Coscienza - Ragione - Verità
S a t ir a , P ol i t ic a , S oc i e t à e C o s t u m e a B u te r a
Numero 5, marzo 2008
E I BUTERESI? CHE FARANNO?
SEMPRE Più CONFUSIONE! SEMPRE Più MESCOLATO E’ IL MINESTRONE
GOVERNA UN INTERESSE: MANTENERE AD OGNI COSTO LE POLTRONE!!!
SOMMARIO
La bella ed il bestiale
L’uovo di Pasqua
Voce al cittadino
Liberi o schiavi!
La storia dei pupi
e pupari continua
2
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3
3
4
PER IL LETTORE
Si è costituita l’associazione
culturale Branciforte.
Facciamo un appello ad aderire per istituzionalizzare
la forza delle idee, delle
buone
intenzioni,
dell’impegno singolo e collettivo per dare un contributo costruttivo alle sorti della
nostra società!
“AVVICINATEVI”!!
Siamo su
Internet!
Collegatevi al sito:
www.associazionebranciforte.it
e ne saprete molto di più!
Tutti
i
numeri
dell’opuscolo sono già nel
sito!
CONSULTATELO!!
Cerchiamo di risolvere
il rebus! L’anno scorso i
componenti del MPA buterese, il movimento di
Lombardo per intenderci,
per le amministrative hanno fatto un’alleanza con
l’allora democratici di sinistra. In verità non è una
novità per gli autonomisti
fare manovre da testacoda, così come è avvenuto
nella città di Vittoria o
nella città di Messina, allorquando si sono alleati
con i comunisti solo perché il centro destra non
ha concesso loro di scegliere il nome per la candidatura a sindaco. Oggi,
tuttavia, Raffaele Lombardo, il leader autonomista,
si trova candidato a Governatore della Sicilia per
il centro destra, al quale
chiede i voti, contro un
centro sinistra che candida Anna Finocchiaro.
Queste
incoerenze
all’interno dello stesso
movimento non ci sorprendono più, siamo vaccinati, la politica ci ha
ormai preparati a tali trasmigrazioni. Ma ci saremmo aspettati che Lombardo, in linea con la sua
nuova posizione, avesse
dettato ai “suoi”, a livello
territoriale in Sicilia, di
abbandonare le amministrazioni di sinistra, là
dove ancora le sorreggono. Perché non è possibile
pensare che Lombardo
oggi chieda i voti degli
appartenenti al centro
destra quando ancora in
molte realtà locali, gli
appartenenti al suo movimento tengono poltrone nelle amministrazioni
del centro sinistra. A
meno che non lo abbia
gia fatto ma è stato
snobbato dai suoi amici.
Od, infine, dobbiamo
pensare, ed è così, che
“le poltrone” hanno un
fascino, hanno un potere, hanno una forza attrattiva e quant’altro,
che la semplice coerente
appartenenza non può
superare! Due sono le
cose: o Lombardo allontana tutti gli aderenti del
MPA che hanno ruoli
nelle amministrazioni di
sinistra, o questi amministratori comunisti, vestiti di autonomisti, non
hanno il diritto di chiedere il voto per Raffaele
Lombardo! E’ una questione di coerenza!
Questo è il rebus che
bisogna risolvere! Non lo
faranno certamente gli
amministratori autonomisti che sorreggono
amministrazioni comuniste e di sinistra, perché
sono talmente incollati
alle poltrone che nemmeno si faranno sfiorare dalla problematica politica,
ma i buteresi
devono
riflettere prima di entrare
nell’urna elettorale per
esprimere la loro scelta,
che è una scelta importante a causa del putiferio
politico che sta investendo l’Italia, la Sicilia e molte realtà locali. Il voto è
l’unico strumento che la
gente, il popolo, in piena
libertà, possiede per potere esprimere tutto ciò
ha da esprimere. Le elezio ni
ra p pre se nta n o
l’unico evento che ci permette di scegliere. E da
questa scelta dipende
tutto il nostro futuro. Mi
riferisco soprattutto ai
giovani, che, in virtù della
loro formazione sicuramente più emancipata
rispetto i genitori, devono
farsi portavoce nelle loro
famiglie,
guidando
l’espressione del voto
verso la coerenza, la dignità, la libertà! Altrimenti
passerà il messaggio che
è lecito il comportamento
politico degli autonomisti
buteresi che vivono solo
di poltrone. Gli associazionismi
finalizzati
all’esercizio del potere per
il tornaconto hanno solo e
sempre creato distruzione. Non permettiamo
che ciò si verifichi an-
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www.associazionebranciforte.it.
