, degli zii e dei familiari, tra le coccole, le cure e le
attenzioni di tutti, con un funerale e tutto quello che ogni
essere umano dovrebbe ricevere per diritto. Questo è il
senso per chi non l’avesse capito! Ciao Benedetta, la tua
famiglia è fiera di Te».
Benedetta ora giace e adagiato su di lei c’è un lenzuolino
ricamato dalla nonna su cui c’è scritto: «Benedetta Dono di
Dio».
Concetta Mallitti, 30 anni, di Napoli
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C a l a b r i a e t r a s p or t i
Spesso manca il servizio di aria condizionata persino sui
Frecciarossa !
Treni a rischio soffocamento
La denuncia dei segretari di Cgil, Flai-Cgil e Spi-Cgil di ritorno dalla
manifestazione di protesta a Roma contro il gruppo Fs
Calabria Ora
“Pochi ma buoni”? Non sempre.
Anzi, se si parla di treni in Calabria il detto non è affatto azzeccato.
A denunciare il solito dramma trasporti sono i segretari generali di
Cgil, Spi-Cgil e Flai di Reggio Calabria.
«I treni, destinazione Calabria, si contano sulle dita di una mano
e, nonostante siano così numericamente insufficienti - affermano non funzionano.
Ed è così che diventa normale soffocare sul treno.
Ed è quello che è capitato ai Segretari generali di Cgil Rc-Locri, Spi
Cgil Rc-Locri e Flai Cgil Rc-Locri che (protestato a Roma contro Fs)
hanno deciso di rientrare con il Frecciabianca 9877 Ro-Rc.
“Forse sarebbe stato meglio far ritorno a Reggio Calabria in
pullman ma si sa che il tragitto in strada, così come all’andata,
sarebbe stato infinito - aggiungono - e per motivi di lavoro non è
stato possibile replicare.
E allora, ci chiediamo? Sarà la vendetta di Moretti?
Dando per scontato il fatto che non siamo superstiziosi, possiamo dire che ci troviamo di fronte a
una situazione di disagio, di inefficienza e di sofferenza.
Rimanere chiusi dentro una carrozza completamente sigillata, in cui manca l’aria e vedere accanto bimbi che boccheggiano non è un “servizio evoluto” così come è stato garantito al momento
dell’acquisto del biglietto”.
Agli italiani, ai meridionali, non resta che lamentarsi; e chi cerca di protestate, viene pure rimbeccato di
essere poco civile.
Ed allora, da cittadino, mi chiedo: “si è incivili quando ti fanno viaggiare come in un carro bestiame? - dichiarano ancora - si è incivili quando non vuoi salire più in carrozza perché si soffoca o
pretendi che venga chiamato un tecnico alla stazione affinché venga risolto il problema?
La voce dell’annunciatrice tuona - in tono leggiadro –: “Chi viaggia con le Frecce, viaggia con
comodità!”
Una comodità poco vera se l’azienda mette in campo treni non realmente efficienti.
Però, quando un servizio si paga, si ha ancora il diritto che sia garantito ed effettuato in modo efficace.
Ma si sa… i sogni son desideri.
E con una politica aziendale che mette sempre più in secondo piano la Calabria, i cittadini italiani e i
viaggiatori forse…è arrivato il momento di reagire - concludono - di riacquistare un diritto, quello alla
mobilità, che ci è stato negato!
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C a l a b r i a e t r a s p or t i
Quei treni calabresi lenti e
sgangherati
Condizioni igieniche precarie e tanta ruggine Non un buon biglietto da visita per i
turisti
Alessia Truzzolillo - Calabria Ora
COSENZA - Lercio, oggettivamente e indiscutibilmente treno regionale che collega la costa con il capologo bruzio.
lercio!
Un mezzo che rimanda ad altri posti e altre povertà, per la
I sedili strappati e bisunti, la ruggine che mangia anche sporcizia, il cattivo odore, il rumore pericoloso di ferraglia
le viti, le porte quasi scardinate che sbattono pericolosa- che emette senza sosta.
mente ogni volta che il treno prende velocità e una patina
Che immagine rimanda un treno così?
nera, appiccicosa, che riveste ogni cosa come un’ombra
Sono le 22 e sembra che a bordo non vi siano turisti.
infetta.
