36 SABATO 4 MAGGIO 2013 CENTRO LODIGIANO il Cittadino SANT’ANGELO n IL SINDACO CRESPI HA ANNUNCIATO TOLLERANZA ZERO CONTRO I SACCHI NERI INCIDENTE A CAVENAGO Rivoluzione nella raccolta rifiuti: da lunedì cambia il porta a porta Aveva travolto un ciclista e l’aveva ucciso: viene assolto Nuovo calendario per il ritiro dell’immondizia: si passa a un giorno solo per il “secco” e a più giri per umido e carta ROSSELLA MUNGIELLO n Per una città «più civile, pulita e decorosa» e per abbassare i costi del servizio a carico dei cittadini. Sono gli obiettivi della “piccola rivoluzione” sulla raccolta dei rifiuti in partenza lunedì e rilanciata ufficialmente a Palazzo Delmati ieri mattina con una conferenza stampa, dopo la massiccia campagna di sensibilizzazione avviata nelle scorse settimane. Al tavolo dei relatori, il sindaco della città Domenico Crespi, l’assessore all’ecologia Mario Vicini e gli esperti dell’Astem Carlo Ferrari e Stefano Migliorini. Con la città divisa in due zone, la A, che comprende il centro storico, e la B, che invece contempla la circonvallazione e le frazioni, anche i calendari di raccolta saranno due, con i rifiuti da esporre solo dopo le 21. Per il centro storico, i giorni «X» saranno il lunedì (secco e umido), il mercoledì (carta e plastica) e il giovedì (vetro, lattine e umido); per la zona B, invece, il martedì (umido, vetro e lattine), il mercoledì (carta e plastica), il giovedì (secco) e il venerdì (umido). Ottimizzata la raccolta del secco, un giorno anziché due come in precedenza, ai condominii con un numero di famiglie superiore alla decina sono stati distribuiti dei bidoni carrellati da 110 litri ciascuno per la raccolta di umido e vetro e a tutta la città sono arrivati gli opuscoli informativi, realizzati in sei lingue differenti (italiano, romeno, albanese, arabo, francese e inglese) e i calendari con i dettagli della raccolta, mentre nei giorni scorsi è stata effettuata la distribuzione dei contenitori per vetro DALLA PRIMA PAGINA Sono troppi quattro ospedali nel Lodigiano ciò, si continua a non intervenire in profondità, a livello strutturale, per eliminare sprechi enormi di risorse e la loro inefficiente ed irrazionale distribuzione. Permettetemi una parentesi: chi è stato in Africa, non sono un esperto ma mi è capitato alcune volte in questi anni di veder là alcuni ospedali, immediatamente capisce cosa voglia dire realmente povertà di risorse. Altro che in Italia, altro che nel Lodigiano! In buona parte questa storia delle risorse che non ci sono è una menzogna colossale che serve a coprire l’incapacità e la negligenza nel risolvere problemi annosi, tutt’ora causa di sprechi; una voragine senza fondo. La seconda breve osservazione, con il rischio di essere semplicistico e quindi frainteso (ma ci vorrebbe il tempo di una relazione), mi permette di entrare concretamente nella realtà sanitaria della nostra Provin- LE NOVITÀ Il sindaco Crespi (al centro) con gli addetti Astem hanno presentato le modifiche al servizio per i rifiuti e umido. «Spiace che si siano create delle code alla Sala Girona, ma avevamo chiarito che i contenitori erano riservati alle nuove famiglie residenti e a chi ancora non avesse avuto l’occasione di ottenerli, perchè vanno benissimo per il servizio anche quelli distribuiti negli anni precedenti - ha spiegato il sindaco che ha poi lanciato il cambio di passo - : partiamo il 6 maggio con questa piccola rivoluzione e ringrazio Astem per la presenza di oggi e per la collaborazione di questi mesi, insieme agli assessori Ferrari e Pisati, che hanno seguito la partita in precedenza, e ora Mario Vicini con il consigliere delegato Roberto Milani». Aboliti i sacchi neri, da Palazzo Delmati e Astem è arrivato chiaro l’altolà a chi non si attiene alle regole: «I sacchi trasparenti sono essenziali per il controllo e per il conferimento negli impianti» ha chiarito Carlo Ferrari, mentre il sindaco ha ribadito che i sacchi neri non saranno raccolti. Tolleranza per circa 15 giorni, poi via alle sanzioni per i “furbetti“. cia. Cosa significa quanto ho detto qualche minuto fa, applicato alla sanità lodigiana? A premessa di tutto, concordo