Numero 5, marzo 2008
Ti osservo! Non è che ti ammiri, ma sempre ti osservo,
la faccia, i capelli, il corpo, le vene ed ogni tuo nervo!
Perché un po’ nervoso lo sei! Se la mente ti sganascia,
una sola cosa si può fare: a tracolla metterti la fascia!
E tu contento sorridi, ti senti felice, forte e glorioso,
così ti sediamo sul trono e ritorni tranquillo al riposo!
Che forza però! Quando sali sul ring per farti valere,
mi prende l’orgoglio di essere vice di questo belvedere!
Non è presunzione, né modestia, né tanto meno banale,
“la bella ed il bestiale”
dire che assomigliamo a “la bella ed il bestiale”!
Mai ci staccheremo! La nostra grande e forte unione
nessuno la può discutere, perchè ci legano le poltrone!
Noi furbi ci mettiamo un po’ a destra e un po’ a sinistra
il popolo non capisce: comanda solo chi amministra!!
Ora che mi sovviene, guardando te in grande posa,
ispirerò l’amministrazione a distruggere ogni cosa!
Così tu, con la tua grande forza e da vero comunista,
lavorerai per pochi eletti, te lo dico io un’autonomista
che di questo modo di fare sono una vera scienziata,
non a caso quest’amministrazione è un’ammucchiata!!!
Il poeta ribelle
L’Uovo di Pasqua
Pasqua è arrivata e l’uovo abbiamo aperto!
Non c’era una sorpresa, ma solo un reperto!
Sorpassato, antico, vetusto ed inefficiente,
che grande delusione proverà tutta la gente!
Quest’anno la Pasqua prelude una scadenza sociale e politica molto importante. Pertanto l’atmosfera religiosa del periodo non può non sentire l’influenza del momento sociopolitico in questione. Forse è anche un bene se si pensa
che la politica non “dovrebbe” prescindere dall’essenza cristiana e dai valori che la cristianità promuove e dai quali
non ci si deve mai distaccare. Quindi dal simbolo pasquale
per antonomasia, che è l’Uovo di Pasqua, ci saremmo aspettati una vera “sorpresa”. La sorpresa è qualcosa che,
come dice la stessa parola, deve sorprenderci, deve essere
qualcosa di nuovo, qualcosa che non ci aspettiamo, che ci
deve portare piacevolezza e felicità, che ci deve portare
bene, che deve essere il mezzo per cambiare le cose che
non vanno, che deve migliorare le persone, la società, la
vita! Abbiamo aperto l’Uovo di Pasqua! Ed altro che sorpresa! C’è la solita “sorpresona”, che vuol dire la sorpresa in
persona! Il solito candidato! Il solito Gino! Ecco la sorpresa!
Svanisce così ancora una volta l’opportunità! Che non è
l’opportunità per chi si candida, ma è l’opportunità per i
buteresi di potere scegliere un rappresentante capace di
garantirli e soddisfare i bisogni di un’intera comunità. È
strano come il partito democratico, che sta promuovendo il
rinnovamento in tutt’Italia, si dimentichi proprio del comune di Butera! È il momento che i buteresi dimostrino il dissenso per l’abbandono cui sono stati rilegati dai potentati
del partito democratico!
F.B.
Il grillo parlante
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO —- VOCE AL CITTADINO
gentilissima persona, ma adesso basta è venuto
il tempo di cambiare e credo che ci siano molte,
molte persone in grado, all’altezza o anche superiori! P.S. comunque non ero una di quelle!