Ma le facce dei calabresi presenti non sono meno disguSono le 22 di lunedì primo luglio, sul mezzo diretto a state di quella di un qualsiasi forestiero.
Cosenza si trova un maniDi più, sono mortificate.
Il diavolo fa le pentole, ma non
polo di viaggatori, la magE si ... perché è difficile
i coperchi!
gior parte dei quali è sceso
viaggiare su un treno così,
alla stazione di Paola dal
in mezzo a tanta sporcizia e
Sapete tutti che sulle piattaforme delle
Frecciargento, proveniente
a tale cattivo odore.
vetture con una tabella in bell’evidenza
da Roma, che ha segnato
Lo trasudano i sedili
si mostra il tracciato cui la vettura viene
quasi 50 minuti di ri-tarquell’odore stantio e
destinata ed utilizzata.
do.
dolciastro, proviene da
Sono tutti stanchi, nelle
quella patina nera e appicEra l‘epoca in cui Trenitalia lanciava la
orecchie hanno ancora
cicaticcia che riveste tutto.
notizia che sulle linee del Meridione
l’eco della protesta di una
E’ l’odore di un mezzo
si stavano utilizzando le nuove vecchio e abbandonato,
ragazza diretta a Reggio
Calabria che si lamenta con
che non viene pulito da
vetture ultramoderne.
il personale di bordo:
tempo immemore.
Ebbene la cartina illustrava il percorso
«Oggi all’andata ho dovuA cucire un’immagine di
Cuneo-Torino-Milano!
to cambiare treno (sempre
miseria così avvilente non
Avevano dimenticato si sostituirle prima
un Freccia, ndr) perché
vi è solo la colpa di accetc’era un guasto, adesso
tare gli scarti di vecchi tredi mandarle al Sud e spacciarle per nuove
questo ritardo, ma insomni, magari dismessi dal
ma ... non si può viaggiare
Nord, vi è anche il dolo di
così».
tenerli male, di offrirli agli
Il personale si scusa, il problema, dicono, non è dovuto utenti nelle peggiorni vesti e condizioni.
al treno ma alla linea (come se la cosa potesse avere imporA questo si unisce l’atavica incapacità di indignarsi detanza per il viaggiatore che ha pagato il biglietto e non è gli stessi calabresi.
tenuto a sapere se il committente ha pagato colui che ha
Anche se la misura sembra ormai colma la diga comincia
costruito all’epoca la vettura ! ndr).
a incrinarsi.
Che, tradotto in soldoni, la colpa è dei binari.
«Io ormai non viaggio più in treno - dice un uomo che
Insomma, al Sud “Le Frecce”, il primo cardine dell’alta accompagna sua figlia - ma quando mi capita mi pento
velocità di Trenitalia, sembra che smettono di fare onore al sempre».
proprio nome.
«Ma come possiamo fare a farci rimborsare il biglietto
Ma il problema non si limita a questo, ai ritardi dell’alta per il ritardo?», chiede un altro.
velocità, alle tratte improponibili, ai tagli, agli orari mancati,
«E io che mi facevo il problema di non fare in tempo a
ai salti mortali per raggiungere alcune località.
obliterare il biglietto. La prossima volta, a queste conAnche là dove tutto dovrebbe filare liscio, su una tratta dizioni, non mi pongo nemmeno la domanda», aggiunge
semplice come Roma-Paola Paola-Cosenza, le brutte sor- un ragazzo.
prese, le delusioni, non mancano.
E’ così che la Calabria accoglie chi arriva e chi torna a
A ritardo del Frecciargento si aggiunge la miseria del casa.
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Anno IX° nr. 6/7 Giugno-Luglio 2013
C a l a b r i a e t r a s p or t i
TAGLIO DEI TRENI. RISSA REGIONETRENITALIA: CHI IMBROGLIA DI PIU’ ?
zoom.sud.it
NOSTRO SERVIZIO - Dopo i tagli selvaggi dei
treni locali in Calabria, che significano un
arretramento ai tempi in cui nella nostra regione si
potevano spostare da un paese all’altro solo i più
ricchi, in una nota diffusa ieri Trenitalia apre una polemica, che a dir poco è frontale, con la Regione.
