L A F ONTANELLA
27 maggio 2012 - Anno 1 - Numero 2
S.M.S. “ A. Mariani” - Via Fontana della Rosa 159 - 00049 Velletri (RM)
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FINALMENTE LA NEVE
… TUTTI A CASA !!!
Muscedere G. 2C, Monti G. 2C,
Proietti A. 2C, Bessi F. 1F
Sommario:
pag. 01 = Finalmente neve … tutti a casa
pag. 02 = Carnevale libero sfogo al divertimento
pag. 03 = Gita classi terze
pag. 08 = Visita Fosse Ardeatine
pag. 09 = Orientiamoci per il futuro
pag. 09= AVIS: una scelta generosa
pag. 10 = Dimmi come cammini…
pag. 10 = Microcitemia
pag. 10 = Briciole di buon senso
pag. 11 = Anche tu puoi diventare un campione
pag. 12 = Arti marziali
pag. 12 = Rugby
pag. 13 = Vi presento Velletri…
pag. 14 = Tutti al cinema
LA FONTANELLA – Anno 1 n.2
Nella nostra città durante il mese di febbraio si è verificato
un calo notevole delle temperature e ciò ha fatto sperare
noi ragazzi nella possibilità che al più presto ci sarebbe
stata un’abbondante nevicata. In realtà, l’abbondante
nevicata c’è stata, ma i fiocchi hanno raggiunto solo la
capitale. Roma è una città dove la neve è un evento
insolito e quindi i disagi sono stati causati dalla scarsa
organizzazione che richiederebbe questo tipo di situazione
e una nevicata così non si vedeva dal 1985. Nonostante che
sui Castelli non sia nevicato tanto, siamo stati molto
contenti della leggera nevicata che ha imbiancato i nostri
paesi. Abbiamo potuto giocare tutto il giorno preparando
pupazzi di neve. A causa di questa emergenza neve, le
scuole sono state chiuse per precauzione, il fine settimana
(fortunatamente). Anche se la neve non è stata abbondante
come noi speravamo, molte contrade della montagna sono
rimaste isolate per il ghiaccio che si è formato sulle strade
e molti di noi che abitano in quelle zone non hanno potuto
partecipare all’uscita didattica al Teatro “Sistina”
organizzata dalla scuola. A prolungare qualche giorno di
vacanza ha contribuito “grazie alla neve” il guasto
all'acquedotto del Simbrivio. Per molti è stato un evento
eccezionale che ci ha dato l’occasione di trovarci in
famiglia trascorrendo il tempo al calduccio, magari vicino
al caminetto e giocando con un gioco da tavolo.
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Carnevale
libero sfogo
al divertimento
Manciocchi J. 1 F
Quest'anno il carnevale della nostra scuola è
stato allietato dalla festa svoltasi il 20 febbraio
nell'aula magna della scuola media De Rossi.
I ragazzi prima di entrare hanno dovuto
pagare 2.00 euro e l'incasso della festa verrà
utilizzato per comprare materiale scolastico. I
partecipanti sono stati intrattenuti con musica
e con cibarie di vario tipo tipiche del carnevale
veliterno (frappe e castagnole), ma anche con
patatine, pop corn, tanti dolci e bevande. La
cosa più bella di questa festa è stata la
partecipazione, oltre che dei ragazzi, anche
dei professori del nostro Istituto, che sono
intervenuti con coloratissimi e strani costumi,
come la prof. Izzo travestita da Brucaliffo, il
simpatico personaggio di Alice nel Paese delle
Meraviglie e il prof. Piacentini che sul più bello
della festa ha indossato un cerchietto con le
orecchie da topolino. Abbiamo avuto anche la
partecipazione di due ragazzi travestiti da
simpatiche donne, con tacchi, parrucche,
vestito leopardato e trucco appariscente. La
prof. Troiani era travestita da figlia dei fiori,
tipica degli anni '70. L'affluenza degli alunni
della Mariani non è stata molto numerosa,
infatti è stata maggiore la partecipazione dei
ragazzi della De Rossi. Alla fine della festa
“tutti con la ramazza!”; professori e bidelli
hanno pulito l'aula magna compreso il nostro
vicepreside, il professor Piacentini. L'anno
prossimo speriamo di essere di più, ma per
quest'anno ci siamo comunque divertiti un
sacco!
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Primo giorno tra bambole
e giocattoli d'epoca
Leoni L. 3C
Il 17 Aprile noi ragazzi delle classi terze siamo
partiti per visitare diversi luoghi affacciati sul Lago
Maggiore. Ci aspettava un viaggio di circa dieci ore
che, tra risate e scherzi, sono trascorse
velocemente. Appena arrivati, abbiamo conosciuto
Linda, la guida che ci avrebbe accompagnato
durante la nostra permanenza in questi luoghi. Il
nostro programma prevedeva come prima “tappa”
la visita del Castello di Angera, situato sulle sponde
lombarde del Lago Maggiore. La sua posizione
geografica permetteva ai soldati, in epoca antica, di
avere una visuale vasta sul territorio. La guida ci ha
spiegato che la Rocca apparteneva inizialmente ai
Visconti, ma nel 1449 fu conquistata dai Borromeo.
Il castello ospita il Museo della Bambola e del
Giocattolo. Una sezione è dedicata ai giocattoli
francesi e a quelli tedeschi del XIX secolo, un'altra
sala conteneva quelli di provenienza extraeuropea.