Butera Web! Che orrore!!
Sono “Peppino 18” , non mi era capitato in passato di
scrivere o fare denunce sociali, tuttavia, dopo le vicissitudini vissute successivamente alla mia iscrizione al sito
dei buteresi, ne avverto la necessità. Come possiamo
definire il sito Butera web? Bello? Riportante argomenti
interessanti? Aperto a tutti? Imparziale?? Non è vero!!
È solo un sito di parte e nient’altro. A riprova di
questa affermazione racconto la mia esperienza. Giorno
22 febbraio mi sono iscritto al sito ed ho espresso delle
considerazioni sulla candidatura, alle prossime elezioni
provinciali, di un buterese………., niente di particolare o
di personale per carità, solo commenti di carattere politico, ma dopo circa dieci minuti è stato bloccato il nick
(Peppino 18) a seguito di uno scambio di battute con
un certo “Apo” e poi con l’amministratore del grande
sito, i quali deduco siano la stessa persona. Giudicate
voi stessi dal colloquio che riporto:
•
•
•
Peppino 18 — è arrivato il momento di ritornare
a lavorare….. DOPO 10 ANNI, nel bene o nel male, ancora, ancora, ancora. << Lascia un po’ di
spazio!>> Non penso che nel partito dei compagni nessuno vuole candidarsi. P.S. Poveretti i
compagni del partito!!!
Apo — tu forse non hai capito niente. Guarda
che Gino è un gentiluomo, una bravissima persona, onesto lavoratore, che si mette a disposizione della gente. E comunque il partito lo ha candidato all’unanimità, eccetto qualcuno, tu eri tra
quelli?
•
Apo — tu pensi che bisogna mettere una persona qualunque? Perché non apri un discorso sul
forum?
•
Peppino 18 — e se quello che tu dici adesso fosse stato detto, allora, sulla sua persona, quando
si candidò per la prima volta? << ricordati che
con la camicia e con la mercedesssss non è nato
nessun comune mortale.>> Non apro nessun
discorso nel forum dove ci sono persone di parte,
ma lo apro nei bar, in piazza e nelle famiglie, che
si sentono molto, ma molto deluse!!
•
Amministrator — ma cosa dici! Ti sbagli di grosso, non è affatto così.
•
Peppino 18 — carissimo amministratore! Allora???? Con due persone di parte è inutile parlare!
Da quanto mi è successo ho capito tante cose caro amministratore di Butera Web. Almeno in questo opuscolo
nessuno mai cancellerà i miei commenti.
Mi permetto di chiudere con un’ultima considerazione,
che non è un’ACCUSA:
“Forse è meglio che si cambia nome al Partito Democratico, ritornando al fregio dei Comunisti Italiani, perché dentro quel partito non vi è niente di democratico!”
Peppino 18 — può essere un gentiluomo, una
LIBERI O SCHIAVI???