Manda a dire: “Non fate i furbi e non imbrogliate: i treni locali in Calabria li ha tagliati la
Regione e voi tentate di scaricare la responsabilità su Trenitalia”.
Ma la Regione, attraverso l’assessore ai trasporti
Luigi Fedele, praticamente rigira la frittata spiegando, di fatto, che i bugiardi sono quelli di Trenitalia.
Problema: chi è che racconta le bugie ai
calabresi?
Procediamo con ordine.
Trenitalia comunica ufficialmente «che ogni modifica all’offerta regionale compete esclusivamente al
committente, programmatore e finanziatore del servizio, ossia alla Regione, e non al gestore.
Le riduzioni dell’offerta sono state quindi decise
dalla Regione Calabria in coerenza alle disponibilità
finanziarie attualmente previste dalla stessa per il servizio regionale.
La valutazione di quali treni cancellare è stata condivisa tra Regione e Trenitalia».
Tradotto significa: i treni vanno pagati e se la Regione, cioè il committente, che ha la responsabilità
di programmare e finanziare il servizio, non ha quattrini per i treni, è colpa sua.
Se la Regione ci dice che è costretta a tagliare i
treni noi di Trenitalia non possiamo che condividere
la sua scelta, e infatti la scelta di “cancellare è stata
condivisa” tra noi e la Regione”.
Trenitalia non dice che quelli della Regione tirano
le pietre e nascondono la mano, ma la precisazione
è tipicamente studiata per mettere al loro posto i bugiardi.
Luigi Fedele però cade dalle nuvole.
Certo, la piglia alla larga e invece di ribattere a
duro muso - (come vi permettete?) - si dice d’accordo con «le preoccupazioni espresse da alcune
sigle sindacali inerenti qualsiasi tipo di riduzione dei
servizi».
Avverte che il problema si colloca in un «quadro
che vede i trasferimenti dallo Stato diminuire, ridursi
le risorse autonome a disposizione della Regione»,
frase questa che in realtà sembra giustificare i tagli
dei treni.
E aggiunge che «in questo senso, sono state valutate le prospettive di rilancio e della razionalizzazione
del trasporto»; cioè i tagli?
«Voglio ricordare - insiste Fedele - che in tema di
tagli ai treni regionali nessuna decisione è stata assunta da questa amministrazione, né tantomeno nessun atto ufficiale è stato sottoscritto dalla Regione
guidata dal presidente Scopelliti.
Proprio per questo, abbiamo convocato, domani
(cioè 11 luglio - ndr)a Catanzaro, un incontro con
le organizzazioni sindacali».
Sia chiaro. Noi di Trenitalia abbiamo poca fiducia
(giusto per usare un eufemismo) avendo verificato
che la società tratta il Mezzogiorno e la Calabria come
un parente povero e pezzente che pretende di campare a sbafo.
Detto questo, prendiamo atto che Fedele ha precisato che nessuna decisione è stata presa dalla “Regione guidata dal Presidente Scopelliti”.
Essendo certi che Fedele non vuole scaricargliela
a Scopelliti – tipo: lui la guida la Regione, che volete
da me? – resta la soluzione che possa aver deciso
una Regione non guidata dal Presidente Scopelliti;
anche se, francamente, l’esistenza di sarebbe una
scoperta imbarazzante.
Ma la cosa che ci preoccupa è che Fedele
c’avverte che il problema va collocato dentro i tagli
dei trasferimenti dello Stato alla Regione.
E ci assale un dubbio: li abbiamo i soldi per i treni
in Calabria?
Ma andiamo al botto finale: Fedele, con vago riferimento ai nuovi orari dei treni in Calabria, cioè ai
tagli, sostiene che “in questo senso, sono state valutate le prospettive di rilancio e della razionalizzazione
del trasporto”. Non vorremmo che alla fine il taglio
dei treni locali in Calabria non fosse altro che la “prospettiva di rilancio e della razionalizzazione del trasporto” e che i sindacati fossero stati convocati solo
per convincerli che non di tagli ma di rilancio si tratta.
Questo volevamo precisare perché se invece di
tagliare la stessa cosa si chiama rilanciare noi calabresi
sempre appiedati restiamo.
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Senza collegamenti pubblici
quale turismo?
Estate nella Piana senza trasporti pubblici - La Regione taglia le corse estive
GIUSEPPE MAZZÙ - Calabria Ora
Nella Piana, invece, non accade nulla di tutto ciò.