Quest'esperienza è stata interessante perché
abbiamo osservato i modelli di bambole e giocattoli
utilizzati dai bambini nel corso del tempo, ma anche
“ terrificante” perché alcuni avevano aspetti
inquietanti. Alla fine della visita al Castello, ci siamo
diretti verso l’albergo che avrebbe ospitato la nostra
classe insieme alla 3A, 3D, e tutte le classi terze
della De Rossi. Le classi 3B, 3E e 3F alloggiavano
in un altro albergo sulla riva opposta del Lago
d’Orta. Stanchi del lungo viaggio ci siamo ritirati
nelle nostre stanze, ma l'euforia non ci ha
permesso di addormentarci velocemente: chi
chiacchierava sottovoce, chi rideva istericamente,
chi faceva scherzi telefonici... Alla fine abbiamo
ceduto a Morfeo consapevoli della giornata che ci
avrebbe aspettato il giorno dopo.
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Orta e San Giulio: Tra acqua e fumo
Mariani S. 3C
Il secondo giorno abbiamo visitato Orta e l'Isola San
Giulio, situata sul lago d'Orta. Il tempo non ci ha
accompagnato molto, infatti alla fine della giornata
siamo tornati in albergo bagnati fradici. Inizialmente
con l'autobus e poi a piedi ci siamo recati sul lago
d'Orta dove la nostra guida Linda, aspettando il
traghetto che ci avrebbe portati sull'isola, ci ha
illustrato la storia del lago e dell'isola . Orta è un'isola
che sorge sull'omonimo lago. Essa è sempre stata il
centro principale della Comunità della Riviera. La città
ebbe un sistema di fortificazioni distrutto nel 1311 e
mai ricostruite. Questa ha subito un solo saccheggio
nel 1524 da parte degli Sforza. Arrivato il traghetto ci
siamo recati sull'isola San Giulio. L'isola è denominata
San Giulio perché la leggenda narra che una volta essa
era dominata da un grosso serpente che aveva
distrutto ogni cosa. Ma quando un santo di nome
Giulio si avvicinò al lago stendendo la mano scacciò gli
animali che lo minacciavano. Su quest'isola abbiamo
visitato il Santuario delle monache Benedettine di
clausura.
La
basilica,
inizialmente
romanica,
successivamente è stata trasformata in stile Barocco.
A causa della forte pioggia siamo stati costretti ad
andarcene e tornare al punto di partenza per andare a
pranzo in un ristorante nelle vicinanze. Il pomeriggio
saremmo dovuti andare al Sacro Monte di San
Francesco, la cui realizzazione è stata voluta da San
Carlo Borromeo, però a causa della pioggia siamo stati
costretti a fare una sorta di giro turistico con l'autobus,
fino a quando la guida ci ha portati nella chiesa di
Maria Assunta. Questa chiesa è in stile romanico
soprattutto all'esterno, mentre all'interno è stata
trasformata in Neoclassica. Al suo interno troviamo,
sull'altare, un affresco che si pensa attribuibile al
Caravaggio. Su una una colonna di questa chiesa
troviamo uno dei pochissimi affreschi ancora presenti
in Italia che rappresentano la Trinità con tre teste. Il
motivo della sua poca presenza in Italia, è perché a
suo tempo, siccome si pensava che queste pitture
rappresentassero qualcosa di malvagio, sono state
distrutte. Terminata la visita, siamo tornati in albergo,
dove, mentre ci stavamo preparando, la nostra amica
Laura con le sue abilità da parrucchiera è riuscita a far
scattare l'allarme antincendio a causa della piastra
che è restata troppo tempo accesa. Questo
inizialmente ha scatenato la terza guerra mondiale,
però poi, tra gli strilli e le urla del professor Piacenti e
della professoressa Troiani, si è ristabilita la calma.
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3° GIORNO - ESPATRIO FELICE: LOCARNO e ASCONA
Cimini V. 3C Matano M.R. 3C Fabrizi L. 3C
Il terzo giorno abbiamo varcato il confine andando
in Svizzera. Eravamo tutti eccitati perché molti di
noi uscivano dall'Italia per la prima volta e quindi
non sapevamo cosa aspettarci. Dopo un'oretta di
viaggio siamo arrivati sotto ad una specie di ponte
ovvero la dogana. L'autista è sceso dall'autobus per
far controllare i documenti e siamo ufficialmente
entrati in Svizzera. Ci siamo subito resi conto che la
Svizzera dalla parte del cantone italiano è, in realtà,
molto simile al nord Italia e quindi la nostra voglia di
cercare di parlare qualche parola di francese è
stata completamente delusa perché la maggior
parte della gente parla italiano. Però la differenza
che abbiamo notato subito è stata quella dei prezzi,
infatti, poiché la moneta è il franco e non l'euro, i
prezzi sono inaccessibili e non è stato possibile
comprare nulla; quindi tutti i genitori che si
aspettavano la famosissima cioccolata svizzera
hanno dovuto rinunciare per cause di forza
maggiore. In Svizzera abbiamo visitato due piccole
cittadine: Locarno e Ascona. Appena arrivati a
Locarno ci siamo diretti al centro storico dove per
circa
mezz’ora
abbiamo
potuto
visitare
autonomamente il posto e fare piccoli acquisti di
souvenir e specialità gastronomiche.
Abbiamo sfruttato il più possibile la libertà che ci è
stata concessa e abbiamo girato per la piazzetta
ridendo come pazzi, scattando foto con i professori,
che si sono divertiti quanto noi.
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Ascona è un'altra cittadina svizzera molto simile a Locarno,
della quale abbiamo visitato il centro, ma le cose che
ricordiamo di più sono sicuramente l'ombrello e la pioggia che
scendeva incessantemente. Dopo aver visitato Ascona siamo
ripartiti alla volta dell'Italia e abbiamo pranzato a Cannobio.