Esordisco in questo breve ma importante articoletto con un quesito,
un dilemma, che riporto: “meglio
correre a farsi la tessera del
partito democratico per otten e r e
i
f a v o r i
dell’amministrazione o mantenere la propria libertà con la
certezza di essere perseguitati
dall’amministrazione?” E’ proprio così! Forse non tutti sanno che
è stato riavviato il servizio di assistenza domiciliare per anziani e
disabili, sfruttando una legge regionale del 2007, che ha permesso di
rinnovare la convenzione alla società che deteneva il servizio nel precedente anno, come se in regime di
proroga; tuttavia, tale società, invece di riprendere con lo stesso personale, così come tra l’altro detta la
legge, ha sostituito alcuni operatori,
solo per la presunzione che questi
non pensano come quelli del partito
democratico. Ecco cosa accade a
Butera! E nessuno parla! È il mutismo che ingrassa la persecuzione
comunista e di sinistra! È la mancanza di solidarietà che rende soli e
indifesi rispetto i potenti che decidono! La stessa solidarietà che avrebbe dovuto fare gridare tutti,
anche gli operatori selezionati,
“sig. sindaco, sig.ri amministratori, sig.ra capo area ai servizi sociali che comandi, non
bisogna licenziare alcun operatore buterese, ma semplicemente ampliare il servizio per
dare ad altri l’opportunità di
lavorare!” Forse non tutti sanno
che la stessa procedura è stata attuata nel selezionare gli operatori
dell’Asilo Nido, che poi sono stati
Peppino 18
licenziati per mero errore amministrativo! Forse non tutti sanno che
la stessa cosa sarà fatta allorquando ci sarà la nuova selezione col
nuovo bando per operatori asilo
nido, poiché quel bando non ha
criteri di selezione ma solo un selezionatore che, guarda caso, è
sempre il capo settore ai servizi
sociali! Forse non tutti sanno che la
stessa cosa è stata fatta per la distribuzione dello straordinario elettorale ai dipendenti comunali che,
guarda caso, sono sempre i soliti
amici dell’amministrazione! È la
solidarietà che manca e che
bisogna ritrovare! È la libertà
che bisogna riconquistare! Se
non ci si unisce per bocciare questo
metodo persecutorio e coloro che lo
esercitano, prima o poi ciascuno
resterà solo e indifeso, anche quelli
che attualmente pensano di stare
S a t i r a , P o li t i ca , S o ci et à e
Co s t u m e a Bu t er a
www.associazionebranciforte.it
Pagina 4
LA STORIA DEI PUPI E DEI PUPARI CONTINUA
Il periodo volgeva alla Pasqua. Era
una di quelle giornate che preludono
la primavera. Già all’albeggiare il tiepido sole si presentava spavaldo lasciando presagire che nelle ore centrali e più calde si sarebbe fatto inneggiare quale invitato principale alla
festa d’avvio della bella stagione. La
badessa Josephine, di buon’ora, appena desta, soleva spalancare le finestre della cella, che la ospitava
dentro l’abbazia, perchè ogni nuovo
giorno le stimolava i pensieri e così si
preparava alle sue importanti trovate. Ella, di prima impressione, sembrava un blocco! Di pietra! Privo di
modellatura somatica! Anche dopo
che l’occhio si abituava all’amorfa
sembianza, non mutava l’aspetto che
arrivava all’organo della vista, anche
perché qust’ultima non veniva condizionata in positivo da eventuale emotività generata dal suo modo di essere. Anzi, a causa dei suoi comportamenti, produceva l’effetto contrario!
Aveva tinteggiato, di un giallino perpetuo, i capelli che portava rigorosamente a caschetto per occultare la
senescenza che ormai le infuriava
contro. La sua senilità, tuttavia, si
mostrava con una decadenza degli
organi di senso; aveva perso infatti
l’acume visivo che cercava di tamponare con massicce lenti e finanche la
percezione uditiva che non prometteva bene. Il busto tarchiato e robusto,
quasi quadrato, faceva dipartire
quattro arti, due superiori e due inferiori, di modeste dimensioni, cosicché
goffa era l’immagine spettacolare
che proponeva. Ma quello che più la
diversificava dal resto dell’umanità
erano il timbro, la tonalità e
l’intelligibilità della voce: “il frinito!”
Quando apriva bocca era come udire
una cicala frinire. Quel giorno Josephine decise di mettere il naso fuori
dai confini del convento. Non di rado
imperversava su tutto e tutti cui
veniva a confronto. Era posseduta
dal convincimento che tutto il mondo
dovesse sottostare al suo imperioso
potere.
Non tanto distante si ergeva un fabbricato, entro i limiti dei possedimenti terrieri dell’abbazia, quindi sottostante alla stessa gestione. Vi si faceva nobile uso di ospitare ed accudire
le creature cui non poteva essere
elargita nessuna assistenza parentale,
causa il lavoro nei campi o quant’altro.