Quando viene l’estate per i collegamenti esistenti
Da
due anni , ormai, poiché la Regione ha eliminato
nella Piana, è come se si innestasse invece di una
marcia in più, per affrontare quella che viene definita il finanziamento relativo a tali servizi, le corse per il
“la vocazione turistica” estiva, la più bassa velocità mare non vengono effettuate; anche se, in fondo ,
possibile: chiudono le corse dei bus dedicate agli stu- considerato che i mezzi ci sono e rimangono fermi,
ed il personale pure, per
denti, ma che venivano
Con l’autostrada A3 colabrodo, con i
coprire i servizi ci vorutilizzate anche da altri
carburanti alle stelle, con i tempi dedidacati
rebbe poco...
alle ferie ridotti per la crisi economica è oro
tipi di passeggeri; si riche
cola
se
le
famiglie
scelgono
come
meta
Ma così come stanno
ducono i servizi nelle fala Calabria.
le cose, raggiungere le
sce orarie intermedie; si
Per questo molti potrebbero optare per il
spiagge, per chi non diriducono le corse che
treno.
spone di un mezzo profino a due anni fa colleMa se qui giunti rimangono prigionieri per
prio, costituisce un
mancanza di servizi pubblici, solo dei
gavano i centri
camicaze
potranno
scegliere
di
fare
le
ferie
grosso problema ed un
dell’entroterra con le
in Calabria.
motivo di esclusione dalspiagge di San FerBrava la Regione Calabria, così si attirano i
la possibilità di una bredinando, Gioia Tauro,
turisti!
ve permanenza giornaTonnara di Palmi e, nelliera sulle spiagge.
la parte più alta quelle di
Tutto sommato, forse, favorire la possibilità della
Bagnara.
In parole povere, dal momento che non vi sono frequenza delle località marine anche per le fasce
servizi alternativi, è come se si dicesse ai cittadini meno abbienti, potrebbe invece alleviare i bilanci
che dovrebbero usare il mezzo pubblico: attrezza- sanitari della Regione, dal momento che, fruire del
tevi con una macchina ed al mare andateci per con- sole e del mare, farebbe diminuire i casi di malattie
respiratorie, reumatiche ed invernali.
to vostro.
Senza contare l’aggravamento dei problemi legati
Qualche comune più sensibile ai problemi dei gioal traffico con le auto che assediano le spiagge. Tutvani, ed anche degli anziani,
si è ribellato a tale logica ed ha provveduto a tro- to ciò non sembra tenere conto delle esigenze non
vare soluzioni di tipo sociale, facendo accordi con solo dei cittadini residenti ma neanche di quelle dei
turisti, i quali non disponendo di mezzo proprio e
piccole cooperative o trasportatori locali.
In altri luoghi, forse, si troverebbe una soluzione mancando il servizio di taxi, sono praticamente imnon solo per i servizi per le spiaggie, ma anche per pediti negli spostamenti.
Si ha l’impressione che si stia passando da un sicollegare , per esempio, gli altri punti di attrazione
per la domanda di mobilità estiva, rappresentati dal- stema che pagava le spese di viaggio a chi veniva al
le località del Parco di Aspromonte, Gambarie in mare in Calabria ad uno che toglie la possibilità del
testa, ma anche Canolo, Zoma-ro, ed altri luoghi mare ai propri cittadini.
Forse è giunto il momento di riflettere su come
montani.
impiegare
bene le risorse e tutelare
Anche queste sono le mete del turismo estivo e
delle gite di persone e di intere famiglie della Piana in contemporaneamente cittadini e turisti assicurando
loro servizi di mobilità adeguati.
cerca di frescura.
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C a l a b r i a e t r a s p or t i
Gli stranieri promuovo l’Italia ma
pochi scelgono il Sud
Calabria Ora
ROMA Il turismo straniero
resta una risorsa per l’Italia con
flussi dall’estero che hanno permesso di garantire al settore la
tenuta, nonostante il forte calo
della domanda interna.
Un risultato importante, sebbene si registrino profonde differenze territoriali: solo il 13%
degli stranieri, infatti, ha scelto
una meta del sud dell’Italia.