Dopo il pranzo, di cui per decenza non diciamo il menù, siamo
andati a Pallanza e abbiamo passeggiato lungo il lago
fotografando il monumento dedicato a Luigi Cadorna,
Maresciallo d'Italia, e inoltrandoci nel boschetto di Villa Giulia
dove abbiamo potuto ammirare piante secolari di straordinaria
bellezza, tra cui la canfora, particolarmente profumata, e un
immenso rododendro fucsia. Dopo una giornata così piena di
emozioni ma anche faticosa per il tanto camminare, tutti
soddisfatti, siamo tornati all'albergo.
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Dalle tre perle del lago
Maggiore ai balli sfrenati
Palma C. 3C Muscedere G. 3C
Il quarto giorno dopo aver fatto “un'abbondante”
colazione abbiamo preso l'autobus e siamo andati
a Stresa per poi prendere i traghetti e visitare le tre
isole del lago Maggiore. Arrivati a Stresa ci siamo
imbarcati sul primo traghetto per visitare l'Isola
Bella così chiamata in onore di Isabella, una dei
membri della famiglia Borromeo. L'Isola, ricca di
vegetazione, presenta vasti giardini all'italiana
abbelliti da fontane, prospettive architettoniche e da
statue rappresentanti fiumi, venti e stagioni.
Vitaliano I Borromeo fu il primo a progettare un
incredibile palazzo su questa isola e la sua
costruzione venne iniziata nel 1632 da Carlo III
Borromeo dedicato alla moglie Isabella D'Adda.
L'Isola Bella che apparteneva alla famiglia
Borromeo è passata nelle mani dei figli che
terminarono la costruzione e fecero diventare il
palazzo luogo di feste e rappresentazioni teatrali
per la nobiltà europea. Nel palazzo aperto alle
visite si possono ammirare saloni e camere
riccamente arredati e decorati. I giardini offrono alla
vista un’incredibile varietà di piante esotiche. Oggi
nei vasti giardini del palazzo ci sono delle
magnifiche specie di uccelli come pavoni e fagiani
che hanno attirato l'attenzione delle nostre
macchinette fotografiche. L'isola venne ristrutturata
in modo da trasformarla in una fantastica nave
dove la prua era il castello e la poppa la parte dei
giardini a terrazze. All'ora di pranzo abbiamo
ripreso il traghetto e siamo sbarcati sull'Isola dei
Pescatori una delle poche che non appartiene alla
famiglia Borromeo, caratterizzata da un piccolo
centro abitato con case a più piani, piazzette e
vicoli stretti. Qui, in attesa del pranzo, ci siamo
sbizzarriti a comprare tutto ciò che ci capitava tra le
mani. Al ristorante abbiamo spazzolato tutto ciò che
c'era nei piatti nonostante la monotonia del menù. A
fine pranzo ci siamo imbarcati di nuovo e con la
stanchezza che iniziava a farsi sentire, siamo
arrivati all'Isola Madre. Quest'isola è la più grande
delle tre isole e la più ricca di giardini fioriti. Nel
Cinquecento vi fu costruito un grande palazzo con
all'interno immense collezioni di porcellane e un'
esposizione, unica in Italia, di “teatrini delle
marionette”. Il palazzo è circondato da enormi
giardini ricchi di animali e volatili e un grandioso
salice che a causa di un alluvione all'inizio del 2000
è stato scaraventato a terra e sono riusciti a salvare
solo una parte ed oggi è sorretto da dei cavi
d’acciaio.
LA FONTANELLA – Anno 1 n.2
Dopo avere visitato le tre perle del lago Maggiore siamo
tornati a Stresa dove con l'autobus abbiamo fatto ritorno in
albergo. Nel tragitto eravamo tutti stanchissimi ma ci siamo
subito ripresi quando il professor Piacentini ci ha detto che
saremmo andati in un “disco pub” per divertirci e ballare. Così
dopo cena ci siamo incamminati e arrivati in questo pub
nessuno aveva il coraggio di buttarsi in pista, ma una volta
ambientati ci siamo ammucchiati tutti e abbiamo ballato fino
allo sfinimento; abbiamo anche avuto l'onore di ballare con i
professori. Verso le undici siamo dovuti tornare in albergo
dove ognuno è entrato nelle proprie stanze per preparare a
malincuore le valigie per la partenza del giorno dopo; e poi
tutti a nanna.
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San Carlone protagonista di
felicità, paura e angoscia.
Mariani S. 3C
L’ultimo giorno, dal punto di vista meteorologico, è stato
il più bello, in quanto ci ha dato modo di riprenderci dal
brutto tempo dei giorni precedenti. Prima di andarcene
definitivamente abbiamo visitato la statua di San Carlo
Borromeo che si trova nella città di Arona, essa è
comunemente conosciuta come: ‘’San Carlone’’. La
progettazione di questa statua venne ideata da Giovan
Battista Crespi, venne poi modificata in seguito da Siro
Zanella di Pavia e Bernardo Falcoli di Lugano che
realizzarono il colosso in lastre di rame battute a
martello, unite tra loro da chiodi e tiranti in ferro. L’opera
fu conclusa nel 1698. Il San Carlone è una statua alta 35
m. E’ possibile accedere al suo interno attraverso delle
scale a chiocciola e ripide scale verticali, che ci
conducono fino alla testa, dove, attraverso occhi,
orecchie e naso è possibile ammirare il paesaggio
sottostante. A tal proposito durante la visita si sono
verificati alcuni problemi, perché alcuni miei compagni,
inconsapevoli che le scale da chiocciola diventassero
improvvisamente ripide, sono saliti nella statua senza
sapere che la discesa sarebbe avvenuta come la salita e,
di conseguenza, si sono fatti prendere dal panico, però
alla fine in un modo o nell’altro sono comunque riusciti a
scendere. Una volta terminata la visita ci siamo rimessi
in viaggio verso casa, con felicità ma allo stesso tempo
angoscia perché sapevamo che questa sarebbe stata
l’ultima gita passata con i nostri compagni di classe e con
i nostri professori.