sul fatto che uno degli obiettivi fondamentali della programmazione sanitaria, disatteso grandemente, avrebbe dovuto essere lo spostamento di risorse dall’ospedale al territorio. Da qua derivano alcune semplici cose: - Per un piccolo territorio omogeneo, insistere nella inconcepibile separazione fra ASL e Azienda Ospedaliera rappresenta il primo e maggiore ostacolo ad una diversa allocazione delle risorse e si oppone alla possibilità di trasferirne parte sui servizi territoriali. Al posto di migliorare, la situazione è peggiorata. Ci sono ancora numerose realtà in cui, per l’assenza di un’assistenza sanitaria a domicilio, la gente non può far altro che ricorrere, impropriamente, al pronto soccorso. Un esempio per capirci bene: per piccole prestazioni, ad esempio medicazioni o cambio di cateteri, se non esiste la rete del volontariato, non c’è altro da fare che andare in ospedale. Eppure ci sono esperienze nuove, già in atto anche in Italia, a dimostrazione che l’alternativa è possibile. - Ancora: ma come si fa a trasferire risorse sul territorio se, nonostante documenti ed appelli che personalmente ricordo da anni, si persevera con una organizzazione ospedaliera lodigiana che assorbe quasi tutte le CAVENAGO DALLA PROVINCIA RAPINA IN POSTA, I SUDAMERICANI VENGONO ASSOLTI VERIFICHE SULLA MAXI DISCARICA DI CAVENAGO n Due cognati 31enni del Salvador residenti all’epoca a Monte Cremasco sono stati assolti dal tribunale di Lodi, per mancanza di prove, dall'accusa di aver partecipato alla rapina alle Poste di Cavenago del 12 giugno 2009, che fruttò 335 euro. C.R.A.., era stato arrestato pochi giorni dopo per un assalto simile a Crema, A.P.F. aveva lasciato invece un’impronta sullo scooter rubato usato per l’assalto. Ma, evidenziano tra l’altro i difensori Gianluigi Bonifati di Lodi e Massimo Lipani di Milano, le testimonianze non erano chiare. n La Provincia di Lodi interviene per sottolineare che si è già attivata per la verifica delle caratteristiche del terreno sui cui poggia la discarica di Cavenago. Dopo aver verificato l’impossibilità di affidare le verifiche ad Arpa, sono in corso contatti con il Politecnico di Milano: il 9 maggio si terrà un incontro per definire i termini dell’eventuale contratto di consulenza. A quel punto, tutta la documentazione sull’impianto di Ecoadda sarà trasferita al Politecnico, compresa la relazione del Comitato No Ampliamento, che rivela dati innovativi sulla portanza. risorse economiche ed umane, con sprechi notevoli ed, oltretutto, con un’offerta qualitativa mediocre in alcuni settori. Non siamo purtroppo soli in Italia nel continuare in questa follia. Vi basti un dato: 180 ospedali per acuti in Inghilterra, 400 in Spagna, 800 da noi! Per la Provincia di Lodi, nonostante alcune modifiche positive, ancora quattro ospedali classicamente intesi, con una fatica impressionante ad imboccare cambiamento, razionalizzazione, specializzazione, costruzione di una rete vera fra i quattro Presidi (non a parole!) e tanto altro. Non posso in tale sede scendere, non sarebbe neppure giusto, nei particolari. Il messaggio di fondo però è questo: conosco bene la realtà, sono ogni giorno sul campo, con tanti altri amici conserviamo la passione che va oltre a quanto ci è richiesto e posso dire che diverse sono le responsabilità del non cambiamento, in parte possibile anche nella vigente, seppur non condivisa, legislazione lombarda. C’è la responsabilità delle Direzioni Generali che si sono succedute, alcune completamente avulse dal territorio, che hanno fatto scelte inconcepibili (sulle strutture e sugli uomini: e mi fermo qua, non posso andare oltre). In questi ultimi anni però, per onestà intellettuale, mi pare che l’ostacolo principale a modifiche sostanziali dell’organizzazione ospedaliera, non sia da ascrivere alla mancanza di volontà dell’attuale dirigenza. Bisogna purtroppo affermare, per amore della verità, che la non collaborazione di molti medici ed infermieri (non tutti fortunatamente) nel sentirsi parte di una dimensione provinciale, appare un ostacolo insormontabile: non è più possibile arroccarsi su posizioni acquisite, a volte