A rivelarlo è uno studio
Confesercenti-Ref che fotografa lo stato
del turismo estero in Italia, esaminandone
aspettative e valutazioni.
Nella percezione dei turisti stranieri - segnala lo studio - il gradimento dell’Italia
resta altissimo: il voto medio complessivo assegnato al nostro Paese è 8,25.
Ma il Paese potrebbe reggere meglio alla
competizione internazionale, sempre più
agguerrita, se si dotasse di una politica del
turismo in grado di sfruttare le grandi
potenzialità del nostro territorio e del nostro patrimonio culturale e artistico.
Per Confesercenti «bisogna soprattutto lavorare per risolvere la questione Sud:
tematica cruciale per l’area, perché il settore del turismo rappresenta un ambito
di potenziale sviluppo di territori dove la
presenza industriale è più modesta, e in
grave sofferenza negli ultimi anni».
Gli stranieri tendono a privilegiare mete
nel Centro-Nord: Roma mantiene la testa
della classifica degli arrivi, seguita da Milano, Venezia e Firenze.
Per quanto riguardo le valutazioni specifiche, la Sardegna svetta nella cortesia
con un bel 8,71, ma è seguita da vicino da
Basilicata (8,67) Abruzzo e Campania
(8,61).
Chiude la classifica il Lazio con un 7,78.
Chiudono la fila - probabilmente a causa della scarsa promozione del patrimonio artistico - Calabria e Abruzzo.
Ma sulla cucina è il Sud a sbancare:
Abruzzo, Campania, Basilicata e Calabria
si fanno preferire a tutte le altre regioni con
voti che ruotano attorno al 9.
Voci dal Sud
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Anno IX° nr. 6/7 Giugno-Luglio 2013
(in)Giustizia
Denuncia lo stupratore, ma ...
viene arrestata!
DUBAI Sporge
mente licenziata dalla
Forse ... in Italia non sarebbe
denuncia per violenfiliale di Dubai della
accaduto,
ma
di
sentenze
aberranti
in
za sessuale e viene
società per la quale
materia
se
ne
sono
viste!
condannata a 16
lavorava, stando a
Una è quella della ragazza (mi pare
mesi di prigione.
quanto scrive la testaabruzzese) che è stata violentata da un
Secondo il tributa francese Rue89.
automobilista cui aveva chiesto un
nale di Dubai la «colLa condanna, invepassaggio, ma l’uomo è stato assolto
pa» di Marte Dalelv,
ce, è arrivata il 17 luperchè lei indossaba i jeans e, quindi
n o r ve ge s e di 2 4
glio: 16 mesi di prigiodeve essere stata PER FORZA
anni, è stata quella di
ne.
consenziente !
aver avuto una relaMentre il suo agUn’altra assurdità è la Legge che se
zione sessuale fuori
gressore, secondo
lo stupro è fatto da un gruppo non si
può arrestare lo stupratore !
dal matrimonio.
quanto racconta la
Nascerà il turismo in gruppo di
Anche se non si
giovane, sarebbe
stupro
come
esiste
il
turismo
trattava di una rapinvece stato condansessuale?
porto consensuale
nato a 13 mesi.
ma di una violenza
In attesa del prosubita.
cesso d’appello, che dovrebbe tenersi a setL’episodio risale al 6 marzo, quando la gio- tembre, la Dalelv si è rifugiata in una Chiesa
vane era uscita con dei colleghi durante un viag- norvegese nella città.
gio di lavoro.
Ma il suo caso, intanto, sta facendo discuteIl giorno dopo la Dalelv ha sporto denuncia re in Norvegia: il ministro degli Esteri Espen
ma, secondo quanto riporta la Bbc, i poliziotti Barth Eide ha dichiarato che «è strano che una
le avrebbero confiscato passaporto e portafo- persona che denuncia uno stupro sia congli.
dannata per delle azioni che da noi non sono
Qualche giorno dopo la ragazza era stata ac- nemmeno dei reati».
cusata di aver contratto una relazione sessuale
Per il momento, però, il Paese preferisce
fuori dal matrimonio e anche di aver consuma- aspettare: «Rischieremo di aggravare la sito dell’alcool.
tuazione prima del processo di appello», ha
Ciliegina sulla torta ... E’ stata immediata- spiegato la responsabile del ministero.
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