Il servizio, da tempo, fluido proseguiva, grazie anche alla disponibilità e
meticolosa attenzione di dedicanti che
offrivano la loro generosa opera. Cosi
la badessa, che i folletti notturni avevano stuzzicato facendole puntare
l’attenzione su quell’attività, che non
poteva più sopravvivere se non sottoponendola al suo onnipotente controllo, quella mattina si insinuò nel contesto dell’alacre operosità per farne uno
scempio. E come al solito, con lo scopo
di conquistare la volontà del fantoccio,
attraverso il quale ella si esprimeva, lo
convocò e in questo modo lo plagiò:
“Mio fantoccio! Devi darti una mossa,
sta volta dobbiamo combinarla grossa!
Tutti quelli che operano nel fabbricato
devono possedere il nostro certificato!
Siamo noi a concedere il lasciapassare
a coloro che dentro vogliono operare!
Te lo dico e ti ci metto anche il bollo,
nessuno può sfuggire al mio controllo!
È da tanto tempo che penso e ripenso
chè fare per poter carpire il consenso!
Al momento giusto glielo chiederemo
di ricambiar il favore che loro faremo”
Quelle parole tuonarono nella mente
del pupo per diversi minuti ed egli appariva come frastornato. Aveva gli occhi come chi li apre all’improvviso e gli
si presenta davanti un mostro. Erano
questi i pensieri che navigavano come
un transatlantico nella mente del pezzo
di legno animato:
“Josephine è vero mostro d’ingegno!
Mostro che dove passa lascia il segno!
Mostro che genera esemplari trovate,
zione, L’abate che viveva in cattività
con ella, troppo bello, comunque, era
il pensiero che quella trovata avrebbe determinato un ritorno di consensi.
Così furono rilasciati i certificati e
naturalmente ne usufruirono persone
meritevoli, sicuramente per confondere le acque, ma anche altri soggetti per il solo fatto che godevano della
simpatia e dei favori della badessa e
di tutti i pupi e pupari. Tuttavia, come succede per tutti i raggiri, che
sono destinati a durare quanto il diavolo stette in paradiso, dopo poco
tempo, il fantoccio, una mattina, improvvisamente, ritirò tutti i certificati
rilasciati riponendo, ingiustamente,
sulla strada i possessori che erano
stati avviati ad operare nel fabbricato. Non conosceva, infatti, una circolare governativa che vietava quella
procedura che, per incompetenza e
negligenza, era stata adottata dalla
suora carmelitana.
L’epilogo disastroso che aveva contrassegnato quell’evento, l’immorale
condotta che era stata tenuta in primis dalla badessa e poi dal fantoccio
e da tutti gli altri consenzienti
all’ignobile disegno, che offendeva la
dignità di coloro che volevano dedicarsi ad accudire le giovani creature
ed oltraggiava la democrazia e la
libertà degli uomini, imponeva che
gli autori di quello scempio facessero
un bagno di umiltà e dichiarassero il
loro fallimento. Ma poiché la perfidia, la tracotanza, la protervia e
quant’altro di brutto e di cattivo dominavano in quell’ambiente ed aleggiavano come l’alito di un drago che
spazza una formica, per scaricare la
responsabilità dell’abominevole incidente si cercò di incolpare degli estranei ed onesti cittadini che nulla
sapevano dell’accaduto.
poco importa se sono tanto scellerate!
La morale:
Non contesto e nemmeno mi sbuffo,
Che la responsabilità sia data a
chi ce l’ha veramente!
sorridente io col mostro mi ci tuffo!”
Cosi il fantoccio si fece portavoce,
presso gli altri coabitanti dell’abbazia,
di quanto imposto dalla badessa! Nessuno si oppose: troppo forte era il potere della suora “carmelitana”, troppo
pericoloso era irritare, con una nega-
Che le mostruosità rimangano ai
mostri!
Diamo il lavoro a tutti i lavoratori!
Che non ci siano figli e figliastri!
Il Narratore
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E I BUTERESI? CHE FARANNO? Coscienza - Ragione