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VISITA ALLE FOSSE ARDEATINE
A CONTATTO CON LA STORIA
Cimini V. 3C Fabrizi L. 3C
Il 24 febbraio noi ragazzi della 3C, con le classi 3B, 3D,
3E, siamo andati a visitare le Fosse Ardeatine.
Prima di andare sul luogo, però, abbiamo partecipato ad
una conferenza, tenuta presso la nostra scuola da alcuni
componenti dell'Associazione Partigiani, uno dei quali,
ci ha parlato dell'occupazione tedesca durante la Seconda
Guerra Mondiale, per poi arrivare all'azione di via
Rasella e quindi all'eccidio nelle cave. Questa è stata
l'unica gita per la abbiamo incontrato la guida a scuola;
infatti nel sacrario non si può parlare a voce alta per
rispetto ai defunti e così al nostro arrivo eravamo già a
conoscenza di che cosa andavamo a vedere.
Appena arrivati ci siamo trovati davanti un cancello
molto particolare: interamente in bronzo, realizzato dallo
scultore Mirko Basaldella, in cui la forma contorta sta a
significare l'orrore umano della tragedia.
Siamo poi entrati nel piazzale d'ingresso, dove abbiamo
visto una statua dello scultore Francesco Coccia, che
raffigura il modo in cui le persone, legate, venivano
portate a cinque a cinque nelle cave. Nel piazzale, ci è
stata ripetuta la storia dell'eccidio, e già lì, in quel luogo
così suggestivo, abbiamo provato un'emozione
particolare, probabilmente anche fatta di paura e di
dolore.
Subito dopo siamo stati portati nelle cave, dove sono
scavate delle lunghe gallerie, che portano alle due
caverne nelle quali sono avvenute le uccisioni, ed è stato
in quel momento, che tutti abbiamo provato angoscia e
pena, al solo pensiero che 335 persone avevano perso la
vita.
Poi siamo entrati nel sacrario dove si trovano le 335
tombe, sistemate in file, nelle quale le persone sono state
messe secondo l'ordine in cui erano state uccise. Su 12
tombe abbiamo trovato scritto “ignoto” e ci è stato
spiegato che li sono contenuti i resti di persone di cui
ancora non è stata scoperta l'identità. Il nostro pensiero è
andato ai parenti delle vittime, al dolore che hanno
potuto provare quando hanno scoperto il modo in cui
erano stati uccisi i loro cari.
Poi abbiamo visitato il Museo delle Fosse Ardeatine,
dove sono conservati documenti, cimeli e fotografie che
raccontano la storia di Roma da quando è stata occupata
dai tedeschi l'8 settembre 1943 alla sua liberazione il 4
giugno 1944.
COSA SONO
LE FOSSE ARDEATINE?
A Roma in via Ardeatina il 24 marzo 1944 furono
uccise 335 persone. Ciò accadde perché già da tempo i
nazisti occupavano Roma e altre volte c'erano stati
tentativi di ribellione da parte degli abitanti.
il peggiore fu l'azione di via Rasella: Il 23 marzo 1944
un gruppo di 16 partigiani, appartenenti ai G.A.P, attuò
in pieno giorno un attentato contro un reparto di SS che
si trovava in marcia in via Rasella. I partigiani
appostarono una carica esplosiva, nascosta in un
carretto, che esplodendo avrebbe dovuto causare pochi
morti; invece, poiché i tedeschi avevano in tasca altre
bombe, si generò una reazione a catena che le fece
esplodere tutte: furono uccisi così 32 tedeschi.
Hitler decise che, per rappresaglia, sarebbero stati uccisi
10 italiani per ogni tedesco morto. Furono presi 320
prigionieri dal comando delle SS in via Tasso e nel
carcere di “Regina Cieli”. Furono aggiunti gli altri
quindici perché nel frattempo morì un altro tedesco
rimasto ferito, e gli altri cinque presi in soprannumero.
A conclusione della visita ciascuno di noi ha apposto una
firma sul libro dei ricordi, messo lì per ricordare il
passaggio di tante persone che, vedendo questo luogo,
hanno potuto scoprire una parte così brutta della storia
del nostro Paese e provare dei sentimenti molto forti.
Così, con il cuore colmo di tristezza per la crudeltà che
può manifestare l'uomo verso i propri simili, siamo
tornati a casa più consapevoli, ma fiduciosi che in futuro
non si ripeta lo stesso orrore.
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L'ECCIDIO
ORIENTIAMOCI PER IL FUTURO
L'eccidio delle Fosse Ardeatine fu attuato
di nascosto in alcune cave di pozzolana il
24 marzo 1944 dalle SS di Roma, sotto il
diretto controllo di Kappler, capo delle SS
tedesche. Le persone venivano portate
legate a cinque a cinque all'interno della
cava e uccise con dei colpi di pistola alla
base della nuca. Si pensa che le ultime
persone siano state uccise con colpi di
mitra in base alle condizioni dei resti
trovati. Dopo l'eccidio le cave furono fatte
saltare in aria con delle mine per
nascondere tutto.
Leoni L. 3C Mariani S. 3C
Ogni anno i ragazzi della terza media vengono invitati a scegliere la
scuola superiore e quest'anno è toccato a noi. La terza media dal
nostro punto di vista è uno degli anni più importanti della vita,
perché contribuisce a formare il futuro di noi ragazzi. Non tutti a
tredici anni hanno le idee chiare su quello che vogliono fare, per
questo i professori organizzano delle visite alla scuole superiori per
farci conoscere cosa offre il territorio e permetterci di fare una scelta
il più possibile adatta alle nostre potenzialità e aspettative.