privilegiate, opponendosi a qualsiasi forma di innovazione nel modo di lavorare, per una migliore offerta di servizi ai cittadini. Spesso, durante la giornata in ospedale, mi chiedo: ma noi sanitari, toccati poco dalla crisi, ci rendiamo conto di quanto c’è fuori? Tutti abbiamo parenti, mariti, mogli, amici senza lavoro: a casa disoccupati! Eppure si va avanti, in diverse occasioni, imperterriti a non cambiare, a non aiutare a ridurre sprechi e disservizi! Una delle frasi più frequenti: “non tocca a me far questo”. Lascio a voi immaginare le conseguenze. Infine, importantissima, la responsabilità della politica, delle amministrazioni pubbliche che, illogicamente, senza alcuna base scientifica, contro ogni pronunciamento della letteratura, si oppongono a modifiche dei nostri ospedali, a migliorare situazioni a volte pericolose per i pazienti. Chi è addetto ai lavori sa a cosa mi riferisco: in particolare alla distribuzione dei pronti soccorso (ancora tre nel lodigiano!), n Nessuna prova certa che l’automobilista avrebbe potuto evitare la morte di Marius Lazar Brancu: è finita con un’assoluzione “perché il fatto non costituisce reato” la vicissitudine giudiziaria di un automobilista 49enne cremasco residente a Lodi, G.Z., processato per omicidio colposo perché alle 19 del 25 ottobre 2006 un romeno di 25 anni residente a Cavenago d’Adda si schiantò con la bici contro il suo suv e morì in ospedale dopo due giorni di agonia, per un gravissimo trauma cranico. Decisiva, tra le prove emerse nel processo, la testimonianza di un professionista che quella sera marciava, con la propria auto, subito dietro quella dell'imputato: «Ho visto quel ciclista spuntare all'improvviso dalla pista ciclabile. Fossi stato qualche metro più avanti, l'avrei investito io». La tesi difensiva dell'avvocato Miriam Montini di Casale, infatti, è che il ciclista si fosse schiantato contro la fiancata sinistra dell'auto in marcia. Il suv, un Volkswagen Touran, procedeva da Mairago verso Lodi e l’impatto era avvenuto al rondò di Caviaga: il ciclista, proveniente dalla frazione e diretto verso il centro di Cavenago, si era immesso sulla semicarreggiata in uscita dal rondò proprio mentre passava l’auto pesante oltre due tonnellate. La vettura era stata dissequestrata dopo poche settimane e nel 2010 il pm Caterina Centola aveva chiesto l’archiviazione del conducente. Tra l’altro dopo il sinistro erano stati anche interrogati tre esponenti della Provincia di Lodi perché la segnaletica dell’attraversamento della ciclabile risultava carente. Il gup invece aveva mandato a giudizio l’automobilista cogliendo, dalla perizia della procura, la constatazione che il suv poteva tenersi più a destra mentre percorreva il rondò: forse in quel modo, secondo il gup, il ciclista sarebbe riuscito a fermarsi. Ma questa per il giudice è solo un’ipotesi astratta. C. C. alla parcellizzazione dei blocchi operatori, ai doppioni di specialità con casistiche modeste, ed altro ancora… Chiedo e dico, con rispetto, agli amministratori, a tanti di loro anche con l’amicizia che ci lega da anni: perché persistete in queste battaglie senza senso, perché non volete capire che ci sono situazioni che non sono un servizio ma un pericolo per i malati e grande spreco di risorse, altrimenti impiegabili? Una battuta, forse semplicistica: se fossi un sindaco pretenderei servizi territoriali all’avanguardia, possibilità di avere la diagnostica di base e gli ambulatori specialistici vicini a casa (quelli si!), ma non mi intrometterei certamente, spesso contrastandola, per una diversa organizzazione della gestione delle urgenze, dei casi gravi medici e chirurgici, se debbano esserci uno, due o tre pronti soccorso/punti di primo intervento o se invece è giusto che alcuni siano chiusi, quali reparti vanno potenziati e quali ridimensionati, ecc. Scusate la franchezza ma spesso manca anche la competenza per discutere di queste cose. Termino qua, ho forse abusato troppo del tempo. Spero solo di aver dato qualche spunto per la discussione ma soprattutto per la riflessione che, mi auguro, siamo disponibili a proseguire oltre queste mie considerazioni. Costantino Bolis