Inizialmente abbiamo ricevuto la visita dell'I.S.I.P. “U. Tognazzi''
(Alberghiero). Gli insegnanti dopo averci spiegato che la scuola
alberghiera è consigliata agli appassionati di cucina, ricevimento e
sala bar, ci hanno detto di fare la scelta appropriata perché si
ripercuoterà sul nostro futuro: i ragazzi che scelgono la scuola
alberghiera devono essere ben consapevoli che il loro lavoro li
impegnerà quando la maggior parte delle persone saranno in
vacanza.
Successivamente i professori del Liceo Scientifico e Classico, sono
venuti nella nostra scuola per illustrarci le discipline e i progetti del
loro Istituto. Ci hanno spiegato che nelle loro scuole non si praticano
molte attività laboratoriali, ma che sono improntate soprattutto sullo
studio teorico delle materie.
Per quanto riguarda le scuole ad indirizzo tecnico, siamo andati a
conoscere gli Istituti Vallauri, Battisti, Cederna. Qui abbiamo svolto
delle attività nei laboratori e nelle palestre, come per esempio: tiro
con l'arco, arrampicata sportiva, ping-pong, ceramica, informatica,
elettronica, fisica, chimica, ed altri. Grazie a questi incontri, io e la
mia amica, abbiamo capito che la scuola adatta a noi è il Liceo
Scientifico. In alcune di queste scuole gli insegnanti hanno tenuto a
sottolineare la superiorità e qualità del loro indirizzo rispetto agli
altri presenti sul territorio. Del resto la pubblicità è l'anima del
commercio e quale migliore occasione dell'ORIENTAMENTO può
renderlo più palese?
AVIS: UNA SCELTA GENEROSA
Mascolo G. 3 F
Giovedì 29 marzo ci siamo recati alla sede AVIS di Velletri, per affrontare un problema importante: la donazione del
sangue.
Il sangue non si può produrre artificialmente in laboratorio, ma è molto importante perché serve in grande quantità
per esempio durante le operazioni chirurgiche, come i trapianti di cuore. Ne necessitano anche le persone
talassemiche, le quali avendo un grave deficit di emoglobina, possono sopravvivere solo grazie a continue trasfusioni.
Inoltre sacche di sangue da trasfondere sono indispensabili in caso di incidenti stradali, sul lavoro o altro.
Ci hanno spiegato che la specie umana è suddivisa in quattro gruppi sanguigni principali: A, B, AB, 0.
Una compagna ha letto una lettera inviata all’AVIS locale dall’associazione malati di talassemia, nella quale si
ringraziavano i donatori di sangue per la loro sensibilità e il loro altruismo.
I relatori hanno sottolineato la pericolosità del fumo e le sue conseguenze sulla salute; ci hanno caldamente consigliato
di non fumare, perché questa brutta abitudine non è necessaria per sentirsi grandi e farsi accettare dal gruppo.
Sebbene i cittadini di Velletri contribuiscano con le loro donazioni in maniera cospicua (la sede AVIS di Velletri
occupa il quarto posto in Italia per sacche raccolte), la quantità di sangue donato in Italia è ancora insufficiente a
coprire le richieste.
Le scuole di Velletri di ogni ordine è grado da diversi anni hanno aderito a questo progetto dell’AVIS, consentendo a
molti alunni diventati ormai adulti di essere dei donatori. Anche noi ricorderemo questa esperienza con la speranza che
un domani potremo far parte di questa grande famiglia AVIS.
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Dimmi come cammini
e ti dirò chi sei
Microcitemia
Mariani S. 3 C
Petrella A. 3C Muscedere G. 3C
Quest'anno la nostra scuola insieme all'associazione
Lions Club Velletri si è occupata di prevenzione
posturale nei giovani; questo screening è stato voluto,
organizzato e realizzato soprattutto da Nicolò Donato,
responsabile del progetto Lions Club
Velletri “
L'adolescenza: un bene da tutelare – Una corretta postura
per
una
sana
crescita
dei
giovani”.
Per una settimana medici e tecnici sono stati ospitati
nella nostra scuola per sottoporre tutti gli studenti ad uno
screening sui difetti posturali, hanno aderito all'iniziativa
anche alcuni docenti.
Ci è stato spiegato che la prevenzione delle alterazioni
posturali e l'esame baropodometrico per la diagnosi di
piattismo, piede cavo, dismetria e scoliosi sono molto
importanti per la qualità della vita dei giovanissimi.
I risultati delle indagini diagnostiche sono stati
comunicati ai genitori degli alunni interessati,
direttamente dai medici.
Ci auguriamo che questa collaborazione possa ripetersi
negli anni futuri, perché la scuola oltre ad essere il luogo
preposto alla formazione intellettiva, è importante che si
occupi anche della salute di chi la frequenta.
Tutti gli anni nella nostra scuola, per gli alunni di terza media,
viene organizzato un prelievo del sangue per diagnosticare la
microcitemia nella popolazione giovanile. Quest’anno è
toccato a noi. Quando noi alunni di terza abbiamo studiato la
genetica, i professori di scienze hanno tenuto a soffermarsi
sull’argomento che riguarda le malattie trasmissibili
geneticamente; tra queste abbiamo la microcitemia che
consiste nell’alterazione della forma dei globuli rossi. I nostri
insegnanti ci hanno spiegato che nel momento in cui avviene
l’unione tra un uomo e una donna se uno di questi è affetto da
microcitemia e l’altro no, non c’è rischio che venga trasmessa
una malattia detta “Anemia Mediterraneo” o “Talassemia”,
mentre se entrambi i genitori sono microcitemici c’è la
probabilità del venticinque per cento che nasca un figlio
malato di anemia mediterranea. I professori ci hanno poi detto
che noi ragazzi avremmo fatto il prelievo per lo screening
della microcitemia. A questa notizia una buona parte degli
alunni, in particolare le ragazze, hanno incominciato ad avere
paura, perché preoccupate per il prelievo del sangue. Per
informare le famiglie ci sono stati consegnati dai professori di
scienze degli opuscoli dove si parlava dell’anemia
mediterranea e dell’importanza della sua prevenzione.
Il 20 marzo, giorno del prelievo, mezza scuola era in agonia
per la paura di una “piccola punturina”, che alla fine si è
rivelata innocua, ma allo stesso tempo molto importante per il
nostro futuro. Un in bocca al lupo ai ragazzi che lo faranno
l’anno prossimo.
Briciole di buon senso
Ruggero E. 3 B – Matano M. R. 3 C
Parliamo di un problema frequente nei ragazzi “l'obesità”. Questo accade per una alimentazione sbagliata. E importante controllare
il peso e mantenersi sempre attivi. Quando manteniamo il nostro corpo in forma anche la mente funziona meglio, la giornata scorre
con maggiore energia. Anche a scuola tutto sembra più semplice(non ci credete?), con gli amici ci si diverte di più....Perché?
Semplice, ci sentiamo a nostro agio. Il nostro peso corporeo rappresenta l'espressione tangibile del bilancio energetico tra entrate e
uscite caloriche. L'energia viene introdotta con gli alimenti ed è utilizzata dal corpo sia durante il riposo (per mantenere in funzione
i suoi organi, quali cervello, polmoni, cuore, ecc...) sia durante l'attività fisica (per far funzionare i muscoli). Se si introduce più
energia di quanta se ne consuma, l'eccesso si accumula nel corpo sotto forma di GRASSO, determinando un AUMENTO DI PESO
oltre la norma; se invece si introduce MENO ENERGIA di quanta se ne consuma, il corpo utilizza le sue RISERVE di GRASSO
per far fronte alle richieste energetiche. Quantità eccessive di grasso corporeo costituiscono un pericolo per la salute, soprattutto per
il rischio di insorgenza di alcune malattie. L'eccesso di peso dovuto al grasso, determina gradi di OBESITA' diversi. Altrettanto
grave, anche se meno diffuso, è il problema della MAGREZZA.
Infatti, quando le riserve di grasso sono eccessivamente ridotte e non si introduce sufficiente energia con il cibo, il corpo, per far
fronte alle richieste energetiche, è obbligato a intaccare i propri muscoli e organi interni. Successivamente molte funzioni
metaboliche e endocrine vengono compromesse e nei casi più gravi può sopravvenire la morte. La magrezza patologica va quindi
prevenuta e combattuta. Mantenere il peso nella norma è più facile con uno stile di vita attivo rispettando semplici regole di
comportamento alimentare. La troppa massa grassa può comportare gravi problemi tra i quali le disfunzioni cardiocircolatorie, il
diabete mellito di tipo 2, patologie a carico del sistema osteo-articolare, ictus, sindrome da apnea notturna e alcuni tipi di tumore.
E’ proprio alla nostra età che dobbiamo imparare a nutrirci correttamente, controllando le quantità e variando il più
possibile gli alimenti che assumiamo.
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Anche tu puoi
diventare un campione ...
Palma C. 3C – Centra M. 3C
Giovedì 8 marzo presso la sede De Rossi, si è
tenuta la manifestazione “Incontro con i
campioni”. A quest'incontro hanno partecipato
tutte le classi terze della scuola. Rita De Cesaris,
campionessa di velocità nell'atletica leggera, è
stata accolta con un grande applauso ed
entusiasmo.
Dopo essersi presentata, l'incontro è iniziato con
la visione di un DVD che mostrava le varie
specialità dell'atletica leggera: salto in alto, salto
in lungo, salto con l'asta, marcia, maratona,
lancio del peso, lancio del giavellotto, lancio del
disco e del martello. La De Cesaris è orgogliosa
di rappresentare l'esercito italiano con il grado di
Caporale Maggiore scelto durante le gare di
atletica
leggera.
Dopo
questa
breve
presentazione, tutti gli alunni hanno avuto
l'opportunità di rivolgerle delle domande:
“E' stato importante il ruolo del tuo allenatore?”
“Si, è stato fondamentale. Ho cambiato vari allenatori e attualmente
ho il piacere di essere allenata da Marta Oliva che è una mia
coetanea e riesco molto facilmente a relazionarmi con lei”.
“Quante ore al giorno ti alleni?”
“In genere 6 ore al giorno, ma all'avvicinarsi di una gara devo
ridurle, per non avere i muscoli troppo sotto sforzo.”
“Cosa pensano i tuoi genitori e i tuoi amici di questa tua
carriera?”
“I miei genitori, in particolare mio padre, mi sostengono sempre. I
miei amici fortunatamente mi capiscono perché spesso sono stanca
per uscire.”
“Cosa ne pensi sull'utilizzo degli integratori?”
“Sono contraria al loro utilizzo, preferisco mangiare di tutto, ma in
giuste quantità.”
“Hai mai avuto momenti di crisi dovuti alla stanchezza?”
“Si, mi capita spesso ma cerco di non perdere mai di vista il mio
obiettivo e torno ad allenarmi.”
“I tuoi prossimi obiettivi quali sono?”
“I miei prossimi obiettivi sono le Olimpiadi di Londra e mi allenerò
a più non posso per essere scelta.”
“Come hai capito che l'atletica era uno sport adatto a te?”
“ Il mio professore di educazione fisica ha scoperto le mie doti nella
velocità. Grazie al suo sostegno ho partecipato alle olimpiadi della
gioventù e da lì sono diventata sempre più brava.”
“Cosa ne pensi del doping?”
“Purtroppo è uno degli aspetti peggiori dello sport e penso che non ci
sia cosa più bella di vincere con le proprie forze e non con l'aiuto di
sostanze dopanti”.
Dopo questa breve intervista ci ha incoraggiato a praticare qualsiasi sport perché fa bene alla salute e aiuta a
socializzare. Rita De Cesaris ci ha dimostrato che tutti possono essere dei campioni in qualsiasi disciplina,
basta prefiggersi un obiettivo e cercare a tutti i costi di raggiungerlo.
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ZONA ARTI MARZIALI
RUGBY
Muscedere G. 3C
Baroni D. 1D
Si è soliti individuare le origini del Karate nel
metodo di combattimento indiano che venne
introdotto dal 28° patriarca buddista Daruma Taishi,
poi si trasferì in Cina e si stabilì nel tempio Shao-lin
e qui iniziò ad insegnare tecniche di respirazione ed
altri esercizi che sono alla base delle moderne arti
marziali. La tecnica di combattimento arrivò ad
Okinawa dove si narra che si sviluppò
definitivamente quando i giapponesi invasero l'isola
e vietarono ogni arma.
Il karate si divide in più stili, perché quest'arte si
diffondeva oralmente e quindi alcuni maestri lo
hanno cambiato adattandolo alle loro esigenze; lo
stile che noi pratichiamo si chiama Wado-ryu ( che
letteralmente significa “Via della pace”). Noi
pratichiamo anche lo Shoto-kan che è un altro stile.
Il nostro maestro, Luca Nicosanti, è molto
conosciuto a livello internazionale perché allena la
Nazionale Italiana per ragazzi diversamente abili;
per questo la nostra palestra è frequentata anche
da loro. Tutti noi abbiamo imparato a rispettare
questi ragazzi e svolgiamo le nostre attività senza
alcuna discriminazione, anzi quando hanno delle
difficoltà li aiutiamo. Come dice il nostro maestro
abbiamo molto da imparare da loro.
La nostra società è conosciuta anche per la vittoria
di un torneo svolto a “San Sebastian”, in Spagna,
dove il maestro ha portato con sé 22 atleti. In
questa competizione i nostri atleti sono arrivati
primi, superando Spagna, Francia e Germania.
Il 1° Aprile c'è stata anche una gara anzi un Trofeo:
Il trofeo Talarico, l'anno scorso avevamo già vinto e
quest'anno abbiamo rimesso il Trofeo di nuovo in
palio. Per fortuna l'abbiamo riconfermato facendo
294 punti con 21 primi posti 6 secondi e 6 terzi.
Martedì 3 aprile c'è stato un importante evento: “La
Pasqua Paraolimpica” dove c'erano moltissime
scuole della capitale e a cui ha preso parte anche
Daniele De Rossi. Per concludere devo dire che
questo sport è uno dei più belli al mondo e penso
proprio che per me sia lo sport più adatto.
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Ciao, sono Daniele e gioco a rugby da 3 anni. Questo sport
non è molto conosciuto a differenza del calcio. E’ infatti
poco praticato e seguito solo da veri appassionati. Il rugby
è uno sport con caratteristiche di fairplay. Infatti, benché il
rugby possa sembrare uno sport violento a causa del
contatto fisico tra i componenti delle due squadre
avversarie, sono rigorosamente rispettate le regole del
gioco sul campo e sugli spalti.
Durante gli anni trascorsi nella scuola di Tevola insieme
alla scuola elementare di Casale, abbiamo formato una
squadra per partecipare al torneo con tutte le squadre
scolastiche di rugby d'Italia. In questo torneo si
affrontavano 6 squadre. Siamo arrivati quarti anche se, in
proporzione, le squadre non erano così forti. Oltre a quel
torneo ho disputato, con la squadra del Segni, un altro
torneo dove su 16 squadre siamo arrivati quarti perché
abbiamo perso due partite essenziali che ci hanno impedito
di salire sul podio. Mi sono appassionato così tanto al
rugby che io e mio padre insieme alla professoressa
Stefania Troiani e alla sua famiglia, siamo andati a vedere
la partita Italia Scozia allo stadio Olimpico di Roma. La
partita è stata vinta dall'Italia 13-6 con fiati e kilt sospesi,
di conseguenza non abbiamo preso il cucchiaio di legno,
che è assegnato per umiliazione alla squadra che ha perso
tutte le partite del “Sei Nazioni”: Italia, Francia, Irlanda,
Galles, Scozia, Gran Bretagna.
Nonostante la mia giovane età, questo sport mi regala
grandi emozioni, sia nel praticarlo attivamente che come
spettatore.
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Vi presento Velletri....!!
Colonnelli G. 1D
Il mio paese si chiama Velletri; è una cittadina
abbastanza grande e sorge alle pendici del Monte
Artemisio. E' densamente popolata soprattutto nelle zone
di campagna.
Velletri è di origine volsca ed i numerosi resti
archeologici come le urne cinerarie ed altri utensili sono
conservati nel Museo Civico che ospita anche la copia
della famosa statua della Pallade Veliterna, conservata al
Louvre.
Il suo centro storico è molto grazioso articolato fra
piazzette e vie antiche, dedicate a personaggi e martiri
veliterni. Le piazze principali sono tre: Piazza Garibaldi,
Piazza Cairoli, Piazza Mazzini ed in ognuna di esse vi
sono delle fontane molto particolari.
I monumenti più importanti sono la stupenda Torre del
Trivio, Porta Napoletana e la Cattedrale di San Clemente
che è il patrono del paese; infatti il 23 Novembre in
occasione della festa del patrono si svolge una fiera
caratteristica.
Velletri è una cittadina ben organizzata sia dal punto di vista delle
vie di comunicazione, ad esempio possiede una stazione ferroviaria
che la collega alla capitale Roma, sia dal punto di vista scolastico.
Ci sono molte scuole materne, elementari, medie ma soprattutto
istituti superiori e per questo molti studenti di paesi limitrofi
frequentano la nostra città.
Io amo molto Velletri, con le sue tradizioni cittadine, il dialetto, i cibi
caratteristici come ad esempio: “ La zuppa di cavoletti” e “ I carciofi
alla matticella” di cui sono golosa. A maggio, in occasione della festa
della Madonna delle Grazie, si svolge una lunga processione con i
ceri, nel centro storico, a cui partecipo molto volentieri insieme a
mia madre.
Purtroppo la mia città ha anche dei problemi ad esempio quello del
traffico, infatti ogni mattina devo alzarmi molto presto per arrivare
puntuale a scuola. Un altro grave problema è la raccolta dei rifiuti
perché ancora non è stata attivata la raccolta differenziata e per
questo si nota che c' è poco rispetto dell'ambiente. Malgrado tutto
ciò, per me Velletri è una città magnifica e sono felice di viverci...!!
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TUTTI AL CINEMA !
QUASI AMICI
Cimini V. 3C, Fabrizi L. 3C
Quasi amici è un film ispirato ad una storia vera, in cui due mondi apparentemente lontanissimi si incontrano, creando
un rapporto basato su un'amicizia particolare e strana, ma anche speciale. Dopo un incidente in parapendio che lo ha
paralizzato, il ricco aristocratico Philippe assume Driss, come suo badante personale, un ragazzo di periferia, molto
povero, appena uscito di prigione, con problemi economici in famiglia. Driss va a vivere nella lussuosissima casa di
Philippe la cui vita monotona e rigida verrà completamente stravolta. Driss, che sembrava la persona meno adatta,
riuscirà a sbloccare il malinconico e triste Philippe facendogli fare cose che non avrebbe mai pensato di far . Le loro
vite cambieranno completamente, e anche Driss, che era stato un ragazzo pieno di problemi e senza regole, trova un
amico al quale aggrapparsi nei momenti di difficoltà e con il quale parlare di tutto. Grazie alla loro amicizia le vite di
entrambi miglioreranno e riusciranno a realizzare i loro sogni: Philippe si sposerà e avrà due figli, Driss diventerà un
importante imprenditore, si sposerà e avrà tre figli.
IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A RIGHE
Di Blasi E. 1 B
Bruno è un ragazzo di 8 anni , figlio di un ufficiale tedesco nazista. A causa del lavoro del padre, la famiglia si
trasferisce in una zona isolata, confinante con un campo di concentramento. Bruno trascorre le sue giornate tra lo
studio con un insegnante privato e giochi nelle vicinanze della casa.
Un giorno, spinto dalla curiosità di conoscere la fattoria che ha visto nei paraggi, ignora i divieti della madre e decide
di soddisfare il suo desiderio di conoscenza.
Arrivato alla recinzione, incontra un bambino della sua stessa età, di nome Shmuel, che vive dall'altra parte del filo
spinato. Nei giorni successivi i due bambini si incontrano per giocare, nonostante siano divisi dal filo spinato.
Nasce tra loro una sincera amicizia, che porterà Bruno ad aiutare il bambino con il pigiama a righe a ritrovare il padre
all’interno del campo di concentramento. Il drammatico epilogo aiuta a riflettere sulla complessità del contesto storico,
che ha avuto riscontri in ogni aspetto della vita.
LA RAGAZZA DRAGO - L'EREDITA' DI THUBAN
Muscedere G. 2C
Sofia è una ragazza di tredici anni che da sempre vive in un orfanotrofio, con una paura matta dell'altezza. Ha i capelli ricci color
carota, molte lentiggini e gli occhi verdi ma la cosa fisica più strana che vede in sé è un piccolo neo verde che ha al centro della
fronte e che nemmeno i dottori riescono a spiegarsi. Lei guarda Roma attraverso il cancello di quella costruzione infernale, finché
un giorno non la adotta un allegro professore di antropologia di nome Schlafen e la porta in una casa sul lago costruita intorno ad un
albero antichissimo. Il professore sembra conoscere molte cose del passato di Sofia, un passato lontano e molto oscuro nonché
magico e segreto, che le ha impresso sulla fronte quello stano neo verde in segno dell'eredità dell'ultimo drago vissuto:Thuban, il
drago che sconfisse e imprigionò al centro della terra Nidhoggr il feroce drago alato. Dopo trentamila anni Nidhoggr si sta
risvegliando essendo così una minaccia per tutto il mondo ma soprattutto per Sofia che deve sconfiggerlo. Quest'ultima incontrerà
molti amici e amiche, come Lidja che all'inizio ritiene antipatica ed egoista, ma che alla fine diventa la sua migliore amica, anche
lei con un neo (questa volta rosso cupo ) e anche lei una “portatrice” di draghi la quale la aiuterà nella faticosa impresa di salvare il
mondo.
Questo libro fantasy mi è piaciuto molto perché Sofia, inizialmente timida e spensierata, alla fine si rivela una ragazza piena di
coraggio e di amore per le persone.
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n.2 del 27 maggio 2012 - Sito web:www.ic